Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ - Contiene i. p. - Reg. al Tribunale di Forlì il 16/01/2002 n. 1 - EURO 3,00
R AV EN N A
FINELLI
Anna
CREAZIONI VINCENTI
CHIARA RONCUZZI / Moda e impresa CAMMINO DI DANTE / Sulle orme del Poeta RICCARDO DESERTI / L’astrofilo curioso
N° 2 MAGGIO/GIUGNO 2021
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EDITORIALE
SOMMARIO
S
Salutiamo l’arrivo della bella stagione con il secondo numero di Ravenna IN Magazine. In copertina troviamo la mosaicista Anna Finelli, che da più di 20 anni offre ai turisti preziosi souvenir dal suo laboratorio d’artigiana. Abbiamo parlato con Chiara Roncuzzi, a capo della boutique Podere Pilicca, e abbiamo scoperto con Claudia Giuliani le numerose attività dei volontari FAI di Ravenna. Siamo stati sulle orme del Sommo Poeta, grazie ai percorsi trekking e le visite a tema proposte da Cammino di Dante; con Marco Miccoli ci siamo immersi nel modo della street art; abbiamo visitato il nuovo Museo Dante, dotato di un accattivante allestimento hi-tech, e ripercorso la storia del territorio di Sant’Alberto. E ancora, abbiamo incontrato Riccardo Deserti, autore di una rubrica di astronomia su YouTube, l’artista Matteo Biserna, e il toy designer Alessandro Randi. Buona lettura! Andrea Masotti
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ANNOTARE
Brevi IN
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ESSERE
Anna Finelli
Chiara Roncuzzi
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SCOPRIRE
Claudia Giuliani
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PERCORRERE
Sulle orme di Dante
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EDIZIONI IN MAGAZINE S.R.L. Via Napoleone Bonaparte, 50 - 47122 Forlì Tel. 0543.798463 / Fax 0543.774044 www.inmagazine.it info@inmagazine.it DIRETTORE RESPONSABILE: Andrea Masotti REDAZIONE CENTRALE: Clarissa Costa COORDINAMENTO DI REDAZIONE: Roberta Bezzi ARTWORK: Lisa Tagliaferri IMPAGINAZIONE: Francesca Fantini UFFICIO COMMERCIALE: Gianluca Braga STAMPA: La Pieve Poligrafica Villa Verucchio (RN) ANNO XX - N. 2 Chiuso per la stampa il 25/05/2021 Collaboratori: Alessandra Albarello, Roberta Bezzi, Chiara Bissi, Andrea Casadio, Anna De Lutiis, Silvia Manzani, Serena Onofri, Aldo Savini. Fotografi: Lidia Bagnara, Massimo Fiorentini, Michele Lugaresi.
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EVOLVERE
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OSSERVARE
Riccardo Deserti
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DIPINGERE
Marco Biserna
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CREARE
Alessandro Randi
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IDEARE
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Marco Miccoli
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VISITARE
Edizioni IN Magazine si impegna alla salvaguardia del patrimonio forestale aderendo al circuito di certificazione di FSC-Italia.
Tutti i diritti sono riservati. Foto e articoli possono essere riprodotti solo con l’autorizzazione dell’editore e citando la fonte.
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Museo Dante
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RICORDARE
Sant’Alberto
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ANNOTARE
Nuovo ingresso PER IL MAR RAVENNA Si sono conclusi i
L’ex Gallo Cedrone DIVENTA R4RE MILANO MARITTIMA Lo storico
Gallo Cedrone, locale che è stato un punto di riferimento per cervesi e turisti all’insegna della convivialità e buona cucina, ha riaperto con il nome di R4RE Kitchen & Lounge Bar. Un format rinnovato che predilige la carne al posto del pesce e dove la pizzeria diventa gourmet. Da assaggiare la carne Wagyu, oltre a quelle prodotte dalle razze Romagnola e Marchigiana. Aperto tutti i giorni dal tardo pomeriggio, il posto è l’ideale per aperitivi, cene e dopocena. Il bar offre una ricca lista di drink adatti per ogni momento della serata e originali abbinamenti con la carne, per andare oltre il classico vino. Titolari sono quattro colleghi e amici: Andrea Dotti, Enrico Raggi, Roberto Abate e Francesco Dall’Ara.
Dedicato a Dante RAVENNA FESTIVAL RAVENNA È completamente dedicato a Dante l’edizione 2021 del Ravenna Festival, in programma dal 2 giugno al 31 luglio, con oltre settanta eventi. Tutti gli appuntamenti ruotano, come pianeti e satelliti, attorno al sole centrale del Sommo Poeta e del suo capolavoro, ma seguono anche orbite diverse. Dopo l’anteprima del 9 maggio con i Wiener, Riccardo Muti percorrerà con la sua Orchestra Cherubini Le vie dell’Amicizia fino a Eravan per Purgatorio di Tigran Mansurian, parte del trittico di nuove commissioni che parte dall’Inferno di Giovanni Sollima e raggiunge il Paradiso di Valentin Silvestrov nella basilica di Sant’Apollinare in Classe. Tra i numerosi ospiti ci saranno Alessandra Ferri, Beatrice Rana, Accademia Bizantina, Kavakos, Dutoit, Daniil, Trifonov, Capossela, Elio, Neri Marcorè. Il festival si svolgerà in spazi suggestivi, per lo più all’aperto, fra Ravenna con l’ormai nota Rocca Brancaleone, Cervia, Russi e Lugo e conferma la scelta di prezzi accessibili e contenuti in streaming. Nella dedica a Dante, di cui il festival celebra vita e opere, si realizza appieno la natura multidisciplinare e peregrina della manifestazione: il grande viaggio della Commedia, infatti, contiene in sé tutti i possibili temi dell’esperienza umana.
lavori di restauro del piano terra del Mar – Museo d’Arte della città di Ravenna che, da ora in poi, avrà un nuovo ingresso con accesso dai giardini pubblici, attraverso la storica facciata cinquecentesca della Loggetta Lombardesca. “Un’apertura dal grande valore simbolico, oltre che funzionale”, afferma il sindaco di Ravenna Michele de Pascale. Per l’occasione è stato presentato il riallestimento di una parte delle collezioni permanenti con opere di Mirko ed Emilio Greco, oltre alle nuove acquisizioni delle opere di Banksy e Barbara Longhi. Diversi saranno, in estate, gli eventi in programma tra i giardini pubblici e il chiostro del museo come il Purgatorio, spettacolo realizzato da Ravenna Manifestazioni e la terza mostra dantesca, Un’epopea Pop, che da settembre si snoderà in tutti gli spazi espositivi.
Riapre il parco di MIRABILANDIA MIRABILANDIA Riapre il 15 giugno il parco di Mirabilandia e l’1 luglio anche il vicino Mirabeach, chiusi dal 2019. Tra le attrazioni di punta Katun, il più lungo inverted coaster in Europa; iSpeed, il più alto e veloce launch coaster in Italia; Divertical, il più alto water coaster al mondo; e Ducati World. Ricco il programma di eventi: al teatro Mike & Otto andrà in scena Otto DJ!, mentre sul viale di iSpeed si svolgerà uno speciale meet&greet Il garage di Fanny. La mascotte in versione pilota sarà a disposizione di tutti i bambini con tuta e casco da Formula Uno. Non mancheranno poi le proposte anche per il resto della famiglia. Tornerà al Pepsi Theatre il musical Il mago di Oz. Così come lo stant show Hot Wheels City: la nuova sfida. In piazza della Fama appuntamento con i pirati di Hook Rock, mentre nella Far West Valley andrà in scena The Wild West Show.
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ANNOTARE
Pupi Avati: il film SU DANTE
Serie tv con EMMA BENINI
RAVENNA A breve, dopo
CERVIA È sempre più lanciata nel firmamento del cinema, la giovane attrice cervese Emma Benini, formatasi all’Accademia di Ivano Marescotti. Lo scorso aprile è apparsa nella serie tv della Rai La fuggitiva dove ha impersonato la protagonista, Vittoria Puccini, da adolescente. Il suo è stato un ruolo piccolo ma impegnativo e fondamentale per lo sviluppo della trama. Ha persino dovuto prendere lezioni di boxe per essere più efficace. Finite le riprese è rimasta in contatto con il regista e con l’attore ceco Ivan Franek da cui ha imparato molto. Guardando avanti la attendono diversi progetti di cui però non può rivelare nulla. Ne ha già fatta di strada la ventenne che ha debuttato nel film Tutto liscio nel 2019, dove recitava al fianco del maestro Marescotti e Maria Grazia Cucinotta, che vestiva i panni della madre.
quasi un ventennio di gestazione, potrebbero partire le riprese del film di Pupi Avati su Dante, ambientato in gran parte a Firenze dove il Sommo Poeta è nato, ma anche a Ravenna. Nell’ex città bizantina, il regista bolognese ha già da tempo rassicurato che avrebbe toccato alcuni noti luoghi descritti nell’opera dantesca, da San Vitale a Sant’Apollinare. Il film è pronto, scritto con il coinvolgimento di un comitato di importati dantisti, Rai Cinema c’è, ma ancora manca qualche tassello. Per quanto riguarda il cast, mentre è ancora avvolta nel mistero la scelta degli attori che interpreteranno il Sommo Poeta nelle varie fasi di vita, si sa solamente che a interpretare Boccaccio sarà Sergio Castellitto.
Omaggio a CARLA FRACCI CESENA La stella della danza Carla Fracci, scomparsa di recente,
avrebbe dovuto essere a Cervia in estate con due importanti eventi organizzati da DID MiMa Summer Edition, nata dalla collaborazione tra KlediDance Desenzano, scuola di danza diretta da Silvia Frecchiami in collaborazione con il ballerino Kledi Kadiu. Il primo un workshop di danza classica in cui sarebbe stata ospite d’eccezione, il secondo lo spettacolo Carla Fracci mon amour a lei dedicato. Gli eventi si svolgeranno ugualmente in suo onore e sarà proprio il ballerino Kledi a omaggiarne il ricordo, nella consapevolezza che “la sua bellezza e la sua leggenda non tramonteranno e continueranno a vivere nei nostri cuori”, come ricordato dal sindaco Massimo Medri.
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ESSERE
Creazioni
VINCENTI LA MOSAICISTA ANNA FINELLI, CHE NEL SUO LABORATORIO TRASFERISCE L’ARTE DEI MOSAICI SU COMPLEMENTI D’ARREDO, HA SEMPRE CREDUTO NEL TURISMO LEGATO ALLA CITTÀ D’ARTE. di Roberta Bezzi / ph Lidia Bagnara
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Buona parte dei visitatori che hanno acquistato un souvenir in mosaico a Ravenna è passata dal laboratorio Annafietta di via Argentario 21, a due passi dalla celebre basilica di San Vitale e dall’adiacente mausoleo di Galla Placidia. Qui la titolare Anna Finelli, che si definisce orgogliosamente artigiana, trasferisce la meravigliosa arte bizantina dei mosaici su complementi d’arredo: dalle piccole scatoline fino a grandi composizioni, passando per un’oggettistica multiforme, originale e unica, fatta di cornici porta-ritratto, specchiere, bigiotteria, animaletti, croci. Li realizza, insieme ai suoi collaboratori, con una tecnica che consiste nel tagliare tessera per tessera e comporre disegni e sfondi. I mosaici non vengono stuccati e la luce, giocando tra le fughe, produce chiaroscuri particolarmente scintillanti. Anna, iniziamo dal nome: lei si chiama Finelli, perché ha scelto invece Fietta per il suo laboratorio? “Per rendere omaggio ai miei nonni materni originari della pro-
vincia di Pavia, Anna e Luigi. Il nonno è stato anche vicesindaco nel dopoguerra. Si sono sempre dispiaciuti di non aver avuto un figlio maschio, così ho pensato di tramandare a modo mio il loro cognome. Da loro ho ereditato il negozio di antiquariato, molto rinomato negli anni Ottanta e Novanta, che ho poi deciso di trasformare in laboratorio, nella seconda parte della mia vita lavorativa.” Può parlare della prima parte della sua carriera? “Per dieci anni mi sono occupata di restauro in diverse città italiane, dedicandomi a importanti collezioni archeologiche ed edifici storici. Non mi è mai capitato, però, di restaurare mosaici... Pensavo che questa fosse la giusta direzione, ma la verità è che a ventanni non avevo le idee molto chiare, sapevo solo che mi piaceva l’arte. Nel 1998, quando sono rimasta incinta, ho sentito l’esigenza di una maggiore stabilità. Così ho deciso di cambiare professione, di aggiungere al mio nome il cognome dei nonni, creando Annafietta.” Lei è stata una delle prime a credere nell’enorme potenIN MAGAZINE
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ziale di Ravenna come città d’arte… “La nostra è una città bellissima dove però, fino a vent’anni fa, non c’erano locali aperti la sera né tantomeno negozi di oggettistica in mosaico. E io che ero abituata a collezionare le cartoline di Salbaroli e a vedere i visitatori entrare liberamente a San Vitale, ho pensato che Ravenna poteva avere un futuro turistico luminoso. Mi sono chiesta che tipo di negozio avrei voluto trovare in città come turista e l’ho aperto. Poi in tanti, nel tempo, mi hanno seguito a ruota… ma all’inizio sono stata fortemente criticata.” In questi ventitré anni, è sempre andata bene? “Ho avuto la fortuna di cominciare subito bene, perché riuscivo a vendere ogni scatolina messa in vetrina, e di veder crescere l’attività gradualmente al punto da aver bisogno di collaboratori. Nel 10
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2012, a seguito del fallimento di Lehman Brothers e della successiva crisi finanziaria, ho avvertito qualche scossone, ma in realtà mai mi sarei aspettata di dover affrontare quanto accaduto con la pandemia da Covid-19 nel 2020 che ha portato al blocco completo del turismo.” Come definirebbe il suo stile? “Senza rendermene conto ho applicato le regole del restauro archeologico, leggendo il complemento d’arredo in chiave storica, usando paste vitree e vetri specchiati incollati su cemento per ricordare l’idea del mosaico bizantino. Ho poi cercato di renderlo spiritoso e adatto a tutti i gusti e a tutte le tasche. Chi esce da San Vitale ne è talmente affascinato che non resiste ad acquistare un piccolo oggetto-ricordo.” Cosa risponde ai colleghi che amano definirsi artisti più che artigiani?
