Rimini IN Magazine 02 2024

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FILIPPO GRAZIANI

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Gamma
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EDITORIALE

Un numero estivo che si apre a ritmo di musica con l’intervista di copertina al cantautore Filippo Graziani, ora in tournée con un album contenente 8 brani inediti del padre Ivan. Incontriamo poi alcuni giovani e moderni contadini che hanno fatto della passione per la terra una professione, e i fratelli Bernardi, fondatori di una start up che ha a cuore la sostenibilità. Intervistiamo Tiziano Corbelli, artista che realizza luminarie con i versi d’autore più belli, e Maria Perchiazzi Guaraldi, co-fondatrice del concorso di danza Rudolf Noureev. Riscopriamo il Borgo San Giuliano, tra musica e tradizione, ed entriamo all’interno di una moderna villa cittadina. Infine, parliamo del docufilm Booliron, che racconta la storia dell’hip hop in riviera, e di Dj Gale e Dj Gerbo che da 25 anni animano l’estate. Buona lettura!

DI ANDREA MASOTTI

Edizioni IN Magazine s.r.l. Via Napoleone Bonaparte, 50 - 47122 Forlì | T. 0543.798463 www.inmagazine.it | info@inmagazine.it Anno XXIV N. 2 luglio/agosto Reg. di Tribunale di Forlì il 20/12/2000 n.34

Direttore Responsabile: Andrea Masotti Redazione centrale: Clarissa Costa, Paola Francia Coordinamento di redazione: Lucia Lombardi Artwork e impaginazione: Francesca Fantini Ufficio commerciale: Gianluca Braga Stampa: La Pieve Poligrafica Villa Verucchio (RN) Chiuso per la stampa il 8/07/2024

Collaboratori: Rita Celli, Arianna Denicolò, Annamaria Gradara, Irene Gulminelli, Milena Massani, Tommaso Panozzo, Flavio Semprini. Fotografi: Riccardo Gallini.

Tutti i diritti sono riservati. Foto e articoli possono essere riprodotti solo con l’autorizzazione dell’editore e citando la fonte. In ottemperanza a quanto stabilito dal Regolamento UE 2016/679 (GDPR) sulla privacy, se non vuoi più ricevere questa rivista in formato elettronico e/o cartaceo puoi chiedere la cancellazione del tuo nominativo dal nostro database scrivendo a privacy@inmagazine.it

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06 PILLOLE NOTIZIE DALLA PROVINCIA

08 PROFILI

18 CREAZIONI

LUCI

E GRAFFITI

PILLOLE

ELETTO PRESIDENTE

RIMINI | Alla Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini per il mandato 2024-2028 si è insediato il settimo presidente, il riccionese Paolo Pasini (nella foto, a destra), 74 anni, psicologo e psicoterapeuta, eletto dal Consiglio Generale. In Fondazione è socio dell’assemblea dal 2013 e membro del consiglio generale dal 2020. Pasini ha rivestito ruoli dirigenziali nel sistema sanitario pubblico, sia riminese che sammarinese, oltre a essere attualmente presente nel settore dell’automazione. Inoltre, è membro del Rotary Club di Rimini. “Penso a una Fondazione collegata saldamente con la comunità e con le Istituzioni,” dichiara Pasini. “Agiremo negli ambiti a noi vicini come la cultura, la formazione con l’Università in primis, l’assistenza e tutto ciò che ci ha storicamente distinto.”

BALEANI SBARCA IN TOSCANA

FORTE DEI MARMI | Il cuore romagnolo di Baleani Alta Gioielleria Riccione ora batte anche a Forte dei Marmi. Lo storico atelier di gioelli tailor made sbarca in Toscana portando sul Tirreno le proprie linee. Nel centro della località vacanziera, sinonimo di eleganza, lusso e cultura dell’artigianato, le sorelle Polly e Anna, coadiuvate dalla nuova generazione Baleani, Luca e Giovanni Sartini, per ampliare il business, hanno inaugurato uno scrigno luminoso, costellato di cristalli, giochi di specchi e preziosi marmi calacatta oro e mediceo. “Siamo stati accolti con entusiasmo,” chiosa Polly. “Al party inaugurale 50 affezionati clienti si sono dati appuntamento qui. Il Tirreno mi sta ispirando, presto uscirà una linea per Forte.”

NUOVA SEDE PER HITECO

CORPOLÒ | La nuova sede di Hiteco, azienda di Scm Group, specializzata in componenti meccatronici industriali, conta 9.000 mq complessivi, di cui oltre 7.000 destinati ad area produttiva. “L’inaugurazione della nuova sede a Corpolò,” dichiara il presidente di Scm Group Andrea Aureli, “conferma la volontà del gruppo di continuare a investire nel territorio dove è nato oltre 70 anni fa, e di acquisire nuove quote di mercato anche in un settore che è contraddistinto da significativi margini di crescita.” I progetti riguardano lo sviluppo di nuovi servizi digitali, sistemi IoT e prodotti dotati di algoritmi di intelligenza artificiale, oltre a un ampliamento dei settori delle lavorazioni in ottica Industria 5.0.

FILIPPO

IN TOUR CON

OTTO BRANI INEDITI DI PAPÀ IVAN

GRAZIANI

“Filippo è un bambino con le lacrime in tasca / E ha come un velo leggero di tristezza negli occhi / Adesso non sa, ma imparerà cos’è / Quella rabbia che ha dentro di sé / Quella rabbia che ha dentro di sé.” Recita così il ritornello del brano dal titolo La rabbia tratto da Ivan Graziani - Per gli amici, album di otto inediti uscito a distanza di 30 anni dal suo ultimo album di studio Malelingue per l’etichetta Rca Numero Uno/Sony Music, attualmente in vetta alle classifiche.

Il merito lo si deve alla famiglia che, grazie al ritrovamento in una fantomatica valigia di alcuni brani del cantautore Ivan Graziani (Teramo 1945 - Novafeltria 1997) incisi su nastro e mai pubblicati prima d’ora, li ha riportati alla luce, facendo un vero dono a tutti noi. Chissà se Filippo Graziani ha ancora quel velo di tristezza sugli occhi: “Come sempre papà ci aveva beccato, è una dedica a me. Quando abbiamo aperto i file per visionare il primo ascolto sapevamo di trovare questo brano. Mia madre Anna lo ricordava bene.

Sono cose emotivamente molto importanti per me e catartiche. Ora che mi spuntano i peli bianchi sulla barba sono un po’ più equilibrato, ma chi fa questo mestiere non lo è mai totalmente,” racconta il secondogenito Filippo Graziani. Voce e chitarra, cantautore, riceve nel 2014 la Targa Tenco, come ‘Migliore opera prima’ per il suo album da studio Le cose belle, impegnato da anni nella diffusione live del repertorio paterno.

Tutti parlano di questa valigia: “Per mantenere integri quei nastri bisognava tenerli lontano dalla luce e dal calore, si è un po’ fantasticato attorno,” ci sta! “Noi sapevamo dove fossero le cose, ma quando c’è una lunghezza di carriera come quella di papà, anche mettere le mani in formati così vecchi è complicato e a volte si rischia di fare peggio. Sapevamo che c’era ‘ciccia da grigliare’, per questo ci è voluto tempo per farla uscire,” spiega.

Filippo Graziani ha fatto il giro di molte case discografiche, ma alla fine ha deciso di anda-

DI LUCIA LOMBARDI FOTO UFFICIO STAMPA

re in studio ad arrangiare e produrre da sé. “Poi è arrivata la Numero Uno che guarda caso è la prima etichetta major di papà,” con la quale ha dato avvio al suo inizio di carriera solistica come Ivan Graziani. Quando i figli Tommaso e Filippo erano ancora piccoli, Ivan disseminava la casa di chitarre e altri strumenti, così entrambi hanno assorbito la passione per la musica senza imposizioni diventando due veri virtuosi. Tommy, il più grande, si muove dietro le quinte: “È un batterista e quel ruolo funziona bene quando serve la canzone e non il proprio ego. Da grande musicista quale è conosce la sua funzione e il ‘patacca’ lo fa fare a chi sta davanti. Mio fratello ha un grande senso del ritmo, non so neanche che voce abbia, magari tra i due potrebbe averla più bella lui,

IL CANTAUTORE, CRESCIUTO A NOVAFELTRIA, È IN TOURNÉE CON L’ALBUM

IVAN GRAZIANI - PER GLI AMICI DOPO IL RITROVAMENTO IN

UNA VALIGIA DI ALCUNI

NASTRI CONTENENTI

VECCHI PROVINI

REGISTRATI DAL PADRE E MAI PUBBLICATI

PRIMA D’ORA.

però non ce ne ha mai dato la prova,” scherza il cantante dalla esplicita ‘devozione’ per la chitarra, nutrita ampiamente diventando quasi un tutt’uno con lo strumento. “Le cose o si fanno bene o non si fanno,” dice. “È stato amore a prima vista, tutto è arrivato esponenzialmente con un trasporto totale, ormai la mia vita è scandita da quello.” Imbattersi in Revolver dei Beatles ha avuto un impatto dirompente. “Vengo dalla Romagna in cui si suona tanto e in molti luoghi, e fare gavetta suonando i Rolling Stones e i Beatles mi è servito.”

