EEKEND ALLA SCOPERTA DEI PARCHI RISPETTANDO LA NATURA
PARCO VAL GRANDE CON LA DS 5 HYBRID 4X4 AL PARCO MONTE ANTOLA CON LA PEUGEOT 508 RXH4
LA VIA FRANCIGENA
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W E E K E N D G R E E N : N E L PA R C O D E L L A VA L G R A N D E
DAL LAGO CHIC AL P CON L’ARRIVO DELLA PRIMAVERA TORNA LA VOGLIA DI VERDE, LA VOGLIA DEI PARCHI. IL PIU’ SELVAGGIO D’ITALIA E’ QUELLO DELLA VAL GRANDE. E PER ANDARCI E’ BELLO PASSARE PER IL LAGO MAGGIORE. ED E’ GIUSTO ARRIVARCI CON LA DS5 HYBRID 4X4, IN MODALITA’ ELETTRICA.
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a voglia è quella di partire, lasciare la città ed andare in cerca di verde. In Italia ci sono tanti parchi, ma ci sollecita di più quello della Val Grande, che oltre ad essere fra i più grandi è anche quello più Wilderness, più selvaggio d’Italia. E’ effettivamente grande con varie strade per arrivarci, ma noi ci lasciamo tentare dalla bella giornata per scegliere la strada che passa prima dal lago Maggiore. La nostra DS5 Hybrid 4x4 è comoda e silenziosa e ci permette quando vogliamo di scegliere la modalità ZEV, soltanto elttrica, così nei centri delle città e nei parchi ci sentiamo a nostro agio, non inquinando. Prendiamo l’autostrada A8, e presso Gallarate girare per Gravellona Toce, uscire a Baveno/Stresa, attraversare Feriolo e proseguire fino a Verbania, formata come sapete da Intra e Pallanza, un caffè in un bar in riva al lago e poi ad Intrsa, in via Vittorio Veneto 111, ci lasciamo sedurre da un’altra tappa verde a Vil-
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CON LA DS 5 HYBRID
4X4
L PARCO SELVAGGIO
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la Taranto ( riapertura al 12 marzo). Si parcheggia proprio di fronte, accanto al lago, dove c’è anche una fermata del traghetto. Più comodo di così. Ed ecco il primo tuffo nel verde, un verde curato, uno dei più belli Giardini Botanici d’italia.
UNA BELLISSIMA VILLA TARANTO spirata allo stile della Normandia, circondata da infiniti prati all’inglese, giardini
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fioriti e magnifiche fontane. Questo è ciò che vi accoglierà a Villa Taranto, luogo di inestimabile valore botanico che comprende circa 1.000 piante non autoctone e circa 20.000 varietà e specie di particolare valenza botanica. Visitando i Giardini, ognuno ritroverà intimi scenari e figurazioni di fantasia celate in trasparenze d’acqua, o nelle distese dei misteriosi fiori, sacri alla mitologia egizia. Dalla romantica Valletta alla distesa delle Eriche, dalle serre con la “Victoria cruziana” ai viali di Azalee, Aceri, Rododendri e Camelie, dai giardini delle Dalie, con oltre 300 varietà, ai mille colori delle fioriture autunnali, sullo sfondo dei Giardini all’Italiana, o nel dorato velario autunnale, Villa Taranto è pronta a sorprendervi. ENTE GIARDINI BOTANICI VILLA TARANTO - Via Vittorio Veneto 111, 28922 Verbania Pallanza (VB) - Tel. e Fax +39 0323 556667 - Biglietteria +39 0323 404555 web: www.villataranto.it - mail: entevillataranto@tin.it
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Ma ora è tempo d’andare, il Parco della Val Grande ci aspetta. Prendiamo la SP60 e cominciamo a salire. La Nostra DS5 non si scompone, non abbiamo bisogno di usare il 4x4. Dal tetto in cristallo vediamo gli alberi su di noi e questo ci fa assaporare di più questo parco. Ecco ora usiamo la modalità ZEV, cioè solo elettrica per non inquinare e non disturbare la natura. Arrivati a Cossogno, scopriamo che sul torrente S.Bernardino c’è un ardito ponte romano che collega Cossogno a Rovegro. Parcheggiamo la DS5 e andiamo a cercarlo. Il sentiero è segnato e curato, qui non c’è pericolo di perdersi. Ad alcuni più spericolati è capitato di non ritrovare la strada. Ricordiamo che questo è il Parco più selvaggio d’italia. Eccolo. Ci stupisce, a cavallo di questo orrido chiamato curiosamente “Paradiso dei cani”. Le acque di questo torrente, che quando è in piena può diventare pericoloso, hanno dei colori stupendi. Abbiamo fatto bene a venire. Ci dispiace vedere delle tubature di plastica che emergono dal terreno, come delle offese a questa natura. Scopriamo anche che il ponte non è romano: è stato rifatto nel 1773. Ma forse un giorno lontano i romani lo avevano fatto davvero. Oltre il ponte, ci accoglie una chiesetta. Non riusciamo a vedere animali , ma siamo sicuri che ci sono. Di solito è più facile incontrar di notte. Ma sarà per un’altra volta.
