m u i Prem
dicembre 2018
i VINCITORI DEI WEEKEND GREEN PREMIUM 2018
alla ricerca del natale con la ds7 crossback
almeno una volta...
in the world
LE GALAPAGOS la birmania
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Anche quest’anno, all’Enterprise Hotel di Milano, sono stati consegnati i premi Weekend Premium durante l’evento Green Future - Primati e Premiati, alla presenza della stampa turistica e automobilistica. 1 • La serata è stata condotta da Giuseppe Morello di Radio RTL. 2 • Premio Weekend Green Europe alla Norvegia: a Elisabeth Ones, director tourism, lo consegna il direttore Raffaele d’Argenzio 3 • Premio Weekend Green Italia al borgo di Ossana (TN): all’assessore Laura Marinelli lo consegna Luca Ferraiuolo di Askanews 4 • Premio Weekend Green Resort al Villa Eden di Merano (BZ): alla direttrice Angelika Schmid lo consegna Edoardo Stucchi, del GIST 5 • Premio Weekend Borgo Di.VINO alla Città del
Vino Pozzolengo del Garda: al sindaco Paolo Bellini lo consegna il dr Balzarini della Tavola Italiana 6 • Premio Eco WeekendCar alla Jaguar I-PACE: a Alessandra Bove lo consegna Silvia Terraneo, firma di Auto Donna 7 • Premio Weekend Premium in Tour ai nostri video girati a Castelluccio di Norcia e a Varazze: a Marco Fasoli, dello staff, consegna il premio Isabella Brega di Touring Italia 8 • Presenti Stampa e personalità 9 • Concerto jazz di Ottavo Richter Trio 10 • Cena Green nel giardino d’inverno, con Lugana biologico di Pozzolengo e Spumanti Tosti di Asti
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VIDEO CON L’AUDI A4 ALLROAD IN LIGURIA
JAGUAR I-PACE Jaguar I-PACE si è aggiudicato il premio Eco WeekendCar 2018, per essere stato il primo modello della casa inglese interamente elettrico ed essere uno dei primi modelli nel panorama dei marchi premium. Si tratta del primo SUV ad alte prestazioni completamente elettrico, bello ed elegante da guardare, capace di unire il comfort a una guida elettrizzante in pieno rispetto dell’ambiente. Grazie ai due motori elettrici sincroni a magneti permanenti, I-PACE eroga una potenza complessiva di 400 CV. Con una ricarica completa della sua batteria al litio ad alta densità energetica, garantisce un’autonomia di 470 km. POZZOLENGO del GARDA Passando al premio Weekend Di.Vino, Weekend Premium ha deciso di premiare il meraviglioso Borgo di Pozzolengo sul Garda. È situato in provincia di Brescia e vanta il primato di avere il maggior numero di cantine del famoso vino Lugana, in un territorio che vanta il 90% di suolo verde, addolcito dal clima del lago, in cui le vigne raggiungono anche uno dei campi da golf più estesi d’Italia. Le cantine produttrici di vino puntano anche a un’agricoltura biologica. Inoltre, il comune di Pozzolengo è impegnato nella raccolta differenziata, arrivando a toccare l’81%. Sito: pozzolengoturismo.it
weekend van premium in tour 2018
VIDEO CON CITROëN SPACE TOURER A CASTELLUCCIO DI NORCIA
Un sondaggio lanciato per conoscere quale video hanno preferito gli oltre 11.000 followers di Weekend Premium ha indicato quello realizzato a Castelluccio con Citroën SpaceTourer e quello a Varazze con l’Audi A4 allroad. 4
weekend green in the world 2018
weekend premium borgo green 2018
weekend premio green resort 2018
NORVEGIA Scelto come migliore rappresentante della categoria Weekend Green In The World, il Paese scandinavo risulta essere il primo al mondo nella percentuale di automobili elettriche o ibride circolanti in strada. Sono circa il 50% le vetture “green” che scorrono sulle strade norvegesi. Proprio a fronte di questo impegno nella riduzione di emissioni di CO2 e altri gas, Oslo è stata scelta come Capitale Green 2019.
OSSANA (TN) In Trentino c’è un piccolo borgo di appena 844 abitanti che ha deciso di mantenere inalterata la bellezza del suo territorio investendo nel turismo responsabile e sui valori culturali delle proprie tradizioni. Il comune trentino vanta anche il primato di Cielo più bello d’Italia, premio di Astronomitaly, per l’assoluta mancanza d’inquinamento. Ossana ha il 50% di aziende agricole biologiche e inoltre una malga comunale fa prodotti alimentari di qualità, con attenzione al nutrimento del bestiame. Sito di Ossana: https://www.valdisole. net/it/Comune-Ossana/
VILLA EDEN di Merano Un mondo verde circonda lo splendido hotel a cinque stelle Villa Eden di Merano, miglior Green Resort, come prima struttura italiana ad avere la certificazione Vegan in Alto Adige. Villa Eden è leader nella sostenibilità, molto attenta alla natura e alla cura della persona in armonia con l’ambiente, a partire da soggiorni detox per rigenerare e riprendere energie vitali. La sua cucina contempla opzioni vegetariane e vegan. Il lavoro congiunto di medici e nutrizionisti consente a Villa Eden di mettere a punto uno stile alimentare personalizzato per ogni ospite. Sito: www.villa-eden.com 5
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AL LINGOTTO DI TORINO LA PRIMA EDIZIONE DI “PARCHI DA AMARE”, IL SALONE DEDICATO ALLE AREE NATURALISTICHE ITALIANA dal 23 al 25 novembre il Padiglione 1 del Lingotto Fiere di Torino ha ospitato la prima edizione di un evento interamente dedicato ai parchi naturali, alle aree protette italiane e alle numerose attività che si svolgono al loro interno e che, dal prossimo anno, sarà itinerante nelle diverse regioni del nostro Paese.
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n Italia ci sono 1.136 aree protette che coniugano la tutela dell’ambiente con il turismo, generando 27 milioni all’anno di visitatori. Su una superficie tutelata di circa 3 milioni 776 mila ettari, pari a quasi il 22% del territorio nazionale, sono ospitate la metà delle specie animali e vegetali di quelle presenti in Europa. Si contano poi 2.700 tra centri visita, strutture culturali e aree informative e oltre 10.000 chilometri di sentieri attrezzati. I parchi italiani sono quindi degli scrigni naturali che ospitano anche realtà produttive ed imprenditoriali di eccellenza, capaci di creare un flusso virtuoso fra ambiente, economia e turismo ad alta sostenibilità: un comparto che include 105 mila posti di lavoro per un valore di 5,5 miliardi. Proprio per valorizzare questa ricchezza, dal 23 al 25 novembre il Padiglione 1 del Lingotto Fiere di Torino ha ospitato Parchi da Amare, la prima edizione di un evento interamente dedicato ai parchi naturali, alle aree protette italiane e alle numerose attività che si svolgono al loro interno e che, dal prossimo anno, sarà itinerante nelle diverse regioni del nostro Paese.
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La fiera, ad ingresso gratuito, si è posta come mission la condivisione e la diffusione dei valori ambientali, la promozione di un turismo consapevole, il rispetto per la natura nelle sue diverse forme e la valorizzazione di quanto ad essa collegato ed è stata patrocinata da Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. I principali eventi Venerdì 23 alle ore 11.00 Rete WEEC Italia, Legambiente, Wwf, Federparchi, AIAV, CNA Turismo hanno firmato la “Carta di intenti per un turismo sostenibile nei parchi e nelle aree protette” e il Comune di Amatrice, ospite del Salone, illustra il protocollo di intesa siglato con i Parchi del territorio dopo il sisma del 24 agosto 2016. La Carta di intenti è stata voluta in maniera concorde tra le principali asso-
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ciazioni ambientaliste e quelle degli imprenditori del turismo, consapevoli della necessità di preservare le bellezze naturali del Paese mantenendo vive le attività che si svolgono al loro interno. Essa stabilisce le regole per valorizzare una nuova forma di turismo sostenibile che, al piacere della vacanza esperienziale, unisca aspetti di formazione dei territori in grado di far crescere una coscienza green ai visitatori. Sempre il 23, Rete WEEC Italia ha tenuto l’incontro Parchi. Laboratori per l’educazione ambientale mentre lo stand del Marchio di Qualità Ecolabel ha ospitato i convegni La certificazione ambientale nel settore turistico: produzione, consumo sostenibile ed ecoturismo e Sviluppo del turismo rurale per le aziende agricole in aree protette a cura di Arpa Piemonte. Lo stand ha fatto anche da cornice alla mostra Ecolabel europeo ed etichette ecolo-
giche per prodotti e per servizi di ricettività turistica coordinata da Arpa Piemonte (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale). Sabato 24 novembre c’è stato invece l’incontro La sicurezza dei visitatori e il ruolo delle aree protette a cura di Federparchi, ed il convegno Turismo nei Parchi: sostenibile, esperienziale e innovativo a cura di AIAV E CNA Turismo, seguito dal talk Dalle Alpi al mare. Gran Paradiso e Arcipelago Toscano, due parchi da scoprire a cura del Parco Nazionale del Gran Paradiso e del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. Due gli incontri di domenica 25 novembre: Le aree protette alla sfida dei nuovi turismi a cura di Legambiente e Cambiamenti climatici e natura: tutela, professionalità e procedure a cura di AIAV. INFO: www.parchidaamare.it
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COME DARE FORZA AL NOSTRO PATRIMONIO GREEN
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i è conclusa con successo, al Lingotto Fiera di Torino, il primo salone Parchi d’Amare con la presentazione al pubblico del nostro Patrimonio Verde. Sì, è un oro verde che dobbiamo Imparare a conoscere, a vivere e a godercelo. Oltre i vari parchi italiani era presente anche la Slovenia, senza dubbio uno degli Stati Europei con parchi molto interessanti e integri. I parchi sono già conosciuti, alcuni diretti molto bene altri meno, allora perché questo salone? Lo chiediamo al Presidente Fulvio Avataneo, che ci appare come un guerriero, un Robin Hood alla guida del Popolo Green. Presidente Avataneo, com’è nata l’idea di Parchi da Amare? Mi è piaciuta l’idea di legare il turismo, che è il mio mestiere, con la natura e in sei mesi mi sono scoperto più ambientalista di prima. Senza aver fatto nulla di particolare, solo cominciando a capire esattamente che cos’è il patrimonio ambientalista e naturalista che abbiamo. Ho capito che c’era la necessità di fare qualcosa di più. Ho trovato molto scollato l’ambiente dei parchi, degli enti parchivi e degli assessorati ai parchi e all’ambiente, non per incuria o per per mancanza di volontà, ma semplicemente perché in Italia non siamo capaci a fare sistema nei parchi ma neanche nel turismo. La Francia, per esempio, che è molto indietro a noi rispetto a patrimonio culturale storico e ambientalistico naturalistico, è avanti a noi turisticamente parlando, perché qualunque cosa abbia la mette insieme a un’altra e fa sistema, fa rete.
di Raffaele D’Argenzio
E cosa mi dice degli obbiettivi che vi siete posti con questa iniziativa? Con Parchi d’Amare vogliamo far sistema tra aree protette e turismo. Un turismo fatto di piccoli numeri, di qualità. Quindi un turista di qualità per un turismo di qualità, dolce, lento, fatto di esperienze, che si viva nei piccoli borghi e nei piccoli comuni. Quelli che tra l’altro corrono il rischio di spopolarsi se non hanno nuovi introiti, che all’interno delle aree protette o arrivano dal turismo o non arrivano per nulla. Noi di Weekend Premium apprezziamo quando si producono e si vendono i prodotti dei parchi, perché è come se ci fosse una certificazione che questi prodotti sono green e sono puliti. Cos’ha in più un prodotto biologico coltivato in un parco protetto? Io dico sempre: i prodotti bio sono ovunque. Però credo ci sia una bella differenza fra un
prodotto bio coltivato all’interno di un’area protetta e un prodotto bio coltivato ai margini di un’autostrada. Saranno bio tutti e due perché il sistema di coltivazione è biologica, però c’è una differenza ambientale che rende un prodotto diverso dall’altro, sicuramente. All’interno di queste aree protette non ci possono essere insediamenti industriali, ma invece abbiamo micro imprese, artigiani, ristoratori che utilizzano prodotti territoriali. Abbiamo aziende dell’agroalimentare che producono magari poco e rivendono vicino. Non voglio dire km zero a tutti costi, però comunque sono prodotti di grande eccellenza. Nel vostro “sistema” rientrano anche i parchi dei paesi limitrofi? Certo, si abbiamo pensato anche a questo. Quest’anno è nostra ospite la Slovenia con i suoi parchi intatti e integri, fra cui quello di Goricko.
Il presidente Avataneo (a sinistra) con due dirigenti del del Sistema Parchi Sloveni
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san pelagio (PD) Parco del Castello di San Pelagio
nel giardino da cui partì il “folle volo”
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er un “weekend green” molto particolare, all’insegna sì, del verde, ma anche della storia, questa settimana vi portiamo a San Pelagio, in provincia di Padova, alla scoperta del castello e del giardino storico, che fa parte del circuito dei Grandi Giardini Italiani. La ragione in più per visitarlo è il centenario del “folle Volo” su Vienna, di Gabriele D’Annunzio, che lo pianificò proprio qui, e da qui partì il 9 agosto 1918 per raggiungere la capitale austro-ungarica e lasciare dal cielo migliaia di volantini inneggianti alla resa.