“HO PENSATO CHE RAVENNA POTEVA AVERE UN FUTURO TURISTICO LUMINOSO. MI SONO CHIESTA CHE TIPO DI NEGOZIO AVREI VOLUTO TROVARE IN CITTÀ COME TURISTA E L’HO APERTO. POI IN TANTI, NEL TEMPO, MI HANNO SEGUITO A RUOTA,” RACCONTA ANNA.
“All’inizio sono stata disprezzata dai vecchi mosaicisti che non vedevano di buon occhio una donna che si avvicina alla professione a 34 anni. Per loro ero una che banalizzava il mosaico, ero quella che fa cornici… Mi sento un’abile artigiana, così rispondo ai clienti che mi definiscono artista. Per me l’artigianalità è qualcosa che
IN QUESTE PAGINE, LA MOSAICISTA ANNA FINELLI CON ALCUNI DEI SUOI PEZZI ICONICI IN VENDITA ALLA BOTTEGA ANNAFIETTA. DI RECENTE, HA ANCHE DEDICATO UN MOSAICO AL GIRO D’ITALIA E ALLE CELEBRAZIONI PER DANTE.
ANNA FINELLI STA FIRMANDO LE VIE DEL CENTRO STORICO CON LE TARGHE TOPONOMASTICHE DI RAVENNA IN MOSAICO E HA PARTECIPATO AL PROGETTO DI LINEA ROSA. CON ALTRE COLLEGHE, HA PROMOSSO IL MONUMENTO ALLE DONNE RACCONTI RAVENNATI.
dovrebbe diventare patrimonio Unesco, perché vuol dire amore per le finiture e cura dei dettagli. Così come la bellezza sta negli occhi di chi guarda, così l’arte è tale se suscita emozioni. Piccoli oggetti possono diventare opere d’arte, anche senza essere dentro un museo.” E i suoi sono in grado di catturare persone da tutto il mondo da dentro le vetrine di Annafietta. “I miei nonni mi hanno trasmesso l’anima della commerciante, e non ci vedo nulla di male. Mi piace ascoltare i clienti per cercare di tenere conto delle loro esigenze.
Mi tengo alla larga solo dalla volgarità, per il resto faccio ciò che si può vendere, non ho problemi a creare su commissione.” Nel 2009 vince il concorso comunale per realizzare le targhe toponomastiche del centro storico di Ravenna in Mosaico. Da allora ne ha realizzate 110, acquisendo una notevole visibilità. Può parlarne? “Siamo stati in pochi a partecipare, molti mosaicisti avevano snobbato questa opportunità. Ho vinto e sono molto orgogliosa di firmare ormai ogni angolo della città. Le prime venti opere sono state create in base a un repertorio di decorazioni musive, in diversi colori, senza però legarle al luogo. Poi, invece, ho cominciato a dare a ogni gruppo di strade un tema diverso: per esempio, nell’asse che si sviluppa attorno a via Cavour, ho intrecciato motivi bizantini alle onde dell’acqua; in zona piazza Kennedy viole e gladioli per una rifioritura dell’area; per le vie Cairoli, Ricci e Diaz, il corteo di Teodora e Giustiniano; per la zona della stazione, una rivisitazione dei motivi pavimentali
ph Massimo Fiorentini
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di San Giovanni Evangelista; per via Mazzini, il ricamo bizantino. Nell’ultimo lotto, nel borgo San Rocco, ho celebrato il santo protettore degli appestati, ricordando inoltre la nonna di Anna Magnani che proprio lì è nata.” Un altro progetto importante è legato poi a Linea Rosa, con i noti fiori di Ravenna Città Amica delle Donne, che chiunque può decidere di affiggere davanti a casa come segno di sensibilizzazione contro la violenza… “Sì, tanti cittadini e anche qualche turista continuano tuttora a comprarne, un risultato che è andato al di là delle più rosee aspettative. Fra l’altro, lo scorso 27 maggio, abbiamo consegnato 46 fiori, per la precisione diverse varianti di calle, destinate ad altrettanti negozianti di viale Alberti. In tal caso, sono stata coinvolta insieme alle mosaiciste Cna con cui si è instaurato un bel legame. Al punto che, con la forza della disperazione durante i duri lockdown della pandemia, ho pensato a un nuovo progetto insieme denominato Racconti Ravennati, subito sposato da Linea Rosa e Comune. Alla chiamata hanno risposto quattro laboratori, Koko Design, Barbara Liverani, Pizel Mosaico e Dimensione Mosaico, e ora è pronto un monumento alle donne che ha vinto la prima edizione del Premio Tina Anselmi e che sarà collocato nel nuovo parco dell’ex caserma Dante Alighieri.” Annafietta è un nome indissolubilmente legato anche alla maratona di Ravenna Città d’Arte e alle saraghine. Può svelare qualcosa in più? “Per quanto riguarda la maratona, realizzo la medaglia dal 2011. Per cui sono ormai conosciuta dagli atleti di tutto il mondo che ogni anno si ritrovano in città. Abbiamo iniziato con piccoli numeri, circa 400, e siamo arrivati a più di 8.000 nel 2019. La saraghina, invece, è uno dei miei soggetti preferiti, simbolo del nostro territorio e della mia attività, che porta fortuna ed è apprezzato anche dagli stranieri.”
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Moda e
IMPRESA CRESCIUTA NEL MONDO DELLA MODA, CHIARA RONCUZZI HA TROVATO LA SUA STRADA TRASFORMANDO LA BOUTIQUE PODERE PILICCA E DIMOSTRANDO UN PIGLIO IMPRENDITORIALE. di Anna De Lutiis / ph Lidia Bagnara
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È piacevole entrare nella boutique di Chiara Roncuzzi, Podere Pilicca, ora nella nuova sistemazione in piazza Andrea Costa a Ravenna con le numerose vetrine scintillanti, e incontrare lei, una giovane donna che accoglie i clienti sempre con il sorriso e li ringrazia dopo la visita anche se non hanno acquistato nulla. Chiara è coinvolta nel mondo della moda fin da bambina. “Da piccola,” ricorda, “mi sembrava di vivere come la piccola Alice nel Paese delle Meraviglie, nella sartoria Rondoni, dove lavorava mia nonna, in piazza Caduti. Confezionavo piccole cose e, quando mi cercavano, mi vedevano spuntare tra i lussuosi abiti da sposa. Da sempre ho respirato la bellezza di questo mondo, soprattutto quando con mia madre Anna andavo alle sfilate a Parigi. Mi è sembrato naturale seguire la strada della moda e dell’imprenditoria, dopo che mi sono laureata in Economia aziendale all’Università di Bologna.” Non ti sei limitata a seguire quello che tua madre già portava avanti nella boutique: hai gradualmente apportato dei cambiamenti nella scelta dei capi, poi un importante cambio di sede… “Inizialmente c’era una scelta orientata verso grandi case di moda, anche inglesi, capi molto selezionati. Ma sentivo che la moda stava cambiando, così ho deciso di dare una svolta iniziando, per esempio, ad aggiungere accessori come borse, sciarpe, bracciali e collane. Successivamente mi sono avvicinata a nuove case di moda a Parigi, a Londra e soprattutto a Madrid, e ho notato che le nuove proposte rispondono maggiormente ai gusti di oggi, rispettando anche il rapporto qualità-prezzo. In questo mia madre mi ha sempre seguita. A Londra acquistiamo vestiti comodi, adatti alle donne curvy, di cui si parla sempre più, ma anche novità che catturano le giovanissime; a Parigi le anticipazioni delle nuove tendenze e, infine, a Madrid capi che si distinguono per i colori.”
Come è stato possibile approvvigionarsi anche nel pericolo del lockdown? “Avendo già contatti via internet con le case di moda, siamo riusciti a visionare i modelli delle sfilate, selezionare gli acquisti, ma soprattutto poter rispondere alle richieste dei nostri clienti che ci seguono anche grazie al sito web e sui social. Certamente c’è stato un notevole rallentamento, problema comune per tutti coloro che lavorano nel commercio, ma fortunatamente questo nuovo modo di vendere online è stato una risorsa notevole.” Chiara, ti senti più nel ruolo di commerciante o imprenditrice? “Forse commerciante, essere imprenditrice è molto impegnativo.
GRAZIE A IMPEGNO E CAPACITÀ INNOVATIVA, CHIARA È DIVENTATA PRESIDENTE PROVINCIALE DI CONFARTIGIANATO COMMERCIO E TURISMO E PRESIDENTE DEL MOVIMENTO DONNA IMPRESA DI CONFARTIGIANATO, PORTANDO AVANTI ANCHE ALTRE CARICHE.
Anche se, devo confessare, ho iniziato presto ad andare oltre, interessandomi con passione anche ai problemi che emergono nel settore. Mi sono iscritta alla Confcommercio soprattutto perché, parallelamente, avevamo aperto un B&B e mi sono resa conto che era un settore nuovo carente di regole. Mi sono presentata agli uffici con la piantina di Ravenna punteggiata da tutti i b&b già esistenti e chiedendo chiarimenti a riguardo. Nel 2007 sono stata eletta presidente dell’Associazione dei B&B, nel 2008 sono entrata per la prima volta nel direttivo provinciale di Ravenna Artigianato. Nel novembre del 2012, al XV° Congresso provinciale di
IN QUESTE PAGINE, LA COMMERCIANTEIMPRENDITRICE CHIARA RONCUZZI NELLA SUA BOUTIQUE PODERE PILICCA, DOVE VENDE ABITI DI MARCHI INTERNAZIONALI CHE SI DISTINGUONO PER I COLORI.
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“MI SEMBRAVA DI VIVERE COME ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE: NELLA SARTORIA RONDONI, DOVE LAVORAVA MIA NONNA. DA SEMPRE HO RESPIRATO LA BELLEZZA DI QUESTO MONDO, SOPRATTUTTO QUANDO CON MIA MADRE ANDAVO ALLE SFILATE A PARIGI.”
