Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ - Contiene i. p. - Reg. al Tribunale di Forlì il 23/11/1998 n. 27 - EURO 3,00
F O R L Ì
Sergio
LORENZI
SINCERA PASSIONE
LORENZO TERSI / Fattore di successo CUCINA ETNICA / Il mondo in un piatto PELLEGRINAGGIO / Mettersi in cammino
N° 4 OTTOBRE/NOVEMBRE 2021
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EDITORIALE
SOMMARIO
R
Racconti di impresa e di successo: abbiamo intervistato Sergio Lorenzi, direttore generale di Elfi SpA, e Lorenzo Tersi, consulente di successo e padre di Fattore R. Viaggiamo per il mondo senza spostarci con la cucina etnica, e seguiamo le vicende di Lorenzo Zoli e Davide Gardini negli Emirati Arabi. Scopriamo il Festival della Traduzione di Forlì, prima edizione in assoluto in tutta Italia, e la Romagna di Provincia sulle note del forlimpopolese Giacomo Toni. Attraversiamo le stanze della casa di Mara Fullini, ex cestista e allenatrice, e percorriamo alcuni cammini che fanno tappa nel nostro territorio. Parliamo del rapporto con gli animali insieme all’imprenditore Mario Pulcini, appassionato di pappagalli, e con alcuni centri equestri della Provincia. Infine, ricordiamo il successo a ‘kilometro zero’ di TEDxCesena. Buona lettura! Andrea Masotti
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ANNOTARE
Brevi IN
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ESSERE
Sergio Lorenzi
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ESSERE
Lorenzo Tersi
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DEGUSTARE
Il mondo in un piatto
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SCOMMETTERE
La fortuna altrove
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DIALOGARE
Festival della Traduzione
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EDIZIONI IN MAGAZINE S.R.L. Via Napoleone Bonaparte, 50 - 47122 Forlì Tel. 0543.798463 / Fax 0543.774044 www.inmagazine.it info@inmagazine.it DIRETTORE RESPONSABILE: Andrea Masotti REDAZIONE CENTRALE: Clarissa Costa, Beatrice Loddo COORDINAMENTO DI REDAZIONE: Roberta Invidia ARTWORK: Lisa Tagliaferri IMPAGINAZIONE: Francesca Fantini UFFICIO COMMERCIALE: Gianluca Braga STAMPA: La Pieve Poligrafica Villa Verucchio (RN) ANNO XXIII- N. 4 Chiuso per la stampa il 19/10/2021 Collaboratori: Barbara Baronio, Dolores Carnemolla, Chiara Fabbri, Giulia Masci Ametta, Cristina Mazzi, Francesca Miccoli, Ella Raggi. Fotografi: Andrea Bonavita, Giulia Masci Ametta, Mirco Ricci, Gianmaria Zanotti
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CONDIVIDERE
Mario Pulcini
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GALOPPARE
Legàmi in sella
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DIFFONDERE
TEDxCesena
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CANTARE
Giacomo Toni Seguici su FB: www.facebook.com/ edizioni.inmagazine
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ABITARE
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PERCORRERE
Mettersi in cammino
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ANNOTARE
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FORLÌ Mangiare è per molti
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una fonte di piacere, eppure sempre più persone soffrono di fastidi legati all’alimentazione, mettendo la salute a rischio pensando poi di curare i disturbi con pastiglie e compresse. La questione è molto più ampia, e viene approfondita da Salvatore Ricca Rosellini, medico gastroenterologo ed epatologo forlivese, nel volume Il grande libro per la salute di stomaco, fegato e intestino, disponibile in libreria e online. Il libro offre gli strumenti per cambiare lo stile di vita, aiutando il lettore a comprendere i pregi e i difetti della propria alimentazione. “Occorrono,” scrive Ricca Rosellini, “una crescente consapevolezza delle necessità del nostro apparato digerente e una conoscenza più approfondita degli alimenti di cui ci nutriamo. Soltanto così riusciremo a limitare il consumo di cibi pericolosi, a vantaggio della salute.” (C.C.)
di Villa Torlonia Teatro In between va in scena, offrendo 18 appuntamenti: 8 col teatro di narrazione, 5 con gli Youtuber, 5 teatrali per le famiglie e l’infanzia. Sabato 20 novembre, ore 21, Marta Cuscunà ne La semplicità ingannata. Il 4 dicembre Cinzia Spanò in Tutto quello che volevo. Il 28 dicembre Roberto Mercadini in Moby Dick. “Nel nostro teatro di parola e narrazione l’attore è solo un corpo destinato ad essere il principale strumento operativo,” spiegano i direttori Mercadini e Bellavista, “recuperando il senso etimologico secondo cui actor è un corpo che agisce, compie azioni.” Gli Youtuber incontrano in scena Roberto Mercadini a partire dal 28 novembre con Zoosparkle e il 19 dicembre con Ruggero Rollini. A questi si aggiungeranno alcuni incontri con autori e attività dedicate all’espressività e al linguaggio teatrale. (L.C.)
Credito Cooperativo Romagnolo, ECCELLENZA NELL’INNOVAZIONE CESENA Dopo il Premio ABI per l’innovazione, il Credito
Cooperativo Romagnolo è stato insignito di un altro importante riconoscimento: il Premio Innovazione SMAU 2021 per progetto Sophia, l’assistente virtuale che facilita la relazione tra Banca e cliente rispondendo in maniera puntuale alle domande rivolte attraverso il sito web, l’app mobile e WhatsApp. SMAU, acronimo di Salone Macchine e Attrezzature per l’Ufficio, è la principale fiera italiana dedicata alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, e oggi rappresenta uno dei principali eventi per le imprese di tutti i settori. “Ogni nostro progetto di digitalizzazione nasce dopo un’attenta osservazione dei comportamenti delle persone,” spiega il Vice Direttore generale Daniele Bagni. “La clientela faceva richieste ripetitive e Sophia nasce proprio per soddisfare questi bisogni. Casualmente la nostra Chatbot era pronta proprio nella primavera del 2020, in corrispondenza della pandemia, e ci è stata utilissima per dare risposte a distanza alla clientela.”
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IN MAGAZINE
ESSERE
Sincera
PASSIONE LA STORIA DI SERGIO LORENZI, DIRETTORE GENERALE DI ELFI SPA E PRESIDENTE DI TECHNE, È L’ESEMPIO DI COME VOLONTÀ E FAME DI ARRIVARE SIANO LE CHIAVI DEL SUCCESSO NELLA VITA E NEL LAVORO. di Francesca Miccoli / ph Andrea Bonavita
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Un romagnolo verace, dalla scorza dura e il cuore incline alla tenerezza, pronto a sciogliersi di fronte alle piccole cose, ai gesti solo apparentemente banali. Dal 2000 direttore generale di Elfi SpA, società da 400 dipendenti, 25 filiali in tutta Italia e 150 milioni di fatturato, Sergio Lorenzi è un uomo che si è fatto da sé, protagonista di una carriera edificata sulla trasparenza, a cui è sempre rimasto fedele, e sulla fame, intesa come sana aspirazione di affermarsi, alimentata sin dall’infanzia. “La mia era una famiglia povera ma ricca di valori,” racconta il dirigente a cuore aperto. “Mia madre trascorreva molto tempo in ospedale al fianco di mio padre, malato cronico, mentre io e mia sorella eravamo costretti spesso a spostarci. All’epoca i bambini non erano considerati persone compiute, dotate di pensiero autonomo, e così eravamo etichettati come i purini. Un termine che non ho mai tollerato.” La battaglia per smarcarsi da quell’infelice etichetta sortisce i primi effetti quando Sergio, a soli 19 anni,
fonda la sua prima impresa. “Il sogno di ogni persona è quello di essere il datore di lavoro di sé stesso, seguito dal desiderio di costruire qualcosa. Mi ritengo un uomo fortunato.” Fortuna è una parola che ricorre spesso nelle parole di Lorenzi. Una componente indispensabile in una carriera di successo, ma che non può tuttavia viaggiare disgiunta da non comuni capacità, supportate da quella passione che consente di abbattere le montagne. Leggasi giornate infinite scandite da un orologio sprovvisto di lancette. Tra i saldi valori appresi in famiglia si staglia il rispetto per gli altri, principio che non ammette deroga. “Mi capita di ricorrere a toni duri e alzo la voce facilmente ma non accetto in alcun modo la mancanza di rispetto. Sul lavoro possono esserci frizioni, si può arrivare a un richiamo scritto e in casi estremi al licenziamento, ma nulla potrà mai legittimare l’offesa.” Una gentilezza d’animo che induce il manager a esprimere la volontà al condizionale: nel suo vocabolario il vorrei ha soppiantato l’invadente arroganza IN MAGAZINE
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del voglio. Nei racconti traspare il profondo legame che unisce il forlimpopolese al suo gruppo di lavoro: in via Copernico il confronto è di prassi, anche se poi la responsabilità delle decisioni è appannaggio di uno solo. “Il singolo non ha grandi prospettive, mentre chi riesce a fare squadra con persone di elevata professionalità può raggiungere grandi risultati. Ed è quello che è successo a Elfi, che negli ultimi vent’anni si è stabilmente inserita tra le prime 3 o 4 aziende nazionali del settore. Un percorso superiore a ogni aspettativa.” La prova di questa simbiosi umana e professionale si legge negli occhi dei suoi ragazzi: in quelli della giovane assunta con una borsa di studio e divenuta in pochi anni perno del direzione operativa; o ancora nelle movenze complici del dipendente con cui Sergio gioca a rincorrersi. “Mi voglio10
IN MAGAZINE
no bene nonostante il carattere! In azienda vige un principio di uguaglianza che non porta tuttavia a rinnegare la logica meritocratica.” L’impegno e la dedizione sono imprescindibili. “Bisogna essere costantemente aggiornati, non sentirsi mai arrivati, considerarsi ogni giorno studenti. Saremo forti fino a quando non ci renderemo conto di quanto siamo diventati grandi.” Contrariamente ad altri imprenditori, Lorenzi non ha nel mirino solo traguardi personali. “Un’azienda per definirsi tale deve produrre ricchezza al plurale. Per ricchezza al plurale si intende l’arricchimento dell’imprenditore, dell’impresa e del territorio in cui opera.” Nel caso di Elfi, che è una società per azioni, la ricchezza dell’imprenditore corrisponde alla remunerazione del capitale investito. La ricchezza dell’impresa è traducibile in capitale sociale e pa-
SERGIO LORENZI È UN UOMO CHE SI È COSTRUITO DA SÉ. A SOLI 19 ANNI FONDA LA SUA PRIMA IMPRESA: “IL SOGNO DI OGNI PERSONA È QUELLO DI ESSERE IL DATORE DI LAVORO DI SÉ STESSO, SEGUITO DAL DESIDERIO DI COSTRUIRE QUALCOSA.”
trimonio netto. Elfi S.p.A. ha un patrimonio netto di 50 milioni di euro e un capitale sociale di 8 milioni di euro, davvero singolare in un panorama nazionale in cui i conferimenti dei soci difficilmente superano le poche decine di migliaia di euro. “E, non ultimo, è indispensabile l’arricchimento del territorio in cui si opera. E qui ci si può
IN QUESTE PAGINE, SERGIO LORENZI DIRETTORE GENERALE DI ELFI SPA E PRESIDENTE DI TECHNE. NELLA PAGINA SEGUENTE, INSIEME AI FIGLI MARCO E LUCA.
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sbizzarrire: sostenendo le attività sportive, erogando borse di studio in favore degli studenti universitari o ancora supportando l’Irst, o lo Ior - Istituto Oncologico Romagnolo. Questa è la mia concezione del fare impresa: un pensiero che a lungo ho faticato a esprimere perché, da autodidatta, temevo di essere considerato un anomalo per non dire di peggio. Poi con la crescita della società è aumentata anche l’autostima e sono riuscito a manifestare apertamente le mie convinzioni.” I coriandoli di tempo libero del dirigente sono per la famiglia e la sua Forlimpopoli. “Sono innamorato della mia terra, che reputo il centro del mondo. Nel cuore cittadino impieghi tanto tempo a percorre pochi metri in bicicletta, perché a ogni piè so-
“BISOGNA ESSERE COSTANTEMENTE AGGIORNATI, NON SENTIRSI MAI ARRIVATI, CONSIDERARSI OGNI GIORNO STUDENTI. SAREMO FORTI FINO A QUANDO NON CI RENDEREMO CONTO DI QUANTO SIAMO DIVENTATI GRANDI,” AFFERMA LORENZI.
spinto ti fermi a salutare qualcuno, a dispensare un sorriso o una pacca sulla spalla. Quando per lavoro sono costretto a fermarmi a Milano un paio di giorni mi sento soffocare: i milanesi non hanno lo spirito e il carattere solare di noi romagnoli.” L’amore per le radici e il senso di appartenenza hanno portato Lorenzi a essere anche amministratore della cosa pubblica, assessore in consiglio comunale nelle Giunte Castagnoli e Zoffoli. “Inizialmente non è stato facile, poi ho capito che il segreto è gestire l’amministrazione pubblica in maniera imprenditoriale. L’obiettivo di un’azienda è 12
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l’utile finale, in un ente pubblico si ragiona non in termini di utili ma di servizi ai cittadini.” L’imperativo è non lasciare nessuno indietro. Non rimangono indietro nemmeno i ragazzi formati professionalmente da Techne, società di cui Lorenzi è presidente. “Sono meravigliosi: non riescono a dire le bugie, manifestano in maniera limpida i sentimenti.” Rapporti che scaldano il cuore. “Nella vita professionale viviamo grandi soddisfazioni ma sono queste emozioni a regalarti le gioie maggiori.” A tal proposito emerge un ricordo recente ma sedimentato dentro. “Il 17 febbraio 2020 ho compiuto 60 anni e i miei figli hanno organizzato una festa a sorpresa al palazzetto dello sport. Hanno invitato 170 persone tra gli amici di gioventù, le fami-
glie storiche di Forlì, i colleghi di Milano, i ragazzi di Techne, mia mamma di 84 anni. All’arrivo, quando si sono accese le luci ed è partito il coro tanti auguri, ho vissuto un minuto di smarrimento e credo di non essermi mai emozionato così tanto. Rimarrà uno dei momenti più belli della mia vita, ripercorsa in pochi istanti. E ho ricevuto risposte importanti.” E dopo la cena, tutti sotto canestro con indosso una maglietta con la faccia di Sergio e la scritta Ibrahimovic dixit, ‘Tanti re, un solo dio’. “Portatemi via il denaro ma non la memoria di quel momento.” La chiusura è paradigmatica. “Sono l’esempio che chiunque può riuscire nella vita se ha buona volontà, passione, fame di arrivare.” Parola di un uomo felice. All’apparenza burbero.
