Forlì
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Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ - Contiene i. p. - Reg. al Tribunale di Forlì il 23/11/1998 n. 27 - E 3,00
Anno XII - N. 5 - DICEMBRE 2009
1999 - 2009
Forlì... IN dieci anni La città raccontata attraverso le pagine della rivista IN Magazine ripercorre cambiamenti e traguardi che, tra economia e politica, cultura e turismo, gastronomia e sport, hanno trasformato il volto della città e del territorio. Un decennio sotto gli occhi di Aurelio Saffi, l'illustre concittadino che osserva, in silenzio, dall'alto della piazza, la vita che scorre.
Editoriale |
Un bilancio, un nuovo di Andrea Masotti
Inizio
stata protagonista di cambiamenti. Politici, economici, urbanistici, culturali, turistici, sportivi. Sfidiamo chiunque a dire il contrario. Ricostruire questa storia sfogliando i vecchi numeri, valutando coi collaboratori come impostare gli argomenti, è stato un affascinante tuffo nel passato recente. Volti, storie e luoghi si sono mischiati ai ricordi personali. Perché 10 anni di rivista rappresentano anche 10 anni di un gruppo di lavoro, nell’ambito di una città che ha il suo “tratto di storia” da raccontare: una storia che non ha nulla da invidiare alle metropoli o alle “vicine” romagnole. Forlì e i forlivesi sono stati protagonisti di uno sviluppo, anche nei momenti di difficoltà più o meno lunghi. E nel dna del nostro periodico c’è da sempre la volontà di raccontare il buono, il positivo che una comunità sa creare.
Innanzi tutto, grazie a tutti. Come il programma appena terminato su Rai Uno di Gianni Morandi, iniziamo questo numero davvero speciale: nel formato, nella scelta di copertina, nel modo in cui l’abbiamo affrontato. Chiariamo subito che, dal punto di vista amministrativo, non è il nostro decimo compleanno. “Forlì IN” nasceva nel novembre 1998. Ma era un’altra cosa. I free press in generale erano un’altra cosa rispetto a oggi. Sono però 10 anni (dicembre 1999 - dicembre 2009) che la rivista ha questo formato e questa linea editoriale. L’anima è rimasta la stessa, tutto il resto si è profondamente modificato. Come la rivista, anche Forlì. Un percorso parallelo fa da spunto a queste 100 pagine. 10 anni sono un periodo breve o eterno, dipende dai punti di vista. Ma come il mondo intero è (davvero) cambiato, anche Forlì, immobile solo all’apparenza, è
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Il nostro grazie va a chi ha contribuito a costruire questo numero: giornalisti, redazione, partner commerciali. Allo stesso modo ringraziamo chi, negli anni, ha fatto parte della nostra squadra. Un grazie in particolare va agli sponsor: sfidiamo altre testate ad averne di così fedeli (per capirci, la quarta di copertina è la stessa da sempre). Ringraziando chi ha lavorato con noi, un applauso va alla città, vera protagonista. Sono stati anni intensi, complicati, ma affrontati con una forza di volontà costante. E il recente successo nell’originale classifica del “bil” giunge, quasi inatteso, come premio a uno stile di vita che, evidentemente, è figlio di un corretto modo d’essere e lavorare. Ma al contempo deve spronarci. Ogni compleanno è un nuovo inizio. Città e territorio devono affrontare, come l’intero paese, questioni urgenti. Allo stesso modo anche il nostro gruppo editoriale vive un momento intenso. In questi 10 anni i nostri free press sono sorti in tutta la Romagna, a Pesaro e, attraverso PREMIUM, siamo presenti da tre anni nel centro-nord Italia. Il gruppo Menabò, di cui Edizioni IN Magazine fa parte, si è sviluppato. Mentre da qualche tempo abbiamo debuttato, con successo, in libreria e stiamo investendo molto sul web (da un anno esiste anche la versione digitale delle riviste), questo fine 2009 vede definirsi la partnership con un grande gruppo internazionale, Leo Burnett. La comunicazione e l’informazione si evolvono ogni giorno. Con la volontà di crescere, mantenendo salda la rotta, non possiamo non guardare con lo stesso piglio fiero e meditativo di Aurelio Saffi, copertina che più forlivese non si può, al nostro futuro. Auguri per le feste di fine anno e appuntamento al 2010.
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Sommario 3
Editoriale |
6
Annotare | Brevi IN
16
Celebrare | Tutte le copertine
18
Vivere | Dieci anni dopo
20
Essere | Aurelio Saffi
26
Governare | Politica e cosa pubblica
32
Approfondire | Economia e commercio
40
Costruire | Infrastrutture e urbanistica
48
Applaudire | Arte e spettacolo
26
20
48
74
58
Scrivere | Informazione e giornalismo
60
Riscoprire | Turismo e territorio
68
Gustare | Gastronomia e tendenze
76
Vincere | I campioni dello sport
90
Crescere | Strada facendo
www.inmagazine.it inmagazine@menabo.com
92
Innovare | Ritorno alla semplicità
Stampa: Graph S.N.C. - San Leo (PU)
94
Esplorare | 52 luoghi spirituali in Romagna
Direttore Responsabile: Andrea Masotti.
96
Aiutare | Ior e Dottor Jumba
98
Recitare | Spettacoli in cartellone
100
Scegliere | Shopping
Edizioni IN MAGAZINE S.R.L. Redazione e amministrazione: Via Napoleone Bonaparte, 50 47100 Forlì tel. 0543.798463 fax 0543.774044
Redazione centrale: Giulia Bazzocchi, Andrea Biondi, Francesca Renzi, Leda Santoro.
Controllo produzione e qualità: Isabella Fazioli. Ufficio commerciale: Gianluca Braga. Collaboratori: Mariavittoria Andrini, Barbara Baronio, Pier Antonio Bonvicini, Roberta Brunazzi, Pietro Caruso, Flavio Dell’Amore, Fabio Gavelli, Elide Giordani, Francesca Leoni, Francesca Miccoli, Matteo Ranucci, Giorgio Sabatini, Gabriele Zelli, Roberto Zoli. Chiuso per la stampa il 30/11/2009 Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana
Progetto grafico: Lisa Tagliaferri Impaginazione: Emanuele Dall’Acqua
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Annotare | Brevi IN
Una 500 per
Agenda Romagnola 2010 Forlì - È in vendita in libreria l’Agenda Romagnola 2010 a cura di Pierluigi Moressa ed edita da Foschi Editore per la collana Tratti Locali. La sua principale caratteristica è il taglio “locale” dei contenuti; infatti, ogni settimana è scandita da un delinearsi dei momenti più significativi della storia della Romagna, sia quella più recente, sia quella remota. Un viaggio in una terra che il curatore definisce “ fatta di borghi e città, di vicende storiche e di cronaca, riti e tradizioni”. (G.B.)
Bologna - Lo scorso 10 novembre l’agenzia forlivese Viaggi Fortuna è entrata ufficialmente a fare parte del “Club 500 Costa Crociere”, che include le migliori 500 agenzie di viaggio del territorio italiano, come volumi di crescita e vendita del prodotto Costa. La cerimonia di premiazione è avvenuta con la consegna ad Alberto Rossi, titolare dell’agenzia, di una fiammante Fiat 500 Costa Limited Edition. La celebrazione si è svolta durante CostaPRO, serata evento organizzata da Costa Crociere, leader del settore in Italia ed Europa, al Museo Ducati di Borgo Panigale, dove, in una cornice di sport e italianità, è stato presentato alle maggiori agenzie di viaggio della Regione, il nuovo assetto commerciale per la stagione 2010. (G.B.)
Se guidi non
Cesena - I primi di novembre è stata ufficialmente presentata al cinema Eliseo la nuova campagna di prevenzione e comunicazione sociale “Se guidi non bevi”. Il progetto promosso dal Coordinamento dei Programmi Dipendenze Patologiche delle quattro Aziende USL di Cesena, Forlì, Ravenna e Rimini e patrocinata dalla Regione, dalla Banca di Cesena, dall’Avis e dall’Istituto Oncologico Romagnolo, nasce nell’ambito del progetto “Notti Sicure 2009” e invita i giovani a un divertimento consapevole e responsabile. Testimonial d’eccezione Claudia Penoni, attrice e comica di Zelig, madrina ufficiale di “Se Guidi non Bevi”. Obiettivo principale è
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Viaggi Fortuna
Bevi
promuovere la salute e la consapevolezza nei contesti del divertimento notturno sui rischi associati alla guida in stato di ebbrezza alcolica per incentivare comportamenti responsabili di guida. L’Organizzazione Mondiale della Sanità riporta infatti che i traumi della strada sono la prima causa di morte sotto i 40 anni nei paesi industrializzati. In questo ambito si inserisce la nuova campagna di comunicazione regionale e articolata in diverse fasi: la prima, promossa dal Sert di Cesena, in collaborazione con i Sert e gli Uffici Comunicazione delle aziende sanitarie di Area Vasta, riguarderà la diffusione del video-spot “Se Guidi non Bevi”(realizzato
dallo studio Perky Pat di Luca Stringara e interpretato dall’attore Enrico Montevecchi) in ambito mediatico (Tv, cinema, multisala) e nei luoghi pubblici (aeroporti, stazioni autobus, scuole guida). La campagna proseguirà con gli spettacoli di beneficenza che vedranno l’attrice Claudia Penoni in qualità di testimonial affiancata dal noto comico Paolo Cevoli in programma il 18 febbraio 2010 al Teatro Garibaldi di San Piero in Bagno e il 18 marzo 2010 al Teatro Verdi di Cesena: il ricavato delle serate sarà devoluto per l’acquisto di un’apparecchiatura biomedicale portatile per attività di monitoraggi e prevenzione, a cura del Ser.T di Cesena. (B.B.)
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Margò:
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Forlì - Nella nuova edizione di Osterie d’Italia. Sussidiario del mangiarbere all’italiana entra a fare parte del regno Slow food il ristorante “La Campanara” di Galeata che conquista “la chiocciola”, il riconoscimento più importante per ambiente, cucina e accoglienza. Gradita riconferma: il locale “Al Gambero Rosso” di Bagno di Romagna (nella foto lo staff ). Segnalato anche il ristorante “Aldiqua” di Forlimpopoli. La guida più venduta in Italia nel settore enogastronomico, nonchè, l’unica, dedicata ai locali dove si pratica la migliore cucina regionale, festeggia vent’anni dalla sua nascita, nel 1990 e la curatrice, Paola Gho ripercorre la serie di locali storici, di visite dirette e di nuove imprese. In occasione dell’anniversario, a testimoniare l’importanza e il piacere di una convivialità che dura nel tempo, i lettori troveranno nella guida 2010, le prefazioni regionali firmate da nomi prestigiosi del mondo della cultura, del giornalismo e dello sport: personalità accomunate dall’attenzione per la cucina di territorio e la qualità. (G.B.)
Band emergenti
Faenza - Sono una delle band emergenti da tenere sott’occhio. I Margò, giovanissimi ma da anni impegnati nella musica rock-folk stanno riscuotendo notevoli successi. Ultimo in ordine di tempo il secondo posto agguantato al concorso Laratro Folk Contest organizzato nell’ambito del Meeting delle Etichette indipendenti di Faenza il 27 novembre scorso. Matteo Dina al basso, Alberto Rubini alle chitarre, Daniele Boattini alle tastiere e al clarinetto, Emanuele Tumidei alla batteria, Lorenzo Bulgarelli alle percussioni e Matteo Celli alla voce, ovvero i Margò, hanno partecipato lo scorso anno in rappresentanza della città di Forlì nell’ambito di Forlì4Peace al grande concerto organizzato a Plock in Polonia in occasione della manifestazione Pic nic europeo. Nel 2007 con il brano “Lupita” hanno vinto il concorso Avis. (L.S.)
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Ingressi e conferme
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DAMIANI
SHARON STONE
I venerdì della
Locanda
Il Sangiovese di Nicolucci tra i cento migliori vini
Predappio - L’associazione culturale di enogastronomia “Golosaria” di Milano, presieduta da una commissione qualificata diretta da Marco Gatti e Paolo Massobrio, numi dell’enogastronomia, che ogni anno seleziona “I cento miglior vini d’Italia Top hundred” quest’anno ha premiato il sangiovese “Predappio di Predappio” Vigna del generale 2006 di Nicolucci - Casetto dei Mandorli di Predappio Alta, lo scorso 8 novembre. Il Sangiovese in purezza vinificato in botti di rovere, con affinamento successivo per due anni in tonneaux da trenta ettolitri, e prodotto in circa diecimila bottiglie, dal suo patron Alessandro Nicolucci è stato quindi riconosciuto uno dei cento vini migliori di tutta Italia. (G.B.)
Predappio - Continuano i venerdì della Locanda Appennino (via Strada Nuova, 48, San Cassiano di Predappio) con una serie di appuntamenti dedicati alle degustazioni di prodotti tipici locali e serate di musica dal vivo. Il gruppo musicale Brillanti Sparsi sarà presente il 18 dicembre e il 29 gennaio. Grande festa prevista per il 31, con il
Il Plautus Festival diventa un francobollo
Dovadola - È stato ufficialmente intitolato alla Venerabile Benedetta Bianchi Porro l’Hospice di Dovadola situato all’interno dello Spedale “G.Zauli” con una cerimonia inaugurale che si è svolta il 24 ottobre. Un simbolo della lotta alla sofferenza e alla malattia per dare speranza a chi ogni giorno prova cosa significhi il dolore. Quel giorno erano presenti il sindaco di Dovadola Carlo Adamczyk, il Presidente dell’Opera Pia “Spedale G.Zauli” Paolo Lorenzetti e il vescovo di Forlì-Bertinoro Monsignor Lino Pizzi, che ha benedetto l’immagine donata dalla famiglia Bianchi Porro e collocata all’ingresso della struttura. Quindi sono intervenuti Emanuela Bianchi Porro, per tracciare un profilo della sorella Benedetta e il dottor Marco Maltoni, direttore del reparto Cure
Sarsina - Il Plautus Festival celebra in grande stile la sua cinquantesima edizione. All’interno delle emissioni delle carte valori postali - i mai dimenticati francobolli - per l’anno 2010 sarà presente anche il Plautus festival. Il francobollo è incluso nell’elenco dei francobolli celebrativi. Un traguardo che onora la città plautina ed il suo più illustre figlio: Tito Maccio Plauto. Il giusto riconoscimento ad un Festival che è riuscito ad accrescere di anno in anno credibilità e prestigio, fino a divenire uno degli appuntamenti culturali estivi più importanti d’Italia. Ora il compito che attende il Comune di Sarsina e la Direzione Artistica sarà più “gravoso”: sono infatti già iniziati i “lavori” per l’allestimento di un cartellone che sarà sicuramente all’altezza dell’evento celebrativo della 50°Edizione del Plautus Festival.
8 | IN Magazine
Veglione di Capodanno “Gangster of New York” animato dal dj set con Lorenzo Ferrini (dal Neroopaco di Formentera) mentre a gennaio, torneranno le esibizioni dal vivo del genere jazz dei Blue Gardenia, l’8, dei Round 3 il 22. Per il 15 gennaio è in programma una degustazione con il relatore Stefano Berti. (G.B.)
In memoria di
Benedetta Bianchi Porro Palliative-Hospice dell’Ausl forlivese che ha spiegato come all’interno della struttura, pazienti e famiglie possono affrontare la malattia terminale con disperazione, ma anche come possibilità di crescita. (G.B.)
Il nobile “rosso” si tinge di Rosa Predappio - Il “rosso” è sempre più rosa. Il Master del Sangiovese per il secondo anno consecutivo è donna. È stata infatti la toscana Valentina Merolli, sommelier di Firenze ad aggiudicarsi l’ambito riconoscimento nazionale, lasciandosi alle spalle Davide Staffa di Cotignola, Rudy Travagli di Cervia e l’altro toscano Daniele Arcangeli. La sommelier è salita sul gradino più alto del podio conquistando il Trofeo Consorzio Vini di Romagna - 9° Master del Sangiovese, uno dei concorsi enologici più importanti a livello nazionale. Protagonista assoluto è stato sempre e comunque il Sangiovese. Organizzato dal Consorzio Vini di Romagna e l’Associazione Italiana Sommelier, in collaborazione con l’Enoteca Regionale e il Comune di Predappio, il prestigioso titolo di vincitore è stato ottenuto dopo una serie di impegnative prove, tra le quali, ovviamente, la degustazione. Valentina Merolli, recentemente è tornata a lavorare nella sua città dopo un’esperienza al Ristorante due stelle Michelin “Caino” di Montemerano.
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un ambiente
romantica
raffinatezza dove i sapori
diventano
poesia.
Lo sguardo dell’ Arte Santa Sofia - Il 21 novembre è stata inaugurata la mostra “Guardare con lo sguardo della Mente”, secondo appuntamento della cinquantunesima edizione del “Premio Campigna”, presso la Galleria d’Arte contemporanea “Vero Stoppioni” di Santa Sofia (FC). La prima fase della manifestazione si è aperta con un grande evento dedicato a Mattia Moreni, protagonista indiscusso di varie edizioni del “Campigna”, in occasione del 10° anniversario della sua scomparsa. Sull’onda del successo di pubblico e di critica che ha riscosso l’evento appena concluso, ora si è voluto dare spazio ai giovani e ai nuovi linguaggi dell’arte. È da qui, che parte la sfida di cinque artisti locali, selezionati dalla curatrice Claudia Casali che espongono un lavoro inedito a tema accanto alle loro opere, documentazione di un consolidato percorso artistico di cui sono testimoni. La mostra, organizzata grazie al contributo della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, rimarrà aperta fino al 14 febbraio 2010 con possibilità di laboratori e visite guidate. (G.B.)
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Cambio al vertice per le terme dell’Emilia Romagna Forlì - L’avvocato Iglis Bellavista, assessore al Turismo Cultura e Sport dell’amministrazione provinciale di Forlì e Cesena, è stato eletto all’unanimità presidente dell’Unione di Prodotto Terme Salute e Benessere dell’Emilia Romagna, organismo che riunisce una cinquantina di soci fra pubblici (Comuni, Province e Camere di Commercio) e privati (Centri Termali, Club Alberghieri). Con la sua elezione, succede a Maurizio Fussi, ex sindaco di Castrocaro. Per il ruolo di coordinatore regionale è stato confermato Tiziano Tanzi segretario di Confesercenti di Salsomaggiore e Fidenza, che è al suo secondo mandato esecutivo. Presidente e coordinatore hanno espresso un ringraziamento a Fussi per il lavoro svolto in questi anni e hanno dichiarato la loro volontà di puntare sul lavoro di squadra e spirito di gruppo. Fra le novità del piano promozionale 2010 troviamo le offerte di vacanze traversali cioè il benessere e l’abbinamento tra terme ed enogastronomia, sport, golf e bike, bambini e famiglie. (G.B.)
Il Palafiera diventa PalaCredito di Romagna Forlì - Il Palazzetto dello Sport di Forlì, che richiama pubblico da tutta la Romagna per eventi sportivi, concerti, spettacoli e convention aziendali è diventato PalaCredito di Romagna. L’istituto bancario forlivese, fondato dall’Amministratore Delegato Giovanni Mercadini, diventa sponsor dell’ex Palafiera per i prossimi tre anni. Obiettivo: contribuire al rilancio dello storico PalaGalassi. La struttura, ubicata nei pressi del quartiere fieristico forlivese, negli anni si è confermato un punto di riferimento per concerti, performance teatrali e musicali (i musical “Cats” e “Mamma mia”, solo per citarne alcuni che hanno registrato ripetute serate da tutto esaurito nel 2008 e nel 2009), oltre ad essere stato il palcoscenico per eventi sportivi nazionali, come le Final Four di pallacanestro e le finali della Tim Cup di Volley e campo da gioco dello Yoga Volley (squadra cittadina di Serie A1 maschile). (G.B.)
10 | IN Magazine
Fort Lauderdale - Lo scorso novembre in Florida, durante il salone nautico, si è svolta la 19° edizione del premio Showboats International Awards, serata organizzata da Showboats International, uno dei magazine americani di riferimento per la nautica mondiale e maxi yacht. Nel corso dell’evento, Navetta 33, ammiraglia della linea semi-dislocante di Ferretti Custom Line, è stata insignita di questo importante riconoscimento, per la categoria “Best New Motor Yacht Series Under 40 Meters”. L’imbarcazione è stata selezionata dalla rivi-
sta per l’eccellenza nel connubio design ed esecuzione in perfetto equilibrio tra architettura e cantiere. La serie di barche, destinata una navigazione più lenta e silenziosa, è stata ideata per offrire un’esperienza di crociera, a bordo di una “villa” esclusiva, grazie all’unione di qualità e tecnologia. Il premio ha visto raddoppiare il suo prestigio poiché è stato consegnato direttamente nelle mani di Norberto Ferretti, non solo Presidente e fondatore del Gruppo, ma anche Armatore di “Ziacanaia”, primo scafo di Navetta 33. (G.B.)
Un imprenditore al
Fratta Terme - L’imprenditore termale romagnolo Gian Marco Rossi è stato designato dal Ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla a far parte di una Commissione Ministeriale per la promozione e il sostegno del turismo termale e del benessere. Titolare del Grand Hotel Terme della Fratta di Bertinoro e del Grand Hotel Roseo di Bagno di Romagna, Rossi è stato richiesto insieme ad altri nove esperti che dovranno monitorare il comparto e proporre soluzioni, con incontri a cadenza di venti giorni. A nome dell’associazione Aiceb (Associazione Italiana Centri Benessere) di cui è presidente, ha presentato una proposta di legge per tutelare e garantire la professionalità nei centri benessere. Inoltre, come membro della Femtec (Federa-
Ministero zione Mondiale Termalismo e Climatologia) è stato invitato in Giappone dove, di fronte ai rappresentanti di oltre 180 paesi di tutto il mondo, illustrerà il progetto sinergico fra pubblico e privato che ha consentito la riapertura delle Terme di Fratta. (G.B.)
