Catalogo GilamAgency 2016

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GilamAgency 2016

GilamAgency di Giovanni Lamanna via Jan Palach (Central Park, scala D) - 81055 Santa Maria Capua Vetere (CE) editoria.comunicazione@gmail.com - tel. 393.4382486

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Francesco Forlani

Nato a sette mesi a Caserta nel 1967, sotto il segno dell’acquario, vive tra Parigi e Torino, ma non a Modane/Bardonecchia. Fondatore delle riviste internazionali Paso Doble e Sud, collaboratore dell’Atelier du Roman, Il reportage, ha pubblicato diversi libri, in francese e in italiano. Traduttore dal francese,

ma anche poeta, cabarettista e performer, è stato autore e interprete di spettacoli teatrali come Do you remember revolution, Patrioska, Cave canem, Zazà et tuti l’ati sturiellet. È redattore del blog letterario Nazione Indiana e gioca nella nazionale di calcio scrittori Osvaldo Soriano Football Club, con cui sono uscite le due antologie Era l’anno dei mondiali e Racconti in bottiglia (Rizzoli/Corriere della Sera). Conduttore radiofonico insieme a Marco Fedele del programma Cocina Clandestina, su radio GRP, come autore si definisce prepostumo.

Opere pubblicate Métromorphoses, Ed. Nicolas Philippe, Parigi 2002 Autoreverse, L’Ancora del Mediterraneo, Napoli 2008 Blu di Prussia, Edizioni La Camera Verde, Roma Chiunque cerca chiunque, pubblicato in proprio, 2011 Il peso del Ciao, L’Arcolaio, Forlì 2012 Parigi, senza passare dal via, Laterza, Roma-Bari 2013 Note per un libretto delle assenze, Edizioni Quintadicopertina La classe, Edizioni Quintadicopertina Rosso maniero, Edizioni Quintadicopertina, 2014 Il manifesto del comunista dandy, Edizioni Miraggi, Torino 2015 (riedizione)

Le tournant

La trilogia degli alberghi

(romanzo - in preparazione)

(tre romanzi, editi e inediti)

Corsica. Un’edicola votiva, memoriale di un automobilista morto in un incidente. Nella realtà non c’era stato alcun incidente e tanto meno il morto, inventato di sana pianta dal sindaco per indurre chiunque passasse di lì alla prudenza. Un’invenzione. Una fantasticheria che però aveva salvato un mucchio di persone. Così alla morte del geniale sindaco la giunta vuole commemorare l’uno, lo storico primo cittadino, e il secondo, il morto che non c’è, premiando quest’ultimo con una nuova vita, anzi vita tout court visto che non era nato nemmeno una volta. E lo fa ingaggiando uno scrittore per scrivere una storia. Il protagonista si chiama Franck, d’origine italiana ma in Francia da una mezza vita, fisarmonicista e scrittore; comincia a raccon-tare la saga familiare del morto, inventandosela dalla dominazione genovese, ai moti rivoluzionari dell’Ottocento e all’occupazione fascista degli anni Quaranta dopo la resa della Francia. Lo scrittore se la gode alla grande. Beve e mangia da dio, s’innamora, ma la vera notizia è che i suoi testi riscuotono un successo che nessuno dei suoi libri aveva mai ottenuto. Tout baigne, direbbero in Francia. Solo che, a un certo punto, riceve un chiaro invito a fermarsi, quando scopre che sotto l’altarino c’erano davvero delle ossa...