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ESSERE
Fattore di
SUCCESSO LORENZO TERSI È UNO DEI CONSULENTI PIÙ RICHIESTI PER FARE DECOLLARE I PROGETTI, PADRE DI FATTORE R E TRA LE 100 PERSONALITÀ PIÙ INFLUENTI NEL MONDO DEL VINO ITALIANO.
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di Barbara Baronio / ph Gianmaria Zanotti
È l’uomo dal pensiero diverso. Sa anticipare i trend e guardare ai nuovi bisogni. Le sue intuizioni sono preziose e i progetti che lancia vincenti. Non siede per lungo tempo sulla stessa poltrona, non perché non ami quello che contribuisce a creare ma perché “quando hai portato beneficio devi saper andare.” Per lui, dopo la nascita di un bel progetto tanti altri possono emergere e lui stesso li va a cercare, anzi, spesso è scelto per dare vita a nuove realtà. Ecco Lorenzo Tersi, classe 1970, cesenate doc, brillante consulente strategico e di sviluppo d’impresa per aziende del Made in Italy, con all’attivo un’esperienza di oltre venticinque anni nell’agribusiness e in particolare nel mondo del vino. Non ama essere al centro dell’attenzione eppure da tre anni consecutivi è tra le 100 personalità più influenti nel mondo del vino italiano. Uomo carismatico e amante dell’innovazione che definisce “disobbedienza alla tradizione”, Lorenzo Tersi guarda alla realtà come a una grande opportunità che ogni giorno pone innumerevoli sfide interessanti da cogliere. La compagna Cecilia Dazzi, attrice di successo, parlando di
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quando si sono conosciuti lo descrive come “l’uomo più aperto che abbia mai conosciuto.” Fondatore di LT Wine & Food Advisory, Tersi offre la propria consulenza alle imprese e a tutte le realtà interessate al settore vinicolo. Balzano all’occhio le oltre 40 cantine in Italia da lui seguite, più di un migliaio quelle analizzate e le decine e decine di chilometri percorsi alla scoperta dell’Italia genuina che Tersi ha saputo far emergere. Tersi debutta e cresce nella piccola Cantina Sociale di Cesena dove ha la fortuna di interpretare lo sviluppo del marchio Tenuta Amalia per oltre otto anni. Giunge poi prima alla direzione di Venturini Baldini agli inizi degli anni 2000, ritornando dopo oltre dieci anni come presidente. Con il cui lambrusco Marchese Manodori ha ottenuto il riconoscimento dei Tre Bicchieri della guida del Gambero Rosso e importantissimi riconoscimenti in ambito internazionale. Recentemente, inoltre, il patron di Diesel, Renzo Rosso, acquisendo una quota del Gruppo Masi, ha voluto Tersi nel Consiglio di Amministrazione. Come Pelè cerca sempre di andare dove la palla
arriverà e da oltre dieci anni è a fianco della Direzione del Consorzio Vino Chianti e anche supporto della Direzione di Vinitaly Veronafiere. Un modus vivendi e un know-how che lo hanno portato al Ministero delle Politiche agricole a coordinare la campagna nazionale per la promozione dell’Olio d’oliva per conto di Ismea/Ministero e già nel 2015 è stato voluto dal Segretario alla Presidenza del Consiglio Sandro Gozi del tavolo “Competitività Crescita e Innovazione” guidato dal professor Enrico Giovannini. Padre dei gemelli Odoardo e Ulisse, di 8 anni, che non perde di vista anche nei suoi viaggi di lavoro, quando non risiede a Roma è a Cesena dove soggiorna nella sua casa natìa che definisce la Tenutina, il buen retiro della Dazzi e Tersi. “In campagna a Paderno,” racconta, “i miei figli possono contare su un welfare famigliare a colpi di cappelletti e tagliatelle della nonna Clara e della carismatica presenza di nonno Graziano, che trasmette l’amore per la terra ai miei bambini.” I diversi mondi dell’eclettico manager hanno origine dall’autenticità della storia che lo precede.
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definito la missione di Fattore R, un evento indipendente dedicato agli stakeholder della Romagna economica e istituzionale con il contributo di autorevoli economisti di fama nazionale e internazionale, come i premi Nobel dell’economia Eric Maskin e Joseph Stiglitz.” La quinta edizione di Fattore R si è tenuta il 15 ottobre presso il Grand Hotel di Rimini. “In particolare, quest’anno, abbiamo approfondito temi centrali come la qualità della vita, Romagna territorio del futuro, la mobilità sostenibile, la green life e la new agricolture, che possiamo racchiudere nel concetto di Way of
“OGGI FARE IMPRESA SIGNIFICA FARE RETE,” SPIEGA TERSI. “CON FATTORE R ABBIAMO VOLUTO CREARE UN EVENTO DEDICATO AGLI STAKEHOLDER DELLA ROMAGNA ECONOMICA E ISTITUZIONALE CHE RAGIONASSE IN TERMINI DI PROSPETTIVA E DI CRESCITA DEL TERRITORIO.”
“Mio nonno,” prosegue Tersi, “mi ha cresciuto insegnandomi l’importanza e il rispetto delle stagioni della terra, facendomi apprezzare il valore di cooperare e saper fare squadra anche con il vicino: quando impari a far crescere bene qualcosa, difficilmente te ne separi.” Il vino è diventato il centro della sua attività. Tersi non è un produttore di vino, ma colui che crea filiere enologiche. Un mondo fatto di intuizioni, relazioni e lungimiranza, capacità che Tersi ha saputo declinare non solo nella sua principale attività di consulenza, ma anche in altri progetti che stanno arricchendo la sua amata Cesena e tutta la Romagna. Tersi è il padre di Fattore R, Romagna Economic Forum. 16
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“Oggi fare impresa significa fare rete. È questo il tempo di collaborare e non di competere. In un periodo storico in cui Cesena e la Romagna stavano attraversano una transizione data dalla scomparsa di quelle banche che per lungo tempo, attraverso le loro fondazioni, sono state mecenati della città e del territorio è nato Fattore R. Tutto ha avuto origine da una conversazione tra me e l’allora vicesindaco Carlo Battistini, in cui abbiamo condiviso un obiettivo comune: quello di creare un momento dedicato alla Romagna economica che ragionasse in termini di prospettiva e di crescita di questo territorio. Così, come consigliere di Cesena Fiera, ho portato il progetto in consiglio d’amministrazione, e abbiamo
life. Quest’anno a Fattore R il premio Nobel per l’economia Michael Spence ha presentato uno studio realizzato da Ey e Luiss Business School sui distretti della Romagna post-Covid.” Tersi, sempre a supporto della Cesena economica è già stato Vicepresidente dell’incubatore di start-up CesenaLab. “L’incubatore di idee cesenate è stato l’elemento collante tra la nuova generazione e imprese. Sono fiorite diverse start-up frutto dell’ingegno di giovani romagnoli grazie a un interscambio di idee e produzione: questo per la città è senz’altro un punto di riferimento per il futuro dei giovani.” Doti innate e comunicative sono senza dubbio elementi che hanno permesso a Tersi di emergere, ma l’esperienza non basta se non
fatto, come ci ricorda spesso Papa Francesco, che sia necessario restituire una terra migliore di come l’abbiamo ricevuta e pertanto è fondamentale la partecipazione collettiva delle persone. La Romagna è un esempio di tutto questo: una terra dove le grandi imprese, anche in questi mesi difficili, hanno saputo reagire ed elargire risorse a sostegno del territorio. Questa è la Solidarietà di cui è ricca la mia terra, un grande valore aggiunto.” Lorenzo Tersi che cerca sempre di dedicare la domenica alla famiglia, condivide la passione per il calcio con i figli che giocano nell’accademia calcio della Roma. “Da giovane sono stato un arbitro,” ricorda con il sorriso sulle labbra. “Devo molto alla
ph Mirco Ricci
NELLE PAGINE PRECEDENTI, LORENZO TERSI. IN QUESTA PAGINA, IN ALTO, CON CARLO COTTARELLI. SOTTO, CON IL PREMIO NOBEL ERIC MASKIN.
è accompagnata dal sapere. “Quando ho capito che la mia strada poteva essere nell’ambito del marketing strategico ho investito nel primo Master in Italia di marketing delle aziende vitivinicole presso la Luiss Business School. Spesso, erroneamente, si pensa che l’alternativa all’Università sia il lavoro, ma invece occorre ricordare quello che il rettore Ubertini, intervenuto a Fattore R, ha detto agli studenti dell’Università di Bologna: “Se non studi non lavori.” A Cesena abbiamo l’Università che è il petrolio per la nostra economia. Qui occorre investire per divenire attrattivi per i nostri giovani. Negli ultimi anni è mancato il mercato relazionale, occorre il recupero delle idee e del pensiero. Credo molto nel
ph Mirco Ricci
“LA ROMAGNA È UNA TERRA DOVE LE GRANDI IMPRESE, ANCHE IN QUESTI MESI DIFFICILI, HANNO SAPUTO REAGIRE ED ELARGIRE RISORSE A SOSTEGNO DEL TERRITORIO. QUESTA È LA SOLIDARIETÀ DI CUI È RICCA LA MIA TERRA, UN GRANDE VALORE AGGIUNTO.”
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comunità degli arbitri che mi ha insegnato puntualità, organizzazione e come portare a termine i progetti, paralleli alla conduzione di una gara.” Un amore per lo sport che non solo Tersi ha consolidato in tanti anni di impegno al Panathlon club di Cesena dove, consigliere dal 1996, sotto la guida del presidente Dionigio Dionigi ha potuto conoscere il grande mondo dello sport nazionale e che nell’ultimo periodo si è tradotto in un grande progetto per la sua città, Cesena Sport City, di cui Tersi è coordinatore del tavolo strategico. “Un progetto pluriennale dell’Amministrazione Comunale volto a promuove la nuova immagine della città, coniugando mobilità sostenibile e rigenerazione degli impianti sportivi, incoraggiando la buona e sana pratica sportiva a tutte le età. Insieme ad altri 12 membri abbiamo creato da zero il naming e il brand con cui abbiamo promosso e favorito l’investimento di 15 milioni di euro per innovare i poli sportivi della città e implementare le iniziative legate al buon vivere. Una dimostrazione ulteriore di come l’innovazione possa nascere da un pensiero diverso e di come l’aggregazione, la cooperazione e la determinazione nelle proprie idee possano fare veramente la differenza in un territorio, perché come spesso afferma Renzo Rosso: “bisogna credere in quello che facciamo perché quando tu credi, prima o poi, qualcosa accade.”
Il tempo di vivere la vita che hai sempre immaginato
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DEGUSTARE
Il mondo
IN UN PIATTO INCONTRIAMO I RISTORATORI CHE HANNO PORTATO LA CUCINA ETNICA IN PROVINCIA, SAPORI PER VIAGGIARE CON IL GUSTO, DALLE HAWAII AL PERÙ, DAL MESSICO AL LIBANO.
A
Assaporare piatti di tradizioni lontane, rivivere attraverso le papille gustative un viaggio fatto o sognare una terra lontana attraverso profumi, spezie e piatti tipici, solletica la curiosità di molti. Già da diversi anni, sia a Forlì che a Cesena, sono arrivate dall’Oriente la cucina cinese e quella giapponese, radicate anche con gli ormai tipici locali all you can eat, con un boom che lentamente ha lasciato spazio anche ad altri sapori. A farceli conoscere sono dei giovani imprenditori, curiosamente nativi della nostra Provincia, con la voglia di far sperimentare sapori diversi dal solito e cucine di paesi anche molto lontani, dando vita a interessanti novità. A Forlì la cucina cinese è ormai da qualche anno diventata gourmet con il Giardino Wu, aperto nel cuore della città per offrire una cucina ricercata. Ad arricchire il centro storico di Forlì sarà anche il ristorante greco Sirtaki, di prossima apertura, e l’ultima novità dell’estate: la cucina hawaiana di Poke Scuse, la quale trasporta i clienti sulle coste dell’Oceano Pacifico. Il locale, che offre una proposta di fast food sano, nato dall’originale pokè che in hawa-
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di Chiara Fabbri e Cristina Mazzi
iano significa ‘tagliare a cubetti’, fa parte di una catena che arriva dal Veneto, creata dai padovani Christopher Clementi, 25 anni, e Nicolò Zuanon, 26, ed è approdato nella città mercuriale il 19 agosto 2021. È soddisfatto Clementi: “Sta andando molto bene, abbiamo fatto anche un paio di assunzioni in più e ora abbiamo 7 dipendenti. Secondo noi il segreto del pokè è la possibilità di comporre il piatto a proprio piacimento e la grande scelta di frutta e verdura.” Ma quali sono i gusti dei forlivesi? “Sono più conservatori, scelgono sapori classici, i pomodorini, ad esempio, vanno per la maggiore. Abbiamo avuto un target composto anche da famiglie e over 35, ma la base solida sono i giovani. Le nostre proposte sono di pesce, come nella ricetta originale, ma anche vegane, con il classico tofu o i soia strips. Le persone in città sono molto accoglienti, ma abbiamo trovato alcune parti di Forlì un po’ vuote, soprattutto in alcune zone del centro: questa è una piazza che, appena arriva una novità, la accoglie.” I forlivesi sono ormai abituati anche ai profumi e ai sapori del Libano con il ristorantino Baalbek che, dal 2019, sempre per le strade del centro, offre piatti della tradizione affidati alle sapienti mani di una cuoca libanese, tra falafel e kibbeh di agnello. Tornando poi in oriente, tra i sapori del paese del Sol levante, si incontra Sabakaita che propone cucina giapponese seduti al ristorante o l’opportunità di uno chef a domicilio. Ultimamente sono soprattutto i giovani che hanno deciso di investire a Forlì, con proposte particolari come quella di Kuzco Cevicheria & Pisco Bar, che offre la bevanda e il piatto tipici peruviani in varie declinazioni. Nicola Mugnai, 27 anni, è il titolare di questa nuova attività che ha aperto i battenti il 19 maggio, portando in piazza XX Settembre un po’ dell’esperienza del giovane forlivese che, facendo lo chef a Londra in un ristorante
“IL SEGRETO DEL POKÈ È LA POSSIBILITÀ DI COMPORRE IL PIATTO A PROPRIO PIACIMENTO E LA GRANDE SCELTA DI FRUTTA E VERDURA,” RACCONTANO CLEMENTI E ZUANON, FONDATORI DI POKE SCUSE. “I GUSTI DEI FORLIVESI? CLASSICI E CONSERVATORI.”