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Un caffé con l’
Forlì - Sono le varie forme del linguaggio ad animare gli appuntamenti all’Artista Caffè presso il foyer del teatro Diego Fabbri. Poesia e fotografia, arte e costume, radio e teatro:
Giulietta Capocasa nuovo direttore amministrativo dell’Ausl di Forlì Forlì - Giulietta Capocasa completa la triade tutta rosa alla guida dell’Ausl di Forlì. È lei, infatti, avvocato, il nuovo direttore amministrativo dell’Azienda. La dott.ssa Capocasa è reduce dall’esperienza all’Ausl di Chieti, dove ha ricoperto per quattro anni lo stesso incarico, dimezzando il disavanzo economico e centrando gli obiettivi di budget e risanamento assegnati dalle istituzioni sanitarie abruzzesi e dal Ministero. In precedenza, aveva diretto il Servizio Provveditorato Economato dell’Asur zona territoriale 12 di San Benedetto del Tronto e zona territoriale 13 di Ascoli Piceno. Laureata in Giurisprudenza all’Università di Macerata, la dott.ssa Capocasa si è specializzata in Previdenza, Assistenza e Sicurezza Sociali presso la Scuola di specializzazione della medesima Università, e ha poi conseguito diversi master, fra cui un corso di perfezionamento universitario in Programmazione, Organizzazione e Gestione delle Aziende Sanitarie, all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, e un Corso di formazione manageriale per le Aziende Sanitarie, promosso dalla regione Abruzzo. Attualmente, svolge anche attività di docenza in materie giuridiche ed economiche, e vanta partecipazioni a svariati congressi nazionali e internazionali.
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Artista il linguaggio si declina in aspetti multiformi per animare la rassegna curata da Silvia Brecciaroli e Paola Cimatti, presidente e vice presidente della società cooperativa Tre Civette di Forlì. Il programma comprende date e nomi di spicco anche grazie agli sponsor quali CNA, Banca Romagna Cooperativa, Assicurazioni Generali e Confcooperative Forlì-Cesena che hanno creduto in questo progetto culturale. Gli appuntamenti sono da mercoledì a sabato, ogni pomeriggio diversi, e dureranno fino ad aprile 2010. A gennaio prenderà il via anche un ciclo d’incontri ospitato a Cesena, che avrà come filo conduttore l’arte contemporanea. Protagonisti delle conversazioni del sabato pomeriggio sono personaggi del calibro di Alessandro Baricco e Gabriele Vacis, Marino Sinibaldi e Steve Della Casa, Marco Antonio Bazzocchi e Roberto Cresti, Luca Scarlini e Vittorio Marchis. Tutte le date in cartellone, ben 36, sono ad ingresso gratuito. (L.S.) www.cooptrecivette.com.
Premiato il progetto
RAEE in carcere
Forlì - Il progetto “Raee in carcere” è stato premiato alla fiera Ecomondo. La cooperativa Gulliver infatti, ha vinto il premio nazionale Cooperambiente nella sezione “cooperare” con il prospetto realizzato grazie alla collaborazione del Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria e direzione della Casa Circondariale di Forlì, con il consorzio Ecolight, Gruppo Hera, Centro Servizi Raee e l’agenzia di formazione Techne. Il progetto mira al reinserimento sociale della persona reclusa attraverso il recupero dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche. Al momento sono già tre i detenuti impegnati 25 ore la settimana nel progetto. Il loro compito? Smontare le apparecchiature che arrivano dai centri raccolta e separare i materiali in base alla loro qualità. Questa iniziativa è stata ritenuta la migliore pratica ambientale capace di introdurre innovazione di mercato e nuove forme di collaborazione finalizzate alla riduzione dei consumi e all’uso di fonti rinnovabili. (G.B.)
Il Natale a
Cesenatico
Cesenatico - È unico al mondo il presepe di Cesenatico, dove a fare da sfondo alla Natività ci sono le antiche e coloratissime imbarcazioni dell’alto e medio Adriatico. Nella romantica cornice del porto canale leonardesco le barche del Museo della Marineria ospitano la Sacra Famiglia, i Re Magi e tutti gli altri personaggi del presepe, in cui, la notte di Natale, accolto da tre delfini scolpiti, nascerà il Bambino. L’intera cornice è molto suggestiva grazie alla presenza delle Antiche Conserve e delle case colorate che si specchiano nell’acqua del porto canale. Il Presepe iniziato nel 1986 è opera degli artisti Maurizio Bertoni e Mino Savadori, è stato inaugurato lo scorso 6 dicembre con l’accensione delle luminarie. Inoltre, quest’anno, anche il Museo della Marineria di Cesenatico propone per le prossime festività natalizie una mostra in cui le antiche carte nautiche del mare Adriatico sono protagoniste. Circa cinquanta carte tutte provenienti dalla collezione Marco Asta, dai primi esemplari del XVI secolo sino a raggiungere metà Ottocento, quando la cartografia vede mutare tecniche e i procedimenti. (G.B.)
Canto 27
una gustosa
Alchimia
Forlì - Lo scorso 3 dicembre, nel centro storico di Forlì, di fronte ai musei San Domenico, è stato inaugurato Canto27, un ristorante in cui cucina e tradizione, design e accoglienza si fondono in una gustosa alchimia. La cucina propone i classici della tradizione con le “proposte di giornata” rivisitate e accompagnate da un’ampia scelta di vini dall’etichetta italiana, prevalentemente della nostra regione. All’interno di un palazzo del ‘700 sapientemente ristrutturato, in una cornice elegante e raffinata che comprende anche un giardino privato e un piccolo terrazzo tra i tetti della città, Canto 27 è costituito da tre sale intime e raccolte, caratterizzate da un arredamento ricercato, giochi di luce dal taglio netto e dedicate a tre grandi temi della cultura: l’Uomo, la Vita e l’Arte. (G.B.)
FORLÌ via Copernico, 4/A - tel. 0543.751714 - rada@rada.it Orari: da lunedì a sabato: 9,30 - 12,30 / 15,30 - 19,30
La nostra
Storia testo Andrea Masotti
“Anche le città credono d’essere opera della mente o del caso, ma né l’una né l’altro bastano a tener su le loro mura. D’una città non godi le sette o settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda.” (Italo Calvino, Le città invisibili)
“Forlì IN” è nato così. Ponendo domande alla città, alla ricerca di risposte che sapessero raccontare il lato migliore della vita di questo territorio, che combatte per diventare grande e difende il suo essere “paese”. E in dieci anni, di domande, ne abbiamo poste tante. Soprattutto, e non potrebbe essere altrimenti, sono stati i personaggi a risponderci, descrivendo passo dopo passo i loro percorsi, cresciuti parallelamente a quello di Forlì, a volte accelerando e lasciando indietro la città, a volte rallentando e facendosi sorpassare dagli eventi. Così è cambiata anche la nostra veste grafica, si è rinnovata per descrivere in maniera anche più accattivante la realtà che scorreva sotto i nostri occhi. Sfogliando la storia delle cover (le potete vedere tutte nelle prossime due pagine) passano un decennio di volti e di vite che hanno reso grande Forlì. In tutti i campi: giornalismo, sport, cultu-
ra, arte, medicina, gastronomia, politica, imprenditoria, economia. Abbiamo aperto il 2000 con Marino Bartoletti, tutt’ora “baffo” inconfondibile nei programmi Rai, poi Norberto Ferretti, “re” della nautica. Abbiamo proseguito Gianfranco Bolognesi e la sua “Frasca” stellata, allora a Castrocaro, oggi a Milano Marittima, con Giancarlo Mazzuca, allora direttore del “Carlino”, oggi parlamentare. Quindi Nadia Masini, incontrata subito dopo la sua elezione, o Loris Reggiani, chissà ancora per quanto tempo “voce” del Motomondiale, o ancora Piergiuseppe Dolcini, copertina di “IN Magazine” negli stessi giorni in cui la Fondazione inaugurava la sua attuale sede. Spesso abbiamo incontrato concittadini che vivono e lavorano fuori Forlì, pur restandone profondamente legati: il poeta Davide Rondoni ne è un esempio. Alcune scommesse le abbiamo vinte con largo
anticipo: Simona Galassi “conquistò” la copertina nel 2003, ora è campionessa mondiale, Andrea Dovizioso sorrideva dalla cover già nel 2004, prima di balzare tra i protagonisti della MotoGP, Graziano Rinaldini si raccontava nel 2005 e ora presiede il Consorzio Nazionale Servizi. Poi le giovani speranze: Simona Branchetti, ad esempio, cover nel 2005 e ora volto del Tg5, o Beatrice Buffadini da qualche mese cast della “Bella e la Bestia” al teatro Nazionale di Milano. Abbiamo voluto dedicare, tuttavia, una pagina speciale alla prima copertina, che cominciava un viaggio arrivato fino ad oggi. Così Riccardo Pinza e Giorgio Rusticali, nel 1999 giovani di belle speranze che guardavano con fiducia a futuro prodigo di attese, portando sulle spalle un cognome “pesante”, raccontano oggi a cuore aperto la loro crescita di questi anni. Il nuovo “Forlì IN” parte da qui.
IN Magazine | 15
Celebrare | Tutte le copertine
Tutti i volti di
Forlì IN
Dicembre 1999
Forlì
Anno VII - N. 4 - SETTEMBRE / OTTOBRE 2004
3,00
NADIA MASINI
Concretezza e passione Creare Silvano D’Ambrosio
16 | IN Magazine
Camminare La Strada dei vini e dei sapori
Brindare Frutto Proibito
Forlì
Anno VIII - N. 1 - GENNAIO / FEBBRAIO 2005
Forlì
3,00
Anno VIII - N. 4 - LUGLIO / AGOSTO 2005
MARIA GIOVANNA RIGHINI
MIRKA VIOLA
Sempre la più bella
Amica per la pelle
Creare David Sabiu
Forlì
Camminare Il borgo di Pianetto
Anno IX - N. 1 - GENNAIO / FEBBRAIO 2006
Vincere Forlì Roller
Creare Tende al Mare 2005
Forlì
3,00
Camminare Alle fonti del Tevere
Anno IX - N. 4 - LUGLIO / AGOSTO 2006
ALBERTO ZAMBIANCHI
Forlì
Camminare “Ciaspolata” in Campigna
Anno X - N. 1 - GENNAIO / FEBBRAIO 2007
Ideare Evento ISKO
Forlì
3,00
Anno X - N. 3 - MAGGIO / GIUGNO 2007
Forlì
3,00
Camminare Tra le “spiagge” d’Appennino
Anno X - N. 4 - LUGLIO / AGOSTO 2007
Anno IX - N. 5 - SETTEMBRE / OTTOBRE 2006
PIAZZA DELLE ERBE La notte ti fa bella
CESARE SIBONI Tra luce e tenebre
MARCO VERSARI La mia base musicale
DALLA CITTÀ AL MARE Passeggiando in bicicletta
SENTIERO DELLA MEMORIA La via dei partigiani
ADRIANO MAESTRI
Anno IX - N. 6 - NOVEMBRE / DICEMBRE 2006
Forlì
3,00
Approfondire Polo scientifico-didattico
Buon lavoro monsignore
Volare I fratelli Bezziccheri
Camminare Pian del Grado
Forlì
Anno X - N. 5 - SETTEMBRE / OTTOBRE 2007
Approfondire Il terzo settore
TRA ZTL E PARCHEGGI Il Piano instabile
MATTEO LUCCA Anatomia dei metalli
GIULIA PIOLANTI Talento da Circo
LE COSTE DELLA VAL MONTONE Tesori nel verde
VALLE DEL VOLTRE Terra di mezzo
PIERGIUSEPPE DOLCINI
MASSIMO FOSCHI
Una vita in mezzo ai libri
Forlì
Forlì
Forlì
Celebrare Contemporanea
Anno X - N. 6 - NOVEMBRE / DICEMBRE 2007
La Fondazione: un impegno e una passione
Il segreto della bellezza
3,00
QUINTO FABBRI
ROBERTO PINZA
Una vita da protagonista Applaudire Diego Fabbri
Visitare Passioni in mostra
VALENTINA MASSI
Alla guida della “nuova” Cassa
Suonare Khorakhanè
Forlì
3,00
CLAUDIO CHIEFFO Era mio padre
INCHIESTA SUL CENTRO La piazza dei dibattiti
Una preside sulle orme di Artusi Camminare Da Tredozio a Gamogna
Forlì
3,00
Ritratto di giovane attrice
Applaudire Naima Club
MARIA BENEDETTA BORINI Creare Francesco Giuliari
Brindare Pagadebit e Albana
ELEONORA MAZZONI
Dirigere è la sua “impresa” Crescere Forlimpopoli
3,00
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Anno XI - N. 6 - DICEMBRE 2008
Anno XI - N. 5 - OTTOBRE 2008
Anno XI - N. 4 - AGOSTO 2008
Davide
Rondoni Il poeta che dà voce alla vita
Giuliana Saragoni Maestra in cucina La crisi in Provincia Tempesta sull’economia Federico Bellini Il timoniere di Melville
Alessandra
Neri
Bellezza... in pole position Giovanni Torri Monte Tiravento La Frasca
Forlì
Forlì
Forlì
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Una coppia
Imprenditoria
da Giro
Vincente
Arnaldo Pambianco Ercole Baldini
Roberto Gorini Silvia Spronelli Massimiliano Bonoli
Due ragazzi
" Modello" Benedetta Zoli e Andrea Ghirelli
Catia Guerrini Pioniera di dolci tradizioni Rocche della Val Bidente Tra le pietre della memoria Locanda Poggianina Effetto francese
Imprenditori stranieri Dal mondo a Forlì Caterina Sforza Sulle tracce della Signora Progetti e premi Menabó dà "Lezioni d'Europa"
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Anno XII - N. 3 - LUGLIO 2009
Anno XII - N. 2 - MAGGIO 2009
Anno XII - N. 1 - FEBBRAIO 2009
Ciclabile del Bidente Pedalando nella natura Ristorante Luciano Carta canta Forlivesi e... i giardini Siamo al verde
Forlì
Forlì
NUMERO SPECIALE ®
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Anno XII - N. 5 - DICEMBRE 2009
Anno XII - N. 4 - OTTOBRE 2009
Sindaci a
Confronto
Paolo Lucchi e Roberto Balzani
Polo Scientifico-Didattico Università, tra presente e futuro Rocca San Casciano Chiese e prodigi Sante Solieri Il medico che ci diede una mano
1999 - 2009
Forlì... IN dieci anni La città raccontata attraverso le pagine della rivista IN Magazine ripercorre cambiamenti e traguardi che, tra economia e politica, cultura e turismo, gastronomia e sport, hanno trasformato il volto della città e del territorio. Un decennio sotto gli occhi di Aurelio Saffi, l'illustre concittadino che osserva, in silenzio, dall'alto della piazza, la vita che scorre.
Dicembre 2009 IN Magazine | 17
Vivere | Dieci anni dopo
I “Figli di papà” sono
Cresciuti
testo Francesca Miccoli
Riccardo Pinza e Giorgio Rusticali si raccontano al nuovo Forlì IN dieci anni dopo la “loro” copertina. Nel 1999 erano giovani di belle speranze, alle spalle un brillante percorso accademico, all’orizzonte un futuro prodigo di attese.
Dieci anni nella vita di una persona rappresentano un periodo considerevole, soprattutto se consumati “nel mezzo del cammin” di dantesca memoria. Tanto è passato da quando Riccardo Pinza e Giorgio Rusticali si prestarono all’obiettivo del nostro fotografo. I due celebri “figli di” furono infatti i volti copertina del primo numero di Forlì In Magazine. All’epo-
ca erano giovani di belle speranze, alle spalle un brillante percorso accademico, all’orizzonte un futuro prodigo di attese. In comune il pesante fardello di un cognome importante: Riccardo unicogenito di Roberto, Viceministro e principe del foro; Giorgio erede di Franco, sindaco all’ombra di Saffi e stimato primario di cardiologia. Ma come è cambiata la loro
vita in questi due lustri? Lo chiediamo ai diretti interessati, oggi uomini che hanno circumnavigato la boa dei fatidici “anta”. “Nel 1999 ero quasi single - afferma Gior-
splendidi cuccioli: Alessandro, nato proprio nel 1999, Caterina di 7 anni e il piccolo Tommaso di 3. “La vita avrebbe meno senso se non fosse riflessa nei loro occhi”, dichiara Pinza con orgoglio. Passando dal versante umano a quello professionale, il percorso di crescita è stato inarrestabile e costante per entrambe gli ex rampolli. “Dieci anni fa ero già commercialista e revisore contabile nonché docente universitario in revisione aziendale alla facoltà di Economia e Commercio - afferma Giorgio -. Ma da allora credo di essere maturato moltissimo.” “Confesso di aver raggiunto traguardi professionali superiori a quelle che erano le mie aspettative di ragazzo”, gli fa eco Riccardo. Il quesito sorge allora spontaneo: è ancora opportuno chiamarli “figli di”? “ Penso di aver dimostrato di non vivere di luce riflessa - chiosa Pinza. Tuttavia lascio giudicare agli altri”.
gio senza tradire alcun rimpianto -. Pochi
“Ora non sono più figlio di ma marito di con-
mesi più tardi, precisamente nell’agosto
clude scherzando Rusticali. La moglie, Pa-
2000, la mia esistenza è stata gioiosamen-
ola Casara, è infatti consigliere comunale nelle file del Carroccio. Ma il militare nello schieramento opposto a quello del celebre suocero non è mai stato fonte di “comprensibili incomprensioni”. “Sono orgoglioso di lei, crede molto in quello che fa e gode appieno del mio sostegno. E anche di quello di mio padre”. IN
te sconvolta dalla nascita di Amelia. La
paternità vissuta in età matura rappresenta un’emozione fortissima. A 35 anni si crede di aver già provato tutto nella vita. Nel settembre del 2001 a sublimare la gioia è arrivato Alberto. “Meravigliosamente simile il vortice emotivo che ha
18 | IN Magazine
travolto il destino di Riccardo, papà di tre
Essere | Aurelio Saffi
Sguardo sulla
Città
testo Roberto Zoli - foto Giorgio Sabatini
Una “conversazione” con il nostro concittadino più illustre: Aurelio Saffi. Nasce così il racconto di un decennio tutto forlivese. Un’intervista impossibile per mettere a fuoco luci e ombre di un “pezzo” di storia recente denso di significati.
La vicenda è surreale, se collocata in una realtà spazio temporale dai contorni definiti, ma è suggestiva se la si prende come un gioco della serie “le interviste impossibili”. A volte certe situazioni nascono a “pelle”, inattese e inspiegabili, parimenti al modo col quale si è stabilita un’improbabile comunione di idee nientemeno che con Aurelio Saffi, la cui statua, perfetta-
mente ripulita e protetta dalle esuberanti attenzioni dei piccioni, inesauribili seminatori di “scorie”, svetta bianca e rilucente al centro dell’omonima piazza. Ed è stato per cercare di individuare i cosiddetti “dissuasori”, abilmente mimetizzati attorno alla figura del patriota e politico forlivese che ho notato, stampato sul suo volto, un sorriso tra l’ironico e l’infastidito.
“Non è che la bassissima tensione che mi avvolge, a protezione dei volatili, mi disturbi più di tanto - ha esordito Saffi, con
voce appena percettibile, quasi non volesse rendere pubblico questo suo sfogo - ma questa aura magnetica entro cui sono collocato qualche pizzicorino lo procura”. Sono certo che ci sarà qualcuno, scettico e convinto razionalista, che non crederà a questo approccio con il quale l’illustre personaggio ha voluto favorire solo il sottoscritto. Ma la vita, fortunatamente, non è solo ragione. È anche fantasia e immaginazione per cui, chi crede all’impossibile può continuare a seguirmi, per tutti gli altri possiamo attenerci alla regola teorizzata dal verso dantesco “non ti curar di lor, ma guarda e passa”.
Egregio Triunviro ora è rilucente ed elegante come il ruolo e la sua fama sempiterna meritano! “Ma va là! Credi forse che la presenza di qualche volatile sulla mia testa o sulla spalla fosse insopportabile? Come pensi sia sempre stato informato delle vicende della città, se non dalla voce gutturale e monocorde dei piccioni?” A proposito di informazioni sulla città, la sua immagine, con alterne vicende, (si pensi allo scoppio ritardato di una bomba nell’agosto del ‘44, durante la Seconda guerra mondiale, che causò gravissimi danni al monumento) campeggia dal 1921 nella principale piazza cittadina che, tra l’altro porta il suo nome. Mi pare, quindi, di poter dire che i forlivesi abbiano un
IN Magazine | 21
In apertura la statua di Aurelio Saffi. In questa pagina una poetica piazza Saffi coperta da una soffice coltre di neve.
occhio di riguardo per chi ha lasciato un segno nella vita politica italiana. “Questo lo sostieni tu, perchè hai la memoria corta. Io non ne sarei così certo, amico mio. Secondo te è corretto che ad uno statista del valore di Giovanni Spadolini sia stato dedicato, anni fa, un banalissimo parcheggio? Certamente si tratta di uno spazio ben rifinito, utile ai pendolari che si servono del treno, a due passi dalla stazione ferroviaria e degli autobus, ma sempre parcheggio è. Mi è stato riferito di una giusta polemica sostenuta, all’epoca, dal Pri locale, ma nulla è cambiato”. Mi piace notare che non si sottrae alle domande di carattere politico per cui...
“Ti interrompo subito. Quella fu una polemica di qualche anno fa, per cui oggi non suscita emozioni, diverso è parlare di vicende attuali. La mia è una posizione di “marmoreo” statista “super partes” ed è per questo che non voglio che mi si attribuiscano preferenze o simpatie per la politica del terzo millennio che, questo posso dirlo, poco o nulla ha a che vedere con le forti idealità che caratterizzarono il mio periodo, quello risorgimentale”. Un’eccezione alla regola, però, la deve consentire. Nel PD forlivese c’è stato un piccolo terremoto con le primarie dell’anno scorso, vinte dall’attuale sindaco Roberto Balzani che, per 44 voti ha battuto il primo cittadino uscente Nadia Masini. Ma non basta. Nella primavera scorsa, per la prima volta nella storia locale delle elezioni amministrative, si è arrivati al ballottaggio, fra lo stesso Balzani e il rappresentan-
te del centrodestra Alessandro Rondoni. Che cosa significa politicamente? “Significa che non sai leggere le vicende politiche! La risposta è implicita nella domanda. Se c’è stato un piccolo terremoto nel PD, con la presenza di un nuovo nome
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come candidato, è evidente che qualche cosa non ha funzionato o non è piaciuto agli elettori, una parte dei quali, al primo turno, hanno voluto dimostrare il proprio disappunto, poi rientrato al momento decisivo del ballottaggio. Tutto qui”. Mi scusi se resto in argomento, ma ho una curiosità. Che cosa resta nel PRI attuale delle idealità che hanno animato la sua storia personale e quella di Mazzini? “Allora, amico mio, sei di coccio. Questi sono argomenti che non voglio affrontare. Secondo te perchè dovrei, con le mie considerazioni, far arrossire di vergogna molti di coloro che, ancora oggi, si dichiarano repubblicani? Hai inteso bene? E chiudo l’argomento”. Ho capito, basta politica e parliamo d’altro. Se dovesse tratteggiare il profilo del forlivese tipo come lo descriverebbe?