Il castello e la sua storia Le origini del castello sono medievali. Risale infatti alla prima metà del Trecento la costruzione della torre merlata da parte dei Da Carrara, signori di Padova, che l’adibirono a funzione difensiva contro gli attacchi degli Scaligeri, signori di Verona. La proprietà passa, nel Settecento, ai Conti Zaborra, a cui si deve l’ampliamento dell’edificio, con il riadattamento dell’ala padronale a residenza signorile e la realizzazione delle barchesse. Nella residenza si possono vedere, ancora oggi, le stanze che ospitarono Gabriele D’Annunzio e dove tutto è rimasto come allora per consentire ai visitatori di rivivere quell’importante momento storico Il Parco delle Rose e dei Labirinti L’armonia tra elemento naturale e paesaggio è l’impronta data al parco da Roberto Zaborra, nel Settecento. Il giardino “di rappresentanza” vanta ben 200 varietà di rose per un totale di circa 1000 esemplari, tra cui la rosa Aviateur Blériot, dedicata al trasvolatore della Manica del 1909. Al centro si trova poi un’ampia vasca nella quale galleggiano ninfee variopinti e, attorno a essa, si notano cespugli di peonie, rose inglesi e cespugli di yucca. Nel Giardino Segreto, si trovano invece cipressi, tassi, tigli secolari, una lagestroemia ultracentenaria, un vecchio diospiro dall’intensa produzione di frutti, viburni, ibischi, oleandri, la lippia citiodora, clematidi, gelsomini, lavanda, passiflora e altri esemplari di rose. Nel 1980, il parco è stato sottoposto a un accurato restauro, che ha comportato il censimento di tutte le specie
COME ARRIVARE In auto: da Milano: Autostrada A4 Torino-Trieste, uscita Padova Ovest. Entrare in SS47 Padova/Vicenza/Selvazzano e poi prendere la SR47 e proseguire per circa 3,5 km fino all’uscita 8 verso Padova/Via Adriatica. Proseguire dritto fino alla rotonda, 2° uscita per immettersi su SS16. Proseguire poi per circa 6 km circa poi svoltare a sinistra sulla SP30. Proseguire per circa 600mt poi svoltare a destra e prendere Via di San Pelagio fino al Castello. Da Bologna: Autostrada A13 Bologna-Padova uscita Terme Euganee. Mantienere la sinistra al bivio, seguire le indicazioni 10
per Battaglia Terme, e proseguire per circa 6 km sulla SS16 fino all’arrivo al Castello di San Pelagio. INFO Castello e Parco di San Pelagio, via San Pelagio 34, Due Carrare (PD) Tel 049/9125008, www.castellosanpelagio.it Orario: gio-ven 10-13 e 14.30-18.30; sab-dom e festivi 10-19 Ingresso: Museo e Parco intero € 12, ridotto 5-14 anni € 8; famiglia 2 adulti +2 bambini € 35. Solo Parco biglietto unico € 8.
Castello di San Pelagio
weekend green
” di D’Annunzio Secret Garden
Il Volo su Vienna
botaniche esistenti e l’arricchimento di entrambi i giardini con nuove piante e migliaia di rose. Dal giardino di rappresentanza ci si incammina lungo un viale di carpini centenari che formano un suggestivo tunnel. Giunti sulla sommità, si ammira l’antica peschiera e il campo da cui D’Annunzio partì per il suo “folle Volo” su Vienna insieme alla squadriglia della Serenissima. Da quest’anno, in occasione del centenario, si possono intraprendere i percorsi dannunziani per andare alla scoperta del suggestivo giardino romantico, su cui si affacciano il salottino ottocentesco affrescato, l’antica cucina e la sala dei ricordi della famiglia Zaborra Avesani. Infine, nel parco sono presenti due labirinti verdi. Il primo, il Labirinto del Minotauro, di 1200 mq, è stato creato nel 2000 per raccontare il mito di Icaro, evocando i labirinti delle Ville Venete. Il secondo, il labirinto del “Forse che sì, forse che no”, è stato invece costruito nel 2007 per sottolineare il concetto dannunziano di doppio. Nel marzo 2013 è stato invece inaugurato il terzo labirinto, dedicato all’Africa, ai miti del volo e alla sua botanica. Il Museo 2.0 Da quest’anno, proprio in occasione del centenario del Volo dannunziano su Vienna, il Museo si è arricchito di una sezione 2.0 con spazi interattivi e multimediali. Tra questi c’è il Teatro Olografico “La storia del volo” che ripercorre la storia del volo umano da Icaro alla conquista dello spazio. Si potranno così “incontrare” gli uomini e i mezzi che, fin dai tempi della Gredia antica, avevano immaginato il volo umano. E poi, ancora mongolfiere, aeroplani, dirigibili, elicotteri e mezzi spaziali di ogni tipo volano verso il visitatore e lo accompagnano all’esplorazione dei pianeti, delle galassie e delle nebulose in un crescendo di effetti sonori e visivi. Il tutto attraverso la proiezione
olografica tridimensionale, risultato della combinazione di differenti tecnologie, chepermette di realizzare l’illusione di una vera immagine 3D. Nella Sala Emozionale “Il Sogno di volare”, invece, si può vivere l’emozione di un’ascensione in mongolfiera attraverso giochi di luce, mapping ed effetti sonori che avvolgono il visitatore e lo portano virtualmente a bordo dei romantici palloni ad aria calda. Nella Sala dei Piloti, invece, si può rivivere la notte prima del volo su Vienna, con 11 piloti intorno a un tavolo, con al centro il loro comandante, Gabriele D’Annunzio. Una voce in lontananza evoca i comandi del Vate che esorta i suoi piloti e raccoglie il loro giuramento di fedeltà prima della partenza. Infine, nella sala “Il volo su Vienna” è stato ricostruito un vecchio hangar del campo di volo di San Pelagio nel 1915-18, con enormi proiezioni alte più di 7 metri che fanno rivivere al visitatore il volo su Vienna: la rotta, gli aerei, le parole del Vate e il lancio di volantini con il tricolore inneggianti alla resa. Filmati d’epoca e rielaborazioni in realtà virtuale portano il visitatore a volare con il Poeta e la sua squadriglia “La Serenissima” da San Pelagio a Vienna e ritorno. Nel Secret Garden, visite guidate e degustazioni Attiguo al Museo del Volo si trova il punto di ristoro “Secret Garden”, a cui si accede attraverso un cancelletto antico che da via San Pelagio si affaccia sul Giardino Segreto, con le sue piante centenarie, la vasca ovale di uso termale e le suggestive statue. Presso il punto di ristoro è possibile effettuare degustazioni guidate di vini di pregio delle Cantine La Mincana-Dal Martello e salumi tipici, da abbinare a visite guidate al castello e al parco. 11
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Ossana
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PRESEPI e MERCATINI Il mese del Natale è ufficialmente iniziato: è il momento di andare alla scoperta di mercatini, sagre tradizionali, fiere, oppure assaporare i sapori della tradizione. ecco alcuni eventi selezionati per voi. di Manuela Fiorini Ossana (TN): la mostra del 1500 presepi La nostra redazione lo ha eletto “Borgo più green d’ Italia” tra 9 mila Comuni per gli investimenti “verdi” e la sensibilizzazione ai temi ambientali. E anche questa tradizionale iniziativa natalizia, a Ossana (TN), splendido borgo della Val di Sole, non poteva non rispettare i canoni della sostenibilità. Domenica 2 dicembre è stata inaugurata ufficialmente la mostra dei 1500 presepi. Il borgo, infatti, è famoso per le sue rappresentazioni della Natività, che sono quattro volte il numero della popolazione residente. La novità di quest’anno è l’arrivo di 100 presepi dal Venezuela. Il Comune ha infatti organizzato una vera e propria “spedizione” per salvarli dai tumulti che stanno devastando lo Stato sudamericano. I presepi saranno esposti tra le vie più suggestive del borgo e nel Castello di San Michele e si potranno visitare attraverso un percorso guidato gratuito. Nella piazza centrale del paese e alla fine, nei pressi del Castello, ci saranno poi due Mercatini di Natale con 24 casette in legno con prodotti esclusivamente di artigianato lo12
cale ed eccellenze enogastronomiche trentine. Ulteriore novità dell’edizione 2018 sarà l’Elfoslitta in legno che attende i visitatori presso la Casa di Babbo Natale. Ogni weekend, poi, sono in programma concerti con musiche natalizie e rappresentazioni teatrali. INFO: www.valdisole.net/it/Ossana-Il-Borgo-dei-Presepi/ Milano, i Giardini Montanelli si trasformano nel Villaggio delle Meraviglie È stata inaugurata sabato 1° dicembre, presso i Giardini Indro Montanelli di via Palestro, a Milano, l’atteso Villaggio delle Meraviglie con tante novità in questa sua 12° edizione. Prima di tutto sarà presente una pista di pattinaggio su ghiaccio di oltre mille metri quadrati. Torna anche la Casa di Babbo Natale, ma in una versione più digitale, tecnologica e interattiva. I visitatori potranno poi passeggiare tra le attrazioni, lasciandosi incantare dal Magico circo degli Elfi, dalle Slitte di Babbo Natale, dalle Pazze Slitte Volanti, visitare il Regno di Ghiaccio,
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Milano, VIllaggio delle Meraviglie
Milano, VIllaggio delle Meraviglie Polignano a Mare
giocare alla Pesca al Pinguino, oppure immergersi in un fantastico Viaggio al Polo Nord o cimentarsi nella Scalata di Ghiaccio. Non mancheranno nemmeno le bancarelle dei mercatini natalizi e i chioschi di dolciumi e street food. Nel villaggio si potrà poi incontrare e ballare con gli elfi, truccarsi con il Truccabimbi a tema natalizio, partecipare a giochi, musica e laboratori. All’inaugurazione della pista di pattinaggio su ghiaccio sarà presente la campionessa olimpica Alice Velati, mentre Ambra Orfei, artista circense, condurrà alcuni degli “Incontri sotto l’Albero”. L’ingresso al villaggio è gratuiti, mentre per le attrazioni il biglietto va da 3 a 5 euro; pista di pattinaggio 6 euro fino a 10 anni, adulti 8 euro. INFO: www.villaggiodellemeraviglie.com A Polignano a Mare (BA) c’è un Meraviglioso Natale Se in estate Polignano a Mare si è attestata come una delle mete più gettonate dai turisti, in inverno non intende esse-
Milano, VIllaggio delle Meraviglie
re da meno. Fino al 6 gennaio, infatti, il centro storico della cittadina in provincia di Bari che ha dato i natali a Domenico Modugno si accende con le luci del Meraviglioso Natale e regala ai visitatori una magica atmosfera natalizia tra mercatini, luminarie al led, un fitto calendario di appuntamenti e l’Albero di Natale più alto di tutta la Puglia (ben 18 metri!). Passeggiando tra le bancarelle del mercatino nel borgo antico, si potrà godere del profumo della pasticceria natalizia e dei prodotti tipici pugliesi. Nei fine settimana e nei giorni festivi, poi, si potranno acquistare addobbi e regali natalizi unici ed esclusivi. I più piccoli, poi, potranno incontrare Babbo Natale e i suoi elfi, ascoltare le fiabe in spazi dedicati, consegnare la letterina e cimentarsi con gli istruttori sui pattini nella grande pista ghiacciata. Non mancheranno nemmeno concerti, eventi culturali, rappresentazioni natalizie e mostre di presepi. I trenini e l’Ecometrò, poi, propongono escursioni e gite nel territorio. INFO: www.comune.polignanoamare.ba.ir 13
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GOVONE, QUANDO IL NATALE ARRIVA AL CASTELLO
Iniziative natalizie
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Bancarelle di enogastronomia
CON LA DS7 CROSSBACK
Babbo Natale quest’anno ha scelto come dimora un castello. Si è fermato, infatti a Govone, splendido borgo medievale in provincia di Cuneo, dove l’atmosfera natalizia si mescola a quella delle colline di Langhe -Roero e Monferrato, con i suoi paesaggi vitivinicoli eletti dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità.