La timbrica della sua voce ricorda quella di Ivan ma per lui “queste cose qui stanno nell’orecchio di chi ascolta, dopo tanti anni non ci faccio più caso.”

La tournée è il punto di svolta di questo disco. “Personalmente rappresenta un livello di profondità all’interno del repertorio di papà che è completamente nuovo, perché tutto quello venuto prima sono canzoni a cui ho assistito, per le più famose non ero neanche nato. Ora la possibilità che ho è di avere un occhio e un piede nel repertorio di Ivan in maniera diversa, proprio perché in questo disco c’è anche qualcosa di mio: ho messo in maniera delicata anche me stesso, arrangiandolo, e per la prima volta vedo un disco di mio padre da dentro, è un punto di svolta molto importante. Si tratta di una tournée con sapore e trasporto diversi, il repertorio me lo cucio addosso per andare a unire i brani inediti coi pezzi storici, o i meno conosciuti dei lati B. Li sento più vicini.” I riferimenti musicali degli 8 brani, hanno le cose tipiche di Ivan: “Musicalmente mi ha stupito, lui era molto americano, veniva dall’ascolto del rock & roll degli anni Cinquanta e Sessanta e si sente.”

Questo disco offre a Filippo l’occasione di avere un vestito molto più su misura. “È un po’ anche mio, lo dico con felicità fra i denti, è una soddisfazione di magnitudine difficilmente spiegabile, come uomo e come musicista. Lavorare su un suo disco era un mio sogno, lo considero un vero regalo. Forse mu-

sicalmente è la cosa più grande che ho fatto nella mia vita. In questa modalità qui non potrò più replicare perché non c’è più materia prima. Nel futuro, chissà, potrò ricavarmi altre soddisfazioni anche più grosse.” La musica porta con sé tanti doni. In questo tour ci sono anche altri validi componenti, “tutti artisti ‘proloco’, a me piace mangiare casalingo,” dice. “Ovviamente mio fratello, poi Francesco Cardelli, uno dei Rangzen, con cui c’è un sodalizio musicale lungo quanto la nostra amicizia. L’ultimo entrato è Massimo Marches, grazie al legame di lungo corso stabilito con Tommy, ai tempi del loro Officine Pan, nome ispirato alla società di nostro padre. Poi c’è Stefano Zambardino, il

“HO LA POSSIBILITÀ DI VIVERE IL REPERTORIO DI PAPÀ IN MANIERA DIVERSA, IN QUESTO DISCO C’È ANCHE QUALCOSA DI MIO: HO MESSO IN MANIERA DELICATA ME STESSO, ARRANGIANDOLO, E QUESTO RAPPRESENTA UN PUNTO DI SVOLTA.”

nostro cuccioletto, il più giovane, di grande bravura. A me piace coltivare talenti e mettere a disposizione l’esperienza. I musicisti romagnoli non hanno nulla da invidiare agli altri, c’è capacità e forza, sono un cultore della scuola riminese, parliamo tutti lo stesso linguaggio.”

Le prove del tour si tengono a Novafeltria sotto le scuole superiori dedicate a papà Ivan perché “c’è una sala prove che funziona benissimo, siamo tutti della zona per cui è bello stare lì. Vengono a trovarci gli amici e sopra la sala c’è l’Istituto alberghiero e finché è stato aperto ogni tanto il pomeriggio le professoresse ci mandavano giù i biscotti e il mascarpone. Se non ti coccolano a casa, dove?”

Dopo il primo concerto romagnolo del tour

Ivan Graziani - Per gli amici tenutosi all’Auditorium di Morciano di Romagna ci si rivede al Meeting Music Contest ad agosto.

Ora abita a Milano con Catherine Poulain dj, modella e influencer, sposata nel 2021, e il figlio Ludovico. Il suo ruolo di uomo e artista “è un lavoro in divenire, si cerca di essere la migliore versione di sé. Milano è diversa da Rimini, ma cerco di mantenere la mia essenza anche là. Tolto che non trovo un posto dove facciano una piadina per il verso!”

IN QUESTE PAGINE, IL CANTAUTORE FILIPPO GRAZIANI. NELLA PAGINA PRECEDENTE, SUL PALCO A RIMINI.

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RITORNO

L’AMORE PER LA CAMPAGNA COME STILE DI VITA

ALLA TERRA

Lara Ossani e la sua famiglia si occupano di api fin dagli anni Ottanta. Dal 2016 questa passione è diventata un’azienda, Ape

Lara, e coinvolge tutta la famiglia: Lara e papà Domenico ‘sul campo’ a Case Mori e mamma Lorena in laboratorio.

La produzione è molto attenta alle tematiche bio. “Non siamo certificati ma lavoriamo i prodotti come se lo fossimo,” spiega Lara. “I trattamenti sono quelli regolamentati dal biologico e a Case Mori i nostri apiari sono circondati da coltivazioni bio delle quali si occupa mio padre. Abbiamo altri due apiari: uno a Casa Macanno e l’altra a Ca’ Masarot a Santarcangelo e anche per questi utilizziamo gli stessi processi.”

Attenzione alla biodiversità e niente ‘scorciatoie’ comode. Ma quanto e cosa produce Ape Lara? “Quanto si produce varia di molto in base al clima e, in questi ultimi anni, con gli sbalzi di temperatura improvvisi, le api si sono disorientate. Potremmo dire che produciamo dai 500 chili di miele in su, poi raccogliamo polline, propoli, pappa reale e cera.”

Quella della famiglia Ossani è una piccola azienda strutturata...

DI FLAVIO SEMPRINI
FOTO RICCARDO GALLINI

ma riescono a vivere di solo miele? “In realtà no,” spiega Lara. “Per sostenere una famiglia, un’attività come questa richiederebbe molte più api. Ape Lara è la mia principale occupazione ma realizzo anche progetti per le scuole.”

Interessante capire a quale pubblico e a quali acquirenti si rivolge l’azienda. “Quando ancora eravamo hobbysti, vendevamo alle persone del quartiere. Poi siamo diventati una vera e propria azienda e abbiamo fidelizzato i clienti che sono quasi tutte persone che ci conoscono e ha funzionato molto il passaparola.

A febbraio abbiamo già le prenotazioni per il miele che arriverà durante l’anno e vendiamo anche all’interno dell’agriturismo di Case Mori.”

Ad occuparsi di Ca’ Masarot a Santarcangelo – l’azienda agricola che nel ‘claim’ della pagina Facebook recita “agricoltura organica, sensibile, sostenibile” – è Elisa Zammarchi. Ma cosa si intende, esattamente, per organica, sensibile e sostenibile? “Ho scelto volutamente termini che non ci incasellino in un percorso predefinito perché gli approcci sono diversi e io vorrei essere flessibile e aperta,” dice Elisa.

TESTIMONIANZE DI GIOVANI E MODERNI

CONTADINI CHE

HANNO FATTO DELLA

PASSIONE PER LA TERRA

UNA PROFESSIONE:

APE LARA CON LA PRODUZIONE DI MIELE, CA’ MASAROT A SANTARCANGELO E L’AZIENDA

AGRICOLA BORDER

RIVER DI FRATTE DI SASSOFELTRIO.

“Sensibile perché voglio ascoltare ciò che la natura ha da dirmi, mettermi al suo servizio, invece di dominarla o possederla. Quindi, non abbiamo lavorazioni troppo impattanti per non ‘disturbare’ l’ecosistema. Organica nel senso di considerare l’entità agricola come un organismo nel quale tutti i fattori che concorrono a crearlo hanno un ruolo, compresi noi umani.”

È un approccio che richiede molta preparazione. “Cerco di studiare e di portare queste idee calandole nella nostra realtà,”

spiega. “Non esiste un vademecum definitivo, ma provo a utilizzare risorse non troppo difficili da trovare per dare vita a un’agricoltura di prossimità, mantenendo in equilibrio una ‘macchina’ che ha già un suo equilibrio. La sfida che stiamo affrontando è diversificare al massimo la produzione di frutta e verdura.”

L’attività portata avanti va oltre la vendita diretta alla ricerca di nuove strade. “Oltre ai mercati, adesso abbiamo rapporti solidi anche con i Gas, i Gruppi di acquisto solidale. Abbiamo anche avviato una Comunità di supporto all’Agricoltura: ce ne sono solo una ventina in Italia ed è un modello economico nel quale i consumatori diventano anche produttori partecipando alle attività agricole.”

