INIZIA UNA NUOVA ERA
Apriamo questo numero con l’arte di uno dei più importanti esponenti del graffitismo, Eron, al quale è dedicata una sala permanente al Museo della Città. Giuseppe Biuso, chef del ristorante Vite San Patrignano, ci racconta la genesi dei suoi piatti vegetariani, mentre il manager cattolichino Emanuele Salvatori ci accompagna alla scoperta del turismo del benessere. Prende avvio alla Scuola del Piccolo di Milano la carriera di Maria Laura Palmeri. Turpiloquio e politica sono al centro del libro Onorevole parolaccia di Benedetta Cicognani, così come riminese è la casa editrice Imago specializzata nell’antico patrimonio librario. A tu per tu con Elena Zanni, la ‘signora del cinema’ Fulgor e poi in viaggio sulle vie del Formaggio di Fossa Dop. Infine il progetto urbano di House AF Rimini di M+M Architettura, il duo comico I Photogenici e il progetto di inclusione di River Delfini Calcio.
DI ANDREA MASOTTI
Edizioni IN Magazine s.r.l. Via Napoleone Bonaparte, 50 - 47122 Forlì | T. 0543.798463 www.inmagazine.it | info@inmagazine.it
Anno XXIV N. 4 ottobre/novembre Reg. di Tribunale di Forlì il 20/12/2000 n.34
Direttore Responsabile: Andrea Masotti Redazione centrale: Clarissa Costa, Paola Francia Coordinamento di redazione: Lucia Lombardi Artwork e impaginazione: Francesca Fantini
Ufficio commerciale: Gianluca Braga
Stampa: La Pieve Poligrafica Villa Verucchio (RN) Chiuso per la stampa il 31/10/2024
Collaboratori: Rita Celli, Alberto Crescentini, Laura Giorgi, Irene Gulminelli, Milena Massani, Emilio Salvatori, Flavio Semprini, Cristina Zoli.
Fotografi: Angelo Ciccolo, Luca Del Pia, Riccardo Gallini, Beatrice Imperato, Tommaso Morosetti, Fabrizio Petrangeli, Thinkers Company, Traveggole.
Tutti i diritti sono riservati. Foto e articoli possono essere riprodotti solo con l’autorizzazione dell’editore e citando la fonte. In ottemperanza a quanto stabilito dal Regolamento UE 2016/679 (GDPR) sulla privacy, se non vuoi più ricevere questa rivista in formato elettronico e/o cartaceo puoi chiedere la cancellazione del tuo nominativo dal nostro database scrivendo a privacy@inmagazine.it
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PILLOLE
NUOVA SEDE PER GIANNETTI GROUP
SAN CLEMENTE | È stata inaugurata nel mese di ottobre la nuova sede centrale della Giannetti Group che da Misano è passata a San Clemente, dove saranno centralizzati amministrazione, uffici e logistica creando nuovi posti di lavoro. Fondata nel 1988 da Rino Giannetti, l’azienda sotto l’egida del figlio Mirco, presidente di Fita Cna Rimini, diventa Autotrasporti Giannetti espandendosi sul territorio nazionale e internazionale per poi evolversi in Giannetti Group, punto di riferimento nel settore dei trasporti, nei processi di logistica integrata, dei sistemi di gestione integrata e della sicurezza sul lavoro. L’azienda è presente con 8 sedi in provincia di Rimini, Bologna e Ferrara, e si avvale di una sessantina di dipendenti e di un parco mezzi di una trentina di camion.
TRENT’ANNI DI IMPRESA
RIMINI | Una giovane coppia formata da Davide Ancora e Marilena Convertino, arriva in Romagna da Brindisi e nel 1994 fonda Idroclima, azienda che oggi conta oltre 50 collaboratori e 4 sedi. Una realtà che rappresenta la sintesi perfetta dello spirito artigiano “nel quale convivono voglia di lavorare e capacità di cogliere le opportunità di innovazione e di trasmissione del sapere alle nuove generazioni,” dice Davide Cupioli, presidente di Confartigianato. “Abbiamo tanti tesori come questo e Confartigianato è orgogliosa di gratificarli con un riconoscimento” per festeggiare i primi 30 anni di una attività riminese specializzata nel settore dell’assistenza a impianti di condizionamento e riscaldamento.
PROMO MOTOR VALLEY
MISANO | Da fine novembre arriverà la Christmas Promo, grande successo della scorsa stagione che permette di assicurarsi un abbonamento a prezzi vantaggiosi, per assistere a un fitto programma di eventi: MotoGP, WorldSBK, JuniorGP, GT World Challenge e Misano Grand Prix Truck. Fino al 28 febbraio sarà attiva la promozione ‘Un biglietto, due mondiali’. Con 90 euro si potrà, infatti, assistere alle gare di MotoGp nel settore Prato 1 e alla gara WorldSBK nel settore Paddock con Prato2. Mentre fino al 17 febbraio, per la sola MotoGP, verrà applicato uno sconto su tutte le giornate della manifestazione e su tutti i settori Prato e Tribune. Tutte le promo sono presenti sul sito misanocircuit.com.
L’ARTE
IL MUSEO DEDICA
UNA SALA
PERMANENTE
ALL’ARTISTA
DI ERON
Secondo l’Enciclopedia Italiana Treccani è “tra i più dotati e virtuosi interpreti dell’arte visiva e della pittura contemporanea” a livello internazionale, uno dei più importanti esponenti del graffitismo e dell’arte murale urbana a cavallo fra XX e XXI secolo. Le sue opere toccano spesso temi politici e sociali attraverso una ricerca pittorica che unisce potenza, delicatezza, poesia e armonia visiva. Eron, pseudonimo che cela l’artista nato a Rimini nel 1973, risponde alle nostre domande lasciando che sia l’Arte stessa a veicolare la sua identità, il suo linguaggio, la sua voce. Dopo la Scuola d’Arte di Urbino, inizia ancora molto giovane a frequentare assiduamente la Bologna underground, sotterranea, dove conosce altri artisti che incontra nei centri sociali della città di allora, come l’Isola nel Cantiere, il Livello 57, il Bestial Market e il Link, per confrontarsi e sperimentare le prime forme di writing e graffitismo in Italia, iniziando a dipingere spontaneamente nel tessuto urbano, sui vagoni ferroviari e sui
muri delle città. Negli anni a seguire il suo percorso artistico continua a evolversi senza sosta: ‘affresca’ con vernici spray il grande soffitto della Chiesa di San Martino in Riparotta a Rimini. Mentre a Milano realizza quella che è considerata una delle più grandi opere d’arte murale pubblica al mondo intitolata
W.A.L.L. (Walls Are Love’s Limits). Successivamente, dipinge sulla fiancata di un relitto navale alcuni volti di donne e bambini migranti che sembrano apparire dalla ruggine del relitto stesso. L’opera viene pubblicata dall’Economist e dal Chicago Tribune come miglior immagine del giorno nel mondo. Eron gioca spesso in equilibrio sul confine tra arte e realtà. Emblematico, in tal senso, è l’episodio che vede coinvolto nel 2014 un operaio chiamato alla riverniciatura delle pareti del Museo d’Arte di Ravenna, il quale, non accorgendosi della finzione pittorica di un buco che l’artista aveva dipinto sul muro per l’esposizione appena conclusa, tenta di stuccarlo. Il critico d’arte Achille Bonito Oli-
va commentò il fatto con le seguenti parole: “L’eterna ambiguità tra vita e arte.” Close your eyes and see è il titolo della personale inaugurata nel 2020 alla Galleria Patricia Armocida di Milano. L’opera più importante presente in quella mostra viene addirittura acquistata dal manager della società di Banksy. Nel 2016 l’Amministrazione comunale di Santarcangelo di Romagna gli assegna l’Arcangelo d’Oro, prestigioso riconoscimento attribuito a cittadini e personalità particolarmente illustri e meritevoli. Nel 2018 la Città di Rimini gli conferisce il Sigismondo d’Oro, la massima onorificenza rivolta ai cittadini che si sono distinti per il loro operato. Alla cerimonia Eron non si presenta e manda a ritirare il premio Mbacke Dieng, un immigrato africano che ora vive in Italia, trasformando la cerimonia stessa in un’opera d’arte intellettualmente profonda.
TRA I MIGLIORI INTERPRETI
DELL’ARTE VISIVA
E DELLA PITTURA CONTEMPORANEA
INTERNAZIONALE, UNO DEI PIÙ IMPORTANTI
ESPONENTI DEL GRAFFITISMO E DELL’ARTE MURALE
A CAVALLO FRA XX E XXI SECOLO, LE CUI
OPERE TOCCANO
SPESSO TEMI POLITICI E SOCIALI.
I suoi dipinti murali sono presenti in Italia, Danimarca, Germania, Norvegia, Portogallo, Francia e le sue opere sono state esposte in gallerie e musei di tutto il mondo.