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ino al 23 dicembre, il Comune piemontese si trasforma nel Magico Paese di Natale, un evento straordinario che coinvolge tutta la popolazione e che nella scorsa edizione ha fatto registrare l’afflusso record di 200 mila visitatori. Questa 12° edizione, che ha come tema l’incantesimo che si vive tra sogno e realtà, e si ispira al mondo fiabesco e incantato del Natale negli scritti di F.Baum, autore del Meraviglioso Mondo di Oz, è stata scelta tra gli eventi che celebrano il patrimonio culturale nell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale. DS 7 Crossback, compagna di viaggio ideale Arriviamo a Govone percorrendo l’Autostrada dei Fiori A10. Usciamo ad Alessandria e ci immettiamo sulla Piacenza-Torino fino ad Asti e da qui seguiamo per Govone. La nostra compagna di viaggio in questa avventura tutta natalizia è DS 7 Crossback, eletta Auto Europea 2019 dall’Unione Italiana Giornalisti Automotive. Questo SUV dalla linea elegante si guida molto bene sia in autostrada che in città Le sospensioni elettroniche agevolano infatti il comfort di viaggio e la possibilità di scegliere tra quattro modalità di guida permette di adattare la reattività del motore in base al contesto. Per andare sul sicuro, impostiamo su “Normal”. Davvero ottimo il cambio automatico EAT8 a 8 rapporti, molto rapido nelle cambiate e allo stesso tempo morbido. Il motore diesel 2.0 da 180 CV è decisamente adatto a DS7 Crossback e i 400 Nm di coppia riescono a dare un bel brio nonostante la massa della vettura. Tra i sistemi di sicurezza presenti, meritano attenzione il cruise control adattivo e il sistema di mantenimento di corsia che in autostrada è molto utile perché corregge la traiettoria qualora ci si avvicini troppo alla corsia adiacente. Nel “Magico paese del Natale” Lasciata l’auto ci immergiamo quindi in una dimensione tra la realtà quotidiana e il mondo incantato dei sogni, in una favola ambientata in luoghi fantastici popolati da personaggi magici, liberando la fantasia e lasciandoci avvolgere da colori e profumi unici. La DS7 Sportback in vari punti del borgo di Govone
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Nel “Magico paese del Natale” gli adulti possono tornare un po’ bambini e anche i più piccoli sono accompagnati alla scoperta della vera storia di Babbo Natale. La manifestazione, che coinvolge tutta la popolazione del Comune piemontese, è nata quasi per gioco grazie all’Associazione Culturale Generazione: In origine era una mostra di arte sacra affiancata a un’esposizione di manufatti artistici di artigiani locali. Anno dopo anno, nel corso di un decennio è cresciuta e si è ampliata, fino a diventare uno tra i primi mercatini di Natale per qualità in tutta Italia, oltre ad aver collezionalo importanti collaborazioni con celebri artisti, ospiti illustri e note aziende. Per tutta la durata della manifestazione si può contare su un ricco e articolato programma che si articola su una serie di attrazioni alle quali si affiancano numerosi appuntamenti collaterali, di tipo culturale, artistico ed enogastronomico. Non dimentichiamo infatti che siamo nelle Langhe, famose per il tartufo, le nocciole, il cioccolato e i rinomati vini. Passeggiamo nel pittoresco Mercatini di Natale, dove artigiani provenienti da tutta Italia espongono i prodotti della loro arte, dagli addobbi natalizi alle statuine per il presepe, dagli abiti tradizionali alla biancheria per la casa, senza dimenticare golosità e prodotti locali. Arriviamo poi alla Casa di Babbo Natale, che ha la forma di una vera abitazione polare, ed entriamo per assistere allo spettacolo non-stop di animazione e narrazione che racconta la vera storia dell’omone con la barba tanto amato dai bambini. 1616
Govone natalizia
Raggiungiamo poi la piazza Baratti & Milano dove restiamo ammirati davanti all’antica giostra del carosello torinese, che conquista grandi e piccini. Sempre qui troviamo il Pastry Chef, uno spazio che propone piccole “chicche” di pasticceria sabauda in stile Belle Epoque, un delizioso angolo gourmet che utilizza con creatività materie prime di eccellenza. Per i golosi e, in particolare, per gli amanti del cioccolato di tutte le età. Durante i weekend, poi, sono in programma laboratori del gusto dedicati ai piccoli ospiti del Magico Paese di Natale. Presepi, sapori e spettacoli per tutte le età Andiamo poi alla scoperta dei sapori locali. Ai prodotti tipici delle Langhe sono infatti dedicati gli appuntamenti di Street Food, mentre presso l’Enoteca del Magico Paese, siamo accolti in uno spazio dove gustare prelibatezze del territorio del Roero in una golosa “vetrina del gusto” dove i sapori tipici locali sono abbinati ai pregiati vini, grazie alla collaborazione con Mondodelvino. L’ultima tappa della giornata è al Castello Reale di Govone, dimora sabauda dalle magnifiche sale affrescate, che ospita una mostra di arte sacra e di presepi realizzati da artisti provenienti da diverse tradizioni e da tutta Italia. Nel cortile del castello, per i più piccoli c’è il mini Parco Avventura con i ponti sospesi, e la bottega dei giocattoli di legno, nata dal progetto Laboratorio Quota Verde. Grazie agli spettacoli itineranti del Teatro Pop Up, invece, si potranno
CON LA DS7 CROSSBACK
Govone natalizia
DS7 Crossback Per questo Weekend abbiamo provato DS7 Crossback eletta Auto Europa 2019 dall’Unione Italiana Giornalisti Automotive. A prima vista questo crossover ha un aspetto muscoloso ma allo stesso tempo raffinato. Tra i particolari che catturano l’occhio a un primissimo sguardo, ci sono l’enorme calandra esagonale e il gruppo ottico anteriore. Accendendo DS 7 Crossback, infatti, i fari LED girano su stessi attirando tutte le attenzioni sulla vettura. Lateralmente le linee della carrozzeria e la silouette dei finestrini accentuano il dinamismo dell’auto. Mentre il posteriore è caratterizzato dai fari 3D a LED diurni e da due enormi scarichi. A impreziosire ulteriormente il look si aggiungono gli eleganti cerchi Tokyo da 20”. Il colore della nostra vettura è grigio metallizzato: tutt’altro appariscente, risulta elegante e nel complesso si addice decisamente a questo modello. Salendo a bordo si percepisce subito una sensazione di lusso e spaziosità, grazie anche all’apio tettuccio panoramico. Seduti davanti, non si può non notare l’enorme schermo da 12 pollici perfettamente ubicato al centro della plancia. Lo stesso display da 12 pollici compare dietro al volante in
Compagna di viaggio
funione di quadro strumenti personalizzabile. Molto curato è l’allestimento della plancia color bronzo, ripreso nei sedili e nei pannelli della porta. Il costo di DS7 Crossback, nella nostra versione di prova con allestimento Gran Chic e motore Diesel BlueHDI 2.0 e 180 Cv con cambio automatico EAT8 ad 8 rapporti parte da 41.350 euro. 17
WEEKEND IN AUTO
Ricette di viaggio Ravioli del plin al tartufo bianco di Alba Ingredienti per 4 persone • 400 gr di noce di manzo • 100 gr di cipolla bianca • 20 gr di farina 00 • 200 ml di vino rosso • 70 gr di cervella di vitello • 50 gr di Parmigiano Reggiano • 20 ml di olio extra vergine di oliva • Brodo q.b. • Sale e pepe Per la pasta • 150 gr di farina 00 • 100 gr di tuorlo d’uovo (circa 5 uova grandi) Per il condimento • Burro fuso di Langa • Tartufo bianco di Alba q.b. Un piatto storico, tradizionale del basso Lago di Iseo: anzi, il piatto simbolo, dal sapore deciso, è precisamente di Clusane, dove il pesce si sviluppa bene tra i bassi fondali, allevata in acquacoltura. Un piatto che una festa dedicata la prima settimana di luglio, ma che in realtà è preferibile come degustazione d’autunno-inverno.. procedimento Cominciate dalla sfoglia disponendo la farina a fontana su un tagliere. Mettete al centro i tuorli d’uovo che avrete precedentemente separato dagli albumi e impastate. Ricavate una palla e mettetela a riposare in frigo per circa 30 minuti. Nel frattempo tagliate la carne a pezzetti e affettate la cipolla a julienne. Passate poi la carne nella farina. In una casseruola mettete a rosolare la carne con un filo
Castello di Govone
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d’olio. Aggiungete la cipolla e sfumate con il vino rosso. Fate evaporare l’alcool e continuate la cottura aggiungendo il brodo. Unite poi anche le cervella di vitello e spegnete il fuoco quando il liquido sarà ristretto. A questo punto macinate finemente la carne, insaporite con il Parmigiano Reggiano grattugiato, il sale e il pepe. Togliete la pasta dal frigo e stendetela con il mattarello fino a ottenere una sfoglia sottile. Tagliatela a strisce larghe circa 5 cm. Disponete poi delle piccole porzioni di ripieno distanziandole di circa 1,5 cm. Ripiegate la pasta su se stessa e tagliate dei quadrati con una rondella rigata. Date agli agnolotti la forma del plin. Lessateli poi in acqua bollente e servite con burro fuso e una grattata di tartufo bianco d’Alba. il vino Barbaresco Riserva DOCG Ricossa, un rosso dalle sfumature granato, profumo inteso e sapore asciutto, pieno e armonico.
CON LA DS7 CROSSBACK
conoscere le diverse manifestazioni del Natale del Mondo. Infine, per vivere pienamente un’esperienza “tra sogno e realtà”, vi suggeriamo di arrivare a Govone a bordo del Treno Storico, che sarà attivo nelle domeniche 25 novembre e 2 dicembre. 2° GIORNO GOVONE, TRA LE ANTICHE MURA DEL CASTELLO REALE Nel parco del castello non si può entrare in auto, quindi lasciamo la nostra DS7 Crossback e ci incamminiamo fino al cospetto della meravigliosa facciata, ricca di decorazioni e sculture, affiancata da due avancorpi in mattoni rossi. La residenza reale si articola su due piani principali e su un terzo di grandezza minore, collegati tra loro da imponenti scaloni e scale che potremo definire “di servizio”. Lascia senza fiato il maestoso scalone d’onore, composto da quattro rampe di marmo fiancheggiate da parapetti e balaustre decorate con telamoni e bassorilievi che provengono dal Castello di Venaria Reale. Dalla ricostruzione a Patrimonio dell’Umanità Ogni castello ha la sua storia, e noi ci siamo fatti raccontare quella del Castello Reale di Govone. Veniamo a sapere che la sua struttura attuale è opera del Conte Roberto Solaro prima e successivamente del nipote Ottavio Francesco, che affidarono la ristrutturazione all’architetto Guarino Guarini nel Seicento. I lavori proseguono anche sotto gli eredi, fra cui il Conte Giuseppe Roberto Solaro, che affida l’intervento sulla facciata nord all’architetto di corte Benedetto Alfieri, discepolo di Juvarra. Nel 1792, con la morte dell’ultimo Solaro, Amedeo Lodovico, senza eredi, il castello passa allo Stato e, successivamente, viene acquistato da Vittorio Amedeo III di Savoia, Re di Sardegna. Tuttavia, dopo la sconfitta subita dai Sabaudi per mano del Francesi, la proprietà diventa francese. Nel 1810 viene messo all’asta per decreto napoleonico e viene
acquistato dal conte Teobaldo Alfieri di Sostegno, che lo cede poi, nel 1816, al principe Carlo Felice di Savoia. Nel 1819 cominciano i lavori di restauro, diretti dagli architetti Giuseppe Cardone e Michele Borda. Nel 1897 il Castello viene acquistato dall’Amministrazione Comunale, che ne fa ka sede del municipio, delle scuole, della biblioteca comunale e della pretura. Nel 1997 l’Unesco ha dichiarato il Castello Reale di Govone Patrimonio dell’Umanità. Entriamo nelle sale Ci addentriamo non senza stupore nel salone centrale e ammiriamo gli splendidi dipinti che adornano le parti architettoniche, e gli ornati sulle pareti e sulla volta. Gli affreschi del pittore Luigi Vacca, che si è avvalso della collaborazione di Fabrizio Sevesi, “raccontano” il mito di Niobe, la figlia di Tantalo, che peccò di superbia vantandosi di essere più feconda di Leto, madre di Apollo e Artemide, avendo avuto sette figli maschi e sette femmine. La dea si adirò e ordinò ai due figli divini di uccidere tutta la discendenza di Niobe, che dal dolore si tramutò in pietra. Sono sempre del Vacca anche gli affreschi che decorano le Sale dell’Udienza degli appartamenti reali. Lo splendido arredamento in legno, invece, è stato realizzato da una famosa equipe di intagliatori e scultori che operava alla corte sabauda, con a capo Giuseppe Maria Bonzanigo. La camera da letto della Regina e il Salottino sono invece collegati da un’elegante porta decorata con ornamenti scolpiti e dorati, opera di Francesco Novaro. Colpiscono per bellezza le quattro sale con le pareti rivestite da raffinate tappezzerie cinesi che illustrano gli antichi mestieri. Uscendo dal castello, diamo un’ultima occhiata all’affascinante giardino all’italiana, con il parco settecentesco opera del paesaggista Xavier Kurten, dove spicca lo splendido roseto. Ed è qui che fino al 23 dicembre, Babbo Natale ha “trasferito” la sua Casa, tra spettacoli, canti natalizi, esibizioni di artisti di strada, laboratori culinari e degustazioni.
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SULLE TRACCE DI MONTALBANO
Punta Braccetto
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Vigneto di Donnafugata
con NUOVA JEEP CHEROKEE
IN SICILIA, CON LA NUOVA JEEP CHEROKEE, TRA i PAESAGGI RESI ANCORa PIÙ FAMOSI DAL SIMPATICO COMMISSARIO televisivo di Nicola D. Bonelli
L
a Sicilia non ha bisogno di presentazioni: la sua storia plurimillenaria è nota almeno al pari delle bellezze naturali. Ma vivendo nell’epoca della comunicazione di massa, più dei romanzi di Andrea Camilleri, è la loro trasposizione televisiva ad attrarre un turismo che vuole visitare i luoghi resi celebri da Commissario Montalbano. Lo fanno in tanti, lo facciamo anche noi. Si parte da Catania – Tutto questo è portata di weekend: scegliendo come base di partenza Catania, dove chi arriva in aereo può scegliere autonoleggi di ogni categoria. Weekend Premium, testata avvezza a una buona attenzione allo stile come alla praticità, non ha esitato, scegliendo l’ultima nata di Jeep. Cherokee Model Year 2019, in allestimento Overland: sport utility spaziosa e potente, sicura e confortevole e, all’occorrenza, una vera Jeep, pronta al fuoristrada anche con tanto di marce ridotte.
