DAL TERRITORIO
Editoriale
Un territorio ricco di storie, di esperienze e di valori che si racconta attraverso la voce e lo sguardo dei suoi protagonisti: donne e uomini che, con le loro idee e con le loro creazioni, hanno saputo interpretarlo al meglio. Una narrazione che resta fedele all’identità più genuina del territorio, tra innovazione e sostenibilità.
Federico Marchetti, fondatore di Yoox, nominato Presidente della Fashion Task Force voluta da re Carlo III d’Inghilterra, è autore del libro autobiografico Le avventure di un innovatore in cui ripercorre la sua storia personale. Arturo Santini, agricoltore prima e imprenditore poi, dal 2018 è alla guida di Alce Nero, marchio precursore e leader del biologico. Laura Sansavini, volto forlivese del Tg2, si è aggiudicata il Premio Guidarello per il giornalismo d’autore, riconoscimento assegnato dal Comune di Ravenna e da Confindustria dedicato quest’anno al tema dell’alluvione. Silvia Camporesi, artista forlivese, durante gli anni degli studi scopre un interesse profondo per la fotografia, dopo l’alluvione fotografa i volumi del Seminario Vescovile di Forlì e una selezione di immagini è diventata la mostra Sommersi Salvati
Il viaggio alla scoperta del mondo dell’architettura e del design dello speciale Dome si apre con le opere iconiche di uno dei maggiori designer italiani, Marcantonio, che ha scelto la luce come protagonista di una delle sue ultime creazioni. Elegante e contemporaneo è il binomio che caratterizza la villetta monopiano in cui gli arredi sono su misura con attnzione all’effetto materico. Non poteva che ispirarsi alle atmosfere oniriche di Federico Fellini una delle suite progettate dallo studio Lombardini22 con LAGO per Mode, il primo hotel completamente green di Rimini che sarà inaugurato a dicembre: si chiama “Onirica” e propone un’esperienza immersiva all’insegna della sostenibilità. Coniugare bellezza e tecnologia con progetti che si innestano in modo armonioso nei più diversi contesti: è il principio ispiratore di Bbspa Group che da trent’anni si occupa di architettura del benessere.
Andrea Masotti gruppo
IN MAGAZINE PREMIUM anno XVII - n° 1 febbraio 2024
Reg. al Tribunale di Forlì il 28/10/2005 n. 43
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Direttore Responsabile: Andrea Masotti.
Redazione centrale: Clarissa Costa, Paola Francia Artwork e impaginazione: Francesca Fantini. Ufficio commerciale: Gianluca Braga, Laura De Paoli.
Collaboratori: Alessandra Albarello, Barbara Baronio, Lucia Lombardi, Francesca Miccoli Fotografi: Antinori, Fabio Bascetta, Silvia Camporesi, David Needleman, Marco Onofri, Resina35, Giorgio Sabatini, Michele Vecchiotti. Chiuso per la stampa il 27 febbraio 2024.
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14
PROFILI
FEDERICO MARCHETTI
20
GREEN
ARTURO SANTINI
28
CULTURA
LAURA SANSAVINI
34
FOTOGRAFIA
SILVIA CAMPORESI
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INIZIA UNA NUOVA ERA
Romagnauto romagnauto.landrover.it
Gamma Range Rover, valori di consumo carburante (l/100 km): ciclo combinato da 0,6 a 12,1 (WLTP). Emissioni CO₂ (g/km): ciclo combinato da 16 a 273 (WLTP). I valori sono indicati a fini comparativi.News
MOSTRE
UMANITÀ IN CAMMINO
RAVENNA - Dal 22 marzo al 2 giugno 2024, il Mar - Museo d’arte della città di Ravenna apre le porte alla mostra Exodus. Umanità in cammino, che raccoglie 180 fotografie di Sebastião Salgado, il reporter brasiliano che ha percorso quattro continenti con opere che catturano partenze e approdi, campi profughi dove milioni di persone vivono un destino incerto. Da allora, la mappa del mondo appare cambiata, ma l’esodo di intere popolazioni è quanto mai attuale e le condizioni di profughi o migranti rappresentano uno scenario globale. L’esposizione, a cura di Lélia Wanick Salgado, è organizzata dal Comune di Ravenna in collaborazione con Contrasto e rientra negli eventi del Festival delle culture in programma a Ravenna dal 12 marzo al 20 luglio.
(R.B.)
TECNOLOGIA ECO-SOSTENIBILE
FANO - Al Boot Düsseldorf, il più grande salone nautico indoor al mondo tenutosi in Germania, è stata presentata la prima barca ‘che respira’: la versione fuoribordo dell’ammiraglia NY40 dell’azienda Nerea Yacht di Fano, realizzata con la tecnologia Ecopur. Si tratta di una resina speciale con all’interno minerali naturali, eco-sostenibile e tecnologica, utile alla purificazione dell’aria e alla sanificazione delle superfici, migliorando la qualità degli ambienti, a dimostrazione di quanto anche il comparto della nautica ponga attenzione all’utilizzo di materiali e tecnologie che rispettano l’ambiente. Affinché il benessere sia preponderante nei progetti, il cantiere marchigiano ha
stabilito un connubio perfetto con l’azienda romagnola Oltremateria, che per la creazione di superfici speciali è stata insignita dei premi più prestigiosi per design e sostenibilità, da ultimo al Cnr di Roma il primo Premio Nazionale per l’Innovazione 2023 nella categoria Industria e Servizi Design Italiano.
STORIE RIEMERSE
ROMAGNA - Un libro per non dimenticare, ma anche e soprattutto per conoscere la Romagna e il suo spirito: Riemersi - Romagna 2023, storie per un’alluvione, edito da Solferino e curato dallo scrittore ravennate Matteo Cavezzali, è una raccolta di racconti di firme autorevoli che narra di un territorio, della sua gente, delle cronache di un’alluvione che resterà per sempre nella storia. Un libro che ci parla, allo stesso tempo, anche di altri libri: quelli naufragati, incrostati dal fango, delle biblioteche sommerse. Ed è proprio a loro che questo volume è dedicato: l’intero ricavato andrà devoluto alle biblioteche colpite dall’alluvione.
TERRITORIO
IN MAGAZINE ROMAGNA
FORLÌ - Le riviste firmate Edizioni IN Magazine oggi sono ancora più digitali grazie al nuovo portale IN Magazine Romagna: uno spazio dove tutte storie, articoli e interviste, sono fruibili gratuitamente in ogni momento anche su smartphone. Affiancandosi alle riviste cartacee free-press, inmagazineromagna. it si avvicina ancora di più ai propri lettori proponendosi come punto informativo e finestra culturale sul panorama del nostro territorio.
RIFLESSIONI SULL’UOMO
BOLOGNA - “La mostra Reflex rappresenta un’indagine profonda sull’essere umano nel contesto delle tecnologie moderne e dell’omologazione sociale,” spiega l’artista Marco Morosini in occasione della sua prima personale a Bologna, negli spazi di Orea Malià fino al 31 dicembre 2024, in partnership con la Galleria riminese Zamagni Arte. Sono esposte opere Site specific, filiazione del progetto uominiuomini nato nel ‘98, in cui appare la sagoma di un individuo privo di identità: un’acuta riflessione che l’artista pesarese compie sulla complessità dell’esistenza, un inno alla potenza e alla resilienza dell’essere umano. (L.L.)
Il tempo di vivere la vita che hai sempre immaginato
Pianifica la tua prossima destinazione con Viaggi Manuzzi: dal 1958 contribuiamo a realizzare i desideri di chi vuole partire e scoprire il mondo.
BIENNALE DEL DISEGNO
RIMINI - Quarta edizione della Biennale del Disegno dal titolo Ritorno al Viaggio, dal Grand Tour alla fantascienza in programma dal 20 aprile al 28 luglio, con il format di mostre dislocate in diverse sedi: Museo della Città, Biblioteca Gambalunga, Palazzo del Fulgor e Castel Sismondo. Il Circuito Open comprende spazi privati e pubblici. Dodici mostre si volgeranno in contemporanea con l’esposizione di 1.000 disegni: dai taccuini di Felice Giani a quelli di Mattotti, dagli acquerelli settecenteschi al Novecento di Thayaht, dalle incisioni di Piranesi ai disegni di Morandi, Fontana, Fautrier fino agli artisti contemporanei. Il tema di questa edizione, curata da Massimo Pulini, è il Ritorno al Viaggio come contaminazione dal presente al passato.
PRERAFFAELLITI IN MOSTRA
FORLÌ - Preraffaelliti. Rinascimento Moderno è il tema della mostra organizzata dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, e diretta da Gianfranco Brunelli, ospitata dal Museo Civico San Domenico dal 24 febbraio al 30 giugno. Nelle sale museali 370 le opere esposte tra cui dipinti, sculture, disegni, stampe, fotografie, mobili, ceramiche, opere in vetro e metallo, tessuti, medaglie, libri illustrati, manoscritti e gioielli, che ricostruiscono l’impatto dell’arte storica italiana sul movimento preraffaellita britannico tra gli anni Quaranta dell’Ottocento e gli anni Venti del Novecento.
Un viaggio nel tempo reso possibile grazie ai prestiti concessi dai musei europei, in particolare inglesi e
L’OPERA DI ILARIO FIORAVANTI
italiani, e americani. Oltre a John Everett Millais, William Holman Hunt e Dante Gabriel Rossetti, fondatori della Confraternita, vengono esplorati in modo approfondito altri esponenti del movimento come Edward BurneJones, Ford Madox Brown e Frederic Leighton.