Torrente San Bernardino con Ponte Romano 113
Dopo esserci fermati a mangiare, nell’antica Osteria, a Cossogno, riscendiamo verso il lago. Qui all’imbarcadero viene la tentazione caricare la DS 5 sul traghetto per Laveno, e arrivare sulla sponda lombarda. Sarebbe bello, ma poi propendiamo per il ritorno via terra.
INFO Per avere le informazioni occorrenti per visitare il parco, conviene andare sul sito www.parcovalgrande.it. Si trova tutto.
DOVE MANGIARE Ci sono vari ristoranti, tutto abbastanza buoni e a buon mercato, fra cui l’Antica Osteria, nel centro di Cossogno. Buono il brasato. Si trovano salumi locali ed anche formaggi di capra.
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DA QUI SONO VENUTI I MARMI DEL DUOMO DI MILANO Da Baveno, da Candoglia, sì è proprio da qui che sono venuti i marmi con cui è stato fatto il duomo di Milano. Li portavano fin sul lago, da qui sul Ticino fino ad Abbiategrasso, dove le chiatte si immettevano nel Naviglio grande e arrivavano a Milano. La stessa via d’acqua veniva usata per il legname che arrivava appunto dai boschi della Val Grande. Costolette d’agnello e verdure locali
LA COMPAGNA DI VIAGGIO
DS 5 HYBRID 4X4
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l senso del dettaglio per DS 5 si nota nella linea elegante, imponente ma mai ingombrante e si traduce anche nell’utilizzo di materiali particolari, come l’alluminio sulle maniglie delle porte, il metallo sul pomello del cambio o la pelle. Materiali lavorati in modo esclusivo e unico, con classici sedili in pelle in armonia con la strumentazione ispirata al mondo dell’aeronautica. La vera chicca di quest’auto però non si vede, ma si sente guidandola: è la propulsione ibrida, che vede un motore diesel abbinato ad uno elettrico per ottenere consumi ed emissioni ridotti al minimo. Con entrambi i motori in funzione si gode della trazione integrale quando ci si trova lungo i percorsi autostradali o extraurbani, con i 200 cavalli di potenza a rendere la guida sempre frizzante ma al contempo rilassante, mentre in città si può silenziosamente girare con il solo motore elettrico, entrando anche in quelle aree a traffico limitato senza problemi. Così le emissioni di CO2 sono di 90 g/km ed i consumi sono di soli 3 litri per 100 km lungo i percorsi urbani. Diversi anche i caratteri che questa vettura può assumere, grazie ad un comando sulla console centrale che permette di selezionare 4 modalità di funzionamento:
Cilindrata cm3: Potenza massima kW (cV)/giri: coppia max Nm/giri: Emissione di CO2 grammi/km: Trazione: Velocità massima (km/h): accelerazione 0-100 km/h (s): consumo medio (km/l): lunghezza/larghezza/altezza (cm): Passo (cm): Peso in ordine di marcia (kg):
1997 147 (200) 500/1750 90 Integrale 211 8,6 28,6 453/187/151 272 1660
Auto, ZEV (usa il solo motore elettrico), 4 ruote motrici (ruote anteriori con motore termico e ruote posteriori con motore elettrico), e Sport (utilizzo massimo del motore elettrico in aggiunta al motore diesel). 115
g l el g rreeeennt rtarvae v di Silvana Lattanzio
La Via Francigena nell’anno dei Cammini Il 2016 è l’anno del Giubileo, quale migliore idea che percorrere il Cammino di pellegrinaggio a piedi o sulla propria bike alla scoperta delle parti più belle e meno note di questa nostra Italia? Sì, ma con l’aiuto della app
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l 2016 è l’anno dei Cammini alla scoperta di siti di rilevanza culturale e di parchi di grande valore naturalistico ma poco noti della nostra bella Italia. Tendenza affermata dal ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini che ha dichiarato questo in corso l’Anno Nazionale dei Cammini. Sul territorio nazionale sono più di 6.500 i km di percorsi naturalistici, culturali e spirituali per scoprire antichi conventi, nature intatte. Tutti da attraversare all’insegna del viaggiare lento, dello slow travel. Nell’anno del Giubileo, il principale itinerario culturale e spirituale italiano sta registrando un vero boom. La Via Francigena, nome che significa “proveniente dalla