Il Museo della Città di Rimini nel settembre 2024 ha inaugurato una sala espositiva dedicata a Eron, accessibile gratuitamente, così come espressamente voluto dall’artista, che ha trasformato lo spazio stesso in un’opera dal titolo Painthink, parola che suona come ‘Painting’, pittura, ma significa ‘pensare al dolore’. L’opera è composta da due dipinti in dialogo, protetti da una teca blindata con vetro antiproiettile: uno rappresenta il ritratto di un bambino palestinese ed è l’opera originale che Eron ha realizzato per il progetto Unmute Gaza insieme ad altri artisti di fama internazionale, che mira a diffondere immagini reali della situazione a Gaza, spesso ignorate dalla stampa e dai media.
In collaborazione con alcuni fotoreporter professionisti, come Belal Khaled, che documentano ora dopo ora quello che accade per le strade della città palestinese, gli artisti, tra cui Obey, Eron, Escif, Daniel Muñoz e altri, si armano di vernice e sentimento realizzando diverse opere ispirate alle immagini dei reporter a Gaza. Tutta la drammaticità della realtà fotografata, unita alla forza espressiva e poetica dell’interpretazione artistica, restituiscono un risultato potentissimo. Le opere di coloro che hanno aderito, sono disponibili in forma di poster scaricabili gratuitamente dal sito ufficiale unmutegaza.com per dare a tutti la possibilità di stamparli e attaccarli in giro per le strade. Ad oggi i poster sono stati affissi in oltre 70 città in tutto il mondo.
Il secondo dipinto esposto nella sala del Museo è una parte recuperata dal vagone ferroviario originale su cui Eron aveva realizzato il volto di Anna Frank la cui storia ha dell’incredibile. Tutto prende forma nel 2016, quando nota un vecchio treno merci fermo alla stazione di Rimini, scoprendo che si tratta dello stesso modello usato negli anni Quaranta dai soldati tedeschi per le deportazioni nei campi di concentramento. Così,
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ottobre / dicembre
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Martedì 29 ottobre
Teatro Titano, ore 21.00
Davide Enia L’ABISSO
fuori abbonamento
Martedì 12 novembre
Teatro Titano, ore 21.00
Elena Bucci
NON SENTIRE IL MALE
Dedicato a Eleonora Duse
Martedì 19 novembre
Teatro Titano, ore 21.00
Ottavia Piccolo
e i Solisti dell’Orchestra Multietnica di Arezzo MATTEOTTI (anatomia di un fascismo)
Mercoledì 27 novembre
Teatro Nuovo, ore 21.00
Paolo Fresu kind of MILES
Giovedì 5 dicembre
Teatro Titano, ore 21.00
Sotterraneo
L’ANGELO DELLA STORIA
COLLATERALI
Sabato 23 novembre
Teatro Nuovo, ore 21.00
Roberta Bruzzone
FAVOLE DA INCUBO
Domenica 8 dicembre
Teatro Nuovo, ore 21.00
Massimo Lopez & Tullio Solenghi
DOVE ERAVAMO RIMASTI
ESPOSTA NELLA SALA DEL MUSEO TROVIAMO
PARTE DEL VAGONE FERROVIARIO ORIGINALE
SU CUI ERON AVEVA
REALIZZATO IL VOLTO
DI ANNA FRANK, LA CUI
STORIA CONTINUA A EMOZIONARE.
con l’idea di dipingere il ritratto di Anna Frank sulla fiancata del vagone abbandonato in occasione del Giorno della Memoria, Eron scrive alle Ferrovie dello Stato per chiedere l’autorizzazione. Dopo alcuni giorni, gli viene comunicato che, a causa della richiesta particolare, al momento non è possibile autorizzare l’accesso al deposito ferroviario. Decide di agire comunque. Il 26 gennaio si traveste da operaio delle ferrovie e mimetizzato entra nel deposito per realizzare l’opera. In soli 23 minuti appare evanescente, poetico, delicato, impalpabile ma presente, il volto di Anna Frank. Dopo aver percorso migliaia di chilometri su quegli stessi binari che, simbolicamente e fisicamente, sono connessi ad Auschwitz, l’intero convoglio dismesso diventa parte dell’opera e sembra trasudare dalle decadenti assi di legno la storia di un passato che diventa percettibile. Tre anni dopo, il vagone ormai eroso dal tempo viene demolito. Un operaio delle ferrovie, Daniele Pierini, il giorno prima della demolizione riesce a salvare la parte dipinta. L’operaio prontamente gli scrive. Eron, nel ringraziarlo per la sensibilità del gesto, pensa subito alla cosa più giusta da fare, ovvero aspettare di trovare un luogo pubblico, accessibile e gratuito in cui installare l’opera, affinché possa continuare a emozionare per spingere alla riflessione. Questo luogo ora è il Museo della Città di Rimini
IN APERTURA E IN COPERTINA, L’OPERA TOWER TO THE PEOPLE REALIZZATA A SANTARCANGELO DI ROMAGNA. NELLA PAGINA PRECEDENTE, L’OPERA LE MONUMENT REALIZZATO A VERSAILLES. A LATO, I DUE RITRATTI ESPOSTI AL MUSEO DELLA CITTÀ DI RIMINI: QUELLO DI ANNA FRANK, E QUELLO DI BAMBINO PALESTINESE DIPINTO PER IL PROGETTO UNMUTE GAZA
DI TERRA
LA FIRMA
VEGETARIANA
DELLO
CHEF
GIUSEPPE
BIUSO
E DI MARE
“Non mi interessa l’estremismo ma la purezza nel piatto, è questo che stupisce ed è anche l’elemento che spero apra la mente a chi è abituato a mangiare sempre le stesse cose. Il mio studio serve a far sì che resti il ricordo di un buon piatto e non a fare l’estroso, perché ogni piatto prima di tutto deve essere buono.” Giuseppe Biuso è lo chef del ristorante Vite di San Patrignano, già stella verde Michelin, e dalla scorsa primavera firma anche il menù di Talea, il nuovo ristorante vegetariano, di terra e di mare perché, oltre a ortaggi e verdure, ci sono anche le alghe al piano superiore dello stesso locale. Trentasei anni, siciliano d’origine, è arrivato in Romagna per avvicinarsi alla famiglia, dopo aver salutato Il cappero del Theresia Resort dell’isola di Vulcano, dove già aveva avviato l’esperienza analoga del ristorante Tenerumi. Una scelta di benessere in primis, ma spesso anche etica, è alla base della svolta vegetariana e vegana di un numero lentamente crescente di italiani, in larga parte giovani,
ma soprattutto donne.
A spiegarlo in cifre è l’istituto di statistica Eurispes che nel 36° Rapporto Italia 2024 ha rilevato come si dichiari vegetariano il 7,2% del campione intervistato, il +3% rispetto al 2023, mentre si dice vegano il 2,3%, una quota in lieve calo (-0,1%). Circa 2,5 milioni di italiani.
Che sia soprattutto una scelta femminile è confermato dallo stesso report: le donne che seguono una dieta vegetariana sono l’8,9% contro il 5,4% di uomini, ed è lo stesso per coloro che si dichiarano vegani: 2,8% delle donne, l’1,9% degli uomini.
Empiricamente, se n’è accorto nel suo ristorante lo chef Biuso che conferma: “Alla tavola di Talea non arrivano solo vegetariani, forse un 50% lo è. Nel 99% dei casi sono le donne che portano mariti, fidanzati, amici a provare il nostro menù. Sono più curiose: vogliono scoprire e assaggiare, gli uomini sono più titubanti. La Romagna poi è attaccata alle proprie tradizioni a tavola, ma
trovo persone curiose che provano e dopo aver sperimentato qualcosa di completamente diverso dicono ‘però è buono!’. Credo che la maggior parte delle persone scelga una dieta vegetariana per la salute. Oggi compri ad esempio un pollo ma non sai cosa mangi. Spesso si tratta di carne che arriva da allevamenti intensivi e vale lo stesso per la maggior parte del pesce. Si fa fatica a trovare qualcosa di realmente naturale.”
Una carta vegetariana e vegana è comunque una scelta coraggiosa anche in un contesto di alta cucina perché, sbirciando sempre le statistiche, resta il fatto che in Italia l’88,6% degli uomini e l’82,4% delle donne vegetariani non sono, e la quota di chi è più diffidente vive proprio al sud e al centro del-
GIUSEPPE BIUSO È LO CHEF DEL RISTORANTE VITE DI SAN PATRIGNANO, GIÀ STELLA VERDE MICHELIN, CHE DALLA SCORSA PRIMAVERA FIRMA ANCHE IL MENÙ DI TALEA, IL NUOVO RISTORANTE VEGETARIANO.
lo stivale. Una sfida stimolante per Giuseppe Biuso che a sua volta non è vegetariano. “Per il lavoro che faccio credo che per me sarebbe un limite esserlo, c’è ancora un’infinità di prodotti che non conosco e che devo provare. Ne ho la necessità, altrimenti la testa si spegne,” dice. Ma ammette che “fare qualcosa di nuovo è più facile con una materia prima vegetale.”