La Jeep Cherokee davanti alla casa di Montalbano Punta Braccetto
Strade di Sicilia, verso Vigata, cioè Ragusa L’interno della Sicilia è costellata da strade importanti, scorrimenti senza incroci a raso, tratti incassati tra pareti appositamente scavate, ponti e viadotti, grandi svincoli (alcuni non si sa se portino davvero da qualche parte). Arteria spesso incredibilmente prive di traffico. Solo con qualche buca o avvallamenti dovuti alla realizzazione su terreni argillosi o franosi. L’ideale per avere “molte gomme e pochi cerchi”: che tradotto dal gergo dei fuoristradisti significa elevata spalla del pneumatico e cerchio dal diametro non troppo spinto. E con Cherokee siamo a posto, per l’avvicinamento alla zona di nostro interesse, compresa in un’area della provincia di Ragusa, osservando la cartina, appena a ovest di Capo Passero, la punta più meridionale dell’isola. Occhio alle fiction Senza trascurare il dettaglio che si stiano lambendo località già dichiarate Patrimonio dell’umanità Unesco, eccoci alla caccia del fascino del Commissario Montalbano, lungo itinerari inseriti oramai pianamente nei flussi turistici dell’isola. A Ragusa, il capoluogo, citata nella fiction come Vigata, meritano comunque la visita il Duomo di San Giorgio, tra le massime espressioni dell’architettura barocca, con portale gotico catalano e facciata a torre con campanile annesso, e grande scalinata. La Cattedrale di San Giovanni Battista con facciata barocca, la chiesa di Santa Maria dell’Itria: anch’essa, nonostante sopravvisse al tragico terremoto del 1693, fu ricostruita secondo lo stile barocco, al centro del quartiere ebraico di Ragusa Ibla. Mangiare come Salvo Montalbano Per un pasto nello “stile di Montalbano”, la trattoria da Calogero (che il Commissario chiama “la Rusticana”), è la meta elettiva dei suoi pasti senza vista-mare. Girovagando per città e dintorni, si trovano riferimenti televisivi come il Ponte dei 21
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La Jeep Cherokee in visita nelle terre di Montalbano
Cappuccini (puntata “Il ladro di merendine”), la piazza delle Poste e la piazza del Popolo (“La voce del Violino”). Guidando Cherokee Assetto evoluto con affinamento delle sospensioni, motore turbodiesel Multijet II da 2,2 litri con testata in alluminio bialbero a sedici valvole, nuovo disegno per pistoni, bielle e albero motore. Maggior silenziosità e minori consumi, nuovo anche il turbo vgt integrato nel collettore di scarico. Ottimo il cambio automatico a nove rapporti con palette al volante. Altre Vigata – Proseguendo verso sud, Modica è un’alternativa di Vigata, con molte immagini riprese nelle varie stagioni della
La nuova Cherokee Restyling approfondito, con nuovo aspetto anteriore per il cofano spiovente in alluminio, separato dai parafanghi, la nuova fascia dei fari led di serie e fendinebbia con finiture lucide: al centro le feritoie che caratterizzano le Jeep. Diverso anche il posteriore con aspetto più armonioso: nuovi gruppi ottici con sottile cornice di luci led rosse ad avvolgere stop e lampeggiatori. Portellone composito e ultraleggero, con la maniglia più in alto per una maggior praticità d’uso, e dotato di apertura automatica azionabile con un piede, per accedere al bagagliaio con capienza incrementata di settanta litri. Dentro Cherokee: l’abitacolo è luminoso grazie al tetto panoramico CommandView opzionale, e mostra una maggior cura per design e comfort. Per il primo, forme scolpite e superfici morbide, finiture Piano Black e Satin Chrome sulle varie cornici; spostato il freno di stazionamento elettrico in posizione più raggiungibile. Consolle centrale ridisegnata 22
Compagna di viaggio con portaoggetti più ampi: spazio garantito per smartphone e altre necessità, strumentazione configurabile con display led Tft che visualizza informazioni utili alla guida, anche se non tutte intuitive o dai comandi lineari.
con NUOVA JEEP CHEROKEE
fiction. Palazzo Polara, il Duomo di San Giorgio, la scalinata verso la casa del medico legale (il Dottor Pasquano, quello dei “cabbasisi”) e, anche se il Commissario non sembra essersene mai interessati, da non perdere la Cioccolateria Bonaiuto. La più antica della città, offre la pasta di cioccolato amara, base per la lavorazione e la realizzazione dei dolci di cioccolato tipici. Gli altri set Scicli è la terza alternativa dei set: i luoghi più ripresi sono il Palazzo Comunale (il Commissariato nella fiction) e il Palazzo Iacono (la Questura di Montelusa). Rotta a 180°, diritti a sud per Sampieri, sul mare: qui ci aspettano la scogliera del Pisciotto, dove si trova la Mànnara, luogo malfamato spesso teatro di eventi della Serie. Le rovine della grande Fornace Penna sono tuttora spettacolari. La nuova Cherokee : è il momento di dedicare qualche attenzione alla compagna del weekend, l’ultima nata in Casa Jeep: ecco la scheda sintetica. Lunghezza 462 cm, larghezza 186 cm, altezza 171 cm. Motore a gasolio a quattro cilindri da 2.174 cc, potenza 195 cavalli a 3.500 giri, coppia massima 450 Nm a 2.000 giri, cambio automatico a nove rapporti, trazione integrale con marce ridotte. Le prestazioni: accelerazione 0-100 Km/h in 9,3 secondi, velocità massima 200 km/h, consumo medio: 6,9 l/100 km, emissioni di CO2 179 g/km. (www.jeep-official.com) Punta Braccetto Lasciamo Punta Secca sempre seguendo la costa, arrivando a Punta Braccetto, dove le qualità fuoristradistiche di Cherokee sono utili quando usciamo dall’abitato, dirigendoci verso la Riserva Naturale Integrale di Cava Randello. Che attraversiamo rispettosamente, guidando fuori asfalto per raggiungere la meta di questa prima tappa: Donnafugata Golf Resort, il cui nome anticipa il tema della seconda giornata. Golf, appunto, 23
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quindi la famosa etichetta di vini, e l’omonimo Castello. Nella seconda tappa, a seguire tra breve. Donnafugata Golf Resort & Spa L’ideale per una vacanza di sport, relax e cultura. Famoso tra i golfisti a livello internazionale, con due percorsi Championship entrambi da 18 buche con lunghezza superiore ai 6.500 metri. Parkland e Links, il primo firmato da Gary Player, ha ospitato il Sicilian Open PGA European Tour nel 2011. Con driving range da settanta postazioni e maestri professionisti residenti. Cinque ristoranti e altrettanti bar, Spa di 900 metri quadrati (inspiegabilmente senza collegamento diretto con le piscine esterne), con vasche idromassaggio, saune, bagni turchi e ampie zona relax. Nel periodo estivo una navetta accompagna alle spiagge private attrezzate del resort. Situato in posizione strategica a un’ora dall’aeroporto di Catania e quindici minuti da quello di Comiso, permette il turismo tra le bellezze di questa parte di Sicilia. Contrada Piombo, 97100 Ragusa – Tel. +39.(0)932.914.200 www.donnafugatagolfresort.com/it VERSO IL CASTELLO DONNAFUGATA… DOVE INDAGA MONTALBANO Ci muoviamo sostanzialmente in zona: guidando la Cherokee la sensazione è di essere al volante di un’auto “di sostanza”. Solida e robusta come dovrebbe essere una Jeep, regala impressioni, dallo sterzo alla coppia, dalla motricità allo stile di guida, da vettura importante. È una vera fuoristrada, con tanto di trazione di due tipi: Active Drive I e II, con la seconda che dispone di riduttore; la prima è stata riprogettata e alleggerita di 8 kg e riducendo la coppia alle basse velocità per contenere emissioni e consumi. E’ il momento del Castello di Donnafugata. Relativamente vicino al Resort, è costruito sul finire dell’Ottocento in stile neogotico su una preesistente struttura medievale, dal barone Corrado Arezzo de Spuches. Ben centoventidue sontuose camere su tre piani, tra le quali il Salone degli specchi, è circondato dal parco di otto ettari, ricco di specie vegetali, con piante esotiche, grotte e un celebre labirinto. Indagando sull’origine del nome, si sconfina presto nella leggenda: da una parte l’etimologia araba, “Ain Jafat”, che vuol dire Fonte della Salute, dall’altra la storia di una fanciulla, presumibilmente Bianca di Navarra che, prigioniera nel castello, riuscì a fuggire. Anche il Castello gode della una nuova celebrità televisiva: nella Serie del Commissario, è infatti la residenza di Balduccio Sinagra, vecchio capomafia che incontra Montalbano in saloni oscuri o alla luce abbagliante dell’enorme terrazzo. Infine, un po’ di gossip: la costruzione è tanto affascinante che l’attore Luca Zingaretti vi ha organizzato il banchetto per le proprie nozze, curato dallo chef Ciccio Sultano. Ancora un po’ di strada. Cherokee in questa versione Overland non è leggerissima: sono due le tonnellate da portare a spasso, il motore è buono, la cavalleria ci sarebbe ma la coppia inizia solo a 2.000 giri, non esattamente allo spunto, c’è chi riesce a fare meglio. Suo punto forte è il comfort, anche se il propulsore in certe fasi si fa sentire, dichiarando all’istante di essere un Diesel, anche se non fastidioso. Mentre per la guida dinamica l’assetto non 24
Donnafugata Golf Resort
Donnafugata Marsala
Donnafugata Frappato
con con CITROëN NUOVA JEEP SPACE CHEROKEE TOURER
Donnafugata Golf Resort
è destinato a tale missione: si accodano lo sterzo, lento, e il cambio, quasi sempre fluido ma tratti incomprensibilmente svogliato. Comfort da viaggio, anche lungo e con pieno carico, e l’altra faccia della Jeep, la predestinazione al fuoristrada, verso il quale è sempre pronta. Anche a offrire soddisfazioni impensabili per molte sfidanti.
DOC Frappato Sicilia, colore rosso rubino brillante con riflessi violacei. Fresco e fragrante, con un morbido tannino che ne esalta la piacevolezza. Consigliabile a tavola con salumi, piatti di pesce saporiti come zuppe o guazzetti, fino al sushi di tonno. E si riconosce per l’etichetta d’autore, con la quale Donnafugata vuole celebrare l’amore per il bello.
DOPO IL CASTELLO, VIGNETI E CANTINE Non lontano dal Resort, c’è l’abitato di Vittoria: dove crescono viti del Cerasuolo di Vittoria e Frappato (questo sia Doc sia Docq), e Nero d’Avola. Alcune di queste aree sono entrate a far parte dell’azienda Donnafugata: oramai realtà consolidata, nasce dall’iniziativa di una famiglia che con passione, ha saputo rivoluzionare lo stile e la percezione del vino siciliano nel mondo. Aprendo le cantine agli appassionati, per condividere e diffondere la cultura del vino attraverso visite guidate, degustazioni e ricercati abbinamenti con le specialità della cucina mediterranea. Se le cantine storiche di Donnafugata sono a Marsala, nella Sicilia occidentale, quindi piuttosto lontane dalla zona del nostre weekend, è interessante visitare i vigneti e nella zona di Vittoria. Ben trentasei ettari tra l’altopiano Ibleo e il mare. Comunque, magari per un prossimo weekend, ecco le indicazioni per le Cantine storiche Donnafugata: Via S. Lipari 18, Marsala (TP) Tel. +39.(0)923.724.245-263 www. donnafugata.it Intanto restiamo in zona, imparando a conoscere il vino Bell’Assai, nato nel 2016. Etichetta che identifica un Vittoria
FINE DEL WEEKEND E CONSIDERAZIONI SULLA CHEROKEE Riprendendo la guida per il rientro verso Catania, qualche considerazione sui costi di Jeep Cherokee. La versione provata, al vertice dell’offerta, al netto di opzioni e pacchetti aggiuntivi, raggiunge la quotazione di 51.800 euro, non pochissimo. Però l’accesso alla gamma, con la versione a trazione anteriore, si posiziona a 43mila euro, che salgono a 44.300 per la prima integrale. C’è però un consistente sconto “di lancio” (che non si sa fino a quando durerà, ma non crediamo poco), superiore a 6mila euro, che riposiziona tutta la gamma Cherokee partendo da 36.200 euro. Quotazioni interessanti, anche per i contenuti, sicuramente robusti. Da considerare anche la dotazione in termini di tecnologia e sicurezza: già con la versione d’accesso Longitude, Cherokee offre Forward collision warning, Lane departure warning, Blind spot monitoring, fari full led, sistema UConnect di quarta generazione, schermi da 7 e 8,4 pollici, con Apple/Android. Le versioni integrali dispongono anche di cruise control attivo, assistenza al parcheggio parallelo e perpendicolare, sedili in pelle, audio con nove altoparlanti e subwoofer. Non poco. 25
weekend-car IL SUV FRANCESE CON SPAZIO, COMFORT E ANCHE UN MOTORE IBRIDO IN ARRIVO
CITROëN C5 AIRCROSS
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opo il successo di Citroen C3 Aircross è in arrivo a gennaio 2019 la sorella maggiore C5 Aircross: il SUV di segmento C nato per distinguersi. Dal design immediatamente riconoscibile, questa vettura punta forse meno alla sportività a favore dell’estetica e del comfort di bordo. Sono, infatti, 30 le possibilità di personalizzazione dell’auto e tra le novità principali c’è l’innovativo sistema di sospensioni PHC che trasformano la vettura in un tappeto volante.
Simile a C3 Aircross ma piú evoluta
C5 Aircross é lunga 4,50 metri, larga 1,84 m, alta 1,67m, e ha un passo di 2,72 m. Da terra è alta 230 mm. Queste dimensioni le permettono di rientrare nel segmento C degli Sport Utility Vehicle, ovvero i SUV compatti. A prima vista si notano delle somiglianze con la C3 Aircross, dai cui C5 Aircross prende spunto per evolversi. A partire dall’alto frontale, rispetto alla C3 Aircross, si può notare uno sdoppiamento della calandra e di conseguenza anche del gruppo ottico anteriore. Lateralmente sono presenti gli airbumb che danno un tono più off-road alla vettura. Questi particolari erano assenti sulla sorella minore. Nel posteriore, i gruppi ottici sono caratterizzati da uno sviluppo orizzontale e sono composti sa 4 moduli LED su ogni lato.
Interni spaziosi e sedili ispirati al mondo dell’arredamento
Internamente l’abitacolo è spazioso e luminoso grazie anche al tetto apribile panoramico. Gli interni hanno il distintivo design Citroen che gioca sui contrasti cromatici. Anche i materiali e gli assemblaggi sono degni di nota, seppure sia presente un ampio utilizzo di plastiche rigide. La plancia ha un aspetto robusto ed è caratterizzata da uno sviluppo orizzontale, in cui è ben incastonato il display da 8 pollici, da cui si può controllare digitalmente la
climatizzazione. Dalla parte del guidatore è presente un quadro strumenti elettronico con un display da 12,3 pollici, interamente configurabile su misura. Numerosi e capienti i vani portaoggetti, specialmente quello sotto il bracciolo fra i due sedili anteriori. I sedili ispirati al mondo dell’arredamento sono realizzati con materiali che garantiscono morbidezza e la tenuta della seduta. Sono anche riscaldabili e massaggianti. Lo spazio dietro non manca a partire dalla possibilità di far scorrere tutti e tre i sedili, che sono separati, fino a 150 mm. Il baule è capiente e va da 580 litri fino a 1.630 litri con i sedili abbattuti.