peruviano, ha imparato l’arte della ceviche, piatto tipico a base di pesce crudo marinato e del pisco, bevanda nazionale del Paese sudamericano. “Incredibilmente i forlivesi stanno reagendo bene,” racconta Mugnai, “non me lo aspettavo perché ci sarebbero state piazze più semplici di Forlì, ma mi piacciono le sfide. Siamo partiti subito in quarta e abbiamo incrementato il personale perché la proposta è piaciuta. Abbiamo anche partecipato alla Festa Artusiana con la nostra proposta leggermente ridotta offrendo sempre ceviche e pisco in varie versioni e con un piatto lanciato per l’occasione che ora fa parte del nostro menù. La clientela ci ha sorpreso perché
IN APERTURA, ALCUNE APPETITOSE POKÈ BOWL. IN QUESTA PAGINA, IN ALTO, LO STAFF DI POKE SCUSE DI FORLÌ.
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“DURANTE UN VIAGGIO IN MESSICO CI SIAMO IMMAGINATI UN LOCALE COME TACOMIDA A CESENA. VOLEVAMO PORTARE IN ROMAGNA L’ATMOSFERA DELLO STREET FOOD MESSICANO RESPIRATA LÀ,“ RACCONTA ENRICO FANTINI.
ph Andrea Bonavita
ci saremmo aspettati un target molto più giovane e invece, con molto piacere, ci siamo trovati ad avere a che fare con una clientela dai 35 anni in su. Chi è stato in Perù ci dice che ha ritrovato moltissimi sapori che non sentiva da tanto tempo e sono venuti a trovarci diversi cittadini peruviani da tutta la Romagna.” Nuove aperture che confermano la volontà degli imprenditori della Provincia di raccogliere la sfida, anche in un periodo poco felice per il mondo della ristorazione come quello della pandemia che ha portato alla chiusura di diversi locali: secondo i dati della Camera di Commercio, infatti, nei primi sei mesi del 2021 a Forlì-
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Cesena hanno chiuso 31 attività, contro le 15 che hanno aperto. Altre 80 hanno chiuso nel 2020, contro 26 aperte l’anno scorso. Fra una tagliatella al ragù, un crescione e una piadina farcita, anche nella città Malatestiana si ritagliano sempre più spazio sapori che provengono da lontano,
messi in tavola dagli ormai numerosi ristoranti etnici sparpagliati qua e là per la città, dal cuore alla periferia. Sempre secondo i dati della Camera di Commercio, il panorama culinario spazia dal Messico alla Cina, al Giappone, fino al Libano, per citare i più noti. Ta-
IN ALTO, DUE RAGAZZI DELLO STAFF DI TACOMIDA E, IN BASSO, NICOLA MUGNAI, FONDATORE DI KUZCO CEVICHERIA & PISCO BAR.
...la storia continua
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comida è il locale che il cesenate Enrico Fantini e il forlivese Thomas Suriani hanno aperto due anni fa all’interno delle mura, in via Pescheria 17. “Io e Thomas siamo grandi viaggiatori,” racconta Enrico Fantini, contitolare di Tacomida e College Sushi, “è durante un viaggio in Messico che ci siamo immaginati un locale come Tacomida a Cesena. Volevamo portare in Romagna l’atmosfera dello street food messicano respirata là,” continua Fantini, “aprendo un posto dove spezzare la routine quotidiana con un taco e una birra volante, all’interno di un locale giovane, colorato e pieno di caos
“VOLEVO UN LOCALE CHE OFFRISSE UNA CONTAMINAZIONE DI SAPORI, PERCHÉ PENSO CHE LA CUCINA SIA RICCHEZZA DI CULTURA E DI VALORI. LA NOSTRA FORZA? I PIATTI SU MISURA SUI GUSTI PERSONALI DEI CLIENTI,” RACCONTA OMAR ZAGHINI.
nel cuore della città. Cerchiamo a tutti i costi l’artigianalità, ad esempio appoggiandoci a una famiglia messicana che ha una piccola produzione biologica in Umbria. Le nostre tortillas arrivano da lì, proponiamo piatti mirati e super artigianali.” Sempre in centro per gli appassionati del giapponese c’è Yume Ramen e da poco ha aperto Iamaki Sushi Garden, a pochi passi dal più ‘veterano’ Roppongi. “Mi sono innamorato di Cesena quando mia moglie frequentava l’università qui e abbiamo deciso di trasferirci,” racconta il titolare Omar Zaghini. “Volevo un locale che offrisse una contaminazione di sapori, perché penso che la cucina sia ricchezza di cultura e di valori. La nostra 24
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forza? I piatti ‘su misura’ sui gusti personali dei clienti.” Infine è arrivato Beirut, il libanese aperto lo scorso aprile in via Zuccherificio 256. “Ci hanno subito stupito i tanti ragazzi che arrivano, anche da fuori città, conoscendo bene la nostra cucina,” raccontano il libanese Hassan Chanboura e Giada Giordani, titolari del ristorante. “Ci chiedono piatti specifici come lo shawarma, tipicità a base di pollo speziato, la focaccia libanese o le foglie di vite. Abbiamo piatti molto ricchi e sostanziosi a un prezzo contenuto. Portare la nostra cucina a Cesena è stata una scommessa vinta, un sogno che si realizza.”
IN BASSO, OMAR ZAGHINI, CHEF DEL RISTORANTE ROPPONGI.
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SCOMMETTERE
La fortuna
ALTROVE
I FORLIVESI LORENZO ZOLI E DAVIDE GARDINI HANNO FATTO UNA SCELTA DIFFICILE, SONO ANDATI A VIVERE NEGLI EMIRATI ARABI. ECCO COME È SUCCESSO E QUALI RISULTATI HANNO OTTENUTO.
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di Beatrice Loddo
Direttamente da Abu Dhabi, negli Emirati Arabi, Lorenzo Zoli, architetto forlivese classe ’78, si prepara alla nostra intervista, con una premessa: “Per favore, non raccontare che qui si fanno soldi facili, perché non è vero.” In effetti, quella che mi racconta nell’ora seguente non è propriamente una favola, ma una semplice storia di emigrazione e di successo in cui le notti in bianco e i rischi economici non sono mai mancati, e in cui il successo ha richiesto anni di sacrifici e precarietà. Lorenzo, hai studiato Architettura a Firenze, laurea cum
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laude e “Miglior studente dell’anno” per il 2001/2002. Ti identifichi nella definizione di studente modello? “Non proprio…! Cerco solo di fare tutto al meglio. Mi sono concentrato al massimo sullo studio, e ho approfittato di quegli anni per fare esperienze all’estero che sono state veramente formative per me: un anno a Birmingham, nel Regno Unito, e un semestre a New York, dove fra l’altro arrivai poco prima dell’attentato alle Twin Towers, vivendo in prima persona il dramma di quei giorni… ma questa è un’altra storia.” E dopo la laurea cos’è successo? “Mi sono ritrovato in Italia, dove di occasioni per gli architetti ce ne sono ben poche. Per una decina di anni ho lavorato come libero professionista per alcuni clienti di Cesena e, nel frattempo, ho conseguito anche un dottorato in Tecnologia dell’Architettura. Nello stesso periodo, nel 2004, con un gruppo di architetti coetanei, decidemmo di partecipare a un concorso di idee per il Monumento Funebre di Alberto Martini a Oderzo, in Provincia di Treviso. Pensavamo di iniziare a farci le ossa, e invece abbiamo vinto pro-
IN ALTO, LORENZO ZOLI. A LATO, ZOLI RICEVE LA CERTIFICAZIONE LEED PLATINUM PER IL PROGETTO DEI NUOVI UFFICI DI KHIDMAH/PROVIS ALLOYAS MALL DI ABU DHABI CON I RAPPRESENTANTI DELL’IMPRESA E GLI SPECIALISTI PER IMPIANTI E SOSTENIBILITÀ.
“I PRIMI TRE ANNI SONO STATI DAVVERO DURI,” SPIEGA ZOLI. “PER FORTUNA, NEL 2013 HO FIRMATO UN CONTRATTO PER LA CREAZIONE DI UN COMPLESSO SCOLASTICO PER 2.000 STUDENTI: IL PROGETTO DELLA AL MAHARAT PRIVATE SCHOOL, UNO DEI PIÙ IMPORTANTI.”
prio al primo colpo. Quell’evento ha sancito ufficialmente la nascita del nostro primo studio, nEmoGruppo.” Come ha fatto un forlivese a finire negli Emirati Arabi? “Avevo sentito da un collega più navigato, Antonio Marcon, che a Dubai c’erano possibilità interessanti. Lui, che era già affermato a Firenze, non aveva voglia di spostarsi, ma era curioso e pro-
pose a me di partire. Poco dopo si presentò l’occasione giusta, con Marcon e nEmoGruppo creammo una nuova società, la M+N Architecture, per partecipare a un bando europeo di internazionalizzazione: io sarei stato la testa di ponte negli Emirates e, rimediando commesse, avrei mandato in Italia il lavoro. Ma nel frattempo, nel 2009, a Dubai un’importantissima società del settore, la Nakheel, ha rischiato di fallire, causando lo scoppio di una bolla edilizia che cresceva da anni. Ormai avevamo vinto il bando, così abbiamo cambiato programma all’ultimo: in pochi mesi mi sono ritrovato ad Abu Dhabi con un prestito bancario da 100.000 euro, che se tutto fosse andato bene, al termine del piano di investimento approvato ci sarebbero stati restituiti da bando al 50% e a fondo perduto. Arrivai a dicembre del 2010, e passai qui il mio primo Natale da solo.”
Perché proprio Abu Dhabi? “È la capitale di un emirato che può contare su grandi riserve di gas naturale e petrolio, perciò soffre meno di Dubai delle crisi economiche che colpiscono i mercati locali e internazionali. Certo, non è altrettanto vivace. Ma era una valida alternativa.” Cosa è successo una volta arrivato? “I primi tre anni sono stati davvero duri, e ti confesso che siamo stati molto vicini a non riuscire a ripagare quanto preso in prestito per iniziare l’attività. Poi, per fortuna, nel 2013 ho firmato un contratto per la creazione di un grande complesso scolastico per 2.000 studenti: il progetto della Al Maharat Private School che è tuttora uno dei più importanti che abbiamo svolto. Questo ha cambiato tutto. In questi anni non sono mancate le soddisfazioni, anche per i premi e i riconoscimenti ricevuti: per citare giusto l’ultimo, il nostro progetto “Radisson Blu Beach Bar & Wave Pool” è stato highly commended ai Commercial Interior Design Awards 2021 nella categoria Best Outdoor Design, uno dei premi più ambiti negli Emirati a livello di Interior Design. Fra gli ultimi grandi progetti invece, c’è un edificio per uffici per il Ministero degli Interni di Abu Dhabi, ora in costruzione, a capo del quale c’è il fratello dell’emiro di Abu Dhabi: in pratica siamo arrivati al top, perlomeno in termini di clientela locale.” Com’è la vita negli Emirates? Cosa ti manca di più dell’Italia? “La vita è molto diversa e cosmopolita, le differenze di origine non impediscono di costruire insieme progetti meravigliosi. Dell’Italia, oltre ad amici e famiglia, mi manca la socialità all’aperto, due chiacchiere su una normalissima panchina la sera, o una bevuta al tavolino di un bar. Però qui ho inIN MAGAZINE
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“SONO PARTITO DA SOLO, E PER QUASI DUE ANNI MI SONO CONCENTRATO AL MASSIMO SUL MIO LAVORO. LA VITA A DUBAI È MOVIMENTATA E SOPRATTUTTO CI SONO TANTE CUCINE NUOVE DA SCOPRIRE: È VERAMENTE IL POSTO IDEALE PER CHI È CURIOSO,“ RACCONTA GARDINI.
contrato Priscilla. Io italiano, lei indonesiana, dopo tanti anni ho trovato una persona davvero speciale: a Dicembre ci sposiamo.” Ma Zoli non è l’unico forlivese a tenere alta Forlì e la Romagna negli Emirati Arabi. C’è anche Davide Gardini, 42 anni, da poco promosso a Executive Sous-Chef per Hilton Resort in JBR. Davide, la tua avventura è iniziata in modo molto diverso… “Sì, direi quasi per gioco. Dopo una formazione in tutt’altro ambito, mi sono reso conto che ogni volta che c’erano difficoltà mi ritrovavo a lavorare in cucina. Così ho deciso di investire in formazione e iscrivermi all’Istituto Alberghiero di Forlimpopoli. Da lì in poi ho ricoperto diversi ruoli, fino a diventare chef per ‘Petito. Ma
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mi era sempre rimasto il rimpianto di un’esperienza all’estero. Poi un giorno, mia moglie Patrizia mi ha sfidato ad accettare un’offerta di lavoro su Linkedin, per lavorare con Eataly a Dubai. Con mia grandissima sorpresa, sono stato invitato a partecipare alle selezioni a Milano, dove ho conosciuto di persona la Chef Viviana Varese. Ho poi scoperto dopo, quando ormai ero a Dubai da tempo, che era stata lei a spingere per il mio nome.” Come hai gestito il trasferimento?
