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Cari eventi… Luca Corsi
Cari eventi…
La sensazione che sto vivendo in questo periodo è che stiamo è che assisteremo a una netta riduzione del numero di eventi
LUCA CORSI Responsabile eventi Vorwerk Italia luca.corsi@vorwerk.it
Come sapete, sono sempre stato un grande sostenitore del ritorno agli eventi in presenza e ho salutato con grande entusiasmo, all’inizio di quest’anno, la possibilità di ricominciare a lavorare finalmente senza un braccio legato dietro la schiena. Ad aprile, Folletto ha lanciato il suo nuovo sistema di pulizia senza filo, il Folletto VK7s, mettendo in campo con orgoglio il più grande evento d’Italia dopo il Covid, che ha occupato ben quattro padiglioni della Fiera di Roma. E poco dopo, a luglio, alla Mostra d’Oltremare di Napoli, siamo tornati a celebrare la Convention Nazionale della Vendita con tutti i crismi che merita una manifestazione di vitale importanza aziendale come il riconoscimento dei migliori della nostra forza vendita. Rappresento una realtà che non può certo essere tacciata di sottovalutare l’importanza strategica del Mice. Tuttavia, l’incipit di questo mio editoriale non è scelto a caso: “Cari eventi…”, perché se questo è il prezzo da pagare (e sto parlando proprio del saldo economico), dobbiamo fermarci un attimo e fare un ragionamento tutti insieme. Soprattutto, bisogna capire come affrontare il mercato che vedo prospettarsi, con i budget delle aziende che non sono cambiati, mentre i prezzi degli eventi sono aumentati su tutti i fronti: compagnie aeree, transportation di terra, hotel, location congressuali, ristoranti, catering, servizi ancillari, materie prime… Per tacere della mancanza di personale e dei tagli che i supplier hanno dovuto necessariamente operare per rimanere a galla dopo il crollo dei fatturati causati dai lockdown. Organici ridotti e politiche di risparmio comprensibili, ma che hanno un impatto negativo sulla qualità dei servizi, sensibilmente ridottasi rispetto allo standard a cui eravamo abituati prima della pandemia. Sarò tranchant, come da sempre è mia abitudine: la sensazione che sto vivendo in questo periodo è che stiamo pagando di più per avere di meno. L’effetto che immagino è che assisteremo a una netta riduzione del numero di eventi, se non altro in un orizzonte temporale di breve periodo. Oppure adotteremo politiche di contenimento costi che ridurranno la platea dei destinatari, privilegeranno il corto raggio rispetto al medio e lungo raggio e rispolvereranno, insomma, tutte quelle soluzioni tampone che abbiamo già sperimentato negli anni immediatamente successivi alla crisi finanziaria del 2008. Una data che dovrebbe suonare come uno spauracchio per gli operatori del settore e che mi auguro induca tutti a cercare soluzioni comuni e condivise, per scongiurare di rivivere ancora una volta le difficoltà di quegli anni. Il nostro settore è “nostro”, nel senso che ne facciamo parte tutti, committenti e fornitori. Spero allora che lavoreremo insieme, come un vero team, per farlo prosperare, e non gli uni contro gli altri armati, per spuntare di volta in volta le condizioni più favorevoli. Sarebbe decisamente un errore di corto respiro.