Motori e 20 sistemi di sicurezza disponibili
La nuova C5 Aircross è disponibile in due varianti Diesel BlueHDI da 130 o 180 CV con la possibilità del cambio automatico EAT8 a 8 rapporti. Per il benzina si tratta di un 1.6 da 130 o 180CV. Sarà disponibile anche una versione ibrida a trazione integrale della nuova C5 Aircross che in grado di sviluppare complessivamente 300 Cv di potenza. Tra le innovazioni principali c’è anche il sistema di sospensioni con fine corsa idraulici progressivi che filtrano le imperfezioni della strada e garantiscono un maggiore comfort di guida e di viaggio. Sono poi 20 le tecnologie di aiuto alla guida, tra questi il sistema di sorveglianza dell’angolo morto, l’assistenza alla partenza in salita Hill Assist, il cruise control adattivo e l’Active Safety Brake e molti altri. Si sono fatti passi avanti anche in direzione della guida autonoma con l’Highway Driver Assist che regola automaticamente la velocità e la traiettoria all’interno della corsia. Inoltre, la vettura è in grado di leggere i cartelli segnaletici e i riconoscere da essi i limiti di velocità per riprodurre le informazioni sul display. C5 Aircross entrerà nel mercato europeo a partire da gennaio 2019 con un prezzo di partenza di 25.700 euro per l’allestimento “Live”, 28.200 per “Feel” e 30.700 per “Shine”. 27
weekend-car
Citroën SpaceTourer Rip Curl
Mercedes Marco Polo
BOOM DEI WEEKEND IN VAN NEL 2019: CITROëN SPACETOURER RIP CURL A MERC Citroën SpaceTourer Rip Curl
Mercedes Marco Polo
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Volkswagen Transporter
speciale van
la lettura dei segnali stradali e l’Active Safety Brake. Le motorizzazioni che equipaggiano SpaceTourer sono Diesel BlueHDI che partono da 95 Cv fino a 180 CV. Citroen propone, inoltre, una propria gamma di allestimenti realizzata in collaborazione con l’azienda australiana di articoli per il surf Rip Curl. Ispirato ai van dei surfisti, SpaceTourer Rip Curl è disponibile con una verniciatura esterna bicolore color kaki scuro e beige nella parte inferiore. Dotato di due portelloni scorrevoli elettrici Hands-Free permette a 7 persone di viaggiare comodamente in versione Giorno. Mentre nella configurazione Notte può ospitare 4 persone disposte in due cuccette: una situata sul divanetto posteriore e una sul tetto apribile, sopra l’abitacolo. Il cucinotto integrato contiene un lavello, un fornello e numerosi vani portaoggetti. In dotazione è presente anche una doccia integrata nel portellone posteriore. I prezzi di SpaceTourer Rip Curl variano dalle dimensioni: nella taglia “M” parte da 43.150 euro, nella taglia XL parte da 44.150 euro.
Volkswagen Transporter: dove tutto ebbe inizio
DA CEDES MARCO POLO
O
ltre a essere un vero e proprio stile di vita, il turismo in libertà rappresenta una modalità di viaggio alternativa, che negli ultimi tempi si è dimostrata un trend in crescita. Permette di esplorare e vivere il nostro paese in maniera più personale e profonda, e consente di seguire itinerari che si scostano dal turismo di massa per vivere a stretto contatto con la natura. Parlando di turismo en plein air viene subito in mente il camper: la comoda casa a quattro ruote che libera dal vincolo di dover trovare un posto per la notte. Ma esistono anche veicoli piú economici e versatili per vivere un’avventura on the road: i Van. I dati relativi alle vendite dei veicoli ricreativi sono in netta crescita. L’Associazione Produttori Camper, nel Rapporto Nazionale sul Turismo in Libertà in Camper e in Carovan, evidenzia un boom di vendite del mercato italiano. Inoltre, le immatricolazioni previste in Europa nel 2018 sono in aumento del 10% rispetto all’anno precedente e se consideriamo gli ultimi quattro anni, abbiamo avuto una crescita di tutti i mercati pari al 50%.
Citroën SpaceTourer Rip Curl: il van dei surfisti
La casa francese Citroen fornisce SpaceTourer come base per l’allestimento di un Van da viaggio. Con una lunghezza variabile da 4,60 m a 5,30 m, 1,92 di larghezza e 1,90 di altezza, ha dimensioni ottimizzate, che insieme allo sterzo elettroidraulico e a un diametro di sterzata compreso tra 11,30 m e 12,40 m rendono SpaceTourer una vettura molto agile. Questo van è dotato delle tecnologie disponibili sulle normali vetture per garantire un viaggio confortevole e in sicurezza: L’head up display per restare concentrati sulla strada, il sistema di navigazione 3D con riconoscimento vocale e touch pad da 7”, e Mirror Screen che funziona con Apple Car Play. Tra i sistemi di sicurezza presenti ci sono il regolatore di velocità veicolo autoadattivo, i sistemi di sorveglianza dell’angolo morto,
Sicuramente il Van più iconico della storia è Volkswagen T1 o Split, che i tedeschi rinominarono presto in Bulli. Quello che abbiamo visto in centinaia di film e che fra gli anni 60’e 70’ divenne il mezzo di trasporto simbolo degli Hippie. A partire dalla primissima versione del 1947 questi pulmini si sono evoluti, passando dalla trazione posteriore a quella anteriore, e hanno cambiato anche nome. Oggi, infatti, si chiamano Transporter e sono arrivati alla 6 versione. Da Transformer nasce il camper Van California, disponibile nelle versioni “Beach”, “Ocean”, “Beach Edition” e “Ocean Edition”. California si trasforma in camera da letto in grado di ospitare 4 persone grazie al tetto sollevabile regolabile manualmente. La cucina è attrezzata con un box frigorifero, e un blocco fornello-lavello con numerosi scomparti. California è in grado di estendersi anche esternamente, grazie a un tavolo da campeggio con sedie facili da montare e riponibili in un apposito vano. Il serbatoio dell’acqua per la doccia è situato nella parte posteriore. I motori in dotazione su California hanno consumi particolarmente ridotti senza sacrificare il piacere di guida. È inoltre disponibile su richiesta la trazione integrale e il cambio automatico DSG5 a doppia frizione a 7 rapporti. Infine è possibile regolare l’assetto del veicolo secondo 3 modalitá: Normal, Sport e Eco in base alle esigenze. I prezzi di Volkswagen California partono da 36.100 euro.
Mercedes Marco Polo il van premium
Mercedes da l’opportunità agli amanti del turismo in libertà di viaggiare secondo una filosofia premium. La casa della stella garantisce un accurato design e una scelta di materiali pregiati per la realizzazione degli interni. In aggiunta, il pacchetto Design permette di impreziosire ulteriormente gli allestimenti interni con materiali in pelle ed elementi decorativi. Il tetto abitabile e la panca a 3 posti trasformabile permettono di ospitare comodamente per la notte 5 persone. La zona cucina è allestita con un frigorifero da 40 litri di capacità, un tavolo ribaltabile, un lavello e un piano cottura con due fornelli. Cinque sono le motorizzazioni diesel disponibili, di cui il piú potente è un 4 cilindri da 190 CV e 440 NM di coppia. Trazione anteriore, posteriore o integrale a scelta, mentre il cambio è manuale a 6 marce o automatico 7G-TRONIC PLUS. Tra i punti di forza di Mercedes ci sono senz’altro sistemi di sicurezza di prima qualità come la regolazione della distanza DISTRONIC, il sistema di assistenza alla frenata adattivo e il sistema antisbandamento. Prezzi di partenza da 31.200 euro per Marco Polo 160CDI, fino ad arrivare a 41.800 euro con Marco Polo 250 BlueTEC. 29
egna (BZ)
IL BORGO DEI PORTICI Stretto tra le rive dell’Adige e i boschi di Monte Corno, Egna - Neumarkt, in provincia di Bolzano, è un borgo medievale di tara bellezza, annoverato tra “i più belli d’Italia”
È
proprio qui che vogliamo portarvi, tra i vigneti e gli alberi di mele, tra gli edifici in stile veneziano e gli eleganti portici, retaggio del passato commerciale della cittadina, che ha affascinato anche Dürer e Mozart. Il primo vi soggiorna infatti, nel 1494, durante il suo primo viaggio in Italia. In seguito a un’esondazione dell’Adige, per raggiungere Venezia, devia per Laghetti, una frazione di Egna, e si ferma per ammirare le bellezze del luogo. Ha appena tredici anni, Mozart, quando, nel 1769, insieme al padre Leopold si ferma a dormire presso l’Albergo Corona, oggi non più esistente. Vediamo allora insieme che cosa ha tanto colpito i due artisti.
Il destino nel nome Le fonti storiche riportano di un piccolo insediamento di origine romana dal nome di Endidae, poco più che una stazione di posta lungo la via Claudia Augusta. Nel 1018 si ha notizia di un paese chiamano Enna, riportato come Enn o Egna nel 1170. Nel 1189 troviamo scritto Burgum novum de Egne, nei documenti che attestano il nuovo assetto urbano sancito dai principi-vescovi di Trento. Ma è nel XIV secolo che la cittadina prospera grazie ai commerci tra Nord e Sud Italia e, in particolare grazie al trasporto del legname per via fluviale. Risale a quel periodo, infatti, il nome Newenmarcht, da cui deriva, oggi, l’attuale nome tedesco di Egne-Neumarkt. Ancora oggi, il borgo conserva il suo antico assetto a vocazione mercantile. Tutte le abitazioni del centro storico, infatti, sono allineate lunga la strada che era il fulcro degli scambi commerciali. Le attività si svolgevano per lo più sotto i portici, di cui oggi le case sono ancora dotate, al punto che Egna è conosciuta anche come “la città dei portici”. Un tempo, lungo la via principale scorreva anche il Ritsch, un canale di scolo realizzato con blocchi di marmo bianco, nel quale defluivano le acque del Rio Trodena. Una caratteristica dell’antica strada del mercato, I Portici Inferiori, sono le “case a sala” (in tedesco Saalhäuser) che hanno una facciata prin30
Il castello di Haderburg domina la vallata, sulla strada tra Egna e Solorno
weekend in auto
I caratteristici portici di Egna
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egna (BZ) I vigneti attorno al borgo
Museo di Cultura popolare
cipale dotata di porticato, rivolta verso la strada, e un cortile interno con spazi adibiti a magazzino, locali commerciali o agricoli. Un’altra caratteristica di queste abitazioni sono gli Erker, balconi chiusi che sporgono dalle facciate. Andiamo a fare due passi Incrociamo via Andrea Hofer, dedicata al patriota che nel 1809 capitanò una sollevazione contro le truppe Napoleoniche e, per questo, venne prima rinchiuso a Egna per poi essere trasferito a Mantova, dove venne infine fucilato. Merita una sosta il Museo di Cultura Popolare, al civico 50 di via Hofer, che racconto attraverso oggetti di uso quotidiano e la ricostruzione dell’ambiente domestico, la vita di una famiglia borghese tra il 1815 e il 1950. Incontriamo poi la bella chiesa di San Nicolò, in stile romanico e a tre navate e con un
campanile del XII secolo. Appena a Sud del centro storico, invece, si può notare quello che rimane dell’antica Chiesa di San Gallo e dell’ospedale ad essa annesso, di cui si ha notizia in un documento del 1202. Tra i palazzi degni di menzione, c’è Palazzo Zenobio, dimora dei conti che amministrarono il distretto giudiziario tra il 1648 e il 1830. Alcuni begli edifici nobiliari costruiti tra il XV e il XX secolo si incontrano anche percorrendo via Bolzano e via Val di Fiemme. Troviamo per esempio l’Hotel Posta, la sede del Municipio, in stile barocco, e la chiesa dei Quattordici Santi Ausiliatori, databile tra il 1618 e il 1621. Prendendo via Val di Fiemme si incontrano invece il maso Seeberhof, casa Recordin, palazzo Longo e la residenza Griesfeld, mentre lungo via Bolzano si trova il sito archeologico della mansio Endidae.
come arrivare In auto: A22 del Brennero, uscita Egna-Ora-Termeno e poi seguire le indicazioni per Egna dove MANGIARE Ristorante Piazzetta, Piazza Principale 8, Egna, tel 0471/813715, www.dasalterathaus.com Locale con 35 coperti, offre piatti della cucina mediterranea e altoatesina, anche vegetariani. Pesce, carne, pasta ripiena sono accompagnati da vini di alta qualità. Prezzo medio € 45. * Ristorante Engelkeller, via Ballhaus 41, Egna, tel 0471/813271, www.ristoranteengelkeller.it In posizione strategica, nei pressi dell’uscita dell’autostrada e appena fuori dal borgo, propone piatti di carne e di pesce, anche pizza, accompagnati da birre artigianali e vini da cantine locali. A pranzo menù fisso. 32
Appena fuori dal centro Continuando a camminare lungo via Bolzano si arriva alla piccola frazione di Villa, dove merita una visita il complesso Klosterhof risalente al XVII secolo, e alla residenza Schloessl che sorge in cima a una collina.Tra gli edifici religiosi più belli c’è invece la chiesa di Nostra Signora, sempre a Villa, in stile tardogotico, che conserva al suo interno opere pittoriche e scultoree di rara bellezza. In località San Floriano, invece, si trova la chiesetta dedicata al santo, del XII secolo e l’antico ospizio Kloesterle, del XII dove avrebbe dormito Dürer durante la sua tappa “forzata” prima di raggiungere Venezia. Il Natale a Egna In occasione del Natale, anche il borgo di Egna si veste a festa. Ogni sabato e domenica di avvento, dalle 16 alle 19 si
DOVE DORMIRE Hotel Andreas Hofer***, via Delle Vecchie Fondamenta 21, Egna, tel 0471/812653, www.hotelandreashofer.com Albergo ricavato in una struttura storica. Le camere hanno dimensioni e disposizioni diverse, alcune dispongono di doccia, altre di vasca, alcune di balcone. Doppia da € 100; tripla da € 130. Albergo Villnerhof***, via Villa 30, Egna, tel 0471/812039, www.villnerhof.com. Struttura a conduzione familiare immerso tra i frutteti, in un grande parco. La camere sono state recentemente ristrutturate. A disposizione piscina e giardino. Ottima e abbondante colazione tradizionale. Doppia da € 90, tripla da € 110. INFO www.comune.egna.bz.it www.castelfeder.info
weekend in auto Chiesa di San Nicolò
può ammirare il Presepe Vivente, mentre le vetrine dei negozio esporranno la loro versione della Natività. Sempre nei weekend di Avvento, dalle 10 alle 19 si potrà visitare il mercatino del centro storico con installazioni luminose e musiche natalizie. Inoltre, sarà possibile visitare il paese in carrozza per ristorarsi presso gli stand gastronomici che offriranno specialità locali e bevande calde. Il borgo in tavola La cucina di Egna fonde sapori tirolesi, trentini e mediterranei. Tra le specialità troviamo i canederli, nelle varianti con formaggio, speck o fegato. Con gli squisiti formaggi locali si accompagna anche la polenta, mentre i vegetariani potranno apprezzare i tipici Schlutzkrapfen, la pasta ripiena con ricotta e spinaci a forma di mezzaluna. Per scaldare le giornate invernali sono da gustare le zuppe, tra cui quella di orzo e a base di verdure e pancetta. Tra i secondi troviamo il corposo spezzatino di carne e funghi e le Gröstl, patate arrosto con pezzetti di carne. Il “piatto forte” sono i dolci, tra cui il tipico Strudel, ripieno di mele, pinoli e uvetta. Da provare gli Strauben, un impasto di latte, uova e farina che viene servito con marmellata di mirtilli rossi. Tra le specialità troviamo anche i Topfenknödel. i canederli dolci alla ricotta, i Kaiserschmarren, omelette in pezzi con l’uvetta¸e i Marillenknödel, ravioli dolci ripieni di marmellata di albicocche o di prugne, serviti con una spolverata di zucchero e cannella, di cui vi suggeriamo la ricetta.