CESENA - Ilario Fioravanti. Architettura come Arte è il titolo della pubblicazione dedicata all’architetto cesenate che ha saputo comprendere e integrare la natura del territorio e delle città romagnole. Il volume, curato da Stefania Rössl, Ulisse Tramonti e Annalisa Trentin, è collegato alla mostra allestita alla Galleria del Ridotto di Cesena che ha ripercorso l’opera di Fioravanti toccando gli aspetti della formazione e il rapporto tra contesto urbano e naturale e tra produzione architettonica e artistica. Nel volume sono contenuti disegni originali selezionati, dopo un lavoro di catalogazione, di oltre 500 progetti.
BALZANI AI VERTICI
FORLÌ - Una prestigiosa nomina per Roberto Balzani, professore ordinario di storia contemporanea all’ateneo di Bologna ed ex sindaco di Forlì con alle spalle una lunga esperienza museale: il ministro della Cultura Sangiuliano gli ha affidato l’incarico di presidente del Museo storico della Liberazione di via Tasso a Roma, un museo che raccoglie documenti e cimeli originali relativi all’occupazione e alla lotta nazifascista di Roma.
DECO IN CRESCITA
BAGNACAVALLO - Deco Industrie di Bagnacavallo, che produce prodotti alimentari e per la detergenza e ha in organico più di 600 lavoratori (di cui 232 soci), ha chiuso il 2023 con un fatturato di 228 milioni di euro, in crescita del 17,5%, guadagnandosi inoltre la Certificazione per la parità di genere. Di recente ha fatto parlar di sé per aver deciso di erogare una somma 750.000 euro nella busta paga di gennaio di 195 soci e 55 dipendenti per celebrare gli ottimi risultati dell’anno scorso. Un premio anche per lo spirito di squadra dimostrato nel corso dell’alluvione: “Ci siamo rialzati grazie alla collaborazione di tutti.” (R.B.)
Arredo Bagno
Pesaro Via Gagarin, 23 0721 4211
Fano Via Monte Grappa, 5 0721 820634
Cattolica Via Nazario Sauro, 18 0541 961005
Entusiasmo
Il mondo della comunicazione è sempre più dominato dalla tecnologia: algoritmi, big data, analitycs, business data driven sono solo alcuni dei nuovi termini che influenzano le scelte di ogni giorno. Essere dei professionisti in questo settore significa comprendere l’innovazione e intraprendere l’aggiornamento costante, perché avere le competenze per comunicare in maniera efficace con persone sempre più evolute è una necessità primaria. Ma questo non basta. I numeri e le statistiche restano solo strumenti, ciò che li può animare è solo la spinta della creatività, dell’intuito, della passione, dell’energia, in una parola: dell’entusiasmo. Noi, di Menabò, l’abbiamo, e siamo pronti a tuffarci in ogni vostro progetto come se fosse il primo bagno d’estate. Vieni con noi, ci divertiremo.
soprattutto.
FEDERICO MARCHETTI
Nuovo umanesimo
DI ALESSANDRA ALBARELLO / PH DAVID NEEDLEMANDA MODA E DIGITALE A SOSTENIBILITÀ E INNOVAZIONE: IL FONDATORE DI YOOX, E PADRE DI PROGETTI VISIONARI, È STATO NOMINATO PRESIDENTE DELLA FASHION TASK FORCE VOLUTA DA RE CARLO III D’INGHILTERRA E INSERITA NELLA SUSTAINABLE MARKETS INITIATIVE.
Certo che poteva farlo solo lui. Regalare al primo incontro ufficiale in Scozia con l’allora Principe Carlo uno spremi-dentifricio acquistato dalla storica coltelleria Lorenzi di Milano, assecondando una notizia, riferitagli da sua moglie Kerry e probabilmente neppure vera, che il reale inglese si facesse spremere il tubetto di dentifricio da un suo collaboratore...Un dono decisamente temerario, sfrontato e ironico che aveva divertito così tanto il futuro re d’Inghilterra da indurlo a pensare che forse quel suo strambo ospite italiano poteva avere la stoffa giusta per intraprendere progetti visionari e coraggiosi. E infatti non si sbagliava. Gli aveva quindi chiesto di proporgli un’idea che unisse l’Italia, sua grande passione, e l’Inghilterra.
Federico Marchetti aveva così elaborato il concetto innovativo di The Modern Artisan con l’obiettivo di rendere moderno un lavoro antico, avvalendosi dei big data e dell’intelligenza artificiale. Fare le cose vecchie in modalità nuova: questa è innovazione non era stato forse anche il mantra dell’economista austriaco dei primi del Novecento Joseph Alois Schumpeter? Umanesimo e innovazione quindi le due parole chiave per affrontare sfide future.
Da lì era nata una linea di abiti sostenibili disegnata in Italia da sei studenti del centro di ricerca Fashion in Progress del Politecnico di Milano e realizzata nel Regno Unito da artigiani formatisi
a Dumfries House, i cui proventi delle vendite erano stati destinati ai programmi di formazione della Prince’s Foundation. Fu un grande successo, tant’è che fu replicato diverse volte. Questa e altre storie vengono raccontate nel libro autobiografico Le avventure di un innovatore che Federico Marchetti ha pubblicato per Longanesi e che ha presentato anche a Ravenna, sua città natale, dove ritorna almeno una volta al mese. “Ravenna per me è la città dove ci sono i miei amici d’infanzia, i miei compagni di scuola, mia mamma,” dice, e sicuramente la bellezza diffusa della città ha contribuito a definire il suo gusto, la sua sensibilità.
Il mosaico bizantino gli ha infatti insegnato “a costruire le cose gradualmente, tessera dopo tessera.” Ma gli è stata utile sicuramente anche la sua prima esperienza di ‘commerciante’ di vecchi Topolino sulle spiagge di Punta Marina, quando era ragazzino. Ravenna rappresenta quindi le sue radici, da cui si è allontanato per seguire ‘una sana ambizione’ che l’ha portato prima in America e poi a Milano dove, nel 2000, ha fondato Yoox, l’unica azienda unicorno italiana, diventata in seguito YooxNet-a-Porter e venduta nel 2018 al gruppo svizzero
del lusso Richemont per 5,3 miliardi di euro. Cifra da cardiopalma. L’idea iniziale era di allungare la vita a capi di abbigliamento di qualità, recuperando direttamente dalle aziende collezioni di stagioni precedenti per venderle tramite una piattaforma digitale. Fu una vera e propria rivoluzione perché 24 anni fa Internet era agli esordi e quindi nessuno ci aveva mai pensato prima a collegare le due realtà.
Lui dice semplicemente che “non è stato né un colpo di genio, né un colpo di fortuna. Ho unito i puntini tra la moda, una delle eccellenze italiane, e quel nuovo mezzo così straordinario che era internet,” quasi si fosse trattato solo di un gioco da Settimana Enigmistica. E la tempistica è stata sicuramente l’elemento decisivo per il suo successo. Quel concetto antesignano di sostenibilità ha portato poi Federico Marchetti, una volta concluso il suo lungo, magnifico e immaginifico viaggio in YooxNet-a-Porter, ad approfondire e a elaborare un’idea di sostenibilità in perfetta sintonia con l’allora Principe Carlo, che l’ha nominato Presidente della Fashion Task Force, facente parte della sua Sustainable Markets Initiative, oltre ad averlo inserito nel board di Highgrove
Oltre al coraggio, che con il suo libro vorrebbe infondere nei giovani, una delle qualità chiave nel suo percorso avventuroso è stata “la sincerità, che mi è servita tantissimo anche con Re Carlo e con i ‘titani’ della moda. Non mi sono mai sentito inferiore a nessuno.”
| Federico MarchettiGarden e della Prince’s Foundation. Non solo, ma il 6 maggio 2023 l’ha invitato anche alla sua incoronazione e a quella della regina Camilla, unico italiano ad aver avuto un tale privilegio assieme al presidente della Repubblica Sergio Mattarella
Della Task Force fanno ora parte Amministratori Delegati di eccellenze internazionali, e alla recente Cop 28 svoltasi a Dubai sono stati presentati i nuovi risultati dell’Himalayan Regenerative Fashion Living Lab, iniziativa virtuosa di Brunello Cucinelli lanciata a maggio del 2022, il cui obiettivo è quello di ricreare l’armonia tra le piccole comunità himalayane e l’ambiente naturale, realizzando una supply chain sostenibile per l’industria della moda. Alla base del progetto il ripristino di territori degradati e il recupero della tradizione tessile nella lavorazione di cashmere, cotone e seta per incrementare anche l’economia locale. Il progetto Apulia Regenerative Cotton Project, promosso da Giorgio Armani Group, punta invece
sulla sperimentazione della coltivazione del cotone in Puglia, seguendo l’innovativo approccio dell’agroforestry con l’introduzione di specie di piante alternative e avvalendosi di pratiche rigenerative. Da un ettaro iniziale, entro il 2024 le aree coltivate arriveranno a occupare gradualmente una superficie totale di 5 ettari di terreno. Oltre al coraggio, che con il suo libro vorrebbe infondere nei giovani che trova un po’ sfiduciati a causa del periodo storico così difficile, una delle qualità che Federico Marchetti pensa siano state importanti in questo suo percorso avventuroso è “la sincerità, che mi è servita tantissimo anche con Re Carlo e con questi ‘titani’ della moda. Non mi sono mai sentito inferiore a nessuno,” dice. Ed è sempre con sincerità che quando gli è stato chiesto se c’era qualcosa che avrebbe voluto dire a sua mamma, alla quale ha dedicato il libro ha risposto: “La ringrazio sempre per tutti i valori che mi ha trasmesso ma spesso le rinfaccio anche di avermi fatto studiare ragioneria.” Nobody’s perfect.
