Pesaro-Urbino IN MAGAZINE - 02-2010

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Pesaro-Urbino

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Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ - Contiene i. p. - Reg. al Tribunale di Forlì il 20/02/2006 n. 6 - E 3,00

Anno V - N. 2 - GIUGNO/LUGLIO/AGOSTO 2010

Silvia

Cecchi

Il volto elegante della Legge

Imprenditori “geniali” Economia dell’intuizione Le “spiagge” del territorio Un’estate... al fiume Francesca Pascucci La signora delle chiocciole


www.dondup.com - foto agnes spaak




Editoriale |

Professione e

Passione

di Andrea Masotti

Si può essere parte integrante della vita cittadina senza compiere imprese eclatanti, ma facendo con competenza la propria professione, coltivando passioni non effimere, il tutto avendo radici personali e familiari che risalgono nella storia pesarese. È proprio il caso di Silvia Cecchi, sostituto procuratore del Tribunale di Pesaro che apre questo numero estivo di “IN Magazine”, precedendo le “passioni” altrettanto fattive e significative di cinque imprenditori (per quattro realtà aziendali, due di loro sono fratello e sorella), che hanno sapu-

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to trasformare un’idea in un progetto, un’arguzia personale in un valore economico. E se l’approfondimento musicalculturale fa sosta nello studio di Paolo Giaro, chitarrista e compositore amante del jazz ed anche delle musiche “altre”, provenienti da ogni parte del mondo (il jazz ritorna poi in una delle rubriche, dando spazio al Club pesarese di recente apertura), la stagione estiva vuole e merita il suo spazio: che non è (banalmente) quello di un bagno al mare, ma un tuffo nelle fresche acque dei fiumi dell’entroterra, le

Rimini

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Ravenna

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Anno V - N. 2 - GIUGNO/LUGLIO/AGOSTO 2010 Anno IX - N. 2 - mA m ggIo 2010

Anno X - N. 2 - mAggio 2010

Silvia

Cecchi

Il volto elegante della Legge

Imprenditori “geniali” Economia dell’intuizione Le “spiagge” del territorio Un’estate... al fiume Francesca Pascucci La signora delle chiocciole

Forlì

Plazzi

Vernocchi

Il navigatore dei mari

Un ingegnere a tutto gas

Alta Valmarecchia Cartolina dalla “nuova” Romagna Concept store I live shopping Centro Edith Stein La cura dell’arte

Cesena

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Matteo

Bruno

Giovanni Malpezzi Studiando...da Sindaco Terminal Crociere Il porto cambia look Paolo Vandini L’acqua...nel sangue

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Anno XIII - N. 3 - GIUGNO 2010

Faenza

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Anno VII - N. 3 - GIUGNO - 2010 Supplemento a “Ravenna IN Magazine” N. 2 - 2010

Giovanni

Confronto sul

Commercio

Il sogno diventato realtà

Cesena Calcio La vittoria del gruppo Forlì Calcio L'orgoglio dei Galletti Plautus Festival Cinquant'anni di spettacolo

La forza di un gruppo straordinario riporta il Cesena in A

Giancarlo Corzani e Luciano Santarelli

Grazie ragazzi!

Malpezzi Le sfide del nuovo sindaco

Matteo Plazzi Il navigatore dei mari Terminal Crociere Il porto cambia look Velda Ponti L’emozione del colore

“spiagge”, anche un po’ “sofisticate”, di chi non scende sulle rive dell’Adriatico, ma sale in collina a cercare frescura alternativa sulle sponde d’acqua dolce. L’articolo dedicato alle “passioni” dei pesaresi si sofferma sui fiori, emblema con i loro colori e profumi di una bella stagione finalmente partita e tutta da vivere. Seguono le consuete, numerose, rubriche, dove ogni volta andiamo a conoscere tanti protagonisti del nostro territorio, ognuno nel proprio campo. Per la gastronomia si parla di lumache, prelibatezza della cucina di mare, allevate con professionalità da una giovane donna alla guida di una dinamica azienda; per la salute, un ritratto del primario di gastroenterologia al San Salvatore, molto attivo anche in missioni umanitarie nei paesi più poveri del mondo. Le appendici a Fano e Urbino si soffermano, rispettivamente, su Carlo Moschini, tra i padri della nautica nella locale, e sulla presentazione della prima edizione italiana di un libro importante, Memorie dei Duchi d’Urbino, opera dello scozzese James Dennistoun nel 1851, ora tradotta grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro. Luogo di questa “prima”, la Sala del Trono del Palazzo Ducale. Una nobile conclusione, con la quale vi auguriamo buona estate e buona lettura.

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Sommario 5

Editoriale |

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Annotare | Brevi IN

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Essere | Silvia Cecchi

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Ideare | Imprenditori “geniali”

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Comporre | Paolo Giaro

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Camminare | Le “spiagge” del territorio

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38

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Incontrare | Pesaresi e i fiori

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Curare | Danilo Baroncini

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Edizioni IN MAGAZINE S.R.L. Redazione e amministrazione: Via Napoleone Bonaparte, 50 47100 Forlì tel. 0543.798463 fax 0543.774044

Gustare | Francesca Pascucci

www.inmagazine.it inmagazine@menabo.com

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Leggere | Memorie dei Duchi d’Urbino

Coordinamento redazione Pesaro: Simonetta Campanelli via Pantano, 163 cell. 335.5262743

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Progettare | Carlo Moschini

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Suonare | Pesaro Jazz Club

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nelli@simonettacampanelli.it Stampa: Graph S.N.C. - San Leo (PU) Direttore Responsabile: Andrea Masotti.

Impaginazione: Francesca Fantini Controllo produzione: Isabella Fazioli. Ufficio commerciale: Irena Coso, Laura De Paoli. Collaboratori: Benedetta Andreoli, Alberto Berardi, Franco Bertini, Simonetta Campanelli, Elisabetta Ferri, Ettore Franca, Glauco Maria Martufi, Silvia Sinibaldi, Simona Spagnoli, Beatrice Terenzi, Riccardo Paolo Uguccioni. Fotografi: Laura De Paoli, Leonardo Mattioli, Marco Sènsoli, Luca Toni. Chiuso per la stampa il 29/06/2010

Redazione centrale: Andrea Biondi, Valeria Del Sordo, Francesca Renzi.

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Assegnare | Premio Circolo della Stampa

Progetto grafico: Lisa Tagliaferri.

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Annotare | Brevi IN

L’estate al

Confartigianato e le piccole imprese Pesaro - Un patto d’intesa per sostenere gli artigiani. Questo, in sintesi, il Patto di Capranica che Confartigianato ha stretto con le altre associazioni italiane, Cna, Confesercenti, Confcommercio e Casartigiani. Ne parla Learco Bastianelli, presidente di Confargianato Imprese provinciale. “In tempi burrascosi e caratterizzati da confusione in campo economico, il dovere di un’associazione di rappresentanza è prendere una direzione precisa. Insieme verso obiettivi concreti, nell’interesse degli artigiani e delle piccole imprese. Per questo abbiamo stretto il Patto, per avere ancora più forza nella tutela degli associati e maggiore impatto nel sollecitare gli organi politici e amministrativi. Abbiamo dato vita a ‘Rete - Imprese Italia’, associazione inter-confederale, per rafforzare la voce delle imprese e incentivare lo sviluppo territoriale, raccogliere le istanze degli imprenditori e studiare nuove proposte. Nello scenario europeo - continua Bastianelli -, l’Italia è riuscita a mantenersi a galla, ma serve attenzione e intraprendenza per evitare un tracollo. Ripartiamo dai punti di forza del Paese, dalle piccole imprese e dal loro enorme potenziale, liberandole dal fardello di una burocrazia che le penalizza. E chiediamo uno sforzo anche alle pubbliche amministrazioni. Da parte nostra, daremo il nostro contributo alla realizzazione di riforme necessarie alla modernizzazione, disponibili a collaborare con Regione e Provincia per garantire ai nostri artigiani un territorio più sensibile alle loro esigenze e proiettato verso il futuro. Siamo attenti alle energie rinnovabili, per perseguire risparmio economico e rispettare l’ambiente: lo Sportello Energia presso la sede di Pesaro è a disposizione di tutti gli artigiani.”

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Bel Sit pre, condito dalla variegata proposta gastronomica del Bel Sit, presentato dallo staff, giovane e informale: dalla pizza ai primi, dalla carne al pesce, senza dimenticare gli ottimi aperitivi con ricco buffet, in uno scenario davvero suggestivo.

Pesaro - Una sosta “panoramica”, per un pre-serata, una cena, un drink a sfondo musicale. Il locale lungo Strada San Bartolo si presenta nei mesi estivi nella sua veste più frizzante e divertente: dal mercoledì al sabato, musica dal vivo con dj set e cantanti. Il tutto, come sem-

www.belsitpesaro.com

Regata “junior” al

Pesaro - Sabato 19 e domenica 20 giugno il Beach Resort Joe Amarena di Baia Flaminia, in collaborazione con il Club Nautico di Pesaro, ha ospitato una regata velica valida per il campionato italiano categoria Open Bic ragazzi e ragazze. Nonostante le avverse condizioni meteorologiche la regata si è conclusa

Joe Amarena regolarmente anche grazie a una organizzazione impeccabile da parte di entrambe le società e ha visto gli atleti locali posizionarsi ai primissimi posti della classifica generale. Visto il successo della manifestazione, il Beach Resort da appuntamento agli atleti e non al 2011. www.joeamarena.it


Accordo tra Banca Marche e Compass Pesaro - Un importante accordo di collaborazione è stato sottoscritto da Banca Marche e Compass spa, società di Mediobanca, unitamente alla controllata Futuro spa. L’accordo offre prestiti personali, con rateizzazione da 24 a 86 mesi, per un importo massimo finanziabile di 30.000 euro e prestiti garantiti dalla cessione del quinto dello stipendio, con rateizzazioni da 24 a 120 mesi, per importi anche oltre i 50.000 euro. “L’accordo - ha detto il presidente di Banca Marche Michele Ambrosini - rafforza la nostra peculiarità più importante, lavorare per la crescita della comunità, specie in questa congiuntura sfavorevole.”

Filosofia dell’ Hotellerie Pesaro - Ospitalità, ristorazione, benessere, relax, divertimento e affari in un unico luogo. L’Hotel Excelsior è un’esperienza turistica che si articola in una posizione strategica e d’interesse paesaggistico, culturale ed economico integrata a servizi di qualità superiore. Cucina d’autore, ma attenta ai sapori marchigiani nel restaurant “59”. Possibilità di congressi ed eventi nella multifunzionale Meeting room. Il Cafè Bistrot offre pasti veloci, brunch, aperitivi e after hours sul lungomare. Non poteva mancare il Lido, per un relax totale in riva al mare. 49 le camere, dal concept inconfondibile, e spa. www.excelsiorpesaro.it


Hotel Cruiser look

La città dei Cesari Fano - È in programma dal 12 al 17 luglio l’edizione 2010 di Fano dei Cesari, sei giorni di spettacoli, conferenze, rievocazioni storiche e feste nel segno della Roma antica. A chiusura della manifestazione, nella serata di sabato 17, sfilata in costumi romani, spettacolo di corsa delle bighe e, a seguire, la Notte dei Cesari. www.fanodeicesari.com

Gli anni ’60 a Fano

Pesaro - New look per il Cruiser Hotel e Centro Congressi di Pesaro. Davide Bassetti, il raffinato direttore ed Elisabetta Ubaldi, esuberante progettista e artefice del restyling architettonico, hanno contribuito a creare un ambiente diverso dai soliti locali. Il Cruiser ora ha quel che in più che fonde forma e sostanza. Il nuovo piano panoramico offre spazi armonici - disegnati espressamente per creare accessibilità, modernità e per promuovere l’interazione e il piacere allo stato puro - ambienti accoglienti e tanta luce, che fa risaltare una sintonia di

Rinnovato stile, volumi, spazi e design. Ha classe ed è alla moda. Insomma, un hotel di ultima generazione, intelligente, funzionale e di stile, dotato di comfort e tecnologia; perfetto per affari o piacere, per cerimonie e feste, per happening o eventi speciali, per lavoro o vacanza, per weekend romantici, simposi ed eventi unici. Il nuovo Tormentina Club Restaurant, la Sala Moby Dick per le feste e il foyer del piano panoramico - recentemente messi a disposizione della Croce Rossa per il Gala di Primavera - saranno ufficialmente inaugurati a settembre. (S.C.)

