Faenza IN Magazine 04 2021

Page 1

Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ - Contiene i. p. - Reg. al Tribunale di Forlì il 16/01/2002 n. 1 - EURO 3,00

FAENZ A N° 4 OTTOBRE/NOVEMBRE 2021

MESTIERI

Botteghe e

CLAUDIO MITA ED EMANUELE MONDINI

ALESSANDRA BAGNARA / In difesa delle donne LITTLE FREE LIBRARY / Le casette dei libri ENRICO ONOFRI / Divino Archetto



EDITORIALE

SOMMARIO

L

La volontà di aiutare il prossimo è ciò che lega i personaggi di copertina di questo numero autunnale: intervistiamo la ravennate Alessandra Bagnara, vicecomandante di Polizia e presidente dell’associazione Linea Rosa, e i faentini Claudio Mita ed Emanuele Mondini della cooperativa sociale Botteghe e Mestieri. Scopriamo il fenomeno delle Little Free Library a Ravenna, e incontriamo Enrico Onofri, violinista e direttore della Filarmonica Toscanini. Stefano Bon ci parla della sua professione di scrittore e Marco Martinelli ed Ermanna Montanari delle loro attività tra cinema e scuola di vocalità. Ricordiamo poi l’evento che consacrò Ravenna come città dantesca, e scopriamo la rassegna Rianimazione letteraria dell’autrice e insegnante Livia Santini. Infine, incontriamo Paolo Baldini, fondatore della web radio RSE Live Streaming, e il pittore Alessandro Liotta. Buona lettura! Andrea Masotti

Brevi IN

8

ESSERE

Alessandra Bagnara

14

ESSERE

Botteghe e Mestieri

14

20

SCAMBIARE

Le casette dei libri

24

SUONARE

Enrico Onofri

20

EDIZIONI IN MAGAZINE S.R.L. Via Napoleone Bonaparte, 50 - 47122 Forlì Tel. 0543.798463 / Fax 0543.774044 www.inmagazine.it info@inmagazine.it DIRETTORE RESPONSABILE: Andrea Masotti REDAZIONE CENTRALE: Clarissa Costa COORDINAMENTO DI REDAZIONE: Roberta Bezzi ARTWORK: Lisa Tagliaferri IMPAGINAZIONE: Francesca Fantini UFFICIO COMMERCIALE: Gianluca Braga STAMPA: La Pieve Poligrafica Villa Verucchio (RN) ANNO XX - N. 4 Chiuso per la stampa il 25/10/2021 Collaboratori: Alessandra Albarello, Chiara Bissi, Andrea Casadio, Anna De Lutiis, Serena Onofri, Aldo Savini. Fotografi: Lidia Bagnara, Enrico Chico De Luigi, Massimo Fiorentini, Fondazione Casa Oriani.

8

4

ANNOTARE

44

DIVULGARE

Livia Santini

51

RACCONTARE

RSE Live Streaming

56

DIPINGERE

Alessandro Liotta

28

SCRIVERE

Seguici su FB: www.facebook.com/ edizioni.inmagazine

Stefano Bon

34

PROGETTARE

Edizioni IN Magazine si impegna alla salvaguardia del patrimonio forestale aderendo al circuito di certificazione di FSC-Italia.

Tutti i diritti sono riservati. Foto e articoli possono essere riprodotti solo con l’autorizzazione dell’editore e citando la fonte.

In ottemperanza a quanto stabilito dal Regolamento UE 2016/679 (GDPR) sulla privacy, se non vuoi più ricevere questa rivista in formato elettronico e/o cartaceo puoi chiedere la cancellazione del tuo nominativo dal nostro database scrivendo a privacy@inmagazine.it

Paesaggi dell’anima

38

RICORDARE

Ravenna 100 anni fa

24 IN MAGAZINE

3


ANNOTARE

L’accordo tra Nanan E FERRAGNI RAVENNA Chiara Ferragni

Dante POP AL MAR RAVENNA Resterà aperta

fino al prossimo 9 gennaio la nuova mostra del Mar di Ravenna, Un’epopea POP, a cura di Giuseppe Antonelli, docente universitario e nota firma del Corriere della Sera. Si tratta di una mostra dal carattere multimediale, che propone una narrazione di parole, suoni e immagini, dal cinema alle canzoni, dalla pubblicità ai fumetti, dal writing alla moltitudine di oggetti che ne riproducono la celebre icona, fino alle visioni dell’arte contemporanea con nomi della scena internazionale. Dopo Inclusa est flamma e Le arti al tempo dell’esilio, la nuova esposizione conclude il ciclo espositivo Dante. Gli occhi e la mente, promosso dal Comune per la celebrazione dei 700 anni della morte del Poeta.

ph Massimo Fiorentini

De Pascale BIS RAVENNA Alle recenti elezioni comunali, Michele de Pascale è stato rieletto sindaco di Ravenna con quasi il 60% dei voti. Il suo avversario principale, Filippo Donati, ha ottenuto il 22%. La nuova giunta prevede parecchie riconferme: Eugenio Fusignani come vicesindaco con delega ad Affari generali e istituzionali, Polizia locale, Centro storico; Giandandrea Baroncini, assessore alle Politiche e investimenti per la transizione ecologica, Rifiuti, Mobilità, Politiche sociali e Protezione civile), Giacomo Costantini, assessore al Turismo, Sport, Agricoltura e Aree naturali e parco del Delta del Po; Federica Del Conte, assessora all’Urbanistica, Edilizia privata, Lavori pubblici e Patrimonio. Ma ci sono anche nuovi ingressi: Federica Moschini, assessora al Decentramento, Lavoro, Immigrazione, Politiche e cultura di genere; Annagiulia Randi, assessora al Commercio, Artigianato, Industria, Porto, Politiche europee e cooperazione internazionale; Igor Gallonetto, assessore alla Transizione digitale, Verde pubblico, Diritti degli animali; Livia Molducci, assessora al Bilancio, Politiche per la famiglia, Infanzia e natalità; Fabio Sbaraglia, assessore alla Cultura, Scuola, Università, Mosaico e Politiche giovanili.

allarga gli orizzonti nel mondo dell’infanzia e sceglie l’azienda ravennate Nanan per produrre insieme una linea d’arredo e accessori baby. Nei giorni scorsi è stato siglato un accordo di licenza pluriennale e, a breve, saranno presentati la nuova cameretta nei colori rosa e avorio e il trio con passeggino, navicella e ovetto, contrassegnati dal noto occhio cigliato. Logo che ormai compare in vari articoli, dai vestiti fino al materiale scolastico. “L’obiettivo della collaborazione,” si legge in una nota congiunta di Nanan e Chiara Ferragni, “è il completamento dell’universo del brand fondato da Chiara Ferragni e contemporaneamente quello di crescita di entrambi i marchi a livello globale.” Nelle prossime settimane l’influencer inizierà a promuovere i prodotti creati insieme a Nanan anche sui propri seguitissimi social.

Caldironi PROTAGONISTA RAVENNA L’attore ravennate Cristiano Caldironi è tra i protagonisti del

nuovo film d’autore Acqua alle corde del regista Paolo Consorti, che vanta un cast d’eccezione: Enzo Iacchetti, Elio (Stefano Belisari), Natasha Stefanenko, Giobbe Covatta. Le riprese, interamente girate nelle Marche fra Montalto, Offida, Colli del Tronto e nei comuni del Crinale Sistino come Grottammare, Ripatransone e Cossignano, sono appena terminate. Prodotto da Opera Totale, il progetto cinematografico lega il territorio a un’opera che intende promuovere la terra di Papa Sisto V, nell’anno dei festeggiamenti dei 500 anni dalla nascita. In scena, Caldironi interpreta Angelo Sintini, il regista amatoriale che si ritrova a capitanare una compagnia di prestigio proveniente da Milano, capeggiata da Iacchetti. Ne seguiranno tutta una serie di vicissitudini. Il film, presentato al Salone del Libro di Torino, uscirà nelle sale la prossima primavera. 4

IN MAGAZINE


“La vita è più buona tra due fette di pane.”

Via IV Novembre 4, Ravenna | T. 338 5308559


ANNOTARE

Oro alla Spagna CON DRADI

Il ricordo di Antonio GRAZIANI

ALFONSINE Dal 2020

RAVENNA All’età di 87 anni, lo

Marcello Dradi è il ct della Nazionale spagnola di tiro a volo. Le ambizioni erano tante e alla fine le Olimpiadi di Tokyo hanno premiato il suo lavoro, con lo storico oro conquistato da Alberto Fernandez e Fatima Galvez nel Mixed Team di trap. Forte di questo incredibile risultato, ha deciso di firmare un nuovo contratto che lo legherà al Paese iberico fino alle prossime Olimpiadi di Parigi. Con un passato da atleta professionista, prima come tennista e poi come tiratore, dal 1994 in poi si è dedicato all’allenamento, spostandosi tra Russi, India, Gran Bretagna e Cina. Ovunque ha riportato dei successi. Il suo segreto? “Il metodo che spesso manca, oltreconfine. Ogni sport, e quindi anche il tiro a volo, ha bisogno di allenamenti programmati, di analisi e studi continui. Nulla deve essere lasciato al caso.”

scorso 18 ottobre, è scomparso il giornalista Antonio Graziani che è stato a lungo coordinatore della redazione di Ravenna IN Magazine. Un vero e proprio punto di riferimento per i tanti giovani colleghi, sempre pronto a offrire suggerimenti e spunti utili per l’approfondimento, da fine conoscitore del territorio e della storia qual era. Per 15 anni ha lavorato per la Rai, come storico corrispondente per la provincia di Ravenna, raccontando per esempio la vicenda Ferruzzi-Gardini, così come tante storie di costume, per lo più legate all’identità vera della Romagna. Nel 2003 ha vinto il Premio Guidarello per il giornalismo d’autore, nella sezione Tv e video, con un lavoro realizzato insieme a Marco Melega e intitolato Ravenna. Immagini del ‘900 fra gli anni ’20 e gli anni ’70. Dall’archivio dell’Istituto Luce. Le più sentite condoglianza alle figlie Claudia e Caterina e alla moglie Giulietta.

Confindustria PREMIA LE IMPRESE RAVENNA Sono 11 le imprese ravennati, tra le 30 a livello

romagnolo, che hanno ottenuto il riconoscimento Excelsa - Romagna Award, l’iniziativa biennale di Confindustria Romagna nata nel 2011. A essere premiati non sono stati solo i numeri, ma anche i progetti che – nell’emergenza sanitaria – avrebbero potuto rischiare di essere accantonati e invece sono stati portati avanti nonostante tutto. Per quanto riguarda la performance economica del 2020, le aziende ravennati sono: A.ST.I.M. di Fornace Zarattini (nel settore sicurezza e tecnologia), la Cfs Europe di Ravenna (petrolchimico), la Curti Costruzioni Meccaniche di Castel Bolognese; la Dosi srl di Fusignano (costruzioni meccaniche), l’Elettrotecnica Adriatica di Cervia; Eurovo; l’Icel di Lugo (cavi elettrici); L’Image Line di Faenza (agricoltura e tecnologia); la Technacy di Cervia (innovazione). Dosi, Elettrotecnica Adriatica, Eurovo e Image Line, insieme alla Marini di Alfonsine e alla Vulcaflex di Cotignola, sono state anche premiate per la sostenibilità ambientale.


Scopri Nuova Classe C anche in versione Plug-in hybrid da De Stefani.

De Stefani S.p.A. Concessionaria Ufficiale di Vendita Mercedes-Benz Ravenna - Imola - Cesena, www.destefani.net


ESSERE

In difesa

DELLE DONNE ALESSANDRA BAGNARA È COMMISSARIO DI POLIZIA LOCALE DI RAVENNA CON L’INCARICO DI VICECOMANDANTE E PRESIDENTE DI LINEA ROSA, ASSOCIAZIONE CHE CELEBRA I SUOI PRIMI 30 ANNI. di Anna De Lutiis / ph Lidia Bagnara

A

Alessandra è una donna solare, sempre sorridente e disponibile a confrontarsi sui problemi di chi si rivolge a lei. È un personaggio molto conosciuto a Ravenna, non solo perché vicecomandante della Polizia locale, ma soprattutto perché è presidente dell’associazione antiviolenza contro le donne, Linea Rosa, da circa trent’anni. Negli anni, Linea Rosa è diventato un punto di riferimento per le donne che subiscono violenza, un porto sicuro in cui ripararsi dalle tempeste, tra consigli, assistenza legale e accoglienza. Alessandra Bagnara ha un carattere molto determinato, ha ben chiare le finalità del suo impegno nel sociale ed è interessante conoscerla come donna, per capire come sono avvenute le sue scelte nella vita. Quando hai preso la decisione di fare la poliziotta? “Sono stata una bambina molto coccolata fino a cinque anni. Mio padre accontentava ogni mio desiderio. Ero circondata dalle bambole più sofisticate, quelle che parlavano inserendo un dischetto, ma io le guardavo soltanto; passa-

8

IN MAGAZINE

vo le giornate a giocare con una macchinina della polizia, immedesimandomi in quello che immaginavo fosse il loro lavoro. Poi, mio padre andò via per sempre, mettendo un punto alla mia breve vita dorata che acquistò una normalità grazie al lavoro e ai sacrifici di mia madre, alla quale ancora oggi sono riconoscente.” Anche il periodo scolastico ti ha riservato delle amarezze? “Sì. Mi piaceva studiare e mi ero iscritta al liceo classico ma la mia insegnante di Lettere mi fece capire che, viste le mie condizioni poco agiate, avrei dovuto orientarmi verso un indirizzo più pratico. La presi male e cambiai scuola, mi diplomai all’Istituto Magistrale. Poi però mi sono presa una rivincita, laureandomi in Sociologia a indirizzo Umanitario.” Queste circostanze, mi sembra di capire, hanno rafforzato il tuo carattere e ti hanno resa più determinata. “Sicuramente. Lessi di un bando, al Comune di Ravenna, per arruolarsi nella Polizia. Studiai come una matta ma fui scartata per insufficienza toracica. Può far


IN MAGAZINE

9


“Sono rimasta in carica fino al 2011. Parlando di eventi importanti, cito in particolare un convegno Internazionale di tre giorni, organizzato al Teatro Alighieri di Ravenna, che ha visto la partecipazione di donne provenienti da tutto il mondo coinvolte attraverso reti internazionali.” Parliamo di oggi: come si stabilisce il rapporto tra Linea Rosa e una donna che chiede aiuto? “Tutto inizia con una telefonata all’associazione su iniziativa pro-

“TUTTO INIZIA CON UNA TELEFONATA ALL’ASSOCIAZIONE. POI ACCOGLIAMO LA DONNA IN UN LUOGO IN CUI PUÒ RACCONTARE LA SUA STORIA E, NEI CASI PIÙ GRAVI, LE PROPONIAMO LA CASA RIFUGIO,” RACCONTA ALESSANDRA BAGNARA.

