Forlì IN Magazine - 1/2009

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Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ - Contiene i. p. - Reg. al Tribunale di Forlì il 23/11/1998 n. 27 - E 3,00

Anno XII - N. 1 - FEBBRAIO 2009

Imprenditoria

Vincente Roberto Gorini Silvia Spronelli Massimiliano Bonoli

Catia Guerrini Pioniera di dolci tradizioni Rocche della Val Bidente Tra le pietre della memoria Locanda Poggianina Effetto francese


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sono nel 2009. È ora che (parole di Barack Obama al Congresso) occorre tener duro per uscirne più forti di prima. È ora che non bisogna stare fermi e aspettare. Bisogna ripartire. Certamente è difficile, perché tutti ci siamo “bruciati”. Tutto è più macchinoso, complicato. Ma è l’unica possibilità. Lo sappiamo tutti, dai banchieri al commerciante. Di certo bisogna ripartire dalla fiducia, dall’etica, dal valore dell’individuo. Noi, nella nostra piccola realtà forlivese e della Romagna, proprio da questo iniziamo. Da tre personaggi che di un’idea vincente, del talento, della capacità di organizzare, gestire e gestirsi hanno fatto la loro carta vincente: un tris di successo formato dai forlivesi Roberto Gorini

Le ultime notizie dagli Stati Uniti dicono che i primi segnali di ripresa saranno nel 2010, ma per ritorno alla “stabilità” si parla del 2012. In Europa, a seconda della situazione economica e delle difficoltà interne, le date di “uscita dal tunnel” variano da paese a paese. Mentre le previsioni di governanti ed esperti si moltiplicano, nel quotidiano ci troviamo in difficoltà a confrontarci con l’immediato e il futuro prossimo. Il titolo della canzone preso in prestito per l’editoriale ci ricorda che, davanti alle più incredibili utopie o alle speranze più grandi, quello che conta è proprio essere qui ora e dover affrontare questo, di anno. Perché le basi per costruire quelli che verranno, quando si presume (si crede? Si spera?) la crisi finirà,

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e Massimiliano Bonoli e dalla cesenate Silvia Spronelli, i quali, nei rispettivi settori, hanno raggiunto brillanti risultati e continuano ad ottenerne. Segue l’articolo di copertina un interessante approfondimento su un tema che ci coinvolge tutti: la fede, e il confronto tra questa e la ragione. Il dibattito sull’attualità del Cristianesimo e sulla sua presenza nella vita quotidiana è, mai come di questi tempi, vivace, spesso polemico. Noi ne abbiamo voluto parlare mettendo a confronto quattro autorevoli voci d’intellettuali di Forlì e Cesena, per capirne qualcosa in più. Stanno per ripartire le nuove stagioni sportive degli sport “su ruota” e, in particolare nel motociclismo, la Romagna mette in campo un nuovo giovane alfiere, il cesenate Lorenzo Savadori, alla sua prima, vera stagione in 125: lo abbiamo intervistato durante gli ultimi test. La partenza del Motomondiale è solo il primo appuntamento, ce ne saranno molti altri nei prossimi mesi, a livello sportivo (ritorna il Giro d’Italia, quello del centenario, e di nuovo fa sosta nella nostra città) ma soprattutto politico. La macchina elettorale amministrativa è già in piena attività, con i candidati pronti a confrontarsi: e, analizzando la situazione politica nazionale e i suoi inevitabili riflessi anche a livello locale, ci aspettano mesi davvero interessanti.

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Essere | Imprenditoria vincente

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Approfondire | Dibattito sul Cristianesimo

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Addolcire | Catia Guerrini

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Gustare | Locanda Poggianina

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Camminare | Rocche della Val Bidente

Curare | Fisiology Center

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Modellare | Otello Pistolesi

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Migrare | Filippo Pambianco

Edizioni IN MAGAZINE S.R.L. Redazione e amministrazione: Via Napoleone Bonaparte, 50 47100 Forlì tel. 0543.798463 fax 0543.774044

www.inmagazine.it inmagazine@menabo.com Stampa: Graph S.N.C. - San Leo (PU)

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Vincere | Lorenzo Savadori

Direttore Responsabile: Andrea Masotti. Redazione centrale: Andrea Biondi, Francesca Renzi. Progetto grafico: Lisa Tagliaferri

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Scegliere | Shopping

Controllo produzione e qualità: Isabella Fazioli, Alberto Mantellini, Sara Ravaioli. Ufficio commerciale: Gianluca Braga. Collaboratori: Barbara Baronio, Pier Antonio Bonvicini, Francesca Miccoli, Matteo Ranucci, Giorgio Sabatini, Gianmaria Zanotti, Roberto Zoli. Chiuso per la stampa il 23/2/2009 Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

Impaginazione: Emanuele Dall’Acqua

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I 90 anni de “Il

L’arte contesa nell’età di Canova Cesena - La Biblioteca Malatestiana ospita dal 14 marzo al 26 luglio “L’Arte Contesa. Nell’età di Napoleone Pio VII e Canova”, con oltre 200 opere tra dipinti, incisioni, documenti, libri, “tesori” rubati e recuperati del periodo a cavallo tra XVIII e XIX secolo, che vide protagonisti indiscussi, sul versante italiano, un papa cesenate, Pio VII Chiaramonti, e il maggiore fra i “geni” del tempo, Antonio Canova, a cui, in contemporanea, è dedicata l’esposizione monografica a Forlì. I dipinti in mostra sono una trentina in totale, provenienti da vari musei e collezioni private; poi enciclopedie, incisioni, litografie, stampe, racconti di viaggio, collezioni epistolari, arredo sacro e uniformi militari in uso a fine ’700, che restituiscono una fotografia dell’assetto storico e artistico nelle Legazioni Pontificie prima di Napoleone. www.malatestiana.it.

Momento”

Forlì - Lo scorso 29 gennaio, l’Auditorium Cariromagna ha ospitato l’incontro pubblico in cui si è celebrato l’anniversario del settimanale forlivese. Nell’occasione sono stati festeggiati anche i 40 anni di “Avvenire”. Alla presenza di Alessandro Rondoni, direttore de “Il Momento”, Dino Boffo, direttore del quotidiano della Cei e del vescovo Lino Biffi, gli ospiti hanno salutato il traguardo della testata nata nel 1919 per iniziativa di

Innocenzo Cipolletta al Circolo Forlì - Un incontro stimolante, il 29 gennaio al Circolo della Stampa. Ospite d’onore il prof. Innocenzo Cipolletta, ora presidente delle

Un anno di Rotaract

Cesena - Grande festa al Teatro Verdi per il primo compleanno del Rotaract Club, ricostruito a febbraio 2008. I soci guidati da Barbara Baronio, lo scorso 30 gennaio hanno festeggiato il club brindando all’ingresso di due nuovi elementi. Michela Vernocchi, laureata in Economia e Commercio e impegnata in un master in Finanza e Thomas Farneti, studente di Ingegneria informatica di Cesena. Alla serata sono intervenuti, in particolare, Alberto Nanni, presidente della Commissione azione interna del distretto 2070 e Stefano Spadoni, delegato di zona per il Gruppo Malatesta (che raccoglie i club di Forlì, Cesena, Rimini, Riccione e San Marino).

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Giuseppe Prati, Don Pippo, dall’88 diretta da Rondoni. Tra le altre iniziative correlate a questo compleanno, occorre segnalare il convegno nazionale della FISC, in programma a Forlì dal 19 al 21 marzo prossimi.

della Stampa

FFSS, che ha affrontato il tema della crisi mondiale 80 anni dopo quella del ’29. “Ci eravamo trasformati in un piccolo popolo di banchieri”, ha sottolineato Cipolletta parlando di questi ultimi anni: un eccesso di sapere azionario a discapito di cultura, sanità e servizi che offrono sviluppo al territorio. In ogni caso la finanza resta un punto focale della società. “La soluzione è prevedere un intervento pubblico in Banche e imprese, a carattere temporaneo”, ha ribadito Cipolletta, concludendo l’incontro.

Orme del ’900 a Casa Mussolini Predappio - Dal 4 aprile al 2 giugno Casa Natale Mussolini ospita la mostra d’opere pittoriche e sculture “Orme del Novecento”. Esposti capolavori del panorama nazionale e internazionale del Secondo Dopoguerra con opere di Andy Warhol, Salvador Dalì, Giorgio De Chirico, Lucio Fontana, Felice Casorati, Mario Schifano e Mattia Moreni. Accanto a questi ci sarà spazio per pittori

e scultori meno noti al grande pubblico: Nicola Samorì e Pierluigi De Lutti, per citarne alcuni. Le opere, oltre 50, provengono da collezioni private romagnole. Curatore della mostra è Enzo Dall’Ara. “Orme del Novecento” fa parte delle iniziative che l’amministrazione locale dedica all’approfondimento su storia, arte e cultura del ’900. Info: 0543.921711; www.comune.predappio.fo.it


Retrospettiva su Dirani Forlì - È allestita a Palazzo Albertini fino al 5 aprile e nel Palazzo del Monte di Pietà fino al 30 la mostra che riunisce per la prima volta circa duecento opere fra dipinti e disegni di Augusto Antonio Dirani, primo artista forlivese a partecipare alla Biennale di Venezia nel ’26 con un dipinto, “Tenerezze”. Ritrattista egregio, fu uno dei protagonisti del Cenacolo Forlivese, che dal 1922 al ’28 vide riuniti in un unico progetto artisti romagnoli come Marchini, Maceo, Stanghellini, Boifava e Olivucci. La mostra che gli rende omaggio, a 26 anni dalla scomparsa, è promossa da Comune e Fondazione Cassa dei Risparmi e a cura di Silvia Arfelli.

Tinto café: da colazione fino a sera, il tempio della sosta. È finita l’era del pranzo con l’occhio puntato sull’orologio per la scadenza del parcheggio. Tinto café, locale storico e di classe nel cuore del centro storico di Forlì, ha deciso di risolvere una volta per tutte il problema della sosta a pagamento: tutti i clienti che si fermeranno a pranzo o per gustare un aperitivo avranno il rimborso completo della tariffa del parcheggio. Così si potrà godere della ristorazione dello chef senza fretta e senza preoccupazioni. Risotti in tantissime varianti preparati con maestria, zuppe di legumi e di verdure, paste gratinate e poi carne e pesce con originali proposte diverse ogni giorno, la panificazione sempre fragrante, la vasta pasticceria. Inutile parlare degli aperitivi: gli affezionati clienti di

Bilancio positivo per il Grand

Hotel

Fratta Terme - A poco più di un anno dall’inaugurazione, il Grand Hotel guidato da Gian Marco Rossi ha tracciato un primo bilancio dell’attività. Alla reception del 4 stelle hanno fatto tappa oltre 35mila persone. In aumento il numero delle cure erogate, oltre 237mila. Al Centro Benessere e Beauty Farm ha riscosso consensi il Percorso Armonie Naturali: oltre ai tradizionali trattamenti estetici, si eseguono programmi dimagranti, antiaging, anticellulite e remise en forme, bioenergetici e massaggi con tecniche orientali. Fratta Terme offre un’ampia varietà di acque. Dalle 11 sorgenti che sgorgano nel parco (di 14 ettari), scaturiscono 7 diverse acque termali che, in virtù dei terreni attraversati nel sottosuolo, possiedono proprietà uniche. www.termedellafratta.it

Tinto conoscono bene la selezione accurata dei vini e la competenza del gestore nel consigliare il bicchiere adatto a ogni occasione. Tinto café offre anche coffee break, cene aziendali, ed è disponibile per organizzare eventi. Il locale di piazza del Carmine è aperto tutti i giorni, compresa la domenica: dalla ricca colazione, al pranzo, fino all’appuntamento serale con l’aperitivo. E per riscaldare l’inverno sono in programma serate con musica dal vivo.


Presentato l’Almanacco 2008

Luca Mazzotti, foto al Caffeina Cesena - I suoi soggetti prediletti sono i paesaggi della Romagna. Parte per lunghe escursioni con la sua Canon Eos 40d e cerca di catturare il bello dell’infinito che si trova davanti. Luca Mazzotti giovane perito agrario cesenate, da tre anni innamorato della fotografia, espone da dicembre alcuni suoi scatti al bar Caffeina di Corso Garibaldi 79, in una piccola mostra che ciclicamente si rinno-

va di nuovi scenari. Dal Parco delle Foreste Casentinesi alle vallate d’Appennino, il 22enne non si fa trovare impreparato di fronte allo spettacolo di un tramonto o di un sole nascente. “In alcuni casi - spiega - ho puntato la sveglia alle cinque per fermare certe meraviglie. Vorrei trasformare questa passione in lavoro. Un desiderio? Vedere una mia foto su National Geographic.” (B.B.)