Confartigianato sono stata eletta presidente della sezione di Ravenna. In seguito, sono entrata a far parte della Camera di Commercio come consigliere camerale. Nel 2015, infine, sono diventata presidente del Comitato per la Promozione dell’imprenditoria femminile della Camera di Commercio di Ravenna (CIF).” Una bella escalation che continua ancora oggi quando assumi l’incarico di vicepresidente del Comitato del Centro storico di Ravenna,
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presidente provinciale di Confartigianato, Commercio e Turismo e presidente del Movimento Donna Impresa di Confartigianato della provincia di Ravenna. Come riesci a stare dietro a così tanti impegni? “Per me il lavoro è molto importante, mi permette di realizzarmi. Ho l’abitudine di programmare ogni cosa nel dettaglio, cerco di non perdere di vista gli impegni, che sono davvero numerosi. Al momento, sono molto assorbita dal continuo aggiornamento del sito web e delle pagine social che sono stati mezzi importanti in questi lunghi mesi di chiusura e che continuano a essere fonte di richieste, per cui bisogna essere pronti per le spedizioni. Penso che non si tornerà più indietro perché la scelta via internet è comoda soprattutto per i clienti che vivono in altre città. Poi capita anche che decidano di venire in negozio per provare, come nel recente caso di cinque ragazze che hanno ordinato altrettanti vestiti
da damigella tutti uguali. Sono i vestiti che importiamo da Madrid perché, per i matrimoni, i marchi spagnoli vanno forte, soprattutto per le toilette delle amiche e delle mamme che noi completiamo anche con stole e accessori vari.” Una giovane donna molto attiva, sempre pronta alle innovazioni, ai cambiamenti. Cosa mi dici della tua vita privata? “Fra poco festeggio dieci anni di matrimonio. Ho una bellissima bimba di tre anni, Costanza, alla quale dedico tutti i momenti liberi delle mie giornate. Ho molti aiuti dalla famiglia anche se l’ho iscritta al nido che aveva poco più di otto mesi. Questo non mi impedisce di frequentare gli amici, concedermi una cena fuori, anche se il periodo che abbiamo vissuto non ce l’ha permesso. Ho rinunciato, al momento, ai viaggi, che adoro e che riprenderemo appena Costanza sarà più grande.” Una donna attiva come te cosa ha in serbo per il futuro? “Recentemente abbiamo acquistato una casa di campagna, a Glorie, un posto bellissimo con grandi spazi verdi, un luogo in cui incontrare gli amici, trascorrere delle giornate estive. In futuro, con i necessari aggiornamenti mi piacerebbe renderlo adatto a piccoli eventi, insomma una location da affittare per feste e piccole cerimonie.” Hai tempo per dedicarti a cose personali come leggere, vedere un film, fare dello sport? “Molto poco, però ho un grosso desiderio: fare un vero e proprio corso di fotografia. Un’esigenza che è emersa da quando ho iniziato a scattare fotografie da inserire nel sito, vorrei quindi poter produrre foto da professionista da inserire nello shop online. Mi piacerebbe anche concludere il mio corso di sommelier delle acque, un percorso che mi appassiona. Al momento sono ferma al primo e secondo livello ma sono intenzionata a recuperare il terzo livello appena le circostanze lavorative me lo permetteranno.”
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I luoghi
DEL CUORE CLAUDIA GIULIANI, CAPO DELEGAZIONE FAI DI RAVENNA, PRESENTA LE ATTIVITÀ DEI GIOVANI VOLONTARI PER FAR CONOSCERE E PROTEGGERE IL PATRIMONIO CULTURALE, NATURALE, STORICO E ARTISTICO. di Alessandra Albarello / ph Massimo Fiorentini
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Non è un caso che abbia scelto di farsi fotografare sotto le farnie ultracentenarie dei Giardini Pubblici della Loggetta Lombardesca. L’intreccio tra natura e storia è infatti uno dei temi fondamentali su cui il FAI - Fondo Ambiente Italiano ha deciso di puntare. E non solo. Perché Claudia Giuliani, capo delegazione FAI di Ravenna, è stata per molti anni dirigente dell’Istituzione Biblioteca Classense e non ha mai rinunciato alla sua più grande passione: i libri. Quali attività svolge la delegazione FAI di Ravenna, che è una diramazione sul territorio della fondazione nata a livello nazionale nel 1975 per far conoscere e proteggere le bellezze d’Italia? “I volontari della delegazione hanno compiti diversificati, dalla cultura all’ambiente, dalla scuola alla comunicazione, e si articolano in gruppi. Oltre alle Giornate di primavera e d’autunno, che richiedono la preparazione di decine di giovani ciceroni volontari, seguono, con l’aiuto del FAI giovani, iniziative come I Luoghi del Cuore, individuati dalle associazioni sul territorio e da noi sostenuti, ma anche altre attività di visita tra cui quelle ai piccoli musei o a luoghi di interesse ambientale. Molto importante poi FAI ponte tra culture, corsi sull’arte per stranieri. Un percorso recente, a cui personalmente tengo in particolar modo, vede la proposta della documentazione e delle fonti pertinenti ai luoghi aperti, conservati nei nostri archivi e biblioteche. L’abbiamo fatto per i Giardini Pubblici, attivando una collaborazione con l’Archivio Storico Comunale.” Per le Giornate FAI di primavera su quali temi avete puntato? “Volevamo far scoprire luoghi non ancora noti, pur essendo sotto gli occhi di tutti, e che esemplificassero maggiormente la relazione tra natura e storia. A tale scopo a Ravenna abbiamo organizzato le visite di sei siti, tra i quali i Giardini Pubblici la cui
OLTRE ALLE GIORNATE DI PRIMAVERA E D’AUTUNNO, IL FAI PROMUOVE INIZIATIVE COME I LUOGHI DEL CUORE E FAI PONTE TRA CULTURE, CORSI SULL’ARTE PER STRANIERI. DI RECENTE, GRANDE ATTENZIONE È RIPOSTA AL RAPPORTO TRA STORIA E NATURA.
area, prima di diventare parco urbano, al tempo del Monastero della Basilica di Santa Maria in Porto, era adibita dai monaci a orto e a deposito di pinoli. Abbiamo quindi cercato di raccontare la sua storia complessa, supportata da una progettazione anche botanica. Altro gioiello, la Villa romana di Russi, edificio principale di un podere collegato all’attività mercantile del porto di Augusto dal I secolo d.C. Adiacente vi è un’area di riequilibrio ecologico, come lo è il Podere Pantaleone a Lugo. Straordinario
A SINISTRA, IL CAPO DELEGAZIONE FAI DI RAVENNA CLAUDIA GIULIANI. SOPRA, UN MOMENTO DELLE VISITE GUIDATE AI GIARDINI PUBBLICI IN OCCASIONE DELLE GIORNATE FAI DI PRIMAVERA 2021.
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portanti che devono diventare familiari al grande pubblico.” Tra I Luoghi del Cuore di Ravenna, Palazzo Guiccioli ospiterà anche il Museo Byron. Lei fa parte del Comitato Scientifico del Museo e ha scritto un saggio su Teresa Gamba Guiccioli. Può parlarne? “L’idea del Museo di Palazzo Guiccioli, un vero luogo della memoria, nasce dai ricordi di Teresa Gamba Guiccioli donati negli anni Quaranta alla Biblioteca Classense dal nipote Carlo Gamba. Per molti anni non vi fu la sensibilità giusta per apprezzarne le potenzialità, andando
“ALTRI LUOGHI DA VISITARE SONO I LIBRI ANTICHI. IN QUESTO MOMENTO DI CRISI, BISOGNEREBBE CONTINUARE A STUDIARE PER CATALOGARE E POI RACCONTARE E MOSTRARE. CI SONO LIBRI IMPORTANTI CHE DEVONO DIVENTARE FAMILIARI AL GRANDE PUBBLICO.”
poi il roseto sperimentale didattico Raffaele Bazzocchi di Faenza, dell’Istituto Professionale Persolino Strocchi, con 1.200 ibridi di piante, gestito dalla Fondazione Caldesi e dall’Università di Bologna. Dopo il restauro, a Cervia è stata invece restituita allo sguardo del pubblico la chiesa di Santa Maria del Suffragio, uno dei Luoghi del Cuore che ha ottenuto più consensi.” Quanto è importante per il FAI la sinergia tra pubblico e privato? “È vitale, sia con le amministrazioni pubbliche e la Curia, sia con le associazioni di volontariato. Primario certamente il rapporto con le scuole. Senza sinergie un’associazione di volontariato non potrebbe operare.” Altri luoghi da visitare sono 20
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i libri antichi, di cui lei è esperta, essendo stata anche dirigente dell’Istituzione Biblioteca Classense. Qual è la sua idea sulla valorizzazione di questo patrimonio? “Solo conoscendo si può far conoscere. Le nostre biblioteche e università hanno quindi un grande compito: la ricerca e la valorizzazione di un patrimonio ricchissimo e sconosciuto. In questo momento di crisi, per evitare di vanificare il lavoro sui beni librari svolto negli ultimi cinquant’anni, bisognerebbe continuare a studiare per catalogare e poi raccontare e mostrare, fisicamente e ancor più virtualmente, i momenti fondanti della storia dei libri, parallelamente a quelli della lettura e del collezionismo. Vi sono grandi storie da far conoscere, libri im-
oltre le reazioni moralistiche alla relazione con il poeta inglese. Così come accadde per la Vie de Byron en Italie, importante biografia di Byron composta da Teresa, rimasta a lungo inedita. Venne riprodotta in edizione facsimilare negli anni Ottanta e solo negli anni Novanta tradotta in inglese e pubblicata da Peter Cochran, uno dei più grandi studiosi di Byron. Teresa vi racconta un suo Byron, profondamente cambiato dal soggiorno italiano e coinvolto nelle lotte per la libertà. Nel nuovo museo, che sarà dedicato al poeta e al Risorgimento, la figura e le opere di Byron si intrecceranno strettamente con le vicende e con gli uomini della lotta per l’indipendenza italiana.” Il suo luogo del cuore? “I libri, naturalmente...”
PERCORRERE
Sulle orme
DI DANTE
MOLTEPLICI LE INIZIATIVE TRA LA ROMAGNA E LA TOSCANA, E A RAVENNA, PER LA SCOPERTA DI ITINERARI URBANI TRA ARTE E STORIA. IL CAMMINO DI DANTE PROPONE PERCORSI TREKKING E VISITE A TEMA.
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di Chiara Bissi / ph Massimo Fiorentini
Nell’anno delle celebrazioni del VII centenario della morte di Dante Alighieri c’è spazio per l’approfondimento e la ricerca sull’opera del Poeta, per la riflessione critica sulla sua fortuna letteraria e sui casi della storia che ne hanno decretato prima la condanna politica, poi la consacrazione. In giro per l’Italia si ricorda il letterato, il filosofo, il polemista, l’astronomo con fitti calendari di eventi e prestigiose iniziative editoriali. In Romagna, a Ravenna come a Forlì e Faenza, mostre, spettacoli, letture teatrali animano l’anno dantesco, ma c’è chi sceglie di onorarne la memoria attraversando a piedi i luoghi che lo videro esule. Tante allora in questo 2021 le iniziative tra la Romagna e la Toscana, e a Ravenna, per la scoperta di itinerari urbani tra arte e storia. Fra queste si segnala Il Cammino di Dante, un percorso ad anello di 400 km, in 20 tappe fra Romagna e Casentino, da Ravenna a Firenze con la tomba del Sommo Poeta come luogo di partenza e il museo Casa di Dante come punto simbolico di arrivo. Non solo un percorso trekking, percorribile anche in mountain bike, ma
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anche un itinerario culturale, artistico e spirituale tra le due città. La Divina Commedia conserva traccia di paesaggi ancora oggi visibili. Sentieri utilizzati da Dante e da coloro che si muovevano su percorsi sin dal basso medioevo, fino allo sviluppo dell’attuale rete viaria risalente alla fine dell’Ottocento. A tratti questi sentieri coincidono con antiche strade etrusco-romane, facilmente riconoscibili dai tipici selciati. Ma Oliviero Resta, presidente dell’associazione no profit Il Cammino di Dante, nata nel 2012 per opera di appassionati di trekking e studiosi della Divina Commedia, avverte: “Non è una passeggiata. Ci vuole allenamento, spirito di sacrificio e preparazione. Avevamo previsto il cammino in 20 giorni ma abbiamo viandanti che lo compiono in 14 e anche 9 giorni. Ci sono ascensioni e discese dure, nel cammino si ritrovano le tre cantiche: d’estate il tratto in pianura è un inferno, poi però in Appennino si trovano il purgatorio e il paradiso. Dal 2015 l’itinerario è attivo, siamo partiti nel 2017 e già un migliaio di persone lo hanno percorso. Poi è arrivato il premio della Lonely Planet come miglior
SOPRA, MARIO OLIVIERO, PRESIDENTE DE IL CAMMINO DI DANTE, CON CRISTIANA ZAMA, COORDINATRICE DELLE GUIDE PROFESSIONISTE ENTRATE NELL’ASSOCIAZIONE NO PROFIT DURANTE LA PANDEMIA COVID-19.