Molto interessante è anche l’esperienza di Federico Berardi, del papà Paolo e della compagna Camilla Novali nell’azienda agricola Border River di Fratte di Sassofeltrio che a settembre diventerà un agriturismo. “Apriremo al solo pernottamento e offriremo pranzo e cena ai soli clienti della struttura,” dice Federico.

“All’interno dell’azienda, in particolare, sviluppiamo la linea

“ABBIAMO

AVVIATO UNA COMUNITÀ DI SUPPORTO ALL’AGRICOLTURA,”

SPIEGA ELISA. “CE NE SONO UNA VENTINA IN ITALIA ED È UN MODELLO ECONOMICO DOVE I CONSUMATORI DIVENTANO PRODUTTORI.”

vacca/vitello con le nostre fattrici di razza Angus, animali da pascolo che per dieci mesi l’anno sono sempre fuori dalla stalla. I vitelli vengono portati al mattatoio ma le carni sono lavorate nel nostro laboratorio. Abbiamo anche le pecore che affittiamo ai ragazzi che praticano la disciplina sportiva dello sheepdog. Inoltre, abbiamo un allevamento di cavalli. Vorremmo acquistare una puledra da ‘adattare alla carrozza’ per far prendere l’aperitivo in calesse agli ospiti del nostro

ormai prossimo agriturismo. Non mancano le oche e le galline da uova.”

“Il 90% per cento della nostra produzione è utilizzato dal nostro food truck che un tempo utilizzavamo per fiere e manifestazioni ma che oggi lavora solo in azienda,” prosegue Federico. “Abbiamo un’area dove serviamo solo hamburger di carne di nostra produzione. Insomma, abbiamo tante novità in procinto di partire, compresi i corsi yoga tenuti da Camilla.”

IN APERTURA, LARA OSSANI TITOLARE DI APE LARA. IN ALTO, ELISA ZAMMARCHI DI CA’ MASAROT A SANTARCANGELO. SOTTO, FEDERICO BERARDI DELL’AZIENDA AGRICOLA BORDER RIVER.

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LUCI

DA SANTARCANGELO A LITTLE ITALY LE PAROLE

LUMINOSE

DI TIZIANO CORBELLI

D’AUTORE

Solidarietà. Questa parola ha illuminato per la prima volta un cammino fatto di traguardi e successi per l’artista santarcangiolese Tiziano Corbelli, che grazie alle sue luminarie da anni ci fa sognare con il naso all’insù cantando le strofe più belle dei nostri amati cantautori e non solo. Com’è nata l’idea di illuminare le strade con le parole di grandi artisti?

“La prima ispirazione è arrivata da Torino dove fecero un’installazione luminosa dedicata a Gianni Rodari che rimase però piuttosto circoscritta. Così nel 2016, dopo un omaggio a Umberto Boccioni a Morciano, abbiamo deciso di decorare il centro di Santarcangelo di Romagna con alcune parole luminose le cui lettere unite insieme formavano la parola ‘solidarietà’. Il passo successivo è stato quello di inaugurare le luminarie natalizie omaggiando i nostri grandi poeti del dialetto romagnolo: Tonino Guerra, Giuliana Rocchi, Raffa-

UN CAMMINO

DI TRAGUARDI E SUCCESSI PER L’ARTISTA

SANTARCANGIOLESE

TIZIANO CORBELLI

CHE GRAZIE ALLE

SUE LUMINARIE

NATALIZIE ILLUMINA

LE VIE E LE STRADE

DELLE CITTÀ CON

I VERSI E LE PIÙ

BELLE STROFE DELLE

CANZONI D’AUTORE.

ello Baldini, Nino Pedretti, Annalisa Teodorani, Gianni Fucili. Qui si è accesa la magia e il progetto è stato accolto con grande entusiasmo.”

Un amore per la sua città che la contraddistingue da sempre.

“Sono nato e cresciuto nel cuore di Santarcangelo dove ho sco-

perto le Contrade giocando e me ne sono innamorato. Nel 1995, all’età di quindici anni, ho girato il mio primo video Santarcangelo storia e personaggi andando alla scoperta della storia delle mura che la abbracciavano e degli angoli più caratteristici del centro storico senza tralasciare quella dei personaggi più peculiari tra cui la poetessa Giuliana Rocchi, il fabbro Alfonso Giorgetti, il pittore Quinto Bonfè. Da quel momento ho sempre nutrito una passione intensa per la mia città, che mi ha portato a conoscere le più importanti realtà dell’associazionismo locale.”

Il progetto delle luminarie l’ha vista arrivare fino a New York.

“Sì, le luminarie dedicate a Nel blu, dipinto di blu di Domenico Modugno sono tuttora installate a Little Italy e vengono fotografate ogni giorno dai turisti. Sono riuscito a raggiungere questo obiettivo nel dicembre 2022 grazie a un rapporto iniziato dopo aver portato i versi di Modu-

DI IRENE GULMINELLI FOTO RICCARDO GALLINI

gno a Sanremo in occasione dei 70 anni del festival. Sono state tappe che mi hanno dato davvero tanta soddisfazione. Inoltre ci tenevo a mandare un forte messaggio legato all’immigrazione, ricordando quanto anche gli italiani siano stati coinvolti in questo fenomeno dandosi da fare

per affermarsi in un altro paese e quindi sarebbe importante riflettere sull’accoglienza necessaria a chi arriva nel nostro.”

Un’altra tappa fortunata è stata quella di Napoli in onore di Totò nel 2018 per l’anniversario dei 120 anni dalla sua nascita. “Una figura che amo da sempre

e che ho omaggiato ‘illuminando’ le parole della sua poesia Core analfabeta. Tutto nacque per caso mentre cercavo la casa nativa del Principe De Curtis e nel chiedere informazioni sono riuscito a trovare i contatti giusti per un progetto che è stato abbracciato dalla città intera. In questa occasione ho conosciuto anche la nipote Elena con cui sono ancora in contatto e mi è stato dedicato un capitolo nel suo libro A Napoli con Totò. Dalla sanità alla luna scritto con Loretta Cavaricci.”

Un percorso che l’ha vista omaggiare tantissimi artisti nelle ricorrenze più importanti e in numerose città.

“Dal 2018 collaboro con l’artigiano Antonio Spiezia e le mie esperienze lavorative hanno raggiunto città italiane e straniere tra cui Bologna – dove abbiamo ricordato Lucio Dalla con i 40 anni de L’anno che verrà, Cesare Cremonini, Francesco Guccini, Vasco Rossi, Raffaella

IN ALTO, L’ARTISTA TIZIANO CORBELLI, CHE PROGETTA LUMINARIE CON PAROLE D’AUTORE.

“LE LUMINARIE

DEDICATE A NEL BLU, DIPINTO DI BLU DI DOMENICO MODUGNO SONO INSTALLATE A LITTLE ITALY. HO RAGGIUNTO QUESTO OBIETTIVO NEL 2022

DOPO AVER PORTATO I VERSI DI MODUGNO A SANREMO.”

Carrà, John Lennon, Pier Paolo Pasolini, Ezio Bosso, Giacomo Matteotti – come Milano, Cremona, Reggio Emilia, Crotone, Trieste, Imola, Lugo, Pesaro, Madrid e tante altre. Ho avuto la possibilità di celebrare artisti con parole e immagini come Leonardo da Vinci e Canova, fra i poeti e scrittori Ovidio, Giosuè Carducci, Umberto Saba, Italo Svevo, Gianni Rodari, tra i cantautori Lucio Dalla, Pino Daniele, Domenico Modugno, Rino Gaetano, Toto Cutugno, Jovanotti, Zucchero, Secondo e

Raoul Casadei, interpreti come Mina, Raffaella Carrà, fra i compositori Gioacchino Rossini, nel mondo del cinema Ugo Tognazzi e nello sport da Ayrton Senna a Gianluca Vialli.

Quali sono le sue passioni? “Amo il cinema dal Neorealismo fino alle commedie anni Ottanta, prediligo i registi italiani da Federico Fellini a Pier Paolo Pasolini, da Luchino Visconti a Vittorio De Sica. Stimo i compositori Armando Trovajoli, Ennio Morricone, Piero Piccioni, Nino Rota e Piero Umiliani.”

IN QUESTA PAGINA, ALCUNI PROGETTI REALIZZATI DA CORBELLI TRA NEW YORK, BOLOGNA E SANREMO.

L’ORO

LA PESCA SMART E SOSTENIBILE

DEI

FRATELLI

BERNARDI

DEL MARE

Dal mare Adriatico al mondo, il vento delle idee innovative e super green dei due fratelli Lorenzo e Luca Bernardi di Santarcangelo di Romagna è sempre in poppa. I due imprenditori, giovanissimi – 30 e 28 anni – fanno parte della quarta generazione di una famiglia storica di pescatori riminesi che da ben novant’anni anni ‘lavora’ il mare.