sorridere ma trent’anni fa i riferimenti per superare le prove erano tutti al maschile. Contestai platealmente e fui ammessa al Corso insieme alle altre ragazze precedentemente scartate. Oggi sono soddisfatta del mio lavoro e sento la stima nell’ambiente che mi circonda mentre svolgo l’incarico di vicecomandante.” Come sei arrivata a Linea Rosa? “Era il 1990 quando trovai in biblioteca un volantino che annunciava un corso di formazione per organizzare un telefono per le donne in difficoltà. In trenta, unite, siamo andate dal notaio e abbiamo firmato l’atto costitutivo di Linea Rosa, nel dicembre 1991. A dicembre 2021, dunque, festeggiamo 30 anni di attività. Sono presidente dall’aprile 1995. Il primo grosso impegno fu, l’anno successivo, l’organizzazione di un Convegno nazionale al Park Hotel di Marina di Ravenna.” 10

IN MAGAZINE

In trent’anni è stato fatto un lavoro sempre più importante con l’apertura delle Case Rifugio a indirizzo segreto… “Sì, l’obiettivo è stato raggiunto grazie al contributo delle istituzioni tramite convenzioni. La prima è stata aperta nel 1998 per accogliere temporaneamente donne con i loro bambini quando la situazione era più grave. Poi nel tempo è arrivato anche il Centro di prima accoglienza, un luogo di ascolto per le donne, per capire come risolvere i problemi. Prezioso, negli anni, è stato poi il lavoro delle tante volontarie e di alcune professioniste, pronte a rispondere ai quesiti delle donne in difficoltà.” Sei stata eletta anche presidente nazionale nel 2008 a Roma, dopo che i rappresentanti di 65 Centri antiviolenza hanno costituito l’Associazione Nazionale. Cosa ricordi al riguardo?

pria, ma anche su segnalazione di assistenti sociali, forze dell’ordine, amici o famigliari. Poi la accogliamo in un luogo in cui può raccontare la sua storia, offrendo un’indicazione chiara sulle risorse disponibili, sia interne all’associazione sia sul territorio, predisponendo un piano di sicurezza in caso di grave pericolo come, per esempio, ospitalità in albergo in attesa di introdurle in Casa Rifugio.” A novembre sarà pronta un’opera per fissare materialmente questi trent’anni di Linea Rosa contro la violenza di genere. Di cosa si tratta? “Di un mosaico dedicato alle donne come messaggio di inclusione e libertà. È questo il regalo che la città farà a Linea Rosa, la cui realizzazione è finanziata dal Comune. Sarà posizionato nell’area, in fase di riqualificazione, della ex caserma Dante Alighieri e sarà composto da 225 moduli in mo-


PERGOTENDE, BIOCLIMATICHE, VELE OMBREGGIANTI, ARREDI DA ESTERNO TESSUTI E TENDAGGI ESCLUSIVI, COMPLEMENTI D’ARREDO E CARTA DA PARATI Circonvallazione S. Gaetanino 104, Ravenna T. 0544 454119 | info@casadellatenda.com | www.casadellatenda.com


“MOLTO DEL MIO TEMPO È OCCUPATO DA LINEA ROSA PERCHÉ È ANGOSCIANTE APPRENDERE DEI NUOVI FEMMINICIDI CHE AVVENGONO QUASI GIORNALMENTE. PER QUESTO, CERCHERÒ SEMPRE DI FARE TUTTO IL POSSIBILE PER AIUTARE LE DONNE.”

IN APERTURA E IN QUESTE PAGINE, ALESSANDRA BAGNARA, VICECOMANDANTE DELLA POLIZIA LOCALE E PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE LINEA ROSA.

12

IN MAGAZINE

saico ispirati ai festoni che ornano due arcate del Mausoleo di Galla Placidia, che ricordano delle piccole corone e per questo motivo sono state chiamate coroncine.” Da chi è stato realizzato questo monumento di prossima inaugurazione? “Non smetterò mai di ringraziare la Soprintendenza e le istituzioni per l’entusiasmo dimostrato

nell’accogliere la proposta, e soprattutto le sei mosaiciste di Cna Ravenna per la loro originale idea: Anna Finelli di Annafietta, Arianna Gallo di Koko Mosaico, Elisa Brighi ed Evelina Garoni di Dimensione Mosaico, Lea Ciambelli di Pixel Mosaici e Barbara Liverani di Barbara Liverani Studio. Una dedica importante, per noi motivo di orgoglio e nuova linfa per il futuro. Il nostro percorso, fatto di tanti sacrifici e grandi successi, viene poi sintetizzato e raccontato in una creazione artistica, Racconti Ravennati, fruibile e visibile a tutti, nonché permanente nel tempo. Il progetto, nato durante il lockdown, ambisce ad arricchire la città di nuove opere in grado di mandare un messaggio positivo e di speranza e, al contempo, diventare attrazioni turistiche.” Tra lavoro e impegno sociale, rimane del tempo per te? “Sono al lavoro tutte le mattine.

Quando alle ore 15-16 finisco vado a Linea Rosa e ci rimango solitamente fino alle 19-19:30. Il tempo per me, comunque, me lo ritaglio. Mi piace viaggiare, ho fatto anche viaggi lunghi in Cile, Columbia, vacanze in barca a vela, lunghe camminate. Mi piace molto il cinema, incontrare gli amici, leggere, anche se spesso mi devo concentrare sui documenti per il lavoro e Linea Rosa. Adoro anche la musica Jazz, il teatro e… ballare. Ultimamente ho seguito un corso di salsa e merengue. Comunque è vero, molto del mio tempo è occupato da Linea Rosa perché è angosciante apprendere dei nuovi femminicidi che avvengono quasi giornalmente. Per questo, cercherò sempre di fare tutto il possibile per aiutare quelle donne che nella vita hanno incontrato persone violente che non le rispettano, che non hanno la possibilità o la libertà di scegliere cosa fare della propria vita.”


LA VERA BELLEZZA È SENZA TEMPO.

Orologi griffati, gioielli e pietre raffinate che restano nella memoria per sempre. Il negozio GL di Gian Luca Canestrini è il luogo giusto per chi vuole donarsi o regalare un pezzo unico, dai pezzi di produzione artigianale, moderni, innovativi e finemente lavorati, agli anelli, collier e bracciali vintage. Per la gioia di chi sogna qualcosa di esclusivo e di poco commerciale. GIAN LUCA CANESTRINI Via Carlo Cattaneo, 14 Ravenna | T. 0544 219047 | luca.canestrini@libero.it


ESSERE

Imprenditoria

SOCIALE

LA COOPERATIVA FAENTINA BOTTEGHE E MESTIERI È UN OTTIMO ESEMPIO DI COME ESSERE COMPETITIVI MA ANCHE UMANI. CE NE PARLANO CLAUDIO MITA ED EMANUELE MONDINI.

S

di Roberta Bezzi / ph Lidia Bagnara

Si può fare impresa, e quindi essere competitivi sul mercato, anche in ambito sociale? La risposta è sì, se si prende come esempio Botteghe e Mestieri, la cooperativa con nuova sede in via Ravegnana 218 a Mezzeno di Faenza, nata nel 2005 per occuparsi dell’inserimento lavorativo di persone con disagio principalmente di natura psichica. La Pasta di Botteghe e Mestieri, prodotta in ben 50 tonnellate l’anno, così come tutte le produzioni del laboratorio artigianale di pasticceria, compresi anche panettoni e pandori, sono ormai diventati un’eccellenza. A lanciare questa sfida è stato il quarantenne Claudio Mita, fondatore e presidente, con un passato da cuoco in molti ristoranti della riviera romagnola, anche stellati come il San Domenico. In parallelo, si è laureato in Scienze della Formazione ed è diventato formatore professionale. Unire le sue due passioni è stato il passo successivo. Per dare uno sprint in più alla cooperativa in termini di redditività, prezioso è stato l’aiuto dell’amico Emanuele Mondini, conosciuto ai tempi dell’università, con esperienza in ruoli manageriali per grandi aziende. Grazie a

14

IN MAGAZINE

un’accurata analisi delle modalità di lavoro, Mondini è riuscito a impostare un sistema di controllo di gestione e a stabilire l’effettivo costo di produzione di ogni prodotto, per evitare di andare in perdita sotto il profilo economico. Claudio Mita, come le è venuta l’idea della cucina come strumento educativo attraverso la dimensione di botteghe artigiane? “La cucina mi è piaciuta sin da ragazzo, tant’è che ho iniziato presto a lavorare come cuoco. Ma ho avuto una predilezione anche per il volontariato, e sono partito dalla Caritas di Imola, passando poi a Casa Novella, associazione che dal 1990 fino al 2003 si è occupata di minori e delle loro famiglie. Anche a seguito dei miei studi, ho sempre pensato che la formazione delle persone in difficoltà dovesse passare dal lavoro piuttosto che dall’assistenza in attività occupazionali, come si tendeva invece a fare vent’anni fa. Solo nel tempo però ho capito che cucinare e preparare potesse essere terapeutico. Non credo sia casuale che il progetto abbia preso forma nella nostra terra dove il food riveste un ruolo importante, anche dal punto di vista sociale ed emotivo.”


IN MAGAZINE

15


FONDATA DA CLAUDIO MITA, FORMATORE PROFESSIONALE CON UN PASSATO DA CUOCO ANCHE IN RISTORANTI STELLATI, LA COOPERATIVA È FRUTTO DELL’IDEA DELLA CUCINA COME STRUMENTO EDUCATIVO ATTRAVERSO LA DIMENSIONE DI BOTTEGHE ARTIGIANE.

Può spiegare meglio cosa intende? “Cosa c’è di meglio in Romagna dello stare insieme a tavola e del buon cibo, che si lega alle cure primarie, ai primi anni di vita, alle nonne e alle mamme che preparano qualcosa di buono? Basti pensare poi a certi profumi che sono capaci di scatenare qualcosa di incredibile a livello inconscio. Come quello del brodo che evoca immediatamente il pranzo della domenica.” Tutto è iniziato nel 2005 con un piccolo laboratorio di pasta fresca… “Sì. Spinti dalla forte richiesta

dei servizi sociali, abbiamo realizzato inizialmente due corsi di formazione per poi avviare queste persone ad aziende del territorio. Purtroppo non siamo riusciti a collocarle tutte, così abbiamo pensato di creare noi una nuova cooperativa, rilevando un piccolo laboratorio di pasta fresca.” Qual è stata la sfida più grande? “Valorizzare tutti i nostri lavoratori, che attualmente sono una ventina, nella consapevolezza che non tutti possono fare tutto. Malgrado i fallimenti, che non sono mancati, il percorso lavorativo si è rivelato terapeutico per gran parte delle sessanta persone che in questi anni abbiamo accolto. Ognuno di loro ha la sua strada, non riusciamo a tenere tutti, ma c’è chi resta e chi va via perché trova lavoro altrove. Abbiamo cercato di ribaltare il concetto classico dell’assistenzialismo: al posto del principio io capace aiuto te incapace e ti offro un lavoretto in cooperativa, preferiamo il facciamo insieme qualcosa di importante.” I risultati sono presto arrivati: può elencarne alcuni? “La pasta è il nostro punto di for-

za, in particolare quella ripiena come il cappelletto e il cappellaccio di robiola, il più particolare. Puntando sulla qualità e sulla territorialità, nell’ambito del progetto Filiera agricola sociale, abbiamo avviato un accordo con diversi agricoltori per avere uova, farina, formaggi e vegetali. I nostri prodotti sono venduti da alcune catene della grande distribuzione in Italia e da Eataly in Europa. Ma serviamo anche chef e ristoranti, come quelli del marchio Scrambler Ducati Food Factory o la Pasta del Maestro Pastaio Raimondo Mendolia, con cui abbiamo siglato accordi che per noi sono motivo d’orgoglio. In più, gestiamo due negozi per il pubblico a Faenza e a Riolo Terme, uno shop online diretto, in cui, vendiamo prodotti anche di altre cooperative sociali, Bottegadelmonastero.it, con cui spediamo ogni anno ben 3.000 pacchi di prodotti dei monaci in Europa, con circa 2.000 referenze. Con la Bottega di Casa Novella ci occupiamo poi di consegne a domicilio, mentre presto avvieremo un laboratorio di pasticceria nella nuova sede per accrescere la produzione di pandori e panettoni, grazie an-

IN APERTURA, CLAUDIO MITA, FONDATORE E PRESIDENTE DELLA COOPERATIVA BOTTEGHE E MESTIERI, INSIEME ALL’AMICO EMANUELE MONDINI, GRAZIE A CUI L’ATTIVITÀ È STATA RESA REDDITIVA. IN QUESTA PAGINA, ALCUNI LAVORATORI MOSTRANO IL RISULTATO DEL LORO IMPEGNO.

16

IN MAGAZINE


L’autunno... sempre al

Via Ponte Marino, 19 • Ravenna Centro • www.mariani-ravenna.it • Per prenotazioni: Tel. +39 0544 215206


EMANUELE MONDINI, CON ESPERIENZA IN RUOLI MANAGERIALI PER GRANDI AZIENDE, È RIUSCITO A RENDERE REDDITIVA L’ATTIVITÀ. “COME IN TUTTE LE AZIENDE, CIÒ CHE PIÙ CONTA È IL MIGLIORAMENTO DELLE CONDIZIONI DI LAVORO DELLE PERSONE.”

IN ALTO, CLAUDIO MITA ED EMANUELE MONDINI.

18

IN MAGAZINE

che alla collaborazione con la pasticceria Cenni di Faenza.” Fra le vostre commesse, c’è anche quella del gruppo di Massimo Bottura… “Sì, il gruppo è impegnato su diversi progetti sociali e, la scorsa Pasqua, abbiamo sfornato le colombe anche per la Franceschetta di Modena.” Emanuele Mondini, il suo aiuto, fra l’altro pro bono, è stato fondamentale per la crescita di Botteghe & Me-

stieri. Da dove è partita la sua analisi? “Claudio mi ha contattato per pormi il problema dell’avvio delle forniture nella grande distribuzione, di cui avevo dimestichezza. Subito mi sono accorto di alcune criticità, così ho iniziato un controllo di gestione per definire i costi delle pasta per arrivare al corretto prezzo di vendita. Con cronometro alla mano, ho preso i tempi relativi alla realizzazione di ogni tipologia di pasta in laboratorio. Così, ci siamo resi conto che alcune voci in listino erano in rimessa e andavano quindi adeguatamente alzate. C’erano dunque margini di crescita, tanto più che la pasta prodotta è di eccellenza.” Importante è stata anche la decisione di allargarsi, con l’individuazione del nuovo spazio in via Ravegnana che era un tempo una discoteca. “La ricerca non è stata facile perché inizialmente non c’erano né le risorse finanziarie necessarie per fare un acquisto, né un progetto

idoneo per convincere gli imprenditori ad aiutarci. La svolta però è arrivata proprio con la razionalizzazione delle attività del laboratorio e con l’avvio di un piano strutturato di sviluppo. Un dato vale su tutti: il fatturato è passato dai 250-300.000 euro del 2012 al milione di euro di oggi. La nostra esperienza insegna che si può osare anche con questo personale, sia in termini di sostenibilità dei conti che dell’iniziativa stessa di riabilitazione. Come in tutte le aziende, ciò che più conta è il miglioramento delle condizioni di lavoro delle persone.” Tra i tanti riconoscimenti, vi è quello di alcuni docenti della Pontificia Università Antoniana e LIUC Business School, come Giuseppe Buffon e Massimo Folador, che hanno deciso di destinarvi i diritti d’autore del loro ultimo libro Verso un’economia integrale. La via italiana alla ripresa per i progetti di inserimento lavorativo della cooperativa. Può parlarne? “Gli autori, attraverso la loro opera, cercano di diffondere un pensiero semplice ma importante basato sull’etica del lavoro, i cui valori fondativi prevedono l’integrazione tra un giusto profitto e la valorizzazione delle persone, delle comunità e dell’ambiente. In base a ciò, tutte le aziende profit dovrebbero avere intese di mutua soddisfazione. La nostra realtà è stata presa come esempio perché abbiamo imparato a confrontarci con il mercato pur mantenendo la caratteristica sociale. Negli accordi siglati con alcuni importanti brand riusciamo a intercettare la loro forza commerciale, offrendo in cambio un aiuto nella produzione che si traduce per noi nell’aumento di occasioni di lavoro per disabili. Un ciclo virtuoso.”