Fano - La calda stagione si apre con “La lunga estate degli anni ‘60”, in programma fino al 3 luglio. Organizzato dall’assessorato alla Cultura del Comune, la manifestazione coinvolge tutta la città. “Abbiamo cercato e avuto - conferma l’assessore Franco Mancinelli - la pronta collaborazione di molte realtà fanesi.” Sono previsti circa venti eventi, tra cui “I ’60 in Europa” con ospiti dalle città gemellate, incontri-dibattiti su televisione, letteratura, una serata con sei concerti acustici nel centro storico, la proiezione di tre grandi film, un defilé dedicato alla minigonna, l’elezione della “miglior Vespa dei ‘60” e sei concerti. (B.A.)

La Mediateca Montanari Fano - Inaugurato sabato 10 luglio “Memo” (Mediateca Montanari comunale). “Luogo d’incontro, informazione e dibattito, è realizzata grazie al grande gesto della famiglia Montanari - precisa l’assessore alla Cultura, Franco Mancinelli. Ha 1.600 mq per il pubblico, di cui 160 mq di sezione ragazzi. Dotata di 200 posti a sedere per lettura, 24 postazioni pc con internet e 1 pc per ipovedenti. Si sviluppa su tre livelli: sala sotterranea per incontri e conferenze, terra con all’ingresso un bar e postazione per l’autoprestito dei libri con tessera e primo piano con sala proiezioni di 31 posti. Conterrà 45.000 libri per consultazione e prestito”. (B.A.)

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The Fuxia Race

2010

Pesaro - È in programma il 10 e 11 luglio prossimi la settima edizione del trofeo UBI Challenger Rinaldo Gasparini: la regata velica, organizzata dall’Associazione Sportiva Dilettantistica “The Fuxia Race” con il supporto di varie istituzioni, è ormai un evento di riferimento per gli appassionati. Un format collaudato eppure sempre innovativo: per questa

edizione viene, infatti, realizzato il Fuxia Village, un’area allestita lungo la Calata Caio Duilio del porto, per permettere a tutta la città di seguire da vicino le barche, godendo al contempo di momenti enogastronomici e spazi dedicati ai produttori locali. Confermata ancora una volta la Festa di chiusura presso il Club Nautico di Pesaro, ormai un classico. (V.D.S.)


Pershing Stars Parade Poltu Qualtu - Stardom, distributore esclusivo per il mercato italiano di Pershing, vive di altissima qualità di servizio e attenzione personalizzata ai desideri dell’armatore. Una filosofia che emerge anche dalle parole del presidente Salvatore Moracasso: “Per noi la relazione con gli armatori dev’essere diretta, fatta di confronto continuo e vissuto”. Eventi come Pershing Stars Parade, che ha animato la marina sarda a fine giugno, sono quel “vissuto”: tre giorni in cui approfondire il rapporto con gli armatori, regalando l’esperienza del mare a bordo dei motoryacht Pershing.

Confidustria i Giovani si Incontrano

Fano - Per la prima volta i Comitati regionali dei Giovani Imprenditori di Confindustria Marche ed Emilia Romagna si sono riuniti, a fine aprile, nell’ambito del Fano Yacht Festival. L’appuntamento si è inserito all’interno di un percorso di dialogo già avviato, allo scopo di trasformare semplici rapporti di conoscenza in opportunità di crescita e di affari, soprattutto in un momento in cui servono nuove vie per lo sviluppo imprenditoriale. Con il presidente regionale Simone Mariani erano presenti tutti i presidenti provinciali e più di 50 Giovani Imprenditori marchigiani, mentre dall’Emilia Romagna hanno partecipato in 25. Il dibattito si è focalizzato su temi molto sentiti, tra cui la necessità di riforme per fronteggiare la crisi economica, il federalismo, la responsabilità d’impresa e la meritocrazia. www.confindustria.marche.it (V.D.S.)


L’uomo 2011 secondo

Nuova testimonial per Avis

Pesaro - A 27 anni Francesca Mari, campionessa di pallavolo, ama ricevere regali inaspettati ma, soprattutto, ama donare, a sua volta, quanto di più prezioso e semplice possa fare ognuno di noi. Francesca dona sangue! Con il sorriso e la bellezza che la contraddistinguono, si è concessa come testimonial di Avis Pesaro. “È una bella realtà. Come atlete, personaggi televisivi o per altri motivi, difficilmente passiamo inosservate: quindi, tanto vale sostenere una buona causa. Ci vogliono solo dieci minuti e si rende felice qualcuno! Fare i tatuaggi è molto più doloroso e lungo che donare sangue. Assicuro che non c’è nessun pericolo, anzi si viene sopraffatti da un bel senso di serenità e compiacimento.” “Abbiamo scelto Francesca come ambasciatrice della nostra missione - dice il dottor Vittorio Gemmellaro, presidente Avis - perché speriamo che anche le persone professionalmente più impegnate e agiate possano decidersi a donare. Speriamo di sensibilizzare anche imprenditori e professionisti. Il tempo è prezioso per tutti, la vita pure. Concediamoci per un gesto di solidarietà.” (S.C.)

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Fossombrone - Presentazione in anteprima, per la collezione P/E 2011 uomo. S’intitola The Duke and The Decorators, ovvero il duca e gli imbianchini e propone un viaggio tra tessuti (e colori), molti dei quali prodotti in collaborazione con aziende italiane quali Pantex e Marzotto. Cotone e lino, cotone accoppiato alla lana, mix lino-cotone-seta, jersey, chambray e fibre naturali. E naturali sono anche i colori: ecroux, beige, sabbia, bianco, abetone e navy. I trattamenti sono in prevalenza vintage: lavaggi e abiti da lavoro vengono mixati a dettagli sartoriali: il denim è caratterizzato da tessuti cimosati, nuovi lavaggi estremamente ricercati ed esclusivamente italiani, nonché da una nuova vestibilità: quella “baggy e corta”.

Dondup Non possono mancare gli accessori, che diventano sempre più importanti: mocassini, stringate, cinture, borse 24 ore e week end, papillon… www.dondup.com

Attolini, sartoria su misura da

Pesaro - Matilde Ratti d’Ovidio con Massimiliano e Beppe Attolini ha presentato, presso il reparto uomo della boutique, il “su misura” della sartoria napoletana “Cesare Attolini”. Questa realtà esclusivamente artigianale, già presente da Ratti da alcune stagioni,

Ratti

è stata presentata alla clientela durante lo scorso 15 maggio. Massimiliano e Beppe Attolini hanno presentato, ai tanti clienti Ratti presenti, giacche e abiti da confezionare “su misura”, a partire da una ricchissima scelta di tessuti sia estivi che invernali.


Marchetti, Blu come il Mare Pesaro - Pescheria, gastronomia, catering. Quattro generazioni di passione e dieci anni di esperienza nelle migliori cucine italiane hanno portato all’apertura di Blu Marchetti. Un “angolo gastronomico” in centro, dove

offrire prodotti di qualità e tante proposte per la tavola: sempre attenti alla ricerca del miglior pescato di giornata, gustose ricette, preparate in base alla stagionalità dei prodotti. Piatti che Blu Marchetti propone sia in negozio che, con il servizio di catering, a domicilio, per vivere anche a casa il piacere di una prelibata cena di pesce.

Bookcrossing alla pesarese Pesaro - La moda di abbandonare i libri su panchine o scompartimenti dei treni, perché fossero un regalo per chi li trova è scoppiata negli Stati Uniti dieci anni fa. Il sito per il Bookcrossing oggi ha anche una versione italiana (www.bookcrossingitaly.com). Si può dare un codice al libro che si sta rilasciando, in modo da seguirne il viaggio e leggere i commenti di chi lo trova. A Pesaro sono stati creati due luoghi ufficiali per il rilascio: Mondolibri, che ha sistemato uno scaffale fuori dalla libreria, e al caffè letterario Ludicanto, che ha già una biblioteca ben fornita per la consultazione, ed ha creato una piccola nicchia di fianco al bancone del bar. Grazie a questa iniziativa, in poco tempo le Marche sono schizzate al 5° posto in Italia. (E.F.)


Nuova sede del

Il salone della parola

“Catalogo”

Pesaro - La libreria “il Catalogo” di Giovanni Trengia si è trasferita al 60 della stessa via Castelfidardo. L’ambiente è gradevole, accogliente e ospitale. Gli spaziosi locali, disposti su più piani, sono arredati in modo simpatico e brioso, con raffinato savoir faire. La nuova sede è luogo ideale per rendez vous letterari, distrazioni culturali e trastulli per la mente. Il lettore abituato può trova-

Pesaro - Appena insediato, nel luglio 2008, il consiglio d’amministrazione dell’Ente Olivieri si propose di attivare un grande evento periodico. Lungo questa linea Marcello Di Bella, oggi direttore della Biblioteca e dei Musei oliveriani, ha ideato e sta curando il Salone della parola, festival d’approfondimento culturale dall’8 all’11 luglio, dedicato al linguaggio in tutte le sue forme espressive: letterarie, artistiche, filosofiche, politiche, teologiche, scientifiche, storiche, giuridiche. Un festival della filologia nel senso moderno del termine, come disciplina che si occupa di accertare un testo (di qualsiasi natura) e penetrarne il significato. Convegni, conferenze, lezioni, commenti magistrali, giochi, ecc., con il concorso di grandi studiosi. Gli avvenimenti, sparsi da palazzo Montani a palazzo Almerici, dalla biblioteca San Giovanni alla loggia del Genga in palazzo Ducale, dalle chiese del Suffragio e dell’Annunziata al teatro Sperimentale. La mattina di giovedì 8 luglio in programma il convegno “Questioni della lingua oggi: regole, apprendimento, diffusione”. Commento magistrale di Ivano Dionigi e Massimo Cacciari dal titolo Logos allo Sperimentale, venerdì sera 9 luglio. Sabato 10 Luciano Canfora, Piergiorgio Parroni e Ivano Dionigi ricorderanno il filologo Scevola Mariotti nel decennale della scomparsa. Negli stessi giorni Lorenzo Braccesi terrà un corso di epigrafia; Leone Pantaleoni, uno di enigmistica; Marinella De Luca, uno sull’uso e abuso di motti e detti latini; Silio Bozzi, Luciano Canfora e Silvia Ronchey discorreranno di “Filologia e polizia”. Questi e molti altri eventi, per un festival mai visto. (R.P.U.)