ARTURO SANTINI
Custodi della terra
DI PAOLA FRANCIA
CON UNA LUNGA TRADIZIONE DI FAMIGLIA DI PROPRIETARI TERRIERI ALLE SPALLE, CESENATE DI ORIGINE, AGRICOLTORE PRIMA E IMPRENDITORE POI, DAL 2018 È ALLA GUIDA DI ALCE NERO, MARCHIO PRECURSORE E OGGI LEADER DEL MERCATO DEL BIOLOGICO.
In apertura, Arturo Santini, Presidente di Alce Nero. Sotto, alcuni campi in cui le produzioni nascono dal connubio fra scelta varietale, tecniche colturali e ambiente di crescita.
Agricoltore prima e imprenditore poi, una lunga tradizione di famiglia di proprietari terrieri con duecento anni di storia alle spalle e un’infanzia trascorsa nelle campagne. Dal 2018 Arturo Santini, Presidente de La Cesenate, azienda che produce conserve alimentari, è alla guida di Alce Nero, marchio precursore e oggi leader del mercato del biologico che affonda le sue radici negli anni Settanta. Una realtà che riunisce più di mille agricoltori in Italia e oltre 10.000 piccole imprese agricole familiari del Centro e Sud America, grazie a una visione che ha anticipato tempi e scenari di mercato e che ha fatto della salvaguardia della terra e del pianeta i suoi principi guida. Originario di Cesena, laureato in Scienze agrarie con una tesi sull’integrazione verticale, nel tempo libero ama fare lunghe passeggiate nei boschi. Una storia o, per meglio dire, un dna che si è evoluto restando fedele a se stesso. Quali sono le sfide dell’agricoltura biologica oggi?
“Senza dubbio la sua diffusione e la sua centralità. Negli ultimi vent’anni c’è stato un aumento delle superfici coltivate ma oggi la tendenza è in rallentamento, ecco perché le politiche comunitarie dovrebbero riportare il
focus su un modello ecocompatibile orientato al futuro. La globalizzazione dei mercati sta assottigliando la differenza di prezzo fra convenzionale e biologico con un problema di remunerazione per l’intera filiera. Tutti aspetti legati al tema dell’educazione del consumatore che è un validatore dell’impegno dell’agricoltore nel riconoscere il biologico come garante della salvaguardia ambientale. Si profilano sfide importanti per chi ha una visione orientata a un futuro sostenibile per le persone e per il pianeta.”
Siete stati pionieri in questo campo, com’è cambiato il mercato negli anni?
“Agli inizi del secolo il mercato era marginale e le vendite riguardavano i negozi specializzati e un numero ristretto di consumatori. Per i pochi, ma convinti, di allora, il biologico inglobava valori contrapposti alla produzione industriale, ovvero salubrità, rispetto dell’ambiente e delle persone. Dal 2000 la distribuzione moderna ha iniziato a proporre cibo biologico e la crescita è proseguita per quasi 20 anni ma oggi dobbiamo ripartire dai suoi valori originari per riaffermarne il ruolo da protagonista.”
Alce Nero, capo spirituale della tribù Sioux Oglala, cavalcava ‘controcorrente’. Siete ancora ‘controcorrente’?
“Siamo stati, fin dalla nostra origine nel 1978, pionieri del biologico, in una posizione altra rispetto all’agricoltura della ‘Rivoluzione Verde’ che si avvaleva della chimica per una produzione intensiva. Insomma, eravamo ‘controcorrente’ già 45 anni fa. Nel tempo abbiamo maturato la capacità di essere filiera secondo un modello di business che vede oggi 10 grandi soci agroindustriali insieme per realizzare prodotti biologici, dal campo alla trasformazione. Un esempio? Abbiamo prima di tutti tolto l’olio di palma mentre il mercato andava in un’altra direzione. Ora che il contesto è più competitivo cerchiamo di costruire un modello che tenga salde le tre istanze della sostenibilità: economica, sociale e ambientale.”
Quali sono le colture più vocate del nostro territorio e i prodotti più amati dal consumatore?
“Non potendo utilizzare input chimici, le produzioni biologiche creano forti legami con gli areali: la qualità delle produzioni nasce dal connubio fra scelta varietale, tecniche colturali e ambiente di crescita. Ogni territorio esprime eccellenze legate alla storicità delle coltivazioni, con produzioni di pomodoro nella Provincia di Ravenna e Ferrara e, scendendo lungo la Romagna, con la frutticoltura. Fra i prodotti ‘principe’ c’è la passata di pomodoro, che ha origine nelle nostre terre, ma anche i legumi e gli omogeneizzati della linea baby food.”
Dare volto e valore al territorio è un impegno costante, unito a una forte responsabilità per la terra, soprattutto
“Siamo stati, fin dalla nostra origine nel 1978, pionieri del biologico. Cerchiamo di costruire un modello che tenga salde le tre istanze della sostenibilità: economica, sociale a ambientale.”
alla luce dei mutamenti climatici in atto.
“Il principale driver è la conoscenza. Lo sviluppo di modelli rispettosi è una condizione imprescindibile per la corretta gestione della filiera agricola e l’adozione di una strategia per l’adattamento e la mitigazione nei confronti dei cambiamenti climatici dagli effetti sempre più evidenti, imprevedibili e devastanti, rappresenta il punto fondamentale per la tutela del territorio. Per questo abbiamo contribuito a creare i Bio Distretti, presidi locali del sistema agricolo, economico e sociale.”
‘Se dici Bio’ è il nuovo progetto di comunicazione: 16 parole che definiscono il vostro modo di fare agricoltura. Quanto il linguaggio influisce sul benessere a tavola?
“Spesso diciamo ‘Alce Nero vuole convertire terre e culture’. Intendiamo dire che il processo di conversione dei terreni al biologico deve andare di pari passo con la cultura della sostenibilità e con una sempre maggiore consapevolezza dei consumatori. Per questo portiamo i nostri temi all’interno del Festival Internazionale a Ferrara, dialoghiamo con le Fondazioni che fanno della salute e della prevenzione una missione, come la Fondazione Policlinico Sant’Orsola, lo IOR, la Fondazione Veronesi. ‘Se dici Bio’ è la campagna che guarda al biologico scardinandone gli stereotipi. Non da ultimo, con La Cesenate, abbiamo dato vita al progetto editoriale online Terranea per costruire un panorama articolato rispetto al nostro lavoro. Il linguaggio è il mezzo principale per influire sulla qualità della vita a tavola: attraverso il linguaggio possiamo fare cultura, promuovere conoscenza e informazione.”
Lei afferma: “La terra l’abbiamo ricevuta come eredità e quindi la dobbiamo dare ai nostri figli.” Come immagina questa eredità?
“È importante pensarci come custodi, in termini di difesa, conservazione e cura della terra. Dobbiamo difendere un patrimonio di conoscenze, territori e tradizioni enogastronomiche, dando valore alla nostra cultura perché solo attraverso di essa possiamo guardare al futuro, rispettando il passato. Questo è il bagaglio che dobbiamo portare con noi, costruendo e ricostruendo ogni giorno la relazione tra chi produce cibo e chi di questo cibo si alimenta, dando alla filiera luoghi e volti riconoscibili.”
PODERI DAL NESPOLI UN VIAGGIO NELL’IDENTITÀ VINICOLA DELLA ROMAGNA
L’AZIENDA
ROMAGNOLA INTEGRA LA PRODUZIONE VITIVINICOLA E L’OSPITALITÀ A UN NUOVO AMBIZIOSO PROGETTO ENOLOGICO IN COLLABORAZIONE CON L’ENOLOGO RICCARDO
COTARELLA , PER DARE FORMA A NUOVE INTERPRETAZIONI
STILISTICHE DI TRE VINI ROSSI E DUE BIANCHI.
Immersa nella campagna forlivese, nella Valle del Bidente, tra le dolci colline che si estendono dalle pendici degli Appennini fino alla costa adriatica, si trova una cantina che incarna l’autenticità e l’evoluzione della viticoltura romagnola: Poderi dal Nespoli.
Creare un nuovo progetto di impresa agricola, capace di valorizzare l’identità enologica della Romagna. Questo è il sogno che da sempre anima Poderi dal Nespoli, una cantina che affonda le sue radici in quattro generazioni di vignaioli romagnoli, che hanno creduto profondamente nel loro territorio e nei suoi frutti.
La storia dell’azienda è infatti un affascinante viaggio attraverso le generazioni della famiglia Ravaioli Tutto ebbe inizio negli anni Venti
quando i fratelli Ravaioli aprirono nel dopoguerra a Cusercoli un’osteria con alloggio e rivendita dei propri vini; nel 1929 Attilio Ravaioli, mantenendo l’attività di commerciante di vini del padre, investì nel primo podere, dando vita a Poderi dal Nespoli. La cantina ebbe un notevole sviluppo sin dal dopoguerra. La capacità dei suoi vini di racchiudere l’espressione più nobile e fedele della Romagna fu la scintilla che fece incontrare e nascere la società tra i Ravaioli e Alfeo Martini, romagnolo doc e presidente del gruppo Mondodelvino nel 2009. A inizio 2010 sotto la guida di Alfeo e Marco, suo figlio, cominciano i lavori che porteranno l’azienda agricola Poderi dal Nespoli alla configurazione dell’attuale sede, composta dalla cantina e le sue strutture, i
vigneti, la Bottega del Vino e l’agriturismo Borgo dei Guidi, che con la sua Vela nel parco accoglie gli ospiti in occasione di eventi e cerimonie. L’evoluzione di Poderi dal Nespoli racconta una storia di successo e intraprendenza tipicamente romagnola che oggi porta nel mondo l’espressione più nobile e autentica dei vini del territorio grazie alla passione del team e alle caratteristiche uniche della Valle del Bidente, primo Distretto Biosimbiotico in Italia. Le sue terrazze alluvionali, generatesi dallo scorrere del fiume da cui prende il nome, grazie ai ricchi e generosi terreni argilloso-limosi, offrono le condizioni ideali per la coltivazione della vite e la produzione di vini di alta qualità. Oggi, Poderi dal Nespoli è una gemma nel panorama vinicolo
CON UNO SGUARDO RIVOLTO AL FUTURO E UN PROFONDO RISPETTO PER LE PROPRIE RADICI, L’EVOLUZIONE DI PODERI DAL NESPOLI RACCONTA UNA STORIA DI SUCCESSO E INTRAPRENDENZA
TIPICAMENTE
ROMAGNOLA CHE OGGI
PORTA NEL MONDO L’ESPRESSIONE PIÙ
NOBILE E AUTENTICA DEI VINI DEL TERRITORIO.