Il passaggio alla comunità di Coriano è stato vitale per innescare nuove idee. “Avevo già cominciato ad appassionarmi allo studio sulla cucina vegetale e sentivo il bisogno di approfondire, ho saputo che San Patrignano voleva utilizzare di più e al meglio la produzione dei propri orti e del caseificio e ci siamo incontrati,” racconta lo chef Biuso.
TEATRO GALLI STAGIONE
2024/ 25
venerdì 10, sabato 11 gennaio, ore 21 e domenica 12, ore 16
MAGNIFICA PRESENZA uno spettacolo di Ferzan Ozpetek
venerdì 17 gennaio, ore 21
Elena Bucci, Marco Sgrosso LA CASA DEI ROSMER
PROSA
gennaio/aprile 2025
Prevendite:
da domenica 1 dicembre dalle ore 9 alle 13 al botteghino del Teatro Galli e online
martedì 21, mercoledì 22 e giovedì 23 gennaio, ore 21
Alessandro Haber LA COSCIENZA DI ZENO
domenica 26 e lunedì 27 gennaio, ore 21 - Teatro degli Atti
Teatro la Ribalta-Kunst der Vielfalt IMPRONTE DELL’ANIMA
mercoledì 29 gennaio 2025, ore 21
Fausto Cabra, Sara Lazzaro SCENE DA UN MATRIMONIO
sabato 1 febbraio, ore 21 e domenica 2, ore 16
Roma City Musical SARANNO FAMOSI domenica 9 febbraio, ore 21 Centro Coreografico Nazionale / Aterballetto coreografie Crystal Pite, Angelin Preljocaj, Diego Tortelli (danza) lunedì 10 febbraio 2025, ore 21 - Teatro degli Atti, Diego Runco ESODO venerdì 14 febbraio, ore 21, sabato 15, ore 18 e domenica 16, ore 16 Il Mulino di Amleto COME GLI UCCELLI
martedì 18 febbraio, ore 21, Emma Dante RE CHICCHINELLA
martedì 25, mercoledì 26 e giovedì 27 febbraio, ore 21
Sergio Rubini, Daniele Russo IL CASO JEKYLL
venerdì 7, sabato 8 marzo, ore 21 e domenica 9, ore 16
Peter Stein CRISI DI NERVI
giovedì 13 marzo, ore 21 Fabrizio Gifuni CON IL VOSTRO IRRIDENTE SILENZIO
sabato 29 marzo, ore 21 Collettivo Teatri Rimini ZITTI TUTTI!
venerdì 25 aprile, ore 21, Aldo Cazzullo, Moni Ovadia IL DUCE DELINQUENTE
“Questo ristorante è completamente immerso nella natura e qui trovo tutto, ortaggi, verdure, frutti, bacche, erbe aromatiche, ma anche pini e cipressi... e sperimento sapori diversi.”
Gli orti di San Patrignano dedicano uno spazio ad hoc per la dispensa dei ristoranti Vite e Talea, compresi ortaggi richiesti dallo stesso chef; diversi cavoli, radici, radicchi, tanti tipi di pomodori e pomodorini, peperoni di varia foggia, melanzane perline tipiche siciliane, ovviamente i tenerumi. “Posso selezionare la materia prima che mi serve, nel momento in cui si adatta meglio al piatto che voglio fare,” spiega ancora Giuseppe Biuso, “anche prima della completa matura-
“SAN
PATRIGNANO VOLEVA UTILIZZARE
DI PIÙ E AL MEGLIO
LA PRODUZIONE
DEI PROPRI ORTI.
QUESTO RISTORANTE
È COMPLETAMENTE
IMMERSO NELLA
NATURA E QUI TROVO TUTTO, ORTAGGI, VERDURE, FRUTTI.”
zione: un microporro o una microzucchina, un datterino acerbo. Idem se ho bisogno di una ricotta calda, di uno squacquerone appena cagliato o del siero. È un grandissimo vantaggio per uno chef, è come avere un libro di fornitura sempre a disposizione, ma senza imporre velocizzazioni o condizionamenti, concedendo alle verdure di crescere con il loro tempo o le loro imperfezioni. Questa filiera super corta mi ha consentito di fare quello scatto in più che cercavo. Poi ci sono la ricerca e lo studio che non possono mai venire meno anche con una materia prima eccelsa a disposizione, perché oltre a non dover essere mai banale, un piatto deve anche essere sempre decifrabile.”
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TREND IN CRESCITA PER TURISMO TERMALE E BENESSERE
ACQUE
La via del benessere attraversa tutta la Penisola sin dai tempi più remoti, caratterizzando anche l’Emilia-Romagna, che risulta una delle regioni con il più alto numero di centri termali: 23 impianti di richiamo per un turismo annuale, collocati in 19 località. Secondo quanto emerge dai dati forniti dal Coter, Consorzio del circuito termale regionale, gli arrivi segnano nel 2024 un 13% in più rispetto all’anno precedente, con un +15% di fatturato. La riabilitazione cresce del 20%, mentre le cure termali aumentano del 12%. Novembre risulta un mese vocato alle cure riabilitative, mentre in dicembre si cercano benessere e piscine termali. Per esaminare queste tendenze e capire cosa si intende oggi per turismo termale, incontriamo al Ttg Travel Experience di Rimini, la manifestazione italiana di riferimento per la promozione del turismo mondiale, il manager cattolichino Emanuele Salvato-
NUMERI IN CRESCITA PER IL TURISMO TERMALE. AD ANALIZZARLI È EMANUELE
SALVATORI, MANAGER CATTOLICHINO CHE, DAL 2022 A OGGI, HA
GESTITO ALCUNI DEI
CENTRI TERMALI PIÙ
CONOSCIUTI IN ITALIA PER APPRODARE, NEL 2024, ALLE TERME DI RIOLO.
ri, classe ’84, il quale dopo aver lavorato nel settore Parchi del gruppo Costa Edutainment, passando per Magicland di Roma ed Aquaworld di Milano, nel 2022 arriva a gestire alcuni dei centri termali più conosciuti in Italia: Terme di Saturnia e Terme di
Chianciano, sotto la holding Terme Italia. Poi, a inizio 2024, approda allo storico complesso Terme di Riolo, in provincia di Ravenna, per conto della Holding Padusa Spa.
Il turista termale oggi “cerca il ‘benessere integrato’,” spiega Salvatori, “vale a dire che da una parte guarda a percorsi curativi o preventivi come, ad esempio, i fanghi terapeutici (per un pubblico adulto) o come le cure inalatorie (anche per i più giovani) e dall’altra a un benessere psico-fisico.” Il 2024 vede un positivo ritorno delle famiglie: dalla sua esperienza diretta emerge, ad esempio, che “le Terme di Riolo quest’anno hanno registrato un aumento del 30% delle presenze di bambini della fascia 0-12 ed è in forte aumento anche la fascia del teenager, dai 13 ai 20 anni,” continua il manager. “Quest’ultimo è un fruitore nuovo, smart, “attento alle nuove tendenze e che guarda al benessere a 360°: cerca acque termali – come le
nostre che sono salso/bromo/iodiche e adatte a tutti, anche ai bimbi vista la loro temperatura dai 32° ai 34° – ma che è alla ricerca anche di una zona SPA, un percorso rilassante per mente e spirito, che prevede sauna, bagno turco, docce emozionali, sala relax con angolo tisaneria.”
“La tendenza è accompagnare sempre più l’ospite verso la ricerca, oltre che del benessere fisico, anche di quello mentale, grazie a esperienze immersive e coinvolgenti, come le pratiche di mindfulness, per citarne alcune,” prosegue Salvatori. “Per valorizzare il territorio, il saba-
to sera ospitiamo cantine a noi vicine che permettono ai nostri clienti di sorseggiare ottimi vini accompagnati da prodotti tipici, il tutto condito da sessioni olistiche gratuite, quali bagni di gong, suoni ancestrali o massaggi sonori con arpa.”
Come spiega il successo del settore termale italiano? “Dai primi anni Novanta, dopo che le terme hanno smesso di essere il luogo nel quale si andava a carico del Servizio sanitario, il quale provvedeva a coprire per intero la spesa economica, le aziende del settore più attente sono entrate in un’altra dimensione. Hanno compiuto un vero e proprio cambio di passo rendendosi conto che il mercato stava cambiando e che il passaggio dall’aspetto esclusivamente ‘curativo’ a quello del ‘prevenire per stare meglio’ era irreversibile.”
È plausibile pensare che la domanda continuerà a crescere?
“Tutti gli studi parlano di un trend con segno decisamente po-
sitivo nei prossimi anni,” conferma Salvatori. “I dati ci indicano che, a seguito della pandemia, molte persone hanno messo in primo piano la salute personale, cercando un nuovo equilibrio con la propria vita lavorativa. Questo non può fare altro che favorire un approccio ‘consapevole’ al benessere a 360° che noi proponiamo.”