TEMPO DI CAMBIAMENTO?

VENDI LA TUA AUTO! VENDI IN MODO SICURO E ALLA MIGLIORE QUOTAZIONE DI SEMPRE. Acquistiamo auto di qualsiasi anno e cilindrata con pagamento immediato e garantito. Nessuna spesa aggiuntiva e nessuna responsabilità post-vendita. Fissa un appuntamento nel nostro show-room: chiamaci allo 0543 788868 e sfrutta tutti i vantaggi di un sevizio dinamico e professionale. Siboni Auto ti aspetta in Via Ravegnana 407, Forlì.

Via Ravegnana 407 Forlì | T. 0543 788868 | www.siboniauto.it


SCAMBIARE

Le casette

DEI LIBRI IL FENOMENO DELLE LITTLE FREE LIBRARY HA AVUTO UN AMPIO RISCONTRO A RAVENNA, DOVE L’IDEA DI CONDIVISIONE DELLA LETTURA E DELL’ASCOLTO HA ASSUNTO UNA DIMENSIONE ARTISTICA E SPIRITUALE. di Alessandra Albarello / ph Massimo Fiorentini

20

IN MAGAZINE


L

L’incontro a Ravenna con le piccole librerie di strada non è mai casuale. E soprattutto non lascia mai indifferenti. Bisogna cercarle, trovarle e poi, improvvisamente, ci si affeziona. Ce ne sono ben 22 immerse nei giardini oppure esposte fuori da esercizi commerciali, tra cui il panettiere Ceccolini di via d’Azeglio. Di queste, alcune hanno anche oltrepassato i confini della città per raggiungere Classe, Gambettola, Rimini, Cesena e perfino Bologna. Sono tutte colorate, con decorazioni che colpiscono subito gli occhi e il cuore. Un fenomeno di bookcrossing nostrano che parte da oltreoceano con le Little Free Library e che a Ravenna ha avuto uno dei riscontri più ampi. Qui il progetto è andato oltre l’idea di condivisione della lettura e dell’ascolto, assumendo una dimensione artistica e spirituale, grazie all’estro di Roberto Papetti che si è prestato a realizzarle gratuitamente, chiedendo solo il rimborso spese per i materiali utilizzati: “Per me costruire le piccole librerie di strada è una sorta di meditazione poetica. È per questo che ne curo la decorazione, colorandole e utilizzando anche delle immagini come i fiori e il galletto romagnolo,” spiega. La sua avventura è iniziata nel 2016 assieme a Daniela Mingozzi, che gli ha commissionato la prima casetta da posizionare lungo il muro del polo scolastico San Vincenzo De’ Paoli; la seconda è stata invece quella di Julie Wade in via Don Minzoni, trasferita alcuni anni dopo nel parco Bucci nel contesto di riqualificazione del giardino. Architetture minime che in alcuni luoghi assumono anche un forte valore sociale e umano, come nel caso della piccola libreria di strada inserita nel reparto di pediatria dell’ospedale. Ex dirigente in pensione di un centro di sperimentazione didattica del Comune di Ravenna, Roberto Papetti, oltre alle casette, dedica il suo tempo a molteplici progetti creativi che vanno dalla

sua grande passione di costruire giocattoli – che poi regala ai bambini o che espone come nel caso delle Gioclette (un ibrido tra gioco e biciclette) – al raccontare storie con il suo teatrino di strada kamishibai, fino a decorare otto panchine del parco di Bosco Baronio assieme a Walter e a Mirta del gruppo Amici del Parco, dedicandone una a Gino Strada uomo di pace. Dietro al progetto delle piccole librerie di strada ci sono quindi grandi sensibilità umane e dietro a ogni casetta c’è sempre una persona che se ne prende cura, controllandone costantemente le condizioni e il flusso dei libri. Ma Julie Wade ha fatto molto di più. Dopo averne adottata una a Ravenna, coinvolgendo nella ge-

“PER ME COSTRUIRE LE PICCOLE LIBRERIE DI STRADA È UNA SORTA DI MEDITAZIONE POETICA. È PER QUESTO CHE NE CURO LA DECORAZIONE, COLORANDOLE E UTILIZZANDO ANCHE IMMAGINI COME IL GALLETTO ROMAGNOLO,” RACCONTA ROBERTO PAPETTI.

stione anche le sue bambine, ha sviluppato il progetto aiutando a creare una rete di sinergie con altre persone e associazioni, per organizzare eventi e diffondere questo fenomeno culturale in diversi luoghi, compreso il campus dell’Università di Bologna, dove lei insegna. Nel frattempo, per dare una maggiore identità all’iniziativa, Roberto Papetti ha realizzato anche un timbro exlibris ad hoc. A Ravenna alcune casette sono state denominate Piccola Libreria di Strada, altre invece sono entrate a far parte ufficialmente del circuito delle Little Free Library… Ma la cosa più importante è che, grazie anche a

IN APERTURA, ROBERTO PAPETTI E UN BAMBINO SCELGONO UN LIBRO DA UNA DELLE NUMEROSE CASETTE REALIZZATE DALL’EX DIRIGENTE IN PENSIONE.

IN MAGAZINE

21


LA STATUNITENSE JULIE WADE, RACCOGLIENDO IL TESTIMONE DI DANIELA MINGOZZI, HA SVILUPPATO IL PROGETTO AIUTANDO A CREARE UNA RETE DI SINERGIE CON ALTRE PERSONE E ASSOCIAZIONI, PER DIFFONDERE QUESTO FENOMENO CULTURALE.

Andrea Caccìa e Sara Gini di CittAttiva, è stato firmato recentemente un patto del Comune per stabilire un network con regole precise e costituire un punto di riferimento e collegamento per tutti coloro che, a Ravenna, vogliono creare e gestire una casetta. A rappresentare i firmatari del patto Livia Santini, una docente recentemente no-

minata Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana per il suo impegno costante nel volontariato e che, prossimamente, inaugurerà la sua Little Free Library al parco Fagiolo, dedicandola a una volontaria scomparsa recentemente. Ma come funziona questa condivisione virtuosa? “Non vogliamo essere troppo fiscali, ognuno prende i libri che desidera e non importa se poi non li restituisce o non ne inserisce altri, l’importante è che tragga piacere dalla lettura,” spiega Julie Wade che, arrivata dall’America per studiare all’Università di Bologna, si è poi trasferita a vivere a Ravenna. Perché il potere delle casette è enorme: “Personalmente, essendo straniera, questa attività mi ha aiutata a conquistare un mio spazio e un senso di identità e appartenenza all’interno della comunità,” ci dice Julie. E aggiunge: “La condivisione e

la curiosità per l’altro sono al cuore del progetto. In un mondo in cui siamo orientati al digitale, tenere in mano un libro di carta, che ha magari viaggiato nel tempo, aiuta a collegare persone e generazioni. Ad esempio, recentemente, ho trovato nella casetta dei libri ben tenuti ma evidentemente risalenti a molti anni fa, firmati da Lidia.” I libri creano quindi connessioni e rendono liberi. E poi, attraverso la lettura e l’ascolto, sicuramente curano, sublimando il proprio vissuto personale. Chi non ha infatti un suo libro del cuore che lo ha aiutato a superare i periodi più difficili? “Per me è I Fratelli Karamazov perché è legato alla mia infanzia e ai problemi che avevo con mio padre, un tiranno buono,” ci risponde Roberto Papetti, facendo intravedere che, dietro a ogni persona, c’è sempre una storia preziosa da scoprire. E anche un libro...

IN ALTO, UNA CASETTA REALIZZATA DA ROBERTO PAPETTI. A LATO, DA SINISTRA, JULIE WADE, AL CENTRO VERONICA PARATO, GIOVANE ANTROPOLOGA CHE COLLABORA PER LA LETTURA DURANTE I TEATRINI KAMISHIBAI E INFINE L’ARTISTA ROBERTO PAPETTI.

22

IN MAGAZINE


1.400 AZIENDE E 50.000 LAVORATORI HANNO GIÀ SCELTO MEDOC.

Prevenire e produrre in sicurezza, con la consulenza globale del gruppo Medoc, non è più un obiettivo ma una realtà. In oltre 20 anni di attività, Medoc ha rivoluzionato la medicina del lavoro in Romagna, con quattro sedi fra Cesena, Forlì e Bologna e otto cliniche mobili. Per proteggere sempre meglio l’azienda, i lavoratori e le loro famiglie.

Sede Forlì Viale Vittorio Veneto 1/A Forlì | T. 0543 36970 Sede Cesena Piazza F. Modigliani 43 Pievesestina di Cesena (FC) | T. 0547 318851 Sede Bologna Via Corticella 181/4 Bologna | T. 051 321115 info@medoc.it | www.medoc.it


24

IN MAGAZINE


SUONARE

Divino

ARCHETTO IL RAVENNATE ENRICO ONOFRI È DIRETTORE PRINCIPALE DELLA FILARMONICA TOSCANINI DI PARMA. DA OLTRE VENT’ANNI CONCILIA BRILLANTEMENTE LA CARRIERA DI VIOLINISTA SOLISTA E DIRETTORE.

C

di Roberta Bezzi / ph Enrico Chico De Luigi

Cresciuto in una famiglia di artisti e in un ambiente stimolante da cui ha tratto ispirazione, il ravennate Enrico Onofri è però l’unico a interessarsi alla musica e a intraprendere una carriera folgorante e multiforme che lo ha portato a diventare violinista solista e, in contemporanea, direttore. Invitato da orchestre, teatri d’opera e festival di tutto il mondo, dal 2020 è stato nominato direttore principale della Filarmonica Toscanini di Parma. Dal 2019 è anche direttore ospite principale della Haydn Philarmonie a Eisenstadt, direttore musicale dell’Accademia Montis Regalis, e da poche settimane anche alla guida dell’Orchestre National d’Auvergne, insieme a Thomas Zehtmaier e Christian Zacharias. E non finisce qui, visto che insegna regolarmente, tiene masterclass in Europa, Usa e Giappone, incide CD con etichette di prestigio. Non stupisce, dunque, che sia stato insignito di numerosi riconoscimenti fra cui il Premio F. Abbiati come miglior solista dell’anno nel 2019 e il Diapason d’or de l’année 2020, solo per citare i più recenti. Onofri, suo padre e suo fratello sono pittori. Cosa l’ha

spinta verso la musica? “Ho sempre apprezzato la musica classica, in particolare quella di Bach, Mozart e Beethoven, che mio padre ascoltava nel suo studio mentre lavorava. In casa avevamo un pianoforte che dall’età di 8 anni mi divertivo a strimpellare. Ho sempre sognato di fare lo scienziato ma sono stato folgorato da un violino per bambini acquistato da mio padre come modello per dipingere. Lì è cominciato tutto, ma avevo già 14 anni. Presto, mi sono interessato alla musica del Seicento e Settecento e di altri repertori. Al riguardo devo ringraziare i miei genitori, antiquari, che mi hanno trasmesso l’amore per il passato e la curiosità di ricostruire la musica anche attraverso la forma originaria degli strumenti.” Come è riuscito a bruciare le tappe? “Il sentiero è stato aspro ma veloce grazie ai consigli di musicisti che frequentavo a Ravenna. A 18 anni ho deciso di emigrare a Milano dove ho studiato con il violinista Carlo De Martini. Mi sono avviato presto alla professione raccogliendo l’invito di Jordi Savall a ricoprire il ruolo di concertmaster nella sua orchestra,

La Capella Real.” Da anni lavora sia come solista che come direttore d’orchestra. Come riesce a conciliare le due cose? “Essendo sempre stato solista o primo violino di spalla, il passaggio a direttore è stato naturale. In fondo è ciò che già accadeva a inizio Ottocento nel teatro d’opera, quando chi dirigeva lo faceva dal posto di primo violino: suonava le prime note di un’aria e poi sollevava l’archetto, passando infine al solo gesto della direzione. Dal podio riesco a esplorare e approfondire maggiormente la partitura. Anche se il 70% della mia attività è ora da direttore, non abbandonerò però mai del tutto il violino.” Come violinista, quale momento ricorda con maggiore emozione? “Di certo una delle esperienze per così dire fondative del mio essere artistico, quando ho partecipato alle produzioni di Nikolaus Harnoncourt, forse il più grande dei direttori che si sono dedicati alle prassi esecutive storiche. A ogni modo per un artista ogni concerto è magico perché è il momento finale, il realizzarsi di un percorso.” IN MAGAZINE

25


ph Maria Svarbova

“HO SEMPRE APPREZZATO LA MUSICA CLASSICA CHE MIO PADRE ASCOLTAVA NEL SUO STUDIO. MA DA PICCOLO SOGNAVO DI FARE LO SCIENZIATO FINCHÉ SONO STATO FOLGORATO DA UN VIOLINO ACQUISTATO DA MIO PADRE COME MODELLO PER DIPINGERE.”

IN QUESTE PAGINE, IL VIOLINISTA SOLISTA E DIRETTORE D’ORCHESTA ENRICO ONOFRI.