Forlì - Lo scorso 13 gennaio, nel salone comunale, si è rinnovato l’appuntamento con L’Almanacco di Forlì e dintorni, edizione 2008. Per l’ottava volta la storia del capoluogo romagnolo e del circondario è stata raccolta in un volume arricchito dalle foto di Fabio Blaco. Edita dalla cooperativa “L’Almanacco”, propone, giorno per giorno, le storie che hanno contraddistinto lo scorso anno. Anche per questa edizione parte del ricavato della vendita è destinato alla Casa della Carità di Bertinoro di don Luigi Pazzi.

Suoni e immagini della Romagna d’un tempo

Un secolo di sport al Circolo

Forlì - Il volume Carlo Brighi. Suoni e immagini della Romagna fra Ottocento e Novecento (Pazzini) di Antonella Imolesi Pozzi, Elisabetta Righini e Paola Sobrero nasce da una ricerca del 2006. La Biblioteca di Forlì realizzò una mostra sul fondo Carlo Brighi nelle Raccolte Piancastelli. L’esposizione si proponeva di far conoscere la figura di questo musicista. Immagini, spartiti e documenti sono stati utilizzati per illustrare il volume, accompagnato da un cd che raccoglie brani inediti del violinista romagnolo eseguiti dalla “Piccola Orchestra Zaclèn”.

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Forlì - 100 anni di sport cittadino in mostra al Circolo della Stampa. Inaugurata lo scorso 13 febbraio, l’esposizione si è chiusa il 26. La mostra, curata da Marino Bartoletti, raccoglieva 70 opere fotografiche che evidenziano i più bei momenti di sport per Forlì: da quelle dei primi calciatori, alle varie squadre di basket. Poi pugilato, ciclismo e altro ancora, in bianco e nero. Una raccolta di testimonianze che presentava, fianco a fianco, protagonisti come Ercole Baldini e le squadre di calcio della città, fino ai praticanti di tutti i giorni.


Mercedes-Benz è un marchio Daimler.

SLK nuova generazione. È un peccato tornare con i piedi per terra.

Classe SLK, la sintesi perfetta fra stile e dinamismo, con motori più potenti e minori consumi/emissioni CO 2, navigatore satellitare COMAND e cerchi in lega da 18" AMG di serie sulla versione Sport. SLK nuova generazione. Lasciate che siano gli altri a prenderla sportivamente. Consumi (ciclo combinato) da 7,9 a 12,0 litri/100 km. Emissioni CO 2 da 188 a 288 g/km.

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Come fosse ora di Gianni Giacinto Mazzoleni

Forlì - Nuova uscita per Foschi Editore, Come fosse ora di Gianni Giacinto Mazzoleni, giornalista professionista, caporedattore, inviato ed editorialista del “Resto del Carlino” di Bologna da metà anni ’70 a metà anni ’90. Il libro racconta l’educazione erotica e letteraria di un giovane nella provincia italiana anni ’50: un intreccio fatto di storie, donne e passioni. “È possibile percepire, come fosse ora, il momento esatto in cui la vita cambiò a cominciare da un particolare in apparenza insignificante come una strada in salita?”: con questa domanda Jean inizia a ricordare il tempo della giovinezza ancora vivo e bruciante raccontando, con nostalgia e ironia, del ragazzo che era. Il romanzo prende spunto dall’esperienza dell’autore, che insieme all’iniziazione sentimentale ripercorre le tappe della nascita della redazione forlivese del “Resto del Carlino”, vissuta da protagonista. www.foschieditore.com.

Torna “Azzurro come il Pesce” Cesenatico - Dal 13 al 15 marzo ritorna la celebre kermesse gastronomica che valorizza la bontà del pesce “povero”, quello azzurro; l’Associazione dei Ristoratori di Cesenatico chiama a raccolta i suoi migliori chef alla colonia Agip. Dalle 11.30 alle 15.30 e dalle 18 alle 22 (venerdì 13 solo la sera), i ristoranti danno la possibilità agli ospiti di assaggiare un menù vario, dall’antipasto al dolce, a un prezzo “alla portata”, con piatti, dai 5 ai 10 euro a porzione . www.cesenaticoturismo.com.

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Meraviglie del quotidiano nel Parco Santa Sofia - Il passato prossimo del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna in una mostra di oggetti delle “genti” di montagna, dalla collezione di Giorgio Graziani, uno dei cultori di questo patrimonio che nell’arco di quarant’anni ha raccolto una grande quantità di oggetti che esprimono l’arguzia e l’ingegno delle genti d’Appennino. La mostra “Meraviglie del quotidiano” ne valorizza il patrimonio etnografico. Numerosi gli oggetti esposti, la cui funzione non è sempre immediata da percepire. La mostra intende parlare al visitatore,

sorprenderlo e stupirlo con oggetti d’uso comune ma non scontati. La mostra si tiene fino a fine marzo presso il Centro Visita di Santa Sofia. In autunno sarà a Bagno di Romagna. Info: 0543. 971375.

Wendell Berry ritira l’ Artusi Forlimpopoli - Il poeta-saggista-contadino americano, “profeta” della filiera a km zero, promotore dell’esperienza dei farmers market in California è stato ospite a Casa Artusi lo scorso 15 febbraio, per ritirare il Premio a lui assegnato lo scorso anno e partecipare all’incontro “I mercati contadini: perché mangiare è un atto agricolo”. Un aforisma che racchiude il pensiero del poeta, studioso e contadino, ac-

2008

colto nella patria di Pellegrino Artusi per ritirare l’omonimo Premio per il suo contributo alla riflessione tra agricoltura e alimentazione. All’incontro hanno partecipato, oltre a Berry, Tiberio Rabboni, assessore all’Agricoltura della Regione, Gianluca Bagnara, assessore all’Agricoltura della Provincia, Paolo Zoffoli, sindaco di Forlimpopoli, Laila Tentoni, vicepresidente di Casa Artusi.


Aperta la nuova

Filiale Elfi

Dimagrimento e Remise en Forme.

Bologna - Inaugurato a inizio febbraio l’undicesimo magazzino di Elfi, società forlivese specializzata nella fornitura di materiale elettrico per impianti civili, industriali e speciali. Più di duecento persone, in prevalenza elettricisti e professionisti del settore, hanno partecipato alla cerimonia d’apertura del punto vendita di via del Decoratore (zona industriale Roveri). Il magazzino bolognese ha una superficie di 2.300 mq per una decina d’impiegati. Al taglio del nastro erano presenti il presidente di Elfi Franco Casadio, l’amministratore delegato Sergio Lorenzi, il membro di giunta della Camera di Commercio di Bologna, Stefania Zanghieri e il presidente di quella di Forlì, Tiziano Alessandrini. www.elfispa.it.

Vuoi ridurre il tuo peso? Rimetterti in forma? Dimagrire in completo relax? Da Cocoon Center a Forlì puoi perdere da una a tre taglie, grazie agli abbonamenti a partire da 250 euro oppure scegliendo le sedute singole. Vieni a scoprire tutte le novità, viso

Il Carnevale senza Frontiere Cesena - Successo per la IV edizione dell’evento al Nuovo Teatro Carisport, lo scorso 22 febbraio, organizzato e coordinato da “L’Aquilone di Iqbal”. Il “Carnevale senza frontiere” segue da sempre il filo conduttore del circo, per promuovere coi colori del Carnevale i valori della cittadinanza attiva. Un’iniziativa per condividere un pomeriggio spensierato e valorizzare la multiculturalità: tra gli obiettivi della festa, infatti, favorire l’integrazione dei giovani, italiani e immigrati, e delle loro famiglie. Un pomeriggio d’intrattenimento, con balli di gruppo, angoli truccabimbi e sculture di palloncini. L’ingresso, a offerta libera, ha permesso di raccogliere fondi per il progetto sociale “Tutti i colori del clown”. Nelle precedenti edizioni il ricavato era stato destinato al progetto di clown terapia “I nasi rossi del Dottor Jumba”, da anni attivo presso gli Ospedali Bufalini di Cesena e Pierantoni di Forlì.

e corpo, per uomo e donna. Con 15 anni di esperienza e professionalità, Cocoon Center è: estetica di qualità, benessere, trattamenti anticellulite, anti-age, fanghi, cromo e aromi, profumeria e solarium.

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Essere | Imprenditoria vincente

12 | IN Magazine


Caliamo

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testo Roberto Zoli - foto Giorgio Sabatini

Reagire alla crisi si può, anche portando esempi di imprenditoria che, in diversi settori, hanno avuto inizio in Romagna e da qui continuano a conquistare consensi in Italia e non solo. Roberto Gorini, Massimiliano Bonoli e Silvia Spronelli raccontano la loro “ricetta” fatta di passione, talento e capacità manageriale.

Ci sono parole che compaiono con quotidiana frequenza sui media nazionali ed internazionali e incombono come fantasmi funerei: recessione, crisi economica, cassa integrazione, licenziamenti. In presenza di un quadro di questo genere è difficile, se non impossibile, lasciare spazio anche al più cauto degli ottimismi; il classico bicchiere non è mezzo pieno, ma addirittura completamente vuoto. Eppure non occorre guardare molto lontano per intravedere la luce in fondo al tunnel. Esempi di attività che prosperano, nonostante i tempi di crisi, non mancano e, cosa particolarmente interessante, sono proprio a casa nostra, in Romagna. Roberto Gorini, Massimiliano Bonoli e Silvia Spronelli testimoniano con il loro lavoro, come passione, abilità tecnicoprofessionale, fantasia, capacità manageriale ed organizzativa siano doti che non temono la contrazione dei mercati. Tre esempi di imprenditoria vincente che fanno guardare al futuro con maggior speranza.

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Roberto Gorini Nato a: Forlì Età: 39 anni Residente a: Forlì Stato civile: single Figli: Sofia, di 3 anni Hobby: suona la chitarra

Roberto Gorini La sua attività nasce in un garage, da dove contattava, via telefono, tutte le più importanti aziende internazionali fornitrici di videogiochi, con particolare attenzione per quelli che non erano importati in Italia. Potrà sembrare un’attività quanto meno strana, ma questo 39enne forlivese, da sempre con la passione dei videogiochi, aveva, con intelligenza, fiutato l’aria, ricavandone la certezza che, di lì a qualche anno (si era nel ’95) il mercato avrebbe conosciuto uno sviluppo esponenziale. Previsione quanto mai giusta visto che, dopo un solo anno di lavoro, il garage non fu più sufficiente a garantire il regolare svolgimento dell’attività, con necessità di trasferimento in altra sede con annesso magazzino. Seguì, di lì a poco, la costituzione di New Media, il brand che ottenne le esclusive per l’Italia di marchi prestigiosi, per i quali Gorini curava anche marketing e distri-

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buzione. Cresceva, nel contempo, anche il parco collaboratori, con rappresentanti su tutto il territorio nazionale. Passo successivo, le consolle e i prodotti hi-tech fino alla creazione di un proprio marchio: “Boghe”. Successi imprenditoriali che trovarono il loro punto di maggior prestigio nel 2000, quando New Media cominciò a distribuire, prima azienda in Italia, i giochi di carte collezionabili. Giochi che

hanno l’aspetto della collezione, poiché si acquistano in bustine ad inserimento casuale e si raccolgono regolarmente fino a completare la raccolta. A questo punto le carte possono essere utilizzate per vari tipi di gioco alcuni dei quali, organizzati da New Media, hanno valenza nazionale. Si può mettere alla prova la propria abilità in moltissimi negozi, si entra in una graduatoria su scala italiana e si concorre al relativo premio per il vincitore. “L’anno scorso - spiega Gorini - sempre nell’ambito del

gioco delle carte, abbiamo editato il nostro primo prodotto in collaborazione con Disney. Un gioco tutto nostro, Wizard of Mickey, made in Italy, nato e sviluppato in Romagna, col quale abbiamo sfidato tutte le multinazionali e vinto i primi premi in tutte le fiere del settore, tra cui “Lucca Comics & Games”, la più importante.” Wizard of Mickey è un gioco di carte che ritrae, nei mazzi da gioco, i celebri personaggi della banda di Topolino nei panni di maghi e fattucchiere. Tra l’altro quanto mai simpatico e originale il premio riservato ai vincitori del primo campionato italiano di Wizard of Mickey che si è tenuto al “Play 2008” di Modena. I primi classificati delle tre categorie, ragazze, ragazzi e bambini, avranno il loro viso “topolinizzato” e “paperinizzato”, vale dire che le loro sembianze saranno trasferite in forma di cartone animato da un illustratore Disney e stampate sulle carte da gioco.


