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Italy docet – Rodolfo Musco

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Roma e dintorni

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Meeting manager: autonomo o impiegato?

Il Covid ha avuto un’incidenza molto alta nell’economia nazionale e internazionale. Molte persone sono state costrette all’isolamento o alle relazioni interpersonali con distanziamento fisico. Ora sembra che il peggio sia passato, e molte aziende hanno ripreso a produrre quanto o più di un paio d’anni or sono. I dati pubblicati mettono in evidenza che i lavoratori autonomi sono, però, diminuiti di 28mila unità tra agosto e settembre 2021, e di 150mila tra settembre 2020 e settembre 2021. Ma questo riguarda anche i professionisti? Gli ingegneri, i chirurghi, i commercialisti, gli architetti e tutti coloro che prima di svolgere il proprio lavoro hanno dovuto superare esami specifici per validare la loro professionalità? La risposta è scontata: per i professionisti ci può essere una riduzione dei guadagni, spesso compensata da una riduzione dei costi, ma non c’è la perdita del lavoro prima del pensionamento o di una disabilità fisica. Sappiamo che i professionisti possono operare come indipendenti o come componenti di team aziendali, sociali o statali. Ma la professionalità deve essere uguale per gli stipendiati e per gli indipendenti. Occupiamoci ora dei professionisti di convegni. Abbiamo più volte evidenziato come questa professione possa essere esercitata in proprio oppure come persona impiegata e stipendiata. La differenza, come per ogni vero professionista, è irrilevante per il livello di competenza se questa è certificata. Ricordo che un commerciante proprietario di una macelleria affermò che lui era un “professionista della carne”. Era una brava persona, onesta, laboriosa e competente nel suo lavoro. Ma il suo lavoro non era una professione. Nella meeting industry vi sono diverse attività “di supporto” per i responsabili della progettazione, pianificazione, gestione e valutazione dei convegni, ma chi svolge le attività di supporto non può definirsi un professionista di convegni. Semmai un conoscitore di alcune esigenze che si devono affrontare e risolvere durante gli eventi aggregativi. Se sono prevalentemente impegnate nell’organizzazione dei convegni dell’azienda in cui lavorano, conoscono l’importanza della comunicazione pre-evento? Delle diverse “dominanze psicologiche” dei partecipanti alle riunioni? Degli effetti di motivazione che si sviluppano durante i break e i segmenti sociali del convegno? Del valore prodotto dallo sviluppo del “senso del noi”, ovvero del far parte di un gruppo nel quale tutti possono contribuire al successo dell’impresa, indipendentemente dai propri ruoli? Un professionista di convegni conosce tutti questi aspetti e altri elementi di psicologia, sociologia, neurologia, motivazione e coinvolgimento dei partecipanti al convegno. E pianifica, organizza e gestisce l’evento per il raggiungimento del più alto risultato e la soddisfazione di tutti, partecipanti e promotori. Questo, lo ripeto, indipendentemente dal fatto di essere stipendiato o di essere un professionista autonomo. Con l’importante variante che il professionista indipendente quasi sempre organizza e gestisce convegni per imprese di diversi settori industriali o sociali, maturando esperienze utili per i vari committenti.

“Il lavoro autonomo sta franando”.

RODOLFO MUSCO pubblicista e meeting architect certificato Cmp, Cmm, Cme-it musco@motivationandevents.com

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