26

IN MAGAZINE

Come ha accolto la nomina a direttore della Filarmonica Toscanini e che progetti ha per il prossimo futuro? “Con entusiasmo e orgoglio. Dopo anni passati all’estero, l’ho visto come un bel riconoscimento da parte del mio Paese, che ho sempre nel cuore. La mia presenza non è ovviamente legata al fatto che sono romagnolo, ma an-

che questa è una bella coincidenza. Al momento, come direttore d’orchestra, è il mio impegno più importante. Stiamo lavorando su Haydn e Mozart, quindi sulla classicità, ma presto esploreremo anche il repertorio più tardo.” Crede che non avrebbe potuto fare questa brillante carriera restando in Italia? “Purtroppo è così. Chi come me è cresciuto in una città di provincia deve anzitutto spostarsi in una grande città. Ma questo accade anche oltreconfine. Quando ancora ero a Milano, a soli 20 anni sono divenuto concertmaster e violino solista de Il Giardino Armonico ma, nonostante i tanti riconoscimenti all’estero, la città ha dato poco al gruppo. Oltreconfine c’è un’attenzione maggiore e lo si vede anche dalla quantità di pubblico, fra l’altro anche giovane, che riempie le sale. In Italia è venuta a mancare la formazione

musicale nelle scuole e questo determina nel tempo una maggiore difficoltà nel ricambio generazionale e nell’attrarre il pubblico. Per questo il sovrintendente della Toscanini sta cercando di offrire un panorama musicale più ampio possibile.” La musica ha avuto una vera e propria battuta d’arresto con il Covid-19. Come guarda al futuro? “Con un certo ottimismo e con la speranza di aver lasciato il peggio alle spalle. Rispetto allo scorso anno, grazie ai vaccini, c’è un certo fermento e la voglia di ricominciare con i teatri pieni. Per quanto mi riguarda, ho un’agenda di impegni fittissima e mi auguro di poter intraprendere la prossima tournée programmata in Giappone, impresa non semplice considerando che fuori dall’Europa ci sono regole molto rigide in termini di quarantena.”


Scegli il lavoro che ami e non dovrai lavorare neppure un giorno della tua vita.

SERVIZI AMMINISTRATIVI FISCALI

CONSULENZA DI DIREZIONE AZIENDALE

SERVIZI TELEMATICI

PAGHE

QUALITÀ E SICUREZZA

SERVIZI AMMINISTRATIVI ATTIVITÀ DI TURNAROUND

GRUPPO KEOPE | Via Berlinguer, 84/96-1 Ravenna | Tel. 0544 1952611


SCRIVERE

Cercasi

ARMONIA CON UN PASSATO DA MUSICISTA IN UNA BAND, STEFANO BON È OGGI AL SUO TERZO ROMANZO, OLTRE CHE IMPEGNATO NELL’ORGANIZZAZIONE DI DIVERSI FESTIVAL DI LETTERATURA.

L

di Alessandra Albarello / ph Massimo Fiorentini

La prima stesura dei suoi libri la scrive d’impulso, rigorosamente a mano, su quaderni a spirale e con una penna a sfera che si adegua alla velocità del suo tratto e del suo pensiero. Con un passato da musicista in una band (anche in quel caso era lui a comporre i testi delle canzoni), e un presente come scrittore, Stefano Bon è giunto al suo terzo romanzo, Così come sei (Clown Bianco Edizioni). Curioso di natura, studia l’astrologia, ma a volte non ha proprio il tempo di aspettare che le congiunzioni astrali gli siano favorevoli. Perché la sua vita è sempre di corsa, tra incontri con persone che per lui equivalgono a un viaggio, e gli impegni con Il Tempo Ritrovato e ScrittuRa Festival, iniziative letterarie create assieme a Matteo Cavezzali. Anche se nei suoi romanzi predilige il non luogo, sono però evidenti i riferimenti geografici e il suo legame con Ravenna, visto che le storie sono spesso ambientate in città piccole, vicino al mare… In Così come sei c’è una frase che racchiude l’essenza di tutta la storia? “È nell’incipit del libro, la prima frase: Una storia d’amore dove c’è solo l’amore. Due persone si in-

28

IN MAGAZINE

contrano e iniziano una relazione che sembra come tutte le altre; in verità sarà qualcosa di speciale e di unico, sia per la durata, quarant’anni, che per la modalità. Infatti per tutto questo tempo, mentre l’esistenza si snoda, nessuno di loro saprà mai nulla dell’altro. Perché, come riportato nella quarta di copertina: La strada più rapida per arrivare alla felicità, forse è essere all’oscuro di tutto. Qual è il fil rouge che lega i suoi tre romanzi? “La ricerca dell’armonia, che non è la felicità. La felicità è un momento; l’armonia è uno stato della mente, un qualcosa, forse irraggiungibile, a cui tendiamo tutti per cercare di dare un significato alla nostra esistenza. Nel mio primo romanzo, Il giorno in cui sono stata uccisa… è stato il più bello della mia vita, una ragazza che ha appena compiuto diciotto anni va alla ricerca di un sogno che risponde alla ricerca di giorni migliori dei suoi, immersi nella noia, e lo fa a rischio della vita. Nel secondo, La ragazza che andò all’inferno, una giovane donna, restando vedova, perde tutti i punti di riferimento, fino a compromettere la sua sopravvi-

IN ALTO, STEFANO BON, SCRITTORE RAVENNATE.


“IL FIL ROUGE DEI MIEI TRE ROMANZI? LA RICERCA DELL’ARMONIA, CHE NON È LA FELICITÀ. LA FELICITÀ È UN MOMENTO; L’ARMONIA È UNO STATO DELLA MENTE, QUALCOSA A CUI TENDIAMO TUTTI PER CERCARE DI DARE SIGNIFICATO ALL’ESISTENZA.”

venza, così trova un modo estremo ma efficace, per recuperare la sua sicurezza. Anche in Così come sei troviamo due personaggi, una lei e un lui che, da semplici amanti, si trasformano in qualcosa di diverso. Si perdono per poi ritrovarsi, proprio per la continua ricerca di uno stato di armonia.” Che cosa vuol dire decidere

di essere se stessi e quanto costa? “Per qualcuno che possiamo genericamente definire artista, quindi dedito alla scrittura o ad altre forme di espressione, vuol dire trovare la giusta chiave per interpretare il mondo. Davanti a questa percezione si può scegliere se accettarla in toto, quindi essere se stessi, o respingerla. Il prezzo può essere altissimo se non avviene questa accettazione, perché può snaturare completamente la nostra esistenza.” Lei è tra gli organizzatori di ScrittuRa festival. Qual è stato il riscontro dell’ultima edizione? “È stata un’edizione difficile, come per tutte le altre manifestazioni. Il festival è nato per l’amore verso la letteratura ed è fatto di contatto, fra le autrici e gli autori e il pubblico, ed è questo contatto

che è stato meno intenso a causa delle misure anti-pandemia. In più si sono amplificate le problematiche relative agli spazi, che andrebbero gestiti in modo diverso. La passione però non è scesa di un grado, anche nei momenti del lockdown più duro abbiamo continuato a progettare e a tenere contatti.” Leggere può curare, soprattutto in questo momento? “Sì, certo, ma non leggere per migliorare la vita, perché è un qualcosa che non ci rende migliori, bensì è in grado di fornirci le lenti giuste alla nostra vista sfocata sul mondo. Esiste un libro, o più di uno, giusto per ognuno di noi, si tratta solo di saperlo trovare. Gli ultimi mesi ci hanno dato modo di capire cosa può essere il vero silenzio, quello che non è pace ma solitudine, e riempirlo di parole, di trame, di pensieri, di sogni è IN MAGAZINE

29


IN ALTO, LO SCRITTORE STEFANO BON. CON COSÌ COME SEI È GIUNTO ALLA SUA TERZA PUBBLICAZIONE E IL SUO QUARTO MANOSCRITTO STA GIÀ CIRCOLANDO FRA AGENTI E CASE EDITRICI.

30

IN MAGAZINE

stato salvifico.” E, invece, scrivere per lei che significato assume e quando ha deciso di diventare uno scrittore? “Per me scrivere è un atto naturale. Negli anni mi sono occupato anche di musica, cinema e teatro, ma la scrittura è sempre stata alla base di ogni progetto. Non credo che si decida di diventare qualcosa, almeno io non l’ho fatto. Sono stato ammaliato dai libri sin da quando ero bambino, ma ciò che mi affascina più di tutto è proprio il gesto della scrittura: infatti, in prima stesura, scrivo tutto a mano, e ho sempre la sensazione che l’atto dello scrivere sia un atto d’amore.” Ci può dare un’anticipazione sui suoi prossimi progetti e affidarci un viatico per nuovi scrittori? “Ho già un romanzo nuovo che sta girando fra agenti ed editori

“PER ME SCRIVERE È UN ATTO NATURALE. CIÒ CHE MI AFFASCINA PIÙ DI TUTTO È PROPRIO IL GESTO DELLA SCRITTURA: IN PRIMA STESURA, SCRIVO TUTTO A MANO, E HO SEMPRE LA SENSAZIONE CHE SCRIVERE SIA UN ATTO D’AMORE.”

e un altro da editare. In autunno esce un mio racconto su un’antologia di autori nati in Romagna e con l’anno nuovo terrò tre piccole conferenze su alcuni aspetti della letteratura, una cosa che non ho mai fatto. Ai nuovi ma anche ad alcuni vecchi scrittori do il consiglio più banale del mondo: leggere e scrivere sempre, di continuo: i risultati arriveranno di sicuro.”


Vetras Serramenti, da 60 anni specialisti nella progettazione e realizzazione di finestre, di infissi in legno e PVC e prodotti vetrari per l'edilizia e per l'architettura di interni. L’Azienda è in grado di eseguire tutti i lavori di infissi detraibili fiscalmente del 50% Eco Bonus e cessione del credito. Anche con il 110% Super Eco Bonus, grazie al Decreto Rilancio!

Ravenna, Via Trieste 200 T 0544 420255 commerciale@vetras.it info@vetras.it vetras.it


ADVERTORIAL

ORIGINAL PARQUET TUTTA LA BELLEZZA DEL LEGNO

L’AZIENDA CON SEDE AD ALFONSINE, NATA NEL 1994 DALLE IDEE DELLA FAMIGLIA BALLARDINI, È OGGI LEADER IN EUROPA NELLA PRODUZIONE DI PAVIMENTI IN LEGNO DA INTERNO E DA ESTERNO. L’ULTIMA NOVITÀ È LO SHOWROOM DI CIRCA 1.000 MQ.

1

IN MAGAZINE

Grazie all’alta artigianalità, che si traduce nella cura dei dettagli e nell’alta qualità delle personalizzazioni e delle finiture, Original Parquet è oggi leader in Europa nella produzione dei pavimenti in legno da interno e da esterno. “L’azienda nasce ufficialmente nel 1994,” racconta il titolare Giovanni Ballardini, “con la mia famiglia che già dal 1979 era attiva nel settore dell’edilizia, occupandosi di vendita di materiali, piastrelle e cucine. Proprio in quegli anni mio nonno e mio padre, spinti da una grande passione per il legno, ebbero l’idea di aggiungere i parquet alle classiche piastrelle. Il primo passo è stato l’acquisto di un magazzino in via dell’Artigianato 18 ad Alfonsine, dove tuttora siamo ma con una sede triplicata.” All’inizio l’azienda si occupa di vendita all’ingrosso di pa-

vimenti in legno con essenze esotiche, in prevalenza teak, doussiè e massello. Gli ottimi risultati portano presto al raddoppio del magazzino e all’acquisto di macchinari per avviare una linea di finitura per produrre i pavimenti ed essere quindi più indipendenti. “Il primo vero cambiamento è avvenuto tra il 2000 e il 2005,” ricorda Ballardini, “in concomitanza con l’esplosione sul mercato dei pavimenti prefiniti, in cui solo lo strato superficiale è in legno nobile per avere prezzi più contenuti e competitivi. Così, abbiamo cominciato a lavorare soprattutto il rovere, particolarmente apprezzato dalla clientela perché può essere verniciato dal tono più chiaro a quello più scuro a seconda dei vari gusti. Tra il 2010 e il 2015, con l’acquisto di una pressa sezionatrice e di una troncatrice ad arricchire il la-

boratorio artigianale, siamo riusciti a diventare completamente autonomi realizzando l’obiettivo del ciclo completo di costruzione del pavimento in legno. L’attenzione alle nuove tecnologie ha poi portato, tra il 2019 e il 2021, all’ingresso di nuovi macchinari per migliorare la qualità e la definizione di finitura.” L’ultimo gioiello di Original Parquet, dopo il laboratorio artigianale, è il grande showroom di via del Lavoro 4 di oltre 1.000 mq che è una vera e propria esposizione-museo a disposizione di clienti e professionisti provenienti da tutta Europa. La sua funzione è duplice: punto vendita importante anche per il territorio e luogo di incontro per clienti e agenti italiani esteri, adatto anche a conferenze e corsi di formazione per architetti durante gli Original Parquet Day.


ADVERTORIAL

Durante la pandemia da Covid-19 lo showroom ha iniziato a lavorare su appuntamento con clienti e procacciatori e presto potrà iniziare la fase successiva con l’organizzazione dei vari eventi. D’altra parte l’azienda vende direttamente all’utente finale solo in Provincia di Ravenna, mentre in tutte le altre zone d’Italia e del mondo tramite una rete di rivenditori. L’interesse verso il pavimento in legno è stato crescente nel corso degli anni: “Da prodotto di nicchia è diventato un prodotto top scelto quasi sempre in caso di ristrutturazione,” spiega Giovanni Ballardini. “A dare una forte accelerazione è stata proprio la pandemia, grazie alle varie agevolazioni fiscali: nell’ultimo anno e mezzo la domanda è addirittura triplicata. Restando più a lungo a casa, molte persone hanno pensato di valorizzare gli ambienti domestici con il legno che dona calore e comfort. A restare competitive sul mercato sono rimaste le aziende più strutturate come la nostra. I nostri dati sono significativi, visto che abbiamo registrato un aumento del fatturato del 40%

rispetto al 2020, anno che ha molto risentito delle chiusure da lockdown, e del 20% rispetto al 2019, nonostante i lunghi tempi di approvvigionamento e la difficoltà nel reperimento delle materie prime.” Oggi chi continua a scegliere Original Parquet, lo fa per numerosi buoni motivi: anzitutto perché l’azienda rispetta l’ambiente

come dimostrato anche dalle varie certificazioni ottenute nel corso del tempo, come quella di Alta calpestabilità, senza contare poi che i prodotti sono rigorosamente Made in Italy, in quanto realizzati nello stabilimento di Alfonsine, dalla pressatura al packaging finale, con un completo controllo di filiera. L’azienda poi continua a investire nella ricerca a livello di tecnologia e impiantistica seguendo la regolamentazione vigente Industria 4.0, e a mettere il cuore nella soddisfazione della propria clientela. Sempre più di tendenza, i pavimenti di Original Parquet si distinguono anche per la versatilità: grazie alla loro durezza, elasticità, resistenza a usura e graffi, possono essere impiegati in qualsiasi ambiente. Il legno nobile che costituisce le planche, compreso tra 4-5 mm, garantisce infine ai pavimenti di durare per tutta la vita.

DALLA VENDITA ALL’INGROSSO DI PAVIMENTI IN LEGNO CON ESSENZE ESOTICHE, L’AZIENDA È ARRIVATA A REALIZZARE L’OBIETTIVO DEL CICLO COMPLETO DI COSTRUZIONE DEL PAVIMENTO IN LEGNO NEL PROPRIO LABORATORIO ARTIGIANALE. RICERCA E INNOVAZIONE SONO IL PUNTO DI FORZA.

SEDE - PRODUZIONE Via dell’Artigianato 18 | SHOWROOM Via del Lavoro 4 Alfonsine (RA) T. 0544 80696 | www.originalparquet.com IN MAGAZINE

2


PROGETTARE

Paesaggi

DELL'ANIMA IL CINEMA E UNA SCUOLA DI VOCALITÀ, OLTRE AL TEATRO, SONO AL CENTRO DELLE NUOVE ATTIVITÀ DEL REGISTA E DRAMMATURGO MARCO MARTINELLI E DELL’ATTRICE, AUTRICE E SCENOGRAFA ERMANNA MONTANARI.