La trilogia degli alberghi e degli scrittori. Tre romanzi che costituiscono un progetto editoriale e narrativo unico: Autoreverse dedicato a Cesare Pavese e all’Hotel Roma, Turning doors a Eugenio Montale e alla pensione Annalena, L’invenzione di Leonardo a Leonardo Sciascia e al Grand Hotel et Des Palmes. Nei tre romanzi una storia d’amore, segreta, proibita, misteriosa si muove tra le pagine delle opere e delle vite di tre grandi autori del Novecento. Le loro vicende si intrecciano in Pavese a Constance Dowling, in Montale a Irma Brandais e in Sciascia a una misteriosa amie de plume. Protagonista è sempre Angelo Cocchinone, un personaggio che in ognuno dei tre romanzi è in realtà una variazione sul proprio tema. Se nel primo lo troviamo portiere di notte all’Hotel Roma, nel secondo è consulente per il Comune di Torino e nel terzo è traduttore alle prese con l’opera di Roussel. Costruiti come docuromanzi, in cui la fiction e la documentazione storica si passano il testimone capitolo dopo capitolo, le tre opere scandagliano la possibilità di ritrovare in pieno il mistero alla base della creazione letteraria, da una parte, e di interrogarsi sui tempi attuali, sulle sconfitte delle generazioni e sui sogni che ne alimentano, nonostante tutto, il futuro, dall’altra.

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Filippo Lubrano

Nasce alla Spezia il 17 del mese dei morti di un freddo 1983. Troppo basso per il basket, troppo alto per gli scacchi, s’intestardisce a giocare a entrambi sin dall’infanzia. Giornalista pubblicista dal 2006, da un punto di vista capitalistico la sua vita non offre nulla di rilevante sino alla laurea in Ingegneria gestionale, ottenuta a Pisa nel 2007. Da quel giorno, si sposta di continuo: vive a Pa-

rigi, Torino, Bangkok e viaggia in Africa, Medio ed Estremo Oriente sotto le spoglie di manager di una multinazionale. Durante le sue peregrinazioni raccoglie storie e scrive occasionalmente reportage e pezzi che vengono pubblicati su Wired, Il Sole 24 Ore, Cafebabel (e, va bene, una volta anche Famiglia Cristiana). Nel 2010 pubblica il suo romanzo d’esordio, Le lumache non dovrebbero morire di maggio (Linee Infinite edizioni). Quando è in Italia si esibisce su palchi di bar, bettole e piccole librerie in gare di Poetry Slam. Nella sua amata Spezia è tra i fondatori del Collettivo Mitilante e della startup che raccoglie il meglio dei piccoli produttori gastronomici italiani, Eattiamo. Gran consumatore di hummus e mozzarelle di bufala (e di qualsiasi altra cosa non necessiti di preparazione), è terrorizzato dai calamari giganti.

Le radici aeree (romanzo - rights available)

Walt Erego è un mystery shopper: al soldo di grandi aziende di vari settori industriali deve scoprire i prezzi dei concorrenti. La sua area di competenza è l’Asia. Durante una trasferta a Shanghai conosce Andrea, dipendente di un cliente e stanca di sfacchinare per il suo datore di lavoro. Affascinato dal suo profilo ambiguo, le propone di unirsi a lui. Nella trasferta successiva, Walt s’imbarca su una nave cargo diretta in Thailandia, insieme al bizzarro signor Gu, che ha paura di volare e gli spiegherà tutti i segreti del business dello shipping per prepararlo a confrontarsi con un concorrente molto particolare. Durante l’incontro, che si svolge in pieno Songkran,

il capodanno thai, Walt scopre che l’uomo a cui deve estorcere informazioni riservate è un “pezzo grosso” del mondo dei trasporti navali. Walt recupera le informazioni richieste e incontra il signor Gu, che durante la confessione ha una crisi e gli svela il vero motivo per cui ha smesso di volare. Nel frattempo, Andrea si decide: lavorerà con Walt. Scopre dov’è diretto e arriva anch’essa a Bangkok. Un pericoloso imprevisto, però, conduce Walt a Chittagong, in Bangladesh, dove affronterà la prima trasferta insieme ad Andrea. È in questa circostanza che lei gli racconta finalmente il suo fosco passato. Qualche mese dopo, i due vanno in vacanza a Hong Kong e lì le verità verranno a galla...