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re le proprie letture con infallibile istinto. Ci sono angoli per tutti: salotti per gustare, insieme alla lettura, un buon caffè e una fetta di torta fatta in casa; nicchie, con tanto di pozzo antico, dove leggere diventa pensare. “Alla base di questa scelta dice Giovanni - c’è un forte desiderio di continuare a fare ‘il libraio’, creare iniziative culturali e incontri con scrittori e poeti e ricercare, approfondire e perfezionare un servizio significativo e utile: offrire non solo un ambiente ideale a chi continua a leggere e studiare, ma rilanciare nuovi progetti con idee più forti ed elaborate nel dialogo continuo con i clienti, che da acquirenti sono diventati amici, solidali e generosi con le varie attività della libreria.” Come diceva Gustave Flaubert: “Non leggete, come fanno i bambini, per divertirvi, o, come gli ambiziosi, per istruirvi. No, leggete per vivere.” (S.C.)

Melissa Agnoletti nuovo

Pesaro - Nel 2006 ha avviato l’azienda di produzione borse. Dopo quattro anni, visto il crescente successo, Melissa Agnoletti ha intrapreso un nuova sfida: aprire il suo primo concept store. La giovane designer pesarese, dopo aver rinnovato radicalmente l’immagine della propria

Concept

azienda, avvalendosi della consulenza del fotografo e art director Andrea Barchiesi, ha così inaugurato, lo scorso 12 giugno, in via Gavelli 6, in pieno centro, questa nuova sede per presentare al meglio le proprie proposte di fashion accessories. www.melissaagnoletti.com



La nuova Cayenne da

Premio d’Arte Aperitivo Illustrato Pesaro - “La costante è il percorso. Dal Rinascimento all’Arte Contemporanea” è il titolo della seconda edizione del premio creato dall’associazione Hansel e Greta e dal mensile L’Aperitivo Illustrato. Il termine per partecipare alla competizione, patrocinata dalle istituzioni locali e in collaborazione con il Centro Arti Visive Pescheria e con l’associazione ArteM, è il 16 settembre, dopodiché una giuria di esperti, presieduta da Ludovico Pratesi, selezionerà trenta opere finaliste, realizzate in piena libertà stilistica e tecnica. L’opera vincitrice sarà poi donata al Centro Pescheria, dove, nel corso del 2011, verrà inoltre organizzata una personale dell’artista. www. premiodarteaperitivoillustrato.com (V.D.S.)

Pesaro - Lo scorso 7 maggio, presso il Centro Porsche, presentazione ufficiale della nuova Cayenne. Oltre un centinaio gli ospiti, tra cui, per Porsche Italia, il responsabile servizi Marketing Rete, dott. Roberto Vallone. Partners della serata, Alessandrini Rappresentanze, Bartorelli Gioiellerie, che ha presentato la nuova collezione di gioielli, Tudor, che ha presentato il nuovo “Heritage Chrono”, che s’ispira al mitico Tudor Oysterdate degli anni ’70. Dopo la presentazione del dott. Juri Gabellini che ha illustrato alcune caratteristiche della vettura, la Cayenne è stata “svelata” ufficialmente. Due i modelli presentati: la “S” bianca 4806, cilin-

Gabellini

drata 400 cv. che si caratterizza per potenza e sportività, e la “Turbo” nera 4806 (500 cv) la più sportiva della gamma, che unisce massima potenza ed efficienza, senza rinunciare al comfort. La dinamica linea frontale cattura l’attenzione: il cofano motore dalle linee allungate richiama le vetture da gara anni ’60. Internamente la consolle rialzata rimanda alla Carrera GT e trasmette a chi guida un rapporto completo con la vettura. La Cayenne esce con un nuovo cambio automatico Tiptronic S a 8 rapporti. La velocità massima si raggiunge in 6° marcia; la 7° e l’8° servono a ridurre il numero di giri a velocità elevate a vantaggio di consumi e comfort.

La “dodici ore” in Vespa Pesaro - La “dodici ore del Vespa Club Pesaro”, il 17 e 18 luglio: un appuntamento annuale, ormai consolidato, alla “Palla di Pomodoro”; si comincia con iscrizioni e registrazioni dei partecipanti, poi cena sociale e il primo concorrente che parte a mezzanotte. Gli altri a seguire, ogni 30 secondi, per arrivare a mezzogiorno, naturalmente per il pranzo. I concorrenti sfilano con le Vespe lungo un tratto turistico di 500 Km, attraverso le Marche più suggestive, dai monti Sibillini alla Carpegna. Rigorosamente sottoposti a controlli “a timbro” e “a tempo”, per segnalare il passaggio in un certo tratto di strada e quello sotto una fotocellula, ad orario stabilito per ogni partecipante, secondo tabella di marcia. Al vincitore è assegnato il titolo di “audace”, ma solo se all’arrivo non ha acquisito penalità. www.vespaclubpesaro.it (S.C.)

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Moto in

Divisa

Pesaro - Per l’estate 2010, Registro Storico Benelli e Moto club “T. Benelli” organizzano una mostra nell’edificio Benelli in via Mameli, oggi sede dei due sodalizi. Il tema sono le moto militari dalla Prima guerra mondiale ad oggi; grazie alla collaborazione con “The Green Liners” (gruppo di appassionati di storia, uniformi, collezionismo e modellismo di ispirazione

storico militare) è stata organizzata “Moto in Divisa”: oltre 50 modelli militari, da Moto Guzzi, Gilera, Bianchi, BMW, BSA, Harley Davidson, Douglas, Rudge Multi, Sunbeam, Triumph, Peugeot, Emblem, Sertum, Ariel Matchless, Norton, Zundapp, naturalmente Benelli e manichini con divise originali, fotografie e copertine di riviste militari d’epoca. La mostra, a ingresso gratuito, è aperta fino al 24 settembre. Orari: lunedì-venerdì 1723, sabato 17-20. Chiuso domenica.


Paesaggi alla Pescheria Pesaro - Ha inaugurato il 3 luglio scorso, presso il Centro Arti Visive Pescheria la mostra “Paesaggi”, che per la prima volta presenta in uno spazio espositivo pubblico, le opere di Luigi Ghirri e Mario Giacomelli, maestri della fotografia italiana. Nei due spazi espositivi, Chiesa del Suffragio e loggiato, sono esposte circa 80 opere. “Paesaggi” è aperta fino al 19 settembre. Orari, da martedì a domenica 10-12,18-23. www.centroartivisivepescheria.it

Paolo Tofoli sulla panchina della Scavolini

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Pesaro - Paolo Tofoli è il nuovo allenatore della Scavolini: l’attesa firma è arrivata, lo scorso 28 maggio, dopo un lungo corteggiamento. Nel nuovo staff tecnico, presentato il 22 giugno, riconfermati Riccardo Marchesi come vice e Matteo Solforati come terzo allenatore e scoutman, mentre è una novità assoluta il preparatore atletico Giampaolo Chittolini, all’esordio assoluto nel settore femminile. Si è detto soddisfatto l’ex palleggiatore dell’Italia dei fenomeni di Julio Velasco, al suo primo incarico da commissario tecnico: “La Scavolini è una squadra ad altissimo livello, che punterà sempre ai massimi traguardi: Coppa Italia, Super Coppa Italiana, Coppa del Mondo e Champions League sono decisamente alla nostra portata. Anche lo staff tecnico messo insieme è molto valido.” Tofoli ha inoltre parlato dei prossimi impegni: da settembre la preparazione per la Champions, quindi gli ultimi acquisti: dopo Destinee Hooker e l’opposto olandese Manon Flier, si aspetta la conferma di una giocatrice italiana nel ruolo centrale. www.robursportpesaro.it (V.D.S.)

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Luciano Dolcini e il corto su

Nuovo incarico per Enzo Bacciardi

estrapolavo e assemblavo spezzoni di film funzionali al tema dell’intervento.” La scelta di Fellini deriva dalla passione per il cinema italiano e per il regista riminese. “Raccolto il materiale, buona parte reperito nella cineteca del Gambrinus di Pennabilli, ho realizzato una prima versione, che ho rivisto raccogliendo i consigli di amici film maker come Gianni Balista, Giorgio Ricci e Renzo Tebaldi. Un giorno andando a teatro - continua ho assistito a un monologo di Cristian Della Chiara: mi si è subito accesa la lampadina”. Molinelli ha scritto un tema musicale che esaltano immagini e voce di Della Chiara. Nella breve colonna sonora per orchestra e coro è presente un pezzo con viola, suonata dallo stesso maestro, e bandoneon suonato dal maestro Mario Stefano Pietrodarchi.”

Pesaro - Poi Qualcuno è il titolo del corto realizzato da Luciano Dolcini, con voce recitante di Cristian Della Chiara e musiche originali di Roberto Molinelli. Un’opera di grande liricità e raffinatezza dedicata a Federico Fellini. “Ho intuito le potenziali creative dal cinema in digitale circa dieci anni fa - spiega Dolcini - quando per lavoro organizzavo convention e conferenze; per introdurre relatore e temi trattati

Pesaro - L’ avvocato dello Studio Legale Internazionale Bacciardi & Partners - con sedi a Pesaro e a Milano e affiliato al network internazionale Eurojuris International - è stato nominato presidente della Camera Arbitrale nazionale e internazionale Leone Levi, delegazione di Pesaro su delibera della Camera di Commercio. La Camera è stata fondata e gestita dalla Camera di Commercio di Ancona che ha istituito delegazioni nelle altre sedi delle Marche.

“Pax per aquam”, progetto Soroptimist Pesaro - Il Soroptimist Club, organizzazione internazionale di donne inserite nel mondo del lavoro, con la collaborazione del Comune e della Provincia si è impegnato a rendere di nuovo fruibile, con interventi di riqualificazione, l’antico sentiero lungo l’argine destro del Foglia che dal parco Miralfiore conduce al Ponte Vecchio. Lungo il sentiero, che offre una suggestiva panoramica sull’ambiente fluviale, sono presenti il pioppo nero, l’esotica robinia e l’ailanto, in gran parte avvolti da edera, vitalba, vite selvatica e rovo. La flora, seppure comune, crea piacevoli effetti cromatici e suggestivi effetti “a gallerie”.L’intervento è stato ideato nell’ambito del progetto “Pax par aquam”, promosso dal Soroptimist International per dare consapevolezza che l’acqua è bene prezioso ed elemento fondamentale del paesaggio urbano, e che l’ambiente fluviale è luogo da riscoprire a beneficio di tutta la città. (S.C.)

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Fellini

Style Piccoli “sceglie”

Fossombrone - Un riconoscimento importante, dal bimestrale del “Corriere della Sera” dedicato ai bambini: è la targa (che certifica qualità di prodotti e servizi) che “Style Piccoli” ha inviato a Bruna, selezionando la boutique di abbigliamento 0-16 anni e prenatale tra i migliori negozi d’Ita-

Bruna lia dedicati ai bambini. Nel numero di maggio/giugno del periodico, è presente una pagina dedicata all’iniziativa. Quindi, a partire dai numeri successivi vengono segnalate le migliori boutique nazionali per bambini: una pagina d’indirizzi speciali, fra cui anche quello di Fossombrone.



