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Il mobility manager: sempre più indispensabile
Commuting, business travel ed eventi sono sempre più spesso chiamati in causa nelle politiche ambientali, soprattutto nella prospettiva dell’Agenda 2030: la gestione della mobilità delle persone, infatti, è uno degli elementi individuati per ridurre l’inquinamento. Un decreto ne indica ora le linee guida e in azienda compare il mobility manager
di SIMONA CIOTTI L’undicesimo obiettivo dell’agenda Onu 2030 mira anche a ridurre l’inquinamento pro capite prodotto dalle città, in particolare per quanto concerne la qualità dell’aria e la gestione dei rifi uti. Un passo concreto verso questo obiettivo lo si è avuto con il Decreto interdirettoriale n. 209 del 4 agosto 2021, in cui il Ministero della Transizione Ecologica ha fornito le linee guida per l’adozione del Piano degli Spostamenti Casa-Lavoro (Pscl), a cui devono attenersi i mobility manager di alcune tipologie di aziende per pianifi care e realizzare misure effi caci rispetto all’impatto ambientale del pendolarismo dei propri dipendenti.
Il mobility manager, infatti, dovrebbe promuovere la riduzione dell’uso del mezzo di trasporto privato motorizzato individuale negli spostamenti dei pendolari e favorire il decongestionamento del traffi co veicolare. Questo tipo di responsabilità sta diventando rilevante anche per gli event manager, al fi ne di rispondere alle esigenze di sostenibilità sempre più attese dal segmento Mice. Abbiamo approfondito allora il delicato ruolo del mobility manger e le responsabilità delle aziende in relazione alla nuova normativa con Stefano Bonetto, senior consultant e partner di Ecoconsult, e con l’ingegner Eleonora Bettini, responsabile salute e sicurezza sul luogo di lavoro. Bonetto contestualizza il duplice scopo di questa normativa: «Gli aspetti sono sempre due quando parliamo di mobilità: la riduzione della CO2 e il welfare aziendale, perché la mobilità rappresenta la qualità della vita dei lavoratori, i cui elementi principali sono lo smart working, l’orario fl essibile e i contributi alle spese di mobilità». Si tratta di temi quindi che, al di là della normativa che lo richiede, hanno un impatto sulla gestione delle persone ma anche sull’immagine dell’azienda come operatore inserito in un contesto socioeconomico in cui oggi le sensibilità rispetto al tema del wellbeing e dell’impatto ambientale sono maggiori.
COSA PREVEDE LA NORMATIVA?
Bettini spiega che «La Legge n. 77 del 17 luglio 2020 prevede che imprese e pubbliche amministrazioni con singole unità locali con più di cento dipendenti ubicate in un capoluogo di regione, in una città metropolitana, in un capoluogo di provincia, ovvero in un comune con popolazione superiore a cinquantamila abitanti, debbano adottare un Piano degli Spostamenti Casa-Lavoro per il proprio personale dipendente, fi nalizzato alla riduzione dell’uso del mezzo di trasporto privato individuale, nonché nominare un mobility manager con funzioni di supporto professionale alle attività di decisione, pianifi cazione, programmazione, gestione e promozione di soluzioni ottimali di mobilità sostenibile». E il Decreto interdirettoriale n. 209 del 4 agosto 2021 ha indicato come le aziende debbano preparare il piano. In realtà, per alcune categorie di aziende la norma esisteva già dal 1998 e dal 2000, la novità della Legge n. 77 del 17 luglio 2020 consiste nel fatto che l’obbligo di prestare attenzione all’impatto degli spostamenti dei propri dipendenti si estende a un perimetro più ampio di aziende, per dimensione e localizzazione, e proprio mentre stiamo scrivendo cade la scadenza per le aziende per presentare al comune di riferimento il proprio Piano degli Spostamenti Casa-Lavoro. Spesso le travel policy delle aziende più grandi già regolamentavano gli spostamenti per i viaggi di lavoro, presentando soprattutto una logica economica alla base delle decisioni in merito alle trasferte. La pandemia, con il passaggio repentino e obbligato al lavoro da casa, ha reso tangibile il benefi cio ambientale derivato dalla riduzione del commuting e del business travel e gli operatori del settore in molti casi sono riusciti a mettere in campo strutture ibride, pronte a sostenere un approccio nuovo agli incontri di lavoro. Si tratta ora mettere tutto a sistema e di allinearsi con la normativa.
