SET TEMBRE 2017 DIGITAL EDITION
SETTEMBRE 2017 | POLO WEEKEND PREMIUM | WEEKENDPREMIUM.IT | WEEKEND GUIDE
BORGHI GREEN WEEKEND CAR SPORT FUTURA BMW Z4
AUDI A8
ALLA SCOPERTA DELLE VALLI VALDESI CON LA JEEP WRANGLER 2.8 AUTOMATICA
IN THE WORLD PERÙ NUOVA ZELANDA SAN FRANCISCO
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P O L O W E E K E N D P R E M I U M 2 017
EVENTS - PREMIUM COUNSELING
SOMMARIO > 04 Sommario > 05 Editoriale: ON THE ROAD > 08 Weekend Premium: Hotel Pfosl > 12 Weekend Car Sport: BMW Z4 > 16 Weekend Classic: Sulle colline di Parma con Slow Drive > 18 Weekend Green: Con la Jeep Wrangler Automatic nelle Verdi Valli Valdesi > 28 Borghi Green > 34 Weekend Car Luxury: Nuova Audi A8 > 38 Weekend Italy a settembre > 44 In Monferrato con la Renault Megane Grand Coupè IN THE WORLD > 50 Perù > 57 Nuova Zelanda > 66 Weekend in Giallo: San Francisco
HANNO COLLABORATO
Nicola D. Bonetti, Alessandra Borgonovo, Bianca Caputo, Emanuele D’Argenzio, Manuela Fiorini, Silvana Lattanzio, Michelle Newton, Giuseppe Ortolano, Massimiliano Pallai, Benedetta Rutigliano, Giancarlo Santarelli, Roberto Speranza, Anna Maria Terzi, Gigliola Terzi EDITORE
Edizioni D’Argenzio S.r.l. Via Giovanni Prati, 12 20145 - Milano Tel. 02 345 0719
Weekend in Auto è registrato presso il tribunale di Milano al N. 158 del 03/04/2009 ISSN 1723-5685
IL NUMERO 5 SARÀ IN EDICOLA DA METÀ OTTOBRE
Tutti i diritti sono riservati. Manoscritti e foto restano di proprietà della Edizioni D’Argenzio S.r.l. anche
EDITORE E DIRETTORE RESPONSABILE
non pubblicati, non verranno restituiti.
Raffaele D’Argenzio direzione@edizionidargenzio.com
È vietata la riproduzione anche parziale
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di testi, documenti e foto.
“WEEKEND IN” è presente, gratuitamente, negli hotel (quattro e cinque stelle) della catena PLANETARIA.
LA PRESTIGIOSA RIVISTA CARTACEA LA TROVATE IN EDICOLA
PENSIERI ON THE ROAD
L’AUTO, LA VERA COMPAGNA DI VIAGGIO, VERSO BORGHI DA “RISVEGLIARE”
È
uno di quei giorni, in cui capisci che l’auto è davvero l’insostituibile compagna dei tuoi weekend. é bello andare verso quel borgo che semmai ti ricorda la tua infanzia, o un racconto, una storia, una poesia. E’ bello seguire la strada, pennellare le curve, assecondarle e aspettare che appaia dopo l’ultima collina, come una visione. In quel momento sembra che la tua compagna di viaggio lo capisca, lo senta e da sola accelera verso quel borgo aggrappato alla montagna, che sembra disegnato, ricamato dalle mani del tempo. Fra non molto le auto saranno tutte ibride o addirittura elettriche per inquinare sempre meno, per poter conservare questi borghi sempre più a lungo. Ma a volte in questi borghi trovi anche l’immobilismo, sembrano grigie fotografie che ritraggono un passato cui bisogna ridar vita. Sono passati già troppi secoli nel ricordo del passato, ora bisogna risvegliare i torpori, ridare vita a questi castelli, dare un senso a queste sacre pietre. Senza più aspettare.
di Raffaele d’Argenzio
“AD OGNI ESAGERAZIONE, PRIMA O POI, CORRISPONDE UNA REAZIONE“
A
ncora una frase, uno di quei miei pensieri on the road che ti vengono quando guidi per scaricare la tensione, quando non riesci mandare giù le ingiustizie, le offese alla tua intelligenza, alla tua ricerca del meglio e non del peggio. Sembra quasi l’enunciazione del principio di Archimede “ ...ogni oggetto immerso in un liquido riceve una spinta dal basso verso l’alto pari al liquido spostato...” Non mi intendo di insegnamenti di fisica, ma la vita mi ha insegnato che sempre alle esagerazioni alla fine corrispondono delle reazioni: quando la dignità viene calpestata, il rispetto ignorato, quando il fascista umilia il più debole e lecca il più forte, quando l’arrogante pensa che la bontà del buono sia senza fine. E invece come per una legge fisica la reazione arriva, infatti tutto l’universo si regge perchè la forza positiva vince sempre sulle forze negative. Quindi anche noi dobbiamo reagire alle forze negative, dobbiamo dare la nostra piccola parte per partecipare alla forza positiva che regge l’universo intero. Quindi cominciamo anche nel nostro piccolo universo a far rispettare la nostra dignità, reagendo a chi ci vuole usare, a chi come mission ha quella di tiranneggiare gli altri e non si ferma pensando che la bontà degli altri sia un tappeto da calpestare all’inifinito. La reazione alla esagerazione arriva perchè ce lo impone una legge universale, quella legge che mi ricorda il principio di Archimede. 5
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WEEKEND PREMIUM
ECO HOTEL PFÖSL
NATURA, BENESSERE E PISCINE CON ACQUA SALINA
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a riaperto l’Hotel Pfösl con 3 nuovi splendidi lussuosi chalet in legno di 60 metri quadri costruiti nel bosco, 18 nuove luminose suite panoramiche con giardino, una nuova piscina esterna, una grandissima sauna all’aperto con un lungo, emozionante percorso Kneipp all’aperto e la sala ristorante con vista. Per una vacanza indimenticabile sempre più in sintonia ed in contatto con la natura, l’hotel è stato progettato secondo criteri green. Il perimetro della struttura è circondato da un percorso aromatico che permette di assaggiare le piante direttamente dove crescono; con l’ambiente e l’aria salubre di montagna l’esperienza sensoriale naturale diventa davvero completa. I mobili in legno massiccio, i tessuti sapientemente realizzati dai laboratori alto atesini, l’illuminazione degli spazi che rende le atmosfere idilliache e sospese, il panorama sulle Dolomiti e la location soleggiata, l’area benessere rinnovata e ampliata sono i numerosi plus che l’hotel Pfoesl presenta per la stagione estiva 2017. La nuova area wellness “Natura Spa” comprende 2000m² di spazi interni, con diverse saune, bagni turchi, sale relax e cabine per i trattamenti, tutto pensato per rendere il soggiorno memorabile. 3 nuovi chalet nel bosco I nuovi chalet sono realizzati nel cuore del bosco, sopraelevati come la casetta/rifugio sugli alberi, disegnati con passione, moderni e nel contempo tradizionali e confortevoli, luminosi e del tutto realizzati con il profumato legno locale. La grande terrazza panoramica permette di riposarsi nella natura. HOTEL PFÖSL****S Fam. Zelger-Mahlknecht Nova Ponente/Dolomiti - Bolzano Tel: +39 0471616537 - www.pfoesl.it
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In Val di Fiemme TASSA DI SOGGIORNO = GUEST CARD 2€ PER L’AMBIENTE E PER TE!
Impianti*, Mobilità, Castelli e Musei in Trentino e più di 100 attività emozionanti
*solo nelle strutture convenzionate
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Q60 PER CHI ALLA DESTINAZIONE PREFERISCE L’EMOZIONE.
Consumo carburante per gamma INFINITI Q60: urbano (9,2-13,1 l/100 km), extraurbano (5,4-6,8 l/100 km), combinato (6,8-9,1 l/100 km). Emissioni ciclo combinato CO2 156-208 g/km. Le caratteristiche e i colori possono differire da quanto rappresentato.
WEEKEND CAR SPORT
PER VEDERE NEL FUTURO CONCEPT BMW Z4 C
i vorrà un po’ di pazienza, un annetto, per vedere sul mercato il modello di produzione; nel frattempo ammiriamo il prototipo della nuova BMW Concept Z4. La nuova versione della celebre spider bavarese è stata presentata in California durante il concorso d’eleganza di Pebble Beach. Per capire meglio cosa
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sia questa vettura, sono perfette le parole del direttore del design di BMW, Adrian van Hooydonk: “La BMW Concept Z4 è una macchina per la guida pura. Averla spogliata fino all’essenziale garantisce il guidatore di poter assaporare tutti gli ingredienti del piacere di guida nel modo più diretto. È la libertà totale su quattro ruote”.
BMW CONCEPT Z4
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Ma una spider di alta classe necessita anche di un design adeguato. La BMW Concept Z4, a giudicare da queste immagini, è proprio ben carrozzata, in tutti i sensi. Un approccio minimale, poche linee ma ben piazzate; il risultato è un aspetto dinamico in tutte le direzioni, usando la classica ricetta: passo lungo che slancia la vettura, coda
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compatta e sbalzi altrettanto contenuti. In questo modo la posizione di guida si trova più vicino al centro della vettura rispetto alle generazioni precedenti; questo consente di “sentire” (nel senso di provare una sensazione fisica) in pieno le reazioni della macchina, una caratteristica molto importante per un’auto sportiva. Anche per quanto ri-
guarda gli interni, è stato scelto un approccio intimista; i colori dell’abitacolo rispecchiano quelli della carrozzeria, per creare una sorta di ambiente unico, interrotto solo da qualche sapiente inserto cromato. Ma non si tratta di sola estetica, perché i progettisti hanno curato moltissimo l’ergonomia di guida, collocando tutto nella posizione
migliore per il conducente, a cominciare dai due display per strumentazione e multimedia. Al momento non sono ancora state diffuse informazioni sulla meccanica della BMW Concept Z4, ma possiamo stare certi che, data la tradizione della casa bavarese, al momento di entrare in produzione sotto il cofano batterà un cuore possente.
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CLASSIC WEEKEND
RITORNO AL PASSATO CON SLOW DRIVE A PARMA
TURISMO DIVERSO DAL SOLITO, VISITARE LE BELLEZZE DI PARMA E PIACENZA NOLEGGIANDO UN’AUTO D’EPOCA
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n’idea per un weekend diverso dal solito, in cui unire il turismo alla passione per le automobili? Mai considerato visitare luoghi suggestivi guidando un’auto d’epoca? Acquistare e soprattutto mantenere un’auto storica è impegnativo, non solo in termini economici. Servono tempo, spazio e competenze non alla portata di tutti. Però ci si può togliere la soddisfazione di fare una gita guidandone una per un paio di giorni, semplicemente noleggiandola. Ad esempio con la proposta del gruppo INC Hotels e di Slow Drive: visitare i dintorni di Parma e Piacenza a bordo di due classiche degli anni Settanta, una Volkswagen Maggiolino Cabriolet o una Triumph Spitfire 1500. VISITARE L’ANTICO DUCATO SULLE AUTO D’EPOCA Si tratta di un vero e proprio weekend in auto d’epoca. Si soggiorna al Best Western Hotel Farnese di Parma di INC Hotels; si sceglie il tour che si preferisce compiere, si ritira l’auto storica a cura di Slow Drive e si va.
INFO Slow Drive snc di Randazzo Federico Via Guglielmo Marconi, 108 25080 Padenghe sul Garda (BS) Tel. 030. 990 77 12 info@slowdrive.it 16
Piazza del Duomo a Parma
Tra i percorsi suggeriti, per esempio le colline sulle strade dell’antico Ducato di Parma e Piacenza; oppure le terre verdiane, da Roncole di Busseto, dove ancora esiste la casa in cui il Maestro nacque nel 1813 (che oggi ospita un museo e un teatro), alla stessa Busseto, poi Salsomaggiore Terme, Fontanellato e gli altri luoghi dei dintorni. Sempre molto interessanti poi le visite a due centri dedicati all’eccellenza gastronomica italiana, cioè i musei del Parmigiano Reggiano e del Culatello. Si può anche considerare un itinerario naturalistico, attraversando il Parco regionale dei Boschi di Carrega. La catena INC Hotels è attiva proprio nel cuore della cosiddetta Food Valley, cioè l’area tra Parma, Piacenza e Reggio Emilia. Alberghi di alto livello per visitare luoghi che tutto il mondo ci invidia. Maggiori informazioni su www.inchotels.com. Slow Drive è un’azienda specializzata in turismo su auto d’epoca. Soprattutto spider, ma non solo. Per un modo rilassato d’intendere il turismo, passeggiando gustandosi l’emozione di un’auto del passato e la bellezza dei luoghi circostanti. Maggiori informazioni su www.noleggioautodepoca.eu.