Fonderia, “creative ensamble” della Ceramica Pesaro - Una nuova società, per dare rinnovato impulso allo storico marchio della ceramica italiana Franco Bucci: è Fonderia, nome anche del loft in cui l’atleier del ceramista opera da oltre 40 anni, e composto da Viviana Bucci, sua figlia, Gabriele Bucci, nipote dell’artista, Claudio Ferri, dinamico imprenditore forte di esperienze nelle aziende di famiglia Febal e RB Rossana, e Cinzia Panici, grande appassionata di design contemporaneo. Il quartetto intende dedicarsi al rilancio internazionale del marchio Bucci e a promuovere anche l’area commerciale del loft, ospitando anche vetrine dei propri partner (tra cui il negozio PrimoPia-

no Openhouse di Pesaro) e creando eventi d’arte, musica ed enogastronomia. Art, lab, store: questo è Fonderia delle Arti e delle Idee, che ospiterà

anche opere inedite di Franco Bucci, scelti tra gli schizzi e i progetti del maestro, catalogati dopo la sua scomparsa, nel 2002.

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Jazz by the Sea XVIII Edizione Fano - “Jazz By The Sea” compie diciotto anni. Dal 25 al 31 luglio artisti internazionali si esibiscono alla Corte Malatestiana e al Porto Turistico - Marina dei Cesari, dove ci sarà un palcoscenico sull’acqua e il “Pala J”. Il festival si apre domenica 25 (ore 21) in Marina con il gruppo di Marcus Miller; lunedì in Corte Malatestiana si esibisce il trio di Gonzalo Rubalcaba. Il 27 e 28 luglio in Marina suonano rispettivamente il quintetto di James Carter e il gruppo di Richard Bona; giovedì in Corte Malatestiana è atteso il concerto di Enrico Rava e Stefano Bollani; venerdì ai “Cesari” è in concerto la band di Maceo Parker mentre sabato 31 in Corte Malatestia-

La moda al distributore automatico

na, di scena Danilo Perez con il suo quartetto. www.fanojazz.org (B.A.)

Pesaro - Velocità, flessibilità, moda, grazie all’idea innovativa di Deep Wellness, azienda che produce capi casual cool , che si acquistano con un semplice gesto, al distributore automatico. Al momento quelli in funzione sono due, ma presto l’iniziativa sarà estesa in tutta Italia. Uno dei due è proprio a Pesaro, all’interno della palestra Athletic club a.s.. Al costo di 50 euro, il pantalone scende dal distributore, proprio come un caffè o una bibita, ed è pronto per essere indossato. I pantaloni sono della linea Deep Wellness, caratterizzati da tessuto elasticizzato, nei colori bianco, tortora, grigio pietra. Entro settembre i capi Deep Wellness, saranno visibili e acquistabili anche online. www.deepwellness.it

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Essere | Silvia Cecchi

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L’anima della

Giustizia

testo Franco Bertini - foto Leonardo Mattioli

Discendente di una storica famiglia pesarese, il Sostituto Procuratore Silvia Cecchi è un magistrato capace, ma anche una donna ricca di passioni.

è uno dei fiumi sotterranei lungo cui

stessa parla di “radice forte in città ma di famiglia cosmopolita”: la sequela degli avi, che in questo caso sono davvero tali anche nel senso aulico del termine, ognuno con la sua caratura storica, con uno che è stato ambasciatore da una parte (il padre in Francia), un altro a Bogotà, la figlia a Vienna. Avevano ragione i miei nonni, quando mi raccontavano le gesta dell’esploratore Antonio e del ritorno a Pesaro della sua salma coi “portolotti” che non volevano i “cittadini” e gridavano “Cecchi è il nostro”, e mi faceva-

scorre la storia della città, alimenta-

no figurare la famiglia Cecchi come

to a sua volta, attraverso i decenni, da altri emissari e affluenti: i Cecchi e i Vaccai, i Cecchi e i Perticari, e i Cassi e i Picciola, e vai così di generazione in generazione. Tanto per esemplificare banalmente, non solo abito in una via intitolata ad Antonio Cecchi, ma anche sulla parete esterna della casa in cui vivo c’è una targa a ricordare come il famoso esploratore africano “Qui nacque nel 1849...”. E d’altronde lei

qualcosa di mitico e irraggiungibile,

Elegante, gradevole, gli occhi dallo sguardo un po’ stupito come quello di sua madre, eloquio sciolto e preciso senza essere sofisticato ed elitario. Silvia Cecchi, da oltre vent’anni Sostituto Procuratore della Repubblica del Tribunale di Pesaro mi è seduta di fronte nel suo studio; da pesarese del centro storico, faccio fatica a vederla nella sua veste di magistrato - anche se poi non è la sua professione che m’interessa - piuttosto che come rappresentante di una famiglia che

come in un romanzo di Salgari. Lei dice che la radice cosmopolita rende la sua famiglia “un po’ esiliata in città, ma questo accresce la forma di attaccamento”. E ancora dice: “non conosco bene la città”, solo adesso “provo gratitudine”; che vuole “lasciare un senso, dare partecipazione”. Ma è attenta Silvia nello scegliere le occasioni per fare questo, perché questa città “a volte

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In apertura e a fianco, il Sostituto Procuratore durante l’intervista.

con questo libro”. Nessuna sorpresa dunque che Costanza Monti Perticari avesse “una religiosità che mi somiglia, una forte propensione spirituale che, almeno in passato, era più accentuata nelle donne che cercavano la libertà e la potevano trovare maggiormente in campo intellettuale. Lei ha cercato la libertà, si è irrigidita ed è morta, oggi è diverso”. Usa un’immagine bellissima a proposito delle donne che cercano la libertà, dice che “scavano cunicoli sotterranei”. C’è osmosi fra le sue passioni private e la professione di magistrato, la stessa osmosi con

ha la cultura più come ornamento”. L’ascolto, ma la mia immaginazione, ormai inesorabilmente datata dall’infanzia, continua a vederla come “simbolo” involontario della storia cittadina con quelle radici ottocentesche che, secondo un cano-

Chi è, in breve Silvia Cecchi è nata a Pesaro, ha studiato e si è laureata a Pavia. A Pesaro esercita la professione di magistrato. Ha scritto varie raccolte di poesie che hanno vinto concorsi e premi, ma anche racconti, saggi e romanzi brevi. Attualmente sta scrivendo un testo sulla pena carceraria, naturalmente connesso alla sua professione. Diplomata in pianoforte, ha scritto il testo di un’azione lirica eseguita in prima assoluta nel 2004 ad Ancona e ha collaborato al testo di un’opera lirica da camera. Nel 2008 è uscito il suo libro Le tredici vite di Costanza Monti Perticari.

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ne usato ed abusato, ti fa pensare alla Pesaro “piccola Atene” delle Marche. E credo che non sia un caso che lei abbia scritto, ricercato, anzi “indagato” a fondo su Costanza Monti Perticari, anche se premette che quello scritto, Le tredici vite di Costanza Monti Perticari, le è stato “commissionato”. Di certo è così, ma a me interessa immaginarla come un salmone che risale la corrente del fiume delle generazioni per tornare a casa. “Per me - dice infatti - è stato come risalire nella storia della città, trovare un contatto più forte con essa, un contatto che è iniziato

cui ha affrontato il personaggio di Costanza: “Non c’è dissociazione nel leggere la vita nella sua parte in ombra e in quella luminosa. Anche i processi hanno due aspetti come la vita che viviamo tutti... vedo palesemente l’accusa e ascolto la difesa: sono due vite diverse.” “Del resto - come scriveva la stessa Cecchi in chiusura della premessa alle sue Tredici vite - chi di noi non si sentirebbe di affermare di essere più vite in una? Di poter accreditare di sé interpretazioni contraddittorie? Se ci pensiamo bene, chi di noi non potrebbe affermare, con pari diritto e in tutta verità, che in una interpretazione la propria vita è atroce e in un’altra soave?”. Più limpido di così non si può. Così limpido che perfino a proposito della sua Costanza la Cecchi, ricostruendone vita e vicende, a un certo punto effettua “un ribaltamento” guardando le cose dal punto di vista del


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Silvia Cecchi nel suo ufficio a Pesaro.

marito, perché “anche lui aveva i suoi numeri, perché, come quello di Giuda, non è sempre un ruolo inferiore”. Ma soprattutto perché per Silvia Cecchi la “ricerca della verità” viene sempre prima della verità che “è pericolosa se è anteposta alla ricerca”, perché “il rispetto dell’altro è più importante dell’amore e della verità, che hanno dei limiti, mentre il rispetto dell’altro è più universale e universalistico.” Detto con una parola sola e onnicomprensiva, siamo di fronte alla laicità che è, afferma con serenità e convinzione, “la forma di convivenza senza verità precostituite aldilà del credere o non credere, la modalità di convivenza non consentita dalla confessionalità” e “il metodo laico è quello che ho anche nell’accostarmi a un delinquente”. Ancora, in sen-

so metodologico, “interrogazione permanente sulla vita”. Verità, ricerca della verità, metodo: parole che mettono in moto antiche reminiscenze filosofiche ed ermeneutiche. Linguaggio, scrittura, poesia come “dialetto più aderente al suo fondo”. Qui gatta ci cova, ed ecco che spunta, infatti, il Montale “suo primo amore”, la liberazione dalla cui malia è stata lunga e ha richie-

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sto tempo; poi Saba, Penna, Caproni, Dickinson, Sereni, conosciuto ai tempi dell’università a Pavia. È il linguaggio il suo strumento osmotico fra passione privata e attività professionale: “scrivere una sentenza è creativo, è il diritto pretorio, mentre la legge prevede casi tipici... vedi il caso del Lisippo o la sentenza Englaro...”. Dietro c’è stato il ruolo severo del procuratore Savoldelli Pedrocchi; in comune, fra “priva-

ra la Cecchi a proposito della sua Costanza - che ciò che più cambia da una vita all’altra, fra persone diverse o fra momenti diversi di una medesima persona, siano soprattutto taluni minimi eventi interiori, taluni semplici scostamenti interpretativi. Non è poco in verità, per chi crede come me che di questo sia fatta la vita di ognuno di noi, la nostra felicità e la nostra infelicità”. Terreno d’estrema deli-

Prioritaria, la ricerca della verità to” e “pubblico”, c’è la forma, che lei “cerca perché la buona forma vuol dire buoni contenuti, buona convivenza e buoni uomini”. Se non altro come desiderio di eticità. Perché il

Che Silvia Cecchi abbia assimilato

linguaggio può fare ciò che vuole ma

fino in fondo la laicità del pensiero

catezza e fa venire i brividi pensare che qualcuno possa avventurarsi in esso senza una sufficiente dote di laicità e di rispetto per gli altri.

“senza farne un culto” e senza far-

lo si percepisce dalla convinzione

ne “un uso straniante” e sempre al

con cui ne parla e dallo sguardo che

servizio della ricerca della verità, su

accompagna le sue parole. A tenere insieme il tutto come un filo conduttore o come un basso continuo ci sarebbe anche la musica, ma questo sarebbe un altro discorso: “Il vero talento - dice - è mia figlia Angioletta, ha suonato il violino nella Sala Nervi...”. Un’altra vita. IN

un crinale sottile e infido, sempre alla ricerca di ogni segno possibile in campo giudiziario e non, in un lavoro di ricostruzione in cui ci si “identifica con la vittima e col colpevole”. E dunque: “io credo - scrive anco-



Ideare | Imprenditori “geniali”

Economia dell’

Intuizione

testo Silvia Sinibaldi - foto Laura De Paoli e Marco Sènsoli

Marco Morosini, Christian Tamburinelli, Gianfranco Simoncelli e i fratelli Diego e Chiara Andreani: quattro storie diverse, un denominatore comune, l’idea “geniale” applicata con successo alla loro impresa.