La tendenza emergente che va delineandosi è quella di ‘fare le cose insieme’, in comunità e in condivisione: che si tratti di fare una camminata, andare in palestra o alle terme. “Anche questo trend influenzerà il futuro dei centri termali,” precisa il manager. “Inoltre, le Università si stanno avvicinando sempre più al wellness e al benessere con i loro studi e focus. Questo porterà altre novità nel nostro settore. Ad esempio, sarà necessario formare figure professionali, a partire dai medici termalisti, che scaturiranno proprio dalla
collaborazione tra università e terme. Molti fondi di investimento guardano con interesse al settore... Insomma, ci saranno tante novità in futuro ma sempre partendo dalle acque termali: un prodotto unico ed esclusivo che può portare sviluppi infiniti.”
“LA TENDENZA È ACCOMPAGNARE SEMPRE PIÙ L’OSPITE VERSO LA RICERCA, OLTRE CHE DEL BENESSERE FISICO, ANCHE DI QUELLO MENTALE,” SPIEGA SALVATORI, “GRAZIE A ESPERIENZE IMMERSIVE E COINVOLGENTI.”
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L’ARTE
LA TALENTUOSA ATTRICE
RICCIONESE
MARIA LAURA
PALMERI
DELLA PAROLA
DI LUCIA LOMBARDI
“Fare teatro è porsi in una posizione di estrema vulnerabilità, è come volersi mettere ad abitare la zona d’ombra.” Ha le idee chiare la 35enne riccionese Maria Laura Palmeri, fin da quando a soli 15 anni decide di fare l’attrice. Così orienta la bussola dei suoi sogni verso Milano Dove nel 2011 viene ammessa alla Scuola del Piccolo Teatro, all’epoca ancora sotto la direzione di Luca Ronconi. “Mi sento custode di un sapere prezioso. Io e i miei compagni di corso siamo stati gli ultimi a essere formati secondo la vecchia scuola, quella di Orazio Costa. Un grande maestro,” sottolinea Laura. “Teneva più alla nostra crescita che al bene che avremmo potuto nutrire per lui, pertanto ci metteva in condizioni difficili pur di far emergere tutte le nostre potenzialità.”
Una Laura ventiquattrenne riceve la consacrazione con un debutto speciale, proprio al fianco di Elisabetta Pozzi nello spettacolo Giovanna D’Arco, per la regia di Andrea Chiodi: “Stare a lungo vicino a giganti come lei, umile e deliziosa, si impara a dare forma a ciò che non ne ha. Guardandola ho attinto a come articolava sulla musicalità della
MARIA LAURA PALMERI, ATTRICE E DOPPIATRICE, DIPLOMATA ALLA
SCUOLA DEL PICCOLO DI MILANO, DI RECENTE
HA CALCATO LE SCENE DELLO SPAZIO
TONDELLI DI RICCIONE
CON LA PERFORMANCE
HI-TECH DAL TITOLO
INSIDE ME. DIALOGHI
FALLIMENTARI CON LA NATURA
frase, così come la sua dedizione e la capacità di far succedere miracoli in scena. Successivamente l’ho avuta come insegnante a Parma al Teatro Due durante il corso di Alta Formazione Casa degli artisti, con un focus sul teatro musicale, e mi disse ‘ma tu hai recitato con me, cosa ci fai qui?’.” Ma siccome non si finisce mai di evolvere, dopo la scuola, frequentata in stato interessante, Laura approfondisce lo studio della voce e del canto con il maestro Bruno De Franceschi, affrontando vari repertori, tra cui il suo amato Barocco.
Dopo il diploma al Piccolo, Laura fonda con alcuni colleghi la compagnia Bezo.Art. “A ripensarci mi commuovo,” dice. “Eravamo appena usciti dal Piccolo, dove ci facevano recitare in versi, andammo ad un festival nel nord della Francia dedicato ai classici con una drammaturgia contemporanea, così da quella fascinazione e dal desiderio di prendere in mano le nostre vite organizzammo a nostra volta, per tre anni consecutivi, il Piccolo Festival teatrale a Bagnara di Romagna, il paese di mio marito che non fa l’attore. Si respirava una energia enorme. Recitai in versi ne Il Misantropo di Molière, in Romeo e Giulietta di Shakespeare nel ruolo di Giulietta, spettacolo che ha debuttato al Lac di Lugano nel Dicembre 2017.”
Dal 2019 continua a collaborare con il Teatro Due. Nel 2017 è in scena al Piccolo Teatro. E dal 2021 collabora con il Teatro degli Incamminati.
Di recente l’abbiamo vista in scena in una performance hi-tech dalla contemporaneità antica che ha abitato con disinvoltura il cantiere dello Spazio Tondelli di Riccione dal titolo Inside me. Dialoghi fallimentari con la natura, per la regia di Yvonne Capece,
in cui Palmeri è apparsa possente, come una antica dea, con un sapiente lavoro sulla espressività della parola, alla ricerca di un dialogo di senso tra uomo e natura, per nulla scontato. Peraltro, Laura ha intrapreso con la regista un ottimo sodalizio che la porta a Forlì in gennaio 2025 con Frankenstein, produzione Elsinor. Al lavoro teatrale affianca l’attività di speaker e doppiatrice, occupazioni che richiedono una grande professionalità e che vanno ad arricchire la carriera, in quanto è necessario aprirsi anche ad altri ruoli.
Antonio Latella, uno dei suoi registi preferiti, l’aveva scelta per Santa Estasi. “Sarei dovuta stare fuori casa per un anno ma ho seguito il cuore e mi sono sposata.” È una professionista di grandi passioni e consapevolezze. “Per fare l’attore servono i nervi saldi,” dice, “in quanto il teatro porta alla luce i propri li-
miti. L’arte inizia lì dove molli le redini e fai entrare l’intuizione e succede qualcosa che il tuo cervello non controlla, un rischio che può fare paura. Ma fare teatro deve mantenere un aspetto di rischio.”
“IL TEATRO PORTA ALLA LUCE I PROPRI LIMITI. L’ARTE INIZIA LÌ DOVE MOLLI LE REDINI E SUCCEDE QUALCOSA CHE IL TUO CERVELLO NON CONTROLLA, MA FARE TEATRO DEVE MANTENERE UN ASPETTO DI RISCHIO.”
ONOREVOLE
TURPILOQUIO E POLITICA NEL LIBRO DI BENEDETTA CICOGNANI
PAROLACCIA
Politica e parolacce vanno a braccetto. Perché? Se lo è iniziato a chiedere a soli 10 anni la riminese Benedetta Cicognani, quando davanti alla tv sentiva gente urlare e mandare tutti a quel paese. L’addetta alla comunicazione digitale del Comune di Rimini ci ha fatto una tesi di laurea che poi si è trasformata in un libro: Onorevole parolaccia. Perché il turpiloquio ha conquistato il linguaggio politico (FrancoAngeli Editore). E sta facendo il giro d’Italia.
Da dove nasce l’idea di questo libro?
“Mi sono sempre chiesta come un uomo, partito da un ‘vaffa’, sia riuscito a dare vita a un movimento politico che ha raggiunto anche il 30% del consenso. Promettendo in modo triviale di voler aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno. Avevo solo 10 anni. Mi è rimasto impresso: ne è diventata una tesi di laurea e, in fase di discussione davanti alla commissione, mi sono resa conto che ‘m**da’, ‘c**o, ‘ca**o’ avevano ancora un potere immaginifico-provocatorio. Da lì ne è nato un libro, in cui attraverso aneddoti e fatti di cronaca, provo a raccontare l’involuzione del linguaggio
della politica e la mancanza di rispetto verso le istituzioni da parte di chi le rappresenta.”
Quanto serve un linguaggio forte in politica? E quello volgare e pieno di insulti?
“Un linguaggio carico di volgarità è di per sé forte in termini di impatto. La parolaccia va a toccare tasti primitivi, preferisce il pathos al logos. È chiara, immediata, ‘drizza le antenne’ degli astanti e viene percepita come genuina, a differenza di un discorrere iper-istituzionalizzato.”
Chi usa più parolacce in politica (sinistra, destra, centro, radicali, M5S)?
“Direi che la parolaccia va a braccetto con i leader che attingono a un linguaggio pregno di emotività, in grado di solleticare gli istinti di chi ascolta.
Penso alla Lega, al Movimento 5 Stelle, che ha fatto scuola con Grillo che ha elevato la parolaccia a ‘madre’ del M5S, nato da un ‘vaffa’. Con un discreto successo si è fatta largo anche la nostra premier, con il famoso ‘sono quella st***za della Meloni’.”
Qual è la vittima più presa di mira?
“Nell’alveo politico, la segretaria del Pd è stata investita da parecchi insulti sul versante fisico. Per
BENEDETTA
CICOGNANI, ADDETTA
ALLA COMUNICAZIONE
DIGITALE DEL COMUNE
DI RIMINI, ANALIZZA
L’USO DEL TURPILOQUIO
IN POLITICA NELLA TESI
DI LAUREA DIVENUTA
UN LIBRO DAL
TITOLO ‘ONOREVOLE
PAROLACCIA’ CHE
STA FACENDO IL
GIRO D’ITALIA.
quanto riguarda invece l’odio web e nelle piazze, si è passati da Laura Boldrini alla senatrice a vita Liliana Segre, molto esposta alla critica a causa del conflitto Israele-Palestina. Anche la Meloni a testa in giù, di mussoliniana memoria, in alcuni cortei.” Chi usa più parolacce tra gli attuali governatori?