“Impegnato, a volte troppo campanilista, coscienzioso, ma un po’ guascone in certi atteggiamenti e non sempre deciso. Disponibile, fondamentalmente buono, anche se facile a volare sopra le righe, generoso quando è convinto della bontà dell’iniziativa, addirittura “pataccone” se opportunamente coinvolto. Attenzione, però, a non essere troppo ingenui. Debbo dire, comunque, che, in linea gene-
rale, sono fiero dei miei concittadini!” A proposito di ingenuità mi torna in mente la tragicomica vicenda del “nonno haker” un 70 enne catanese che, tramite internet, aveva truffato, per cifre cospicue, ignari cittadini forlivesi o la vicenda dell’aeroporto “Ridolfi”, messo alla berlina, nel 2001, da Striscia la Notizia, che aveva evidenziato le carenze nella sicurezza dello scalo. Servizio che comportò il trasferimento del prefetto Cesare Ferri e del questore Sergio Travaini, due brave persone, colpevoli solo di ricoprire quegli incarichi. “La storia del nonno haker fu brillantemente risolta dalla Polizia Postale della Questura di Forlì che trasse in arresto l’anziano. Per il Ridolfi, invece, fu una vicenda dolorosa, nata sull’onda della tragedia delle Torri Gemelle. In effetti la sicurezza all’interno dello scalo era carente, nonostante, chi di dovere, avesse già segnalato la necessità di interventi ineludibili, pagando, però, non so quanto giustamente, il prezzo del ritardo, imputabile ad una sorda burocrazia”. Fino a qualche decennio fa, la piazza che porta il suo nome era, per i forlivesi, luogo di incontro e punto di
riferimento dei giovani, che trova-
vano opportunità per socializzare. Oggi, all’imbrunire, è quasi deserta e “abitata” solo da cittadini extracomunitari. “Non mi dirai che anche tu sei tra coloro che vedono con animo malevolo, quasi razzista, la presenza di giovani e donne di altre etnie. Personalmente non ho dubbi. La presenza di altre culture, se opportunamente integrate, costituisce un patrimonio da coltivare. E quando vicino al mio piedistallo corrono bambini
con la pelle di colore diversa dalla mia, provo l’analogo affetto e simpatia che riservo ai bimbi italiani. E credo non sia necessario aggiungere altro”. Signor Triunviro forse sono di coccio, ma non razzista, e visto che non azzecco una domanda decente, mi dica Lei, allora, quali argomenti intende trattare in questa conversazione. “Buona idea e finalmente, da parte tua, un’intuizione intelligente che mi permette di affrontare argomenti “leggeri”. Mi piace, tanto per restare in tema, ricordare l’inventiva dei romagnoli.
Penso al prototipo d’automobile che, anziché bruciare i classici carburanti, viaggia ad olio esausto, utilizzando una piccolissima quantità di gasolio solo per la messa in moto. Un progetto studiato da un elettrauto forlivese con la collaborazione di un ex camionista inglese, naturalizzato italiano, che hanno scorazzato per le vie del centro su una vettura ad emissione zero. Oppure alla geniale trovata di un’azienda forlivese che è riuscita a sollevare un intero edificio per consentire il completo rifacimento
Il forlivese? Impegnato, a volte campanilista, coscienzioso ma un po’ guascone. delle strutture di base. Cosa che ha dell’incredibile. Ancora più interessante umanamente e socialmente utile, è lo “Scrambler therapy” adottato dall’IRST di Meldola. Uno strumento che riesce ad ingannare il cervello e spegnere il dolore nei pazienti che non trovano giovamento neppure nella morfina. Questa è la Forlì che mi piace, questi i forlivesi che ammiro”. Neanche a farlo apposta, bizzarra coincidenza, proprio mentre pronuncia la parola “ammirazione”, passano al mio fianco due ragazze poco più che ventenni, con jeans a vita ultrabassa, e panorama anatomico lato B in libera vista. Troppo invitante la
Biografia di un patriota
scena per non chiedere all’illustre Triunviro un giudizio sulla moda del nostro tempo! “Che vuoi che ti dica, figlio mio, “omnia munda mundis”, vale a dire “tutto è puro per i puri”. È il nostro occhio che deve essere schietto e adamantino. Solo così tutto ciò che è bello, come lo è la gioventù, non crea scandalo e non induce a considerazioni molte volte unilaterali e sbagliate. Se però, la tua domanda sottende una risposta personale posso dirti, con orgoglio, che sono stato sposo onesto. E non venire a dirmi che questa rettitudine matrimoniale mi è stata, in parte, imposta dal fatto che la mia consorte, Giorgina Craufurd Saffi, era ardente mazziniana e, soprattutto, esponente del femminismo risorgimentale italiano. Che cos’è - soggiunge ammiccando - una piccola rivincita personale per i “complimenti” che ti ho elargito durante la nostra chiacchierata?” Sorrido perchè ha colpito nel segno. Vorrei proporgli altri argomenti, ma mi accor-
Qui sotto, l’inaugurazione della statua dopo il restauro.
24 | IN Magazine
go che stanno scendendo le prime ombre della sera. Attorno alla statua di Saffi e
nelle panchine adiacenti aumenta la presenza umana, con persone che cominciano a guardare con curiosità e a chiedersi, con sguardi interrogativi, che cosa faccia un attempato signore a naso in su, a pochi centimetri dalla statua del Triunviro. Difficile, se non impossibile, spiegare loro che c’è in atto una interessante confronto di idee. Meglio, allora, chiudere l’incontro e mi viene spontaneo un caloroso “Ciao e tante grazie per il tempo che hai voluto dedicarmi”. Solo dopo aver pronunciato queste poche parole, mi rendo conto che ho usato il confidenziale “tu”. Rimango interdetto e mi chiedo se ho forse mancato di rispetto all’illustre Triunviro. Poi mi tranquillizzo. Nel mondo dell’inventiva e dell’immaginazione non ci sono, infatti, categorie sociali, ma solo ampi spazi, dove la fantasia può muoversi autonomamente e costruire immagini libere da ogni costrizione in orizzonti senza confini. IN
Nacque a Forlì il 13 ottobre 1819. Si laureò in Giurisprudenza all’università di Ferrara nel 1841 a soli 22 anni. In seguito si trasferì a Roma per compiervi la pratica forense; tornato a Forlì fu eletto consigliere comunale e segretario provinciale. Verso la metà degli anni ‘40 del XIX secolo, Saffi era forte dei sui studi storici che lo avevano emancipato dall’ambiente religioso e politico nel quale era cresciuto, in grado, quindi, di prendere posizione contro il malgoverno della Romagna. Anche gli entusiasmi che aveva manifestato dopo le concessioni costituzionali ad opera di Pio IX, vennero in lui diminuendo, e Saffi si accostò alla fede mazziniana, alla quale rimase fedele fino alla morte. Nel 1848 invocò le necessità di un’assemblea costituente italiana, necessità già proclamata da Mazzini. Fu eletto deputato alla Costituente per Forlì e andò a Roma dove contribuì alla nascita della Repubblica Romana. In sostanza una rivolta liberale che, nei territori dello Stato Pontificio, estromise Papa Pio IX dai suoi poteri temporali. La nuova ed entusiasmante esperienza, che lo vide alla guida della Repubblica come Triunviro, assieme ad Armellini e Mazzini, ebbe però vita breve. Fu, infatti, l’esercito francese di Napoleone III che ristabilì l’ordine pontificio. La Repubblica Romana era vissuta 5 mesi, dal 9 febbraio al 4 luglio del 1848. Di fronte al fallimento di un grande sogno Saffi prese la via dell’esilio che lo vide a Ginevra e a Losanna, dove visse col Mazzini. Partecipò ai preparativi del moto milanese del 6 febbraio 1853, che comprendeva insurrezioni in altre zone della penisola. Fallito il moto, e condannato in contumacia a venti anni di carcere, riparò in Inghilterra, dove nel 1857 sposò Giorgina Janet Craufurd, da allora nota come Giorgina Saffi. Tornerà in Italia nel 1860, raggiungendo Mazzini a Napoli. L’anno dopo fu eletto deputato per il collegio di Acerenza, ma dopo i fatti di Aspromonte decise di dimettersi. Nel suo continuo vagare per l’Europa, tornò a Londra, ma nel 1867 fu di nuovo in Italia. Dal 1872, morto Mazzini, attese alla continuazione della pubblicazione degli scritti dello scomparso (fermi all’ottavo volume), giungendo al volume quattordicesimo. Dal 1877 aveva tenuto lezioni all’Università di Bologna. Morì a San Varano, frazione di Forlì il 10 aprile 1890.
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Governare | Politica e cosa pubblica
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Una città alla ricerca della sua
Identità
testo Pietro Caruso - foto Giorgio Sabatini
Un decennio di politica all’insegna del contrasto fra modernizzazione e conservazione. Non sono mancati i colpi di scena, specialmente negli ultimi due appuntamenti amministrativi: dalla discesa in campo di Marino Bartoletti alla nascita del PD e alle primarie, fino allo “storico” ballottaggio tra il candidato sindaco di Centro-sinistra Roberto Balzani e quello di Centro-destra Alessandro Rondoni.
Forlì vive il contrasto fra modernizzazione e conservazione. Nella sua natura profon-
da i forlivesi sono conservatori. Lo erano anche quando hanno scelto, dal 1970 in avanti, giunte di sinistra e di centro-sinistra a guidare la città. Gli strappi a questa consuetudine sono avvenuti soltanto in conseguenza delle scelte dei singoli sindaci. Ognuno con un proprio stile. Angelo Satanassi, un “migliorista” comunista molto vicino a Giorgio Napolitano e Giorgio Amendola ha sempre puntato ad un’innovazione capace di fare dialogare Forlì con le forze produttive. Proprio nel corso del governo di Satanassi si verificarono gravi crisi industriali, a partire da alcune delle storiche aziende forlivesi. Il decennio di Giorgio Zanniboni, sempre sindaco del Pci, fu contraddistinto da un notevole dinamismo interno e dalla scelta, rivelatasi felice, della costruzione dell’invaso di Ridracoli. Le crisi di approvvigionamento idrico che sarebbero avvenute senza questa grande opera pubblica avrebbero messo fortemente in difficoltà il sistema turistico romagnolo negli anni Settanta ed Ottanta. La forza di iniziativa di Zanniboni è finita per scontrarsi con una resistenza del sistema politico. Il decisionismo di Zanniboni è diventato un elemento di discussione
all’interno del Pci e quando il partito comunista è diventato prima Pds e poi Ds questo confronto è diventato critico, fino al punto quasi della linea di rottura di relazioni. La nascita del Pd è stata una quadratura nella quale Zanniboni non ha perso l’occasione per ritagliarsi uno spazio che ne conferma la vitalità ideale e politica, sia pure, a volte, giudicata ingombrante. La gestione come primo cittadino di Sauro Sedioli, poi diventato parlamentare del Pds-Ds, ha fatto i conti all’inizio degli anni novanta con la più grave crisi di legittimazione della giunta Pci-Psi-Pri. In quel periodo Sedioli dovette navigare in acque molto procellose. Fu l’epoca in cui fu addirittura arrestato l’assessore all’urbanistica Lauro Biondi, anche se il tempo ha poi quasi del tutto ridimensionato le accuse che gli erano state rivolte. Fu il tempo in cui anche altri esponenti socialisti e repubblicani furono lambiti, in città, dal vento di Tangentopoli che nelle grandi città mise in ginocchio un’intera classe dirigente. Le giunte guidate dal medico cardiologo Franco Rusticali sono state contraddistinte, soprattutto la prima (1995-1999) da una forte iniziativa progettuale. Una buona parte delle infrastrutture e dell’attuale
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In apertura il neo-sindaco Roberto Balzani. Qui a fianco, Nadia Masini, primo cittadino di Forlì dal 2004 al 2009, ha raccolto il testimone da Franco Rusticali.
assetto della viabilità furono impostate allora. Fra l’altro la prima giunta Rusticali, perdendo i caratteri dell’alleanzaaccordo tutta impostata sulle intese fra le segreterie dei partiti di centro-sinistra, consentì al neo sindaco di scegliere una squadra di assessori di “area” non direttamente legati ai partiti e alle loro logiche. Questo schema nel secondo mandato, fra il 1999 e il 2004 subì un logoramento che esplose nell’ultimo biennio in incidenti di percorso il più grave dei quali fu l’abbattimento di un manufatto industriale “protetto” nell’area ex-Eridania ristrutturata. Proprio la vicenda delle aree dismesse è stata da un lato una grande novità in materia urbanistica ed edilizia, dall’altro una operazione molto ambiziosa, non priva di contraddizioni e di una notevole complessità, nella quale l’equilibrio fra interessi pubblici e privati è stato difficile da contenere nell’ambito dei cosiddetti “Accordi di Programma”. Chi osserva quello che,
in questa direzione, è successo negli anni scorsi in città come Genova e Milano se ne rende subito conto. Sul piano della “performance” organizzativa e amministrativa non si può non riconoscere a Franco Rusticali una grande capacità di lavoro. Tra l’altro retta con uno stile di vita molto pesante: mantenere un ruolo come pri-
mario ospedaliero e come sindaco ha voluto dire impegnarsi non meno di 12 ore di lavoro al giorno. Certo dal coro delle opposizioni è sempre venuto il monito al sindaco di scegliere in modo assolutamente preferenziale gli oneri di sindaco, ma questa scelta è sempre nella coscienza e nelle convinzioni del singolo. Del resto, proprio dalla prima giunta Rusticali, la città ha vissuto la novità di vedere il primo cittadino eletto direttamente dai
Alla guida della Provincia L’ultimo decennio in Provincia può essere descritto, in larga parte, con un solo nome: Massimo Bulbi. Nato a Roncofreddo, in provincia di Forlì-Cesena nel 1962, ha ricoperto numerosi incarichi nell’ambito della cultura, del mondo aziendale e del pianeta della finanza prima di sedere in piazza Morgagni. Nel 1996 il primo ruolo politico di rilievo: Bulbi è assessore alla Cultura, Formazione e Protezione Civile della Comunità Montana dell’Appennino Cesenate. È stato poi collaboratore della Segreteria tecnica di Enrico Letta, ministro alle Attività Produttive, Consigliere Provinciale nel periodo 1999/2004 e Presidente della II Commissione Attività Produttive a cavallo del nuovo secolo. Prima di approdare al Pd ha militato nella Dc, nel Partito Popolare e nella Margherita. Bulbi viene eletto per il primo mandato nel 2004 raccogliendo il 64 % dei voti in rappresentanza della coalizione di Centro-sinistra. Alle ultime amministrative a giugno è arrivata la riconferma alla presidenza di Forlì-Cesena. Vittoria (al primo turno con il 50, 46 % dei voti). Ecco la nuova giunta, tra conferme e novità. Guglielmo Russo è vicepresidente, gli assessori sono (in rigoroso ordine alfabetico): Gianluca Bagnara, Bruna Baravelli, Iglis Bellavista, Maurizio Brunelli, Maurizio Castagnoli, Gianfranco Francia, Luciana Garbuglia, Denis Merloni e Marino Montesi.
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cittadini e non semplicemente indicato da questo o quel partito. Un metodo che ha
prodotto dei cambiamenti sicuramente positivi nel rapporto fra politica e amministrazione. Quando nel 2004 si è arrivati alla scelta di un nuovo candidato sindaco nel Centro-Sinistra ci si è trovati quasi smarriti. Scartate alcune grandi possibilità di candidati che erano impegnati come parlamentari, se non uomini di governo (come sottosegretario al tesoro Roberto Pinza) il più forte partito del Centro-Sinistra ha finito per scegliere Nadia Masini. Nadia Masini, dal punto di vista del curriculum politico, non aveva molti rivali. Era stata assessore, giovanissima, durante una giunta Zanniboni; era diventata parlamentare e nei governi ulivisti e poi nel primo go-
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A destra, Marino Bartoletti, candidato di Centro-destra che sfidò Nadia Masini. Sotto, l’ultimo duello per il Municipio tra Roberto Balzani e Alessandro Rondoni.
verno D’Alema addirittura sottosegretaria all’istruzione. A 55 anni aveva già trenta anni di esperienza alle sue spalle. La vittoria nel 2004 di Nadia Masini fu ancora più netta con il 58,7 per cento di quella del 1999 ottenuta da Franco Rusticali, che prese il 56,6 per cento. Solo che la vittoria di Nadia Masini ha pagato un prezzo alto. Infatti furono otto le forze politiche che affiancarono Nadia Masini nello sforzo della vittoria. L’opposizione di CentroDestra, se pure tutta unita dietro il candidato Marino Bartoletti, giornalista sportivo di fama nazionale, non superò il 35,9 per cento. Sul mandato di Nadia Masini si sono riversate critiche che appartengono, per una buona parte, ad un logoramento del rapporto fra governanti e governati. In certa misura anche da un grado di insoddisfazione nei confronti dei governi
centrali che si è scaricata sul buongoverno locale. Alcuni scandali, ben montati dal ruolo delle opposizioni, hanno posto alle forze politiche il dilemma se continuare o meno l’esperienza del mandato 20092014 sempre sulle spalle di Nadia Masini. Nel frattempo, proprio nel 2007, dal livello nazionale a quello locale si è assistito ad una novità di rilievo: la nascita del Pd. Questo ha portato all’introduzione di un metodo più partecipato nella scelta delle candidature. In questo senso si è infatti introdotto il sistema delle primarie per scegliere il candidato sindaco. Questa regola, auspicata ma non obbligatoria specie se il sindaco ha alle spalle uno solo mandato, è stata un’occasione per incanalare una parte del desiderio di rinnovamento di una parte dell’elettorato progressista.
La candidatura di un intellettuale presta-
to alla politica come il professor Roberto Balzani, di tradizioni politico-culturali mazziniane, ma senza tessere di partito dal 1994 alla nascita del Pd e che alla fine del 2008 ha vinto le primarie di uno soffio (44 voti) contro il sindaco uscente Nadia Masini è diventata sinonimo di innovazione. È vero però che la battaglia per ottenere la vittoria nel giugno del 2009 è stata la più difficile ed emozionante da almeno quaranta anni a questa parte. Infatti contro
Balzani il Centro-Destra è riuscito, dopo una lunga querelle interna durata alcuni mesi, a scegliere il giornalista Alessandro Rondoni, direttore del settimanale cattolico “il Momento”. Rondoni è l’unico candidato che sia riuscito a mandare al ballottaggio un sindaco di Centro-Sinistra.
Poi nello scontro finale ha dovuto cedere 55 per cento contro 45 per cento, ma la sua è stata la “migliore” sconfitta che un esponente di Centro-Destra abbia subito dall’introduzione del sistema elettorale di voto diretto del sindaco dal 1995 ad oggi. Ora alla prova, in periodi difficili, c’è la giunta Balzani. IN
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Approfondire | Economia e commercio
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Tra crisi e
Sviluppo
testo Fabio Gavelli - foto Giorgio Sabatini
Una città immobile, adagiata su se stessa. O no? Solo a prima vista il quadro economico e sociale è rimasto immutato nell’ultimo decennio. Rilancio del centro storico, sviluppo internazionale delle imprese e necessità di investire in formazione e ricerca. Queste le sfide del prossimo futuro, dopo un decennio interlocutorio, che tuttavia, proprio qualche mese fa, ha visto primeggiare la Provincia nella innovativa classifica del “benessere”.
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Agricoltura: la forza del cambiamento
Via Giorgio Regnoli, recentemente al centro di nuovi lavori, soffre di un abbandono da parte delle attività commerciali. In apertura gli operai di un formificio.
Dieci anni fa si discuteva del rilancio del
zionale, del bisogno di ricavare linfa dalle
lazione universitaria forte di 6 mila e 200 studenti (un terzo provengono da altre regioni) e di 500 fra docenti e ricercatori. Allo stesso tempo il centro si è svuotato
facoltà universitarie. Proprio come oggi.
di negozi tradizionali, strade come corso
Nel tessuto produttivo continua a dominare la piccola impresa, non si è assistito a new entry fra le aziende leader, nessuna società con sede legale a Forlì è attualmente quotata in Borsa. Una città immobile, adagiata su se stessa, come pretende qualcuno? No, se si approfondisce il quadro. Solo a prima vista l’identikit economico-sociale è rimasto immutato nell’ultimo decennio.