Ricette di viaggio Marillenknödel (Canederli di albicocche) Ingredienti • 1 kg di patate • 180 gr di burro + 80 di burro morbido • 50 gr di semolino • 1 uovo intero + 2 tuorli • 250 gr di farina • 150 gr di pangrattato • Marmellata o composta di albicocche • Sale • Zucchero • Cannella procedimento Mettete a bollire le patate con la buccia. Scolatele, sbucciatele quando sono ancora calde, poi passatele nello schiacciapatate. Lasciatele raffred-
dare poi mescolate con il burro, il pangrattato, il sale, l’uovo intero e i due tuorli. Setacciate poi la farina sopra l’impasto e lavoratelo fino a ottenere un composto liscio e omogeneo. Fatelo riposare per circa 30 minuti. Cospargete il piano di lavoro con la fraina, poi stendete la pasta con uno spessore di circa ½ cm. Ricavate dei quadrati di circa 7 cm di lato. Riempite ogni quadrato di pasta con la marmellata o la composta di albicocche e richiudetelo su se stesso. Mettete a cuocere i canederli in abbondante acqua salata per circa 10 minuti. Scolateli, poi in una padella sciogliete 80 gr di burro e mettete i canederli a saltare. Sgocciolateli, girateli nel pangrattato e servite con una spolverata di zucchero e cannella.
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TOP CHEF CON RICETTA
di Cesare Zucca
TRADIZIONE E MAGIA. IL BACCALA E LE OLIVE ESPLOSIVE DI JOSÉ AVILLEZ Dove trovi ispirazione? Nella realtà e nell’immaginazione. Quali cucine ti influenzano? Certi sapori asiatici, lo stile giapponese, le tradizioni del Portogallo. Come si esprime la tua personalità in cucina? Sonon tipo tranquillo, mi piace agire con calma. Nessun isterismo se in cucina qualcuno fa un errore. Dinner VIP, cosa prepari per far colpo? Il tradizionale piatto portoghese Baccalà à Brás dove ho sostituito le olive nere con delle piccole sfere che, come per magia, schioccano in bocca in un’esplosione al sapore di oliva. Un piatto che rispecchia la mia storia e le mie visioni. Esplosioni a parte, mi daresti la ricetta tradizionale? Dammi il tuo taccuino, te la scrivo con piacere.
BACCALA À LA BRAS Ingredienti • 400 g di merluzzo precedentemente ammollato in acqua • 500 g di patate, sbucciate e tagliate a pezzettini • Olio d’oliva (per friggere le patate) • 3 cucchiai di olio extravergine d’oliva • 3 cipolle • 1 spicchio d’aglio • 8 uova biologiche + 4 tuorli d’uovo • Prezzemolo fresco • 16 olive nere denocciolate • Sale marino • Pepe nero appena macinato Pulire il merluzzo, rimuovendo la pelle e le ossa e spezzettarlo con una forchetta. Riscaldare l’olio d’oliva a 375. Aggiungere le patate e cuocere fino a doratura. Scolare su salviette di carta e metterle da parte. Tritare finemente l’aglio e affettare le cipolle ad anelli. Scaldare tre cucchiai di olio extra vergine d’oliva in una padella a fuoco medio, quindi aggiungere aglio e cipolla. Quando la cipolla diventa trasparente, aggiungere il merluzzo e cuocere per qualche minuto, mescolando di tanto in tanto. Nel frattempo sbattere le uova e i tuorli, condire con sale marino, pepe nero macinato e prezzemolo tritato. Aggiungere le patate al merluzzo e mescolare velocemente. Aggiungere le uova, mescolando costantemente fino a ottenere un composto morbido. Spruzzare con prezzemolo tritato, aggiungere le olive e servire 34
Come realizzare le olive esplosive (occhio non è così facile…) • 1 dl di succo di olive verdi (olive verdi snocciolate, macinate e setacciate con un panno) • 0,2 g di calcio gluconolattato (gluco) • 0,5 g di gomma xanthana • 30 g di olio d’oliva marinati con arancia, limone, aglio e timo, filtrati • 500 ml di acqua a basso contenuto di calcio • 2,5 di alginato Combinare il succo di olive, la gomma xantana e il gluco. Miscelare con un frullatore a immersione e conservare in frigorifero per almeno 12 ore. Mescolare il 25% dell’acqua con l’alginato usando un frullatore a immersione. Aggiungere il resto dell’acqua, mescolare accuratamente, versare in un contenitore profondo e trasparente, preferibilmente di vetro e lasciarlo riposare in frigorifero per almeno 12 ore. Prendete la preparazione di olive e la preparazione di alginato dal frigorifero 30 minuti prima di iniziare la ricetta. Terminati i 30 minuti, riempire un cucchiaio con la preparazione di olive, Accoppiatelo alla preparazione di allginato (non più di 1 mm ). Aspettate 30 secondi e si formerà una piccola sfera. Prenderla con cura con una schiumarola. Lasciare sgocciolare versarla. Ripetere l’azione per le olive seguenti. Aggiungere le olive al baccalà e servire immediatamente. INFO www.joseavillez.pt
danimarca: CHEF CASPER SOBCZYK “IL RE DELLE ERBE” Mi trovo a Helsingør (Danimarca), cittadina famosa per il possente castello Kronborg dove Shakespeare ha ambientato il suo Amleto. E’ a circa 30 km da Copenhagen e facilmente raggiungibile in treno. Ho incontrato Gasper Sobczyk, Executive Chef del ristorante Brasserie 1861. Sobczyk è stato definito “il re delle erbe” per la sua passione per le verdure e i prodotti freschi dei campi. Ha lavorato molto in Danimarca, inclusa la Biblioteca Nazionale di Copenaghen. Ha iniziato con la cucina francese, è passato alla molecolare, ama mescolare stili e etnie, adora le aringhe. Le tue passioni? Verdure, molluschi e le interiora, come il cervello di agnello (poco popolare nelle tavole della Scandinavia). Ho iniziato con la cucina francese, poi sono passato alla molecolare e ho finito per mescolare questi due stili. Cosa ti diverte fare in cucina? Giocare con gli ingredienti, come ad esempio, abbinare le fragole all’aceto balsamico, inventare, rivisitare e stupire, fin dall’inizio di un pasto. Per esempio? Oggi, come aperitivo, ti ho preparato una versione rivoluzionaria del tradizionale blini, che ho prodotto con caviale bianco di storione da mescolare a crème fraiche su un waffle alle erbe.Trovo che questi ingredienti si sposino perfettamente. Cosa non può mancare nel tuo frigorifero di casa? C’è sempre posto per le uova, perché mia moglie le adora, poi molte verdure e tante lattine maxi di Pepsi. La tua ricetta preferita? Salmone bruciato accompagnato da una mia invenzione: gelato al sapore di crescione. Un piatto dal profumo di legna bruciata che ti dà la piacevole sensazione di essere davanti a un camino, in pieno inverno.
Giorno 2 80 grammi di sale; 1 trancio del salmone (quello del giorno 1). Immergere il trancio di salmone in 1 litro di acqua salata e lasciarlo in ammollo per 6 ore. Toglierlo e asciugarlo. Tagliarlo a fette e bruciarlo sul lato con la pelle con una torcia da créme brülé. Olio di crescione: 100 grammi di spinaci; 100 grammi di crescione; 200 grammi di olio neutro. Tutto viene miscelato per 8-10 minuti fino a raggiungere 60 gradi. A parte, sbucciare e tagliare 1 carciofo di Gerusalemme a strisce sottili come spaghetti. Immergerlo in acqua fino al momento dell’uso. Gel al limone 3 dl di succo di limone fresco; 150 grammi di zucchero; 7 grammi di agar agar. Lessare il succo di limone e lo zucchero, quindi applicare l’agar agar e mescolare mentre cuoce per 2 minuti. Versarlo in un grande contenitore di plastica e lasciarlo in frigo per 12 ore. Mescolare per 8-10 minuti fino a quando è completamente liscio e metterlo in una sac à poche. Gelato al crescione 1,5 dl di acqua; 100 grammi di glucosio; 1 dl di albumi; 1 dl di olio; 200 grammi di spinaci; 2 vassoi di crescione; 2 fogli di gelatina in acqua fredda. Far bollire acqua e glucosio, mettendoli nei fogli di gelatina. Lasciare raffreddare. Mescolare accuratamente con crescione, spinaci, albumi e olio Congelalo in una tazza per 24 ore Contorno di crescione Scolare il carciofo e mescolare con il crescione e il suo olio, Formare una palla e posizionarla di fianco al salmone. Insaporire con gocce di gel. Terminare con uno scoop di gelato. INFO Brasserie 1861 - Beach Hotel Marienlyst Ndr. Strandvej 2 / DK-3000 Helsingør, Danimarca - hotel@marienlyst.dk
SALMONE BRUCIATO CON GELATO AL CRESCIONE Ingredienti e preparazione Giorno 1 1 trancio di salmone 250 grammi di sale da sciogliere in acqua Immergere il trancio di salmone in 1 litro di acqua salata e lasciarlo in ammollo per 12 ore. 35
IN THE WORLD
MYANMAR
IL PAESE DALLE 100 ETNIE Myanmar, nuovo nome della Birmania, è un Paese affascinante dove si trovano 100 etnie diverse come in un crogiolo di umanità. Ma dovunque spunta un sorriso di un monaco che offre una tazza di riso al viandante.