La loro start up Vongole Bernardi, premiata da Nuove Idee Nuove Imprese e da altre realtà nazionali, è partita nel 2022 con la vendita online di vongole in un packaging biodegradabile e super innovativo, per gustare subito il prodotto, dopo averlo cotto al vapore con il microonde. Ma le idee dei Bernardi non si sono fermate qui: oggi il loro prodotto viene sgusciato, confezionato e spedito in tutta Europa e anche oltreoceano, negli Stati Uniti e in Giappone. Lorenzo e Luca sono attenti anche all’ambiente e lo scarto dei gusci, una volta tolto il mollusco, viene pulito e

DAL MARE ADRIATICO

AL MONDO. LA START UP DI LORENZO E LUCA BERNARDI È PARTITA NEL 2022 CON LA VENDITA ONLINE DI VONGOLE IN UN PACKAGING INNOVATIVO. OGGI IL LORO PRODOTTO VIENE SGUSCIATO, CONFEZIONATO E SPEDITO IN TUTT’EUROPA E OLTREOCEANO.

spedito nel Nord Italia per essere riciclato come mangime per polli. “La nostra è sempre stata un’attività circolare e stiamo cercando di non creare scarto da ciò che realizziamo,” racconta Lorenzo, il fratello maggiore.

“Lavoriamo dal prodotto appena pescato, grazie alle nostre imbarcazioni, e prepariamo subito la vongola sgusciata con l’utilizzo di macchinari di nostra produzione. Il mercato della vongola sgusciata è un mercato ritrovato e in Italia non ci sono molte altre realtà simili alla nostra: siamo un unicum. Ormai si trova solo prodotto turco sul mercato.”

La storia della famiglia Bernardi parte da lontano. “Oltre all’esperienza decennale di tutta la nostra famiglia, siamo in mare da quando eravamo piccoli. Abbiamo sempre frequentato pontili, porti e vongolare a Rimini. Le vongole dell’Adriatico sono un prodotto d’oro che ci invidia tutto il mondo, ne abbiamo in grandi quantità anche se il loro utilizzo è in calo, per questo abbiamo deciso di coprire il ‘buco’ di mercato a livello nazionale. Dopo la vendita online, ci siamo buttati sullo sgusciato messo in vasetto, con anche il brodo delle vongole, tutto pronto per la

DI RITA CELLI
FOTO RICCARDO GALLINI

cottura: sterilizzato e impacchettato. Abbiamo anche una parte di mercato nel surgelato e clienti in tutta Europa e anche il mondo della ristorazione italiana nel Nord America e in Giappone è ormai una presenza fissa.”

Ad oggi, il fatturato dell’azienda si attesta sul mezzo milione di euro. “Siamo molto contenti e non ci fermiamo mai. La filiera è totalmente gestita da noi. Peschiamo con due barche a Rimini e Cattolica, con i nostri familiari, per avere una fornitura annuale senza fermi pesca. Poi portiamo le vongole a Santarcangelo, sede centrale per i trasporti. Selezioniamo il prodotto, laviamo, sgusciamo e impacchettiamo. Siamo cresciuti nel rispetto per l’ambiente con una pesca smart e sostenibile, su misura, perché peschiamo solo la quantità di vongole venduta in giornata.”

Che cosa succede ai gusci quando vengono scartati? “Li raccogliamo e il materiale di

scarto diventa un super integratore naturale di calcio, potassio e sale, per i polli. Ci stiamo raffinando con lavaggio e stoccaggio e la nostra idea è di poter utilizzare anche i gusci per trasformarli in altro materiale. Ci piacerebbe infatti riutilizzarli per la bio edilizia,” spiega Lorenzo Bernardi. “È un’idea ancora embrionale ma abbiamo già contattato aziende vicine a noi nel riminese, di livello internaziona-

le, per realizzare progetti comuni.” Non mancano per il futuro nuovi e ambiziosi obiettivi. “Il nostro prodotto è molto richiesto nel settore della ristorazione, vorremmo crescere nei mercati internazionali e avere nuovi partner per la ricerca di sistemi circolari, investitori che abbiano voglia di lavorare con noi per realizzare nuovi progetti green e distributori e commerciali per l’Italia e l’estero.”

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IN PUNTA

QUINTA EDIZIONE DEL CONCORSO RUDOLF NOUREEV

DI SOGNI

Quella di Maria Perchiazzi Guaraldi più che passione per la danza è piuttosto “dedizione per i Maestri delle arti da palcoscenico tutte.”

Stabilitasi in Francia al seguito della famiglia, originaria di Noci, in Puglia, è sposata da quarant’anni con il riminese Mario Guaraldi, conosciuto a

Firenze quando la sua casa editrice aveva sede lì. “Venne alle prime della stagione che organizzai a Firenze a Palazzo Pitti. Io, essendo bilingue, avevo scelto l’Italia e Firenze per creare un luogo dove accogliere perle di novità. Il Teatro Regionale Toscano aveva concesso di aprire questo teatro che si trova nell’a-

la sinistra di Palazzo Pitti. Fu un successo straordinario di stampa e di pubblico,” racconta Maria Perchiazzi Guaraldi. “Siamo arrivati a Rimini nel 1982 e, poiché viaggiavo tantissimo per cercare e promuovere nuovi talenti, l’idea di vivere in Romagna e stabilirci in una casa sulla collina la consideravo equilibrante.”

DI MILENA MASSANI
FOTO RICCARDO GALLINI

MARIA PERCHIAZZI GUARALDI È COFONDATRICE DEL CONCORSO DI DANZA

DEDICATO ALLA FIGURA DI RUDOLF NOUREEV, GIUNTO QUEST’ANNO ALLA QUINTA EDIZIONE. “UN’OPPORTUNITÀ PEDAGOGICA UNICA NEL PANORAMA ITALIANO PER TANTI GIOVANI TALENTUOSI.”

Fino ai 18 anni era entrata in teatro solo con i suoi insegnanti, per vedere Molière o Racine. Poi, in Francia, al primo anno universitario, “il caso volle che uno dei miei docenti in Giurisprudenza fosse Jack Lang, fondatore del Festival Mondiale del Teatro Universitario, frequentato dai direttori di tutto il mondo per prendere spunto e scoprire nuovi talenti.” E lì vide i primi spettacoli di danza contemporanea. “Parliamo di capolavori, di Pina Bausch con Café Müller, oppure Kazuo Ohno, fondatore della danza Butoh giapponese con La Argentina,” racconta.

NELLA PAGINA PRECEDENTE, MARIA PERCHIAZZI GUARALDI, ORGANIZZATRICE E CURATRICE DI IMPORTANTI EVENTI E CO-FONDATRICE DEL CONCORSO RUDOLF NOUREEV. SOTTO, A SINISTRA, INSIEME A MARTHA GRAHAM PRESSO IL TEATRO PETRUZZELLI. A DESTRA, IN GIAPPONE INSIEME A CARLA FRACCI.

Ed è lì che ha imparato “a riconoscere e a distinguere la bellezza, intesa non solo come estetica ma dal punto di vista dei contenuti dell’opera,” aggiunge. “Divenni poi corrispondente italiana del decano dei Festival, quello di Avignone.”

In seguito, grazie alla ‘sacerdotessa’ della danza contempora-

nea Martha Graham, un altro monumento del Novecento, conobbe Rudolf Noureev. “Sono orgogliosa di averla invitata in Italia e in Europa, dopo trent’anni di assenza. Forte del successo italiano ottenuto a La Scala, al Petruzzelli, al Maggio Fiorentino e all’Opera di Roma, è stata riammessa in tutta Europa. All’epoca Noureev era direttore del Corpo di Ballo dell’Opéra de Paris,” ricorda. “Jack Lang, ministro della Cultura in Francia, diede a Martha Graham la Legion d’onore sul palco dell’Opéra e Noureev danzò per lei un suo classico, poi seguì la cena all’Ambasciata americana con lui, Martha e i suoi danzatori.”

Maria Perchiazzi Guaraldi è co-fondatrice del Concorso Rudolf Noureev giunto quest’anno alla quinta edizione. Otto candidati, di cui due riminesi, da quattro nazioni e 52 partecipanti agli stage internazionali. “La sera del 21 luglio avremo l’onore di ospi-

tare Polina Semionova, Principal Dancer presso l’American Ballet Theatre dal 2012, e Max Darlington, vincitore del primo premio all’edizione del 2021.”

La serata mostra in crescendo il lavoro dei più piccoli fino alle Étoiles, “dando vita a un evento davvero unico che spero venga apprezzato dal pubblico riminese. Ma senza il Teatro Galli, senza il sostegno dell’amministrazione comunale e senza il sostegno della Fondazione Noureev a Rimini, non sarebbe stato possibile. Questo progetto è un’opportunità pedagogica unica in Italia. Lavorare con questi Maestri, tutte Étoiles eredi di Noureev, sui capolavori di questo genio, significa mettersi alla prova seriamente dal punto di vista tecnico e artistico per tanti giovani talentuosi. Non offriamo premi fine a sé stessi, bensì opportunità di crescita professionale per chi desidera intraprendere questo percorso artistico.”