“Sono partito da solo, e per quasi due anni mi sono concentrato al massimo sul mio lavoro. Poi finalmente mi ha raggiunto anche mia moglie. La vita a Dubai è movimentata, ci piace molto. E soprattutto ci sono tante cucine nuove da scoprire: è veramente il posto ideale per chi è curioso.” Poi hai lavorato come Head Chef di BiCE, il ristorante dei resort Hilton. Come mai questo cambiamento? “Lavorare da Eataly è stata un’esperienza davvero importante e formativa, ma dopo qualche anno ho capito che non c’erano grandi possibilità di crescita. Così ho cominciato a guardarmi intorno e sono stato contattato dal resort Hilton a Dubai. Lo scorso settembre sono stato promosso a Executive Sous-Chef per JBR: questo mi permetterà di imparare molte cose nuove.” Consiglieresti un’esperienza all’estero ai tuoi colleghi romagnoli? “Dipende da quello che si desidera. Se si cerca un’esperienza stellata, il consiglio è l’Europa. In ogni caso, l’importante è selezionare una realtà più solida possibile, che dia garanzie e benefit. Ma l’Italia resta la patria indiscussa della buona cucina, del cibo e della tradizione migliori al mondo.”
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DIALOGARE
Con altre
PAROLE
NASCE A FORLÌ IL PRIMO FESTIVAL DELLA TRADUZIONE D’ITALIA CHE, IN COLLABORAZIONE CON IL PROGETTO #CAMBIALALINGUA DI ZANICHELLI, PUNTA I RIFLETTORI SULL’IMPORTANZA DELLE PAROLE.
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La lingua come qualcosa di vivo ed espressione di una cultura, e le parole come strumenti che ci consentono di dare una misura alle nostre vite, di raccontare e navigare il mondo. Parole che evolvono nel tempo, che dialogano con altre lingue e che sono le protagoniste del Festival della Traduzione di Forlì, Con altre parole. Una prima edizione in assoluto in tutta Italia nata da un progetto del Dipartimento di Interpretazione e Traduzione dell’Università di Bologna, Campus di Forlì, che mette sotto i rif lettori la pratica della traduzione e porta una riflessione sull’importanza delle parole nella vita quotidiana di tutti. “L’idea del festival nasce tre anni fa, in concomitanza con le celebrazioni del trentennale del Dipartimento,” spiega Gloria Bazzocchi, professoressa associata all’UniBo. “La Scuola nasce nell’anno 1989/1990 come uno dei primi corsi di laurea forlivesi. È una comunità accademica particolare, la nostra, con un numero programmato di circa 700 studenti a cui offriamo una formazione professionalizzante in tre corsi di laurea – uno triennale e due magistrali. Questo festi-
Testo e foto di Clarissa Costa
val per noi è un po’ l’espressione di 30 anni di lavoro,” continua, “ma anche un modo per sottrarre all’ambito puramente accademico quello che facciamo. Una festa che porta il pubblico a dialogare con i traduttori e che alza il sipario su un mestiere che spesso
rimane nell’ombra. Pensiamo alla letteratura, al cinema e al teatro, banalmente al leggere le istruzioni di un elettrodomestico straniero o al guardare una serie tv doppiata: operazioni quotidiane che però celano diverse professionalità.”
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IL FESTIVAL DI FORLÌ ALZA IL SIPARIO SULLA PROFESSIONE DEL TRADUTTORE E INVITA A RIFLETTERE SULL’IMPORTANZA DI OGNI PAROLA. PROTAGONISTA SARÀ ANCHE UN’ISTALLAZIONEVOCABOLARIO PER SCOPRIRE I CAMBIAMENTI DI SIGNIFICATO DI 50 PAROLE.
All’interno del programma del festival (21,22 e 23 ottobre 2021, sia online che in presenza presso l’Auditorium della Chiesa di San Giacomo), il concetto di traduzione comprende una riflessione più generale sull’importanza delle
NELLA PAGINA PRECEDENTE, LA PROFESSORESSA GLORIA BAZZOCCHI IN UN’AULA DEL DIPARTIMENTO DI INTERPRETAZIONE E TRADUZIONE. IN ALTO, INSIEME A GIANLUCA ORAZI, RESPONSABILE MARKETING DI ZANICHELLI. A LATO, L’INSTALLAZIONE DEL DIZIONARIO INTERATTIVO.
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parole, del linguaggio e della comunicazione nella società contemporanea, nei diversi ambiti. “Per essere cittadini coscienti della nostra epoca è importante sapere usare le parole: troppo spesso vengono manomesse, utilizzate senza pensare al senso. Così, in collaborazione con Zanichelli, e con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmi e il Comune di Forlì, abbiamo pensato a un’iniziativa per riportare l’attenzione sulla responsabilità che ognuno di noi ha sulla lingua.” Dopo il progetto dell’istallazionevocabolario del 2019 sul tema le parole da salvare, quest’anno Zanichelli ha rilanciato il dizionario gigante interattivo con l’iniziativa #cambialali-
gua, in cui mostra, attraverso un percorso scientifico comparativo e narrativo, l’evoluzione di 50 lemmi nelle varie edizioni dello Zingarelli, dal 1922 al 2022. Un’iniziativa che farà tappa in 6 città italiane, tra cui appunto Forlì nell’ambito del festival: davanti al San Giacomo, un vocabolario interattivo con un monitor touch screen inviterà a scoprire l’evoluzione di alcune parole negli ultimi cento anni attraverso delle slide ‘stile Instagram’, per riflettere sul cambiamento della società e dei significati. “È un modo per invogliare e incuriosire i ragazzi attraverso una comunicazione visuale, di pancia,” spiega il forlivese Gianluca Orazi, responsabile marketing di Zanichelli e ideatore di campagne di comunicazione di successo. “Ci siamo avvicinati al modo in cui oggi i giovani sono abituati a interagire, collaborando con Unieuro e Fuji per la fornitura dei dispositivi elettronici.” Accanto al vocabolario interattivo si potrà infatti scattare e ricevere una fotografia istantanea da condividere sui social con l’hashtag #cambialalingua, commentando con il proprio punto di vista l’evoluzione delle parole e il loro significato. “Il dizionario ci mostra come noi parlanti siamo responsabili del cambiamento epocale della lingua. È uno strumento che annota, ascolta gli sviluppi e non giudica, ma ci ricorda che abbiamo una responsabilità sociale nei confronti delle parole.”
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MPP ASSICURAZIONI DA 30 ANNI AL SERVIZIO DEI FORLIVESI
I SOCI DI MPP ASSICURAZIONI HANNO FESTEGGIATO I 30 ANNI DI ATTIVITÀ CON UNA SERATA CONVIVIALE SUL FILO DEI RICORDI.
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L’Agenzia di assicurazioni nata a Forlì nel 1991 dalla collaborazione di Goffredo Moschini, Giuseppe Pierotti e Franco Pratesi, ha raggiunto il traguardo dei 30 anni di società, un lungo periodo nel corso del quale ha visto crescere costantemente la propria attività stabilendo rapporti di fiducia con un vasto numero di persone, famiglie, aziende e istituzioni. Una ricorrenza meritevole di essere adeguatamente celebrata, che è stata la protagonista di un evento che si è svolto nella suggestiva cornice della Rocca delle Caminate, con la preziosa collaborazione dell’Istituto Alberghiero Pellegrino Artusi di Forlimpopoli, dove si sono ritrovati soci, collaboratori, clienti, per trascorrere una serata conviviale vissuta con delicatezza ed eleganza, passata sul filo dei ricordi professionali e personali, ma anche dall’analisi degli scenari che si aprono a chi è
chiamato oggi a offrire spunti iniziali alla riflessione. Riportiamo qui, in parte, le parole di Giuseppe Pierotti, pronunciate dopo aver dato il benvenuto ai presenti. “Per molti di noi si tratta, questa sera, di riprendere in mano i fili della memoria di una parte fondamentale della nostra vita e di quella delle nostre famiglie. Quel 1991 appare ancora più lontano perché la società che ci circonda è cambiata in modo intenso e rapidissimo. Quando, dai nostri uffici di Piazza Saffi, allargavamo lo sguardo alla città, scorgevamo un palazzo municipale al cui interno operavano forze politiche che oggi sono sostituite da altre, che portano nomi e insegne diverse. In centro storico erano operative numerose banche che, da allora, o sono state oggetto di fusioni o non esistono più. I portici e le strade del centro pullulavano di gente e si facevano ottimi affari.
La società forlivese nella sua interezza guardava al futuro con ottimismo. I rapporti umani e la conoscenza tra le persone avevano importanza fondamentale. Ebbene, quell’ottimismo che improntava la società nei nostri uffici non è mai venuto meno. Pur in mezzo a tanti cambiamenti politici, economici e di costume sociale, noi siamo rimasti convinti che il rapporto diretto con le persone avrebbe continuato a costituire valore fondamentale. Non ci siamo mai discostati da questa linea e l’attenzione che la clientela ci riserva ci spiega che eravamo, e siamo sulla strada giusta. Su tale indirizzo chi lavora all’interno della Moschini Pierotti e Pratesi srl punta ancora in modo decisivo. In un’epoca di prodotti assicurativi standardizzati, reperibili anche sui mercati telematici, il rapporto interpersonale e la professionalità continuano a fare la differenza. Conoscere il proprio
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“PUR RIMANENDO ORGOGLIOSAMENTE ‘STRETTA’ AL PRESTIGIOSO BRAND DI ALLIANZ, L’AGENZIA HA SCELTO DI DIVENIRE PROGRESSIVAMENTE PLURIMANDATARIA, PER DISPORRE DI SOLUZIONI PERSONALIZZATE PER QUALUNQUE ESIGENZA DELLA CLIENTELA.”
consulente, vedere in lui, e nella compagnia che rappresenta, una garanzia tangibile, costituisce elemento di serenità estremamente apprezzato. Negli uffici di Piazza Falcone e Borsellino, come nelle sedi di Predappio, Meldola, Forlimpopoli, Castrocaro, Santa Sofia e Villafranca, che progres-
sivamente sono state aperte, non sono, del resto, mai venuti meno la cordialità, il rapporto interpersonale, il percepire il quesito posto dal cliente come uno stimolo per trovare soluzioni adeguate e convenienti.” Oggi la MPP si muove all’interno di una società dinamica e in continua evoluzione e le competenze professionali devono, di conseguenza, essere ‘al passo’ con le esigenze della società: per questo, l’offerta negli ultimi anni è in continua crescita, dai tradizionali rami RCA, incendio e infortuni, ai prodotti vita ai fondi pensione, finanziari e salute. Inoltre, pur rimanendo orgogliosamente ‘stretta’ al prestigioso brand di Allianz, l’agenzia ha scelto di divenire progressivamente plurimandataria, in modo da poter offrire una vasta gamma di prodotti e servizi e disporre di soluzioni personalizzate per qualunque esigenza della clientela. L’agenzia Moschini, Pierotti e Pratesi è anche costantemen-
te vicina, attraverso interventi concordati con le autorità e le amministrazioni pubbliche, alle esigenze della comunità civile, della cultura, della socialità, dello sport. È Pierotti a spiegarne, in conclusione, la ragione: “Viviamo in una terra splendida e fortunata, facciamo parte di una comunità sociale coesa, densa di valori, nella quale si ha la possibilità di vivere in modo sereno. Contribuire, sostenendo progetti efficaci, alla crescita del benessere comune è per noi un orgoglio e un dovere. Continueremo a farlo. E continueremo a crescere, giovandoci delle energie e delle competenze che nuove generazioni di professionisti al nostro interno ci garantiscono. Con il sostegno di quella clientela che frequentemente ci consente di trasformare rapporti professionali in autentiche amicizie. È questo il nostro patrimonio più grande, il valore aggiunto di questi trent’anni di intenso lavoro.”
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CANTARE
Ballate
DI FERRO IL NUOVO DISCO DI GIACOMO TONI PRENDE VITA A FORLIMPOPOLI E RACCONTA ATTRAVERSO LE SUE BALLATE UNA ROMAGNA A LUCE SOFFUSA, TRA CAMPI DI PALLONE, PARTIGIANI E BAR DI PROVINCIA.
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Testi e foto di Giulia Masci
Una Romagna di provincia, fatta di ritrovi al bar, partite di calcetto, amori e Sangiovese. È quella che racconta Giacomo Toni, classe ’83, forlimpopolese di nascita e di spirito, nel suo nuovo disco Ballate di Ferro (per l’Amor mio non muore dischi, con la produzione artistica di Don Antonio). Dieci canzoni, o meglio dieci ballate a luce soffusa che arrivano dopo anni di blues anarchico e pianopunk: paroliere e pianista dallo stile irruento,
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Giacomo ha in repertorio pezzi rumorosi, sgangherati e struggenti. Molto diversi dallo stile intimo e sussurrato di questa sua ultima fatica. Un disco che nasce nella Provincia e la racconta attraverso immagini ironiche, vissute e usurate. Ballate ambientate in luoghi sospesi in cui cinismo, malinconia e sarcasmo si fondono in un unico sentimento agrodolce, momenti familiari che diventano universali, dettagli che appartengono all’infanzia di tutti. Dalle improvvise solitudini agli oggetti lasciati sulla strada, fino alle entrate sempre uguali dei bar. Ma come sappiamo le ballate classiche sono per antonomasia canzoni d’amore, e qui l’amore è un’ottima scusa per raccontare un intero mondo. Un mondo che inizia esattamente dove prendono vita le canzoni di Toni: nei luoghi di sempre. Dopo una grigliata di metà agosto, prima di una partita di calcetto l’amico dice: “Se proprio devo morire, che sia in un campo di pallone.” Questa citazione non rimarrà inascoltata e ne nascerà la ballata più riuscita del disco, quella da cui prende nome. Dalle scene di
IN QUESTE PAGINE, IL CANTAUTORE GIACOMO TONI.