IL CAMMINO DI DANTE, UN PERCORSO AD ANELLO DI 400 KM IN 20 TAPPE FRA ROMAGNA E CASENTINO, DA RAVENNA A FIRENZE, CON PARTENZA DALLA TOMBA DEL SOMMO POETA E ARRIVO AL MUSEO CASA DI DANTE, NON È UNA SEMPLICE PASSEGGIATA.
percorso trekking 2021. In questi mesi abbiamo fatto incontri online con l’Australia, l’Olanda, la Gran Bretagna.” Seguendo il fiume Montone e le fonti storiche trovate nel Centro Dantesco dei Frati Minori Conventuali, il cammino – tracciato con gps e pubblicato in una app e in una carto-guida – è adeguatamente segnalato e si snoda da Ravenna, Brisighella, Marradi e poi San Benedetto in Alpe, San Godenzo
fino a Pontassieve e Firenze. Al ritorno, da Pieve Pitiana al rifugio La Burraia, Premilcuore, Portico, Castrocaro, Forlì fino alla pineta di Classe e Ravenna. A ogni tappa il Credenziale del Cammino di Dante, ovvero il passaporto del viandante, viene timbrato per avere infine la pergamena dantesca. Un viaggio che, sino alla fine di giugno, possono compiere per tappe più brevi anche i meno allenati grazie alla manifestazione Con Dante tra borghi e castelli. Un lento peregrinare lungo i sentieri dell’Appennino Romagnolo, seguendo alcune tappe de Il Cammino di Dante. Il tutto grazie alle guide dell’associazione. Con la pandemia in atto, la scomparsa dei turisti, le zone rosse ripetute e le celebrazioni dantesche alle porte, nel 2020 in città è nato un piccolo gruppo resistente, che ha saputo adattarsi all’imponderabile e rinnovare il proprio lavoro. Sono le 15 guide professioniste entrate nell’associazione Il Cammino di Dante portando in dote itinerari urbani a tema dantesco, creati appositamente, intitolati Incontri a Dante. Visite all’aperto, per piccoli gruppi alla scoperta della Ravenna del Sommo Poeta fra curiosità, luoghi sconosciuti, siti storici, a spasso nel tempo dal Trecento fino al Novecento e alla street art. “Dopo mesi difficili, abbiamo deciso di lavorare assieme come non avevamo mai fatto prima,” spiega la coordinatrice Cristiana Zama, “e proporre in occasione dell’Annuale di Dante una serie di percorsi. La cosa ha suscitato molto interesse ed è stata riproposta in ottobre per Notte per Dante. E allora ci siamo dette: perché non proseguire tutto l’anno nei weekend? E così, non ci siamo mai fermate. A dicembre abbiamo pubblicato una guida di 96 pagine con gli itineIN MAGAZINE
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IN ALTO, UNA GUIDA DE IL CAMMINO DI DANTE CON UN PICCOLO GRUPPO DAVANTI ALLA TOMBA DEL SOMMO POETA DURANTE UN ITINERARIO URBANO.
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rari proposti e alcuni approfondimenti, ora stiamo girando dei video per promuovere gli itinerari. Durante la zona rossa abbiamo creato Dante Live Tours, visite guidate online con la guida dal vivo e i partecipanti collegati, per vedere in tempo reale le bellezze della città e interagire con domande o commenti. Un tour proposto anche in inglese.” Le visite proposte nel mese di giugno sono: La Ravenna di Dante ieri e oggi; Dante e la street art; Latinità e fascismo: Dante strumento di propaganda; e ancora sulle tracce di Dante uomo; Dante e Ulisse: il diverso esilio; Francesca da Polenta: da peccatrice lussuriosa a eroina della libertà; Con gli occhi di Dante; Verso nostra Donna in sul lito Adriano. Per chi ama ritmi lenti, Apt servizi Regione Emilia-Romagna e Toscana promozione turistica propongono pacchetti da Firenze
QUINDICI GUIDE PROFESSIONISTE PROPONGONO INCONTRO A DANTE, ITINERARI URBANI A TEMA DANTESCO. VISITE ALL’APERTO ALLA SCOPERTA DELLA RAVENNA DEL SOMMO POETA FRA CURIOSITÀ, LUOGHI SCONOSCIUTI, SITI STORICI, STREET ART.
a Ravenna attraversando l’Appennino sul trenino Faenza-Firenze o in sella alla bicicletta lungo l’antica Via Faentina, a piedi fra i tanti percorsi di trekking. Firenze, Scarperia e San Piero, Borgo San Lorenzo, Marradi, poi Faenza, Brisighella e Ravenna le mete toccate. Tutte le informazioni: www.camminodante.com
Un territorio, due ruote, infinite emozioni.
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GRUPPO SAVORANI 40 ANNI DI SUCCESSI NEL PIANETA CASA
FONDATO DA FABRIZIO SAVORANI COL FRATELLO GIORDANO NEL 1981, IL GRUPPO SAVORANI È OGGI UNA DELLE PIÙ IMPORTANTI REALTÀ ROMAGNOLE NEL SETTORE IMMOBILIARE. INNOVAZIONE, INTERMEDIAZIONE, CONSULENZA IMMOBILIARE, COMMERCIALE E TURISTICA SONO IL LORO CORE BUSINESS.
Il 2021 è un anno importante per il Gruppo Savorani di Ravenna, che è attualmente una delle più importanti e qualificate realtà romagnole nel settore dell’intermediazione, consulenza immobiliare, commerciale e turistica. Quello in cui si celebra il quarantesimo compleanno, già con un occhio di riguardo verso il futuro, dove immutato sarà lo spirito sempre improntato alla massima 1
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attenzione ai desideri della clientela e all’innovazione per affrontare al meglio lo sviluppo di abitazioni nell’era del 4.0. “Gli anni sono volati,” ricorda il titolare Fabrizio Savorani, “e ho avuto la fortuna di raccogliere tante soddisfazioni professionali, altre materiali. Tutto è iniziato nel maggio 1979, lavorando in altre agenzie. Il tempo di imparare i rudimenti del mestiere e, nel marzo 1981,
decido già di aprire una mia agenzia immobiliare. Pare impossibile per chi come me ha cominciato da solo, ma oggi posso contare su una trentina di collaboratori, distribuiti fra le quattro agenzie – S.co.r., Fratelli Savorani Servizi Immobiliari, Cavour Casa, Gabetti – oltre all’ufficio vendita al mare a Casalborsetti. Nel gruppo c’è anche mio fratello Giordano, ex tecnico geometra della Calcestruzzi, con cui faccio coppia dal 1986 all’interno di S.co.r.” In questi anni il Gruppo Savorani ha spaziato in tanti settori, dal residenziale al direzionale, dal commerciale al turistico. Da segnalare, in particolare, la gestione delle vendite degli appartamenti di Marinara a Marina di Ravenna, l’apertura di otto uffici a marchio Gabetti in Romagna e fino a Pesaro
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negli anni Novanta e, soprattutto, degli appartamenti di Porto Reno a Casalborsetti per conto della famiglia Gruber. Un’operazione poderosa quest’ultima con circa 300 immobili in vendita, ormai conclusa se si considera che ora restano solo le ultime 30 unità. In questo momento, il gruppo è molto impegnato nei servizi a tutto tondo: non solo intermediazione in senso stretto che resta comunque il core business , ma anche affitti brevi, consulenze alla clien-
tela per aste online, analisi di fattibilità e studi di mercato per conto delle imprese. Da anni Savorani, con l’analisi di Nomisma, cura il rapporto turistico immobiliare nazionale di Fimaa. “Finalmente stiamo ricominciando a vedere la luce in fondo al tunnel,” aggiunge Fabrizio Savorani. “Grazie alla campagna vaccinale anti Covid-19, che sta funzionando, non navighiamo più a vista. Poi c’è l’importante gestione del Recovery Fund, ossia dei fondi europei così importanti
per la ripartenza. Se si muove il mercato immobiliare ne avrà un beneficio l’intera economia. Come ben si sa nel nostro ambito, dopo il boom degli anni Novanta e Duemila, la crisi ha raggiunto il picco nel 2016. Guardando al futuro, un po’ come sta accadendo nel l’universo delle auto, ci aspetta un passaggio epocale verso case più virtuose ed efficienti a livello energetico, come fra l’altro imposto dall’Europa per abbassare l’inquinamento. I clienti sono sempre più infor-
mati ed esigenti,” spiega, “con grande interesse verso case a emissioni zero, in grado di autoprodurre l’energia necessaria. La pandemia sanitaria che stiamo vivendo, fra l’altro, ha accentuato il bisogno di case con più spazi all’aperto, giardino o balconi, e con postazioni smart per il lavoro. Pare finito dunque il tempo delle case-dormitorio, per lasciare spazio a quelle da vivere a 360° tutta la giornata. Va in questa direzione l’operazione immobiliare Darsena 4.0 che stiamo portando avanti, con più soggetti, nel quartiere Darsena che speriamo possa diventare un modello di integrazione, innovazione e bellezza nel cuore della città d’arte. Per quanto ci riguarda, ci occupiamo della commercializzazione delle case che sta procedendo ottimamente visto che le prime dieci unità immobiliari progettate, di ultima generazione in legno, in classe energetica A4, sono già prenotate. Grazie all’acqua in centro storico, Ravenna è ora la città con maggiori potenzialità in Romagna.”
Via G. Garatoni, 12 Ravenna | Tel. 0544 35411 | www.grupposavorani.it IN MAGAZINE
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IDEARE
Arte
URBANA INIZIA DALLO SKATE PER ARRIVARE ALLA STREET ART L’ATTIVITÀ DI MARCO MICCOLI DI BONOBOLABO, CHE HA FATTO IL GIRO DEL MONDO CON DANTE PLUS, LA MOSTRA COLLETTIVA SUL VOLTO DI DANTE.
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Dallo skate all’arte urbana, senza soluzione di continuità. Se la pandemia ha bloccato, in campo culturale, progetti e iniziative, il caso del ravennate Marco Miccoli, 45 anni, è una felice eccezione. L’ormai tradizionale Dante Plus, la mostra in compartecipazione con il Comune che dal 2016, alla biblioteca Oriani, unisce decine di artisti anche di fama internazionale intorno al volto del Sommo Poeta, ha spiccato il volo. L’edizione di quest’anno, dal nome Dante Plus 700 perché legata al settimo centenario della morte dell’autore della Commedia, è piaciuta agli avamposti del sapere italiano all’estero. E così, dopo essere stata allestita, in occasione del Dantedì, all’ambasciata italiana di Sofia, capitale della Bulgaria, al Museo delle Carrozze di Lisbona e all’Istituto italiano di cultura di Los Angeles, l’esposizione toccherà mano a mano Dakar, Tokyo e Beirut, oltre a una tappa online sempre negli Stati Uniti, da New York a Washington passando per Chicago, San Francisco e Los Angeles. “Sono molto felice del riscontro che ho ottenuto,” racconta Miccoli, “è un bel risultato dopo anni
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di Silvia Manzani / ph Lidia Bagnara
di impegno. Quando ho ideato Dante Plus l’ho fatto con lungimiranza, guardando all’anniversario del 2021 al quale non volevo arrivare sull’onda dell’improvvisazione ma con un progetto già strutturato, solido e conosciuto. Non è un caso se nel 2019 ha partecipato, con la sua rivisitazione del viso di Dante, anche il grande illustratore Milo Manara.” Con lo stesso sguardo e la stessa ambizione, Miccoli continua a coltivare il sogno nel cassetto di portare in giro per l’Italia e all’estero quello che ha realizzato, in questi anni, nella sua città, in primis il lavoro di diffusione della street art: “Quando nel 2013, in via Centofanti, ho aperto Bonobolabo, non pensavo solo a un negozio di articoli per skater ma a uno spazio espositivo, a un luogo che tenesse alta l’attenzione sull’arte urbana. La lampadina mi si era accesa l’anno prima al Fame, il festival della street art di Grottaglie, dove avevo potuto apprezzare nomi che già conoscevo, come quelli di Blu, Ericailcane e molti altri. Nel 2014, spinto dalla passione e dalla curiosità, ho fondato l’associazione Indastria, con la quale ho iniziato a organizza-
re, ogni anno, il festival Subsidenze in compartecipazione con le Politiche giovanili del Comune di Ravenna. Nel momento in cui la grafica del muro di Cisim di Lido Adriano, realizzata dallo street artist Basik, è diventata il disegno di una tavola da skate, si è come chiuso il cerchio, perché il collegamento tra l’amore per lo skate, che pratico e insegno da una vita, e l’arte si era concretizzato.” E a concretizzarsi, nel quartiere Darsena, è stata anche quella che Miccoli ha chiamato la cittadella dell’arte urbana, una serie di condomini le cui pareti esterne, di anno in anno, diventano la base di lavoro per artisti di fama: “Abbiamo davvero attivato un bel percorso, che coinvolge anche gli inquilini. Mentre all’inizio gli interventi artistici non trovavano d’accordo tutti gli abitanti, con il tempo le resistenze sono andate scemando e oggi capita che qualche residente ci chiami per chiedere quando andremo a dipingere anche il suo, di palazzo. In fondo gli artisti che abbiamo ospitato sono di grande livello, penso a Ericailcane, Pixel Pancho, Biancoshock, Millo, Camilla Falsini.”