Den è l’aiutante speciale dei dentisti presso la Clinica Merli, nonché amico fidato dei nostri piccoli pazienti. Con il suo sorriso contagioso accompagna i bambini durante le visite, aiutandoli a superare qualsiasi timore. Scopri con Den le buone pratiche per prevenire carie e alterazioni della crescita dentale.

RIMINI | FORLÌ | MORCIANO DI ROMAGNA

Dott.ssa Eugenia Ra aelli

www.clinicamerli.it

FESTA

LA RINASCITA DI BORGO

SAN GIULIANO

TRA

MUSICA E TRADIZIONE

DE’ BORG

Il visitatore che oggi passeggia fra i vicoli del Borgo San Giuliano di Rimini non può non rimanere incantato ammirando le coloratissime case a schiera, le numerose piazzette pavimentate con i sampietrini e i caratteristici murales. Molti turisti però ignorano che, fino a pochi decenni fa, il Borgo fosse una delle zone più malfamate di Rimini. Ad abitarlo, negli anni Sessanta e Settanta erano soprattutto ex pescatori (divenuti bagnini), tassisti con un passato da fiaccherai, prostitute, disoccupati. Agli autoctoni si erano poi aggiunti immigrati, provenienti dall’interno o dal meridione, per godere del benessere derivato dall’inarrestabile sviluppo turistico del dopoguerra. Molte le case abbandonate: i loro proprietari erano emigrati all’estero in cerca di fortuna oppure si erano semplicemente trasferiti a San Giuliano mare o all’Ina-casa, in dimore meno umide e diroccate.

TORNA LA ‘FESTA DE’ BORG’ NELLE STRADE

DI BORGO SAN GIULIANO, A RIDOSSO DEL PONTE DI TIBERIO, TRA LE COLORATISSIME

CASETTE A SCHIERA, LE PIAZZETTE CON I SAMPIETRINI E I CARATTERISTICI MURALES.

Alcuni riminesi (o turisti) si spingevano oltre il ponte di Tiberio solo per andare a mangiare in una di quelle trattorie di pesce oramai divenute celebri, come il Lurido o la Marianna; altri invece si tenevano alla larga, avendo quasi paura di entrare in quello storico covo di anarchici.

E così, mentre Rimini cambiava il proprio volto, il Borgo deca-

deva. L’amministrazione comunale decise allora di intervenire, coinvolgendo il rione nel visionario progetto dell’architetto

De Carlo: le casette a schiera sarebbero state abbattute attuando poi un utopico progetto di costruzione autogestita. I borghigiani si opposero al piano con tutte le loro forze, non potendo accettare che le case, nelle quali erano nati o che, con sacrificio, avevano acquistato, venissero rase al suolo.

La rinascita dovette invece cominciare dall’interno, da un comitato di volenterosi abitanti che si oppose al degrado. Fra le varie iniziative poste in essere, a dettare un deciso cambio di passo fu una festa del quartiere. L’idea degli organizzatori era quella di porgere la mano alla città, invitarla a conoscere il Borgo, abbattere insomma quei pregiudizi che aveva creato un’invalicabile barriera fra le due sponde originarie del Marecchia. A dimostrazione di ciò, in quella sera di settembre

DI TOMMASO PANOZZO FOTO RICCARDO GALLINI

TERRITORIO

L’APPUNTAMENTO

2024 AVRÀ IL SIGNIFICATO DI UNA RINASCITA. IL TEMA

SARÀ LA MUSICA

DA BALLO DEL DOPOGUERRA, DALLO SWING PORTATO DAGLI

ALLEATI FINO ALLA

MUSICA DELLE CELEBRI DISCOTECHE DELLA COSTA.

del 1979, vennero bruciate delle porte di cartapesta, erette per l’occasione all’inizio del Ponte di Tiberio, facendo strada alla banda cittadina proveniente da corso d’Augusto.

I riminesi che, a poco a poco, si riversarono fra i vicoli trovarono bancarelle, musica, luci e mostre d’arte. L’evento fu un tale successo che spinse i borghigiani a replicare successivamente la festa il primo fine settimana di settembre degli anni pari. Nel corso dei decenni l’evento è diventato un appuntamento fisso del fine estate riminese, ospitando, ad ogni edizione, decine di migliaia di persone e attirando l’attenzione sul borgo, oggi abitato da professionisti, impren-

ditori e artisti attratti da quel modo di vivere che ha sempre caratterizzato il quartiere. Particolarmente importante la festa del 1994, organizzata pochi mesi dopo la morte di Federico Fellini e dedicata proprio al regista. In quell’occasione vennero realizzati i primi murales a tema felliniano che hanno fatto nascere la leggenda secondo la quale il Maestro sarebbe vissuto o addirittura nato fra i vicoli del Borgo.

La festa di quest’anno avrà, come quella del 1979, il significato di una rinascita. A causa della pandemia che, per diverso tempo, ha impedito ogni tipo di assembramento, il Borgo non organizza la propria festa da ben sei anni.

Nel 2020, infatti, con mascherine sul volto, si è tenuta una ‘non festa del Borgo’, nella quale si è ricordato Fellini a cento anni dalla nascita. Nel 2022 la festa non si è proprio tenuta. Il prossimo settembre, invece, il Borgo tornerà ad accogliere i suoi ospiti: tema della festa sarà la musica da ballo della Rimini del dopoguerra, dallo swing portato dagli Alleati fino alla musica delle celebri discoteche della costa. L’auspicio è che l’edizione di quest’anno non si riduca a una semplice occasione per richiamare nuovi visitatori ma che offra lo spunto alla piccola comunità di riflettere sulla propria storia cercando di ricostruire la propria identità.

ADVERTORIAL

RAGGINI

LO SPAZIO OUTDOOR A TUA MISURA

L’AZIENDA RIMINESE

HA INAUGURATO

RAGGINI SUN

PROJECT, IL NUOVO

SHOWROOM

DEDICATO

ALL’OUTDOOR IN CUI TROVARE LE MIGLIORI SOLUZIONI PER PERGOLE, TENDE DA SOLE, ARREDI E COMPLEMENTI.

Raggini è un’azienda che produce tende da esterno e interno, complementi d’arredo, mobili e tanti prodotti e accessori utili per la casa: dalle pergole (anche bioclimatiche) alle vetrate panoramiche, dalle tende e accessori tessili alla carta da parati e molto altro ancora. Il 13 e 14 aprile scorsi ha inaugurato un nuovo showroom dedicato all’outdoor, con una grande festa in collaborazione con Fluxo Movement. Si chiama Raggini Sun Project “Abbiamo voluto organizzare una festa in grande perché è stato il compimento di un lungo percorso, iniziato prima del Covid con lavori che, inevitabilmente, si sono protratti nel tempo,” spiega Silvia, architetto e titolare con il

fratello Marco dell’azienda: sono la terza generazione di Raggini impegnati nell’impresa di famiglia.

“Marco ed io stiamo portando le nostre professionalità ed esperienze differenti in azienda, nella quale siamo praticamente cresciuti e ci stiamo impegnando al massimo per farla prosperare,” continua a raccontare Silvia. “Io mio occupo dell’interior design e mio fratello dell’outdoor. Proprio per questo ramo aziendale abbiamo voluto creare il nuovo spazio in via Ausa 88 sulla superstrada per San Marino, a pochi passi dallo showroom storico. Negli ultimi anni abbiamo sviluppato moltissimo la produzione di pergolati, tende da sole, arredi per esterni,

dehore, minipiscine, fioriere… e queste realizzazioni meritavano un’esposizione adeguata. Anche perché per noi è importante far capire che il nostro lavoro non si limita più alla sola ‘schermatura solare’ ma ci occupiamo di arredo esterno a 360 °. Dopo il Covid tutti ci siamo resi conto di quanto sia importante avere uno spazio outdoor da vivere con le maggiori comodità possibili.”

Chi ha ideato il nuovo showroom?

L’idea di aprire un nuovo showroom è stata di mio fratello Marco, mentre il progetto degli spazi interni e della facciata esterna è stato interamente seguito da me. Layout, colori, materiali: tutto è frutto della mia fantasia. Ci siamo

“SIAMO SPECIALIZZATI NELL’ARREDO OUTDOOR A 360°, DALLE STRUTTURE PER LA PROTEZIONE SOLARE ALL’ARREDO ESTERNO, CON SOLUZIONI ANCHE FUORI DAGLI STANDARD, SIA PER AZIENDE CHE PRIVATI.”

voluti mettere alla prova. Il fronte esterno ha linee moderne e pulite e utilizza, in parte, materiali che noi stessi vendiamo. L’intenzione è quella di comunicare creatività, trasparenza e affidabilità. Non sarà solamente un’esposizione di prodotti ma un’esperienza immersiva nel nostro concetto di spazio outdoor, nel quale organizzeremo nei prossimi mesi anche corsi di formazione specifica dedicati agli studi di progettazione.”