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Hanno piegato l’economia all’intuizione, hanno forgiato imprese nate dal loro modo di guardare la vita. Quattro imprenditori pesaresi che al mondo della produzione e del commercio hanno anteposto un’idea geniale. Marco Morosini, inventore di Bran-

dina, marchio divenuto cult nel giro di 24 mesi, ha colto il genius loci della Riviera. Le sue borse hanno il tocco poetico di un film di Fellini. Borse, ma anche pochette, sacchi, realizzate con il tessuto

delle brandine che utilizziamo in spiaggia. Inevitabile chiedere al padre di Brandina, come diavolo gli sia venuto in mente. “L’idea è nata per caso nel 2005 racconta - cercavo una copertina in armonia con un libro che ho scritto sui bagnini. Un amico, bagnino ovviamente, mi portò nel suo laboratorio. C’erano i lettini da spiaggia e rimasi folgorato dalla bellezza dei colori e dalle qualità del tessuto. Ho subito pensato a una serie di accessori realizzati con


quel materiale. Ho chiesto a un artigiano che cuce vele da surf di assemblare la prima borsa: la posseggo ancora, è bellissima, anche se cucita in modo approssimato, ma ha già l’occhiello sul fianco e la chiusura ispirata alle vele. La forza della mia idea lampeggiava da sola”. Le sue clienti s’innamorano di Brandina. “Credo sia lo sguardo nuovo su un materiale, su colori e su forme che fanno la nostra storia. Non un prodotto fashion, ma un

contenitore funzionale, che mira a diventare oggetto intramontabile come le Clarks o le All Stars.” Un prodotto della comunicazione. “Nel senso della sua capacità evocativa - continua Morosini. Il primo bacio sulla brandina al mare, ricordo evocato da un oggetto unico, eppure strettamente legato al territorio, anche nel nome. Direi


A fianco, Gianfranco Simoncelli mostra alcuni filtri prodotti dalla sua Ecoservice. In apertura, da sinistra, Cristian Tamburinelli su una delle sue “Trona” e Marco Morosini tra alcuni prodotti “Brandina”.

L’opinione del presidente Confindustria PesaroUrbino

una forma di wellness per il quotidiano della donna.” Anche le sue boutique rispettano e rispecchiano questa filosofia. “Brandina si vende nelle Botteghe (di Cattolica, Ponza e Riccione, ndr) cioè punti commerciali costruiti intorno al brand.” Da Morosini a Christian Tamburinelli il passo è breve. Dalla spiaggia al mare. Lui voleva realizzare un oggetto unico al mondo. Ci pensava lavorando nell’azienda di famiglia, che produce divani e poltrone, che lui immaginava di far galleggiare. “Produciamo anche arredi per la nautica e ho cominciato a osservare i materiali speciali utilizzati per

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gli accessori degli yacht. Oggetti d’arredamento resistenti all’acqua e alla salsedine, galleggianti.” È nata così Trona, la poltrona entrata nelle case degli italiani, placidamente a galla nella piscina della casa del Grande Fratello e, ironia della sorte, oggetto di culto che partendo dal Twiga di Briatore ha scalato i desideri delle star dello spettacolo, poi dei re degli yacht, di capitani d’industria e principi. Come è nato il nome? “Chiacchierando con un amico abbiamo pensato a un trono e correlandolo al genere femminile, abbiamo creato Trona. Solo più avanti ci siamo

accorti che è anche la desinenza di poltrona.”

“Una delle sollecitazioni più entusiasmanti nella mia avventura di presidente di Confindustria racconta Andrea Ugolini - è stata proprio la scoperta di una realtà incredibile di piccole imprese di assoluta qualità o anche di grandi aziende, fuori dai circuiti della conoscenza comune che rappresentano in modo esemplare la nostra provincia e le Marche in generale, quale terra di imprenditori di grandi idee e dunque di vere eccellenze ma soprattutto capaci di stare all’interno della competizione di venuta globale. Non deve stupire in questo senso se il libro dei brevetti italiani è uno dei più ricchi del mondo, testimone di quel genio e sregolatezza che caratterizzano la nostra identità. Ma per avere successo un’idea, per quanto geniale, deve essere supportata dagli uomini e dai mezzi.”



Diego e Chiara Andreani fotografati nella sede di TCM.

Con Gianfranco Simoncelli, invece, dal mare torniamo alla terra e all’aria che respiriamo. La sua idea lo ha catapultato all’interno di un’emergenza che riguarda tutto il mondo industrializzato. Leggi Ecoservice e scopri che… “esistono aziende che hanno come obiettivo primario la salute di tutti”, esordisce. L’intuizione di Simoncelli sboccia tra le stampanti di cui è un tecnico. Si accorge che i macchinari emettono fumi. Facile percepire che non siano benefici. Si mette al lavoro con l’idea di realizzare un sistema in grado di abbatterli e dopo non pochi tentativi realizza un particolare filtro capace di intrappolarli. Quando ha capito che stava funzionando? “Analisi di laboratorio, certificazioni universitarie e di agenzie europee dimostrano che il mio filtro funziona, ne ho una lista lunghissima”. Quante sostanze inquinanti produce una stampante? “400 microgrammi per metro cubo

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di sostanze, identificate genericamente con il nome di Voc”. Facciamo un conto impossibile: in una città come la nostra quante stampanti potrebbero esserci? “Un migliaio di macchine operative ogni giorno. Non vi è da stupirsi se la percentuale di polveri ultrafini sia in netto aumento e l’effetto di queste nano particelle sulla salute è ormai tristemente noto”. Qual è il suo prossimo impegno? “Promuovere una corrente di pensiero che diffonda questa sensibilità e produca nuove opportunità di lavoro.”

Qual è la difficoltà maggiore che incontra? “Amministratori che mettono la testa sotto la sabbia.” La loro idea geniale è stata una rivoluzione interna all’azienda. Non un prodotto, non un macchinario ma una nuova gestione dell’azienda stessa. Se navighi nel sito della Tcm, sorprende l’accostamento pubblicitario tra corpi scolpiti in posizioni plastiche e le tecnologiche produzioni dell’azienda: “La

nostra volontà - spiegano i fratelli Diego e Chiara Andreani, seconda generazione dell’impresa - è comunicare in modo diretto ed efficace, attraverso immagini suggestive, valori comuni a questi due mondi quali dinamicità, precisione e anche forza e versatilità.” La storia di Tcm è caratterizzata da scelte determinanti per la sua crescita, che nel tempo l’hanno resa, da piccolo laboratorio artigiano, azienda industriale strutturata con 100 addetti. Da circa dieci anni, Chiara e Diego seguono direttamente produzione, finanza e marketing, ricoprendo ruoli di diretta responsabilità, agendo anche sulle scelte strategiche aziendali. “In particolare, negli ultimi anni, sono state avviate azioni di ristrutturazione organizzativa, tendenti a ‘managerializzare’ un’organizzazione interna, già efficiente ed attenta, che per le dimensioni assunte aveva la necessità di strutturare il flusso di lavoro in modo codificato.” IN




Comporre | Paolo Giaro

Musiche “colte” musiche

“Altre”

testo Glauco Maria Martufi - foto Luca Toni

Un viaggio tra le note dall’India al Brasile, ma con le radici ben salde nel pesarese. Perché solo immergendosi nelle radici culturali di un popolo, se ne può cogliere il senso musicale. Parola di Paolo Giaro, raffinato compositore e chitarrista.

A un musicista, compositore e raffinato chitarrista come Paolo Giaro, la cui vita musicale va dall’India al Brasile con salde radici pesaresiurbinati, il concetto di world music dà fastidio. “È come cercare di riprodurre la cucina di paesi lontani mettendoci qualche droga che ne ricordi gli odori. Il senso profondo di una musica va vissuto immergendosi dentro la cultura di un popolo e di un paese. Quanto alla ‘contaminazione’ va ricordato il senso negativo che ha la parola stessa.” La partecipazione a mondi musicali diversi è cresciuta con Paolo negli anni, dopo la precocissima iniziazione alla chitarra (e la scoperta della bossanova). Alle lezioni al conservatorio di Alfonso

Borghese, allievo di Segovia, si alternavano le orchestrine nei night adriatici che oltre a fargli a stimare le qualità di anonimi colleghi, gli permettevano di viaggiare d’inverno nelle città della nuova musica europea. In quegli anni il rock con Jimi Hendrix o Frank Zappa fu per lui “una folgorazione acustica”. È di quel periodo la scoperta nel jazz, dopo le big bands e Franco Cerri, della figura di Thelonius Monk, compositore prima che pianista, che sapeva inventare nuove armonie. Paolo Giaro ama pensare a Monk per l’affinità di vedute: la ricerca della novità, il rifiuto della serialità.

Un giorno ascolta Ravi Shankar e trova, nel suo modo di suonare il

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A fianco e in apertura, Paolo Giaro ritratto nel suo studio musicale.

elettroniche di anticipatori come Berio o Stockhausen e a queste si avvicina grazie alla ricercatrice Teresa Rampazzi. Riporta quindi nel suo lavoro questo nuovo approccio, anche sull’esempio di John Foxx, e scopre “un mondo dove poter andare” specie per chi sfugga al rischio di banalizzarne la novità. Gli anni ’90 sono quelli di una “presa di

Discografia essenziale 1982, Giaro-Marongiu, con Riccardo Marongiu (LP); 1995, È vento Suono, con Irio de Paula e George Aghedo, Krishna Bhatt, Debiprasad Ghosh e Matteo Scaioli, Michele Donati, Markus Stockhausen, Massimo Manzi e Stefano Scodanibbio; 1996, Dancing In The Light Of The Full Moon, con K. Bhatt e D. Gosh; 1996, Misterios, con Donatella Tonini; 1998, Urbino, con M.Scaioli, M. Scafidi, M. Bartolini, F. Manna, C. Colocci, A. Trebbi; 2001, I Vu Di, con C. Colocci, A. Trebbi, V. Zubitski, D. Ferrati, M. Volpe; 2002, Respiro d’Europa con M. Barani, D. Belli, G. Ciabocchi, L Ciavattini, D. Ferrati, J. Field, C. Jacomucci, T. Santarelli, F. Torbidoni.

