Ravenna IN Magazine 04 2023

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GIORGIA CORNIOLA

EMOZIONI IN FOTOGRAFIA

ALMATEK

ENERGIA D’IMPRESA

FRANCESCA MASI

PROGETTARE CULTURA

r av e n n a

n.4 2023 w w w. i n m a g a z i n e . i t


ARREDIAMO LA TUA CASA CON CURA ARREDIAMO LA TUA CASA CON CURA

B O L O G N A • C E S E N A • F O R L Ì • R AV E N N A • R I M I N I


EDITORIALE

24 04 PILLOLE NOTIZIE DALLA PROVINCIA

08

24 TERRITORIO PIAZZA GARIBALDI

Un numero autunnale all’insegna dell’arte e della creatività, con una copertina dedicata alla fotografa pluripremiata Giorgia Corniola, che nei suoi scatti immortala le emozioni e la dolcezza della maternità. Entriamo poi nel cuore della rivista e parliamo di Almatek di Russi, l’azienda di Antonio Mastroluca in forte crescita nel settore degli impianti elettrici e della domotica, e del progetto Flab Store di Stefania Carattoni, uno spazio eclettico tra design e natura. Ripercorriamo la storia e le trasformazioni di Piazza Garibaldi e incontriamo Francesca Masi, la nuova direttrice della Fondazione RavennAntica. Scopriamo le stelle insieme a Marco Garoni, che ci apre le porte del Planetario di Ravenna, e la pickleball-mania al Circolo Tennis Zavaglia. Infine, Ylenia Roma ci racconta dei suoi mosaici ispirati all’espressionismo.

30 NOMINE FRANCESCA MASI

08 PROFILI GIORGIA CORNIOLA

35 ASTRONOMIA IL PLANETARIO DI RAVENNA

16 ECONOMIA ENERGIA D’IMPRESA

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DI ANDREA MASOTTI

Edizioni IN Magazine s.r.l. Via Napoleone Bonaparte, 50 - 47122 Forlì | T. 0543.798463 www.inmagazine.it | info@inmagazine.it Anno XXII N. 4 ottobre/novembre Reg. di Tribunale di Forlì il 16/01/2002 n.1 Direttore Responsabile: Andrea Masotti Redazione centrale: Clarissa Costa Coordinamento di redazione: Roberta Bezzi Artwork e impaginazione: Francesca Fantini Ufficio commerciale: Gianluca Braga Stampa: La Pieve Poligrafica Villa Verucchio (RN) Chiuso per la stampa il 16/10/2023 Collaboratori: Alessandra Albarello, Chiara Bissi, Andrea Casadio, Anna De Lutiis, Massimo Montanari, Serena Onofri, Aldo Savini. Fotografi: Lidia Bagnara, Massimo Fiorentini.

Tutti i diritti sono riservati. Foto e articoli possono essere riprodotti solo con l’autorizzazione dell’editore e citando la fonte. In ottemperanza a quanto stabilito dal Regolamento UE 2016/679 (GDPR) sulla privacy, se non vuoi più ricevere questa rivista in formato elettronico e/o cartaceo puoi chiedere la cancellazione del tuo nominativo dal nostro database scrivendo a privacy@inmagazine.it

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20 DESIGN SPAZIO ECLETTICO

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40 SPORT PICKLEBALL MANIA

47 ARTE YLENIA ROMA


PILLOLE

TECHNACY IL NUOVO CONNECTING PLACE CERVIA | La ex colonia Paradies di Cervia torna a nuova vita. Da luogo abbandonato, con due edifici e 2.000 mq di verde e spiaggia da quarant’anni inutilizzati, diventerà nuovamente spazio vitale a disposizione di imprese e territorio. Technacy, l’azienda TLC fondata nel 2011 del cervese Vittorio Foschi, ha infatti acquistato l’intera area la scorsa estate. Obiettivo non solo realizzare la nuova sede aziendale, riqualificando a impatto zero e senza alcun aumento di cubatura e consumo del territorio la ex colonia, ma farla diventare un ecosistema aperto a connessioni con altre imprese e associazioni di Cervia e dell’Emilia-Romagna. Un nuovo polo di sviluppo, ricerca tecnologica, formazione, lavoro, cultura, creazione di valore.

TUTTE LE ANIME DI LAURA PAUSINI FAENZA | Anime parallele, Almas Paralelas nella versione spagnola, è il titolo del nuovo disco di inediti di Laura Pausini, disponibile in tutto il mondo sulle piattaforme digitali, in formato cd e vinile dal 27 ottobre. A cinque anni di distanza dall’ultimo disco in studio Fatti sentire, l’artista italiana più premiata al mondo presenta il suo nuovo progetto discografico internazionale, firmato Atlantic Warner. L’uscita dell’album anticipa il Laura Pausini Tour 2023/2024 che, dopo le speciali anteprime di piazza San Marco e Plaza de España dello scorso luglio, prenderà il via in Italia a dicembre e porterà successivamente l’artista a esibirsi nelle arene più prestigiose d’Europa, America Latina e Stati Uniti, organizzato e prodotto da Friends&Partners.

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ALBERTO BURRI IN MOSTRA AL MAR RAVENNA | Resterà aperta fino al 14 gennaio al Mar - Museo d’Arte della città di Ravenna, l’attesa nuova mostra dedicata ad Alberto Burri, intitolata BurriRavennaOro, a cura di Bruno Corà. Il noto artista di Città di Castello, tra la fine degli anni Ottanta e gli anni Novanta anche grazie alla collaborazione con il Gruppo Ferruzzi, aveva avviato una intensa azione pittorica con diversi cicli di opere ispirate alla storia e alla cultura artistica di Ravenna. Così sono nati il ciclo S. Vitale con grandi cellotex dipinti ad acrilico di color nero e il ciclo Nero e oro che si ispira alla cultura musiva di alta decorazione fiorita a Bisanzio e sviluppatasi nella città di Ravenna con numerosi capolavori dell’arte bizantino-ravennate.


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PILLOLE

PREMIO SPORTUR A EMMA MARCEGAGLIA CERVIA | Assegnato a Emma Marcegaglia, presidente e amministratore delegato di Marcegaglia Holding, il Premio Sportur: i protagonisti d’impresa nel mondo che da tredici anni premia eccellenze imprenditoriali, una celebrazione che si è svolta al Fantini Club di Cervia. Il suo merito? Essere stata la prima donna a ricoprire molti ruoli di spicco. Per esempio, presidente di Confindustria dal 2008 al 2012, presidente della Luiss dal 2010 al 2019, presidente di Business Europe dal 2013 al 2017, presidente Eni dal 2014 al 2020.

4 RISTORANTI: LA SFIDA RAVENNATE RAVENNA | Nei giorni scorsi a Ravenna, è scoppiata la Alessandro Borghese-mania, per la presenza in città del noto chef [nella foto] alle prese con le registrazioni di una nuova puntata della trasmissione 4 Ristoranti. La sfida tutta ravennate, con piatto special i cappelletti, ha visto protagonisti i ristoranti Antica Bottega da Felice in via Matteucci, Al Cerchio in via Cerchio, Corte Cabiria in via Mordani e Cairoli in via Cairoli. La puntata sarà trasmessa nelle prossime settimane su SkyUno e TV8. Durante le giornate di registrazione, Borghese si è concesso visite ai monumenti ravennati, oltre a incontrare i numerosi fan.

PIÙ FORTI DEL FANGO RAVENNA | Più forti del fango è il libro fotografico nato dall’idea di Katiuscia Giapponesi e Alice Gatta, che racconta attraverso le immagini l’alluvione che ha colpito la Romagna. Sono stati coinvolti nel progetto oltre 48 fotografi di tutto il territorio. Obiettivo del libro: poter raccogliere il più possibile per sostenere le famiglie più colpite.

Teatri

La

Stagione dei

Teatro Alighieri Ravenna Teatro Rasi 2023—2024

Geppy Gleijeses, Lorenzo Gleijeses, Ernesto Mahieux Uomo e galantuomo Ambra Angiolini Oliva Denaro

Antonio Latella, Sonia Bergamasco La Locandiera

Marco Baliani Kohlhaas

Ettore Bassi Trappola per topi Anna Della Rosa, Valter Malosti Antonio e Cleopatra Con il supporto di

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PROFILI

GIORGIA CORNIOLA LA FOTOGRAFA PLURIPREMIATA CHE IMMORTALA LE EMOZIONI E LA DOLCEZZA DELLA MATERNITÀ

DI ROBERTA BEZZI

FOTO STUDIO GIORGIA CORNIOLA

Grazie alla sua capacità di mescolare tecnica fotografica, creatività ed emotività, Giorgia Corniola è conosciutissima per i suoi ritratti dedicati alla maternità, in cui esalta la magia del momento e la bellezza femminile. A testimoniare la bontà del suo lavoro sono i numerosi riconoscimenti ottenuti, che la rendono probabilmente una delle fotografe più pluripremiate d’Italia. Di recente ha ottenuto il primo posto nella categoria ‘People’ al Siena International Photo Award, un premio di cui va particolarmente orgogliosa perché made in Italy dopo uno sfilza pressoché inesauribile di premi all’estero. Solo per citare i più importanti, ci sono il primo posto nella categoria ‘Ritratto’ al WPPI Awards nel 2018, considerato un po’ l’Oscar della fotografia, e ancora il titolo di Master rilasciato da MPI International, miglior fotografa dell’anno per The Societies nel 2020 e nel 2022, diversi Cosmos Awards e la medaglia d’oro WPE Awards Europe nel 2022. Nel maggio scorso, Nikon Italia ha scelto il suo studio a Lugo –