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CON L’ASSOCIAZIONE INDASTRIA ORGANIZZA IL FESTIVAL SUBSIDENZE E, IN DARSENA, HA CONTRIBUITO ALLA NASCITA DELLA CITTADELLA DELL’ARTE URBANA, UNA SERIE DI CONDOMINI LE CUI PARETI ESTERNE DIVENTANO LA BASE DI LAVORO PER GLI STREET ARTIST.
Restando in tema, Miccoli dal 2016 si occupa di street art anche per il Mag (Magazzeno Art Galley), la galleria fondata da Alessandra Carini in Darsena per poi essere trasferita in via Mazzini: “Abbiamo esposto parecchio in questi anni, con grandissimo ritorno per alcuni artisti come Matteo Lucca, Patrizia Novello, Eron e Zed1. Covid permettendo, con il Mag partecipiamo alle fiere d’arte sia nazionali che internazionali, così come organizziamo residenze estive al Podere Schiavina, nelle campagne di Ravenna. La pandemia, comunque, non ha fermato le idee.” Quando, infatti, nel 2020 non è
IN QUESTE PAGINE, IL RAVENNATE MARCO MICCOLI DI BONOBOLABO CHE HA FORTEMENTE CONTRIBUITO ALLA DIFFUSIONE DELLA STREET ART. A DESTRA, ALCUNE DELLE TAVOLE DA SKATE DECORATE DA NOTI ARTISTI.
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stato possibile organizzare mostre in ambienti chiusi, Miccoli ha ben pensato di collocare il volto di Dante dello street artist Andrea Ravo Mattoni sulla vetrata dell’Oriani rivolta verso la Tomba di Dante, in modo che fosse fruibile dall’esterno, come del resto anche le opere degli altri 23 artisti: “E così siamo sta-
ti super fotografati, visto che in fondo l’obiettivo è rendere l’arte fruibile il più possibile a tutti. Allo stesso proposito, abbiamo regalato i poster delle illustrazioni di Dante Plus alle scuole della Romagna, dalle elementari alle superiori. Perché l’arte sia in mezzo alle persone e alla loro portata.”
VISITARE
Un viaggio
DANTESCO LO SCORSO 16 MAGGIO È STATO INAUGURATO IL NUOVO MUSEO DANTE CHE COMBINA TRADIZIONE E MODERNITÀ, TRA CIMELI E SALE MULTIMEDIALI. UN ALLESTIMENTO HI-TECH IN GRADO DI CATTURARE I VISITATORI.
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di Roberta Bezzi / ph Massimo Fiorentini
Il nuovo Museo Dante a Ravenna, inaugurato lo scorso 16 maggio, è un felice connubio tra tradizione e modernità, tra cimeli e sale multimediali. A colpire il visitatore è certamente l’allestimento hi-tech, caratterizzato da un gioco di proiezioni video e infografiche su plexiglass, per ripercorrere le opere e i momenti chiave della vita del Sommo Poeta e dell’Italia dell’XI e del XII secolo. Nel complesso, un allestimento fruibile per consolidare la valorizzazione del culto di Dante, a due passi dalla settecentesca tomba, nel complesso conventuale
francescano. Nove sale distribuite lungo 375 mq, in cui i preziosi oggetti storici – in gran parte presenti sin dalla sua nascita nel 1921 dall’idea di Corrado Ricci come Museo Dantesco – sono ulteriormente valorizzati dalla presenza di oltre 400 immagini e 250 testi. Quello studiato dall’architetto Ambrogio Annoni, allora sovrintendente di Ravenna, in occasione del sesto centenario della morte di Dante, era un progetto di ben più modeste dimensioni che mirava più che altro a raccogliere cimeli comunali e targhe arrivate da tutto il mondo per riconoscere in
Dante un modello culturale oltre che letterario. Il Museo Dante, che si inserisce in una nuova lettura della zona dantesca nell’ambito delle celebrazioni del settimo centenario, comprensiva anche del restauro della tomba, della futura Casa Dante e di altri interventi, è invece frutto di un importante investimento maturato grazie alla convenzione stipulata tra Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, proprietaria dell’edificio, il Centro Dantesco dei Frati Minori Conventuali e dall’amministrazione comunale.
Il nuovo allestimento è stato studiato da un comitato scientifico, formato da Maurizio Tarantino, direttore della Biblioteca Classense, Domenico de Martino direttore artistico del festival Dante 2021 e Giuseppe Ledda, insigne dantista dell’Università di Bologna. Il museo propone un viaggio attraverso le opere e i giorni, la vita e la memoria del poeta italiano più conosciuto al mondo. Un percorso immersivo ed emozionale, tra storia e immagini, per fare esperienza e conoscenza dell’avventura umana, della vicenda artistica, della Commedia e della successiva fortuna. Ad accogliere il visitatore, all’ingresso della Sala del Tempo, le parole di Jorges Luis Borges: “Il poeta è ciascuno degli uomini del suo mondo fittizio, è ciascun soffio e ciascun particolare. Uno dei suoi compiti, non il più facile, è occultare o dissimulare tale onnipresenza.” Parole che sembrano quasi voler ricordare che di Dante quasi nulla è arrivato sino a noi. La sua vita è misteriosa, pochi sono i documenti, ancora più esigue le tracce materiali, nemmeno un rigo, vergato dalla sua mano, ci è pervenuto e zone intere della sua esistenza sono inaccessibili. Di Dante ci parla la sua opera ricca di personaggi, di narrazioni, di riflessioni, di luoghi e paesaggi. Un’ideale linea del tempo offre la ricostruzione di un’epoca nella sua complessità, tiene insieme così vicende biografiche, avvenimenti storici, letture e incontri. La Sala del Volto tratta poi il tema della descrizione fisica del poeta. Qui, sono esposte diverse e importanti sculture in 3D che lo raffigurano, tra cui
i volti realizzati da Enrico Pazzi, Angelo Biancini e Ettore Ximenes. La Sala di Montevideo è una delle più suggestive, deve il nome agli emigranti italiani di Montevideo che sostennero le spese per la decorazione pittorica insieme alla Società Dante Alighieri della capitale uruguaiana. Restaurata nel 1989, non ha subito alcuna modifica dal 1921 e contiene le corone di alloro e le ghirlande donate in occasione del precedente centenario. Nella successiva Sala del Culto sono esposti gli oggetti della collezione comunale, tra cui la cassetta di legno d’abete che contenne le spoglie del poeta dal 1677 al 1865, anno del suo ritrovamento, e l’arca di legno realizzata per l’esposizione delle spoglie nel 1865. La Sala della Fama parla invece della fortuna popolare del poeta fiorentino attraverso una moltitudine di video. La sua immagine iconica in Lego è letteralmente circondata da video che riassumono gli album, le storie, i giochi, i fumetti, i poster, le magliette, i calendari, le pubblicità, in definitiva qualsiasi cosa abbia tratto ispirazione dal celebre poema. Sorprendente è poi il percorso finale che riproduce in sequenza le atmosfere delle tre cantiche della Divina Commedia: Inferno, Purgatorio e Paradiso, passando dal buio alla luce. Il visitatore può ascoltare i versi in cuffia e ammirare le immagini fluttuanti da essi ispirate. Il Museo Dante è aperto tutti i giorni previa prenotazione, tranne il lunedì, dalle 10 alle 17.30. Il costo del biglietto intero è di 3 euro.
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ARKA DESIGN PROGETTAZIONE DI INTERNI SU MISURA
SIN DAL 1997, L’ATTIVITÀ APERTA A RAVENNA DA DANIELE BRONZETTI E OGGI GESTITA INSIEME ALL’INTERIOR DESIGNER ALESSANDRA MAZZOTTA E ALL’ARCHITETTO FAUSTO BRUNO, SI OCCUPA DI ARREDAMENTO A TUTTO TONDO.
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Arka Design si occupa di arredamento a 360° dal 1997 offrendo alla clientela non solo singoli pezzi di qualità in grado di coniugare funzionalità e bellezza, ma un vero e proprio servizio di progettazione di interni costruito su misura in base a ogni specifica esigenza. Una nuova e innovativa metodologia lavorativa sempre più apprezzata, perché libera dai pensieri chi ha appena comprato casa, sia che si tratti di una nuova costruzione che di una ristrutturazione anche parziale. Esperti del settore di comprovata esperienza – il volto storico dell’attività Daniele Bronzetti, l’interior designer Alessandra Mazzotta e l’architetto Fausto Bruno – sono infatti capaci di fornire una consulenza e di seguire i lavori passo dopo passo, non solo per quel che riguarda gli arredi dei vari ambienti, bagni
compresi, ma anche la scelta dei rivestimenti, dell’illuminazione e delle decorazioni. Il risultato complessivo è di indubbio impatto grazie all’omogeneità di stile e a tutte quelle attenzioni che solo un professionista può garantire. “Il dialogo con il cliente è fondamentale,” racconta Alessandra, “perché ci serve per meglio capire le sue esigenze e future aspettative, per cucirgli letteralmente addosso la casa: il gusto resta il suo, noi proponiamo linee guida per supportarlo e portare a termine il progetto dall’inizio alla fine. Ci occupiamo di tutto, anche dell’impegnativo lavoro di coordinamento dei nostri artigiani.” Il metodo di Arka Design? Nel tempo si è talmente perfezionato da diventare scientifico per organizzare al meglio i lavori in ogni fase e raggiungere
l’obiettivo nel più breve tempo possibile. Dopo un primo approccio conoscitivo con intervista al cliente, si effettua il sopralluogo in modo da avere tutte le informazioni anche da un punto di vista tecnico. A questo punto si formula una proposta sulla base di un budget complessivo. Poi si eseguono i lavori e al termine si effettua un servizio fotografico che sarà omaggiato al cliente e pubblicato, se il cliente darà il consenso. “La scelta di lavorare a budget,” spiega Fausto, “nasce dalla duplice esigenza di ottimizzare tempi e costi, evitando così possibili problemi da parte del committente. È un modo che ci consente di dare delle priorità e di assegnare il giusto peso alle cose, spalmando i costi senza perdere di vista il risultato finale. “Ciò che più ci sta a cuore,” aggiun-
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“IL DIALOGO CON IL CLIENTE È FONDAMENTALE PERCHÉ SERVE PER CAPIRE LE ESIGENZE E FUTURE ASPETTATIVE, E QUINDI CUCIRGLI ADDOSSO LA CASA.” ARKA DESIGN SI OCCUPA DI TUTTO, DALL’INIZIO ALLA FINE, ANCHE DELL’IMPEGNATIVO LAVORO DI COORDINAMENTO DEI PROPRI ARTIGIANI.
ge Alessandra, “è rilassare il cliente, stabilire un rapporto cordiale, quasi familiare, basato sulla chiarezza senza mai spaventarlo anche sotto il profilo strettamente economico. Perché se è vero che i pezzi di design hanno un certo costo, è altrettanto vero che ci sono cose belle e funzionali che consentono un giusto compromesso qualità-prezzo.” Il negozio di via Panfilia 45/47 a Ravenna, in una posizione strategica e di notevole passaggio, offre un’ottima selezione dei prodotti trattati. Sicuramente, non essendo sempre possibile far vedere tutto, la progettazione 3D aiuta a far capire al cliente la gestione dello spazio e l’estetica dei vari ambienti. Oltre agli spazi prettamente dedicati alla casa, racconta Daniele, amiamo occuparci anche della ristrutturazione e dell’arredamento di strutture rivolte al turismo e all’accoglienza in particolare. Di recente Arka Design ha ter-
minato l’impegnativa progettazione di interni ed esterni dell’agriturismo Podere La Doccia in ristrutturazione in Toscana, più precisamente a Civitella in Val di Chiana (Arezzo) che ha tenuto conto dell’ambiente circostante e della tradizione, per restituire il gusto e il sapore proprio
di un antico casolare di campagna. In ogni ambiente, nelle camere, così come negli spazi comuni interni e nella piscina esterna, è stato fatto un lavoro di cesello, con scelte all’insegna della semplicità ma dall’indubbia personalità con grande soddisfazione della proprietà.