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sitar, una dimensione diversa del far musica, delle soluzioni stupefacenti - per la nostra cultura - di fondere ritmo e melodia. Quasi nello stesso periodo scopre la musica tribale africana: “Non la world music dozzinale, ma registrazioni di etnomusicologi francesi.” Paolo sintetizza la differenza fra i due mondi musicali: ”La musica indiana sale verso il cielo, quella africana scava nella terra.” Questo lo riconduce all’amore antico per la musica brasiliana, in cui riemergono ritmi e strumenti giunti dall’Africa, e gli fa apprezzare ancora la formula ritmica differente della musica afro-cubana. Così, immergendosi in tanti flussi culturali Giaro diventa, come lui dice, “un camaleonte [nel cuore] della musica altrui”, che fa sua per l’apporto personale e fa dire a chi lo ascolta “Come può far questo un europeo?”. Ma rimane sempre un musicista europeo: negli anni ’80 diventano patrimonio comune le ricerche

coscienza dell’elettronica, domata, umanizzata attraverso modifiche comandate dal musicista ai suoi parametri”, gli anni dell’affermazione della ‘live electronics’. I nuovi strumenti permettono di comporre/scomporre il suono nei suoi elementi fondamentali offrendo ai musicisti nuove possibilità creative che Paolo porta in giro per i festival, da Santarcangelo a Polverigi. Sono gli anni in cui Paolo comincia a porsi come tramite fra le sue esperienze musicali e il pubblico: gli anni delle incisioni di sei cd e gli anni dell’esperienza di È Vento Suono. Vengono poi, oltre alle composizioni autonome e alle tournée con Gabin e Paul Dabiré, africani, e Debiprasad Gosh, indiano, le collaborazioni - assieme a Valeria Visconti - con lo scultore Paolo Icaro, per il lavoro Lingue, dialetti dell’anima e con l’attore Fabrizio Bartolucci per Beat Remix. Oggi Paolo è in procinto di partire ancora per l’India dove, a Pondicherry, si concederà “una vacanza di studio” in una “scuola di ritmo vocale” per imparare dai maestri indiani a portare ancor di più la voce a essere uno strumento. IN



Camminare | Le “spiagge” del territorio

Un’estate... al

Fiume

testo Glauco Maria Martufi - foto Leonardo Mattioli

Tra rocce, limpidi laghetti, piccole cascate e boschi ombreggiati, un itinerario nell’entroterra pesarese alla scoperta delle “spiagge d’acqua dolce” più belle.

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Secondo una voce diffusa, i primi a scoprire le “spiagge” dell’entroterra sarebbero stati i “perugini” (termine generico per gli umbri) diretti al mare, che, salita in auto la tortuosa vecchia Flaminia, facevano una pausa al fresco nelle nostre splendide gole verdi. Alle 8 del mattino, mentre i “vecchi” tiravano fuori il tavolino pieghevole e ci posavano fiasco, coniglio in por-

chetta e crescia, i giovani scendevano con cautela i sentieri a bagnarsi le gambe prima ancora di arrivare alla “acqua grande”. Solo più tardi i nostri “cittadini” hanno cominciato a cercarvi ristoro sfuggendo all’affollamento domenicale sulla costa. Oggi il rischio, giustamente sentito dagli abitanti dell’interno, è che questi siti, a lungo intatti e poco conosciu-


ti, finiscano per essere rovinati da un’eccessiva frequenza. Per questo a volte li tengono segreti: tuttavia, guardando con attenzione su Google earth, è facile abbinare fiume, strada e auto in sosta e identificare i più frequentati. Solo questi, che spesso compaiono nelle guide, citerò da nord a sud della provincia. I luoghi che si prestano a una domenica fresca sono tutti nel bacino del Metauro giacché solo qui le montagne, soprattutto quelle calcaree, forniscono acqua anche d’estate. Per un lungo tratto le rive del fiume sono spesso ripide, incassate e non si prestano gran che alla discesa; conviene quindi seguirlo fino a Borgo Pace, dove nasce. Qui, anziché proseguire lungo il Meta verso Lamoli, prendete la valletta dell’Auro verso Parchiule. Lungo la strada potrete trovare, oltre che gli spazi per le “cotte” dove gli ultimi carbonai producono la carbonella, anche delle brevissime discese verso l’ombra e l’acqua del torrente. Oltre Parchiule poi, nella valletta fra i boschi fitti che salgono

I luoghi migliori? Lungo il Metauro e i suoi affluenti all’Alpe della Luna e alla Toscana, anche se non c’è certo spazio per nuotare, in agosto la delizia delle cascatelle vi resterà nella memoria. La zona in cui si contano i posti migliori per trovare acqua e fresco sono però quelle dei fiumi che scendono dai monti più elevati dell’estremo sud della provincia e in cui si apre il ventaglio degli affluenti del Metauro. Il più ricco fra questi è il Candigliano: qui, evitate le acque profonde e le rischiose sponde del lago del Furlo, prima dell’Abbazia di San Vincenzo troverete un parco fluviale, dove potrete scendere tranquillamente in acqua e rilassarvi sull’erba all’ombra dell’alta vegetazione. Se troppa gente ha avuto la vostra stessa idea (ed è possibile) tornate verso Furlo paese e i suoi ristoranti: subito prima c’è un ponte sulla destra con la strada che sale al Monte Paganuccio, girate subito dopo a sinistra e un viottolo vi porterà ad una riva da cui potrete vedere la spaccatura fra Paganuccio e Pietralata da un’angolazione insolita e potrete


A fianco, il Fosso dell’Eremo; sotto, scorcio del Gorgo Cerbara. In apertura, Gogra Brugnola, una delle “spiagge“ più note e frequentate, nelle vicinanze di Cagli.

scendere in acqua indisturbati. Risalendo la valle del Candigliano oltre Acqualagna si lasciano sulla sinistra i monti più alti della provincia - i massicci del Nerone e del Catria - e a un certo punto sulla destra si staglia netta la parete verticale della Balza della Penna, l’estremità del Monte Montiego. Qui, nella forra di Gorgo Cerbara, il fiume ha scavato la roccia, fra Montiego e le falde del Nerone, da

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una sponda all’altra in una serie di gradoni su cui scorre lasciando “laghetti” e banchine di bianco calcare. Unico “difetto” è che sono molto vicini alla strada e quindi facili da raggiungere. Poco oltre, prima di Piobbico, un’indicazione sulla sinistra vi guida al Fosso dell’Eremo: qui è più raro trovare gente ma l’acqua e l’ombra del bosco sono sicure. Passata Piobbico si lascia il Candigliano e, seguendo il

Biscubio verso Apecchio, un altro cartello indica il Rio di Vitoschio. Ci si entra per una strettoia nella roccia, detta “le Porte”, verso la quale scende il Rio con una serie di cascatelle che scavano delle “pozze”, limpidi laghetti in cui si possono dare fino a due bracciate. Ad Acqualagna, peraltro, il Candigliano riceve il Burano, che a Cagli accoglie il Bosso. Nonostante le captazioni questa è la vena d’acqua



più ricca delle nostre montagne. Le immagini turistiche hanno reso famosi “i tre Pozzi”, la prima e più spettacolare “spiaggia” posta proprio alle porte di Cagli presso il sito

di un’antica centralina elettrica. A monte, e più riservata ai locali, è quella detta “dei Cavalli” ma ormai anche qui puoi vedere pesaresi: c’è l’avvocato che si rinfresca dopo aver fatto duri sentieri in mountain bike o lo scultore che si rovina le mani risalendo contro corrente il fiume fra le verticali sponde rocciose del “Grand Canyon”. L’ultima, e più nota delle “spiagge” è quella delle Caldare (per quelli di Cantiano) o Gorga Brugnola (per quelli di Cagli): qui, prima di Pontedazzo, il Burano ha scavato una

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profonda gola in cui si formano rapide intervallate da cascatelle. Anche se sull’altro lato della valle corre la superstrada che ha sostituito la vecchia Flaminia, la sera spesso succede di trovarvi ferme auto targate Perugia, ma col muso girato verso casa. IN

Da sinistra, la spettacolare natura che caratterizza “i tre Pozzi” e il Rio di Vitoschio.

Dopo la “spiaggia”, le sagre L’estate fra i monti dell’interno è anche una esplosione di feste, non solo gastronomiche. Vale la pena di segnalare quelle che possono completare una giornata passata a sguazzare fra il verde. Per chi andrà a bagnarsi nell’Auro va ricordato che nella vicina Mercatello il 18 luglio ci sarà il Palio del Somaro. Per chi sceglie Bosso e Burano ci sono la Festa del Polentone alla carbonara a Cantiano, il primo sabato e domenica d’agosto, e il fastoso Palio dell’Oca a Cagli, la seconda domenica d’agosto, con taverne aperte tutta la settimana precedente. Poco dopo, per chi va nell’alto Candigliano e nel Biscubio, a metà agosto (14-15) c’è la Sagra del Bostrengo (tradizionale dolce contadino) ad Apecchio.


Benvenuti all’opera. uN gRANDE gRuPPO FA CRESCERE ANChE LA PASSIONE

BANCA DELL’ADRIATICO è ENTE FONDATORE DEL ROSSINI OPERA FESTIVAL

Banca del gruppo

Vicini a voi.


Incontrare | Pesaresi e i fiori

Innamorati

dei

Fiori

testo Elisabetta Ferri - foto Laura De Paoli e Marco Sènsoli

Coltivarli con cura, riempire di colori e profumi la casa e il giardino, ammirare il risultato della propria dedizione: quattro storie tra Pesaro e Urbino di veri appassionati dei fiori.

Forse bisogna essere cresciuti in mezzo al verde per innamorarsi profondamente dei fiori. Questa è la caratteristica che lega i nostri interlocutori, con, in comune, questa passione. Non possiamo non cominciare questa storia da Rosetta Borchia che, su una collina a ridosso di Urbino, in località Maciolla, ha dato vita al “Giardino delle rose perdute”, con 300 varietà di rose antiche recuperate da tutti gli angoli del Montefeltro. “La mia passione nasce da lontano. Sono nata a Cagli - racconta - dove i giardini erano meravigliosi, sia quelli pubblici che quelli delle case private. A Urbino, dove vivo oggi, non li trovavo e me ne sono costruita uno da sola.” Alla faccia! Una donna creativa come Rosetta, pittrice e fotografa, ha allestito un autentico

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museo a cielo aperto che in primavera diventa uno spettacolo unico: “Ho cominciato la mia ricerca 12 anni fa, in

luoghi sperduti: vicino a case padronali abbandonate, piccole edicole votive, vecchi cimiteri dimenticati. Le ho studiate e ho dato loro un nome: sono queste le vere rose, quelle selvagge, resistenti al gelo e alle intemperie, che l’uomo di oggi non conosce.” Un successo clamoroso che ha fruttato due convegni internazionali, con studiosi arrivati da tutto il mondo. Bruna Tabanelli abita, invece, a Pesaro, in Piazzale Collenuccio e le sue magnifiche orchidee si affacciano sui tetti della Cattedrale. “La passione è nata con me. Da bambina abitavo ad Apecchio e domenica andavamo in gita nei dintorni - ricorda. A 10 anni ho scoperto che esistevano le orchidee spontanee: arbusti molto alti, con una spiga che, al suo interno, contiene il fiore. Ogni volta era una caccia al tesoro. Recentemente, un amico mi ha regalato un libro, Orchidee spontanee della Provincia di Pesaro e Urbino e tra quelle pagine ho visto riaffiorare tutto il mio mondo

Tra rose, orchidee e frutti di bambina.” Così Bruna ha riempito sala da pranzo e salotto delle sue creature preferite, una trentina, posizionate davanti a grandi vetrate: “Non quelle spontanee, però, perché sono protette e vanno lasciate nel loro habitat. Le mie hanno bisogno solo di luce e, ogni 20 giorni, di sali minerali sciolti in acqua. Amano anche la musica classica, almeno a me pare. Unico nemico, le zanzare. Vederle sbocciare è una gran soddisfazione. Il momento clou? Tra gennaio e febbraio. Fioriscono in inverno, ecco perché sono uniche.” Antonio Berloni sposta la sua attenzione su fiori speciali, quelli degli alberi da frutto. “Sono i miei preferiti, perché vengo dalla campagna. Trovo che non ci sia niente di più poetico di un bel ciliegio fiorito e anche peschi, meli e peri sono splendidi da vedere, con le loro sfumature di colore diverso. La mia passione non è solo per i fiori, ma per piante, prati, giardini e anche per l’orto. Mentre se-


A fianco, Antonio Berloni. Sotto, Nino Falcioni. In apertura dall’alto, Rosetta Borchia e Bruna Tabanelli.

mino cavoli, pomodori e meloni, magari pianto anche una rosa o un biancospino, così l’orto diventa più bello - sorride timidamente. Stare in mezzo al verde mi rilassa moltissimo, anche se ho poco tempo. Ci vado di mattina presto, prima di recarmi in azienda, e la domenica. Una passione solo mia, che fa parte della cultura contadina.” Di cui si sente che va fiero. Nino Falcioni vive in una splendida dimora sulla Panoramica, Villa “Canto del Mare”. Collezionista

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affascinato dalla rosa, quella di ceramica, tanto da chiamare sua figlia Camilla Flavia Rosa di Pesaro, e quella da giardino, di cui possiede centinaia di varietà che cura personalmente ogni sera, quando sono in fioritura, passandole in rassegna. Pesarese doc, anche per lui il colpo di fulmine è scattato in campagna, prima al Beato Sante, “dove eravamo sfollati durante la guerra e io scoprii, bambino, il giardino segreto della signora Sterina: quel profumo mi incantava”.