Fin qui l’imprenditore Gorini, ma Roberto è anche un giovane con un hobby che lo segue da sempre. È un appassionato musicista e suona la chitarra fin da piccolo. Non solo, ma addirittura, con due amici, ha un complesso rock “The Scramble”, col quale non disdegna qualche esibizione pubblica. Musica che accompagna alla lettura, essendo un vorace divoratore di libri. Alla domanda dove trovi il tempo per tutto questo risponde “Non guardo la televisione e raccolgo le informazioni da internet, per cui la tv proprio non mi interessa.” Padre di una bimba di tre anni, Sofia, dedica a lei il tempo che riesce a sottrarre al lavoro. “Impegni che sono ancor più gravosi in quanto, lavorando a Forlì, la mia azienda è una ‘mosca bianca’ nel settore, visto che tutte le grandi realtà con cui abbiamo rapporti hanno sede a Milano o a Roma. Un sacrificio, però, che faccio volentieri perché condivido, con Andrea Mazzolani, amico e socio di sempre, l’orgoglio di essere romagnolo in Romagna.” Massimiliano Bonoli

“C’è una scintilla del fuoco di Prometeo impiantata nel cuore dei nostri gioielli. Ognuno di essi vive muovendosi nella luce, nel colore e nel ritmo. Nell’interazione col corpo e con l’ambiente. In una meccanica che mima, decifrandoli, i moti delle emozioni primigenie, degli impulsi, dello stupore per il segreto della vita.” È una delle fulminanti definizioni che compaiono nel sito di Mattia Cielo, il giovane manager che opera nel mondo delle aziende orafe e che ha come alter ego Massimiliano Bonoli, “l’architetto del gioiello”. 36 anni, forlivese, ha frequentato e si è diplomato all’Istituto Statale d’Arte, sezione metalli, quindi ha partecipato a un corso, finanziato dalla Comunità Europea, che puntava a una forte specializzazione nel campo del design, del gioiello, delle pietre preziose e della gemmologia. “Questa esperienza - sottolinea - di altissimo profilo, vista la presenza, come docenti, di professionisti di assoluto prestigio, è stata molto formativa. Un percorso che mi ha spinto ad aprire OroRe, negozio in corso Diaz, con un concetto molto nuovo, vale a dire l’atelier del gioiello. In sostanza il cliente può vedere nascere il proprio gioiello, partendo dal disegno, provando i modelli e scegliendo le pietre. Un modo antico di fare gioielleria riproposta in chiave moderna.” Fu, però, la casualità a dare una svolta alla vita di Massimiliano, un volantino pubblicitario che più


Massimiliano Bonoli Nato a: Forlì Età: 36 anni Residente a: Forlì Stato civile: single “felicemente accoppiato” Hobby: enogastronomia, scacchi, vela

volte e in situazioni diverse gli era capitato fra le mani. Pubblicizzava un concorso mondiale sul design del gioiello in perle, certo interessante, ma Bonoli non credeva nella “formula concorso”, avallando i pregiudizi che spesso si avanzano: gare truccate e vincitori già designati. Ma la ripetuta frequenza con cui il foglietto impertinente si presentava spronò il suo spirito da combattente, al punto da farlo decidere a partecipare al concorso “Utopia”, che aveva sede a Milano. Fu un duplice successo, con due primi premi e relativi titoli mondiali. “Da quel giorno si sono aperti nuovi orizzonti - spiega - con nuove opportunità che mi consentirono di scegliere un’azienda di Vicenza, leader in un settore di mercato con idee innovative, la ‘Cielo Venezia 1270’. Qui forse la fortuna, o forse la capacità, mi hanno fatto conquistare la fiducia dell’imprenditore, che mi ha permesso di seguire numerosi corsi di formazione e diversi tipi di esperienza che mi hanno fatto crescere, sia sotto il profilo crea-

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tivo di design, sia sotto l’aspetto del marketing, corporate e d’immagine. È iniziata così la mia attività che oggi si concretizza nella consulenza di tutta la direzione artistica. Debbo riconoscere, poi, che

una mia caratteristica è ‘l’insofferenza professionale’ che mi porta a sperimentare, ricercare sempre cose nuove e anche nelle strategie di marketing, spesso, cambio totalmente da un anno all’altro per provare strade nuove per l’azienda e il brand.” Un giovane “architetto del gioiello”, dunque, che pur avendo raggiunto il successo non intende frenare la propria attività, ma guarda avanti, ricordando con piacere i momenti che lo hanno visto protagonista. I primi mondiali vinti che fanno il paio, in quanto a soddisfazione, con la creazione della corona di Miss Italia e il riconoscimento ricevuto all’ultima edizione degli Italian Jewellery Awards che

lo hanno consacrato “Miglior giovane designer italiano nel campo del gioiello”. Successi che lo hanno portato a

dividersi, durante la settimana, tra Veneto e Lombardia; ma il “cuore” resta a Forlì. Massimiliano è molto legato alla famiglia, alle nonne Premia e Giovanna, alla madre Raffaella e ai fratelli Sandro e Silvia oltre che alla fidanzata Chiara. “Persone, unitamente al gruppo di amici, al centro della mia vita e precisi punti di riferimento. Non appena posso torno a Forlì e sono momenti di riposo mentale oltre che fisico. D’estate, nei brevi periodi di ferie, amo il mare e la salsedine. Mi piace molto la barca a vela anche se, in agosto, quando ho un po’ di tempo a disposizione c’è poco vento in Adriatico. Non dimentico, poi, il negozio, anche se è magistralmente condotto da mia madre e da Cristina, amica da anni, anch’essa esperta del settore.” Silvia Spronelli

“Ma che ci azzecca una laurea in Giurisprudenza col mediatore in affitti?”, direbbe un politico di casa nostra, che spesso si azzuffa con la lingua italiana. Ci azzecca e come! Sono finiti i tempi in cui ci s’incontrava nelle piazze e



Silvia Spronelli Nata a: Cesena Età: 41 anni Residente a: Cesena Stato civile: coniugata con Giovanni Figli: Anna, di 2 anni e mezzo Hobby: giocare a golf

ci si rivolgeva al sensale di turno per chiedere una locazione. Oggi tutto è computerizzato e chi ha necessità di un alloggio viene accolto in confortevoli uffici, messo a proprio agio e ascoltato in quelle che sono le sue esigenze. Tutto questo avviene a “Solo Affitti” impresa commerciale nata da un’idea di Silvia Spronelli, imprenditrice con la passione per il comparto immobiliare. Una passione trasmes-

sale dal padre Loris, col quale è in atto una simpatica diatriba per chiarire a chi spetti la primogenitura dell’idea. “Dopo aver lavorato per qualche anno nell’agenzia di famiglia - spiega Silvia - è nata l’idea di aprirne una che si dedicasse esclusivamente agli affitti, poiché alla locazione veniva lasciato poco spazio ed era considerata una trattativa marginale. Sarebbe stata anche l’occasione per capire quanto valeva in Italia il mercato degli affitti e valutare l’opportunità di aprire nuove agenzie e creare quella che oggi è una rete con 250 punti sul territorio nazionale.” L’idea, concretizzatasi nel ’96, con l’apertura della prima agenzia, si rivelò vincente e di lì a poco vennero inaugurate le sedi di Forlì e

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Faenza, accolte con uguale interesse. Si trattava, allora, di valutare quale passo ulteriore muovere per partire alla conquista di un mercato ancora integro. Bastarono pochi mesi per elaborare il piano programmatico e nel 1998 partì il progetto in franchising. Le previsioni si sono rivelate esatte. La rete raggiunse ottimi risultati tanto che l’intuizione di Silvia ha attraversato il Mediterraneo per approdare in Spagna dove sono già attive tre agenzie, mentre altre quattro avranno il loro battesimo entro breve. “Solo Affitti sede - chiarisce - oggi conta circa trenta dipendenti, un personale qualificato di cui coordino le attività in qualità di Direttore Generale. Uno staff preparato con cui siamo pronti a conquistare grandi obiettivi e a far fronte alle esigenze dei nostri affiliati. Secondo le regole del franchising, ogni agenzia è un’impresa autonoma a cui offriamo l’esperienza pluridecennale, un metodo operativo collaudato, un marchio esplicativo e conosciuto, una pubblicità d’ampio respiro nazionale e di prestigio (dalla tv ai principali motori di ricerca internet, ndr), la formazione

completa e specifica in materia, il tutoraggio in loco, un sito internet che conta oltre 2 milioni di visitatori all’anno.” Impegni che non lasciano molto spazio al tempo libero che, in ogni caso, è riservato alla famiglia e alla piccola Anna, di 2 anni e mezzo che, ovviamente, è al centro dell’attenzione di tutti, nonni compresi, che non lesinano il loro aiuto. Questo permette a Silvia di affrontare gli impegni con maggior serenità. Lo scarso tempo rimasto è impiegato in attività che consentono alla famiglia di restare unita. In primavera ed estate, infatti, l’Adriatic Golf Club di Cervia Milano Marittima diventa meta quasi obbligata. Così mentre Silvia si rilassa alle prese con i “ferri” del mestiere, Giovanni, il marito, e la piccola Anna, veleggiano in mare o passeggiano e giocano nel verde. D’altra parte Silvia ama il mare, il caldo e la vita all’aria aperta, l’esatto contrario del suo lavoro che la porta a vivere in ufficio intere giornate. Un lavoro che, però, non è avaro di soddisfazioni tanto che c’è un nuovo progetto di espansione per sbarcare in Russia e Romania. Tutto questo nonostante la crisi! IN


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Approfondire | Dibattito sul Cristianesimo

Extra ecclesiam

Salus?

nulla

testo Barbara Baronio e Andrea Biondi

Mai come ora il dibattito sull’attualità del Cristianesimo e sugli interventi dei suoi rappresentanti nella vita pubblica del nostro paese è stato così vivace. Per capirne di più, anche a livello locale, ne abbiamo parlato con quattro noti intellettuali di Forlì e Cesena, mettendo a confronto le loro opinioni.

L’Italia è un paese davvero laico? La Chiesa fa “audience”? I vescovi “parlano troppo”? E ancora: la religione incide nella vita sociale, e quanto? In Italia, dove il Cristianesimo è insito nella storia e nella cultura, dove i rappresentanti della Chiesa sono spesso accusati di ingerenze indebite per il ruolo che ricoprono, mentre d’altra parte i laici extra ecclesiam esprimono l’esigenza di un pluralismo di idee, il

e fede a fatto privato, anche noi ci siamo interrogati in merito, chiedendo a quattro intellettuali cesenati e forlivesi l’opinione su alcuni grandi temi. Si tratta di Gianfranco Lauretano, scrittore, del professore del Liceo Scientifico di Forlì, oggi in pensione, Andrea Brigliadori, del collega Alessandro Russo, ex docente al Classico Morgagni e di Roberto Casalini, editore de Il Ponte Vecchio di Cesena.

dibattito sulla sua attualità è quan-

Il relativismo culturale

to mai aperto. Davanti a polemiche

“È oggi verificabile un certo relativismo culturale che offre evidenti segni di sé nella teorizzazione e difesa del pluralismo etico che sancisce la decadenza e la dissoluzione

sui presepi nelle scuole, sui crocifissi nei luoghi pubblici, davanti al diffondersi di una mentalità che pare voler relegare religione