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Gian Piero Lumbau

Nasce a Caserta, tra due mattonelle, alla fine del 1962 con due segni distintivi inne-

gabilmente indelebili: gli occhi diversi e la capa di bomba. La sua particolare conformazione fisica lo rende squilibrato e di difficile collocazione. È avvocato civilista, con grandi passioni per il basket, i cavalli, la cucina, le cantine e Thelonious Monk. Si dedica alla letteratura per dare sfogo alla sua verbosità; la signora però, lo guarda con estrema diffidenza e fa bene, indicandogli con l’indice teso la strada della cucina. “Il tango della fenice” è il suo primo romanzo.

Il tango della fenice (romanzo - rights available)

Nenè Malventi, il protagonista, viene al mondo dotato della straordinaria capacità di assistere alla sua vita con il taglio del cineasta e di osservarla dall’esterno, attimo per attimo, come una lunga sequenza di fotogrammi nei quali, di volta in volta, è spettatore, regista, attore o comprimario, e in cui chiede al lettore di accompagnarlo e assisterlo, che si tratti di sostenergli il carrello per filmare i grandi piani sequenza o di spostare i mobili nella stanza per stabilire i corretti punti di vista nel suo sistema a triangolo. Il sistema di ripresa a triangolo – o meglio sarebbe dire il complesso sistema a geometria variabile sul quale poggia la sua vita – è quello in cui riesce a muoversi al meglio, tra l’ex moglie Carolina, l’ex amante Illy (diminutivo di Illinois), l’ex amica di scuola poi ex fidanzata Rossella e un’intera compagine di ex qualcosa, che scompaiono e riappaiono sulla scena come ricordi, fantasmi, intrusioni, sogni, desideri e presagi. Le scelte fanno invecchiare, è il motto di Nenè. Che si ostina a vivere in un eterno presente, in

cui ogni avventura, ogni turbamento, ogni disgrazia, non sono altro che il pretesto per una morte e una resurrezione plateali, false pire dalle cui ceneri si invola, per tornare ad appollaiarsi nella rassicurante quiete del suo sguardo che tutto seziona e nulla sceglie. “Nenè Malventi era capace di avere tutte le età contemporaneamente, che è cosa ben diversa dall’essere poliedrico o eclettico, o comunque dall’aver accumulato quella segatura nell’anima che gli uomini, solidali e compiacenti, osano definire esperienza; quasi fosse, quella sostanza polverosa e incommestibile, un pregio di cui vantarsi, invece che un insopportabile ostacolo alla felicità. Lui, le sue età, non le univa in una sola molecola, quella che i più arditi chiamano anima, ma le conservava ben distanziate tra loro e riposte con un certo ordine apparente, senza badare però più di tanto a dove fosse il loro luogo di stivaggio. Per quella cosa lì, lasciava fare alla sua età preferita, alla prossima, a quella che ancora doveva arrivare”.

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Annalisa Margarino

Torinese di nascita, genovese di adozione, romana di passaggio, ha studiato filosofia e teologia. Insegna religione in un liceo romano e collabora con riviste culturali e associazioni. La scrittura è la sua costante

passione, laboratorio per l’anima e cantiere di idee. Il suo primo romanzo, o meglio, la sua prima favola per adulti, Il sindacato dei sensibili, è stato pubblicato nel 2010. Nel 2012 esce il romanzo filosofico Le verità donate, storia di Angelo che, sostando presso la Bocca della Verità, intervista diverse figure in cerca della propria verità. Nel 2014 pubblica in proprio Contatto, un romanzo sul rapporto tra virtuale e rea-le e sulla necessità di rapporti umani anche nell’era di internet. Nel 2015, pubblica una raccolta di racconti visionari dal titolo Pavimento di cielo e altri raccon-ti. Oltre alla narrativa per adulti con La Rondine Edizioni ha pubblicato una favola illustrata per bambini, Paolo e il segreto delle nuvole. Tra i suoi scritti non pubblicati c’è un testo teatrale, dal titolo Processo alle viscere. Sta lavorando a un nuovo romanzo.