M

di Chiara Bissi / ph Lidia Bagnara

Marco Martinelli, drammaturgo e regista, ed Ermanna Montanari, attrice, autrice, scenografa, anime del Teatro delle Albe con Luigi Dadina e Marcella Nonni, trent’anni fa hanno dato vita a Ravenna Teatro, facendo del

IN QUESTE PAGINE, ERMANNA MONTANARI E MARCO MARTINELLI, PRONTI AD AFFRONTARE INSIEME NUOVI ENTUSIASMANTI PROGETTI.

34

IN MAGAZINE

teatro Rasi un centro di produzione e ricerca. Oggi è tempo per nuove sfide: il cinema, linguaggio amatissimo per Marco; una scuola di vocalità per Ermanna. Impegnati su entrambi i fronti insieme, come fu per il Rasi, luo-

go riconsegnato alla città, Martinelli e Montanari sono all’opera per offrire dal mese di ottobre un corso di alta formazione vocale per 15 studenti artisti, ma anche un luogo aperto alla città, un centro studi con archivi sonori dedi-


cati alla scena contemporanea. Ci saranno spazi per pratiche vocali rivolte ai cittadini. Il destino ha voluto che il luogo fosse palazzo Malagola di via di Roma, di proprietà della Provincia. Un nome che può leggersi anche con il tratto: Ma-la-gola, come illustrato dal disegno di Stefano Ricci nel manifesto della scuola. Ed è nel palazzo recuperato per la nuova funzione che Martinelli e Montanari con una sola voce raccontano. Perché un nuovo progetto? “Siamo oltre il mezzo del cammin di nostra vita, dopo anni di lavoro c’è bisogno di trasformare la propria pelle per non irrigidirsi. Così nasce la scuola di vocalità che mette in forma questi 40 anni di ricerca sulla voce e sul suono. I calligrafi cinesi cambiavano nome a 50 anni per potersi vedere con altri occhi: pensavamo a questo quando questo luogo è apparso. Ravenna Teatro tutta è impegnata nel recupero del palazzo e nella gestione di Malagola.” L’idea nasce quindi prima dell’approdo a palazzo Malagola? Ermanna: “Nel 2020, appena scattato il lockdown mi è venuto di getto, in un giorno solo, questo piccolo manifesto di vocalità. Ci siamo confrontati e ci siamo detti che ci voleva una scuola. Abbiamo presentato al sindaco la proposta di una scuola aperta alla città, dopo il Cantiere Dante e la

chiamata pubblica non volevamo disperdere quel patrimonio. Di anno in anno, Marco curerà una modalità drammaturgica per coinvolgere i cittadini.” Poi cosa è accaduto? E.: “Il sindaco ci ha mostrato questo luogo che ospitava degli uffici e un tempo era appartenuto alla famiglia Malagola. Una volta aperto, ai nostri occhi era già una scuola, con gli spazi per la didattica e le prove, e poi al piano terra gli archivi sonori e d’arte, il giardino, con entrata libera. Con Enrico Pitozzi, vicepresidente, e Silvia Pagliaro, coordinatrice della scuola, abbiamo partecipato a un bando per accedere a fondi europei e attivare la scuola gratuita per compositori elettroacustici, registi e cantanti da tutt’Italia e per promuovere attività aperte alla città. In questo ultimo anno c’è stata una grande ripresa della dimensione acustico vocale, dalle produzioni radiofoniche, alla ricerca per audioguide nei musei, ai cartoni animati. Sarò fra i docenti come Mariangela Gualtieri, Meredith Monk che verrà appositamente per noi, e poi Roberto Latini e Moni Ovadia. Marco seguirà nel 2022 la ripresa del Cantiere Dante con Inferno, Purgatorio e Paradiso.” Il periodo di chiusura a causa dell’emergenza sanitaria ha accelerato anche l’impegno sul cinema? Marco: “Ultimo è arrivato Fe-

SPOSA & FLORAL DESIGN

Via Bovini, 30 Ravenna | T. 349 2983111 www.rosascarlattaravennafiorishoponline.com


sono due strade che si intrecciano, durante il lockdown abbiamo montato Er con il materiale d’archivio del Teatro delle Albe. Mi sono letteralmente immerso nel nostro archivio. È come avere un altro linguaggio da spendere. Finito Inferno, Purgatorio e Paradiso realizzeremo una composizione filmica così come è stato per Er. Poi è stata la volta del cortometraggio Ulisse XXVI. Dovevamo leggere il canto di Ulisse a Roma, il Covid non ce l’ha permesso. In questo momento cinema e teatro per noi si parlano, ma non è detto che non nasca un film da una sceneggiatura autonoma. Ermanna ci ha insegnato come si porta la voce in primo piano, ma la visione del volto come paesaggio dell’anima è una dote che solo il cinema restituisce.” E il teatro? E.: “Durante il lockdown, oltre a Malagola ed Er, abbiamo ideato e costruito Madre, poemetto scritto da Marco. Una madre e un figlio, una madre caduta in un pozzo. Dopo il debutto a Castrovillari nel 2020 arriverà all’Alighieri, con Daniele Roncato e Stefano deli d’amore, un lavoro scritto e pensato con Ermanna. Lei è la voce che attraversa sette quadri per rappresentare un Dante morente, delirante di malaria. Non è un film in costume, ma più un cortocircuito fra il Medioevo e l’oggi. Ho immaginato Dante che muore e attorno a lui ci sono gli amici, gli allievi, e i signori della città. Così ho coinvolto il sindaco, e coloro che si occupano di Dante: Ivan Simonini, Franco Gabici, Franco Masotti, Giovanni Gardini, Alfredo Cottignoli, Maurizio Tarantino, il poeta Nevio Spadoni, e Alberto Cassani. Con la voce di Ermanna e la musica di Luigi Ceccarelli, ci sono alcune presenze del Cantiere Dante e della Non scuola. Siamo in fase di montaggio con Francesco Tedde. Il finanziamento viene da Dubai. Dovevamo fare lo spettacolo del Cantiere Dante per intero nel 2020, ospiti dell’istituto italiano 36

IN MAGAZINE

di cultura, diretto da Ida Zilio Grandi, ma a causa del virus non è stato possibile. La direttrice ha deciso comunque di destinare le risorse e di sostenere il film, che debutterà a Milano al Filmmaker Fest. Fedeli d’amore per noi è prima di tutto un programma di vita.” Questo film arriva dopo una serie fortunata di produzioni… M.: “Il cinema è un desiderio da quando ho iniziato a far teatro. Abbiamo cominciato nel 2016 con Vita agli arresti di Aung San Suu Kyi. Poi sono arrivati The sky over Kibera e da ultimo Er. Nel libro di Laura Mariani abbiamo raccontato il percorso che ci ha portato ad affiancare la regia teatrale a quella cinematografica.” Si tratta quindi di una via aperta? M.: “Ora il teatro e il cinema

DOPO VITA AGLI ARRESTI DI AUNG SAN SUU KYI, THE SKY OVER KIBERA ED ER, È ARRIVATO FEDELI D’AMORE. PER MARTINELLI CINEMA E TEATRO SI INTRECCIANO: “LA VISIONE DEL VOLTO COME PAESAGGIO DELL’ANIMA È UNA DOTE CHE SOLO IL CINEMA RESTITUISCE.”

Ricci che disegna in scena. Questo tempo ci ha segnati, per noi abituati a essere sempre in giro per il mondo. Andare sul palco è un continuo alimentare la propria ricerca e la propria vita. Ho sentito moltissimo allontanamento e il peso di questa relazione negata. Il completamento con il pubblico è mancato per due anni.”


NUOVO NISSAN QASHQAI

L’evoluzione del Crossover

Con noleggio Nissan Lease, da € 289/mese* IVA esclusa. Anticipo € 3.368 • Canone mensile • Servizi «All-Inclusive» compresi nel canone • Assistenza garantita su tutto il territorio nazionale • Eliminazione degli imprevisti e delle spese programmate Valori massimi ciclo combinato WLTP Consumi: 7,1 l/100 km Emissioni massime CO2: 160 g/km

*Esempio di noleggio su Nissan Qashqai N-Connecta MHEV 140 MT. Il canone di € 288,52 (IVA esclusa) prevede: anticipo € 3.368 (IVA esclusa), noleggio 36 mesi/40.000 km, manutenzione ordinaria e straordinaria, assicurazione RC

Info e condizioni su nissan.it

AUTO SOSTITUTIVA GRATIS, ANCHE PER IL TAGLIANDO

ASSISTENZA STRADALE 24H GRATUITA, ANCHE FUORI GARANZIA

CHECK-UP COMPLETO E GRATUITO PRIMA DI OGNI INTERVENTO

MIGLIOR RAPPORTO QUALITÀ PREZZO IN ASSISTENZA

NISSAN DESTAUTO

Via Faentina, 173 - Ravenna - Tel. 0544 500850 Via dell’Industria, 1/3 - Lugo - Tel. 0545 20035

destauto.nissan.it


RICORDARE

Ravenna

100 ANNI FA DON GIOVANNI MESINI E CORRADO RICCI DIEDERO UN GRANDE IMPULSO ALL’EVENTO CHE, UN SECOLO FA, CONSACRÒ DEFINITIVAMENTE L’IDENTITÀ DI RAVENNA COME CITTÀ DANTESCA PER ECCELLENZA. di Andrea Casadio / ph Massimo Fiorentini

ph Fondazione Casa di Oriani, Fondo “U. David”

38

IN MAGAZINE


G

Giunto ormai al cuore dell’autunno, anche il 2021 sta scivolando verso la sua conclusione, portando con sé i ricordi del settimo centenario dantesco. Diventando storia, si va ad aggiungere nell’archivio del tempo non solo all’episodio di cui si è fatto celebrazione – appunto la morte di Dante nel 1321 – ma anche al suo contraltare che lo ha preceduto nella cadenza secolare, il 1921. In effetti, lo stesso svolgersi di quella commemorazione fu di per sé un evento in qualche modo storico, perché fu la prima in assoluto. Grazie alla fortunata coincidenza della presenza, in quel momento, di personalità di notevole rilievo nell’ambito culturale e amministrativo – Corrado Ricci, don Giovanni Mesini, Santi Muratori, Fortunato Buzzi – il 1921 fu dunque la circostanza in cui si consacrò definitivamente l’identità di Ravenna come città dantesca per eccellenza. Tale risultato fu il frutto di una lunga preparazione, il cui merito va attribuito in primo luogo a don Mesini. Già nel 1913, infatti, si era fatto promotore di un comitato cattolico che aveva iniziato la pubblicazione di un apposito bollettino e aveva proposto a Ricci, allora direttore generale delle Antichità e Belle Arti, il restauro della chiesa dantesca per antonomasia, S. Francesco, da riportare alla purezza originaria. L’iniziativa di Mesini ebbe l’effetto di suscitare l’interesse delle autorità nazionali che, dopo la parentesi della Prima Guerra Mondiale, si misero immediatamente all’opera per celebrare degnamente la ricorrenza. Il clima culturale di quel momento, del resto, era assai predisposto alla glorificazione di Dante come fondatore dell’identità italiana, personificazione del riscatto nazionale coronato con la vittoria nella Grande Guerra. Tale immagine fu quella che prevalse, e animò anche l’azione del comitato comunale ravennate sorto accanto a quello cattolico per iniziativa del sindaco Fortunato Buzzi, esponente di un repubblicanesimo dai toni profon-

damente patriottici. Le iniziative che furono realizzate per impulso dei due comitati paralleli (ma, dato da rimarcare, non fra loro ostili), e con il sostegno delle istituzioni locali e nazionali, si articolarono su due livelli. In primo luogo si puntò al recupero, e anche all’arricchimento, del patrimonio artistico e architettonico ravennate legato alla memoria dantesca. Tale operazione ebbe il suo fulcro nel restauro di S. Francesco, che venne effettivamente riportata alle forme medievali che presenta ancor oggi. Vari interventi interessarono anche la tomba di Dante, il cui interno venne arricchito di un prezioso rivestimento marmoreo, e l’area di Braccioforte, dove fu realizzata

RESTÒ STORICA LA CLAMOROSA PROVA DI FORZA DI 3.000 SQUADRISTI, GUIDATI DA DINO GRANDI E ITALO BALBO, CHE DOPO AVER RESO OMAGGIO A DANTE SI LANCIARONO IN VIOLENZE E INTIMIDAZIONI VERSO GLI AVVERSARI SOCIALISTI E CATTOLICI.

la nuova cancellata artistica. Sul retro del sepolcro fu costruita la scala di accesso al piccolo campanile e alle stanze del chiostro francescano in cui fu ricavato il nuovo Museo dantesco, destinato a ospitare i cimeli legati al culto del poeta. Di notevole impatto fu anche il restauro del palazzetto veneziano in piazza: qui furono riaperte le antiche bifore rinascimentali, e nella fascia sotto il cornicione fu realizzato da Adolfo De Carolis un affresco sempre di tema dantesco, purtroppo destinato alla scomparsa nel giro di breve tempo. L’altro grande ambito in cui si articolarono le celebrazioni fu quello delle manifestazioni pubbli-

IN APERTURA, GLI SQUADRISTI CHE RESERO OMAGGIO A DANTE NEL 1921. IN QUELL’OCCASIONE PER LA PRIMA VOLTA LA CAMICIA NERA FU ADOPERATA UFFICIALMENTE COME DIVISA. NELLA PAGINA SEGUENTE, LA FOLLA SI ACCALCA IN PIAZZA PER LA LETTURA DEL MESSAGGIO INVIATO DA D’ANNUNZIO.