Diaz e via Giorgio Regnoli soffrono di una
centro storico, della necessità per le imprese di accrescere il loro peso interna-
Innanzitutto è cambiata la composizione demografica, con i cittadini stranieri re-
sidenti passati dall’1,6 al 9,5%. Altri dati significativi: all’aeroporto si è balzati da 22 mila passeggeri all’anno a 770 mila, si è consolidata la presenza universitaria, le aperture dei musei del San Domenico e di attività commerciali come il MegaForlì hanno ridisegnato pezzi di mappa cittadina, con riflessi anche sul versante economico. Si può partire da qui, dal cuore della città, dai locali (ristoranti, pub, pizzerie e birrerie) che sono stati aperti o rimodernati anche sulla spinta di una popo-
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vistosa ritirata degli operatori, messi in
ginocchio soprattutto dalla recessione e dai cambiamenti nei modelli di consumo. Un centro dinamico per alcuni versi e disagiato per altri, che resta il nodo decisivo per la riqualificazione urbana. Se ascoltare per le vie studenti conversare in inglese, spagnolo o russo e incontrare comitive di turisti veneti e lombardi la domenica mattina era un fatto del tutto insolito fino a poco tempo fa, è innegabile che Forlì non sia più assente dalle rotte culturali. E la cultura produce non solo socialità, ma anche reddito. Purtroppo il notevole successo delle mostre d’arte al San Domenico non è ancora stato accompagnato dalla crescita di servizi adeguati per i visitatori. Non poteva essere una sorpresa la flessione, in termini di fatturati, unità produttive e occupati, delle imprese che ruotano attorno ai settori industriali tradizionali agroalimentare, legno e mobile imbottito,
Il sistema agroalimentare nella nostra provincia ha visto nel decennio appena trascorso un notevole balzo in avanti. “Negli ultimi 6 anni la nostra produzione agricola è aumentata fortemente portando la Provincia di Forlì-Cesena dal penultimo al primo posto in Emilia-Romagna con una produzione lorda vendibile di quasi 700 milioni di euro ai quali si aggiunge un fatturato del prodotto lavorato di quasi un miliardo di euro” spiega l’assessore provinciale all’agricoltura Gian Luca Bagnara (nella foto). “La filiera di circa 1,6 miliardi di euro crea un indotto altrettanto grande, ad esempio per logistica, macchine lavorazione prodotti, packaging, servizi - continua - Tale crescita però nasconde forti sofferenze nella perdita di redditività della parte agricola mentre cresce la fase di lavorazione e commercializzazione”. C’è anche qualche ombra: “Il settore agricolo rappresentato da oltre 8 mila aziende è segnato da una perdita costante di circa il 6 percento di imprese all’anno: poiché non vi sono alti e bassi in questa uscita significa che non sono le crisi di mercato a determinare questo trend quanto l’anagrafe degli imprenditori. Appena un 30% si può considerare economicamente vitale e con la presenza di giovani sotto il 40 anni”. E la crisi è arrivata anche da noi? “Rispetto agli altri settori, il 2008 è traghettato bene mentre la crisi si è fatta sentire nel 2009. Questo sta determinando una riduzione delle colture che richiedono un forte impegno di manodopera (ortofrutta, ndr) ed un orientamento ad una gestione minima che preserva il vero bene economico che è il terreno - prosegue Bagnara -. Tuttavia, rispetto, ad altre regioni italiane ed europee il nostro sistema agroalimentare sta mostrando segni di reazione e volontà a cambiare. È forte la spinta a riorganizzare le filiere, brevi o di nicchia per rapportarsi con i mercati locali, o lunghe per andare sui mercati internazionali. Questo fa sperare che la grande capacità organizzativa che ha sempre caratterizzato la Romagna permetterà di traghettare il sistema anche attraverso questa crisi”. (L.S.)
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Centro storico, croce e delizia
metalmeccanica di subfornitura - perché i settori definiti “maturi” sono sempre più esposti alla concorrenza dei Paesi con un costo del lavoro molto basso. Generalizzare sarebbe tuttavia sbagliato, perché accanto ad aziende decotte o in grave difficoltà, altre prosperano floride. Gli studi mettono in luce che la risposta migliore è giunta da chi è stato in grado di fornire un prodotto con maggior contenuto tecnologico e riesce a esportare, soprattutto nei mercati emergenti. Occhi puntati allora all’Università. La richiesta di laureati da parte delle imprese locali che era appena dell’1,6% nel 1999,
si è alzata di recente al 6,2%: percentuali tuttavia ancora esigue. Da poco sono stati lanciati progetti che hanno l’obiettivo di facilitare l’inserimento dei neo-laureati nelle aziende del territorio. Dalle facoltà di Ingegneria ed Economia, per esempio, sono usciti giovani che hanno trovato posto in industrie di livello internazionale e cen-
tri di ricerca: una soddisfazione per gli studenti, meno per il contesto sociale. Con la nascita nel 2005 della scuola Enav per i controllori di volo, Forlì conta su un polo tecnologico-aeronautico unico in Italia. Il recente boom di passeggeri al Ridolfi si deve tuttavia alla scelta di aver
Norberto Ferretti, la sfida della nautica Fin dal 1968, anno in cui ha fondato la Ferretti Nautica a Bologna, Norberto Ferretti è attivo nel settore della nautica da diporto. La storia del brand parte con i primi cantieri inaugurati dai fratelli Norberto e Alessandro Ferretti a San Giovanni Marignano e, nel 1987, con i nuovi Cantieri Ferretti Craft a Forlì, tuttora sede principale del Gruppo. Oggi Norberto Ferretti, insignito del titolo di Cavaliere del Lavoro nel 2000 e di una Laurea “Honoris Causa” in Ingegneria Navale dalla Facoltà di Ingegneria dell’Università di Genova nel 2004, è Presidente del Gruppo Ferretti. Il Gruppo è tra i leader al mondo nella progettazione, costruzione e commercializzazione di motor yacht di lusso, con un portafoglio unico di nove tra i più esclusivi brand della nautica mondiale: Ferretti Yachts, Pershing, Itama, Bertram, Riva, Apreamare, Mochi Craft, Custom Line e CRN. (F.R.)
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Il centro storico, croce e delizia di ogni amministrazione comunale, come è cambiato in questi due lustri? A rispondere è Gabriele Focacci (nella foto), titolare di Effedue proprio in pieno centro cittadino e presidente del Consorzio (Co.Di.Ce) che si occupa di promuovere il cuore di Forlì. “Le attività commerciali sono diminuite negli ultimi anni, questo è innegabile esordisce Focacci -. La recente crisi ha influito, ma non solo. Parecchie attività non hanno trovato il necessario ricambio generazionale e negozi spesso vetusti e non rinnovati sono rimasti sfitti”. Gli esempi sono lampanti: “Parlo di via Regnoli, che dopo l’insediamento di comunità straniere si è svuotata, di porzioni di corso Diaz e corso Garibaldi che non si sono rigenerate” continua. Anche se toccata marginalmente dall’Iper “infinito” che ancora è congelato alle porte dell’abitato, “come tutte le altre città della Regione anche noi abbiamo risentito dell’insediamento di questi centri commerciali nati se non proprio a Forlì, a corona - continua il presidente di Co.Di. Ce -. Ma non drammatizzerei. I flussi e riflussi delle attività sono parte integrante della nuova realtà. C’è ancora una buona imprenditoria nel cuore cittadino che crede nel futuro e io penso, come tanti miei colleghi, che il vero centro commerciale sia il centro della città dal quale si vede, alzando gli occhi, uno spiraglio di sole”. (L.S.)
Lo scalo forlivese ha investito tutto sul turisto low cost. L’aeroporto Ridolfi è al centro di numerose polemiche.
puntato sul turismo low cost (Ryanair fino al 2008, poi soprattutto Wind Jet), che ha scavato voragini nei conti della Seaf e in particolare del suo azionista di riferimento, il Comune di Forlì. Le compagnie chiedono, infatti, garanzie in termini di biglietti “prepagati” e le amministrazioni si sono indebitate, confidando su un ritorno economico per il territorio il cui calcolo lascia comunque parecchi dubbi. Per il futuro si conta sull’avvento dei privati, operazione complessa e dagli esiti incerti
se si valuta che nel 2009 Seaf chiuderà con un passivo di oltre 6 milioni.
Sono stati dieci anni importanti anche per l’altro pilastro del tessuto produttivo forlivese, la nautica. Attorno a un gruppo leader come Ferretti ha spiegato le vele una costellazione di imprese, alcune delle
quali attive già trent’anni fa. È un mercato che risente dei cicli economici: la barca è un prodotto di nicchia, che si estende in periodi di crescita economica, a meno che non si venda in tutto il mondo; ma
La “questione” aeroporto L’Aeroporto di Forlì, anche se al centro di diverse polemiche, rappresenta un punto importante nello sviluppo della città. Negli ultimi 10 anni, ha visto non solo un incremento del traffico aereo e come conseguenza nel numero di passeggeri, ma anche un allargamento strutturale mirato ad offrire un sempre migliore servizio. Nel 1999 infatti, il movimento degli aeromobili era di 2373, con un traffico di passeggeri di circa 24mila unità. Dieci anni dopo, questi numeri sono aumentati in maniera esponenziale: 8256 i movimenti aeromobili per circa 700 mila passeggeri. Nel 2006 la Seaf (Società Esercizio Aeroporti Forlì) ha conseguito il “certificato Aeroporto” da parte di ENAC (Ente nazionale Aviazione Civile), certificazione che sta ad indicare che la società ha superato tutte le verifiche riguardo la sicurezza delle infrastrutture, degli impianti e delle operazioni aeroportuali. Dal 2004, invece, sono state potenziate alcune strutture per migliorare i sevizi erogati: aumento banchi check-in da 7 a 11, due postazioni di controllo sicurezza passeggeri, ampliamento sala partenza con 10 gate d’imbarco, nuova biglietteria, ampliamento parcheggi da 145 a mille posti per un totale di 19mila metri quadri e il rifacimento del manto della pista di volo. Un cambiamento importante nelle tratte del Ridolfi è avvenuto lo scorso anno con l’uscita della compagnia Irlandese Ryanair sostituita dall’arrivo di Wind Jet che attualmente offre 15 tratte da e verso Forlì dalle principali capitali europee ed alcune località italiane quali Catania, Palermo,Cagliari, Olbia e Lampedusa. L’ultimissima novità del Ridolfi, dal 25 ottobre scorso, una tratta Forlì-Roma. (F.L.)
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solo le maggiori “firme” riescono a farlo. Questo spiega la contrazione degli ultimi due-tre anni, che ha coinvolto in varia misura quasi tutte le aziende locali. Apertura e incertezza possono dunque essere le parole chiave per interpretare un periodo tutt’altro che avaro di trasformazioni. Incertezze anche sul fronte lavoro, visto che a fine millennio il contratto a tempo indeterminato era proposto a quasi il 60% degli assunti e di recente il “posto fisso” è riservato ad appena un quarto dei nuovi ingressi nel mondo produttivo. Si sono inoltre gettate le basi per una serie di strutture che modificheranno la geografia forlivese. Il campus universitario, che potrebbe davvero dare un volto europeo al centro storico; l’ipermercato di Pieveacquedotto, sul quale si fanno previsioni contrastanti; il completamento del sistema tangenziale, che dovrebbe alleggerire il centro città dal traffico. Ma in un territorio caratterizzato da settori industriali maturi, la vera sfida per le imprese si giocherà sul terreno della conoscenza e delle tecnologie eco-compatibili; mentre i progetti di filiera “corta” (mercati contadini, vendita diretta, gruppi d’acquisto solidale e ristoranti a km zero) sono la prospettiva più fondata per un agroalimentare di qualità. IN
Costruire | Infrastrutture e urbanistica
Lavori in
Corso
testo Gabriele Zelli - foto Giorgio Sabatini
Un’anatomia in continua evoluzione. Si può definire così il cambiamento infrastrutturale di Forlì. Un resoconto di come sono mutati i luoghi e i flussi cittadini, che passa dalle rotonde alla nuova tangenziale e arriva fino alla questione aeroporto.
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La Via Emilia non è una semplice strada, ma è l’asse generatore e caratterizzante di una regione, è l’identità stessa dell’Emilia Romagna e questo non da oggi ma dall’età romana, da quando è nata. Una via che ha esercitato un fascino davvero speciale nei confronti di tanti scrittori e fotografi. Un paesaggio e una realtà economica rimasti pressoché immutati per secoli. Poi dalla metà dell’800, quasi in concomitanza con i moti risorgimentali, cominciò ad imporsi l’idea della ferrovia come strumento per conquistare il territorio. In quel periodo, come documentato dallo storico Mario Proli, diversi “furono i progetti elaborati: dall’importante linea di attraversamento dell’Appennino alle ferrovie minori e alle tramvie extraurbane. Una consistente quantità di materiale tecnico e di proposte politiche destinate a non tramutarsi in concrete realizzazioni, con la sola eccezione della tramvia Meldola-Forlì-Ravenna”. La ferrovia Bologna - Forli’
Nello stesso periodo si realizzò la tratta Bologna-Rimini inizial-
In apertura, operai al lavoro per la costruzione della nuova tangenziale. In questa pagina il cantiere del campus universitario. Nella pagina a fianco, lo scalo merci situato tra Forlì e Forlimpopoli.
mente su un unico binario. Risale al 1861 l’arrivo di questa ferrovia a Forlì e la costruzione della prima stazione ferroviaria che rimase attiva fino al 1927, anno in cui fu inaugurato il nuovo fabbricato in fondo all’attuale Viale della Libertà. La nuova ferrovia determinò un cambiamento economico di notevole portata e incise fortemente anche sulla mentalità dei forlivesi che si fece più aperta, più disposta
ai commerci a lunga distanza. Le istituzioni cittadine, guidate dal Prefetto, chiesero ed ottennero la costruzione di una “nuova grande e bella stazione” che fu inaugurata nel 1927 dopo essere stata realizzata come da progetto dell’ingegner Ezio Bianchi sul modello dei nuovi edifici ferroviari a più piani di Verona e Milano. L’imponenza della stazione e il nuovo viale d’accesso al centro aveva alle spalle disegni di politica ferroviaria e urbanistica importanti ed ipotesi di grandiose prospettive. Lo scalo di Forlì non divenne però quel nodo di traffico merci e viaggiatori che era stato prefigurato. Anzi, proprio alla fine dell’anno 1929, veniva chiusa la tramvia Meldola-Forlì-Ravenna, perché considerata vecchia ed inefficiente. Il nuovo scalo merci
Nel corso dell’ultimo decennio le Ferrovie dello Stato hanno realizzato un nuovo ed importante scalo merci fra Forlì e Forlimpopoli. L’obiettivo è quello di favorire il trasporto delle merci su ferrovia ed è per questo che è stata costruita una moderna e funzionale struttura che alla sua entrata in funzione, fra pochi mesi, decreterà la chiusura di quelli di Cesena, Santarcangelo e quello cittadino. Le tangenziali
Mentre per tutto il periodo del fascismo la città fu sede di continui e importanti cantieri che in molti punti ne cambiarono la fisionomia e ne determinarono le vocazioni economiche occorre aspettare gli anni ’60 del ‘900 per annoverare una
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Campus, la storia “infinita” Dal 2000, quando è stata posata la prima pietra, il Campus universitario di Forlì ha iniziato a delineare la sua presenza in città. La prima fase è stata completata nel 2005 con la consegna del padiglione Giulietta Morgagni e il padiglione Gaddi, oggi sede di Scienze politiche. In via di completamento il padiglione Celtico che verso febbraio del 2010, diventerà sede dell’alta Formazione e Master. In corso d’opera anche l’ex lavanderia e l’ex farmacia che a metà del prossimo anno diventeranno l’area mensa e caffetteria, mentre ad ottobre verrà completato il padiglione d’ingresso. Ancora da iniziare i lavori relativi al Trefolo, una struttura composta da tre blocchi e delle relative aule didattiche, una struttura da 9600 metri quadri. Lo scorso 5 novembre è stato infatti annunciato che il gruppo capeggiato da Conscoop Forlì ha vinto la gara di appalto, battendo gli altri 58 concorrenti, per la costruzione di questa importante struttura. I lavori inizieranno all’inizio della prossima primavera e termineranno all’incirca verso il 2013. (F.L.)
Alla ricerca dell’eccellenza
vera grande rivoluzione viabilistica e cioè la costruzione dell’autostrada A14. Lo sviluppo dei mezzi su gomma, straordinario come dimensioni, caotico nella sostanza e purtroppo nocivo per la salute, impone dopo pochi decenni l’ampliamento della sede autostradale e l’adeguamento della viabilità ordinaria. A Forlì risale al 1990 l’apertura del primo tratto dell’Asse di Arroccamento a due corsie, mentre il progetto ne prevedeva quattro, da Villanova al Cimitero Monumentale. Poi bisogna aspettare circa 15 anni per vedere avviati i primi lavori per due tratti di Tangenziale EST, ora già funzionanti, e qualche anno in più per mettere mano
al raddoppio e al completamento dell’Asse di Arroccamento che, una volta completato, collegherà rapidamente Villanova con le zone industriali-artigianali di Coriano e Villa Selva e viceversa. Contestualmente la Provincia di Forlì-Cesena ha approvato e finanziato i progetti per proseguire la Tangenziale est verso Predappio, fin oltre il centro abitato dei quartieri di Grisignano e Collina (sono già avviati i lavori per il tratto che congiungerà l’attuale tangenziale con la via Monda) e l’ANAS ha in corso di svolgimento la gara d’appalto per l’aggiudicazione dell’intervento che congiungerà la Tangenziale, dalla rotonda di via Mattei, con il casello autostradale. Nel giro di pochi anni Forlì recupererà un ritardo che sembrava incolmabile con una viabilità di circonvallazione moderna e funzionale, come lo è il nuovo tratto di Tangenziale est attualmente percorribile, capace anche di decongestionare le strade storiche. Per completare il quadro mancano il progetto e i fondi per la tangenziale ovest con il collegamento San Martino in Strada ospedale - Villanova. Questo è il vero obiettivo sul quale le Amministrazioni pubbliche dovrebbero far convergere la loro attività politica e amministrativa per dare risposte definitive a importanti quartieri e alla necessità di raggiungere più velocemente alcuni
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Morgagni-Pierantoni Avanguardia forlivese
servizi essenziali come l’Ospedale, o dare una viabilità adeguata a nuove strutture come il carcere. Le rotonde
La viabilità cittadina è stata notevolmente modificata e in molti casi resa più veloce per merito delle numerose rotonde realizzate in sostituzione degli impianti semaforici o per mettere in sicurezza diversi incroci particolarmente pericolosi. Fino ad una decina di anni fa la sola grande rotonda che quotidianamente consentiva la distribuzione dell’intenso traffico
Poi, come gran parte della città, lo scalo fu travolto dal passaggio del fronte. Ripartì negli anni ‘70 un significativo interesse per le sue sorti e in particolare per farlo diventare un centro vitale dell’economia romagnola. Sta di fatto che fra innumerevoli difficoltà la struttura iniziò pian piano a diventare un punto di riferimento per diverse compagnie aree che iniziavano la loro attività nel campo dei voli a basso prezzo. Allo stato attuale la situazione è estremamente critica perchè il bilancio della società di gestione, la
In alto, il complesso dell’ospedale Morgagni-Pierantoni.
proveniente da ben sei strade era l’ellisse di piazzale della Vittoria. Il luogo fu sistemato in questo modo perchè si ragionava di realizzare sul sedime del vecchio Giardino Pubblico un nuovo “Foro urbano” del quale il Monumento ai Caduti avrebbe fatto da meta. L’aereoporto fra passato e presente
Nel 1936, al momento della sua inaugurazione, l’aeroporto militare di Forlì era ritenuto, per i suoi impianti, il maggiore d’Italia.
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SEAF, fa registrare pesanti passivi. Ciò è
determinato da cause locali e nazionali, come: la mancanza di regole, se non quelle imprevedibili del mercato, la mancanza di una programmazione dell’attività degli aeroporti a livello regionale e nazionale, oltre alla totale assenza, a questo punto diventata vera e propria latitanza, di comuni come Ravenna, Cesena e di quelli della costa come Cervia e Cesenatico che ne potrebbero trarre un grande vantaggio convogliando sul Ridolfi i voli turistici.
Il 17 gennaio 2004, è stato inaugurato il nuovo padiglione Morgagni, all’interno dell’ospedale Morgagni-Pierantoni di Vecchiazzano, al termine di un percorso condiviso per circa due anni da professionisti, Azienda Usl, cittadini ed enti locali. Si tratta di una struttura innovativa sia sotto il profilo architettonico e tecnologico, sia per la filosofia sottesa alla sua costruzione, tanto da costituire un punto di riferimento non solo per Forlì, ma a livello nazionale. L’apertura del nuovo Morgagni, che si estende per 62 mila metri quadrati, di cui 2.154 dedicati al Pronto Soccorso, grazie all’impegno del dottor Massimo Pieratelli e dei professionisti che l’hanno affiancato è stata un’opportunità per ripensare l’intera organizzazione, innovando i percorsi assistenziali e creando percorsi differenziati tra pazienti acuti e non acuti. Nel nuovo Morgagni le vecchie divisioni scompaiono: il posto letto non è più il parametro di riferimento, sostituito da processi di diagnosi e cura che seguono percorsi integrati, con le tipologie di degenza adattate all’intensità di cura e all’assistenza richiesta. Nel marzo 2006 è stata inaugurata l’U.O. di Senologia, che negli anni ha conosciuto un costante sviluppo. Nel 2008, per esempio, l’unità ha trattato 400 nuovi casi di tumori alla mammella, 100 in più rispetto al 2007. Sempre nello stesso anno sono stati aperti il reparto di Neonatologia di secondo livello, per assistere i neonati con patologia di gravità intermedia e l’U.O. di Endocrinologia e malattie Metaboliche, dotata di sei posti letto. Dal 2007, il fiore all’occhiello del Morgagni- Pierantoni è il parto senza dolore in epidurale, che ad oggi ha raggiunto un numero di 434 analgesie epidurali su 2727 parti. Notevole l’investimento tecnologico effettuato in questi ultimi anni. Le attrezzature più avveniristiche sono il robot chirurgico Leonardo Da Vinci, in funzione da Marzo 2007, che consente una maggiore precisione d’intervento, e la scatola nera per monitorare, registrare e visualizzare tutto ciò che accade durante un intervento chirurgico. Un percorso unico in Italia è poi il sistema informatizzato per la gestione del farmaco in monodose, attraverso l’utilizzo di codici a barre. L’Ospedale dispone anche di due risonanze magnetiche Pet-tc e di un analizzatore del campo visivo Matrix, che permette una diagnosi molto precoce del glaucoma. Insomma, un ospedale che ha saputo e sa costantemente mettersi al passo con i tempi. (F.L.)
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Buone Feste
Qui a fianco, una delle rotonde che caratterizzano la nuova viabilità cittadina.