Utopie/non luoghi

Contatto

(romanzo - in preparazione)

(romanzo - rights available)

Irene vive con Riccardo in un grande condominio romano. Il panorama che la circonda è la vita del condominio di fronte: badanti, anziane che curano i loro fiori e vite assorte nel quotidiano. Irene osserva, si interroga, muove pensieri verso vite sconosciute, in attesa di comprendere la propria. Lavora come segretaria per il dottor Silenti, dietologo e psicologo. Nel contratto è previsto che faccia un’ora di seduta settimanale con il dottore. È in quell’ora che nascono da Irene domande, inquietudini e vuoti non ancora colmati... fino al giorno in cui sente che il suo corpo è diverso. Forse è il tempo per non cercare luoghi, ma per essere luogo.

Giordano, uomo precario nel lavoro e negli affetti, ha poco più di trent’anni. Vive “nel” web, che sostituisce tutti i suoi bisogni sociali e affettivi. L’incontro con le donne è sempre virtuale. In metropolitana vede ogni giorno una donna, ma non riesce a entrare in contatto con lei. Osserva tra le righe dei suoi libri e pensa a quali commenti scri-verebbe su facebook, se lei fosse tra i suoi “amici”. Un giorno, in piena notte, dopo un urlo improvviso, suona alla sua porta una donna. È Selene. Abita sopra di lui, ma non si sono mai incontrati. Ha sognato che il pavimento si frantumava e di trovarsi improvvisamente in casa sua, così è scesa, in piena notte, per calmarsi e sentirsi meno sola. La notte dona intimità e realtà, desideri di contatto. La vita di Giordano continua normalmente, fino al giorno del suo compleanno: sta festeggiando in solitudine quando alla porta si presenta la donna della metropolitana. Anche lei abita in quella zona, ma Giordano non l’aveva mai notata al di fuori della metro. Suona di nuovo la porta. È Selene. L’incontro con la realtà è compiuto. I tre parlano e festeggiano, esprimendo il loro desiderio di contatto e vita reale condivisa. Ora per Giordano si apre il tempo per non essere più precario...

Processo alle viscere (testo teatrale - rights available) In questo breve testo si mette in scena un vero e proprio processo a Santa Teresa d’Avila, al suo modo di concepire l’esistenza, alla sua mistica. Teresa, infatti, ha sempre rappresentato una figura discussa, in bilico tra modernità e spiritualità, diventando oggetto di interesse per credenti e non credenti, storici, filosofi, psicoanalisti. Accusa, difesa, giudice, testimoni e Teresa si alternano in un dialogo serrato, a tratti duro.

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Felice Piemontese

Il lavoro rende liberi (romanzo - rights available) Il romanzo - come Sottomissione di Michel Houellebecq di cui costituisce il contraltare, rovesciandone completamente punto di vista e situazioni narrative – si svolge in Francia nel 2022, nelle settimane che precedono e seguono le elezioni presidenziali che vedono la vittoria del partito di estrema destra e l’elezione a presidente di Marine Le Pen. Il protagonista-narratore è un professore napoletano, che insegna alla Sorbona e assiste con sbigottimento, ma anche con una certa apatia, agli avvenimenti drammatici che si svolgono a Parigi e in tutta la Francia: intimidazioni, scontri nelle banlieues, attentati, la minaccia dell’estremismo islamico (il Califfato è ormai una realtà e ha perfino un’ambasciata a Parigi). Per sfuggire al clima sempre più opprimente, il professore torna per qualche settimana a Napoli, dove incontra vecchi amici ed ex amanti e fa i conti, dopo la sua lunga assenza, con una realtà ricca di paradossi e con personaggi grotteschi, come l’aspirante professore di Vandalismo urbano. Tornato in Francia, la situazione diventa ben presto ancora più incandescente di prima: sanguinosi scontri di piazza, deportazioni di massa, espulsioni di immigrati, attentati che distruggono importanti monumenti e determinano le condizioni per l’avvio di un processo di fascistizzazione del paese. E, quando ai professori viene chiesto di prestare giuramento di fedeltà al nuovo regime, il protagonista giura: una scelta vile, ma che egli considera ineluttabile...