romagnolo, parte integrante del Gruppo Argea, una cantina moderna ed ecosostenibile, improntata a un bassissimo impatto ambientale e protagonista di progetti enologici ambiziosi. In ultimo la partnership, annunciata nel 2023, con Riccardo Cotarella, uno dei più rinomati enologi italiani e figura di spicco a livello internazionale. La collaborazione è nata dopo una serie di incontri con il team tecnico e dopo diversi sopralluoghi nei vigneti
dell’azienda romagnola dove prenderanno forma le nuove interpretazioni stilistiche di tre vini rossi – già presenti in gamma – e due nuovi bianchi che saranno presentati nel 2025. Il progetto si propone infatti di esprimere l’identità dei vitigni del territorio e valorizzare la vocazione qualitativa della sottozona di Predappio, con i suoli ricchi di arenarie di Cusercoli. Il focus sarà sui varietali emblematici della Romagna, Sangiovese e Albana, a cui si
affiancherà la sperimentazione con varietà internazionali. Con uno sguardo rivolto al futuro e un profondo rispetto per le proprie radici, Poderi dal Nespoli continua a essere un punto di riferimento nel panorama vinicolo romagnolo. Fedele alle sue origini, l’azienda integra ancora oggi la produzione vitivinicola con un’ospitalità autentica, offrendo nella sede della cantina spazi dedicati all’incontro e alla condivisione.
A LATO, LA SEDE DI PODERE
DAL NESPOLI SULLE COLLINE FORLIVESI. IN ALTO, LA BOTTEGA DEL VINO E L’ENOLOGO RICCARDO COTARELLA.
Giornalismo d’autore
DI FRANCESCA MICCOLI
FORLIVESE, VOLTO DEL TG2, È STATA INSIGNITA DEL PRESTIGIOSO PREMIO GUIDARELLO ASSEGNATO DAL COMUNE DI RAVENNA E DA CONFINDUSTRIA, QUEST’ANNO LEGATO AL TEMA DELL’ALLUVIONE CHE HA COLPITO LA ROMAGNA NEL MESE DI MAGGIO.
Difficile non rimanere colpiti dalla grazia, i lineamenti delicati, gli occhi chiari ed espressivi di Laura Sansavini, forlivesissima giornalista del Tg2. Sono sufficienti pochi secondi di conversazione, tuttavia, perché l’attenzione venga dirottata dalla bellezza esteriore alla vivacità intellettuale, alla capacità naturale di entrare in empatia con l’interlocutore, all’eloquio brillante (dove non trova cittadinanza la dizione tipicamente romagnola, arrampicata su ‘s’ e ‘z’ pronunciate in maniera improbabile). E ancora all’abilità di vedere oltre, andare al di là dell’aspetto meramente materiale delle cose, di entrare in ciò che si guarda per restituirne una lettura oggettiva e al tempo stesso brillante. Quarant’anni, un marito collega conosciuto in seno alla tv di Stato e due splendidi bimbi, Laura si ispira ai valori saldi trasmessi da papà Massimo e mamma Anna, a loro volta compagni di vita e di arte. Genitori giovanissimi, la giornalista e il marito, dalla mente aperta, coraggiosi nel lasciare le due eredi libere di esplorare il mondo, senza pressioni e condizionamenti. Il presupposto indispensabile per conoscere, sperimentare, esprimere il proprio talento e prendere coscienza della direzione da intraprendere. Dove eventuali timori sono fugati da entusiasmo e curiosità, il magico binomio che, sposato alla capacità, rende un professionista della comunicazione unico e
irripetibile. Con la passione a fare da motrice costante
“Sin da piccola sono stata attratta dal desiderio di indagare, di approfondire e i miei genitori mi hanno messo a disposizione tutti gli strumenti per poterlo fare,” racconta. Catturata in particolare dall’attualità, da cogliere in tutte le sfumature, attraverso le parole e le immagini
“Dopo la laurea in Storia dell’arte contemporanea al Dams di Bologna, ho frequentato l’Accademia di Belle Arti di Brera, il corso di Giornalismo d’inchiesta e fotogiornalismo alla Scuola di giornalismo radiotelevisivo di Perugia, la London School of Journalism, e l’Isfci, Istituto superiore di fotografia di Roma.” Un curriculum enciclopedico, a dispetto di una carta d’identità tutt’altro che consumata. Un percorso arricchito dalle esperienze vissute da cittadina del mondo, certificate dai numerosi timbri sul passaporto in occasione dei viaggi in Europa,
In apertura, Laura Sansavini negli studi del Tg2. In questa pagina, durante la consegna del Premio Guidarello per il giornalismo d’autore.
nel Sud-est asiatico, negli Stati Uniti. Una formazione a trecentosessanta gradi che oggi nobilita la quotidianità al Tg2, “nella redazione cultura e in video alla conduzione del notiziario.”
Nativa digitale, Laura cura anche l’editing, il montaggio e la fotografia dei servizi che firma. Tra i tanti talenti annovera infatti anche la capacità di immortalare la realtà in maniera acuta e personale attraverso un obiettivo fotografico: dal 2017 ha iniziato a esporre i risultati degli scatti partecipando a vari concorsi. E anche in questa declinazione dell’arte, è subito un successo, testimoniato dalla selezione ai premi internazionali Arte e Laguna e Pr2 Camera Work di Ravenna.
L’ultimo riconoscimento entrato nella bacheca degli allori ha i contorni del prestigioso Premio Guidarello per il giornalismo d’autore, assegnato dal Comune
di Ravenna e da Confindustria e quest’anno legato al tema alla gente alluvionata di Romagna. “È stato molto significativo per me essere premiata dove sono nata, e dove vent’anni fa ho iniziato a muovere i primi passi nel giornalismo appena uscita dal Liceo classico,” racconta con emozione. “Prima al Corriere Romagna, poi a Il Resto del Carlino, a La Repubblica, a Bologna e poi a Milano, successivamente a Il Messaggero, a Roma. E ora alla Rai.”
Un dramma, quello dell’alluvione di maggio, vissuto a uno scarto chilometrico inversamente proporzionale al coinvolgimento emotivo. “Ricordo bene il pomeriggio prima: in redazione cultura, a Roma, feci una telefonata a Faenza ai titolari di alcune botteghe d’arte che avevano subito danni nella prima alluvione per capire come era la situazione. La loro risposta dall’altro capo del telefono fu: ‘ci prepariamo a questa notte’. Poi la cronaca che tutti conosciamo. Nei giorni successivi avrei voluto essere anche io tra la gente, sul campo, ma ero bloccata a Roma. È stato doloroso vedere da lontano quello che accadeva. Noi giornalisti raccontiamo il mondo
e dobbiamo sempre mantenere una certa distanza nel farlo: in questa occasione è stato ancora più difficile.” Un paio di settimane dopo il dramma, Laura ha mostrato al mondo la capacità di rialzarsi della Romagna, accendendo gli occhi chiari e la videocamera sul Museo della Marineria di Cesenatico, al centro del primo servizio della serie Italia viaggio nella bellezza. Un luogo scelto non a caso, una sorta di ‘posto delle fragole’.
“La mia infanzia è fatta dell’odore del porto Canale di Cesenatico e di quello della piadina davanti alla statua di Garibaldi e Anita. È fatta dei colori delle case in fila e delle vele delle barche storiche, che sventolando svelano ogni loro dettaglio. Fin da piccola quel tratto di mare è stato per me un piccolo osservatorio del mondo. La mia famiglia aveva proprio lì, sul porto, una piccola casa dove ogni anno passavo l’estate, e ancora oggi cerco di tornare quando posso.”
Da qui la scelta di soffermarsi su “vele e reti, simboli di una tradizione custodita in un museo e tra una comunità che ho avuto l’onore di raccontare Un pezzo di storia che racconta anche la mia storia.”
Vogliamo rivoluzionare il concetto di “stabilimento balneare” dando vita non solo ad un luogo in cui mangiare vista mare, al tramonto, ma ad un luogo in cui vivere un’esperienza. Così abbiamo deciso di lanciare il concetto di “agriturismo ittico” come cucina che pone la materia prima al centro. La nostra cucina porta con sé l’eredità della tradizione e della storicità cervese, la filosofia del ‘km0’ e della filiera con prodotti del territorio.
Spiaggia, bar e ristorante Lungomare D’Annunzio 211
SILVIA CAMPORESI
Meraviglie riemerse
“Uso la fotografia come una modalità di scoperta, di catalogazione tematica di luoghi e situazioni create dall’uomo o dalla natura e il soggetto è sempre l’Italia.”
Negli anni in cui studia Filosofia all’Università di Bologna, in Silvia Camporesi si sviluppa un interesse profondo per le immagini fotografiche, così decide di approfondire la materia andando “‘a bottega’ da un fotografo del mio paese,” racconta, “che mi ha insegnato la tecnica e la stampa in camera oscura, dopodiché ho cercato di applicare il metodo di studi appreso in Filosofia a una idea di fotografia più votata ai concetti che alla forma e all’estetica.”