La piscina dell’Hotel Farnese
IL MAGGIOLINO CABRIOLET E LA TRIUMPH SPITFIRE Il weekend su auto d’epoca proposto da INC Hotels offre l’uso di una Volkswagen Maggiolino Cabriolet del 1970 e di una Triumph Spitfire 1500 del 1978. Per chi viaggia intorno alla mezza età, il Maggiolino è e sarà sempre “la” Volkswagen. La versione cabriolet fu costruita per la prima volta dal carrozziere Wilhelm Karmann nel 1949. Tetto in tela, qualche accessorio in più e tanta voglia di libertà. Venne prodotta fino al 1980 in più di 330.000 esemplari. L’inglese Triumph Spitfire è una vera e propria spider di dimensioni e cilindrata compatte. Il suo design ha quella particolare bellezza italiana che solo i carrozzieri italiani sanno creare. In questo caso si tratta del torinese Giovanni Michelotti il quale, prima di mettersi in proprio alla fine degli anni Cinquanta, lavorà con Pininfarina, Vignale e Allemano. La versione 1500 della Spitfire venne prodotta dal 1974 al 1980.
INFO INC Hotels Group Via Reggio 51/a, 43126 Parma info@inchotels.com www.inchotels.com 17
WEEKEND GREEN IN PIEMONTE
Lago di Laux
QUI SU, FRA QUESTE VALLI, IL TEMPO SEMBRA ESSERSI FERMATO, CUSTODITO DALLA PIU’ GRANDE FORTEZZA ALPINA D’EUROPA, LE FENESTRELLE, E DA PAESAGGI RICCHI DI LEGGENDE. CI SIAMO VENUTI CON LA JEEP WRANGLER, CON I SUOI 200 CAVALLI CON CUI SI POSSONO SCALARE I SENTIERI PIU’ IMPERVI. MA QUI UNA TARGA SU UN VECCHIO MURO CI PERMETTE ANCHE DI SCALARE IL TEMPO PASSATO, ALLA RICERCA DELLA STORIA DELLE COMUNITA’ VALDESI, PERSEGUITATE QUANDO LA RELIGIONE SIGNIFICAVA POTERE PER SE STESSI E NON AMORE VERSO IL PROSSIMO
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volte si sente irrefrenabile la voglia di lasciare l’accogliente pianura per salire verso le montagne, che sembrano aspettarci, chiamarci. Specialmente quando abbiamo le mani sul volante di una Jeep Wrangler 2.8, con cambio automatico a 5 marce con ridotte. Puntiamo verso l’alta Val Chisone, in provincia di Torino. Ci sorprende subito questo fuoristrada che va benissimo anche in autostrada e con i suoi 200 cavalli ci permette di fare qualche sorpasso in sicurezza. 18
Verso Usseaux, uno dei Borghi più belli d’Italia
CON LA JEEP WRANGLER AUTOMATICA 2.8 di Raffaele d’Argenzio
NELLE VERDI VALLI VALDESI
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Il cambio automatico, inoltre, ne aumenta il comfort e la comodità. Imbocchiamo l’A4 verso Torino, poi l’A55 e all’uscita di Pinerolo ci aspetta la strada provinciale 23 del Colle del Sestriere. Ora si comincia a salire, a vedere le montagne avvicinarsi, a sentire l’aria pura entrarci dentro, come a pulirci. Passiamo per Villar Perosa, località d’origine della famiglia Agnelli di cui, in pratica, è un feudo e poi Perosa (pietrosa) Argentina, in cui pare ci fosse una miniera d’argento. Non ci fermiamo, ma quando vediamo la freccia Forte di Fenestrelle non restiamo indifferenti e così svoltiamo per ammirare la più grande fortezza alpina d’Europa.
Frazione di Laux, che fa parte del comune di Usseaux
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La fortezza di Fenestrelle Non per nulla la chiamano “La grande muraglia piemontese”. Vale una tappa. In realtà si tratta di tre forti, e varie ridotte, collegati tra di loro da una scala coperta di 4000 gradini, che fortificavano così tutto il lato della montagna. La sua costruzione iniziò da parte dei Savoia nel 1728, con la funzione di proteggere il confine dai francesi, ma in realtà non si trovò mai al centro di grandi battaglie.
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I VALDESI, CRISTIANI E GUERRIERI
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ietro Valdo Pietro Valdo era un ricco mercante di stoffe di Lione, dove era nato nel 1140, che dopo aver sentito la storia della vita di Sant’Alessio si avvicinò alla religione e si fece tradurre a sue spese la Bibbia, che allora era scritta soltanto in latino. Sentito il sacro richiamo, nel 1173 lasciò la famiglia, donò tutte le sue ricchezze ai poveri e cominciò a predicare in Provenza e in Piemonte. Presto molti lo seguirono, ma nel 1184 gli fu proibito di predicare e i valdesi furono scomunicati per eresia. La storia di Pietro Valdo anticipa di circa 40 anni, in certo qual modo, quella di San Francesco. Nato ad Assisi nel 1182, fu chiamato Francesco perchè suo padre veniva da un viaggio in Francia. Figlio di un ricco commerciante tessuti, anche Francesco sentì il sacro richiamo e donò tutto ai poveri, cominciando a predicare e a far proseliti. Ma riuscì ad avere dal papa il permes-
so di predicazione e a non essere scomunicato. Invece i seguaci di Valdo dovettero abbandonare la Provenza ed a rifugiarsi in queste valli piemontesi, fondando anche il villaggio di Laux. Infiniti furono gli attacchi che subirono durante i secoli, da cui potettero difendersi proprio conoscendo bene queste montagne, mentre i Valdesi di Calabria furono sterminati senza pietà. Nel 1526 fu proprio qui a Laux che si riunirono 140 Barba (predicatori) che dopo tante discussioni decisero di aderire alle riforme di Calvino e Lutero. Le persecuzioni continuarono da parte dei Francesi e dei Savoia, ma i Valdesi seppero difendersi anche grazie ad un capo guerriero come Giosuè Janavel, che lasciò anche il testo “Istruzioni” che definiva le regole di come un avversario più debole può difendersi da quello più potente e organizzato. Questo modo di combattere poi prese il nome di
guerrilia. Comunque nel 1686 dovettero emigrare a Ginevra, da cui però rientrarono tre anni dopo, nel 1689. Ancora scontri nel 1690, ma per fortuna i Savoia si allearono con gli stati nord europei protestanti e d’allora si può dire che i Valdesi conquistarono la libertà di professare la propria fede. Maggiori informazioni sulla storia dei Valdesi si possono leggere nel libro “il viaggiatore di battaglie” di Marco Scardigli.
Statua di Pietro Valdo
Targa del Borgo di Laux
Storia della Borgata Laux e informazioni
Avremmo preferito visitarla, ma è chiusa e ci dobbiamo accontentare di vedere soltanto dall’esterno questa opera gigantesca le cui robuste mura s’inerpicano sul ripido pendio. Le visite si possono effettuare soltanto con prenotazione telefonando al numero 0121.83600, quello di una onlus che si occupa del recupero di questa grande monumento.
Valli Valdesi viste da Usseaux
Il Lago di Laux Proseguiamo per tre chilometri e poi a sinistra ecco la strada per Laux, Via al lago. E qui troviamo incastonato in queste verdi valli Valdesi il lago di Laux, che una leggenda vuole sia nato quando un contadino continuava anche di domenica a lavorare con l’aratro nel suo campo, e all’invito dei suoi paesani di andare a messa, rispose che avrebbe arato finchè il campo non sprofondasse. Al ritorno dalla messa, i suoi amici trovarono il lago al posto del campo che era sprofondato.
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FORTE “LE FENESTRELLE”
Archivio Ass. Progetto San Carlo -Forte di FenestrelleOnlus
Scala coperta di 4000 gradini
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uesta grandiosa fortezza alpina è la più grande d’Europa. La sua costruzione iniziò nel 1728, per finire quasi un secolo dopo. La sua funzione era quella di difendere il confine, da eventuali invasioni francesi, e specialmente la città di Torino. Viene chiamata anche “La grande muraglia piemontese”. In realtà si tratta di tre forti collegati fra di loro, appunto da una grande muraglia e da una scala coperta di 4.000 gradini. In verità non fu mai al centro di grandi battaglie, ma fu usata molto come prigione. Dopo anni di abbandono, ora può essere visitata grazie alla onlus San Carlo. Le visite guidate devono essere prenotate al numero 0121.83600.
Una leggenda, anche un po’ lugubre, che contrasta con questo magnifico angolo alpino. Ecco finalmente il posto adatto per la nostra Jeep Wrangler, per assaporare le sue doti fuoristradistiche. Il cambio automatico sembra far tutto da solo, e questo dà ancora più sicurezza. I cavalli non mancano, la robustezza neppure. In questa giornata di sole, verrebbe voglia di togliere l’hard top per godercela al massimo, ma poi i campanacci di libere mucche in libero pascolo ci distraggono. Ci passano vicino, quasi sorprese di vederci quassù, dove gli altri non arrivano. Riscendiamo verso Laux, per visitare questo piccolino paesino, che fa parte del comune di Usseaux, uno dei borghi più belli d’Italia. In ricordo dei Valdesi Strade e case di pietra, e poi una Targa ed un cartello, che ci invitano a scalare il tempo, alla ricerca del passato dei cristiani valdesi, perseguitati perchè credevano allo stesso stesso Dio, allo stesso Cristo, ma in maniera diversa. E così scopriamo che fu proprio qui in questo paesino delle Valli Valdesi che 140 Barba ( predicatori con barba) si riunirono nel 1526 per discutere se unirsi agli altri cristiani seguaci di Lutero. Ci guardiamo intorno, e ci sembra impossibile che tanti Valdesi sia stati uccisi in queste valli bellissime, per credere in Dio in modo diverso. Per fortuna sono tempi lontani ed ora quasi ogni anno Valdesi e Cattolici si riuniscono qui per dei convegni di pace. 25
Un mini convegno lo facciamo anche noi alla struttura Lago Laux, che si affaccia proprio sul laghetto, ma è un convegno che si svolge nel ristorante tipico, e in cui si discute sui piatti locali. Partiamo nel pomeriggio per portarci nei ricordi questa giornata di sole, prima che cali la sera. RdA LAGO LAUX Albergo Residence - Bar Ristorante - Area Camper Estiva Via al lago n.7 - 10060 Usseaux frazione Laux (TO) Tel e Fax 012183944 - mail: laux@mclink.it sito web: www.hotellaux.it
COMPAGNA DI VIAGGIO
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eep Wrangler è sinonimo di vero fuoristrada, in ogni sua versione. La generazione attuale conferma questo assioma, aggiungendo qualche tocco qua e là per rendere l’auto utilizzabile senza troppi sacrifici anche su strade ordinarie. Ma tutto sulla Wrangler richiama l’offroad. Per esempio le classiche portiere rimovibili, come il tetto, oltre al parabrezza abbattibile (cose possibili in fuoristrada ma vietate nella normale circolazione stradale). Oppure il cambio con marce ridotte. Oppure le gomme tassellate. Oppure gli angoli di attacco, dosso e uscita adatti per partecipare alla Dakar. Scorrendo le caratteristiche della Wrangler che abbiamo provato noi (allestimento Sahara), partiamo naturalmente dal motore. Scelta totalmente europea, perché questa versione monta il turbodiesel 2.8 ad iniezione diretta da 200 cavalli a 3.600 giri e la notevole coppia massima di 460 Newton metri, disponibile da 1.600
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a 2.600 giri. La trasmissione è affidata ad un cambio automatico a 5 rapporti con rapporto di riduzione di 2,72:1, in abbinamento alla trazione integrale Command Track Part-Time a due velocità. Scocca e telaio dispongono di rinforzi a supporti e traverse, oltre ad una protezione sottoscocca in lamiera da 2,5 mm per serbatoio e scatola del ripartitore. Le sospensioni sono dotate di ammortizzatori a gas ad alta pressione. Aggiungiamo anche i sistemi elettronici di assistenza alle partenze in salita e di controllo velocità in discesa. L’allestimento Sahara aggiunge rispetto al base Sport il tetto rigido, i passaruota in tinta con la carrozzeria, le pedane laterali antiscivolo, i cerchi in lega d a18 pollici, i vetri oscurati, impianto audio Infinity, schermo touch da 6,5 pollici, hard disk da 30 Gb, interni in pelle con logo Jeep e sedili anteriori riscaldabili. Il prezzo di listino con i soli equipaggiamenti di serie è di 43.950 euro.