COME SI STANNO MUOVENDO LE AZIENDE?
Se le aziende che per complessità di settore sono già dotate di regole e hanno magari anche una certifi cazione Iso 14001 sono già in linea con la normativa, quelle invece che per la prima volta si accingono a sistematizzare
STEFANO BONETTO senior consultant e partner di Ecoconsult
«Gli aspetti sono sempre due quando parliamo di mobilità: la riduzione della CO2 e il welfare aziendale, perché la mobilità rappresenta la qualità della vita dei lavoratori, i cui elementi principali sono e i contributi alle spese di mobilità».
ELEONORA BETTINI responsabile salute e sicurezza sul luogo di lavoro
«La Legge n. 77 del 17 luglio 2020 prevede che imprese e pubbliche amministrazioni con singole unità locali con più di cento dipendenti (…) debbano adottare un Piano degli Spostamenti Casa-Lavoro per il proprio personale dipendente, di trasporto privato individuale, nonché nominare un mobility manager con funzioni di supporto professionale alle attività di soluzioni ottimali di mobilità sostenibile».
il proprio approccio rispetto all’impatto ambientale e iniziano a tenere in considerazione le politiche di sostenibilità si ritrovano ad affrontare problematiche nuove. «Il problema principale, da parte delle aziende – sottolinea Bonetto – è che un’azienda grande generalmente ha già all’interno una figura che si occupa di sostenibilità, mentre nelle aziende piccole risulta difficile identificare qualcuno che possa occupare questo ruolo». In pratica, presentando il Piano, le aziende identificano alcuni progetti di miglioramento misurabili e riconoscibili. L’avvallo del progetto da parte del management è essenziale per il successo, dato anche il forte impatto sui comportamenti. Bonetto commenta la loro strategia di comunicazione con le aziende: «Noi abbiamo scelto di coinvolgere sempre i decision maker, l’amministratore delegato o anche il consiglio di amministrazione, per permettere loro di inserire con priorità nella loro agenda il tema di una mobilità sostenibile». Di fatto le aziende stanno riscontrando difficoltà soprattutto nella fase inziale del progetto, ossia addirittura nel ricevere una risposta completa al questionario da parte dei lavoratori per mappare le abitudini correnti e avere un punto di partenza su cui sviluppare il piano. È importante sottolineare che per ora non sono previste sanzioni per chi non presenta il Piano.
CHI È IL MOBILITY MANAGER?
Il mobility manager è responsabile della promozione e della realizzazione di interventi per l’organizzazione e la gestione della mobilità sostenibile dei dipendenti e supporta l’adozione del piano degli spostamenti casalavoro, adeguandolo anche sulla base delle indicazioni ricevute dal Comune territorialmente competente, e infine verificando che il piano venga attuato. «Oltre a ciò il mobility manager cura i rapporti con gli enti pubblici e privati – approfondisce Bettini –; attiva iniziative di sensibilizzazione sul tema della mobilità sostenibile; promuove la formazione e l’incentivazione della mobilità ciclo-pedonale, dei servizi di trasporto pubblico e dei servizi a esso complementari e integrativi anche a carattere innovativo; supporta il mobility manager di area nella promozione di interventi sul territorio». Secondo la normativa, le aziende possono collocare il ruolo nella funzione aziendale che ritengono più adeguata e scegliere il mobility manager quale professionista in possesso di un’elevata e riconosciuta competenza – o di una comprovata esperienza – nel settore della mobilità sostenibile, dei trasporti o della tutela dell’ambiente. In precedenza, valutazioni analoghe e meno formali erano in capo generalmente ai travel manager. Ora
LA RIDUZIONE DI CO2 CON UN APP
Laurent La Rocca, Ceo di the Treep, selezionato nel 2021 tra i w150 executive impegnati nell’iniziativa “Cec, Business Convention for the Climate”, illustra come la tecnologia possa favorire una maggior consapevolezza nel viaggiatore relativa all’impatto delle sue scelte sulle emissioni nocive per l’ambiente. Rispetto agli strumenti già sul mercato, il tool di the Treep mette a disposizione anche il dato dell’emissione di Ghg, e cioè dei Greenhouse Gas, ovvero tutti i gas capaci di intrappolare il calore nell’atmosfera, dando vita al fenomeno nocivo In pochi millisecondi, l’algoritmo del Mobility Planner di the Treep calcola e confronta l’impronta di carbonio, la durata totale e il prezzo del mezzo di trasporto «Se il viaggiatore sceglie un trasporto a basse emissioni, i risparmi di CO2 vengono registrati e aggiunti al contatore dell’azienda. Ed è anche possibile ricavare un report delle emissioni di Ghg dovute ai viaggi» conclude La Rocca. Per il mobility manager e per l’azienda è un modo per impostare un piano d’azione concreto. La Rocca riporta che le aziende possono aspettarsi un -20% di Ghg dovuto al trasporto il primo anno. La tecnologia quindi può di fatto aiutare a comprendere l’impatto delle nostre scelte sull’ambiente e farci optare per soluzioni ecologiche.