“Il sindaco di Terni, Bandecchi, ne sta facendo un elemento identitario, come quando ha detto in consiglio comunale che ‘un uomo normale guarda il bel c**o della donna e forse ci prova anche’. Al di là del contenuto, è
evidente la volontà di ritagliarsi un palcoscenico mediatico.”
I social e il mondo moderno hanno fomentato il turpiloquio?
“I social fanno delle emozioni astiose il loro core business, con algoritmi che premiano con like e condivisioni i contenuti più focosi. Il web spesso è un megafono alla pancia infiammata e alcuni leader ci hanno soffiato alla grande sopra.”
Ma usando così tanto un linguaggio poco consono... non si rischia di non essere più presi sul serio?
“Il degrado della linguistica politica coincide con le monetine lanciate contro Craxi. Con il fatto che bastava un avviso di garanzia per essere colpevoli. Da lì la disaffezione alla politica, che si traduce nell’astensionismo.
Una politica che grida sempre più forte, denigra l’avversario, ma spesso non risolve problemi. C’è un mutamento nella rappresentazione: si è più showman che politici. La parolaccia, di per sé, ha un fascino unico: è forte e passionale, soprattutto quando serve a far sentire la propria voce, da basso. A Rimini abbiamo l’esempio di ‘Basta merda in mare’. Nome chiaro e azzeccatissimo.”
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MODERNE
LA NOBILTÀ DEL FACSIMILE DELLA CASA EDITRICE IMAGO
AMANUENSI
È una vera bottega d’arte quella di Imago, casa editrice riminese specializzata nella restituzione moderna del grande e antico patrimonio librario manoscritto, fondata da Barbara Bertoni nel 2012, già da 24 anni nel settore. Insieme a una squadra di dieci collaboratrici lavora per realizzare i gemelli di vere opere d’arte, come il codice 1102, la preziosa Divina Commedia conservata presso la Biblioteca Angelica di Roma, il Breviario di Ercole I D’Este, la Cosmographia di Tolomeo, Èpître d’Othéa di Christine de Pizan, il Mappamondo di Fra Mauro e tante altre ancora. Tutte realizzate con moderne tecniche di digitalizzazione e lavorazione artigianale, con l’intento di salvaguardarne la memoria e permettere a più persone di poterne fruire. Come le università, prevalentemente americane, collezionisti o istituzioni.
L’imprenditrice Bertoni ha collaborato a lungo con la Treccani e tuttora con la Società Dante Alighieri, per la quale durante l’84° Congresso internazionale al Palazzo del Quirinale, il presidente Andrea Riccardi ha donato al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, l’edizione dell’autografo di Ales-
sandro Manzoni realizzato da Imago.
Mentre in estate è stata donata ai Capitani Reggenti della Repubblica di San Marino la riproduzione del manoscritto F III 16, il più antico testo in latino concernente la Vita Sanctorum Marini et Leonis risalente al X secolo, che ne consente una
perfetta visione paleografica e codicologica, azione che si colloca fra le iniziative a sostegno della candidatura per l’iscrizione del progetto al Registro Unesco Memory of the World, depositata il 30 novembre 2023 e ora al vaglio della Commissione Generale Unesco di Parigi.
Per Barbara la volontà di tute-
IMAGO È LA CASA EDITRICE RIMINESE SPECIALIZZATA NELLA RESTITUZIONE DEL GRANDE E ANTICO PATRIMONIO LIBRARIO MANOSCRITTO, FONDATA DA BARBARA BERTONI NEL 2012. HA COLLABORATO A LUNGO CON TRECCANI.
lare il patrimonio librario è il focus. “Quando la biblioteca di Torino che conservava importanti esemplari nel 1906 va a fuoco, moltissimi testi vanno perduti,” spiega l’imprenditrice, “questi volumi, esemplari unici, realizzati a mano, rappresentano la nostra storia. Alluvioni, incendi e guerre li minacciano continuamente, perciò occorre tutelare la memoria storica per la conservazione del manufatto, di inestimabile valore.”
La riproduzione dell’opera permette di raggiungere più fruitori possibili che possono sfogliare l’esemplare, come se fosse l’originale, e di possedere oggetti che l’equipe di Imago riproduce previa autorizzazione degli enti
che conservano le opere. “La pergamena viene invecchiata come fosse vissuta: spruzziamo all’interno un delicato profumo di carta antica. Questi manufatti partono dai 2mila euro fino ad arrivare ai 20.000. Quando si parla di facsimile d’arte si intende un processo altamente tecnologico unito a procedimenti artigianali per realizzare volumi la cui tiratura è di circa 300 esemplari; per alcune occasioni di grande rilevanza si effettuano tirature maggiori.” I cinque sensi vengono stimolati nel contatto con questi facsimili, stimolando studio e fantasia. La procedura vede in primo luogo l’adempimento di aspetti burocratici. “Alcune volte, per giungere all’accordo con
le istituzioni, ci sono voluti fino a due anni di trattative.” Una volta ottenuto, si passa alla digitalizzazione del manoscritto che “realizziamo a una definizione di 50.000 pixel, questo aspetto costituisce la garanzia del nostro successo,” spiega Bertoni. “Tutto il lavoro viene trasferito in azienda e si procede con l’azione di stampa in fine art su pergamena, ciò richiede a volte mesi o anni di lavoro” e, solo successivamente, ci si dedica alla parte artigianale in cui sono impegnate tutte donne che, come antiche amanuensi, applicano foglie d’oro e compiono delicati interventi al pennello, rilegano, rivestono, invecchiano la carta e confezionano.
LA SIGNORA
ELENA ZANNI AL TIMONE DELLO STORICO CINEMA
DEL FULGOR
Già un secolo è tanto, ma 110 anni sono addirittura qualcosa di più remoto. Era infatti il 5 novembre 1914 quando venne inaugurato il cinema Fulgor, la sala divenuta subito celebre poiché ospitava il Fellini bimbo che veniva stregato da quelle immagini in movimento.
Ida Ravulli Massa in Soave fu la fondatrice e adesso c’è sempre una donna al timone. La nuova ‘signora del Fulgor’ è Elena
Zanni, una vera predestinata. Sì, perché possiamo tranquillamente affermare che all’interno del cinema c’è cresciuta.
“Mia mamma faceva la cassiera all’Astra di Gabicce e non potendo lasciarmi a casa mi portava con lei, avevo pochi mesi e me ne stavo nella cesta sotto la cassa,” fa sapere Elena, che a quattro-cinque anni comincia ad accomodarsi in sala. “Sono rimasta subito affascinata, vedevo an-
che più di una proiezione al giorno, quel fascio di luce, il sonoro, era tutto bellissimo…” aggiunge Elena Zanni, che, di lì a poco, avrebbe dato una mano ai suoi genitori anche al bar dell’Astra. “Preparavo i caffè e tutto quello che c’era da fare, ho iniziato a 12 anni.”
A Rimini approda molto più tardi, nel 2009. “I miei genitori mi avevano chiesto una mano al Settebello, poi… diciamo che
mi sono fatta coinvolgere.” Già. E dal gennaio 2018 eccola al Fulgor, lo storico cinema che finalmente riapre i battenti dopo quasi dieci anni di stop “Una bella responsabilità, un onore ma anche un onere,” riflette Elena che, col passare del tempo, ha preso l’abitudine di fare una breve introduzione ai film prima dell’inizio della proiezione. Un modo di far sentire a casa gli spettatori, di renderli partecipi.
“Ho pensato che fosse una buona idea spendere qualche parola,” dice. “Lì dentro, nel buio della sala, diventiamo una comunità.”
E le sale, nel ristrutturato Fulgor, sono due: con un doveroso omaggio a Fellini: la grande si chiama ‘Federico’ (193 i posti a sedere, galleria compresa), mentre la piccola è ‘Giulietta’ (55 poltrone). Accanto alla programmazione normale, Elena e il suo staff propongono poi rassegne, retrospettive, dai matinée della domenica ai lunedì sera dedicati al cinema d’autore, alle pellicole in lingua originale, così come non mancano le escursioni fuori da quelle mura con la novità ‘Fulgor Off’, dove l’obiettivo è coniugare fra loro diverse arti, non solo quella cinematografica.