RICETTA DI VIAGGIO Ravioli del Plin con burro fuso e timo INGREDIENTI Ripieno: 350 gr. di boraggine bollita e saltata con burro e uno spicchio d’aglio, 350 gr. di ricotta, 2 cucchiai di parmigiano, 1 uovo, sale, pepe, noce moscata. La Pasta: 200 gr. di farina 00, 300 gr. di farina grano duro, 4 uova, 1/2 bicchiere d’acqua, 1 cucchiaio d’olio, un pizzico sale. PREPARAZIONE Impastare il tutto, formare una palla, lasciare riposare coperta in frigo; stendere la pasta con il matterello, tagliarla a strisce, disporre l’impasto ogni 3-4 cm, coprire con altra striscia e chiudere con rotella x ravioli. La caratteristica è pizzicare la pasta per chiudere i ravioli e per far uscire l’aria in eccesso (da questo il nome “plin” = pizzicotto). I ravioli devono essere piccoli. Si fanno bollire qualche minuto in acqua salata, poi scolati, si adagiano su un piatto. Segue una grattatina di parmigiano e un’aggiunta di burro spumeggiante nel quale si è messo ad insaporire timo fresco. Il piatto è pronto
JEEP WRANGLER SAHARA Cilindrata (cc) / Potenza max kW (Cv) / giri/min 2776 / 147 / 200 / 3.600 Coppia massima Nm / giri/min Trazione / Cambio
460 / 1.600-2.600 Integrale / Automatico
Velocità max (Km/h) / accelerazione 0-100 (s)
172 / 10,6
Consumo medio (Km/l) / emissioni CO2 (g/Km)
11,4 / 231
Lunghezza/Larghezza/Altezza/Passo (cm) Angoli attacco/dosso/uscita (gradi) Altezza da terra / Guado superabile (cm) Peso in ordine di marcia (Kg) Prezzo €
422,3 / 187,3 / 180 / 242,4 35 / 22 / 28 23 / 76,2 1.933 43.950 27
BORGHI di Giuseppe Ortolano
QUANDO IL BORGO È In tempi di fake news e post-verità anche le parole sembrano aver perso il loro significato. Ma non per noi. E allora, quando abbiamo deciso di parlarvi di dieci borghi green, siamo partiti realmente alla ricerca di dieci luoghi veramente green – parola oggi fin troppo abusata – dove ambiente, sostenibilità, cultura dell’accoglienza, rispetto reciproco e legame con le proprie radici fossero reali e non specchietti per le allodole, magari certificati da qualche più o meno nota associazione a fine di lucro. Ed ecco a voi i “nostri” dieci borghi green, dalle Alpi al Mediterraneo. Dieci luoghi da visitare senza fretta, seguendo il ritmo dei propri desideri, delle stagioni, degli stati d’animo. Dieci mete da vedere, respirare, ascoltare, odorare, assaporare e poi, solo alla fine, fotografare per condividere con gli amici che lo meritano. In questo viaggio incontrerete il silenzio dei borghi di montagna, la riservatezza dei piccoli centri abitati dell’Italia cosiddetta minore, l’effervescenza di chi si affaccia sul mare e dai popoli che lo abitano mutua culture, credenze, musiche e sapori. Siamo consapevoli che questi non sono – per fortuna - gli unici borghi green del nostro Paese. Per ora accontentatevi del presente assaggio che speriamo vi terrà occupati per qualche weekend, poi – vi promettiamo – il viaggio proseguirà. Sempre alla ricerca del vero green. I restanti cinque borghi, nel prossimo numero
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Chamois
CHAMOIS (Aosta) Chamois è un piccolo borgo green dove non circolano automobili situato nella Valle del Cervino, a circa 1800 metri d’altezza. Insieme ad altre 24 località alpine europee aderisce al progetto Perle delle Alpi che offre ai turisti la possibilità di arrivare e muoversi senza l’uso dell’automobile, sfruttando mezzi di trasporto pubblici e altri veicoli ecologici messi a disposizione in loco, tra cui bici, mountain bike, e-bike e veicoli elettrici. Raggiungerete a piedi o più comodamente in funivia, al costo di un biglietto del tram, la minuscola e sconosciuta Zermatt italiana, decisamente meno frequentata ed economica della nota località svizzera sull’altro versante del Cervino. Da vedere la chiesa di fine Seicento, gli hameaux ( piccole frazioni) raccolti attorno alla fontana, alla cappella votiva e al forno dove una volta la settimana si cuoceva il pane e i rascard, tipiche costruzioni in legno e pietra di tradizione franco-provenzale legate alla coltivazione dei cereali. Stupendi i prati ed i pascoli. che cambiano colore con le fioriture e il trascorrere delle stagioni. www.chamois-lamagdeleine.it COME ARRIVARE. Per arrivare a Chamois bisogna raggiungere Buisson percorrendo l’autostrada A5 Torino Aosta - Uscita Châtillon Saint Vincent - e la strada regionale n.46 , per poi proseguire in funivia. DOVE DORMIRE. Il Rifugio L’Ermitage è un caratteristico chalet di montagna in pietra e legno nella minuscola frazione di Lavorè, a un quarto di ora a piedi dalla stazione della funivia. Si affaccia su un ampio prato panoramico. www.rifugioermitage.it DOVE MANGIARE. Chez Pierina mette in tavola piatti della cucina tradizionale valdostana. Tra le specialità il dolce lardo di Arnad con castagne e miele, gli gnocchi alla bava, il salmì di cervo e la polenta concia. Tel. 0166.47126
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Monteviasco
MONTEVIASCO (Varese) Anche la funivia che raggiunge il borgo di Monteviasco, nella verde Val Veddasca, a una manciata di chilometri dal lago Maggiore, è green. Piccola e autogestita dagli abitanti del paese che desiderano evitare di percorrere la mulattiera ottocentesca con circa 1600 scalini, raggiunge silenziosa e senza inquinare le solide case di pietra del borgo. Il centro abitato si raccoglie attorno alla chiesa e al vicino santuario settecentesco della Madonna della Serta e la leggenda vuole sia stato fondato da quattro soldati che, dopo aver disertato dall’esercito spagnolo, qui costruirono le loro abitazioni. Le case sono abbellite da affreschi e in località Piero, nei pressi della stazione di partenza della funivia, si ammira un misterioso masso situato a ridosso del torrente Giona, sulla cui superficie si trovano incisioni di figure, parole e simboli risalenti all’epoca pagana, insieme a croci cristiane. Per alcuni studiosi era usato per riti religiosi già nel 2000 a.C. www.gruppoamicimonteviasco.it
COME ARRIVARE. La funivia per Monteviasco parte dalla località Ponte di Piero, raggiungibile in auto percorrendo la strada che da Luino, sul lago Maggiore, sale verso Fornasette girando a sinistra per Dumenza, che va attraversata fino ad arrivare a Curiglia, dove si trovano le indicazioni per la funivia. DOVE DORMIRE. L’azienda agrituristica Kedo, nel paese di Piero, accoglie gli ospiti in una confortevole baita, dove pernottare in mezzo alla natura. Ottima colazione con prodotti a km 0. www.agriturismokedo.it DOVE MANGIARE. Il ristorante Barchet, nel cuore di Monteviasco, propone salumi e formaggi nostrani, pane e dolci del proprio forno, pasta fresca e gnocchi fatti in casa e gelati artigianali anche di latte di capra. www.monteviasco.it
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Mezzano di Primiero
MEZZANO DI PRIMIERO (Trento) Anche l’arte è green in questo borgo all’estremità orientale del Trentino. Mezzano di Primiero, l’unico comune della valle a conservare ancora, tra le abitazioni, qualche stalla in funzione, offre al turista un inconsueto museo en plein air, dove anche le cataste di legna sono d’autore. Sono le trentadue monumentali installazioni artistiche di Cataste&Canzei, uniche nel loro genere a livello internazionale, che impreziosiscono angoli, piazze e vicoli del borgo, spesso illuminate anche di notte. Un buon motivo quindi, per visitare Mezzano, che ha fatto del ritorno alla natura e alle radici la propria mission, non solo con scelte consapevoli e responsabili, ma anche con l’appassionata realizzazione di cinque itinerari dedicati all’acqua, agli orti, alle architetture, ai dipinti murali e alle antiche iscrizioni. Per non dimenticare i saperi del passato e condividerli con i visitatori. Da vedere anche i dipinti murali sulle facciate delle case, la maggior parte dei quali si trova lungo le direttrici principali che venivano percorse in passato dalle processioni religiose comunitarie e sono quindi, a tema religioso. www.mezzanoromantica.it COME ARRIVARE. La Val di Primiero si raggiunge percorrendo la SS47 della Valsugana (direzione Bassano/Trento) fino a Cismon del Grappa per poi proseguire sulla SS50bis (direzione Feltre/Belluno) fino ad Arten e quindi sulla SS50. DOVE DORMIRE. L’Hotel Garnì Paradisi è una struttura ecosostenibile dove trascorrere soggiorni piacevoli rilassandosi nell’area benessere oppure godendosi la natura attraverso passeggiate ed escursioni. www.hgparadisi.it DOVE MANGIARE. Il ristorante Lozen, aperto nei weekend e nei periodi festivi, propone piatti delle tradizioni culinarie della valle del Vanoi, tra i quali antiche specialità tramandate quali: le pape (semolino cotto nel latte), el pisa stort (crema di ricotta), minestre d’orzo e granoturco, el brót brusà (con la farina abbrustolita), la torta de pan, lo smòrum coi pomi (crespelle di mela). www.lozen.it
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Bobbio
BOBBIO (Piacenza) Su Bobbio sventola la Bandiera Arancione del Touring Club, marchio di qualità turistico-ambientale assegnato alle località che godono di un patrimonio storico, culturale e ambientale di pregio e offrono al turista un’accoglienza di qualità, per un turismo sostenibile. Il borgo è il capoluogo della verde e selvaggia Val Trebbia e accoglie il visitatore con il suo armonioso centro storico che inizia dalla piazza San Francesco, preceduta dal seicentesco santuario della Madonna dell’Aiuto. Passeggiando rigorosamente a piedi si entra nella contrada di Porta Nuova, cuore commerciale del centro storico, per poi raggiungere la via del Pozzo che porta nella piazza San Fara, dove si ammira il vasto complesso monastico della basilica di San Colombano. L’antico dormitorio monastico ospita il Museo dell’abbazia che espone reperti archeologici di epoca romana, corredi rinvenuti nei sepolcri della primitiva basilica dl Agilulfo e ornati della basilica stessa. Assolutamente da vedere il Ponte Vecchio che attraversa la Trebbia, l’icona forse più celebrata di Bobbio, e il quattrocentesco castello, con resti della porta d’ingresso delle mura e con un poderoso mastio. www.comune.bobbio.pc.it COME ARRIVARE. Percorrere l’A1 fino a Piacenza e poi proseguire lungo la tangenziale seguendo le indicazioni per Bobbio e imboccando la SS45. DOVE DORMIRE. L’Albergo Piacentino si affaccia sull’ampia e alberata Piazza San Francesco, alle porte del centro storico. Offre 18 confortevoli camere, un accogliente American Bar e un verde giardino, fiore all’occhiello dell’hotel, dove nella bella stagione viene servita la prima colazione. www.hotelpiacentino.it DOVE MANGIARE. Il ristorante-enoteca San Nicola, in un ex convento seicentesco nel cuore del centro storico, abbina alla cucina raffinata e creativa gli ottimi vini del territorio. www.ristorantesannicola.it
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Neive
NEIVE (Cuneo) Neive, un paese di pietra che dialoga con il territorio di Langa, è uno dei borghi sostenibili del Piemonte. Un progetto regionale volto a promuovere località e destinazioni turistiche sostenibili, valorizzando e premiando le iniziative in ambito di tutela dell’ambiente e turismo responsabile. Bandiera Arancione del Touring Club, vanta un centro storico omogeneo dal punto di vista architettonico, con il 75% delle strutture alberghiere integrato negli elementi storici del territorio, e una tradizione millenaria nella produzione di vino, l’oro rosso di questa regione. Situato al centro della Strada Romantica di Langa, ospita in un antico edificio di piazza Italia, il Museo alla Donna Selvatica, figura che si caratterizzava, all’interno della società langarola contadina, come portatrice di una cultura atavica, in stretto contatto con la natura e i suoi segreti, con i mestieri legati alla stagionalità, con la saggezza dei vecchi inframmezzata con la religiosità popolare e scaramantica. Da vedere la Torre dell’Orologio, la duecentesca Casaforte dei Conti Cotti di Ceres, il cinquecentesco Palazzo della contessa Demaria, l’elegante settecentesco Palazzo Bongioanni Cocito e il Palazzo dei Conti di Castelborgo, che oggi ospita una azienda vinicola. www.comune.neive.cn.it COME ARRIVARE. Percorrere l’autostrada A21, uscire ad Asti est, prendere l’autostrada Asti-Cuneo e uscire a Neive. DOVE DORMIRE. Un’elegante villa Liberty di fine ottocento ospita l’Hotel Villa Lauri, un piccolo albergo di charme con dodici camere, arredate con tessuti e mobili di pregio. www.hotelvillalauri.com DOVE MANGIARE. In una cantina di inizi Novecento scavata nel tufo, con le volte a mattoni, si degustano i piatti della tradizione langarola, abbinati ai vini provenienti dalle più rinomate cantine della zona. Cantina del Rondò, www.cantinadelrondo.it
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WEEKEND CAR LUXURY di Roberto Speranza
LA REGINA SI TOGLIE I VELI S
ono finalmente stati tolti i veli alla nuova Audi A8, l’ammiraglia della casa dei quattro anelli. La nuova generazione di questa berlina di gran lusso spinge forte sull’automazione avanzata, un campo nel quale tutti i costruttori si sono irrimediabilmente gettati. Tuttavia (o fortunatamente, a seconda dei punti di vista), tali funzioni verranno introdotte gradualmente. La presentazione al pubblico avverrà a settembre, durante il salone di Francoforte, mentre la commercializzazione fuori dalla Germania sarà avviata nel 2018.
