O T T O B R E 2 0 1 7 | D I G I TA L E D I T I O N
OTTOBRE 2017 | POLO WEEKEND PREMIUM | WEEKENDPREMIUM.IT | WEEKEND GUIDE
BORGHI D’AUTUNNO A CASTELVETRO CON LA VOLVO XC60
SPECIALE WEEKEND CAR SPORT
NUOVA GHIBLI GRANSPORT 2018 ...E LE ALTRE
IN THE WORLD I PASSI DELLA SVIZZERA GREEN CORFÙ, L’ISOLA DI OMERO
FINO IN CINA CON LA CITROËN CACTUS
Q60 PER CHI ALLA DESTINAZIONE PREFERISCE L’EMOZIONE.
Consumo carburante per gamma INFINITI Q60: urbano (9,2-13,1 l/100 km), extraurbano (5,4-6,8 l/100 km), combinato (6,8-9,1 l/100 km). Emissioni ciclo combinato CO2 156-208 g/km. Le caratteristiche e i colori possono differire da quanto rappresentato.
P O L O W E E K E N D P R E M I U M 2 017 O T T O B R E 2 0 1 7 | D I G I TA L E D I T I O N
OTTOBRE 2017 | POLO WEEKEND PREMIUM | WEEKENDPREMIUM.IT | WEEKEND GUIDE
BORGHI D’AUTUNNO EVENTS - PREMIUM COUNSELING
IN THE WORLD I PASSI DELLA SVIZZERA GREEN CORFÙ, L’ISOLA DI OMERO
A CASTELVETRO CON LA VOLVO XC60
FINO IN CINA CON LA CITROËN CACTUS
SPECIALE WEEKEND CAR SPORT
SOMMARIO > 06 Nuova Maserati Ghibli Gran Lusso > 08 Ferrari Portofino > 10 Lamborghini Aventador > 12 Mercedes Project One > 14 Audi A4S > 16 Con la Volvo XC60 a Castelvetro > 24 Borghi Green > 30 Weekend Italy in ottobre > 36 Ad Ostia con la Opel Insignia > 44 Porsche Cayenne > 46 Citroën C3 Aircross > 48 Volkswagen T-Roc > 50 Ricette di Viaggio IN THE WORLD > 60 Fino in Cina con la Citroën Cactus > 68 Corfù l’isola di Omero > 76 Zanzibar
EDITORE E DIRETTORE RESPONSABILE
Raffaele D’Argenzio direzione@edizionidargenzio.com HANNO COLLABORATO
Nicola D. Bonetti, Bianca Caputo, Emanuele d’Argenzio, Manuela Fiorini, Max Gionco, Silvana Lattanzio, Michelle Newton, Giuseppe Ortolano, Massimiliano Pallai, Benedetta Rutigliano, Martina Rutta, Giancarlo Santarelli, Roberto Speranza, Anna Maria Terzi EDITORE
Edizioni D’Argenzio S.r.l. Via Giovanni Prati, 12 20145 - Milano Tel. 02 345 0719 Weekend in Auto è registrato presso il tribunale di Milano al N. 158 del 03/04/2009 ISSN 1723-5685 Tutti i diritti sono riservati. Manoscritti e foto restano di proprietà della Edizioni D’Argenzio S.r.l. anche non pubblicati, non verranno restituiti. È vietata la riproduzione anche parziale di testi, documenti e foto.
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NUOVA GHIBLI GRANSPORT 2018 ...E LE ALTRE
IL NUMERO 5 SARÀ IN EDICOLA DAL 25 OTTOBRE “WEEKEND IN” è presente, gratuitamente, negli hotel (quattro e cinque stelle) della catena PLANETARIA.
LA PRESTIGIOSA RIVISTA CARTACEA LA TROVATE IN EDICOLA
WEEKEND CAR SPORT
MASERATI GHIBLI GRAN SPORT IL RESTYLING 2018 DELLA GHIBLI NON CI HA DELUSO. FINALMENTE IN QUESTO SETTORE POSSIAMO CAMMINARE A TESTA ALTA.
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aserati Ghibli Gran Sport – Con l’arrivo del restyling Ghibli 2018 è stato presentato un nuovo allestimento votato allo sport. Il nome dell’allestimento è proprio GranSport. Prese d’aria all’anteriore più vistose, colori di carrozzeria di forte impatto e sedili sportivi. Questo condisce una rivisitazione di un modello in continua evoluzione ed aggiornamento, che offre sempre maggiori dotazioni. Maserati Ghibli supera i suoi limiti, di certo non estetici data la cura nei dettagli e la bellezza delle finiture esterne ed interne. Le forme non
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cambiano di molto rispetto al restyling precedente: la griglia si abbassa leggermente ed è contornata da un sottile profilo cromato. Cambiano leggermente le forme dei fari, adesso con uno “sguardo” più deciso, e la forma del paraurti posteriore. Gli interni sono splendidi come da copione. Per la versione GranSport l’aria che si respira è chiaramente più votata allo sport, con sedili profilati che ricordano quelli della GranTurismo. I materiali sono di altissima qualità, così come le finiture. La pelle è morbidissima, con colori ed abbinamento estremamente
MASERATI GHIBLI
ricercati. Questo dona qualcosa in più alla Ghibli, che acquista lo spirito “artigianale” ed il gusto intramontabile di un marchio italiano come Maserati. Certo non è solo forma. In questa nuova versione sono diversi gli upgrade tecnologici rispetto la sicurezza: proiettori Full LED adattivi con abbaglianti a matrice anti-riverbero, Highway Assist, Lane Keeping Assist, Active Blind Spot Assist, Adaptive Cruise Control e al Traffic Sign Recognition. Insomma, un’iniezione di sicurezza e tecnologia che oggettivamente mancava ad un modello di questo
calibro. Ma è comunque di sportività che si tratta: Maserati ha aggiunto alla ricetta anche Integrated Vehicle Control (IVC), un sistema di controllo della trazione cha migliora ulteriormente la dinamica di guida, aggiungendo alla già validissima esperienza di guida maggiore raffinatezza. Ciò che ha subito minori modifiche è il motore: l’epico 3.o V6 Twin Turbo di Maranello si vede aggiungere 30 CV, arrivando a ben 430 e 580 Nm. Speriamo che la gloriosa voce di questo 6 cilindri non sia cambiata, ma siamo sicuri che non ci deluderà.
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WEEKEND CAR SPORT
FERRARI PORTOFINO DALLE SPIAGGE AMERICANE SUL PACIFICO ALLA RIVIERA LIGURE: È STATA SVELATA IN QUESTI GIORNI LA FERRARI PORTOFINO, GRAN TURISMO SPIDER CHE SOSTITUISCE LA FERRARI CALIFORNIA T
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iù potente e leggera della precedente, tetto rigido, discreto bagagliaio: tutto quello che serve per un turismo extralusso e altamente sportivo, appunto gran turismo. Il primo appuntamento pubblico per la nuova nata di Maranello è stato il salone di Francoforte 2017. Quando c’è il Cavallino di mezzo, è obbligatorio partire dal motore. La Ferrari Portofino monta il propulsore V8 3.9 turbo visto su 488 e GTC4Lusso T, rivisto con modifiche ad aspirazione e scarico per ridurre ai minimi termini il turbo lag (ritardo di risposta a basso numero di giri tipico dei motori turbo). Nuovi anche i pistoni e le bielle. La potenza è salita a 600 cavalli a 7.500 giri, 40 in più della California T. La micidiale coppia massima di 760 Newton metri è disponibile da 3.000 a 5.250 giri. Le prestazioni sono attestate in 3,5 secondi per l’accelerazione 0-100 e oltre 320 Km/h di velocità massima. Il peso complessivo in
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ordine di marcia della vettura è di 1.644 Kg. C’informano che il telaio e la scocca sono stati ridisegnati e alleggeriti, oltre ad essere diventati più rigidi. Il comportamento stradale è reso più raffinato da tecnologia di alto livello. Ad esempio il nuovo differenziale posteriore elettronico, lo sterzo elettrico, le sospensioni magnetoreologiche per ridurre il rollio. La Ferrari Portofino è una convertibile 2+2, i posti posteriori usabili solo per brevi tratti com’è normale in vetture di questo tipo. Il tetto è del tipo rigido retrattile. Nella marcia ad auto scoperta il comfort è migliorato grazie all’adozione di un deflettore che riduce del 30% il flusso d’aria all’interno dell’abitacolo, attenuando la rumorosità. Anche il climatizzatore è stato riprogettato per la massima efficienza quando il tetto è abbassato. Nel design esterno è stata posta la massima attenzione all’efficienza aerodinamica.
FERRARI PORTOFINO
FERRARI PORTOFINO Tipo e cilindrata cm3
V8 turbo - 3855
Potenza massima kW (Cv) / giri/min
441 / 600 / 7.500
Coppia massima Nm / giri/min
760 / 3.000-5.250
Emissioni CO2 g/Km Trazione / Cambio VelocitĂ massima Km/h
245 Posteriore / doppia frizione 7 marce >320
Accelerazione 0-100 Km/h (s)
3,5
Consumo medio Km/l
10,8
Lunghezza/Larghezza/Altezza (cm) Passo (cm) Peso in ordine di marcia (Kg)
459 / 194 / 132 267 1.664 9
WEEKEND CAR PREMIUM
MERCEDES-AMG PROJECT ONE
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MERCEDES PROJECT ONE
S
i tratta di un prototipo, nessuno lo può guidare. Ma anche quando produrranno la versione di serie, sarà costruita in 275 esemplari, accessibili quindi solo a pochissimi miliardari in dollari che oseranno farci solo pochi weekend in pista, ammesso che siano in grado di guidarla; magari Lewis Hamilton ne comprerà una, approfittando dello sconto dipendenti. Però è bello sognare, rende la vita più dolce. Osserviamo allora questa fantastica vettura. E’ una hypercar: oltre 1.000 cavalli e qualche milione di euro. Quasi una Formula 1 a ruote coperte, omologata per circolare in strada. In questo caso la Formula 1 non è citata a vanvera: la Mercedes-AMG Project ONE ne incorpora effettivamente la tecnologia. Il motore termico a benzina, è un’auto ibrida plug-in, è derivato direttamente da quello della monoposto che ha vinto gli ultimi tre mondiali. Si tratta quindi di un V6 1.6 turbo, montato nella classica posizione centrale. A questo incredibile propulsore vengono aggiunti quattro motori elettrici: due montati sulle ruote anteriori, uno integrato nel turbocompressore e un altro accanto al motore termico. Tutti sono collegati tra loro. La turbina viene azionata dal motore elettrico invece che dai gas di scarico nelle fasi iniziali dell’accelerazione, per poi passare all’alimentazione convenzionale. In questo modo il ritardo di risposta intrinseco del turbo viene azzerato. Il motore termico aziona le ruote posteriori, in combinazione con quello elettrico montato vicino; le ruote anteriori invece sono mosse esclusivamente dalla trazione elettrica. Citiamo pochi numeri ma significativi: potenza di sistema superiore a 740 kW, appunto 1.000 cavalli; accelerazione 0-200 sotto i 6 secondi; velocità massima superiore a 350 Km/h. Volendo, l’auto può circolare in
modalità solo elettrica per 25 Km. Sospensioni e telaio sono in pura tecnologia racing, sebbene la configurazione sia adeguata all’uso stradale. Carrozzeria interamente in fibra di carbonio. Anche il design è straordinario. Nonostante la forma sia pensata per la massima efficienza aerodinamica, questa coupé a due posti è veramente bella da vedere, oltre che imponente. Prese d’aria anteriori che somigliano ad una bocca che urla, il grande logo AMG, fari a LED piatti; profilo da pura macchina nata per la velocità, fiancata abbellita dalla pennellata verde dello sponsor petrolifero; coda dominata dal gigantesco estrattore, alettone sdoppiato, tubo di scarico centrale a tre uscite rotonde, una grande e due piccole, soluzione ripresa anch’essa dalla F1. Gli interni sono esattamente quelli di un’auto da corsa, però per due persone. Ogni dettaglio ha una funzione precisa, nessuna concessione alla pura estetica. Però dietro ai sedili ci sono alcuni vani portaoggetti e lo specchietto retrovisore interno è costituito da uno schermo, poiché uno specchio ottico sarebbe inutile dato il grande ingombro posteriore. Di serie ci sono anche climatizzatore e alzacristalli elettrici, oltre all’infotainment Comand. È una Mercedes, dopotutto. 11
WEEKEND CAR SPORT
LAMBORGHINI AVENTADOR S ROADSTER 740 CV “OPEN-AIR” PRESENTATA AL SALONE DI FRANCOFORTE 2017, LA NUOVA VERSIONE ROADSTER DELL’AVENTADOR S DISPONE DI UN MOTORE 12 CILINDRI DA 740 CV E NUOVE POSSIBILITÀ DI PERSONALIZZAZIONE.
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LAMBORGHINI AVENTADOR di Emanuele d’Argenzio
A
ventador Aventador S Roadster- Sappiamo che a Lamborghini piace esagerare. Questa nuova roadster può sembrare, ad un occhio meno attento, una sorta di “restyling strutturale” classico e periodico che ogni casa produttrice di super-car ha messo in atto almeno una volta. Noi di Weekend-Premium riusciamo ad intuire quanto questo nuovo modello sia opulenza pura,oltre la sportività e la meccanica. Aventador, da poco nella versione S, modello al top in Lamborghini, la “grande” della storica casa di Sant’Agata non è abbastanza. 12 cilindri in posizione centrale-posteriore, 6.5 litri di cilindrata, 740 CV (potenza identica alla Coupé) e una coppia di 690 Nm a 5.500 giri/minuto. Freni carboceramici giganteschi, pinze colorate, colori della carrozzeria completamente personalizzabili. Tutto questo con l’uso molto esteso di materiali quali fibra di carbonio (con diverse finiture lucide, opache e verniciate),alcantara, pelle, e alluminio. Aventador S Roadster è lusso puro, vetrina di spropositata ricchezza, esagerazione, ostentazione. Questo naturalmente accompagnato da un prezzo degno dell’offerta, cioè 313.666,00 euro tasse escluse. Non mancano le finezze, sia meccaniche che estetiche. Quattro ruote sterzanti, cambio sequenziale fulmineo e la voce inconfondibile di una Lamborghini 12 cilindri, voce che i vostri vicini ricorderanno molto bene. Ma voi sarete i primi ad apprezzarne le sfumature, proprio quando toglierete il tetto e lo riporrete nell’anteriore senza l’aiuto di nessuno, grazie al peso moderatissimo inferiore ai 6 chili. Sarete quindi avvolti nei sedili, con il vento tra i capelli, e il suono glorioso di 12 cilindri che trasformano litri di benzina in decibel.
Tipo motore Cilindrata
V12, 60°, MPI 6498 cc
Potenza Massima
740 CV (544 kW) a 8.400 giri
Coppia massima
690 Nm a 5.500 giri
Velocità Massima Accelerazione (0-100 km/h)
350 Km/h 3,0 s
Lunghezza totale
4.797 mm
Larghezza totale
2.030 mm
Altezza totale
1.136 mm
Peso a secco
1.625 Kg 13
WEEKEND CAR SPORT
AUDI RS 4 AVANT
LA CATTIVA DAL SENSO PRATICO WEEKEND CAR SPORT - DAL SALONE FRANCOFORTE 2017 CI È ARRIVATA LA STATION WAGON SPORTIVA AUDI RS 4 AVANT, CON UNA POTENZA DA PANICO, MA GOVERNABILE
U
na lieta anteprima del salone di Francoforte 2017 è la nuova Audi RS 4 Avant, della quale vedete in copertina la foto durante la conferenza stampa al salone, accanto al capo di Audi Sport, Stephan Winkelmann. Chi ha detto che la station wagon non interessa più? Fortunatamente non tutti sono succubi delle mode, quindi qualcuno ancora decide secondo logica: se ha bisogno di spazio per passeggeri e bagagli, perché oltre a lavorare ama trascorrere qualche weekend fuori porta con la famiglia, non è indispensabile prendere un ingombrante, pesante e poco maneggevole SUV. Una bella familiare, come si diceva una volta, basta e avanza; in più consente una tenuta di strada ed economicità di esercizio che i SUV non potranno mai intrinsecamente avere. Ricordiamoci: alto, largo e pesante significa meno stabilità e maneggevolezza in curva, maggiore resistenza all’aria, quindi maggiori consumi ed emissioni. La moda ha un prezzo. Tuttavia l’elemento economicità qui ha un’importanza relativa. Perché l’Audi RS 4 Avant è una sportivona coi fiocchi che sfrutta anche tutta la praticità della A4 Avant normale. Il vero e assoluto top di gamma di tutta la linea A4. Andiamo a vederla. Dobbiamo cominciare dal motore. Un mostruoso V6 2.9 biturbo da ben 450 cavalli e 600 Newton metri di coppia. Non servono altri numeri, se non l’accelerazione 0-100 in 4,1 secondi e la velocità massima sbloccabile a 280 Km/h col pacchetto opzionale Dynamic RS; altrimenti arriva ai canonici 250. Ma parliamo anche del peso: 1.790 Kg (station di segmento D, ricordiamolo), 80 in meno della serie precedente. Un SUV di pari segmento e cilindrata supera 14
allegramente le due tonnellate. Nonostante la potenza strabordante, i consumi sono diminuiti del 17% rispetto al modello di vecchia generazione. Audi comunica 8,8 l/100 Km nel ciclo misto. Mettiamoci anche emissioni di CO2 pari a 199 g/Km. La potenza è nulla senza controllo, diceva un famoso spot pubblicitario di qualche anno fa. Per scaricare a terra tutta quella cavalleria, l’Audi RS 4 Avant sfrutta la consueta trazione integrale quattro abbinata ad un cambio tiptronic ad otto rapporti a configurazione sportiva e tempi d’innesto particolarmente rapidi. L’assetto sportivo RS è ribassato di 7 mm rispetto alla A4 base a sua volta dotata di assetto sportivo. Come optional si possono richiedere freni in ceramica e sterzo dinamico specifico RS. Due parole sul design. Ci viene comunicato che gli ingegneri si sono ispirati alla vettura da corsa Audi 90 quattro IMSA GTO del 1989. Quindi davanti troviamo le imponenti e necessarie prese d’aria con struttura a nido d’ape, di lato vediamo passaruota maggiorati e dietro siamo investiti dalle appendici aerodinamiche: diffusore e spoiler sul tetto. Aggiungiamo anche i terminali di scarico ovali. I cerchi da 19 pollici sono in lega di alluminio fucinato. Chiudiamo con gli interni. Domina il colore nero. Sedili sportivi specifici, volante sportivo appiattito in basso, cuffia del cambio e listelli sottoporta illuminati con logo RS aggiungono dettagli esclusivi. Il cruscotto indica informazioni specifiche come forza g e coppia. Poi chi vuole può personalizzare parecchie componenti col programma Audi Exclusive. L’Audi RS 4 Avant aprirà gli ordini in autunno. La macchina arriverà nei concessionari europei ad inizio 2018.
