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Parola d’ordine:
di ILARIA SICCHIROLLO
Vino & turismo, un connubio sempre più richiesto e valorizzato anche in ambito Mice. Una liason, che poi va di pari passo con enogastronomia & turismo e con sostenibilità & turismo che vede (anche) le porte di molte realtà vitivinicole aprirsi al mondo degli eventi con diverse proposte originali
Accostamenti certo non inediti, ma che stanno vivendo una fase di grande riscoperta, in linea con la tendenza che vede il viaggiatore, anche quello business, sempre più connesso con il territorio e con tutto ciò che di autentico può offrire.
E, in fatto di vini, la Sardegna da offrire ha tanto: 150 i vitigni autoctoni, che producono 15 Igt, 18 Doc e 1 Docg (il Vermentino di Gallura) e una tradizione enologica antica, risalente all’epoca nuragica, che rende la produzione autoctona una vera e propria espressione della cultura locale. Oltre ai vitigni più celebri e diffusi ¬– e, nell’immaginario collettivo, indissolubilmente legati alla Sardegna – come il Cannonau e il Vermenti- no, ce ne sono molti altri, di produzione più limitata e di nicchia, ma sempre espressione
Bianchi, rossi, rosati e spumanti: un ricco patrimonio di biodiversità da valorizzare, al quale, in termini di qualità, non manca proprio nulla per competere sugli esigenti mercati internazionali.
Ecco che, quindi, l’accostamento con una dimensione consapevole e responsabile del turismo trova nella commistione “viaggio e vino” un’espressione di qualità e di accoglienza ai massimi livelli, per vivere il territorio tutto l’anno e assaporarne, attraverso degustazioni e visite alle cantine, i valori più autentici.