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DESIGN E DIMENSIONI: LA NUOVA AUDI A8 E’ ANCORA PIU’ IMPONENTE Partiamo dalle dimensioni della nuova Audi A8. Come nelle versioni precedenti, ci saranno due versioni di telaio, la A8 standard e la A8 L. La prima ha un passo di 2.998 mm e una lunghezza totale di 5.172 mm, mentre la A8 L misura 3.128 mm nel passo e 5.302 mm in lunghezza. Rispetto alla serie precedente, la nuova Audi A8 è più lunga di 37 mm, mentre il passo è cresciuto di 6 mm. Le altre misure dicono 1.945 mm di larghezza per
NUOVA AUDI A8
entrambe le versioni e 1.473 mm di altezza (1.488 la A8 L). La larghezza è diminuita di 4 mm, mentre l’altezza è cresciuta di 13 mm. Arriviamo al design della Audi A8 2018. L’anteriore è come sempre dominato dalla griglia esagonale, diventata sempre più grande. La forma dei fari e della zona paraurti (decorata da numerose cromature) si adatta perfettamente ai bordi della calandra. Il profilo fa apparire la nuova A8 quasi una coupé, come rimarcato con insistenza da Marc Lichte, capo del design Audi, mentre illustrava il modello durante la presentazione di martedì 11 luglio. Questo nonostante l’altezza sia aumentata; sono le proporzioni ovviamente a creare questa illusione. Per quanto riguarda invece il posteriore, ora è maggiormente accentuata l’inclinazione in avanti. La parte più visibile è invece la striscia continua di luci che unisce i fanali e attraversa
orizzontalmente l’intera coda. Un dettaglio tecnico sui fari: si possono avere come optional i proiettori Led a matrice abbinati ad un laser. L’orientamento dei Led (ben 32 elementi) è controllato da una telecamera; inoltre a velocità superiori a 70 Km/h il laser raddoppia la portata del fascio di luce. Si tratta di una tecnologia che Audi ha sperimentato negli anni in cui ha corso e dominato alla 24 ore di Le Mans. Non finisce qui: il fascio viene orientato nelle curve ancora prima di muovere lo sterzo, in base alle informazioni del navigatore. La ciliegina sulla torta: le luci posteriori, che usano la tecnologia Oled (led organici), adattano la propria intensità all’illuminazione ambientale. Arriviamo agli interni. Per quanto riguarda i comandi, pulsanti e manopole sono una cosa del passato. La plancia appare infatti pulita. Tutti i comandi sono sostituiti da due grandi display touch centrali, il superiore (da 10,1 pollici) per navigazione, comunicazioni e multimedia, l’inferiore (da 8,6 pollici) per climatizzazione e funzioni secondarie. Il cruscotto è ovviamente digitale e personalizzabile. Il volante ha un aspetto non proprio convenzionale; è circolare ma le razze appaiono decisamente differenti, come si vede nella foto. Tutte le luci dell’abitacolo sono naturalmente a Led. Diamo per scontata la presenza di materiali di gran lusso per i rivestimenti. 35
MOTORI MICROIBRIDI, CRESCE L’EFFICIENZA La nuova Audi A8 ha equipaggiato tutti i suoi motori con una tecnologia microibrida (Mild Hybrid): un sistema elettrico da 48 volt consente di spegnere il motore mentre si marcia per brevi tratti in “coasting”, cioè senza premere l’acceleratore, ad esempio nelle discese; la funzione start/ stop è molto più estesa del normale e i riavvii sono immediati e fluidi. Inizialmente saranno disponibili due motori turbo V6 3.0, un diesel da 286 cavalli e uno a benzina da 340 cavalli. Successivamente si aggiungeranno due V8 4.0, diesel da 435 cavalli e a benzina da 460 cavalli. Infine, ancora più avanti, la gamma verrà estesa alla A8 L e-tron, una ibrid plug-in. Il motore a benzina è il V6 3.0 TFSI. Insieme al motore elettrico, la potenza combinata disponibile è di 449 cavalli, mentre la coppia raggiunge ben 700 Newton metri. In modalità solo elettrica, l’au-
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tonomia è di 50 Km. Poi il top di gamma, una Audi A8 L con motore W12. E’ un biturbo 6.0 che eroga la bellezza di 585 cavalli. A basse velocità, vengono disattivate le bancate di sinistra per ridurre i consumi. Completano la meccanica le sospensioni attive (il telaio consente all’asse posteriore di sterzare) e la tradizionale trazione integrale quattro. Cambio automatico Tiptronic ad otto rapporti, ottimizzato con una pompa dell’olio elettrica per l’uso in coasting. Due parole sulle funzioni di guida autonoma o semiautonoma, racchiuse sotto il nome di Audi AI. Troviamo per il momento il parcheggio remoto e la marcia automatica nel traffico autostradale, insieme a molte altre diavolerie, per chi le vuole. Chiudiamo con i prezzi. La nuova Audi A8 partirà da 90.600 euro tasse escluse. Invece l’Audi A8 L partirà da 94.100 euro.
AUDI A8 2018 3.0 TFSI Cilindrata cm3 Potenza massima kW (Cv) / giri/min Coppia massima Nm / giri/min Emissioni CO2 g/Km Trazione Consumo medio Km/l Lunghezza/Larghezza/Altezza (cm) Passo (cm) Prezzo â‚Ź (indicativo)
2.995 250 (340) 500 / 1.370-4.500 178 Integrale 12,8 517,2 / 194,5 / 147,3 299,8 90.600
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A
AUDIO
ggiungiamo anche un impianto audio assolutamente di alta classe. Il sistema della Bang&Olufsen si diffonde sulla bellezza di 23 altoparlanti, per offrire quello che viene chiamato suono tridimensionale, una tecnologia che Audi ha introdotto nei suoi modelli col Q7 del 2015. Dobbiamo specificare che l’impianto è installato anche nel vano posteriore della vettura. L’amplificatore da 1.920 watt usa una tecnologia che sviluppa meno calore, dirigendo quindi più potenza verso gli altoparlanti. La tridimensionalità del suono è elaborata da un processore di segnale, il cui algoritmo di funzionamento è stato sviluppato da Audi insieme al Fraunhofer-Institut. Il sistema di infotainment dell’Audi A8 permette anche ai passeggeri posteriori di disporre di un’apposita unità di comando.
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WEEKEND ITALY
NEL CUORE DI VENEZIA TORNA IL GRAN PREMIO DELLA VELA
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Venezia
Capitale di cultura e storia ma anche di sport. Quest’anno torna la Venice Hospitality Challenge 2017, il Gran Premio della Vela nel capoluogo veneto.
Il 14 ottobre sulla linea di partenza saranno schierati Maxi Yacht e celebri skipper che hanno fatto la storia della vela sportiva internazionale. La singolarità della competizione ed elemento di grande suggestione è il percorso: un tragitto unico che si snoda interamente nel bacino di San Marco e che offre al pubblico uno spettacolo indimenticabile nella cornice di una città incredibile come Venezia. Finalmente gli occhi dei cittadini e dei turisti non scorgeranno solo navi da crociera ma anche imbarcazioni in grado di emozionare. La gara è ideata e diretta da Mirko Sguario, fondatore dello Yacht Club Venezia e promotore di molte celebri regate della Serenissima. Questa quarta edizione della Venice Hospitality Challenge adotterà una formula che vedrà la partnership tra l’eccellenza alberghiera del Veneto e skipper di fama internazionale. Si assocerà quindi lo sport della vela al mondo del lusso, confermando il successo delle precedenti edizioni. Ben tredici i Maxi Yacht in gara e ognuno correrà per un nome dell’alta hotellerie veneta: Hotel Danieli, The Westin Europa Regina, The Gritti Palace, Hotel Centurion Palace, Belmond Hotel Cipriani, JW Marriott, Cà Sagredo Hotel, Hilton Molino Stucky, Falisia Resort di Portopiccolo Sistiana ai quali si aggiungono quest’anno Hotel Excelsior, Palazzina G e Cristallo Resort di Cortina d’Ampezzo. L’indimenticabile Moro di Venezia rappresenterà invece la Città di Venezia. L’evento sarà supportato da Assicurazioni Generali Italia, Marina Yachting e Moët & Chandon. Il premio per i vincitori sarà, come di consueto, l’esclusivo cappello del doge realizzato appositamente per questa edizione dalla storica vetreria muranese Barovier & Toso, le cui origini risalgono al 1295. Una regata da non perdere per un weekend ancora più ricco in una delle città più belle del mondo. 41
Rovereto
LA DANZA CHE LANCIA PONTI “Non muri ma ponti tra culture, corpi e idee in movimento”. In Trentino il festival ORIENTE-OCCIDENTE che sostiene un approccio interculturale alla danza e al teatro Oriente e Occidente è uno dei più importanti Festival europei di danza contemporanea e di teatrodanza che da trentasette anni si occupa della promozione di un approccio interculturale alla danza e al teatro. Si svolgerà dal 30 agosto al 10 settembre a Rovereto, in Trentino, dove il festival è nato. È un periodo perfetto per trascorrere un weekend unico prima della completa ripresa della quotidianità dopo le vacanze estive. Il festival è un evento imperdibile e portatore di importanti valori e inoltre Rovereto è una città piena di cultura, un esempio è il Mart, Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto. Arte, cultura, valori: un’interessante combinazione di motivazioni per organizzare una gita in Trentino. L’edizione 2017 del Festival vede la collaborazione tra coreografi e artisti di Paesi e culture differenti, i quali interpretano temi che intersecano l’attualità e il tema dell’interculturalità: il corpo, la libertà di movimento e di espressione, i confini del proprio Paese, il confronto tra modernità e tradizione. In particolare il tema del corpo, nella cultura musulmana e in quella laica, è al centro di Wonderful one, l’opera del coreografo francese e dalle origini algerine Abou Lagraa, una prima mondiale che ha aperto il Festival il 30 agosto. Un esempio di come l’arte sia un linguaggio che supera, senza negarle ma ponendole su un piano di dialogo, le distanze geografiche e soprattutto culturali. Venerdì 1 settembre il coreografo di fama internazionale di origine tibetana, Sang Jijia, e lo Spellbound Contemporary Ballet, una delle compagnie indipendenti di danza contemporanea più attive nel panorama italiano, hanno portato in scena Pa/Ethos, fusione degli aristotelici concetti di Pathos ed Ethos. Ruo-Yu Liu e Chih-Chun Huang insieme alla compagnia U-Theatre presentano Beyond Time. Domenica 10 settembre si incontreranno pratiche orientali (dalle arti marziali alla meditazione) e teatro totale occidentale. 42
Infine, venerdì 8 settembre Angelin Preljocaj e il Ballet Preljocaj, propongono La Fresque, un’antica storia cinese che narra di un uomo innamorato del ritratto di una donna, che decide di raggiungerla varcando il confine tra realtà e rappresentazione. www.orienteoccidente.it; www.visittrentino.it
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Amalfi
È ANCORA ESTATE: IL BORGO DI AMALFI Ad Amalfi per tutta l’estate si raccoglie il celebre limone IGP “sfusato amalfitano”, unico nel suo genere, coltivato nei tipici giardini e terrazze La strada migliore per arrivare ad Amalfi e godersi gli splendidi panorami della Costiera Amalfitana è uscire al casello di Vietri sul Mare dell’autostrada A3, per poi seguire la SS 163. Dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità insieme alla Costiera Amalfitana, il borgo di Amalfi si riconosce per l’inconfondibile profilo del Duomo costruito nel IX secolo, agli inizi del periodo d’oro della Repubblica Marinara, poi più volte rimaneggiato. Splendida la facciata ricoperta da un colorato mosaico così come il campanile romanico, terminato nel 1276 e completamente rivestito di maioliche. Una breve passeggiata conduce agli Antichi Arsenali della Repubblica Amalfitana, unico esempio di cantiere nautico meridionale dove si conserva il galeone
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storico di Amalfi. Chi ha ancora voglia di camminare può poi proseguire nell’incantevole Valle dei Mulini che porta alle vecchie cartiere, alcune delle quali ancora in funzione, dove si produce la celebre carta di Amalfi. Info: www.amalfitouristoffice.it
Puglia
MOSTRE D’ARTE E FOTOGRAFIA NEI CASTELLI DEL SALENTO
Il turismo in Puglia continua. Ci sono ancora parecchi appuntamenti culturali. Ad esempio con le importanti quattro mostre di arte e fotografia nei Castelli di Corigliano d’Otranto, Gallipoli, Lecce e Otranto, aperte anche per buona parte dell’autunno. Da Mario Schifano e la pop art in Italia a Caravaggio e i caravaggeschi, dalle fotografie del cineasta Arturo Zavattini e dello scrittore e saggista Roberto Cotroneo alle tele dell’artista tedesco della corte dei Borboni Jacob Philipp Hackert.
Sino al 24 settembre le sale del Castello Aragonese di Otranto accolgono la mostra Caravaggio e i caravaggeschi nell’Italia meridionale a cura di Maria Cristina Bandera. L’esposizione propone il “Ragazzo morso da un ramarro” di Caravaggio e una selezione di opere dei suoi seguaci meridionali. Dopo la presentazione in primavera nella Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, approda a Otranto Genius Loci, nel teatro dell’arte esordio dello scrittore e saggista Roberto Cotroneo nella sua attività di fotografo, intrapresa negli ultimi anni. Aperta tutti i giorni dalle 10 alle 24 la mostra è organizzata dal Comune di Otranto e da Civita Mostre. Ingresso 12 euro (ridotto 10 e 6 euro). Info 0836210094 – www.mostracaravaggio.it. Il turismo in Puglia sotto il profilo culturale prosegue, sino al 22 ottobre al Castello Carlo V di Lecce, con la mostra Mario Schifano e la pop art in Italia. E’ dedicato a quattro maestri della storia dell’arte italiana e internazionale del secondo Novecento: Mario Schifano, Franco Angeli, Tano Festa e Giosetta Fioroni. Il gruppo, denominato poi Scuola di Piazza del Popolo, fa transitare nel mondo dell’arte motivi e oggetti provenienti dalla storia dell’arte e della vita, fornendo un contributo fondamentale all’arte contemporanea. Info: 0832246517 - www.schifanopopart.com 45
IN MONFERRATO
GRANDI VINI, CON UNA GRAND COUPÉ CHE NON IMPEGNA
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CON LA RENAULT MEGANE SPORTIVA
In piena zona di produzione vinicola, il piccolo borgo di Altavilla Monferrato ospita due fra le più antiche distillerie d’Italia, oltre ad un museo sui tram a vapore.
LA RENAULT MÉGANE GRAND COUPÉ HA RISERVATO ALCUNE PIACEVOLI SORPRESE DURANTE LA NOSTRA PROVA NELLE COLLINE DEL MONFERRATO, PRONTE ALLA VENDEMMIA, PER PRODURRE ANCORA GRANDI VINI. QUESTA VERSIONE REGALA UN “PACCHETTO” CHE NE TRASFORMA IL CARATTERE: GIOVANE, DINAMICA, SPORTIVEGGIANTE E ATTRAENTE.
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a Renault Mégane Grand Coupé non è una vera coupé. Le dimensioni e l’assetto sono quelle di una normale berlina. Ma della coupé ne esprime il look e lo spirito. Rispetto alla Mégane a 5 porte è più lunga e non di poco: 4,63 metri contro 4,36, mentre il passo è di 2,71 metri contro 2,67. E’ questo che regala alla Grand Coupé quell’aspetto slanciato, appunto da coupé; oltre allo spiovente un po’ più dolce verso la coda tipica di una berlina a tre volumi. Il bagagliaio è certamente ampio. Arriviamo agli interni. L’ambiente è molto pratico ed elegante. L’esemplare da noi provato aveva l’allestimento superiore Intens che aggiunge i sedili in misto tessuto/velluto, il sistema multimediale R Link2 e la tecnologia Multisense per modificare la risposta del motore. 47
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In più c’è anche il Visio System per il riconoscimento dei segnali stradali e l’avviso di superamento carreggiata. Poi ci sono diverse musichette e lucine che fanno sempre molto effetto sui più giovani. Questione di gusti, come sempre. Davanti si sta molto comodi. Si guida relativamente abbassati, come se si fosse realmente in una coupé. Discutibili i pedali, un po’ troppo “leggeri”. Soprattutto la frizione ha una corsa esageratamente lunga. Dietro c’è ampio spazio per le gambe. Non altrettanto invece per la testa se si ha una statura almeno media; tuttavia è stata inclusa la provvidenziale inclinazione del divano posteriore, fino a 27 gradi. Il quadro strumenti digitale rientra nell’apparato Multisense, in cui si possono scegliere diverse modalità di funzionamento dell’auto, come risposta di acceleratore, motore e servosterzo; nelle versioni con cambio EDC si modificano anche i tempi di passaggio dei rapporti. La nota dolente arriva invece dall’apparato multimediale R-Link2. Ma prima di questo aggiungiamo che i comandi al volante per audio e telefono non sono ben disposti, in particolare la parte sul lato destro, sono troppo nascosti. Il tablet verticale, per quanto bello, non risulta agevole da usare. 49
Troppi menu e sottomenu, troppi percorsi da fare col touch, poca immediatezza. L’automobile non è un telefonino, né dovrebbe diventarlo. Guidando serve rapidità e semplicità. Nemmeno ci si può fermare ogni volta che si deve cambiare qualcosa. E anche i comandi vocali per le telefonate non sono il massimo: troppe richieste di conferma. Complicazioni inutili. Ma sui fondamentali non c’è nulla da eccepire. Quando si tratta di guidare, la Renault Mégane Grand Coupé è impeccabile, fatta l’abitudine ai pedali. Noi abbiamo provato la motorizzazione Energy dCi 130. Questo motore spinge subito e bene. Questa configurazione di potenza è più che adeguata alla massa (1.401 Kg in ordine di marcia), l’accelerazione è sempre pronta, i sorpassi sono molto facili. L’inserimento in curva è preciso; qui offre un prezioso aiuto l’asse posteriore la cui traversa è modificata per delle microsterzate alle ruote posteriori; praticamente sparisce la tendenza al sottosterzo. Le sospensioni sono abbastanza morbide per garantire il comfort ma senza esagerare. La frenata è potente, sempre dopo aver “ca50
pito il pedale”, ma basta poco per entrarvi in sintonia. Insomma, quando si tratta di guidare, questa Grand Coupé è capace di far divertire. Senza dimenticare la sicurezza, grazie alle numerose tecnologie di serie, praticamente c’è tutto quello che serve oggi; non è poco. Chiudiamo con la scheda tecnica e i prezzi. La Renault Mégane Grand Coupé Energy dCi 130 ha un motore 1.6 turbodiesel da 130 cavalli e ben 320 Newton metri di coppia a 1.750 giri. Accelera da 0 a 100 in 10,5 secondi e viene accreditata di una velocità massima di 201 Km/h. I consumi dichiarati sono di 4 litri per 100 Km sul misto e 4,7 in città. Il cambio è solo manuale a 6 marce. Le motorizzazioni a benzina sono il 1. aspirato da 115 cavalli e cambio manuale, poi il 1.2 turbo da 130 cavalli con cambio automatico; ci sono inoltre i 1.5 diesel da 90 e 110 cavalli, quest’ultimo anche con cambio automatico. Due allestimenti, Zen e Intens. I prezzi di listino chiavi in mano vanno da 23.150 a 26.850 euro. Il modello da noi provato costa 26.500 euro con il solo equipaggiamento di serie.
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IN THE WORLD
LA CUCINA DEGLI INCAS
CONQUISTA IL MONDO
DA LIMA, LA CAPITALE, AI PAESINI DEL SUD DEL PERU, UNO STRAORDINARIO VIAGGIO ALLA SCOPERTA DI ARCHEOLOGIA, ARTE, ANTICHE CULTURE E UNA CUCINA DA PREMIO CHE PONE IL PAESE AI PRIMI POSTI NEL MONDO QUANTO A TRADIZIONE CULINARIA Machu Pichu
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l Perù è una terra di incredibili contrasti, territori di incomparabile bellezza dove modernità, tradizione e spiritualità si fondono. Testimoni di questa diversità sono gli 11 siti sparsi sul suo territorio e dichiarati Patrimonio dell’Umanità. Come Cuzco, città dalle grandi mura, con palazzi costruiti pietra su pietra dagli Incas, ed entrata nella lista dei Patrimoni Culturali dell’Umanità nel 1983. O il celebre Machu Picchu (il suo nome significa “la vecchia montagna”), sito archeo logico Inca situato nella valle dell’Urubamba, a 2.350 metri di altitudine. L’area è legata al culto del sole e degli astri. Molti pensano che sia stato un efficientissimo osservatorio astronomico. Pensate che durante gli equinozi di primavera e d’autunno (21 marzo e 21 settembre)
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il sole si trova sopra l’intihuatana che è il pilastro più importante della città. Il suo nome infatti è l’unione di INTI=sole e HUATA= legare e sta a indicare il luogo dove si cattura il sole. Altri pensano che sia stata costrui ta come residenza estiva per l’imperatore Inca Pachacutec nel 1440. Insomma per qualsiasi cosa sia nato, il Machu Picchu resta un posto incantato. Lima, la capitale, nota anche come “città dei re”, è un centro dinamico, in forte rinnovamento, uno dei più affascinanti centri d’arte del Sudamerica, che sfoggia arte, cucina e spiagge magnifiche amate dai surfisti di tutto il mondo. E ancora Chavin Huántar, sito archeologico che raccoglie le rovine e i manufatti realizzati dai Chavín, una cultura precedente agli Incas. Il sito si trova ai piedi del-
PERÙ le cime delle Ande, vicino all’ingresso della foresta pluviale amazzonica. Cosa dire poi della spettacolare Chan Chan, la più grande città di fango del mondo. Si tratta di un sito precolombiano sulla costa del Perù, vicino a Trujillo. Patrimonio dell’Unesco dal 1986, testimonia il regno scomparso dei Chimu. Un altro sito dichiarato nel 1985 dall’Unesco Patrimonio Naturale per la sua eccezionale bellezza costituita dalla Cordigliera Blanca, laghi di origine glaciale dall’intenso colore turchese, e per la straordinaria ricchezza di flora e fauna andine è il Parco Nazionale dello Huascaran. Chi ama la natura e la montagna non dovrebbe perdere questo autentico paradiso terrestre. Proprio come il Parco Nazionale di Manu lo scrigno della biodiversità. Si trova nei dipartimenti di Cuzco e ospita al suo interno circa 221 specie di mammiferi, come l’otorongo (Giaguaro peruviano) la tigre nera, il tapiro, il sajino, il cervo, il capibara, la maquisapa nera (scimmie) e molti altri. O anche il Parco Nazionale del Rio Abiseo, dichiarato Patrimonio dell’Unesco nel 1990. È situato sul versante amazzonico delle Ande, nella regione di San Martin, ed è chiuso al turismo al fine di preservarne l’ecosistema. È stato creato nel 1983 per proteggere la fauna e la flora delle foreste pluviali. Nel parco è presente la scimmia lanosa dalla coda gialla, che si pensava estinta. Chi non resiste invece al fascino misterioso delle città perdute, non può mancare una visita alla Città sacra di Caral-Supe. Questo complesso architettonico esteso su circa 60 ettari nelle colline desertiche fra la costa peruviana e la Cordigliera delle Ande, circa 200 km a nord di Lima, è stato inserito tra i patrimoni Unesco nel 2009. Si pensa fosse abitata da un popolo pacifico scomparso misteriosamente.
LE LINEE DI NAZCA
Cosa dire poi delle Linee e geoglifi di Nazca e Pampas de Jumana. Circa 400 km a sud di Lima, i geoglifi di Nazca e Pampas di Jumana sono incisioni sul terreno di cui si ignora la provenienza. Per cui sono tra i più grandi rompicapi dell’archeologia per quantità, natura, dimensione e continuità. Un altro luogo imperdibile, inserito nel 2000 dall’Unesco tra i siti Patrimonio dell’Umanità per la bellezza e la varietà di edifici e chiese, è il centro storico di Arequipa, conosciuta come “la ciudad blanca” (la città bianca), per via del colore della pietra con cui sono stati costruiti gli edifici del centro storico. Si trova ai piedi del vulcano El Misti. In tutti questi 10553
casi si tratta di autentici tesori da custodire e proteggere dall’usura del tempo e del turismo. Per questo lo stato peruviano, molto attento e sensibile a questo problema, ha elaborato e varato un piano per ridurre le emissioni di CO2, promuovendo e impiegando energie rinnovabili, e lottando anche per fermare il selvaggio disboscamento della foresta amazzonica. E bellezze naturali e archeologiche a parte, cultura e fascino, c’è un altro motivo per cui vale la pena visitare questo stupendo Paese. È la sua cultura culinaria. La cucina peruviana sta vivendo un momento importante. Pensate che la cucina Gourmet del Paese è da poco stata dichiarata Patrimonio delle Americhe. È una cucina che ha influenze asiatiche ed europee, ricca e variegata. La vastità del territorio diversifica in modo cospicuo i cibi. Sulla costa ad esempio, si gustano frutti di mare, nelle zone invece montuose si cucina carne mentre nella regione della Foresta Amazzonica si consumano soprattutto frutta e verdura tropicali. Ma molti sono gli ingredienti che sono in comune nei piatti delle varie regioni in primis le patate; pensate che se ne contano ben trecento tipi diversi per forma, colore, dimensione e gusto. Poi ci sono il mais e il riso e altri ingredienti un po’ più... esotici che farebbero rabbrividire i vegetariani e qualche europeo un po’ schizzinoso: tartarughe e piranha. Altri piatti tipici sono il ceviche, facile da reperire come street food; si tratta di pesce e frutti di mare marinati nel succo di lime, cipolla e spezie. Un’altra zuppa dal gusto forte, che viene servita fredda, è il leche de tigre. Quest’ultima invece non è facile da reperire ma vale la pena tentare per gustare qualcosa di vera54106 Machu Pichu
Cusco
mente unico. Altra zuppa di pesce è la chupe. Provatela solo se siete amanti del piccante perché il prodotto caratteristico del Perù è l’aji, peperoncino piccantissimo che all’interno di questa zuppa la fa da padrone. Non da meno sono la chupe de camarones (zuppa di gamberi) e quella de pulpo. Generalmente apre ogni pasto la zuppa di quinoa, molto buona e conosciuta, a base di un cereale che ha origini antichissime e veniva utilizzato già dai tempi degli Incas. Non perdete nel vostro viaggio anche il causa rellena uno sformato di pollo e patate. Per gustare i veri piatti della tradizione peruviana vale la pena fare una tappa al ristorante Central di Virgilio Martínez, per il secondo anno consecutivo è stato eletto il quarto migliore ristorante del mondo per la sua caratteristica unica di inserire nuovi ingredienti autoctoni nel menù. E se ciò non bastasse Lima vanta due tra i migliori ristoranti al mondo: il Central e Astrid y Gastón. Se volete scoprire comunque le tradizioni culinarie del Paese potete andare nel centro storico di Lima e visitare la Casa de la Gastronomía, inaugurata nel 2013, oppure contattare CARTORANGE (www.cartorange.com), la più grande azienda di consulenti di viaggio in Italia specializzata in viaggi gastronomici ed esperenziali che vi potrà ritagliare un itinerario personalizzato alla sco-
perta delle tradizioni gastronomiche peruviane. Oppure seguire uno degli itinerari proposti da Evaneos (www. evaneos.it), la prima piattaforma che mette in contatto i viaggiatori con le agenzie di viaggio locali selezionate in tutto il mondo. Potete contattarli allo 0289877718 o scrivere a contatto@evaneos.it. Oltre agli itinerari più classici Evaneos presenta anche soluzioni che prevedono esperienze a diretto contatto con le popolazioni locali, ma anche tour gastronomici e qui di seguito ve ne proponiamo uno.