Qual è il vostro core business?

“In questo momento, le pergole. Per queste, siamo specializzati nel ‘su misura’ e possiamo risol-

vere situazioni fuori dagli standard. I clienti si affidano a noi e alla nostra esperienza proprio per realizzare progetti particolari e originali anche in contesti difficili da interpretare ma, grazie alla nostra professionalità e alla nostra abitudine ad affrontare le sfide, troviamo sempre una soluzione. Tende da sole e per interni rappresentano sempre una parte importante della nostra produzione su misura e poi, a scalare, tutto ciò che gli gira attorno: dall’arredamento ai complementi. Stiamo progettando moltissimo anche per la clientela

business, che apprezza molto il fatto di poter avere un unico interlocutore per l’intero progetto, risparmiando tempo e denaro.” Può farci qualche esempio? “Abbiamo arredato, in esterni e/o interni, edifici quali Palazzo di Varignana a Castel San Pietro Terme. Un complesso che è un po’ resort e un po’ country house di altissima classe, ospitato in un palazzo del primo Settecento, molto attento al comfort degli ospiti. Abbiamo realizzato di recente delle grandi vele su misura per il centro direzionale Coop Reno a Bologna, un edificio mo-

derno e altamente hi-tech. Poi, l’hotel Atlantic e l’hotel WE ME a Riccione, per i quali abbiamo arredato le stanze da letto con tendaggi e accessori tessili su misura. Per l’esterno di questi abbiamo studiato delle soluzioni totalmente personalizzate per regalare ombra e frescura agli ospiti. In questo momento stiamo progettando gli arredi interni ed esterni di una villa storica a Ravenna. I progetti sono quindi tanti e diversificati: basta andare sul nostro sito www.raggini.com per vedere molte delle nostre realizzazioni per aziende e privati.”

ARCHITETTURA

VILLA

CITTADINA

IMMERSA

NEL

URBANA

DI LUCIA LOMBARDI FOTO RICCARDO GALLINI

DALLA

RIQUALIFICAZIONE

DI UN EDIFICIO DEGLI

ANNI CINQUANTA

NASCE UNA MODERNA

VILLA CITTADINA A RIDOSSO DEL CENTRO

STORICO IN CUI LA VEGETAZIONE E LA

LUCE SONO PARTE INTEGRANTE DEL PROGETTO.

ARCHITETTURA

Dalla riqualificazione di un edificio degli anni Cinquanta è emersa una moderna villa cittadina collocata in un’area fortemente antropizzata a ridosso del centro di Rimini, dove il verde della vegetazione e la luce diventano parte integrante del progetto, per un rapporto quattro stagioni di stretta connessione tra spazi interni ed esterni.

L’edificio, adagiato in un lotto lungo e stretto abbastanza difficoltoso da affrontare, è risultato altamente stimolante per lo studio archiNOW! degli architetti Marcello Dellarosa, Luca Foschi e Stella Andriani. “Rispondere ai quesiti della committenza e al programma funzionale di creare due appartamenti non era così scontato,” racconta

Dellarosa. “Il progetto indaga il rapporto tra la massa e il vuoto, per cui l’architettura che abbiamo espresso,” prosegue, “svela un buon radicamento a terra con il costruito attraverso una caratterizzazione di massa importante. Allo stesso tempo l’uso delle trasparenze e dei vuoti ha alleggerito la costruzione, tant’è che il piano superiore a mo’ di cannocchiale permette di proiettare la vista su visuali differenti.”

Il volume del piano alto è staccato dal resto attraverso un taglio strutturale che crea una fenditura da cui permea luce naturale così da rafforzare l’effetto sospensione, alleggerire la massa e, al contempo, grazie a uno sbalzo, definire la corte d’ingresso in cui si crea un giardino intimo, una

sorta di oasi cittadina di tranquillità prospiciente la strada principale di accesso.

Analogamente a quanto realizzato nel piano superiore col cannocchiale, le trasparenze sono state mantenute su ambo i lati dell’edificio e in entrambi i piani dell’abitazione di circa 300 mq. L’interno della villa trasmette una tranquillità zen, come nella cucina ad angolo con vista bifacciale effetto sfondamento, dotata di una finestra orizzontale a taglio, posta sul piano cottura e lavabo, che inquadra un totemico acero rosso e il piccolo giardino segreto, mentre sul davanti verso la sala da pranzo una grande vetrata affaccia sul giardino abitato da un generoso frassino, una vera isola di decompressione. Anche la palette di colori della casa dall’effetto corteccia trova riscontro nella vegetazione. L’apertura orizzontale offre una migliore qualità del vissuto, instaurando un dialogo con ciò che l’attornia.

“Non è bellezza fine a se stessa, da ‘cosmesi’ dell’edificio,” spiega l’architetto. “Se immaginiamo questo spazio nel quotidiano, quale luogo in cui si prepara il cibo, il fatto di poterlo fare proiettando lo sguardo nel verde circostante, dà valore aggiunto alla dimensione spaziale, diversa dalla bellezza intesa come un bel rivestimento, diventa esso stesso rivestimento naturale che cambia insieme alla mutevolezza delle stagioni, offre un atteggiamento più profondo e spirituale, donando una bellezza impalpabile, quella cosa che percepisci interiormente, che è più una sensazione. Abbiamo lavorato sul concetto di qualità che genera uno spazio. Ecco perché le aperture sono sempre in asse con le piante esterne,” chiosa Dellarosa. “Questo permette un

“SE IMMAGINIAMO

QUESTO SPAZIO NEL QUOTIDIANO, QUALE LUOGO IN CUI SI PREPARA IL CIBO, IL FATTO DI POTERLO FARE PROIETTANDO LO SGUARDO NEL VERDE DÀ VALORE AGGIUNTO ALLA DIMENSIONE SPAZIALE.”

dialogo continuo con le stagioni e le ore del giorno e della notte che permeano e abitano la casa insieme ai committenti.”

Il living asciutto ed elegante è caratterizzato da una libreria a tutta altezza in ferro su disegno posta alle spalle di un ampio divano in tessuto, sovrastato da una fenditura a soffitto da cui permea la luce zenitale e si scorge il cielo. “Ci piace la sensazione indiretta che genera questa apertura, proiettando all’interno le ombre della vegetazione esterna,” spiegano gli archiNOW! “Dove abbiamo potuto, abbiamo creato fenditure luminose in diversi punti della copertura.”

Per accedere al piano superiore si sale una scultorea scala a sbalzo rivestita in legno spazzolato, caratterizzata da una parete portante in cemento armato molto materica, cruda. “Il pianerottolo è totalmente distaccato da

essa per rafforzare la sensazione di sospensione e leggerezza. Il cemento armato rappresenta il baricentro centrale su cui si é generato il progetto della casa, era quindi necessario che rimanesse tale senza celarlo, lasciandolo nella sincerità della sua funzione. Nella zona notte il rapporto con l’esterno è mediato dal verde che diventa anche un elemento di mediazione per la privacy, in binomio con i frame che creano all’interno un ambiente molto intimo e una visione cinetica e vibrante in facciata.”

La connessione con ciò che c’è fuori è sempre instaurata, persino nel bagno padronale attraverso una fenditura verticale, “ovvero un passante chiuso da un vetro incassato, che crea come una nicchia luminosa, attraversa la camera e proietta la vista ver-

so il frassino d’ingresso,” spiega Dellarosa. “Il concetto è che la nostra ricerca compositiva va oltre il design per dare profonda qualità al tutto.”

Come si nota dai dettagli pensati per la villa, agli archiNOW! preme porre in risalto i materiali nella loro specificità, per esempio il vetro è presente in maniera preponderante, mentre negli arredi si fa grande uso del legno spazzolato per enfatizzare la parte sensoriale. “Ci piace pensare alla dimensione olfattiva di uno spazio e alle sensazioni generate dai materiali naturali.”

Per chi progetta, l’obiettivo si può intendere raggiunto quando il committente, una volta chiuso il portone dietro di sé, tira un sospiro di sollievo e avverte una profonda sensazione di benessere e di equilibrio interiore.

MARRY NAILS REZMERITA ACADEMY

I SEGRETI PER UNGHIE DA SOGNO

Mariana Rezmerita non è solo una professionista esperta nel settore dell’onicotecnica, ma anche una donna appassionata e una mamma tenace. Da sempre affascinata dal mondo del benessere e della bellezza, si è rimboccata le maniche per trasformare la sua passione in una carriera di successo aprendo lo studio

Marry Nails Rezmerita Academy a Rimini, dove offre corsi di ricostruzione unghie aggiornati e di alta qualità.