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Arte e Tradizione della ragione e dei principi della legge morale naturale. A seguito di questa tendenza non è inusuale, purtroppo, riscontrare in dichiarazioni pubbliche affermazioni in cui si sostiene che tale pluralismo etico è la condizione per la democrazia”. Questo esprimeva la Congregazione per la dottrina della fede cattolica in una nota del 2002. Una posizione chiara, condivisa da Lauretano. “Il relativismo culturale non è condizione di democrazia, ma menzogna. E la bravura di chi afferma il relativismo sta nel fatto di far credere che ciò che afferma è vero e buono. Il relativismo, nel dire che ogni opinione o verità è uguale ed equivalente, mortifica ogni verità e la stessa ragion critica, che deve paragonarsi con ogni verità e poi smentire e proibire le affermazioni dannose, che non sono verità ma menzogne pericolose. Il punto è che in fondo al cuore tutti gli uomini hanno le stesse domande. Il relativismo nega proprio quelle.” Di tutt’altro parere il professor Brigliadori. “Il relativismo è il sale della vita. Tutti dovremmo avere coscienza che le nostre azioni, sentimenti, rapporti, verità, hanno valore relativo a quanto sperimentiamo vivendo, consapevoli che altre verità, sentimenti, rapporti, azioni possono sostituirsi ai primi col mutare di esperienze e conoscenze. Senza tale consapevolezza, rischieremmo di congelare nell’assoluto ciò che è proprio del fluire della vita: la relatività dell’esperienza, della conoscenza.” E Casalini riprende: “Considero il relativismo essenziale, consustanziale alla democrazia: al suo opposto sta una società teocratica, sia essa quella degli ayatollah, quella dei roghi, delle abiure e delle crociate. La questione è semplice: la democrazia è rispetto e accoglimento di tutte le idee e di tutti i valori, ugualmente dotati di dignità e tutti tuttavia da sottoporre, nel dialogo, al canone della libertà: accetterò nel confronto idee e valori che rendano possibile la libertà e perciò la piena attuazione della mia persona e del bene della comunità; rifiuterò tutte quelle che impediscano il pieno esercizio della mia libertà e la sua realizzazione: dunque, rifiuterò anche le idee di un cattolicesimo integralista, che si chiude in difesa, timoroso del mondo, della modernità: non l’empito evangelico dei tempi migliori, bensì la difesa nello spazio chiuso di gerarchie e dottrinarismo. La democrazia è altro: in essa non si danno verità una volta per sempre, ma verità come ininterrotta ricerca con gli altri: la verità è dialogo.”

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E Brigliadori aggiunge che quanto afferma la Congregazione è solo un tendenzioso tentativo di tirar l’acqua al mulino del proprio potere. “Non siate relativisti sembra dire, badate all’assoluto; e l’assoluto sono io. Non è un buon principio di dialogo. Di assoluto esiste solo la vita umana (e degli animali, e delle piante), con tutti i valori che le sono naturalmente connessi. Lasciamo ad altri, dunque, l’ambiguo proposito di spacciare il relativismo per ciò che esso non è.” Affermare e perseguire con decisione i valori e la cultura alla base della nostra società è indispensabile per non mettere in discussione l’identità di un popolo: questo è il punto su cui focalizza l’attenzione il professor Russo. “Partirei da questa domanda: una democrazia ‘vera’ guadagna o patisce per l’assenza di valori forti, fondati sui concetti condivisi di ragione e di legge morale naturale? Alcuni pensano

che un ‘pensiero debole’, al quale corrisponde il relativismo etico sul piano dell’azione, garantisca lo svolgimento di una sana vita democratica, perché non si fanno crociate in nome del dubbio, mentre un ‘pensiero forte’ che crede nella verità e nell’esistenza di valori assoluti è tentato d’imporre alla società il proprio punto di vista, considerandolo ‘il’ punto di vista. Altri sostengono invece che l’assenza di valori condivisi svilisca la democrazia, ne annulli l’identità e impedisca un vero dialogo e confronto tra le diverse posizioni cul-

turali e religiose, trasformando le nostre società in vuoti contenitori, nei quali ogni tentativo di pervenire a comuni punti di intesa su questioni morali o esistenziali si trasforma inevitabilmente in snervanti bracci di ferro o avvilenti compromessi tra le varie parti sociali. Io sono d’accordo con questa visione, anche perché credo che l’età delle crociate sia davvero finita, mentre appare sempre più necessario - anche in vista delle

enormi trasformazioni socioculturali in atto nelle società occidentali - mantenere ferma una chiara identità di valori, aperta al dialogo e al confronto con chiunque, ma netta

Anche l’ateismo vuole i suoi “spazi” “La chiesa ha e deve continuare ad avere libertà di parola. Purché vi sia adeguato spazio anche per chi cattolico non è”: ragioni che hanno spinto l’Unione Atei Agnostici Razionalisti a farsi pubblicità sugli autobus di Genova. Gli “ateobus” inizialmente dovevano riportare “La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno”. L’idea, bocciata dalla concessionaria degli spazi, è stata modificata a febbraio con “La buona notizia è che in Italia ci sono milioni di atei. Quella ottima è che credono nella libertà di espressione”. “So che sono quattro gatti - commenta Lauretano. Ma la risonanza avuta dimostra che hanno molti soldi. Da ciò si deduce che il potere vero, quello finanziario, ha un progetto preciso: cancellare la fede cristiana dall’Europa. L’iniziativa scimmiotta altre simili in Europa, ma con che soldi?”. Di diverso parere Brigliadori: “Ho visto spesso, su cavalcavia e ponti, le scritte ‘Dio c’è’, quasi minacciose. Sui muri della nostra città vedo manifesti con scritto: ‘Dio ti ama così come sei’. Chi o cosa renda certi gli autori di ciò, resta per me un mistero. Se poi qualche ateo sente di dichiarare apertamente la sua convinzione, cosa può fare se non utilizzare gli stessi strumenti resi disponibili dalla società pubblicitaria? Perché allarmarsi? ‘Non abbiate paura’, ammoniva Giovanni Paolo II. Presentiva forse l’avvento dei manifesti ateistici?”

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e precisa nel conservare un patrimonio culturale senza il quale non saremmo più noi stessi.”

La religione “fai da te”

Benedetto XVI ai giovani di tutto il mondo a Colonia nel 2005 ha detto: “Non di rado la religione diventa quasi un prodotto di consumo.

Si sceglie quello che piace, e certuni sanno anche trarne un profitto. Ma la religione cercata alla maniera del ‘fai da te’ alla fin fine non ci aiuta”. Al professor Russo giunge una considerazione: “La religione mi


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interessa e attrae per il suo carat-

sta di salvezza che viene dall’alto. In particolare, il cristianesimo è un annuncio di salvezza che proviene da Dio e si manifesta in Gesù Cristo. Le religioni ‘fai da te’ non sono altro che tecniche psicotera-

ininterrotto con gli altri, al’indomabile ricerca di una verità condivisa.” “Benedetto XVI, oltre che pontefice, - risponde Lauretano - è uno degli uomini di cultura e ragione più intelligenti, il che fa infuriare i suoi molteplici nemici. Egli sfa-

peutiche autoconsolatorie prodotte

ta un tipo di religione in cui il cre-

dall’iniziativa umana e assemblate

dente è ultimamente solo e senza

sull’esperienza e la sapienza umana. Niente di male, per carità! Basta essere avvertiti che hanno tutti i limiti propri di ogni intrapresa umana. Ha ragione il Papa: nel momento in cui sperimentiamo più

tradizione. La religione che fa più comodo al potere, per il quale possiamo essere credenti ma non metterci insieme né avere radici. Il potere teme rabbiosamente comunità e identità.”

acutamente il bisogno di salvezza ci

Un prodotto specchio dell’umanità

lasciano in balia di noi stessi.”

che lo produce; ecco come appare la religione a Brigliadori che replica: “È stata, ed è, ciò che gli uomini hanno voluto che fosse: dai misteri di Iside ai sacrifici umani degli Aztechi, alle inquisizioni del nostro Occidente. Tantum religio potuit suadere malorum, ammoniva Lucrezio. In quanto anch’essa prodotto delle culture umane, oggi la

tere ‘altro’, per essere una propo-

Alla ricerca di una verità condivisa è invece Casalini: “Penso solo che la difesa da parte di Benedetto XVI di una religione ‘istituzionale’, la sua, sia del tutto legittima, così come lo è la difesa, da parte mia, della mia personale coscienza e dei valori in cui credo, risultato della mia esistenza e del dialogo

religione non può che condividere Ph. Giorgio Sabatini

lo stesso destino consumistico che

coinvolge le nostre società.” L’attualità dell’annuncio di Cristo

Nonostante il continuo susseguirsi di contestazioni e polemiche la religione cristiana continua ad essere un argomento che interessa l’uomo. Un messaggio di 2000 anni fa può essere ancora attuale?

“Non è il tempo - spiega Lauretano - che rende attuale un messag-

Sopra, il prof. Alessandro Russo. In basso, il prof. Andrea Brigliadori.

Alcuni numeri dalle Diocesi Fonte: Annuario Diocesi Cesena Sarsina, dati 2007: Abitanti 165mila; cattolici: 158.565. Parrocchie: 101; sacerdoti: oltre 120; diaconi permanenti: 30; religiosi: 43; religiose: 80. Una curiosita: da due anni nella Curia hanno iniziato ad arrivare richieste di sbattezzo. Il battesimo è un atto ufficiale compiuto da un ministro e non può essere annullato. “Negli ultimi tempi abbiamo ricevuto 18 richieste - spiega don Andrea Budelacci - da persone che hanno abbandonato la fede cattolica e non sono più residenti in diocesi.” Fonte: Diocesi di Forlì – Bertinoro, dati 2007. Cattolici: 172.829 parrocchie: 128; sacerdoti: 111; religiosi: 32; religiose: 98. Percentuale adesioni insegnamento Religione cattolica, medie e superiori Forlì - Bertinoro, dati 2008/09. Medie: 88,22% (L’istituto comprensivo di Civitella è fra quelli col più alto numero di alunni che non accede all’insegnamento: 44 su 178; quello di Bertinoro ha le minor astensioni, 8 su 103). Superiori: 87,68% (95% - 705 su 743 studenti - per l’Istituto Melozzo; 93% - 1022 su 1103 alunni - per il Liceo Scientifico). Fra gli istituti con maggior numero d’esentati l’Aeronautico, con 140 alunni su 487.


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Ph. Gianmaria Zanotti Da sinistra, Roberto Casalini e Gianfranco Lauretano

gio ma la sua verità. In Italia dieci anni fa i cattolici praticanti erano poco più del 30%, adesso, secondo il settimanale ‘L’Espresso’ che non tifa certo per la diffusione della fede, sono il 38-40%, quasi dieci punti in più, 5 milioni di persone circa. Certi ordini religiosi, i più rigorosi, rigurgitano di vocazioni giovanili, la Chiesa mai come ai nostri giorni - in cui è quotidianamente ‘sputtanata’ dai mass media - ha credito e ascolto. Non la mia opinione, i fatti indicano che quel messaggio è vivo. Forse perché lo è chi ce l’ha riferito?” Sembra però che a essere in discussione non sia il messaggio, bensì il suo utilizzo. “La religione è parte integrante delle società interviene Brigliadori - espressione di sentimenti individuali e collettivi. Sappiamo come e perché sono nate. Ma da qui a riconoscere la verità di ciò in cui affermano di credere, il passo è lunghissimo. Devo citare Leopardi? Esiste nell’uomo una facoltà immaginativa, la quale può concepire le cose che non sono, e in un modo in cui le cose reali non sono. Ella può figurarsi dei piaceri che non

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esistano, e figurarseli infiniti (Zibaldone, 12 luglio 1820).” Quanto al messaggio, chiude Casalini, “ha di certo un significato ancora potentissimo: Gesù portò la coscienza della Storia come sviluppo e non come eterno ritorno alla maniera dei Greci; permise il formarsi del concetto di persona; introdusse il principio dell’uguaglianza tra gli uomini. Un pensiero rivoluzionario, che scardinò il mondo antico. Il problema non è il messaggio del quale io stesso mi alimento ogni

giorno ma il suo uso a fini di potere. Dovremmo leggere L’essenza del cristianesimo di Giorgio Hegel per capire quel che la Chiesa non dovrebbe essere e che invece sempre più diviene: un centro di potere che pretende di dettare le regole della vita.” Determinanti, per Russo, appaiono invece i contenuti del messaggio. “Come mai questo Papa - spiega che certo non ‘buca’ il video come il predecessore, ed è considerato un conservatore, un reazionario, ottiene un consenso forte anche presso i giovani, al punto che ha dovuto schermirsi dicendo di non voler essere una ‘rockstar’? C’è un segno di speranza e una promessa di pace e felicità nel messaggio che continua ad attrarre, affascinare, ri-

chiamare a un incontro personale col mistero, oggi come 2000 anni fa, nonostante l’avvenuta, e credo irreversibile, secolarizzazione della nostra società.” IN

Un’esperienza di vocazione oggi: Frate Mirko Il primo contatto coi Francescani è nel ’93 ad Assisi. Lui, studente al Classico e appassionato di pianoforte ne resta colpito. Per anni non ci pensa, poi nell’estate ’95, a 19 anni si risveglia in lui quest’attrazione: in un paio di mesi entra in convento. Oggi Frate Mirko, 33enne di origini faentine, vive nel convento dei Francescani a Longiano, dove risiede dal 2006 con cinque confratelli. “Alle superiori avevo come tanti il desiderio di crearmi una famiglia e trovare un lavoro stabile. C’era anche una ragazza che mi piaceva. Poi è arrivata questa possibilità, scelta perché ho incontrato la persona di Gesù e desidero che la mia vita religiosa possa risvegliare nel cuore della gente la nostalgia di Dio”. Dopo 2 anni di verifica, è arrivato quello di noviziato, che propone una vita austera. “Ho professato i voti di castità, povertà e ubbidienza. Non li ho mai recepiti come un sacrificio, anzi sono un aiuto per vivere come Cristo. Mi sento aiutato ad affrontare i miei limiti e più libero di seguire il solco di Gesù”. Nel frattempo ha anche conseguito la laurea in Teologia con specializzazione in Sacra Scrittura ed è stato ordinato sacerdote. “La mia vita è cambiata, ma la mia identità resta quella di frate.” Oggi segue la pastorale giovanile insegna all’Istituto superiore di Scienze Religiose a Pesaro.



Addolcire | Catia Guerrini

Ph. Videodevasarsina

Pioniera

Tradizioni

di dolci

testo Barbara Baronio

È andata di casa in casa tra media e alta Valle del Savio, raccogliendo le testimonianze delle custodi dell’antica arte della Pagnotta Pasquale e ha riconsegnato nobiltà e prestigio a questo prodotto. Ricerca e studio sono le linee guida di Catia Guerrini, per divulgare specialità e pratiche antiche di Romagna e rilanciare l’economia montana.

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Tutto ha preso il via con la tradizionale Pagnotta pasquale, poi è arrivata la rielaborazione dell’antico Migliaccio, che ha saputo trasformare nella Dodicesima Notte, un dolce moderno dall’impronta shakespeariana. È entrata a far parte del circuito d’eccellenza di Davide Paolini, è ricercatrice e autrice di numerosi contributi nell’ambito della storia della tradizione e dell’alimentazione, non manca mai a “Squisito”, la kermesse enogastronomica di San Patrignano, è sempre presente a “Taste” di Pitti Immagine e fa parte della presidenza nazionale di CNA alimentare a Roma. Una pioniera del gusto con la curiosità e la pazienza di un ar-

cheologo che delicatamente fa risorgere la storia, indagando con attenzione e scrupolosità tesori nascosti dal tempo. Catia Guerrini, sarsinate d’adozione, mamma e piccola imprenditrice, grazie alla sua tenacia e curiosità, oltre a restituire a un popolo le sue tradizioni, ha creato una linea di prodotti di biscotteria che parte dal cuore di una Romagna montana, per giungere nei negozi “tipici” della Riviera. La sua avventura è iniziata

dieci anni fa. Laureata in sociologia con un Master per esperti in comunicazione di culture culinarie e prodotti di nicchia, dopo il matrimonio con Raffaello Rossi, titolare del forno “La corte di Raffaello” che si affaccia sulla piazza


centrale della città plautina, ha raggiunto Sarsina dove ha iniziato ad affiancare l’attività del marito. Proprio nella “bottega di famiglia”, antico forno della fine dell’800 che appartiene ai Rossi dagli anni ‘40, si è resa conto che ogni Quaresima si celebrava il rituale più importante per la sua terra: si dava inizio alla produzione della Pagnotta. L’intenso pellegrinaggio di clienti provenienti da ogni parte della Romagna l’ha incuriosita e da allora sono iniziate le ricerche. “Ho raccolto decine di testimonianze e passando di casa in casa ho ricostruito tutto il rito della sua preparazione. Un saper fare tramandato di generazione in generazione, dalla suocera alla nuora, dove la moglie del capofamiglia si esprimeva nel suo fondamentale ruolo di regista di quel teatro domestico. Così durante la settimana santa, faceva rinvenire quella pastella secca di lievito madre fino a quando non avesse lievitato almeno tre volte, quasi a voler scandire i giorni della passione: la vita che lievitando rinasce.” Ma la pagnotta per Catia è stato solo l’inizio. “Dopo aver recuperato questo antico saper fare - continua - sono andata alla ricerca del suo antagonista scoprendo il Migliaccio, dolce ritualizzato legato all’inverno. Durante il periodo

“Tramandare” un’identità dell’Epifania, un gruppo di uomini compiva un sacrificio di socializzazione pagana: il maiale veniva ‘scannato’. Il primo sangue dell’animale era raccolto e messo a cuocere insieme a una chiave come anticoagulante. Poi il composto era arricchito con miele, mandorle, zucchero e il colore del sangue veniva camuffato col cacao. Oggi, non essendo più possibile impiegare il sangue a causa di restrittive norme igieniche, l’antica ricetta è stata rivisitata ed è nata la Dodicesima Notte, realizzata sostituendo al sangue un vino liquoroso, e prodotto dall’Immacolata all’Epifania. Pagnotta e Migliaccio erano gli unici dolci che durante l’anno erano scambiati, offerti in segno di solidarietà e accoglienza e perpetuavano il ciclo della vita. Una biscotteria creativa

Sempre alla ricerca di stimoli e col desiderio di creare


In apertura, Catia Guerrini con alcuni suoi prodotti della “Corte di Rafaello”. Qui a fianco, particolare degli stessi.

nuovi accostamenti Catia ha ideato una linea di biscotteria secca che produce nel laboratorio de “La corte di Raffaello”: dalle produzio-

ni artigianali dedicate alle divinità dell’antica Roma, come le Florealie, biscotti a forma di fiore con miele millefiori dedicati a Flora, ai Baccanali a forma di goccia, con albana, dedicati a Bacco. Ci sono poi i Cerealia con farina di farro, le Palilie allo zenzero e cannella, le Consualie all’anice e le Robigalie alle mandorle. Fra le “chicche”, le Gocce al Sangiovese che richiamano la terra di Romagna, le Stelle Cadenti con cioccolato e le Rugiade, con scorza di limone. Il trio dolcezze Amandole, C(i)occole e Caffettani sono biscotti fatti a mano con farina da agricoltura biologica macinata a pietra nel molino ad acqua, farina di riso, vaniglia naturale Bourbon del Madagascar. Molto gradite sono Le Avellane del pellegrino, dolcetti alla nocciola, come pure i rivisitati Cantucci - scroccadenti. Catia ha proposto altre novità, come le Favette ai pistacchi e i Tozzetti alla liquerizia, con una polvere naturale di

Ph. Videodevasarsina

liquerizia e altre spezie acquistate a Parigi. “Ho voluto creare una linea di prodotti che potesse tramandare la nostra identità. Non lascio nulla

al caso. Gli studi in comunicazione mi hanno anche aiutata a definire come proporre queste creazioni, il packaging è disegnato da me, e lo studio del nome e la scelta dei colori sono frutto del mio lavoro e

della mia passione.” Non contenta, si è anche buttata sul salato. “Ho creato dei salatini col Sale di Cervia: i Diavolicchi, leggermente piccanti e ‘addolciti’ col Salfiore di Romagna, detto Sale del Papa. Un progetto futuro, sul quale sto già lavorando, è quello di creare un elegante e innovativo ‘Emporio del gusto’.” IN

La Pagnotta pasquale in festa Da oltre vent’anni la Sagra della Pagnotta pasquale è l’evento per eccellenza nella Quaresima della città plautina. L’evento, organizzato dalla Pro Loco di Sarsina si svolge nelle due domeniche che precedono la Pasqua. Quest’anno durante il 29 marzo e il 5 aprile nella centrale Piazza Plauto, dove si tiene anche il gioco della Magna Pagnotta che consiste nel donare a chi ne indovina il peso una gigantesca pagnotta offerta dai due forni locali, Bacciocchi e Rossi, saranno presenti stand gastronomici con assaggio gratuito della pagnotta, da acquistare presso: Forno Bacciocchi, Panificio “La Corte di Raffaello”, Pasticceria “Walter”. Non mancheranno giochi del folclore popolare e attrazioni, artisti di strada e gruppi musicali itineranti.

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Tel. 0543.62027


Gustare | Locanda Poggianina

Effetto

Francese

testo Pier Antonio Bonvicini - foto Gianmaria Zanotti


Neppure un cartello che ne indichi la strada, tantomeno una segnalazione sulle guide o nell’elenco telefonico. Eppure la Locanda Poggianina è il ritrovo del momento sulle colline di Cesena. Difficile sottrarsi al suo fascino, agli arredi che incantano e al gusto delle cose ben fatte che arrivano dalla cucina. E alla fine anche il conto, piĂš che corretto, vi sorprenderĂ .


Nella foto, Antonella Vaccari, suo marito Cosimo Melone e lo chef Klaudio Pucic. In apertura, panoramica della sala principale.

Ci sono ristoratori che venderebbero l’anima al diavolo pur di avere un posto al sole in una guida, altri invece che per lavorare sperano in un miracolo, anziché puntare su ambiente, qualità del cibo e prezzi contenuti. Per fortuna la maggior parte è di tutt’altra specie, conosce il proprio mestiere e lo fa bene, senza preoccuparsi della notorietà. Alcuni poi se ne stanno così appartati che se un amico non te ne parla difficilmente li potrai scoprire. Ne sa qualcosa chi arriva alla Locanda Poggianina, sul-

le colline di Cesena, all’imbrunire. Non un cartello, nessuno che ne indichi la strada e nemmeno un recapito telefonico con quel nome sull’elenco. Eppure è il ritrovo del momento, dove per cenare è consigliabile prenotare. Difficile sottrarsi al suo fascino, agli arredi che incantano e al gusto delle cose ben fatte che arrivano dalla cucina. Così anche noi ci siamo andati per raccontarvi una serata fuori dal comune. Giunti a Cesena da Rimini, abbandonerete la via Emilia prima dell’ingresso in città (o

La ricetta: Coniglio in padella con acciughe e capperi Ingredienti per 6 persone: 1 coniglio; 6 acciughe; 3 pugni di capperi dissalati; 2 spicchi d’aglio vestito; vino bianco secco qb; un rametto di salvia; bacche di ginepro; brodo vegetale qb; olio qb. Preparazione: Ammollare il coniglio intero in un bagno di vino bianco, con un rametto di salvia e un pugno di bacche di ginepro, per una notte. Tagliarlo, quindi farlo rosolare bene da entrambe le parti in una padella dove, precedentemente, avete fatto sciogliere le acciughe e avete aggiunto i capperi con un filo d’olio extra vergine e due spicchi d’aglio. Aggiungere vino bianco e fare cuocere per almeno due ore e trenta (preferibilmente tre), a fuoco basso, se necessario con l’aggiunta di brodo vegetale leggero.

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dopo esserne usciti, provenendo da Forlì), svoltando in direzione di Sorrivoli e San Tomaso. Salirete per circa quattro chilometri e arrivati a Saiano devierete a sinistra in direzione di Sorrivoli per altri due. Dalla strada principale vi accorgerete subito della Poggianina e così parcheggerete in un ampio spiazzo, per scendere poi da una scalinata in pietra fino all’ingresso. Lasciate perdere l’appetito che vi accompagna. Ci sarà tempo anche per questo. Ora, appagati dalla tranquillità del luogo, regalate agli occhi lo spettacolo degli interni. Questo è un tragitto aperto al sogno, un insieme che invita ad osservare, che proietta nell’ipnotica luce del passato. Hanno arredato la locanda con rara abilità, accostando cose d’antan rinvenute nei mercatini di Francia, Spagna e Portogallo. Ma anche con qualcos’altro acquistato da antiquari di fiducia. Perciò si

respira un’atmosfera romantica, a tratti provenzale, di calda intimità,




Culinaria News: E lucean le stelle

piacevolmente datata e accentuata dai colori e dalle candele accese. Così non dimenticherete il banco del bar finemente abbellito dalle ceramiche faentine o da quegli sgabelli americani degli anni ’50 che sono lì davanti, e dopo quel salottino, nella seconda stanza, per rimanere oltre la cena. E ricorderete anche le carte da parati, le antiche specchiere, le deliziose abat-jour, le trombe e i violini che qualcuno ha già suonato. Ai tavoli invece adeguati piatti e bicchieri

mo invece, con vera cortesia, accoglie la clientela e indirizza il servizio. Nel sostanzioso e stagionale menù la carne ha un ruolo centrale, ma spiccano anche le buone paste tirate al matterello, alcuni salumi fatti in casa (salami e pancetta) e un pane fragrante che sforna la cucina

Ph. Filippo Pruccoli

quando è possibile. Tra le propo-

ste, antipasto Poggianina (affettati, formaggi e casalinghi sott’oli), polenta con i sughi, tortelli di zucca con burro e salvia, strozzapreti alla tropea, raviolini al formaggio

Si respira un’atmosfera romantica, a tratti provenzale per le candide tovaglie in pizzo. Tanto è la Locanda Poggianina (via Prov.le Sorrivoli 6705, tel. 0547.326190, aperta solo la sera, tranne il lunedì, domenica e festivi anche a pranzo) avviata due anni fa dalla cesenate Antonella Vaccari e da suo marito Cosimo Melone di Benevento. L’hanno ricavata nella dépendance della loro casa colonica del ’700 e d’estate, quando si mangia all’aperto, la vista spazia fra i vigneti della zona e il mare della costa. Antonella si occupa della cura del locale e sovrintende la cucina che ha affidato allo chef croato Klaudio Pucic, da una quindicina d’anni con lei e suo marito, da quando gestivano un albergo a Milano Marittima. Cosi-

Oggi anche a San Marino brilla una stella Michelin. L’ha conquistata il Ristorante Righi - La Taverna, già locanda nell’800. Complimenti alla famiglia Righi, che da oltre 40 anni lo gestisce, e allo chef Luigi Sartini. In piazza Libertà, tel. 0549.991196.

in brodo di carne, caramelle al radicchio rosso, malfatti di ricotta e spinaci gratinati al gorgonzola. Tra i secondi, coniglio con capperi in tegame, galletto al forno con pomodorini e olive nere, ossobuco di vitello con piselli, puntine di maiale speziate alla griglia, stinco di maiale al forno con verdure. Al dolce, tazzina di crema della nonna, torta all’arancio e cioccolato o di mele e crostata di ciliegie. E a incorniciare i piatti 23 rossi regionali e due bianchi (albana secca e pagadebit) con misurati ricarichi. Prevedete una spesa sui 30 euro (senza bevande, coperto 3 euro) per un pasto completo. Oppure 35 per il menù degustazione (almeno per due persone), vino incluso. IN

Atmosfere d’oltralpe Gli eleganti arredi, il raccolto e piacevole menù di terra e di mare e la piccola carta dei vini di qualità sono il tratto distintivo del Bistrot Porta Adriana di Ravenna. A gestirlo è Gilberto Ghinassi, patron anche del rinomato Ristorante Cappello. Lo trovate in via Mura di San Vitale 10, a due passi dal buon passeggio di via Cavour e da piazza Baracca. Tel. 0544.218100.

Per non navigare a vista Lo sanno bene i riminesi (e non soltanto loro) che al “Veliero” si mangia con piacere e si paga un conto corretto. Ora questo ristorante di mare è anche una invitante pizzeria, che utilizza buone materie prime. In via Tripoli, 218, a Rimini (tel. 0541.391424). Aperto a pranzo e a cena, tranne il mercoledì. Nelle vicinanze del mare e della spiaggia.

Alta pasticceria Come dire, repertorio di delizie senza fine. Da provare quelle che preparano ogni giorno da Tino, una delle migliori pasticcerie della Romagna. Le esclusive specialità, le accurate lavorazioni, gli ingredienti e le farciture di prim’ordine ne fanno un ritrovo per golosi, tutto l’anno. A Rimini, via IV Novembre 54, tel. 0541.50233.

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Camminare | Rocche della Val Bidente

Tra le pietre

Memoria

della

testo Matteo Ranucci - foto Giorgio Sabatini

Da Cusercoli ai confini toscani, un itinerario lungo l’alta valle del Bidente alla riscoperta dei forti e dei castelli che nei secoli passati sorvegliarono la conca. Tracce di una potenza lontana, luoghi di sosta, ristoro e difesa per eserciti e pellegrini.

I segni vanno ricercati con attenzione, cura. Dei forti e castelli che sorvegliavano la conca del Bidente restano a volte poche pietre, ammucchiate in bilico su colli dominanti, tratti di mura spesse ma chinate dal tempo, cumuli disordinati di massi intrappolati e nascosti dalla vegetazione, torri e bastioni mutilati che provano ad ostentare, nonostante tutto, la loro potenza. Per riscoprirne il vero significato, per respirarne la bellezza, questi luoghi vanno osservati da vicino e il loro valore va amplificato dai ricordi, dalle leggende e dai racconti di una storia locale ormai lontana, importante, dimenticata. A prima vista, fatta eccezione per il castello di Cusercoli e, a monte, per quello di Pianetto, lungo la strada che risale la parte alta della valle non s’incontrano mura e ba-

luardi. Volgendo lo sguardo a destra e sinistra, sulle creste, il risultato non cambia. Pare che la conca sia priva dei leggendari castelli. Se ne contavano a decine nel territorio di Santa Sofia. Alcuni sono del tutto scomparsi e anche il loro ricordo, la loro storia scritta nelle cronache, rimane sbiadita, lacunosa, frammentaria. Tra questi si può menzionare Bleda, Castagneto, Fratta, Montealto, Botte. Nel Medioevo la vallata era percorsa da un’antica e importante via. Era chiamata Petrosa Longobardorum. Il cammino piegava a sinistra verso il Passo del Carnaio, scendeva a Bagno di Romagna e proseguiva attraverso la Valle del Tevere verso Roma. Per centinaia d’anni pellegrini ed eserciti transitarono di qui.

Procedettero Annibale alla guida dell’esercito cartaginese (218

a.C.), le legioni romane di Oppio dirette a combattere i Galli (200 a.C.), i Visconti milanesi in lotta contro Firenze (1424), il duca Federico da Montefeltro (1495), i Lanzichenecchi sotto il comando di Carlo il Borbone (1527). L’alta valle del Bidente comincia dalla “Chiusa d’Ercole”. Il corso del fiu-

me muta, non scivola più in un ampio letto tra colline morbide ma tra rocce d’arenaria e monti dalle coste ripide, aspre, franate. Leggenda vuole che fu l’eroe della mitologia romana a posizionare il grande masso che sbarra la strada al Bidente e sul quale fu costruito il Castello di Cusercoli. Le sue origini risalgono al XII secolo. Ha una sagoma imponente, una presenza importante di fronte a chiunque si trova a risalire la vallata. La rocca fu rimaneggiata nel

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A fianco, da sinistra, scorcio del castello di Cusercoli e il bastione ottagonale di Giaggiolo. Sotto, i resti del mastio a Pianetto. In apertura, i ruderi della Rondinaia.

corso dei secoli e in modo particolare nel ’700 quando fu edificata la facciata della chiesa dedicata a San Bonifacio posizionata sulla sommità del borgo. Sulla porta di sud-est,

la sola rimasta, si trova lo stemma della famiglia Guidi, signori del castello fino al XIX secolo. Il vicino Castello di Giaggiolo racconta una storia lontana. Per raggiungerlo si seguono le indicazioni per Voltre. Allontanandosi dalla valle, ci si ritrova tra basse montagne, valli e crinali, tra coste che alternano campi coltivati, boschi e calanchi in cui silenzio e quiete hanno un ruolo primario. Il bastione ottagonale, sulla

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vetta del colle (490 metri s.l.m.), è tutto ciò che rimane del castello. La contea che ruotava attorno a Giaggiolo fu una delle più potenti nei primi secoli dell’anno mille. Difficile immaginarlo oggi, di questo luogo che appare troppo distante da ogni cosa. Difficile immaginare la vicenda lontana di Beatrice Orabile che qui visse col padre, il Conte di Giaggiolo, prima di essere data in moglie a Paolo Malatesta. Lo stesso capostipite della famiglia riminese che fu ucciso dal fratello Giangiotto perché scoperto in adulterio con la cognata Francesca. Sulla sommità del bastione è cresciuto il prato e un paio d’alberi ad alto fusto. Le colline si distendono morbide a nord, verso la pianura nascosta da un lieve foschia color viola-azzurro, crinali, montagne si susseguono in un crescendo verso sud est, anticipando l’arco appenninico. Il Bidente lo s’intuisce ma il fiume rimane nascosto, oltre il colle. Tornando a risalire la valle, subito dopo Galeata, conosciuta per l’importante Abbazia di Sant’Ellero, per i resti delle Terme di Teodorico e dell’antica città romana di Mevaniola, si incrocia Pianetto. Gli anziani del piccolo borgo raccontano ai giovani che lassù, tra le rovine imponenti e disordinate del castello, passeggiano fate, guerrie-

ri giganteschi e uomini privi di testa che trasportano brocche ricolme di monete d’oro: se qualcuno osa toccarle si trasformano in cenere e carbone. I muri perimetrali lunghi 334 metri disegnano un quadrilatero irregolare e conservano storie di battaglie, tradimenti, leggende. Cinque porte permetteva-

no l’accesso al forte, nato intorno al IX-X secolo d.C. ad opera degli Abati Ilariani Guerrieri al servizio dell’Abbazia di Sant’Ellero. Sambuchi, biancospini, rampicanti ricoprono le pietre, le rovine del mastio e il selciato su cui correva l’antica via Castellara. Con l’arrivo delle armi da fuoco, il forte perse la sua funzione di sbarramento militare e già a metà dell’800 risultava abbandonato e in non buone condizioni. I ruderi si trovano a destra, qualche decina di metri sopra il piccolo borgo. Si giunge in breve a Santa Sofia. Occorre immaginare un territorio diverso da quello attuale. Una valle meno scavata in cui il Bidente non aveva eroso così profondamente il terreno franoso e instabile di marna e arenaria. L’aspetto delle montagne doveva essere probabilmente meno aspro, più dolce. Il territorio era contrassegnato dalla presenza di torri, mura e bastioni, distrutte o lontane dalla attuale strada. Quella di Poggio


Osteria da Fischio

Galmino ne è un esempio. Se si guarda con attenzione

verso sinistra, poco prima di entrare nell’abitato di Santa Sofia, si può intravvedere una torre. Il forte si trova oltre il corso d’acqua, a 657 metri d’altitudine, su quello che era il sentiero di crinale dei pellegrini diretti a Roma. Raggiungerlo è complicato, sale alla sua base solo una sterrata infangata e un sentiero. Alto, il più alto di tutta la Romagna, il castello di Spinello aveva forza e potenza. Le cronache del XII-XIII secolo sono limpide al riguardo. Formato dal forte e da una torre, costruiti a 927 metri d’altezza, godeva di una posizione d’assoluto dominio. Le pietre rimaste sono quasi completamente ricoperte da sterpaglie. Si percepisce la forma stondata delle antiche mura protette oggi da un fitto bosco di pini. S’intuisce la forza della sua posizione, sospesa tra la vallata del Bidente e proiettata su quella del Borello e del Savio, sulla medesima linea del Passo del Carnaio. Sulla antica strada che da Galeata portava a Bagno sorgeva Pondo. Fino a quando non si è a pochi metri, il rudere, nonostante le dimensioni, non si vede. Lo si può intuire sulla vetta di un piccolo colle e si può intravedere il colore chiaro delle pietre che risalta tra i sottili tronchi di un fitto bosco di faggi. Le prime pietre pare furono posate in epoca romana anche se le notizie certe sul Castrum risalgono al ’200. La storia travagliata di questo forte, per decenni in proprietà dei Malatesta, è segnata da continui assedi. I più importanti furono quelli di Federico Barbarossa, del condottiero Uguccione della Faggiola e del duca di Borbone. Battaglie e terremoti ne fiaccarono la resistenza, tanto che nel 1595 il castello risultava già in gran parte distrutto. Tra tutti quelli che caratterizzavano il territorio, quello della Rondinaia gode oggi forse della posizione più bella. Le pietre una sull’altra appaiono in bilico, nonostante la loro mole.

Salgono in verticale ma oramai non definiscono più i contorni ampi dell’antica torre. Un tappeto di foglie e muschio ricopre la base delle pietre. La rupe (che si raggiunge da Santa Sofia proseguendo verso Poggio alla Lastra)

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Informazioni sul percorso

è a strapiombo sulla valle. Si vede il crinale a ovest, Poggio Scali, Monte Falco, Monte Falterona, si vede la strada statale, Santa Sofia alcune centinaia di metri più in basso, si vede la collina di Pondo verso est. La Rondinaia era parte di una serie di torri che, attraverso segnali di fumo e fuochi, avevano il compito di dare l’allerta in caso di movimenti d’orde barbariche che scendevano verso sud. Intorno al 1300 il castello in mano ai Valbona fu assediato e conquistato dai Forlivesi. Il vecchio signore, Leoncino di Valbona, fu catturato e decapitato all’interno della rocca. Da al-

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lora, si racconta di un’ombra senza testa che si aggira di notte tra i boschi che circondano la torre. La valle continua verso Corniolo, si potrebbero nominare altri ruderi e castelli. Si potrebbe parlare di Biserno, sul colle chiamato del Castellaccio, di Ridracoli, di Santa Fiora. Corniolino era il più isolato. I suoi resti sono sulla vetta di una montagna in mezzo agli Appennini, oltre l’abitato di Corniolo, quasi in territorio toscano. Si raggiunge con un breve sentiero a lato di uno dei tornanti della strada che sale verso Passo la Calla. Fu dei conti Guidi di Modigliana e di Dovadola, in seguito passò a Roberto di Battifolle e fu, da ultimo, conquistato dai Fiorentini. L’antica porta muraria, alta cinque metri rivolta verso Campigna è rimasta in piedi, fiera, stabile. Accanto a questa spigoli, mura, pietre e poco distante i resti dell’antica torre d’avvistamento della Rovere, appendice della rocca principale. La posizione è di comando assoluto su tutto il territorio. Le conche sono ben visibili e i crinali verso la Toscana si ergono di fronte al forte. Alle spalle, verso est, i colli digradano verso Santa Sofia, Galeata, Civitella e Cusercoli. IN

Forlì

N

Sopra, i resti del forte di Pondo; sotto, quelli delle mura del Corniolino.

Siti di riferimento: www.comune.santa-sofia.fo.it www.comune.civitelladi-romagna.fo.it www.comune.galeata.fo.it www.castellanetwork.it (Circuito Rocche e Castelli dell’Emilia-Romagna). Prodotti tipici: funghi porcini, raveggiolo. Eventi e sagre nel periodo: Via Crucis (Civitella); Sagra dello stridolo (Galeata); Sagra del Prugnolo (Cusercoli). Bibliografia: Il Castello di Pianetto a cura del Centro Polivalente Galeata; Cusercoli e la contea di Ghiaggiolo, a cura di Natale Graziani, Camera di Commercio Forlì; La Chiusa d’Ercole, storia di uomini e paesi della valle del Bidente a cura di Natale Graziani, Ed. C.C.I.A.A. Forlì; Galeata nella storia e nell’arte, a cura di Mons. Domenico Mambrini, Ed. Stabilimento tipografico dei Comuni, Santa Sofia 1973; Santa Sofia di Romagna e i suoi Castelli, a cura di Ellero Leoncini, Ed. Stabilimento tipografico dei Comuni, Santa Sofia.

Cusercoli

Giaggiolo

Civitella di Romagna

Pianetto

Spinello Pondo

Santa Sofia

Rondinaia

Corniolo



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Cosa accade quando l’alta pasticceria incontra l’arredamento più raffinato? Per scoprirlo basta fermarsi in via Gramsci 55 a Forlì, alla Caffetteria Orchidea, per lasciarsi cullare dal profumo e dal sapore delle brioches appena sfornate e farsi avvolgere da un ambiente caldo completamente rinnovato. Pantaleo e Susanna, i titolari, da oltre 15 anni gestiscono con amore la Caffetteria, ed è proprio grazie a questa grande passione che hanno deciso di offrire ai propri clienti un locale nuovo, dal gusto classico ma allo stesso tempo moderno, segno dell’attenzione per il cliente nonostante la crisi spinga tutti controvento. La produzione avviene nel locale adiacente al bar: è qui che i pasticceri sfornano brioches a lievitazione naturale (c’è solo l’imbarazzo della scelta), torte, piccole delizie salate, e poi cioccolata, colombe e uova di

pasqua. E fin dal primo arredo va avanti con successo il connubio tra la caffetteria e Perugini Arredamenti: i fratelli Giorgio e Roberto hanno affiancato la crescita imprenditoriale di Orchidea consigliando il cliente con prodotti sempre nuovi e tecnologicamente avanzati. Specializzati nella realizzazione di bar, caffetterie, pasticcerie, hotels, Perugini Arredamenti fin dal 1950 risponde alle richieste della clientela più esigente partendo dalla progettazione per arrivare alla realizzazione dell’arredo, tutto rigorosamente made in Italy. Grazie ad uno staff tecnico di oltre venti persone, tutte giovani ma dall’ampia esperienza, e alla preziosa collaborazione di affermati professionisti esterni scelti in linea con le specifiche esigenze del locale, Perugini Arredamenti offre ogni volta un ambiente raffinato dove estetica e qualità si uniscono in un ottimo rapporto qualità-prezzo.


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Curare | Fisiology Center

La nuova

Avventura testo Francesca Miccoli

Si chiama Fisiology Center e segna il ritorno in Romagna di Fabrizio Borra, tra i maggiori esperti di riabilitazione e angelo custode di campioni e uomini di spettacolo. Un presidio d’eccellenza aperto ad atleti, amatori e chiunque abbia problemi funzionali, unico per competenze professionali unite a metodi e strumenti avveniristici.

È l’angelo custode di campioni dello sport come Fernando Alonso e Ivan Basso, l’amatissimo trainer di istrioni dello spettacolo quali Fiorello e Jovanotti, solo per citare alcuni dei puledri di razza della sua prestigiosa scuderia. Non ha bisogno di presentazioni Fabrizio Borra, la lunga lista di atleti e personaggi che si affidano alle sue sapienti mani costituiscono un biglietto da visita che non teme confronti. Considerato uno dei maggiori esperti nel campo della riabilitazione, Borra non è un semplice terapista, come lui ama definirsi con la

consueta modestia. Non tratta solo ossa e articolazioni, ma cura anche l’alimentazione, la motivazione e la gestione dello stress dei suoi ragazzi. Un professionista a trecentossessanta gradi, abile a risolvere patologie che limitino la funzionalità motoria di muscoli e articolazioni

ma anche a trasformarsi in attento cicerone dell’animo. Tra una trasferta oltreoceano al seguito del circus iridato della F1 e una lezione di Scienze Motorie all’Università di Torino, il globetrotter bresciano fa rientro in Romagna, in quella Forlì che sua moglie e i suoi figli hanno eletto a rifugio domestico. E proprio all’ombra di

A sinistra dall’alto, scorcio delle vasche per l’allenamento in acqua, la sala riabilitazione e parte dell’area High Performance Sports. Qui sotto, il laboratorio di biomeccanica attrezzato col sistema di analisi cinematica del cammino e del movimento coordinato dal dottor M. Carpi.

Saffi, dopo l’esperienza quasi ventennale maturata presso lo Sport Medicine Center, Fabrizio lancia oggi una nuova, avvincente, sfida. Dal rapporto professionale perfezionato nel tempo con un altro specialista della riabilitazione, Nicola Gramellini, prende vita l’idea di realizzare una nuova struttura sviluppata su più aree tecniche, da affidare alla direzione sanitaria del dottor Franco Spadoni. Nasce così Fisiology Center: non solo un centro di riabilitazione ma un vero

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Sopra, Fabrizio Borra riceve la scorsa estate la visita dell’amico Gary Vitti (trainer dei Los Angeles Lakers da 30 anni) e di Bob McAdoo, attuale vice allenatore dei Miami Heat, all’interno del cantiere del centro. A fianco dall’alto: Fernando Alonso mentre effettua il tradizionale check-up medico atletico d’inizio stagione, nelle strutture di Fisiology e Villa Serena; Fabrizio con Ivan Basso, un altro atleta che usa di frequente il centro come riferimento per le valutazioni muscolo/posturo/funzionali.

e proprio laboratorio di nuova concezione, unico nel suo genere. Un presidio d’eccellenza, nato per gestire atleti di livello mondiale attraverso l’esperienza di professionisti affermati, fra i quali l’altro forlivese Alfredo Dente, coniugata a metodiche e strumentazioni avveniristiche. Sistemi che oggi vengono usati in via esclusiva a livello di ricerca universitaria, e sono destinati solo ad atleti professionisti. L’obiettivo di Fisiology Center e del suo deus ex machina è quello di trasporre il know how acquisito in ambito agonistico al mondo clinico.

Affiancando gli eroi dell’olimpo sportivo al semplice praticante amatoriale della domenica o ancora alla casalinga con problemi funzionali. Il cuore di Fisiology è l’area Medico-Riabilitativa, diretta da Gramellini, dove è possibile trattare

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qualsiasi tipo di patologia, dal semplice mal di schiena alle complesse problematiche che affliggono i politraumatizzati. Le terapie sono approntate grazie a strumenti di supporto d’avanguardia, come le futuristiche piscine. Se i benefici del lavoro in acqua sono oggi universalmente noti, lo si deve ai risultati ottenuti da Fabrizio Borra e dai suoi valenti collaboratori, che nel 1992 realizzarono proprio a Forlì una delle prime vasche di riabilitazione del Belpaese. Ancora viva nella mente degli sportivi l’immagine di Marco Pantani mentre immerge la gamba sbriciolata, tenuta insieme da gigantesche viti, nella piscina del Mediwell Center. Ma la vera sfida dell’ultima creatura di Borra è il laboratorio di Biomeccanica e Valutazione muscolo/ posturo/funzionale. Una scommes-

sa lanciata tra amici, riuniti oggi

in un gruppo scientifico di studio, che sviluppa tecnologie atte alla valutazione in tutte le sue forme, evoluta grazie alla stretta sinergia con alcune aziende del settore. Si va dall’analisi cinematica del movimento alla stabilometria, dalla baropodometria alle pedane di forza. Impreziosisce e completa la struttura il reparto di High Performance Sports, nel quale atleti di vario livello vengono testati e valutati sia in termini di prevenzione che di performance. Un approccio multidisciplinare sviluppato grazie alla collaborazione con preparatori atletici di fama internazionale.

Situato in via Grigioni, nel cuore della zona industriale ma a due passi dal centro cittadino, Fisiology Center è facilmente raggiungibile e, particolare non trascurabile, è servito da un’ampia area di parcheggio. IN


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Modellare | Otello Pistolesi

Una vita

Filo

sul

testo Roberto Zoli - foto Giorgio Sabatini

Maestro del capo su misura, testimone di un’artigianalità del vestire che ha ormai pochi eredi. È il sarto Otello Pistolesi.

La sua vita? Un filo nella cruna, il prodigio della creatività, l’eleganza del segno, la modestia dell’artista. Otello Pistolesi, fino a qualche anno fa sarto in Forlì, ora sereno custode dei segreti dell’alta produzione sartoriale, è il raffinato testi-

mone dell’artigiano che modella il tessuto sul corpo di chi lo indossa. Un personaggio che continua a ricevere riconoscimenti per il suo lavoro, a testimonianza di quanto abbia contribuito a rendere arte la sua professione. L’ultimo attestato, in ordine di tempo, la Targa di Benemerenza consegnatagli dal “Comitato di S. Omobono” di Bologna

per aver testimoniato, con la sua attività, estrema fedeltà alla creazione del capo su misura. “L’abito sovente proclama l’uomo” sottolineava con arguzia Shakespeare, concetto rafforzato da Pistolesi per il quale “l’abito non deve coprire, bensì vestire”. Una convinzione che lo ha spinto, fin dai primi anni di professione, a inseguire e poi raggiungere i massimi livelli nella sartoria italiana. Qualità che gli hanno permesso di vestire numerose personalità della politica,

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musica classica, Bach in partico-

Otello Pistolesi al tavolo del suo laboratorio di sarto nel 1980. Dopo essere andato in pensione, si dedica in pieno all’attività di nonno.

dello spettacolo e della finanza. Meriti che sono stati riconosciuti con numerosi premi assegnatigli in concorsi internazionali, ai quali è stato invitato a partecipare. Lungo sarebbe l’elenco dei titoli di merito acquisiti e dei riconoscimenti conferitigli, ne ricordiamo solo alcuni, i più prestigiosi. La nomina a membro dell’Accademia dei Sartori di Roma nel 1978; il primo premio a Milano al “Concorso Internazionale di Tecnica Sartoria” nel ’79; nello stesso anno il titolo di Cavaliere al merito della Repub-

avendo iniziato l’attività al numero 150 di corso Diaz, nel 1961. Immediate la stima e l’ammirazione dei clienti per le sue qualità artistiche e per l’alto grado raggiunto nella professione, ma Pistolesi è sempre rimasto l’uomo sensibile, disponibile, schivo e riservato, che non ama la ribalta, alla quale si affaccia solo quando le occasioni lo impongono. Il suo regno è sempre stato il laboratorio, dove creava i modelli, tagliava le stoffe, impostava i vestiti e offriva ai clienti-amici i suoi capi esclusivi. Il tutto mentre

blica Italiana, dalle mani del Presi-

nell’aria si diffondevano le note di

dente Sandro Pertini e nel 1993 la nomina a Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana, onorificenza ricevuta dal Presidente Oscar Luigi Scalfaro. Un palmares cui vanno aggiunti decine di articoli su riviste e quotidiani nazionali, che hanno sottolineato le qualità artistiche del sarto, marchigiano di nascita, forlivese d’adozione,

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lare. Un’atmosfera rilassata, ma fervente nella quale si è mossa con grazia, intelligenza e costanza, la moglie Orestilla, il suo più valido sostengo. Un rapporto nato ai tempi della giovinezza, quando, entrambi ragazzini, s’incontravano sul treno che li conduceva al lavoro a Fermo, lei apprendista bustaia, lui allievo del sarto Antinori. Consapevole dell’importanza di “essere a bottega” da grandi maestri Pistolesi, a vent’anni, si è trasferito a Bologna nella Sartoria di Alta Classe Luigi Bovina e successivamente, come apprendista modellista nella scuola di taglio di “Luigi Giardino”. Insegnamenti decisivi per la sua crescita professionale. Ora Otello, dopo essere stato padre esemplare di Roberto, apprezzato e conosciuto architetto, e Mary, laureata in Pedagogia è un distinto e riservato signore che si dedica ad un’altra attività ugualmente impegnativa e soddisfacente. È nonno di due adorate nipotine Anna e Silvia Cortini di cui è orgogliosissimo e alle quali potrà raccontare, con la modestia che lo contraddistingue, la storia della sua vita di artista nella produzione sartoriale di qualità. IN


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verso il futuro che, proprio per questa

di Logicamente presenta, numeri alla

peculiarità, da sempre precorre i tem-

mano, quali sono i vantaggi concreti

pi ‘battendo’ sul campo i concorrenti.

(e la ricetta per ottenerli) che faranno

Convivono all’interno di Logicamen-

aumentare la produttività dell’azien-

te due anime sinergiche: la parte in-

da, ridurranno sensibilmente i costi e,

formatica e la parte internet. Servizi

aspetto fondamentale nell’era della

innovativi, portali tematici di succes-

globalizzazione, faranno accrescere

so, software di gestione aziendale e

la propria visibilità. Cosa offre SAPA

il posizionamento sui motori di ricerca: queste in breve le caratteristiche dell’azienda sita in via Vanzetti 16/a. Al vertice c’è un grande comunicatore: Ugo Cacciaguerra, che porta avanti l’attività affiancato dal fratello Paolo e dal vice presidente Alessandro Zaccheroni - molto conosciuto in città anche per la sua ‘attività’ di appassionato musicista. Fiore all’occhiello è SAPA, un progetto unico e innovativo, che determina i potenziali di risparmio, aumento di produttività, visibilità

In alto a destra e sotto a sinistra, Ugo Cacciaguerra col fratello Paolo e Alessandro Zaccheroni. Sotto, Ugo e Paolo al lavoro.


in concreto? Risponde uno dei tre pa-

I servizi internet offerti da Logica-

giovane, ma ben radicata nel nostro

dri del progetto, Ugo Cacciaguerra:

mente puntano a questo: attraverso

territorio, è che permette alle aziende

“Diamo la consulenza iniziale e de-

un sistema di visibilità unico, dagli

di scoprire il grande potenziale che

terminiamo il vantaggio effettivo per

spunti geniali, si stimolano i potenziali

hanno al loro interno e che ancora non

l’imprenditore. Ma non lasciamo soli i

clienti posizionandosi nella maniera

conoscono.

clienti: li seguiamo passo passo nella

più efficace sui motori di ricerca.

realizzazione. Finora tutti i feedback di

“Se quando un cliente cerca qualcosa

coloro che hanno scelto SAPA sono

on line il primo nome che vede è il

stati positivi. Lungo questa linea ar-

tuo, la prima ricerca collaterale è la

rivare primi è tutto: la tempestività è

tua azienda, il gioco è fatto”, conti-

fondamentale.”

nua il presidente. Questo metodo ha consentito a Logi-

Le ‘Strategie avanzate di aumento di

camente di creare quasi per gioco, un

produttività aziendale’ sono talmen-

portale per i matrimoni che è tra i più

te all’avanguardia da aver ricevuto il

cliccati del web.

finanziamento dell’Unione Europea e il patrocinio dell’Università

E per non farsi scappare alcun cliente

di Bologna.

c’è anche la novità Logicamail: un

Ed è proprio in tempi di crisi come

sistema innovativo di Direct E-Mail

questi che le idee innovative fanno

Marketing che fa il lavoro di un re-

la differenza: fondamentale diver-

parto commerciale ma in maniera

sificarsi e rivolgersi ai mercati che

più ‘mirata’, efficace ed economica. La

sono più in linea con il proprio target.

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Migrare | Filippo Pambianco

Successo

Trasferta

in

testo Francesca Miccoli

Talento, passione, intraprendenza annodate da un pizzico di sana follia. Sono questi gli ingredienti genetici e caratteriali che spingono un giovane a lasciare la quotidianità domestica e affettiva per inseguire un sogno. Un’intraprendenza che Filippo Pambianco, ventinovenne architetto di Forlimpopoli ha dimostrato di possedere in generosa quantità. A 19 anni si iscrive alla facoltà di Architettura dell’Alma Mater, sede di Cesena. Tra un esame e l’altro, il giovane di belle speranze intraprende diversi viaggi di studio all’estero. Le mete sono quelle classiche, le capitali europee e le città artisticamente più feconde. Trasferte edificanti che fanno maturare in Filippo il desiderio di

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svolgere un tirocinio lontano dal Belpaese. “Nel 2005, dopo aver vinto una borsa di studio Leonardo - dichiara -, ho avuto l’opportunità di svolgere uno stage fuori dai confini nazionali e ho scelto di lavorare a Siviglia, nello studio dell’arch. Guillermo Vazquez Consuegra, già mio professore di laboratorio.” I cinque mesi diventano dieci, il resto è storia recente. Pambianco entra a far parte stabilmente di un’equipe di venti architetti di età compresa fra i 25 e i 35 anni. “Il mio lavoro consiste nel partecipare alla progettazione di edifici di uso pubblico come musei, sedi istituzionali, palazzi di congressi. In Italia il nostro studio ha realizzato il museo del mare ‘Galata’ di

Genova e l’anno scorso si è classificato secondo nel concorso per il nuovo waterfront di La Spezia ed è nelle selezioni per la costruzione della città della giustizia di Trento. Al momento mi sto occupando del progetto per una stazione di treni

che dovrà sorgere in una città vicino a Siviglia, assieme alla quale progetteremo un parco con padiglioni per il ristoro e lo svago.” Tra tante soddisfazioni, un pegno da pagare: la lontananza da casa, da papà Luigi e mamma Elide. “Sapevo che non avrei visto per lunghi periodi la mia famiglia, gli amici, la compagna, ma poter fare ciò che mi appassiona è la motivazione che ancora oggi mi spinge a vivere all’estero.” Ad agevolare

l’ambientamento nella cugina Spagna, le bellezze dell’Andalusia. “Siviglia mi ha stregato per la sua atmosfera, antica, elegante, intima e solare allo stesso tempo. Ogni giorno la città mi si svela, nei vicoli più nascosti ma anche nelle sue meraviglie, su tutte la Cattedrale e la Giralda, un minareto dell’antica moschea.” Concentrato sul presente, Fabrizio non ha ancora architettato un progetto di vita: “Non so se tornerò a breve in Italia, per i giovani architetti le opportunità di lavoro sono limitate. Sono convinto di potermi ambientare ovunque, la voglia di imparare e mettermi in gioco saranno sempre buone compagne di viaggio.” IN



Vincere | Lorenzo Savadori

Scommettiamo

Lui

su di

testo Francesca Miccoli

È l’ultimo alfiere della “terra de mutòr”: Lorenzo Savadori, 15 anni, cesenate. Dopo le prime gare lo scorso anno, quest’anno prende il via la sua prima, vera, stagione nel Motomondiale, classe 125.

Il sorriso aperto spalanca il cuore e induce ad una complicità immediata. Il visino buffo tradisce un’età persino inferiore a quella anagrafica, quindici anni appena. Lorenzo Savadori, nuovo baby fenomeno del motociclismo romagnolo, ha l’espressione fresca e comunicativa del ragazzino affacciato allo stupore della vita. L’età è quella in cui il mondo è stretto nel palmo di una mano, il futuro tutto da scrivere. Cesenate, ultimo alfiere in ordine di tempo della florida “terra de mutòr”, il piccolo centauro cresciuto a latte, biscotti e pistoni, può considerarsi un figlio d’arte. Il papà, ex pilota di cross, lo mette in sella ad una minimoto a soli sette anni e i primi risultati schiudono orizzonti inattesi. Il debutto è da predestinato, il piccolo Lorenzo macina successi in serie. Troppo giovane per correre nel campionato italiano “a ruote alte” è costretto a prendere la residenza in Spagna dove i limiti di età sono più magnanimi. Dalle esperienze dell’esordio ai grandi successi il

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passo è breve. Nel 2007 Savadori è vice-campione nella classe 125 della RedBull Rookies Cup in sella a una KTM. Nel 2008 vince titolo italiano ed europeo velocità pilotando una Aprilia. Allori che gli valgono una wild card per il Motomondiale classe 125.

Il 1° giugno scorso il debutto al Mugello, quindi le gare di Misano e Valencia, dove il ragazzino conquista i primi tre punti di una carriera su cui molti sono pronti a scommettere. Lui si schernisce ostentando una maturità che stride con la sfrontatezza di tanti suoi coetanei. “Sono una testa dura, non per niente il mio manager e

perare esigenze didattiche e sportive, altri un po’ meno”. La sveglia suona ogni mattina alle 6,30, cinque ore sui banchi e poi di corsa al Fisiology Center dove Lorenzo cura la preparazione atletica a fianco di quell’Andrea Dovizioso ormai stella del firmamento motociclistico. “Il mio modello però rimane Troy Bayliss, anche se ormai non corre più - dichiara. Tra pochi giorni il nuovo, vero, debutto nel circus iridato. Il baby campione vola basso. “Sarei felice di concludere l’anno nei primi quindici della classifica del Motomondiale”. Il futuro è appena incominciato. IN

angelo custode Roberto Marchionni (nella foto, insieme al pilota) mi ha ribattezzato Ciukkino. In principio

il mio pseudonimo era squalo, poi qualche risultato meno brillante mi è valso il nuovo soprannome.” Iscritto al secondo anno del Liceo della Comunicazione di Cesena, Lorenzo vive una quotidianità piuttosto intensa, sospesa tra scuola e due ruote. “Alcuni professori capiscono la difficoltà di contem-

Appuntamento al Mugello e Misano Due le gare italiane della stagione 2009 del Motomondiale, dove tifare per Savadori e gli altri centauri “nostrani”. Entrambe nei paraggi. La primavera è al Mugello, con GP d’Italia, il 31 maggio; a fine estate, invece, tocca al Santa Monica di Misano, col GP di San Marino e della Riviera di Rimini (6 settembre).


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Questa campagna viene realizzata grazie al contributo della Coop.va Commercianti Indipendenti Associati, Forlì.

Tel. 0543 35929 - info@ior-forli.it - www.ior-forli.it C/C Postale n.: 10839470



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