Giorno 1-2: visita gastronomica nella Lima coloniale
Arrivati all’aeroporto sarete trasferiti in hotel e avrete un briefing di presentazione del viaggio da parte di un responsabile dell’agenzia. Il secondo giorno parteciperete a un tour gastronomico di Lima. Conoscerete il centro coloniale e antico della città assaggiando stuzzichini tipici peruviani ricchi di gusto e tradizione. Visiterete il Museo della Gastronomia e parteciperete a una degustazione in un ristorante bohémien storico della capitale, famoso per i suoi “piqueos” (aperitivi o stuzzichini). 10755
Isole galleggianti, Puno
Giorno 3: visita gastronomica nella Lima moderna
In questa giornata toccherà alla Lima moderna con i quartieri di Barranco, Chorrillos e Miraflores. Potrete notare, accompagnati dalla guida, i forti contrasti che caratterizzano questa metropoli latino-americana. Avrete un pranzo gourmet a base di pesce fresco, il ceviche, vero gioiello e bandiera della cucina peruviana nel mondo, in uno dei migliori e più “quotati” ristoranti di pesce della città. Il pomeriggio sarà libero e in serata vi trasferirete alla stazione dei bus alla volta di Arequipa.
Giorno 4-5: Arequipa, tour gastronomico e lezione di cucina
Una volta arrivati sarete trasferiti in hotel e avrete la giornata libera per visitare autonomamente Arequipa. Il quinto giorno visiterete il mercato di San Camillo, dove conoscerete i differenti prodotti alla base della cucina arequipeña e visiterete il bellissimo centro storico. Durante la camminata avrete un assaggio dei prodotti tipici della “gustosa” Arequipa: cioccolato, empanadas, gelato di formaggio, etc. Il pranzo è previsto nel ristorante di uno chef locale che vi darà lezioni di cucina 56108
peruviana e pranzerete con quello che avrete preparato sotto la sua supervisione. Il pomeriggio sarà libero.
Giorno 6-7: verso Puño e poi alle isole Taquile e Uros
In mattinata vi trasferirete alla stazione dei bus per dirigervi in hotel a Puño. Pomeriggio e cena liberi. Il giorno seguente, dopo la prima colazione partirete alla scoperta del Lago Titicaca, il lago navigabile più alto del mondo. Innanzitutto visiterete le isole galleggianti di Uros. Successivamente vi dirigerete a Taquile, la più grande delle isole del lago. Attraccherete nella parte nord e da li verrete trasferiti fino al porticciolo di Huayllano. Le famiglie di Huayllano vi accompagneranno alla scoperta delle usanze e delle ancestrali tradizioni dell’isola, sarete loro ospiti, proverete i loro cibi tipici e per una notte vivrete come veri “comuneros”. Cenerete e dormirete con la famiglia ospitante.
Giorno 8: passeggiata su Taquile
Dopo la colazione, esplorerete i dintorni della baia, la spiaggia e alcune rovine archeologiche. Poi raggiungerete a piedi il paesino di Taquile e dopo pranzo scenderete fino al porto. Ritornerete a Puño nel tardo pomeriggio.
Pappagalli nella Riserva Nazionale di Tambopata
Giorno 9: verso Cuzco
Inizierete di buona mattina il viaggio per raggiungere la città di Cuzco. Il bus turistico effettuerà una serie di fermate durante il viaggio: Pukara, Rajchi e Andahuaylillas.
Giorno 10: city tour culinario di Cuzco
Inizierete dal mercato di San Pedro dove entrerete in contatto con sapori, colori e aromi tipici delle Ande. Durante la passeggiata assaggerete specialità della città imperiale: causa di patate con pollo, empanadas, rocoto relleno, e molto altro. La sera parteciperete a una cena di degustazione in un ristorante gourmet di Cuzco.
Giorno 11: visita delle rovine inca
Dopo la colazione, con trasporto privato, andrete a visitare le rovine inca di Sacsayhuaman, Kenko, Puka Pukara e Tambomachay nei dintorni di Cuzco. Poi raggiungerete Pisaq, famosa per il suo vivace e colorato mercato artigianale e per il complesso archeologico.
Giorno 12: la cucina cusqueña
In questa giornata parteciperete a un’altra lezione di cucina. Inizierete andando a comprare - assieme a uno dei più riconosciuti chef del Perù - gli ingredienti al mercato
Rio Yanayacu
locale di Urubamba. Infine, seguendo le sue indicazioni imparerete a cucinare piatti tipici della regione a base di verdure, legumi ed erbe organiche della Valle Sacra degli Incas. Nel pomeriggio avverrà il trasferimento a Ollantaytambo, l’unico paese inca ancora abitato al giorno d’oggi, straordinario esempio di pianificazione urbana, e in serata prenderete un treno per Aguas Calientes per iniziare l’avventura “Machu Picchu”.
Giorno 13: il Machu Picchu
All’alba un bus da Aguas Calientes vi porterà all’ingresso di Machu Picchu, la “città perduta”. I più coraggiosi possono anche salire in cima al Wayna Picchu. Nel pomeriggio prenderete treno e bus per tornare a Cuzco.
Giorno 14: i paesini della Valle Sud
Partirete dopo colazione per la Valle del Huatanay a sud del Cuzco. Visiterete le rovine inca di Tipon, il paesino di Piñipampa, la splendida chiesa di Andahuaylillas, Pikillaqta e le sue rovine e infine al paesino di Huasao per farvi predire il futuro attraverso la lettura delle foglie di coca. Il tutto sarà accompagnato da assaggi culinari di cui la valle sud è famosa: chiccharron (maiale fritto), anatra, cuy (porcellino d’india). 10957
Giorno 15: giornata libera a Cuzco e tour “miti e leggende”
Avrete la giornata libera, ideale per passeggiare e conoscere Cuzco. In serata farete una camminata culturale e alternativa, con una suggestiva passeggiata sotto le stelle per le stradine del centro ascoltando leggende e racconti sui fantasmi e i Santi della tradizione.
Giorno 16-17: trasferimento a Lima e ritorno a casa
In mattinata prenderete un volo per Lima. E l’indomani da Lima per il rientro Il costo è circa € 2.520, voli internazionali esclusi.
RICETTE DI VIAGGIO® LOMO SALTADO INGREDIENTI (PER 4 PERSONE) 1 kg di filetto 1/4 tazza di vino rosso 1 pomodoro (grande) 1 cipolla 1 peperone (rosso) pepe e sale 1 spicchio d’aglio 2 cucchiai di succo di cedro 1/4 tazza di cilantro 5 patate 1 cucchiaio di olio extravergine di oliva PREPARAZIONE Tagliate la carne a striscioline e conditela con sale, pepe, un po’ di olio d’oliva, succo di cedro e l’aglio sminuzzato. Lasciate marinare per almeno 30 minuti Cuocete poi la carne a fuoco alto finché avrete rosolato tutta la parte esterna. Abbassate la temperatura e aggiungete la cipolla tagliata a fettine. Cuocete per 1 minuto, mescolate di tanto in tanto. Ora aggiungete pomodoro e peperone rosso tagliato a strisce. Continuate a cuocere finché le cipolle non saranno ammorbidite. Friggete le patate tagliate a striscioline e aggiungetele agli altri ingredienti. E del vino rosso e del cilantro. Dopo qualche minuto togliete dal fuoco e servite.
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2017 L’ANNO DELLE “3E” NEL TURISMO ECONOMY, ETHIC ED ENVIRONMENT, UNA TRILOGIA PER ESPRIMERE UN TURISMO ECO SOLIDALE, CIOÈ UN’ALTA CONSIDERAZIONE DELL’ASPETTO ECONOMICO, DELLE POPOLAZIONI E DELL’AMBIENTE. OGNUNO DI NOI PUÒ PRATICARE UN TURISMO SOSTENIBILE, AD ESEMPIO SCEGLIENDO MODALITÀ DI TRASPORTO A BASSO IMPATTO AMBIENTALE O SOSTENENDO L’ECONOMIA DEL POSTO, IN MODO DA MIGLIORARE LA STESSA. NON SOLO RISPETTANDO L’AMBIENTE E LA CULTURA DEL LUOGO, CERCANDO DI CONOSCERE COSTUMI E USANZE DIVERSE MA ANCHE SCEGLIENDO STRUTTURE CHE PRENDONO IN CONSIDERAZIONE L’USO RAZIONALE DELL’ENERGIA, DELLE RISORSE IDRICHE E DELLE MATERIE PRIME. LA NOSTRA TOP TEN DI PAESI SOSTENIBILI COMINCIA DALLA NUOVA ZELANDA
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NUOVA ZELANDA
N
uova Zelanda, oggi uno dei paesi più green e sostenibili e poco conosciuto. La redazione di Weekend l’ha visitato per voi Nuova Zelanda, in maori Aotearoa, che significa Terra della lunga nuvola bianca. Il nome è da attribuire alla moglie di un grande navigatore maori, Kupe, che arrivata in NZ esclamò: HE AO, HE AO TEA, HE AO TEA ROA che tradotta dalla lingua maori significa “una nuvola, una nuvola bianca, una lunga nuvola bianca” e si può affermare che il nome è tra i più appropriati per descrivere questa meravigliosa terra. Si perché Aotearoa offre scenari da togliere il respiro e paesaggi così diversi tra loro che ne rimarrete confusi e affascinati allo stesso tempo. L’Isola del Nord, per lo più vulcanica, è costellata di geyser e crateri ancora attivi ricchi di colori e di energia; nell’Isola del Sud scoprirete montagne con vette appuntite circondate dal paesaggio dei fiordi. Tutta la costa invece è punteggiata di foreste vergini e meravigliose spiagge. Angoli davvero paradisiaci. La Nuova Zelanda offre siti naturali straordinari ideali per viaggiatori alla ricerca di paesaggi spettacolari, distese infinite e attività all’aria aperta. Per poterla conoscere
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TOP TEN PAESI SOSTENIBILI • • • • •
Galles Mongolia Mozambico Nepal Nuova Zelanda
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Patagonia Perù Québec Vietnam Zanzibar
appieno servirebbero mesi ma 10 giorni basteranno per farvi innamorare della Terra della lunga nuvola bianca. Di seguito un itinerario di 9 giorni da svolgere in tutta autonomia. Giorno 1 Arrivati all’aeroporto a Auckland ritirate l’auto a noleggio. Iniziate a visitare la città che è piccola, ma ricca di splendidi siti storici e naturali e vale la pena fermarsi
almeno 2 giorni. Rilassatevi magari andando a visitare l’acquario Kelly Tarlton’s Sea Life potrete camminare attraverso un tunnel trasparente in resina acrilica e ammirare la fauna e la flora marine. Giorno 2 Il secondo giorno non perdetevi una visita al Porto di Waitemata. Visitate la galleria Auckland dove potrete ammirare una notevole collezione di arte tradizionale e contemporanea. L’ingresso è gratuito. Per ammirare la città dall’alto raggiungete la cima della Sky, resterete senza fiato al cospetto del panorama. Gli amanti della storia non debbono mancare una visita al Museo della Guerra di Auckland che ospita una collezione di reperti militari. Giorno 3 Il terzo giorno percorrete circa 40 km. per arrivare a The Bombay Hills, attraversate la regione agricola di Waikato e la storica cittadina di Cambridge. Proseguite sino a Matamata e raggiungete l’area agricola Shire’s Rest, dove potrete visitare il set cinematografico dove è stato girato “Hobbiton”. Le colline circostanti sono
meravigliose. Per provare la cucina tipica neozelandese fate sosta a Matamata nella fattoria di Longlands. Rimettetevi in viaggio e raggiungete Rotorua. Fate una passeggiata nella Redwoods Whakarewarewa Forest, una grande foresta di sequoie che offre pace e silenzio mai provati prima. Sebbene sia un po’ turistico, per capire e comprendere la cultura Maori visitate il villaggio Tamaki. Per ritornare bambini dovete assolutamente visitare OGO (525 Ngongotaha Road, Rotorua 3015). Non ne avete mai sentito parlare? Possiamo definirlo un parco divertimenti dove rotolerete giù per una collina o in un corso d’acqua, dentro a una palla gigantesca. Un’esperienza unica e indimenticabile. Ancora qualche chilometro alla guida ed ecco OGO was recently named by Expedia as one of New Zealand’s top activities for a family holiday in their article, ‘Your Family Holiday Adventure in New Zealand’ .AncoAn Te Puia (conosciuta in passato con il nome di Whakarewarewa), una zona costellata di geyser e ora zona termale. Non è ammesso perdere questa meraviglia anche perché la parte geotermica è veramente notevole oltre ad essere la più grande dell’emisfero sud. 61