LA PROVINCIA UNIVERSALE DI GIACOMO TONI SI ANIMA E DIVENTA PROTAGONISTA DEL VIDEO DI SE PROPRIO DEVO, DIRETTO DALL’ILLUSTRATRICE MARA CERRI E GIRATO NELLA STESSA FORLIMPOPOLI, RIPRENDENDO UNA SQUADRA DI CALCIO AMATORIALE.
vita vissuta, alle parole su carta, fino all’illustrazione. La provincia universale si anima e diventa protagonista del video di Se proprio devo, diretto dall’illustratrice Mara Cerri (era suo il manifesto del film di Alice Rohrwacher Lazzaro felice) e girato nella stessa Forlimpopoli, riprendendo una squadra di calcio amatoriale giocare nel campo della chiesa, accanto al bar, davanti al solito cantiere. Dieci brani che sono dieci storie complesse. C’è la nostalgia, c’è l’amore – sia fisico che metaforico – ma nessuna dolcezza. “Se proprio devo cantare, che siano parole di ferro,” ci dice Toni all’inizio del brano. Ed è una dichiarazione di intenti, un rivelarci consapevolmente la sua poetica. Dieci canzoni d’amore sì, ma senza l’amore. La melodia è dolce,
piano, basso e batteria consumano romanticamente la loro relazione sul palco ma sono le parole a creare dissonanza, perché sono quelle che non ti aspetteresti: taglienti, sarcastiche, di ferro. L’unica, vera canzone d’amore, capace di sciogliere anche il ferro, è l’ultimo pezzo che chiude l’album, Buongiorno, dedicata ai caduti di Alfonsine e alla partigiana Maria Bartolotti, detta Piera. “Mettiti un vestito rosso / vienimi a trovare adesso / perché sento addosso / un vento nuovo di piaceri e di dolori / di insulti e di fiori / e di altre storie minori.” Antitesi, ossimori, contrasti e contrari si incrociano in queste storie di provincia, in queste storie minori che diventano grandi, enormi, se scritte e cantate con la sensibilità di chi ancora le apprezza, le ricorda, le consacra. IN MAGAZINE
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ABITARE
Dimora di
FAMIGLIA
AMORI E AFFETTI RIEMPIONO LE SALE DELLA CASA DI MARA FULLIN, EX-CESTISTA E ALLENATRICE DI BASKET. UN’ABITAZIONE CHE TRASUDA STORIA E RICORDI, AI CONFINI DEL CENTRO DI CESENA. di Barbara Baronio / ph Gianmaria Zanotti
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La sua stanza prediletta è la cucina dalla cui ampia vetrata arriva a vedere il mare all’orizzonte. Da brava veneziana adora preparare risotti che spesso diventano la portata regina di cene tra amici. Prima della pandemia l’ampio open space del soggiorno, arricchito da un camino centro stanza, era il luogo ideale per ritrovi e serate in compagnia e oggi è senza dubbio il luogo della casa dove tra lettura, film e tante chiacchiere si snoda la routine della sua famiglia. Ecco il nido di Mara Fullin, veneziana trasferita da tanti anni a Cesena dopo il matrimonio con l’avvocato Luca Porfiri. È la
“È STATO MIO MARITO LUCA A INVITARMI A PORTARE UN PO’ DELLA MIA VENEZIA A CASA, PERCHÉ NONOSTANTE SIA STATA MOLTO LONTANA, PER RAGIONI LEGATE ALLA MIA CARRIERA SPORTIVA, SONO SEMPRE STATA MOLTO LEGATA ALLA MIA TERRA.”
signora del basket italiano, con all’attivo il record nel basket femminile italiano, 15 scudetti vinti e il record di sette Coppe dei Campioni (5 con Vicenza, 2 con Como) con i quali ha superato Dino Meneghin per numero di titoli vinti. Eletta all’Italia Basket Hall of Fame, categoria atlete, per la sua grandissima carriera ha collezionato con la maglia azzurra 198 presenze, disputando due Olimpiadi (19921996), cinque campionati europei e un mondiale. Dopo la carriera di giocatrice, è stata allenatrice nel settore squadre nazionali e Team manager della Nazionale A. Oggi, segue il settore giovanile e la serie C della Nuova Virtus Cesena. Cesenate d’adozione dal 1994, 40
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anno in cui ha definitivamente scelto la Romagna come sua seconda terra, Mara Fullin è entrata nella casa storica della famiglia del marito che si trova ai confini del centro storico di Cesena e che si sviluppa su tre piani. “Mio marito ed io abbiamo ristrutturato la nostra casa senza snaturarla e mantenendo anche quei complementi d’arredo che delineano la storia della sua famiglia.” È così che nel soggiorno spiccano le belle poltrone del nonno e un grande tavolo tondo. È dalla terra veneziana che Mara ha portato vasi e deliziose opere della Serenissima che ben si fondono con i quadri
IN APERTURA, MARA FULLIN NELLA SUA CUCINA. IN QUESTA PAGINA, DUE VEDUTE SUL SALONE, CON IL PARTICOLARE DELLE POLTRONE EREDITATE DAL NONNO.
NELL’AMPIA MANSARDA DELL’ABITAZIONE DELLA FULLIN L’OCCHIO È SUBITO ATTIRATO DALLA STANZA DELLE COPPE IN CUI SONO RICOSTRUITE TUTTE LE TAPPE DELLA SUA GRANDE CARRIERA NEL BASKET. UNO SPAZIO IN CUI È PRESENTE UN’AMPIA BIBLIOTECA.
della villa dove antico e contemporaneo generano un mix di tendenze e di intensi richiami al passato. “Ricordo che ai tempi è stato proprio mio marito Luca a invitarmi a portare un po’ della mia Venezia a casa, perché nonostante sia stata molto lontana dalla mia famiglia d’origine per ragioni legate alla mia carriera, sono sempre stata molto legata alla mia terra.” Oggi Mara, se con il basket ha ridotto sensibilmente gli impegni, si è fatta rapire dal nordic walking, disciplina sportiva di cui è stata tra le prime professioniste italiane riconosciute, arrivando a coinvolgere centinaia di appassionati nella sola città di Cesena. “Ho
iniziato più di 15 anni fa da sola e da autodidatta. Cercavo qualcosa che mi aiutasse a mantenere la postura corretta e allo stesso tempo mi tenesse in costante allenamento. Così ho incominciato a camminare da sola con i bastoncini, poi dopo anni ho scoperto che altri seguivano questo tipo di allenamento e così ho ampliato le mie conoscenze, fino a quando nel 2012 sono divenuta istruttrice della Scuola Italina Nordic Walking e poi nel 2017 Maestra. Alle persone che alleno al nordic walking,” racconta, “chiedo di dare il massimo delle proprie possibilità, come ho sempre fatto nella mia carriera sportiva. Il bravo allenatore deve sapere tirare fuori il meglio da ogni allievo.” Una passione, quella del nordic walking, che Mara anche in pieno lockdown non ha abbandonato. “Cammino molto e ho camminato molto anche nel pieno della pandemia approfittando dell’ampio giardino di casa, dove trascorro ore in relax anche in compagnia del mio labrador Obama. Un luogo dove mi ricarico e dove riprendo i giusti tempi dopo giornate spesso frenetiche.” Una vita che spesso è stata lontana dagli affetti quella di Mara. “A 15
anni sono andata via di casa per giocare a basket,” ha aggiunto la Fullin. “A 17 ho perso mio padre per una grave malattia e a 30 mia sorella per una morte improvvisa. Questi eventi, se non abbattono, rendono più forti e fanno emergere la grinta perché fanno comprendere come la vita valga la pena di essere vissuta con impegno e passione giorno per giorno, cogliendo il meglio che ci può offrire.” Momenti difficili da cui sono di certo scaturite scelte forti e prioritarie. “Il diventare madre di Matilde, oggi già studentessa universitaria a Trento, è stato per me un dono inestimabile.” Amori e affetti che si riscoprono percorrendo l’ampia mansarda dell’abitazione della Fullin dove l’occhio è subito attirato dalla stanza delle coppe in cui sono ricostruite tutte le tappe della sua grande carriera. Uno spazio, quello della mansarda, in cui è presente una ampia biblioteca. “Se da un lato sono spesso in movimento, dall’altro ogni giorno mi piace curare la casa, ammirandola seduta in poltrona. È un’abitazione che trasuda storia e ricordi, che ho amato sin da subito e dove sono passate intere generazioni e questo la rende unica per tutti noi.”
A FIANCO, MARA FULLIN NELLA STANZA DELLE COPPE, IN MANSARDA.
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ALPHA IMMOBILIARE PROFESSIONISTI DELLA COMPRAVENDITA
FONDATA NEL 2017 DA DANIEL SALIAJ, ALPHA IMMOBILIARE CONTINUA A CRESCERE E SI PRESENTA COME UN PUNTO DI RIFERIMENTO SICURO PER LA COMPRAVENDITA DI IMMOBILI.
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“In Alpha crediamo nella bellezza di mura solide e atmosfere casalinghe.” Nessuna migliore presentazione di questa per comprendere i valori che si respirano da Alpha Immobiliare, giovane agenzia fondata da Daniel Saliaj che in poco meno di 5 anni ha rivoluzionato il panorama dell’offerta di servizi per la vendita e l’affitto in Provincia. Dalla prima sede, fondata a Forlimpopoli nel 2017, il team creato da Saliaj è cresciuto di anno in anno con nuove filiali: nel 2018 Cesena, poi Forlì e Meldola nel 2019. Ultima inaugurazione a metà 2021, per la seconda sede a Cesena. Saliaj non si sbilancia, ma rivela: “Stiamo pensando di ampliarci ancora”. La ricetta alla base di questo successo risiede nello stile inconfondibile di Alpha Immobiliare: “Ogni nostro agen-
te viene formato alla vendita secondo il nostro stile, una ricetta personale che abbiamo sviluppato per ottenere il massimo dagli obiettivi.” Un team di 40 persone, distribuito sulle diverse sedi, è sempre pronto a rispondere a ogni esigenza. La visione di Daniel Saliaj, vero esperto del settore, fa della competenza e della concretezza un punto fermo da cui partire: “Quando sono partito, avevo l’obiettivo di stravolgere la mediazione immobiliare, dare un’impronta nuova al mercato. Per questo cerchiamo continuamente innovazioni per semplificare e ottimizzare il servizio offerto al cliente, sia lato proprietario che lato acquirente.” Ma come si muove oggi il mercato immobiliare della Provincia? Nessuno meglio di Saliaj può raccontarlo, visto che è
ogni giorno immerso in questo mondo ricco di sfaccettature difficili da cogliere per i non addetti ai lavori: “Si tratta di un mercato molto vivace. Alcune tipologie di case si sono rilanciate, sta a noi professionisti interpretarle.” Infatti misure come l’ecobonus e il sismabonus, unitamente al traumatico periodo del lockdown, ha portato molte persone a prendere in considerazione e a ricercare sul mercato non solo case da ristrutturare, ma anche case con giardino, che fino a poco tempo fa erano meno desiderabili per il mercato. Ma a prescindere dal tipo di immobile, Alpha Immobiliare offre ai proprietari un servizio esclusivo e innovativo, costruito al 100% intorno all’immobile, con un approccio monomandatario. “Affidando la vendita del proprio immobile a una sola agenzia, i proprietari ci danno la fiducia necessaria per investire tempo e denaro per renderlo visibile tra tutti gli immobili in vendita nella zona; senza contare che, per esperienza personale, posso dire che gli acquirenti non apprezzano di vedersi proposto lo stesso immobile da diverse agenzie. Si tratta di un errore comune, che invece di facilitare la vendita, la rende più complessa.” Del resto, come giustamente prosegue Saliaj, “lavorare solo in esclusiva è segno di professionalità e con-
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OGNI IMMOBILE SELEZIONATO PER LA VENDITA PRESSO ALPHA IMMOBILIARE ATTRAVERSA UN ITER RIGOROSO. “PUNTIAMO TUTTO SULLA QUALITÀ, PER TUTELARE NON SOLO I POSSIBILI ACQUIRENTI, MA ANCHE PER OFFRIRE AL PROPRIETARIO IL MAGGIOR GUADAGNO POSSIBILE. IL NOSTRO METODO CONSENTE IN CERTI CASI UN 10-15% IN PIÙ PER I PROPRIETARI.”
sapevolezza: forniamo un servizio utile e qualificato, e quindi il nostro tempo ha valore.” Ogni immobile selezionato per la vendita presso Alpha Immobiliare attraversa un iter rigoroso: “Prima di tutto effettuiamo le visure ipotecarie, poi dei sopralluoghi con architetti, e solo a questo punto inizia la vendita. Puntiamo tutto sulla qualità, ed è un modo per tutelare non solo i possibili acquirenti, ma anche per offrire al proprietario il maggior guadagno possibile. Rispetto ad altri metodi, il nostro consente in certi casi un 10-15% in più per i proprietari, perché
costruiamo per ogni immobile progetti di vendita singoli.” Tutto ciò rende anche il periodo di tempo necessario per la vendita mediamente più breve. Con Alpha Immobiliare, i pro-
prietari possono consultare in ogni momento le attività svolte dall’agenzia sull’immobile: “Il nostro team compila report dettagliati dei contatti avvenuti con potenziali acquirenti, indicandone anche gli esiti e le criticità.” E se qualcosa dovesse andare irrimediabilmente storto, e non si arrivasse a una compravendita? “Il nostro lavoro è vendere immobili: già in fase preventiva, rinunciamo espressamente a qualsiasi rimborso spese. Perciò in caso non dovessimo riuscire a portare a termine la vendita, il servizio verrà a costare zero, nonostante le spese, tutte dimostrabili, che avremo sostenuto per la promozione.” Un’ulteriore garanzia che mostra ancora una volta la professionalità e la coerenza di chi, per mestiere, vende immobili e non si considera soddisfatto finché non è arrivato al risultato.