Giorgia Corniola Ritratti Creativi – per girare parte di uno spot pubblicitario per la nuova Nikon Z8, e poi è stata invitata a Londra come rappresentante italiana al lancio della fotocamera al Photo London. Corniola, inevitabile chiederle: a quale fra i tanti premi è più legata? “Ognuno ha il suo valore e significato e rappresenta un tassello nel corso della mia carriera. Non posso dimenticare il WPPI Awards con Metal Hair che è stato un po’ come la realizzazione di un sogno da quando ho aperto lo studio. Ma tengo particolarmente anche all’ultimo premio ritirato a Siena, perché è un concorso cresciuto molto negli ultimi anni che attira professionisti da tutto il mondo, al punto che ne hanno parlato Forbes e tante altre riviste internazionali.” Non è dunque più valido il detto secondo cui ‘Nessuno è profeta in patria’? “Purtroppo vale ancora… la situazione non è poi molto cambiata in questi ultimi anni. Il nostro è un Paese con minore apertura men9


PROFILI

tale e in cui, se non si appartiene a certi gruppi molto chiusi, non si viene considerati. Ma noi ci impegniamo ugualmente per fare del nostro meglio e i risultati, alla fine, arrivano comunque. Pazienza se più dall’estero…” Lei usa il plurale, a chi si riferisce in particolare? “A mio marito Antonio, specializzato in post-produzione, con cui lavoro da sempre in studio. Fra l’altro devo molto ringraziarlo perché, pur avendo sempre avuto la passione per la fotografia, mi ha aiutata a maturare e ora, insieme, stiamo facendo queste nuove esperienze.” Una coppia nella vita, una coppia nel la-

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GRAZIE ALLA SUA CAPACITÀ DI MESCOLARE TECNICA FOTOGRAFICA, CREATIVITÀ ED EMOTIVITÀ, GIORGIA CORNIOLA È CONOSCIUTISSIMA PER I SUOI RITRATTI DEDICATI ALLA MATERNITÀ, IN CUI NE ESALTA LA MAGIA.

voro. Quanto vi aiuta questo nel gestire i vostri servizi di punta: la ritrattistica legata alla maternità, ai nuovi nati e alle famiglie? “Enormemente. Ormai siamo molto affiatati e ci dividiamo bene i compiti. Sin da quando vediamo entrare i clienti, capiamo al volo come comportarci al meglio, prevediamo le difficoltà. È un po’ come entrare nell’intimità della donna o della coppia e quindi servono alcuni accorgimenti psicologici. Dobbiamo rispettare la sensibilità, il pudore e l’equilibrio della coppia. Quando ci sono bambini, invece, l’elemento fondamentale è la pazienza oltre a una certa conoscenza, soprattutto quando si ha che fare con i neonati di 7-15 giorni, ci sono alcune manovre che sono studiate.” Cosa l’ha spinta a livello personale a specializzarsi in questo tipo di ritratti? “Anzitutto il fatto di essere a mia volta madre, e anche dalla mia voglia di celebrare la bellezza a la forza delle donne in gravidanza e dei loro bambini. Con le mie immagini, cerco di catturare l’emozione, la dolcezza e il legame che si crea tra una madre e suo figlio, sia prima che dopo la nascita. Con le mie fotografie esalto la bellezza e la sensualità del corpo femminile in questo periodo così speciale. Il mio stile è ricercato e raffinato, ogni dettaglio non viene mai lasciato al caso, per creare immagini armoniose e creative.” Le è mai capitato di dover affrontare situazioni complicate? “Sì, per esempio delle crisi di pianto, sia da parte delle madri che dei bambini. Con i padri, invece, il lavoro maggiore consiste nel coinvolgerli, nel far passare il messaggio che insieme alle madri hanno aspettato il nascituro. Si tratta di vincere qualche resistenza, di sdrammatizzare un po’ le situazioni. Antonio è molto bravo a seguirli, mentre io mi occupo più delle mamme e dei bimbi. A ogni modo, nessuno è mai andato via dallo studio senza aver fatto un buon servizio.” Da dove viene la vostra clientela? Qualche mamma vip? “Principalmente dal bolognese, meno dal


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“MI SONO SPECIALIZZATA NEI RITRATTI LEGATI ALLA MATERNITÀ PER LA VOGLIA DI CELEBRARE LA BELLEZZA E LA FORZA DELLE DONNE IN GRAVIDANZA E DEI LORO BAMBINI. IL MIO STILE È RICERCATO E RAFFINATO, OGNI DETTAGLIO NON VIENE MAI LASCIATO AL CASO, PER CREARE IMMAGINI ARMONIOSE E CREATIVE.”

SOPRA, UN ESEMPIO DI RITRATTO LEGATO ALLA MATERNITÀ IN CUI LA FOTOGRAFA GIORGIA CORNIOLA È SPECIALIZZATA.

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Ravennate, dove riscontriamo una maggiore sensibilità verso il nostro lavoro. Ricordiamo con particolare soddisfazione i servizi fatti a Marta Pagnini, ex ginnasta, capitano della Nazionale italiana di ginnastica ritmica, e con la soubrette Vera Santagata, famosa per essere stata una ‘professoressa’ de L’Eredità. Entrambe solari e disponibili, è stato un piacere ritrarle.” Ha mai pensato di cambiare genere? “No, perché quello che faccio mi piace molto e mi dà soddisfazione. Proprio qualche giorno fa, una ragazza che avevo ritratto, si è messa a piangere guardando le foto realizzate. Questo ripaga di tutti i sacrifici, vuol dire esaudire un desiderio, arrivare al cuore delle persone.

Non saprei, in questo momento, cos’altro chiedere.” Fare concorsi risponde invece alla voglia di…? “Dare sfogo alla creatività assoluta. Tutto è studiato in modo maniacale, al punto che sono arrivata anche a creare da sola gli oggetti di scena, come copricapo, calzature e accessori vari, per far sì che tutto sia in linea con quello che ho in testa. Il risultato sono immagini di forte impatto visivo. Fondamentale è il lavoro di post-produzione di Antonio con la sua pazienza e la straordinaria capacità di giocare con luci e ombre, di lavorare su minuscoli fotoritocchi e tirar fuori foto meravigliose.”


Posa in opera. D’arte. C’è la posa in opera e c’è quella perfetta che mantiene le performance teoriche degli infissi. Il risultato è misurabile e quindi hai la garanzia di dare al tuo cliente esattamente quanto dichiarato nel progetto.

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PROFILI

“FARE CONCORSI RISPONDE ALLA VOGLIA DI DARE SFOGO ALLA CREATIVITÀ ASSOLUTA. TUTTO È STUDIATO IN MODO MANIACALE, AL PUNTO CHE SONO ARRIVATA ANCHE A CREARE DA SOLA GLI OGGETTI DI SCENA, COME COPRICAPO, CALZATURE E ACCESSORI VARI, PER FAR SÌ CHE TUTTO SIA IN LINEA CON QUELLO CHE HO IN TESTA.”

Cosa vi ha spinto inizialmente a partecipare alle competizioni? “Il desiderio di differenziare il nostro lavoro e al contempo ulteriormente qualificarlo. Ma anche di misurarsi, di alzare ogni giorno l’asticella e poter guardare in alto. Perché è solo dal confronto con altri professionisti di talento che si può imparare ed evolvere, anziché rimanere statici e ancorati alle proprie idee. Sin dall’apertura dello studio, ci siamo messi in moto in tale direzione anche se non pensavamo di ricevere così tanti premi a livello internazionale. Senza contare poi che, misurarsi con i colleghi di alto livello, è entusiasmante. Ne nascono anche belle amicizie e nuove collaborazioni.” 14


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ECONOMIA

ENERGIA D’IMPRESA LA CRESCITA DI ALMATEK DI RUSSI TRA DOMOTICA E IMPIANTI ELETTRICI

DI CHIARA BISSI

In Romagna, in Italia, in Europa lavora con sapienza artigiana e stile aziendale. Almatek di Russi è la creatura di Antonio Mastroluca, 42 anni, che prima da solo poi con l’aiuto dei fratelli dal 2004 ne ha costruito il profilo. Impianti elettrici civili e industriali, installazione di pannelli fotovoltaici, automazione, domotica, idraulica sono alcuni dei settori operativi per l’azienda che nel 2022 ha quasi raddoppiato gli addetti passando da 25 a più di 40. La ricerca dei materiali migliori che il mercato offre, così come la professionalità, la qualità della posa degli impianti tecnologici e la sicurezza sono le priorità, tanto che una corretta installazione per Mastroluca, da tempo presidente Confartigianato di Russi, trasforma un impianto ‘in un’opera d’arte’. “Dagli esordi mi sono specializzato nel fare più cose, impianti tv, poi il condizionamento, il fotovoltaico. Con l’ingresso dei miei fratelli Emanuele e Marco abbiamo suddiviso gli ambiti di azione.” Così sono arrivate commesse particolari le16