Francia”, è un percorso antichissimo che dà i suoi primi segni di esistenza molti secoli fa. Nel 990 circa, fu percorsa per intero da Sigerico, arcivescovo di Canterbury, città dalla quale partì, al km 0, per arrivare a Roma, dal Papa. Nell’occasione, scrisse un diario di viaggio, “Itinerario di Sigerico”, la prima e più antica guida del percorso, con consigli sui monasteri e i luoghi da visitare. Ora, a più di mille anni di distanza, le cose sono ben cambiate, ora il pellegrino viaggia con la app. Sì, al viaggiatore che decide di affrontare la Francigena, che con i suoi 850 km è la rete ciclabile più lunga in Italia, il consiglio è di scaricare dal proprio smartphone la app SloWays, perfetta per scoprire
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quali siano i punti culturali/religiosi di maggior interesse, dove le strutture per alloggiare o quali specialità gastronomiche la zona che si sta attraversando offre (per scaricare un’app bisogna configurare un account Google con un indirizzo email Google, gmail o un hosting, associato al cellulare o al tablet e poter così utilizzare Google Play Store; qui toccare l’app desiderata per selezionarla. Si apre la schermata coi dettagli, dunque toccare il pulsante “Scarica”; toccare “Accetta e scarica” per accettare le autorizzazioni dell’app che inizierà così il download). Ma il servizio migliore che offre la app è il poter localizzare sempre la propria posizione e la distanza che c’è per arrivare al luogo dove ci si prefissati, regione per 118
regione, con segnalato il grado di difficoltà del percorso. E, per chi vuol saperne di più, alla voce “Categorie”, l’app indica anche libri sulla Francigena, concerti, mostre e festival che si incontrano strada facendo. Ma l’ambizione sul percorso ciclabile c’è, ed è quello di allungarlo dagli attuali 850 ai prossimi1.000 km, con l’installazione di 3.000 segnavia bianchi e rossi a indicare la “retta via” che dal Colle del Gran San Bernardo, Alpi, porti fino a Roma attraversando Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Liguria, Toscana e, finalmente, Lazio, la finish line del nostro viaggiatore. Tale ambizione ha un costo e per questo è in atto una campagna per un finanziamento collettivo, crow-
francigina norD roma
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funding (www.eppela.com). Ogni tappa ha la sua bellezza, la sua specialità: tra le più spettacolari in Val d’Aosta è quella da Aosta a Verres lungo il fiume Dora o, tra Vercelli e Mortara, lungo gli argini del Sesia. Ma per saperne di più il consiglio è di visitare il sito viafrancigena.bike dove in home page, tra le varie, si può cliccare alla voce “L’itinerario della Via Francigena in bici” dove, tappa per tappa, vengono indicate
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le cose da vedere, il tipo di territorio che si va ad attraversare, le difficoltà e gli eventuali punti ristoro con spiegata la situazione acqua (se si trova e dove). Con la possibilità di scaricare le mappe, è un’ottima guida per i viaggiatori italiani e stranieri, ma anche un aiuto ai paesi locali che possono così avere beneficio dal turismo itinerante ed ecosostenibile. Ci sono poi le Vie Francigene del
Sud, un fascio di vie e sentieri che uniscono l’Occidente con l’Oriente in quanto da Roma proseguono verso Sud, nel Meridione d’Italia, in particolare in Puglia, proseguendo fino a Brindisi per poi arrivare in Terra Santa, a Gerusalemme. Un itinerario su antichi tratturi della transumanza attraversando paesaggi collinari alternati a quelli montuosi incontrando antiche chiese e santuari. E’ possibile avere ospitalità
nei conventi o in agriturismi e, sorprendentemente, si possono visitare città d’arte poco conosciute come Troia e Lucera, veri patrimoni culturali; come pure attraversare percorsi ricchi di storia e fascino come le vie Appia e Traiana, la via Micaelica, la via Litoranea, la Via Herculea, la via Calabra, la Leucadense e l’Itinerario Burdigalense, verso la via Egnatia, e raggiungere poi attraversando il Mediterraneo Gerusalemme.
CREDENZIALE E TESTIMONIUM
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ricordo del proprio viaggio culturale, spirituale o sportivo che sia, la credenziale sta a testimoniare l’esperienza; è, infatti, una sorta di “carta d’identità”, un documento che attesta che si sta svolgendo un pellegrinaggio verso un luogo di culto. Tenendola sempre con sé, si può usufruire delle strutture di accoglienza e si potrà richiedere, in ogni luogo, l’apposizione di un timbro che testimonierà i luoghi attraversati lungo il cammino. Alla fine, chi volesse, potrà ottenere il Testimonium, cioè l’attestato che viene rilasciato al termine del pellegrinaggio dal santuario che è la meta; ad esempio, a Roma il testimonium viene rilasciato all’interno della Basilica di San Pietro, nella zona della Sacrestia. Fino al 20 novembre di quest’anno, data ufficiale della conclusione dell’Anno Santo, tanti saranno i turisti che attraverseranno le affascinanti Vie Francigene per uno straordinario viaggio in Italia.
francigena roma - brindisi
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Itinerario Green: DALLA VAL TREBBIA AL PARCO DEL MONTE ANTOLA di Vittorio Giannella
QUANDO LA STORIA È SLOW
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con la pe u g eot 5 0 8 r x h
In una valle affascinante lungo il Trebbia, uno dei fiumi più puliti d’Italia, con un’eccellente auto ibrida rispettosa dell’ambiente, per attraversare luoghi ricchi di storia ed arrivare al parco del Monte Antola
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’itinerario da noi proposto ha inizio dall’uscita della tangenziale di Piacenza, presa, uscendo da chi proviene dall’autostrada A1 a Piacenza Sud, seguendo poi l’indicazione Bobbio-Genova Statale 45. Il percorso lo abbiamo realizzato con un’ auto potente ma silenziosa, rispettosa dell’ambiente perché ibrida e con bassissime emissioni di CO2: la Peugeot 508 RXH. Questo gioiello del Leone è realizzato con una tecnologia di ultima generazione, con prestazioni di
alto rango: grazie a due motori, uno diesel ed uno elettrico, è possibile viaggiare a zero emissioni in città o a bassi consumi in autostrada. I 200 cavalli di potenza complessivi rispondono prontamente ai comandi, nonostante la massa sia importante, e sono docili a mordere l’asfalto delle strade tortuose della Val Trebbia, spesso a tratti misti per i numerosi piccoli smottamenti che, per alcuni tratti, costringono a qualche metro di sterrato e pietrisco ma grazie alla trazione integrale le difficoltà vengono meno.
Altopiano con la Pietra Parcellara
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W EE K EN D in - V al T rebbia 1° giorno Costeggiamo da subito l’ampio letto alluvionale del Trebbia che irriga i vasti campi di agricoltura intensiva tipica della bassa pianura piacentina, inoltrandosi dopo qualche chilometro in un’ampia valle e, con piccole deviazioni, su ampi balconi panoramici naturali. Già a pochi chilometri all’altezza di Niviano svoltiamo a sinistra seguendo le indicazioni per Vigolzone - Grazzano Visconti, il castello dove il noto regista Luchino Visconti ha passato gran parte della sua infanzia, appartenendo alla sua famiglia da secoli. Una pausa per ammirare lo splendido giardino
all’italiana (entrata a pagamento), all’interno della possente struttura difensiva, comprare qualche oggetto nelle varie botteghe artigiane e mangiare in un’osteria tipica i salumi nobili di queste terre: coppa, Strolghino, culatello, accompagnati con un ottimo vino gutturnio del posto. Ripresa la nostra auto ibrida si imbocca di nuovo la SS 45 per Bobbio e dopo 13 chilometri si svolta a destra seguendo le indicazioni per il borgo di Travo. Qui un ponte, da poco consolidato dopo la terribile alluvione di settembre scorso, (attenzione all’autovelox posto all’entrata del borgo) attraversa il largo letto alluvionale del fiume Trebbia che sfiora le mura del castello di Anguissola e della chiesa. 124
Castello di Grazzano Visconti La Peugeot 508 RXH 4 sul ponte nel borgo di Travo
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Chiesa di San Colombano a Bobbio
Proseguendo per Bobbiano la strada comincia a inerpicarsi con curve panoramiche che tagliano ampi campi di grano e macchie di boschi. Sulla sinistra sbuca il monolito di Pietra Perduca con alla sommità una minuscola chiesetta dedicata a S. Anna risalente al X sec. Si raggiunge con una passeggiata facile, lasciando l’auto in uno spiazzo della strada. Dalla sommità del monolito, bucato in più parti dai monaci per la raccolta dell’acqua piovana, la vista è incomparabile; tutta la cerchia delle
Ponte Gobbo, o ponte del Diavolo, di Bobbio 126
Alpi ancora innevate di fronte: a destra la valle del Trebbia fino a Piacenza, alle spalle l’Appennino con le cime arrotondate e boscoso. Luoghi questi, che non conoscono il turismo di massa che si concentra in territori limitati, affollati, il valore aggiunto di questi itinerari poco battuti, scenografici, ricchi di fascino per il loro silenzio. Come il motore elettrico della Peugeot 508 RXH da 37 CV che muove le ruote posteriori (il sistema si chiama HYbrid4), insieme o alternato al motore diesel, ma as-
Fioritura nel Parco Monte Antola
solutamente impercettibile al guidatore, scelta che consente di contenere i consumi permettendo prestazioni da “ammiraglia”. L’allestimento è studiato in modo che tutte le funzioni siano sempre sott’occhio, eccezionale anche la funzione “automatica” che delega al computer di bordo la gestione delle funzioni principali. Ultime curve per salire ai 700 metri dell’altipiano di Termine Grosso, da dove appare in tutta la sua imponenza e forma particolare la Pietra Parcellara, 836 metri di ofioliti,
giù la valle Luretta e il vallone di Bobbiano. Quassù il vento non incontra ostacoli, gli steli d’erba ancora secchi piegandosi ne indicano la direzione, davvero un posto inconsueto, che non ti aspetti a un’ora dalla metropoli, dove è bello perdersi per poi ritrovarsi seduti in una vecchia locanda a gustarsi prelibatezze della cucina locale. Da qui iniziamo la discesa verso Bobbio, attraversando piccole frazioni dove il tempo è ancora scandito dalle campane delle piccole chiese, e nell’aria l’odore
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predominante di fumo degli stocchi di legno che bruciano nelle stufe. Si riprende la SS45 a Mezzano Scotti e Bobbio è li a tre chilometri. Tra i paesi più belli d’Italia, Bobbio fu fondato dal monaco irlandese Colombano nel 614 quando giunse qui accompagnato dai suoi discepoli. Un vasto territorio gli fu donato dal re longobardo Agilulfo, e da qui passava l’importante via del sale che congiungeva le due coste, adriatica e ligure. Un anno dopo, nel 615, stanco, vecchio e ammalato Colombano, diventato poi santo, morì e qui è rimasta la sua tomba nella splendida abbazia a lui dedicata. Ma il simbolo del paese è il ponte Gobbo o del diavolo, completamente in pietra che con 11 arcate attraversa il Trebbia. Un itinerario questo proposto, da fare e gustarsi pian piano senza guardare l’orologio, utilizzando l’auto, magari con attenzione ecologica. A questo riguardo la Peugeot 508 RXH ha una manopola che, semplicemente ruotandola, fa cambiare le modalità di guida: Auto, Sport, 4x4, e ZEV. In tutti i casi il motore termico diesel 2.0 HDi saprà adattarsi a qualsiasi percorso ma soprattutto ad emissioni dichiarate di 108g/Km di CO2. Riprendiamo la SS 45 direzione Genova.