Aree che cambiano volto
Nel frattempo nel corso di questi ultimi dieci anni la città ha saputo creare attorno all’aeroporto e in base alla sua presenza un vero e proprio Polo Tecnologico Aeronautico con ampie possibilità di sviluppo. Il Polo è caratterizzato dalla nuova sede dell’Istituto Tecnico Aeronautico “Francesco Baracca”, dalla sede nazionale per la formazione dei controllori di volo dell’ENAV e dalla seconda Facoltà di Ingegneria dell’Università di Bologna. Tutte queste realtà hanno possibilità di consolidarsi e addirittura di ampliarsi; è il caso dell’ENAV che ha già avviato i lavori per dotare la scuola di ulteriori laboratori, oltre a spazi per lo studio
e la formazione. Così pure della Facoltà di Ingegneria per la quale il Comune di Forlì ha ormai completato le procedure per la costruzione di una moderna e grande struttura capace di ospitarne i laboratori. Nello stesso tempo SEAF ha approvato un nuovo piano industriale che prevede obiettivi ambiziosi come l’apertura ai privati nella gestione; l’avvio di una scuola di formazione per i piloti su un terreno già acquistato dal Comune; la possibilità di realizzare strutture capaci di ospitare officine dove poter sottoporre gli aerei, anche di compagnie che di solito non fanno scalo in città, alle manutenzioni programmate. IN
Irst: a Meldola ha sede l’eccellenza Forlì ha una vera eccellenza, riconosciuta a livello internazionale. E’ l’IRST di Meldola, Istituto Scientifico Romagnolo per lo studio e la cura dei tumori. La nascita della struttura nel 2007 ha prodotto uno dei cambiamenti più importanti nell’ambito oncologico. Come ha ricordato durante il taglio del nastro il professor Dino Amadori, direttore scientifico del polo, è il risultato di “un lungo e faticoso lavoro, reso possibile da una virtuosa sinergia fra settore pubblico e privato”. Il centro ha come punto di forza la ricerca traslazionale, che consente la più rapida applicazione clinica delle ricerche scientifiche, ed è parte costitutiva di una rete integrata e collegata per via informatica. Il professor Amadori ha anche ricordato i meriti dello Ior, Istituto oncologico Romagnolo, nella realizzazione dell’Irst: “In 30 anni ha profondamente inciso sul territorio, non solo mettendo a disposizione fondi per la ricerca e favorendo la collaborazione fra gli oncologici, ma anche diffondendo una cultura di solidarietà sociale. E l’Irst nasce proprio dalla solidarietà di tutti”.
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Di lavoro per gli anni a venire ce n’è ancora tanto ma nell’ultimo decennio, a Forlì, diverse zone hanno cominciato a cambiare il proprio volto. Si tratta, in particolare, di spazi dalla forte valenza pubblica, ma dismessi in corso di recupero. L’attenzione cade inevitabilmente sull’ex Mangelli, l’ex Forlanini e l’ex Cantina sociale. Tre aree non completamente interne al centro storico, ma annesse in maniera molto sensibile. Aree che avrebbero potuto dare - e ora, quando saranno conclusi i lavori, daranno alla città -, un impatto molto diverso per il futuro. Lavori cominciati ma non ancora giunti a termine: si tratta di zone con problematiche di connessione col cuore pulsante cittadino, di appeal estetico e, non ultimo, di “composizione architettonica”. Per il vastissimo spazio dell’ex Mangelli ad esempio, che si estende su 131.632 metri quadrati, è stata sostanzialmente portata a termine la bonifica dall’amianto e in futuro oltre 30mila metri quadrati diventeranno un’area verde. L’altro spazio che ha completamente cambiato l’assetto urbanistico è inevitabilmente il San Domenico. La zona ha raggiunto un livello di accessibilità molto alto, ha creato nuovi percorsi, è tornata a nuova vita. Il nodo da risolvere perché questa fetta di Forlì raggiunga ancora quell’appeal che le manca rimane piazza Guido da Montefeltro. Interventi significativi già efficacemente portati a termine hanno interessato l’edificio del Monte di Pietà in corso Garibaldi, oggi sede della Fondazione Cassa dei Risparmi. Cominciati nel gennaio 2005 e conclusi due anni dopo i lavori hanno riguardato diversi ambiti progettuali, dal risanamento conservativo alla nuova dotazione di impianti tecnologici. L’intervento è stato affidato alle capacità dell’architetto forlivese Roberto Gherardi e di un composito team di professionisti. (L.S.)
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Applaudire | Arte e spettacolo
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Il decennio della
Cultura
testo Roberta Brunazzi - foto Giorgio Sabatini
Una nuova identità, legata all’arte e allo spettacolo, ha caratterizzato gli anni 2000. Mai come in questo periodo la città è rinata sotto l’aspetto culturale, grazie al teatro, alle ristrutturazioni di edifici storici e, anzitutto, all’apertura del San Domenico, che ha trasformato Forlì in una nuova meta del turismo internazionale.
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Che Forlì non sia propriamente inserita tra le città d’arte codificate dalle guide turistiche è un fatto. Niente stella nella guida del Touring Club per il “cittadone” romagnolo, descritto come “capoluogo di provincia che sorge sulla via Emilia, in fertile plaga agricola, dove le valli appenniniche del Montone e del Rabbi sboccano nella piana”. Visto con gli occhi del Touring parrebbe un paesone disseminato di malghe e campi coltivati, luogo perfetto per un picnic o un’abbuffata di prodotti tipici (sui cibi sì le guide si soffermano, inebriate dal profumo della piadina e del Sangiovese) ma poco di più. In questo “cono d’ombra” dal sapore provinciale, limitante e tranquillizzante al tempo stesso, Forlì ha lungamente vivacchiato. E non poteva essere altrimenti: prepotentemente sotto i riflettori negli anni del Ventennio, quella che fu la Città del Duce si è poi trovata a gestire un’ingombrante memoria storica legata alla guerra e alla dittatura.
Internazionale delle Scienze Preistoriche e Protostoriche (1996), il Convegno sul Romanzo, che portò in città i massimi esperti internazionali nel campo della narrativa. Era il 1999. E qui si apre il decennio che andiamo a prendere in esame. Dieci anni importan-
Tentativi di affrancarsi dal passato e di af-
ti per lo sviluppo culturale cittadino, sul
fermare una nuova identità si mettono in
fronte delle iniziative e dei nuovi “conteni-
evidenza negli anni Novanta, affidati ad
tori” messi a disposizione. Sono questi gli
eventi di livello decisamente sovra-comunale (anche se molti forlivesi non se ne resero subito conto), come la celebrazione del Quinto Centenario della morte di Melozzo (1994), il Congresso dell’Unione
anni in cui la città fortifica il suo rapporto col Polo Universitario: crescono i corsi di laurea e aumentano gli studenti, si avvia il progetto del Campus, proprio nel cuore del centro storico.
In alto, Riccardo Muti e l’Orchestra della Scala al concerto di inaugurazione del Diego Fabbri, nel novembre 2000. In apertura, coda all’ingresso del San Domenico durante la mostra su Canova del 2009.
Franco Fabbri e Valeria Giunchi, deus ex machina del Diego Fabbri Il teatro Diego Fabbri nel 2010 taglia il traguardo dei 10 anni: risale infatti al 2000 l’inaugurazione della sede nella struttura di corso Diaz. Un evento unico, Riccardo Muti e la Filarmonica della Scala a Forlì, che catalizzò tutta l’attenzione della città. Franco Fabbri, direttore del Teatro, è diventato ormai un’istituzione. “Il bilancio di questo decennale è più che positivo - racconta. L’emozione più grande riguarda il lavoro svolto con i ragazzi legato prima alle iniziative Club Giovani e oggi anche in Abbonamento studio. Oltre 500 giovani abbonati sono il punto d’arrivo di un percorso iniziato 10 anni fa, quando abbiamo riaperto il teatro”. L’amore per la cultura scoppiato in città dopo il percorso “educativo” svolto dal teatro, ora spazia dalla prosa, alla danza, all’Operetta. “Per la prosa siamo arrivati alla sesta replica degli spettacoli che mettiamo in cartellone e nelle ultime stagioni è esplosa la passione per la danza. Partecipano tutte le cinque scuole di danza cittadine e il teatro registra il tutto esaurito” continua il direttore. Il percorso pluriennale compiuto raccoglie frutti anche nelle graduatorie nazionali che, per quanto simboliche, racchiudono significati importanti. Conclude Fabbri: “Il nostro teatro si piazza al terzo posto in Regione e al 34° a livello nazionale tra le realtà più importanti, ossia quelle con oltre 500 posti”. Il Diego Fabbri è diventato grande. (L.S.)
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VITARIV: un’altra annata di eccellenza. La Gestione Interna Separata VITARIV è il motore finanziario delle polizze rivalutabili Allianz. Un portafoglio diversificato di attività finanziarie, gestito con l’obiettivo di minimizzare il rischio e offrire stabilità dei rendimenti nel lungo periodo. Negli ultimi 5 anni la Gestione Interna Separata VITARIV ha costantemente ottenuto un rendimento lordo superiore al 5%. Il rendimento del VITARIV non teme confronti, nemmeno rispetto alle principali Gestioni Separate presenti sul mercato.
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GENERALI GESAV
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4,73%
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4,00%
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0543.766722 v. Garibaldi 1, Castrocaro T. 0543.983021 p.za Fratti 2, Civitella 0543.970247 p.za Matteotti 2, S. Sofia
0543.743727 p.za Garibaldi 16, Forlimpopoli 0543.923463 v.le Matteotti 42/A, Predappio 0543.490711 v. Roma 16, Meldola
A fianco, una fase dei restauri dell’ex Monte di Pietà. In basso Michele Minisci patron del Naima.
Naima: la casa del Jazz Un punto di riferimento per gli amanti della musica che resiste al trascorrere del tempo e delle mode c’è. È il Naima club, storico locale di via Somalia, nato nel 1983. Dopo un decennio di attività in diverse strutture sparse per la città, dal Ciaika alla Vecchia Stazione, e una schiera di fans sempre più grossa, il grande salto di qualità arriva nell’ottobre del 1995 quando venne inaugurato il nuovo Naima, presso la sala polivalente della Coop Taverna Verde, già mitica sala cinematografica d’essai, balera, sala da tombola. Vinicio Capossela finiva di fare il suo sound cheek e i fabbri e i falegnami terminavano le ultime rifiniture prima dell’apertura. I numeri di uno dei più importanti club musicali del panorama italiano parlano chiaro: più di 5.000 musicisti ospitati, circa 255.000 presenze, circa 8.000 soci, che rinnovano ogni anno la tessera. In Italia ci sono solo altri due club che possono vantare questa longevità: l’Alexander Platz di Roma e le Scimmie di Milano. Parliamo di musica dal vivo di qualità, una miscela di jazz, blues e rock dai profumi e dai sapori che nessun racconto può descrivere, bisogna averli vissuti. Chet Baker, Enrico Rava, Paolo Fresu, Nicola Arigliano, Antonello Salis, Lelio Luttazzi, Miroslav Vitous, Vinicio Capossela, Sergio Caputo, Avion Travel, Paolo Belli, Max Gazzè, Mario Biondi, Mauro Pagani, impossibile elencare tutti i grandi nomi che hanno illuminato le sere di Forlì. E il Naima per festeggiare il suo quarto di secolo è diventato anche un libro. Così lo scrittore Carlo Lucarelli racconta il locale forlivese nella prefazione de La notte che bruciò il jazz: “Il jazz non potrebbe esistere senza i suoi luoghi. Mi verrebbe quasi da dire che i posti in cui si fa, si condivide il jazz, sono come dei templi.Bene, questa è la storia di uno di quei templi. Che si chiama, guarda un po’, proprio Naima, e si trova a Forlì”. (L.S.)
Sotto i portici della piazza comincia a girare gente di tutti i colori: l’omino delle castagne e il venditore del Luneri di Smembar si trasformano in un ricordo e la città si prepara ad affrontare il nuovo millennio. Inaugurando opere nuove, non senza polemiche. Rovente fu quella scatenata, nell’estate 1999, dalla pensilina dei bus in piazza Saffi, di fronte al palazzo delle Poste, subito ribattezzata dai detrattori “pensilona”. Uno sfregio alla cartolina di San Mercuriale - si disse - un pugno nell’occhio di chi, arrivando da via delle Torri, poteva un tempo abbracciare con lo sguardo la facciata dell’abbazia, il campanile e il chio-
stro. La polemica estetico-architettonica si riversò con enfasi sui giornali locali, finché qualcuno intervenì nel dibattito facendo notare che, se i problemi dei forlivesi erano limitati alla pensilina, in città si poteva davvero stare tranquilli. Accolta dai favori di pubblico e critica fu invece la prima importante inaugurazione del nuovo millennio, quella del nuovo teatro Diego Fabbri, riaperto ufficialmente al pubblico nel novembre 2000 con un concerto dell’Orchestra Filarmonica della Scala, diretta da Riccardo Muti. Al fianco del comunale ci sono le sale private cittadine, fondamentali per lo sviluppo
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La rinnovata sede della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, inaugurata a fine 2007. Sotto, Piergiuseppe Dolcini alla guida dell’Istituzione.
10 anni di attività, in sintesi, della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì
culturale di Forlì: Il Piccolo con le rassegne d’avanguardia e le produzioni di Accademia Perduta/Romagna Teatri; il Testori del Teatro dell’Arca ed Elsinor; la sala multimediale San Luigi, anch’essa inaugurata nel 2000. Si affacciano poi negli anni altri spazi - l’Ex Filanda, i Magazzini Interstock, la Fabbrica delle Candele - pronti a fare la propria parte. E in questo humus le compagnie teatrali prolificano, dal classico alla ricerca, dal dialettale al musical. Non di solo teatro, però, vive la città. Un posto di primissimo piano nella program-
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mazione culturale forlivese lo occupa, da cinque anni a questa parte, l’arte figurativa. Il merito va al San Domenico, strepitoso
contenitore di mostre e della Pinacoteca Civica, restaurato dal Comune e inaugurato nel 2005 con un’esposizione dedicata al pittore forlivese del primo rinascimento Marco Palmezzano. Quando la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì presentò l’idea non erano in molti a credere che l’investimento fatto, in termini economici e organizzativi, avrebbe portato i risultati sperati. Invece il timido
Negli ultimi dieci anni di attività, la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì ha investito nello sviluppo del territorio oltre 80 milioni di euro, contribuendo in maniera significativa a quella crescita - soprattutto sul piano della valorizzazione dei beni culturali, della formazione e dell’erogazione dei servizi alla persona, a partire da quelli socio-sanitari - che ha portato la città in testa alle classifiche italiane del BIL, ovvero del benessere medio. Da sempre Ente erogatore di risorse, la Fondazione è ora un soggetto progettuale attivo. Per questo, accanto al sostegno alle iniziative del territorio, ha sempre più rilievo lo sviluppo dei progetti “propri”. In ambito culturale la Fondazione ha, ad esempio, promosso, a partire dal 2006, 4 mostre di grande qualità presso i Musei San Domenico (su Palmezzano, Lega, Cagnacci e Canova) capaci di portare in città oltre 350.000 visitatori, mentre in quello della ricerca scientifica ha accompagnato la crescita del polo universitario forlivese fino a dare vita, lo scorso anno, alla società strumentale “Romagna Innovazione” volta a favorire il trasferimento tecnologico dal mondo accademico al sistema delle imprese. In campo sanitario si segnala - oltre al costante sostegno all’IRST di Meldola - la donazione all’ospedale Morgagni-Pierantoni di attrezzature all’avanguardia come la PET-CT a 16 strati, 2 risonanze magnetiche nucleari (una aperta ed una chiusa) ed il robot chirurgico Da Vinci, mentre in ambito socio-assistenziale va ricordato l’accordo quadriennale con l’amministrazione comunale per il potenziamento dei servizi di assistenza domiciliare agli anziani. Sul fronte dello sviluppo locale vanno infine ricordati almeno il progetto “Territori dell’accoglienza” (volto alla realizzazione di 89 alloggi a canone calmierato) ed il recupero del Palazzo del Monte di Pietà, acquistato proprio nel 1999 e restituito alla città quale luogo deputato al confronto sul suo futuro, alla fine del 2007.
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nita. Non ci sono limiti alla scelta: manubri, sel-
petenti, Gabriele Limarzi e Dennis Zavoli, che
le, pedali, ruote, mozzi, serie sterzo resistenti
hanno deciso prima di colmare un vuoto nel pia-
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neta delle biciclette elettriche, poi di spaziare an-
risultano essere pezzi unici targati e numerati.
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Palmezzano, sconosciuto ai più, attirò al San Domenico 52mila persone. Un numero iperbolico cresciuto con le esposizioni successive, Silvestro Lega, Guido Cagnacci fino ad Antonio Canova, riuscito a portare i visitatori ben oltre la soglia dei 100mila. Sono arrivati in pullman, sono scesi agli hotel del centro, hanno girato in gruppo
Massimo Foschi, ovvero dal vendere al “fare” i libri A Forlì scrivi libro e leggi Foschi. Un nome che risveglia una mai appagata sete di sapere. E se la mente delle generazioni più attempate volge alla prima libreria di corso della Repubblica, il pensiero dei più giovani si proietta al Mega e al nuovissimo Ozio. Ma non solo. Dal 2001 Foschi è anche casa editrice. Agli albori del terzo millennio nasce infatti Experta, società specializzata nell’editoria professionale e destinata a un luminoso avvenire. A far breccia sul mercato (Experta vanta oggi un catalogo con ben 300 titoli) è la metodologia innovativa con cui viene affrontata la letteratura tecnica. “Ai classici ‘tomoni’ universitari dichiara il titolare Massimo Foschi -, abbiamo preferito volumi dal taglio assertivo, redatti da autori di assoluta eccellenza. Fior di magistrati, avvocati, commercialisti, ufficiali di polizia, abituati a operare non in ambito accademico ma nella quotidianità professionale.” Sull’onda del successo, nel 2004 si spalancano nuovi orizzonti. Da una costola di Experta nasce Foschi Editore, un marchio che promuove e lancia verso il firmamento letterario scrittori esordienti, soprattutto locali. Ai testi di narrativa tradizionale si affiancano volumi caratterizzati da originali commistioni di generi e linguaggi. E anche la saggistica è improntata alla novità. “L’imperativo categorico - chiosa Foschi - è quello di dar vita a un “sistema culturale per tutti”, con testi a carattere prevalentemente divulgativo che uniscano la rigorosità dei contenuti a una scrittura accessibile e accattivante.” (F.M.)
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per piazza Saffi: lo sguardo ammirato dei turisti, anche stranieri, ha cambiato il modo di guardare Forlì da parte dei forlivesi stessi. È stato questo, forse, il salto di qualità più significativo in campo culturale e sociale vissuto dalla città in questi anni. La Fondazione è stata motore di un risveglio in campo artistico, passato attraverso il San Domenico e non solo. Anche il palazzo dell’ex Monte di Pietà, divenuto sede dell’ente, ospita oggi mostre aperte a tutta la città. Infine ci sono gli innumerevoli sodalizi che da anni organizzano rassegne, festival, iniziative di vario genere. Nel variegato mondo d’associazioni e cooperative si sviluppano fermenti che impegnano le risorse volontarie di molti, operatori nel concreto dello sviluppo culturale forlivese. Perché come diceva Mattia Moreni il vero lavoratore è il dilettante, cioè colui che svolge un’attività “per suo diletto”. IN
In alto, la sala del San Domenico durante la rassegna del 2008 su Guido Cagnacci.
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Il Nespoli conquista i “Tre bicchieri” Conquista la giuria del Gambero Rosso e ottiene il riconoscimento più prestigioso. Il Sangiovese di Romagna Superiore Riserva 2006 il Nespoli è entrato nel gotha dei rossi conquistando i ‘Tre bicchieri’. La giuria della “Bibbia dei vini” è stata rapita dal rosso intenso, brillante, dal profumo ampio e persistente e dal gusto morbido del fiore all’occhiello del “sangue di Giove”. Lo scorso ottobre a Roma la famiglia Ravaioli, proprietaria di Poderi dal Nespoli dal 1929, ha ricevuto il prestigioso riconoscimento che da sempre è volano per i migliori vini d’Italia. La storica azienda vitivinicola, ubicata tra le dolci colline di Civitella
di Romagna, ha da poco rafforzato la propria presenza nel mondo dell’eccellenza, stringendo alleanza con il gruppo MGM- Mondo del Vino nelle persone di Alfeo e Marco Martini. “Il premio non è un punto di arrivo, ma di partenza – spiega Fabio Ravaioli, responsabile commerciale della Poderi dal Nespoli – Il riconoscimento ci spinge a fare ancora meglio e a puntare, oltre che ai migliori ristoranti e alle migliori tavole, al mercato estero”. Rimane invariata la produzione: i poderi sono distribuiti su due vallate estremamente vocate, Nespoli e Predappio e l’esposizione ai raggi del sole della felice ubicazione garantisce la perfetta
maturazione delle uve. Il Sangiovese nasce sotto l’occhio esperto dell’enologo Giuseppe Caviola e di Celita Ravaioli responsabile di cantina. La famiglia Ravaioli, con Giovanni Romanini socio e amministratore e il nuovo connubio con MGM - Mondo del Vino vede nel premio del Gambero Rosso un riconoscimento per il rinnovamento sempre in atto della propria azienda vitivinicola, corroborato da un pluridecennale amore per il buon vino. Una storia di passione alle spalle e uno sguardo verso il futuro, sono questi i segreti dell’eccellenza del Sangiovese di Romagna superiore Riserva 2006.
Villa Rossi, 50 - 47012 Nespoli (FC) - Tel. 0543.989637 - Fax 0543.989247 - www.poderidalnespoli.com - info@poderidalnespoli.com
Scrivere | Informazione e giornalismo
Da internet al
“Circolo”
testo Leda Santoro - foto Giorgio Sabatini
Nuove testate, ma soprattutto l’ingresso di internet hanno caratterizzato gli ultimi anni dell’informazione locale. Voci ulteriori per la stampa forlivese che ha visto nascere anche una vera e propria “casa”, quel “Circolo” che dal dicembre 2006 vede arrivare in città grandi voci del giornalismo.
Tre momenti che hanno segnato l’”avventura” del Circolo della Stampa. A sinistra l’inaugurazione nel dicembre 2006, al centro e a destra il primo compleanno.