Poi trascorsi un paio d’anni nella casa padronale su per l’Ardizio, da amici di famiglia dei miei genitori. Il padrone di casa era un appassionato di rose: “Fu lui a trasmettermi non solo la passione ma il modo in cui coltivarle, curarle, seguirle giornalmente”. Oggi le sue predilette sono le specie Ingrid Bergman, Notturno e “una anonima”, che trapiantò da Villa Ester, prima di venderla a una famiglia tedesca.” Cosa non si fa, per una rosa! IN



Curare | Danilo Baroncini

Ho cura della

Salute

testo Simona Spagnoli - foto Luca Toni

dato forfait. Accettai più per toglierlo dall’impaccio che per reale convinzione. In fondo si trattava di un impegno limitato. Mi dissi: appena una ventina di giorni.” La Sierra Leone invece gli ha cambiato

Alla battaglia contro la burocrazia ospedaliera preferisce la lotta per salvare i bambini della Sierra Leone dai danni provocati dall’ingestione di soda caustica. Il dottor Danilo Baroncini, bolognese e apprezzato medico, dal 2005 dirige il reparto di Gastroenterologia del San Salvatore. Ma è stata la mostra dedicata ai bambini del paese africano che sono stati curati nel Centro pediatrico di Emergency, nella località di Goderich, a farlo balzare all’onore delle cronache. Da quel momento è il medico più corteggiato da circoli e sodalizi cittadini, invitato a parlare del progetto al quale continua a collaborare sia nella parte sanitaria, sia in quella di raccolta dei fondi. Tutto è iniziato per caso, com’è lui stesso a spiegare. “Una sera mi chiamò un amico bolognese. Stava cercando un gastroenterologo per una missione in Africa: quello che doveva partire all’ultimo aveva

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la vita. “In quel paese gli incidenti causati dall’ingestione accidentale di soda caustica sono in continua ascesa - spiega. Questa sostanza è usata per produrre sapone, ma a causa della sua trasparenza viene spesso confusa per acqua da bere. E le vittime sono proprio i bambini che sempre più spesso incorrono in stenosi esofagee, conseguenza dovuta agli esiti di cicatrizzazione dell’esofago che può portare alla morte o, nei casi meno gravi, a grossi problemi di alimentazione.” Dal 2006 circa 300 bambini sono stati ricoverati e trattati. E grazie a Emergency e all’opera di medici come Baroncini, più di 100 bambini possono nuovamente alimentarsi e sono guariti. Con uno di loro il medico ha stretto un rapporto speciale: ha perso un occhio in un incidente quando, piccolissimo, la mamma lavorava nei campi portandoselo legato al collo. Ora che la madre non c’è più, e il padre è morto nella guerra civile, è chiuso in orfanotrofio. “Gli ho lasciato là tutto quello che avevo.” Poi spiega: “Perché lo faccio? Quello che fai lì ha un risultato immediato. Vita o morte, tutto è essenziale, non ci

sono mediazioni.” Ma anche al San

Salvatore Baroncini sta lasciando la sua impronta: fondamentale l’apporto nelle cure delle patologie funzionali e organiche che affliggono maggiormente la popolazione (morbo di Crohn e coliste ulcerosa), al trattamento delle neoplasie intestinali e nell’introduzione di tecniche diagnosticoterapeutice sempre più sofisticate, come gli eco-endoscopi di ultima generazione che forniscono una risoluzione d’immagine addirittura superiore a quella ottenuta con la TAC. “È ragionevole pensare che fra qualche tempo saremo in grado di analizzare aree di tessuto patologico con un dettaglio di visione molto simile al microscopio, effettuando una sorta di esame istologico in vivo, e stabilendo in ‘diretta’ endoscopica la tipologia esatta di malattia per studiare esofago, stomaco e duodeno.” IN



Gustare | Francesca Pascucci

La signora delle

Chiocciole

testo Ettore Franca - foto Leonardo Mattioli

Come si fa - dirà qualcuno - dopo diploma al Liceo linguistico, laurea, diversi periodi di studio in vari Paesi d’Europa e non solo, un lavoro di interprete in inglese, francese e tedesco a favore di aziende commerciali estere e l’impiego in un ufficio turistico, a pensare alle lumache? Ci ha pensato Francesca Pascucci, fanese doc che nel 2006, già con le idee chiare, rileva Roncosambaccio, 3 ettari di terra con 250 olivi dove c’era un pensionato per cavalli. Frequenta i corsi presso l’Istituto Internazionale di Elicicoltura a Cherasco (CN), si dota di riproduttori, sistema 20-25 recinti da 50 metri per 4, li cinge con rete antifuga, circonda l’impianto con lamiera zincata anti-parassiti, predispone

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gli irrigatori prelevando acqua dal pozzo, semina lattughe, bietole, altre erbe e avvia il “ciclo biologico completo all’aperto” della Helix aspersa, mollusco gasteropode terrestre: la chiocciola o semplicemente detta, anche se impropriamente, lumaca. Mamma di due bimbe (6 e 4 anni), alle 5 di mattina si dedica al lavoro per seguire l’allevamento, distribuire lo stallatico per concimare le erbe, falciare i “prati” per stimolare il ricaccio delle foglie (le chiocciole amano quelle tenere), raccogliere le chiocciole mature in primavera e autunno, prepararle per la vendita, consegnarle ai ristoranti diventati clienti dopo l’iniziale ritrosia. Ormai Francesca, signora delle lumache, ne conosce la biologia e sa che, ciascuna, in estate, depone un centinaio d’uova che, schiuse e se non fa troppo caldo, prendono a nutrirsi prima di andare in letargo nascondendosi sotto terra ai primi freddi. Appena sentono la primavera tornano a muoversi e a mangiare per ripetere il letargo durante l’estate chiudendo la “casa” con un opercolo. Dalla schiusa delle uova ci vogliono uno-due anni per avere le chiocciole pronte, “bordate” si dice, quando

il guscio presenta un ispessimento

sensibile al tatto per essere raccolte da aprile a giugno o da settembre a novembre, quando sono più tenere e panciute. Nell’anno si può contare su 3-4.000 kg di chiocciole, poco meno di 1 kg da ogni metro quadrato d’allevamento. Prima della vendita è necessario preparale: dentro gabbie metalliche, in un capannone dove circola l’aria fresca del mare, le chiocciole stanno a digiuno almeno 15 giorni. Poi tocca ai cuochi. Le preparano “in porchetta”, come a Fano si fanno i “bombolini” con soffritto, conserva, finocchio selvatico, mentuccia ed erbe aromatiche, oppure le propongono “sgusciate” in una serie gustosa di varianti: fritte, gratinate, al forno, in frittata, allo spiedo inframmezzate alla pancetta o, come fanno Massimo e Raffaella alla “Grotta dei folletti” o Alfio dell’osteria “da Biagiòn” cotte in aglio e olio, su letto di verdura, coperte da fonduta di formaggio. Ma le chiocciole di Francesca si sposano anche alla finezza nelle preparazioni più ricercate di Alberto Melagrana o di Lucio Pompili per non scordare la maestria di Elide e Flavio “Alla Lanterna”. L’istintiva resistenza dovuta alla “non tradizione” si vince alla svelta. Basta provare. IN



Leggere | Memorie dei Duchi d’Urbino

Urbino all’

Inglese

testo Riccardo Paolo Uguccioni - foto Leonardo Mattioli

Una splendida iniziativa editoriale della Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro riporta - per così dire - alla luce un’opera fondamentale per lo studio del ducato dei Montefeltro e dei Della Rovere. Si tratta dell’edizione italiana delle Memorie dei duchi di Urbino dello scozzese James Dennistoun (1803-1855): opera ben nota agli studiosi, ma che non era mai stata tradotta in italiano (è pubblicata da Quattroventi, editore urbinate). Poco più che ventenne, dopo aver frequentato corsi di Giurisprudenza a Edimburgo ed esser divenuto membro della Faculty of Advocates - pur senza mai esercitare la professione forense -, il giovane Dennistoun si innamorò dell’arte e della letteratura italiana durante il grand tour che tradizionalmente coronava l’educazione dei rampolli d’Oltralpe. Rientrato in patria per affari di famiglia, tornò all’estero nel 1835 e per anni visse in Italia, sempre più affascinato dal mondo del Rinascimento. Nel 1847 tornò a vivere a Edimburgo, dove tra l’altro redasse importanti studi sulla storia di Scozia. Ma il risultato straordinario del suo crescente interesse per il Rinascimento italiano - pare che inizialmente lo affascinassero le vicende italiane degli Stuart in esilio - sono appunto i tre volumi

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sui duchi d’Urbino che apparvero a Londra nel 1851 (Memoirs of the

Dukes of Urbino, illustrating the Arms, Arts, and Literature of Italy from 1440 to 1630): un testo autorevole, ricco di notizie, destinato a grande notorietà fra gli specialisti e i ricercatori, ma che fino ad oggi, non essendo mai stato tradotto, era rimasto chiuso nel mondo accademico e pressoché sconosciuto al grande pubblico italiano. Su mandato della Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro, dopo un lavoro durato anni, è oggi pronta una traduzione con commento al testo a cura di Giorgio Nonni, do-

cente di Letteratura italiana del Rinascimento all’Università degli studi nella stessa Urbino. Il curatore ha attentamente chiosato il testo del Dennistoun, ne ha sorvegliato la traduzione e lo ha integrato con note e postille, mantenendo inalterato il valore dell’opera originale ma adeguandola all’accrescimento che, in un secolo e mezzo, gli studi sui Montefeltro e i Della Rovere avevano prodotto. Ne risulta un’opera dai molteplici piani di lettura: storia ducale in senso stretto

ma anche diario personale, libro mastro delle spese (anche per gli acquisti di opere d’arte), registro di memorie paesaggistiche e guida di viaggio, utile a comprendere come ci si spostasse a metà del XIX secolo. Grazie alla Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro le Memorie dei duchi di Urbino, arricchite dalla prefazione di Franco Cardini, sono oggi a disposizione dei cultori della storia patria. Una storia del nostro Paese, si è detto, elaborata fuori d’Italia, che rimane un caposaldo della letteratura e dell’arte, una summa di notizie tratte dalla consultazione di biblioteche e archivi, ma anche da studi eruditi e da semplici rumores, che oggi viene finalmente restituita al grande pubblico. IN