ADVERTORIAL
LASERSOFT SRL
SOLUZIONI SOFTWARE PER IL MERCATO HO.RE.CA. E RETAIL
Lasersoft srl di Rimini è azienda leader in Italia nella creazione di programmi gestionali per ristoranti, hotel e mondo retail. Occupa circa 50 persone nei 2mila metri quadri della sede di via Don Oreste Benzi di fronte al palazzo dei congressi di Rimini e, come racconta il Ceo, Antonio Piolanti:
“Quest’anno il risultato provvisorio di chiusura ci vedrà assestarci attorno ai 6 milioni di euro di ricavi.” Insomma, Lasersoft è un attore molto importante del settore. “Anche se oggi non siamo più i soli perché altre aziende hanno fatto campagne di acquisizione di molte piccole realtà,”
spiega Piolanti. “I nostri numeri continuano comunque a essere di primissimo rilievo. Stiamo crescendo bene con le nostre forze e stiamo valutando possibili acquisizioni per velocizzare la crescita”. Crescete perché il mercato è in espansione?
LASERSOFT SRL DI RIMINI È LEADER IN ITALIA NELLA CREAZIONE DI PROGRAMMI
GESTIONALI PER RISTORANTI, HOTEL, MONDO RETAIL E PROFESSIONISTI CHE OCCUPA CIRCA 50 PERSONE NEI 2MILA METRI QUADRI DELLA SEDE DI VIA DON ORESTE BENZI.
“Un’indagine Fipe del 2023 sul 2022 dice che esiste un saldo negativo tra chiusure e aperture con un volume d’affari in crescita. Significa che hanno successo le imprese strutturate della ristorazione e dell’accoglienza che hanno preso coscienza dei costi reali. Inoltre, cresce d’importanza il marketing per il mantenimento e l’acquisizione della clientela. Oggi albergatori e ristoratori sono professionisti preparati in grado di determinare l’utile che vogliono raggiungere e applicano tecnologie di marketing un tempo proprie delle aziende di produzione, segno che l’industria del turismo si sta professionalizzando.”
Alla recente fiera del TTG, avete presentato alcuni prodotti che possono aiutare gli operatori a lavorare meglio e con maggiore professionalità.
“Abbiamo presentato un ‘centralino’ che risponde al telefono al posto del ristoratore/albergatore, in grado di dialogare e di ricevere prenotazioni: risponde nella lingua del cliente, verifica se c’è disponibilità nei giorni e negli orari richiesti e propone alternative. Non un semplice ‘risponditore automatico’, quindi, ma un esempio di corretta applicazione dell’intelligenza artificiale. Il te-
ALLA FIERA DEL TTG HA PRESENTATO MY REPLA.I.: IL ‘CENTRALINO’ CHE RISPONDE AL TELEFONO E RICEVE PRENOTAZIONI
NELLA LINGUA DEL CLIENTE, VERIFICANDO DISPONIBILITÀ E PROPONENDO
ALTERNATIVE. ESEMPIO CONCRETO DI CORRETTA APPLICAZIONE DI AI.
lefono non risulta mai occupato perché è in grado di gestire fino a dieci chiamate in contemporanea. Si chiama My ReplA.I., è un prodotto sul quale abbiamo lavorato due anni ed è uno dei più belli che abbiamo realizzato.” Avete presentato due programmi ‘inseriti’ all’interno dei vostri due gestionali, Hotel Automation Cloud e MyCashUp. “Nel primo abbiamo integrato un programma di A.I. che legge dalla casella di posta dell’hotel le centinaia di mail ricevute e le seleziona – indipendentemente dalla lingua – in base a chi vuole prenotare o avere informazioni
per un soggiorno. Dopodiché, il sistema avvisa l’operatore che ha ricevuto una o più richieste e generato un preventivo (nella lingua del cliente) che, però, non sarà inviato finché l’albergatore non avrà dato l’ok o lo avrà modificato. Dentro MyCashUp, invece, abbiamo inserito un’applicazione che permette all’utente di sedersi al ristorante, ordinare, pagare e ricevere lo scontrino o la fattura sullo smartphone. Soluzione utilissima per il ristoratore con carenza di personale e per i clienti con tempi ristretti”. Su cosa vi concentrerete nel prossimo futuro?
“I prossimi due/tre anni saranno una rincorsa a utilizzare l’intelligenza artificiale, sulla quale continueremo a investire per creare strumenti utili e di valore per l’impresa. L’industria del turismo è un ‘anello economico’: se albergatori e ristoratori generano utili, assumono e investono, l’intera economia ‘gira bene’. Noi diamo il nostro contributo in termini d’innovazione, servizi e professionalizzazione.” Lasersoft e la città di Rimini.
“Ho sempre creduto che un’impresa debba restituire qualcosa al territorio in cui opera, noi cerchiamo di farlo sostenendo ogni
anno iniziative che riguardano il Teatro Galli, lo sport e i giovani con la RBR, la Lasersoft Volley di Riccione e la cultura, regalando alla città uno spettacolo al teatro Galli con un ospite speciale, grazie alla collaborazione con il Comune di Rimini. Negli ultimi due anni abbiamo avuto Vittorio Sgarbi e Beppe Severgnini, quest’anno avremo... è una sorpresa che sveleremo tra qualche mese.”
LE VIE
SCOPERTA
DEL FORMAGGIO
DI FOSSA
DEL GUSTO
Lasciata alle spalle Santarcangelo risaliamo la valle lungo la sponda di sinistra del Marecchia almeno sino a quando, dopo una manciata di chilometri, una deviazione sulla destra ci porta sulla strada di crinale e da qui verso Poggio Berni. Sono ancora le forme aspre ed eleganti del trecentesco Palazzo Marcosanti che vogliamo incontrare, ottimo pretesto per abbandonare il traffico di fondovalle e arrivare, toccata la chiesa di Trebbio, ai piedi della salita che porta nel cuore di Torriana. Una discesa tortuosa ci porta in breve giù sull’Uso ma solo per poco perché, seguendo la stradina irta che lascia il centro di Masrola, siamo riproiettati in alto, sul belvedere di San Giovanni in Galilea. È da questo terrazzo diviso tra lo strapiombo e un camposanto dalle forme ardite di fortezza medievale, che lo sguardo può perdersi all’infinito seguendo la poesia dei crinali davanti a noi: Torriana, Montebello o, più lontano, fin anche
QUELLA DEL FORMAGGIO DI
FOSSA DI SOGLIANO
DOP, COME RECITA
IL DISCIPLINARE
CHE NE STABILISCE
RIGOROSAMENTE LE REGOLE, È UNA STORIA
LEGATA A DOPPIO
FILO CON LE TERRE
MALATESTIANE CHE
ARRIVA DIRETTAMENTE
DAL MEDIOEVO.
Villagrande e, con la sua sella inconfondibile, Monte Aquilone. Mentre la stagione avanza, il verde dei campi è ormai un ricordo come quello di quando, coi gesti sempre uguali nel tempo, i maestri infossatori di Sogliano hanno iniziato a impilare, una dopo l’altra, le forme di
formaggio a maturare nelle fosse donando loro, siano di vaccino o di pecorino o miste, quell’inconfondibile sapore apparentemente sempre uguale ma sempre diverso. È per questo che nel mese di novembre, quando dopo un tempo canonico compreso tra gli 80 e i 100 giorni, le fosse vengono riaperte con il loro tesoro ambrato durante le sagre di Sogliano, di Talamello o, più lontano, di Mondaino, bisogna passare con pazienza banco dopo banco all’assaggio, prima di trovare quello giusto, quel sapore che nelle settimane successive accompagnerà la fine di un pasto o, con una spruzzata su due passatelli, lo aprirà.
È il Formaggio di Fossa bellezza… Anzi, il Formaggio di Fossa di Sogliano DOP, come recita il disciplinare che stabilisce rigorosamente le regole e ne racconta la storia. Una storia legata a doppio filo con le terre malatestiane che arriva direttamente dal Medioevo, quando gli eserciti in
marcia consigliavano ai contadini di prevenire le razzie nascondendo nelle fosse di arenaria, di cui sono ricchi questi luoghi, la produzione stagionale del formaggio.
IN APERTURA, UN PANORAMA DELLA VALLE DELL’USO. IN ALTO, MONDAINO. SOTTO, DA SINISTRA, IL FORMAGGIO DI FOSSA DI SOGLIANO DOP E UNA DELLE
FOSSE PER LA STAGIONATURA DEL FORMAGGIO DI MONDAINO.