IN MAGAZINE

39


e intimidazioni verso gli avversari, in particolare i socialisti (la Camera del lavoro e alcuni circoli furono devastati) ma anche i cattolici. Considerato che questa fu la prima occasione in cui i fascisti sfoggiarono la camicia nera come divisa ufficiale e che, per come si svolse, ebbe tutto il carattere di un’anticipazione di quella che poco più di un anno dopo sarebbe stata la marcia su Roma, è facile comprendere l’importanza di questo evento nel contesto della storia italiana di quegli anni.

che. L’esordio, il 14 settembre 1920, fu la visita di Benedetto Croce, che pronunciò un dotto intervento di critica dantesca alla Classense. Nei mesi seguenti le iniziative, culturali e non, si succedettero con un calendario che si infittì man mano che ci si avvicinò al momento clou, fra il 10 e il 14 settembre 1921. In particolare, il giorno 11 fu dedicato all’Esercito, i cui rappresentanti sfilarono in un grande corteo per le vie della città fino a giungere alla tomba di Dante, dove deposero la corona di bronzo tuttora collocata alla base del sepolcro. Contestualmente furono inaugurate anche le nuove porte offerte dalla città di Roma e la campana dei Comuni italiani, che da allora manda i suoi rintocchi ogni sera all’Avemaria; sul palazzo dell’orologio, in piazza, il Comune di Ravenna scoprì la propria targa di bronzo dedicata a Mazzini, e trasferita in seguito sullo scalone di Palazzo Merlato. Con grande sgarbo istituzionale, la giunta repubblicana mancò di invitare il re Vittorio Emanuele III, che partecipò con un telegramma. Chi invece metteva d’accordo tutti era la figura di Gabriele D’Annunzio, il poetaguerriero della nuova Italia, con il suo immenso prestigio rafforzato dalla recente, seppur sfortunata, impresa di Fiume. Benché invitato, il vate non si mosse dal suo au40

IN MAGAZINE

toesilio di Gardone, ma fu il vero protagonista della giornata culminante della commemorazione, il 13 settembre. Quella mattina un nuovo corteo sfilò per la città con alla testa i legionari romagnoli reduci di Fiume e una schiera di fanciulle vestite di bianco, tre delle quali reggevano altrettanti sacchi colmi di foglie d’alloro inviati dal poeta e recanti la scritta Inclusa est flamma. Al passaggio di fronte alla tomba, furono sparse tutt’intorno dalle fanciulle e, sul sepolcro, dalla madre di Francesco Baracca. Il corteo giunse poi in piazza, dove le autorità pronunciarono i loro discorsi e lessero il messaggio di D’Annunzio. Il pomeriggio si svolse infine alla Classense l’inaugurazione della Sala dantesca. Quello che però il programma ufficiale non aveva previsto era l’episodio che si era verificato il giorno precedente, e che costituisce uno dei motivi principali per cui il secentenario ravennate del 1921 è storicamente significativo:3.000 squadristi di Bologna e Ferrara, guidati rispettivamente da Dino Grandi e Italo Balbo, colsero infatti l’occasione per una clamorosa prova di forza aff luendo in massa in città, dove resero omaggio alla tomba e poi si spostarono in piazza per l’inaugurazione del gagliardetto del fascio ravennate. Al tempo stesso si lanciarono in una serie di violenze

VERO PROTAGONISTA DELLA GIORNATA CULMINANTE DELLA COMMEMORAZIONE DI DANTE FU GABRIELE D’ANNUNZIO, IL POETA-GUERRIERO IL CUI IMMENSO PRESTIGIO ERA STATO RAFFORZATO DALLA RECENTE, SEPPUR FALLIMENTARE, IMPRESA DI FIUME.

Nelle settimane successive le celebrazioni proseguirono a Firenze e poi a Roma, ma a Ravenna la loro eco non si spense, e ancora per diverso tempo la tomba fu oggetto di un intenso pellegrinaggio. Mancava però un ultimo atto, che fu compiuto qualche tempo dopo in rigoroso incognito. Il 29 ottobre le ossa di Dante furono estratte dal sepolcro e trasportate nel museo per una ricognizione, la prima dopo la loro fortunosa riscoperta nel 1865. Qui rimasero per due giorni, oggetto dell’esame di due esperti e della venerazione dei pochi fortunati presenti, fra cui Buzzi, Muratori e Mesini. Il 31 un piccolo corteo scese la scala, mentre il rintocco delle campane di S. Francesco si diffondeva nella sera umida e cinerea della vigilia di Ognissanti, e ricollocò la cassa nell’urna. In attesa, forse, del 2021.


PER UN’IMPRONTA SEMPRE PIÙ SOSTENIBILE GESTISCI CON NOI I TUOI RIFIUTI AZIENDALI.

LOGISTICA • GESTIONE • RECUPERO Lavoriamo al fianco delle imprese e a servizio dell’ambiente, valorizzando i benefici dell’economia circolare per uno sviluppo vantaggioso per tutti.

0543 781022 www.bandinicasamenti.it


ADVERTORIAL

LEON BATTISTA ALBERTI LA CASA DELL’ISTRUZIONE

APERTA OLTRE 25 ANNI FA A RAVENNA, È UNA SCUOLA PER CONSEGUIRE IL DIPLOMA, RECUPERO ANNI SCOLASTICI, DOPOSCUOLA E UNIVERSITÀ, IN GRADO DI COINVOLGERE, MOTIVARE E VALORIZZARE OGNI STUDENTE CON INSEGNANTI CHE SEGUONO LA STESSA FILOSOFIA.

1

IN MAGAZINE

Contrastando l’abbandono scolastico, svolge un servizio di grande valore sociale la scuola privata Leon Battista Alberti di Ravenna, aperta oltre 25 anni fa come agenzia scolastica per il recupero riconosciuta dal ministero dell’Istruzione. Sono ancora tanti infatti, anzi troppi, i ragazzi che ogni anno decidono di lasciare la scuola spesso a seguito di una bocciatura che apre una dinamica di scarsa motivazione e disistima. “Il nostro lavoro,” affermano le due responsabili della scuola Francesca Fronzoni e Angela Fabbri, “mira principalmente a riportare all’interno dei percorsi di istruzione e formazione coloro che rischiano un abbandono precoce, con l’obiettivo di far acquisire loro competenze fondamentali e completare l’istruzione di base. Le nostre

misure di intervento si focalizzano per lo più sul sostegno individuale dello studente e su percorsi che tengano conto delle peculiarità di ognuno di loro. Rispetto a una volta quando una bocciatura si risolveva ripetendo l’anno, oggi viene vista come un ostacolo insormontabile a causa di una maggiore fragilità. Troppo spesso, ci sentiamo ripetere: non ce la faccio, ora lascio. Eppure non c’è quasi mai un problema cognitivo alle spalle, né una mancanza assoluta di voglia di studiare, perché tutti con i giusti stimoli sono in grado di tirar fuori il meglio di sé. Spesso è la paura il più grande freno all’apprendimento, così come una certa ansia da prestazione provocata il più delle volte dal timore di deludere i genitori. Da questo punto di vista siamo un ponte fra

famiglia e scuola.” Fino all’inizio degli anni Duemila, la Leon Battista Alberti aveva fra i propri studenti in gran parte adulti, con un percorso professionale già avviato come infermieri, poliziotti, carabinieri, etc., che sentivano l’esigenza di diplomarsi per poter aspirare a un avanzamento di carriera. Attualmente prevalgono invece i giovanissimi che altrimenti rischierebbero di restare ai margini del mercato del lavoro. Per loro dunque, terminare gli studi, è ancora più importante. La Leon Battista Alberti è una scuola tradizionale con lezioni la mattina, nelle aule di via Canneti 14, in grado di ospitare piccoli gruppi di allievi che – proprio perché in minor numero rispetto a quelli della scuola pubblica – possono essere seguiti meglio dai do-


ADVERTORIAL

“SPESSO È LA PAURA IL PIÙ GRANDE FRENO ALL’APPRENDIMENTO, COSÌ COME UNA CERTA ANSIA DA PRESTAZIONE PROVOCATA IL PIÙ DELLE VOLTE DAL TIMORE DI DELUDERE I GENITORI. DA QUESTO PUNTO DI VISTA SIAMO UN PONTE FRA FAMIGLIA E SCUOLA”.

centi. “Ogni studente,” aggiungono Fronzoni e Fabbri, “viene coinvolto, guidato e motivato. Siamo noi ad adattarci a loro e non il contrario. Seguendo una filosofia collaudata inoltre non assegniamo voti, proprio per non scoraggiare e demotivare, ma semplicemente indichiamo se l’obiettivo è stato raggiunto.” Grazie a una innovativa piattaforma e-learning per tutti gli indirizzi di studio superiore, con lezioni registrate fruibili 24 ore su 24 (supportate da dispense e riassunti da scaricare), tutti possono frequentare la scuola, anche chi è impossibilitato come gli sportivi di alto livello, così come musicisti, artisti, studenti lavoratori o malati ospedalizzati. Oltre al recupero anni scolastici, la scuola fornisce un servizio di doposcuola attivo tutti i pomeriggi dal lu-

nedì al venerdì, rivolto a studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado. Ogni ragazzo è seguito nello svolgimento di compiti, ripasso, potenziamento e metodo di studio. Per i giovani con Disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) e Bisogno educativi speciali (BES), il servizio ha l’obiettivo di promuoverne l’autonomia, potenziandone le abilità tramite il supporto di docenti specializzati e con l’ausilio degli strumenti compensativi. A completamento dell’offerta didattica, la Leon Battista Alberti collabora con l’università E-campus offrendo corsi di laurea con modalità telematica. Tra i valori aggiunti della scuola da segnalare infine la presenza di insegnanti madrelingua e la presenza di corsi legati a tematiche di

attualità, come quello di educazione ambientale e civica, e di laboratori artistici. È l’unica scuola privata del territorio ad avere poi aule multimediali e laboratori per l’indirizzo artistico e informatico. In de-

finitiva, è una vera e propria casa dell’istruzione. Il tutto a un costo, anche rateizzabile, alla portata di tutti, per quello che deve essere considerato prima di tutto un investimento per il futuro.

Via Canneti, 14 Ravenna | T. 0544218959 | mob. 3358327109 info@scuolaleonbattistaalberti.com | www.scuolaleonbattistaalberti.com IN MAGAZINE

2


DIVULGARE

La poesia

NEL CUORE L’INSEGNANTE LIVIA SANTINI HA INVENTATO LA RASSEGNA UNICA RIANIMAZIONE LETTERARIA ALL’INTERNO DELL’OSPEDALE. LA SUA PASSIONE È APPASSIONARE GLI ALTRI ALLA PAROLA.

S

Si può fare del bene con le parole e Livia Santini lo sa: da anni alle parole scritte e pronunciate unisce un instancabile attivismo nella divulgazione culturale e nella raccolta fondi per attività benefiche. Ma più di tutto crede da tempo nel potere terapeutico della letteratura e nell’umanizzazione dei luoghi di cura, tanto da avere inventato sei anni fa una rassegna unica per qualità e formula, come la Rianimazione letteraria, all’interno dell’ospedale civile cittadino. Un modello apprezzato in tutt’Italia e conosciuto a livello internazionale. Un’attività che le ha permesso di ricevere il riconoscimento di Cavaliere dell’Ordine Al Merito della Repubblica Italiana e una medaglia del Senato della Repubblica per meriti letterari. Ricorda come la poesia è entrata nella sua vita? “Mia mamma racconta sempre che a due anni, davanti alla chiesa di San Francesco, dissi all’improvviso: è fiorito il sole. Quello è stato il mio esordio. In casa l’ho sempre respirata, mia madre insegnava lettere. Ricordo ancora quando arrivava a casa con le antologie nuove e io aprivo i pacchi per sentirne il profumo. Amava Dante, potevo leggere Saffo, Szymborska,

44

IN MAGAZINE

di Chiara Bissi / ph Lidia Bagnara


c’era di tutto in casa da Montale a Omero. La letteratura è sempre stato un salvagente e un cerino acceso nella nebbia. Mi sono laureata in Lingue, poi in Pedagogia. In seguito ho svolto un dottorato in Letteratura dei paesi anglofoni su Derek Walcott, premio Nobel 1992, che ho avuto la fortuna di incontrare anni fa. Oggi insegno inglese all’Istituto Tecnico Morigia Perdisa. Sono onnivora, leggo in inglese, italiano e francese. La mia passione è appassionare gli altri alla parola. E su questo coinvolgo i miei studenti.” Come è arrivata l’idea dell’ospedale? “Mi sono domandata: se la letteratura e le arti sono entrate in ogni luogo ormai, perché gli ospedali rimangono luoghi di dolore e guarigione? Se non c’è osmosi, bisogna crearla. Ne parlai con l’allora sindaco Fabrizio Matteucci e così nacque tutto.” E la Rianimazione letteraria? “Prima ci furono le Invasioni poetiche in viale Farini, in piazza Kennedy e, dove ci chiamavano, appendevamo poesie ovunque: funzionava, la gente raccoglieva i fogli, faceva selfie. Nel dicembre 2015, grazie all’Ausl, partimmo poi con la Rianimazione letteraria. Il compianto assessore Enrico Liverani diceva che a Ravenna la gente sta bene dove c’è cultura. Un bel messaggio, lui ci ha sempre sostenuto. Ma non sono sola, sia-

mo otto volontari e senza gli amici non potrei fare niente. Ho potuto raccontare la nostra esperienza al Senato e in alcuni convegni internazionali.” Ricorda il primo appuntamento in ospedale? “Fu il 13 dicembre 2015 con Maurizio Rossato e Carlo Cattaneo, conduttori radiofonici, che portarono uno spettacolo di poesia davanti a degenti e operatori sanitari. Poi non ci siamo fermati più, dovevano essere pochi incontri ma siamo arrivati a 150 iniziative aperte alla città. Tantissimi gli ospiti, da Carofiglio, a Vecchioni, a Gessica Notaro, poi Giacobazzi e Vito Mancuso. L’ultimo appuntamento è stato nel febbraio del 2020.” Tornerà Rianimazione letteraria? “Sì, se le condizioni sanitarie lo permetteranno. A novembre, dopo la pausa Covid, presenteremo un convegno sulla medicina narrativa, Dante e la città di Ravenna. Sarà una bella sorpresa. La rassegna è un format che funziona e vorremmo esportarlo in tutte le città d’Italia. L’ospedale è la casa di tutto, un luogo democratico, E per noi è giusto fornire un servizio di volontario gratuito. Cerchiamo di dare valore a uno spazio riservato al dolore e all’attesa con la poesia, la musica e l’arte.” Perché crede nel valore te-


IN QUESTE PAGINE, L’INSEGNANTE E AUTRICE LIVIA SANTINI, IDEATRICE DELLA RASSEGNA LETTERARIA ALL’INTERNO DELL’OSPEDALE CIVILE CITTADINO.

46

IN MAGAZINE

rapeutico della letteratura e cultura? “Nei paesi scandinavi i medici prescrivono, oltre alle medicine, pratiche come andare al museo o in una spa. Da tempo penso che la cultura sia terapeutica. Prima del Covid avevo in essere un progetto che attiene alla bellezza, per il quale avevo preso contatti con l’ospedale, musei e Curia per dare l’opportunità a chi esce dall’ospedale di visitare un museo con una guida. Stavamo cercando di costruire questa idea… ci saranno novità.” Da lettrice ad autrice in nome della solidarietà: come è avvenuto questo passo? “Nel 2000 ho deciso di mettere la poesia al servizio degli altri e vado fiera di essere una che scrive per finalità solidali. Con l’autoproduzione stampiamo e illustriamo le raccolte, e con le mie poesie negli anni abbiamo superato i 30.000 euro di raccolta fondi per l’Associazione Piccoli Grandi Cuori, che opera nei reparti di Cardiologia e Cardiochirurgia pediatrica e dell’età evolutiva del Policlinico universitario Sant’Orsola-Malpighi a Bologna.” Non è complesso organizzare la raccolta fondi per dei volontari? “È la cosa più facile, invece. Ho

“DA LETTRICE SONO DIVENTATA ANCHE AUTRICE IN NOME DELLA SOLIDARIETÀ, IN PARTICOLARE PER L’ASSOCIAZIONE PICCOLI GRANDI CUORI. AMO SCRIVERE, HO VINTO PREMI, QUALCUNO MI HA DATO UN TALENTO E LO METTO AL SERVIZIO DEGLI ALTRI.”

un lavoro che amo dal 1993, sono una donna fortunata: amo scrivere, ho vinto premi, qualcuno mi ha dato un talento e lo metto al servizio degli altri. Ci siamo inventati la rassegna Un mare di solidarietà con concerti ed eventi all’alba, in spiaggia, sempre a favore di Piccoli grandi Cuori e per il progetto Pareti, per rendere accoglienti e colorati gli spazi di degenza e gli ambulatori. Abbiamo anche raccolto risorse per ricostruire l’ambulatorio di Ussita colpito dal sisma. Credo che essere cittadini vuol dire fare questo. Il riconoscimento del cavalierato è stata una grande soddisfazione e un orgoglio, mi ha insegnato a pedalare, a testa bassa. Ora voglio fare meglio. Dobbiamo fare di più.”