Opere pubblicate PoESIE Là-bas, Geiger, Torino, 1971 Intorno a quelle macerie, Carte Segrete, Roma, 1981 La città di Ys, Manni, Lecce, 1997 Il migliore dei mondi, Manni, Lecce, 2006 RoMaNzI E RaCCoNTI Testo, Longo, Ravenna, 1973 Da un’immensa distanza, Shakespeare & Co, Milano, 1981 Epidemia, Pironti, Napoli, 1989 Dottore in niente, Marsilio, Venezia, 2001 Fantasmi vesuviani, Hacca, Matelica, 2009 SaGGISTICa Dopo l’avanguardia, Guida, Napoli, 1981 Autodizionario degli scrittori italiani, Leonardo, Milano, 1990 L’invenzione della realtà (con M. Gemelli), Guida, Napoli, 1994

Felice Piemontese (Monte Sant’angelo, 25 gennaio 1942) è poeta e scrittore. Trasferito a Napoli da bambino, si è dedicato presto al giornalismo e all’attività letteraria. Ha lavorato all’Unità e alla Rai; ha collaborato, con inchieste e corrispondenze, a Panorama e all’Europeo. Scrive articoli di critica letteraria per quotidiani e riviste. all’attività giornalistica ha sempre affiancato quella letteraria. Giovanissimo, ha fatto in tempo a partecipare al Gruppo 63 e, successivamente, alla redazione del giornale Quindici. Ha poi collaborato a riviste letterarie e politico-culturali, come Nuovo Impegno, Che fare, Malebolge, Uomini e idee, Altri Termini e, in anni più recenti, Alfabeta. Il suo primo libro di poesie, di carattere sperimentale, Là-bas, fu pubblicato nel 1971 da adriano Spatola che aveva fondato e dirigeva con Giulia Niccolai la casa editrice Geiger. È del 1973 il “romanzo” Testo, considerato da alcuni critici, come Walter Pedullà, fra i testi più arditi della neo-avanguardia. Nel 1990 ha pubblicato il fortunato, e citatissimo, Autodizionario degli scrittori italiani, di cui sono uscite diverse edizioni. I romanzi Epidemia e Dottore in niente hanno ottenuto vasti riconoscimenti critici e premi. appassionato di cultura francese e traduttore, nel 2008 è stato nominato Chevalier des Arts et des Lettres de la Republique Française.

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Francesca Prisco

Francesca Prisco abita ad Aversa (Ce), città nota per la mozzarella e i manicomi. Giornalista professionista, ha

collaborato, tra l’altro, col Corriere del Mezzogiorno e il Mattino di Caserta. Ha pubblicato racconti nella collana Toilet e ha collaborato ad altri progetti editoriali della 80144 edizioni. Un suo testo è stato inserito nel lavoro teatrale di Massimiliano Palmese, Sibille, rappresentato al teatro Nuovo di Napoli. Nel 2014 dal suo racconto Reinbov drim è stato tratto il monologo Mulignane, interpretato da Gea Martire con la regia di Antonio Capuano (ancora oggi rappresentato nei teatri di Napoli e non solo). Ha frequentato il corso e il master in sceneggiatura cinematografica (a Napoli e a Roma) con i registi Paolo Sorrentino, Stefano Incerti e Antonio Capuano, con gli sceneggiatori Heidrun Schleef, Francesco Bruni, Graziano Diana e Giorgio Arlorio e con Nicola Giuliano, produttore della Indigo film.