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La “casa” dei giornalisti forlivesi dal dicembre 2006 è il Circolo della Stampa. Ha una sede, proprio nel cuore del centro storico, in via Marcolini 4, un presidente: Roberto Zoli, e un Consiglio di professionisti affermati nel mondo dell’informazione e della comunicazione. “Un organismo aperto, una realtà operativa, una struttura in cui trovarsi e ritrovarsi in amicizia, portando idee e proposte”, questa la mission. Il Circolo, senza scopo di lucro organizza iniziative volte a promuovere momenti di riflessione e crescita per gli operatori del settore e, in maniera più ampia, per tutta la comunità. Tanti gli ospiti giunti a Forlì nel corso di questi anni: da Toni Capuozzo ad Antonio Caprarica, da Maurizio Belpietro a Marco Travaglio, solo per citarne alcuni. Nel mondo della carta stampata anche a Forlì nell’arco di quest’ultimo decennio è arrivata “la Voce”, quotidiano ormai diffuso in tutta la Romagna. È nato il bimestrale ‘Mia’, dedicato in particolare alle lettrici; e il pianeta radiofonico ha consolidato la sua offerta. Radio Bruno, ad esempio, è giovane ma continua a raccogliere consensi,
grazie anche all’appuntamento, diventato centrale per il pubblico forlivese, del grande “concertone” estivo. Una realtà che nell’ultimo periodo ha radicalmente cambiato il volto dell’informazione cittadina è quella dei siti web. “RomagnaOggi”, portale di news che attualmente conta tra i 12 e i 14mila utenti unici giornalieri, è nato nel 2004 su iniziativa del giovanissimo, direttore, Marco Di Maio. “È un mondo che si è estremamente sviluppato nel corso degli anni - racconta il giornalista -. La diffusione su Forlì è molto importante, ma siamo presenti anche nelle altre città romagnole. Un nostro obiettivo dichiarato è abbattere i ‘campanilismi’ che ancora dividono i nostri poli cittadini”. E da aprile 2008 in 40 locali della Provincia basta alzare gli occhi per leggere nei monitor le notizie di “RomagnaOggi” aggiornate in tempo reale. Anche il quotidiano più letto e diffuso nella nostra Provincia, il “Resto del Carlino”, dall’estate del 2008 ha aperto un portale interamente dedicato alle informazioni di Forlì, aggiornato minuto per minuto che, fin dalla sua nascita, vede una costante crescita di utenti. IN
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Riscoprire | Turismo e territorio
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Un territorio da
Sviluppare
testo Mariavittoria Andrini - foto Giorgio Sabatini
Le eccellenze storiche, naturali, gastronomiche. E la riscoperta del “benessere” termale. Sono anni importanti per la crescita di Forlì e del suo comprensorio sotto l’aspetto turistico. Un percorso su cui investire, promuovendo l’offerta ricettiva e insistendo su nuovi “turismi” che hanno in questo territorio un “unicum”.
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Palazzo Varano, sede del comune di Predappio, mirabile esempio di architettura razionale. In apertura, passeggiata nel borgo di Bertinoro, intramontabile meta del turismo romagnolo nell’entroterra.
Per tantissimi anni, verrebbe da dire quasi da sempre, il turismo romagnolo è stato identificato nella sola riviera adriatica. Dal 1992 però, anno di costituzione della provincia di Rimini e di contemporaneo cambio di denominazione della provincia di Forlì in Forlì-Cesena, il turismo di questa storica fetta di Romagna si è “delitoralizzato”: la sua componente marittima è rimasta, ma sullo sfondo (si pensi a Cesenatico), risultando necessariamente privilegiato l’entroterra forlivese e cesenate, con tutte le ricchezze che è in grado di offrire. In modo estremamente efficace la provincia di Forlì-Cesena ha scelto come slogan del proprio portale dedicato al turismo “Il cuore verde della Romagna”: efficace perché presenta il territorio e le sue molteplici attrattive integrandole, in un’operazione che ha una sua correttezza anche culturale, ad una sorta di network dell’Italia centrale formato dalla Toscana, dall’Umbria e dalle Marche. Una linea diretta di continuità con il bello (nella natura, nei monumenti, nel cibo), filo conduttore di una vacanza all’insegna del relax e della cultura. Il bacino dei potenziali visitatori si è progressivamente ampliato nel corso degli ultimi anni ed è destinato ad espan-
I nuovi pellegrini tra fede e luoghi dello spirito Le persone hanno ricominciato a camminare verso cattedrali, eremi, basiliche: potrebbero essere considerati pellegrini moderni, ma il motivo del loro viaggio non è solo la fede; la spinta principale proviene dalla ricerca di un patrimonio culturale e di tradizioni popolari, oltre che dalla voglia di evadere dalle banali e affollate mete turistiche. Ne è un esempio mondiale il Cammino più famoso che attraversa la Spagna per raggiungere Santiago de Compostela, ogni anno frequentato da migliaia di credenti, curiosi e viandanti. Ne sono esempi locali il Cammino di San Vicinio, nato nel 2008 in occasione del millenario della Cattedrale di Sarsina e il Cammino di Assisi che parte da Dovadola, dal Santuario di Monte Paolo e, attraverso le valli del Montone, del Rabbi e del Bidente, raggiunge la Toscana e poi le pendici del Monte Subasio dove si trova la città di San Francesco. Il territorio forlivese vanta altre importanti mete, conosciute e apprezzate per il loro valore storico e religioso. Si possono citare il Duomo e San Mercuriale, emergenze del centro cittadino. Mentre nelle vallate, per ricordare le più importanti, sono preziose testimonianze San Donnino in Soglio (nella foto), nel comune di Rocca San Casciano, l’abbazia di Sant’Ellero raggiungibile con una Via Crucis da Galeata e l’abbazia di San Benedetto in Alpe, nell’alta val Montone al confine con la Toscana. (M.R.)
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I percorsi ciclistici, cittadini e nell’immediato entroterra forlivese, offrono un’interessante alternativa per una “scampagnata”. A fianco la basilica di San Vicinio a Sarsina, meta turistica religiosa di prim’ordine nel territorio.
dersi ulteriormente nell’immediato futuro, anche perché l’offerta e la sua qualità sono notevolmente cresciute. Le ragioni di questo sviluppo si possono identificare in numerose azioni promosse sia dal settore pubblico che dal privato e da una maggior presa di coscienza delle potenzialità del territorio che non erano mai state prese in considerazione. A cominciare dal sistema dei trasporti: è innegabile che oggi è più facile arrivare nel forlivese rispetto a solo dieci anni fa. Il decollo dell’aeroporto Ridolfi di Forlì favorisce l’incoming estero, ma non solo (si pensi alle rotte sul Sud dell’Italia), anche in ragione del proliferare del volo “lowcost”, che permette a molti di fruire di un break anche al di fuori del tradizionale periodo feriale, a costi particolarmente contenuti. Ad attendere i vacanzieri un’offerta che può contare su 2883 esercizi ricettivi fra
strutture alberghiere, case per ferie, B&B, agriturismi, campeggi, ostelli ed alloggi di privati in affitto, capaci di 78.384 posti letto: di questi il 25% o giù di lì - ed il dato, a ben vedere, non è da poco - si colloca in località non costiere (185 strutture nel solo forlivese). Forte attrattiva per il turista sono anche i prezzi: nel 2008 il costo
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medio di pernottamento in albergo, in camera doppia (la tipologia di sistemazione più ricercata) è stato di poco più di 81 euro, un dato non solo assolutamente competitivo, ma anche sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente (Dati ufficiali relativi all’intera provincia ForlìCesena). Ma dove va il turista che sceglie il territorio forlivese? Quali sono le sue destinazioni
preferite? Senz’altro il punto forte dell’offerta turistica è la sua capillarità, la presenza diffusa nel territorio di molteplici e spesso diversi punti di interesse, ciascuno con una propria vocazione. In questi ultimi dieci anni è cambiata totalmente l’offerta turistica e, in molti casi, addirittura inventata di sana pianta. Nessuno avrebbe scommesso un soldo su una probabile Forlì città d’arte. Invece, oggi, anche i palati più raffinati non possono che confermare questa definizione. La città, infatti, si è ormai inserita, dopo tanti anni di oblio, nel circuito nazionale e internazionale. Due sono i motori principali di questa scoperta vocazione. In primo luogo la costituzione e la crescita del polo museale di San Domenico a partire da fine 2005, propostosi con un crescendo di esposizioni, che hanno inserito a buon
In bici tra città e campagna Forlì si attrezza. Le piste ciclabili stanno aumentando. Nel territorio comunale i chilometri di asfalto riservati alle due ruote sono 79,54: nel 2008 erano 72,64 e nel 2007 “solo” 50,41. Nella classifica di Legambiente sull’Ecosistema Urbano, stilata in base ai chilometri di piste per abitante, Forlì è al 9° posto, alle spalle della capolista Sondrio e di città come Ferrara e Modena ma davanti a Ravenna e Rimini. I tratti urbani più lunghi sono quelli di viale dell’Appennino che misura 4,2 km e quella che affianca viale Roma e prosegue sulla via Emilia nel quartiere Cava. La più interessante delle ciclabili resta però la linea mista di sterrato e asfalto lunga 12 chilometri che permette di raggiungere Castrocaro Terme e che a sud della via Emilia collegava San Martino in Villafranca. In questi mesi sono previsti nuovi lavori. Dall’estate prossima sarà possibile pedalare fino alla città termale eludendo il passaggio sulla trafficata via Firenze ed entro fine anno si potrà percorrere per intero l’argine del fiume. Al lato opposto della città, verso Cesena, la nascita prossima del Parco Fluviale dei Meandri del Fiume Ronco comporterà la creazione di un percorso che dal Ronco Lido, in una decina di chilometri, consentirà di raggiungere l’abitato di Meldola. Questo progetto al momento è ancora lontano dall’essere realizzato, in alternativa si può pedalare nella stessa direzione sulla nuova ciclabile che da Carpena corre parallela all’ex Strada Statale Bidentina. (M.R.)
diritto il complesso nella mappa dei più importanti luoghi di fruizione culturale in Italia e all’estero. Inoltre, la finalmente realizzata proposizione, dopo anni di colpevole esitazione, degli esempi più alti, a livello artistico ed architettonico, del razionalismo: edifici pubblici e privati e impianti urbanistici concepiti durante il Ventennio di mussoliniana memoria, secondo uno stile connotato da caratteri di classicità e modernità, di cui abbondano ovviamente le tracce, anche artisticamente pregevoli, nella terra natale del Duce. Percorsi dedicati “snodati” fra Pre-
Sasso Fratino, 50 anni di tutela integrale
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Grazie Antonio
Era il 1959 quando un nucleo di 110 ettari di foresta tra la Toscana e l’Emilia Romagna venne precluso al libero accesso con un atto interno dell’Azienda di Stato per le Foreste Demaniali. Nel 1971 tale regime trovò riscontro in un decreto ministeriale, con cui si ampliò l’area agli attuali 764 ettari. Nacque così la Riserva Integrale di Sasso Fratino, zona a tutela speciale in cui è vietato l’accesso, salvo che per motivi scientifici, ed è precluso ogni tipo di intervento, di sfruttamento e mantenimento del territorio e del sottobosco da parte dell’uomo. La foresta cresce in una sorta di condizione primordiale, popolata da specie vegetali e animali rare che in questo angolo trovano riparo dall’eccessiva antropizzazione del territorio. Il terreno è impenetrabile, caratterizzato da un assetto morfologico segnato da fossi, torrenti, crinali e affioramenti di roccia. Dal 1993, anno di istituzione del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, la Riserva Integrale rappresenta il cuore incontaminato dell’area protetta che si distende su una superficie di 36843 ettari e si divide tra le province di Forlì, Arezzo e Firenze. Il bosco misto è l’ambiente dominante della Riserva, con abeti bianchi, faggi e specie quali il frassino maggiore, l’olmo montano, il ciliegio, il tasso, il tiglio e l’acero. La fauna selvatica è formata da cervi, caprioli e cinghiali, affiancati da carnivori quali il tasso, la donnola, la puzzola e il lupo appenninico. Tra le presenze più singolari e rare, si annoverano un rapace, l’aquila reale, che nidifica in un’area poco distante dai confini di tutela, due anfibi, la salamandra e il geotritone, e un crostaceo, il gambero di fiume, prezioso indicatore dell’alta qualità dell’acqua in cui vive. (M.R.)
Scorcio delle colline che sovrastano la località della Fratta, le cui terme hanno riaperto nel 2007. A fianco l’ingresso del Grand Hotel Terme di Castrocaro.
dappio, Forlì e Castrocaro, manifestazioni promozionali e la realizzazione del libro sul razionalismo dell’architetto Ulisse Tramonti, hanno contribuito, negli ultimi anni, a far conoscere il patrimonio storico di questo territorio. Altro fiore all’occhiello è il turismo gastronomico. La Romagna, da sempre considerata depositaria del “buon mangiare”, con la nascita di Casa Artusi a Forlimpopoli nel 2007, ha avuto una vera e propria consacrazione. Anche la Provincia si è data da fare creando l’associazione “Strada dei Vini e dei Sapori dei Colli di Forlì-Cesena” composta da oltre un centinaio di imprese private, associazioni ed enti pubblici nata per promuovere il patrimonio, dalle risorse naturali a quelle eno-gastronomiche, del territorio. Poi la modificata offerta termale che è passata da un termalismo classico a veri e propri percorsi di benessere adatti ad un pubblico più giovane e che vuole tenersi in forma in ogni momento dell’anno. Le storiche
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Terme di Castrocaro ne sono un esempio.
Ma ancora più significativa è l’apertura delle Terme di Fratta, avvenuta due anni orsono, che si sono proposte come parte integrante del territorio: Bertinoro, divenuto polo universitario e importante centro per convegni e soggiorni di ricerca e Forlimpopoli, patria indiscussa della gastronomia nazionale e sede dell’evento “Settimana Artusiana”, giunto alla sua tredicesima edizione, dedicato, appunto, a Pellegrino Artusi. In questa offerta integrata il pubblico interessato diventa più ampio garantendo una presenza spalmata in tutti i mesi dell’anno. Nel corso del 2008 gli arrivi nella Provincia di Forlì-Cesena hanno sfiorato il milione di unità e su ogni cinque turisti
arrivati uno era di nazionalità straniera: un dato in incremento rispetto all’anno precedente, malgrado il fenomeno recessivo in atto. Il futuro comunque fa ben sperare, soprattutto se pubblico e privato, insieme,
continueranno ad operare, ciascuno per la propria parte, per proporsi in modo sempre più efficace ed integrato sui mercati di riferimento. Buona parte di merito per questi significativi risultati si deve alla nascita di numerosi Club di Prodotto e, in particolare, a Forlì & Co, fondato nel 2003, che promuove arte, turismo e congressi di tutto il comprensorio forlivese. Collaborazione stretta con tutti i soggetti turistici pubblici e privati, strategie promozionali mirate, presenza alle più importanti fiere di settore italiane ed estere e offerta di pacchetti integrati con tutte le eccellenze presenti nel territorio (benessere, arte, natura, prodotti tipici del territorio), hanno permesso di incentivare l’intera offerta turistica. Molto quindi è stato fatto ma molto è ancora da fare per far diventare questa città con le sue vallate una vera e propria Destination Management Company in grado di generare flussi turistici di incoming equilibrati. Insomma, sviluppo e non solo crescita. IN
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Gustare | Gastronomia e tendenze
Il passato
Presente testo Pier Antonio Bonvicini
La realtà gastronomica locale, tenendo ben salde le proprie radici nella tradizione, ha sposato il rinnovamento. È aumentato costantemente l’interesse e il consumo di cibi legati al territorio, mentre nuove mode e tendenze si sono intrecciate a un’offerta culinaria fatta di sobrietà e attenzione al prodotto.
Può bastare una tagliatella a risollevare un territorio. Lo sanno bene gli abitanti del forlivese, consapevoli da sempre della forza della tradizione. Tuttavia, negli ultimi dieci anni, altre cucine hanno occupato la scena. Destando interesse e curiosità. Ma il sipario, dopo tutto, si apre ancora sui piatti romagnoli. E forse, anche per questo, è la provincia italiana dove si vive meglio. Se vi dicono che nel forlivese si mangia bene, credeteci. È la provincia del benessere. In altre parole, la migliore d’Italia. A sostenerlo, anche la recente classifica nazionale de “Il Sole-24 Ore”. Quanto al cibo, quest’area si caratterizza preva-
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lentemente per il consumo di prodotti legati al territorio. E la ristorazione, negli ultimi dieci anni, ha confermato questo trend. L’offerta gastronomica non ignora
le altre cucine, ma c’è un legame quasi proustiano coi piatti tramandati da generazioni. In ogni caso questo decennio ha portato molte novità. Entrano in cucina i prodotti biologici. La certificazione delle carni
compare nei menù, talvolta è esposta all’ingresso dell’esercizio, e più in generale si tende a evidenziare la provenienza delle materie prime utilizzate. S’intensificano le cene a tema e l’interesse per la tavola richiama persino i più giovani.
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Ph. Enrico Filippi - Camerachiara
In apertura Casa Artusi a Forlimpopoli. A fianco, lo staff del ristorante Rustichello di Meldola.
Ma si mangia di meno, soprattutto per la spinta salutistica dei mass-media. Si ritorna, in sostanza, alla sobrietà, anche nell’offerta enologica. Con carte dei vini più contenute. E pranzi, a prezzo fisso, piuttosto convenienti. Molti locali trasformano in ristorante-pizzeria (o in ristorante ed osteria) la propria realtà, forse temendo un calo di presenze. O per conquistare nuovi segmenti d’avventori. C’è pure una crescente attenzione verso la celiachia (l’intolleranza alimentare al glutine), così i pasti fuori casa non sono più un problema per chi ha questa patologia. Nel contempo le cucine etniche (soprattutto cinese e giapponese) rafforzano la loro presenza sul territorio. Anche se ignorate dalle guide. Si può quindi affermare che la provincia forlivese ha una ristorazione di qualità, di vario genere e a prezzi incoraggianti. Cominciando da Forlimpopoli, con la recente apertura di Casa Artusi e del suo omonimo ristorante, che quotidianamente rende omaggio al padre della gastronomia italiana. Ai fornelli Andrea Banfi, già al Belvedere di Bertinoro, assistito in sala dalla moglie. Un altro bell’esempio nella zona lo dà, dal 2008, il ristorante Alla Mano, assecondando e sostenendo il
La città di notte? Assonnata Di notte Forlì non balla più, dorme. Tante discoteche hanno aperto le porte nel corso degli anni, hanno cambiato pelle e, inesorabilmente, impietosamente, hanno chiuso i battenti. A seconda dell’età di chi lo frequenta ogni locale cambia il proprio nome. Il più classico degli esempi: Academia? Sei un over 30. Controsenso? Hai più o meno trent’anni. Jiudà? Su per giù venti. Click Rock al venerdì? Sei un teenager. La notte degli universitari nata alla Vecchia Stazione qualche anno fa si è trasferita nella mitica discoteca di via dei Filergiti. Oggi l’ex Tribeca si chiama Palace club e oltre alla veste di locale da ballo è stato anche ristorante e sala da gioco. Ora, con un ritorno alle origini, il locale è tornato discoteca indirizzata specialmente ai più giovani. L’altra grande metamorfosi cittadina riguarda l’Empyre. In origine era il Ciaika, poi la discoteca si è evoluta: pienone tutti i sabati e aperture la domenica pomeriggio per i ragazzi più giovani. A breve, però, sarà scritta la sua epigrafe. Nel frattempo il ritorno al passato va per la maggiore: gli aficionados rivivono le magiche notti forlivesi degli anni ‘90 con i Remember Empyre, prima che i locali di San Martino cambino definitivamente destinazione. I tentativi di novità, invece, non sono andati a buon fine: eloquente è il caso del grande locale di via Vittorio Veneto che dopo l’esplosione iniziale ha visto un calo costante di presenze. Qualche punto fermo musicale però c’è. Il Naima Club, la storica casa del blues vanta record di longevità: nata oltre 25 anni fa, non ha mai perso il suo fascino. (L.S.)
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territorio, seppur con novità e variazioni giornaliere. Sempre a Forlimpopoli è da segnalare l’apertura dell’osteria Aldiquà. Ma a ricordare l’inossidabile cucina romagnola è soprattutto il Ristorante Anna, ancora in piena attività dopo quarant’anni. E poi, il Rustichello di Meldola, in cui l’emozionante carta include anche l’Emilia. La Frasca (2 stelle Michelin), da Castrocaro Terme si è trasferita nel 2008 a Milano Marittima. E ora la storica sede è la Trattoria Bolognesi Vecchi Sapori, condotta dalla figlia del celebre patron. Ma non è l’unica novità nella termale cittadina. Lo chef Valerio De Luca e sua moglie Raffaella Ravaioli (già al San Domenico di Imola) hanno trasferito qui, dov’era l’Osteria degli Archi, la loro Osteria dei Conti. Quindi, modernità in cucina, anche con antiche ricette rivisitate. Altre novità sulla Cervese, come la trattoria La Via del Mare di Case Murate, dove da cinque anni trionfano le carni. Da degustare davanti al grande camino della casa. Nel “cittadone” invece, solo per citarne alcuni, il Don Abbondio (dal 2001), accanto ai Musei di San Domenico, dov’era l’Osteria della Trippa. Qui lo chef intrattiene la clientela con piatti d’impronta tradi-
Prima di cena, il rito dell’aperitivo Mode che vanno e vengono. Da qualche anno quella dell’aperitivo è una moda che va. Un rito consolidato che specialmente nei fine settimana riempie i locali cittadini. Anche qui ci sono alti e bassi, la vita di molti bar ha un andamento altalenante ma chi punta sull’aperitivo a Forlì è sicuro di fare centro. Sopravvivono al passare del tempo i locali che mirano a coinvolgere un pubblico di giovani adulti, da Porta San Pietro, a Tinto, al Boulevard cafè. Le serate estive invece, anche quando Forlì si spopola, sono appannaggio dei Giardini Orselli (a fianco Luca Gaddoni, uno dei titolari). Ma c’è chi nel corso degli anni ha appeso i cocktail al chiodo: gli ampi locali in piazza Saffi, dopo aver ospitato il Camelopardo, al momento sono vuoti. Specialmente negli ultimi anni, poi, sono stati gli studenti universitari a decretare il successo di locali già in calo di presenze, da quelli di corso Garibaldi a quelli disseminati nel centro storico: Oltremodo, Muffaffè, Abbey, Moquette. Inaugurato da poco e appena fuori dal centro, è il Big Bar in via Campo di Marte a fare sempre il pienone. E anche in città è arrivato un caffè letterario dal sapore nordeuropeo, l’Ozio in corso della Repubblica, che offre i piaceri di un bar e il gusto della lettura. (L.S.)