FOTO MASSIMO FIORENTINI

gate all’automazione nel mondo agricolo, come le macchine che eseguono il processo di essiccazione delle noci, o quelle che lavorano le ciliegie, così come gli impianti per le imprese meccaniche. “Per un cliente di Cotignola iniziammo a seguire gli impianti termali per il trattamento dei fanghi, oggi lavoriamo per il 90% degli stabilimenti italiani. Abbiamo sempre cercato di seguire le possibilità offerte dal mercato. Per il fotovoltaico ho aperto uno studio tecnico e con un ingegnere facciamo progettazione elettrica, pratiche amministrative, in modo tale da offrire assistenza in tutte le fasi.” E proprio dal settore del fotovoltaico sono arrivate le maggiori sollecitazioni: prima la corsa con l’avvio della crisi energetica, poi la crescita dei prezzi, la penuria di materiali, lo stop ai crediti, fino alla lenta normalizzazione. “Sono stati due anni da panico, ci siamo dovuti inventare strategie di sopravvivenza.Ora stiamo ripristinando anche le tempistiche


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degli interventi, i prezzi dei pannelli sono in calo e c’è maggiore disponibilità a fronte di una richiesta meno compulsiva. Il fotovoltaico nel privato funziona ed è facile da gestire a livello burocratico, noi garantiamo la manutenzione. Enel sta semplificando la possibilità di connettersi con la rete. È l’epoca di questi impianti, nel settore industriale abbiamo molti clienti nella zona del porto, e nelle lavorazioni meccaniche. Non ho visto flessione nel mercato, tanto che stiamo cercando personale.” Almatek si muove con successo anche nella domotica tanto da essere centro di assistenza per aziende nazionali come Vimar ed Elmo, frutto della capacità di coltivare collabora-

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MOLTEPLICI I RAMI D’ATTIVITÀ, DALL’AUTOMAZIONE NEL MONDO AGRICOLO AGLI IMPIANTI TERMALI PER IL TRATTAMENTO DEI FANGHI. DI RECENTE IL BUSINESS SI È SPOSTATO VERSO IL FOTOVOLTAICO E LA DOMOTICA.

zione e relazioni molto profonde con partner, allestitori, studi professionali, fornitori e costruttori. “La rete e le relazioni sono fondamentali, da sempre è il mio approccio commerciale. Abbiamo fatto un’indagine da cui è emerso che una percentuale alta di clientela è ricorrente. Il mio primo cliente mi chiama ancora e grazie a lui ho ampliato la mia rete. Dal 2021 al 2022 il fatturato è raddoppiato. Per il 2023 puntiamo a consolidarlo, abbiamo un nuovo magazzino, un ufficio tecnico, e pur mantenendo la mentalità artigianale abbiamo imparato molto sulla gestione, redigendo anche un piano welfare con meccanismi premiali per i dipendenti.” E proprio il personale rappresenta uno dei punti di forza di Almatek, coltivato con cura negli anni, tanto che in occasione dell’alluvione di maggio nessuno si è tirato indietro. “I primi giorni dell’emergenza vedevo i ragazzi uscire spontaneamente in squadre per andare a dare una mano con la protezione civile, così ho deciso di organizzare le uscite e per due settimane, divisi in una decina di squadre, abbiamo lavorato per la comunità restituendo energia gratuitamente su Russi, Sant’Agata e Cotignola e altre località, percorrendo spesso strade allegate. Un’esperienza straordinaria.” Un gruppo nel quale Mastroluca crede. “In azienda da noi si sta bene, valorizziamo sempre il lato umano, investendo sul personale. Anche gli errori permettono la crescita del gruppo. C’è un buon clima ma non è facile trovare personale nell’artigianato. Trovata la sintonia, ci teniamo strette le persone e, grazie al rapporto di fiducia, siamo in grado di lavorare all’estero e sul territorio nazionale.”


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DESIGN

SPAZIO ECLETTICO FLAB STORE DI STEFANIA CARATTONI TRA DESIGN, RESTAURO E LABORATORI

DI ALESSANDRA ALBARELLO

FOTO MASSIMO FIORENTINI

Ottanio o rosso Bologna? Chissà se la prossima volta che visiteremo questo spazio troveremo ancora le pareti dello stesso colore… Sicuramente non gli stessi mobili e complementi. “Questo è già il terzo o quarto giro di arredo,” precisa infatti Stefania Carattoni, artefice di Flab Store in via Ravegnana 40, aperto a fine ottobre 2022, dopo tre anni di ristrutturazione e dotato anche di un comodo parcheggio per i clienti. Un’indicazione sulla definizione di questo luogo fluido ed eclettico ci arriva sicuramente dal nome, acronimo di Flower Lifestyle Art Beauty dove, alla voce bellezza, Stefania precisa: “È tutto ciò che illumina e dà piacere. Infatti non ho mai pensato al senso estetico come a un’idea di vanità.” Quando si entra la sensazione è quella di ritrovarsi in una casa. In una bella casa. Immersi in un’atmosfera di calma apparente, irrequieta e inquieta, perché ogni elemento di arredo raccon20


ta una storia ed è stato scelto con cura da Stefania che, essendo anche restauratrice, l’ha restituito poi a nuovi sguardi, a nuovi scenari domestici. Un luogo dove è quindi sempre in agguato il coup de foudre. Solo pezzi del XX secolo fino agli anni Ottanta, tra design e modernariato, tutti ormai fuori produzione, linee eterne ed essenziali come quelle di Ico Parisi, anche se Stefania vira spesso e repentinamente verso altri generi e stili, completamente diversi, mescolandoli tra loro: “Mi annoio con estrema facilità e attualmente mi sono appassionata allo stile Hollywood Regency e al Déco, ma anche ai quadri cinesi anni Settanta e ai manifesti della propaganda maoista.” Acciaio, ottone e vetro come per le consolle di Renato Zevi, esponente di punta dello stile Hollywood Regency, ma anche molto legno come per l’estesa libreria di palissandro. Il trait d’union sono sicuramente le

QUANDO SI ENTRA LA SENSAZIONE È QUELLA DI RITROVARSI IN UNA BELLA CASA, IN CUI OGNI ELEMENTO DI ARREDO RACCONTA UNA STORIA PERCHÉ È STATO SCELTO CON CURA DA STEFANIA CHE, ESSENDO ANCHE RESTAURATRICE, L’HA RESTITUITO POI A NUOVI SGUARDI, A NUOVI SCENARI DOMESTICI.

piante, esclusivamente italiane, dall’aspetto incredibilmente fresco e che, fin dall’inizio, hanno fatto parte del progetto di arredo elaborato da Stefania e confluito poi in Flab. Naturalmente sono tutte inserite in portavasi vinta-

ge come quelli del 1985 di Aldo Franco, ideati appositamente per le orchidee perché riescono a filtrare la luce. “Non ho mai avuto il pollice verde ma durante il lockdown ho iniziato a comprare piante e così mi sono esercitata per conto mio. In particolare amo molto quelle grasse come l’Euphorbia Ingens, magnifica scultura vegetale,” racconta Stefania. E poi ci sono i fiori secchi con cui crea delle ‘nuvole’ appese al soffitto del negozio, un’idea nata casualmente da una passeggiata sulla spiaggia e che ha riscosso molto successo: “Ho trovato un cespuglio di rovi e l’ho portato a casa, non sapendo ancora che cosa farne.” Anche i suoi clienti acquistano spesso un mobile particolare perché ne sono attratti, senza avere ancora un’idea precisa su dove collocarlo, come è successo per l’audace mobile bar anni Quaranta, con l’interno in velluto rosso. “È lo spirito giusto con cui scegliere questi pezzi di ‘rottura’ 21


DESIGN

DA FLAB È POSSIBILE ACQUISTARE PEZZI DI DESIGN DEGLI ANNI CINQUANTA FINO AGLI OTTANTA, SAPIENTEMENTE RESTAURATI, E ANCHE INSTALLAZIONI REALIZZATE CON PIANTE. LO SPAZIO SI PRESTA A OSPITARE EVENTI E MOSTRE.

IN ALTO E NELLA PAGINA PRECEDENTE, ANGOLI SUGGESTIVI DI FLAB STORE A RAVENNA DOVE TROVANO SPAZIO ARREDI E OGGETTI DI DESIGN E PIANTE.