AUDI RS 4 AVANT
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IN EMILIA, BORGO DI CASTELVETRO
DALLA SVEZIA CON AMORE
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CON LA NUOVA VOLVO XC60 di Emanuele d’Argenzio
È LA VOLVO XC60 CHE TORNA TUTTA NUOVA, CON PIU’ FASCINO E SICUREZZA DI SÉ, PRONTA A SCALARE LE CLASSIFICHE CHE GIÀ L’AVEVANO VISTA SULLA VETTA. MA INTANTO SCALA LE COLLINE CHE S’INNALZANO DALLA MOTOR VALLEY ITALIANA, DOVE SPADRONEGGIA LA FERRARI, PER RAGGIUNGERE IL BORGO DI CASTELVETRO, SULLA CUI ROCCA SVENTOLA LA BANDIERA ARANCIONE DEL TOURING CLUB
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uesto è stato uno dei suv più venduti, sia in Italia che all’estero, ma non sazio di successi, si ripresenta tutto rinnovato, con un abito nuovo più lussuoso, ma sempre con una classe misurata che rispecchia il carattere scandinavo. Un abito che copre anche tanta tanta sostanza e tecnologia, dal motore diesel a 4 cilindri, ai tanti ausilii alla guida che ne valorizzano la sicurezza. Entrarci è già una bella sensazione, il cambio automatico ad otto rapporti è preciso e sicuro, senza stacchi o sbalzi. Il viaggio ha inizio, ci si sente subito bene, in sintonia con la nostra amica di viaggio. Percorriamo la pianura padana, che qui diventa “motor valley” per la presenza di marchi mitici come Ferrari, Maserati, Lamborghini e Pagani.
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E la nostra Volvo l’attraversa rispettosa ma serena e sicura, la sua mission è un’altra. Per arrivare alla nostra meta, Castelvetro, si passa vicino a Maranello, sia se vi si arriva con la statale che con l’autostrada
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A1, un saluto alla sede della Ferrari e via verso le colline. Con la sua trazione ad inserimento elettronico, che passa dalla trazione anteriore a quella integrale soltanto se serve, le curve si affrontano con semplicità, senza sbavature. Anche la prova in offroad è positiva, non poteva essere altrimenti, con l’alta tecnologia che oggi la controlla in ogni situazione. Ci verrebbe voglia di puntare verso i calanchi per metterla a dura prova, ma ci aspetta Castelvetro.
VERSO CASTELVETRO È ad appena sette chilometri da Maranello ed è famoso sia per la sua Rocca, che per il Lambrusco Grasparossa, che come loro dicono pare sia il migliore, anche perchè è un lambrusco di collina, abbastanza secco da abbinarsi ai piatti saporiti emiliani. Anche le curve a gomito non si “sentono”e quando arriviamo nella piazza davanti alla Rocca (attenzione: per entrarvi bisogna chiedere un permesso) la sensazione è davvero fantastica.
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Sembra di tornare indietro nel tempo. Tanto indietro, qui infatti vi era già un insediamento etrusco, quando vi arrivarono i Romani, nel 150 aC, e vi costruirono un castrum, un accampamento fortificato: e infatti il nome Castelvetro è stato formato da Castrum e Vetus (vecchio). E certamente già allora c’erano le viti selvatiche di lambrusco, che poi addomesticate cominciarono a produrre questo rosso con le bollicine, gradevole e facile da bere. Ci fermiamo ad un agriturismo, la Cavaliera, che lo produce, per assaggiare quello vero, dal produttore al consumatore, che viene prodotto con metodo classico, cioè con fermentazione che continua in bottiglia. Tagliatelle, salumi, lambrusco e visita all’acetaia (producono anche aceto balsamico di Modena) e poi il ritorno. La discesa dalle colline si può fare anche ad andatura sostenuta in piena sicurezza.
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Poi sfioriamo ancora Maranello e ci immettiamo nell’autostrada A1, sui cui la XC60 scatena i suoi 190 cv in qualche sorpasso. All’arrivo, un grazie a questa pregevole compagna di viaggio, che è venuta dalla Svezia con amore per farci innamorare.
info Agriturismo Cavaliera Via Cavaliera, 1 Castelvetro (MO) - Tel. 059 799 835
Insieme al Lambrusco Grasparossa, producono anche Aceto Balsamico in una propria acetaia.
COMPAGNA DI VIAGGIO
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a Volvo XC60 da noi provata e, presumibilmente, quella che avrà maggior pubblico sul mercato italiano, è la D4 AWD. Nel linguaggio della casa svedese questa sigla indica la motorizzazione a quattro cilindri diesel biturbo 2.0 ad iniezione diretta. Propulsore di ultima generazione con testata e monoblocco in alluminio, esso eroga 190 cavalli a 4.250 giri, mentre la coppia massima si attesta a 400 Newton metri, disponibili tra 1.750 e 2500 giri. Trasmissione a trazione integrale con cambio automatico Geartronic ad otto rapporti. Le prestazioni indicano un’accelerazione 0-100 in 8,2 secondi e velocità massima di 205 Km/h. Per quanto riguarda i consumi di gasolio, il dato dichiarato è di 5,2 litri per 100 Km. Gli allestimenti partono da Business, poi troviamo R-Design ed Inscription. La lista degli equipaggiamenti di serie è troppo lunga per essere descritta qui: c’è tutto il meglio, soprattutto per quanto riguarda le tecnologie di sicurezza. Le altre motorizzazioni comprendono la D5 diesel da 235 cavalli, poi quelle a benzina: T5, T6 e l’ibrida T8, tutte a trazione integrale e sovralimentate. Le due superiori, oltre al turbo,
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hanno un compressore volumetrico per la spinta a basso numero di giri. Potenze da 254 a 320 cavalli. I prezzi di listino chiavi in mano: per l’allestimento Business si va da 48.500 a 70.350 euro; R-Design ha un range da 52.600 a 71.370, Inscription viene venduto in una fascia da 54.100 a 75.550 euro.
VOLVO XC60 Cilindrata cm3 Potenza massima kW (Cv) / giri/min Coppia massima Nm / giri/min Emissioni CO2 g/Km Trazione
1.969 140 / 190 / 4.250 400 / 1.750 - 2500 136 Integrale
Velocità massima Km/h
205
Consumo medio Km/l
19,2
Lunghezza/Larghezza/Altezza (cm) Passo (cm) Prezzo €
468,8 / 190,2 / 165,8 286,5 50.800
RICETTA DI VIAGGIO: Tagliatelle Cavaliera Ingredienti Per la sfoglia: 300 gr di farina 00, 3 uova. Si impasta bene e si stende sottile, si lascia asciugare e si taglia quando la sfoglia è ancora morbida ma non secca. Per il ragù: 100 gr di carne di maiale macinata (fondello), 50 gr di carne di vitello macinata, 50 gr di salsiccia, sedano, carota, cipolla (circa 100 gr in totale), 750 gr di polpa di pomodoro fatta in casa, olio, sale Preparazione si fanno stufare le verdure tagliate a cubetti nell’olio con un po’ di sale e un po’ d’acqua; quando sono morbide si aggiunge la carne macinata e si lascia soffriggere a fuoco vivace finché non risulta “asciutto”; quindi si aggiunge la polpa di pomodoro e un bicchiere d’acqua e si abbassa la fiamma; si cuoce a fuoco lento per almeno 3 ore; si aggiunge la salsiccia pestata e si lascia cuocere ancora per un’ora; se necessario aggiungere il sale
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BORGHI di Giuseppe Ortolano
QUANDO IL BORGO È In tempi di fake news e post-verità anche le parole sembrano aver perso il loro significato. Ma non per noi. E allora, quando abbiamo deciso di parlarvi di dieci borghi green, siamo partiti realmente alla ricerca di dieci luoghi veramente green – parola oggi fin troppo abusata – dove ambiente, sostenibilità, cultura dell’accoglienza, rispetto reciproco e legame con le proprie radici fossero reali e non specchietti per le allodole, magari certificati da qualche più o meno nota associazione a fine di lucro. Ed ecco a voi i “nostri” dieci borghi green, dalle Alpi al Mediterraneo. Dieci luoghi da visitare senza fretta, seguendo il ritmo dei propri desideri, delle stagioni, degli stati d’animo. Dieci mete da vedere, respirare, ascoltare, odorare, assaporare e poi, solo alla fine, fotografare per condividere con gli amici che lo meritano. In questo viaggio incontrerete il silenzio dei borghi di montagna, la riservatezza dei piccoli centri abitati dell’Italia cosiddetta minore, l’effervescenza di chi si affaccia sul mare e dai popoli che lo abitano mutua culture, credenze, musiche e sapori. Siamo consapevoli che questi non sono – per fortuna - gli unici borghi green del nostro Paese. Per ora accontentatevi del presente assaggio che speriamo vi terrà occupati per qualche weekend, poi – vi promettiamo – il viaggio proseguirà. Sempre alla ricerca del vero green.
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Montefalcone Appennino
MONTEFALCONE APPENNINO (Fermo) Un borgo greeen e un ecomuseo. È Montefalcone Appennino, suggestivo paese situato a 750 metri d’altezza, a ridosso del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. L’ecomuseo raccoglie, conserva e divulga i saperi tradizionali delle genti dei monti Sibillini e delle terre vicine. Qui si narrano le pratiche protettive del neonato, il suo allattamento, le fiabe e le filastrocche, i riti tradizionali del matrimonio e quelli della fertilità, i presagi di morte, il duro lavoro dei campi, il cibo familiare, la salute (le erbe officinali, i funghi e il loro uso), le credenze e le paure tramandate oralmente da generazione a generazione delle genti dei Monti Sibillini. Nel borgo si visitano alcuni interessanti edifici storici, come la chiesa di San Pietro, con richiami gotici sulla facciata e romanici nell’architettura del campanile; la trecentesca chiesa Santa Maria in Capite Scalorum e Palazzo Felici. www.montefalcone.it
COME ARRIVARE. Da Fermo, raggiungibile con l’Autostrada A14, proseguire sulla strada provinciale SP239 fino a Montefalcone. DOVE DORMIRE. Country House La Rupe è un’accogliente casa di campagna completamente ristrutturata conservando le caratteristiche originali, con piscina privata e campo da tennis. www.countryhouselarupe.it DOVE MANGIARE. Nella vicina campagna di Smerillo, in località Ceresola, un bio agriturismo in una casa antica del 1600. L’azienda agricola biologica con presidio Slow Food fa parte dell’Alleanza tra i Cuochi Italiani, Circuito delle erbe spontanee e Unione Cuochi “ Chi mangia la foglia “ con cibo originale marchigiano a Km zero. www.cibibuoni.it
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Sovana
SOVANA (Grosseto) Essere green vuol dire anche non dimenticare la propria storia, le origini e tutelare il territorio nel quale si vive, Sovana è tutto questo, non ha scordato la sua origine etrusca, il suo essere borgo di tufo immerso in un ambiente naturale dove le vigne si alternano a macchie, uliveti, campi di grano e allevamenti di pecore. Un’attività agricola rispettosa dell’ambiente che ancora oggi è apprezzata per l’alta qualità di prodotti tipici maremmani, inclusa un’importante produzione casearia. Assolutamente da non perdere il parco archeologico della “Città del Tufo” dove si ritrovano i maggiori tesori storici, archeologici e culturali di questo territorio. Qui si possono infatti ammirare, oltre alla chiesa di San Sebastiano e la Rocca Aldobrandesca, le necropoli scavate nella roccia e oggi inserite in un ambiente naturale di grande suggestione. Tra le più belle quella monumentale detta Ildebranda e le tombe rupestri avvolte da una folta vegetazione che ne esalta il fascino e il mistero, come quella chiamata Tomba della Sirena. www.sovana.altervista.org COME ARRIVARE. Percorrere l’autostrada A12 e quindi la SS1 -Aurelia fino ad Albinia per poi proseguire in direzione Manciano e seguire le indicazioni per Sovana. DOVE DORMIRE. Il Sovana Hotel & Resort nasce dalla ristrutturazione di un antico casale nel verde, ai bordi del centro storico di Sovana. Dalla finestre delle camere si ammirano gli uliveti e la cattedrale risalente al XII secolo www. sovanahotel.it DOVE MANGIARE. Nel centro storico di Sovana la Trattoria La Tavernetta mette in tavola, tra le tante specialità della casa, la “pasta al mistero” condita con una salsa fatta di pomodorini cotti in forno, verdure di stagione e…un ingrediente misterioso. Tel. 0564.616227
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Pollica
POLLICA (Salerno) Città Slow, sostenibile e in sintonia con il territorio che la circonda, Pollica deve molto ad Angelo Vassallo, il “sindaco pescatore” in prima fila nella tutela dell’ambiente, assassinato nel 2010 dalla camorra. Pollica si presenta come un sistema di piccole frazioni all’interno del Parco Nazionale del Cilento, all’ombra del monte Stella. Sulla costa si trova la spiaggia di sabbia fine di Acciaroli, famosa per le bianche fioriture di gigli marini. Tra le colline s’incastonano Celso, Galdo e Cannicchio, piccoli gioielli di architetture medioevali immersi nella macchia mediterranea. Tra i monumenti da ammirare nelle diverse frazioni il Castello dei Principi Capano, il seicentesco Convento Francescano di S. Maria delle Grazie con la vicina cappella sconsacrata di San Pietro, la chiesa dell’Annunziata e la Torre Normanna ad Acciaroli, il Palazzo Baronale a Celso, quello dei Baroni Galdi a Galdo e il Castello Vinciprova a Pioppi. Quest’ultimo edificio ospita il Museo Vivo del Mare gestito da Legambiente e l’EcoMuseo della Dieta Mediterranea, dedicato al medico epidemiologo americano Ancel Keys che ha vissuto
oltre quarant’anni in Cilento, studiando il rapporto tra alimentazione locale e l’incidenza sulle malattie cardiovascolari e dimostrando le qualità benefiche della dieta mediterranea. www.comune.pollica.sa.it COME ARRIVARE. Si arriva a Pollica con l’autostrada A3 Salerno – Reggio Calabria, uscendo a Battipaglia, per poi prendere la SS18 in direzione Paestum e uscire ad Agropoli Sud. Si seguono quindi le indicazioni per Acciaroli, quindi per Pollica. DOVE DORMIRE. L’Hotel Villa Mare Luna è un piccolo albergo immerso nei profumi della macchia mediterranea, nelle vicinanze di Pollica. Affacciato sul mare accoglie gli ospiti in otto luminose camere. www.hotelvillamareluna.it DOVE MANGIARE. L’agriturismo Il Sentiero nel verde della frazione di Galdo propone una cucina basata fondamentalmente su prodotti tipici, con pasta fatta in casa, formaggi di capra di produzione propria e buon vino. www.alsentiero.it
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Marine di Melendugno
MARINE DI MELENDUGNO (Lecce) Torre Specchia, Torre dell’Orso, San Foca, Roca Vecchia e Torre Sant’Andrea. Sono i cinque borghi marinari appartenenti al comune di Melendugno che da anni ha fatto del turismo sostenibile il suo punto forte. Bandiera Blu e Cinque Vele Legambiente, dotate di mezzi di trasporto pubblico elettrici, parcheggi con servizio navetta, piste ciclabili, bio-laguna per la depurazione delle acque, spiaggia accessibile ai diversamente abili, le Marine di Melendugno sono diventate una delle mete salentino preferite dal turismo green. Da non perdere una passeggiata nel porto dei pescatori di San Foca, la visita al sito storico di Roca Vecchia e alla splendida Grotta della Poesia, ritenuta una delle dieci piscine naturali più belle al mondo. La lunga spiaggia di Torre dell’Orso, particolarmente affascinante in bassa stagione quando praticamente deserta, guarda alle suggestive Due Sorelle, faraglioni che, secondo la leggenda, sono due sorelle annegate mentre nuotavano nelle acque cristalline e tramutate in massi dagli dei. www.melendugnotoyou.it
COME ARRIVARE. Percorrere la A14 fino a Bari quindi proseguire sulla SS16 fino a Lecce e quindi imboccare la tangenziale fino all’uscita di Melendugno. DOVE DORMIRE. L’accogliente albergo bianco&blu a San Foca, affacciato sul porto dei pescatori, offre camere luminose e tranquille. Servizio cordiale. www.hotelcotedest.it DOVE MANGIARE. Ristorante Bar Le Bionde, un ottimo ristorante di pesce nella via pedonale di San Foca. Il menu varia a secondo del pescato ma quasi sempre troverete uno dei fritti misti più leggeri mai mangiati. Tel. 0832.881049