Sogliano sul Rubicone è a un tiro di schioppo e ben presto sarà quella strada di crinale, che da Savignano arriva a Perticara, a condurci in questo borgo rimasto in pace con se stesso. La piazza principale che, fino a qualche tempo fa, ospitava i produttori durante le quattro domeniche di novembre per la fiera del Formaggio di Fossa, ora si è conver-
tita con una pluralità di offerte alla ristorazione. Di qualità, certo, ma niente a che vedere col fascino genuino delle proposte tradizionali che i volontari della Pro Loco offrono nella sala del teatrino al piano terra del Palazzo delle Poste. È ora di proseguire verso Perticara, lungo il tracciato della SP11 per poi, passato il paese e l’appuntamento con le fosse dei fratelli Fabbri che proseguono la tradizione casearia di famiglia, scendere verso quella Talamello che domina dall’alto Mercatino Marecchia, oggi più semplice-
mente Novafeltria. È un altro dei luoghi iconici del Formaggio di Fossa che qui, celebrato per due domeniche nel mese di novembre con una fiera dedicata al gusto, prende il nome di Ambra. L’ultimo appuntamento di questo viaggio all’insegna del sapore è sicuramente più lontano, una sessantina di chilometri che ci porteranno fino a Mondaino. Ne vale però la pena, sia per i territori attraversati impreziositi da borghi e castelli, sia per il premio che ci aspetta all’arrivo con le fosse medievali recuperate nelle stanze del Mulino della Porta di Sotto. Tre fosse di origine malatestiana documentate da atti notarili risalenti al 1392 e 1458, profonde sei metri, scavate nella roccia arenaria miocenica e protette da mura centenarie. Un ambiente unico che favorisce quel processo naturale che porterà alla stagionatura di un formaggio dal gusto unico e persistente, intenso e ricco di aromi. Potrebbe esserci scenario migliore di una delle piazze più scenografiche del riminese, come la loggiata Piazza Maggiore di Mondaino, per festeggiare nelle domeniche del 17 e il 24 novembre, questo regalo della natura e della storia?
ISOLA
UN PROGETTO CHE
FONDE
STILE NORDICO E VACANZIERO
URBANA
HOUSE AF RIMINI
DI M+M ARCHITETTURA
È UN’ABITAZIONE INDIPENDENTE INTIMA E RISERVATA, IN UN AMBIENTE RESIDENZIALE, CHE PORTA LA FIRMA DI MARCO MONTICELLI.
House AF Rimini di M+M Architettura è un’abitazione indipendente intima e riservata, su tre livelli, in un ambiente cittadino residenziale, in dialogo con le preesistenze circostanti, e porta la firma di Marco Monticelli AF nei suoi circa 180 mq è pensata in ogni suo dettaglio per offrire tutta la privacy necessaria ad una famiglia composta da genitori e due figli ancora piccoli. Il rapporto interno ed esterno è regolato da uno spazio verde protetto di circa 200 mq che, pur essendo in città, dona una fruizione appartata. Le candide facciate proiettate sulla strada sono caratterizzate da una forte essenzialità, come nelle dimore
mediterranee celano il prezioso ventre domestico dell’abitazione e i floridi giardini interni. La committenza aveva l’esigenza di vivere in un’abitazione con spazi di vita funzionali e ricreativi al tempo stesso, cuciti sulle esigenze del nucleo famigliare.
Il piano terra accoglie ingresso, living, cucina ed è tecnicamente indiviso, ma logisticamente distribuito in maniera che la pianta stessa dell’abitazione crei spazi distinti e, laddove gli ambienti sono più aperti, vengono inseriti elementi che creano una suddivisione dal basso impatto visivo, atta a creare un movimento funzionale, un cambio di tono alla voce dell’intero ambiente.
A restituire tutto ciò, sono leggiadri muretti ottenuti con mattoni Celosia, elementi prodotti artigianalmente per Mutina, disegnati da Patricia Urquiola, con viraggi di coloritura e montati con calce in maniera semplice, simulando alcune pareti degli antichi casolari con attigui fienili, offrendo una texture altamente identitaria. I materiali prevalenti di House AF hanno una predominanza di nuance chiare tono su tono, tutti naturalizzati e usati da Monticelli in varie declinazioni. Perlopiù compaiono legno e mattoni in terracotta, per restituire autenticità all’intero progetto.
Il parquet crea texture importanti. “La posa ‘a sorelle’ di queste bacchette di rovere dall’innovativo formato 7x200 cm, restituisce una sorta di tappeto a terra, come fosse una guida che sale finanche le scale e giunge ai piani alti, così come la ‘stonalizzazione’, per un effetto naturalizzato del legno, accompagna tutta la casa,” precisa il progettista riminese Marco Monticelli, “diventando un escamotage caratterizzante il luogo e utile a impreziosire gli ambienti.”
La cucina, minimale e accogliente, è portata a tutta altezza per sfruttare al massimo gli spa-
IL LUMINOSO LIVING, SIMILE A UNA SERRA INGLESE CON LE SUE AMPIE VETRATE AFFACCIATE SUL GIARDINO, È IMPREZIOSITO DA UN CANDIDO CAMINO AL BIOETANOLO, DECORATO CON MATTONELLE IN GRES GRIGIO EFFETTO COTTO.
zi, ottenuta con pochi materiali, laccatura bianca con inserti in rovere, davanti alla quale campeggia la penisola snack dotata di gamba paravento, a muretto come quello dell’ingresso. Poco oltre, il tavolo in legno della stessa essenza, è sovrastato da due pendenti dotati di paralume in cotto che scendono languidamente dall’alto.
Il luminoso living, simile a una serra inglese, con le sue ampie vetrate affacciate sul giardino arredato, è impreziosito da un candido camino al bioetanolo decorato con mattonelle in gres grigio effetto cotto, elemento che ritroveremo declinato in altre nuance e disegno in altri punti della casa, come nel bagno padronale. Il camino si espande ai lati abbracciando il mobile tv come a creare un unico elemento caratterizzante lo spazio, donando un effetto isolano, in un fluire tra linguaggi estetici, così come tra interno ed esterno. Un vocabolario di riferimenti identifica la raffinata vena di Monticelli, sottolineata da fil rouge tra elementi e ambienti, per dar forma ad una sorta di di-
vertissement progettuale. Monticelli, con grande disinvoltura, ha fuso in questo progetto uno stile smaccatamente nordico più rigoroso e pacato, con uno più sensuale, mediterraneo, vacanziero, creando un linguaggio sincretico, moderno, attraverso un’abile pratica di apparente sottrazione.
Non c’è dunque solo un gesto tecnico e creativo dato dai materiali e dal loro sapiente utilizzo, dosati con coerenza ed evoluta ripetitività, ma una riproposizione pensata per donare un’armonia volutamente non codificata e vibrante.
Salendo le armoniose scale in rovere, pur nella loro linearità geometrica, non sfuggono le cornici bianche che riquadrano le finestrelle, mentre il corrimano in ferro continuo a barre rispecchia la verticalità della struttura.
“Un lotto ridotto dal bel corpo pieno che si esprime in verticale,
attraverso un volume semplice con qualche dettaglio peculiare, come la finestra inclinata o l’inserto in mattoni del primo piano, che va a semplificare la parte alta,” aggiunge il progettista. La stanza padronale, sui toni del salvia, è concepita come una suite, un’isola all’interno dell’abitazione. Una boiserie dogata definisce la testata del letto, ai cui lati compaiono comodini in legno naturalizzato, realizzati per l’occasione su disegno del progettista. Dalla stanza si accede alla cabina armadio e al bagno materico, in stile mediterraneo, in un gioco di rimandi tra toni scuri e chiari. La casa ovviamente contempla le stanze per i figli, nonché una camera per gli ospiti. Inoltre, è dotata di solarium sul tetto al terzo piano, per un progetto che guarda con lungimiranza al futuro, alla evoluzione armoniosa dei suoi abitanti.
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SATIRA
L’ESTRO DEL DUO RIMINESE
I PHOTOGENICI
TRA IRONIA E REALTÀ
QUOTIDIANA
Si sono conosciuti per caso sei anni fa e da allora non si sono più separati. Sono I Photogenici, duo composto da Michele Abbondanza e Marco Iannitello, che con i loro video ironici sul web, e non solo, ci fanno divertire sulla quotidianità, l’attualità e ciò che caratterizza il nostro territorio.
Ma come è nato questo fortunato connubio?
“Ci siamo conosciuti mentre cercavamo attori con la nostra casa di produzione Caimani Video,” racconta Michele. “Dovevamo realizzare dei brevi spot da proiettare prima dei film al cinema e servivano due attori. Abbiamo individuato Marco ma l’altro non c’era, così mi sono reso disponibile ed è nato questo duo. Da sei puntate previste siamo arrivati a dodici, quindi abbiamo capito subito che funzionavamo insieme. La gente ci fermava per strada e ci chiedeva il nostro nome, così sono nati i
Photogenici e già dal secondo video abbiamo raggiunto oltre
300.000 visualizzazioni parlando di Rimini, del mondo delle discoteche che l’hanno resa celebre e di come la vivesse chi torna in vacanza dopo tanti anni. Poi abbiamo aperto la pagina sui so-
cial che per noi è un po’ come una palestra per rimanere in allenamento, un laboratorio di idee, di scrittura e come attori.”
Nel corso del tempo avete realizzato progetti dettati dalle circostanze, come la web serie 2020: Odissea sul divano durante il lockdown, o come quello creato insieme a Damiano e
Margherita Tercon, per parlare di autismo. Come nascono i vostri video?