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Gianfranco Bolognesi con gli chef Angelo Asirelli e Marco Cavallucci fotografati all’interno della “nuova” Frasca a Milano Marittima. In basso, uno scorcio dei locali affacciati su piazza Cavour, una delle zone più frequentate della città.
Sapori “esotici”
zionale, secondo la sua interpretazione. Rimanendo in centro, Salumè, che nella sua rustica ambientazione è un inno alla Romagna dal 2003. Come non citare Petito, dal 2004 un locale da non perdere in città: cucina creativa legata ai sapori del territorio, ambiente elegante e raffinato e una carta di vini di tutto rispetto. Ma a dominare la scena gastronomica della città è ancora La Casa Rusticale dei Cavalieri Templari, condotta esemplarmente da tre donne, appassionate e capaci. Anche i dintorni puntano, perlopiù su piatti e sapori d’antan. Due esempi, fra tutti. La Campanara, di fresca data, a
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Pianetto di Galeata, dove Roberto Casamenti e sua moglie Alessandra Bazzocchi propongono in una ex canonica del Settecento golosi piatti di tradizione. Poi, restando nella valle del Bidente, l’Osteria del Borgo da Fischio, inaugurata nel 2002 a Santa Sofia, e ora nella nuova sede poco distante dal suggestivo paese. In carta, classici piatti romagnoli e ambiente di calda rusticità. Tra le 101 cose da fare in Romagna almeno 1 volta nella vita (Newton&Compton) c’è anche quella di conoscere Forlì. Così dice Elisa Genghini nel suo ultimo libro. Noi speriamo in un’altra citazione per la tavola. IN
I kebab non mancano. Anche i ristoranti cinesi e giapponesi vanno forte. Hanno avuto poco successo in città invece gli altri punti di ristoro dal sapore internazionale: per trovare un locale tailandese, messicano, greco o di altra nazionalità bisogna prendere la macchina e spostarsi. I kebab, locali piccoli che puntano tutto sull’asporto, impazzano tra le vie del centro, nell’ultimo biennio sono esplosi da corso della Repubblica a corso Mazzini, a corso Garibaldi. Le realtà cinesi e giapponesi invece, spaziano da anni nel centro storico e in periferia. Ma per una città piccola come Forlì la presenza di oltre sei locali dal gusto orientale è un piccolo record, in particolare l’exploit di vendita di sushi e sashimi, più raffinati e costosi di involtini primavera e riso cantonese. È dura invece la vita dei ristoranti tematici e in franchising. Lo steakhouse nato in viale Vittorio Veneto non è mai decollato; stessa sorte anche per la pizzeria di stampo campano. Il Mc Donald’s di viale Bologna resiste e nonostante le diete imperanti richiama molti fan di hamburger e patatine. In origine le sedi prescelte erano due ma la seconda non ha avuto fortuna. Recente e per certi versi inaspettato, è l’enorme successo di un locale in stile americano che ripropone sì hamburger, patatine e milk shake ma in chiave tutta nostrana e rockabilly. È l’American graffiti, nato a inizio 2008: vive di un successo che spopola non solo tra i forlivesi.
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Vincere | I campioni dello sport
La lunga
Avventura
testo Flavio Dell’Amore - foto Giorgio Sabatini
Discese ardite e risalite per lo sport forlivese. Tra gioie e delusioni, sono stati anni rocamboleschi per le squadre locali, che solo in alcuni casi hanno festeggiato brillanti vittorie. Mentre nuove generazioni di campioni stanno ottenendo importanti riconoscimenti a livello mondiale. Andrea Dovizioso e Simona Galassi ne sono i più illustri esempi.
Dieci anni di informazione possono raccontare molto del territorio in cui viviamo, soprattutto in ambito sportivo. Possono essere il leit motiv, il metronomo della nostra passione. I dieci anni che percorreremo assieme sono adagiati addirittura tra due millenni e, come vuole la tradizione, gli ultimi anni dell’ultimo secolo sono sempre stati straordinariamente singolari. La nostra testata è partita per intraprendere la sua avventura editoriale proprio alla fine degli anni novanta. Il 1999 per molti in Romagna è l’anno in cui la stella di Marco Pantani inizia ad eclissarsi. La mattina del 5 giugno un controllo, peraltro
tardivo, dell’Uci, mette alla berlina Pantani per il suo ematocrito alto. Sarà l’inizio della fine della vita sportiva e, più tardi, terrena del campione. Una decina di giorni dopo, il rito della sconfitta si compie in città. La Dinamo Sassari compra i diritti della Libertas Forlì e si iscrive, in sua vece, al Campionato Nazionale di Pallacanestro A2. In poche ore si cancellarono
25 campionati ad alto livello nazionale, la partecipazione a un Coppa Korac, si scolpì una clamorosa beffa per una squadra che aveva da poco festeggiato i cinquanta anni di fondazione. Una ferita profonda che andò a sfregiare anni in cui lo sport forlivese era vivo e ambizioso. Se in fatto di calcio si pensava in termini di serie D, in serie A1 di pallavolo la Cosmogas di Daniele Ricci riusciva a mantenersi ai massimi livelli e nel
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volley femminile la Icot diretta dal mitico Sergio Guerra non era certo da meno in fatto di grinta. Entrammo così nel nuovo millennio, senza basket di serie A e con una già grande nostalgia.
Nel 2000 a guidare la Conad volley Forlì arriva Nino Beccari, mentre l’Icot Femminile sale nella massima serie guidata da Mario Sangiorgi. Il Forlì “naviga” nella serie D di calcio e nel basket dobbiamo tornare alle origini. La Fulgor raccoglie forzatamente una pesante eredità e vince un bel campionato, conquistando la serie B d’eccellenza. Lo storico Presidente Erio Masoni ricorda quei momenti di gioia contenuta. Sentivamo il peso della responsabilità, la piazza era abituata al basket di prima classe e anche se filavamo con il vento in poppa le nostre forze erano parametrate alla serie B. Nel 2001 due lampi illuminano gli sport individuali. Nel motociclismo un 16enne stupisce tutti andando a conquistare il titolo Europeo nella 125 in sella
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ad un’Aprilia. È forlivese, si chiama Andrea Dovizioso e risulta talmente bravo che immediatamente gli proporranno un contratto per correre la stagione successiva il Motomondiale. Negli Stati
I giocatori della Fulgor Libertas guidati da coach Di Lorenzo. In apertura le ragazze “d’oro” del softball.
Sempre a canestro È il leader carismatico della FulgorLibertas, la prima società cestistica forlivese. Ma per una volta Erio Masoni ha scelto di smettere i panni di presidente per vestire quelli di dirigente della commissione provinciale della Federbasket. A lui è affidato il compito di rivisitare gli ultimi dieci anni di pallacanestro cittadina. “È inevitabile partire dal grande shock del 1999 - dichiara -. Nell’estate Forlì perse il grande palcoscenico della seria A ma sarebbe sbagliato pensare a una “deminutio”. Anche nel periodo meno luminoso della nostra storia sportiva abbiamo mantenuto alla base un movimento solido e vitale. Tutte le nostre squadre hanno sempre lottato ai vertici dei rispettivi campionati. La stessa Fulgor agguantando la B d’eccellenza prima e fondendosi con la Libertas poi, ha dato il via a un processo di crescita sfociato nella vittoria in Coppa Italia nel 2003.” L’aver solo sfiorato la massima serie non ha intaccato l’immagine del basket biancorosso. “Per due anni e mezzo sono stato nel consiglio direttivo della Lega e posso assicurare che in Federazione Forlì ha sempre goduto di grande considerazione.” Lo testimonia ad esempio l’organizzazione di varie final four di coppa Italia. “E che dire dei nostri nazionali Matteo Frassineti, bronzo agli europei, e Francesca Modica, oro ai recenti Giochi del Mediterraneo di Pescara? Molti altri ragazzi fanno parte delle rappresentative giovanili. E anche in campo femminile sono stati conseguiti risultati lusinghieri con la Libertas, che due anni fa ha sfiorato la serie A e lo scorso giugno ha portato la formazione under 15 alle finali nazionali di categoria.” Risultati che fanno scrutare l’orizzonte con ottimismo. “Lavorando con unità di intenti sui settori giovanili il futuro di Forlì potrà essere all’altezza del suo glorioso passato”. (F.M.)
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Uniti una ragazza nata a Forlì e abitante a Santa Maria Nuova conquista il titolo del mondo di pugilato. La disciplina è appena nata nello Stivale e tutti la guardano come se fosse una marziana. Invece Simona Galassi è solo al primo gradino di una carriera entusiasmante che promuoverà il pugilato femminile in termini tangibili e che ancora ai nostri giorni è in piena evoluzione. La Icot del patron Giuseppe Camorani festeggia la promozione agognata nell’olimpo della pallavolo femminile. Nel 2002 una discreta rivoluzione si accende in campo calcistico. Il presidente Ravaioli, dopo un solo campionato, ritiene di non avere i supporti finanziari per proseguire un altro Campionato di Interregionale e accetta l’offerta dei fratelli Oliveti, imprenditori riminesi. La
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richiesta d’iscrizione del Forlì Calcio non riguarda solo la serie D ma anche la C2 nel contesto di un eventuale ripescaggio. E infatti, grazie alle difficoltà di bilancio di alcune compagini nella categoria professionistica, il Forlì è in C2. Inizia una
In alto, Simona Galassi campionessa mondiale di pugilato.
Softball, ragazze d’oro È con legittimo orgoglio che Giovanni Bombacci, presidente della plurititolata Fiorini Softball, rivisita due lustri della storia sportiva della sua società. Nelle ultime tredici stagioni il palmares del club si è impreziosito di ben tredici titoli tra cui tre scudetti e due Coppe dei Campioni. “De Coubertin, chi era costui? - allarga il sorriso Bombacci svelando un aneddoto -. Tutti ascrivono la celebre “l’importante è partecipare” al barone transalpino. In realtà non fu lui il primo a pronunciarla. Puntualizzazione a parte, ho sempre pensato che sia giusto svolgere al meglio l’attività che si intraprende, qualunque essa sia.” Ai trofei conquistati sul campo il presidente aggiunge un’altra significativa vittoria: “l’aver portato il nome di Forlì fuori dalle porte cittadine. Anzi nazionali, se è vero che alle Olimpiadi di Atene nel 2004 la rappresentativa italiana annoverava ben 9 delle nostre ragazze su un roster di 15 atlete. E tre fra queste nate e cresciute all’ombra di San Mercuriale.” Tra tanta gioia c’è spazio per un piccolo rammarico. “La risposta della città non è entusiasmante, ci vengono concessi al massimo 5 minuti di popolarità. Un atteggiamento che tuttavia non incide sulla nostra mentalità. Siamo pronti a scrivere altri dieci anni di storia”. (F.M.)
lunga storia sotto la nuova presidenza. Nel karate la bravissima Michela Nanni, due volte campionessa d’Europa, risulta vicecampionessa-mondiale nei 50 kg. Nello stesso peso Simona Galassi conquista in Russia il suo secondo scettro mondiale di pugilato. Ne vincerà un altro nel 2005. C’è anche una prima volta per una squadra di Club che raggiunge un titolo italiano assoluto: la Fiorini conquista il titolo nella seria A femminile di Softball
e inizia un’incredibile serie di successi.
Il team pilotato dal Presidente Bombacci entra di diritto nella storia sportiva cittadina conquistando in soli otto anni tre scudetti, tre Coppe dei Campioni, tre coppe delle Coppe e quattro Coppe Italia. Nel 2004 un forlivese in sella ad una moto fa scrivere f iumi d’inchiosto. Andrea Dovizioso per i colori della Honda vince il Campionato del mondo classe 125. Una stagione dominata dall’inizio alla fine del Motomondiale:
Inseguendo un pallone È un’autentica via Crucis quella vissuta dal Forlì Calcio negli ultimi anni. Prima la dolorosa discesa agli inferi del dilettantismo poi la lenta risalita. Un calvario vissuto in prima persona dall’imprenditore Germano Casadei, dirigente dal 1986 al 1991 e di nuovo dal 1995 al 2001. “A dire il vero la mia avventura ebbe inizio a metà del secolo scorso quando giovanissimo calcavo l’erba del Morgagni in veste di raccattapalle prima e di modesto atleta poi” dichiara. A seguire 15 anni di militanza tra le giacchette nere, quindi il ritorno sugli spalti in veste di semplice, si fa per dire, tifoso. Un gentiluomo dal cuore ultras. “Il Forlì sta tornando verso il suo palcoscenico naturale - afferma il titolare di Euronics -. Un rilancio che non cancella tuttavia gli anni travagliati della gestione Oliveti, presidente colpevole di aver distrutto la società e affossato il calcio biancorosso. Dopo fallimento, radiazione e un anno di astinenza forzata, solo l’intervento di un gruppo di volenterosi, formato in primis dai soci dello storico Club Forza Forlì, ha riacceso la fiammella della speranza. È stato così possibile ripartire dalla promozione e quindi dall’eccellenza in attesa di un sospirato ritorno in C2. Oggi, la società vive grazie a una programmazione sana anche se non ambiziosissima. Comunque in linea con le aspettative dei suoi caldi tifosi, non tanti ma sempre molto, molto appassionati.” (F.M.)
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Dovizioso è in testa alla classifica sin dalla prima gara mettendo nel carniere iridato 5 vittorie e 5 secondi posti. Nel 2005 il Casale Monferrato Basket spegne al Villa Romiti i sogni della Vem Sistemi che anelava alla promozione in A2. L’exploit è nella pallavolo, l’Ecotech Forlì vince la Supercoppa battendo il Vicenza poi, superando il Modena, conquista lo scudetto di beach-volley. La pallavolo maschile intanto è scesa in serie B ma il presidente Gavelli non molla e riparte ferma-
Il nuotatore Fabio Scozzoli recordman nazionale assoluto nei cento rana e in alto il Forlì Calcio.
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mente deciso a risalire la china in fretta. Nel 2006 Forlì IN Magazine ha in copertina un forlivese speaker di pregio in campo motoristico che ha vinto otto Gran Premi, in una carriera conclusasi all’inizio degli anni 90: Loris Reggiani. Il Forlì Calcio è escluso dalla serie D, il Comitato Interregionale verifica l’assenza delle liberatorie finanziarie dei giocatori e lo spettro del Campionato d’Eccellenza diventa realtà. È una delle più brutte pagine che la storia calcistica cittadina ha modo di scrivere. Dopo 29 anni torna a Forlì Il Giro d’Italia. L’arrivo della Carovana Rosa alla sesta tappa scatena molti interessi. Al Teatro Fabbri si festeggiano, con l’organizzazione del Panathlon, tutti i forlivesi che hanno partecipato al Giro, Baldini e Pambianco in testa. Nella pallavolo la Conad è ancora in B1 ma nel 2007 la pallavolo
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maschile forlivese vince la finale play-off ed è promossa in A2 con la guida di Piero Molducci. Nel 2008 le atlete di Forlì raccolgono grandi consensi. Se la Fiorini Softball vince il suo terzo scudetto, Simona Galassi diventa Campionessa del mondo nella categoria professionisti di pugilato, divenendo la prima donna al mondo ad aver vinto tre titoli iridati da dilettante ed uno da professionista. Anche nel 2009 si raggiungono vertici mai toccati: nel nuoto un forlivese di pura razza come Fabio Scozzoli coglie un prestigioso, secondo posto alle Universiadi di Belgrado. Quello che stupisce tutti è il tempo che Fabio raggiunge nei 100 rana: 59,85”. Diventa il recordman nazionale assoluto e primo italiano di tutti
i tempi a scendere sotto il minuto; un risultato che proietta Scozzoli nell’albo d’oro della storia del nuoto italiano. IN
Andrea Dovizioso a soli 16 anni ha conquistato il titolo Europeo nella 125 in sella ad un’Aprilia.
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Savile Row, trenta anni di attività, fedeli alla cultura della Qualità Li raccontiamo attraverso un’intervista a Pietro Ferrini, titolare delle quattro boutique presenti in Romagna, dove si vestono imprenditori e vip provenienti dall’Italia e dall’estero alla ricerca dell’esclusiva eleganza di marchi come Brioni.
Il 26 settembre 1979 fu inaugurato il primo dei negozi Savile Row a Forlì, in corso della Repubblica 172, a cui seguirono le aperture a Ravenna nel 1983 in via Cairoli 27, a Cesena nel 1990 in Corte Piero della Francesca 25 e a Milano Marittima in via Corsica 10 nel 2000. Da allora sono trascorsi trenta anni, ma la sobria eleganza delle vetrine e l’atmosfera raffinata dei locali continuano ad attirare grande attenzione, grazie ad una filosofia di base incentrata sulla qualità e sul coraggio di andare controcorrente rispetto alle logiche imperanti del marketing più aggressivo. A questo punto, affrontiamo l’argomento con il titolare, il Sig. Pietro Ferrini. “Parliamo di abbigliamento, di sartoria, di alto artigianato, di identità e gusto personale, di vera professionalità… Sig. Ferrini, ci spiega perché, trenta anni fa, lei decise di proporre alla sua clientela esclusivamente i capi Brioni?”
“La sartoria Brioni, fondata nel 1946, con i suoi milleduecento dipendenti a Penne, in provincia di Pescara, mi dà la possibilità di esaudire le richieste del cliente più esigente nella costruzione di quello che sappiamo essere l’abito più importante al mondo. Le tante ore di lavoro artigianale, supportato da una manualità oramai scomparsa, la meticolosa scrupolosità nelle fasi di realizzazione e nella scelta dei tessuti più pregiati, ci permette di avere in mano un prodotto altamente qualificato e affidabile nel tempo; con queste premesse abbiamo allestito una sartoria interna che ci mette in condizione di garantire al nostro cliente un servizio di riparazioni a tutto campo, e rende molto più longevo qualunque capo di abbigliamento a prescindere dalle mode correnti; rimodellare una giacca o un pantalone, sostituire una fodera, o il collo e i polsi di una camicia, rinnovare la suola ad un paio di belle scarpe, sono passaggi ineludibili per ciò che noi intendiamo con la parola professionalità”.
“Devo quindi ritenere che segue gli stessi criteri anche nella scelta delle altre aziende che rappresenta?” Sig.Ferrini: “Senza dubbio e con il massimo della coerenza. Il nostro fornitore ufficiale di camicie è Burini, che opera a Curno, in provincia di Bergamo con l’ausilio di novanta dipendenti, e ci offre la possibilità di costruire insieme ai clienti più raffinati una camicia su misura che noi consigliamo con collo e polsi di ricambio. Per le calzature ci affidiamo alla ditta Bonafè, eccellente artigiano che opera a Bologna con venti dipendenti e produce scarpe di altissima qualità; quelle appunto che vale la pena di risuolare, momento in cui ci si rende conto di avere fatto un buon acquisto. A questo punto, mi lasci esprimere un concetto che ritengo basilare nello sviluppo del nostro lavoro: l’obiettivo più importante per un’impresa commerciale è quello di formarsi una clientela fissa, per cui la scelta cade su quei fornitori che ci danno la possibilità di creare un valore aggiunto al
prodotto e di conseguenza, con impegno e serietà di fidelizzare il nostro cliente”. “Sig. Ferrini ci descrive il suo rapporto con le aziende produttrici?” “Noi scegliamo il meglio e mettiamo impegno e coerenza per farne apprezzare il valore. Il rapporto con le aziende è quindi improntato su una relazione virtuosa, fatta di un confronto costante che non si esaurisce in un semplice contratto di compravendita; personalmente, provo grande emozione quando visito i miei fornitori, e grande soddisfazione quando, aggirandomi in mezzo a tutta la filiera produttiva, ho modo di ammirare le grandi capacità delle maestranze, il rigore che si evidenzia in ogni fase di lavorazione, la passione per un lavoro apparentemente umile, ma che richiede una preparazione e una ricerca eccezionali. Nel nostro paese esistono magnifiche professionalità che vanno tutelate e valorizzate ad ogni costo. “A che cosa si riferisce di preciso?”
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in apertura interno del negozio di Forlì. Sopra, interni del negozio di Ravenna e Cesena. In basso, vetrine del negozio di Milano Marittima.
vengono sovraccaricati per potere poi effettuare ribassi tanto da “Intendo dire che la nostra società è condizionata in modo negaperdere di vista quello che dovrebbe essere un acquisto ragionato tivo da falsi valori imposti da modelli che scatenano la smania di e consapevole… apparire. L’inconsapevolezza, in un atto d’acquisto compulsivo, “Posso chiederle se ha nuovi progetti in cantiere?” talvolta porta a trascurare l’origine e la qualità di ciò che si compra, “Da due stagioni abbiamo deciso di accettare la collaborazione di e finisce per abbagliare il cliente con il miraggio di “marchi meteora” Cruciani eccellente produttore di maglie uomo e donna in cashmeche nascono e muoiono in tempi brevissimi. Io vado contro tutto re che ci garantisce ottima qualità nei filati e questo: mi piace sostenere l’acquisto consacreatività nei modelli. Inoltre, nell’ultimo pevole che, ovunque venga fatto, non può “Noi scegliamo il meglio grande periodo ci stiamo impegnando per rafforzare il e non deve prescindere dalla qualità e dalla e mettiamo impegno reparto donna, approfittando innanzitutto della concretezza. nuova linea Brioni Fashion, che avvalendosi delle “Il concetto è chiarissimo: dalle sue parole e coerenza per farne immense capacità tecniche, con l’ausilio di una si direbbe che Savile Row svolga un ruolo apprezzare il valore.” linea stilistica attualizzata sempre attenta alla educativo…” sobrietà di un capo classico e raffinato, ci sta “È quello che penso. La nostra attività è anprocurando molte soddisfazioni. zitutto educativa, poi commerciale: noi non proponiamo formule Non a caso, nei nostri negozi, l’interesse da parte delle gentili promozionali di sconti o saldi, ma puntiamo a fare conoscere la signore, per questi capi di ottima fattura, sta determinando un validità effettiva di ciò che vendiamo, mettendo a disposizione del significativo incremento di presenze femminili. nostro cliente la competenza dei nostri collaboratori, la serietà e la Il tutto comunque nella coerenza e nella logica di quella che è, e coerenza di una gestione che in trenta anni di attività non ha mai deve rimanere, la filosofia di Savile Row. tradito i suoi valori. I nostri prezzi sono chiari fin da subito, non
Crescere | Strada facendo
Investire sui
Giovani
testo Elide Giordani - foto Giorgio Sabatini
Un progetto educativo nato dall’impegno di Alberto Conficconi, vicepresidente di Confindustria, coinvolgerà ottocento studenti tra i tredici e i diciassette anni. L’obiettivo di “Strada facendo” è guidare i ragazzi offrendo modelli di vita virtuosi.