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Marzamemi
MARZAMEMI (Siracusa) Gli arabi la chiamavano marsà al hamen, ovvero rada delle tortore. Oggi ha preso il nome di Marzamemi ed è una suggestiva borgata marinara a pochi chilometri dal centro agricolo di Pachino. Qui una volta c’era un’antica tonnara e ancora oggi parte dell’economia è legata alla lavorazione di questo pregiato pesce. Nel suggestivo centro storico, raccolto interno alla bella piazza Regina Margherita e alle sue due chiese, si ammirano il settecentesco palazzo del Principe di Villadorata, proprietario della tonnara, e le povere case dei pescatori, oggi recuperate e in parte trasformate in caratteristici locali turistici. Sui due piccoli porti naturali si affacciano la vecchia fabbrica del ghiaccio, la semi diroccata casa Cappuccio, con tre delle quattro facciate rivolte a mare, e un paio di aziende per la lavorazione del pesce che aprono le loro botteghe ai visitatori. www.prolocomarzamemi.it
COME ARRIVARE. Percorrere l’autostrada Messina/Catania/Siracusa/ Gela, uscire a Noto e proseguire sulla provinciale per Pachino. DOVE DORMIRE. Poche le possibilità di alloggio a Marzamemi. Tra queste Casa Sirena, in una casa d’epoca a pochi passi dal mare e dal centro storico. Tel. 338.4638731 DOVE MANGIARE. Il ristorante Campisi, legato a un’azienda conserviera di Marzemimi, propone un percorso emozionale tra sapori di mare e creatività. Ambiente rilassante e, nella bella stagione, tavoli all’aperto. Tel. 346.9420323
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Doisneau e Longobardi
A PAVIA DUE MOSTRE DA NON PERDERE: DOISNEAU E I LONGOBARDI State organizzando un weekend fuori porta? Pavia offre passeggiate sul fiume, un notevole patrimonio artistico e, ad ottobre, due mostre molto diverse tra loro ma ugualmente importanti Pavia sorge sul Ticino e ospita una delle più antiche università italiane. È protagonista di una lunga storia e ha un passato importante grazie al quale ha ereditato un notevole patrimonio artistico. È infatti sede di numerosi monumenti e luoghi di interesse: dal Castello Visconteo alla basilica di San Pietro in Ciel d’Oro, dal Duomo alla chiesa di Santa Maria del Carmine, fino al caratteristico Ponte Coperto e, a pochi chilometri dalla città, l’affascinante Certosa di Pavia. Perfetta per trascorrere un piacevole weekend e per godersi una passeggiata sul fiume, Pavia ad ottobre offrirà altri due motivi per essere visitata: la mostra fotografica di Robert Doisneau e quella dei Longobardi. Dal 14 ottobre al 28 gennaio, il Broletto di Pavia, storico palazzo del XII secolo, ospiterà la mostra “Robert Doisneau. Pescatore di immagini”. La rassegna, curata dall’Atelier Robert Doisneau in collaborazione con il professor Piero Pozzi, prodotta e realizzata da Di Chroma Photography e ViDi - Visit Different, in collaborazione con la Fondazione Teatro Fraschini e il Comune di Pavia - Settore Cultura, conta settanta fotografie in bianco e nero che ripercorrono la creatività di uno dei fotografi più influenti del Novecento. Parigi è protagonista e sfondo delle delicate immagini di Doisneau, con le sue strade, i bistrot, i giardini, la Senna, i mercati, le periferie, le gallerie d’arte e, ovviamente, i parigini. A Doisneau si deve la vera immagine della Parigi umanista novecentesca, catturata nel suo quotidiano. Nel Broletto saranno esposte fotografie culto come “Le Baiser de l’Hôtel de Ville” e “Les pains de Picasso”, immagini conosciute e riprodotte in tutto il mondo. Per maggiori informazioni visitate il sito doisneaupavia.com 30
Cambiamo completamente genere con la seconda mostra. Iniziata da quasi un mese, precisamente il primo settembre, e programmata fino al 3 dicembre, nel già citato Castello Visconteo, è in corso “Longobardi. Un popolo che cambia la storia”. Si tratta di un’esposizione internazionale che da Pavia, che è stata capitale del regno longobardo, si sposterà a Napoli nel Museo Archeologico Nazionale e successivamente a San Pietroburgo nel Museo Statale Ermitage. La mostra è il risultato di più di quindici anni di nuovi studi archeologici, coinvolge numerosi studiosi e vede la collaborazione di più di ottanta musei ed enti prestatori. Le opere esposte sono più di trecento e ripercorrono la storia di un popolo che ha influito su quella del nostro paese. Per maggiori informazioni visitate il sito www.mostralongobardi.it
Pavia
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Mostra del Bitto
A MORBEGNO PER LA MOSTRA DEL BITTO In uno dei più bei centri della bassa Valtellina, nel fine settimana del 14 e 15 ottobre si tiene la 110° edizione della manifestazione dedicata al formaggio la cui origine risale addirittura ai Celti È tutto pronto a Morbegno, in bassa Valtellina, per la 110° edizione della Mostra del Bitto (www.mostradelbitto.com) che quest’anno si tiene nel fine settimana del 14 e 15 ottobre. Le origini di questo prelibato formaggio e della sua festa si perdono nella notte dei tempi, quando i pastori salivano sulle montagne con le loro greggi per sfuggire alla calura estiva. Sarebbero poi stati i Celti a conferire il nome bitu, cioè “perenne” al tipico prodotto di queste valli, la cui alimentazione delle mucche a base di erbe alpine gli conferisce il caratteristico sapore. È agli inizi dell’Ottocento, tuttavia, che i produttori affinano la tecnica e ogni autunno si riuniscono proprio a Morbegno per partecipare a un concorso. Con il tempo i casari cominciano ad arrivare anche dalle valli vicine e la competizione si trasforma anno dopo anno in una grande festa.Una quindicina di anni fa, poi, la Mostra del Bitto è stata affiancata e arricchita dalla Fiera Regionale dei Prodotti della Montagna Lombarda, che celebra, insieme ai re dei formaggi valtellinesi, anche gli altri prodotti tipici, dai pizzoccheri ai vini dagli sciatt ai taroz, senza dimenticare la Bresaola della Valtellina IGP, da provare abbinata al Bitto e al Casera. DUE GIORNI NEL GUSTO Tutta Morbegno, dalla centrale Piazza Sant’Antonio al Polo Fieristico sulle rive dell’Adda, si vestiranno a festa per celebrare il prelibato formaggio. In città tornano le rievocazioni storiche legate al comparto lattiero-caseario: i gruppi folkloristici e gli artigiani animeranno le piazze con dimostrazioni di mestieri e produzioni tradizionali e nei classici “calecc”- le antiche costruzioni in pietra dislocate sui pascoli che garantivano un riparo alla “culdera” di rame dentro cui nasceva il Bitto, verranno effettuate 32
le lavorazioni del latte e la trasformazione in formaggio e in ricotta. Nelle casette dello street food valtellinese si serviranno sciatt e pizzoccheri da passeggio, ideali da assaporare durante una visita ai mercatini dei produttori o all’area eventi e spettacoli. Sempre in piazza S.Antonio la Casèra ospiterà l’esposizione delle forme di Bitto DOP, Valtellina Casera DOP e Scimudin partecipanti allo storico concorso che mette in competizione da oltre un secolo i casari ed il loro lavoro, premiandone le forme migliori.
Morbegno
Taroz valtellinesi con il Bitto dop Ecco una ricetta tradizionale valtellinese che utilizza ingredienti semplici della lunga tradizione della valle. Ingredienti per 4 persone. 400 gr di patate, 300 gr di fagiolini, 100 gr di fagioli, 200 gr di Bitto dop, 150 gr di burro della Valtellina, 1 cipolla, sale e pepe Preparazione. Mettete a bollire le patate con la buccia, i fagiolini e i fagioli. A fine cottura, sbucciate le patate, unitele ai fagiolini e ai fagioli e schiacciate il tutto fino a ottenere una purea omogenea. Tagliate il bitto a cubetti e soffriggete la cipolla con il burro e un pizzico di pepe. In una pirofila alternate gli strati di impasto e di Bitto a cubetti. Cospargete il tutto con il soffritto di cipolla e burro. Il vino. Grumello di Valtellina Superiore DOC, un rosso asciutto, ma vellutato.
DOVE MANGIARE Osteria del Crotto, loc. Madonna, Morbegno, tel 0342/614800, osteriadelcrotto.it . Locale rustico in un edificio dell’800 che propone un menù con ricette tipiche valtellinesi realizzate con ingredienti locali e di qualità. Prezzo medio a persona € 22-44.
DOVE DORMIRE Hotel La Ruota***, via Stelvio 180, Morbegno, tel 0342/610117, hotellaruota.com. Struttura con 23 stanze dotate di TV, frigobar, connessione wifi. Ristorante con piatti della cucina valtellinese a disposizione. Doppia con colazione da € 85.
INFO Consorzio Turistico Porte di Valtellina, tel 0342/601140, mostradelbitto.com, morbegno.gov.it Orari festa: sab 9-23; dom 9-19
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Birgu Fest
BIRGU FEST A MALTA. IL BORGO DEI CAVALIERI ILLUMINATO DA MIGLIAIA DI CANDELE Birgu è la cittadina più conosciuta e caratteristica dell’isola di Malta. Ad ottobre offre uno spettacolo imperdibile durante un intero weekend! Il Birgu Fest Candlelight è un evento emozionante, il più suggestivo e originale dell’isola di Malta, a cui partecipare almeno una volta nella vita. Birgu, nota anche come Vittoriosa, è una delle cittadine più conosciute dell’isola di Malta e ha avuto un ruolo fondamentare durante il saccheggio ad opera dei turchi nel lontano 1565. Quest’anno, dal 12 al 15 ottobre, accoglierà i visitatori che desiderano scoprire le bellezze dell’isola e vivere la tradizione storica e architettonica di questo antico borgo marinaro. La magia della manifestazione è sicuramente frutto dell’atmosfera creata da oltre ventimila candele accese nella notte: al calar del sole tutte le luci elettriche del borgo vengono spente per lasciare spazio all’illuminazione affascinante e suggestiva di lanterne e candele che donano un tocco romantico d’altri tempi. I visitatori avranno l’occasione di passeggiare tra le vie dell’autentico 34
centro storico, di entrare nelle case degli abitanti che per l’evento mostreranno tutta la loro ospitalità e apriranno le loro case ai curiosi, di assistere a spettacoli di musica all’aperto e di gustare lo street food locale. Il tutto accompagnato dalle luci delle candele. Un weekend unico, insomma, di cui può occuparsi Laelamalta.com, il tour operator concierge che si occupa della promozione dell’isola e che ha già pensato a una soluzione di viaggio esclusivo. Un long weekend con il seguente pacchetto per il soggiorno alla scoperta di questa festa senza eguali (a partire da 200 euro a persona): 3 notti con pernottamento in hotel 3 stelle con colazione in camera doppia, trasferimento a/r dall’aeroporto di Malta all’hotel, trasferimento a/r dall’hotel a Birgu, partecipazione al Birgu Fest, assistenza multilingua in loco 24h, termini e condizioni contrattuali applicabili.
Malta
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AD OSTIA ANTICA
VIAGGIO PREMIUM AD OSTIA ANTICA
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CON OPEL INSIGNIA GRAND SPORT di Roberto Speranza
LA NOSTRA PROVA IN UN FINE SETTIMANA PRESSO GLI SCAVI ARCHEOLOGICI ALLA FOCE DEL TEVERE. COMFORT SUPREMO, CLASSE E BASSI CONSUMI
I
l nostro viaggio a Roma sulla Opel Insignia Grand Sport lascia l’impressione, fondata su elementi concreti, di aver guidato una vera auto premium da weekend. Siamo partiti da Milano per visitare l’area archeologica di Ostia Antica, non lontano da Fiumicino. Poco più di 600 Km fra tutor, autovelox, carreggiate ristrette, gallerie e, una volta entrati nella capitale, buche assassine e asfalto trasformato in dossi insidiosi dalle radici di grossi alberi la cui manutenzione è a dir poco lacunosa. Percorrere questo tragitto in auto non è mai rilassante. Ma a bordo della Insignia tutto è diventato più facile. Comfort assoluto, guida agevole e sicura (trovando la strada giusta diventa anche divertente), ambiente rassicurante, notevole praticità. E un design decisamente accattivante, il che non guasta mai. Altro elemento non trascurabile, consumando pochissimo. Insomma, siamo arrivati in una delle zone più suggestive del mondo nelle migliori condizioni per goderci la visita, nonostante le tante trappole stradali, in autostrada e in città. Entriamo nei dettagli. 37
Il teatro di Ostia
UNA VERA AUTO PREMIUM DA WEEKEND Opel non ha l’immagine da marchio di lusso, perché ha sempre privilegiato la produzione di auto pratiche e accessibili alla maggior parte delle persone. Inoltre questa Insignia è una berlina a tre volumi (in realtà due e mezzo, come vedremo poi), carrozzeria tradizionalmente associata alle flotte aziendali, non certo alle gite turistiche. Tutto vero. Però riflettiamo brevemente. Cosa vuol dire auto premium? Prezzo alto? Anche, ma non solo. Cos’è un’auto da weekend? SUV o station, coupé o cabrio? Anche, ma non solo. Premium significa soprattutto possedere caratteristiche distintive di alta qualità. L’auto da weekend è quella che permette di compiere il proprio viaggio in modo confortevole, rilassante, sicuro, pratico e piacevole. Allora: la Opel Insignia Grand Sport offre interni eleganti, moderni, di ottima qualità e anche di pregio; la sua meccanica non ha nulla da invidiare alle connazionali più quotate e pagate; l’apparato tecnologico è all’altezza delle concorrenti; il design è tra i migliori del segmento; lo spazio è infinito; ha la praticità e il bagagliaio di una station wagon. Questa è un’auto premium vera. Non costa quanto un appartamento? Meglio. Sulla carrozzeria berlina a tre volumi: se non devo guadare i torrenti o arrampicarmi sulle mulattiere, il SUV non mi regala vantaggi; se non devo traslocare, la station wagon è solo un’auto molto lunga; se non devo andare in pista, la supercar da un milione di cavalli è overkill. Con questa berlina si riesce a viaggiare bene e con classe ovunque. Se poi serve raggiungere località dove piove tanto o nevica, c’è anche la versione a trazione integrale. 38
OSTIA ANTICA, LA ROMA PIU’ VERA La Roma più famosa, storicamente parlando, è quella del Colosseo e dei fori imperiali oppure del Vaticano. Ma il cuore di ogni città è sempre il suo corso d’acqua e il suo benessere dipende dalle vie di comunicazione. Ostia deriva dal latino ostium che significa foce del fiume. Il Tevere. Quindi acqua dolce per l’agricoltura e le persone ma anche accesso al mare e quindi al commercio. La Roma che avrebbe civilizzato l’intera Europa occidentale e il bacino del Mediterraneo viveva grazie all’attività operosa di questa zona, prima di sviluppare la rete stradale terrestre. Quindi in un certo senso può essere definita la Roma più vera. Gli scavi archeologici restituiscono preziose testimonianze di questo passato. I ruderi, i reperti, il museo: trascorrere qui una giornata (o anche di più) è certamente tempo speso bene, lontano dal turismo frivolo. E’ anche facile arrivarci, una volta entrati nel GRA (Grande Raccordo Anulare) basta seguire le indicazioni, uscita 28 e poi la lunghissima via del Mare. Già che ci si trova da quelle parti, proprio di fronte all’ingresso degli scavi c’è la Rocca di Ostia, nota anche come Castello di Giulio II, il papa che lo fece costruire quando era ancora cardinale. Visitabile nei weekend, prezzo irrisorio (3 euro il biglietto intero), mostra un interessante spaccato della vita medievale. Tuttavia, visto che non si può vivere di sola cultura, quando è ora di pranzo si può fare un salto al non lontano ristorante Eden nel quartiere Infernetto (vicino alla tenuta presidenziale di Castel Porziano).