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che vanno reinterpretati, rivitalizzandoli attraverso un nuovo contesto di utilizzo,” ci dice Stefania mentre prepara un caffè dietro a uno scenografico bar degli anni Settanta di Willy Rizzo. Osservandolo bene, questo arioso ex-magazzino di 105 mq è la sintesi perfetta di tutto il percorso professionale e personale di Stefania, scandito dalla luce che arriva da ampie vetrate invadendo ambienti che si possono facilmente trasformare. Appassionata di fotografia, è riuscita infatti a ricreare anche un set fotografico, grazie a una tenda che separa gli spazi, mentre in fondo al negozio si trova

il laboratorio dove il lunedì e il martedì, giorni di chiusura di Flab, si dedica completamente al restauro. Quello che si vede adesso è però solo l’inizio della storia di questo concept store, l’incipit di un legame che si sta instaurando e consolidando con il quartiere di San Rocco, con la città. I progetti sono infatti tanti, compreso un evento vintage e un corso di yoga perché, tra le altre cose, Stefania Carattoni nel frattempo è diventata insegnante di questa disciplina. “Ho in mente delle collaborazioni soprattutto con altre donne e mi piacerebbe sviluppare un discorso sui tessuti finalizzato anche

a sostituire alcuni paralumi e a ridare nuova vita a panchetti e poltrone.” Dipenderà poi tutto da chi incontrerà lungo questo suo nuovo percorso, dai destini che si incroceranno, dai legami che si instaureranno. Lo spazio si presta anche a ospitare mostre e la prima potrebbe essere proprio quella dei molti volti che Stefania ha fotografato in giro per il mondo, oppure dei quadri della sua vasta collezione di ritratti: “I più brutti della storia,” come lei stessa li definisce ridendo. Uscendo, inevitabilmente lo sguardo indugia ancora su quelle pareti. Ottanio o rosso Bologna? Il dubbio rimane.


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TERRITORIO

PIAZZA GARIBALDI LA STORIA DELLA PIAZZA PIÙ RECENTE NEL CENTRO DI RAVENNA

DI ANDREA CASADIO

‘Sorella’ di piazza del Popolo, con la quale forma quasi un sistema unico, e tappa imprescindibile del percorso fra questa e la tomba di Dante, piazza Garibaldi è senza dubbio una parte cruciale del cuore cittadino. Al tempo stesso, però, la natura degli edifici che la circondano, costituiti da edilizia istituzionale e di rappresentanza, fa sì che non goda di quel carattere di spazio pulsante di vita che ci si aspetterebbe da un luogo pubblico di questa importanza. Del resto, anche se di primo acchito il passante distratto non se ne accorge, la piazza come si presenta oggi non è neppure il frutto di una lunga stratificazione storica. Se si eccettuano gli interventi fascisti della zona dantesca, è anzi la più recente fra quelle del centro storico, cristallizzatasi nelle forme attuali da meno di un secolo, al termine di una storia che, fra l’altro, resta in gran parte oscura. In effetti, fino alla metà dell’Ottocento una vera e propria 24

FOTO MASSIMO FIORENTINI

CON LA COSTRUZIONE DEL TEATRO ALIGHIERI A METÀ OTTOCENTO, LA PIAZZA FU DEDICATA AL SOMMO POETA. IN EPOCA FASCISTA, CAMBIÒ NOME A SEGUITO DEL TRASFERIMENTO DEL MONUMENTO DI GARIBALDI DALLA VICINA PIAZZA BYRON, L’ATTUALE PIAZZA SAN FRANCESCO.

piazza in questo luogo neppure esisteva. Le fonti storiche, almeno dal Trecento, definiscono questo angolo della città con il termine di ‘Guasto’. Con tutta probabilità, come per l’analogo esempio della via del Guasto di Bologna, il nome era il ricordo

della demolizione di uno o più edifici avvenuta durante il Medioevo nel contesto delle lotte civili dell’epoca, che appunto prevedevano anche la distruzione delle residenze delle famiglie sconfitte, col risultato di lasciare una sorta di ‘buco nero’ nel tessuto urbano. La prima rappresentazione cartografica di questa zona risale solo al catasto di inizio Ottocento, e bisogna fare un certo sforzo di fantasia per immaginare il panorama che si presentava a chi, svoltato l’angolo del voltone della prefettura (il ‘volto Perelli’) si avviava verso la tomba di Dante. Il primo tratto era una semplice strada, che a destra era fiancheggiata dall’ala del palazzo del governo adibita a Tesoreria, mentre a sinistra si allargava in uno spiazzo dalla forma irregolare, che poi si richiudeva prima che il percorso incrociasse la via del Seminario vecchio, ossia l’attuale via Mariani. Tale spiazzo era appunto il vecchio


SOPRA, IL MONUMENTO DI GARIBALDI CHE DÀ IL NOME A PIAZZA GARIBALDI A RAVENNA, PRIMA COLLOCATO IN PIAZZA BYRON (L’ATTUALE PIAZZA S. FRANCESCO).

Guasto, che però, a partire dal Cinquecento, aveva assunto il nome di piazzetta degli Svizzeri, perché il governo pontificio vi aveva ricavato la caserma in cui era di stanza il corpo di guardia composto appunto da soldati di origine elvetica. Su come questo spazio interagisse nella vita della città non ne sappiamo molto, se non per frammenti riguardanti epoche relativamente recenti. Le cronache ci tramandano, ad esempio, che alla fine del Settecento fu spostato qui il campo di gioco del ‘pallone’, l’allora popolarissimo pallone a bracciale, le cui partite erano prima dispu-

tate in piazza del Popolo. Pochi anni dopo, nel 1797, il regime ‘giacobino’ instaurato dall’invasione napoleonica vi innalzò un albero della libertà, peraltro destinato a breve vita. Come macabro contrappasso, nel 1828 il governo pontificio scelse proprio questo posto per erigere le forche dei cinque condannati a morte dopo l’attentato al cardinale Rivarola di due anni prima. Forse anche per cancellare il ricordo di questo episodio, pochi anni dopo il Comune decise di erigere proprio qui il nuovo teatro, la cui costruzione cominciò nel 1840 e terminò nel 1852. Il

grande edificio andò a costituire il lato orientale del nuovo spazio così creato, che si aprì anche sull’attuale via Mariani grazie alla contestuale demolizione delle case preesistenti. Al posto della disordinata topografia precedente nacque dunque una vera e propria piazza, più grande e più regolare, sostanzialmente rettangolare, che come il teatro fu dedicata a Dante Alighieri. I suoi lati maggiori erano, come abbiamo detto, il teatro stesso e, sul fronte opposto, la Tesoreria, dallo stile architettonico che richiamava quello del palazzo governativo; quelli minori erano costituiti dal caseggiato accanto alla torre dell’orologio, anch’esso parte del palazzo governativo, e da via Mariani. Fra gli edifici che davano su quest’ultima, fin dal Medioevo sorgeva la chiesa di S. Giorgio ai portici, così chiamata perché su questa direttrice si snodava un tempo il lungo porticato che collegava il palazzo imperiale a quello arci25


TERRITORIO

IN ALTO, PIAZZA GARIBALDI CON LA SEDE DELLA CASSA DI RISPARMIO E, DI LATO, IL TEATRO ALIGHIERI.

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vescovile. Officiata a lungo dai cavalieri dell’ordine di Malta, la chiesa venne soppressa in epoca napoleonica, nel 1802. Non così la locanda che la fiancheggiava, pure denominata “all’insegna di S. Giorgio”, che alla metà dell’Ottocento ancora esisteva con il nome di locanda dei Tre Ferri. “Un lungo e basso fabbricato,” la descriveva decenni dopo uno degli ultimi testimoni oculari della sua esistenza, Guido Umberto Majoli, “a un solo piano oltre il pianterreno, che stava poi un gradino più giù della strada. Per i servizi... igienici, diciamo pure così, c’era un casotto unico in fondo al cortile.” Uno scenario non esattamente monumentale, e soprattutto poco degno di stare a fianco del teatro e dell’ingresso alla tomba di

Dante. La sua presenza era quindi una questione di risanamento urbano che divenne sempre più pressante nel corso dell’Ottocento, e che fu infine risolta nel 1895 con la costruzione, al suo posto, della nuova e lussuosa sede della Cassa di Risparmio. A questo punto, la piazza aveva conseguito una sistemazione architettonica dignitosa in tutti i suoi lati. La sua storia non era però ancora terminata, e negli ultimi passaggi si inoltrò ben dentro il Novecento. Le ultime modifiche furono infatti realizzate fra gli anni Venti e Trenta, nel quadro della politica di invasivo intervento portata avanti dalle amministrazioni fasciste nel contesto urbano ravennate. La prima fu la costruzione, nel 1926, del

nuovo palazzo delle Poste, dalle monumentali linee neobarocche, in luogo della vecchia Tesoreria. La seconda, pochi anni dopo, fu la creazione della nuova piazzetta Corsica (oggi Einaudi) alle spalle del palazzo dell’orologio, con la conseguente apertura del passaggio diretto verso via Diaz. La terza, forse visivamente quella più impattante, fu il trasferimento del monumento di Garibaldi dalla collocazione originaria in piazza Byron (l’attuale piazza S. Francesco), nel quadro del riordino complessivo della zona dantesca realizzato alla metà degli anni Trenta. Da allora, l’eroe dei due mondi osserva con fiero cipiglio la vita di Ravenna scorrere ai suoi piedi dall’alto del piedistallo al centro della piazza a lui dedicata.