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PERCORRERE
Mettersi in
CAMMINO VIAGGIARE A PIEDI È UN’ESPERIENZA UNICA CHE INTRECCIA SPIRITUALITÀ, STORIA E SCENARI NATURALI. VI RACCONTIAMO ALCUNI CAMMINI E VIE DI PELLEGRINAGGIO CHE FANNO TAPPA NELLA NOSTRA PROVINCIA.
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di Dolores Carnemolla / ph Andrea Bonavita
Mettersi in cammino, in religioso contatto con se stessi e con la terra. Una pratica antica che è possibile assaporare nel nostro territorio, tra Forlì e Cesena, sulle orme di santi, poeti e predicatori: Sant’Antonio da Padova, Dante Alighieri, San Vicinio, Il monaco Alberto l’Abate di Stade, sono i protagonisti dei percorsi giunti fino ai nostri giorni, percorribili come gli antichi pellegrini, per un’esperienza intrisa di natura, spiritualità, cultura. Di stupore e di meraviglia. Il Cammino di Sant’Antonio è dedicato al santo nato in Portogallo nel 1195 col nome di Fernando. Divenuto frate e sacerdote visse e predicò per un certo periodo in Romagna, stabilendosi all’Eremo di Montepaolo di Dovadola. Il Cammino – tracciato a ritroso rispetto alla vita del santo – ripercorre alcuni dei momenti tra i più significativi della sua vita e comprende un numero di tappe variabili da 21 a 23 in relazione al punto di partenza, Camposampiero o Venezia, per arrivare sino al Santuario di La Verna. Toccando il territorio forlivese è senza dubbio significativa la Tappa 14 che dal centro di Modigliana conduce al Pas-
so del Muraglione con la salita del Monte Trebbio. All’arrivo all’Eremo di Montepaolo si respira un’atmosfera di profonda sacralità. Esiste anche una tappa particolare che è quella di Forlì e che lungo poco meno di 26 km conduce fino a Dovadola, passando per Terra del Sole e Castrocaro. Un’esperienza che dalla chiesa di San Mercuriale – dove il frate diviene noto per l’omelia del settembre 1222 – accompagna, ancora una volta, fino all’Eremo di Montepaolo. Il Cammino di Dante, dedicato al sommo poeta nato nel 1321, ha la particolarità di segnare un percorso non strettamente religioso ma più letterario e spirituale in chiave in poetica: un tracciato ad anello lungo 400 km da Ravenna, dove Dante è morto, a Firenze dove è nato. I due estremi del percorso sono rappresentati infatti dalla Tomba di Dante a Ravenna e dal Museo Casa di Dante a Firenze. La via collega Romagna e Toscana attraverso l’Appenino, approda a Firenze per poi ritornare in Romagna attraverso il Casentino per un totale di 20 tappe e qualche variante da percorrersi in senso antiorario. Il Cammino è organizzato sugli IN MAGAZINE
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LA VIA ROMEA GERMANICA CONDUCE SUI PASSI PERCORSI DALL’ABATE ALBERTO DI STADE. UN CAMMINO CHE SI SVILUPPA PER METÀ SU SENTIERI, MULATTIERE E VIOTTOLI STERRATI, E PERCORRE QUASI 2.200 KM DA STADE A ROMA, IN 94 TAPPE.
IN APERTURA, UN MOMENTO SULLA VIA ROMEA GERMANICA. IN ALTO, UNA VISTA DI CUSERCOLI.
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antichi sentieri medievali esistenti ai tempi del poeta. Alcune tappe toccano in particolare il cuore della Romagna e il territorio di Forlì in luoghi come Premilcuore, Portico di Romagna e Dovadola: il percorso è caratterizzato dalla presenza di pannelli che riportano alcuni passi della Commedia ed è ricco di rimandi alle vicende politiche, religiose e storiche che hanno segnato la Romagna e la Toscana. La via Romea Germanica conduce sui passi percorsi dall’abate Alberto di Stade. Era il 1236 quando il religioso decise di intraprendere dalla Germania un cammino verso Roma, il centro del Cristianesimo, riportando annotazioni nel suo minuzioso diario di viaggio. Questo cammino percorre quasi 2.200 Km da Stade a Roma, e attraversa 3 Paesi, in 94 tappe: 44 in Germania, 4 in Austria e 46 in Italia. Si sviluppa per metà su sentieri, mulattiere e viottoli sterrati. In Emilia-Romagna attraversa le Valli di Comacchio, prosegue f ino
al mare Adriatico, da Ravenna prosegue Cesena sviluppandosi lungo la Valle del Savio e verso le Foreste Casentinesi. Nell’Appennino il percorso tocca le tappe di Cusercoli, Santa Sofia e Bagno di Romagna. La Via Romea Germanica si congiunge al Cammino di Sant’Antonio, al Cammino di Assisi, al Cammino di Dante. Al primo vescovo di Sarsina tra il IV e V secolo, figura importante nel processo di evangelizzazione del territorio, è invece dedicato Il Cammino di San Vicinio, che si snoda per 300 km lungo i luoghi che hanno caratterizzato la vita del Santo, ripercorrendo il tracciato della Valle del Savio, tra il Monte Fumaiolo e il Mare Adriatico. È un circuito ad anello che può essere avvicinato da diversi punti di partenza: le tappe sono quelle di Sarsina, Camaldoli, La Verna, Cesena, Sarsina. Da qualche mese il Cammino si è arricchito della ciclovia, (il percorso è lungo 325 km), tabellato e percorribile su piste forestali, strade sterrate e asfaltate
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LUNGO IL SENTIERO DELLE FORESTE CASENTINESI SI POSSONO SENTIRE LE ATMOSFERE CHE SPRIGIONANO I LUOGHI SIMBOLO DEL PARCO: IL MONTE FALTERONA, LA FORESTA DI CAMPIGNA, LA VALLE DELL’ACQUACHETA E GLI EREMI DI CAMALDOLI E LA VERNA.
a bassa percorrenza. Attraversa ambienti naturali suggestivi per
la flora e la fauna, come il Parco delle Foreste Casentinesi, e permette un’esperienza di pace e raccoglimento in alcuni importanti luoghi della spiritualità cristiana come la Madonna del Monte a Cesena e la Basilica di San Vicinio in Sarsina. Oltre ai luoghi di preghiera più conosciuti, sul Cammino si trovano anche antiche pievi di campagna. Il Sentiero delle Foreste Sacre permette di scoprire il cuore del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. Si tratta di un percorso in sette tappe, dal Lago di Ponte di Tredozio a La Verna, che traccia il cammino compiuto
un tempo da viandanti, pellegrini o contadini. Si articola in sette tappe, snodandosi per oltre 90 km sull’appenino tosco-romagnolo, tra cascate, torrenti, rocce, faggi, abeti, querce e castagni e luoghi di preghiera e di raccoglimento. Si possono sentire le atmosfere che sprigionano i luoghi simbolo del parco: il Monte Falterona, la Foresta di Campigna, la valle dell’Acquacheta e gli eremi di Camaldoli e La Verna, per vivere un’esperienza a stretto contatto con la natura sulle tracce di antichi viandanti e pellegrini. Un vero e proprio salto nel tempo tra spiritualità, miti e leggende.
IN ALTO, UNO SCATTO DELLE FORESTE CASENTINESI E, IN BASSO, LA CASCATA DELL’ACQUACHETA.
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ANTICA PASTICCERIA MAESTRI DOLCIARI DA 40 ANNI
DA SEMPRE INNAMORATI DEL LORO LAVORO, LA FAMIGLIA CORZANI E IL SUO TEAM SI IMPEGNANO OGNI GIORNO PER PORTARE UN PO’ DI DOLCEZZA IN OGNI MOMENTO E OCCASIONE.
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“Qui si comincia alle 4 di mattina, e fino alle 8 di sera non si torna a casa”: per Maurizio Corzani e la sua famiglia non ci sono orari quando si tratta di viziare i propri affezionati clienti con i loro prodotti rigorosamente artigianali. Una continua ricerca di qualità, gusto e design, nel rispetto della tradizione della vera arte pasticcera, che va avanti da ormai 40 anni all’Antica Pasticceria di Forlì, in via Alfredo Oriani 1. Entrare in questo piccolo santuario consacrato al vizio di gola significa affacciarsi su un mondo di zucchero e creme, di deliziose farciture dal gusto intenso e dal profumo che fa subito venire l’acquolina. Torte di ogni tipo, mignon, semifreddi, monoporzioni, pasticceria da forno, biscotteria, specialità tradizionali come torrone, panforte, ma anche ricette
originali come la Torta Romagna, per non parlare della pralineria e della soggettistica di cioccolato: tutto è concepito con l’unico obiettivo di gratificare l’occhio e il naso ancora prima della bocca. L’avventura di questa famiglia veterana del settore inizia più di 40 anni fa, quando Maurizio accetta di sostituire un vicino di casa che lavorava all’Antica Pasticceria di Forlì. Ed è così che, appena adolescente, si incontra con quella che, tolta la breve interruzione del servizio militare, sarà il lavoro e la passione di una vita: la pasticceria. Sotto l’ala di un grande uomo e maestro del tempo quale è stato Giuseppe Boschin, Maurizio passa le sue giornate fra impasti e farciture, innamorandosi ogni giorno di più di questo mestiere che assume i contorni di una dolcissima missione. E
anche nell’incontro con Maria, galeotto fu proprio il negozio, allora in corso Mazzini. E da lì sarebbe poi nata la storia d’amore che intreccia indissolubilmente questa famiglia alla pasticceria. Nel 1981, ancora poco più che ventenni, la coppia decide di acquistare l’Antica Pasticceria di Forlì. Un mestiere tramandato anche al figlio Fabrizio, che si aggrega nell’avventura dei genitori nel 1991. L’anno successivo Maria e Maurizio acquisiscono anche l’attività in viale Oriani, a due passi dal centro e di fronte a un comodo e ampio parcheggio. È quest’ultima sede a essere oggi nota come Antica Pasticceria, dopo nel 1994 la sede di corso Mazzini è stata ceduta. Il locale, ristrutturato di recente, si presenta come uno spazio riservato lontano dai rumori del traffico, con un ampio bancone, tavolini all’e-
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PUNTA DI DIAMANTE DEL RICCO MENÙ DI DOLCI PROPOSTI DALL’ANTICA PASTICCERIA SONO LE TORTE, A VENDITA DIRETTA E SU ORDINAZIONE PER RICORRENZE O CERIMONIE. LA PIÙ RICHIESTA È SENZA DUBBIO LA CLASSICA TORTA ALL’ITALIANA, CON PAN DI SPAGNA INZUPPATO E FARCITO CON CREME, RICOPERTO E DECORATO.
sterno, e un’intima saletta interna da 60 posti, arredata con classe, perfetta per fare due chiacchiere davanti a un the senza essere disturbati, ma anche per festeggiare con una merenda un compleanno, una laurea o un qualsiasi altro lieto evento. Fiore all’occhiello del negozio le due vetrine, che Maria si diverte a decorare secondo le stagioni e le festività. Ad oggi, oltre alla famiglia Corzani, un team collaudato di sette professionisti si divide fra la cucina e il bancone, collaborando alla creazione delle prelibatezze che scandiscono le nostre giornate e i nostri giorni più importanti. Punta di diamante del ricco menù di dolci proposti dall’Antica Pasticceria sono le torte, a vendita diretta e su ordinazione per ricorrenze o cerimonie. La più richiesta? Senza dubbio la classica torta all’italiana, con pan di Spagna inzuppato e farcito con creme, ricoperto e decorato secondo i dettami del cake design. “Se dobbiamo consigliare una farcitura, il nostro must è la chantilly allo zabaione e pezzi di cioccolato, ma proponiamo anche inserti di frutta o creme più classiche,” spiega Maurizio. Dalle scritte ai pupazzi, dalle ambientazioni ai fiori e animaletti in pasta di zucchero e cioccolato plastico, per le decorazioni non c’è proprio limite alla fantasia. “Da tempo stampo su pasta da zucchero anche le sagome dei
personaggi dei cartoni animati, che poi applico su cioccolato plastico ritagliato: in questo modo stanno in piedi sulle torte.” Tutti questi elementi vanno incontro alle richieste dei clienti, che si fanno di anno in anno sempre più fantasiose; merito anche dell’esplosione della passione per il cake design, fra programmi tv e social media. “I nostri clienti sono sempre stati creativi quando si parla di progettare torte, ma ultimamente ci presentano sfide entusiasmanti: a volte è difficile, ma è sempre una grande soddisfazione quando riusciamo a realizzare i desideri di grandi e piccini
con gusti, componenti, formati e soprattutto con le nostre decorazioni personalizzate,” racconta Maurizio mostrando con orgoglio le fotografie delle ultime torte realizzate. “Naturalmente mettiamo in campo anche la nostra esperienza e consigliamo le soluzioni migliori per realizzare ciò che ha in mente il cliente: è un lavoro di squadra che lascia sempre tutti molto soddisfatti.” Dulcis in fundo – è il caso di dirlo! – Maurizio rivela il ‘segreto’ delle sue torte: “Per ricoprirle usiamo la pasta di mandorle: così tutta la fetta è buona quando si arriva alla degustazione, e non si deve scartare nulla.”