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Servizio eccellente, simpatia, ambiente curato; la specialità è il pesce ma vengono preparati numerosi piatti della cucina mediterranea, tutto di alta qualità. E un hotel per soggiornare? Ad esempio il vicino Ostia Antica Park Hotel & Spa. Categoria tre stelle, non fumatori, ottimo rapporto qualità/prezzo, piscina e appunto spa, wi-fi gratuita, aria condizionata, colazione a buffet. Le rovine di Ostia Antica
info Antica Park Hotel & Spa Viale dei Romagnoli, 1041/a - 00119 Ostia Antica (Roma) Tel. 06.5652089 - www.ostiaanticaparkhotel.it Ristorante Eden Via Umberto Giordano 105 - Infernetto (Roma) Tel. 06.50916969 - www.ristoranteeden.it
BEVE POCO, È COMODA, SICURA E SA ANCHE ANDARE FORTE. LA INSIGNIA INSEGNA Fare lo slalom tra voragini e altre insidie non è mai bello. Roma oggi è talmente decaduta da avere percorsi asfaltati che perfino i piloti della Dakar troverebbero complicati, a bordo dei loro mezzi studiati per superare le dune. Eppure anche la civilissima Opel Insignia Grand Sport se la cava bene, a patto di tenere gli occhi molto aperti, perché da certe buche non esce nemmeno la Jeep Wrangler Rubicon. Una berlina lunga quasi cinque metri e piuttosto massiccia come la Insignia non dovrebbe essere agile, invece se la cava benissimo nei cambiamenti di direzione decisi. Mai un’incertezza, mai una sbavatura. Lo sterzo è molto morbido ma preciso nelle curve veloci. Nella modalità di guida standard il comfort è già molto elevato e la configurazione meccanica è tarata per consumare poco.
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La Rocca di Ostia, nota anche come Castello di Giulio II
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COMPAGNA DI VIAGGIO
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ualche numero ci vuole, allora ecco la scheda tecnica. Dicevamo Opel Insignia Grand Sport 2.0 CDTI, allestimento Innovation; potenza 170 cavalli, coppia massima 400 Newton metri fra 1.750 e 2.500 giri; peso in ordine di marcia con conducente 1.582 Kg. Lunghezza 4.897 mm, larghezza con specchietti 2.093 mm (1.893 senza), altezza 1.455 mm. Passo 2.829 mm. Volume bagagliaio da 490 a 1.450 litri. Prestazioni: accelerazione 0-100 in 8,7 secondi, velocità massima 226 Km/h. Consumi dichiarati: 6,7 l/100 Km nel ciclo urbano, 4,3 nell’extraurbano e 5,2 nel combinato. Emissioni dichiarate di CO2: 136 g/100 Km. Nel nostro viaggio (circa 80% autostrada, 10% statali e 10% città) il computer di bordo variava da 5,6 a 5,8 l/100 Km. Chiudiamo con allestimenti e prezzi. Tre allestimenti, Advance, Innovation e Country Tourer (station con assetto un po’ rialzato). Gli equipaggiamenti di serie sono molto ricchi già al livello di parten42
za. Sarebbe tedioso elencarli, chiunque può leggersi il listino. C’è tutto, fidatevi; altre marche blasonate offrono di serie molto meno. Poi gli optional disponibili fanno entrare in zona lusso, come i sedili in pelle Siena traforata dell’esemplare in prova, oppure l’impianto audio Bose, l’head up display, i fari a matrice di LED, il sedile guida con funzione massaggio, il controllo dinamico dell’assetto Flex Ride. La “nostra” Insignia era full optional, il prezzo chiavi in mano diventa di 41.700. Andate a leggere prezzi ed equipaggiamenti delle altre tedescone (e inglesi, francesi, italiane, coreane e giapponesi) e poi ragioniamo ancora sul significato di premium. Riepiloghiamo i prezzi di listino chiavi in mano con gli equipaggiamenti di serie, ricordando che le motorizzazioni a benzina vanno da 165 a 260 cavalli e le diesel da 110 a 170 cavalli. Per l’allestimento Advance si va da 30.300 a 34.500 euro; Innovation va da 32.350 a 36.550 euro; Country Tourer 39.550 e 40.050 euro.
A proposito dei consumi: circa 1.150 Km con un pieno (61 litri) di gasolio vi sembrano pochi? Percorso prevalentemente autostradale e velocità particolarmente moderate ma non da lumaca. L’Insignia da noi provata montava il motore 2.0 CDTI da 170 cavalli in allestimento Innovation con Start&Stop, dispositivo sempre più importante in città e nelle code. Trazione anteriore e cambio manuale a sei marce. Ma c’è anche la versione con l’automatico a doppia frizione e otto rapporti oppure a trazione integrale con cambio manuale. Purtroppo l’accoppiata 4x4-automatico è disponibile solo sulla motorizzazione a benzina da 260 cavalli. Peccato. Premendo un pulsante sulla consolle centrale si può attivare la modalità Touring, dove la macchina diventa ancora più morbida e tranquilla. Ma se si preme il pulsante Sport cambia tutto e ci si può divertire davvero. L’assetto s’irrigidisce, il motore perde le briglie e dà tutto quello che ha. Anche il rumore è diverso. Inoltre quando si sale di marcia l’elettronica regala anche la doppietta automatica; sensazioni sportive, senza dubbio. Perché questa Insignia si butta dentro in curva come se si dimenticasse di avere la trazione anteriore, tanto è neutra. Sottosterzo del tutto assente. Frenata molto potente. Dimenticate la parola berlina: la nuova Opel Insignia si comporta come una coupé, le somiglia pure. Perché il design è un altro dei suoi punti forti. Maledet-
tamente filante e aerodinamica, lunga, larga e bassa, fari sottili, portellone talmente inclinato da sembrare piatto. Il bagagliaio è impressionante, inoltre i sedili si abbassano e sono frazionabili, si può caricare tanto e di tutto. Infatti dato il portellone completamente sollevabile, la carrozzeria sarebbe da due volumi e mezzo invece di tre, giusto perché c’è un po’ di coda, non molta. Le uniche imperfezioni notate sono forse nella logica del software di infotainment, in particolare i comandi vocali: spesso la signorina che risponde non capisce un tubo e bisogna ricominciare da capo; inoltre chiede troppe conferme, cosa sempre molto irritante, al punto che si fa prima a comporre il numero a mano, distraendosi. La funzione di chiamata automatica SOS Opel on Star è decisamente provvidenziale. Purtroppo il pulsantino di attivazione, collocato dietro lo specchietto retrovisore centrale, è in posizione un po’ infelice, perché troppo vicino alle luci di cortesia. Al buio si potrebbe premere l’SOS per sbaglio cercando di accendere la luce, come effettivamente ha fatto il mio passeggero. Però gli operatori della centrale quando hanno richiamato sono stati cortesi e comprensivi. Per il resto c’è tutta la tecnologia che si potrebbe desiderare, cioè quella che serve realmente, sia per quanto riguarda la sicurezza che il multimedia. Insomma, con quest’auto i weekend diventano certamente premium.
OPEL INSIGNIA GRAND SPORT Tipo e cilindrata cm3
4 cilindri turbodiesel - 1956
Potenza massima kW (Cv) / giri/min
125 / 170 / 3.750
Coppia massima Nm / giri/min
400 / 1.750-2500
Trazione - Cambio Velocità massima Km/h Accelerazione 0-100 Km/h (s) Consumo medio Km/l - Emissioni CO2 g/Km Lunghezza/Larghezza/Altezza/Passo (cm) Peso in ordine di marcia (Kg) Prezzo (€)
Anteriore - Manuale 6 marce 226 8,7 19,2 - 136 490 / 186 / 146 1.583 34.550 43
WEEKEND CAR PREMIUM
PORSCHE CAYENNE 2018
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PORSCHE CAYENNE 2018
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er quanto riguarda il design, la nuova Porsche Cayenne 2018 ha un look più affusolato, poiché è leggermente più lunga e più bassa della precedente. All’anteriore si notano le prese d’aria maggiorate, per far fronte alla maggiore potenza, oltre al differente bordo dei fari a matrice di LED. Al posteriore, sullo stile della 911, spiccano le nuove luci a grafica tridimensionale e la banda luminosa continua da cui emerge la scritta Porsche. Le ruote sono più grandi, vanno da 19 a 21 pollici. Per quanto riguarda gli interni, domina naturalmente il lusso. Inoltre il bagagliaio è più capiente. Il cuore della plancia è il Porsche Advanced Cockpit, introdotto dalla Panamera. Ora una bella infornata d’informazioni tecniche, perché una Porsche è soprattutto un’auto che si guida. Il telaio è stato alleggerito, riducendo il peso complessivo di 55 Kg. Per la prima volta le carreggiate hanno una larghezza differente; la risposta del veicolo alle sollecitazioni stradali è profondamente gestita dall’elettronica, in grado di variare la maggior parte dei parametri, sistema riunito sotto il nome di Porsche 4D Chassis Control; l’asse posteriore è sterzante, come su 911 e Panamera. Aggiungiamo la trazione integrale attiva di serie con distribuzione variabile della coppia motrice fra gli assi, le sospensioni pneumatiche adattive (optional), l’altezza variabile per l’impiego in fuoristrada, il controllo elettronico del rollio, per migliorare la stabilità in curva. Tutti questi sistemi formano un pacchetto che assicura la migliore tenuta di strada. Non vanno dimenticati nemmeno i freni ceramici con opzionale rivestimento in carburo di tungsteno, un’anteprima mondiale, per migliorare l’attrito e ridurre l’usura. Arriviamo ai dati fondamentali. La Porsche Cayenne 2018 base ha un motore V6 turbo 3.0 da 340 cavalli (raggiunti
fra 5.300 e 6.400 giri), mentre la coppia massima è di 450 Newton metri, erogabile fra 1.340 e 5.300 giri. Cambio automatico Tiptronic S ad otto rapporti. Il motore della Cayenne S è invece un V6 2.9 biturbo da 440 cavalli (5.700-6.600 giri) e 550 Nm di coppia (1.800-5.500 giri). Analizziamo le dimensioni, comuni ad entrambi i modelli: 4.918 mm di lunghezza, 1.983 mm di larghezza (2.194 con gli specchietti), 1.696 mm di larghezza (carreggiata anteriore 1.680 mm e posteriore di 1.673); il passo è di 2.895 mm. Il vano bagagli ha una capacità variabile fra 770 e 1.710 litri. Peso di 1.985 Kg (2.020 per la Cayenne S). Chiudiamo con prestazioni e consumi, fra parentesi i dati della Cayenne S: velocità massima 245 Km/h (265), accelerazione 0-100 Km/h 6,2 secondi (5,2), consumo combinato 9,2 l/100 Km (9,4). Il modello è già ordinabile. I prezzi per l’Italia, Iva inclusa, partono da 78.030 euro per la Cayenne e da 95.598 euro per la Cayenne S. PORSCHE CAYENNE 2018 Tipo e cilindrata cm3 Potenza massima kW (Cv) / giri/min Coppia massima Nm / giri/min Trazione - Cambio Velocità massima Km/h Accelerazione 0-100 Km/h (s) Consumo medio Km/l - Emissioni CO2 g/Km Lunghezza/Larghezza/Altezza/Passo (cm) Peso in ordine di marcia (Kg) Prezzo (€)
V6 turbo - 2.995 250 / 340 / 5.300-6.400 450 / 1.340-5.300 Integrale - Automatico 8 marce 245 6,2 10,9 - 209 492 / 198 / 170 / 290 1.985 78.030 45
NOVITÀ WEEKEND CAR
CITROËN C3 AIRCROSS
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CITROËN C3 AIRCROSS
OTTOBRE VEDE L’ARRIVO DELLA NUOVA CITROËN C3 AIRCROSS, IL SUV COMPATTO BASATO SULLA C3 BERLINA DI ULTIMA GENERAZIONE. ENTRA QUINDI IN UNA FASCIA DI IN CUI L’INTERESSE DEL PUBBLICO È MOLTO ELEVATO. PERFETTA PER WEEKEND FUORI PORTA SENZA PENSIERI MA ANCHE PRATICA PER L’USO QUOTIDIANO. E DECISAMENTE MOLTO, MOLTO VIVACE. COMPATTA MA SPAZIOSA Vedendo da vicino la nuova Citroën C3 Aircross si resta catturati dal suo aspetto fuori dagli schemi. Entrandoci colpisce per il suo spazio, nonostante le sue dimensioni compatte, oltre che per la sua allegria degli interni. È piccola esternamente, data la sua stretta parentela con la C3 berlina. Parlano le sue dimensioni: lunghezza di 4,15 metri, larghezza 1,76 metri, altezza 1,64 metri; inoltre l’assetto è rialzato di 20 mm rispetto alla C3 berlina. Però il suo spazio interno è molto ampio, anche dietro le gambe non soffrono e l’altezza è sufficiente. Il bagagliaio poi è sorprendente. Grazie ad una sapiente progettazione da parte degli ingegneri, si riesce a caricare di tutto: i sedili posteriori sono reclinabili, abbattibili e individualmente frazionabili; si ha un piano di carico piatto e dalla soglia bassa. Inoltre anche il sedile passeggero anteriore è abbattibile, si riesce così ad avere una lunghezza di carico di 2,4 metri. Le altre misure lasciano impressionati: il volume del bagagliaio a sedili rialzati va da 410 a 520 litri, mentre abbattendoli si arriva a ben 1.289 litri. TECNOLOGIA AVANZATA E MOTORI EFFICIENTI La Citroën C3 Aircross sa cavarsela anche in fuoristrada, nonostante abbia solo la trazione anteriore. Infatti il sistema elettronico Grip Control, abbinato a pneumatici
M+S da 16 o 17 pollici, permette di avere aderenza anche in condizioni di fondo molto viscido: ci sono modalità sabbia, fuoristrada e neve, oltre alla normale. Oppure si può disattivare. Unitamente al Grip Control c’è la funzione di assistenza alla discesa, per le pendenze molto ripide su fondo sdrucciolevole. Essa permette di scendere a bassa velocità (fino a 3 Km/h) senza perdere il controllo della vettura. Ci sono poi 12 funzioni di assistenza alla guida, non poche per un segmento B; fra queste il Park Assist, la frenata automatica c’emergenza, l’avviso di invasione corsia, il monitoraggio dell’angolo cieco e il riconoscimento dei limiti di velocità. Sul fronte connettività troviamo la ricarica wireless per smartphone, il Mirror Screen per Android Auto ed Apple CarPlay, navigatore con servizi TomTom e chiamata automatica di emergenza. Motori a benzina turbo Puretech da 82, 110 e 130 cavalli, oltre ai diesel BlueHDi da 100 e 120 cavalli. C’è anche l’ottimo cambio automatico EAT6. Chiudiamo con i prezzi di listino chiavi in mano (IVA e messa in strada incluse, IPT esclusa) della Citroën C3 Aircross, in ordine di allestimento. PureTech 82: 15.500, 17.250 e 19.000 euro; PureTech 110: Feel 18.750, Shine 20.500; PureTech 110 EAT6: Feel 20.250, Shine 22.000; PureTech 130: Shine 21.250; BlueHDi 100: 18.000, 19.750, 21.500; BlueHDi 120: Feel 20.750, Shine 22.500 euro. 47
WEEKEND CAR
VOLKSWAGEN T-ROC ERA SOLO QUESTIONE DI TEMPO PRIMA CHE LA CASA DI WOLFSBURG ENTRASSE IN UN SEGMENTO DIVENTATO MOLTO APPETIBILE. E’ STATA APPENA SVELATA LA VOLKSWAGEN T-ROC, UN’AUTO CHE APPARTIENE ALLA TIPOLOGIA DEI CROSSOVER COMPATTI
C
hiamiamoli pure piccoli SUV; modelli per weekend da gite fuoriporta in famiglia ma soprattutto per spostamenti cittadini. Il design della Volkswagen T-Roc è piuttosto slanciato. Nonostante la lunghezza contenuta in soli 4.234 mm, il rapporto con l’altezza di soli 1.573 mm restituisce un’immagine abbastanza dinamica. Gli sbalzi ridotti (passo di 2.603 mm) e la larghezza generosa (1.819 mm) fanno il resto. Che si tratti di un modello votato prevalentemente all’uso cittadino lo dice anche il baricentro piuttosto basso rispetto a quello dei SUV più adatti all’offroad. Davanti vediamo una calandra molto larga con fari a LED molto sottili. Il cofano invece è voluminoso. La larga cromatura che incornicia calandra e fari infonde una certa idea di eleganza. Cromature in evidenza anche sulle fiancate, per suggerire un’idea dinamica. La verniciatura potrà essere bicolore, cioè con tetto, montanti anteriori e calotte degli specchietti in una tinta differente dal resto della carrozzeria. Non mancano le protezioni tipiche per un utilizzo in offroad. La coda è composta visivamente di tre
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livelli: lunotto, fari e paraurti. I fanali sono a LED con grafica tridimensionale, i loghi sono cromati, così come gli inserti dei montanti. Gli interni sono improntati alla modernità. Il quadro strumenti è completamente digitale, il display dell’infotainment, cioè l’Active Info Display di nuova generazione, ha l’interfaccia in vetro e una diagonale di 8 pollici. Connettività e compatibilità con gli smartphone molto completa. Vengono assicurati spazi molti generosi per i passeggeri, anche dietro; infine il bagagliaio è notevole per un veicolo di queste dimensioni, abbiamo infatti una capacità da 445 a 1.290 litri. Scorrendo fra le dotazioni tecnologiche, troviamo Front Assist con funzione di frenata di emergenza City e Lane Assist di serie. Chiudiamo con i motori, mutuati dalla più grande Tiguan. Tutti turbo, due a benzina TSI 1.0 da 115 e 1.5 da 150 cavalli, poi tre diesel TDI, il 1.6 da 115 cavalli e il 2.0 da 150 e 190 cavalli. Sulle versioni da 150 cavalli si possono scegliere anche la trazione integrale 4Motion e il cambio automatico a doppia frizione e 7 rapporti DSG. Il top di gamma è invece di serie 4x4 e automatico.