La buona cucina Cucina romagnola • Specialità di pesce • Crudité • Pizza

Via Sx Canale Molinetto, 139/B · Ravenna · Tel. 0544 430248 www.ristorantemolinetto.it · info@ristorantemolinetto.it · Fd


ADVERTORIAL

AL 45 TUTTA LA BONTÀ DEL PESCE

IL RISTORANTEPIZZERIA AL 45 FESTEGGIA QUEST’ANNO IL DECIMO ANNIVERSARIO. DA SEMPRE PUNTO DI FORZA È LA FRESCHEZZA E QUALITÀ DEL PESCE PESCATO, OLTRE ALLE PASTE FATTE IN CASA E ALLE PROPOSTE SENZA GLUTINE.

1

IN MAGAZINE

Un locale che ha nella freschezza e qualità del pesce il suo punto di forza, nel rispetto della tradizione per quanto riguarda i piatti tipici romagnoli, in grado di offrire tutto il menù anche in versione senza glutine. Potrebbe essere questo il biglietto da visita del ristorante pizzeria Al 45, situato in una posizione strategica del centro storico in Via Paolo Costa 45, con un’area esterna che si affaccia sul Battistero degli Ariani, monumento patrimonio dell’umanità Unesco. Questo è un anno importante, quello in cui si celebra il decimo anniversario: un bel traguardo considerando che ci si è arrivati con una crescita continua. “C’è di che essere felici,” afferma il titolare Andrea Porcelli, “considerando che l’avventura

è iniziata in un momento di crisi e che, proprio di recente siamo riusciti a passare indenni la pandemia da Covid-19. Vuol dire che la nostra è una realtà solida che si è conquistata la sua fetta di mercato. Tutto ha preso il via il 4 Luglio del 2011 con un bel gruppo di sette soci pronti a lanciare la sfida di un ristorante di pesce in una zona del centro un po degradata. Molti ravennati ricorderanno come si presentava in quegli anni Vicolo degli Ariani, dove abbiamo un secondo ingresso, in totale stato di abbandono e malfrequentato. La nostra presenza ha certamente contribuito a riqualificare l’area che oggi un bel salotto molto apprezzato sia dai clienti locali e che dai turisti. L’idea all’apertura è stata di puntare sulle proposte

di pesce che in quel momento ancora pochi ristoranti proponevano in città, affiancandole ai piatti tipici della tradizione Romagnola. Una scelta che ci ha permesso di dare al cliente un’ampia proposta e che si è rivelata vincente. Negli anni il locale si è evoluto, i soci sono rimasti tre ed è stata aggiunta la pizzeria al posto del bar, così da ampliare ulteriormente sia l’offerta che la clientela sempre puntando sulla qualità del prodotto. Il menu varia spesso a seconda della stagionalità dei prodotti, le paste sono rigorosamente tirate al mattarello dalla nostra Azdora e non mancano mai antipasti tipici con piadina e salumi di Mora romagnola, gli arrosti e il carrello dei bolliti alla domenica nel periodo invernale, come anche propo-


ADVERTORIAL

“DAL BANCO DEL PESCE ESPOSTO IN SALA COME UNA VETRINA, IL CLIENTE PUÒ SCEGLIERE COSA FARSI CUCINARE. PIÙ CHE I PIATTI IN SÉ, È IL MODO SEMPLICE IN CUI LO PROPONIAMO CHE CI DIFFERENZIA. LO CUCINIAMO AL NATURALE, SENZA ESAGERARE CON SPEZIE E PANATURE.”

ste della tradizione rivisitate in chiave innovativa. La proposta di pesce rimane il nostro fiore all’occhiello: utilizziamo solo pesce pescato che il cliente può scegliere direttamente dalla vetrina esposta in sala. Proprio per esaltare la qualità e la freschezza lo cuciniamo in modo semplice e naturale, scelte che sono un valore aggiunto e chi i clienti apprezzano e ci riconoscono.” Il cliente viene accolto in un ambiente ampio e accogliente, con circa un’ottantina di posti all’interno (e altrettanti all’esterno), in stile moderno, e da un team di dieci affiatati ragazzi, a cui in estate se ne aggiungono altri cinque per gestire l’impegnativo servizio esterno. “Il Coronavirus ci ha messo in difficoltà con le ripetute chiu-

sure,” conclude Porcelli, “ma ha portato anche una bella novità: il ravennate ha riscoperto di più la città nel periodo

estivo e si è abituato a mangiare di più all’esterno, senza spaventarsi neanche con l’arrivo dei primi freddi.”

Via Paolo Costa, 45 Ravenna | T. 320 161 6761 | www.al45.it IN MAGAZINE

2


, o t r Ce CNA a s e r p m i ' l é h c Per i d o n g o s i b ha certezze

Ravenna

nwa.rac.cn'èa.i!t C ww


RACCONTARE

In onda

SUL WEB UN ANNO FA, PAOLO BALDINI HA FONDATO LA RADIO WEB RSE LIVE STREAMING A RAVENNA, UN CONTENITORE DOVE LE PERSONE POSSONO ESPORRE CONTENUTI E DIVERTIRSI.

C

C’è tutta l’energia e la creatività di Paolo Baldini dietro RSE Live Streaming di Ravenna, una radio web a disposizione di chiunque abbia qualcosa da dire o da raccontare. Parlando con lui, si evince subito la sua grande passione per la radio, la televisione e la musica, oltre che la capacità di essere un vulcano di progetti e collaborazioni. Da segnalare poi che Baldini ha una collezione di musicassette da far invidia a chiunque e che comincia a partire dai primi anni Ottanta, quando si andava in discoteca e si potevano comprare le registrazioni della serata con diecimila lire. Come nasce il nome RSE Live Streaming? “Da una sigla che non ha un significato vero e proprio, mi piaceva come suona la parola musicalmente parlando.” Perché una radio web? “La radio nasce con l’idea di creare un contenitore dove una o più persone possono esporre il loro contenuto. Mi piaceva l’idea di portare alla luce un vodcast, voce e immagini, qualcosa che fosse diverso da ogni canale ordinario. Amo creare e portare al pubblico fruitore un contenuto registrato che si possa vedere e

di Serena Onofri / ph Lidia Bagnara

ascoltare all’infinito e che, con un click, si può guardare quando si vuole. Una radio web è un modo innovativo di unire radio e tv in funzione di chi ha un contenuto di valore che può condividere attraverso questa modalità. Esiste anche la modalità live, ovvero se

l’evento è dal vivo, e si può scegliere se trasmetterlo in diretta e registrarlo, così poi da poterlo vedere anche successivamente. Quello che mi piacerebbe dare è la continuità. Le persone che ci seguono iniziano a fidelizzarsi. E questo mi fa molto piacere.”

IN MAGAZINE

51


Argomenti, contenuti, spazi, radio, televisione: com’è riuscito a concretizzare il progetto? “Tutto è iniziato un anno fa. Fondamentale è stata la mia esperienza personale nel settore service, allestimenti audio e video per eventi, da ben 32 anni fa. Partendo da Ravenna, nel corso del tempo ho lavorato per Radio 105, Radio 101, e per alcuni programmi televisivi come Ciao Darwin, Striscia la Notizia, Scherzi a Parte, Roxy Bar. Grazie alle conoscenze e alle persone che ho incontrato mi si sono aperte diverse porte, quelle della comunicazione e della radio in primis. Il lavoro del tecnico audio e video mi ha portato poi a specializzarmi e ora a Russi ho un magazzino di 700 mq. Lì ho anche uno studio di registrazione dove posso registrare

“MI PIACEVA L’IDEA DI PORTARE ALLA LUCE UN VODCAST, VOCE E IMMAGINI, QUALCOSA CHE FOSSE DIVERSO DA OGNI CANALE ORDINARIO,” SPIEGA BALDINI. “AMO CREARE E PORTARE AL PUBBLICO FRUITORE UN CONTENUTO REGISTRATO CHE SI POSSA VEDERE E ASCOLTARE.”

programmi. La radio web e il service si completano perfettamente. Il tutto unito dal filo conduttore che è la musica.” Per chi è pensato questo tipo di radio? Chi vi segue? “Tutti, sia i fruitori che i protagonisti delle trasmissioni e vodcast. Il nostro è un contenitore non commerciale. Qui si possono trovare e ascoltare pezzi che nelle classifiche e nelle radio comuni 52

IN MAGAZINE

non passano. Facciamo anche set con solo vinili. Cerco sempre di apportare novità, punti di vista nuovi e differenti.” Qual è il vostro punto di forza? “Il divertimento. Se ci si diverte, si vive. E l’essere alternativi ai canali tradizionali, diversi, qualcosa di mai sentito e visto perché le persone hanno bisogno di novità. Prediligiamo la spontaneità, le sinergie, le energie che insieme creano un tutto.” Persone e storie, quindi non solo musica… chi fa parte del team? “Tante persone, con contenuti di valore dall’arte alla musica e fino all’intrattenimento, passando dalla posta del cuore per arrivare alla storia e al beauty. Numerosi sono gli eventi e le trasmissioni registrati dalla nostra radio web. Non mancano dj set rock, di musica elettronica, perle musicali anni Settanta. Programmiamo trasmissioni di storia e cultura, trattiamo temi interessanti e

particolari. Siamo aperti a nuovi stimoli e proposte. Abbiamo una linea editoriale che però è anche fluida, creiamo degli spazi dove si muovono persone e storie. E le persone che si divertono creano altrettanti canali e contenuti.” Parliamo di futuro: cosa c’è all’orizzonte? “Ci saranno progetti nuovi che non posso svelare… Mi piacerebbe continuare a lavorare con i giovani e le scuole, e che i ragazzi si avvicinassero al mondo della radio e della televisione.” Com’è la risposta della gente in una città come Ravenna? “Molto buona. La città risponde positivamente e in maniera attiva. Gli accessi sono in continuo aumento, solamente su Facebook siamo riusciti in meno di un anno ad avere una trentina di programmi. Ci interessa la fidelizzazione: le persone che ci seguono continuano a farlo perché si divertono e si appassionano ai programmi, alle storie.”


Tekno Pav è un’azienda che da oltre 20 anni opera nel settore delle manutenzioni industriali e dei pavimenti in resina. Con l’ausilio di tecnici, professionisti, attrezzature ed operai qualificati, Tekno Pav è in grado di soddisfare clienti privati, industriali e pubblici.


ADVERTORIAL

SETTESERE 25 ANNI D’INFORMAZIONE IN ROMAGNA

IL SETTIMANALE DI ORIGINI FAENTINE SETTESERE FESTEGGIA UN PERCORSO RICCO E IN CONTINUA EVOLUZIONE, CHE CONTINUA A RACCONTARE IL TERRITORIO IN TUTTE LE SUE SFACCETTATURE.

IN ALTO, UNA FOTO DELLA REDAZIONE DELL’ESTATE 2019 E MANUEL POLETTI, DIRETTORE DEL GIORNALE DAL 2009. A LATO, UNA FOTO DELLA REDAZIONE DELL’ESTATE 2013.

1

IN MAGAZINE

“Parole in libertà” nel solco del 25 aprile. Il giornale Setteserequi ha compiuto un quarto di secolo, senza dimenticare da dove è cominciata questa avventura e senza tralasciare le parole che scrisse Claudio Caprara, il primo direttore nell’aprile del 1996. Sempre edito da cooperative di giornalisti, prima dalla Corso Bacchilega di Imola, poi da Media Romagna di Ravenna, è questo il principale elemento distintivo rispetto a giornali posseduti da aziende private. Poi un percorso di espansione territoriale continuo nel tempo: prima Faenza, poi dal 2011 (dieci anni fa) Settesere è arrivato in tutta la Provincia con la seconda edizione dedicata a Ravenna-Bassa Romagna. Muoveva intanto i primi passi anche l’edizione web quotidiana (Settesere.it), che oggi copre tutta la Romagna, insieme alle pagine social che negli ultimi anni sono diventate indispensabili veicoli per continuare ad allargare la nostra platea di lettori. Alcune migliaia gli abbonati all’edizione cartacea, affian-

cate ancora da una rilevante quota venduta in edicola tutte le settimane, oltre 50.000 le visite settimanali al sito e ai social, fanno di Setteserequi una delle testate ormai ‘storiche’ più radicate e seguite del nostro territorio. Dalla cronaca all’economia, dalla cultura allo sport e tante nuove sezioni verticali hanno arricchitto negli anni il giornale e il sito web. Una sfida rischiosa ma appassionante soprattutto in alcuni suoi passaggi rilevanti: dal 2009 ad oggi, in un’epoca in cui da sottofondo ci sono state

una crisi economica rilevante, un cambiamento profondo del mercato dei giornali cartacei (anche locali), duri colpi al pluralismo dell’informazione con riduzioni drastiche del sostegno pubblico in Italia, mentre in molti altri Paesi europei si andava in direzione opposta, perché i Governi delle democrazie avanzate avevano già chiaro il valore e l’importanza di un’informazione libera e plurale. Infine, l’anno ormai abbondante della Pandemia, che ci ha visto sempre in campo, fra carta, web e social, con la legittimazione del Governo


ADVERTORIAL

RADICAMENTO, PASSIONE E INNOVAZIONE: QUESTA LA STRADA CHE IN QUESTI ANNI LA REDAZIONE DEL GIORNALE HA PERCORSO, ARRICCHENDOSI DI ALTRE REALTÀ ED ESPANDENDOSI SUL WEB E SUI SOCIAL.

www.settesere.it

ANNI

settimanale Ravenna - Bassa Romagna Poste Italiane SPA - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n° 46) Art. 1 comma 1 - CN/RA - Rpto.Dcsp./1/10852/5681/102/88/BU

Teatro Elio Germano e Teho Teardo chiudono la Trilogia d’Autunno rileggendo il Paradiso di Dante

A pagina 41

Libri Da Lugo a Ravenna ripartono le rassegne degli incontri letterari

21236

9 772724 627009

€ 1,50

A pagina 37

n. 36 - P.I.: 8 ottobre 2021

De Pascale bis, l’ora dei cantieri Come previsto il centrosinistra domina le elezioni a Ravenna: il sindaco uscente vince col 59,5%, netta sconfitta del centrodestra diviso. Ouidad Bakkali (Pd) regina delle preferenze in consiglio comunale. Giunta pronta in pochi giorni. Alle pagine 2, 3, 4 e 5

Consar e Teodora, doppia missione

Gentes

Bassa Romagna

supplemento mensile al num. 36 dell’8 ottobre di setteserequi edizione Bassa Romagna N. 163 - dicembre 2021

Don Goni, nuovo parroco ad Alfonsine

Museo del Senio, 40 anni di memoria

Volley, via ai campionati: gli uomini devono salvarsi, le donne possono stupire. A pag. 51

Nessun progetto ma spirito di servizio A PAGINA 23

Il coltivatore bagnacavallese Longanesi

«Meno quantità, ma buona qualità»

La storia del Centro culturale alfonsinese inaugurato il 10 aprile 1981

A PAGINA 25

A PAGINA 22 DIARIO DI VIAGGIO

SOLIDARIETA’

A PAGINA 26

STORIA

LETTERATURA

CONCORSO

Tra sentimento e oblio, un libro contro «La perdita del ricordo»

Ragazze d’acqua e «mistuchine», la nascita del primo «pozzo Alfonsine»

Dalla Bassa Romagna fino a Capo Nord, 10mila chilometri a bordo del minivan

Scuole e biblioteche sono al lavoro per la XV edizione di «Io Racconto»

I poeti rivivono nei loro versi col volume curato da Spadoni e Pagani A PAGINA 27

A PAGINA 32

A PAGINA 33

A PAGINA 35

Le Romagnole Il Vino sfuso della Romagna

www.leromagnole.it

Navid da Herat fino a Ravenna: «In Alfghanistan ho lasciato i sogni» A pagina 43

Inserto

Alfonsine (RA) Via Stroppata, 7 - Tel. 0544 869601 Lunedì Mercoledì Venerdì e Sabato 08:30 - 12:30 Martedì e Giovedì 15:00 - 18:00

PUNTI VENDITA

Mappamondo

Bagnacavallo (RA) Via Sin. C. Naviglio, 24/A - Tel. 0545 64063 dal Lunedì al Sabato 08:30 - 12:30 Bosco Mesola (FE) P.zza V. Veneto, 99 - Tel. 0533 795463 Martedì Mercoledì e Venerdì 08:30 - 12:30 Sabato 08:30 - 12:30 e 15:00 - 19:00 Cervia (RA) Via Romea Nord, 180 - Tel. 0544 993003 Tutti i giorni 08:30 - 12:30 e 15:00 - 18:00 GIOVEDì CHIUSO Da settembre a febbraio lunedì mattina chiuso

Filetto (RA) Via Ramona, 28 - Tel. 0544 568646 Giovedì 14:00 - 17:30 Fusignano (RA) Via Fornace, 49 - Tel. 0545 50138 Martedì Venerdì e Sabato 08:30 - 12:30 Massalombarda (RA) Via Nullo Baldini, 56 - Tel. 0545 81501 Martedì 15:00 - 18:30 Venerdì 08:00 - 12:30 Sabato 08:30 - 12:30

Economia

Sant’Alberto (RA) Via Olindo Guerrini, 295 Tel. 0544 528132 - Giovedì e Sabato 08:30 - 12:30 San Bartolo (RA) Via Cella, 239/D - Tel. 0544 497601 Giovedì Venerdì Sabato 08:30 - 12:30

C’è Gentes, il nostro mensile di sedici pagine dedicato a tutta la Bassa Romagna con storie e interviste Da pag. 21 a pag. 36 Voltana (RA) Via Pastorelli, 55 - Tel. 0545 72839 Martedì 08:30 - 12:30 Venerdì 15:00 - 18:00 Sabato 08:30 - 12:30

Progetto Agnes potenziato, aggiunte 10 turbine in più ed il grande parco eolico sarà spostato verso Cesenatico A pagina 49

PANETTERIA - PASTICCERIA - CAFFETTERIA GASTRONOMIA VEGETARIANA - RISTORAZIONE BIO - CATERING

VENDITA E ASPORTO CONSEGNA A DOMICILIO

A DESTRA, LA PRIMA PAGINA USCITA NELL’APRILE 1996 E UNO DEGLI ULTIMI NUMERI DI OTTOBRE 2021.

Conte che aveva definito all’inizio del Lockdown, a ragione, la filiera dell’informazione ‘essenziale’. Radicamento, passione e innovazione: questa la strada che in questi anni la redazione del giornale ha percorso, tenendo ben presenti le proprie radici per guardare al futuro. Così lungo il percorso oltre che allargare il territorio di copertura, Settesere ha assorbito altre realtà presenti sui territori, da Centomila a Lugo al Qui magazine di Ravenna. Esperienze che hanno permesso di rafforzare il percorso che

Rimani aggiornato, segui la nostra pagina Facebook

il giornale stava compiendo. All’interno del giornale sono poi nate nuove esperienze: dagli inserti territoriali Gentes Bassa Romagna e Romagna Faentina, al mensile Mappamondo dedicato agli stranieri di casa nostra, al Castoro, periodico del liceo Torricelli di Faenza, perché la presenza nelle scuole non è mai mancata. L’ultimo nato, Settesere Live, la striscia quotidiana su Facebook con interviste ai protagonisti del territorio, partito in piena Pandemia, sta continuando anche per tutto il 2021. In questi anni, insieme a una redazio-

ne dinamica e appassionata, un apporto fondamentale è stato dato dalle decine di collaboratrici e collaboratori che ci hanno rappresentato in ogni angolo del territorio. In questi ultimi dieci anni, è nata e cresciuta la coop. Media Romagna, all’interno della quale sono state differenziare le attività legate all’informazione: dal giornale al web fino alla tv, con l’importante rapporto di collaborazione partito fra il 2016 e il 2017 con TR24-TeleRomagna (Pubblisole) e Trc Bologna (TrMedia), al lavoro sui servizi (uffici stampa, eventi,

ecc) e con IN Magazine di Forlì con i suoi prodotti patinati. Media Romagna è stata fra i soci fondatori di Treseiuno, la rete d’impresa romagnola della comunicazione attiva ormai da 5 anni ed è stata fra i promotori di Digicoop, Consorzio nazionale di testate digitali. L’editoria è un settore che sta vivendio profonde trasformazioni e per Media Romagna le sfide non sono mai finite. In futuro sarà rafforzata la presenza di under 30, poi c’è la disponibilità ad irrobustire le collaborazioni con gli altri operatori romagnoli e non solo.

ANNI

REDAZIONE DI FAENZA Corso Mazzini, 52 | T 0546/20535 REDAZIONE DI RAVENNA via Cavour 133 tel. 0544/1880790 direttore@settesere.it | www.settesere.it IN MAGAZINE

2


DIPINGERE

Dal caos

ALL'ORDINE IL BAGNACAVALLESE ALESSANDRO LIOTTA CREA OPERE CHE SI PRESENTANO COME SPAZI IMMAGINARI, LUOGHI ONIRICI INASPETTATI.

A

Alessandro Liotta può considerarsi, più che un autodidatta, un artigiano della pittura, anche se ha frequentato a più riprese la Scuola Comunale d’arte Bartolomeo Ramenghi di Bagnacavallo quando la dirigeva Liliana Santandrea, seguendo i corsi di pittura e di ceramica. La sua formazione prende spunto dalle mostre visitate, dalle accese conversazioni e dall’assidua frequentazione degli studi degli amici: attualmente lavora in quello che fu dell’amico Pier Giovanni Bubani. Bagnacavallese, nato nel 1965, fin dagli esordi si è appassionato alla figurazione come modalità espressiva conforme alla sua sensibilità, alquanto lontana negli esiti dai modelli della tradizione artistica locale in quanto frutto di un atteggiamento ironico, ribelle e trasgressivo per quella che in Romagna veniva definita la buona pittura. Per Liotta il processo creativo è sostenuto da una sorta di improvvisazione istintiva, vagamente calcolata; per i supporti, se non dispone di tele, li ricava da tavole trovate per strada o utilizza altri materiali di recupero che stende sul pavimento e su cui interviene con

56

IN MAGAZINE

di Aldo Savini / ph Lidia Bagnara


I SUPPORTI, SE NON DISPONE DI TELE, LI RICAVA DA TAVOLE DI RECUPERO. LE IMMAGINI FRANTUMATE E INGIGANTITE RITRAGGONO IMMAGINARI PERSONAGGI FEMMINILI, VOLTI SCONOSCIUTI E SFIGURATI, TOTEM DI UN TEMPO REMOTO E ARCAICO.

colori a olio, pastelli a cera, catrame e vernici industriali, molto spesso combinandoli. Le immagini frantumate e ingigantite, soprattutto volti, danno origine a scene reinventate con elementi e dettagli derivati da altri contesti, anche dalla storia dell’arte, che producono un senso di spaesamento. È proprio il flusso continuo di impressioni, arricchito di simboli, icone e figure, che prelude a un immaginario sempre dirompente, sensuale, spesso erotico e a uno stato perenne di inquietudine da cui derivano visioni caotiche che rimandano all’espressionismo dei cosiddetti Selvaggi tedeschi. Così, le sue opere si presentano come spazi immaginari,

luoghi onirici inaspettati che spesso l’artista non conosce prima di dipingerli, per i quali è costantemente impegnato a cercare sia una sintesi tra figurazione e astrazione, sia un ordine al caos delle emozioni. Anche la musica, indirettamente, è una componente della sua pittura perché contribuisce a determinare i ritmi compositivi. Dopo le serie dei fiori, dei segnali e degli oggetti che alludevano alla reinvenzione di una nuova quotidianità, si è orientato senza rinunciare all’immediatezza espressiva alla creazione di una quadreria di ritratti di immaginari personaggi femminili: volti sconosciuti e sfigurati, totem di un tempo remoto e arcaico, eppure attuale, che cambiano, si trasformano e, deformandosi, diventano altri da sé, immersi nel colore dai tagli violenti e assolutamente privo di sfumature o di accenni tonali. Questi ultimi lavori, esposti nella mostra-installazione Fear al Sacrario dei Caduti di Bagnacavallo nel 2018, invadendo lo spazio settecentesco della chiesa hanno istituito un dialogo con gli arredi, gli stucchi barocchi e le lapidi commemorative accentuandone la sacralità.

IN QUESTE PAGINE, IL PITTORE ALESSANDRO LIOTTA MOSTRA LE SUE TELE RAFFIGURANTI RITRATTI FEMMINILI.

IN MAGAZINE

57


ADVERTORIAL

KINESIA RAVENNA PER LA CURA E RIABILITAZIONE DI SPALLA E GINOCCHIO

IL CENTRO KINESIA METTE A DISPOSIZIONE DELLA CLIENTELA OLTRE 200 MQ DOTATI DELLE PIÙ MODERNE ATTREZZATURE PER SPALLA E GINOCCHIO.

Consentire alle persone di avere un’alta qualità di vita, in salute. Questo è l’obiettivo di Kinesia Ravenna che offre un approccio multidisciplinare, con ortopedici, fisioterapisti e trainer, nella presa in carico del paziente con problematiche muscolo-scheletrici di spalla e ginocchio. Queste sono le due specialità del centro ospitato all’interno di una moderna struttura ad alta efficienza energetica. A disposi-

zione della clientela, oltre 200 mq suddivisi fra ambulatori, spogliatoi, palestra riabilitativa e servizi vari, con le più moderne attrezzature. “Il nostro centro è aperto a tutti,” spiega Michela Baccarini, socia del centro insieme a Federico Padovani e Maria Elena Barbieri, “agli sportivi che spesso si infortunano, così come agli adulti e ai ragazzi che hanno avuto un trauma acuto o che soffrono di patologie croniche. Chi dovrà operarsi è seguito prima dell’intervento, per un’adeguata preparazione a livello muscolare e articolare, e dopo, per la riabilitazione in modo da consentire un più veloce recupero.” Sia per la spalla che per il ginocchio, i professionisti di Kinesia Ravenna trattano tutte le patologie a scopo conservativo, in collaborazione con ortopedici specializzati, per scongiurare l’approccio chirurgico. Così come seguono diversi protocolli e linee guida in caso di intervento con le varie tecniche ortopediche, con un costante aggiornamento sullo ricerca in campo medico e scientifico. “Per la migliore presa in carico e qualità del percorso,” spiega il fisioterapista Padovani, “fondamentale è la comunicazione con l’equipe riabilitativa. Ogni ginocchio, così come ogni spalla, è diverso dall’altro, quindi richiede una fisioterapia altamente personalizzata, su misura. Il lavoro in team consente di vedere passo passo i

miglioramenti, così come i problemi, in modo da effettuare i dovuti aggiustamenti. Il followup si basa su dati oggettivi che valutano l’efficacia dei trattamenti.” La tempestività è importante per due motivi: anzitutto perché evita cronicità e complicanze e poi perché consente un miglioramento della qualità di vita in chi ha già cronicità. “Un nodo cruciale, “prosegue Padovani, “è riuscire a guidare il paziente fino all’ottenimento del risultato massimo raggiungibile. Va detto comunque che, in questi ultimi anni, è aumentata la cultura del movimento nelle persone, una tendenza positiva visto che favorisce la prevenzione. Per questo motivo abbiamo avviato, per esempio, un percorso di presciistica per chi ha già avuto un infortunio e vuole tornare sulle piste o per chi, in generale, vuole prepararsi al meglio prima di una pratica sportiva più a rischio traumi. Da segnalare poi che per gli sportivi di alcune discipline ricorriamo anche ad attività fisiche all’aperto, per favorire soprattutto il recupero del gesto atletico e tecnico del ginocchio.” In definitiva, l’esercizio andrebbe fatto regolarmente, un po’ come lavarsi i denti, perché sono solo la costanza e la metodica a premiare e a dare risultati nel tempo. Con un buon supporto fisioterapico e tanta volontà da parte del paziente, si può davvero restare a lungo in salute.

Piazza Giorgio Ambrosoli 7, Madonna dell’Albero (RA) | T. 0544 470364 info@kinesia-ravenna.it | www.kinesia-ravenna.it IN MAGAZINE

1


DALL'EDITORIA AL DIGITALE, IL MIGLIORE PARTNER PER I TUOI CONTENUTI.

C O M U N I C A Z I O N E

DIAMO FORMA ALLE TUE IDEE

INlab è un laboratorio creativo che mette a disposizione delle tue idee esperti di comunicazione e pianificazione strategica per promuovere efficacemente la tua attività. Parte di Edizioni IN Magazine, casa editrice che da 20 anni racconta le eccellenze del territorio romagnolo e marchigiano, INlab nasce a sostegno delle realtà locali con strategie di marketing e comunicazione. Da progetti editoriali complessi a progetti di web marketing, proponiamo servizi agili, personalizzati e modulati sulle tue esigenze. MARKETING STRATEGICO // COMUNICAZIONE GRAFICA // PROGETTI EDITORIALI

SEDE: VIA L.NAPOLEONE BONAPARTE, 50 | CAP 47122 | FORLÌ T. 0543.798463 | WWW.INLABCOMUNICAZIONE.IT


DORELAN FAENZA

Via Alessandro Volta, 1 - Faenza (RA)


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.