Via Panfilia, 45/47 Ravenna | T. 0544 219532 | info@arkadesign.it | www.arkadesign.it IN MAGAZINE
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RICORDARE
L’acqua, la terra
LA STORIA RISALE AL 1310 IL PRIMO NUCLEO DEL PAESE DI SANT’ALBERTO, CHE DEVE IL NOME AL MARTIRE DELL’EVANGELIZZAZIONE DEL SELVAGGIO ORIENTE D’EUROPA.
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di Andrea Casadio / ph Massimo Fiorentini
Sarebbe inutile cercare una traccia tangibile nel luogo dove tutto cominciò, là dove la via Gattolo va a morire sull’argine del fiume, e il vuoto di un cielo infinito fa da contrappunto alla solitudine della pianura popolata da poche case e rari alberi. Oggi soltanto uno sforzo di fantasia può permettere di rivedere in questi luoghi l’isola fra
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le paludi, l’eremita e l’imperatore, e la chiesa dalle colonne di marmo che in questo rifugio di meditazione si innalzò, oltre mille anni fa, a celebrare il nome di Alberto, il martire dell’evangelizzazione del selvaggio oriente d’Europa. Se l’identità di Ravenna si può sintetizzare nell’azione di tre elementi principali – l’acqua, la ter-
ra, la storia – nulla meglio del territorio di Sant’Alberto riesce a rappresentarla in tutta la sua pregnanza. L’acqua e la terra vi si sono fusi, combinati e rimescolati fin da quando, secoli prima di Cristo, questi luoghi erano parte del sistema deltizio del Po antico, l’Eridano dei greci. Per loro, questa era una
specie di fine del mondo remota e nebbiosa, e le assegnarono un posto nel mito ponendovi l’epilogo della maldestra impresa di Fetonte, qui precipitato con il carro solare e compianto dalle sorelle tramutate in pioppi dalla pietà di Giove. In quell’epoca il corso principale dell’Eridano passava al centro delle odierne valli di Comacchio, e sulle sue sponde fioriva la città di Spina. In seguito il fiume, divenuto il Padus dei romani, si divise in due rami, il principale dei quali era proprio quel Po di Primaro (Primarius, appunto) che tanta parte avrebbe avuto nella storia della comunità che si sarebbe addensata sulle sue sponde. Nell’intrico di paludi e corsi d’acqua che disegnava l’instabile geografia del territorio a nord di Ravenna, la terraferma emergeva sotto forma di isole caratterizzate da una natura selvaggia, dove la presenza umana, una volta scomparsi gli insediamenti romani di Butrium e Augusta, di cui conosciamo praticamente solo il nome, era limitata alla caccia e alla pesca, o trovava un adeguato rifugio per la pratica dell’ascesi religiosa. L’isola di Palazzolo, ad esempio, prese nome dal piccolo pa-
lazzo che vi eresse Teodorico, in seguito trasformato in monastero, le cui fondamenta tuttora giacciono sotto il terreno nei pressi dello scolo via Cerba. Più a nord, vicino all’odierno abitato di Mandriole, l’isola del Pereo divenne rifugio di uno degli asceti che caratterizzarono il rinnovamento religioso alle soglie dell’anno Mille, quel san Romualdo cui si deve la fondazione dell’ordine Camaldolese. Fu qui che egli ricevette le visite del giovane e visionario imperatore Ottone III, che vide in lui uno dei pilastri del suo progetto di rigenerazione del mondo cristiano ispirata alla collaborazione fra Chiesa e potere laico. Quel progetto sarebbe fallito in breve tempo con la morte precoce del sovrano, non prima però di essersi concretizzato, nell’anno 1001, nella fondazione proprio sul Pereo del monastero dedicato a sant’Adalberto di Praga, martirizzato pochi anni prima nel suo viaggio di evangelizzazione della Polonia. Nei secoli seguenti, nuove presenze comparvero nella pianura: altri luoghi di culto, come la chiesa di S. Pietro in Armentario, poco a sud del paese attuale, o quella di S. Clemente, verso la foce del
FU UNA COMUNITÀ BRACCIANTILE A FAVORIRE LA TRASFORMAZIONE DEL TERRITORIO DA PALUDE IN TERRA COLTIVABILE. FONDAMENTALI FURONO LA ROTTA DEL LAMONE E LA FORMAZIONE DEL CANALE DESTRA RENO SUL VECCHIO CORSO DEL FIUME.
Primaro, dove esisteva anche uno scalo portuale; o strutture militari, come la torre di Marcabò, edificata verso il Duecento a guardia del fiume e resa celebre dalla citazione di Dante. La presenza dei fortilizi era dovuta all’importanza strategica di questa zona come nodo di traffici fluviali e lagunari, e per questo contesa da tutti gli attori del gioco geopolitico basso-padano dell’epoca: la decadente Ravenna polentana, la stessa Venezia, Bologna, Ferrara. Fu appunto in questo contesto che cominciò a formarsi il primo nucleo di Sant’Alberto, la cui esistenza è attestata per la prima volta proprio
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FAMIGLIE DI RILIEVO NELL’OTTOCENTO FURONO I GUERRINI, DA CUI IL BEN NOTO OLINDO CHE ERA UN BAMBINO QUANDO IL PAESE VISSE L’EPISODIO PIÙ CELEBRE DELLA SUA STORIA: IL PASSAGGIO DI GARIBALDI IN FUGA DAGLI AUSTRIACI E LA MORTE DI ANITA.
NELLE PAGINE PRECEDENTI, UNO SCORCIO DELL’INGRESSO AL PAESE DI SANT’ALBERTO CON IL PICCOLO TRAGHETTO SUL FIUME RENO, BEN VISIBILE QUI IN BASSO, UN TEMPO NOTO COME L’ANTICO PO DI PRIMARO.
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quando, nel 1310, fu messa a ferro e fuoco dai veneziani. La comunità assunse il nome del vecchio monastero distante alcuni chilometri, ormai in piena decadenza, che dopo alterne vicende ne divenne la chiesa parrocchiale conferendo ai suoi rettori il titolo di priori. A fare da spina dorsale dell’insediamento fu il Primaro, la cui orma sinuosa è ancora ben visibile nella sua topografia, oltre che nel tracciato della via Gattolo che prosegue verso il mare. Dal momento che il fiume, per un certo periodo, segnò il confine fra il territorio pontificio e quello ferrarese, per una parte della sua storia Sant’Alberto si trovò divisa fra i due stati. Eredità tangibile della dominazione
estense è il suo edificio più antico e, forse, più rappresentativo: il cosiddetto Palazzone, costruito attorno al 1500 come Osteria del sig. Ducha di Ferrara, e che oggi, dopo un attento restauro, è divenuto sede del museo NatuRa e del centro visite del parco del Delta. Sorto sulla riva sinistra del fiume, l’edificio si ritrovò poi alla sua destra, insieme a gran parte dell’abitato, quando, all’inizio del Seicento, il corso del Primaro venne rettificato nel suo tracciato attuale (sul quale, nel secolo seguente, fu poi fatto confluire il Reno), mentre appena a sud fu realizzato il nuovo alveo del Lamone. Contestualmente fu edificata anche la nuova chiesa parrocchiale, lasciando il vecchio monastero alla sua decadenza, fino alla definitiva demolizione di quello che ne restava a metà Settecento. Con la sua storia così particolare, Sant’Alberto si presentava come una realtà dal carattere indubbiamente contraddittorio. Circondata da un ambiente malsano, in cui era praticamente assente la terra coltivabile, non era il tipico centro contadino della campagna: la sua popolazione era dedita ad attività di valle, e sottoposta più che altrove alla miseria e alle malattie. D’altra
parte, la sua natura di scalo commerciale aveva anche favorito la creazione di una specie di borghesia locale, e la formazione di una identità quasi urbana, che per un paio di secoli, dal 1568 al 1775, le garantì la dignità di comune autonomo da Ravenna. Famiglie di rilievo della Sant’Alberto ottocentesca furono ad esempio i Nigrisoli e i Guerrini, da cui il ben noto Olindo, che era un bambino di quattro anni quando, nell’agosto del 1849, il paese visse l’episodio più celebre della sua storia, e cioè il passaggio di Garibaldi in fuga dagli austriaci e la morte di Anita nella fattoria Guiccioli di Mandriole. Il cippo eretto nel luogo in cui fu ritrovato il cadavere, circondato dai pioppi nella solitudine della Pastorara, è senza dubbio uno dei luoghi più suggestivi della zona. Del resto, era proprio in quegli anni che il vasto orizzonte delle larghe cominciava a diventare il tratto dominante del paesaggio, con la trasformazione delle paludi in terra coltivabile. Fu un processo lungo, iniziato nel 1839 con la rotta del Lamone e la formazione della relativa cassa di colmata, e poi, ai primi del Novecento, proseguito con la realizzazione del canale Destra Reno sul vecchio corso del fiume. Alla metà del secolo, al posto delle antiche valli si stendeva una plaga agricola, con il nuovo villaggio di San Romualdo e i poderi dell’Ente Delta Padano. Ad accompagnare questo processo era stata una numerosa comunità bracciantile inquadrata in una solida organizzazione cooperativa, a sua volta frutto di una tradizione associativa inaugurata fin dal 1866 con la fondazione della Società di Mutuo Soccorso. Negli anni Settanta, quella stessa tradizione ha prodotto, con la cooperativa Un paese vuole conoscersi, un’iniziativa d’avanguardia e tuttora impegnata in un’intensa attività culturale dedita allo studio e alla valorizzazione della storia della comunità. Da Fetonte al terzo millennio, il materiale certo non le manca.
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Ravenna
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DESTAUTO AL SERVIZIO DELLA MOBILITÀ DEL TERRITORIO
FONDATA NEL 1992 DALLA FAMIGLIA DE STEFANI, LA CONCESSIONARIA È OGGI GESTITA INSIEME AI SOCI GIOVANNI E RICCARDO MINGHETTI. GRAZIE AI MARCHI NISSAN, RENAULT E DACIA È UN POLO AUTO IMPORTANTE DELLA PROVINCIA RAVENNATE.