Via Alfredo Oriani 1, Forlì | T. 0543.31273 www.anticapasticceria.it IN MAGAZINE
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FOTOGRAFARE
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Cartoline da
IL CONTRASTO TRA ANTICO E MODERNO E LE SPLENDIDE VISTE DA E SUI TETTI. IN QUESTO NUMERO VI RACCONTIAMO FORLÌ E CESENA DA PROSPETTIVE INSOLITE GRAZIE ALLA CREATIVITÀ E ALL’OBIETTIVO DEI FOTOGRAFI DEI GRUPPI FACEBOOK CARTOLINE DA FORLÌ & DINTORNI E FOTOGRAFIAMO CESENA!
#cartolinedaforlianticoemoderno
PAOLA FOCACCI Via dei Filergiti
Forli SERENA FERLINI Chiostro di San Mercuriale
HO SCATTATO PERCHÉ
L’immagine di Saffi e di sua moglie Giorgina proiettata nel cielo mi ha trasportata dalla modernità di quel momento al nostro passato risorgimentale.
HO SCATTATO PERCHÉ
Aspettavo che iniziasse uno spettacolo di equilibristi e ho notato la luna che all’imbrunire stava prendendo colore. Mi è sembrato fosse essa stessa in equilibro sul tetto del chiostro.
FABRIZIO MONTANARI Vista sul Duomo HO SCATTATO PERCHÉ
Dal mio attico si gode una magnifica vista sul centro di Forlì. Mi ha colpito il colore del cielo che faceva risaltare ancora di più gli edifici moderni vicino al Duomo.
MARIA ANTONIETTA CASADEI Rotonda di via Zampeschi 54
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HO SCATTATO PERCHÉ
Mi ha colpito il contrasto tra l’antico della chiesetta e la colorata modernità della rotonda. Quel giorno ero in bicicletta e ho potuto apprezzare meglio ciò che mi stava intorno.
SIMONE RAGAZZINI Palazzo del Ridotto
CRISTINA PERAZZO Corso Ubaldo Comandini
HO SCATTATO PERCHÉ
Ho voluto dare un punto di vista insolito cercando di includere almeno un passante. Ho aspettato che il sole calasse per avere un’ombra più lunga.
HO SCATTATO PERCHÉ
Ho scattato questa foto perché per me è un luogo familiare in cui lavoro e perché è il cuore della città, dove c’è il giardino pubblico e il bellissimo teatro Bonci.
Cesena
#fotografiamocesenadaitetti
GENNARO TACCHETTI Via delle Scalette
PIER GIORGIO MARINI Piazza del Popolo
HO SCATTATO PERCHÉ
Scendendo dalla via delle Scalette la visuale sui tetti di Cesena mi lascia sempre senza fiato. Un luogo magico in cui poter fare un viaggio indietro nel tempo.
HO SCATTATO PERCHÉ
Ogni tanto faccio visita a Leonardo Lucchi e ogni volta rimango incantato dalle sue opere. Questa, vista dalla piazza, mi sorprende sempre: sembra viva!
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CONDIVIDERE
Pet’s
AMORE NELLA GRANDE FARM DELL’IMPRENDITORE MARIO PULCINI TROVIAMO PAPPAGALLI, UN CAVALLO, CANI E TARTARUGHE. UN AMORE PER GLI ANIMALI CHE PARTE DALL’INFANZIA, CONDIVISO CON LA FAMIGLIA E SUL LAVORO.
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di Barbara Baronio / ph Gianmaria Zanotti
La sua passione per gli animali e in particolare per i pappagalli arriva da lontano: dall’età di quattro anni, quando viveva in Germania, figlio di emigranti, e risiedeva in un appartamento. Avrebbe voluto un cavallo ma la sua abitazione non lo consentiva, e così ha iniziato ad appassionarsi a pappagallini, cocorite, inseparabili e bengalini esotici: Mario Pulcini, vicepresidente di Vitha Group, società per azioni che opera sul territorio nazionale. Nato in Germania, Pulcini ha le sue radici in terra marchigiana, a San Benedetto del Tronto, ma dal 2012 vive in Romagna in una villa a Montenovo di Longiano,
“GLI ANIMALI MI RICARICANO DI ENERGIA E SONO ANCHE UN’OPPORTUNITÀ EDUCATIVA PER I NOSTRI BAMBINI,” RACCONTA. IL RE DELLA CASA? SENTRIA, IL PAPPAGALLO CACATUA DELLE MOLUCCHE CHE LO HA ANCHE AFFIANCATO IN UFFICIO.
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dove con la compagna di vita Claudia accoglie innumerevoli animali. Re incontrastato della casa è il pappagallo cacatua delle Molucche, battezzato Sentria, che per lungo tempo lo ha affiancato in ufficio dando il buongiorno ai suoi clienti e collaboratori. “Adoro i pappagalli e me ne occupo personalmente. Oltre a Sentria, che è con me da 14 anni, a casa ho due pappagalli, Ara Lupen e Margot, che hanno dato alla luce due cuccioli, Mila e Shiro, e poi altri due Ara Cosmos (giallo-blu) e Vitha (rossoverde). I miei figli Louis, Luna e Laila stanno crescendo con i nostri pappagalli,” continua. “Gli animali mi ricaricano di energia e sono, per me e Claudia, anche un’opportunità educativa per i nostri bambini. Ogni animale ha infatti un suo carattere, delle proprie sensibilità, e siamo noi che dobbiamo metterci al loro servizio diventando attenti osservatori.” Nella grande Farm di Pulcini i pappagalli non sono soli: l’ampio parco dell’abitazione ha permesso all’imprenditore di acquistare un cavallo (un secondo è in scuderia), accogliere
IN ALTO, MARIO PULCINI CON UNO DEI SUOI PAPPAGALLI.
“MIA MOGLIE CLAUDIA ED IO CONDIVIDIAMO L’AMORE PER GLI ANIMALI. ORA CHE ABBIAMO IN CASA I DUE CUCCIOLI DI ARA NON POTREI MAI VENDERLI, PER ME SONO GIÀ PARTE DELLA FAMIGLIA.” IN ARRIVO NELLA FARM DI PULCINI ANCHE DUE ZEBRE.
tre cani (due labrador e un terranova) e 35 tartarughe. “Claudia ed io condividiamo l’amore per gli animali e non abbiamo mai pensato, soprattutto riguardo ai pappagalli, di trarne un guadagno economico. Sin da bambino mi sono molto interessato all’ornitologia e alla riproduzione dei miei esemplari, ma mai con un intento commerciale. Ora che abbiamo in casa i due cuccioli di Ara non potrei mai venderli, per me sono già parte
della famiglia.” Una famiglia che è in attesa di allargarsi perché sono in arrivo anche due zebre. “La normalità mi annoia e quindi tendo spesso a compiere scelte fuori dall’ordinario. Le zebre da sempre mi affascinano, ho scelto di acquistare una coppia di esemplari che a breve dovrebbero arrivare da noi. L’intento è quello di domarle anche se mi hanno detto che sarà difficile. Tra qualche mese saprò dirvi come è andata!” IN MAGAZINE
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DON ABBONDIO 20 ANNI DI PASSIONE IN CUCINA. E IN CANTINA.
L’OSTERIA DON ABBONDIO DI FORLÌ HA FESTEGGIATO VENT’ANNI DI BUONA CUCINA E BUON VINO. UN’ALTRA RICONFERMA PER IL LOCALE SEGNALATO NELLE PIÙ GRANDI GUIDE DELLA RISTORAZIONE E APPREZZATO DAGLI ARTISTI.
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Vent’anni nella ristorazione sono un traguardo che pochi locali hanno avuto la capacità di tagliare: l’Osteria Don Abbondio di Forlì l’ha fatto, e in grande stile, l’8 settembre di quest’anno. Con una splendida festa all’aperto, coinvolgendo 150 amici, clienti storici e autorità, Simone Zoli e Gianluca Pini (rispettivamente fondatore-gestore dell’osteria e titolare del gruppo Officina Gastronomica, che annovera tra i propri locali anche Ruggine Caffè & Cucina, Ginetto Vizi & Sfizi e che nel prossimo inverno ha intenzione di riaprire la storica enoteca Le Ombre) hanno voluto festeggiare degnamente il frutto del loro impegno, ma anche dare un segnale di vitalità nel mondo della ristorazione dopo due anni di chiusure a singhiozzo causa Covid. Questo luogo storico della gastronomia forlivese, gestito da un gruppo di amici innamorati della buona cucina e del buon vino, è cresciuto e maturato, anno dopo anno, come un
buon vino. Grazie anche a una brigata di giovani cuochi con alle spalle esperienze con chef stellati come Piergiorgio Parini, è diventato un punto di riferimento per la cucina di qualità nel territorio, seguendo una semplice ma rigidissima regola: la continua ricerca della qualità dei prodotti e del migliore servizio. Locale apprezzatissimo da numerosi critici enogastrono-
mici sia per la cucina che per la fornitissima cantina, in questi anni Don Abbondio è stato segnalato da tutte le più grandi guide, da Michelin al Gambero Rosso, da Massobrio a Slow Food. Nel 2021 è stato insignito del certificato “Traveller’s Choice” da TripAdvisor. Don Abbondio è anche cultura: per il dopo teatro è da sempre una tappa fissa di centinaia di artisti che in questi vent’anni si
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LOCALE APPREZZATO PER I PIATTI CHE PROFUMANO DI ROMAGNA E PER LA CARTA VINI CON OLTRE 300 ETICHETTE, DALLA STAGIONE AUTUNNALE L’OSTERIA RIPROPONE IL GIARDINO INVERNALE RISCALDATO E IL SERVIZIO DI CATERING E CUCINA A DOMICILIO, PER UN SERVIZIO A 360°.
sono esibiti in città. A testimonianza dell’apprezzamento del locale da parte di numerose celebrità, un murales interno al locale raccoglie gli autografi di tutti gli artisti, attori, musicisti, scrittori e in generale personaggi della cultura e dello spettacolo che, quando sono a Forlì, non mancano di fare una tappa al Don Abbondio. La cucina, apprezzatissima sia dai forlivesi dal palato fine sia dai tanti turisti portati in città grazie alle mostre dei Musei del San Domenico, è quella delle origini, dei piatti della tradizione romagnola. Il valore aggiunto a questi piatti che profumano di Romagna, della nostra terra, è data dalla fantasia dello chef che aggiunge sempre un tocco di novità, miscelando anche sapori insoliti ma che al palato danno risultati straordinari senza scadere in fronzoli inutili. I piatti proposti seguono il naturale corso delle stagioni, anche se alcune proposte come le polpettine di manzo allevato allo stato brado, la trippa fritta al pepe rosa o la cassata ro-
magnola sono quasi sempre in menù. Le materie prime vengono scelte per la loro qualità, prediligendo le produzioni e le lavorazioni più vicine al luogo del consumo finale. Don Abbondio, inizialmente nato come semplice enoteca, dispone di una carta di vini con oltre 300 etichette e di una piccola e graziosa cantina, che conserva, oltre ai grandi classici, una proposta enologica giovanile, curiosa e mai banale legata al territorio della Romagna, che non dimentica l’infinita offerta di qualità delle altre regioni italiane. Completano la carta dei vini una collezione di oltre 30 etichette di Champagne accuratamente selezionati da Simone e una riserva di grandi annate di rossi italiani pluripremiati dal 1990 ai giorni nostri: dal Sassicaia al Turriga passando per i grandi vini piemontesi fino ad arrivare a bottiglie oramai introvabili. Dopo una gratificante stagione estiva nel giardino ricavato all’ombra dei musei del San Domenico, per l’autunno e l’in-
verno sono state rinnovate le salette interne ed il giardino invernale riscaldato, ricavato nella corte interna. Ma Don Abbondio non è solo ristorazione di alta qualità all’interno dei propri locali: da settembre infatti è nuovamente attivo il servizio di Catering e cucina a domicilio, già apprezzato dalle principali aziende del territorio in occasioni di eventi speciali. Un servizio di qualità a 360° per pranzi, cene o eventi speciali.
P.le Guido da Montefeltro, 16, 47121 Forlì | T. 0543 25460 | Whatsapp 340 3961991 info@osteriadonabbondio.it | www.osteriadonabbondio.it IN MAGAZINE
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GALOPPARE
Legàmi
IN SELLA ALCUNE REALTÀ DELLA PROVINCIA CI RACCONTANO LO SPECIALE LEGAME TRA UOMO, CAVALLO E NATURA, PERCHÉ L’EQUITAZIONE PUÒ ANDARE OLTRE LA PRATICA SPORTIVA.
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Andare a cavallo è una pratica antica che al giorno d’oggi dà luogo a risvolti differenti. Si può cavalcare per migliorare sé stessi, per coprire distanze come si faceva una volta, per passeggiare, stare a contatto con la natura. Per seguire una terapia o semplicemente per divertirsi. Tra Forlì e Cesena abbiamo individuato delle realtà in cui la relazione cavallo-essere umano assume una dimensione davvero speciale: ad essere protagonista è il legame che si crea tra l’animale e chi lo cavalca. Con beneficio di entrambi. A Forlì, proprio accanto al Parco Urbano su viale dell’Appennino, c’è il maneggio Il Raggio di Sole, portato avanti da Erika Ricci, che ha unito le sue passioni: aiutare e lavorare con i ragazzi in difficoltà e i cavalli. “All’inizio seguivo solo ragazzi con delle problematiche,” racconta Erika, “ma dopo le diverse richieste ricevute ho aperto corsi per attività anche con i più piccoli e ho incominciato a insegnare ai bambini. I miei spazi non sono particolarmente estesi ed è stata l’occasione per dedicarmi a una pratica educativa adeguata a tutti, senza distinzioni. Un passo per volta ho creato una mia tecnica.