VOLKSWAGEN T-ROC
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BORGHI D’AUTUNNO SAN LORENZO IN BANALE, COLORI E SAPORI D’AUTUNNO
Porta di accesso al Parco Naturale Adamello Brenta e balcone sulla Val d’Ambiez, San Lorenzo in Banale è uno splendido paese che dista appena 40 km da Trento. Nato dalla fusione di sette ville -frazioni, è uno splendido agglomerato di case di pietra, stretti vicoli e suggestive piazzette decorate con fontane e lavatoi, che gli hanno valso l’inserimento nella lista dei “Borghi più belli d’Italia” del Touring Club Italiano. San Lorenzo è Presidio Slow Food per la ciuìga, un salame preparato con carne di suino, rape bianche e spezie, la cui origine risale al 1875. A “inventarlo” fu il macellaio Palmo Donati, che sperava così di ottimizzare gli avanzi della carne di maiale mescolandolo agli ortaggi. Come tutte le cose nate per caso, è stato un successo e oggi, la ciuìga è il prodotto tipico di San Lorenzo in Banale. Dalla forma allungata e simile a una pigna, si produce solo da ottobre ad aprile e viene celebrata con la tradizionale sagra, che quest’anno di tiene dal 3 al 5 novembre. Il mattino è dedicato alla visita del borgo e alle sue caratteristiche costruzioni, che rivelano l’antica origine rurale. Ancora oggi, infatti, è
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possibile riconoscere la zona un tempo dedicata alle stalle e la rimessa per gli attrezzi. Nel borgo sono presenti sette piccole chiese, una per ogni villa-frazione. Tra queste, merita una visita la Chiesa di Sant’Apollonia, che risale al XVII secolo. Tra gli edifici storici di maggior pregio, invece, c’è Casa “Osei”, risalente al Settecento e recentemente restaurata. Al suo interno ospita la “Casa del Parco – C’era una volta”, una mostra etnografica permanente che conserva i ricordi e le tradizioni delle genti di questi luoghi. Con una piccola passeggiata lungo un’antica strada di montagna si possono raggiungere anche i piccoli centri abitati delle Moline e di Deggia, immersi in uno splendido paesaggio. Nel pomeriggio, invece, ci spostiamo a Stenico, che dista circa 14 km, percorrendo la SS421 e poi la SP34. Qui, infatti, si trova lo splendido Castello del Buonconsiglio (www.buonconsiglio.it), uno dei più antichi del Trentino. Arroccato su un dosso roccioso che sovrasta la Conca delle Giudicarie, risale al XII secolo. Al suo interno, si possono ammirare gli arredi, le opere e una collezione di antiche serrature, oltre che
WEEKEND CON RICETTE
Risotto con la ciuìga una sezione archeologica sull’area delle Giudicarie e, in particolare, sulla zona palafitticola di Fiavé. SECONDO GIORNO: FOLIAGE SUL LAGO DI MOLVENO Appena 7 km separano San Lorenzo dallo splendido Lago di Molveno. Lo si raggiunge percorrendo la SS 421. Lasciata l’auto, ci incamminiamo a piedi dalla spiaggia, lambita da una fitta vegetazione che in autunno assume le colorazioni del rosso, del giallo e dell’arancione. Camminando lungo il sentiero che si inoltra nel bosco, arriviamo a Ponte Romano, una costruzione di pietra conduce a un anfratto roccioso, da cui si può ammirare la cascata che dal Rio Ceda si getta nel lago. Proseguiamo seguendo le indicazioni per i Fortini di Napoleone, un gruppo di cinque strutture che sorgono in prossimità del Doss del Corno. Nei primi anni dell’Ottocento erano presidi austriaci per monitorare l’avanzata francese ma, per uno strano scherzo del destino, sono passati alla storia con il nome del comandante dell’esercito nemico.
COME ARRIVARE In auto, A22 de Brennero. Uscita Trento Nord: seguire le indicazioni per Val di Sole/Val di Non/Altopiano della Paganella. Uscire in direzione Altopiano della Paganella e seguire per Andalo e Molveno. Da qui SS 421 in direzione San Lorenzo in Banale. Uscita Trento Sud: Tangenziale in direzione centro, uscita n°6 e seguire idicazionei per Riva del Garda/Madonna di Campiglio fino a Sarche. Proseguire per Ponte Arche/Terme di Comano e poi per San Lorenzo in Banale.
Una ricetta a base dell’originale salume, inventato nel 1875 dal macellaio di San Lorenzo in Banale Palmo Donati, mescolando carne di maiale e rape. Oggi San Lorenzo è Presidio Slow Food per la Ciuìga, che viene prodotta solo da ottobre ad aprile e si festeggia ogni anno con la sagra ad essa dedicata. Ingredienti per 4 persone. 250 gr riso carnaroli, 300 gr ciuìga, 150 gr burro, 3 cucchiai Parmigiano Reggiano grattugiato, 1 cipollotto, 2 bicchieri di brodo, Sale q.b. Preparazione. Tritate il cipollotto e mettetelo a soffriggere in una casseruola con 70 gr di burro, mantenendo bassa la fiamma. Unite poi il riso e lasciatelo tostare, mescolando di tanto in tanto. Versate un bicchiere di vino rosso, alzate la fiamma e fate sfumare. Regolate di sale, poi aggiungete un mestolo di brodo caldo e continuate ad aggiungerne una volta assorbito. Private della pelle, spezzettate e sbollentate la ciuìga con un po’ di vino rosso in un tegame a parte. Quando il riso sarà quasi cotto, unite il resto del burro e il parmigiano grattugiato e mescolate. Spegnete, fate riposare un paio di minuti e servite il risotto con la ciuìga calda nel suo sugo di cottura. Il vino. Lagrein Dunkel della Cantina Toblino, un rosso dal colore rubino molto intenso e dal profumo caratteristico, con sentori di frutti di bosco. Prodotto con uve trentine, si abbina a primi piatti con sughi corposi, a base di carne rossa e bianca, a secondi di selvaggina e formaggi stagionati. Dove comprare. Cantina Toblino, via Longa 1, Sarche (TN), tel 0461/564168, toblino.it
DOVE MANGIARE Baita I Fortini di Napoleone, loc. Dosso Corno, San Lorenzo in Banale, tel 340/2202722, www.baitafortini. lago-di-molveno.it. Menù con piatti tipici trentini, tra cui polenta, salsicce al forno, funghi, formaggio alla piastra, cervo in umido e costine di maiale, canederli e tagliatelle. Pasta e dolci fatti in casa. Prezzo medio a persona da € 25.
DOVE DORMIRE Hotel San Lorenzo***, via Per Promeghin, San Lorenzo in Banale, tel 0465/734012, www.hotelsanlorenzo. net. Bella struttura con balconi in legno, a 7 km dal lago di Molveno. Le camere sono arredate con mobili in legno, con TV e wi-fi gratuito. Colazione e parcheggio inclusi nel prezzo. Doppia in pensione da € 46, pensione completa da € 55.
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Cossano Belbo (CN)
COSSANO BELBO, NELLE LANGHE DI CESARE PAVESE
Situato nella Valle del Belbo, nella bassa Langa, Cossano è la culla della coltivazione della vite. Qui nascono i pregiati Moscato d’Asti DOCG, il Dolcetto e il Furmentin, ma è anche zona di coltivazione delle gustose Nocciole del Piemonte (www.nocciolaitaliana.it). Tra le ricette tipiche, troviamo i tajerin, tagliatelle sottili che si accompagnano con sughi di funghi, di carne e con il pregiato Tartufo Bianco di Alba. Troviamo poi i Ravioli al plin, il fritto misto piemontese, la carne battuta al coltello, i succulenti brasati e gli arrosti preparati con la carne dei blasonati bovini di razza piemontese. Ma queste sono anche le terre di Cesare Pavese, che nel suo “La luna e i falò” cita la fontana dello Scorrone, e di Beppe Fenoglio. Al crocevia delle due zone “letterarie” passa anche il percorso della “Via del Sale” che conduce al Santuario della Madonna della Rovere, prima tappa della nostra mattinata. A questo luogo sacro è legata una leggenda. Costruito alla fine del 1700, si dice che sorga dove, un tempo, si trovava una grande quercia di rovere da qui sgorgava miracolosamente olio. La chiesa
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lo fece abbattere e con il legno fece scolpire una statua della Madonna. Nel luogo in cui sorgeva la quercia fece costruire una cappella votiva che, grazie alla devozione dei fedeli divenne presto un santuario. Tornando in paese, merita una visita la Chiesa Parrocchiale dedicata a San Giovanni Battista, che conserva alcuni ex voto dedicati a padre Simone di San Stanislao, che, nel 700, compì alcune guarigioni miracolose. Tuttavia, le Langhe vogliono dire anche buon cibo e tradizioni. Vale una tappa il Mulino a pietra Marino (www. mulinomarino.it), in via Della Patria, che produce farine biologiche macinate ancora a pietra, conosciute ed esportate in Italia e all’estero. Tra queste, la farina gialla per preparare la polenta “taragna”, il kamut e farine di farro, semi antichi, segale e grano saraceno. Per gustare i celebri dolci alle nocciole, come la torta e i baci di dama, e gli amaretti, ci si ferma invece alla Pasticceria Capello, in Piazza Giovanni Balbo, mentre presso il Bar Gelateria da Jano, Rossella Balbo propone il gelato al Moscato.
Piemonte
SECONDO GIORNO: SANTO STEFANO BELBO Percorrendo la SP 592, in circa 5 minuti raggiungiamo Santo Stefano Belbo (www.santostefanobelbo.it) , il paese natale di Cesare Pavese, che qui nacque il 9 settembre 1908. Qui tutto parla di lui e allo scrittore morto suicida è dedicato il Centro Studi Cesare Pavese (www.fondazionecesarepavese.it) che conserva libri, documenti e molto altro materiale sulla sua vita e le sue opere. Vale la pena fare una tappa anche al Museo e Casa Natale di Cesare Pavese, per ammirare le stanze, le collezioni fotografiche, i manoscritti dello scrittore. Altro centro culturale di rilievo è la Casa Museo di Nuto, il falegname legato da una grande amicizia con Pavese. Nella casa è conservata una collezione di strumenti musicali, fotografie e utensili da lavoro. Ultima tappa della giornata, la Casa Vinicola Abbazia (www.abbazia.com) che sorge ai piedi della collina Moncucco e che un tempo era un antico convento benedettino, a sua volta costruito sulle vestigia di un tempio romano dedicato a Giove. Qui si possono acquistare e degustare il Moscato e gli altri celebri vini delle Langhe.
COME ARRIVARE In auto si raggiunge prima Asti con l’A21 Torino-Piacenza. Da Milano, si può percorrere la A7 fino a Tortona e poi la A21 in direzione Asti-Torino. Da Genova, di prende la A26 da Voltri ad Alessandria e poi la A21 fino ad Asti. Da qui si prende poi la A33 seguendo le indicazioni per Cossano.
Tajarin al Tartufo Bianco d’Alba Più piccoli delle tagliatelle, i tajarin sono una pasta tradizionale piemontese, da abbinare a sughi di carne, ai funghi o, come in questo caso, al raffinato Tartufo Bianco d’Alba. Ingredienti per 4 persone. 350 gr di farina, 3 uova intere + 2 tuorli, Parmigiano Reggiano grattugiato, Tartufo Bianco d’Alba q.b., 3/4 foglie di salvia, sale. Preparazione. Disponete la farina su una spianatoia e versate al centro i tuorli di tre uova e un pizzico di sale. Impastate e lasciate riposare per un quarto d’ora. Tirate la sfoglia molto sottile con il mattarello o a macchina. Fatela asciugare, ma non seccare. Arrotolatela e ricavate i tajarin servendovi di un coltello largo e piatto. Cuocete la pasta in abbondante acqua salata per circa 2 minuti. In una padella, fate sciogliere una noce di burro e aggiungete le foglie di salvia. Scolate i tajarin e rigirateli nel burro fuso. Servite spolverizzandoli con il Parmigiano grattugiato e una grattatina di Tartufo bianco di Alba. Il vino. Dolcetto d’Alba Vitevecchia, un rosso dal colore rubino da giovane e tendente al granato con l’invecchiamento, dal profumo fruttato e dal sapore asciutto, vellutato, leggermente amarognolo. Dove comprare. Cantina Terrenostre, loc. San Martino, Sp 592 n° 4, tel 0141/88137, terrenostre.it
DOVE MANGIARE Trattoria della Posta da Camulin, Corso F.lli Negro 3, Cossano. Tel 0141/88126. Trattoria che offre una cucina tipica delle Langhe con piatti preparati con ingredienti freschi, tra cui tajarin fatti in casa e fritto misto alla piemontese. Prezzo medio a persona, bevande escluse, € 40.
DOVE DORMIRE Bossolasca, via Robini 22, Santo Stefano Belbo, tel 0141/840613. labossolasca.it. Agriturismo che sorge tra i vigneti, con dieci camere eleganti e spaziose, tutte con bagno privato, pavimenti in parquet e letti in ferro battuto, TV a schermo piatto e vista sul giardino. Doppia da € 75, tripla da € 90, quadrupla da € 110, colazione inclusa.
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Castelnuovo Magra (SP)
CASTELNUOVO MAGRA, TERRA DI VINO E DI OLIO
Appoggiato sul colle Bastione, a 190 m di altezza, Castelnuovo Magra è uno dei borghi più antichi della bassa Val di Magra, insignito della Bandiera Arancione dal Touring Club Italiano. Questa è anche zona di produzione del Vermentino DOC Colli di Luni e dei vini IGT Val di Magra, bianchi, rossi e rosati, da accompagnare ai piatti della tradizione, come la torta d’erbi, le carni arrosto, i testaroli e i panigacci, i pani preparati con farina, acqua e sale, da gustare con salumi e formaggi, oppure da condire con il pesto ligure o il sugo ai funghi. L’ “oro verde” è rappresentato dal pregiato olio di oliva, che si fregia del marchio DOP, insieme al miele, altra eccellenza della zona, mentre le castagne, di cui sono ricche le colline circostanti, è l’ingrediente di molte gustose ricette invernali. Passeggiare tra le viuzze strette che danno sui cortili interni, ci riporta alle atmosfere medievali respirate anche da Dante Alighieri che proprio qui, nel Castello dei Vescovi di Luni, il 6 ottobre 1306, in veste di procuratore di Francesco Malaspina, firmò la pace con l’allora vescovo di Luni Anto-
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nio Nuvolone da Camilla. Oggi, dell’imponente roca, costruita nel XII secolo per volere del vescovo Gualtiero per controllare la via Francigena, non rimangono che tracce delle mura, alcune parti delle murature e la torre a pianta rettangolare, alta 80 metri. Nella parte più antica di Castelnuovo, il Borghetto, troviamo invece l’Oratorio dei Bianchi dedicato a Santa Maria Assunta, della fine del XVI secolo, che accogli i visitatori con la sua bella facciata rinascimentale. Addentrandoci ancora all’interno del paese, incontriamo la chiesa di Santa Maria Maddalena, a tre navate e con colonne in marmo di Carrara ricavate dalla cattedrale dell’antica Luni. Tra i tesori custoditi al suo interno, troviamo un Calvario di Pietro Bruegel Il Giovane, conservata nella prima cappella sulla sinistra, una Crocifissione attribuita a Van Dyck e la Madonna del Suffragio del Fiasella. Passeggiando lungo le vie principali del borgo, si scorgono invece le belle facciate di alcuni palazzi signorili del XVII e XVIII secolo, tra cui Palazzo Tonarelli, Palazzo Ferrari Natolini e Palazzo Ingolotti Cornelio.
Liguria
SECONDO GIORNO: LUNGO IL PERCORSO DELLE COLLINE DEL SOLE Nei pressi del palazzo comunale di Castelnuovo Magra parte il Percorso del Sole, una bella escursione che consente di ammirare gli splendidi panorami della Val di Magra, toccando alcuni dei borghi più antichi della zona. Proseguiamo a piedi lungo la strada che costeggia le mura medievali alla volta di Vallecchia, che raggiungiamo dopo un tratto pianeggiante che sfocia nella collina appena lasciatici alle spalle il paese. Si cammina tra gli uliveti fino a raggiungere un piccolo bosco di cipressi, porta di ingresso al centro abitato. Da qui il sentiero prosegue in direzione di Marciano, da dove continua costeggiando le coltivazioni di ulivo e i filari di viti, passando per le vestigia di una villa romana portata alla luce dagli archeologi. Saliamo poi fino al borgo di Monticelli, dove sostiamo per ammirare dall’alto il successivo centro di Ortonovo, ultima tappa del nostro itinerario.
COME ARRIVARE Arrivando in auto da nord, A12 Genova -Livorno, uscire a Sarzana, poi prendere la SS1 Aurelia in direzione Massa e dopo circa 4 km svoltare a sinistra per Castelnuovo Magra. Da sud, A12 da Livorno, uscire a Carrara, poi SS1 Aurelia in direzione Sarzana e dopo 5 km svoltare a destra verso Castelnovo Magra.