Già dai primi lavori questo suo approccio si esplicita nell’adesione alla ‘fotografia allestita’, ovvero la Staged photography, utile per instaurare una profonda e vivida dialettica tra realtà e finzione espressa nella serie Ofelia del 2004. “A un certo punto ho capito che la Staged photography era un pretesto per lavorare sul paesaggio, ma ancora non avevo il coraggio di abbandonare la figura umana. C’è voluto tempo, ho dovuto capire il potere insito nei luoghi prima di intraprendere il percorso che ora muove completamente la mia ricerca.” Così dal 2011 il suo sguardo si è rivolto in maniera più radicale al tema del paesaggio, si pensi a Italia inside out, la grande collettiva organizzata da Giovanna Calvenzi a Milano presso il Palazzo della Ragione, per passare alla ricognizione dei luoghi abbandonati in Italia, nel cui approccio riecheggia il mitico Viaggio in Italia del 1984 realizzato attraverso le fotografie di Barbieri, Basilico, Battistella, Chiaramonte, Cresci, Ghirri, Guidi, White e altri, con testi del grande critico e professore Arturo Carlo Quintavalle, un progetto spartiacque che ha cambiato radicalmente lo sguardo sul paesaggio. Dal 2011, anno della serie La Terza Venezia, “entrata a far parte della collezione della Farnesina, tutta la mia ricerca è rivolta all’Italia: ho iniziato una prima esplorazione delle venti regioni italiane con la serie Atlas Italiae (2015), un progetto dedicato ai luoghi abbandonati,” dice, “poi di nuovo nel 2023 ho pubblicato Mirabilia, una esplorazione di 99 luoghi insoliti e poco noti, diffusi nelle regioni italiane Nel contempo mi sono dedicata anche a progetti commissionati che hanno sempre a che fare con le
In queste pagine, la mostra Sommersi Salvati documenta il salvataggio dei libri presenti nel Seminario Vescovile di Forlì travolto dall’acqua e dal fango.
nostre regioni, così come la serie Cose che non fanno rumore, parte della mostra collettiva Italia in attesa, un progetto commissionato dal Ministero della Cultura a dodici fotografi, durante il periodo del lockdown. A ognuno di noi è stato chiesto di esplorare gli spazi di natura e cultura immersi nel silenzio di quei mesi e io ho lavorato sulle zone della mia infanzia, ovvero il
mare e le montagne della Romagna. Ora ho appena iniziato una nuova indagine rivolta al tema dell’acqua: alla sua presenza e alla sua assenza. Tendenzialmente uso la fotografia come una modalità di scoperta, di catalogazione tematica di luoghi e situazioni create dall’uomo o dalla natura e il soggetto è sempre l’Italia che, come scrive Franco Arminio nella prefazione a
Sotto, alcuni libri antichi sommersi dall’acqua e dal fango in seguito all’alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna nel maggio 2023.
Mirabilia, ‘non finisce mai’.”
Nel 2020 vince il premio Prima Cantica 21 per un progetto sui 700 anni dalla morte di Dante, così anche letteratura e libri entrano nel suo radar. Dal lockdown in poi per Camporesi il rapporto tra ambiente e obiettivo fotografico diventa sempre più radicale, si pensi al lavoro svolto per Riemersi. Romagna 2023. Storie per un’alluvione e Mirabilia dove il tema dell’ambiente diventa incalzante.
“Il 16 maggio 2023 la Romagna è stata colpita da una terribile alluvione. Io fortunatamente abito in una delle zone che non sono state sommerse dall’acqua, pertanto ho preso la macchina fotografica e per un mese ho documentato, tutti i giorni, quello che era accaduto. Non mi ero mai occupata di documentazione o reportage, in questo caso però mi sono sentita in dovere di farlo, essendo la mia città parte del dramma. L’ho fatto senza avere esperienza dei codici del reportage, pertanto ho usato le modalità che conoscevo, ma ovviamente è contato soprattutto il coinvolgimento
emotivo,” racconta. “In quei giorni ho avuto modo di fotografare anche la biblioteca del Seminario Vescovile di Forlì, uno spazio contenente 150.000 volumi, molti dei quali antichi, totalmente sommersi da acqua e soprattutto fango. Sommersi salvati, titolo mutuato dal capolavoro di Primo Levi, racconta quei giorni, senza indugiare mai su alcuna forma di dolore. Sono immagini a tratti soavi, ferme, e per la prima volta dopo tanto tempo ho reinserito le figure umane. Una selezione di fotografie è diventata una mostra che sta girando in varie città italiane.” Nel contempo a Roma per la mostra dal titolo Architetture inabitabili promossa da Cinecittà, ha realizzato un progetto su committenza, “dedicato agli Ex Seccatoi del tabacco di Burri a Città di Castello e ai Plamenti di Pietragalla, sempre Italia insomma!” Attualmente è impegnata nel portare avanti un progetto sulla ricognizione delle frane in Romagna, provocate dall’alluvione di maggio 2023. “Ho vinto un bando di concorso del Ministero della Cultura e fra maggio e giugno sarà pronta la mostra e una pubblicazione.”
VITE
IL CALEIDOSCOPIO DEL GUSTO
Il cibo come veicolo di cultura, di identità e di rinascita. Queste le premesse nella genesi del ristorante Vite, nato una quindicina di anni fa come esperimento di ristorazione e formazione di alto livello rivolto ad un pubblico esterno rispetto a San Patrignano. Presupposti che hanno trovato un nuovo interprete nel talentuoso chef Giuseppe Biuso, siciliano d’origine e romagnolo d’adozione.
L’approdo al Vite è una scelta tutt’altro che scontata, considerando che lo chef aveva già ottenuto una stella Michelin al Cappero del Therasia Resort di Vulcano, nelle Eolie. “Mi era costato dover lasciare la famiglia e non veder crescere i miei figli,” racconta. “Ho sempre sperato di trovare in Romagna una possibilità altrettanto
stimolante. L’opportunità di guidare il Vite è una sfida, una nuova dimensione dell’alta cucina in una collina di sapori che si affaccia sul mare, all’interno di una tenuta di 280 ettari dove sorgono le coltivazioni, gli allevamenti, il caseificio e le eccellenze di San Patrignano.” Biuso ha portato con sé diversi componenti della sua brigata, compreso il sommelier Simone Beghello e, in un’ottica di inclusione, ha accolto una ragazza e un ragazzo provenienti dalla Comunità in qualità di aiuto-cuoco. Ha avuto maestri come Nino Di Costanzo e Antonino Cannavacciuolo, ma da tempo lavora a una cucina dalla forte impronta personale. Ama le sue origini, andando oltre le citazioni tradizionali, e ogni piatto è il risultato di un processo fatto di ispira-
zione e di una lunga elaborazione Stella Verde Michelin nel 2023 per l’autoproduzione di materie prime, Vite si rimette in gioco e punta tutto all’eccellenza. Chef Biuso ha chiesto alla Comunità di coltivare
IL RISTORANTE DI SAN PATRIGNANO, LUOGO DI FORMAZIONE E DI SPERIMENTAZIONE, HA TROVATO UN NUOVO INTERPRETE NEL TALENTUOSO CHEF GIUSEPPE BIUSO, SICILIANO D’ORIGINE E ROMAGNOLO D’ADOZIONE.
una lista di vegetali, dalla Sicilia fa arrivare il cioccolato di Modica, il sommacco e la mandorla. “Proponiamo un’esperienza immersiva appagante, in un caleidoscopio del gusto in cui gli ingredienti sono il carburante di un percorso fatto di entusiasmo e creatività. Nel piatto, solo ingredienti perfettamente abbinati e ciascuno distinguibile dagli altri.” Rispetto della stagionalità e delle materie prime sono comuni denominatori di un intreccio saggio tra nord e sud. Una proposta di carattere che conduce verso una nuova meraviglia per le papille.
MARCANTONIO
ARTE ICONICA
DI BARBARA BARONIO / PH MARCO ONOFRIORIGINARIO DI MASSA LOMBARDA E RESIDENTE A CESENA, MARCANTONIO È TRA MAGGIORI DESIGNER ITALIANI. CON OPERE ICONICHE, VANTA COLLABORAZIONI CON GRANDI NOMI INTERNAZIONALI E UN PERCORSO AUTORIALE E ARTISTICO LEGATO ALL’AUTOPRODUZIONE.
Per lui niente è mai abbastanza. Ha fatto del suo percorso professionale un cammino di grandi scoperte e riscoperte. Amante del bello e del gentile, la sua opera parte sempre da un ideale, senza il quale non riesce nemmeno a ipotizzare di intraprendere una progettazione. Con lui arte ed emozione vanno di pari passo, ma soprattutto è nel saper offrire una definizione chiara di quello che crea che sta la forza delle sue opere ‘senza tempo’.
Ecco Marcantonio (al secolo Marcantonio Raimondi Malerba), designer originario di Massa Lombarda, dove è nato nel 1976, ma da anni residente a Cesena, che ad oggi collabora con grandi nomi del design nazionale e internazionale come Seletti, Qeeboo, Scarlet Splendour, Natuzzi, Opinion Ciatti, Slamp, Mogg e ancora Altreforme, Nodus, Scapin Collezioni e Anthropologie. A partire dalle sue opere uniche scelte da Armani per i suoi showroom sparsi nel mondo, passando a quelle che portano la sua firma e riconoscibili al primo sguardo come la Monkey Lamp e il vaso a forma di cuore, Marcantonio è tra i maggiori designer italiani in continua ricerca e sempre pronto a stupire. Parallelamente alle sue collaborazioni questo giovane creativo romagnolo persegue un percorso autoriale e artistico legato all’autoproduzione, a cui si aggiungono numerose incursioni nell’interior design.
A lato, Marcantonio ritratto insieme ad alcune delle sue opere di design realizzate con collaborazione con grandi brand.
Marcantonio si è formato all’Istituto d’Arte Severini e all’Accademia di Belle Arti di Ravenna: un percorso artistico che ha influenzato il suo approccio al design, dove l’aspetto creativo e quello della produzione industriale si intrecciano continuamente.
Amante della luce – elemento che lo rimanda al sole, al fuoco e alla luna, che evoca in lui l’infinito ed è capace di ricreare diversi mondi – Marcantonio l’ha scelta come la protagonista di una delle sue ultime creazioni: la Window lamp presentata alla Milano Design Week 2023. “La Window per Seletti,” racconta Marcantonio, “è nata dall’intuizione di collegare le grafiche del cielo di Seletti con la luce. Il cielo di Seletti rimanda a Magritte ed è molto pop, genera un’atmosfera surrealista e poetica che va al di là delle definizioni. Quando Seletti mi ha espresso la volontà di voler tentare di racchiudere il suo cielo in un prodotto, mi è venuta l’idea di creare
A lato, l’opera Grande Anima, realizzata per sensibilizzare sulla difesa degli oceani. Sotto, Marcantonio durante la sua installazione. Nella pagina seguente, Gorilla and Goose, una delle coppie di animali della serie Love
un’ironica apertura verso l’esterno.” Così sono nate le sue nuove lampade: dalla loro bianca cornice, led di ultima generazione, Marcantonio trasforma in modo onirico gli ambienti, portando dentro casa un cielo splendente anche nel cuore della notte e offrendo l’illusione di poter osservare dalla finestra un cielo luminoso.
Marcantonio è giunto a Cesena nel 2006, dove per sette anni ha vissuto di arte pura. “Un periodo prezioso e incredibile in cui ho potuto vivere una mia dimensione artistica e mi sono approcciato al design.”
Marcantonio, molto abile nell’arte scultorea, ha saputo sfruttare questo suo talento innato per la creazione di oggetti ironici e sculture che sono diventate icone e che permettono di identificarlo immediatamente. Uno degli ultimi suoi progetti per Armani, casa di moda con cui Marcantonio collabora da tempo, lo sta riportando al suo primo amore: la scultura.
Per gli amanti degli ambienti eleganti, classici e raffinati Original Parquet ha creato la serie “Noce Europeo”, una linea di pavimenti per i quali viene utilizzata la pregiata essenza di Noce Europeo, riconosciuto come uno dei migliori legni in assoluto per qualità, resistenza e facilità di lavorazione.
SHOWROOM
In occasione di Art Basel di Miami Beach 2022, infatti, Giorgio Armani nella presentazione della sua nuova collezione ha scelto di affiancare le sue creazioni alle opere di Marcantonio. Quattro gigantesche sculture blu raffiguranti coppie inconsuete di animali che sono state posizionate in punti strategici del Miami Design District. Si tratta di un manifesto visivo che affronta il tema della diversità. “Queste coppie eccezionali di animali,” spiega Marcantonio, “sono in grado di fare ciò che noi facciamo con difficoltà: amare ciò che è diverso, oltre le naturali logiche di sopravvivenza, oltre il concetto di preda e cacciatore, di forte e debole, di grande e piccolo, oltre la specie. In un panorama saturo di proposte deliranti e di infiniti stili sono convinto che l’Arte debba unire più che dividere.” La collaborazione con Armani sta proseguendo e in occasione di una recente presentazione moda sulla neve è stato presentato un Orso con una civetta artica, mentre per questa estate Marcantonio sta lavorando a un’altra scultura che sarà destinata a un evento di Armani a Shangai.
Le sue sono creazioni esclusive e sono spesso molto richieste. “Da sempre vi è il desiderio di poter custodire un’opera tutta propria. Ma anche una lampada come
Marcantonio ha realizzato per Armani quattro gigantesche sculture blu raffiguranti coppie inconsuete di animali, un manifesto visivo che affronta il tema della diversità.
la Inner Glow, la bambina che racchiude tra le mani una sfera di luce, anche se è stata prodotta più e più volte è stata scelta dalla Saatchi Gallery di Londra che se n’è aggiudicata l’idea. Si tratta di un’opera dove scultura e design si uniscono e che è stata ritenuta prima di tutto un’opera d’arte, tanto da essere inclusa nel Gallery Store della galleria londinese come espressione d’arte funzionale, che vuole celebrare quel bagliore, quell’energia interiore che fa brillare i desideri, fa risplendere i segreti e le cose piccole.”
L’opera di Marcantonio in questi anni si è sviluppata grazie anche a un team molto giovane che aiuta l’artista nel monitoraggio dei suoi progetti. Nuova è la collaborazione di Marcantonio con l’azienda cesenate Cangini&Tucci. “Questa realtà che lavora con il vetro borosilicato e quello soffiato ha attirato la mia attenzione. Insieme abbiamo progettato Frequency, una lampada lineare a led realizzata interamente in vetro soffiato che ho creato immaginandola come un fascio luminoso in viaggio nello spazio.” Un successo inaspettato perché Frequency ha vinto un prestigioso premio di design in Germania che le è stato assegnato dal German Design Council nell’ambito della Fiera dedicata all’illuminazione che si tiene ogni due anni a Francoforte.
Spesso impegnato su diversi fronti, di recente Marcantonio ha ideato una mazzetta di 70 colori per il Gruppo Ivas, ha intenzione di ampliare l’autoproduzione e sta attivando una collaborazione con una Galleria di Venezia per delle opere in bronzo. Successi e riconoscimenti costituiscono ovviamente per l’artista romagnolo una grande soddisfazione e orgoglio di cui però si dimentica in fretta perché in continua ricerca. “Soggetti come le Giraffe in love o il vaso a forma di cuore, il Love in bloom anche in versione kintsugi (ossia con venature d’oro) di certo sono idee vincenti che mi hanno permesso di essere riconosciuto in tutti il mondo,” racconta Marcantonio. “Ho raggiunto livelli che neanche avevo il coraggio di immaginare, ma non mi fermo, la mia spinta è la pretesa di continuare ad avere idee vincenti, perché sarà solo l’idea a determinare se un’opera durerà per sempre.”
Diamo forma a tutti colori della tua anima
DESIGN
ABITARE
ELEGANZA CONTEMPORANEA
UNA VILLETTA MONOPIANO A RIMINI, UN UNICO AMBIENTE LUMINOSO ATTRAVERSATO DA UN SOPPALCO BIFACCIALE, CON ELEMENTI E FORME CHE RICHIAMANO GLI ANNI SETTANTA.
DI LUCIA LOMBARDI / PH FABIO BASCETTA
In queste pagine, alcuni ambienti della villetta monopiano a doppio volume: la cucina e la zona living.
Elegante e contemporaneo è il binomio perfetto che caratterizza la villetta riminese monopiano, sviluppata su 160 mq circa a doppio volume, la cui impostazione del fabbricato è stata organizzata dall’architetto Gianluca Maestri, mentre il progetto delle finiture interne ed esterne è opera della interior designer Cristina Zanni Entrando ci si imbatte in un unico ambiente, luminoso con sviluppo verticale, ad attraversarlo è un soppalco bifacciale di 25 mq, con studio e camera ospiti, lungo dieci metri per tre, che taglia tutta la lunghezza dell’ambiente principale in cui convergono, senza intaccarsi, sala e cucina. Il soppalco diviene soffitto in legno di noce dall’effetto boiserie, che scivola in verticale fino a rivestire e contenere le colonne della cucina, con mobili a scomparsa.
La progettista Cristina Zanni attinge a una poetica della memoria capace di reinterpretare un passato che sa assolutamente di oggi, con un uso ardito del colore, sempre in perfetto equilibrio con i desideri dei
committenti. In questo progetto, in cui tutti gli arredi sono su misura, è stata riposta infinita attenzione all’effetto materico ottenuto per principio da prodotti che imitano le pietre naturali, preservando così quelle originali. Ecco, dunque, che per il tavolo-totem della preziosa cucina, sono state scelte sottili e maneggevoli maxi lastre di gres a imitazione dell’onice, sottoposte a una lavorazione pregiata. L’isola della cucina si prolunga fino a gettarsi nel generoso tavolo conviviale bordato da una cornice in metallo effetto ottone, sovrastato dal lampadario a grappolo disegnato per l’occasione dalla designer e prodotto da Renzo Serafini, in perfetto dialogo con il raffinato stile circostante dalle forme pattern anni Settanta.
Il pavimento in microcemento grigio caldo diventa campo neutro su cui le personalizzazioni giungono al punto zero per ottenere la giusta valorizzazione. Gli ambienti sono comunicanti e convivono come atolli,
NEGLI ARREDI SU MISURA, VIENE RIPOSTA INFINITA ATTENZIONE ALL’EFFETTO MATERICO OTTENUTO DA PRODOTTI CHE IMITANO LE PIETRE NATURALI, PRESERVANDO COSÌ QUELLE ORIGINALI.
in perfetta indipendenza identitaria, in un costante e democratico dialogo.
L’avvolgente living abbraccia il lato destro rispetto all’ingresso e introduce a un trait d’union cromatico con la parte più intima della casa, dove i colori cominciano a scurirsi. Qui un ampio divano in velluto nero sfiora i tre metri e mezzo di comodità, alle cui spalle troneggia un’opera d’arte astratta in tono su tono rispetto al tutto. A lato una vibratile libreria modulare Mogg di Metrica, profonda 15 cm, in metallo caldo.
Le morbide tende, di microrete grigia, in nuance con pareti e pavimento, sono in misto seta a trama visibile, così da rifrangere la luce rendendola cangiante, e risultano ideali per rivestire con eleganza le grandi vetrate alte 3,50 metri, a scorrevoli panoramici, affacciate direttamente sul giardino circostante. Bypassando il pannello tv, si sale sul soppalco da una scala su disegno in lamiera nera verniciata, oppure si accede alla camera padronale protesa sul giardino, dotata di cabina armadio a scomparsa posta dietro la testata del
letto. Il nero campeggia su ingresso e porta a scomparsa come nelle zone di disimpegno che conducono alle camere, diventando un tutt’uno scenografico, fino a contaminare la stanza stessa, dove il letto nero è il vero protagonista, a sovrastarlo due tele dalla geometria precisa fungono da quinte. Nel bagno padronale, il verde del soffitto esalta i toni del rivestimento che simula il cangiantismo dell’acquamarina, mentre il piano in gres evoca l’onice a macchia aperta. La parete di fondo ospita una accogliente maxidoccia, mentre la parete lunga è occupata da un mobile su misura in legno con dogatino 3D, sopra un set di specchi dalle forme organiche con cornice in ottone in stile retró
Mentre il bagno della zona giorno, lungo e stretto, è una perfetta scatola rivestita da gres che richiama alla mente il marmo, così da donare la luminosità opportuna a un bagno cieco. Il lavabo cilindrico a totem, in grigio piombo, si staglia su una boiserie di specchio e ferro in vetro cannettato. Per un totale effetto wow!
Pergotende, bioclimatiche, vele ombreggianti, arredi da esterno, tessuti e tendaggi esclusivi, complementi d’arredo e carta da parati.
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Una storia di famiglia che nel volgere di pochi anni è divenuta una solida realtà imprenditoriale radicata nel mercato nazionale e proiettata in quello internazionale. Una storia fatta di passione che, unita a tenacia e a una spiccata capacità di innovazione, ha reso l’azienda forlivese Giemme un fiore all’occhiello nel settore dei serramenti di alta qualità, dalla produzione alla vendita.
Nata agli inizi degli anni Ottanta per iniziativa di Mauro Zanetti e del padre Romano, si presenta da subito come una realtà dinamica specializzata nel settore del restauro e della commercializzazione di serramenti e infissi, con alle spalle un’esperienza – che risale agli anni Sessanta. Un’esperienza tramandata di padre in figlio che, dal
2011, vede la presenza in azienda di Manuel Zanetti, figlio di Mauro. Tre generazioni di ‘sarti del legno’, come amano definirsi, alla guida di una realtà che ha il suo principale punto di forza nel rapporto diretto con il cliente, dalla produzione alla vendita, senza passaggi intermedi. Una realtà tailor made, insomma, che nel suo dna ha la capacità di ‘cucire’ soluzioni su misura e tecnologicamente all’avanguardia, per le diverse esigenze della clientela.
“La chiave di volta della nostra storia è stata l’apertura, a partire dal 2012, dei flagship store Giemme in cui ci rapportiamo direttamente con il consumatore finale,” spiega Manuel Zanetti, “con soluzioni studiate ad hoc, rivolte sia a privati che a progettisti. Non siamo rivenditori, come la maggior parte delle
aziende che operano nel settore, e questo ci consente di lavorare in una filiera corta evitando intermediazioni e accontentando in modo puntuale i nostri clienti.”
A oggi Giemme, che ha il suo quartier generale a Forlì, conta circa 130 dipendenti sul territorio nazionale e 30 collaboratori ed è presente con punti vendita a Treviso, Bologna, Arezzo, Roma, Teramo e Taranto. È prevista a breve, entro la prima metà del 2024, l’apertura di un nuovo negozio a Milano, un negozio nel nord della Sardegna ad Olbia ed un negozio nel capoluogo sardo, Cagliari. Non solo. Il gruppo è in forte espansione anche sui mercati internazionali, dopo l’apertura nel 2022 di un ufficio estero che ha portato a nuovi sviluppi commerciali in Grecia, Portogallo e
IL PUNTO DI FORZA
RISIEDE NEL RAPPORTO DIRETTO CON IL CLIENTE, DALLA PRODUZIONE ALLA VENDITA. “I NOSTRI CLIENTI SONO PRIVATI E IMPRESE, AI QUALI PROPONIAMO UNA GAMMA DI SERRAMENTI DI QUALITÀ IN LEGNO, LEGNO ALLUMINIO E PVC. COLLABORIAMO ANCHE A STRETTO CONTATTO CON I PROGETTISTI.”
Spagna e Israele. Sono attualmente in corso trattative con India e Canada.
“I nostri clienti sono privati e imprese che si occupano di una cantieristica evoluta, di tipo residenziale e di livello medio alto, e collaboriamo anche a stretto contatto con i progettisti,” continua Manuel Zanetti, “ai quali proponiamo una gamma di serramenti di qualità in legno, legno alluminio e pvc, una tipologia che ha avuto un’impennata negli ultimi anni. Quella che ci caratterizza è anche l’attenzione all’ambiente, grazie all’utilizzo di materie prime a basso impatto ambientale, ecocompatibili e ecosostenibili.” A questo proposito, l’azienda ha da poco ricevuto la Certificazione FSC e PEFC, che ha come scopo la corretta gestione forestale e la tracciabilità dei prodotti derivati. Il logo di FSC e PEFC garantiscono che il prodotto è stato realizzato con materie prime derivanti da foreste correttamente gestite
secondo i principi dei tre principali standard: gestione forestale, gestione sociale e catena di custodia. L’altro pilastro che fa di Giemme un marchio di riferimento del settore è la costante ricerca e innovazione dei sistemi produttivi e del design, che sanno coniugare tradizione e alte prestazioni e che offrono al cliente italiano ed europeo una gamma di varianti capace di coprire le più diverse esigenze tecniche e stilistiche, grazie anche alla stretta collaborazione con estrusori di profili.
“Oltre ai corsi di formazione che organizziamo per i professionisti del settore, abbiamo aperto a Treviso una specifica divisione dedicata a Ricerca e Sviluppo e all’analisi tecnica del prodotto,” continua Zanetti, “nella quale ci occupiamo in modo costante di innovazione attraverso investimenti in tecnologia e design. Innovazione applicata non sono ai macchinari e alle strumentazioni, ma anche allo sviluppo
delle competenze di nuove figure professionali, come ingegneri e architetti, entrate a far parte del nostro staff.”
ALCHIMIA ONIRICA
In apertura e sotto, la suite Onirica realizzata da LAGO all’insegna della sostenibilità per il primo hotel green di Rimini.
Non poteva che ispirarsi alle atmosfere oniriche e circensi di Federico Fellini una delle suite progettate dallo studio di architettura Lombardini22 con LAGO per Mode, il primo hotel completamente green di Rimini che verrà inaugurato a dicembre 2024. La suite si chiama infatti Onirica e propone un’esperienza immersiva totale, all’insegna della sostenibilità. A partire dai pavimenti, facilmente assemblabili senza colle, per arrivare alle reti dei materassi e ai tessili realizzati con materiali recuperati dagli oceani o ai rubinetti a bassa portata per evitare sprechi di acqua...
E non poteva che essere Daniele Lago, con la sua azienda di design – premiata nel 2023 con gli Archiproducts Design Awards riservati alle realtà di punta a livello mondiale – a occuparsi dell’arredamento. Del resto lui ci è abituato alle ‘magie’ quotidiane, a coniugare perfettamente consistenza e leggerezza, tant’è che il letto Fluttua, apparentemente sospeso nel nulla, è un best-seller da quasi 20 anni, come il tavolo Air – nomen omen – e l’armadio N.O.W. che si inserisce naturalmente in qualsiasi ambiente. Se poi si considera che LAGO è ormai di casa in Romagna, con 14 corner
e 2 negozi monomarca, su un totale di ben 29 punti vendita in tutta l’Emilia-Romagna. Ma qual è stata l’alchimia che ha portato un veneto doc a instaurare una sinergia così profonda e unica con questo territorio? Il primo progetto contract a Rimini risale a un incontro casuale di diversi anni fa ed è lo stesso Daniele Lago a raccontarlo. “Prediligo sempre vedere gente, sono infatti più per l’umanità, quella tangibile,” spiega. “D’altra parte ci sono abituato, essendo l’ultimo di dieci figli, e poi quando vedi gente conosci, senti, respiri. Ero andato a Rimini a fare uno speech a un evento legato all’ospitalità e la mia visione del design era perfettamente in sintonia con quella dei proprietari dell’Open Hotel.” Tra la spiaggia, il mare, il profumo di salsedine ma anche l’atmosfera elettrizzante delle discoteche della riviera romagnola, era nato quindi un hotel arioso con luminosi spazi per il co-working, secondo un concetto di Smart Luxury e in linea con il mantra di LAGO di ‘costruire casa ovunque’ che vuol dire anche utilizzare, in un contesto contemporaneo, materiali caldi e antichi come il Wildwood, un legno di rovere centenario.
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A lato, la struttura dell’hotel Open di Rimini, progettata in partnership con LAGO. Sotto, Daniele Lago, Ceo e designer dell’azienda.
Il suo successo è un chiaro segnale che abbiamo bisogno di cose tattili, che diano un senso di autenticità e anche di una certa umanità, in un momento storico molto complicato in cui sentiamo la necessità di ricentrarci come società,” precisa. “Consideriamo il design come un tool di trasformazione sociale perché pensiamo che non sia importante solo il prodotto ma anche come lo si costruisce.”
Sottolinea poi come sia fondamentale essere sempre coerenti soprattutto se si ha la responsabilità di parlare ogni anno a 25 milioni di persone come succede al brand tramite i social media. “Penso che sia molto importante fare quello che siamo e poi trasmetterlo attraverso il saper fare e il far sapere. Ci deve essere sempre un equilibrio tra costruire i contenuti e poi raccontarli.”
Certo che spiazza un po’, ma fa anche riflettere, trovarsi improvvisamente ad ascoltare un discorso sulla gentilezza in un negozio di arredamento come è avvenuto all’inaugurazione del monomarca di Rimini, ma questa è proprio la filosofia di LAGO, un’utopia quasi romantica
“Ogni anno, soprattutto al Salone del Mobile di Milano, proponiamo dei temi, cercando di incrociare il design con tematiche sociali. Negli ultimi anni abbiamo puntato soprattutto sulla sostenibilità,” racconta. E per approfondire questo argomento è stato istituito il LAGO Sustainability Circle, hub aziendale che prevede cinque tavoli di lavoro composti in tutto da 50 dipendenti dei 200 che fanno parte del quartier generale di Villa del Conte in Provincia di Padova, per sviluppare progetti che derivino principalmente dall’agenda 2030 dell’Onu. Tra quelli che si sono già concretizzati, l’istituzione di un desk psicologico all’interno dell’azienda, mentre è in via di definizione un’iniziativa con le Cucine Popolari
di Padova per un percorso formativo sulla gestione del conflitto che verrà adottato anche da Confindustria come modello virtuoso per le imprese del Nord Est. Ma se si chiede a Daniele Lago qual è l’ultima cosa che ha imparato (riprendendo un hashtag che appariva tempo fa sul sito), risponde: “Fare il formaggio con i miei bambini in una malga in montagna.” E anche questo fa parte della sua ‘sostenibile’ leggerezza dell’essere.
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BBSPA GROUP
LA FORMA DELL’ACQUA
DI PAOLA FRANCIAFu Talete di Mileto, iniziatore del pensiero naturalistico, a individuare nell’acqua la sorgente della vita e il nutrimento di tutte le cose: dei corpi e della natura. Un principio ispiratore che trova, ai giorni nostri, una delle sue più affascinanti declinazioni nell’architettura del benessere che, proprio a partire dall’acqua, dalle sue molteplici forme e proprietà, rende palpabile un ideale di bellezza e di salute in linea con una visione olistica della persona. Tra gli artefici di questa bellezza, che dall’acqua trae la sua origine e che si sposa con la
forza e il carattere dei luoghi e dei territori, c’è Bbspa Group, realtà visionaria che da trent’anni ha fatto dell’architettura del benessere una punta di eccellenza in Italia e all’estero.
Nata dalla contaminazione culturale dei suoi fondatori, la società che ha sede a Forlì – due filiali all’estero, in Francia e a Singapore, e una terza in procinto di aprire in UK – dal 1993 opera nel mondo Wellness&Spa realizzando progetti che combinano estetica e tecnologia del benessere
La filosofia che contraddistingue LA SPA dell’Helvetia & Bristol prende a modello il passato del luogo che la ospita: il centro si trova, infatti, dove un tempo sorgevano le Terme Capitoline della Florentia romana.
A guidarla sono Gabriella Francia, un’esperienza consolidata come trainer, manager e direttrice delle spa più rinomate del panorama nazionale, e Régis Boudon-Doris, vero e proprio pioniere in questo campo, che ha portato in dote al gruppo il suo estro francese e ne è oggi il leader strategico. Ad oggi il Gruppo è impegnato su 40 progetti per un totale di 61.673 metri quadri complessivi. “La nostra filosofia si basa su due fattori combinati tra loro: esaltare lo spirito e l’identità del contesto in cui operiamo, tenendo conto dei requisiti tecnologici che sono alla base della sostenibilità di ogni progetto. Oggi sempre di più chi sceglie di trovare nella spa momenti di relax e di rigenerazione dai ritmi frenetici della vita quotidiana, vuole vivere un’esperienza di benessere completa che sappia sposarsi con le peculiarità del contesto in cui si trova. Per usare una metafora un po’ ardita, potremmo definire la spa una ‘macchina da guerra’ avvolta nella seta che, oltre a quelli estetici, deve possedere requisiti tecnici che non possono essere tralasciati nel momento dell’ideazione che per noi è il ‘We think’. La macchina, insomma, deve essere bellissima ma deve anche stare su strada. Un mix tra tecnologia e design.”
Ne sono un esempio le Terme di Castrocaro, per le quali il Gruppo ha curato la ristrutturazione e l’ampliamento dell’area Medical SPA, oltre al restauro delle spa del Grand Hotel e delle Magiche Acque. Un progetto che attraversa oltre dieci anni di lavoro in collaborazione con il Gruppo GVM e con Lucia Magnani, AD delle Terme di Castrocaro. “Si tratta di un percorso in continua evoluzione che, nel tempo, ha saputo coniugare metodo scientifico, benessere e bellezza, raggiungendo il suo apice nella Lucia Magnani Health Clinic e nella Long Life Formula.”
In apertura, le Terme di Saturnia.
In alto, LA SPA dell’Helvetia & Bristol, uno degli hotel più iconici di Firenze, dove sorgevano le antiche Terme Romane. Nella pagina seguente, l’innovativo progetto in fase di realizzazione ideato per le piscine private a Durbuy, in Belgio.
È ispirato alle antiche Terme Romane di epoca imperiale il progetto realizzato per l’Helvetia & Bristol, uno degli hotel più iconici di Firenze, in cui LA SPA si sviluppa su 540 mq dedicati al benessere, a due passi da Palazzo Strozzi, dal Duomo e dalle boutique di via de’ Tornabuoni. La filosofia che la contraddistingue prende a modello il passato del luogo che la ospita: il centro si trova, infatti, dove un tempo sorgevano le Terme Capitoline della Florentia romana. L’ambiente è soffuso e onirico, dominato da colori chiari. Il travertino riveste tutte le superfici, enfatizzate da un sofisticato gioco di luci ed ombre, con arredi essenziali e poltrone dal design confortevole e accogliente.
Tra i progetti in via di realizzazione spicca quello che punta a consolidare e a replicare il Terme di Saturnia SPA Model, ovvero il ‘metodo’ Terme di Saturnia, in luoghi e contesti altri rispetto a quello di origine. Un metodo che affonda le radici nella storia millenaria della sorgente naturale che ha dato origine al centro termale oggi riconosciuto come ‘Marchio storico di interesse nazionale’ dal Ministero dello Sviluppo Economico. “Una realtà che ha alle spalle una storia importante in tema di benessere termale e che si avvale di prodotti e protocolli collegati alla longevity e al vivere bene.
Sulla base di questo background consolidato stiamo realizzando nuovi format e nuove strutture pensate per i luoghi in cui andranno a innestarsi.”
Il futuro di Bbspa Group parla francese, occhi puntati sulla Valle della Loira, dove sorge l’antico Château d’Artigny le cui origini risalgono al 1300. Demolito e poi ricostruito ai primi del Novecento dal profumiere François Coty, che ne fece la sua residenza e la sede dei suoi laboratori e dei bellissimi giardini aromatici, è stato successivamente adibito a relais.
“L’attuale proprietà intende riportarlo alla sua vocazione originaria, esaltandone la parte sensoriale e dando vita a un progetto e a una struttura in cui prevarranno gli aspetti olfattivi e in cui troverà la sua cornice ideale una spa con una superficie importante di oltre 2.000 metri quadri.” Vi si accederà attraversando un’imponente serra e un giardino degli aromi, qui le saune saranno progettate e realizzate con legni aromatici per regalare un’esperienza che abbraccia tutti i sensi.
“Siamo molto stimolati da questa nuova sfida,” dice Régis Boudon-Doris, “del resto la soddisfazione più grande in questo lavoro è quella di non fare mai due volte la stessa cosa, non c’è niente di più noioso della ripetitività.”
ELETTROIMPIANTI MENGHI
SENZA L’INNOVAZIONE NON C’È
EVOLUZIONE E MIGLIORAMENTO
Una lunga esperienza produttiva nel ramo della realizzazione di impianti elettrici civili e industriali, la flessibilità e capacità di mutare in base alle esigenze del settore e alle evoluzioni tecniche sempre più moderne, fanno della società Elettroimpianti Menghi un importante punto di riferimento nel panorama elettrotecnico.
La capacità tecnica dello staff, l’alta professionalità dei singoli collaboratori e la spiccata vocazione per l’innovazione, la continua ricerca di nuove soluzione tecniche e tecnologiche per garantire un costante miglioramento, sono il punto di forza dell’azienda che rende Elettroimpianti Menghi un fondamentale partner per soddisfare le esigenze più specifiche. Elettroimpianti Menghi realizza e fornisce manutenzione di impianti
elettrici civili e industriali, risparmio energetico, installazione di pannelli solari, cancelli automatici, cabine di trasformazione, illuminazione stradale, reti telefoniche e dati, impianti TV
Fondata nel 1975, la società Elet-
troimpianti Menghi, durante tutto il percorso di attività e di crescita aziendale, ha perfezionato e ottimizzato i propri interventi e il proprio sistema di gestione per la qualità.
Con il controllo e l’ottimizzazione di tutti i processi produttivi, finalizzati a garantire il livello di qualità di prodotti e servizi e migliorare la capacità e fama aziendale sul mercato, la ditta Elettroimpianti Menghi ha conseguito il raggiungimento delle certificazioni di qualità conformi alle normative vigenti (UNI EN ISO 9001:2000, certificato n. AJAEU/09/11586 del 23/06/09) per le attività di installazione di impianti elettrici, reti telematiche e telefoniche; manutenzione e assistenza di impianti elettrici, reti telematiche e telefoniche, automazione e sicurezza e impianti meccanici. Assumiamo personale, elettricisti e apprendisti elettricisti: info@ elettroimpiantimenghi.it