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NOMINE

PROGETTARE LA CULTURA FRANCESCA MASI E LE NUOVE SFIDE DELLA FONDAZIONE RAVENNANTICA

DI ANNA DE LUTIIS

Francesca Masi è la nuova direttrice della Fondazione RavennAntica che gestisce, a diverso titolo, dodici strutture monumentali e museali, tre centri didattici per la scuola e le famiglie e il Laboratorio di Restauro per il Mosaico. Sono 70 dipendenti, in gran parte donne. Per prepararsi alle nuove sfide, Masi ha quindi lasciato il suo incarico al Servizio Cultura del Comune di Ravenna. Al primo incontro si nota la sua eleganza, il suo sorriso, il suo modo semplice di presentarsi e di accogliere ma, approfondendo la sua conoscenza, si scopre la sua profonda cultura umanistica e la sua spiccata curiosità di intellettuale. In questi anni è stata coinvolta in iniziative culturali in vista delle celebrazioni dantesche. Inevitabile partire dal suo rapporto con il Sommo Poeta… “L’amore per Dante lo devo a Francesco Petrarca. Ero nel dipartimento di Italianistica 30

È ARRIVATA A RAVENNA ANCHE GRAZIE ALL’AMORE PER DANTE CHE NON L’HA MAI ABBANDONATA. DOPO ANNI AL SERVIZIO CULTURA DEL COMUNE DI RAVENNA, ORA È CAPO DI UNA FONDAZIONE CHE CONTA CIRCA 70 DIPENDENTI ED È IMPEGNATA NELLA RICERCA DI NUOVE COLLABORAZIONI E SUL MUSEO CLASSIS.

dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, frequentavo i seminari del professor Giuseppe Billanovich per laurearmi con lui appunto su Petrarca. Il professore mi chiese

FOTO MASSIMO FIORENTINI

di interrogarmi sui cento canti della Divina Commedia perché, e citava Contini, filologo e critico italiano, ‘non si può studiare la letteratura italiana senza aver letto i cento canti’. Quella lettura intensa, quasi contemplativa, si collegava ai corsi tenuti da mons. Carlo Maria Martini dove strettissima era la connessione tra sacra scrittura e letteratura. Ho imparato a custodire nel profondo la Commedia. Quella lettura mi ha cambiato la vita.” Lei è nata a Parma. Deve a questa sua passione per Dante l’aver scelto di vivere a Ravenna? “In parte sì. Sono felice di aver fatto questa scelta: Ravenna è una città che si salda alla ricerca di bellezza che è nel cuore, si svela con grazia e lentezza. Dante ne è il cuore e per me è una stella polare e una presenza nella mia giornata, al pari dei familiari, dei colleghi, degli amici. Devo proprio al dialogo con le donne che Dante incontra nella Commedia la curiosità e la propensione per


SOPRA E NELLA PAGINA SEGUENTE, LA DIRETTRICE FRANCESCA MASI RITRATTA DENTRO E POI ALL’ESTERNO DEL MUSEO CLASSIS.

tutto ciò che attiene al femminile. Le voci e gli sguardi delle donne interrogano i miei giorni, le donne dell’Antica e della Nuova Alleanza, così potenti in quel penultimo canto del Paradiso, le madri e le sorelle di ogni tempo che hanno saputo eternarsi tra le pieghe di una storia scritta al maschile: Ipazia d’Alessandria, Ildegarda di Bingen, Teresa d’Avila, Etty Hillesum,

Simone Weil, Maria Zambrano, Cristina Campo e tantissime mie guide, fino a Mariangela Gualtieri che proprio nell’anno del centenario dantesco ci ha lasciato il suo tenerissimo e intelligentissimo sguardo su Dante.” Parallelamente ha portato avanti il Centro Relazioni Culturali fino a conclusione degli incontri, nel maggio 2022. Anche nei programmi, sempre basati

su argomenti vari, ha introdotto un incontro mensile programmato su opere che trattano Dante. “Il Centro Relazioni Culturali è entrato nel mio cuore in punta di piedi, lavoravo all’ufficio cultura del Comune in via Ponte Marino, nello stesso edificio del grande antro letterario di Walter Della Monica e delle sue collaboratrici. Quasi da subito ho ini31


NOMINE

“RAVENNANTICA È UN’ORGANIZZAZIONE CHE HA COME FINE LA MESSA IN VALORE DI UN PATRIMONIO INEGUAGLIABILE COME QUELLO DI RAVENNA E DELLA SUA STORIA. ORA LE FORZE SI CONCENTRANO SUL MUSEO CLASSIS.”

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ziato a fermarmi la sera per quelle ‘due chiacchiere’ con Walter che, nel 2013, mi ha fatto l’onore di volermi al suo posto a dirigere una delle più geniali invenzioni culturali che questa città abbia avuto e che spero possa per sempre durare, ‘perché la cultura è una cosa seria’, diceva Walter.” Dalle esperienze passate a quella nuova, ancor più importante e impegnativa con RavennAntica… “Si tratta di un’organizzazione che ha come fine la messa in valore di un patrimonio ineguagliabile come quello di Ravenna e della sua storia. Certo una del-

le esperienze più toccanti di questi primi sei mesi di lavoro nella Fondazione è stato affrontare il drammatico e intenso momento dell’emergenza che ha toccato la Romagna, quando il Museo Classis ha aperto le proprie porte per accogliere le persone evacuate dalle proprie abitazioni: 900 tra persone e animali di affezione hanno vissuto per una settimana dentro al museo, che ho capito essere lo spazio dove le persone possono stare bene e insieme.” Come affronta questo nuovo e prestigioso incarico? “In primo luogo, ringrazio tutti i colleghi della Fondazione

che amano il proprio lavoro e si applicano con passione e competenza per rendere possibile la realizzazione delle attività per i bambini, CRE estivi, notti al museo, laboratori, e per garantire tutti i servizi e le aperture. È stata inaugurata una felice collaborazione con Ravenna Festival che ha dato luogo a 15 concerti. Sono state realizzate visite e percorsi in occasione del Settembre Dantesco e ora le forze si concentrano sulle nuove sezioni del Museo Classis che contribuiranno a rendere ancora più preziosa e feconda l’esperienza del museo.”


ConnectingPlace

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ASTRONOMIA

SCOPRIRE LE STELLE MARCO GARONI APRE LE PORTE DEL PLANETARIO DI RAVENNA

DI SERENA ONOFRI

“Se sei felice guarda il cielo, se sei triste guarda il cielo”: questo è il motto coniato da Alfonso Zaccaria, presidente AIL di Ravenna, e dai soci ARAR (Associazione Ravennate Astrofili Rheyta). Nell’anno in cui si celebrano i 100 anni di storia dei planetari, inevitabile è andare alla scoperta di quello ravennate. Si distingue per la costruzione misteriosa che spunta all’interno dei Giardini Pubblici, con la sua cupola color argento e un mosaico che ricorda un frame dall’immaginario cinematografico ‘spaziale’ come Star Trek, opera dello street artist Invader. Il Planetario, come racconta il presidente dell’ARAR e responsabile delle attività Marco Garoni, è una struttura di proprietà comunale, aperto nel giugno del 1985. All’epoca era gestito dal Comune assieme all’associazione degli astrofili, che avevano alcuni spazi dedicati alle loro attività e alle osservazioni del cielo. Al contempo venivano programmate alcune conferenze aperte al pubblico e alla cittadinanza per parlare del cielo, del sole, della luna e delle stelle. Garoni è presente in associazione fin dal 1989, ossia da quando era un quindicenne con la passione per le stelle e i piane-

FOTO MASSIMO FIORENTINI

ti grazie alle coinvolgenti lezioni di scienze della maestra Giuliana alle elementari. La collaborazione tra Planetario e ARAR si è evoluta nel tempo: dal 2000 il gruppo astrofili fornisce anche attività didattiche e dal 2009 gestisce completamente il planetario, dalla didattica agli eventi, dai laboratori alle

attività di osservazione. Qual è la funzione del planetario? “Fare divulgazione e promuovere la didattica,” spiega Garoni. “Non è dunque un luogo per fare ricerca. In Italia sono circa 200 e comprendono sia planetari fissi che mobili. L’attività di ricerca viene svolta da noi astrofili dell’ARAR nel nostro osserva35


ASTRONOMIA

APERTO NEL 1985, IL COMPITO DEL PLANETARIO È FARE DIVULGAZIONE E PROMUOVERE LA DIDATTICA. INTENSA LA PARTECIPAZIONE DELLE SCUOLE, MA L’OBIETTIVO È COINVOLGERE SEMPRE PIÙ LA CITTADINANZA.

SOPRA, IL PLANETARIO CON L’ICONICA CUPOLA ALL’INTERNO DEI GIARDINI PUBBLICI DI RAVENNA.