Buccellato É uno dei dolci tipici della Lunigiana, preparato con ingredienti semplici e molto facile da preparare. Ogni famiglia prepara la sua variante, ma quello che rimane uguale è la sua forma a ciambella. Ingredienti. 200 gr di farina, 150 gr di zucchero, 50 gr di fecola di patate, 100 gr di burro, 3 uova, 100 ml di late, 1 bustina di lievito per dolci, 1 bustina di vaniglina, 1 pizzico di sale, Zucchero a velo. Preparazione. Sbattete con una frusta le uova intere con lo zucchero fino a ottenere un composto spumoso. Aggiungete poi la farina setacciata con il lievito e la fecola di patate. Mettete il burro a sciogliere a bagnomaria, aggiungetelo insieme al latte e a un pizzico di sale. Amalgamate fino a ottenere un composto omogeneo e senza grumi. Versatelo in uno stampo per ciambella che avrete preventivamente uno con un pezzo di burro. Cuocete a 180° per circa 40 minuti. Lasciate raffreddare e servite con un’abbondante spolverata di zucchero a velo. Il vino. Vermentino DOC Colli di Luni, un bianco dal profumo intenso e dal sapore asciutto e delicatamente mandorlato. Dove comprare. Azienda Agricola La Colombiera, via Montecchio 92, Castelnuovo Magra, tel 0187/699235, cantinalacolombiera.it
DOVE MANGIARE Trattoria Armanda, piazza Garibaldi 6, Castelnuovo Magra, tel 0187/674214, trattoriaarmanda. com. Locale caratteristico, con piatti della cucina ligure e nazionale, tra cui pappa con il pomodoro, frittelle di baccalà e coniglio ripieno. Menù degustazione € 37. Prezzo medio a persona € 40.
DOVE DORMIRE B&B Il Giardino Segreto, via dei Bianchi 28, Castelnuovo Magra, tel 0187/1500320. Deliziosa struttura con appena tre camere, con vista sul mare, sulle montagne o sul giardino, tutte dotate di TV a schermo piatto, set di cortesia e asciugacapelli. Wi fi gratuito e animali ammessi. Doppia con colazione da € 90.
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Castell’Arquato (PC)
IL CASTELLO DI LADY HAWKE
Talmente bello e ben conservato, da essere scelto per fare da sfondo a uno dei film cult degli anni Ottanta, Lady Hawke, con una giovanissima Michelle Pfeiffer e Rutger Hauer. Castell’Arquato si adagia sulle colline della Val d’Arda, può fregiarsi con orgoglio di diversi “titoli”: Bandiera Arancione del Touring Club, Città d’Arte, Città del Vino, borgo tra “I più belli d’Italia”. Di qui, poi passa la Strada dei Vini e dei Sapori dei Colli Piacentini (www. stradadeicollipiacentini.it) con itinerari che conducono alla scoperta di un territorio unico, dove nascono i salumi D.O.P, come la coppa piacentina, la pancetta e il salame dalla caratteristica grana grossa. Tra i formaggi, si trovano il Grana Padano e il Provolone D.O.P., la ricotta e la robiola, da gustare accompagnati con i chisolini e la burtleina, deliziosi sostituti del pane. E non si può lasciare Castell’Arquato senza avere gustato le sue ricette tipiche. Tra i primi piatti spiccano gli anolini, che qui si preparano senza aggiungere lo stracotto nel ripieno per renderli più leggeri. Piatto corposo e gustoso, i pisarei e fasò sono gnocchi di farina conditi con sugo di fagioli,
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mentre i tortelli con la coda hanno il classico ripieno di spinaci e ricotta e la tipica forma a caramella. Tra i secondi, spicca la picùla ad caval, carne di cavallo tritata in umido, da gustare con la polenta. Il tutto accompagnato dai Vini dei Colli Piacentini, dai più classici Gutturnio e Ortrugo, al Monterosso Val d’Arda, passando per il Vin Santo di Vigoleno. Con lo spirito di chi si fa una passeggiata nella storia, saliamo nella parte alta, dove, sulla grande piazza, si affaccia l’imponente Rocca Viscontea, che domina tutta la Val d’Arda con le sue torri e il mastio. Facciamo una seconda tappa per ammirare la Collegiata di Santa Maria Assunta, in stile romanico, ma con elementi gotici e rinascimentali. Il vicino Museo della Collegiata ospita veri e propri gioielli di arte sacra del XIII e XIV secolo. Nelle vicinanze, si trova anche il Palazzo del Podestà, che ospita l’Enoteca Comunale, dove poter gustare prodotti tipici del territorio e acquistare i rinomati vini piacentini. I melomani possono invece visitare il Museo Luigi Illica, che conserva libretti, spartiti, costumi di scena e documenti del librettista originario di
Emilia Romagna
Castell’Arquato che collaborò con Puccini e Mascagni. E si può anche dormire nella sua casa natale, oggi trasformata in un albergo di charme. SECONDO GIORNO: VIGOLO MARCHESE Poco più di 6 km separano Castell’Arquato dalla più bella e ricca di storia delle sue frazioni. Percorriamo la SP6 in direzione di Carpaneto e arriviamo a Vigolo Marchese. Tra le eccellenze spicca la Basilica di San Giovanni, in stile romanico, affiancata da un campanile del 1080, ricavato da una precedente torre militare. Accanto alla basilica, si trova un battistero di epoca ancora antecedente, nel cui stile traspare l’influenza bizantina, probabilmente costruito su un precedente tempietto romano. Contattando l’Azienda Vitivinicola Pusterla (www.vinipusterla.it), si può visitare l’omonimo castello che oggi ha le sembianze di una casa rurale fortificata, che conserva una torre che, posta al centro del complesso, funge da passaggio tra due cortili. Un tempo possedimento dei nobili Pusterla, venne fatto incendiare da Galeazzo Visconti nel 1314.
COME ARRIVARE In auto, da Milano, A1 in direzione Bologna, uscita Fiorenzuola, proseguire per Fiorenzuola d’Arda poi svoltare lungo la Provinciale di Bardi in direzione di Castell’Arquato. Da Bologna, A1 direzione Milano, uscita Fiorenzuola, poi come sopra. Da Torino, A21 in direzione Bologna, poi indicazioni per Fiorenzuola, prendere poi la provinciale di Bardi e proseguire per circa 9,1 km fino a Castell’Arquato
Pisarei e fasò Ingredienti per 4 persone. 300 gr di pangrattato, 100 gr di farina, 450 gr di fagioli borlotti secchi, 50 gr di salsa di pomodoro, 40 gr di burro, 3 spicchi di aglio , 1 cipolla, Formaggio Grana grattugiato, Olio, sale e pepe, Pestata di lardo. Preparazione. La sera prima mettete a bagno i fagioli secchi. Mescolate la farina e il pane grattugiato aggiungendo poco alla volta acqua bollente fino a ottenere un impasto morbido. Dividetelo in pezzetti e date a ognuno la forma di un serpentello. Dividetene ciascuno in tanti gnocchetti, schiacciandoli con il pollice per dare loro forma. Cuocete i pisarei in acqua salata e scolateli appena vengono a galla. Lessate i fagioli in acqua con olio e pezzi di cipolla. In una padella, soffriggete con l’olio e il burro la cipolla e l’aglio tritati e la pestata di lardo. Aggiungete i fagioli, salate e pepate. Unite anche la salsa di pomodoro e cuocete a fuoco basso per qualche minuto. Rigiratevi i pisarei scolati e servite con una spolverata di Grana grattugiato. Il vino. Tomà Gutturnio IGP, un rosso effervescente dalle sfumature violacee e dall’intenso profumo di frutti rossi. Dove comprare. Cantina Cardinali, Vigneto Montepascolo, Castell’Arquato, tel 0523/803502, vignetocardinali.it
DOVE MANGIARE Taverna del Falconiere, piazza Municipio 5/6, Castell’Arquato, tel 0523/805155, tavernadelfalconiere. com. Locale ricavato in un’abitazione settecentesca, di fronte alla rocca viscontea. Dalla veranda si gode di una vista mozzafiato su colline e vigneti. Il menù offre piatti stagionali della cucina piacentina con qualche variante dello chef. Prezzo medio a persona € 37, bevande incluse.
DOVE DORMIRE Albergo Leon d’Oro***S, Piazza Europa 6, Castell’Arquato, tel 0523/803222, hotel-leondoro.com Dimora di charme in un palazzo liberty con 15 camere finemente arredate, con TV satellitare, cassetta di sicurezza, frigobar e bagno privato con set di cortesia di lusso. Pezzo forte la ricca colazione continentale con buffet di prodotti del territorio. Doppia con colazione da € 140.
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Volterra (PI)
VOLTERRA,WEEKEND TRA STORIA E SAPORI
Un passato antico e glorioso, mura imponenti, paesaggi mozzafiato e sapori ineguagliati fanno di Volterra uno dei borghi più belli della Toscana. Nella stagione autunnale i boschi abbondano di funghi e tartufi, ma anche di selvaggina, ingrediente dei piatti più rinomati, come il cinghiale in salmì, le pappardelle di lepre e gli spiedini. Da non perdere anche la trippa e la zuppa alla volterrana, i salumi, i formaggi pecorini freschi e i dolci, tra cui il panforte, i cantuccini e gli ossi di morto. Tra gli eventi golosi da non perdere, il 21 e 22 ottobre e da sabato 28 a mercoledì 1° novembre, c’è VolterraGusto (www.volterragusto.com) che si ha come fulcro la Loggia di Palazzo dei Priori. In programma visite guidate nei vigneti e la XX edizione della Mostra Mercato dei Tartufo Bianco e dei Prodotti Tipici dell’Alta Val di Cecina. La nostra visita al borgo parte dalla centrale Piazza dei Priori, su cui si affaccia il Palazzo dei Priori, il municipio più antico di tutta la Toscana, e Palazzo Pretorio con la Torre del Porcellino. Percorriamo via Turazza fino a Piazza San Giovanni, dove si trovano
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la Cattedrale di Santa Maria Assunta e il Battistero del XIII secolo. Al suo interno sono conservate opere di Andrea della Robbia e Mino da Fiesole. Il battistero spicca per la facciata decorata in marmo bianco e verde. In via Sarti 1, all’interno di Palazzo Minucci Solaini, si trovano la Pinacoteca e il Museo Civico (orario invernale 10-16.30; intero € 8, ridotto € 6). Nella prima si può ammirare la famosa Deposizione di Rosso Fiorentino, la Pietà di Francesco Neri da Volterra e una pala del Ghirlandaio. Nella casa torre del palazzo è ospitato invece lo splendido Ecomuseo dell’Alabastro, che racconta la storia dell’antica tradizione, nota fin dai tempi degli Etruschi, della lavorazione di questa pietra. Nelle vicinanze, si trovano anche il Museo Guarnacci, che espone una collezione di opere in alabastro del periodo etrusco, e la residenza storica di Palazzo Viti.
Toscana
SECONDO GIORNO: VIGOLO MARCHESE Il secondo giorno è dedicato alla visita dell’Acropoli etrusca (sab-dom 10-16, intero € 5, ridotto € 3) che si -trova all’interno del Parco Archeologico Enrico Fiumi. Qui si possono trovare i resti di una cisterna romana, di una piscina e di due templi risalenti ai II e III secolo a.C. Sulla collina, in posizione dominante, si staglia l’imponente sagoma della Fortezza Medicea, costruita nel 1474 dopo la conquista della città da parte di Firenze. Oggi ospita una prigione e non è visitabile all’interno. È collegata al centro storico dall’arco di Porta a Selci. Chi ha tempo può regalarsi una passeggiata lungo le mura medievali ammirando le sei porte di accesso, tra cui Porta dell’Arco, la più antica, Porta San Francesco con traccia degli affreschi originali, e Porta San Felice, da cui ammirare lo splendido panorama della campagna. Appena fuori da Porta Fiorentina si trova l’Anfiteatro Romano (sab-dom 10-16; intero € 5, ridotto € 3) del I sec d.C, tra i meglio conservati d’Italia. Dietro il teatro ci sono anche i resti delle terme e del foro.
COME ARRIVARE In auto, da Nord A15 Parma – La Spezia, in direzione La Spezia. Uscire a La Spezia poi A12 GenovaLivorno con direzione Livorno, uscire a Pisa Centro, poi prendere la SGC Firenze-Pisa-Livorno, direzione Firenze, uscita Pontedera, e SS439 per Volterra. Da Sud, A1 Roma-Firenze, uscita Val di Chiana, poi SS326 in direzione Siena, Superstrada Siena-Firenze in direzione Firenze, uscita Colle Val d’Elsa Sud e SS68 per Volterra.
Zuppa alla Volterrana Un antico piatto di origine contadina che unisce gli ingredienti poveri, arricchiti con la cotenna di maiale e reso più corposo dal pane toscano. Ingredienti per 4 persone. ½ cavolo, 2 carote, 1 cipolla e 1 gambo di sedano, un mazzetto di bietole, salsa di pomodoro, prezzemolo a piacere, 2 patate, Cotenna di maiale, 2 scatole di fagioli cannellini , Sale e pepe, Olio EVO, Pane toscano a fette. Preparazione. Lavate e spezzettate le verdure. In un tegame capiente soffriggete la cipolla, il prezzemolo, le carote e il sedano a pezzetti in olio extravergine di oliva. Aggiungete anche le bietole e le patate, un cucchiaio di salsa di pomodoro, il sale e il pepe e la cotenna. Ricoprite il tutto con acqua e cuocete a fuoco medio per circa un’ora. Aggiungete anche i fagioli cannelli, allungate con un bicchiere d’acqua e fate bollire per altri 15 minuti. Nel frattempo, affettate il pane toscano, mettete le fette in una zuppiera e irroratele con olio di oliva. Vuotate le verdure ancora fumanti e fate riposare per farle assorbire dal pane. Il vino. Rosso IGT Toscana, un vino fresco dal profumo fruttato, si abbina ad antipasti, primi piatti e secondi semplici. Dove comprare. Terre de’ Pepi, c/o Podere Le Pergole, loc. Valle di Sotto, Volterra. Tel 340/0755911, terredepepi.it
DOVE MANGIARE Ristorante Enoteca del Duca, via di Castello 2, Volterra, tel 0588/81510, www.enoteca-delduca-ristorante. it . Situato in un edificio del XVI secolo, a poca distanza da Piazza dei Priori, vanta un’enoteca di oltre 600 etichette conservate in una grotta antica. Menù stagionale toscano e con piatti dello chef. Prezzi a persona da € 33 a € 69.
DOVE DORMIRE Hotel Villa Rioddi***, loc Rioddi, SP Monte Volterrano, tel 0588/88053, hotelvillarioddi.it A 2 km dal centro storico è ricavato in una villa del 1400 con una splendida posizione panoramica sulla città e su tutta la Val di Cecina. Colazione a buffet con prodotti locali. Doppia da € 75, tripla da € 90.
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IN THE WORLD
UN’AVVENTURA GIALLA LUNGA 17.000 KM
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DA MILANO A PECHINO CON CITROËN CACTUS Intervista di Raffaele d’Argenzio
È UN BELLA AVVENTURA PARTIRE DA MILANO ED ARRIVARE FINO A PECHINO SU UN’AUTO DI SERIE, ATTRAVERSANDO TERRITORI E PAESI ANCORA SEMISCONISCIUTI, RIPERCORRENDO QUASI IL PERCORSO FATTO NEL 1935 DA UN’ALTRA CITROEN. ED ANCHE STAVOLTA L’AVVENTURA GIALLA È FINITA CON INGRESSO A PECHINO. UNA SFIDA COME QUESTA SCATENA TANTE DOMANDE E NOI LE ABBIAMO FATTE A MAX GIONCO, CHE QUEST’AVVENTURA L’HA VISSUTA.
Max Gionco e la sua compagna Chiara De Notariis al primo incontro con la Muraglia Cinese a 2.500 km da Pechino e a 14.500 da Milano!