l’indicazione che si ha, per esempio dalla Regione Lombardia nella sua declinazione della normativa, è quella di preferire un professionista che abbia una formazione in ingegneria gestionale. Di fatto ogni azienda si sta muovendo in relazione al proprio livello di complessità organizzativa.
LA MOBILITÀ NEGLI EVENTI
Anche il settore eventi è toccato da questa logica. Gli eventi, soprattutto quelli con grandi numeri, fanno riferimento già alle logiche di equilibrio tra ricavi e impatto socio-ambientale, come previsto dalla certificazione Iso 20121. Ora anche a livelli più contenuti, il ruolo dell’event manager si arricchisce di una componente di mobility management per le valutazioni che è chiamato a fare in ottica di impatto ambientale e sostenibilità dell’evento: per questo iniziano anche a essere disponibili corsi di formazione per event manager che vogliano acquisire nozioni di mobility management sostenibile. Alessandro Talenti, Ceo del gruppo Uniting, commenta le dinamiche in atto nell’ambito della gestione degli eventi: «Già da tempo il settore degli eventi e della comunicazione ha dovuto confrontarsi con l’emergere in maniera sempre più importante di tematiche legate alla sostenibilità e ai criteri Esg (Environmental, Social, Governance). Gli standard Iso in materia, come la famosa Iso 20121 che sarà applicata anche alle prossime Olimpiadi invernali di Milano e Cortina, tracciano un percorso ormai necessario dove la “piattaforma evento” diventa parte integrante e coerente del racconto di queste tematiche. Il percorso in primis passa dalla formazione di figure specializzate all’interno delle agenzie, che sappiamo essere driver e promotori di una nuova cultura e di azioni precise che tocchino tutti i touch point di attivazione. Lavorare sul miglioramento della mobilità, ridurre e compensare gli effetti sull’ambiente riducendo le emissioni è e diventerà sempre di più un obbligo». In conclusione, si inizia ora a parlare in modo più diffuso di questo ruolo finora poco noto in azienda, una figura professionale, quella del mobility manager, che potrà unire l’azienda e l’evento con il territorio che li ospita, rispondendo anche a una maggior attesa delle persone stesse per un approccio più ecologico. Il mobility manager può sembrare una figura solo formale, ma ottenuto l’avvallo da parte del management, riuscirà a fornire alle persone, che siano colleghi, fornitori o clienti, un elemento concreto di azione rispetto all’Agenda 2030.
ALESSANDRO TALENTI Ceo del gruppo Uniting
«Già da tempo il settore degli eventi e della comunicazione ha dovuto confrontarsi con l’emergere in maniera sempre più importante di tematiche legate alla sostenibilità e ai criteri Esg (Environmental, Social, Governance). Gli standard Iso in materia, come la famosa Iso 20121 che sarà applicata anche alle prossime Olimpiadi invernali di Milano e Cortina, tracciano un percorso ormai necessario dove la “piattaforma evento” diventa parte integrante e coerente del racconto di queste tematiche. Lavorare sul miglioramento della mobilità, ridurre riducendo le emissioni è e diventerà sempre di più un obbligo».