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NASCE IL TAVOLO DI LAVORO DI FEDERAZIONE GOMMA PLASTICA DEDICATO ALL’ENERGIA
Formato da delegati delle aziende associate, il tavolo affidato a Marco Bergaglio si pone l’obiettivo di ascoltare le esigenze dei due settori industriali rappresentati su un tema di rilevanza strategico per il sistema industriale italiano, che sta pesantemente impattando sui costi e quindi sulla vita delle imprese, e di riportare quanto condiviso alle istituzioni competenti, tramite il Gruppo Tecnico Energia promosso da Confindustria
Federazione Gomma Plastica, l’organizzazione di categoria che sostiene gli interessi delle Industrie della Gomma, dei Cavi Elettrici e delle Industrie Trasformatrici di Materie Plastiche, ha deciso di costituire un tavolo di lavoro federativo sul tema energia, aperto ai delegati di tutte le Aziende Associate, esperti e interessati a un tema di rilevanza strategico per il sistema industriale italiano, che sta pesantemente impattando sui costi e quindi sulla vita delle imprese, soprattutto manifatturiere.
Foto di Gerd Altmann da Pixabay.
Il coordinamento del tavolo è affidato a Marco Bergaglio, vice Presidente della Federazione e delegato federativo nel Gruppo Tecnico Energia di Confindustria, per il biennio 2022-2024.
I COSTI ENERGETICI PER LE IMPRESE La crisi dei prezzi energetici continua a provocare gravi ripercussioni su tanti settori industriali, compresi quelli della gomma e della plastica. Secondo il rapporto previsionale del Centro Studi di Confindustria, reso pubblico l’8 ottobre, i costi energetici delle imprese italiane nel 2022 sfioreranno il 10% dei costi di produzione, pari a 110 miliardi in più in bolletta: in particolare nei settori gomma e plastica i costi energetici, rispetto al periodo prepandemia sono passati da circa il 5% all’11% dei costi di produzione. Complessivamente, l’incidenza dei costi energetici sul totale sale da 4,6% a 9,8%, livelli insostenibili, ai quali corrisponde, nonostante un rialzo dei prezzi di vendita eterogeneo per settori, una profonda riduzione dei margini delle imprese. In caso di blocco totale del gas russo, si avrebbe una carenza di offerta di gas in Italia pari a circa il 7% della domanda, con impatti rilevanti su attività e valore aggiunto specie nel settore industriale; secondo il rapporto di Confindustria, queste conseguenze potrebbero essere limitate se fossero efficaci le misure predisposte per il contenimento dei consumi. Se il prezzo del gas schizzasse in modo duraturo ai valori del picco toccato in agosto (330 euro/mwh, per esempio nel caso di blocco dell’import dalla Russia) l’impatto addizionale sul PIL sarebbe di -1,5% nel 2022-23; viceversa, se si riuscisse a imporre un tetto di 100 euro al prezzo del gas, il PIL guadagnerebbe l’1,6% nel biennio. “D’accordo con il Presidente Marco Do e con il Consiglio Generale della Federazione – ha commentato Marco Bergaglio – ritengo necessario Marco Bergaglio, vice Presidente della Federazione e delegato federativo nel Gruppo Tecnico Energia di Confindustria.
monitorare in maniera continuativa la situazione sempre più preoccupante connessa alla crisi energetica mondiale, così come ascoltare le istanze di due importanti settori industriali manifatturieri quali la gomma e la plastica, impattati fortemente da questa crisi ed essere preparati in maniera adeguata, per capire come agire e per suggerire le misure più opportune al Governo e alle istituzioni competenti, in coordinamento con il Gruppo Tecnico Confederale”. u