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di Dolores Carnemolla
D. I C O N
Ho incontrato la UISP (Unione Italiana Sport per Tutti) scoprendo la metodologia chiamata cavalgiocare insieme a quella del volteggio ludico: mi sono trovata in sintonia con questo metodo educativo, con questa filosofia, che permette in chi la pratica di imparare il rispetto, l’educazione, il gioco, l’amicizia, valori che spero possano essere poi seguiti per tutta la vita.” A Villanova di Forlì troviamo il Centro Ippico Equinia - la città dei cavalli, dove viene praticata l’equitazione etologica. Se ne occupa Michela Costigliola insieme al suo compagno: “Insieme abbiamo realizzato il nostro sogno di diffondere cultura equestre, ovvero insegnare sì a montare a cavallo ma, prima di tutto, insegnare cos’è e chi è il cavallo,” racconta. “L’equitazione etologica è l’applicazione della tecnica equestre nel rispetto delle tempistiche del cavallo, un animale che, in generale, ha un suo modo di apprendere e dei particolari bisogni e sensibilità. Per questo è fondamentale insegnare a osservare e ascoltare: ogni volta che saliamo sulla schiena di un cavallo ci dobbiamo sentire ospiti e, per questo, prestare
attenzione. Attraverso il cavallo si affinano la capacità di ascolto e l’umiltà.” Si respira invece un’atmosfera western al Masotta Ranch di Fratta Terme, con 170 ettari di pascolo, gestito dai fratelli Jonathan e Yuri Amadori. Qui si può imparare la monta western, si possono seguire percorsi di trekking a cavallo, e fare “passeggiate tra le colline come facevano una volta i contadini,” racconta Jonathan. Tra i percorsi proposti da Jonathan e Yuri ci sono il giro delle Foreste Casentinesi, con partenza da Fratta Terme e arrivo a Premilcuore, e il giro delle miniere di Formignano. “La passeggiata tra le Foreste Casentinesi dura quattro giorni,” spiega Jonathan. “Si fanno delle pause, delle grigliate utilizzando la carne del nostro allevamento. Oppure si può visitare la città fantasma di Formignano dove vivevano un tempo i minatori, fare un giro tra le miniere di Zolfo. Da noi non si viene a gareggiare ma a divertirsi, a stare in compagnia in mezzo alla natura, con i cavalli e gli altri animali”. Spostandoci verso Cesena troviamo l’attività svolta da LiberaMente, gestita da Chiara
Via Marconi, 7 C a s t r o c a r o Te r m e E Te r r a D e l S o l e Te l : 0 5 4 3 7 6 7 3 0 5
LA RELAZIONE CAVALLOESSERE UMANO ASSUME UNA DIMENSIONE SPECIALE: DALL’EQUITAZIONE ETICA ED ETOLOGIA ALL’EDUCAZIONE RIABILITATIVA MOTORIA, FINO AL VOLTEGGIO LUDICO. MA ANCHE PER UN PO’ DI DIVERTIMENTO IN STILE WESTERN.
Asioli, che sostiene i principi dell’equitazione etica. Chiara opera nel Centro Ippico La Furiosa, una scuderia che ha assunto una gestione che rispetta il più possibile la natura dei cavalli,
garantendo loro una vita all’aperto, con ampi spazi e la compagnia dei propri simili. “Qui propongo lezioni per adulti e bambini,” racconta Chiara, “che vogliono avvicinarsi al cavallo nell’ottica di conoscerlo a tuttotondo, imparando a rispettarne le esigenze e a svolgere assieme attività gratificanti per tutti, cavallo compreso. Poi, per chi possiede dei cavalli mi sposto a domicilio per seguire i binomi nello sviluppo della loro relazione e nel superare eventuali difficoltà.” L’Equitazione Etica è un vero e proprio modo di vivere il cavallo che riconosce l’animale come soggetto senziente capace di ragionare, provare emozioni e arricchire la relazione con gli essere umani. L’obiettivo
principale è quello di garantire il benessere psico-fisico del cavallo partendo da una gestione che soddisfi la maggior parte di suoi bisogni di specie, senza coercizioni. “Ma i benefici sono evidenti anche per noi umani, arricchiti dalla relazione con questi animali,” spiega Chiara. Sempre a Cesena, infine, ricordiamo che lo storico Ippodromo propone insieme all’Anffas, Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva o relazionale, attività riabilitativa motoria con il supporto di figure qualificate come psicologo, educatrice ed istruttrice equestre. Una relazione col cavallo che porta la persona con disabilità a migliorare l’autonomia.
NELLA PAGINA PRECEDENTE, ERIKA RICCI DEL MANEGGIO IL RAGGIO DI SOLE. IN ALTO, A DESTRA, LA CESENATE CHIARA ASIOLI IN SELLA A UN CAVALLO. A SINISTRA E IN BASSO, ALCUNI SCATTI PRESSO IL MASOTTA RANCH DI FRATTA TERME.
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Una clinica a misura di tutti!
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GRUPPO MEDOC DALLA PARTE DELLA SALUTE
OLTRE 20 ANNI DI ATTIVITÀ PER LA PREVENZIONE, LA SALUTE E LA SICUREZZA SU TUTTO IL TERRITORIO NAZIONALE.
Il Gruppo Medoc, nato nel 1998 come Poliambulatorio che si occupava prettamente di Medicina del Lavoro, rivolta alle Aziende del territorio romagnolo, oggi rappresenta un punto di riferimento di notevole interesse, non solo per le Aziende della nostra Regione, ma anche per Aziende presenti su tutto il territorio nazionale. Questo era l’obiettivo del Dott. Ricci Bruno, Direttore sanitario e Medico Competente, che si era prefissato sin dall’anno di fondazione di Medoc di garantire un servizio di prevenzione capillare alle aziende italiane. Obiettivo largamente raggiunto, in quanto ad oggi si contano 1.400 Aziende clienti e 50.000 lavoratori serviti che usufruiscono dei servizi di Prevenzione di Medicina del Lavoro, Medicina Specialistica e di Igiene e Sicurezza anche attraverso una rete capillare
di collaborazione con i centri esterni sul territorio nazionale. Questo grazie a varie strategie messe a punto nel corso degli anni, in primis l’utilizzo di Cliniche mobili Medoc: per prima ha ideato la clinica di medicina del lavoro in Romagna, e ha fornito da sempre i propri servizi direttamente presso l’Azienda cliente. Ad oggi con 8 Cliniche Mobili copre tutto il territorio nazionale e con 3 sedi principali a Forlì, Cesena, Bologna e altri 5 ambulatori in Romagna, è sempre presente con il suo Staff sanitario. Altro aspetto importante, che differenzia l’operosità del Gruppo, è l’essersi diversificato anno dopo anno fornendo svariati progetti innovativi e servizi che spaziano a 360° sempre in ambito della Prevenzione della Salute e del Benessere psicofisico, rivolti non solo alle aziende ma anche ai lavora-
tori, alle loro famiglie e quindi al cittadino. Tanti i Progetti sviluppati e consolidati in questi anni, come il progetto nato nel 2014 “Romagna Cardio Protetta” che ha inserito nel territorio ad oggi oltre 400 defibrillatori ed effettuato i relativi corsi BLSD in aziende, palestre, comuni, enti pubblici, quando ancora non c’erano obblighi di legge. Ha svolto quindi un’importante attività di sensibilizzazione rivolta alla popolazione e alle istituzioni con l’obiettivo di diffondere la Cultura della Prevenzione. Ha attivato anche dal 2013 il Progetto “Prenditi a Cuore” per migliorare la salute e il benessere dei lavoratori in particolare per le malattie cardiovascolari e oncologiche, promuovendo stili di vita sani per aumentare energia e vitalità. In merito all’emergenza Co-
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IL GRUPPO MEDOC FORNISCE SVARIATI SERVIZI E PROGETTI INNOVATIVI CHE SPAZIANO A 360° IN AMBITO DELLA PREVENZIONE DELLA SALUTE E DEL BENESSERE PSICOFISICO, RIVOLTI ALLE AZIENDE, AI LAVORATORI, AI CITTADINI E ALLE LORO FAMIGLIE.
vid-19, Medoc ha fornito un forte sostegno alle imprese e ai cittadini per limitare la diffusione del contagio aumentando la propria reputazione come punto di riferimento mediante prestazioni diagnostiche quali test sierologici da aprile 2020 ed i tamponi da settembre 2020 sia presso le sedi Medoc sia presso le aziende con le cliniche mobili e in infermerie aziendali. Ad oggi in MEDOC molti privati e imprese, a seguito della vaccinazione anti Covid, effettuano il test degli anticorpi IGG neutralizzanti attraverso un prelievo di sangue per valutare la presenza degli anticorpi e per quantificare la risposta del proprio sistema immunitario al vaccino oppure post infezione per stabilire quando poter somministrare la dose di vaccino. Medoc ha sostenuto le imprese nella gestione del Covid, fornendo da subito mascherine chirurgiche e attraverso il servizio Help Desk Covid attivato all’inizio della pandemia nel marzo 2020 che si è tradotto nella gestione da parte di personale sanitario Medoc di oltre 30.000 lavoratori intervistati telefonicamente per attività di contact tracing nella comunità aziendale e invio all’azienda e al lavoratore di certificazione medica di astensione tempo-
ranea dal lavoro o di ripresa del lavoro o di necessità di tampone e sorveglianza sanitaria prima del rientro al lavoro. Tale servizio ha consentito una maggiore tutela dell’impresa, in particolare nei primi tempi della pandemia quando non erano ancora disponibili sistemi diagnostici come i tamponi. L’innovazione attuale è nella riabilitazione degli esiti da Covid, effettuata in Medoc con terapie strumentali rapide di ripresa per ridurre o eliminare le “cicatrici” che a livello polmonare può aver creato la
polmonite interstiziale causata dall’infezione al fine di riabilitare la persona anche dal punto di vista psicofisico. Medoc è un’impresa sviluppata da una passione di famiglia che oggi conta oltre 50 collaboratori e che nell’ultimo anno ha aumentato considerevolmente la propria reputazione. Una crescita continua grazie al contributo essenziale di un team organizzato di validi professionisti, il contatto continuo con i Clienti, le Imprese ed i Lavoratori, il motore pulsante delle Imprese guidate da Leader coraggiosi.
Sede Forlì: Viale Vittorio Veneto 1/A Forlì | T. 0543 36970 Sede Cesena: Piazza F. Modigliani 43 Pievesestina di Cesena (FC) | T. 0547 318851 Sede Bologna: Via Corticella 181/4 Bologna | T. 051 321115 info@medoc.it | www.medoc.it
DIFFONDERE
Successo a
KMZERO
VISIONI INNOVATIVE, PROGETTI ORIGINALI, ESPERIENZE BRILLANTI: LA QUINTA EDIZIONE DI TEDXCESENA SI CHIUDE CON UN GRANDE SUCCESSO E ADRENALINA, ANIMATA DAI RACCONTI DI SEI SPEAKER DEL TERRITORIO.
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Oltre 200 persone presenti, circa 600 visualizzazioni alla diretta streaming, 15 persone sul palco tra speaker e presentatori, più di 30 volontari, oltre 15 sponsor e partner istituzionali, 2 ore di spettacolo: questi i numeri che segnano il successo dell’evento KILOMETROZEROLIVE, promosso da TEDxCesena lo scorso 28 agosto al Teatro Verdi di Cesena per presentare idee “che meritano di essere diffuse”. “Questa quinta edizione di TEDxCesena è stata molto interessante e coinvolgente, in pieno stile TEDx,” commenta Maurizio Berti, curatore dell’evento
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di Ella Raggi
sin dalla prima edizione. “Non è stato facile, visto anche le regole anti-covid e la pioggia ci ha costretti a cambiare location all’ultimo minuto, ma il supporto dei volontari del team TEDxCesena e del Teatro Verdi ha garantito la perfetta realizzazione dell’evento sin nei minimi dettagli. Siamo orgogliosi di aver contribuito a diffondere idee innovative proposte da talenti del nostro territorio.” Apprezzata la grande varietà dei campi del sapere toccati dagli speaker: si è parlato di arte e cyber security insieme all’imprenditore Marco Ramilli; di non profit e
fundraising con il consulente ed educatore Valerio Melandri; di produzione musicale con la cantautrice Cassandra Raffaele; di interfacce neurali, spiegate dall’ingegnere biomedico Raffaele Salvemini; di sostenibilità, una riflessione del professor Augusto Bianchini; della vita di coppia con la psicoterapeuta Maria Serena Mastrangelo. Molto coinvolgente, infine, anche la performance delle personal trainer Donatella Buda e Carolina Curcio. Tutti i talk sono ascoltabili gratuitamente sul sito ufficiale di TEDxCesena.
IL FONDO PENSIONE FIDEURAM Investire nel proprio domani
Il Fondo Pensione Fideuram(1) è un pensiero concreto da dedicare al proprio domani grazie ad una rendita integrativa del sistema previdenziale obbligatorio che ha come primo obiettivo il mantenimento del proprio tenore di vita nel tempo. Il Fondo Pensione Fideuram propone sei comparti d’investimento per costruire la propria rendita integrativa nel tempo. Ogni soluzione d’investimento propone una specifica politica di gestione e un diverso profilo di rischio/ rendimento(2), da valutare in base al numero di anni che separano dalla pensione, alla situazione lavorativa e al patrimonio personale. Il Fondo Pensione Fideuram consente di beneficiare di un trattamento fiscale favorevole sui contributi versati, sui rendimenti e sulle prestazioni grazie a: ✓ deducibilità dei versamenti dal reddito complessivo, nei limiti previsti dalla legge; ✓ riduzione dell’imposta sostitutiva sul risultato netto maturato; ✓ riduzione della ritenuta a titolo di imposta sulle prestazioni pensionistiche erogate. Consente, inoltre, di destinare il TFR al Fondo Pensione e scegliere di attivare le prestazioni assicurative accessorie, anche in un momento successivo all’adesione, per proteggere te e i tuoi cari dalle conseguenze di un’improvvisa scomparsa o da un’eventuale invalidità permanente, conseguente a malattia o infortunio, che sopraggiungano prima del pensionamento. (1)
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