di Anna Maria Terzi
L
a prima tappa di questo viaggio non può che essere Yangon, caotica e chiassosa città, solcata da auto e motorini che sfrecciano veloci trasportando un numero impressionante di passeggeri: 3, 4 e a volte anche 5 sullo stesso scooter. Uso del casco non obbligatorio, ci dicono, sicurezza dunque pari a zero e la legge italiana 81/90 qui sembra pura utopia. Yangon è la più grande città del Myanmar, affascinante luogo dove l’oriente incontra l’occidente e insieme armonioso di architetture coloniali britanniche che si fondono incredibilmente con dorate pagode buddiste e grattacieli futuristici. Alberghi lussuosi ed eleganti convivono e si scontrano con le baraccopoli costruite lungo le strade della città dove si aggirano cani e
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gatti in cerca di cibo e nutriti dai monaci e dai turisti che approdano qui. La città è punteggiata di templi bellissimi. Uno tra tutti il ChaukhtatgyiPaya, imperdibile (in fase di ristrutturazione), con il suo Buddha reclinato dalle misure impressionanti. Maestoso ed elegante ti osserva dai suoi 19 metri di altezza. Il corpo del Buddha è bianco, la sua veste color oro, gli occhi azzurro cielo e le labbra rosso rubino. È la perfezione. E la corona? Tutta rivestita d’oro e impreziosita da diamanti e pietre preziose. La particolarità però sta nei piedi color ocra decorati con 108 lakshana, i segni di buon auspicio dove i fedeli depongono ghirlande di fiori. Lo Shwedagon (shwe che significa oro e dagon che è il nome storico dell’area in cui fu edificato)
è uno stupa dorato di 98 metri dove sono conservate le reliquie dei 4 Buddha (il sostegno di Kakusandha, il filtro d’acqua di Konagamana, un pezzo dell’abito di Kassapa e gli otto capelli di Gautama). Si trova sulla collina di Singuttara ed è il centro buddista più importante, più amato, più antico e frequentato del Myanmar e forse di tutto il sud est asiatico. È interamente ricoperto d’oro. Si narra che fu la regina Shin Saw Bu a chiedere di cospargere lo stupa con un quantitativo di oro pari al suo peso corporeo. Nel corso dei secoli le lamine d’oro superarono le 27 tonnellate. Shwedagon pagoda Lasciata Yangon si riparte alla volta di Bagan, la valle dei templi, il luogo perfetto
Schwedagon
per comprendere la spiritualità e la storia della Birmania. È un luogo magico, a detta di molti il vero gioiello del Myanmar, dove il tempo sembra essersi fermato. Il sito è punteggiato di migliaia di pagode e stupa che si incendiano di rosso al tramonto e si innalzano nelle calde pianure che costeggiano il fiume Ayeyarwady. Tutti questi edificio sono considerati sacri e per tale motivo visitabili rigorosamente a piedi scalzi. Non è possibile elencare e descrivere tutti i templi e le pagode di questo sensazionale sito che sorge su un’area di quasi 70 kmq ma non ci perdiamo la visita a quelli nell’area compresa tra Old Bagan e Nyaung, la zona più ricca di monumenti. A cominciare dal tempio” Ananda Pahto”. Riconoscibile dal suo pinnacolo alto 52
metri, è un gigante di pietra costruito nel 1090 d.C abbellito da terrazze, scalinate e stupa. Le sue pareti sono decorate da rilievi in arenaria e nel centro dell’edificio spiccano quattro statue del Buddha. Ogni entrata è protetta da guardiani delle porte, seduti all’interno di nicchie. Nelle vicinanze un altro tempio particolarmente bello è Htilominlo Pahto (1218 AD), uno dei più grandi ed eleganti di Bagan. Significa “ombrello” in onore del re e fatto costruire per commemorare la sua elezione. Il re fu scelto tra 5 figli perché l’ombrello bianco di suo padre si inclinò verso di lui e questo fece di lui il prescelto. Tutt’intorno bancarelle con prodotti artigianali locali: cappellini, bracciali, abiti tipici, cartoline. Qui incontriamo alcune
donne Kayan riconoscibili per i tanti anelli di ottone che portano al collo per allungarlo. Sono chiamate “donne-giraffa” e ci raccontano che questa tradizione nacque per proteggersi dagli attacchi delle tigri. Alcune affermano invece che serve per distinguersi da altre tribù, altre ancora in segno di bellezza. In ogni caso sono le uniche donne che non vediamo sorridere. Notiamo nei vari spostamenti una pittoresca porta antica: è la Tharaba, l’unica rimasta delle 12 originarie. È dedicata a due spiriti nat raffigurati da due statue, Maung Tinde (Signor Splendore) e sua sorella Shwemyethna (Viso Dorato). Gli abitanti portano loro offerte. Notiamo che i locali non oltrepassano la porta in sella al motorino ma lo fanno a piedi in segno di 37
in the world
rispetto agli spiriti che proteggono la città. Ed eccoci giunti alla principale meta di pellegrinaggio di Bagan: è la pagoda Shwezigon il cui stupa a forma di campana è diventato il prototipo per tutte le altre pagode in Birmania. È uno dei monumenti più antichi della città, costruito, si dice, per custodire la clavicola e un dente di Buddha arrivati dallo Sri Lanka. Ci perdiamo in questa valle antica fantasticando su tempi antichi, ascoltando dalla nostra guida vecchie leggende e cercando di comprendere un mondo così lontano dal nostro. Si avvicina l’ora dell’esperienza che nessuno dovrebbe perdere: l’indimenticabile tramonto panoramico dall’alto di una collina. Che spettacolo! Che tripudio di colori dal giallo, all’arancione per finire con un rosso accesso. Scattiamo foto per immortalare questa bellezza regalata dalla natura. 38
Anna Maria Terzi con “donna giraffa”
Bagan offre spettacolari mercati ricchi di artigianato locale dove si possono conoscere abitudini, tradizioni usi e costumi del popolo birmano. Ed è qui che si può interagire con la gente del posto e fare amicizia scattando qualche foto. Osserviamo le persone intente a vendere e contrattare la merce, ammiriamo le giovani donne con il viso ricoperto di thanakha una polvere bianca ricavata dai rami di un albero che dicono essere il segreto della loro bellezza. Ricambiamo i sorrisi che ci vengono regalati e che sono la parte più emozionante del viaggio. Lasciamo dunque Bagan alla volta di Mandalay e lo facciamo con una barca. La navigazione ci permette di ammirare i villaggi lungo la costa. Difatti le lunghe ore passate a bordo scorrono osservando gli uomini intenti a pescare, le donne che fanno il bucato nelle acque del fiume
Ayeyarwady, i bambini che si tuffano nelle acque torbide e altri ancora che improvvisano giochi nell’acqua. Ma tutti sono accomunati da una cosa: al nostro passaggio alzano la mano e salutano e sul loro volto spicca sempre un grande sorriso. Prima di arrivare facciamo una sosta 11 km circa a sud del centro di Mandalay nella cittadina di Amarapura, che in lingua pali significa “città dell’immortalità”, per ammirare il tramonto dal famosissimo ponte U Bein. È il ponte in tek più lungo del mondo e il più fotografato del Myanmar. E anche il più affollato. È gremito all’inverosimile, la calca è insopportabile e dunque aspettiamo il tramonto sotto il ponte ammirando la vita del lago sottostante Taungthaman. Terminiamo la nostra lunga giornata arrivando a Mandalay che visitiamo la mattina successiva. È una città che trasuda storia ma è in preda a una urbanizzazione selvaggia che le ha fatto perdere un po’ di fascino. Sono comunque tante le attrazioni religiose. Partiamo con la visita alla pagoda Kuthodaw caratterizzata da una serie di lastre di marmo. Insieme ad un’altra pagoda, la Sandamuni, forma il libro più grande del mondo costituito da 729 lastre e 1.122.750 parole. Ogni lastra è custodita all’interno di un piccolo stupa e si tratta dei 15 libri dei Tripitaka, il canone della religione buddista. Ci dirigiamo al monastero Mahagandayon dove vivono più di 1.500 monaci. Questi ultimi permettono ai visitatori di assistere ai rituali che scandiscono la vita della comunità monastica. Emozionante presenziare all’ora della processione: centinaia di tuniche amaranto, arancione e zafferano sfilano ordinatamente. Assistia-
myanmar
mo al pasto dei monaci, alle loro preghiere e addirittura al bucato delle tuniche. Una tradizione spirituale di notevole impatto che si è un po’ snaturata a seguito dell’afflusso giornaliero dei turisti. Non ci perdiamo la visita al tempio buddista di Mahamuni, uno dei più importanti luoghi di pellegrinaggio di tutto il Myanmar. Al centro della costruzione una grande statua di Buddha osserva i visitatori. La statua è venerata dal popolo birmano ed è considerata come rappresentativa della vita di Buddha stesso. Secondo le leggende antiche sono 5 i ritratti eseguiti durante la vita del Buddha storico. Due sono in paradiso, due sono in India e l’ultimo è conservato appunto nel tempio di Mahamuni. Eccoci pronti per il trasferimento in barca verso Mingun, antica città reale con un fiabesco mercato dell’artigianato locale a 10 km circa da Mandalay sulla sponda op-
posta dell’Ayeyarwady. Mingun è diventata famosa per la pagoda che porta il suo nome e che doveva essere, all’origine, il più grande stupa del mondo ma nella realtà, con la morte del re che la volle costruire, rimase incompiuta. Dopo la pagoda incompiuta, camminando sul lungofiume incontriamo la Mingun Bell, una campana appesa e funzionante. Di dimensioni enormi ( ha un diametro di 5 metri e un peso di 90 tonnellate), è considerata la più grande del mondo. È sospesa a circa un metro di altezza da terra e non ci lasciamo sfuggire l’occasione di infilarci sotto per entrare nel vano della campana e ascoltare il suono procurato da qualcuno che batte con un batacchio di legno all’esterno. Nella nostra camminata ci fermiamo ad ammirare alcuni birmani che si divertono cercando di salire su un improvvisato albero della cuccagna. Poco
lontano una decina di piccoli monaci si divertono scendendo a cavalcioni dal corrimano di una lunga scala. È emozionante vedere questi piccoli monaci che, al di là della scelta di entrare in monastero, rimangono bambini con tanta voglia di giocare. Raggiungiamo la parte settentrionale della città, a poche centinaia di metri dalla Pagoda Mingun, per ammirare un vero capolavoro di architettura molto diverso da quello di altre pagode in Myanmar. Si tratta della Hsinbyume Pagoda che ha una struttura a forma di terrazze circolari e rappresenta le sette montagne che circondano il Monte Meru. È un edificio bianco candido e soprannominata immediatamente da tutti noi “meringa”. Prendiamo un volo per il lago Inle. Qui saliamo a bordo di alcune imbarcazioni e iniziamo l’esplorazione dell’area. Visti dalle lance i paesaggi sono spettacolari. La
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prima sosta è al Nga Phe Kyaung Monastery conosciuto anche con il nome di monastero dei gatti saltanti. Si perché sino a qualche tempo fa i gatti, all’interno del monastero, venivano addestrati a saltare all’interno di cerchi. Ma con la morte del monaco addestratore i gatti ora preferiscono sonnecchiare. La struttura, tutta in tek e posta su palafitta, è davvero molto bella. All’interno si trovano statue di Buddha, alcune molto antiche e abbellite da pietre preziose. Tanti i monaci intenti alla lettura e l’ambiente che lo circonda è da cartolina. Phe Kyaung Monastery Torniamo a bordo delle imbarcazioni e iniziamo a esplorare il lago, una immensa distesa di acqua dello stesso colore del cielo sulle cui sponde spiccano gli ingegnosi orti
con infinite coltivazioni pensili sull’acqua di pomodori e zucchine. Il metodo della coltivazione è ingegnoso: una base di giacinti viene completata con alghe pescate dal fondo del lago e della terra sino a realizzare un humus di circa 1 metro su cui vengono effettuate le coltivazioni. Il tutto viene ancorato con lunghi pali di legno fissati sul fondo del lago per dar vita a questi incredibili e bizzarri orti galleggianti. Poco più avanti incontriamo alcuni pescatori intenti a pescare con il sistema tipico del lago: conducono le lunghe canoe stando in piedi su una gamba e remando con l’altra. Le sagome dei pescatori che si spostano agilmente danno vita a vere e proprie danze sull’acqua. Giungiamo al villaggio di Pauck Par (192 case per la maggior parte costruite
in bambù per un totale di 1.180 abitanti). Qui pranziamo in un ristorante galleggiante, visitiamo la fabbrica di sigari e poi il villaggio muovendoci lungo i canali a bordo di piccole canoe guidate dalle donne del villaggio. Myo Min Zaw la nostra guida turistica birmana ha dato vita a un progetto di sviluppo turistico sostenibile davvero interessante. Questo giovane uomo, originario di Yangon ed esperto di lingua italiana e birmana, ha preso parte a un corso di formazione avanzata per lo sviluppo del turismo in zone rurali, tenutosi a Bertinoro in Italia e finanziato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Dopo due mesi trascorsi da noi a osservare e studiare le varie possibilità per la realizzazione di un progetto sostenibile, Myo è tornato in Hsinbyume Pagoda
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myanmar
Myanmar e ha dato vita alla sua idea: fare visitare il piccolo villaggio gioiello di Pauck Par navigando lungo i tanti canali che attraversano il villaggio a bordo di canoe condotte dalle donne del villaggio che da sempre lavorano alla locale manifattura di tabacco per uno, due dollari al giorno. “L’idea, ci ha detto Myo mi è venuta a Venezia osservando le gondole”. Un’idea davvero eccezionale anche per il fatto che la navigazione viene effettuata con canoe tradizionali non a motore e dunque a impatto ambientale praticamente nullo e poi per il progetto di inserire il tragitto percorso dalle canoe in un vero e proprio Museo di Strada. Visitiamo anche una fabbrica dove viene lavorata la seta e in particolar modo il filo di loto. Impressionante pensare che per
fare una sciarpa di medie dimensioni con fili di loto servono circa 8000 fiori e 3 settimane di lavoro. Una nottata di riposo è quello che ci aspetta prima di prendere un volo per Yangon dove, alle 8.30, abbiamo un incontro con Khin Maung Maung, membro dell’Unione del Parlamento di Myanmar, delegato per i Trasporti e Telecomunicazioni che convoca una conferenza stampa per comunicare la posizione e la versione dello Stato sul “caso rohingya” . Ci restano poche ore prima della partenza per visitare e cercare una valigia dove riporre tutti gli acquisti fatti durante la nostra avventura birmana. Ed eccoci all’aeroporto di Yangon diretti a Singapore, scalo tecnico, per il volo diretto in Italia. Silenziosi, assorti nei nostri pensieri ricor-
dando i tanti sorrisi, abbracci dei nostri amici birmani. Un viaggio che non lascia indifferenti, un viaggio che ti trasforma. I racconti di Myo Min Zaw su meriti che ognuno deve consegnare per essere felice in qualche modo ci hanno toccato. Un viaggio per conoscere, descrivere, assaporare, progettare, un viaggio che consigliamo di fare una volta nella vita. Da affrontare con serenità in quanto il Myanmar è un posto sicuro, molto ospitale e incantevole. Dunque non ci resta che augurarvi un “kaunggsaw hkareehcain”. Segnaliamo un ottimo tour operator che potrà organizzarvi il vostro soggiorno in Myanmar: Advanced Zealous (aunggiovanni@gmail.com).
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city break
di Cesare Zucca
NATALE IN VETRINA A NY: L’ITINERARIO 1
1) Si parte dall’Upper West Side. Bloomingdale’s. Uno dei più rinomati grandi magazzini. In vetrina ritorna il perfido Grinch, che, grazie a l’incontro con una dolcissima ragazza, diventa un tenerone. Finalmente in versione ‘bravo ragazzo’ tra uno scintillio di stelline e glitter.
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nche quest’anno scatta l’imperdibile window shopping tour, un itinerario per ammirare le favolose vetrine e le ultime tendenze della moda. Solo ammirare? I vetrinisti di New York sono autentici maghi e le loro creature, tentatrici come le sirene di Ulisse, riescono ad ammaliare gli spettatori e alleggerire i portafogli.
2) Verso West. Barneys. Le vetrine più insolite. Da Andy Warhol albero di Natale a Madonna nelle vesti della Vergine Maria, alla famiglia reale inglese in bagno con Prince Charles nella vasca e Camilla in accappatoio. Ultimamente hanno abbracciato temi sociali. Quest’anno sono dedicate all’organizzazione umanitaria ‘Save the Children’ e al messaggio ‘Make a Change’ dove anche piccoli contributi, come il simbolico penny in vetrina, possono salvare la vita di tanti bambini. 3) Andiamo nella Quinta Strada.Bergdorf & Goodman. Le più famose e elaborate. Ci sono voluti 10 mesi di lavoro per realizzarle. Trionfano i dolci natalizi: zucchero filato, cioccolato, torte e l’immancabile ginger bread. Uno spettacolo!
in 7 mosse
ITINERARIO DELLE TENTAZIONI
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4) Poco distante.Henri Bendel, paradiso dei regali lusso e nicchia. Spiccano i grattacieli di New York, progettati dall’ illustratore di moda Izak Zenou. Se volete trovare un regalo top, qui c’è. 5) All’angolo della 57esima.Tiffany. Le piccole e preziose vetrine del celebre negozio sono dedicate a Gene Moore, leggendario Direttore Artistico dell’iconico negozio. Tra i meravigliosi gioielli della casa, spuntano i robot costruito con le scatole porta gioielli nel tipico colore azzurro.
