Mamma di pancia mamma di cuore

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A Cristina e a tutte le mamme di cuore A Rajata e a tutte le mamme di pancia da Anna Genni, Cinzia, Hélène

Testi: Anna Genni Miliotti Illustrazioni: Cinzia Ghigliano www.editorialescienza.it www.giunti.it © 2003 Cinzia Ghigliano/Quipos srl per le illustrazioni © 2003, 2020 Editoriale Scienza srl via Bolognese 165 – 50139 Firenze – Italia via Beccaria 6 – 34133 Trieste – Italia Prima edizione: ottobre 2003

Stampato presso Lito Terrazzi srl Stabilimento di Iolo


Mamma di pancia mamma di

Scritto da Anna Genni Miliotti Illustrato da Cinzia Ghigliano

cuore



È

una bella giornata di sole, di quelle lunghe e calde giornate che ci sono d’estate. E Sheffali l’ha passata al mare, con la sua mamma. D’estate, le vacanze al campeggio sul mare sono proprio divertenti. Si può stare tutto il giorno in costume sulla spiaggia, rincorrersi con le amiche, tuffarsi nell’acqua, giocare con la sabbia, la paletta, le formine e il secchiello, e poi riposarsi un po’, seduti al fresco sotto l’ombrellone… e ricominciare di nuovo. Fino a che non viene l’ora di andare via. Oggi Sheffali ha costruito un bel castello di sabbia, vicino alla riva. Poi ha fatto il bagno, e si è divertita ad asciugarsi correndo sotto il sole con le sue amiche. Adesso è stanca, e sua mamma Cristina la chiama: “Dai, Sheffali, vieni, è ora di rientrare”. Sheffali prende tutte le sue cose. Non si dimentica proprio niente, nemmeno quelle piccole conchiglie rosa che oggi ha raccolto sulla riva, e si avvia verso la roulotte, con la sua mamma. Ma prima di rientrare, è il momento di farsi una bella doccia, come sempre.

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A

l campeggio, le docce sono nella pineta, proprio vicino al mare. Sheffali entra con la sua mamma nella cabina. La mamma le ha portato l’asciugamano e il bagno schiuma alla pesca, il suo preferito, e il largo pettine di legno. I suoi capelli sono lunghi, occorre averne cura. Com’è bello! A Sheffali piace tanto stare sotto l’acqua fresca, e passarsi sulla pelle la schiuma profumata, che porta via la sabbia e il sudore di quella lunga giornata. Si guarda: la sua pelle è color cioccolato. Anche quella della sua mamma Cristina è scura, perché è abbronzata. Ma non ha lo stesso colore. Anche i suoi capelli sono di un altro colore, non sono neri come quelli di Sheffali, ma sono chiari, e i suoi occhi azzurri. A Sheffali piace molto la sua mamma, e vorrebbe tanto somigliarle. “Mamma, io sono stata nella tua pancia?” Sotto la doccia si può chiacchierare, è un posto tranquillo. Tutto il mondo è fuori, e dentro solo loro due. “No. Tu, amore, sei stata nella pancia della tua mamma di nascita. Ma sei stata sempre anche nel mio cuore.” È una grande invenzione il bagno schiuma. Quello alla pesca poi… verrebbe proprio voglia di mangiarlo. Uhmm, com’è buona la pesca! “Allora io ho avuto due mamme?” “Tu hai avuto la mamma che ti ha tenuto nella sua pancia, e ti ha fatto nascere, e poi me, che sono qui con te adesso: la tua mamma Cristina.”




T

alvolta nelle docce, al campeggio, l’acqua calda viene giù a scrosci, e quando meno te l’aspetti finisce… che sei ancora lì tutta insaponata. Allora bisogna metterci dentro un altro gettone, così l’acqua riprende di nuovo. “E anche gli altri bambini hanno avuto due mamme?” “Non sempre. Spesso le mamme delle pance sono anche quelle del cuore, che tengono i bambini con sé e li fanno crescere.” “Come zia Roberta con Sofia?” “Sì, proprio come zia Roberta con Sofia.” Sofia è proprio carina, e somiglia tutta alla sua mamma. Loro sì, che sono proprio uguali, come due gocce d’acqua. L’acqua adesso ha ripreso a venire giù, di nuovo calda. È il momento dell’ultima insaponata. “E perché io no?” “Può succedere che alcune mamme non possano crescere i loro bambini. Talvolta sono troppo giovani, o non hanno abbastanza esperienza o sono troppo povere, e non hanno nessuno che possa aiutarle. Allora i bambini vengono affidati ad alcune persone che trovano un’altra mamma che possa prendersi cura di loro.”


“E

la mia mamma della pancia chi era?”

È proprio una giornata di domande! Ma è bello fare le domande a una mamma che sa sempre le risposte. “Tu, Sheffali, sei stata nella pancia della tua mamma indiana.” È bello sentirsi scivolare l’acqua giù giù per la schiena. “E perché lei non mi ha tenuto?” “Perché era troppo giovane per potersi prendere cura di te.” Adesso la mamma l’aiuta con la spugna nei punti dove proprio non ci si può arrivare bene. “E come si chiamava?” “Si chiamava Rajata, che vuol dire regina. In India ogni nome ha un significato. Anche il tuo, Sheffali, lo sai, significa bella di viso.”


Con le domande succede come con le ciliegie: una tira l’altra. “Ma lei, mamma Rajata, mi voleva bene?” “Certo che ti voleva bene, bambina mia.” Anche i capelli adesso sono quasi lavati. L’importante, dice sempre la mamma, è risciacquarli bene, così diventano più lucenti. Però quanta schiuma! Bisogna stare attenti al sapone, se entra negli occhi brucia… e può far piangere.


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