m u i Prem
giugno 2019
I “WEEKEND CON GUSTO” DELL’ESTATE
Weekend Sport con la Bentley Continental
pensieri on the road
In scena a Bellaria-Igea Marina, nella Romagna segreta Personaggi: la lettrice star della lirica, il sindaco sornione, la giornalista di RMC e il direttore che non crede
di Raffaele d’Argenzio
È
cominciato tutto tre anni fa (quattro?), quando una lettrice di WEEKEND PREMIUM mi scrisse dicendo che non riusciva a trovare il nuovo numero della rivista nella sua edicola, e non voleva perderlo. Si chiamava Nadia Rossi. Le risposi che sul sito poteva leggere la versione digitale e pensavo d’aver risolto. Ma Nadia Rossi insisteva, voleva la copia cartacea, perchè le conservava tutte... le servivano per poter scegliere velocemente i weekend da passare con il suo bambino e suo marito. Lei era spesso lontano e voleva vivere i weekend con loro nel modo migliore... Mi incuriosii e stavolta fui io a chiedere cosa facesse... “Sono una cantante lirica e ho varie tournèe”, rispose. Mi diede un indirizzo, una strada, una città: Bellaria-Igea Marina. Dopo tre anni (quattro?), sono arrivato a Bellaria-Igea Marina alla scoperta di una Romagna segreta, preziosa, che viene troppo spessa dimenticata (servizio in questo stesso numero). E fra le sue preziosità ho scoperto la Torre Saracena con la collezione di conchiglie da tutto il mondo, la Casa Rossa di Panzini, la barca Teresina. Ma Rossella, collega milanese di RMC, mi ha sussurrato: “E poi di prezioso c’è Gladys, una soprano eccezionale che terrà un concerto il 22 agosto, proprio qui a Bellaria, che è la sua città…” Un ricordo improvviso, come un sasso che allarga cerchi nella memoria… anche io conoscevo una cantate lirica di Bellaria… la nostra lettrice, il nome? Mi pare Nadia…sì, Nadia Rossi. Ne parlo con Laura che ci guida nel tour: “... Mi piacerebbe conoscere quella lettrice cui piace la rivista di carta, perchè dice che di carta è un’altra cosa, perchè le conserva… vorrei dirle grazie, grazie per dare un senso al nostro lavoro, al costo della rivista cartacea, all’odore della carta stampata, alla carezza della carta bella da toccare”. Volevo dirle grazie, ma chi conosce Nadia Rossi? La cantante lirica, star di Bellaria, era Gladys… Ultimo giorno a Bellaria, pranzo di passatelli e pesce all’Hotel Ermitage, uno dei migliori, il sindaco uscente Enzo Ceccarelli (dopo due mandati non può ricandidarsi) ci saluta, brindisi e abbracci... e poi Rossella-RMC mi scuote: “... è arrivata GLADYS, è arrivata per te… è lei Nadia Gladys Rossi, la tua lettrice!” Lei, che ha cantato in tutto il mondo, con Josè Carreras e Placido Domingo, lei la star... è apparsa fra noi bruna come Carmen, intensa come Violetta, spumeggiante come Musetta nella Boheme. Avere una lettrice così è un’emozione enorme per un direttore! E mi guardavo intorno e non credevo che stesse accadendo: come è successo? Perchè, percome? E per un atttimo, PER UNA VOLTA, ho volato, la mia anima ha volato. Che grande regalo. Il sindaco uscente Enzo Ceccarelli sorrideva sornione. Era stato lui a capire che Nadia e Gladys erano la stessa persona, lui che l’aveva rintracciata e le aveva chiesto di venire. E lei era venuta, a conoscere l’anziano direttore della rivista che legge, che non butta, che raccoglie, di cui accarezza le pagine. Io che l’abbraccio, lei che canta, il sindaco che sorride. Ci sono anche belle cose che capitano nella vita, come un regalo che non ti aspetti. Un regalo non comprato, non conquistato... un regalo che non devi ricambiare... senza partita doppia... e se i conti non tornano chi se ne frega... i veri regali sono fuori dalle righe... arrivano senza un perché... fiori di cactus che devi cogliere senza chiederti perché sono nati nella roccia arida, perché sono sbocciati nel sole afoso... I regali non devono avere un perché, i veri regali non si comprano... arrivano e basta. Grazie Gladys.