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6) Poco piu’ in là Sacks ha inaugurato le sue vetrine con uno spettacolare show con più di 100 ballerini di Broadway. Mettetevi in fila lungo il red carpet per deliziarvi con Theater of Dreams, che racconta il viaggio di un’ immaginaria cliente attraverso i saloni del grande magazzino. 7) Ultima tappa Macy’s. E’ stato il primo grande magazzino a presentare le vetrine natalizie, nel 1874 e sono amate dai bambini. Quest’anno raccontano la storia di Sunny che viaggia nello spazio alla ricerca di Babbo Natale, guidato dagli spettatori in un videogioco interattivo. Macy’s è reputato il più grande negozio di Manhattan con commessi fluenti in ben 36 lingue. Ottima ragione per un’occhiata e forse un altro acquisto… Durata del tour: circa un’ora e mezza, shopping (inevitabile) escluso. Ecco l’itinerario delle tentazioni. Merry Christmas!
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city break
LUBIANA: WEEKEND VERDE CON 1
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a capitale della Slovenia, piccola, a misura d’uomo, antica e moderna, vivace, pulita ed ecosostenibile, non a caso nel 2016 è stata Capitale Verde d’Europa. Ecco le mie 7 mosse per un perfetto weekend…con il Drago.
1) Vuoi scoprire la città? Affitta una bicicletta Bicike(LJ). Convenientissima, prezzo simbolico (€ 1 settimana, € 3 tutto l’anno), La prima ora è gratis e solo € 4 se vuoi sbiciclettare di più. Per i più pigri o semplicemte meno sportivi, c’è Urban, trenino elettrico sali-scendi, € 8 valido tutto il giorno e il Boat Tour, suggestiva escursione in battello.
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2) I ponti di Joze Plecnik tra cui il simbolico Zmajski most sorvegliato da quattro verdi draghi alati. Pare che porti fortuna toccargli la coda che scodinzola (così dice la leggenda) ogni volta che una ragaza vergine attraversa il ponte. Nelle ore notturne il lungofiume si anima di una scoppientate movida con una miriade di ristoranti, locali e musica,
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3) Cibo. Forse non sapevi che la Chef Ana Ros, vincitrice del premio Migliore Chef del Mondo 2017, viene proprio dalla Slovenia! Lubiana è un paradiso del cibo e offre ai visitatori il goloso Food Tour un percorso guidato dedicato ai buongustai, attraverso botteghe, mercati e ristoranti tipici, alla scoperta (e all’assaggio!) della gastronomia locale, tra cui l’imperdibile prekmurska gibanica, tradizionale dolce a base di pasta frolla ripiena di semi di papavero, ricotta, noci e mele.
in 7 mosse
CON IL DRAGO VERDE
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4) La funicolare che porta al Castello, una possente fortezza che oggi ospita concerti, eventi culturali, mostre, spettacoli, un museo di marionette e l’ottimo ristorante Strelec che propone tradizionali ricette slovene rivisitate con classe dal famoso Chef Igor Jagodich. 5) Shopping! nei negozietti e boutiques della Via Ciril-Metodov. Tra i miei preferiti c’è la bottega–laboratorio di ceramica Catbriyur che fornisce le tazzine perfino a Sua Maestà Queen Elisabeth e Dragon Shop, con I suoi adorabili draghetti in pelouche.
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6) Metelkovaesto, ex baraccopoli, ora la zona più alternativa della città. Tripudio di graffiti, street-art e locali incontro per migliaia di ragazzi. Dopo il tramonto ospita eventi, musica e spettacoli underground. 7) Il Lago Bled. Dista solo un’oretta e lo si raggiunge in auto o con un comodissimo bus (perfetto wifi a bordo). E’ un incantevole lago alpino, al centro del quale sorge una piccola isola con la sua chiesetta gotica dalla leggendaria campana ai cui rintocchi è consuetudine esprimere 3 desideri. Paesaggio da cartolina, tramonti mozzafiato. Potete andare e tornare in giornata, oppure concedervi una notte indimenticabile nello storiche strutture dell’elegante Grand Hotel Toplice, famoso fino dal 1930 per le sue acque termali, per la sua classe e per il ristorante Juliana, firmato dallo Chef stellato Simon Bertoncelj. INFO: www.visitljubljana.com
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almeno una volta...
le galapagos Il direttore mi chiede, secondo me che ho girato il mondo, dove bisogna andare “almeno una volta nella vita”. Non ho dubbi, rispondo subito «alle Galapàgos». di Giuseppe Ortolano
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on c’è luogo sul pianeta terra che mi abbia incantato come queste “ colline nere che sorgono dal mare e dalla nebbia” dove “sulle rocce si muovono, a ritmo di siesta, tartarughe grandi come mucche e in mezzo a giravolte scivolano gli iguana, dragoni senza ali”, come ebbe a descriverle il capitano del Beagle, sul quale viaggiava Charles Darwin. E proprio come il celebre naturalista britannico in quella manciata di isole incantate perse nell’Oceano Pacifico sono passato “ da stupore a stupore”. Mi sono commosso ogni volta che sono sbarcato su un’isola disabitata, dove mi ritrovavo a muovermi in punta di piedi per non disturbare gli animali che la popolavano. Mi sono emozionato ogni volta che ho
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nuotato tra leoni marini giocherelloni che facevano finta di venirmi addosso, per poi evitarmi all’ultimo momento. O quando mi danzavano attorno decine di piccoli e riservati pinguini. Mi sono sentito piccolo di fronte alla maestosità di una natura dove le immense colate di lava incontrano antiche foreste pietrificate e un mare cristallino. Poi ci sono state le ore passate ad ammirare il volo di fregate, sule e albatros, il dolce addormentarsi cullati dalle onde del mare, i racconti dei pescatori, le danze dei delfini, lo spettacolo delle balene. Un turbine di emozioni da vivere “almeno una volta nella vita” e rapidamente prima che i nostri comportamenti scellerati, la pesca di rapina, il surriscaldamento dei mari o altri moderni pirati, interessati alle risorse
naturali dei mari e ai loro titoli in borsa, danneggino irrimediabilmente queste splendide e uniche isole incantate. Chiediamo permesso ai veri padroni delle isole Si lo so, il biglietto aereo è caro, l’ingresso al Parco costa molto e, a causa del numero chiuso, è necessario organizzare la vacanza con molto anticipo. Ma non esiste al mondo luogo che mi abbia affascinato e incantato come l’arcipelago della Galapàgos, appartenenti all’Ecuador. Qui sono ancora gli animali i veri padroni delle isole, in gran parte disabitate. Ogni volta che sono sceso a terra mi è sembrato di essere un ospite, che doveva muoversi con attenzione, per non disturbare la fau-
Scorcio delle isole Galapagos
Un flamingo che si abbevera
Leoni marini sulla spiaggia
na locale, che sembrava guardarmi con sguardo di sfida, come a ricordarmi che qui comandano loro e che il mio passaggio è tollerato, solo per poche ore al giorno. Per una volta moderatevi nell’uso della macchina fotografica o del telefonino. Certo è affascinante portare a casa le foto delle enormi tartarughe che danno il nome all’arcipelago o delle iguana marine, tanto care alla teoria evoluzionistica di Darwin. Ma osservare estasiati il lento decollo dei pesanti albatros o il volo regale della fregata, giocare in acqua con i leoni marini, nuotare tra i pinguini e sorridere ai flamingo rosa senza dover obbligatoriamente trasformare l’emozione in fotografia non ha prezzo. Almeno per me.
Una volta sola non è bastata Ho visitato le Galapàgos tre volte, ma ci tornerei anche domani. Un paio di volte sono atterrato all’aeroporto di Baltra, il principale dell’arcipelago, per poi imbarcarmi su piccole navi che, navigando prevalentemente di notte, portano i turisti, accompagnati da guide naturalistiche, sulle isole più interessanti. È il tour che consiglio per iniziare a scoprire questo mondo incantato. Meglio quello che dura una settimana e che offre l’opportunità di toccare Santa Cruz (dove si trova il principale centro turistico: Puerto Ayora), Bartolomè, San Salvador, Genovesa, Isabela (la più grande dell’arcipelago con i suoi sei vulcani, dei quali cinque in attività), Fernandina,
Floreana, Española e San Cristobal (il capoluogo amministrativo e sede dell’altro aeroporto). Si dorme in barca, in comode cabine con servizi, e di solito si scende a terra un paio di volte al giorno, nelle ore stabilite dal Parco per visitare le diverse isole senza arrecare particolare disturbo alla fauna. Ma la terza volta ho deciso di alloggiare sulle isole Sì, ci ero stato già due volte, ma ci sono tornato e la terza volta ho deciso di alloggiare sulle isole abitate, per scoprire le condizioni di vita di quelle migliaia di coloni che le popolano, spesso additati come pericolosi intrusi nel paradiso naturalistico. Già perché le Galapagos sono abitate dalla metà dell’Ottocento, quando qui vennero deportati ergastola47
almeno una volta...
Iguana marina
Colonia di pinguini
Pinnacle Rock
Puerto Villamil
ni, ladri e assassini, in quella che fu una delle colonie penali più crudeli dell’America Latina, chiusa solo nel 1959. Puerto Villamil: il borgo dei pescatori Il luogo che mi è piaciuto di più è Puerto Villamil, piccolo borgo di pescatori nei pressi della ex colonia penale, con i ruderi delle baracche oramai popolati solo da pigre iguane terrestri, raggiungibili in bicicletta percorrendo la mulattiera che si incunea tra la lunga spiaggia sabbiosa e l’ampia laguna, popolata dai rosei flamingo ed altri uccelli acquatici. Dal porticciolo partono le barche dei pescatori con i rari turisti che sfuggono dai tour “all inclusive” degli yacht da crociera e scelgono di alloggiare nei semplici alberghi locali. Attraversano la baia tra giocosi leoni marini e imponenti tartarughe marine, sfiorano una tranquilla colonia di pinguini che abita oramai stabilmente l’isola per poi raggiungere lo stretto canale d’acqua dove riposano tranquilli e pacifici i piccoli pescecani dell’arcipelago. I più coraggiosi si tuffano nelle acque trasparenti e nuotano accanto agli squali, cercando di evitare gli scherzi e le pinnate dei dispettosi giovani leoni marini.Sulla grande isola si possono anche affittare dei cavalli per raggiungere, se non sta eruttando, la cima del vulcano Selva Negra. L’isola di San Cristobal e Puerto Baquerizo Moreno L’altro luogo dove ho piacevolmente alloggiato è Puerto Baquerizo Moreno, il capoluogo amministrativo dell’arcipelago, sull’isola di San Cristobal. Anche qui
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Isola di San Cristobal
gli alberghi sono semplici, i ristoranti piacevoli e per qualche decina di dollari si può affittare un taxi per un paio d’ore: giusto il tempo di visitare una bella laguna vulcanica ma soprattutto i ruderi dell’Hacienda El Progreso, dove nel 1904, durante una rivolta, venne assassinato l’ avventuriero Manuel Cobos, padrone di piantagioni di caffè e zucchero dove lavoravano in condizioni disumane gli ergastolani. Certo soggiornando sulle due isole dove mi sono fermato non si ha una visione completa delle bellezze dell’arcipelago, ma ci si sente un po’ meno turisti e un po’ più viaggiatori, specie al tramonto quando si sorseggia una cerveza (birra) gelata in compagnia dei pescatori locali, ascoltando improbabili storie di mare e marinai.
Come Andare alle Galapagos Tucano Viaggi Il Tucano ha iniziato ad esplorare queste isole straordinarie nel 1977 con il rispetto di chi sa che la salvaguardia delle specie in via d’estinzione è alla base di un turismo responsabile. I viaggiatori del Tucano possono scoprire l’ “Arcipelago Incantato” con numerose soluzioni che comprendono varie crociere a bordo di lussuosi velieri, yacht o motonavi di diversa categoria. E, per chi preferisce il soggiorno in albergo, la possibilità di visitare le isole con escursioni giornaliere dal Royal Palm Hotel o dal Finch Bay Eco Hotel e l’assistenza di guide naturalistiche. La durata degli itinerari del Tucano varia tra i 10 e i 15 giorni, partenze a date libere o in condivisione a date fisse. Tel. 0115617061 - www.tucanoviaggi.com info@tucanoviaggi.com
Scorcio delle isole Galapagos galapagos
Fregata
LA MIA TOP TEN DEI LUOGHI DA VISITARE ALMENO UNA VOLTA 1. Isole Galapágos in Ecuador Le isole vulcaniche incontaminate che suggerirono a Darwin la teoria dell’evoluzione 2. Angkor Wat in Cambogia Vastissima area archeologica di struggente bellezza, alla quale dedicare almeno tre giorni interi 3. Copan in Honduras La località meno frequentata della trilogia Maya dell’America Centrale, con le sue famose e misteriose steli. 4. Inari in Finlandia L’ultimo e affascinante avamposto abitato stabilmente dall’uomo, prima del grande nulla ghiacciato dell’estremo nord. È possibile alloggiare in uno dei primi alberghi costruiti in Lapponia nel 1937. 5. Berenice in Egitto A poco meno di un centinaio di chilometri dal confine con il Sudan, è la località più incontaminata e selvaggia del Mar Rosso egiziano.
6. Uyuni in Bolivia È la porta d’ingresso per lo spettacolare Salar: un bianchissimo e accecante deserto di sale dove si possono ammirare enormi cactus, un inquietante cimitero di treni, paesaggi unici al mondo e un hotel di mattoni di sale. 7. Gerusalemme in Palestina/Israele Con la Città Vecchia, che conserva al suo interno i luoghi più significativi delle tre grandi religioni monoteiste del mondo. 8. Monte Wuyi in Cina La versione zen del celebre e affollatissimo Machu Picchu, si trova nella Cina del sud nella regione dello Fujian. 9. Codera in Lombardia Un borgo che si raggiunge solo a piedi, con una camminata di circa due ore. Per scoprire come si viveva una volta sulle montagne italiane. 10. Corn Island in Nicaragua Piccola isola dei Caraibi nicaraguensi, dove il tempo sembra essersi fermato, tra mare cristallino e mangiate di aragoste. Burma
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