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torio vicino a San Zaccaria, collaborando spesso con l’Università di Padova. Inoltre siamo parte del progetto Prisma dedicato all’osservazione di bolidi, meteore particolarmente luminose. Le monitoriamo con una telecamerina qui sopra al planetario e rileviamo le loro traiettorie per poi andarle a cercare al loro arrivo sulla terra.” Il planetario è meta di passaggio di tante scuole, sia della Romagna che di tutta Italia, principalmente elementari, ma anche materne, medie e superiori. Due i tipi di attività proposti: la classica lezione sotto la cupola oppure quella integrata da laboratori. “Il nostro punto di partenza per scoprire la natura è sempre l’osservazione. Cosa vedo nel cielo,

cosa vedo sorgere, cosa si muove, i moti apparenti del sole e poi una volta tramontato quali sono le costellazioni. È un percorso che aiuta a capire il concetto di metodo scientifico partendo appunto dall’osservazione. Invece, durante i nostri laboratori, i bambini hanno l’opportunità di poter costruire un piccolo manufatto, un modellino a tema astronomia con materiale di recupero.” Oltre alle scuole, l’intenzione è avvicinare anche la città alle attività del Planetario organizzando osservazioni binoculari all’aperto al Parco Baronio, dove un astrofilo spiega quello che si può vedere con lo scopo di imparare a conoscere il cielo. “Facciamo osservazioni,” racconta Garoni,

“qui al planetario con il telescopio, osservando luna e pianeti. Inoltre organizziamo le famose sidewalk astronomy, le osservazioni in giro per la città, con lo scopo di far conoscere le nostre attività e soprattutto il cielo.” Un evento particolare degli ultimi tempi? “Famosa fu l’eclissi del ‘99 per la quale organizzammo due pullman per andare a vederla. È stato incredibile.” Un consiglio a un giovane che desidera avvicinarsi al mondo delle stelle? “Il primo è quello di non comprare il telescopio ma uscire e osservare con gli occhi oppure con il binocolo del nonno. Appassionarsi all’osservazione come punto di partenza. Cercare di capire bene la cosa che più interessa.”


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ORIGINAL PARQUET QUALITÀ DEL PRODOTTO E SOSTENIBILITÀ

L’AZIENDA DI ALFONSINE, LEADER IN EUROPA PER LA PRODUZIONE DI PAVIMENTI IN LEGNO, OFFRE ALLA CLIENTELA ARTIGIANALITÀ MADE IN ITALY NEL PIENO RISPETTO DELL’AMBIENTE.

Grazie all’alta artigianalità e alla sostenibilità del prodotto finale offerto, che si traducono nella cura dei dettagli e nell’alta qualità delle personalizzazione e delle finiture, Original Parquet è oggi leader in Europa nella produzione dei pavimenti in legno da interno e da esterno. “L’azienda nasce ufficialmente nel 1994,” racconta il titolare Giovanni Ballardini, “con la mia famiglia che già dal 1979 era attiva nel settore dell’edilizia, occupandosi di vendita di materiali edilizi, piastrelle e cucine. Proprio in quegli anni mio nonno Virgilio e mio padre Roberto, spinti da una grande passione per il legno, ebbero l’idea di aggiungere i parquet alle classiche

piastrelle. Il primo passo è stato l’acquisto di un magazzino in via dell’Artigianato 18 ad Alfonsine, dove tuttora siamo ma con una sede triplicata.” All’inizio l’azienda si occupa di vendita all’ingrosso di pavimenti in legno con essenze esotiche, in prevalenza teak, doussiè e massello. Gli ottimi risultati portano presto al raddoppio del magazzino e all’acquisto di macchinari per avviare una linea di finitura per produrre i pavimenti ed essere quindi più indipendenti. “Il primo vero cambiamento è avvenuto tra il 2000 e il 2005,” ricorda Ballardini, “in concomitanza con l’esplosione sul mercato dei pavimenti prefiniti, in

cui solo lo strato superficiale è in legno nobile per avere prezzi più contenuti e competitivi. Così, abbiamo cominciato a lavorare soprattutto il rovere, particolarmente apprezzato dalla clientela perché può essere verniciato dal tono più chiaro a quello più scuro a secondo dei vari gusti. Tra il 2010 e il 2015, con l’acquisto di una pressa sezionatrice e di una troncatrice ad arricchire il laboratorio artigianale, siamo riusciti a diventare completamente autonomi realizzando l’obiettivo del ciclo completo di costruzione del pavimento in legno. L’attenzione alle nuove tecnologie ha poi portato, tra il 2019 e il 2021, all’ingresso di nuovi macchinari per migliorare la qualità e la definizione di finitura.” L’ultimo gioiello di Original Parquet, dopo il laboratorio artigianale, è il grande showroom di via del Lavoro 4 di oltre 1.000 mq che è una vera e propria esposizione-museo a disposizione di clienti e professionisti provenienti da tutta Europa. Duplice è la sua funzione: punto vendita importante anche per il territorio e luogo di incontro per clienti e agenti italiani esteri, adatto anche a conferenze e corsi di formazione per architetti durante gli Original Parquet Day. L’interesse verso il pavimento in legno è stato crescente nel corso degli anni. Da prodotto di nicchia è diventato un prodotto top scelto quasi sempre in caso di ristrutturazione, in quanto adatto per ogni ambiente della casa. I pavimenti di Original Parquet, sempre di maggiore tendenza, si distinguono


I PAVIMENTI DI ORIGINAL PARQUET, SEMPRE DI MAGGIORE TENDENZA, SI DISTINGUONO PER LA VERSATILITÀ: GRAZIE ALLA LORO DUREZZA, ELASTICITÀ, RESISTENZA A USURA E GRAFFI, POSSONO ESSERE IMPIEGATI NON SOLO IN SALOTTO E NELLE CAMERE DA LETTO, MA ANCHE NELLA CUCINA E NEI BAGNI.

per la versatilità: grazie alla loro durezza, elasticità, resistenza a usura e graffi, possono essere impiegati non solo in salotto e nelle camere da letto, ma anche nella cucina e nei bagni. La sala produzione dell’azienda si distingue per il ciclo avanzato di verniciatura e finitura sviluppato, denominato Seven+. Sette o più strati di vernice e finiture applicati con le più recenti tecnologie conferiscono ai pavimenti di Original Parquet performance tecniche superiori e una grande durata nel tempo. I parquet,

disponibili in un’ampia gamma di colori e finiture resistenti, non necessitano di manutenzione frequente e si possono pulire facilmente con detergenti naturali. Un impianto di nuovissima generazione, che consente di produrre pavimenti a zero emissioni di formaldeide e di proteggere al meglio la salute dei propri operatori con opportuni macchinari di aspirazione. Oggi chi continua a scegliere Original Parquet lo fa per numerosi buoni motivi, anzitutto perché l’azienda rispetta l’ambiente

come dimostrato anche dalle varie certificazioni ottenute nel corso del tempo, come quella di ‘Alta calpestabilità’. Senza contare poi che i prodotti sono rigorosamente made in Italy, in quanto realizzati nello stabilimento di Alfonsine, dalla pressatura al packaging finale, con un completo controllo di filiera. L’azienda poi continua a investire nella ricerca a livello di tecnologia e impiantistica seguendo la regolamentazione vigente Industria 4.0, e a mettere il cuore nella soddisfazione della propria clientela.

Alfonsine | Via dell’Artigianato, 18 | Tel. 0544 80696 | www.originalparquet.com

IN QUESTE PAGINE, LA SALA DI PRODUZIONE DELL’AZIENDA IN CUI AVVIENE IL CICLO COMPLETO DI COSTRUZIONE DEL PARQUET AD ALTE PRESTAZIONI.


SPORT

PICKLEBALL MANIA IL NUOVO SPORT FRA TENNIS E PADEL AL CIRCOLO ZAVAGLIA

DI MASSIMO MONTANARI

FOTO MASSIMO FIORENTINI

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14.10.2023 14.01.2024

“DIVENTEREMO IL PRIMO CENTRO DI PROMOZIONE DI QUESTO SPORT PROVENIENTE DAGLI USA,” AFFERMA IL REFERENTE NICOLÒ URBINATI. “È UNO SPORT PRATICABILE DA TUTTI. ORGANIZZEREMO TORNEI E UNA SCUOLA.”

Se non è una mania, è destinato a diventarla. Come è successo a sport simili che l’hanno preceduto, non ultimo il padel. Anche a Ravenna sta crescendo il movimento del pickleball, una sorta di mezza via tra il tennis, il padel e il ping pong, giocato su un campo da badminton. E la nostra città sta specializzandosi per diventare un centro di riferimento nel territorio grazie al Circolo Tennis Zavaglia, che innanzitutto ha gettato il seme organizzando per tutta l’estate tornei e sessioni di prova tra i propri soci e non, in collaborazione con Benosports di Mirco Benini, l’associazione sportiva che è tra i principali promotori del pickleball in Romagna e in Italia. “Abbiamo avuto anche tornei con una trentina di partecipanti su due turni,” ammette Nicolò Urbinati, referente organizzativo del pickleball per il circolo ravennate e futuro maestro federale, “e abbiamo calcolato un totale di un centi-

naio di praticanti nei tre mesi di attività. Mi piace dire che abbiamo creato una community: giocano, si divertono, ritornano, alcuni hanno anche acquistato la racchetta e questo è il segnale evidente che questo sport sta piacendo sempre più. E la cosa bella è che abbiamo visto gente di tutte le età, bambini, ragazzine e ancora adulti, anche over 60 con la passione del tennis che però si divertono a praticare il pickleball.” Poi ha avviato le procedure formali burocratiche per accreditarsi come primo centro di promozione e diffusione di questo sport. “La data segnata sul calendario è quella del 17 dicembre,” spiega Urbinati. “Abbiamo avuto l’ok dalla Federazione e ora stiamo lavorando per farci trovare pronti a quello che per noi sarà un punto di svolta. Prevediamo un aumento dell’attività perché un centro di pickleball qui attirerà molti praticanti da tante regioni del centro

MAR - Museo d’Arte della città di Ravenna

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biennalemosaicoravenna.it | mar.ra.it Comune di Ravenna Assessorato Cultura e Mosaico

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DELLE FONTI


SPORT

“PER QUESTO PROGETTO LA FEDERAZIONE HA INVESTITO 6 MILIONI DI EURO,” FA SAPERE URBINATI, “CON I QUALI ACQUISTERÀ RACCHETTE DA PICKLEBALL IN MODO DA AVVICINARE GLI STUDENTI A QUESTO SPORT.”