Peugeot 508 RXH 4
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a casa del “Leone” è stata una delle prime a puntare sull’elettrico e lo ha fatto abbinando un motore diesel, diminuendo ulteriormente consumi ed emissioni grazie alla tecnologia HYbrid4. Così è nata la 508 RXH, station wagon con assetto rialzato in grado di compiere lunghi viaggi senza troppe soste dal benzinaio. Ha una linea personale: subito in evidenza la calandra, con i fari full LED che oltre ad essere funzionali le donano una certa grinta. Gli interni sono ricercati e di alta gamma grazie a selleria in pelle, finiture di alto pregio, abitacolo accogliente e ben insonorizzato, il baule è piuttosto capiente. L’assetto risulta sempre stabile e le sospensioni assorbono qualsiasi tipo di asperità, nelle manovre intervengono quattro sensori sonori più una telecamera in fase di retromarcia, un valore aggiunto in termini di sicurezza. Il sistema di infotainment con schermo touchscreen da 7” offre ampia connettività grazie a Bluetooth ed Internet. Offre 4 modalità di guida per adattarsi alle esigenze: da quella che lascia al computer gestire il tutto (Auto) a quella che permette di far funzionare il solo motore elettrico (ZEV), ideale per la città. E sempre si potrà avere la trazione giusta per affrontare
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2° giorno La strada ampia e ben tenuta segue l’andamento del fiume che qui, a San Salvatore diventa particolarmente zigzagante. Il fiume deve superare pareti di rocce a libro, calcaree, interessanti dal punto di vista geologico, giù le acque scorrono veloci e spumeggianti, adatte per amanti del canotaggio e a Marsaglia, paese del medio corso, si trovano strutture per chi pratica questo sport. Un angolo suggestivo dove dissetarsi grazie a varie fontanelle di acqua sorgiva. Appena superato il paese di Marsaglia deviamo di tre chilometri per visitare il borgo di Brugnello, a picco su un’ansa del fiume, con le quattro case in pietra tutte raccolta attorno alla chiesetta, decorate da artisti e scultori. Qui ci si rende conto che tutti i luoghi sono belli, con le loro caratteristiche e storie, e lo diventano ancor di più quando ci rechiamo di persona a conoscerle a passo lento. Il parcheggio è piccolo ma la Peugeot 508 RXH è dotata di sensori e telecamere per evitare i piccoli urti. Tappa successiva da raggiungere è il passo del Romano, nel parco regionale del monte Antola, in Liguria, che fa da spartiacque tra il Piemonte e l’Emilia, a quota 1400 metri. La strada segue fedelmente
Cilindrata cm3: 1997 Potenza massima kW (CV)/giri: 200/3850 (163 CV motore termico + 37 CV motore elettrico) Coppia max Nm/giri: 300/1750 Emissioni di CO2 g/km: 108 Trazione: Integrale 213 Velocità massima (km/h): Accelerazione: 0-100 km/h (s): 8,8 Consumo medio (km/l): 21,7 Lunghezza/larghezza/altezza (cm): 483/187/152 Passo (cm): 282 Peso in ordine di marcia (kg): 1770 qualsiasi tipo di strada si pari davanti. Il cambio robotizzato a sei marce ETG6 permette di non stancarsi mai ed interpreta quale marcia sia meglio usare in ogni condizione.
LA COMPAGNA DI VIAGGIO
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DOVE DORMIRE
DOVE mangiare
Relais Colombara da poco aperto a Pigazzano di Travo. www.relaiscolombara.it tel. 0523 95 2146
Ristorante Piacentino a Bobbio Ottimi piatti del territorio Tel. 0523 936266 Locanda rifugio Casa del Romano a 1400 metri d altezza Si raggiunge in auto. Ottimi i piatti di cacciagione e funghi. Tel 010 95946
il corso del Trebbia e a Gorreto l’Emilia lascia il posto alla Liguria. Una breve fermata al paese di Montebruno per dare un’occhiata al ponte romano poi una salita ripida tra faggete stupende ci porta dai 600 metri ai 1400 del rifugio sovrastato, dall’osservatorio astronomico costruito pochi anni fa. Il traffico è del tutto assente e qui, con i numerosi branchi di daini che pascolano nelle radure vicino alla strada è stupendo provare l’opzione ZEV della 508 RXH, ruotando la manopola. Si possono percorrere 4 chilometri ma col solo ausilio del motore elettrico; vuol dire sfilare nel bosco con i finestrini aperti
e vedere gli animali senza disturbarli minimamente, nel silenzio assoluto. Superbe. E tutto questo seduti in un crossover con trazione integrale e col comfort di un salotto. Negli ultimi metri prima di raggiungere il passo la strada sembra finire in cielo. Siamo al culmine del nostro itinerario. Una pausa per assaporare gli ottimi salumi e formaggi del rifugio, con i taglierini al sugo di cinghiale o funghi porcini, rigorosamente a Km O. Più green di così! Per tornare a Milano proseguire per Cabella Ligure e immettersi dopo qualche chilometro sulla A7 che ci riporterà in città.
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