“Ogni video nasce dalla quotidianità e dall’attualità, cerchiamo di essere sempre attenti a ciò che ci circonda,” raccontano. Talvolta i testi li scrive uno e li sottopone all’altro e viceversa, oppure ce li suggerisce Simo-
COMPOSTO DA MICHELE ABBONDANZA
E MARCO IANNITELLO, IL DUO RIMINESE I
PHOTOGENICI DA
SEI ANNI IRONIZZA
E DIVERTE SUL WEB
A PARTIRE DALLA QUOTIDIANITÀ E DALL’ATTUALITÀ LEGATA AL TERRITORIO.
ne Bertozzi che collabora con noi da sempre. Capita anche di avere momenti di ‘blocco’, ma poi basta vederci per far arrivare l’ispirazione, scrivere e registrare tutto in brevissimo tempo. In questi anni ci hanno spesso coinvolto come testimonial di varie realtà ed è stato un piacere metterci a disposizione del territorio. Due anni fa abbiamo realizzato
La casa di piada, parodia de La casa di carta, e abbiamo coinvolto vari sponsor riminesi. Da qui è nato anche un cortometraggio che è stato presentato ad alcuni festival.”
Vi piace collaborare con artisti della zona?
“Sì, la collaborazione con i colle-
ghi del territorio è molto importante per noi. A volte sono loro a chiedercelo, altre siamo noi a cercarli in base alle esigenze. L’Emilia-Romagna sta vivendo un periodo fortunato grazie al sostegno della Film Commission. Prima non capitava spesso che le produzioni venissero qua a girare, mentre adesso sì e si stanno aprendo nuove possibilità per i numerosi professionisti presenti in Romagna.”
Qual è il vostro target di riferimento?
“Principalmente ci seguono dai 30 anni in su (anche se su TikTok raggiungiamo una fascia più bassa) e soprattutto romagnoli. I ruoli si ripetono con Mi-
chele più preciso e puntiglioso che, negli ultimi video, ad esempio, bussa alla porta di Marco presentandosi come l’arrivo dei 40 anni, dell’inverno. La scelta dei temi non è sempre facile perché sui social si è molto esposti, ma la satira resta tra i pochi mezzi per esprimersi con libertà. Ci piacerebbe metterci alla prova cambiando registro e tirare fuori quel lato malinconico che tutti i comici hanno. In ogni caso il desiderio è di continuare a scrivere e tra i progetti futuri ce n’è uno dedicato al turismo.”
Cosa c’è nei vostri sogni?
“Il sogno più grande sarebbe quello di essere presi in giro dalla Gialappa’s Band.”
RINALDINI
BRUNCH E BEVERAGE PROGRAM: IL FUTURO DELL’ARTE PASTICCERA
RINALDINI, UNA
VERA E PROPRIA
ISTITUZIONE PER I PALATI PIÙ RAFFINATI, LANCIA IL BRUNCH DEL WEEK END CON UN MENU PER I PIÙ PICCOLI E LA COCKTAIL LIST DEL NUOVO BEVERAGE PROGRAM.
A Rimini è ‘la’ Pasticceria per eccellenza, una vera e propria istituzione per i palati più raffinati e golosi, nata nei primi anni 2000 dalla sapiente inventiva e dalla maestria del suo creatore, il pastry chef Roberto Rinaldini, ribattezzato lo ‘stilista del dolce’. ‘I sogni sono contagiosi’ è il suo motto e, dato che un sogno tira l’altro, la Pasticceria Rinaldini è pronta a lanciare due assolute e gustose novità per il suo pubblico affezionato e per chi ama sperimentare nuovi sapori e combi-
nazioni culinarie. Si comincia il 16 novembre con il nuovissimo brunch del week end. Un brunch ‘estroverso’ e colorato nelle forme e nei sapori pensato per chi, nel fine settimana, ama spezzare i ritmi frenetici della quotidianità e vuole concedersi una coccola golosa. Tra i ‘pezzi’ forti della nuova proposta culinaria c’è il Panettone French Toast realizzato artigianalmente e accompagnato da salmone, pollo, avocado nonché da un’ampia scelta di verdure che seguono rigorosamente la stagionalità: dalla zucca, alla barbabietola, ai funghi. Un momento da vivere in compagnia, ogni sabato e domenica dalle 9 alle 15, in un’atmosfera accogliente e rilassata, con un menu dedicato ai più piccoli a base di pane, marmellata e nutella.
Le novità non finiscono qui. A partire dal 20 novembre, infatti, Rinaldini presenta anche il nuovo Beverage Program che si compone di un’ampia cocktail list creata ad hoc dagli storici barman William e Vlad, in collaborazione con un esperto di caratura internazionale che ha viaggiato tra New York, Londra e Dubai. Ogni giorno – 7 giorni su 7 a partire dalle 15 – sarà possibile sorseggiare cocktail creativi e inediti, realizzati con prodotti dell’arte pasticcera ma in forma liquida. Tra le novità spicca il cocktail “Senza Nome,” che unisce sapori come foglie di fico, latte di mandorla, sciroppo di caramello e miele piccante. Un’esperienza di gusto da assaporare in un ambiente originale, glamour ed elegante.
NESSUNO
IL PROGETTO DI INCLUSIONE DELLA RIVER DELFINI CALCIO
FUORIGIOCO
I River Delfini sono una delle società calcistiche più note del riminese e con un’importante attività giovanile. La propensione a lavorare con i bambini e le bambine ha avuto un’evoluzione molto interessante negli ultimi anni. In seno alla società è nato il progetto ‘Nessuno Fuorigioco’ che mira a includere nella pratica sportiva giovani atleti con disabilità. Ce ne parla il responsabile, Emanuele La Ferla. Come e perché è nata questa iniziativa?
“Siamo partiti nel 2018 ma era un’idea che già ci ‘frullava’ per la testa da tempo, ma siamo riusciti a strutturarci solo in quell’anno. Avevamo avuto con noi giocatori con disabilità negli anni precedenti senza riuscire a includerli. Nel 2018 affiancammo loro dei facilitatori e questa è stata la prima parte del progetto che ancora prosegue. Nel 2019 abbiamo conosciuto Daniele Cassioli, un atleta paralimpico non vedente, il quale ha fondato la Real Eyes Sport. Abbiamo aderito alla sua associazione e siamo diventati un ‘polo’ per bambini non vedenti o ipovedenti. Con loro facciamo allenamenti su misura coinvolgendo anche altre nostre squadre, scuole e gruppi scout.
IN SENO ALLA SOCIETÀ CALCISTICA RIMINESE
RIVER DELFINI È NATO
NEL 2018 IL PROGETTO ‘NESSUNO FUORIGIOCO’ CHE HA L’OBIETTIVO DI INCLUDERE
NELLA PRATICA
SPORTIVA GIOVANI E GIOVANISSIMI ATLETI CON DISABILITÀ.
IN APERTURA, IL RESPONSABILE DI RIVER
DELFINI CALCIO, EMANUELE LA FERLA.
IN QUESTA PAGINA, GLI ISTRUTTORI
INSIEME AI GIOVANISSIMI ATLETI.
Tre anni fa abbiamo iniziato a fare attività con bambini autistici per i quali abbiamo creato un allenamento su misura. Il primo anno erano in sette, l’anno scorso quattro e quest’anno dovremmo averne dieci.”
Quanti sono i ragazzi con disabilità che seguite?
“Tra giovanissimi non vedenti, autistici o con altre disabilità parliamo di una ventina di atleti, tra questi c’è anche una bambina, e al momento ci auguriamo di essere in grado soddisfare tutte le richieste. Alcuni ragazzi vengono coinvolti nelle attività con i loro coetanei normodotati con buoni risultati, ma l’idea di base è quella di creare un progetto a misura di ogni singolo bambino.”
Com’è il rapporto con i genitori dei giovanissimi bambini?
“C’è grande collaborazione. Abbiamo bisogno del loro punto di vista e dei loro suggerimenti
per migliorarci e anche di quello delle altre realtà che seguono i bambini fuori dal campo di calcio, a partire dal supporto e dai servizi dell’Azienda Usl. C’è una bella rete di collaborazione alla quale possiamo fare riferimento, pur con le complessità che inevitabilmente comporta. Con le famiglie quasi sempre il rapporto è buono, a parte piccole difficoltà, e in linea generale si crea un’ottima dinamica.”
Come preparate i vostri allenatori ad avere un approccio specifico?
“I nostri allenatori ‘dedicati’ sono sette. Alcuni lavorano già nelle scuole come insegnanti di sostegno, altri hanno frequentato i corsi per Operatore sportivo per la disabilità. In pratica, la preparazione si fa soprattutto
sul campo dove si creano gli strumenti più efficaci per lavorare. Per questo motivo anche noi abbiamo organizzato due corsi di formazione negli ultimi due anni sotto la guida di Andrea Farnese, esperto di questo settore. Contiamo di proseguire seguendo la nostra filosofia: poche parole e tanto esercizio pratico.”
Federazione e istituzioni vi supportano?
“Al momento dalla Federazione non riceviamo contributi ma forse dipende dal fatto che non siamo bravi a richiederli. Abbiamo entrate grazie a Real Eyes Sport e partecipiamo a bandi. La ricerca di sponsor è continua e dobbiamo ringraziare tutti quelli che ci supportano. Così come tutti gli Scout riminesi: senza di loro non ce la faremmo.”