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Progettare | Carlo Moschini

Il “papà” della

Nautica

testo Alberto Berardi - foto Luca Toni

Per tutti, ma proprio per tutti, è il “papà della nautica fanese”. Sarebbe interessante conoscere i passaggi di questa sua attività che oggi, nonostante la crisi, mostra ancora segni di vitalità. In sintesi, chi è l’ingegner Carlo Moschini e come cominciò il grande sogno che ancora oggi lo affascina ? “Mi sono laureato in Ingegneria navalmeccanica a Genova nel 1961 - esordisce - e dopo aver vinto una borsa di studio CNEN (Comitato Nazionale Energia Nucleare, ndr) ho partecipato al progetto Felice Ippolito del 1962-’63 per studiare la propulsione nucleare su navi commerciali italiane.” Una partenza a razzo…

“Ma il progetto fallisce. Vengo assunto alla Esso, anch’essa coinvolta nel fallito progetto. Per due

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anni vivo a bordo di petroliere del gruppo e studio, intuendone le prospettive, la lavorazione della vetroresina (Vtr, ndr): carichi di rottura, tensioni, moduli elastici, ecc. Sempre per Esso passo in Ancona, a sovrintendere la costruzione di due super petroliere da 65.000 tonnellate. Di nuovo subisco il fascino della Vtr. Tornato a Genova, gli studi mi valgono la nomina a consulente per l’applicazione della Vtr alle barche di diporto. Comincia così la grande avventura sperimentale nel laboratorio di falegnameria di mio padre. Dopo poco lascio la Esso e individuo nel porto di Fano l’area giusta per lavorare in proprio.” Tutto facile?

“Affatto, le difficoltà burocratiche mi spingono a Pesaro dove collaboro con i fratelli Storoni. Nel contempo convinco una ditta armatrice a realizzare ad Ancona una barca appoggio per piattaforme in Vtr. Mille problemi giuridici, dato che non esisteva alcun regolamento, e burocratici; ma alla fine la vinco, inizia così l’impiego della Vtr per trasporto passeggeri in naviglio minore. Giusto per non perdere tempo mi abilito e inizio a insegnare, a Fano e Urbino, Macchine e Meccanica. Finalmente acquisto un capannone a Fano: con la vetroresina va alla grande, gli ordini aumentano. La chimica fa progressi impensabili. Ben presto l’area

portuale non basta più. Bisogna spostarsi a Bellocchi, in campagna. Con la società Custom Line realizziamo scafi anche di 94 piedi.” Non facile a farli, quasi impossibile portarli al mare.

“Ecco il problema, portarli al porto attraversando una intera città. Fano allora andò letteralmente ‘in barca’. Pochi avevano visto simili prodigi dell’arte e della tecnica in mare, figurarsi a terra. La città diventò persino famosa per questo. Yachts su yachts, sempre più grandi e sofisticati. Nell’89 nasce il Consorzio Navale Marchigiano e ne divento Presidente. Fano e il territorio stanno velocemente diventando un importante distretto per la nautica. La Cantieri Moschini ottiene per primo la certificazione di qualità per la cantieristica. Si costruiscono in Vtr navi fino a 350 passeggeri, catamarani e persino naviglio militare, di cui non posso parlare. Posso ricordare le 15 motovedette per la Finanza, velocissime (circa 100 km all’ora, ndr) e progetti per motovedette dei Carabinieri.” Oggi cosa fa Carlo Moschini?

“Dopo la vendita delle mie azioni alla Benetti svolgo attività di docenza presso l’Università delle Marche e con il Nuovo Cantiere Moschini produco modelli, stampi e stampate in materiale composito per conto terzi. Non si finisce mai di imparare.” IN


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Suonare | Pesaro Jazz Club

Sotto le stelle del

Jazz

testo Beatrice Terenzi - foto Luca Toni

Una nuova realtà che coniuga cultura, musica e integrazione: è il Pesaro Jazz Club, nato appena due mesi fa. L’associazione che organizza rassegne, festival e laboratori ha la sede a Palazzo Ricci, nell’ex appartamento del custode. Nel corso dell’estate poi si potrà usufruire del delizioso cortile del Comune di Pesaro, accanto al Conservatorio Rossini. Il presidente del Pesaro Jazz Club è Giacomo Dominici, i soci fondatori sono Filippo Fucili, Francesco Valentini, Amanda Gari e Gianluca Dominici. L’associazione già conta un centinaio di soci, la tessera annuale costa

Cultura e integrazione nel segno della musica. È uno degli obiettivi del Pesaro Jazz Club, associazione nata da poco ma già molto attiva con eventi e concerti.

15 euro, per chi volesse utilizzare la sala prove del club, il costo è di 50 euro all’anno. Lo spazio per le prove, che si avvale anche di un pianoforte a mezza coda e di una batteria con tutto l’impianto, è aperto tutti i pomeriggi dalle 15.30 alle 19.30 e dalle 20 alle 23.30, tranne il giovedì e la domenica. La sede invece è sempre aperta, anche la domenica. Gli appuntamenti musicali con il jazz all’aperto nel cortile interno si sono inaugurati a giugno con il Francesconi, Dominici, Pivi Jazz Trio. Il calendario prevede una serie di concerti dal vivo fino alla fine di giugno. L’associazione per l’estate organizzerà un minifestival in collaborazione con l’Orchestra Sinfonica Rossini. Ad agosto è in

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programma una tre giorni molto ricca. Insomma il Pesaro Jazz Club è appena nato ma si è dato subito da fare. L’associazione è ricca d’idee e, se arrivano anche le risorse, si potranno organizzare per tutta l’estate vari eventi. D’inverno, però, il club non andrà in letargo, infatti ha intenzione di organizzare appuntamenti musicali in vari locali. Quest’estate, invece, cura i concerti aperitivo all’ora del tramonto, tutti i mercoledì a Bagni Paradiso sottomonte, fino alla fine di agosto. “Siamo tutti musicisti - racconta il presidente Giacomo Dominici trascinati dalla passione, ma anche dei professionisti. Già collaboravamo al Fano Jazz Club, poi abbiamo deciso di rimboccarci le maniche e costruire un progetto tutto nostro. Siamo appena nati, ma c’è intorno all’associazione tanto fermento e interesse. Gli iscritti stanno aumentando e la gente curiosa che passa in sede è numerosa. Poi la possibilità di avere una piccola sala prove, per chi fosse interessato a suonare insieme o semplicemente per conoscere meglio il mondo del jazz, ha dato una spinta in più a tutto il movimento. Siamo una realtà nuova, ma in crescita. Le idee e i progetti sono tanti, speriamo di svilupparli tutti.” L’entusiasmo intanto c’è. Info: 393.0821284; pesarojazzclub@gmail.com. IN



Assegnare | Premio Circolo della Stampa

Pesaro si

Premia

testo Simonetta Campanelli - foto Leonardo Mattioli

Un evento in continua ascesa e sempre più coinvolgente; una full immersion di pesaresità tra arte, cultura, sport e solidarietà. È il Premio Circolo della Stampa/Pesaro, che quest’anno si è concluso

con una sorpresa. Chi la fa, l’aspetti!, si potrebbe dire. In quanto past-presidente, non avrebbe mai approvato di assegnarsi il Premio più prestigioso dell’anno e della città. Ed è per questo motivo che è nato il complotto! Ma i consiglieri, in gran segreto, lo hanno scelto, perché se lo merita a pieni voti. Lui ignorava la sorpresa. Premio 2010, dunque, a Franco Bertini, “perché la sua saggezza proustiana è un punto di vista sulle cose e il distacco con cui esprime fatti e pareri, mai banali, sono la sua arte di Ragno nel tessere reti e trame”. Con questa motivazione i consiglieri in

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carica hanno siglato il riconoscimento. Ma la cosa più emozionante è stata vedere la sua espressione attonita quando è comparso il relatore che lo avrebbe “raccontato” al numeroso e sentito pubblico all’Auditorium di palazzo Montani Antaldi. Uomo d’un pezzo, risoluto, perentorio si è lasciato prendere da un’irresistibile scioglievolezza e si è lanciato in un “cioccolatoso” abbraccio con “Toto”, amico del cuore, amico di sempre. Antonio Bulgheroni - presidente e AD di Lindt Italia e consigliere di Lindt & Sprüngli AG - si è fatto tanti chilometri da Varese, per condividere con Franco un altro indimenticabile momento della loro vita e amicizia. Belle parole, bei ricordi, belle emozioni mentre veniva proiettata sullo schermo una foto dei “tempi in cui facevano squadra”. C’era anche Massimo Cosmelli, venuto da Livorno, apposta, per consegnare formalmente il premio a Franco. Che trio! Ma prima del piacevole finale, era già stato premiato chi, formalmente appariva nell’invito e nei comunicati. Gianni D’Elia, poeta, “perché la sua poesia è ormai una voce nazionale limpida e critica”, Lo aveva introdotto al pubblico lo stesso Bertini e Paolo Teobaldi, scrittore già premiato, gli consegnava il premio. Ivano Dionigi, Magnifico Rettore a Bologna, “perché il traguardo raggiunto corona una lunga storia personale che con lui

onora tutta la città”. Primo pesarese e marchigiano alla guida della più antica università occidentale, Alma Mater Studiorum. Introdotto dal presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro, avv. Gianfranco Sabbatini e premiato da mons. Franco Tamburini presidente del Ceis locale (ordinato sacerdote nel 1962 insieme a don Gianfranco Gaudiano, guida spirituale di Ivano). Leone Pantaleoni, enigmista, “perché se il mondo fosse un rebus lui lo avrebbe già risolto col suo acume che sa di bontà”. Presentato da Maurizio Mosconi, collega e amico enigmista, ha ricevuto la targa dagli studenti della scuola “Anna Frank” di Cattabrighe, ai quali tiene lezioni quotidiane - e gratuite - da anni. Molto simpaticamente Leone da Cagli (così si firma ne La Settimana Enigmistica) ha illustrato alcuni indovinelli e rebus rendendo l’atmosfera briosa. Don Marcello Signoretti, missionario, “perché la sua opera è sempre il miglior messaggio che Pesaro può dare di sé”. Lo ha presentato don Marco Di Giorgio, parroco di Candelara, che ha ripercorso i momenti più significativi della vocazione di “Marci” e della sua missione. Il premio è stato consegnato da mons. Dominico Marinozzi, vescovo di Saddo-Hosanna, Etiopia, che lo ha consacrato sacerdote. Insomma, un 10 maggio da non dimenticare. IN


il primo HoTEl 5 sTEllE dElla riviEra adriaTica dEllE marcHE Vorrei un luogo lontano dal caos dove emozionarmi tra mare, musica e arte. Vorrei un luogo dove rilassarmi, un Lido dal sapore d’altri tempi, una Spa che carezzi corpo e mente, dove tutto è vicino al mio stile di vita. Vorrei il lusso di vivere bene la vita in un ambiente discreto, senza chiasso, come fosse la mia seconda casa: una storia da raccontare al presente. Ora posso. Finalmente a Pesaro, Excelsior.

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