Giorno 4 Partite di buon’ora e percorrete la strada che vi porta da Te Puia a Wellington. Ci vorranno circa 5 ore ma gli scenari che vedrete vi faranno dimenticare le lunghe ore trascorse in auto. Wellington è la capitale della nuova Zelanda. Il centro è punteggiato di locali notturni e bar, insieme ad altre attrattive turistiche, tra cui teatri e musei di arte contemporanea. Ma non mancano parchi, giardini botanici e luoghi panoramici da cui ammirare la città che comprende quattro quartieri: Wellington City, sulla penisola tra lo stretto di Cook ed il porto, Porirua City, a nord, Lower Hutt City e Upper Hutt City. Con il traghetto (Dominion Post) potrete visitare anche le tre isole di Wellington Matiu, Makaro e Mokopuna. Vi consigliamo di fare un salto in Willis Street per ammirare il Majestic Centre, l’edificio più alto della città: svetta per 116 metri! Visitate due musei interessanti il Museum of Wellington City & Seabuilding e il museo Te Papa Tongarewa. Giorno 5 Alla mattina molto presto imbarcatevi per la traversata 62
da Wellington a Picton che dura circa 3 ore. Arrivati a Picton avete circa 850 chilometri da percorrere per arrivare alla destinazione finale, Queenstown. Ogni chilometro vi regalerà spettacoli meravigliosi, qualcosa di spettacolare e soprattutto di nuovo. Giorno 6 La città di Queenstown è un gioiello, un paesino di montagna che si affaccia sul lago Wakatipu. Qui gli amanti degli sport estremi potranno provare forti emozioni (è qui che è entrato in servizio il primo bungee jumping commerciale della storia): parapendio, rafting e per i più “rilassati”, jet-boating che permette di risalire la corrente di un fiume con un motoscafo a idrogetto che derapa sui fondali bassi del fiume, fin quasi ad arenarsi sui sassi della riva. Giorno 7 Con l’auto, in 3/4 ore, raggiungerete Dunedin la seconda città per estensione della Nuova Zelanda. Terra di scozzesi emigrati, si trova nel profondo sud del Paese ed è famosa per la Otago University, il suo prestigioso ateneo. Camminate tra gli stretti vicoli per guardare le ve-
NOTE VIAGGIO E COSTI PASSAPORTO: necessario con validità residua, rispetto alla data prevista per la partenza dalla Nuova Zelanda, di almeno 3 mesi. VISTO D’INGRESSO: per periodi di permanenza non superiori ai 90 gg. non serve il visto, ma sono richiesti alcuni requisiti (es. biglietto di a/r, disponibilità monetaria per il proprio mantenimento). Volo Milano Malpensa - Auckland Airport con Hong Kong Airlines (2 scali) nel mese di agosto circa 667,00 euro. Volo Christchurch International Airport - Milano Malpensa con Emirates (3 scali) circa 768,00 euro. Noleggio auto con ritiro in aeroporto a Auckland circa 17 euro al giorno escluso carburante (auto tipo Toyota Yaris cambio automatico). Traghetto Wellington Picton con trasporto auto tipo Toyota Yaris circa 154 euro. Compagnie Interislander (6 traghetti al giorno); Bluebridge (4 traghetti al giorno).
trine delle antiche botteghe. Dunedin ha spiagge bellissime infilate tra scogliere altissime su cui si infrangono onde altissime. Un consiglio? Raggiungete la sommità delle scogliere che portano a Tunnel Beach per osservare l’oceano: sarà un’emozione impagabile! Giorno 8 Al mattino presto proseguite alla volta di Christchurch e visitate l’antica Christchurch Normal School, gli edifici di stampo coloniale e il Municipio costruito con una moderna architettura neozelandese. Non perdete la visita alla Cattedrale cattolica del Santissimo Sacramento che purtroppo ha subito danni ingentissimi a causa del terremoto del 2011. Se vi avanza un po’ di tempo, non distante dall’aeroporto di Christchurch si trova l’International Antarctic Centre, dove si possono ammirare pinguini, filmati delle spedizioni antartiche e partecipare ad una simulazione di tempesta antartica in una stanza con vento freddo che raggiunge i -52 °C. Giorno 9 È arrivato il momento del rientro e di lasciare scenari meravigliosi per ributtarci nella realtà.
DOVE DORMIRE Auckland: Aspen house 62 Emily Place tel. 09 379 6633 Fax: 09 379 6634 www.aspenhouse.co.nz , info@aspenhouse.co.nz Wellington: Apollo Lodge Motel, 49 Majoribanks Street, tel. 3851849 Christchurch: Windsor “Bed&Breakfast” Hotel, 52 Armagh Street, tel. 03 3661503 Queenstown: The Alpine Retreat, 137 Alpine Retreat Road Dunedin: Karaka Alpaca Farmstay B&B Per una maggiore immersione nella realtà del posto esistono numerose fattorie (farm) che oltre al pernottamento consentono di cenare. DOVE MANGIARE Auckland: Best Ugly Bagels, 3A York Street Wellington: Scopa Caffè Cucina, 141 Cuba Street, Christchurch: Twenty Seven Steps, 16 New Regent Street Queenstown: Captains Restaurant The Mall Dunedin: Fish Hook, 424 George Street Costo complessivo del viaggio circa 3.800,00.
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Vietnam Da Nang è la località perfetta per iniziare a esplorare la natura incontaminata del Vietnam orientale. Questa località offre un’ampia scelta di hotel e centri commerciali. Molte le cose da visitare. Noi vi consigliamo le Montagne di Marmo, situate a sud di Da Nang. Ognuna delle montagne prende il nome dai cinque elementi naturali: metallo, legno, acqua, fuoco e terra. Quella più famosa è la montagna di Thuy Son (acqua). Salite lungo le ripide scalinate, ne varrà la pena il panorama della città che ammirerete vi ripagherà della fatica. A Da Nang vi raccomandiamo di soggiornare in un hotel progettato con solo elementi naturali come il bambu, la pietra e la vegetazione rampicante. Si chiama Babylon e prende il nome dai famosi giardini pensili della storia. Ha una forma a L con 32 camere su tre piani. La forma a L non è casuale ma ha permesso di avere un ambiente aperto ma nello stesso tempo riservato e tranquillo. Questo hotel è stato realizzato con lamelle fisse in calcestruzzo ricoperte di piante rampicanti. Questo fa sì che si possa godere di ombra, riservatezza e relax. Vi sembrerà di immergervi in una foresta tropicale beatamente rilassati in un comodo letto.
Nepal Situato fra India e Cina e separato dalla catena dell’Himalaya è una terra che regala pace e spiritualità. Visitare Kathmandu è d’obbligo: per conoscerla vi consigliamo di girovagare per le vie del centrale quartiere di Thamel, che oggi ha più l’aspetto di un immenso bazar. Alla sera al tramonto o al mattino presto attraversate il fiume e salite fino al Swayambhunath, il Tempio delle Scimmie, uno dei luoghi più suggestivi. Vicinissima alla capitale c’è la splendida Patan dichiarata Patrimonio UNESCO e considerata una delle città più antiche e più belle dell’intera valle di Kathmandu. Concedetevi la visita alla funicolare di Manakamana e all’omonimo antico tempio, poi visitate Gorkha per ammirare la valle dalla cima della collina, e Bandipur. Infine, Lumbini, città che ha dato i natali a Siddharrta, un’oasi di tranquillità dove visitare la Pagoda della Pace. Per Vietnam e Nepal un ottimo tour operator a cui rivolgervi è: DGV TRAVEL - Via Ermanno Carlotto, 1, 00122 Roma - Telefono: 06 5636 8501 64
Mozambico Il Mozambico è una terra d´Africa davvero meravigliosa, lontana dalle mete turistiche solite. Per questo è una terra intatta, dalla natura rigogliosa, dai paesaggi mozzafiato e 3.000 km di costa tutti da scoprire. Con la visita ai parchi e alle oasi, sosterrete l’educazione ambientale e la salvaguardia di moltissime specie animali a rischio di estinzione. Potrete ammirare posti incantevoli foreste, savane, arcipelaghi incredibili e selvaggi nonché spiagge bianchissime e mare cristallino. Tutto addolcito dalla gente del posto che regala calore e ospitalità. Il paese offre anche un notevole patrimonio architettonico risalente al periodo coloniale, oltre a interessanti aspetti folcloristici riscontrabili in più ambiti, dal ricco artigianato, alla musica fino alla tradizione culinaria. Maputo è la capitale, una città con vivaci mercati e bellissimi edifici moderni. È però consigliabile evitarne le periferie in orario serale, come per Beira e Chimolo. Alloggiate nelle guest-house gestite da alcune missioni. Per programmare un viaggio in Mozambico da programmazione o individuale contattate I Viaggi dell’elefante scrivendo a preventivi@viaggidellelefante.it
Mongolia La Mongolia, in Asia centro-orientale, è uno dei Paesi meno popolati al mondo: poco meno di 3 milioni di persone. La parte meridionale è occupata dal deserto del Gobi, quella nordorientale è caratterizzata da rilievi montuosi; circa il 30% della popolazione vive in aree rurali ed è dedita ad allevamento e nomadismo. La capitale è Ulaan Baatar, strutturata in grandi viali e spazi aperti ma di poco fascino. Merita una visita il monastero Gandantegchinlen Khiid: l’edificio all’interno del complesso è il Migjid Janraisig Süm, un tempio le cui pareti interne sono rivestite da centinaia di immagini di Ayush, il Buddha della longevità. Il monastero Coijin Lama, anche noto come “il museo della religione”, oggi non è più luogo di culto ma conserva dipinti su stoffa e maschere tsam tra i più belli di tutto il paese. La Mongolia è paese dai grandi spazi e muoversi a cavallo o su cammello è utile per fare turismo solidale. Se desiderate un tour operator specializzato contattate EARTH Cultura e Natura al +39 0341.286793. 65
Zanzibar Zanzibar è l’isola maggiore del territorio, famosa per i suoi paesaggi rigogliosi e le piantagioni di spezie, in particolare i chiodi di garofano per la cui produzione detiene il primato mondiale. La capitale Stone Town, sulla costa occidentale, vale la visita per la molteplicità di architetture che l’hanno resa Patrimonio UNESCO. La città è caratterizzata da un labirinto di vicoli fiancheggiati da case, negozi, bazar, moschee, tutti realizzati in pietra corallina locale. Da vedere il Palazzo delle Meraviglie, uno degli edifici più imponenti della città che deve il nome al fatto che fu il primo edificio di Zanzibar ad avere la corrente elettrica e in tutta l’Africa orientale a disporre di ascensore. Ospita all’interno un museo sulla cultura swahili ma ciò che consigliamo è un soggiorno mare in un resort come il Doubletree by Hilton Resort a Nungwi, proposto da Eden Viaggi (www.edenviaggi. it), uno dei tour operator specializzati su questa meta. L’offerta è di 8 giorni/7notti a pens. completa bevande incluse in doppia standard a € 1.125,08 a pers. (valido solo per pren. di due persone e con soggiorno in camera doppia) con partenza da Roma Fiumicino il 23/3/2017 e inizio soggiorno il giorno dopo.