Educare attraverso esempi virtuosi, offrire ai giovani modelli di vita vissuta nella pienezza di sfide difficili ma appaganti, affascinare con storie singolari nelle quali i ragazzi riconoscano e facciano propri i valori che consentono di vivere compiutamente l’esistenza, superando il vuoto di certi modelli attuali collegati al successo e alla realizzazione personale. Ecco alcuni dei principi attorno a cui gira un singolare progetto educativo nato dall’impegno di Alberto Conficconi, vice presidente di Confindustria Forlì-Cesena
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e responsabile del settore Education e Rapporti con l’Università, le scuole e il mondo dei giovani. ‘Strada facendo’, questo il nome dell’iniziativa, coinvolge circa 800 studenti tra i 13 e i 17 anni, ha ottenuto il sostegno finanziario della Camera di Commercio ed il patrocinio della Provincia e dei Comuni di Forlì e di Cesena. “Viviamo in una società che da troppo tempo trasmette messaggi e modelli non corretti - dice Conficconi spiegando le motivazioni di ‘Strada facendo’ -. Con il nostro progetto non vogliamo certo negare
il ruolo positivo svolto fino ad oggi dalla scuola, semplicemente abbiamo messo a punto un approccio diverso nell’obiettivo di affrontare il problema sociale legato alla frustrazione che vivono i ragazzi che non hanno la possibilità di fare i calciatori, le veline o i tronisti. Modelli che, soprattutto attraverso i mezzi televisivi, vengono propinati da tanto tempo senza che i giovani abbiano altrettante occasioni per confrontarsi con esempi o storie maggiormente educative. Il tipo di società che deriva da questi modelli comporta-
mentali e dai relativi valori non ci piace e, per quanto attiene alle nostre possibilità, vorremmo contribuire a formare una società diversa, un diverso approccio dei giovani nei confronti della vita, delle sfide che li attendono, del passaggio dalla scuola al mondo del lavoro”. “Elaborato con la collaborazione di Luca Pagliari, scrittore, giornalista ed esperto in comunicazione - spiega ancora Conficconi - il progetto si basa sul trasferimento di esperienze e sul coinvolgimento emotivo. Tre le storie che verranno raccontate e le cui metafore saranno punto di partenza per una riflessione sulla realtà attuale. La chiave comunicativa adottata sarà quella di un progetto articolato su vari incontri e distribuito nell’arco di un anno scolastico”. Singolari, naturalmente, anche le storie che verranno raccontate attraverso testimonianze dirette o con la narrazione supportata da immagini e musica. Quella di Agnese Sartori, antropologa che analizza la vita nel villaggio di Nahà, una delle ultime testimonianze di civiltà Maya, esempio perfetto di un equilibrio dominato dall’essenzialità delle cose. Quella di Magalì Prati, un’imprenditrice locale, che mostra come essere imprenditori valorizzando ogni singolo individuo. E, infine, la storia di Renato Cesarini e dei suoi successi nel mondo del calcio. “La disponibilità e l’entusiasmo con cui gli insegnanti hanno accolto il progetto - conclude Alberto Conficconi - ci fa pensare che abbiamo colto nel segno. È nostra intenzione creare un archivio con tutto ciò che, stimolati dalle storie, i ragazzi vorranno produrre. Se funziona, potremmo pensare a future edizioni”. IN Nella pagina a fianco Alberto Conficconi, Vicepresidente di Confindustria. In basso l’imprenditrice Magalì Prati.
Cappelleria, accessori di pelletteria, ombrelli, sciarpe, guanti.
Innovare | Ritorno alla semplicità
È nato
MEGAterra
Il bar Allroundcafé diventa punto d’incontro tra uno spazio e un’idea. Il locale accoglie Terra, espressione concreta di una tendenza che punta a un ritorno alla semplicità e alla valorizzazione della produzione locale a tavola.
Allroundcafè (il bar all’interno di MEGAforlì, C.so della Repubblica, 154) diventa MEGAterra, lo spazio che accoglie Terra, l’idea. Espressione concreta di una tendenza che punta a un ritorno alla semplicità e alla valorizzazione della produzione locale a tavola, MEGAterra si fa lente d’ingrandimento sulla ricchezza enogastronomica della terra di Romagna. Ogni settimana MEGAterra mette in tavola un menù diverso, fatto di pietanze
Da sapere MEGAterra promuove i prodotti enogastronomici tipici, da gustare e acquistare, all’interno di un luogo dedicato alle proposte stagionali della terra di Romagna. MEGAterra apre al pubblico il punto vendita tutti i giorni dalle 8 alle 20 e propone i menù settimanali dal lunedì al venerdì dalle 12 alle 15. Sono accettati i buoni pasto. La cucina offre anche il servizio per pranzi aziendali, feste di laurea e cene personalizzate.
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fresche, preparate in giornata e nel pieno rispetto della stagionalità. MEGAterra si compone anche di un’area vendita dove è possibile acquistare un paniere di prodotti dal sapore genuino, tutti caratterizzati dalla qualità e dal costo sostenibile. Se spesso biologico e naturale si associano nell’immaginario collettivo a costoso, la filosofia che anima il progetto Terra privilegia la dimensione locale e la “filiera corta”, abbattendo così i costi di distribuzione, per far sì che il prezzo sia dato dal valore degli alimenti e non dai chilometri percorsi per arrivare sulle nostre tavole. Pane, dolci, pasta, cereali, salse e confetture, olio, vino, salumi e formaggi, questi i prodotti di MEGAterra, tutti provenienti da aziende che praticano un’agricoltura attenta alla biodiversità, perseguendo come
obiettivo l’ottimizzazione delle risorse e favorendo la “qualità” rispetto alla “quantità”, tutti contraddistinti e venduti con il sigillo di qualità Terra. Semplicità e lavorazione artigianale sono le linee guida che hanno determinato an-
che la scelta degli interni e degli arredamenti, progettati e realizzati da Angelo Grassi Design. Le sedie, i tavoli e le scaffalature dell’area vendita, infatti, sono stati creati con materiale di recupero, per assicurare non solo nei prodotti, ma anche nello spazio fisico che li ospita, il minor impatto ambientale possibile. Sempre nell’ottica di accorciare le distanze tra produttore e consumatore, nei mesi a venire, MEGAterra ospiterà incontri e conviviali in cui le aziende eno-gastronomiche ed agricole locali potranno incontrare direttamente i consumatori e presentare, ma soprattutto far assaggiare, i propri prodotti. Terra è un’operazione culturale che nasce dall’idea e dalla volontà di valorizzare l’identità della Romagna dei soci fondatori, romagnoli, innamorati della propria terra e provenienti da esperienze tra loro diverse ma ugualmente contraddistinte da passione e capacità imprenditoriali: I Prati, La Siba, MEGAforlì, La Poderosa. IN
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Arredi dalle linee giovani e fresche, un ambiente luminoso e accogliente, studiato nel dettaglio, dove l’esperienza e la professionalità di Daura, Federica e Monica possono essere complici dei desideri delle clienti, interpretando al meglio le ultime
tendenze e consigliando il look più
adatto per valorizzare
la loro immagine. Parrucchiera Daura Via Zanchini 11, Forlì - Tel. 0543.68363 Orari di apertura: martedì, mercoledì, venerdì 08.30-12.30 e 15.30-19.30; giovedì 09.30-17; sabato 08- 18.
Esplorare | 52 luoghi spirituali in Romagna
I luoghi dello
Spirito
testo Francesca Renzi
Da Imola a Rimini, dagli Appennini alla costa, tutta la Romagna è punteggiata da chiese, cattedrali, abbazie, eremi e pievi: luoghi affascinanti da raggiungere a piedi, dove la fede si intreccia con le tradizioni popolari e invita a ritagliarsi momenti di pausa e di riflessione.
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Santiago de Compostela, Fatima, Lourdes: quando si parla di pellegrinaggi e di spiritualità, la mente corre inevitabilmente a questi grandi luoghi di fede e di preghiera, intrisi dell’odore dell’incenso e della cera sciolta. Tuttavia, per ritemprare lo spirito o, più semplicemente, per prendersi una pausa di riflessione, non è sempre necessario percorrere centinaia di chilometri: tutta la Romagna è punteggiata
da piccole pievi, oratori, cappelle e romitori, che si affiancano alle grandi basiliche di città. Alcuni di questi sono veri e propri
luoghi di culto, dove vengono celebrate funzioni religiose, come il Duomo di Faenza, il riminese Tempio Malatestiano, le basiliche bizantine di Ravenna e le chiese parrocchiali di campagna; ci sono, però, anche piccole cappelle votive, maestà ai bordi della strada, vecchie chiese sconsacrate che emanano un ineguagliabile fascino e invitano alla serenità. Questi sono i luoghi dello spirito, che invitano a riflettere e a rilassarsi, accoglienti tanto per chi crede quanto per chi non trova conforto nella fede: la bellezza di cattedrali e chiesette, espressa dalle linee architettoniche, dai dipinti e dalle opere d’arte riempie gli occhi di ogni osservatore. Matteo Ranucci, giornalista forlivese, ha selezionato 52 di questi luoghi - uno per ogni settimana dell’anno - e li ha raccolti nel libro 52 luoghi dello spirito in Romagna, il nuovo libro che arricchisce la collana “52” di Edizioni IN Magazine, affiancandosi a 52 domeniche in Romagna - dello stesso Ranucci - e a 52 storie e luoghi di Romagna, di Andrea Casadio. Accompagnando il lettore in una piacevole passeggiata, in 52 luoghi dello spirito in Romagna l’autore suggerisce 52 piccoli pellegrinaggi, escursioni alla scoperta di un territorio dalla storia antica e dalle tradizioni profonde che si intrecciano con i simboli della fede. Una selezione dei luoghi più suggestivi ed emozionanti, dove la fede si intesse con la tradizione e le credenze popolari, dando vita a vecchie leggende tramandate di generazione in generazione e ancor oggi affascinanti. In un luogo così, ci si ritrova immersi nel silenzio della riflessione, tanto tra i boschi di montagna quanto a pochi passi dal centro delle città romagnole. IN
IL TERRITORIO. LA STORIA. Due modi per conoscere la tua terra
52 domeniche in Romagna
52 storie e luoghi di Romagna
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Aiutare | Ior e Dottor Jumba
Batte il cuore della
Solidarietà
testo Leda Santoro
Forlì eccelle nel volontariato. Lo Ior, la Cooperativa sociale onlus nata per affiancare le strutture pubbliche nella lotta contro il cancro, ha appena compiuto trent’anni. Al Morgagni-Pierantoni anche quest’anno arrivano i “Nasi rossi del dottor Jumba” a portare sollievo ai bambini ricoverati.
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Un salto a ritroso di dieci anni è troppo breve per raccontare la vita dello Ior, Istituto Oncologico Romagnolo con sede a Forlì. L’organizzazione di volontariato nata per affiancare le strutture pubbliche nella lotta contro il cancro ha appena compiuto trent’anni. Dal 1999 Ior è una cooperativa sociale onlus presente nelle province di Forlì-Cesena, Ravenna, Rimini con sedi a Faenza, Lugo, Riccione e Meldola. Proprio a Meldola, dal 2000, l’organizzazione di solidarietà è socio fondatore e principale finanziatore dell’eccellenza romagnola nel mondo, l’Irst (Istituto Scientifico per lo Studio e la Cura dei Tumori). Un impegno, quello dello Ior, che si dispiega a 360°: dalla ricerca clinica ed ambientale all’epidemiologia, dall’informazione medica alla prevenzione e all’assistenza ai pazienti affetti da neoplasia. Va sottolineato come lo Ior sia una delle poche Organizzazioni di Volontariato ad avere il proprio bilancio certificato e ren-
de pubblici i risultati delle proprie iniziative di maggiore impatto sulla collettività. Recentemente l’Istituto, in collaborazione con Menabò e la redazione “IN Magazine”, ha realizzato alcuni filmati promozionali che hanno raccolto l’adesione di celebri romagnoli, portavoce d’eccezione di questo messaggio di solidarietà: protagonisti dello sport come il velista Cino Ricci, la pugile Simona Galassi, gli allenatori Alberto Zaccheroni e Arrigo Sacchi, i “centauri” Marco Simoncelli e Marco Melandri, poi Tonino Guerra, il poeta Davide Rondoni, Gaetano Curreri, leader degli Stadio, il ristoratore Gianfranco Bolognesi e tanti altri. Da questi filmati sono stati realizzati quattro spot, con protagonisti Cevoli, Casadei, Marescotti e Giacobazzi, trasmessi in questi mesi dalle tv private e nei cinema della Romagna. Dino Amadori, Maurizio Marangolo e Alberto Ravaioli,
primari oncologi a Forlì, Ravenna e Rimini, sono i volti-simbolo dello Ior, i volti che
La luna Grappa di uve Sangiovese Profumo complesso, etereo, bocca morbida, persistente, molto elegante.
Passito Da uve stramature diAlbana Profumo di agrumi e frutta bianca, palato che fonde densità, intensità e vivezza sapida.
Il Nella pagina a fianco Dino Amadori, Maurizio Marangolo e Alberto Ravaioli. In alto due volontarie del gruppo del dottor Jumba.
compaiono nella campagna pubblicitaria realizzata da Menabò. L’Istituto Oncologico Romagnolo finanzia numerosi progetti di Ricerca in ambito oncologico, sostiene la diffusione delle Cure Palliative e della Psiconcologia e si impegna a diffondere un’efficace cultura della Prevenzione: moltissimi i premi ricevuti come riconoscimento dell’attività svolta. Tra i più prestigiosi va ricordato l’Oscar del Bilancio e della Comunicazione delle Organizzazione Non Profit, sezione ricerca ricevuto nel 2001. In tutti questi anni lo IOR è diventato un punto di riferimento per le persone che affrontano la malattia, per i giovani ricercatori che si impegnano nella lotta contro il cancro e per i tanti volontari che, anno dopo anno, danno la loro disponibilità per le attività di raccolta fondi svolte in occasione delle numerose manifestazioni organizzate, e per i lavori svolti nelle diverse sedi. Sorridere in corsia. I Nasi Rossi del dottor Jumba, i Clown Dottori dell’associazio-
ne “L’Aquilone di Iqbal”, anche quest’anno stanno portando un po’ di allegria ai bambini ricoverati nel reparto di Pediatria dell’ospedale “Morgagni-Pierantoni”. Lo scopo del progetto è aiutare i più piccoli a superare i momenti difficili e monitorare così i benefici della clown terapia sugli stati d’ansia pre e post-operatori. L’iniziativa, portata avanti in collaborazione con l’Ausl di Forlì, ha durata annuale e vedrà al lavoro sei coppie di clown dottori impegnati a fronteggiare la malattia, l’impatto con il nuovo ambiente e promuovere il benessere anche in condizioni di degenza ospedaliera. Con la ricerca sarà possibile raccogliere dati oggettivi al fine di innovare e arricchire il lavoro di cura nelle strutture ospedaliere. Ai genitori dei bambini e al personale infermieristico di riferimento verranno infatti consegnati test di valutazione, col coinvolgimento degli psicologi dell’Aquilone di Iqbal e il supporto di alcuni docenti dell’università di Psicologia di Cesena. L’iniziativa è nata nel 1999 all’interno dell’Unità Operativa Pediatrica dell’ospedale Bufalini di Cesena. I clown dottori dell’associazione l’Aquilone di Iqbal portano risate e emozioni positive, miscelando le competenze professionali del clown con l’umorismo, la comicità, l’improvvisazione teatrale e la creatività. IN
bosco
Da uve Sangiovese Naso fragrante con sentore di piccoli frutti rossi, in bocca è fresco e teso, di grande bevibilità.
Pertinello Da uve Sangiovese Vino austero e composto, bocca succosa, ampia, di trama tannica fine.
Pertinello Bottiglia da 1.5 L in bauletto di legno
Tenuta Pertinello Il piacere della scelta
Pertinello - Strada Arpineto, 2 • 47010 Galeata (FC) Italy Tel. 0543.983156 - Fax 0543.983768 Distribuito da: Agenzia Romagna snc di Leoni Fulvio e C. Via F. Olivucci, 41 - 47121 Forlì - Tel. 0543.29150 - Cell. 335.5701050
Recitare | Spettacoli in cartellone
Da non
Perdere
Ph. Massimo Fiorentini
testo Giulia Bazzocchi
In questo particolare periodo dell’anno, tra feste e celebrazioni natalizie, non mancano certo gli spettacoli, tanti e diversissimi. Per la rassegna comica del teatro Il Piccolo curata da Accademia Perduta, si potrà godere di una serata divertente, all’insegna dell’umorismo tipicamente romagnolo, di Giuseppe Giacobazzi (nella foto), che sarà presente il 22 dicembre (sul palco però del teatro Diego Fabbri), con lo spettacolo Una vita da pavura di e con Andrea Sasdelli. Per la rassegna “A teatro con mamma e papà” dedicata ai bambini, in programma la domenica pomeriggio al Piccolo, una serie di produzioni tra cui, Chi la fa l’aspetti! il 13 dicembre e Vita da gatto, il 20 dicembre. Sarà poi la volta della compagnia Teatro del Buratto che presenterà Giocagiocattolo il 17 gennaio. Al Teatro Diego Fabbri, invece, la stagione di prosa si apre con una delle opere letterarie più conosciute, tradotte e rappresentate di Shakespeare: Amleto.
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Un riadattamento del regista Armando Pugliese, interpretato da Alessandro Preziosi (nella foto), con Carla Cassoli e Ugo Maria Moroni, a partire dal 20 gennaio 2010. Ad inaugurare il programma di danza del Diego Fabbri sarà il balletto in due atti Giselle del corpo di ballo del Maggio Fiorentino, diretto da Vladimir Derevianko, con le coreografie di Evgheni Polyakov il 28 gennaio 2010, mentre l’operetta aprirà il sipario il 17 gennaio 2010 con La vedova allegra messa in scena dalla Compagnia Italiana di Operette, con il Maestro Orlando Pulin, direttore d’Orchestra e Serge Manguette, nella duplice veste di regista e coreografo. Gli appassionati di musica, in particolare del genere nero-americano, possono trovare un’ampia varietà di scelta tra il concerto gospel Wanda Trent Phillips previsto per il 24 dicembre al Teatro Errico Petrella di Longiano, Il grande Gospel di Natale di Danielle Wilson che si esibirà la sera del 25 al Naima Club, e lo spettacolo Under the light of the star col Maestro Nehe-
miah H.Brown and the Celebration Gospel Choir, che si terrà al teatro Comunale di Cesenatico il 26 dicembre. Sempre la sera di Santo Stefano, alla Vecchia Stazione, un’altra esibizione sul genere americano A New York Christmas Carol, il gospel con Will Roberson. Durante le settimane prima di Natale, il venerdì sera, continuano al Naima Club i concerti dal vivo di jazz, blues e musica etnica, con le esibizioni di Marco Tamburini Quartet, band formata da pianoforte, contrabbasso e batteria, l’11 dicembre, e quella di Snowy White Blues Band, chitarrista dei Pink Floyd dal 1976 al 1980, oggi in chiave blues, prevista per il 18 dicembre. Ritorna anche quest’anno “Ice City” la pista di pattinaggio su ghiaccio, allestita nel piazzale adiacente il centro commerciale “I Portici”, dove bambini e ragazzi possono dilettarsi in questo sport dal fascino particolare. La pista, che offre anche il servizio di noleggio dei pattini, resterà aperta per tutto l’inverno fino al 21 febbraio 2010. IN
Dott. Maurizio Marangolo
Dott. Alberto Ravaioli
Dott. Dino Amadori
IOR. Sempre in prima linea, per la ricerca. L’Istituto Oncologico Romagnolo da trent’anni è impegnato nella lotta contro il cancro, attraverso la Ricerca, la Prevenzione e l’Assistenza. I risultati raggiunti sono stati ottenuti grazie al contributo di libere donazioni e alla determinazione dei suoi Volontari, che hanno dedicato tempo ed energie per un obiettivo comune: la sconfitta definitiva della malattia oncologica. Oggi, un traguardo importante dell’attività dello IOR è rappresentato dall’IRST, l’Istituto Tumori della Romagna, realizzato a Meldola (FC), di cui lo IOR è socio fondatore, nonché unica organizzazione non lucrativa di riferimento per la raccolta delle donazioni destinate al suo sviluppo. Il miglioramento costante della qualità di vita dei malati, unitamente alla Ricerca più qualificata, continuano ad essere, dopo oramai tre decenni di attività, l’impegno che guiderà ogni scelta futura. Anche per merito dello IOR e, di conseguenza, dei suoi Sostenitori, la Romagna possiede una delle migliori reti oncologiche del Paese. Per scoprire nuove cure e nuovi metodi e per affrontare al meglio la malattia è necessario investire risorse ed energie per garantire una costante crescita del progresso scientifico anche nei prossimi anni. Trent’anni di IOR, la giusta maturità per fare grandi scelte future.
Questa campagna viene realizzata grazie al contributo della Coop.va Commercianti Indipendenti Associati, Forlì.
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TREKKING SULLE ORME
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Viaggiare a piedi, attraverso boschi e piccoli paesi, ha sempre un fascino particolare. Un passo dopo l’altro, il “Cammino di San Vicinio” ci porta per oltre 300 km, tra Romagna, Toscana e Marche, sugli antichi sentieri calcati anche da San Vicinio e dai pellegrini a lui devoti, su strade e mulattiere caratterizzate dalla presenza di piccole e grandi chiese, cellette e maestà votive: un paesaggio unico ed
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winter/2009
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