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nord e poi diventeremo centro di formazione di molti maestri, tra cui anche quelli di tennis, che potranno convertire le loro competenze sul pickleball.” “Siamo consapevoli,” aggiunge Antonella Trenta, consigliere del Circolo Tennis, “delle difficoltà del percorso che ci attende perché per essere scuola federale bisogna formare i maestri, addestrare atleti, attrezzare le strutture e mettere a norma i campi, ma vedere la velocità con cui il pickleball sta crescendo ci conferma che questo è il momento giusto per fare questo passo.” Al momento, un campo da tennis è stato riconvertito in sede del pickleball, con 4 mini campi ritagliati al suo interno, una scelta che permetterà di giocare anche in inverno con il montaggio del pallone pressostatico. Quindi, Ravenna presto capitale italiana del pickleball? I

presupposti ci sono tutti, anche perché questo sport sta correndo velocissimo. Ha avuto la sua culla negli Stati Uniti, negli anni Sessanta. In Italia è arrivato solo nel 2018 e ha generato subito una Federazione, la Aip (Associazione italiana pickleball), membro ufficiale della Federazione internazionale. È poi finito nel solco delle attività della Fit (Federazione italiana tennis) che lo ha inserito tra gli sport che saranno promossi fra gli alunni delle scuole primarie e secondarie, nell’ambito del progetto Racchette in Classe 2024, con il quale la Fit si affianca alla Fitet (Federazione italiana tennistavolo) nella promozione dei giochi sportivi di racchetta e nella distribuzione di materiale tecnico nelle scuole primarie con specifiche figure professionali. “Per questo progetto la Federazione ha investito 6 milioni di

euro,” fa sapere Urbinati, “con i quali acquisterà anche racchette da pickleball in modo da incuriosire, stimolare e avvicinare gli studenti a questo sport.” La sua diffusione è stata favorita dalla facilità con cui lo si apprende e dal fatto di essere uno sport praticabile da tutti, a prescindere dall’età o dalle condizioni fisiche. “E poi va considerata la facilità dell’apprendimento,” sottolinea Urbinati, “e il coinvolgimento: si gioca prevalentemente in coppia, quindi quattro persone in campo. Si fa squadra. Il punteggio è diverso dal tennis [Ndr, ricalca la formula della pallavolo ante rally point system, il punto è valido solo quando si è in battuta, altrimenti si fa cambio palla], il campo è più piccolo e spaventa meno chi magari non ha molto allenamento. È aggregativo e cementa amicizie. Lo abbiamo sperimentato in questi mesi.” Si assegna la vittoria al primo che raggiunge gli 11 punti, purché ci sia uno scarto di due lunghezze rispetto all’avversario. La pallina – di plastica dura, leggera e piena di fori, fatta per non prendere mai velocità – può fare solo un rimbalzo per lato. La racchetta è più piccola rispetto a quella che si usa nel tennis, è piatta, a forma quasi rettangolare e con un’impugnatura più corta, quasi come quella per il tennistavolo. La rete è a un’altezza di poco superiore ai 50 centimetri e nel campo c’è una zona, a ridosso della rete, detta no fly zone, nella quale non si può prendere al volo la palla, pena regalare un punto all’avversario. “Il futuro? Sicuramente organizzeremo più tornei e inizieremo una promozione nelle scuole con i maestri,” conclude Urbinati, “e puntiamo a creare una vera e propria scuola di pickleball sul modello di una scuola di tennis.”


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BALESTRI & BALESTRI LA PUBBLICITÀ DEL FUTURO È OUTDOOR

PUNTA DI DIAMANTE NEL SETTORE DELL’OUTDOOR ADVERTISING, LA CONCESSIONARIA PROGETTA STRATEGIE SU MISURA PER LA MIGLIORE PUBBLICITÀ IN ESTERNA E COMUNICAZIONE AZIENDALE.

Secondo i dati relativi all’andamento del mercato pubblicitario in Italia diffusi da Nielsen, gli investimenti nel mese di luglio hanno fatto segnare un più 0,6%, con una crescita della raccolta pubblicitaria dell’1,8% nei primi sette mesi dell’anno rispetto al 2022. Numeri positivi per un mercato nel quale una fetta importante è occupata dalla pubblicità out of home (in esterna) che a sua volta ha fatto registrare una crescita del 12,8%. Un balzo in avanti a due cifre che dimostra, senza ombra di dubbio, che l’outdoor advertising non solo non arretra ma è in continua evoluzione grazie alla presenza di nuovi media che, combinati a quelli tradizionali, veicolano la pubblicità su strada in maniera intelligente e accattivante. Il mondo dell’outdoor è quanto

mai ricco e variegato e comprende la cartellonistica, le affissioni fisse e dinamiche, la segnaletica stradale, i camion vela, i percorsi di avvicinamento ai punti vendita e l’arredo urbano: insomma, tut-

te quelle forme di pubblicità ad alto impatto visivo che nascono per essere fruite mentre ‘si fa altro’. “Nell’era del digital e dei social media, a fronte dei grandi investimenti iniziali e che comunque permangono, assistiamo a un ritorno e a una presenza crescente delle aziende nel mondo dell’outdoor, nella consapevolezza, numeri alla mano, che è fondamentale continuare ad avere una visibilità importante nelle strade, nelle piazze e in tutti i luoghi strategici frequentati dai consumatori, perché questo tipo di pubblicità integra e rafforza la visibilità del digitale.” A dirlo è Andrea Balestri, Ceo e Co-founder della Balestri & Balestri, una delle prime concessionarie di pubblicità dell’Emilia-Romagna che da 63 anni opera nella comunicazione e advertising e da oltre trent’anni ha creato una divisione specializzata ‘in esterna’. Una consulenza a tutto tondo che va dallo studio dei flussi di

Graz


QUELLA DI BALESTRI & BALESTRI È UNA CONSULENZA A TUTTO TONDO CHE VA DALLO STUDIO DEI FLUSSI DI TRAFFICO, ALLA SELEZIONE DEGLI IMPIANTI PIÙ VISIBILI E IMPATTANTI, ALLA DEFINIZIONE DELLA STRATEGIA, FINO ALLO STUDIO DEL GEOMARKETING E ALL’ACQUISTO.

traffico, alla selezione degli impianti più visibili e impattanti, alla definizione della strategia, fino allo studio del geomarketing e all’acquisto. “Non creiamo un format,” spiega Balestri, “ma un progetto a misura di cliente che si rinnova ogni giorno.” Le campagne pubblicitarie outdoor comprendono tutti i tipi di mezzi: poster, manifesti, pensiline, stendardi, gonfaloni, arredo urbano, cartelli stradali, in un mix tra fisso e dinamico, ovvero autobus, tram, metropolitana e camion vela. Tra i punti di forza c’è la georeferenziazione degli impianti, un servizio che pochi in Italia offrono. “Andiamo a cercare, georeferenziare e selezionare gli impianti di persona e siamo in grado di pianificare con la consapevolezza di quello che compriamo, a Milano come a Palermo come se fossimo a Forlì,” spiega Andrea Balestri.

“Trent’anni fa, per catalogare gli impianti, siamo partiti con la classica macchina fotografica 35 mm, le piantine cartacee e i file excel, per arrivare oggi a una digitalizzazione fotografica con dati statistici, valutazioni per viabilità e visibilità tutto georefenziato su Google Maps grazie a un software sofisticato e personalizzato, condivisibile con i nostri clienti. Abbiamo scelto e perseguito la strada della qualità certificata.” Più di 10.000 gli impianti georeferenziati in tutto il Nord Italia, comprese Toscana e Marche. “Dopo il periodo covid moltissime aziende, piccole medie e grandi, sono tornate a investire nella pubblicità in esterna,” prosegue Balestri. “Social e outdoor sono due canali complementari tra loro, un media mix che garantisce il risultato della campagna e che si rivela vincente.”

LA VELA “MAXI”

Una maxi vela di sei metri di base, per sette di altezza, per comunicare ‘in grande’. È l’ultima creatura nata in casa Balestri & Balestri, punta di diamante nel settore dell’outdoor advertising (pubblicità su strada) come evoluzione del più conosciuto camion vela. Con una superficie di esposizione di 84 mq (42 per facciata) e 8,5 metri di altezza da terra, la vela formato maxi che si apre a fisarmonica assicura una visibilità da centinaia di metri di distanza. Il servizio è garantito su tutto il territorio nazionale e, a differenza dei circuiti di affissione tradizionali, può essere on air in soli due giorni a partire dal momento della richiesta. Notevoli, grazie alla mobilità del Big Sail, sia l’effetto comunicativo che l’impatto visivo in piazze, strade e nei diversi luoghi selezionati di interesse. Questo prodotto di ultima generazione va ad aggiungersi alla già rodata flotta di dieci camion vela disponibili su scala locale e nazionale.