Mulignane e altre ecchimosi (racconti - rights available) Le mulignane a Napoli sono le melanzane che si utilizzano per la famosa parmigiana, profumata, ’nzevata e opulenta; ma sono anche i lividi. E i lividi in questione sono quelli sulla pelle, ma pure sull’anima di certe femmine che non sono eroine romantiche, vittime di cataclismi e guai epocali, ma vivono un qualche disagio che non le fa campare bene, pienamente; che le mette al margine del loro ambiente sociale e affettivo. Sono racconti di donne che parlano in prima persona, che parlano come mangiano, nel linguaggio di tutti i giorni, e che sono, consapevolmente - ma anche no - ironiche nella maniera più feroce. La bruttina con gli occhiali a culo di bottiglia che, pur di non sentirsi catalogata come zitella e guardata come una “difettosa”, inizia una storia sadomaso solo perché il tipo in questione si era semplicemente accorto di lei, l’aveva addorata. Tra un panino con la parmigiana, fruste e vibratori alla fine tutto torna. Il passo dalle maglie intime al reggicalze diventa brevissimo, senza ritorno e, in qualche modo, porta all’emancipazione. Che poi se fin da creatura vieni cresciuta con la convinzione che l’unico scopo della propria vita è sposarsi, che succede se il marito muore dopo sei mesi di matrimonio? In “Buonanima” la protagonista non ha mai avuto la soddisfazione di ricevere un regalo normale a un compleanno. A cinque anni, la zia Antonietta le regalò la pentola a pressione, ma certe volte, per fortuna, le disgrazie accadono... Con “Chiudi

gli occhi... apri la bocca” ci si imbatte, invece, nelle peripezie, abbuffate e diete di un’ex chiattona. Uno squarcio grottescamente scorretto sull’esteriorità, un resoconto spietato sulla forma che diventa sostanza. Perché le “ossa da fuori” sono il vero status symbol. Così, tra mutui e debiti per pagare il dietologo, prodotti dimagranti più o meno miracolosi, ci si fa strada nei giorni e nella vita, nonostante gli strati di grasso, fino arrivare all’osso, al cuore di se stesse e... del dietologo. Ci sono, poi, certe donne che belle già lo sono, il guaio è che hanno paura di diventare vecchie, di non avere più lo sguardo adorante degli uomini addosso, quei piccoli vantaggi che derivano solo da un aspetto fisico piacevole. A un certo punto, quindi, diventano vegetariane convinte, iniziano a fare yoga, e - tra la posizione della scigna incroccata e quella della libellula sciancata - si innamorano del maestro sperando che almeno all’anima non vengano le zampe di gallina. In “Contusa e felice” è lei che, inavvertitamente, sbatte, cade, si fa male e quando – troppo spesso – si ritrova al pronto soccorso, stanca delle insinuazioni sulle violenze domestiche, decide di accreditarle e s’inventa un fidanzato gelosissimo. Le mulignane tornano ancora una volta. Il cerchio si chiude. Sono i lividi che servono a circoscrivere il dolore dell’anima ammappuciata quando il corpo non conosce il confine tra se stesso e gli oggetti che lo circondano.

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Elena Starace Nata a Napoli nel 1989, Elena Starace si dedica per dieci anni allo studio della danza classica e jazz, per poi innamorarsi del teatro e delle arti sceniche. Dopo aver frequentato l’Accademia di Arte drammatica Eutheca di Cinecittà, all’età di 22 anni ha iniziato a lavorare come attrice televisiva. Il suo romanzo d’esordio è Anime pezzentelle (editore L’Erudita, 2016). In tv ha interpretato Giovanna Perrone nella fiction “Benvenuti a tavola” (Canale 5, 2013), non-

ché Noemi nella serie “Gomorra” (Sky, 2014). È inoltre inteprete di Giada Ascione in “Un posto al sole” (Rai Tre), di Imma nel film “Fandango Limbo” di Lucio Pellegrini per Rai Uno, di Denise nel film “Vita cuore battito” del duo made in sud Arteteca, di Teresa Capuano in “Per amore del mio popolo - Don Diana” (Rai Uno). Attualmente frequenta la facoltà di Arti cinematografiche, visuali e nuovi media dell’Università Marconi di Roma.