Mariana si è infatti specializzata presso il prestigioso corso TTP

Onix Academy Milano – rinomato per il programma formativo d’eccellenza e per la completezza degli argomenti trattati – diventando così una docente beauty qualificata. “Questa accademia è stata cruciale per completare e perfezionare l’esperienza che

MARIANA REZMERITA, DOCENTE ONIX ACADEMY, ORGANIZZA CORSI DI FORMAZIONE

BASE PER LA RICOSTRUZIONE

UNGHIE CON TECNICHE

AGGIORNATE E DI ALTA QUALITÀ.

ho acquisito negli anni, e per questo ringrazio il direttore generale di Onyx Academy, Daniele Salamina. I corsi che oggi propongo presso il mio studio hanno l’obiettivo di svelare i segreti della ricostruzione delle unghie e aiutare le persone a sentirsi e a vedersi al meglio,” spiega la docente. “Il metodo che insegno è completamente rivoluzionario rispetto ai metodi tradizionali con le cartine: si basa solo su tecniche avanzate Dual Form, un approccio che permette di ottenere risultati fantastici, senza avvallamenti, e un lavoro più preciso ed efficiente che riduce il tempo di limatura e il consumo dei prodotti.”

Questa estate, presso il Marry Nails Rezmerita, sono già in pro-

gramma i nuovi corsi base di ricostruzione unghie, adatti sia ai principianti sia a chi lavora già nel settore e desidera affinare le proprie abilità e migliorare la qualità dei propri servizi. “I corsi forniscono le competenze fondamentali per diventare dei professionisti in grado di padroneggiare tecniche avanzate e prodotti di alta qualità. Il programma è concentrato e intenso, della durata di un giorno: comprende una parte teorica ma è soprattutto focalizzato sulla pratica e sulle esercitazioni Agli iscritti viene fornito il kit e, al termine della giornata di formazione, il certificato di partecipazione.” Per coloro che desiderano proseguire con la propria formazione, Mariana offre anche altri due livelli di corso: uno avanzato per unghie lunghe e uno focalizzato sulle tecniche di design e Nail Art “Oltre alla mia carriera professionale, sono anche una mamma orgogliosa di due meravigliosi figli, Brayan e Saymon,” racconta Mariana. “Gestire il mio centro estetico e la mia famiglia non è sempre facile, ma trovo che l’equilibrio tra lavoro e vita familiare sia estremamente gratificante. Vi aspetto per farvi scoprire un mondo nuovo della bellezza, per accontentare i vostri clienti e per raggiungere il successo!”

PH VICTORIA SAVRUK

MUSICA

SAPORE

DJ GALE

E DJ GERBO

DA 25 ANNI

ANIMANO L’ESTATE IN RIVIERA

DI SOUND

Da venticinque anni animano l’estate, e non solo, di Cattolica, la Regina dell’Adriatico, riuscendo a mixare con il giusto sound diverse generazioni, unite da una colonna sonora che negli anni si è evoluta adattandosi ai tempi pur rimanendo sempre fedele a se stessa. Artefici di questo longevo successo sono DJ Gale e DJ Gerbo, all’anagrafe Luca Galeazzi e Roberto Gerboni, amici da sempre, colleghi da un quarto di secolo.

La consolle ha rafforzato la loro amicizia: “All’inizio ero solo un fruitore delle feste dei ‘Beach Boys’,” racconta DJ Gerbo, “poi qualcuno mi chiese di fare il DJ e così ho iniziato, quasi per gioco, e visto che mi sono divertito non ho più smesso!”

“Io invece ho scelto questa strada fin da bambino, quando facevo le top list e leggevo le classifiche su TV Sorrisi & Canzoni,” racconta DJ Gale.

È il 1999 quando iniziano a suonare insieme, in vari circuiti, imprimendo il loro mood in locali che hanno fatto la storia della Riviera: dal Velvet al Rag, dal Kantiere al Boulevard all’IO dove, con Willie Sintucci, hanno organizzato concerti memorabili (The Yardbirds, Caravan,

James Taylor Quartet, Thievery Corporation), fino alla Baia Imperiale e al Lamparino dove continuano a esibirsi tuttora.

Definiscono i loro generi musicali contigui: DJ Gale esordisce interpretando l’house music, affascinato dal Rap, dall’Hip hop dei Public Enemy e Run DMC. “Ho iniziato con un approccio

house music anni Novanta poi, con i Beach Boys Party sono stato proiettato verso la Surf music, ma è con l’approdo al Velvet che mi sono appassionato alla musica inglese fino alla regressione verso i Sixties.”

DJ Gerbo si dichiara da sempre fedele a una sfera Rock Blues “aggiungendo del funk e jazz groove

DI ARIANNA DENICOLÒ FOTO RICCARDO GALLINI

DJ GALE E DJ GERBO, ALL’ANAGRAFE LUCA GALEAZZI E ROBERTO GERBONI, AMICI DA SEMPRE E COLLEGHI DI CONSOLLE, DA 25 ANNI ANIMANO L’ESTATE DI CATTOLICA RIUSCENDO A MIXARE CON IL GIUSTO SOUND DIVERSE GENERAZIONI.

e pezzi odierni in ambito rock che rimangono comunque nel solco della metrica black soul.” Non per nulla viene chiamato ‘The Reverend’!

“Le serate non sono tutte uguali, alcune scorrono fluide mentre altre sono più impegnative,” raccontano i due amici. “Perché un evento abbia successo la prima cosa da fare è guardare chi hai davanti e capire cosa cerca, provando ad adattarti per riempire la pista. Abbiamo vissuto serate epiche in cui speravamo non arrivasse mai l’alba, ci sono stati i Capodanni a Cattolica che ci hanno riempito di orgoglio e soddisfazione e speriamo di continuare a vivere ancora tante notti emozionanti.”

DJ Gale e DJ Gerbo sono un vero e proprio trait d’union tra diverse generazioni e tipologie di pubblico che nel tempo sono cambiate. “Le nuove generazioni sono ovviamente diverse da quelle per le quali mettevamo i vinili alle feste,” spiegano. “Se prima si usciva per incontrarsi, adesso i ragazzi comunicano per lo più tramite cellulare, ma la cosa importante è che ballino e si divertano e non si creino sacche di violenza. La nostra ricetta

è creare un sound che si amalgami al mare e alla salsedine.”

Uno è export manager, l’altro ottico, ma non hanno mai pensato di fare i DJ di professione. “Con l’avvento dell’elettronica oggi c’è molta più offerta anche nel nostro settore, sono tutti DJ e producer, ma non è per questo motivo che abbiamo scelto di non essere DJ di professione. Per noi la musica è un divertimento, un piacere, una passione che ci fa uscire dagli schemi

e che ci proietta in un mondo tutto nostro, se diventasse un lavoro sarebbe inevitabilmente soggetto a vincoli che la snaturerebbero, perciò siamo felici di coltivarla come stiamo facendo. Se dovessimo esprimere un desiderio: continuare 100 anni così, insieme,” dicono. “Ci auguriamo di divertirci e di condividere questo sodalizio il più a lungo possibile. Quando la gente non si divertirà più, allora saremo pronti a fare un passo indietro.”

IN QUESTE PAGINE, DJ GALE E DJ GERBO, ALL’ANAGRAFE LUCA GALEAZZI E ROBERTO GERBONI, STORICI DJ DI CATTOLICA.

CORIANO WINE FESTIVAL

IL SANGIOVESE IN FESTA

TORNA LA KERMESSE DEDICATA ALLA CULTURA

ENOLOGICA:

DUE GIORNI IN CUI RISCOPRIRE, DEGUSTARE E APPROFONDIRE IL SANGIOVESE D’AUTORE.

Nato per celebrare il Sangiovese di qualità, il Coriano Wine Festival è un evento unico in Italia per l’articolata composizione del suo palinsesto. Giunto alla seconda edizione, quest’anno si svolge il 17 e 18 agosto a Coriano sulle prime colline riminesi.

La kermesse è frutto di un percorso di cultura enologica composto da incontri formativi, che si tengono con cadenza mensile per tutto l’anno presso la sala Isotta del teatro Corte, in cui privati e istituzioni uniscono le loro forze per giungere poi alla due giorni estiva. Il festival è patrocinato dal Comune di Coriano, ideato e curato da Francesco Falcone con l’organizzazione e il sostegno della Pro loco e de La Cantinetta della Corte di Fabio Cavola.