Si dice che già quando nasciamo abbiamo la nostra strada già segnata, scritta nel misterioso libro del destino. Ebbene Massimo, detto Max, ha avuto la fortuna di nascere in una famiglia di viaggiatori. Lei e la sua famiglia siete dei viaggiatori, ci dice perchè avete scelto di rifare “Avventura Gialla”? La cosa è nata quasi per caso e molto velocemente con gli amici di Citroen, mio padre aveva già fatto un viaggio simile negli anni ‘90 arrivando fino in Mongolia. E conosce bene il Kirghizistan e le sue montagne, io stesso mi sono spinto fino in Iran in viaggi precedenti. E’ una parte di mondo che ci ha sempre affascinato. La proposta di ripercorrete le tracce della “Crociera Gialla”, intrapresa da Citroen degli anni ’30, è stata subito da noi accolta con entusiasmo. Logisticamente ci siamo divisi nell’attraversata, mio padre da Milano fino al confine tra Kirghizistan e Cina, io e la mia ragazza Chiara dal confine fino a Pechino e le rive del Mar Giallo, oltre 7000 km da un lato all’altro dell’”impero celeste”. Perchè con la C4 Cactus? Perché è una macchina semplice, robusta e unconventional nello spirito, come lo siamo noi! Lo rifarebbe? Assolutamente si! E’ stata un’esperienza unica… mi prenderei solo più tempo per entrare maggiormente in contatto con la cultura locale, esplorare più luoghi e vivere più esperienze. Andarci con un’auto di serie non è rischioso? Non direi, abbiamo avuto totale fiducia nel nostra Cactus e lei ci ha ricambiato al 100%, non dandoci nessun tipo di problema. Affidabile dal primo all’ultimo chilometro… dai passi oltre i 4000 metri della Pamir Highway al Deserto del Gobi ! Avete portato dei ricambi, avete usati degli accorgimenti? No, nessun tipo di ricambio se non una ruota di scorta supplementare con relativo cerchione, a cautelarci da eventuali forature. Non l’abbiamo mai usata! Ai nostri lettori che volessero rifare il vostro percorso quali consigli darebbe? Di armarsi di pazienza per la parte burocratica prima delle partenza e quando si attraversano i confini! E poi di partire con la voglia di guidare, esplorare e scoprire sempre cosa c’è oltre. Non è un viaggio semplice o alla portata di tutti, va pianificato bene ed affrontato con tanta determinazione ed attenzione alla guida! 61
Grecia: Le Meteore, vero connubio di ingegno umano, espressione bizzarra della natura e spiritualità
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Quali sono state le complicazioni? Qualche imprevisto burocratico, carte che prima c’erano poi non c’erano, prima servivano poi non servivano… tutto superato con pazienza, sorrisi ed il sapere di aver fatto tutto correttamente! Le maggiori difficoltà? Le attese ai confini e nelle burocrazie, come i controlli di polizia continui nello Xinjiang… ma nulla di veramente insormontabile con il giusto spirito ed un pò di “savoir faire” con le forze dell’ordine. Il momento più brutto e quello più bello? Momenti brutti non ce ne sono stati, siamo positivi di natura ed è difficile che un momento diventi veramente brutto! Momenti belli sono stati tantissimi, quasi troppi… dal primo incontro con la Muraglia Cinese all’ arrivo a Pechino, agli incontri quotidiani con le persone del posti magici che abbiamo attraversato. Quanti sono stati i paesi attraversati, e quali vi hanno stupiti di più? La Cactus ha attraversato Grecia, Turchia, Georgia, Armenia, Azerbaijan, il Mar Caspio (su di un fatiscente mercantile), e poi ancora Kazakistan e Kirghizistan per approdare in Cina dopo 10.000 km per poi attraversarla tutto da ovest ad est fino ad arrivare a Pechino! Un totale di oltre 17.000 chilometri di bellezze mozzafiato. Le città, le bellezze naturali...riuscirebbe a farci una Top Ten? Difficilissimo, ma in ordine geografico, tra i luoghi che ho conosciuto personalmente, anche in viaggi precedenti, e quelli visitati da mio padre, metterei: La Cappadocia ed il monte Nembrut in Turchia, l’immenso nulla del Kazakistan con i suoi cammelli erranti, il cimitero di barche sul Lago d’Aral, le vette del Pamir viste dalle pianure di Sary Tas, il Lago Karakul sul confine tra Kirghizistan, Pakistan e Cina, Il deserto del Taklamakan, la Muraglia Cinese, il Monte Kongtong… e tantissimi altri! La prossima avventura? Io e Chiara abbiamo in mente altri viaggi, altre esplorazioni. Il prossimo progetto è un giro unconventional delle isole Canarie in compagnia dei ragazzi del Citroen Unconventional Team, tra paesaggi incredibili e action sport! E aspettando cosa fa? Aspettando sogniamo nuovi orizzonti e progettiamo sempre nuovi viaggi!
Il Monte Nemrut, con la tomba di Re Antioco di Commagene e le teste giganti sulla sua vetta, uno dei posti piĂš misteriosi incontrati nel nostro viaggio
Tra Turchia e Georgia, i paesaggi sono surreali e mutano di continuo, dall’entroterra montano e desertico alla costa del Mar Nero rigogliosa di vegetazione
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Ganja, la monumentale città dell’ Azerbajan
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DIARIO DI VIAGGIO Dopo 40 giorni di viaggio e 17.038 chilometri, la C4 Cactus, partita da Milano, ha raggiunto Pechino, dopo aver attraversato ben 9 paesi: Grecia, Turchia, Georgia, Armenia, Azerbaijan, Kazakistan, Kirghizistan e Cina. Le 15 tappe sono state percorse con una media di 500 chilometri giornalieri, mentre la tratta più lunga di oltre 800 è stata quella kazaka da Aktay a Mukur. Partenza: il 28 aprile, dalla storica sede milanese di Citroën Italia di via Gattamelata. Le magnifiche strade di Grecia Tratta: Milano, Italia - Monte Olimpo, Grecia Km dalla Partenza: 1572 Prima tappa gli incredibili monasteri di Meteora, aggrappati sulla cima di pinnacoli di roccia alti decine e decine di metri. Poi fino alle pendici ancora innevate del Monte Olimpo, il trono di Zeus! Tratta: Monte Olimpo, Grecia - Cappadocia, Turchia Km di tratta: 1.488. Km dalla Partenza: 3.060 Arriviamo in Cappadocia, regione magica nel cuore della Turchia. Qui la natura si è presa la libertà più assoluta, a migliaia attorno a noi si innalzano torri e guglie dalle forme più strane dove la fantasia dell’uomo ha arricchito il paesaggio crivellando rupi e pinnacoli con aperture che danno accesso ad incredibili e misteriose abitazioni e chiese rupestri. Tra deserti assolati stiamo attraversando ottomila anni di storia a cavallo di due continenti. Tratta: Cappadocia, Turchia - Nemrut Dagi Km di tratta: 529. Km dalla Partenza: 3.589 Superando ripidi tornanti di pavé millenario, saliamo fin sulla vetta del Monte Nemrut, dove vediamo il sole sorgere sulle enigmatiche statue giganti della tomba di Re Antioco di Commagene. Tratta: Nemrut Dagi, Turchia - Batumi, Georgia Km di tratta: 834. Km dalla Partenza: 4.423 Attraversiamo l’arido altipiano del Kurdistan Turco passando per Erzurum, una città di 400 mila abitanti a 2000 metri. Scendendo dall’altipiano il clima si fa mite e la vegetazione rigogliosa. L’attesa al confine della Georgia è eterna. I controlli sono minuziosi. Bus turistici, camion carichi di merci, tutti incolonnati verso Batumi sulle sponde del Mar Nero. Città turistica, già dai tempi del blocco sovietico. Tratta: Batumi, Georgia - Baku, Azerbaijan Km di tratta 998. Km dalla partenza: 5.421
Kirghizistan: sulle strade dei Monti Alai
Incontri nelle strade Kazake
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Templi nelle vicinanze di Pechino
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Arrivati a Tiblisi, capitale della Georgia, si è subito catapultati in una vera avventura: il paesaggio, le persone, sono fermi nel tempo. La segnaletica è nulla, il paesaggio scorre tra campi coltivati, pascoli, fattorie, insediamenti industriali abbandonati. Si viaggia velocemente fino all’ Azerbaijan, dalla parola Azer, che significa fuoco, venerato dai primi abitanti che lo tenevano sempre vivo in grandi bracieri usando il petrolio grezzo che oggi rappresenta la ricchezza del Paese! Tratta: Turkistan, Kazakistan - Biskek, Kirghizistan Dopo varie città, saliamo fino a 4.000 metri, un test brillantemente superato dai 110 cavalli del motore Puretech di C4 Cactus. Il fianco della valle è dominato dai possenti monti Trans-Alay tra cui spicca il Peak Lenin. Con i suoi 7.134 metri è una meta ambita e mitica per gli alpinisti di tutto il mondo. La C4 Cactus sfreccia sull’altipiano del Kirghizistan meridionale, la Cina è vicina, la grandiosità del Pamir sbarra l’orizzonte. L’ultimo villaggio prima del confine è Sary Tash, altezza 3.500 metri. Siamo a 72 chilometri dalla frontiera cinese circondati da vette che bucano il cielo fino a 7.000 metri di altezza in un regno di serenità e silenzi assordanti. Tratta: SaryTash,Kirghizistan- Kashgar, Xinjiang, Cina Km 626. Km dalla partenza 10.627 All’uscita dal Kirghizistan percorriamo il lunghissimo tratto di terra tra i due confini, poi improvvisa ed immensa la frontiera cinese ci appare all’orizzonte. Diario di viaggio in territorio cinese: La Via della Seta La seconda parte del viaggio è stata particolarmente affascinante e si è svolta i nell’immenso territorio cinese. Quasi 7.000 chilometri, percorsi in 15 giorni di viaggio, dal lago di Karakul, a 190 km a sud est di Kashgar nell’estremo est del paese, fino a Pechino. Tratta: Kashgar, Xinjiang, Cina - Luntai, Xinjiang, Cina Km di tratta 1.466. Km dalla Partenza 12.093 Kashgar, geograficamente più vicina a Teheran che a Pechino, è stata per millenni l’epicentro economico della regione, dove soggiornava anche Marco Polo nei suoi viaggi lungo la Via della Seta che da qui si dirama in superiore ed inferiore, ovvero sopra e sotto il terribile deserto del Taklamakan, soprannominato “mare della morte”. Da Minfeng puntiamo decisamente verso nord per attraversare completamente i 560 km del deserto del Taklamakan: un mare di dune e sabbia. Quando fermiamo il motore il silenzio è assordante. Ci lanciamo in qualche fuoristrada poco
Nel cuore del deserto del Taklamakan, in Cina
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L’alba di un nuovo giorno in terra Kazaka dopo aver attraversato il Mar Caspio
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ranco e Massimo Gionco, padre e figlio trentini, sono stati i protagonisti di Avventura Gialla, insieme alle loro compagne. Per loro viaggiare è un un vero e proprio stile di vita. Reporter e fotografi, la loro ultima realizzazione editoriale è “Un Mondo da vivere”: un atlante di geografia vissuta.
COMPAGNA DI VIAGGIO
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a CInimitabile il design di C4 Cactus con gli ormai classici Airbump, che esprime simpatia e fiducia. Le forme arrotondate vengono riprese in tutta la macchina, sia negli esterni, appunto, ma anche negli interni. Comodissimi i sedili anteriori ampi e con un imbottitura proprio alla francese, molto morbidi e confortevoli, ma anche moderatamente contenitivi. Il cruscotto e i comandi analogici lasciano spazio a schermi digitali molto intuitivi e ben disposti. Il Touch Pad da 7” contiene tutte le informazioni ed i controlli, compresa la climatizzazione. A questo la Citroen Cactus ci aveva già abituato. Di interessante in questa versione c’è il Grip Control, che permette una gestione intelligente della forza motrice nello sterrato e nei fondi a bassa aderenza in generale. Complice anche l’ottimo cambio EAT6, che gestisce la coppia ed i rapporti in modo eccellente. Veloci le cambiate, decise con guida allegra e morbidissime, quasi impercettibili, quando si desidera il massimo confort. Il motore della vettura di Franco e Massimo Gionco è il validissimo PureTech 110 S&S eletto “Engine of the year” tra le cilindrate da 1.0 a 1.4 per il terzo
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anno consecutivo. Ma Cactus dispone anche di motorizzazioni diesel BlueHDi da 100 cavalli e benzina PureTech con potenze da 75, 82 e 110 cavalli. I cambi disponibili sono sia manuali che automatici, da distinguersi con il robotizzato ETG e il sovracitato EAT6 (che consigliamo).
CITROËN C4 CACTUS Motore
3 cilindri in linea
Cilindrata
1.199 cc
Alimentazione
Benzina
Potenza max/regime Trazione Consumi medi Massa in ordine di marcia Lunghezza/Larghezza /Altezza Bagagliaio Prezzo
81 KW (110 CV) 5.500 giri/min Anteriore 4,3l/100 Km 1.020 kg 415 cm /172 cm / 149 cm 348 / 1.170 dm3 21.950 €
impegnativo, inserendo la funzione “sand” del Grip Control per tagliare alcune curve della “Desert Highway”, una strada lunga più di 500 km. Durante il viaggio scorgiamo in lontananza uno dei campi eolici più grandi della Cina, sono oltre 5.000 le pale che roteano in questo deserto sferzato dal vento! Altra vera ed imperdibile bellezza sono Le Grotte di Mogao: una delle più grandi ed importanti raccolte di arte buddista del mondo! Il giorno seguente ci appare la Muraglia Cinese! L’emozione è forte. La C4 Cactus ha superato i 15.000 chilometri dalla sua partenza da Milano. In questi giorni finalmente splende il sole, abbiamo abbandonato le zone desertiche continuamente invase da una fastidiosa polvere a mezz’aria che rendeva il cielo latteo filtrando la luce del sole! Il nostro viaggio ora prosegue e ci aspettano ancora tante bellezze da scoprire prima di raggiungere Pechino, da cui ci separano ancora circa 1.200 chilometri. L’arrivo a Pechino: km dalla partenza 17.038 Ultimi giorni di viaggio, ultimo rush finale fino a Pechino! Abbiamo scoperto che la Cina è ricchissima di bellezze naturali e culturali, dove l’unione di uomo e natura ha dato vita a luoghi magici e mistici. Versione ridotta del diario originale degli autori
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CORFÙ NORD (GRECIA) di Martina Rutta
L’ISOLA DI OMERO
QUELLA NORD È LA PARTE PIÙ VERDEGGIANTE DELL’ISOLA DI CORFÙ. QUI I BOSCHI DI ULIVI CONVIVONO CON SPIAGGE SOLITARIE BAGNATE DA ACQUE LIMPIDE. UN’ISOLA DA MITO, DECANTATA GIÀ DA OMERO NELL’ODISSEA E OGGI UNA DELLE METE PREFERITE DA CHI CERCA UNA VACANZA PERFETTA, TRA MARE E MONTAGNA, ARTE E STORIA, MUSICA DOLCE E CUCINA STELLATA. ECCO IL DIARIO DI VIAGGIO PER UNA VACANZA DA SOGNO CULLATI DALLE ONDE DELLO IONIO
“T
i supplico signora, sei una dea o una mortale? Infatti non vidi mai una tale creatura mortale coi miei occhi, né uomo né donna: stupore mi prende a guardarti…”. Così Ulisse nel IV libro dell’Odissea seduce Nausicaa, figlia di Alcinoo, re dei Feaci, sulla spiaggia di Glifada, sull’isola di Scheria, dopo il naufragio che gli ha portato via l’intero equipaggio. L’isola, oggi conosciuta con il nome di Corfù (Kerkyra in greco), emerge con un interno verdeggiante (grazie agli oltre due milioni di ulivi che ricoprono il suo territorio) dalle acque del Mar Ionio, tra la Grecia e l’Albania, ed è una fra le mete turistiche da preferire.