Nessuno tocchi gli ulivi (romanzo - in preparazione)

Salento, tra fine Ottocento e primi del Novecento. Uccia vive con il nonno, ma la sua vita viene sconvolta dall’arrivo di un esercito di coloni. Il paese che conosce si trasforma all’improvviso: vengono abbattute le case, deportati i giovani. I vecchi sono costretti ad abbattere tutti gli ulivi. Il terreno viene soffocato con calce e cemento per far posto alle nuove basi dei coloni. Tutto muore, senz’aria, senza luce, senza cuore... Il nonno di Uccia prova a ribellarsi: non srotola il filo spinato sulle strade che portano al mare, non rinchiude il bestiame nelle stalle. Ma soprattutto non taglia alcun albero! Pagherà caro questo atteggiamento: un soldato gli spara un colpo alla tempia. Uccia lo ritrova, senza vita, abbracciato al suo ulivo preferito, col sangue e la colpa degli uomini a bagnare il tronco, le radici, la terra. La ritroviamo anni dopo in casa di una donna, la Signora, che offre protezione alle ragazze “messe a disposizione” dei coloni. La

bellezza è stata estirpata dal suo corpo abusato. Uccia non sente più niente; accoglie gli uomini nel suo letto con l’assenza. Ma sul fondo di quegli occhi verdi c’è ancora la terra, ci sono ancora gli ulivi. Stringe amicizia con Nena e sarà proprio questo rapporto di protezione reciproca a risvegliare in lei una forza che credeva persa...

Anime pezzentelle (romanzo - edito)

Stefano e la sua famiglia, subito dopo la guerra, sono costretti a lasciare Napoli per l’America, dove però non trovano fortuna. Stefano decide di seguire la voce del cuore e tornare in patria: imparerà così ad apprezzare quel mondo umile dal quale proviene... L’autrice dipinge un meraviglioso affresco della famiglia italiana nel secondo dopoguerra.

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Silvia Tessitore Nata nel 1960 a Casagiove, nei pressi di Caserta. Giornalista pubblicista dal 1987, ha lavorato come corrispondente di "Paese Sera" ed è stata per anni voce e caporedattore di Radio Città Futura e Primarete Stereo in Campania. Dal 1998 gestisce, con Piero Cademartori, le attività di Editrice Zona, di cui è direttore editoriale. Tra le sue pubblicazioni un reportage sulle stragi mafiose del 1992-93 e un pamphlet sullo stato del mercato editoriale italiano, nonché tre raccolte di poesia. Suoi scritti sono apparsi in volumi collettivi di vario genere... OpErE pubblicAtE Diario della paura. Da via dei Georgofili la storia di un biennio di sangue (Zona, collana “900 storie” diretta da Carlo D'Amicis, 2003) Quello che ai lettori non dicono. Come funziona (malissimo) il mondo dei libri di carta in Italia (Zona, 2013)

C’è una cappa, che aleggia su questo Eleven in September, che ne fa un bel libro. La minuziosa descrizione delle giornate da turista ha un ritmo che potremmo efinire lovecraftiano, sempre in attesa del baratro, sempre con la presenza inquietante di un’ombra scura e incombente. Non c’è niente di politico nelle cronache che la protagonista raccoglie a New York o da altri reduci dell’11 Settembre in giro per il mondo, proprio niente. Amleto De Silva

Eleven in September Storie dall’11 settembre 2001 (romanzo-reportage - rights available)