Il focus del festival è il Sangiovese d’autore con rappresentanti del piccolo artigianato radicale: “Gli interpreti presenti a queste giornate hanno a cuore sia aspetti etici sia estetici, per bere bene e a giusti prezzi vini saporiti

e ricchi di personalità. In degustazione si trovano nuove e vecchie annate d’archivio proposte dai produttori che portano tutte le denominazioni della loro area geografica.” Infatti, all’interno del teatro Corte, con un pass di 20 euro si possono assaggiare nel corso di una intera giornata 120 vini, proposti da vignaioli romagnoli, toscani e umbri, selezionati da Francesco Falcone, degustatore, divulgatore e scrittore, durante i suoi 25 anni di ricognizioni lungo la Penisola.

Il vino è anche festa corale così tra le vie e le piazze del paese si può navigare attraverso i sapori dell’ Arcipelago del gusto , con stand e punti ristoro dove trovare le prelibate pizze di Piseppo da Civitella, o i menu de Il ristorantino di Coriano, del Maré di Cesenatico, del Quartopiano di Rimini, così come le gustose piade della Pro loco o provare le fresche specialità di casari, ortolani e fruttaroli

Il Coriano Wine Festival è l’occasione per incontrare chi fa

dell’agricoltura pulita la propria filosofia di vita e approfondire le proprie conoscenze in fatto di Sangiovese: per farlo è possibile aderire ai due laboratori guidati da Francesco Falcone, come la verticale del Chianti classico di Giovanna Morganti o la verticale di Brunello di Montalcino di Fonterenza. Il sabato inoltre si tiene il convegno dal titolo Il Sangiovese mani delle donne

“Coriano, grazie agli appuntamenti fissi e al suo prezioso festival, fortemente sostenuto dal sindaco Gianluca Ugolini e da tutto lo staff, sta diventando sempre più il punto di riferimento culturale utile ad aprire con lungimiranza la città a un confronto di respiro,” spiega ancora Falcone. “L’intento è fare cose per le persone attraverso un cammino di crescita comune che diventa condivisione di saperi e di esperienze umane.”

CORIANO WINE FESTIVAL

"Il Sangiovese e' lo strumento ideale per suonare lo spartito della bellezza." (F. Falcone)

LA FIERA DEL SANGIOVESE

17-18 AGOSTO 2024

curatore Francesco Falcone

MOSTRA MERCATO

DEL SANGIOVESE

con i migliori produttori artigiani attraverso i vini di Romagna, Toscana e Umbria.

APERTURA DEI BANCHI D’ASSAGGIO:

Sabato e Domenica dalle ore 18.30 alle 24.00

Teatro Corte Coriano

Quota partecipazione € 20.00

CONVEGNO INAUGURALE

SABATO - ore 15,00

IL SANGIOVESE NELLE MANI DELLE DONNE con Patrizia Poli, Katia Alpi, Rita Babini, Chiara Condello, Rita Golinelli, Giovanna Madonia e Elisa Mazzavillani - Sala Isotta Teatro Comunale

Si assaggeranno 6 grandi Sangiovese realizzati dalle protagoniste del convegno! Quota partecipazione € 5.00

LABORATORI DI DEGUSTAZIONE

a cura di Francesco Falcone con 14 vini in assaggio:

• SABATO - ore 17,00 - Sala Isotta Teatro Comunale

VERTICALE STORICA DEL BRUNELLO FONTERENZA (2017-2004) Quota partecipazione € 25,00

• DOMENICA - ore 17,00 - Sala Isotta Teatro Comunale

VERTICALE STORICA DEL SANGIOVESE LE TRAME

DI GIOVANNA MORGANTI (2020-2009)

Quota partecipazione € 30,00

L’Ospite Speciale

Raffaele Mor e la sua selezione di Vini Volanti

A partire dalle ore 19,00 A CENA con ARCIPELAGO DEL GUSTO

Quartopiano - Rimini / Marè - Cesenatico

Da Piseppo - Civitella / Ristorantino - Coriano

HIP HOP

NEL DOCUFILM BOOLIRON UN PEZZO DI STORIA

DELLA RIVIERA ROMAGNOLA

E GRAFFITI

Erano le cenerentole, gli sgarrupati, gli svuota piste. Quelli degli scantinati e dei privés, quelli dei centri sociali. Erano i protagonisti dell’hip hop in Riviera, i ‘figli’ di quel coacervo di creatività esplosa nei bassifondi newyorkesi del Bronx una cinquantina di anni fa sotto forma di musica rap e DJing, break dance e graffiti. Una tendenza, una cultura, oggi divenuta mainstream. E in questa storia c’è anche un pezzo di Romagna.

Lo racconta un documentario dal titolo Booliron, prodotto da Flash Future Film, in collaborazione con Rete DOC, con la regia del riminese d’adozione Francesco ‘Kambo’ Figliola e la sceneggiatura dello stesso Figliola insieme a Stefano ‘Word’ Serio. Dopo l’anteprima mondiale a maggio al Bellaria Film Festival, ora inizia un tour di proiezioni. Si è partiti proprio da Rimini, il 3 luglio. Attraverso numerose testimonianze, tra le quali quelle di figure come Tormento e Double S, dei Colle der Fomento e Polo Mc, di Piotta, Esa, Master Freez e Moder, Booliron racconta di come, tra gli anni Ottanta e Novanta, il diffondersi dell’hip hop nella Riviera romagnola abbia

avuto caratteristiche talmente uniche da portare innovazione e persino influenzare e cambiare l’intera scena dell’underground italiano di quegli anni. Momento clou fu Indelebile 94, la Woodstock romagnola che si tenne a Rimini nel luglio del 1994, al Parco Marecchia. Segnò la presa di coscienza per il movimento,

fece crescere la rete nazionale e internazionale. Raduno musicale e raduno di graffittari. Tra i writers all’opera anche Eron, oggi noto artista di livello internazionale.

In quegli anni in cui il mito della Riviera era già consolidato, in cui già impazzavano i nomi delle discoteche simbolo della vita

DOPO L’ANTEPRIMA MONDIALE AL BELLARIA FILM FESTIVAL, AL VIA IL TOUR DEL DOCUMENTARIO PER LA REGIA DI FRANCESCO ‘KAMBO’ FIGLIOLA E LA SCENEGGIATURA DELLO STESSO FIGLIOLA E DI STEFANO ‘WORD’ SERIO.

NELLA PAGINA PRECEDENTE, IL REGISTA E SCENEGGIATORE DEL DOCUFILM FRANCESCO ‘KAMBO’ FIGLIOLA. IN ALTO, IL RAPPER STEFANO ‘WORD’ SERIO.

notturna (dal Paradiso al Pascià, dallo Slego alla Baia degli angeli), il fenomeno più ‘sommerso’ dell’hip hop iniziò a dilagare, a creare comunità, a distinguersi tra le tendenze, i comportamenti sociali, la cultura del divertimentificio e dello sballo dell’epoca. “Figure come Gianni Fabbri del Paradiso furono i primi ad aprire le porte a un fenomeno che era del tutto nuovo,” ricorda Figliola. Non solo: “In Romagna nacquero i primi direttori artistici dei locali e tra questi abbiamo intervistato per il film Lucas Carrieri.” Argentino, laureato in Filosofia, finì a lavorare prima a Ibiza per arrivare a fare il barman in Riviera, quindi il direttore artistico del locale Barcelona. La sua idea innovativa per l’epoca: chiamare i ‘graffittari’ per la grafica promozionale del locale. Ma

lo stesso Gianni Fabbri non fu da meno, aprendo le porte del suo Paradiso ai Public Enemy, band di culto, ‘pesi massimi’ del fenomeno hip hop a livello mondiale, in quel periodo in Italia per un tour estivo. Non meno leggendario fu il concerto degli Ice Cube allo Slego, il 30 marzo del 1993. E poi l’esperienza di Match Music a Riccione rievocata nel film da Marta Bigozzi. Avvenimenti di cui il doc restituisce le tracce visive attraverso filmati e fotografie d’epoca, recuperati scandagliando in archivi sia privati che pubblici.

Booliron altro non è che il titolo di una canzone diventata un inno per gli ‘adepti’ dell’hip hop. “Buttati, buttati nel booliron... mi balla il sangue… booliron.” Il refrain è orecchiabile, con tutti i beat al posto giusto per rientrare

nell’etichetta del rap. Unica novità, rispetto al ‘canone’, il testo è tutto un misto di italiano e dialetto Booliron, dalla parola semi dialettale romagnola ‘bulirone’, fu l’azzeccatissimo brano creato nel 1997 da Stefano Serio alias Word MC, rapper e promotore della cultura Hip Hop dal 1991.

“Nasce dalla frequentazione della discoteca Melody Mecca e dall’incontro, avvenuto durante una edizione della Festa del Borgo San Giuliano di Rimini, tra me e DJ Meo,” ricorda l’autore. La parola ‘bulirone’ risuonò perfetta per rappresentare il ribollire, il caos e la trasgressione senza regole, dentro e fuori la pista da ballo Booliron finisce in una compilation uscita in vinile nell’estate del 1997. E fu subito inno.

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