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Grazie al mare pulitissimo e alle bellissime spiagge. Non è un caso che ben 10 arenili siano stati insigniti della prestigiosa Bandiera Blu della FEE. Questi, insieme all’ottima cucina e alla cordialità degli abitanti, sono solo alcuni dei motivi per cui scegliere una vacanza sull’isola. E in particolare sulla parte settentrionale dell’isola, la più verdeggiante. Ed ecco allora un diario di viaggio per vedere e conoscere i luoghi più belli di Corfù Nord. 1° giorno Viaggio in nave da Ancona fino a Corfù città. La traversata dura 14 ore ed è già di per sé una vacanza in quanto, durante la navigazione, si possono avvistare le coste italiane e poi, avvicinandosi a Corfù si possono intravedere le coste frastagliate dell’isola. Per il soggiorno abbiamo scelto un appartamento ricavato all’interno di una villa a Roda. Roda è una cittadina moderna, ideale per le famiglie, molto affascinante e caratteristica di sera grazie a una vasta scelta di locali dove gustare la cucina tradizionale. Al Roda Park Restaurant (Roda 490, tel. 0030.2663.063212; orario: aperto a pranzo e cena; prezzo medio: € 15 a pers. bevande 72
incluse; carte credito: nessuna), per esempio, si gusta un’ottima moussaka, una sorta di parmigiana alla siciliana fatta con melanzane. 2° giorno Al mattino partiamo alla volta di Sidari, caratteristico villaggio a 40 km circa dal capoluogo, poco distante da alcune bellissime spiagge e dal famoso Canal d’Amour, una parte di costa argillosa dalla colorazione grigiastra sormontata da fitta vegetazione che forma alcune baie e canali. La spiaggia centrale, la più grande, è attrezzata e offre anche noleggio di pedalò. Per uno spuntino o un pranzo completo sulle spiagge di Sidari non c’è che l’imbarazzo della scelta fra i numerosi bar e ristorantini. Con 8,50 euro a persona si possono ordinare abbondanti porzioni di insalata greca, fatta con feta, pomodori, peperoni verdi, cetrioli, cipolle e olive. Per la sera Sidari offre bar, locali caratteristici, discoteche e una serie di negozietti che propongono souvenir e prodotti ricavati dalla lavorazione del legno di ulivo. 3° giorno Il terzo giorno è dedicato a scoprire Paleokastritsa, una delle più belle spiagge dell’isola non a caso pluripremiata. 73
È composta da cinque diverse baie e 6 insenature sia di sabbia sia di ghiaia a 25 chilometri dal capoluogo. La spiaggia più grande, attrezzata con ombrelloni, si trova proprio sotto il monastero omonimo che si può visitare. Il modo migliore per scoprire questa parte di costa è con barca a noleggio ( € 70 per 4 ore) oppure con i tour guidati in taxi boat. E in barca raggiungiamo la spiaggia di Liapades, una lingua sottile di sabbia fine e candida che si apre all’interno di una splendida caletta solitaria lambita da un mare trasparente. In serata raggiungiamo Kassiopi, grazioso villaggio dominato da una fortezza bizantina. Il paese è il punto più vicino alla costa albanese e ha un porticciolo, una piazza centrale, tre spiaggette, bar, ristorantini e numerosi negozietti di souvenir e liquori tipici. Tra questi spicca il kumquat, liquore ricavato appunto dal kumquat, detto anche mandarino cinese, una piccola pianta che cresce abbondante a Corfù. Alle spalle del villaggio si erge maestoso il monte Pantokratoras che offre una vista spettacolare fino alle coste albanesi. 4° giorno Al mattino relax sulla spiaggia di Agios Stefanos, una grande distesa di sabbia dorata in parte attrezzata (ombrellone + lettino circa € 10), in parte libera e in parte riservata ai naturisti. La spiaggia è bagnata da acque pulitissime color blu e smeraldo e battuta da forti venti. Per questo è una delle mete degli appassionati di windsurf e skysurf. Sulla spiaggia ci sono anche alcuni ristorantini affacciati sul mare che servono principalmente pesce e cucina tipica (circa € 10 a persona). 5° giorno La giornata è dedicata alla visita del capoluogo, Corfù Town, una delle città più belle ed eleganti della Grecia. 74
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Incardinata fra le due fortezze, sfoggia un centro storico fatto di anguste stradine, i kantounia, dichiarato dall’UNESCO nel 2007 Patrimonio dell’Umanità. Costruita su un promontorio, la città sfoggia architetture uniche fortemente influenzate dalle diverse dominazioni e tutte raccolte attorno alla Spianada, la grande piazza centrale abbellita nella parte meridionale da un parco ornato di statue. Da vedere in città il Paleo Frourio, lungo sperone roccioso proteso sul mare, la Cattedrale, costruita dai bizantini, il Palea Anaktora, grande e sontuoso palazzo affacciato sulla Spianada con portico dorico fatto costruire nel 1816 da George Whitmore e oggi sede del Museo d’Arte Asiatica. Da vedere anche la Palea Poli, la parte della città di epoca veneziana, con la Loggia Veneziana, la Katholiki Mitropoli, cattedrale cattolica del 1658, la chiesa di Agios Spiridonas, caratterizzata da un alto campanile. La città è dominata dalla mole della Neo Frourio, la Fortezza nuova che si trova a ovest. Fu costruita dai veneziani tra il 1576 e il 1589 (ingresso: € 6). Sosta d’obbligo, poco fuori dal centro città, è il Palazzo
COME ARRIVARE In aereo: c’è il volo diretto da Milano Malpensa a Corfù operato da Easy Jet (a partire da € 40 a tratta). In nave: è il mezzo più comodo per raggiungere Corfù dall’Italia. Il viaggio dura circa 15 ore. Il passaggio ponte costa circa € 53.
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DOVE DORMIRE Villa Kostas (Roda, Roda 491). Bellissima villa divisa in quattro appartamenti dotati di cucina, due camere e aria condizionata. Prezzo: appartamento per 4 persone € 420 a settimana.
DOVE MANGIARE Etrusco (Corfù Town, Kato Karakiana, tel. 0030. 2661.093342, www. etrusco.gr; prezzo: da € 40 a pers. bevande escluse) Cucina fusion e internazionale.
da sapere Clima: mediterraneo con estati calde e secche e inverni miti. In agosto le temperature si attestano fra i 29 e i 35°C mitigati però dai venti settentrionali. Telefonare: dall’Italia in Grecia 0030 + numero già comprensivo di prefisso; dalla Grecia in Italia 0039 + il numero preceduto dallo zero oppure il numero di cellulare; dalla Grecia alla Grecia il numero dell’abbonato senza prefisso in quanto quest’ultimo è già compreso nel numero. Fuso orario: un’ora in più rispetto all’Italia Sanità: presentando la tessera sanitaria elettronica si può avere assistenza sanitaria gratuita. Valuta: Euro. Le carte di credito sono accettate ovunque. Numeri utili: Ente Nazionale Ellenico per il Turismo, tel. 02.860470-7, ente-turismoellenico.com; Consolato d’Italia ad Atene, tel. 2109538180.
Achilleion (orario: 8-20; ingresso: € 8), o Palazzo di Sissi in quanto fatto costruire, su progetto dell’architetto italiano Raffaele Caritto, da Elisabetta d’Austria nel 1890. L’edificio è interamente dedicato all’eroe greco Achille così come alcune grandissime statue in bronzo e marmo nel parco che circonda il
castello. Per la sosta pranzo vi consigliamo il ristorante Etrusco (Kato Karakiana, tel. 0030. 2661.093342, www.etrusco.gr; prezzo: da € 40 a pers. bevande escluse) dove lo chef Hector Botrini propone un menu sontuoso in cui spiccano gamberi in crosta di taglierini all’uovo con crema di lattuga e caviale affumi-
cato. Per un pasto più veloce ma egualmente gustoso si può optare per Pane e Souvlaki (77 Guilford, tel. 0030.2661.020100, www.panesouvlaki.com; aperto a pranzo; prezzo: € 15 a pers. bevande escluse) che propone cucina mediterranea, carne alla griglia, cucina vegana e vegetariana.
RICETTA DI VIAGGIO: La Moussaka Ingredienti (per 4 persone) 400 gr di melanzane tagliate a dadini, 400 gr di carne di manzo tritata, 60 gr di groviera grattugiato, un etto di formaggio di pecora, 40 gr di pangrattato, 400 ml di latte, tre pomodori pelati tagliati a dadini, due cipolle tagliate a dadini, prezzemolo tritato, due cucchiai di burro, quattro cucchiai di olio d’oliva, succo di limone, origano secco, due cucchiai di farina, noce moscata e vino bianco. Preparazione: In una padella alta scaldate l’olio e friggete le melanzane. Nell’olio rimasto friggete le cipolle e la carne e continuate la cottura fino a che tutto il liquido non sia evaporato. Aggiungete i pomodori, il vino, sale, zucchero, cannella, pepe nero macinato, coprite e stufate a fuoco medio per 5 minuti. Incorporate poi prezzemolo e origano e cuocete per altri 5 minuti e poi lasciate raffreddare. Aggiungete il pangrattato tenendone da parte due cucchiai, e metà del formaggio di pecora mentre scaldate il burro e aggiungete la farina, e il latte portato a ebollizione cuocendo per 4 minuti a fuoco basso mescolando continuamente. Condite il composto con sale, pepe, noce moscata e succo di limone e lasciate raffreddare. Intanto sbattete l’uovo con il formaggio rimasto e spennellate 4 stampini con il burro e cospargete con briciole di pane. Ponete metà delle melanzane negli stampini aggiungendo quindi la carne, le melanzane rimaste e la salsa, cospargete con il formaggio e mettete in forno per 35 minuti a 200° (180° con forno ventilato). 77
IN THE WORLD: IN SVIZZERA CON LA RENAULT ZOE
CINQUE PASSI IN SILENZIO
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AutoDONNA
A VOLTE SI HA BISOGNO DI QUIETE, DI RICARICARE LE PILE E MAI COME QUESTA VOLTA ABBIAMO TROVATO IL MODO FARLO SCAVALCANDO IL CONFINE A CHIASSO VERSO LA SVIZZERA, VERSO I SUOI CINQUE PASSI, CON UNA SILENZIOSA AUTO ELETTRICA, DAL NOME DI DONNA: ZOE
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eriodicamente, la Svizzera ci attrae con un fascino del tutto particolare. Questa volta, per girovagare lungo una sostanziosa porzione del Grand Tour in un modo diverso, eco-sostenibile: se non pedalando, almeno con un’auto elettrica. Eccoci a Milano, tra colleghe, con la nuova Renault Zoe Z.E. R90 Bose Flex: nome lungo per una vettura corta fuori e grande dentro. Bagagli e cartina, come un tempo, e via dallo Swiss Corner, dal traffico cittadino all’autostrada. Dove, se non premiamo il tasto Eco, richiamo di trovarci oltre i limiti di velocità (italiani), con questa silenziosa e guizzante Zoe. Meglio premere Eco, che indurisce il pedale dell’acceleratore oltre i 90-95 km/h per risparmiare le batterie.
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Altes Bad Pfaefers
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IL GRAND TOUR Ma cos’è questo Grand Tour? Milleseicento chilometri della Svizzera più bella e anche meno trafficata: un unico itinerario dalle innumerevoli bellezze naturali e turistiche. Indicato dai cartelli rossi, permette di esplorare storia e cultura, paesaggi e strade indimenticabili, con panorami fantastici e incontrando sputi per vacanze particolari. Il Grand Tour of Switzerland, lungo i 1.643 km effettivi, comprende 45 attrazioni, di cui 12 patrimoni Unesco e 2 biosfere, 22 laghi, 5 passi alpini che superano i 2.000 m: Passo del San Gottardo (2.109 m), Passo della Furka (2.429 m), Passo della Flüela (2.383 m), Passo dello Julier (2.284 m) e Passo del San Bernardino (2.065 m). Considerando le quote, la piena percorribilità è normalmente suggerita da aprile a ottobre. E per chi volesse rendere l’esperienza, come noi, silenziosa ed elettrizzante, i punti di ricarica lungo l’intero percorso sono oltre 300.
Grand Tour Appenzello
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IL NOSTRO TOUR Oltre il confine di Stato a Chiasso, via per Lugano, Monteceneri, Bellinzona e prima tappa al paese di San Bernardino. Poi tunnel e discesa fino a Coira, quindi a Nord uscendo dal Cantone dei Grigioni, verso Busch, deviando per l’Appenzello. Oltre il paese raggiungiamo Gonten dove concludiamo la prima tappa. Il secondo giorno, accompagnate dal sole, Urnasch, Schwagalp, Buchs, Vaduz (siamo nel Principato del Lichtenstein), Maienfeld, poi quindi Bad Ragaz, Pfäfers e salita fino a Davos, dove la pioggia nella notte si trasforma in neve. Terzo e ultimo giorno, dobbiamo rinunciare all’Engadina, “tagliando” i Passi Flüela e Julier. Saliscendi prima e discesa poi per Thusis, quindi Splügen, San Bernardino, Bellinzona, Lugano, Chiasso e Milano. Dopo settecento chilometri, percorsi con soddisfazione a “emissioni zero”.
Grand Tour Viamala
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IL PICCOLO CANTONE Dopo freddo e diluvi, raggiungiamo Appenzello con il sole del tardo pomeriggio: è un luogo da fiaba, e l’aria resa frizzante dalla neve appena caduta sulle vette circostanti ne aumenta il fascino. Villaggio pittoresco e colorato, sembra immerso in un’atmosfera irreale, colorato e curatissimo, va esplorato a piedi: parcheggiata Zoe nella piazza principale, si passeggia per vie e piazzette, curiosando tra negozi e vetrine, fino alla chiesa, la cui vista attorno è notevole. La sera si avvicina e riprendiamo l’auto per il vicino paese di Gonten, dove l’Hotel Bären mostra l’accoglienza svizzera: arredato con stile, ha ospitalità di ottimo livello e la cena esprime un menù eccellente, con vini locali.
Bad Ragaz Resort e Terme
Nel centro di Bad Ragaz
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IL VILLAGGIO DI HEIDI Il secondo giorno attraversiamo le montagne e scendiamo a Vaduz, oltre il Principato del Lichtenstein, torniamo nei Grigioni a Maienfeld, da visitare, ma prima deviamo verso il Villaggio di Heidi (www.heididorf.ch): luogo che ispirò Johanna Spyri, autrice di numerosi romanzi sul personaggio di Heidi. La visita, del luogo che attira visitatori da tutto il mondo, si rivela un’istruttiva immersione nella vita rurale di montagna dei tempi andati, con oggetti e ricostruzioni, filmati e passeggiate tra le diverse zone. Scesi a Maienfeld, ci dirigiamo a Bad Ragaz, centro termale dal fascino senza tempo.
Renault Zoe in carica
GOLE E TERME Pranzo al ristorante Bel Air del Grand Hotel (www.resortragaz.ch), peccato non aver il tempo di nove (o diciotto) buche nel campo da golf accanto, ma ci attendono i vecchi bagni di Pfäfers (www.altes-bad-pfaefers.ch), per arrivare ai quali si usa un autobus di linea – la strada scavata nella roccia è interdetta al traffico – lungo la gola del torrente Tamina. Ci attende la guida Denise Kirchner che in ita-
COMPAGNA DI VIAGGIO
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a Innovativa, particolare, spaziosa, brillante nello scatto – non ingannino i 13,2 secondi per andare da zero a cento: a 50 km/h arriva in circa quattro – che per avere trecento chili di batterie e pesare una tonnellata e mezza, non è male. Ricca di brevetti, è un’elettrica “pura” pensata anche per andare fuori dall’ambito urbano. Offerta in due versioni, non di motore ma di possibilità di ricarica, chiamate rispettivamente R90 e Q90, la prima, quella guidata nel Grand Tour regge fino a 22 kW e la seconda anche la rapida da 43, che permetterebbe di disporre da 80 a 120 km di autonomia in 30 minuti. L’abitacolo, ancorché silenziosissimo, non è futuribile: solo qualche schermata del display indica le funzioni statistiche e la programmazione delle ricariche. Mentre un ovattato “gong” elettronico avverte i pedoni dell’arrivo e il guidatore della prossimità di ostacoli. Renault, lo sappiamo, pensa al benessere a bordo: pre-condizionamento a 21°C, sensore di tossicità e ionizzatore dell’aria, presenti sulla versione Bose al vertice della gamma (le altre sono semplicemente Zoe, Life e In-
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tens). A bordo lo spazio non manca, nemmeno ai sedili posteriori (persino per viaggiare in quattro), o nel bagagliaio: ma dove avranno messo le batterie? Però ci sono due borse da tenere al seguito, contengono i cavi di ricarica “da casa” con presa Schuco e l’altro per colonnine da 22 kWh. La versione Bose, quella del nostro Grand Tour, si nota per la tinta speciale Grigio Ittrio, i cerchi Bangka neri diamantati, la selleria in pelle premium marrone brillante con impunture su sedute e schienali, e la marchiatura a caldo sul poggiatesta del conducente, con sedili anteriori riscaldabili a tre livelli. La plancia sembra appena dorata, mentre l’armonia Grey sottolinea particolari di cruscotto, pannelli, volante e leva del cambio, naturalmente automatico: o, meglio, diretto. Ma detto così è più complicato. Fino a dove ci si più spingere con una Renault Zoe elettrica? L’autonomia dichiara 403 km, che poi sarebbero circa 300 nell’uso reale urbano e poco oltre, che scendono a 200 in inverno. Ma tutto dipende dalle modalità di guida, oltre che dal percorso. www.renault.it
liano, con allegria e grande professionalità, ci descrive la particolarità della fonte termale, scoperta secoli addietro. Le cui acque dopo aver percorso chilometri sotto le rocce impiegando dieci anni e mezzo, sgorgano alla temperatura di 36,5°. Intubate a metà del 1800, alimentano con 4,5 km di conduttura le terme di Bad Ragaz. L’impatto delle gole scavate fino a 70 metri dal torrente, le captazioni delle fonti termali e l’antica costruzione dei bagni (Badmuseum) rimangono impressi. DI NUOVO TRA I MONTI Per sera si arriva a Davos, da dove ripartiamo la mattina dopo, con un bella nevicata, per Thusis: accolti da Daniela Gredig, ci accompagna in direzione di Andeer nella visita alle gole della Viamala (www.viamala.ch), antico pericoloso percorso che permettevi di ridurre i tempi di attraversamento delle Alpi, lungo la gola scavata dal Reno Posteriore, con incredibile scenario. Tornati a Thusis per pranzare all’Hotel Weisse Kreutz mentre Zoe si ricarica al parcheggio Marktwiese. Prima di riprendere la strada in direzione sud, per Splugen, San Bernardino, Chiasso e di nuovo Milano.
DOVE MANGIARE, DORMIRE E RICARICARE
San Bernardino (160 km da Milano): Hotel Bellevue (bellevue-sanbernardino.ch) e ricarica alla postazione pubblica di fronte all’Ostello e Centro Nordico San Bernadino, uscita prima del tunnel. Appenzello (160 km): Hotel Bären Gonten (baeren-gonten.ch), gran cena con ricarica sul retro. Bad Ragaz (100 km): Ristorante Bel Air c/o Grand Resort Bad Ragaz (resortragaz.ch), con ricarica. Davos (60 km): Hotel Ameron Mountain (ameron-hotel- davos.ch) con una serie di colonnine in garage. Thusis (50 km): Hotel Weisse Kreutz, a 200 m dalla ricarica pubblica nel parcheggio Migros. INFORMAZIONI
www.svizzeraturismo.it; www.svizzera.it; www.swissinfo.ch
RENAULT ZOE Dimensioni Potenza Coppia Velocità massima 0-100 km/h
409/173/156 cm 68 kW (92 CV) da 3.000 giri 225 Nm a 3.000 giri 135 km/h 13,2 secondi
Consumo medio
13,3 kWh/100 km
Emissioni di CO2
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MINI CLUB
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