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L’Agenzia Chimica Europea valuta possibili restrizioni sugli PFAS

Danimarca, Germania, Paesi Bassi, Norvergia e Svezia hanno chiesto all’European Chemicals Agency (ECHA) restrizioni all’utilizzo delle sostanze perfluoroalchiliche (PFAS). Tale proposta riguarda anche il nostro settore e potrebbe impattare sulla produzione di gomma sintetica fluorurata, la sua trasformazione in mescole e manufatti e il loro utilizzo

IPFAS sono polyfluoroalkyl substances (sostanze perfluoroalchiliche), cioè composti saturi contenenti carbonio e fluoro. Potremmo genericamente dire composti fluorurati, e in questa fase non si fa differenza tra molecole piccole e polimeri.

L e autorità di Danimarca, Germania,

Paesi Bassi, Norvergia e Svezia il 13 gennaio scorso hanno sottoposto una proposta di restrizione all’European Chemicals Agency (ECHA). Lo scopo è quello di ridurre l’emissione di PFAS nell’ambiente e rendere i prodotti e i processi più sicuri per le persone. Tale proposta riguarda anche il no - stro settore e potrebbe impattare sulla produzione di gomma sintetica fluorurata, la sua trasformazione in mescole e manufatti e il loro utilizzo.

“FOREVER CHEMICALS”

L e motivazioni della proposta di restrizione, consultabili sul sito dell’E -

CHA (https://echa.europa.eu/documents/10162/2082415/2023-02-07_

L a prima è che tutti g li PFAS sono persistenti sia come tali sia come prodotti de resistenza termica degli FKM). L a terza è che g li PFAS rimangono composti definibili come PFAS, di cui nella Figura 1 mostriamo qualche applicazione a titolo di esempio. S econdo l’Istituto di Ricerce Farmacologiche Mario Negri, vi sono molteplici processi industriali in cui g li PFAS sono utilizzati: nei prodotti ad uso domestico per conferire proprietà antiaderenti alle superfici interne delle pentole; negli articoli medicali per impianti/protesi mediche e per prodotti come teli e camici chirurgici in tessuto non-tessuto per renderli impermeabili ad acqua e olio e resistenti alle macchie; nella placcatura di metalli; nella lavorazione del petrolio e nella produzione mineraria; nella produzione di carte e imballaggi oleorepellenti e idrorepellenti; nella produzione di tessuti, pelle, tappeti, abbigliamento e tappezzeria; nel settore aeronautico, aerospaziale e della difesa, per la produzione dei vari componenti meccanici; nel settore automobilistico, per migliorare i sistemi di erogazione del carburante e per prevenire infiltrazioni di benzina; nella produzione di cavi e cablaggi, grazie alla bassa infiammabilità; nell’edilizia, per rivestire materiali che diventino resistenti agli incendi o agli agenti atmosferici (come tessuti di vetro, piastrelle, lastre di pietra, cemento o metalli); come additivi nelle pitture; nel settore elettronico, grazie alle proprietà dielettriche e idrorepellenti; nel settore energetico, per coprire collettori solari e migliorare la loro resistenza agli agenti atmosferici; nei prodotti antincendio, come schiume ed equipaggiamenti.

S i stima che, nel 2020, nell’ambiente siano finite 75 mila tonnellate di PFAS.

L’ITER DECISIONALE

L’ECHA ha iniziato l’iter per l’indagine sulla restrizione all’uso d egli PFAS. I comitati scientifici per la valutazione del rischio (RAC) e per l’analisi socioeconomica (SEAC) dell’ECHA hanno verificato nel meeting di marzo 2023 che la proposta soddisfa i requisiti legali del REACH e hanno iniziato la valutazione scientifica della proposta, con una consultazione che durerà 6 mesi e si concluderà il 22 settembre 2023.

L o scopo della consultazione è permettere al RAC di formalizzare un parere riguardo l’opportunità della restrizione proposta nel ridurre i rischi per la salute delle persone e per l’ambiente, mentre il parere del SEAC riguarderà gli impatti socio-economici, vale a dire i benefici e i costi per la società, associati alla proposta.

E ntrambi i comitati formuleranno i propri pareri sulla base delle informazioni contenute nella proposta di restrizione e dei commenti ricevuti durante le consultazioni. I comitati prendono in considerazione anche il parere del forum di applicazione sull’applicabilità della restrizione proposta.

U na volta adottati, i pareri saranno inviati alla Commissione europea che, insieme agli Stati membri dell’UE, deciderà in merito all’eventuale restrizione d egli PFAS.

N el frattempo, il 5 aprile è stata organizzata una sessione informativa online con lo scopo di spiegare il processo di restrizione e aiutare gli interessati a partecipare alla consultazione. Q uesta è la fase fondamentale per spiegare le motivazioni tecniche a favore e contro le restrizioni proposte, indirizzando le scelte comunitarie verso quelle sostanze effettivamente meritevoli di restrizione, salvaguardando le altre sostanze meno impattanti su salute e ambiente (es. polimeri), dando la giusta priorità alle applicazioni più critiche e immaginando metodi per preservare comunque l’emissione d egli PFAS nell’ambiente.

S u queste pagine vi terremo aggiornati sui prossimi step, che trovate riassunti nella Figura 2. u

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