Perù Con 28 dei 32 tipi climatici e 45 mila specie vegetali, il Perù rappresenta la meta ideale per chi ama la natura. Se si vogliono vivere grandi emozioni e praticare ecoturismo responsabile, un viaggio in Amazzonia è l’ideale. La regione prende nome dal fiume Rio delle Amazzoni e si estende per circa 7 milioni di chilometri quadrati di cui la parte situata in Perù occupa un quarto circa del territorio del Paese e prende il nome di Oriente. È un mondo ancora vergine che ospita piccoli gruppi etnici, molti con una propria cultura e lingua: qui se ne contano 18 appartenenti a 15 diversi ceppi. La foresta che ricopre la regione amazzonica cela autentiche meraviglie. Come la cascata di Gocta, scoperta nella primavera del 2006. La cascata compie 771 metri di salto ponendosi al terzo posto fra le cascate più alte della Terra. Un itinerario questo da fare con l’assistenza di un tour operator specializzato. Come Viaggi del Mappamondo (www. mappamondo.com) il cui tour in catalogo tocca anche la foresta amazzonica. Si chiama Parco Nazionale Tambopata, parte da Puerto Maldonado e dura tre giorni. 66
Patagonia La Patagonia è una regione geografica dell’America Meridionale. La zona argentina è caratterizzata da grandi steppe, altopiani di oltre mille metri di quota privi di vegetazione. Il ghiacciaio Upsala, con i suoi 900 chilometri quadrati di superficie, è il più grande del Sudamerica e termina nel Lago Argentino. Noi vi consigliamo di intraprendere il viaggio con l’assistenza di un tour operator specializzato che vi sia assistenza durante tutto il viaggio. Per esempio Earth Viaggi (www.earthviaggi. it) propone diversi itinerari su questa destinazioni. Ci sono molte partenze da adesso a fine anno. Per esempio, il tour Speciale Capodanno, Patagonia Argentina prevede la partenza il 27/12, dura 12 giorni e costa a partire da € 3.900 a persona incluso volo a/r dall’Italia.
Galles Questa parte di Regno Unito è dedicato a chi ama paesaggi fiabeschi, angoli incantati, litorali selvaggi, valli incontaminate e piccoli villaggi sperduti. Ma anche luoghi vivaci come Cardiff, la capitale, eletta la città più socievole della Gran Bretagna, e castelli da fiaba. Ce ne sono tantissimi molti dei quali concentrati nel cosiddetto Iron Ring, un circuito inserito dall’UNESCO nel Castles and Town Walls of King Edward in Gwynedd. Il tour operator Blu Vacanze (www.bluvacanze.it, tel. 02.88126990) propone un bellissimo tour in pullman GT della durata di 12 giorni che parte da Milano, tocca la Francia e altre località della Gran Bretagna.
Québec È la provincia francese del Canada, un luogo di grande fascino e suggestione, dalle architetture uniche e dai paesaggi spettacolari da scoprire. Come lo straordinario Chateau Frontenac (1 rue de Carrières, tel. 001.418.692.3861; visite guidate di 50 minuti sabato e domenica € 6,50, ridotto € 4,10), il monumento più famoso di Québec City. Costruito tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, ospita attualmente un lussuoso albergo, forse l’hotel più fotografato al mondo. Vi consigliamo l’interessante itinerario Tour Québec Fly and Drive proposto dal tour operator Alidays (www.alidays. it, tel. 02.87238400): 11 giorni/9 notti in camera doppia con trattamento di pernottamento a partire da € 1.266 a persona incluso volo a/r dall’Italia 67
SAN FRANCISCO, CITTÀ DELL’INCREDIBILE MONK
Il Golden Gate Bridge
L
ui è Adrian Monk. Professione: consulente esterno della polizia di San Francisco. Segni particolari: 312 fobie fra cui la paura del latte, dei ghiacciai e della paura stessa. È lui il protagonista della serie poliziesca televisiva americana “Monk”, in onda da lunedì a venerdì alle 8.30 su Retequattro. La serie è ambientata a San Francisco, la città più stravagante e ribelle degli States. Sulla costa meridionale della California, vanta simboli famosi in tutto il mondo: il Golden Gate Bridge e Alcatraz. Senza contare i caratteristici tram che, arrivati al capolinea, debbono essere “girati” dai passeggeri. Qui la vita scorre morbida fra le onde dell’oceano e le manifestazioni pacifiche in favore della natura e dell’ambiente. Non è un caso che la città vanti un numero considerevole di spiagge per nudisti (nell’episodio Il signor Monk e i nudisti, della sesta stagione, è proprio una di queste spiagge a essere la protagoni-
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sta). Ebbene, non vi piacerebbe scoprire i luoghi dove il geniale detective Monk risolve brillantemente e con grande acume tutti i casi che, nella finzione scenica, divide con la polizia di San Francisco e con il capitano Leland Stottlemayer? Se sì, meglio cominciare la visita dal Golden Gate Bridge (www.goldengatebridge.org/ visitors; in direzione nord gratuito, in direzione sud pedaggio 6 dollari addebitati elettronicamente sulla targa del veicolo), il simbolo della città realizzato in Art Déco nel 1937. Monk non lo ammirerebbe certo da Fort Point (orario: ven-dom 10-17; ingresso libero), il punto scelto da Alfred Hitchkock per la scena più famosa del film “La donna che visse due volte”, che dà un senso di vertigine fortissimo (lui ha anche paura dell’altezza e del vuoto). Chi invece vuole ammirare la famosissima nebbia che avviluppa la città può raggiungere il punto nord e ammirare il ponte al Vista Point, nella
WEEKEND IN GIALLO
di Gigliola Terzi
Con i suoi murales intitolati ai poeti, le spiagge per nudisti, le battaglie per i diritti civili e la tolleranza, la città californiana può dirsi “la città della stravaganza”. Per questo forse qui sono ambientate le avventure del detective Monk, che di stravaganze ne ha da vendere…
Marin County. Sta di fatto che per attraversarlo bisogna percorrere i tre chilometri della campata. Conviene poi visitare Downtown, il centro di San Francisco per vedere la Grace Cathedral (California Street, tel. 001.415.749.6300, www.gracecathedral.org; orario: lun-sab 8-18, dom fino alle 19; ingresso: offerta libera a partire da 3 dollari per gli adulti e 2 dollari per i bambini), ricostruita per tre volte nel corso di più di 40 anni, e Union Square, che prende il nome dai comizi a favore dell’esercito nordista. La piazza è circondata da negozi e magazzini e dominata dalla statua in bronzo di Alma Spreckels, esponente dell’alta società. Da non mancare anche la visita all’Asian Art Museum (200 Larkin Street, tel. 001.415.581.3500, www.asianart.org; orario: mar-dom 10-17, gio fino alle 21; ingresso: 12 dollari, bambini 8 dollari, libero la prima domenica del mese) che ripercorre 6.000 anni di storia con 18 mila opere
MONK, L’INFALLIBILE
Il personaggio di Adrian Monk, interpretato dall’attore statunitense Tony Shalhoub, è nato da un’idea di David Hoberman e adattato al piccolo schermo da Andy Breckman con una serie televisiva in 125 puntate, trasmessa sulla tv via cavo USA Network a partire dal 12 luglio 2002. In Italia la serie è stata trasmessa per la prima volta il 9 giugno 2005 e si è conclusa nel febbraio 2011. Attualmente viene replicata tutti i giorni, alle 8.30, da lunedì a venerdì, sull’emittente televisiva Retequattro. La serie è incentrata sulle gesta e sui casi affrontati e risolti da Adrian Monk, un ex agente della polizia di San Francisco che ora collabora in qualità di consulente esterno, a causa del suo comportamento ossessivo compulsivo e delle sue 315 fobie che si sono aggravate dopo la morte della moglie Trudy a causa di un’autobomba. Monk collabora con il capitano Leland Stottlemayer, interpretato da Ted Levine, ed è aiutato dalla sua assistente Sharona Fleming (e poi Natalie Teeger). La serie televisiva, ambientata a San Francisco ma nella realtà girata per buona parte a Vancouver, nel British Columbia, e poi nei dintorni di Toronto, ha vinto diversi premi fra cui otto Emmy Award. L’ultimo episodio della serie è stato il più visto della storia della televisione statunitense: ben 9,4 milioni di americani l’hanno guardato! Una curiosità: il nome Monk è probabilmente tratto da quello del famoso pianista di jazz Thelonius Monk, affetto da agorafobia, proprio come il fratello di Adrian Monk, Ambrose, nella finzione scenica. 69
Il murales “MaestraPeace”
e propone eventi culturali e spettacoli interessanti. Ma la sosta più incredibile è quella all’Exploratorium (Pier 15, tel. 001.415.528.4444, www.exploratorium.edu; orario: mar-dom 10-17, gio 18-22 solo over 18 anni; ingresso: 25 dollari, ridotto 19 dollari), oltre 600 affascinanti mostre dedicate alle cose più curiose e improbabili. Se vi piacciono gli animali e volete la foto più caratteristica di San Francisco andate al Pier 39 (www.pier39.com) dove, da gennaio a luglio, 1.300 leoni marini si crogiolano al sole e fanno il bagno. Ma c’è uno scorcio che non si può proprio non vedere in città. Si tratta di Lombard Street, la via più famosa di San Francisco più volta immortalata nei film, nelle serie televisive e sulle cartoline. La strada è molto tortuosa e si snoda a curve e tornanti a zig zag tra i fiori offrendo una vista panoramica spettacolare. La si può affrontare anche a piedi salendo i 250 gradini che portano allo Sterling Park. La strada è soprannominata “la strada più tortuosa del mondo” ma nella realtà questo titolo spetterebbe a Vermont Street, sempre in città. Un’altra caratteristica di San Francisco sono gli oltre 400 murales che si susseguono lungo le strade di Mission. Sono assolutamente da vedere quelli di Balmy Alley, nel vicolo tra Treat Avenue e Harrison Street, a
Palazzo di Belle Arti (Palace of Fine Arts), nel Marina District, una struttura monumentale costruita per l’Esposizione internazionale PanamaPacifico del 1915 e una delle poche sopravvissute di quei tempi 70
Cable Car, rete tranviaria a trazione funicolare, ultima al mondo del suo genere
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Panorama di San Francisco
carattere storico; quelli di Clarion Alley, i murales più artistici, e quello di Women’s Building, il murales più grande di San Francisco. Si intitola “MaestraPeace”, è stato realizzato nel 1994 da 90 muralistes e ricopre le pareti dell’intero palazzo. E c’è un’altra costruzione curiosa degna di nota. È la Coit Tower (Telegraph Hill Blvd, tel. 001.415.362.0808; orario: marzo-settembre 10-17.30, ottobre-febbraio 9-16.30; ingresso: accesso all’ascensore 7 dollari, bambini 5 dollari) punto di osservazione privilegiato per godere di un panorama a 360° sulla città. È un singolare edificio a forma di proiettile, alto 64 metri e dedicato ai vigili del fuoco della città. Bellissimi i vivaci murales che decorano l’atrio e che furono restaurati nel 2014. Per visitarlo c’è la visita guidata gratuita ogni sabato alle 11. DOVE DORMIRE Hotel Carlton Recentemente ristrutturato e rinnovato, l’hotel si trova a soli 10 minuti a piedi da Union Square e sfoggia camere dagli arredi colorati e vivaci e un ottimo ristorante di cucina mediorientale. Carte di credito accettate: tutte. Doppia a partire da 175 dollari a notte. 1075 Sutter Street - San Francisco Tel. 001 415 673 0242 www.hotelcarltonsf.com
DOVE MANGIARE Farm:Table Cucina fusion californiana con prodotti di stagione servita in ambiente caldo e accogliente. Ottimo il pesce. Carte di credito accettate: nessuna. Aperto martedì/venerdì 7.30-14, sabato e domenica 8.00-15.00. Prezzo medio: piatti principali a partire da 9 dollari. 754 Post Street - San Francisco Tel. 001 415 292 7089 www.farmtablesf.com
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RICETTE DI VIAGGIO® CLAM CHOWDER IN SOURDOUGH BREAD San Francisco è la città culinaria per eccellenza degli Stati Uniti. Fra i piatti più tipici vi consigliamo di provare il “Clam Chowder in Sourdough Bread”, una zuppa di pesce e granchi servita all’interno di un grande panino senza mollica che funge praticamente da scodella. In città lo si trova nei ristoranti del Fisherman Wharf e del Pier 39 ma se volete prepararlo a casa, ecco la ricetta. INGREDIENTI 1 kg di vongole veraci, 200 g di patate, 4 fette di pancetta affumicata alte circa 2 cm e mezzo, 20 g di burro, 4 panini grandi e rotondi, 1 cipolla, 2 dl di panna o latte, farina, sale e pepe. PREPARAZIONE Lasciate a mollo le vongole in acqua salata per due ore. A fuoco medio fate rosolare la pancetta fino a farla diventare dorata e croccante. Togliete l’olio in eccesso con un mestolo forato e con carta assorbente poi aggiungete il burro e mescolate il tutto fino a che il burro non sia completamente fuso. Aggiungete la cipolla tagliata a fettine e fate cuocere fino a che non risulterà morbida facendola saltare nel burro. Aggiungete la farina setacciata, il sale e il pepe mescolando continuamente fino a che non sarà ben amalgamato. Aggiungete poco per volta il latte o la panna fino a farlo bollire e addensare, aggiungete quindi le patate tagliate e fate cuocere per circa una quindicina di minuti fino a che non saranno morbide e poi aggiungete la pancetta e infine le vongole dopo averle scolate dal loro liquido. Versate la zuppa ottenuta nei panini cui avrete tolto la parte superiore e la mollica fino a ottenere dei veri e propri contenitori.
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