ENZO CECCARELLI, il sindaco (uscente) sornione
ROSSELLA, la collega milanese di RMC, organizzatrice del press-tour
GLADYS ROSSI, la soprano star, e il direttore che non crede
per una volta
barcellona, il sogno catturato
VEDERE PER UNA VOLTA LA PARTITA DEL BARCELLONA, AVERE LA MAGLIA FIRMATA DA MESSI, VISITARE LA SAGRADA FAMILIA, IL CASTELLO DI MONTJUIC E LE ALTRE BELLEZZE DI BARCELLONA: UN WEEKEND COSÌ ERA IL SOGNO DI JACOPO. E PER UNA VOLTA HA CATTURATO IL SUO SOGNO, LO HA REALIZZATO di Jacopo Marotta Allo stadio Nou Camp, con maglia firmata da Messi
Con mamma e sorellina al Castello di Montjuic
B
arcellona è sempre stata per me una città affascinante, sarà per i racconti sentiti da amici e per le immagini viste su riviste, sarà per il fatto che Messi, uno dei migliori calciatori al mondo, giochi proprio in questa squadra, sta di fatto che un mio desiderio era proprio quello di girare per la città rubando attimi di vita degli spagnoli, assaggiare quello che mangiano loro e tifare per la loro squadra… ebbene, grazie a Weekend Premium; il mio sogno si è realizzato: ho trascorso tre giorni e due notti in questa affascinante città con la mia famiglia. Il mio viaggio è iniziato sabato a Malpensa, dopo un’ora e mezza di volo sono atterrato e un autista ha accompagnato me e mio papà al Nou Camp a vedere il derby Barcellona/Espaniol. Lì mi aspettava una sorpresa: la maglia autografata di Messi.
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con JACOPO
Da quel momento è iniziato un viaggio organizzato nei minimi particolari…l’hotel a 4 stelle vicino alla stazione era spaziale nel vero senso della parola, il bus turistico con tre itinerari per accompagnarti in giro per la città, le mete suddivise in base ai giorni e pensate apposta per me. Tra le più belle consiglierei: i giochi delle fontane alla sera con musica e luci, la passeggiata lungo la Rambla con negozi e ristoranti, il Castello di Montjuic molto curato e visitabile quasi nella sua totalità: si può raggiungere sia a piedi che con una funicolare. Per accontentare anche la mia sorellina, siamo stati anche all’acquario, dove si possono osservare molte specie di pesci ma soprattutto passare sotto un tunnel d’acqua con gli squali che nuotano sopra la tua testa. Park Guell e la casa di Gaudi’, la Pedre-
ra, il Museo di Picasso con parte delle sue opere e per ultima, ma non per importanza, la Sagrada Familia con l’audioguida, una costruzione imponente con un significato davvero unico. A Bercellona il cibo è ottimo, abbiamo potuto assaggiare una paella di pesce accompagnata da sangria, ma, personalmente, ho trovato squisita la carne. Per curiosità ho assaggiato anche la pizza: direi discreta. L’utilizzo del bus turistico ti permette davvero di vedere molti monumenti, anche se, a Barcellona, i taxi sono comodi ed economici. Ringrazio nuovamente la rivista Weekend Premium per il regalo fattomi e per l’accuratezza di ogni minimo particolare. Barcellona è davvero una meta che va vista almeno “PER UNA VOLTA!”. Jacopo
Paella Sagrada Familia
Siamo noi a ringraziare te Jacopo per essere stato il nostro più giovane inviato speciale, che ha scritto l’articolo e fatto le foto. Ma grazie soprattutto per averci permesso di catturare un tuo sogno e di realizzarlo. Un Weekend di sollievo nella tua difficoltosa giovane vita. La redazione p.s. Un ringraziamento speciale va a Maite Vicente de Juan, dell’ufficio Turismo Spagnolo in Italia, che ci ha aiutati a catturare il sogno del giovanissimo Jacopo. 7
weekend premium
Marettimo (Isole Egadi)
Marettimo: Punta Libeccio
le tendenze per Isola dei Conigli, Lampedusa
Isola d’Elba: le miniere (foto Roberto Ridi)
Buon cibo, divertimento senza eccessi e relax. Sono le tendenze per l’estate 2019, anno del turismo lento. Ed ecco allora le mete che noi di Weekend Premium abbiamo selezionato per voi, all’insegna di una piacevole vacanza non banale e come sempre green e sostenibile.
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artiamo dal mare Italia. Ignoriamo per una volta le diverse bandiere ( blu, gialle...), le classifiche a dire il vero un po’ ripetitive e cerchiamoci la nostra isola, per farci avvolgere dalle acque del mare. Iniziamo da quelle più lontane, protese verso la vicina costa tunisina. Marettimo è un piccolo gioiello, facilmente accessibile nell’arcipelago delle Egadi. Nessuna auto, i ricchi piatti della cucina di mare a base di pesce freschissimo in tavola, sane passeggiate tra spiaggette e castelli, incantevoli gelati al gelsomino e un mare da sogno non deluderanno nessuno. Passiamo poi a Lampedusa con la super gettonata Spiaggia dei Conigli, ritenuta una tra le più belle del pianeta, dalla sabbia dorata e l’acqua cristallina, tanto cara alle tartarughe Caretta caretta che qui approdano ogni anno per depositare le uova. Un lembo di terra selvaggia, adatta a una vacanza senza fronzoli, dove scoprire il piacere dei sapori della cucina isolana, ovvia-
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mente a base di pesce appena pescato. Ma anche un’isola che invita a comprendere il tema delle grande migrazioni di questo millennio. Per un’esperienza veramente rilassante e comoda c’è invece l’isola d’Elba, dove è possibile alternare le giornate in spiaggia a escursioni a piedi, in bici, con trenino e a dorso d’asino alle antiche miniere ferrose, ai vecchi cantieri di lavoro e ai musei dedicati all’attività estrattiva. Senza ovviamente dimenticare la coraggiosa viticultura di mare, da scoprire in luoghi affascinanti e insoliti come la Tenuta delle Ripalte, luogo particolarissimo, probabilmente unico in Italia, situato nella costa sud-est dell’isola. E se al mare preferissimo i monti? Beh allora possiamo avventuraci lungo la Via Spluga, un sentiero escursionistico-culturale nelle Alpi occidentali molto meno affollato di altri cammini ben più gettonati. Collega Thusis, in Svizzera, a Chiavenna, in Italia,
Via Spluga
weekend premium
di Giuseppe Ortolano
l’estate Vette d’Artificio
(foto Giancarlo Perazzoli)
Fermo
è lungo circa 65km e attraversa un paesaggio suggestivo, tra borghi storici e profonde gole, seguendo sentieri, mulattiere e stradine che un tempo venivano percorsi da pellegrini e mercanti. Cercate invece una vacanza rilassante? Ecco i masi Gallo Rosso tra i monti dell’Alto Adige, in molti dei quali si utilizza da secoli il legno di cirmolo, che possiede delle virtù benefiche per la salute e il benessere, per arredare le stanze. Senza dimenticare la grappa Knöspele, che al cirmolo abbina la mela. Per una sano divertimento in quota tante le rassegne musicali di qualità, dai Suoni delle Dolomiti, tra i monti del Trentino, alle Vette d’Artificio nelle Alpi Piemontesi, prima ed unica rassegna di spettacoli piromusicali in alta quota d’Italia. Poi c’è l’Italia ingiustamente definita minore. Come il verde Molise, con le sue lunghe spiagge di sabbia finissima, come quella di Petacciano, e la natura severa del Matese. E alla Fattoria di Vaira, una manciata di chilometri dalla costa, si scopre la buona
e sana agricoltura biodinamica e la cucina vegetariana di qualità. Delle vicine Marche va scoperto l’affascinante entroterra. Due mete da non perdere? Fermo, con la rinascimentale Piazza del Popolo, il cinquecentesco Palazzo dei Priori e le numerose trattorie che si affacciano sui vicoli del centro storico. E poi Ripatransone, il belvedere del Piceno, dove ammirare tra le altre cose il vicolo più stretto d’Italia. La nostra penisola vi sta stretta, ma non volete andare troppo lontano? Tre le mete che vi suggeriamo. Il tranquillo Portogallo, dove crogiolarsi al sole della Praia da Falesia, sul mare dell’Algarve; farsi incantare dal fascino di Lisbona o inebriare dai vapori alcolici delle cantine di Porto. Per i mistici c’è invece la regione austriaca del Kufsteinerland dove dall’anno 1623 gli abitanti del paese di Erl (circa 600) recitano ogni sei anni i Passionsspiele, che mettono in risalto la drammaticità della Passione di Cristo. 9
Passionsspiele
weekend premium
Fête des Vignerons, Vevey (Svizzera)
E il rito si ripete quest’anno, fino ad ottobre, abbinato a golosissime cene segrete, dal menu tutto da scoprire. Altro appuntamento da non perdere è la Fête des Vignerons a Vevey, in Svizzera. Una tradizione unica al mondo, pluricentenaria e molto partecipata che si ripete ogni 25 anni ed è stata inserita nella lista del patrimonio culturale immateriale UNESCO. Protagonisti i vigneti del Lavaux e la rappresentazione teatrale con 5500 figuranti e la tradizionale incoronazione dei viticoltori più meritevoli. Le ultime dritte sulle tendenze estive sono riservate a chi ha voglia di affrontare lunghi viaggi. In America Latina fate rotta verso Cuba, il calore del suo popolo, l’incanto dell’Havana coloniale e le sue spiagge non deludono mai. In Asia vale invece la pena scoprire il fascino contraddittorio del Giappone, perennemente sospeso tra futuro e tradizione, da Tokyo a Kyoto. 10
per saperne di più Isola di Marettimo: www.marettimo.tp.it Isola di Lampedusa: www.marettimo.tp.it Isola d’Elba: www.visitelba.info - www.tenutadelleripalte.it Via Spluga: www.viaspluga.com Masi Gallo Rosso: www.gallorosso.it Suoni delle Dolomiti: www.isuonidelledolomiti.it Vette d’Artificio: http://vettedartificio.it Molise: www.regione.molise.it/turismo - www.fattoriadivaira.it Marche: www.turismo.marche.it Portogallo: www.visitportugal.com Kufsteinerland (Austria): www.kufstein.com Vevey (Svizzera): www.fetedesvignerons.ch Cuba: www.cuba-si.it Giappone: www.turismo-giappone.it
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La rete delle strade a tema La rete delle strade a tema raggruppa 50 strade a tema. Si tratta delle colonne portanti per il GRAND TOUR, una fonte d’ispirazione per viaggi turistici in Germania in auto, in camper o con la moto. La rete si snoda lungo gli itinerari più belli, porta a destinazioni elette e alle più significative attrazioni turistiche; rende la Germania piacevolmente viva all’insegna del motto “Slow Travel”. Il nostro portale FERIENSTRASSEN.INFO, il nostro travel planner DREAMANGO, la nostra App fornita di una funzione unica di navigazione e la nostra guida, sono fonti d’ispirazione, sostegni per la pianificazione e la navigazione sia per brevi escursioni, che per viaggi turistici pretenziosi in auto, in camper o in moto lungo gli itinerari della rete delle strade a tema. Ulteriori informazioni: www.ferienstrassen.info
Palermo
weekend premium
le Tendenze per il prossimo autunno Quando le giornate si accorciano, i colori diventano più tenui e la natura perde la sua irruenza estiva capiamo che è arrivato l’autunno. La stagione giusta per gironzolare tra borghi e città d’arte, per farsi ammaliare da saperi e sapori. Le mete giuste? In Italia sicuramente il Monferrato, con i suoi vigneti, le cantine dove il mosto inizia a trasformarsi in vino, le antiche distillerie da visitare, come le Berta a Mombaruzzo, o i luoghi, come il Boscareto di Serralunga d’Alba dove la cucina diventa poesia e dialoga con il territorio circostante. All’altra estremità del paese Monferrato
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c’è la rinata – turisticamente – Palermo, dove culture, religioni e architetture s’incontrano in un armonioso concerto di splendori che si combinano con i piaceri di un’enogastronomia che solo a raccontarla incanta. Uscendo dai confini italici ecco Inssbruck, la capitale della Alpi austriache dove, tra dolci pasticcerie e panorami autunnali, si celebrano i 500 anni della morte di Massimiliano I d’Asburgo, l’imperatore che segnò il passaggio dall’alto medioevo al rinascimento. Poi c’è la Germania che celebra i 100 anni dalla nascita del movimento Bauhaus, con mostre, nuovi musei ed eventi da Weimar a Dessau. Un’occasione per lasciarsi ingolosire da un’enogastronomia ancora capace di riservare inaspettate sorprese, a partire dai profumati vini. Inssbruck
poesia
quando fotografia fa rima con poesia
TANTE POESIE SONO STATE ISPIRATE DA LUOGHI, E TANTI LUOGHI SONO STATI RESI FAMOSI DA POESIE DI GRANDI POETI, CHE NE SAPEVANO COGLIERE LA BELLEZZA E LA MAGIA
“La poesia è una lettera d’amore indirizzata al mondo”
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Charlie Chaplin
oltanto la poesia – l’ho imparato terribilmente, lo so – può recuperare l’uomo”: ne era convinto Giuseppe Ungaretti e ne sono convinti i saggi dell’UNESCO che, in concomitanza con ogni 21 marzo, primo giorno di primavera, hanno istituito la Giornata mondiale della poesia. A prescindere dalla lingua originale del poeta, i versi diventano così un vero e proprio patrimonio dell’Umanità. Un gioco, così è iniziata questa mia ricerca fotografica che mi ha appassionato, tanto da portarmi in luoghi straordinari con un unico obiettivo: sposare la forza rappresentativa della fotografia con quella evocativa delle parole. Eugenio Montale, Giacomo Leopardi, Pablo Neruda, e poi ancora Emily Dickinson e William B.Yeats, tanto per fare qualche nome. Atmosfere, luci, paesaggi che hanno affascinato e ispirato rime indimenticabili, vedere questi luoghi con i loro occhi, grazie alle loro parole. Con queste foto vorrei dare luce alle loro parole, un umile tentativo di cogliere con l’obiettivo attimi di questi luoghi con gli occhi della poesia. Vittorio Giannella, fotografo 14
Le impressionanti cime delle Dolomiti di San Martino di Castrozza viste da Passo Rolle, con i boschi di larici infiammati dall’autunno. Riconosciute tra le montagne più belle del mondo, le Dolomiti sono state dichiarate patrimonio mondiale dell’umanità, proprio per la loro conformazione e storia geologica, un tempo barriere coralline sottomarine.
Intanto sulle alte crode giungono i primi raggi di sole. Adesso Barnabo vede le montagne. Non assomigliano veramente a torri, non a castelli nè a chiese in rovina, ma solo a se stesse, così come sono, con le frane bianche, le fessure, le cenge ghiaiose, gli spigoli senza fine a strapiombo fuori nel vuoto da “Barnabo delle montagne” di Dino Buzzati
Girasoli coltivati in Val d’Orcia (SI), sito UNESCO che comprende comuni tra i più belli d’Italia come Montalcino, Pienza,, S. Quirico. Un lembo di Toscana scelto da molti registi come location per molti film.
Portami il girasole ch’io lo trapianti nel mio terreno bruciato dal salino, e mostri tutto il giorno agli azzurri specchianti del cielo l’ansietà del volto giallino. Portami tu la pianta che conduce dove sorgono bionde trasparenze e vapora la vita quale essenza; portami il girasole impazzito di luce. Da “Ossi di seppia” di Eugenio Montale
Paesaggio nei dintorni di Aliano, in Basilicata, luogo di confino di Carlo Levi, autore del libro “Cristo si è fermato a Eboli”. Un pezzo di Basilicata caratterizzato da terre ondulate e calanchive, terre che scivolano, dilavate dalle piogge che le fanno assomigliare a paesaggi lunari.
Io non ho bisogno di denaro ho bisogno di sentimenti di parole… di fiori detti pensieri di rose dette presenze… di stelle che mormorino all’orecchio degli amanti. Ho bisogno di poesia questa magia che brucia la pesantezza delle parole che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.
Nascondi le cose lontane, tu nebbia impalpabile e scialba, tu fumo che ancora rampolli su l’alba… Nascondi le cose lontane, nascondile, involale al volo del cuore! da “Nebbia” di Giovanni Pascoli
Un angolo di Toscana dove ha vissuto Giovanni Pascoli, uno dei poeti più importanti del ‘900, che definiva questo luogo “la valle del bello e del buono”. Qui a Castelvecchio di Barga, Pascoli trovò il suo cantuccio a lungo cercato che lo ispirò per alcune sue indimenticabili poesie. 15
Orme sulla spiaggia di Isla Negra, luogo preferito dal poeta cileno, premio Nobel per la Letteratura nel 1971, Pablo Neruda. Qui costruì una casa a picco sull’oceano Pacifico tra agavi e casuarine, una casa particolare con diverse collezioni: tra queste, quella di antiche polene. Neruda aveva diverse case sparse per il mondo ma Isla Negra diventò il suo buen retiro negli ultimi anni della sua vita in compagnia della terza moglie, Matilde Urrutia.
Violenta libecciata sulla spiaggia di Monterosso a mare, luogo prediletto per le sue vacanze del premio Nobel per la Letteratura Eugenio Montale. Dalla sua casa tra le palme, guardava il mare e la costa frastagliata delle Cinque Terre, oggi parco nazionale,da cui trarre ispirazione per le sue rime indimenticabili.
Atmosfera da “Signori degli anelli “ in bosco sulle Alpi. Una cascata cadendo da grande altezza nebulizza l’acqua mettendo a nudo le radici di diversi larici.
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I miei piedi voglion seguire la traccia sua, perché la traccia sua sia la mia, perché concluda dove io concluda e sia la mia allegria la sua allegria. “Laus Deo” di Pablo Neruda
Rombando s’ingolfava dentro l’arcuata ripa un mare pulsante, sbarrato da solchi, cresputo, fioccoso di spume: Di contro alla foce d’un torrente che traboccava il flutto ingialliva. Giravano al largo i grovigli dell’allighe e tronchi d’alberi alla deriva “Fine dell’infanzia” di Eugenio Montale
Gli alberi sono santuari, chi sa parlare con loro, chi sa ascoltarli, conosce la verità. Tra le loro fronde stormisce il vento, le loro radici riposano nell’infinito, ma esse non vi si smarriscono Hermann Hesse
Il deserto è sovrano… Anche se troppi uomini oramai, vi si precipitano senza aver imparato a rispettarlo. Ci sono cose che un essere ben educato non farà mai in una chiesa, in una sinagoga, in un tempio od in una moschea. Il deserto è la stessa cosa: bisogna entrarci in punta di piedi. Milan Kundera
Dal mare tutto accogliendo e magnificando, io reco, un pugno di detriti, alghe e conchiglie. O minute conchiglie, relitti emersi sulla riva dall’abisso, circonvolute…
Ora mi trovo atterrito dalla Terra, così calma e paziente, che così dolci cose fa crescere, che gira inoffensiva e innocente sul suo asse, con un carico così infinito di corpi malati, che distilla così squisiti venti da così intriso fetore, rinnova con aria così innocente le sontuose, le prodighe messi di ogni anno, e concede agli uomini così divine sostanze, e ne accetta alla fine siffatti detriti Da “Foglie d’erba” di Walt Whitman
non vorrete, minute conchiglie evocar murmuri ed echi, la musica fioca e remota dell’eternità.
Dune altissime nel deserto occidentale egiziano, luogo tra i più aridi al mondo dove cadono poche gocce di pioggia . Queste dune sono mobili, si muovono col vento che le trasforma e le trasporta a distanza. Indimenticabile passare una notte nel silenzio assoluto sotto un cielo stellato che sembra cadervi addosso.
Conchiglie di Strombus gettate sulla battigia dagli abitanti di un villaggio della Repubblica Dominicana al confine con Haiti, dopo aver estratto il mollusco dalla conchiglia per mangiarlo. