Ravenna In Magazine - 01/2010

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Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ - Contiene i. p. - Reg. al Tribunale di Forlì il 16/01/2002 n. 1 - E 3,00

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Anno IX - N. 1 - FEBBRAIO - MARZO 2010

Giuliano

Resca

La mia avventura imprenditoriale

Anna Mantice Imprenditrice verace Sulle orme di Caravaggio Amabili resti Umberto Mario Testoni La poesia nel paesaggio



Editoriale |

Sano

Campanilismo di Andrea Masotti

gnerebbe porsi qualche domanda in merito: partendo dal fatto che i primi non stupidi, gli “smart” (contraltare degli “stupid”) sono proprio gli ideatori della pubblicità, che hanno solleticato l’orgoglio della (presunta?) massa stupida. Che forse tanto presunta non è (e allora quelli dei jeans c’hanno azzeccato in pieno) se lascia ancora girare per la strada geni della new economy che invece le indagini smascherano come ladri. Ecco che, alla fine, l’ombra del campanile, simbolo di un’Italia che funzionava, forse è l’unica via d’uscita. Meglio ripartire dalla porta di casa, dalla periferia di un impero malato, e riproporsi al mondo. Il “glocal” (anche stavolta non si è inventato nulla) è una necessità del mercato, ma anche la stanchezza verso un sistema bollito.

Lo storico dell’Economia Carlo Cipolla, per descrivere le piccole aziende artigiane che, realmente, hanno “fatto” l’Italia nel secondo dopoguerra, parlava di realtà che hanno “costruito all’ombra dei campanili cose che sono piaciute al mondo”. Davanti alle cronache di queste settimane, in cui sembra anacronistico parlare di moralità ed etica, l’unica cosa da fare sarebbe forse mettersi a ridere. Per non disperarsi del tutto. Prima ancora, tuttavia, cercare di orientarsi per capire da dove ripartire. E restando ancora a Cipolla, che nel 1976 teorizzava le leggi della stupidità umana, come non meditare pensando che, sull’esaltazione della stupidità a scapito dell’intelligenza, un celebre brand italiano del denim ha costruito la sua nuova campagna di comunicazione? Biso-

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E Ravenna, di cose che piacciono al mondo, costruite all’ombra dei campanili bizantini (sui quali non bisogna ma smettere d’investire, sia chiaro) o nei paraggi, può dire di fare scuola, in passato come oggi. Iniziando da Giuliano Resca, fondatore di COSMI e ancora punto di riferimento per quest’azienda leader nel campo delle manutenzioni industriali, specializzata negli impianti offshore. Passando poi a un brillantissimo ravennate, Federico Marchetti di Yoox, portale della moda di recente entrato in Borsa, illustre testimonial tra altri esempi di nuove idee d’impresa, grandi e piccole, che sembrano vincenti. Un’imprenditrice verace, capace al lavoro e affabile nel quotidiano, è invece la ravennate adottiva (napoletana d’origine) Anna Mantice. Belle storie ad aprire un numero come sempre ricco di spunti, tra arte, storia, territorio e scienza. Perché è con un tuffo nella ricerca che chiudiamo la nostra presentazione. Nell’anno delle celebrazioni per i 400 anni dalla morte di Caravaggio, anche Ravenna è protagonista, grazie al Laboratorio di Antropologia della Facoltà di Beni Culturali. Qui sono arrivate, per essere studiate, e forse identificate in quelle del grande pittore, le ossa recuperate nel cimitero di Porto Ercole, dove morì l’artista. Preziosi resti attualmente sotto studio, che forse potranno fare nuova luce sulla storia del geniale artista. Buona lettura!

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Sommario 3

Editoriale |

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Annotare | Brevi IN

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Essere | Giuliano Resca

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Ideare | Nuovi mestieri crescono

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Conoscere | Anna Mantice

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Ricercare | Sulle orme di Caravaggio

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Riscoprire | Istituto “Friedrich Schurr”

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Creare | Umberto Mario Testoni Visitare | Il Cammino di San Vicinio

Edizioni IN MAGAZINE S.R.L.

Controllo produzione e qualità:

Redazione e amministrazione:

Isabella Fazioli.

Via Napoleone Bonaparte, 50 47100 Forlì

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tel. 0543.798463

Incontrare | Luisa Fiorentini

fax 0543.774044

www.inmagazine.it

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Vincere | Rugby Football Club

inmagazine@menabo.com Stampa: Graph S.N.C. - San Leo (PU)

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Migrare | Giuseppe Tagliavini Leggere | Novità in libreria

Direttore Responsabile: Andrea Masotti.

Ufficio commerciale: Roberta Missiroli. Collaboratori: Lidia Bagnara, Roberta Bezzi, Andrea Casadio, Anna De Lutiis, Massimo Fiorentini, Antonio Graziani, Claudia Graziani, Matteo Ranucci, Aldo Savini, Michele Virgili, Francesca Zampiga.

Redazione centrale: Andrea Biondi, Francesca Renzi.

Chiuso per la stampa il 25/2/2010

Progetto grafico: Lisa Tagliaferri

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Scegliere | Shopping

Impaginazione: Emanuele Dall’Acqua

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Annotare | Brevi IN

Teatri, maschere e spettacoli nel mondo antico

Ravenna - È stato presentato lo scorso 19 febbraio in anteprima, la mostra “Histrionica” organizzata da Fondazione RavennaAntica. Il percorso della mostra è suddiviso in cinque sezioni: i soggetti teatrali che arredavano la casa romana; la bottega dell’arte, ovvero i modelli originali per la produzione di maschere teatrali; gli edifici teatrali; il teatro romano (commedia, tragedia e i vari personaggi stereotipati protagonisti delle opere); infine, una quinta sezione è dedicata alle origini del teatro, partendo dal mito di Dioniso. Temi evocati con statue, mosaici, affreschi, oscilla, maschere, vasi e lucerne. Il visitatore potrà ammirare un notevole corpus di maschere legate ai generi teatrali, che provengono, in gran parte, dagli scavi delle città sepolte dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C e dai musei dell’Emilia Romagna. “Histrionica” si svolge a San Nicolò dal 20 marzo al 12 settembre. (A.D.L.)

Documentario sulla Linea Gotica Ravenna - Il Gruppo Cassa di Risparmio di Ravenna e la Fondazione hanno finanziato il documentario Lo sfondamento della Linea Gotica. Il progetto, curato da Antonio Graziani è il risultato dell’analisi di oltre 300 ore di documenti filmati degli avvenimenti bellici dell’Archivio dell’Istituto Luce di Roma e del Dipartimento Cinematografico dell’Imperial War Museum di Londra. I filmati originali sono stati arricchiti dalla voce narrante di Sergio Sperati e dalle musiche di Marco Versari. Il montaggio è a cura di Luca Bartolomei. Al documentario è abbinato il volume fotografico omonimo.

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Ex tenebris ad lucem, il

Ravenna - “Con il titolo Ex tenebris ad lucem, dalle tenebre alla luce, tradotto anche in dialetto romagnolo S’l’è nöt u s’farà dè, vogliamo dedicare l’edizione di quest’anno a tutti i sepolti vivi che hanno perduto la luce a L’Aquila e a Haiti.” Con queste parole Cristina Mazzavillani Muti ha annunciato la XXI edizione del Ravenna Festival in un Teatro Alighieri affollatissimo. Il vastissimo programma, dal 9 giugno al 13 luglio, comprende, come di consueto Opera, Concerti, Musical, Danza, Teatro, In Templo Domini, Eventi speciali. Sul podio si alterneranno grandi direttori d’orchestra come

Festival 2010

Abbado, Dutoit, Muti, Temirkanov. Al Pala Credito di Romagna (ex PalaFiera) di Forlì sarà presentato il grande musical Evita. Coerente con il tema, Cristina Mazzavillani Muti curerà la regia dell’opera Tenebræ, testo tratto dagli scritti di Massimo Cacciari musicato da Adriano Guarnieri, eseguito dall’Ensemble strumentale dell’Orchestra Cherubini, con scenografie virtuali di Ezio Antonelli e Live Electronics di Luigi Ceccarelli. Lo Standard Trio (Keith Jarrett, Gary Peacock, Jack De Johnette) concluderà l’edizione il 13 luglio. www.ravennafestival.org (A.D.L.)

Nuovo direttore per il Centro Ravenna - Padre Ivo Laurentini è stato di recente nominato nuovo direttore del Centro Dantesco. Primo incontro ufficiale, quello con il sindaco. “Nella nostra città - ha commentato Fabrizio Matteucci - la passione per Dante è radicata. Come testimoniano le decine di appuntamenti che ogni anno compongono il programma del Settembre Dantesco.” L’incontro con Padre Laurentini è stata l’occasione per un primo scambio di idee. “Con la nostra candidatura a Capitale Europea della Cultura - ha proseguito il

Dantesco

sindaco - ci siamo posti un obiettivo ambizioso. E le iniziative dantesche sono un’altra carta da spendere per raggiungere questo traguardo.”



Una targa per i

Padri della Patria

I Preraffaelliti e il sogno italiano

Ravenna - Da Beato Angelico a Perugino, da Rossetti a Burne-Jones, i Preraffaeliti sono in mostra al Museo d’Arte della Città. Inaugurata il 28 febbraio, la mostra resterà aperta fino al 6 giugno. Il movimento dei Preraffaelliti, in inglese “Preraphaelite Brotherhood”, s’impose come risposta all’accademismo ufficiale, per il recupero di un’arte spontanea e ispirata alla natura, identificata con l’arte dei pittori del passato prima di Raffaello (di qui il nome) e per ricondurre alla brillantezza dei colori, all’attenzione ai particolari naturali, all’estrema semplicità e all’intensità dell’espressione, tutti elementi della pittura medievale che affascinarono il gruppo di giovani artisti inglesi, tra i quali emersero rapidamente Dante Gabriel Rossetti, nato a Londra da genitori di origine abruzzese, Hunt, Millais, Burne-Jones. Grande fu lo slancio verso tutto quanto era italiano: arte, paesaggio, letteratura e storia. In mostra troviamo i quadri di coloro che hanno ispirato la Confraternita inglese: Beato Angelico, Perugino, Giovanni Costa e molti altri, insieme a quelle dei maggiori esponenti dei Preraffaelliti da Hunt a Rossetti, da Burne Jones a Burgess, da Corbet a Crane, a Howard e tanti altri. (A.D.L.)

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Ravenna - Lo scorso 23 gennaio ha visto due importanti eventi. Il Convegno per ricordare Arrigo Boldrini e la Targa a ricordo di quattro uomini che hanno onorato il Paese: Giovanni Mazzotti, uomo di profonda cultura liberale, antifascista; Giuseppe Fuschini, che affrontò i temi della disoccupazione, della condizione del mondo contadino, del suffragio universale, del voto alle donne; Benigno Zaccagnini, medico, personaggio po-

litico di grande spicco che iniziò il suo percorso come giovane dirigente di associazioni cattoliche negli anni del regime; Arrigo Boldrini, tra i primi organizzatori delle formazioni partigiane della Romagna, noto come Bulow. La targa a loro dedicata, scoperta alla presenza di Rosy Bindi, li ricorda con le seguenti parole: “Antifascisti ravennati, protagonisti della stagione costituente, fondatori della Repubblica democratica italiana”. (A.D.L.)

È ravennate il presidente di

Ravenna - L’albergatore ravennate Filippo Donati è stato nominato, lo scorso fine gennaio, presidente nazionale di Asshotel-Confesercenti.

Asshotel

“L’Emilia-Romagna - ha dichiarato - rappresenta un sistema virtuoso a livello nazionale sotto l’aspetto turistico. Anche a Ravenna si sta diffondendo una forte mentalità turistica; anche gli alberghi storici della città sono cresciuti, investendo nel rinnovamento.” I numeri dei flussi turistici sembrano avere premiato la città nel 2009. I turisti, ha dichiarato Donati, “vedono Ravenna organizzata, pulita, con un’ottima rete di pubblici esercizi. Ma bisogna continuare a investire nelle infrastrutture, in particolare un sistema di collegamenti veloci con Bologna.”



Al via la primavera cervese

Cervia - Fiera di San Giuseppe e riapertura della Casa delle Farfalle. Dal 14 al 21 marzo è in programma la Fiera, con la “focarina” gigante, e la Sagra della Seppia, alla 12a edizione, dal 17 al 21 presso il Centro Commerciale di Pinarella. Il 14 marzo è rievocata l’antica usanza della “focarina” con un grande falò in spiaggia e lo spettacolo pirotecnico sul mare. La “Sagra della Seppia” celebra il momento in cui la pesca del prelibato mollusco è più abbondante. Infine, dopo il breve periodo di chiusura, riapre la Casa delle Farfalle & Co. L’appuntamento è per il 13 marzo a Milano Marittima. www.turismo.comunecervia.it

Gli Smart Center

De Stefani

Ravenna e Imola - Due nuovi punti dove gli appassionati della piccola city car possono trovare tutte le novità di prodotto. Inoltre, informazioni, accessori, smartware e personale qualificato per l’assistenza post-vendita. Sono gli Smart Center che De

Stefani, già concessionaria ufficiale di vendita ed assistenza MercedesBenz, ha inaugurato a novembre a Ravenna e Imola. Due show-room, dove sono in mostra la gamma completa Smart e l’usato selezionato De Stefani.

La bicicletta partner look

Frw

Un palco d’amore e solidarietà Ravenna - Quando danza e comicità fanno rima con solidarietà. Sono i contenuti e lo scopo di “Un palco d’amore” che va in scena giovedì 4 marzo (ore 20.45), al Teatro Alighieri, il cui ricavato è devoluto in beneficenza in favore di una casa-famiglia per bambini orfani e abbandonati. L’evento è organizzato dalla Deha Ballet School e dal Lions Club “Dante Alighieri”, con il patrocinio del Comune. S’inizia con la danza, con le coreografie ispirate alla storia di Pinocchio, realizzate dagli insegnanti Carla Rizzu, Claudia Bosco, Valentina Poggi, Claudio Campanelli e Fausto Spighi. In scena il corpo di ballo della Deha Ballet School. La seconda parte dello spettacolo è all’insegna della comicità con Paolo Cevoli, affiancato da Claudia Penoni, direttamente dal palcoscenico di “Zelig”. Info: Teatro Alighieri, tel. 0544/249244. (R.B.)

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Ravenna - Freewheeling pensa alla coppia, con Brigitta e Pacific Heights, bici da strada per “innamorarsi del ciclismo” alla prima pedalata. Qualità FRW, componenti di prima scelta, telaio messo a punto dal reparto ricerca e sviluppo Freewheeling e grafica per un partner look perfetto anche sulle due ruote. Brigitta è un modello nuovo nella gamma 2010, che risponde alla volontà di proporre anno per anno modelli destinati specificamente alla donna: ha un telaio in alluminio

a doppio spessore (molto leggero) con tubo orizzontale molto basso (caratteristico del telaio donna) e geometrie espressamente calcolate per il gentil sesso, colorazioni necessariamente lady: bianco/rosa e bianco/azzurro. Pacific Heights è un modello da corsa con telaio in alluminio e manubrio dritto: adatta a chi cerca un modello da strada senza velleità agoniste. La colorazione azzurra e bianca le dà un tono raffinato, per chi non tralascia lo stile neanche in bici. www.frwbike.it


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Essere | Giuliano Resca

Fronte del

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testo Antonio Graziani foto Lidia Bagnara e Massimo Fiorentini

Ferrarese d’origine, da oltre quarant’anni a Ravenna, Giuliano Resca può vantare una vicenda professionale itinerante, culminata nel ’74 con la fondazione di COSMI, realtà tra le più attive nel campo delle manutenzioni industriali e specializzata in particolare nell’offshore.

“Sono arrivato a Ravenna nel 1966 per la costruzione a Porto Corsini di un impianto industriale. Il lavoro aveva una durata prevista di 45 giorni: sono passati 45 anni e sono ancora qui.” Giuliano Resca, 70 anni, nativo di Ferrara, è il fondatore della COSMI Spa, impresa per costruzioni e manutenzioni industriali, specializzata nel campo dell’Oil&Gas, il cosiddetto settore industriale dell’offshore. Nata a Ravenna nel ’74, COSMI rappresenta una delle realtà economiche più attive del porto romagnolo e in Italia, con un fatturato intorno ai 50 milioni di euro e punte di 400 dipendenti. Non

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sorprende, quindi, che sia sorta a Ravenna e che la città del mosaico sia diventata il maggior centro per le attività offshore in Italia. Il gas consumato nel nostro paese viene, infatti, estratto in gran parte dalle piattaforme al largo dell’Adriatico. La vita e il successo di Resca hanno dell’avventuroso. “A 18 anni ho

preso la valigia e ho cominciato a girare il mondo. Il mio lavoro itinerante ha avuto inizio a Milazzo, in Sicilia, dove sono andato a fare il tubista nell’allora nascente raffineria di Moratti.” Ma già prima, a 13 anni, durante il giorno lavorava in officina e la sera frequentava le scuole tecniche per diventare disegnatore meccanico. Lo è diventato,


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In queste pagine Giuliano Resca nell’officina COSMI al porto San Vitale e negli uffici dell’azienda.

ma il suo destino è stato quello di fare il tubista cioè, spiega lui stesso, “montare tutti i tubi che si trovano negli impianti chimici, petrolchimici e nelle raffinerie per il passaggio dei liquidi e dei gas. È dipeso tutto da una questione di carattere economico; infatti, un disegnatore meccanico percepiva circa 30.000 lire al mese, il tubista il doppio.” Da Milazzo, dopo circa sei mesi, è in Calabria e poi a Ravenna. “Qui c’ero stato la prima volta nel 1956, a 16 anni, per lavori di manutenzione all’ANIC, inaugurata l’anno prima. Sono poi tornato a Ravenna per la costruzione dello Stabilimento della Soia di Ferruzzi.” Assolta la leva militare (“sono capitato nell’ultimo scaglione con la ‘naia’ a 18 mesi”) Resca è inviato prima in Sardegna a fare il caposquadra alla Saipem, poi, per 13 mesi, in Grecia per la costruzione della raffineria di Salonicco. “Nel frattempo mi ero sposato con Alba, 24 anni io, 20 lei: due ragazzini. Nel 1964 ero diventato padre di Sonia; la seconda, Milena, è nata nel 1970. Milena ha seguito il marito che lavora negli Stati Uniti mentre la maggiore e suo marito lavorano in COSMI. Dalle mie figlie ho avuto la gioia di due nipotini bellissimi.” Finiti i lavori in Grecia per Resca è previsto il trasferimento in Libia a Marsa el Brega, ma durante i gior-

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ni di attesa dei documenti viene a sapere che la Saipem aveva aperto a Porto Corsini il cantiere per la realizzazione delle piattaforme offshore. “Convinco l’azienda a trasferirmi nel ravennate per 45 giorni, argomentando la mia richiesta con il fatto che avevo una bambina piccola e che Ravenna era più vicina a Ferrara dove stavo sistemando casa.” E qui si è realizzata la svolta della vita di Resca. Doveva rimane-

re per un mese e mezzo, ma quel periodo non si è più interrotto. Racconta con orgoglio di essere stato il primo a fare la messa in produzione degli impianti dell’estrazione del gas a mare. “L’Agip era

la committente ma le piattaforme le abbiamo costruite noi della Saipem. Ed io facevo parte della prima squadra”. Finita la costruzione delle piattaforme la Saipem dispone il suo


trasferimento all’estero nelle Antille. Il tubista trova, invece, il modo di farsi assumere dalla Delfino di Milano e resta a Ravenna a costruire impianti chimici all’interno dell’Anic. Nella mente di Resca comincia a farsi strada il pensiero di dare vita ad una propria società. L’occasione si presentò un giorno del 1970. “Trovandomi nel solito bar di

Ferrara che continuavo a frequentare nonostante abitassi già a Ravenna, dove nel frattempo avevo comprato casa, decisi, quasi per scherzo, insieme a dodici amici, di costituire, con 50.000 lire a testa, una società di montaggio d’impianti che battezzammo CECMI, Costruzioni estensi montaggio impianti”. Dopo tre anni abbandona la società ormai troppo ferrarese e prende la decisione di mettersi in proprio a Ravenna, dove si erano dilatati i suoi interessi. Nasce la COSMI, Costruzioni montaggi impianti, con Resca socio di riferimento. ”Le mie decisioni le ho potute prendere perché avevo una famiglia che mi supportava e due genitori eccezionali. Siamo quattro figli, di cui uno è quel Mario Resca, di recente

È tra le imprese più attive nel campo dell’Oil&Gas nominato dal ministro per i Beni e le Attività Culturali consigliere per le politiche museali. Nostra sorella ci tiene come una chioccia, grazie a lei il Natale ci vede uniti attorno alla stessa tavola. Devo ringraziare anche mia moglie, che si è sempre fatta carico di tutti gli impegni di famiglia, mentre io ero assorbito totalmente dal lavoro.” COSMI cresce negli anni e avvalendosi della professionalità e dell’esperienza di aziende collegate o partecipate è oggi attiva nei settori dell’Oil&Gas per l’esecuzione di montaggi meccanici su impianti onshore e offshore; del Power, per lavori di ristrutturazione di centrali elettriche esistenti e la costruzione di nuove; del Chemical&Petrolchemical


L’imprenditore con, alle spalle, l’immagine di una piattaforma. “Ai tempi della Saipem - dice feci parte della prima squadra che costruì gli impianti per l’estrazione del gas in Adriatico.”

Il gruppo COSMI in breve Protagonista del mercato nazionale, grazie al know-how tecnologico acquisito e alla capacità di gestire progetti su ampia scala, il gruppo ha sviluppato nel tempo la propria presenza anche sul mercato estero. Iniziative Industriali Srl: nasce nel 1987 e si sviluppa nel settore dell’impiantistica petrolchimica e oggi rappresenta una solida realtà industriale nel centro e sud Italia. Progepi Srl: si occupa dal 1988 di progettazione di impianti industriali nei settori chimico, petrolchimico e ecologico. Aquavis Srl: La Società ha come obiettivo quello di utilizzare il proprio know-how per la produzione e la distribuzione di energia da fonti rinnovabili. Iniziative Industriali Sarl: società del Gruppo presente in Francia. COSMI Libyan Branch: dal 1998 il gruppo è presente in Libia con una filiale per lo sviluppo del settore Oil & Gas in quell’area. COSMI Kazakhstan Llp: società specializzata nel settore Oil & Gas nell’area del Mar Caspio settentrionale.

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per la costruzione, il montaggio e la manutenzione di impianti nel mondo; del Maintenance, servizio di avanguardia nella manutenzione meccanica ed elettro-strumentale e dell’Engineering per la fornitura di impianti chiavi in mano. Di grande importanza i progetti eseguiti in Italia e in Libia per Eni, Saipem, Snamprogetti ed Enel. Come gruppo, COSMI è protagonista nel mercato nazionale ed estero attraverso società controllate. Molto attento alle politiche per la qualità, per la sicurezza sul lavoro e per l’ambiente, il gruppo è stato anche protagonista nell’installazione e nella messa in produzione del rigassificatore di Porto Viro, primo impianto al mondo ad essere installato offshore, cioè lontano (in questo caso 15 km) dalle coste e invisibile da terra. Resca ha ricoperto e ricopre cariche nelle organizzazioni industriali: è stato presidente dell’Api, fa parte del consiglio della Confin-

dustria ravennate e ha presieduto la Commissione permanente marittima della Camera di Commercio. “Posso gloriarmi di essere stato uno dei due promotori di OMC (Offshore Mediterraneam Conference) di Ravenna, diventata, anche per merito dell’Eni, una delle più importanti manifestazioni mondiali dell’offshore”. Pur non ricoprendo più incarichi ufficiali in azienda, Resca rappresenta ancora l’imprescindibile punto di riferimento per management e clienti, anche se ama definirsi “soltanto” presidente onorario. Ha

alcuni principi basilari sui quali fonda la sua filosofia esistenziale e imprenditoriale. “Conto molto sui giovani, sono il nostro futuro e non è vero che non hanno obiettivi. La scuola è importante, ma la vita è la vera università: leggere i giornali, tenersi informati, guardare il mondo e ascoltare le persone, anche le più umili. Hanno sempre qualcosa da insegnare.” IN


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Ideare | Nuovi mestieri crescono

Quando l’idea è

Vincente

testo Roberta Bezzi - foto Massimo Fiorentini

Da Federico Marchetti, classe 1969, paladino dell’e-commerce della moda col portale Yoox, passando per i magazzini self storage, l’open shop sempre aperto e il negozio dedicato ai prodotti eco compatibili, un piccolo viaggio tra le attività più innovative che vedono protagonisti Ravenna o alcuni suoi illustri cittadini.

Nuove attività “sbarcano” a Ravenna, frutto dei tempi che cambiano, mentre idee innovative hanno trasformato un paio di ravennati in personaggi di caratura nazionale. Uno di questi è Federico Marchetti, classe 1969, con il sogno di diventare imprenditore sin da bambino. Dopo gli studi di economia alla Bocconi di Milano, l’Mba alla Columbia Business School di New York e qualche esperienza come consigliere personale di alcuni amministratori delegati e designer dell’industria della moda, ha la giusta illuminazione nel 2000: Yoox , che gli ha permesso di combinare quelli che ancora oggi sono i suoi interessi principali, ovvero retail, moda, lusso e media. “Mi mancavano ancora i capitali e quella che io amo chiamare ‘scintilla occasio-

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nale’ - illustra Marchetti. La mia fu l’incontro con Elserino Piol, il fondatore dei fondi venture capital Kiwi. Allora in Italia sull’e-commerce non c’era preparazione, quindi ho ‘messo su’ un piccolo team di persone fidate e il 21 giugno 2000 yoox.com ha iniziato ad accettare i primi ordini. Oggi Yoox Group vanta centri logistici e uffici in Europa, Stati Uniti e Giappone e distribuisce in 67 Paesi del mondo.” Marchetti è

considerato il paladino dell’e-commerce. Com’è oggi il rapporto tra web e alta moda? “Per troppi anni i marchi del lusso hanno guardato con scarso interesse al web, ma c’è stata la svolta perché se n’è capito il potenziale, non solo come canale distributivo, ma di comunicazione e contatto con i clienti finali - spiega il fondatore di Yoox. Nel 2000

non è stato per nulla facile convincere i brand a vendere per la prima volta in un negozio online. Ho fatto da apripista ma gradualmente sono arrivati a centinaia e anche gli italiani hanno iniziato a comprare alta moda su internet. Man mano che questo processo di educazione e accompagnamento procedeva e si sostanziava con numeri di fatturato sempre più importanti, i brand si sono fatti sempre più interessati e hanno iniziato a pensare anche ad avere un proprio negozio online all’interno del loro sito istituzionale.” Così, nel 2006, Yoox Group ha iniziato a costruire e gestire per conto dei propri partner storici il negozio monomarca su internet, fino a diventare un gruppo

che gestisce su scala globale - oltre al proprio “storico” negozio yoox.


Ph. Alex Majoli


A fianco, Mauro Lazzarini, uno dei soci del gruppo Cinema City, e Vijay Bravura nel suo negozio “eco”. In basso a destra l’Open Shop 24. In apertura, Federico Marchetti, fondatore di Yoox.

com e thecorner.com - 17 online store per altrettanti brand, tutti “Powered by Yoox Group”. Da aggiungere poi che, e questa è cronaca recente, nel 2009 è arrivata la quotazione in borsa. Sul fronte delle nuove attività a Ravenna, da segnalare anzitutto l’inaugurazione - lo scorso 16 gennaio - di Inbox World’s Storage a Fornace Zarattini, iniziativa del gruppo di Cinema City. Si tratta di un servizio di affitto di locali che possono essere utilizzati per le più diverse esigenze di aziende e professionisti, ma anche per i privati. Il progetto è realizzato dalla società Dallas per un totale di 13mila mq di superficie coperta. Sono già pronti 260 locali tra box e cantinette

che diventeranno, alla fine, circa un migliaio di box dai 3 ai 37 mq a seconda della necessità. Il servizio, come in America, è il più flessibile possibile in termini di metratura, durata, utilizzo e prezzo (a partire da un euro al giorno per box di 3 mq, cinque euro per 15 mq). Dopo la prima multisala, il Cinema City

e l’Autohotel, il primo motel con auto a Ravenna, ecco questo nuovo storage. “È un’idea nata tre anni fa durante un viaggio negli Stati Uniti, dove il concetto di immagazzinaggio fai da te self storage è piuttosto diffuso - spiega Mauro Lazzarini, uno dei soci. Anche in una città come Ravenna ci sono aziende e piccoli artigiani che, non avendo un capannone industriale, possono aver bisogno di un box da

affittare. Finora abbiamo avuto riscontro da privati, per traslochi, per una barca, sci, roulotte, camper. È un’attività aperta dalle 6 del mattino alle 22 di sera, completa di videosorveglianza 24 ore su 24.” Viene dall’estero anche l’idea del primo Open Shop 24, automatic food & drink, aperto in gennaio in viale Newton 50/A. 24 ore su 24, 7 giorni su 7, qui è possibile trovare snack, caffè, bevande calde e bibite fre-

Andrea Pezzi e il progetto Ovo A soli 23 anni il ravennate approdava a MTV, nel momento in cui la rete veniva lanciata in Italia. Dal ’97 al 2002 è stato conduttore, regista, autore e produttore, sia in Italia che all’estero, diventando uno dei personaggi simbolo della rete. In questi ultimi anni Andrea Pezzi è sparito dagli schermi per concentrarsi - dal 2006 - nella realizzazione di “Ovo”, un’immensa enciclopedia multimediale. “Oggi il tempo che le persone dedicano alla loro curiosità è sempre meno e sempre più distratto - illustra Pezzi, autore anche di Fuori Programma, una sorta di diario di bordo in un viaggio alla ricerca di se stesso. Così è nata l’idea di costruire una biblioteca, una library di brevi videoclip culturali capaci di solleticare la curiosità delle persone e la loro voglia di capire quelle cose che nessuno spiega. Ovo è cultura in pillole. Ogni video racchiude, senza banalizzarlo, un pezzo di conoscenza umana. Tutti assieme costituiscono, suddivisi in categorie enciclopediche, un rizoma culturale in cui ogni voce è collegata alle altre per chiavi logiche. Ogni cosa degna di nota è già, o sarà presto, un Ovoclip.” Non si tratta, tiene a precisare Pezzi, di un progetto editoriale, ma di un’operazione di conversione di testi scritti in video.

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La luna Grappa di uve Sangiovese Profumo complesso, etereo, bocca morbida, persistente, molto elegante.

Passito sche, ma anche panini, prodotti linea fitness e un minimarket con i più comuni e utili prodotti per l’igiene e la pulizia. L’ideale, dunque, per appagare la voglia del momento o acquistare un prodotto dimenticato al supermercato. In più, una sezione dedicata all’intrattenimento con collegamento a internet gratuito. Si può pagare in contanti o con apposite tessere che garantiscono un risparmio sull’acquisto dei prodotti a seconda del tipo di carica-ricarica effettuata. Merita una segnalazione infine Uprising, il nuovo negozio di via Bovini 70, aperto a novembre, le cui parole d’ordine sono basso impatto ambientale e attenzione al consumo, nel pieno rispetto della natura. Sugli scaffali si possono trovare detersivi vegetali alla spina per ridurre i rifiuti, carica batterie a pannelli solari per apparecchi elettronici come ipod, mp3, cellulari, computer, prodotti in Mater-Bi (a base di amido di mais, patata e grano), materiale totalmente biodegradabile, come posate, stoviglie di plastica, giochi per bambini con coloranti alimentari. E ancora, accessori e complementi d’arredo realizzati con prodotti di scarto di materie prime, come borse, ceste, cornici ed eco pouff. Non mancano giochi per bambini a energia solare che non hanno bisogno di batterie di nessun tipo. L’idea di contribuire a un più veloce sviluppo della green economy o economia ecologica è di Vijay Bravura che, ogni mese, propone prodotti che arrivano dal circuito inglese e tedesco, dove già da diversi anni si tende a essere più rispettosi dell’ambiente e attenti ai consumi, con prezzi alla portata di tutte le tasche. IN

Da uve stramature diAlbana Profumo di agrumi e frutta bianca, palato che fonde densità, intensità e vivezza sapida.

Il

bosco

Da uve Sangiovese Naso fragrante con sentore di piccoli frutti rossi, in bocca è fresco e teso, di grande bevibilità.

Pertinello Da uve Sangiovese Vino austero e composto, bocca succosa, ampia, di trama tannica fine.

Pertinello Bottiglia da 1.5 L in bauletto di legno

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Conoscere | Anna Mantice

Imprenditrice

Verace testo Anna De Lutiis foto Lidia Bagnara

Napoletana d’origine, Anna Mantice oltre ai numerosi ruoli professionali e istituzionali che la vedono coinvolta nella vita ravennate, sa muoversi abilmente tra la serietà che la caratterizza sul lavoro e la schiettezza con cui vive la sua quotidianità .

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Titoli e ruoli che la identificano sul lavoro mettono soggezione: amministratore delegato della Sers, concessionaria del servizio di rimorchio nel porto di Ravenna, presidente del CDA di Gesmar, Poseidon e Sters, presidente del Gruppo Porto di Confindustria Ravenna, membro del Consiglio di Indirizzo della Fondazione del Monte Bologna-Ravenna, consigliere della Fondazione RavennAntica. Incontrandola, però, senza nulla togliere alla serietà che la contraddistingue sul lavoro, Anna Mantice si rivela una donna che sin dal primo impatto riesce a comunicare e a mettere gli altri a proprio agio. Napoletana d’origine, di cui conserva schiettezza e immediatezza del contatto umano, ha pronto un sorriso rassicurante, una battuta spiritosa e acuta, a volte espressa in puro napoletano. Non sono molte le donne, a Ravenna, inserite in ruoli dirigenziali così importanti, quindi va da sé che è stimata per le sue indiscutibili capacità. Gli impegni di lavoro non le impediscono di frequentare numerose amicizie e dedicare ai suoi tre cani un po’ del suo tempo libero. Quando è iniziata la sua carriera?

“Ovviamente a Napoli, con il dottor Vitiello, in una società che dava assistenza agli armatori: lui decise di rilevare la Sers che era da un po’ sul mercato e nessuno voleva. Venimmo insieme a Ravenna la prima volta per controllare il bilancio. Allora l’azionista di maggioranza era Cmc. Nell’84 l’acquisto si concluse e iniziò l’avventura ravennate, avventura che Vitiello non aveva intenzione di vivere fino in fondo; intendeva cedere la Sers in breve tempo. Fui io a suggerirgli con insistenza di tenerla; in seguito iniziarono i miei viaggi Napoli-Ravenna e ritorno, con la funzione di controllo in veste di amministratore delegato. Allora erano due gli ad: quello che era già nella Sers prima dell’acquisto e io. Nel ’93 venni per sostituirlo, per un periodo, in sede. Ma quello che doveva essere un tempo limitato dura ancora oggi.” Com’è stato possibile per una napoletana lasciare famiglia e città dall’oggi al domani?

“Mi trasferii senza troppi problemi perché ero rimasta vedova giovanissima e potevo gestire questo cambiamento senza grossi traumi familiari. Certo che, nei primi tempi, sentivo nostalgia e tornavo spesso a Napoli. In seguito presi in affitto una casa e cominciai ad abituarmi all’idea di vivere a Ravenna. Dopo qualche anno, comprai quella in cui vivo.”

FORLÌ via Copernico, 4/A - tel. 0543.751714 - rada@rada.it Orari: da lunedì a sabato: 9,30 - 12,30 / 15,30 - 19,30


A fianco e in apertura, Anna Mantice ritratta nella sede di Sers.

molto giovani. Alla guida della Sers rimasero una donna, io, e un ragazzo, Luca, che oggi è presidente. Quel momento è stato senza dubbio il più difficile, ho sentito sulle mie spalle grosse responsabilità e non riuscii a dormire per circa un anno. Fortunatamente Luca si è dimostrato in gamba e abbiamo risolto ogni problema.” Il lavoro l’ha portata all’estero?

Il lavoro si svolge solo a Ravenna?

“No. Abbiamo altre società concessionarie del servizio di rimorchio nei porti di Trieste, Ancona, Pescara, Ortona, Vasto, Termoli, Crotone, Corigliano, Cirò Marina. Abbiamo anche lavorato in Venezuela: attività che pensiamo di cessare. Prima viaggiavo molto di più, ora mi limito a raggiungere i porti dove siamo concessionari, quando c’è qualche problema. È un lavoro impegnativo ma mi permette d’incontrare continuamente gente nuova e per noi napoletani il contatto umano, anche nel mondo degli affari, è prioritario.” Com’è stato il suo inserimento in città?

“Il primo impatto è stato abbastanza difficile ma il ruolo di responsabilità mi ha permesso di godere di amicizie connesse col lavoro. Dopo un anno cominciai a conoscere persone al di fuori di questo ambiente. Dicono che se in poco tempo ho potuto allargare

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la cerchia di amici è grazie al mio carattere: ho aperto subito le porte di casa, così come si usa a Napoli e, a loro volta, i romagnoli mi hanno accolta.” Vediamo da vicino quale lavoro svolge e quali sono stati i momenti difficili.

“Inizialmente mi occupavo soprattutto di contabilità; nel ’96 il dottor Vitiello morì in un incidente automobilistico lasciando tre figli

“Mi sento a disagio per non saper parlare le lingue straniere ma all’occorrenza mi sono recata in altri paesi europei superando il problema. Quando fu necessario andare in Spagna per l’acquisto di un rimorchiatore mi trovai circondata da gente che parlava solo inglese. Solo la preoccupazione di condurre in porto la trattativa mi fece capire quanto veniva detto. Andò tutto bene. Forse quello fu un momento che mi diede grande soddisfazione, unitamente ai risultati positivi che realizziamo ogni giorno.”IN

Storia della sede della Sers Prima dell’attuale edificio, situato in via di Roma, dirimpetto alla fiancata del Palazzo di Teodorico, sorgeva in quel luogo la Casa dei Ghezzo, una delle famiglie più antiche di Ravenna. Successivamente passò al conte Filippo Bezzi. Il disegno del palazzo fu eseguito da Camillo Morigia, ma attuato solo in parte mentre avrebbe dovuto comprendere l’edificio che attualmente ospita l’albergo Argentario. Dai conti Bezzi l’edificio passò al conte Loreta e successivamente all’industriale Clemente Triossi. I suoi eredi nel 1900 lo vendettero al cav. Oddone Mazzolini e, successivamente, fu acquistato dalla signora Vittorina Grillo. È passato in seguito all’Acmar che ha provveduto al suo restauro. “All’interno la casa ha un ampio atrio chiuso subito all’inizio da una bella cancellata di ferro; ai lati le porte e di fronte il portone che dà nel giardino un tempo molto più vasto. A sinistra è lo scalone: bello, a tre rampe, con una balaustra di marmo grigio macchiato. Le sale hanno alti soffitti a volta, un tempo decorati.” (da Case e Famiglie della Vecchia Ravenna, a cura di Franco Gabici)


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Ricercare | Sulle orme di Caravaggio

Amabili

Resti

testo Claudia Graziani foto Massimo Fiorentini

Il Laboratorio di Antropologia guidato dal prof. Giorgio Gruppioni, all’interno della facoltà di Beni Culturali, è protagonista delle ricerche sulle presunte ossa di Michelangelo Merisi. A quattro secoli dalla morte di Caravaggio, oltre a mostre e convegni, gli studi del centro ravennate potranno svelare nuovi aspetti sul passato del grande pittore.

C’è chi lo ha definito un giallo storico, chi vi vede una coincidenza eccezionale in occasione del quattrocentesimo anniversario della morte, con risvolti d’interesse culturale e di business turistico. Ma la vicenda delle ossa del Caravaggio, al secolo Michelangelo Merisi,

per Giorgio Gruppioni, professore di Antropologia alla facoltà di Conservazione dei Beni Culturali dell’Università di Bologna, sede di Ravenna, è un’avventura che stimola la curiosità di studioso nel fare luce sul passato di un così illustre e tanto “chiacchierato” artista. Non

è semplice gossip sulla sua vita turbolenta e sulle cause della morte avvenuta a 38 anni a Porto Ercole, piuttosto l’opportunità di indagare e, se possibile, svelare se fra i resti, recuperati dalla cripta della chiesa del cimitero della cittadina toscana e portati al laboratorio in vicolo degli Ariani, ci siano quelli attribuibili al Caravaggio, consentendo di

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aggiungere particolari che possano ricostruirne la storia. “Non è un’operazione semplice precisa il professore - e soprattutto difficilmente si potrà arrivare al 100% di probabilità nel dichiarare l’appartenenza delle ossa a Caravaggio. Occorrerebbe, oltre alle analisi che stiamo effettuando, anche un colpo di fortuna come è capitato per Copernico. Un capello ritrovato fra i suoi libri ha permesso, con la comparazione del Dna prelevato dai resti umani, di affermare con sicurezza di aver rinvenuto il corpo dell’astronomo. Noi non abbiamo elementi biologici diretti del Caravaggio, per questo abbiamo isolato tra le ossa quelle riconducibili a soggetti di sesso maschile, di età adulta e statura medio alta. Nove soggetti del gruppo iniziale - nessuno è uno scheletro completo e mancano i crani - hanno queste caratteristiche. Ora sono in corso diversi tipi

di prelievi per procedere a quattro analisi: istologica, per stabilire con maggiore precisione l’età dei soggetti quando è sopraggiunta la morte, e rivelare quelli di età circa corrispondente a quella di Caravaggio; l’esame del carbonio 14 per la datazione precisa dei resti e individuare quelli compatibili con l’epoca di morte del pittore, nel 1610; la presenza di metalli pesanti e quindi anche del piombo contenuto nei colori; infine la comparazione del Dna con quello di eventuali discendenti.” Le indagini avvengono su più fronti dentro e fuori il laboratorio, tra

Porto Ercole, Caravaggio, la cittadina del bergamasco di cui è originaria la famiglia dell’artista e dove il cognome Merisi è molto diffuso, e Ravenna. E poi alle Università dell’Aquila e del Salento, per le analisi istologiche e la datazione con il C14. Infine Marina di Ravenna, al Centro Ricerche e Servizi



A fianco, Giorgio Gruppioni con le ricercatrici del laboratorio. In apertura, una fase dello studio sulle ossa ritrovate a Porto Ercole.

Ambientali Med Ingegneria per il dosaggio dei metalli pesanti. Nella cittadina toscana si cercano prove per confermare se tra le ossa trovate possano esserci quelle del Caravaggio o se ci sono testimonianze concrete al racconto della studiosa Giovanna Anastasia, che afferma di aver visto da bambina, nel 1956, la riesumazione di numerosi scheletri nel cimitero di San Sebastiano e di aver visto l’allora parroco portar via le ossa del Caravaggio in una cassettina di legno che lui

Il Laboratorio di Antropologia Il Laboratorio nel Dipartimento di Storie e Metodi per la Conservazione dei Beni Culturali è un’eccellenza in ambito accademico. Vi si effettuano studi sulle antiche popolazioni attraverso l’esame dei resti scheletrici recuperati da scavi archeologici. È tra i pochi in Italia, grazie anche a un cospicuo contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, dotato di apparecchiature particolari come quelle per ricerche di antropologia virtuale, che permettono la realizzazione di modelli digitali in 3D delle ossa e di eseguire su esse interventi di restauro virtuale e di ricostruzione delle parti mancanti, nonché analisi di anatomia scheletrica funzionale. Nello stesso laboratorio è attivo un filone di ricerca che si occupa delle analisi del Dna. Esso, grazie a un’intesa con le Fondazioni RavennAntica e Flaminia, si trasferirà fra non molto nella nuova sede dell’ex zuccherificio di Classe, dove potrà fruire di più idonee condizioni operative.

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custodì, non si sa dove. Segreto che si è portato nella tomba. Questo significherebbe che tra le ossa portate a Ravenna non ci sono quelle del pittore, ma mancano prove che confermino il racconto. A Caravaggio gli studi sono concentrati sulla ricostruzione dell’albero genealogico della famiglia di Merisi che non ha avuto figli, ma aveva tre fratelli e una sorella. L’indagine ha fatto una puntata anche a Roma dove un fratello, fattosi prete, era stato parroco per molti anni. Tutto per cercare elementi che permettano un’attribuzione che possa raggiungere la più elevata probabilità possibile e far dire di essere di fronte alle ossa del Caravaggio. “ Una svolta importante sarebbe trovare nelle ossa una consistente presenza di piombo - specifica

il professore. Vorrebbe dire che quell’individuo avrebbe fatto uso di sostanze contenenti quel metallo, proprio come il Merisi, che certamente maneggiava i colori senza precauzioni. Questo potrebbe farci scoprire che la morte può essere sopraggiunta per saturnismo, malattia da avvelenamento da piombo che pare abbia ucciso altri pittori famosi come Goya e abbia causato disturbi mentali a Van Gogh. Certo,

con un po’ d’azzardo, si potrebbe individuare un dipinto sul quale identificare dove Caravaggio ha lasciato la sua impronta e ricavarne il Dna e confrontarlo con le ossa, ma per ora non è fattibile.” Ci vorrà ancora circa un mese per ottenere i risultati dalle analisi in

corso e pur essendo un’indagine “probabilistica”, come la definisce Gruppioni, attesa e aspettative sono palpabili. Si parla già di Ravenna coinvolta nel Comitato per le celebrazioni del quattrocentesimo anniversario della morte di Caravaggio che avvenne il 16 luglio 1610. Come annunciato da Silvano Vinceti, presidente del Comitato nazionale per la valorizzazione dei beni culturali, sarà sede per la presentazione ufficiale mondiale dei risultati della ricerca sulle ossa e del volume L’enigma di Caravaggio. Ipotesi scientifica sulla morte del pittore (Armando Editore). Un

trampolino di lancio non da poco nella prospettiva della candidatura di Capitale europea della cultura per il 2019 e anche, come ha sottolineato il vicesindaco Giannantonio Mingozzi, un momento che valorizza la sede ravennate dell’Università di Bologna. L’attenzione mediatica nazionale e mondiale è molta e, dopo gli studi effettuati su Dante, Pico della Mirandola e Poliziano e gli attuali di Caravaggio c’è chi si è fatto avanti per proporre a Gruppioni di interessarsi a Leonardo, la cui tomba si trova nella cappella del Castello di Saint-Hubert ad Amboise, in Francia. Sarebbe un’altra sfida perché Da Vinci era stato sepolto in una chiesa distrutta durante la rivoluzione francese e i suoi resti vennero poi spostati, nel 1874, ad Amboise. E sulla tomba c’è scritto che quelli sono i “presunti” resti del Maestro. IN


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Riscoprire | Istituto “Friedrich Schurr”

A tutela del

Dialetto

testo Andrea Casadio - foto Massimo Fiorentini

Al glottologo austriaco vissuto tra fine ’800 e ’900, il maggior studioso del nostro dialetto, è intitolata l’associazione che ne promuove e valorizza il patrimonio. Scopriamo, col suo presidente Gianfranco Camerani, le attività dell’Istituto Friedrich Schürr.

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Bottega del vino...

“Verso gli anni Sessanta, i contadini iniziarono a trasferirsi nelle case moderne, apparentemente più funzionali, spesso costruite accanto alle vecchie, ridotte a sgombraroba. Poi si è iniziato a capire che queste ultime, se riadattate ai tempi, potevano essere più belle delle nuove, e anche più razionali. Ecco, la stessa cosa è successa con il dialetto.” La metafora di Gianfranco Camerani, presidente dell’associazione “Istituto Friedrich Schürr”, esemplifica con singolare pregnanza non solo il processo di alterna fortuna che ha conosciuto l’idioma romagnolo, ma anche la sua natura profonda: per ogni comunità che possa definirsi tale, la lingua è davvero la “casa” della cultura collettiva, il luogo in cui la memoria delle generazioni si forma, si preserva, si deposita e si riproduce. Anch’essa, tuttavia, necessita di un’adeguata manutenzione, che la tuteli e la trasmetta riadattata ai tempi nuovi. E il principale “manutentore”, nel caso della Romagna, è per l’appunto questo Istituto. Costituita alla fine del 1996, la Schürr è un’associazione di volontariato, sostenuta dal Comune di Ravenna e dalle principali banche e fondazioni del territorio, con l’obiettivo di “svolgere attività culturali ed educative promuoven-

è lavoro, passione, cultura per il vino... e da oggi anche Wine Bar !

do, producendo e propagandando manifestazioni e ricerche volte a valorizzare il patrimonio dialettale romagnolo”. Ha

sede a S. Stefano, nel cuore di quelle Ville Unite che, come pare abbia affermato il glottologo austriaco, sarebbero la culla del “più puro” dialetto romagnolo, e oggi conta circa 900 membri (fra cui 39 associazioni) di ogni parte d’Italia. Nel passato, fra i maggiori sostenitori della Schürr sono state anche personalità, oggi scomparse, di livello nazionale, come il linguista veneto Manlio Cortelazzo e il lavezzolese Giuliano Baioni, il maggiore germanista italiano del secondo Novecento. Grandi studiosi consapevoli del fatto che la tutela del dialetto non è un’operazione erudita fine a se stessa, ma coinvolge la più profonda memoria culturale di una comunità; una memoria che in Romagna, come del resto in tutta Italia, era stata messa in serio rischio dalla svolta epocale degli anni ’50-’70, quella dell’industrializzazione, della televisione e dell’imporsi dell’italiano come lingua d’uso comune. “Con la fine del mondo contadino - spiega Camerani - anche il dialetto, rigettato in primo luogo proprio da quegli stessi contadini che fino ad allora lo avevano parlato per svariate generazioni, sembrava aver terminato la

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Alcune delle pubblicazioni curate dall’Istituto. Sotto, un momento della Spanucêda, in cui si rivive il rito della spannocchiatura. In apertura, Gianfranco Camerani.

sua storia. Proprio allora furono gli intellettuali, specialmente i poeti (Guerra, Baldini, Perdetti, ndr) a riscoprirlo. Rispetto all’italiano, che pure ha grande ricchezza lessicale e tutti i privilegi della lingua d’élite, il dialetto gode di un vantaggio non da poco, cioè la capacità di esprimere con singolare naturalezza la concretezza della vita.

Con il dialetto non è possibile la facile scappatoia dei voli retorici, ma per comunicare i sentimenti più autentici e diretti è più adeguato dell’italiano. Inoltre il romagnolo, come lingua neolatina di sostrato celtico, ha una musicalità particolare simile al francese, che permette di legare meglio le parole le une alle altre. Sembra strano, ma il rude romagnolo si è scoperto una grande lingua di poesia.” Come spesso succede, dunque, nel momento della perdita emerge il valore di ciò che si era sempre con-

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siderato come una presenza naturale e scontata. E come sovente capita, dai poeti tale sentimento si è esteso fra le persone “comuni”, diventando consapevolezza diffusa. Ecco allora il ruolo fondamentale di istituzioni di mediazione come la Schürr, la cui attività si articola su due direttrici. In primo luogo quella della vera e propria “ricerca”, rappresentata in particolare dall’attività editoriale. “Pubblichia-

mo la collana ‘Tradizioni popolari e dialetti di Romagna’, ideata da Giuseppe Bellosi, che consta oggi di otto volumi; fuori collana abbiamo realizzato la ristampa anastatica di Romagna di Icilio Missiroli, sussidiario di cultura regionale per

le scuole che fu in uso dal 1924 al ’29, oggi quasi introvabile. Ci sono poi i quattro volumi della collana ‘Fola Fulaja’, fiabe e favole in dialetto raccolte da diversi curatori. E c’è infine ‘La Ludla’, il nostro periodico, che esce in dieci numeri annuali di 2800 copie ed è inviato gratuitamente a tutte le scuole che ne facciano richiesta e alle biblioteche pubbliche di tutta la Romagna, oltre che ai soci.” L’altro campo di azione è quello della divulgazione, in primo luogo nelle scuole. “Attività che svolgiamo in piena collaborazione con gli insegnanti - evidenzia il presidente - e con modalità differenti a seconda dei contesti. Alle elementari mettiamo in evidenza l’aspetto del folklore (favole, stornelli, giochi di parole, ndr), per mezzo del quale il dialetto recupera, per il bambino, la funzione di strumento di apprendimento dei rudimenti fondamentali della sua cultura. Alle superiori ci curiamo anche del lato ‘filologico’, evidenziando i rapporti fra dialetto e latino, specie quello popolare e non istituzionalizzato dalla cultura classica.” Ma non sono solo i ragazzi i beneficiari dell’“apostolato” dell’Istituto. La Schürr organizza anche corsi e lezioni per operatori scolastici, alle università per adulti di molte città della Romagna, ad associazioni culturali come, ad esempio, la


Casa Matha. “Ultimamente - nota Camerani - abbiamo tenuto lezioni a Faenza per giovani attori di commedie dialettali. Del resto, abbiamo provveduto a registrare negli anni le rappresentazioni teatrali tenute da diverse compagnie a Campiano e a S. Pietro in Vincoli, costituendo così un archivio sonoro delle diverse varianti geografiche dell’idioma romagnolo.” L’associazione organizza inoltre il concorso biennale di prosa dialettale “e’ Fat” giunto nel 2009 alla quinta edizione con la partecipazione di circa 50 concorrenti. Particolare successo, anche fra un pubblico giovanile, riscuotono le serate estive organizzate a S. Stefano anche con la collaborazione di Nevio Spadoni e del Teatro delle Albe, così come la Spanucêda settembrina, in cui viene fatto rivivere l’antico rito sociale della spannocchiatura. Infine, ad ogni primavera, l’annuale “Fësta dla Ludla” è l’occasione per un grande ritrovo conviviale e per un convegno di studi. Dunque, una volta scomparsa irrimediabilmente la società che lo aveva forgiato e di cui era la voce, quale futuro per il dialetto? Quarant’anni fa le mamme, per sradicare la “mala pianta” dai figli, erano attente a parlar loro solo in italiano. Oggi non poche li portano dai nonni con l’ordine tassativo, per questi, di rivolgersi ai nipoti solo in dialetto. Nei corsi e ricorsi della storia, forse per l’idioma della Romagna, grazie anche a istituzioni come la Schürr, non è ancora giunto il momento di pronunciare il definitivo a-v salut. IN

Chi era Friedrich Schürr L’austro-tedesco Friedrich Schürr (1888-1980) è il maggiore studioso dei dialetti romagnoli. Laureatosi a Vienna nel 1910 alla scuola di Wilhelm MeyerLübke, una delle personalità più rilevanti della linguistica romanza, insegnò nelle università di Graz, Marburgo, Colonia, Strasburgo, Ratisbona, Friburgo. Fin dalla tesi si occupò dei dialetti romagnoli, compiendo ripetute ricerche sul campo e pubblicando studi rimasti fondamentali. Oltre al romagnolo studiò diversi dialetti italiani e altre lingue romanze, sempre con prevalente interesse per i problemi fonetico-fonologici.


Creare | Umberto Mario Testoni

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La poesia nel

Paesaggio

testo Aldo Savini - foto Massimo Fiorentini

Scorci del territorio, dalla piallassa coi capanni alle scene di vita di paese. Questo è il mondo artistico di Umberto Mario Testoni. Una pittura vivace, espressiva, che segue la lezione del maestro ravennate del genere, Francesco Verlicchi.

La pittura di paesaggio nella cultura artistica emiliano-romagnola, come si è andata affermando a partire dall’Ottocento, presenta aspetti ricorrenti nella scelta dei soggetti, riconducibili in ambito ravennate, oltre alle scene di vita di paese, agli scorci pittoreschi del territorio, dalle valli verso il mare alle colline del primo Appennino. Vedute della piallassa coi capanni solitari, pinete silenziose, vecchie case nella pianura o in collina all’apparenza disabitate o abbandonate, vie di paese, fino alla semplicità della periferia urbana, non ancora aggredita dal cemento, sono i temi prediletti di Umberto Mario Testoni, la cui vicenda artistica presenta un’evidente eppur lenta evoluzione, alla quale sono estranei strappi e radicali fratture. La sua pittura si caratterizza per le caute soluzioni innovative, tali da rendere, oltre alla fedele rappresentazione del dato naturalistico,

fettiva di attenzione verso la natu-

una componente psicologica e af-

stica. Le composizioni in interno

ra, ottenuta sia col colore, sia con la pennellata, talvolta densa e palpitante. Il desiderio di afferrare l’immediatezza della vita e le suggestioni atmosferiche di una veduta lo induce a recarsi col cavalletto, da solo o in compagnia di altri artisti del posto, direttamente sul luogo per realizzare il quadro o, con un tratto veloce e immediato, soltanto un bozzetto di piccole dimensioni, che in un secondo momento può essere ripreso e rielaborato in studio, per dare al paesaggio qualcosa di più meditato, fino a far sì che venga inteso quale riflesso di una condizione interiore, di serenità o turbamento, mai d’indifferenza. La pastosità corposa della stesura del colore sulla tela e gli inserti carichi di luce danno vivacità espressiva al dipinto; soluzione evidente anche nelle nature morte e nei ritratti che, in particolare, si caricano di una forte tensione espressioni-

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A fianco, “Canale Candiano”, 1999 e, sotto, “Ritorno dalla pesca”, 2000, entrambi oli su tela. In apertura, Umberto Mario Testoni nel suo studio.

Umberto Mario Testoni Nasce nel 1940 a Granaglione di Bologna da una famiglia ravennate (le cui origini rimandano al ’500, che in quella località possedeva un podere. Dal nonno Umberto, architetto e professore di disegno, eredita, oltre al nome, una particolare predisposizione per il disegno che si manifesta fin da bambino. A Ravenna frequenta scuole professionali e viene assunto nel comparto amministrativo prima alla Sarom poi all’Agip. Durante le pause lavorative frequenta corsi di pittura e nel 1976 tiene la prima personale alla Galleria Varoli di Piazza Mameli a Ravenna. Dal pensionamento nel 1992 si dedica interamente alla pittura e partecipa a collettive in varie città d’Italia insieme a pittori ravennati, tra cui Dante Tinarelli e Renzo Morandi. Dopo la personale alla Galleria Le Arti nel 2002, ha esposto in Francia e in Austria. Vive e lavora a Ravenna in Via Argine sinistro Montone.

con fiori, frutta, oggetti e suppellettili di uso quotidiano mirano a suggerire il senso della compostezza, dell’ordine e dell’intimità della vita familiare. L’opzione per la pittura figurativa trae origine da motivazioni diverse. Non avendo avuto formazione scolastica di tipo accademico, come autodidatta si è avvicinato fin da giovanissimo alla pittura animato dal bisogno di tradurre in immagine quello che vedeva. Quindi, le premesse vanno ricondotte a una predisposizione naturale, conforme al suo temperamento, che si sarebbe manifestata ben presto come esigenza di rigore formale, di controllo e di attinenza pur sempre al reale, a prescindere da facili manipolazioni pittoriche, spesso dovute alla casualità. Durante la lunga permanenza in Liguria e Toscana, per motivi professionali, gli si è presentata l’occasione di imbattersi e confrontarsi con una pittura di tradizione tardo o postmacchiaiola, caratterizzata da forti contrasti e da quell’intensità cromatica che dà forza a scene e composizioni. Ma il contributo più significativo, se non determinante, al completamento della sua formazione gli viene, a partire dalla metà degli anni Ottanta, dall’assidua frequentazione e dall’insegnamen-

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to “privato” di Francesco Verlicchi,

protagonista della scena artistica ravennate della seconda metà del Novecento. Dal maestro ha assimilato la pratica costante del disegno, inteso come prerequisito, se non fondamento, della pittura, perché il segno grafico deve delineare nell’essenzialità misura, forma e disposizione di oggetti, persone e luoghi reali o immaginari. Poi, il confronto col tonalismo e il morbido plasticismo dei colori, amalgamati senza forti contrasti, che veicolano una pacata visione della natura e talvolta sofferta della condizione umana, propri del maestro, lo ha stimolato a procedere nella ricerca di una modalità espressiva che svelasse soprattutto nel paesaggio una veste poetica, rendendola immediatamente percettibile. A tal proposito, Claus Brausers nella breve presentazione della mostra alla Galerie omonima di Saalbach (Austria) ravvisa l’originalità e la sensibilità di Testoni in “una mediazione tra il tonalismo intimista della pittura emiliana del ’900 e un post-impressionismo che si manifesta con una materia calda e sensuale e una tecnica sapiente che mette in evidenza una solida base culturale e abilità profonde”. IN


SWISS WORLD OPERA Zurigo presenta:

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Medicina estetica con il

“Bollino blu”

A tutela dei pazienti contro il “far west” della medicina estetica non certificata ecco il nascere dell’iniziativa MEDICINA ESTETICA MESE DELLA PREVENZIONE

Arrivano i medici estetici con il bollino blu, a garanzia di pazienti e utenti sempre più numerosi ed esigenti. La Società Italiana di Medicina Estetica (SIME) fondata nel 1975 dal Prof. Carlo Alberto Bartoletti, che rappresenta oltre 10.000 professionisti che operano in questo campo della medicina, ha deciso di istituire l’apposito numero telefonico 06/3217304. Il motivo lo spiega Emanuele Bartoletti, Vice Direttore della Scuola Internazionale di Medicina Estetica della Fondazione Internazionale Fatebenefratelli di Roma. “Per consentire a tutti coloro che desiderano rivolgersi ad un medico, per ottenere prestazioni di medicina estetica, di poter verificare se il professionista ha frequentato con successo una scuola quadriennale di formazione post universitaria in medicina estetica, riservata a laureati in Medicina e Chirurgia”. Collegandosi a www.lamedicinaestetica.it nell’area aperta a tutti si può accedere all’elenco dei medici diplomati presso la Scuola, suddivisi regione per regione. “Una risposta concreta per garantire gli utenti della medicina estetica, sempre più numerosi ed esigenti, indirizzandoli verso medici qualificati da corsi post universitari di formazione nella disciplina, prendendo come Società le distanze da quegli operatori con preparazione superficiale non integrata e decisamente incompleta che, con la loro attività non certificata e scarsamente professionale, gettano discredito sull’intera categoria.”

La prima iniziativa in Italia: MEDICINA ESTETICA-MESE DELLA PREVENZIONE. È necessario che ci sia una corretta informazione, la maggioranza delle persone confonde istituti di bellezza, centri estetici, beauty farm ed altre branche del benessere con la medicina estetica. Si fanno condizionare da pubblicità miracolose, da volantini o brochure dove un metro misura una coscia, o da un viso o un corpo prima e dopo un trattamento specifico con macchine miracolose, laser, cavitazione, macchinari anti age... Per non parlare della pubblicità su certi giornali dove in mezzo a prestiti, finanziamenti, locali, discoteche, si leggono articoli di trattamenti “miracolosi” come filler, botulino, e il tutto con sconti,


Nella pagina accanto, dall’alto, il professor Carlo Alberto Bartoletti e il dottor Emanuele Bartoletti; qui a lato, la dottoressa Barbara Lorenzin e, sotto, la stessa insieme alla sua assistente.

dilazione di pagamenti, rateizzazioni a tasso zero: “sinceramente sembra un gran bazar - prosegue Bartoletti - bisogna sempre diffidare ed informarsi, chi lavora bene non ha bisogno di pubblicità, ma sono i risultati della serietà e la continua ricerca ed innovazione a livello mondiale che ripagano del lavoro e soddisfano le aspettative dei pazienti.” Sarebbe ora che si facesse un po’ di chiarezza in merito. Ecco perché è nata a Ravenna la prima iniziativa in Italia: MEDICINA ESTETICA-MESE DELLA PREVENZIONE, atta ad informare e soprattutto creare cultura in questo settore prima di sottoporsi a qualsiasi trattamento. Durante questo periodo gli utenti potranno usufruire di visite gratis, con screening, consulenze e trattamenti innovativi presso medici specialisti. Il compito ed il coordinamento medico dell’iniziativa MEDICINA ESTETICA-MESE DELLA PREVENZIONE è stato affidato alla Dott.ssa Barbara Lorenzin presso lo Studio Medico di Via Mariani 20 a Ravenna, già allieva del professor Carlo Alberto Bartoletti e membro della sopracitata Scuola. Tutto questo è reso possibile grazie alla sponsorizzazione ed organizzazione della Bononia Medical Service, Società di Consulenza e Servizio del settore, facente a capo al noto imprenditore bolognese Dott. Piero Gnudi. Il mese della prevenzione comprende tutto quanto è orientato al benessere della persona, in questo caso, in particolare, alla prevenzione dell’invecchiamento cutaneo. Viene eseguito un check up diagnostico della pelle e tutte le attività corporee attraverso sistemi innovativi, tra i quali il TEST DEL DNA, grazie al quale si è in grado di fare una diagnosi corretta della tipologia di pelle, metabolismo, alimentazione per vedere se è un corpo che rispecchia la proprietà o comunque per valutare le varie fasi dell’invecchiamento. La prevenzione rappresenta l’aspetto fondamentale della disciplina, i medici insegnano come “conoscere” ed “accettare” le strutture fisiche ereditate, per proteggerle e gestirle secondo le regole di igiene di vita: alimentare, fisica, psicologica e comportamentale, cosmetologica. Da questa analisi si sceglie il percorso terapeutico e se la persona avrà bisogno di un trattamento antiage o di trattamenti correttivi.

Per contattarci: Numero verde: 800 126 456 email:info@mesedellamedicinaestetica.it link: www.mesedellamedicinaestetica.it


Ph. Videodeva


Visitare | Il Cammino di San Vicinio

Itinerario dello

Spirito

testo Matteo Ranucci

Anche la Romagna dal 2009 ha il suo percorso di pellegrinaggio verso un luogo di culto antico e di grande fascino. È il Cammino di San Vicinio, 250 km che da Sarsina attraversano i luoghi religiosi più importanti del territorio, realizzato in occasione delle celebrazioni per il millenario della Basilica Cattedrale, gioiello del paese della Valle del Savio.

Il Cammino di San Vicinio. 250 km che toccano luoghi religiosi tra i più importanti in Romagna, sconfinando in Toscana e Montefeltro. Chiese, maestà, cattedrali, abbazie, eremi sono collegati da un unico sentiero che attraversa paesaggi diversi e affascinanti: dalla pianura alle vallate, dai crinali alle montagne. Anche in un weekend, in automobile o in moto è possibile visitarli. Non tutti e non nel modo classico dei pellegrini, perché servirebbero almeno 15 giorni e gambe d’acciaio, ma uno stralcio significativo del Cammino, percorso spirituale realizzato nel 2009 in occasione delle celebrazioni per il

millenario della Basilica Cattedrale di Sarsina. L’itinerario proposto risale la valle del Savio, costeggia le pendici del Monte Fumaiolo, scende nel Montefeltro per affacciarsi infine sulle vallate del torrente Uso e del fiume Rubicone e concludersi a Cesena. Non s’incontrano solo luoghi sacri, ma aree naturalistiche di pregio e paesi di rinomata cultura. Sarsina è la partenza, fulcro e punto d’arrivo del Cammino. Fondata da popolazione umbre tra VI e IV secolo a.C., la cittadina della media val Savio è uno dei simboli religiosi più importanti in Regione. La sua Cattedrale, imponente ed

elegante, eretta su una preesistenza romana o paleocristiana, ha celebrato proprio nel 2008 i suoi mille anni. Nel fine settimana (e intorno al 28 agosto, festa del patrono) il sagrato e la piazza Plauto sono prese d’assalto dai credenti, in fila per indossare il miracoloso collare in ferro con cui San Vicinio, vescovo di Sarsina, scacciò il demonio e curò le persone malate. Consigliata anche la visita ai resti d’alcune abitazioni del secolo I a.C, a Casa Plauto, nei pressi della piazza principale, e al Museo Archeologico. Da Sarsina si parte in direzione Roma, verso le montagne, lungo la strada di fondovalle

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Ph. Franco Borgogni

fino a San Piero in Bagno. Ricercando i simboli religiosi del territorio ormai montano, non ci si deve lasciare scappare il Santuario di Corzano. La chiesetta, a 678 metri d’altezza, svetta sul colle dove sorgeva un castello medioevale appartenuto ai conti Guidi di Bagno. Al suo interno si trova l’affresco Madonna col Bambino e S. Caterina d’Alessandria. L’esterno è un’oasi di natura e silenzio. La tappa successiva dista meno di un chilometro: Bagno di Romagna. Il borgo di sasso, circondato da montagne e

boschi, è conosciuto fin dall’antichità per le sue acque termali. Sulle vie del centro storico si affacciano botteghe enogastronomiche e locali che in primavera ed estate danno la possibilità di pranzare all’aperto. Tra le case spicca la sagoma della Basilica di Santa Maria Assunta e la bella facciata del Palazzo del Capitano. Un tuffo nella piscina termale dell’Hotel Euroterme rappresenta un rilassante diversivo. Lasciata alle spalle la cittadina, si prosegue in direzione Toscana. All’altezza di Verghereto

A sinistra, uno scorcio dell’abetina presso l’Eremo di Sant’Alberico.

si svolta verso Balze. La cittadina prende il nome dalla vicina scogliera di roccia granitica, paradiso per gli amanti dell’arrampicata sportiva. A poca distanza, sulla costa del Monte Fumaiolo, si trovano le sorgenti del Tevere, fiume sacro ai destini di Roma. Dalla piazza una camminata imperdibile di circa 45 minuti porta all’Eremo di Sant’Alberico, immerso in una foresta di latifoglie. Raggiungibile solo a piedi, lungo il percorso si trovano maestà su cui i pellegrini usano appoggiare piccole pietre in segno di devozione. Qui vive un unico religioso, Don Michele, che ogni domenica dice messa per i credenti che giungono dalla città. Da Balze si riprende verso località Capanne fino ad incontrare, a destra, una strada e un vecchio cartello stradale che indica Sant’Agata Feltria. La carreggiata alterna tratti di sterrato ad asfalto,

Montesorbo, il santo e il demonio Prima di partire da Sarsina è d’obbligo la visita alla Pieve di Montesorbo. L’edificio dedicato a Santa Maria Annunziata (XIII secolo) è stato riconosciuto monumento nazionale. Contrappone ad un aspetto esterno modesto interni di pregio, ricchi elementi scultorei e un elegantissimo ciborio. Il suo stato di conservazione è eccellente. La Pieve si trova a cinque chilometri da Mercato Saraceno, sulla strada per il Passo della Ciola. Si può visitare su prenotazione (info: 0547-692311). Nei pressi di Montesorbo, si trovano la Fonte di San Vicinio, nel luogo dove pare che il Santo ebbe il primo incontro col demonio, e Monte Vicinio, dove quello che divenne vescovo di Sarsina si ritirò a vita da eremita ed ebbe la visione dell’infula episcopale in arrivo dal cielo sorretta da due angeli.

42 | IN Magazine

Ph. William Rossi Vannini


IL TERRITORIO. LA STORIA. Due modi per conoscere la tua terra

52 domeniche in Romagna

52 storie e luoghi di Romagna

La guida per scoprire un intero territorio attraverso itinerari unici. Un pratico “taccuino” da cui trarre spunto per escursioni affascinanti in oltre 150 località della Romagna. Un grande successo editoriale, alla terza edizione.

La guida che raccoglie, dall’antichità ad oggi, personaggi, luoghi ed eventi che hanno “fatto” la Romagna. Oltre 2000 anni di Storia di questa terra, raccontati in forma avvincente e autorevole, come mai finora.

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Ph. Carlo Lovari

ma offre un panorama importante: San Leo, San Marino, l’altopiano della Carpegna dominano l’orizzonte sulla destra. Il sentiero del Cammino di San Vicinio scivola parallelo alla carreggiata, per allontanarsi verso la vetta del Monte Zuccola. La montagna è ricoperta da roverelle, orniello, sorbo, cerro, alternata a tratti scoperti d’argille a scaglie e blocchi consistenti e scuri di arenaria. Si passa dalla Romagna al Montefeltro e si scende fino al fondovalle.

Sopra, la Rocca di Sant’Agata Feltria. Nell’altra pagina, in alto, una veduta di Monteleone.

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È tempo di concedersi una passeggiata a Sant’Agata. Rocca Fregoso, imponente sulla sommità di uno sperone, il Teatro Mariani, uno dei pochi esempi rimasti di struttura completamente in legno, sono le perle laiche della cittadina, apprezzata dai buongustai per il sa-

porito tartufo bianco. Entro i confini amministrativi si concentrano tanti simboli religiosi: il Convento delle Suore Clarisse, quello delle Dorotee, il Santuario della Madonna del Soccorso e il Convento di San Girolamo, con la splendida chiesa della Beata Vergine delle Grazie. A pochi passi dal paese, sorge il Convento dei Frati Capuccini, adibito a casa d’accoglienza e foresteria, dove trascorrere periodi di riflessione. Nella chiesa adiacente è custodito il dipinto della Vergine Immacolata . Leggenda vuole che tra 1796 e 1850 l’immagine della Madonna fu vista, in diverse occasioni, muovere gli occhi. Episodi che attirarono pellegrini dalle città vicine per venerare il dipinto e testimoniare il prodigio. Lasciata Sant’Agata, si sale fino


Ph. Matteo Ranucci

a Perticara arroccata sulla costa dell’imponente Monte Aquilone. Dal terreno di queste colline si estrasse per decine d’anni lo zolfo: vicende raccontate all’interno di Sulphur, Museo storico minerario. Prima di proseguire, si consiglia di gettare l’occhio verso l’orizzonte in uno scorcio di grande impatto. Nove chilometri di carrozzabile nervosa e con curve continue, bellissima per gli amanti delle due ruote motorizzate, conducono a Montetiffi, edificato a 405 metri d’altezza su quello che pare un gigantesco monolite. L’Abbazia Benedettina di San Leonardo sorge sulla sommità del piccolo borgo, con la facciata rivolta a est. Costruita in stile romanico, al suo interno si trovano quadri, arredi sacri, epigrafi e affreschi di scuola riminese del ’300. Per entrare occorre la chiave, che si può domandare in paese. A fianco della chiesa è stato istituito il Museo Veneziani Reali, frate e poeta qui nato. Scendendo verso la valle selvaggia del torrente Uso, si attraversa un’area naturalistica tutelata come Sito d’Interesse Comunitario per la presenza del Lillium martagon, rara specie di

Giglio dai colori rosso intenso o porpora, e della farfalla Zerinthia pollixena, dalla vivace livrea gialla, arancio, bordata di nero. Terminata la discesa, una breve deviazione permette di raggiungere Pietra Uso e la sagoma romantica e malinconica di Santa Maria della Natività. All’altezza di Ponte Rosso, si sale verso Sogliano al Rubicone. I pellegrini del Cammino qui troveranno particolare conforto: nel dipinto della Madonna delle Vigne, all’interno della Chiesa del Suffragio in piazza Mazzini, è riprodotta l’immagine di San Rocco, patrono di chi cammina verso luoghi sacri. Il quadro risale al 1575 e riproduce, oltre all’immagine sacra, il Santo nella tenuta tipica del pellegrino con mantella, cappello a tesa larga e

52 luoghi spirituali in Romagna Volete approfondire questo e altri percorsi “della fede” nel territorio? Oltre alla guida dedicata al Cammino di San Vicinio, è possibile ripercorrere questo e altri itinerari su San Vicinio all’interno di 52 luoghi spirituali in Romagna, terzo volume della collana “52” di Edizioni IN Magazine. Dopo le “domeniche” e le “storie”, questa guida, in libreria dallo scorso novembre, ricca di immagini, piantine e informazioni storico artistiche, permette di raggiungere e ammirare, attraverso affascinanti percorsi escursionistici, i luoghi che ritemprano lo spirito. 52 pellegrinaggi a piedi tra storia e tradizioni, intrecciati ai simboli della fede; percorsi perfetti tanto per chi crede, quanto per chi apprezza la bellezza dell’arte e della storia, racchiusa in cattedrali, chiese, eremi e pievi disseminate nel territorio. 52 luoghi spirituali in Romagna, 360 pagine, 12 euro. www.inmagazine.it

bordone. Per i buongustai, il loca-

le Formaggio di fossa rappresenta una vera a propria tentazione. Lo si può assaggiare nei ristoranti o in vendita dai proprietari delle fosse di stagionatura. Il percorso diventa ora un continuo saliscendi tra vallate e crinali. In 9 chilometri si raggiunge Monteleone. La piazza è intitolata a Lord Byron, che qui

IN Magazine | 45


A fianco, l’interno della Biblioteca Malatestiana di Cesena; sotto, l’ingresso al Castello di Sorrivoli.

soggiornò ospite dei signori locali. Il forte ha dimensioni ridotte ma è davvero ben conservato. Oltre alla chiesa dedicata ai Santi Caterina e Cristoforo, all’interno delle mura si trova un piccolo caffè. Monteleone è circondato da un paesaggio di colline colorate in primavera dalle tinte bianco e rosa dei peschi in fiore. Si scende lungo una carreggiata ripida. La valle del torrente Pisciatello sembra davvero insignificante. La sua storia mista a leggenda è però da ricordare. Secondo alcuni storici questo era l’antico ramo principale del Rubicone: sulle sponde del

corso d’acqua sostò Giulio Cesare e tra queste colline pronunciò il famodo Alea iacta est, il dado è tratto, dichiarando guerra al Senato della Repubblica Romana. Alzando gli occhi si vede il castello di Sorrivoli. Il forte sfoggia un’immagine di potenza. Sorge a più di

Ph. IAT Cesena

300 metri d’altezza e di certo fu difficile da espugnare. Si accede alla corte attraverso i resti di un ponte levatoio. Le sue mura sono intatte e il mastio perfettamente conservato. Visitato Sorrivoli, si è giunti quasi al termine di un itinerario denso di luoghi, spunti e paesaggi. Ultima tappa è Cesena. L’Abbazia del Monte è imperdibile, non solo per i pellegrini ma per tutti coloro che visitano questa parte di Romagna. È il simbolo cristiano più significativo del territorio. L’interno della chiesa ha una navata dalle dimensioni considerevoli, con pavimento in marmo nero e bianco. Una scalinata porta all’altare con l’alta cupola affrescata. La curiosità più interessante

è la raccolta di ex-voto: disegni, tavolette in ceramica, dipinti vecchi centinaia d’anni, realizzati dai credenti per ringraziare la Madonna. La sensazione è quella di trovarsi in un luogo sacro. Bello anche il chiostro, su cui si affaccia un’erboristeria. Dai 135 metri del colle si gode un colpo d’occhio sulla città di Cesena, la sua Rocca, la Biblioteca Malatestiana, lo storico Teatro Bonci e la cattedrale dedicata a San Giovanni Battista (patrono festeggiato nella notte tra 23 e 24 giugno). Non occorre l’auto per raggiungere il centro. Una passeggiata sui gradini di via Scalette e poi lungo Corso Garibaldi, è il modo migliore per concludere il viaggio e sgranchirsi le gambe. IN

Cammino “virtuale”

Ph. Katia Salvi

46 | IN Magazine

Sarsina: www.comune.sarsina.fo.it; www.sarsina.info Bagno di Romagna: www.bagnodiromagnaturismo.it; www.comune.bagnodiromagna.fc.it Balze e Sant’Alberico: www.prolocobalze.com; www.eremosantalberico.it Sant’Agata Feltria: www.santagatainfiera.com; www.comune.santagatafeltria.pu.it Perticara: www.pro-loco-perticara.it Sogliano al Rubicone: www.comune.sogliano.fc.it Roncofreddo e Monteleone: www.comune.roncofreddo.fo.it Cesena e Abbazia del Monte: www.comune.cesena.fc.it; www.abbaziadelmonte.it


TREKKING SULLE ORME

DELLA FEDE

Viaggiare a piedi, attraverso boschi e piccoli paesi, ha sempre un fascino particolare. Un passo dopo l’altro, il “Cammino di San Vicinio” ci porta per oltre 300 km, tra Romagna, Toscana e Marche, sugli antichi sentieri calcati anche da San Vicinio e dai pellegrini a lui devoti, su strade e mulattiere caratterizzate dalla presenza di piccole e grandi chiese, cellette e maestà votive: un paesaggio unico ed

emozionante per chi cammina per vocazione, per chi cammina per scoprire luoghi suggestivi o, semplicemente, per chi marcia per passione. Per non perdere la via, ecco una guida suddivisa in quattordici tappe e otto tra deviazioni e collegamenti alternativi e con tutte le indispensabili indicazioni per soste di ristoro.

Il Cammino di San Vicinio è in vendita nelle migliori librerie e sul sito www.inmagazine.it


T E C N O L O G I E I N F O R M AT I C H E Guardare al futuro, unendo esperienza e innovazione

Azienda giovane ma solida, che punta sull’innovazione senza trascurare il valore aggiunto dell’esperienza. Si presenta così Tecnologie Informatiche, azienda ravennate che da tempo offre ai propri clienti una vasta scelta di servizi legati all’informatica, strumento ormai indispensabile in qualsiasi tipo di attività. Per la precisione dal 17 dicembre 1999, ossia da quando Paolo Rambelli ha iniziato da solo a occuparsi di vendita di computer e assistenza alle aziende. La prima sede era in via Faentina, poi nel 2001, l’attività si è trasferita in viale Alberti, per giungere infine in via Sansovino 51, sempre a Ravenna, nel 2009. Risale all’11 gennaio scorso l’inaugurazione

dei nuovi uffici e negozi al civico 57: una nuova sede più ampia, pressoché raddoppiata, per adeguarsi dal punto di vista logistico-strutturale ed essere in grado di sostenere il suo attuale sviluppo. Ma anche più adatta alla vendita di mobili e complementi d’arredo per l’ufficio. “Nel corso di questi anni l’azienda ha ampliato il proprio raggio d’attività, integrando nel proprio organico personale qualificato - illustra il titolare Rambelli, che fa parte del Comitato giovani imprenditori dell’Ascom. Se all’inizio ero da solo, oggi posso invece contare su uno staff di undici persone, giovani e motivate, già con importanti esperienze lavorative alle spalle.


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La nostra carta vincente è stata certamente l’assistenza ai clienti sia privati che aziende, desiderosi di essere seguiti passo dopo passo e di rivolgersi a personale qualificato per qualsiasi dubbio o inconveniente.” Tecnologie Informatiche ha investito di recente anche in altri ambiti, con la creazione del nuovo reparto di grafica, siti internet e software dedicati, che consente di curare l’immagine aziendale in modo completo, e con la nuova consulenza aziendale sulla privacy, attraverso la stesura e redazione del Documento programmatico sulla sicurezza (Dps) in cui le imprese specificano il trattamento dei dati personali. Da segnalare anche la possibilità da parte delle aziende

Via Sansovino, 57 - 48124 Ravenna Tel. 0544.271502 - Fax 0544.692065 info@tecnologieinformatiche.com Per assistenza o problematiche tecniche contattateci a: skudo@tecnologieinformatiche.com

di sottoscrivere contratti di assistenza ad hoc che tengono conto delle varie esigenze, la disponibilità di due grandi laboratori tecnici per le riparazioni e il servizio di noleggio delle attrezzature informatiche. Già da cinque anni inoltre Tecnologie Informatiche fa parte del gruppo Archimede, formato da aziende del territorio con attività complementari, in grado di interagire e scambiarsi clienti e servizi, mentre dal 2010 è diventata socio di Desknow Italia srl, mail server di gestione di posta elettronica. Tra gli obiettivi futuri, come dichiarato dal titolare Rambelli, vi è un ulteriore ampliamento dell’attività e la possibilità di premiare i dipendenti più meritevoli facendoli diventare soci.


Incontrare | Luisa Fiorentini

Incontri di

Stile

testo Anna De Lutiis foto Lidia Bagnara

È consueto incontrarla al Centro Relazioni Culturali, che ha sede

a Casa Melandri, dove trascorre, impegnatissima, tutti i pomeriggi, nel ruolo di segretaria delle mille attività che il Centro porta avanti. Seduta davanti al suo computer, intenta a scoprire le opportunità che questo moderno strumento può of-

frirle. Anche se non è stato facile, per Luisa Fiorentini, passare dalla normale macchina da scrivere alla tastiera del computer, che oggi affronta con ostinazione. Quando hai iniziato ad occuparti del Centro Relazioni Culturali?

“Conoscevo Walter Della Monica prima degli anni ’50. Anche lui faceva parte del Piccolo Teatro della Città di Ravenna. Poi ci siamo persi di vista. Io aiutavo mio marito Nevio nel suo lavoro di fotografo pubblicitario industriale. Lui si ammalò e io trascorsi le giornate ad accudirlo. Un giorno che ero particolarmente giù incontrai Walter che mi invitò a dare una mano al Centro. Eccomi ancora qui.” Raccontami dell’attività di attrice.

“Negli anni della guerra, forse il ’44, vicino a casa mia abitava Sandro Bolchi. Con lui feci le prime esperienze di lettura di un copione; ci si trovava al pomeriggio insieme ad altre ragazze e si leggeva. Avevo circa 16 anni. Mi sono appassionata al teatro. Dopo la guerra Bolchi cambiò città e, in seguito, divenne l’importante regista che sappiamo. Non so come e non ricordo da chi fui introdotta nel dopolavoro Enal che programmava il tempo libero degli associati. A quel tempo stava nascendo una filodrammatica ed entrai a farne parte.”

50 | IN Magazine

Quindi da allora iniziasti a calcare le scene?

“Iniziai con piccole parti. Il primo lavoro fu ‘Scampolo’. Ne seguirono molti altri fino a quando la filodrammatica si sciolse, circa 10 anni dopo. In seguito il Piccolo Teatro della Città di Ravenna mi propose di recitare in dialetto. Iniziò così una seconda avventura che andò avanti per moltissimi anni. Interpretai molti ruoli.” So che hai fatto anche del cinema.

“Sì. Stavano preparando il cast per il film sul Passatore. Mi proposero di fare la parte della madre. Devo dire che mi diede molta soddisfazione perché l’interpretazione fu molto apprezzata. Ho conservato il film e anche gli articoli, con molti elogi, che uscirono in seguito. È stata una bellissima esperienza. In seguito partecipai a La ragazza di Latta di Marcello Aliprandi. Insomma, bellissimi ricordi.” Luisa ha anche la passione per la bella musica e adora l’opera; ne co-

nosce a memoria molte e quando una esecuzione non la soddisfa rimpiange le grandi interpretazioni dei celebri cantanti di ieri. È una donna dal carattere forte ma quando parla dei suoi gatti, Piretta e Carotina, diventa tenera e ne racconta ogni piccola impresa con commozione. IN


Il musical del 2010 ‘A MONUMENTAL SHOW’ SUNDAY EXPRESS

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Vincere | Rugby Football Club

Il futuro è...

Ovale

testo Michele Virgili - foto Massimo Fiorentini

Uno sport ancora di nicchia, ma sempre più apprezzato. Insieme al responsabile Giacomo Berdondini, conosciamo le attività delle due società che promuovono il rugby a Ravenna. Compagnia dell’Albero e Ravenna

si concentra su un progetto multi-

il rugby non ha particolari tradizioni, i dirigenti stanno facendo un gran lavoro per promuovere questa disciplina. “Purtroppo a Ravenna non c’è una grossa conoscenza del rugby, che viene erroneamente considerato violento dalle famiglie. Si tratta invece di uno sport completo in tutti gli aspetti, ha una forte caratterizzazione educativa; nella sua pratica non c’è nulla di preoccupante, ma tanto da imparare. Per farlo conoscere siamo presenti in più di

sportivo - spiega Berdondini - visto

venti scuole di Ravenna fra elemen-

che al suo interno ci sono il calcio, il calcio a cinque e il rugby. L’attività sportiva parte con i bambini di 4 anni fino ai ragazzi di 17 anni: è quindi anche un importante strumento per educare. Il Ravenna RFC si orienta di più al settore sportivo: rappresenta il naturale proseguimento per chi è cresciuto nell’altra società.” Due le squadre sulle quali Berdondini si sofferma: “la seniores è una squadra di giovani che hanno bisogno di tempo per trovare i giusti meccanismi: il campionato è difficile e siamo molto soddisfatti del rendimento. Tra le altre nostre formazioni, c’è l’under 18, formata da un gruppo interessante con buoni giocatori: alcuni di loro si sono fatti notare nelle varie selezioni regionali.” In una città in cui

tari, medie e superiori; vogliamo

RFC (Rugby Football Club) sono

le due società che fanno rugby in città. “Abbiamo a livello giovanile, compresa l’under 18 - dice Giacomo Berdondini, responsabile attività sezione rugby - un’ottantina di ragazzi.” La Compagnia dell’Albero ha proprie squadre dalla under 6 alla under 16, mentre Ravenna RFC ha una under 18 e una formazione seniores che disputa il campionato di serie C. “La Compagnia dell’Albero

Le due società La Compagnia dell’Albero nasce nel 1994 come società di calcio amatoriale e dal 2005 svolge attività di calcio e rugby fino ai 17 anni. Il Ravenna Rugby Football Club nasce ufficialmente nel 2006 e svolge attività di rugby under 18 e seniores. Presidente della Compagnia dell’Albero è Luca Minardi, mentre alla guida del Ravenna RFC c’è Roberto Incerti. Presidente onorario delle due società è Giovanni Poggiali. Tutte le squadre disputano l’attività agonistica al campo di via Isonzo 22/A.

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che bambini e ragazzi si avvicinino a questa attività sportiva, guidata da regole non complicate e giocata con un pallone ovale. Cerchiamo di fare dai quattro agli otto incontri durante le ore di ginnastica per far entrare in confidenza i ragazzi. Siamo soddisfatti, perché notiamo che si è destato un certo interesse tra professori e studenti; alcuni di questi, poi, si presentano al campo per provare a giocare.” Il futuro può, quindi, regalare ulteriori soddisfazioni: “bisogna intensificare l’attività nelle scuole per avere più praticanti, il primo obiettivo è migliorare i numeri del vivaio e renderlo più grande per meglio distribuire la conoscenza di questo sport.” IN



Migrare | Giuseppe Tagliavini

Trasferte di

Successo

testo Claudia Graziani

nare, fino alle 13, con i supervisori, per decidere cosa modificare. Dalle 14 alle 17 avevamo le revisioni con il regista in video conferenza. Dalle 18 all’1 facevamo le correzioni. Così 7 giorni su 7; sabato e domenica finivamo verso le 9-10 di sera, tutto questo per 3 mesi. Non potete immaginare il lavoro per realizzare la versione stereoscopica (occhio destro e sinistro) da controllare con gli occhialini 3d. Avatar è stata un’esperienza unica culminata con la nomination agli Oscar degli effetti visivi VES nella categoria Best Compositor in a Feature Motion Picture per il film, unico italiano nella nomination per i film.”

Da Ravenna a Londra, passando per Roma e Nuova Zelanda, per arrivare a Los Angeles, niente meno che per gli Oscar. Una carriera fulminea per il giovane illustratore Giuseppe Tagliavini che sfilerà sul red carpet per aver lavorato alla realizzazione di Avatar. Dove inizia la tua storia?

“Dopo il Liceo Artistico a Ravenna ho frequentato l’Accademia di Belle Arti a Bologna e un corso d’illustrazione a Firenze. Era il mio desiderio. Nel ’99 feci alcuni effetti per il cortometraggio Tao di mio fratello, il regista Edo Tagliavini. Girò vari festival e ricevetti diverse proposte. Nel 2000, finita l’Accademia a Ravenna, mi trasferii a Roma e andai alla Proxima, a Cinecittà studios. Prima come 3d artist e poi come compositor artist, colui che assembla le immagini generate al computer e quelle girate sul set dal regista. Il risultato è ciò che si vede al cinema.” Quando hai deciso di trasferirti a Londra?

“Dopo diversi film italiani decisi di provare a fare il salto in altri più ricchi di effetti e con più impatto mediatico a livello mondiale. A Londra andai alla MPC, Moving Picture Company. Il mio primo progetto fu Troy e in poco tempo mi ritrovai a gestire 20 persone su film come La fabbrica di cioccolato, Batman Begins, Aliens vs Predator e Harry Potter e il calice di fuoco. Dopo alcuni anni tentai la strada della Nuova Zelanda. A Wellington presso Weta Digital

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E ora?

lavorai ai Fantastici 4 e Silver Surfer.” Come sei arrivato ad Avatar?

“Ero tornato a Londra quando iniziarono a girare le voci che il nuovo film di Cameron si sarebbe realizzato alla Weta Digital. Rimasi in contatto per 3 anni; finalmente nell’estate 2009 mi chiesero via mail se ero ancora disponibile. Dissi subito di si! Una nuova esperienza, tecnologie mai viste prima. Mi sentivo come un bambino in un negozio di dolciumi.” Pochi mesi di lavorazione. I ritmi di lavoro saranno stati intensi!

“Ogni giorno dalle 9 alle 11 assemblavo le varie immagini delle inquadrature che dovevamo visio-

“L’Italia sembra sempre più lontana. Sogno di tornare a Ravenna. Per far capire quanto è grande il mio desiderio avevo proposto all’Accademia di Belle Arti e al Comune di organizzare un corso di specializzazione per chi fosse stato interessato a fare questo mestiere, ma nessuno si è fatto sentire, con mio rammarico. Molte volte ho portato qui amici conosciuti in giro per il mondo e sempre con fierezza ho mostrato le bellezze di Ravenna. Posso dire che è la città più bella del mondo: mare, sole, stagioni, cibo, donne e sopratutto amici! I tempi per tornare non sono ancora maturi, ma prima di partire per Los Angeles un salto per una pizza con gli amici e d’obbligo!” IN


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Leggere | Novità in libreria

Freschi di

Stampa

testo Francesca Zampiga

Gli scaffali della nostra libreria al ravennate continuano ad arricchirsi di titoli e firme. La prima è al debutto narrativo, anche se il suo volto è tutt’altro che nuovo al pubblico. Si tratta di Antonio Casanova che pubblica con Piemme L’illusionista. Nasha Blaze e il mondo segreto. Un testo di narrativa per ragazzi, ma il piacere di una lettura “va da sé”, e la dinamicità dell’intreccio lo rende piacevole anche ai più adulti. Il protagonista è un adolescente come tanti, o crede di esserlo fino a quando diviene consapevole che il sonno è la porta per un nuovo altrove. Dono della magia? Sì. La sola forza del pensiero gli farà, infatti, aprire serrature, o accendere il fuoco sulle mani tanto che il ragazzo sarà oggetto di contesa tra Luminosi ed Oscuri, una lotta dove magia, stregoneria ed incantesimi sono il solo linguaggio ammissibile. Claudio Nanni editore pubblica Un per… corso di ginnastica mentale.

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Indicazioni ed esercizi pratici per mantenere attiva la mente. Firmato dalle psicologhe Rachele Nanni e Valentia Casadei e dalla neuropsi-

cologa Valentina Lolli, il testo, abbattendo la roccaforte di un linguaggio troppo specialistico, è di piacevolissima lettura. Corredato dalle illustrazioni di Filippo Farneti, il manuale, ricco di esempi tratti dall’esperienza quotidiana, da un lato mette in luce cosa cambia nella mente in relazione all’età, dall’altro pone l’accento proprio sull’attività mentale, importante tanto quanto quella fisica e sociale. Si suggerisce perfino un approccio diverso, da quello imperante nel senso comune che vuole la terza età legata ai concetti di declino e di perdita. Il testo è disponibile online e nelle librerie Coop. Avvincente e ricco di colpi di scena, è il romanzo Fernandel L’altra vita di Emma firmato dal romano Daniele Borghi. La protagonista racconta in seconda persona la

monotonia di una vita qualunque, del suo essere una cinquantenne imprigionata in vuoti ed obbligati ruoli. Rumina pensieri che la scollano dalla realtà, fino a quando la porta di una nuova vita le si spalanca all’improvviso, e lei vi si butta a capofitto contro ogni morale o etica. Consapevole della relazione tra il marito e la sorella pianifica un piano diabolico: la sua apparente e iniziale inettitudine pare trasfigurata. L’incalzare narrativo imboccherà quindi una direzione ben precisa: “l’odio ha una sola manifestazione che non sia ipocrita: uccidere”. Un salto nella storia, o meglio, nel mondo della ricerca storica è l’accurato lavoro di Felice Mazzeo in George Byron e l’ultima sua passione. Una storia non solo ravennate. Edito da CAPIT, il testo corredato da una significativa rassegna fotografica e da una ricca quantità di documenti, molti inediti, ripercorre, attraverso diari ed epistole, la celebre storia d’amore con la contessa Teresa Guiccioli. Un quadro che fa trapelare le plurime sfumature emozionali di un poeta troppo spesso ridotto a semplice seduttore, restituendo a lui e all’amata una nuova simpatia. Uno spaccato di vite che, come sottolinea il sindaco Fabrizio Matteucci nella presentazione, risulta di piacevole lettura anche “ai non addetti ai lavori”, perché si tratta di una “storia che, senza essere un romanzo, è appassionante come un romanzo.” IN



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Mercedes-Benz è un marchio Daimler.

Nuova Classe E. Quanto hai viaggiato prima di sentirti a casa? Benvenuto nell’auto che ti circonda di tutta la tecnologia e sicurezza in cui sei abituato a vivere. Con Attention Assist che allerta il guidatore in caso di stanchezza improvvisa, sistema PRE-SAFE® che si attiva automaticamente per la sicurezza dei passeggeri e motorizzazioni Euro 5 BlueEFFICIENCY per ridurre consumi ed emissioni fino al 23%. Nuova Classe E protegge te e gli altri. Consumo combinato (l/100 km): 11,4 (E 500 4MATIC) e 5,3 (E 220 CDI BlueEFFICIENCY) Emissioni CO2 (g/km): 274 (E 500 4MATIC) e 139 (E 220 CDI BlueEFFICIENCY).

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