Eleven in September. Storie dall'11 settembre 2001 è un romanzo-reportage, con testimonianze autentiche di sopravvissuti e di scampati al crollo del World Trade Center di New York e con quattordici illustrazioni in bianco e nero. È una “non fiction novel”, un reportage scritto in forma di romanzo, che contiene storie autentiche raccolte dall’autrice a New York. I protagonisti - esattamente undici, eleven sono dunque persone reali che si muovono attorno alle macerie delle Torri Gemelle. C’è chi lavorava proprio lì dentro, o poco lontano, chi si trovò lì per caso, quella mattina, o chi viveva

da quelle parti. C’è chi ha assistito agli eventi uscendo di casa, in una delle giornate più limpide e belle che la città di New York ricordi. Nessuno di loro perse un familiare, o una persona cara, tutti ebbero salva la vita. Ma, specialmente per alcuni di essi, questo fu un tragico privilegio, uno scherzo della sorte. La voce dell’autrice scandisce le tappe di una ricerca che è anche interiore e ha a che fare con le occasioni perdute, i progetti scaduti di chi ha creduto troppo poco ai propri sogni e cerca, in un dolore tanto più grande del suo, un insegnamento o un riscatto (prima pubblicazione ilmiolibro.it)

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Alessandro Zannoni

Opere pubblicate Le cose di cui sono capace (PerdisaPop, 2011) Imperfetto (PerdisaPop, 2009 - ristampato in collana Noir per il Sole24Ore) Biondo 901 (PerdisaPop, 2008)

Nato a Sarzana, dove vive, Alessandro Zannoni ha pubblicato (dopo tre libri autoprodotti) due romanzi e una novella, nelle collane di PerdisaPop dirette da Luigi Bernardi. “Biondo 901”, uscito nella collana BabeleSuite, è diventato un monologo teatrale portato in scena dall’attore Alessandro Bertolucci. Ha scritto i testi del fumetto “Il cugino”, disegnato da Lorenzo Palloni. Dal 2002 organizza il festival letterario “Leggere fa male” a Sarzana, in Liguria. È stato anche conduttore radiofonico.

Nel dolore

Stato di famiglia

(romanzo - rights available)

(racconti - rights available)

Lui si chiama Nick Corey, all’anagrafe Nicola Coretti: è lo sceriffo italo-americano della piccola cittadina texana di BakereedgePass e non è uno stinco di santo. Odia la sua città, odia il deserto, odia le vacche e tutti gli americani, ma più di tutto odia i grattacapi che gli dà chi infrange la legge e, per debellare la delinquenza, usa metodi assai bizzarri, oltre che assolutamente illegali. Nick beve ogni volta che ne ha voglia. Ha iniziato a farlo quando Stella lo ha lasciato, poco prima di sposarlo, scappando con dei motociclisti fuorilegge. Poi un giorno lei è tornata: ora i due vivono insieme e Stella torna a parlare di matrimonio. Tutto sembra filare liscio fino a che viene ucciso Rudy Loddenbroke, il suo miglior amico, quello che gli toglieva la pistola dalla bocca perché a ogni sbronza lo assalgono manie suicide. Nick ha sospetti su un mafioso locale. Poi, grazie al cane Abramo, Nick scopre uno sporco raggiro...

Una raccolta di racconti composta da sette storie quotidiane di violenza in famiglia. I racconti hanno un montaggio particolare: iniziano dalla fine, dalla tragedia, non lasciano spazio a speranze, mettono subito in chiaro cosa è successo, poi tornano indietro, a ritroso di qualche ora nella vita del carnefice e in quella delle vittime. La morte, la violenza, la rabbia, la cattiveria, la vendetta, la disperazione, esplodono in faccia al lettore nel momento che la tragedia si compie, poi scemano man mano che la storia torna indietro, mentre i protagonisti vivono ignari la vita di tutti i giorni, la familiarità con chi darà loro la morte. Sono storie che accadono a famiglie composte da persone che frequentiamo tutti i giorni, padri, madri, figli, nonni, fratelli, cugini, persone che amiamo senza paura, che non temiamo, perché vivono con noi nella nostra casa, sotto lo stesso tetto, il luogo più sacro che esiste, quello più sicuro.

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