Comunica con NOI Comunicare per vocazione e per passione. È quello che fa, dagli anni Sessanta, Balestri & Balestri, la squadra di professionisti della comunicazione che ha attraversato i cambiamenti della società, interpretandone i messaggi e i linguaggi, con la competenza che ne fa una delle prime concessionarie di pubblicità della Romagna. Una realtà di punta che opera in molti settori: sale cinematografiche, Ippodromo di Cesena, Pallacanestro Forlì 2.015, Adriatic Golf Club Cervia Milano Marittima, Magazine e portale internet Milano Marittima Life, Life&Food, ltalianlifeStyle Batani Select Hotels, Forlì Airport. Partner di riferimento del Calcio Cesena per Marketing e Sponsoring, Infront Sports & Media, Club di Calcio di serie A e B per la pubblicità bordo campo e abbonamenti/biglietteria Corporate con Hospitality. Da oltre 25 anni Balestri & Balestri realizza campagne pubblicitarie in Outdoor a livello nazionale georeferenziando e valutando gli impianti affissioni: poster 6x3, manifesti, pensiline, stendardi, gonfaloni, arredo urbano, autobus, tram, metropolitana, camion vela, aeroporti, cartelli stradali e frecce segnaletiche di avvicinamento. Non creiamo un format sempre uguale, ma un progetto che si evolve ogni giorno!

zie per l’attenzione

T. 0543 30343Ufficiale di Pubblicità Forlì Airport Concessionaria Via ViaTrieste, Trieste,20 20• -47121 47121Forlì Forlì info@balestriebalestri.it - www.balestriebalestri.it Andrea Balestri di Pubblicità & Outdoor Specialist Concessionaria Cell +39 335 685.03.43 Tel 0543 30.343 direzione@balestriebalestri.com


DISINFESTAZIONI

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ARTE

TESSERE DI EMOZIONI I MOSAICI DI YLENIA ROMA TRA ESPRESSIONISMO E RICERCA

DI ALDO SAVINI

Come tanti ragazzi che avvertivano il fascino dei mosaici e dell’arte, alla fine delle scuole medie, Ylenia Roma nel 1992 si iscrive all’Istituto d’Arte per il Mosaico Gino Severini proprio perché più affine al suo modo di

essere. Dopo i tre anni base ha optato per l’indirizzo di restauro per entrare in contatto diretto con i mosaici: con la scuola si andava sul posto, e in quegli anni erano aperti gli scavi della Domus del Chirurgo a Rimini e

FOTO LIDIA BAGNARA

quelli della Domus dei tappeti di pietra in via Massimo D’Azeglio a Ravenna. Tra gli insegnanti ricorda particolarmente, per i primi anni, Marco De Luca e per il restauro Paolo Racagni. Finita la scuola ha lavorato con la

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DOPO AVER LAVORATO ALLA DITTA ETRA DI LUGO E ALLA SICIS DI RAVENNA, DURANTE LA PANDEMIA INIZIA A ESPLORARE UNA NUOVA FORMA DI MOSAICO DI RICERCA, CON L’USO DI MATERIALI DI RICICLO. TROVA COSÌ UNA NUOVA DIMENSIONE LIBERANDO LA CREATIVITÀ.

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ditta Etra di Lugo per 5 anni: è partita da mosaicista ma poi ha sperimentato sotto la guida di Michele Pagani anche il restauro pittorico. Per esigenze di stabilità, e soprattutto per avvicinarsi a casa per impegni familiari, è entrata alla Sicis di Ravenna, essendoci allora una grande richiesta di personale con una formazione lavorativa di base. Tuttora lavora con soddisfazione come mosaicista all’impostazione di lavori di grandi o piccole dimensioni: si parte da un formato pretagliato che poi viene successivamente lavorato con martelline e tenaglie per mosai-

ci destinati al rivestimento di alberghi e ville. Pur gratificata, avvertiva il desiderio, quasi un bisogno, di uscire da questa attività che richiedeva professionalità ma non un impegno creativo personale. L’occasione per sperimentare le proprie possibilità inventive le è stata offerta dalla pandemia, quando ha avuto il tempo che le è sempre mancato per iniziare a esplorare una forma nuova di mosaico di ricerca, con l’uso di materiali di riciclo. Il suo mosaico si allontana da quello bizantino e da quello moderno di tradizione, per la figurazione realista, ispirata all’espressionismo. I suoi lavori non sono molto studiati, sono piuttosto istintivi, partono da un’emozione e anche dall’aver individuato materiali che le stimolano l’immaginazione. Materiali ed emozione quindi la guidano per trovare il soggetto giusto, principalmente riconducibile alla figura femminile. Il punto iniziale sono gli occhi che devono essere espressivi ed è quasi immediata il richiamo al volto di Teodora nel grande mosaico in San Vitale. Poi procede alla costruzione completa dell’immagine con materiali diversificati, dalle conchiglie ai metalli, dai frammenti di ceramiche ai legni, dai vetri o piccoli oggetti d’uso quotidiano, ai marmi. In gran parte sono ritratti femminili immaginari, altri prendono spunto da persone reali a lei vicine che le suggeriscono

quell’emozione che le consente di indagarne la psicologia per fornire l’immagine di gioia, di sofferenza o di nostalgia propria del personaggio. Per l’aspetto tecnico, la formazione scolastica le ha fornito le basi, soprattutto la regola dell’andamento, che dà il movimento apparente con incastri che richiedono uno studio di forme e colori. Ylenia si lascia guidare sempre dal colore e cerca di trovare l’incastro perfetto, che può partire da una tesserina piccolissima accostata a quella più grande, per poi procedere cercando quelle soluzioni che rendono l’effetto visivo fortemente espressionistico, sia formale che cromatico. La realizzazione di un lavoro richiede molto tempo, quasi 20 giorni, a seconda della grandezza, anche se il metodo diretto risulta più veloce rispetto a un’opera su calce o argilla perché lavorato direttamente su un supporto di legno con paste e siliconi. Recentemente è entrata in contatto con Lea di Pixel Mosaici, con la quale collabora occasionalmente per workshop dedicati ai ritratti di animali, disponendo nel suo B&B di un laboratorio per corsi di mosaico. Nel periodo della Biennale esporrà con altri artisti nella Galleria Ravenna Art Gallery e parteciperà al progetto dell’Associazione Dis-Ordine con un’installazione nella Via Portone, museo a cielo aperto, la via storica dei mosaicisti.



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ProgettArti non è e non vuole essere solo un negozio: è un luogo in cui la creatività e il design diventano una vocazione. È uno studio, un laboratorio di idee, dove si incontrano l’arredamento di interni, la progettazione architettonica, il feng shui, la grafica e l’innovazione. La passione è ciò che tiene uniti tutti questi elementi, apparentemente diversi, ma profondamente simili. L’azienda nasce nel 2001 e da allora lavora con costanza e professionalità sulla gestione di tutto ciò che riguarda l’arredo, dal restyling all’oggettistica, dalle ristrutturazioni ai prodotti di design. Grazie all’esperienza e alla competenza di Raffaella Zanzi, già

professionista nel campo della progettazione di interni e nella vendita di mobili classici e moderni, ProgettArti è cresciuta anno dopo anno, per diventare un punto di riferimento nel proprio settore, avvalendosi della collaborazione di uno staff eterogeneo e capace. Un’azienda a gestione familiare sempre impegnata ad ascoltare il cliente nella ricerca di soluzioni su misura per ogni necessità. L’obiettivo di questa squadra di professionisti è capire i desideri del cliente, per trasformare un’idea in un progetto e trasformare un progetto in realtà. “Dal momento in cui ti rivolgerai a noi per arredare e completare la tua casa, il tuo ufficio o il tuo nego-

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zio, lavoreremo affinché tu sia soddisfatto del risultato.” Un buon progetto di interior design, infatti, parte dalla comunicazione e dal confronto: ProgettArti offre ai propri clienti un servizio consulting personalizzato, al fine di tradurre esigenze e desideri dei clienti nelle migliori soluzioni di arredo, in un dialogo costante su aspettative, gusti, funzioni, metrature. “Arredare una casa significa comprendere appieno gusti ed esigenze del committente per tradurli in soluzioni concrete, esclusive, personalizzate. Presso il nostro negozio troverai prodotti, campioni e cataloghi per aiutarti a scovare il tuo stile tra le nostre aziende fornitrici e partner, italiane e internazionali. Con la nostra assistenza, potrai orientarti tra le proposte e scegliere l’arredamento più interessante e funzionale alle tue esigenze.” Non solo: gli esperti di ProgettArti rimarranno a disposizione anche dopo l’acquisto e l’installazione dei mobili, pronti a intervenire in caso si presentino nuove esigenze o difficoltà a cui rispondere nel minor tempo possibile e con la massima cura. “Lo spazio è il nostro foglio bianco, il design è la nostra penna, la creatività è la nostra mano.”


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