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Prendersi cura a 360° della propria clientela, offrendo il servizio e il mezzo giusto alle persone in base alle specifiche esigenze. Questa è la filosofia di Destauto che da sempre promuove la mobilità del territorio, non limitandosi quindi a vendere auto. La concessionaria è stata fondata a Ravenna nel 1992 dalla famiglia De Stefani con l’acquisizione del marchio Nissan che, grazie alla Micra, conquista l’Europa e i mercati con un risultato commerciale senza precedenti, infrangendo il tabù delle auto giapponesi. Si tratta infatti di un’utilitaria rivoluzionaria, con sedici valvole e dotata di ogni comfort quali servosterzo e aria condizionata. Cinque anni dopo, entra nella società anche Giovanni Minghetti, con una lunga esperienza nel settore delle auto, seguito a breve dal figlio Riccardo. Oggi l’azien-
da, che ha sede a Ravenna e a Lugo per servire il territorio nella sua interezza, vanta ben 48 dipendenti. “Fino a qualche anno fa,” racconta Riccardo Minghetti, “abbiamo sviluppato il marchio Nissan in tutte le sue variabili, non solo auto ma anche furgoni e veicoli pesanti fino ai due assi, diventando un punto di riferimento per l’autotrasporto. Un comparto che si è però ridimensionato e che ora comprende una vasta scelta di veicoli commerciali leggeri che si possono guidare con la patente B adatti al trasporto ittico, alimentare e al mondo degli artigiani. Mezzi da lavoro e commerciali di altissimo livello per lo più di Renault e Dacia, i marchi che abbiamo inglobato nel settembre 2016 per completare l’offerta a livello strategico. Siamo stati uno fra i pochi concessiona-
ri che, partendo dal marchio più piccolo del gruppo, Nissan, che ha una quota di mercato pari a 2,5-3%, ha poi acquisito Renault e Dacia, che valgono invece il 9-11%”. Guardando al futuro, soprattutto in questo momento di forte crescita della voglia di e-mobility, impossibile non rivolgere lo sguardo al mercato delle vetture elettriche. Al riguardo Destauto ha un ricco ventaglio di proposte: per la Renault la Twingo e la Zoe, oltre al Twizy biposto, considerato un sostitutivo della moto; la nuova Dacia Spring e per Nissan l’ammiraglia Leaf di grandi dimensioni che ha quasi 400 km di autonomia. “Siamo dentro il mondo elettrico da almeno dieci anni,” aggiunge Minghetti, “considerando che la Leaf della Nissan fu auto elettrica dell’anno già nel 2011. Poi c’è stato un mo-
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DESTAUTO HA UN RICCO VENTAGLIO DI AUTO ELETTRICHE CHE STANNO RISCUOTENDO GRANDE INTERESSE: PER LA RENAULT LA TWINGO E LA ZOE, OLTRE AL TWIZY BIPOSTO CONSIDERATO UN SOSTITUTIVO DELLA MOTO; PER NISSAN L’AMMIRAGLIA LEAF DI GRANDI DIMENSIONI CHE HA QUASI 400 KM DI AUTONOMIA.
mento di stallo in cui tutti preferivano mezzi a benzina o a gasolio. Più di recente, grazie all’arrivo dell’ibrido plugin, alle direttive europee, agli incentivi statali e alle infrastrutture comunali e provinciali, è ritornato lo stimolo, mai così forte. Forse il comparto non varrà mai il 50% del mercato ma sta prendendo coraggio, anche grazie alla maggiore disponibilità di auto d’occasione. Di certo è un’ottima idea per chi gira poco o per chi vede nella mobilità elettrica una visione di futuro. Richiede un certo cambio di mentalità da parte degli utilizzatori perché non è più l’auto a disposizione dell’utente ma quest’ultimo che deve informarsi su come usarla al meglio, dove parcheggiarla e ricaricarla. Ma ne vale certamente la pena.” Un’auto senza emissioni di CO 2, che non crea inquinamento acustico, regala una bella sensazione al volante e una guida rilassante. Senza contare poi altri vantaggi come l’esenzione del bollo per cinque anni, la copertura assicurativa scontata del 50% e la possibilità di accedere alle zone a traffico limitato e di parcheggiare gratuitamente sulle strisce blu. “Chi entra nella nostra concessionaria,” conclude Minghetti, “è certo di trovare ciò che fa al caso proprio, potendo contare su una squadra genuina e affidabile in grado di fornire il giusto supporto su tutto
ciò che ruota attorno all’auto. Massima è poi la disponibilità dell’officina, così come la competenza ed esperienza in materia di riparazioni, andando al di là della classica assistenza. Una cultura fortemente radicata in Destauto, grazie a mio padre Giovanni che è nato proprio come riparatore. A Ravenna inoltre siamo
stati i primi, grazie a Nissan, a dare gratuitamente auto nuove come sostituzione a chi lasciava l’auto in riparazione o per il tagliando.” Ultimo ma non meno importante è l’impegno di Destauto nel sociale, in quanto partner de I bambini delle Fate, a sostegno di progetti molto importanti per la comunità.
RAVENNA | Via Faentina, 173 | Tel. 0544 500850 LUGO | Via dell’Industria, 1/3 | Tel. 0545 20035 destauto@destauto.it | www.destauto.it IN MAGAZINE
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OSSERVARE
L’astrofilo
CURIOSO PROGRAMMATORE CON IL PALLINO PER L’ASTRONOMIA, RICCARDO DESERTI SI È INVENTATO UNA CURIOSA E SEGUITA RUBRICA SU YOUTUBE NEI MOMENTI PIÙ BUI DEL LOCKDOWN.
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di Chiara Bissi / ph Massimo Fiorentini
Riccardo Deserti, 41 anni, programmatore con una passione smisurata per l’astronomia, la fisica e la divulgazione, non ha mai smesso di guardare il cielo, di osservare le regole del cosmo anche quando l’emergenza sanitaria ha confinato tutti a casa e cancellato le attività in presenza dell’Associazione Ravennate Astrofili Rheyta, ARAR, al Planetario. Una passione che condivide con il padre, insieme soci di ARAR. Durante il confinamento è stata la pregressa esperienza nel mondo degli audiovisivi a giocare un ruolo decisivo e così, nell’aprile del 2020, ha deciso una volta a settimana di lanciare una sorta di rubrica e vestire i panni dell’Astrofilo curioso, aprendo un canale su YouTube. Dieci minuti di trattazione su un argomento accattivante, spiegato con animazioni, con un linguaggio diretto e supportato da dati e fonti accreditate. Un mix capace di interessare l’esperto e di colpire la fantasia del neofita tra le stelle. E da allora Deserti non ha più smesso, maturando l’idea di aggiornare il format. Pioggia ma anche vento nei corpi celesti del sistema solare, superlune, comete, la mappa dell’universo e ancora anelli planetari, asteroidi:
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sono solo alcuni degli argomenti trattati con immediatezza e precisione da Deserti, da un anno a questa parte. Come le è venuta l’idea dell’Astrofilo curioso? “Quando è scattato il primo lockdown l’attività divulgativa con le scuole e le conferenze serali al Planetario è stata sospesa e mi è stato chiesto di dare una mano. L’universo rappresenta un punto di riflessione molto forte per me. Così ho pensato che anche da casa fosse possibile offrire un prodotto professionale. Doveva essere un’attività temporanea e invece il progetto ha assunto un aspetto organico.” Come nasce un episodio? “Da una domanda che suscita curiosità o un argomento conosciuto, ma che può stupire. Se in 10 minuti non riesco a esprimere un concetto sto sbagliando, a me interessa catturare l’attenzione soprattutto dei giovani. Per approfondire i temi ci sono le conferenze da un’ora al planetario. Nel primo episodio ho affrontato la velocità della luce. Si conosce la costante che si denomina con C ed è valida per la luce che viaggia nel vuoto, ma alla domanda a che velocità viaggia la luce possiamo
anche rispondere: dipende. A seconda del mezzo che attraversa, la luce viene rallentata e deviata per il fenomeno della rifrazione. Ogni puntata si conclude sempre con una curiosità, faccio animazioni tutte create da me, mentre le immagini usate sono della Nasa.” Come si è organizzato per girare? “In pieno lockdown, chiuso in casa, cercavo comunque uno sfondo non casalingo. Così nei primi episodi sono seduto per terra, registro sempre alla stessa ora per avere un angolo di luce come faro. La scelta delle cuffie era obbligata perché a casa non avevo cavalletto e microfono. E così è nato un format. Ora per fortuna non ho più quelle esigenze.” Chi segue la rubrica? “È pensata per non addetti lavori, utilizzo esempi quotidiani, i concetti di fisica e astronomia possono essere ostici se ci si basa sul formalismo. Ma ci sono appassionati del settore che hanno competenze alte e trovano interessanti i miei contenuti, mi seguono perché amano la materia. Poi c’è chi vuole meravigliarsi. Certo non abbiamo grandi numeri, ma tanti appassionati di ogni età. Così abbiamo deciso di continuare. Ora
sto lavorando a un esperimento: ci saranno contributi non sempre di una sola persona ma qualcosa di più articolato. Un piccolo gruppo girerà più episodi. Spero di poter fare le riprese al Planetario.” Riceve domande? Quali sono le richieste più particolari? “Sì, di solito rispondo nei commenti al video, altre volte sono spunto per un nuovo episodio. Mi è stato chiesto come si vedrebbero le costellazioni se fossimo in un altro punto della galassia o se esiste un odore nello spazio. Non possiamo sentire, ma lo spazio è fatto di qualcosa; anche l’immenso vuoto non è vuoto.” Esistono esperienze simili alle sue in rete? “Adrian Fartade è un divulgatore scientifico e Youtuber con 400.000 follower, l’ho incontrato a Ravenna e ha lasciato un commento sul canale. Ha contribuito alla mia decisione di portare avanti il progetto. Seguo lui, il blog Chi ha paura del buio, e altri con i quali abbiamo scambi sui social.”
Cosa pensa dell’eterna contrapposizione tra il sapere scientifico e le scienze umanistiche? “Ha senso studiare qualsiasi materia, io conosco più l’astrofisica, ma le materie umanistiche servono ad affrontare ciò a cui non siamo preparati. Molti brevetti nati da studi spaziali sono entrati nella nostra vita attraverso l’astrofisica e l’astronautica. Penso alla tac, al pc, ai telefoni cellulari, ma anche alla Penicillina, alla televisione e al microonde. Esiste un dibattito anche etico, io cerco sempre di unire i due aspetti.” Cosa pensa dei social? “Il bello dei social è che si può fare divulgazione. Certo c’è anche tanto rumore, diciamo, ma è comunque un’opportunità per trasmettere qualcosa di bello ed è importante sapere di avere un impatto positivo sulle persone.” Quali sono i suoi argomenti preferiti e a cosa sta lavorando? “Saturno è il mio pianeta preferi-
OGNI PUNTATA CONSISTE IN DIECI MINUTI DI TRATTAZIONE SU UN ARGOMENTO SPIEGATO CON ANIMAZIONI, UN LINGUAGGIO DIRETTO E SUPPORTATO DA DATI E FONTI ACCREDITATE. UN MIX CAPACE DI INTERESSARE L’ESPERTO E DI COLPIRE LA FANTASIA DEL NEOFITA.
to, l’unico fra i giganti gassosi che ha una densità inferiore all’acqua. E poi c’è l’infinito fascino degli anelli, uno dei suoi satelliti è un possibile candidato per la ricerca di forme di vita. Ci sono buone probabilità di trovare un oceano sotterraneo e di avviare l’esplorazione di microrganismi. Penso che possano esserci altre forme di vita che però non assomigliano a ciò che conosciamo. La realtà è sempre più strabiliante di ogni immaginazione.” IN MAGAZINE
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DIPINGERE
Un’onda
A OCCHI CHIUSI MATTEO BISERNA, CRESCIUTO A SAVIO, DI GIORNO È PSICOLOGO, DI NOTTE PITTORE. CREDE NEI PROGETTI COLLETTIVI E STA PENSANDO A UN EVENTO A PALAZZO SAN GIACOMO DI RUSSI. di Aldo Savini / ph Lidia Bagnara
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Da quando il babbo gli ha detto: “Hai fatto il liceo artistico e in casa non abbiamo neanche un disegno da appendere,” Matteo Biserna ha iniziato a mostrare i suoi lavori. La prima occasione per presentarli a un vasto pubblico è stata la mostra Split Brain nel 2015 al Cisim di Lido Adriano, a cui hanno fatto seguito nello stesso anno il murales Ravenna in Bicicletta sui pannelli esterni del cantiere del Mercato Coperto e nel 2016 Placenta, allestita nel camminamento sotterraneo di Palazzo Vecchio a Bagnacavallo, luogo simbolico per un pittore che è anche psicologo. Nato a Cesena nel 1983, è sempre vissuto a Savio. Dopo il liceo artistico a Ravenna si è iscritto ad Architettura pensando a un possibile lavoro, ma dopo poche lezioni si è reso conto che non era la sua strada e quindi ha cercato altro. Poiché in quel periodo leggeva molto e tra gli autori primeggiava Freud si è iscritto a Psicologia a Cesena, interessandosi alle forme varie di alienazione e di disagio psichico. In quegli anni, ha riscoperto il disegno durante il periodo di tirocinio in comunità psichiatriche. Di notte, nei momenti liberi, ha iniziato a trascrivere le vite dei suoi pazienti e a disegnare visi, fisionomie segnate da una certa inquietudine per i rimandi alle vite dei ricoverati dagli assetti sociali molto diversi. Gli interessava la parte iniziale del disegno, quella potenzialità veloce e approssimativa, la bozza libera che rende l’espressione immediata. Tuttora, lavorando di giorno in studio con i pazienti ed essendo padre di un bambino di pochi mesi, la notte, in casa, ritrova la pittura o il disegno che gli consentono momenti di meditazione e di rilassamento. Nello studio – una soffitta allo stato grezzo – dipinge a olio per lavori anche di grandi dimensioni, principalmente paesaggi e corpi, utilizzando non solo tele ma anche altri supporti come tavole di legno, taglieri, magari logori, lastre di metalli. Il rapporto con l’ambiente natu-
rale è quasi una sfida perché in genere non finisce le opere, per una difficoltà a rifinire, a chiudere. L’onda, spesso presente nelle sue composizioni, è rivelatrice della sua poetica. “Rimanda a un sogno ricorrente,” dice. “Quando ero bambino molti dei miei sogni si concludevano con un’onda enorme che arrivava e mi svegliavo. L’onda ha in sé una carica simbolica, può essere interpretata in mille modi, quello che avverto più vicino è l’idea di essere protetto ma anche di sentirmi molto piccolo rispetto alla natura, un’onda che si ripete costantemente in modo variabile e, avvolgendosi su sé stessa, può anche schiacciare. Esprime il senso della vita, si potrebbe dipingere a occhi chiusi come un semplice
L’ONDA, SPESSO PRESENTE NELLE SUE COMPOSIZIONI, È RIVELATRICE DELLA SUA POETICA. RIMANDA A UN SUO SOGNO RICORRENTE. “HA IN SÉ UNA CARICA SIMBOLICA, PUÒ ESSERE INTERPRETATA IN MILLE MODI. ESPRIME IL SENSO DELLA VITA.”
atto fisico totalmente impulsivo che non riproduce un dato realistico.” Per le opere di figura trova ispirazione dall’esperienza e dallo studio della storia dell’arte dei grandi. Impegnato sul piano sociale, si è fatto promotore di associazioni culturali per riunire creativi, non solo pittori, ma anche scultori, grafici, informatici, musicisti, al fine di uscire dall’isolamento ed esplorare affinità e connessioni, nell’ottica di una contaminazione di linguaggi per arrivare a progetti collettivi. Per questo pensa a un evento a Palazzo San Giacomo nei dintorni di Russi, luogo carico di storia e di memorie.
A LATO, MATTEO BISERNA, PSICOLOGO E PITTORE.
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20 ANNI DI TEKNO PAV TRA INDUSTRIA E DESIGN
DALL’EDILIZIA INDUSTRIALE AL DESIGN DI PAVIMENTAZIONI E RIVESTIMENTI IN RESINA, DA VENT’ANNI TEKNO PAV OFFRE TECNOLOGIE MODERNE E UN SERVIZIO AFFIDABILE E PERSONALIZZATO.
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pavimentazioni e rivestimenti in resina. A sua volta, questo comparto si divide in civile (per abitazioni private), commerciale (per negozi e uffici) e industriale. Manutenzioni in ambiti industriali e commerciali sono rivolte alla ri-qualificazione di pavimentazioni destinate
alle fasi produttive, continuamente esposte a fenomeni di usura che possono causare formazione di buchi, crepe o rottura di giunti; rivestimenti specificatamente industriali, tramite soluzioni antipolvereantiolio, antistatiche, antibatteriche, antiscivolo, antiusura e anticorrosione, che soddi-
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L’AZIENDA REALIZZA PAVIMENTAZIONI IN RESINA DECORATIVE CON CARATTERISTICHE TECNICHE CHE SI ADATTANO A QUALSIASI AMBIENTE, OFFRENDO LA POSSIBILITÀ DI PERSONALIZZARE TUTTI GLI AMBIENTI CON UNA VASTA GAMMA DI COLORAZIONI, EFFETTI CROMATICI O CON LA POSA DI STAMPE E DISEGNI.
sfano requisiti igienici e di sicurezza; opere in calcestruzzo armato, modifiche e ripristino di reti interrate, montaggio di ponteggi, interventi edili specialistici, ristrutturazioni in spazi confinati, ripristino del calcestruzzo ammalorato, massetti ad alta resistenza, rivestimenti di vasche di contenimento e piscine, tinteggiature industriali, realizzazione di nuove reti fognarie, di cunicoli per il deflusso di acque industriali contaminate e di canalette per ambienti alimentari, chimici e meccanici. Numerosi sono anche i progetti in ambito civile e commerciale. L’azienda realizza pavimentazioni in resina decorative con caratteristiche tecniche che si adattano a qualsiasi ambiente, ponendo particolare attenzione alle esigenze del cliente e all’estetica. Tekno Pav offre la possibilità di personalizzare tutti gli ambienti con una vasta gamma di colorazioni, effetti cromatici o con la posa di stampe e disegni. A completamento dei già citati settori d’intervento, Tekno Pav realizza piste ciclabili e pedonali destinate a località balneari e città, campi da gioco polivalenti, indoor e outdoor,
utilizzando tecnologie d’eccellenza in grado di garantire ottime performance. Alla costante ricerca della sicurezza e dell’innovazione tecnica e tecnologica, Tekno Pav si è dotata anche di un sistema integrato di sicurezza-salute attraverso il conseguimento delle certificazioni UNI EN ISO 14001 e UNI ISO 45001. Le attestazioni SOA qualificano poi la Tekno Pav a partecipare a gare di appalto pubblico. Oggi Tekno Pav continua ad affrontare ogni sfida quoti-
diana con spirito d’innovazione, realizzando prestigiosi interventi, come quelli al museo delle Sinopie in Piazza del Duomo a Pisa, alla galleria d’arte moderna di San Marino, al museo degli Innocenti nella Piazza della Santissima Annunziata di Firenze, e ancora la nuova pavimentazione nello spazio culturale dell’Almagià. Il futuro di Tekno Pav è incentrato sullo sviluppo continuo della ricerca, al fine di soddisfare al meglio le richieste dei clienti.
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CREARE
Professione
TOY DESIGNER IL RAVENNATE ALESSANDRO RANDI, CONOSCIUTO COME CODECZOMBIE, HA REALIZZATO IL SUO SOGNO NEL CASSETTO E LA SUA PASSIONE PER LA SCULTURA ARRIVANDO FINO ALLA DISNEY-PIXAR.
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di Serena Onofri / ph Michele Lugaresi
Alessandro Randi di professione fa il toy designer ed è conosciuto come codeczombie. Nato nel 1971 nel cuore del borgo San Rocco a Ravenna, ora ha come punto di riferimento la Darsena di città. Cresciuto alla Magic Town (che era l’attività di famiglia) dove è rimasto folgorato sin dalla più tenera età dall’estetica dei flipper e dei videogame, riceve il colpo di grazia qualche anno dopo con la scoperta dello skateboard: “La passione per la grafica a quel punto è diventata talmente importante per me da spingermi ad approcciarmi al mondo dell’illustrazione e del fumetto. Successivamente ho frequentato la Scuola Internazionale di Comics dove ho passato tre anni a cercare di imparare a disegnare fumetti.” Tra la fine degli anni Ottanta e per tutti gli anni Novanta, è stato molto attivo sul fronte graffiti. Nel 1995 ha acquistato il suo primo computer per imparare a usare i programmi di grafica e illustrazione, nel 2000 ha aperto la partita iva. Tutto quello che stava facendo in modo sperimentale da lì in poi sarebbe diventato il suo lavoro. La scultura è sempre stata la sua passione più grande, ma non
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aveva ancora capito bene come integrarla nel suo lavoro che era prevalentemente digitale fino a quando, stanco del mondo bidimensionale, ha deciso di applicarsi al toy design. Come nasce il brand codeczombie e di cosa tratta? “Per puro caso. In un video scaricato dalla rete, dalla tipica compressione low dell’epoca, il personaggio nell’inquadratura sembrava trasformarsi in uno zombie. Così, codeczombie nasce da un’aberrazione visiva, dal malfunzionamento di un codec che scompone un’immagine per trasformarla in altro. Quindi codeczombie si occupa principalmente di toy design.” Come avviene la realizzazione di un progetto? “Un progetto parte solitamente dal concept, che sviluppo velocemente in 2D facendo le bozze per capire come organizzare i volumi e la forma generale del cosiddetto bamboz, e poi da lì passo subito alla modellazione 3D. Finita la fase di scultura digitale realizzo un prototipo fisico, avvalendomi anche dell’aiuto di stampanti 3D, che però non hanno ancora raggiunto una qualità abbastanza elevata per i miei standard. Di-
A LATO, IL TOY DESIGNER RAVENNATE ALESSANDRO RANDI, NOTO CON IL NOME CODECZOMBIE, AL LAVORO, CIRCONDATO DA TUTTI GLI ATTREZZI DEL MESTIERE.
venta cruciale la post-produzione che include ore e ore di scartavetro e primer, alternati anche più volte, quindi rimodello con resine epossidiche le eventuali parti venute male e, una volta finita questa fase, realizzo un calco in gomma siliconica. Da questo modello faccio tutte le copie in resina che poi pulisco e coloro singolarmente a pennello o aerografo. Per finire realizzo il packaging in totale autonomia. Anche i blister, gli involucri, sono termoformati da me.” Chi sono i tuoi clienti e quali sono i lavori più importanti che hai fatto su commissione? “Ho lavorato per Spoke-Art di San Francisco, in occasione di mostre a tema Wes Anderson. Recentemente per la DisneyPixar, nello specifico per il film Soul, realizzando dieci pezzi unici ispirati allo stile dei personaggi che assomigliassero a dieci talent/influencer tra i quali Chiara Ferragni, J-Ax, Alessia Marcuzzi, Achille Lauro, Javier Zanetti, Asamoah e altri.” Quali sono i pro e i contro di fare questo lavoro, vivendo a Ravenna? “Ravenna è casa, mi dà tranquillità. Se avessi una figlia la chiamerei Ravenna, trovo che sia un bellissimo nome. In estate adoro andare in piallassa Baiona con il kayak o a passeggiare in pineIN MAGAZINE
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“PER IL FILM SOUL DELLA DISNEY-PIXAR HO REALIZZATO DIECI PEZZI UNICI ISPIRATI A DIECI TALENT/INFLUENCER TRA I QUALI CHIARA FERRAGNI, J-AX, ALESSIA MARCUZZI, ACHILLE LAURO, JAVIER ZANETTI, ASAMOAH E ALTRI,” RACCONTA ALESSANDRO.
ta, non mi sembra poco. Penso di essere stato molto fortunato a nascere in Romagna. I contro? Come è noto a tutti, i pessimi collegamenti via treno o autostrada. Se fosse più facilmente raggiungibile, sarebbe anche più facile potersi organizzare per collaborazioni ospitando altri artisti, illustratori e creando residenze.” A chi ti sei ispirato o quale personaggio ha dato una svolta al tuo percorso e perché? “Stanley Kubrick. Non mi sono ispirato a lui artisticamente, ma
professionalmente. Leggendo il suo pensiero e di come affrontasse le produzioni dei suoi film, ho capito che c’era qualcuno che pensava e agiva esattamente come avrei voluto fare io da grande.” Progetti futuri e sogni nel cassetto? “Per il futuro mi sto muovendo facendo test su pezzi molto più grandi di quelli che ho realizzato finora. Non ho sogni nel cassetto, perché quello più grande – diventare un toy designer – l’ho realizzato.”
IN QUESTE FOTO, ALCUNI DETTAGLI DEL LAVORO ARTIGIANALE DI ALESSANDRO RANDI. DAL CALCO IN GOMMA SILICONICA, REALIZZA TUTTE LE COPIE IN RESINA CHE POI PULISCE E COLORA SINGOLARMENTE.
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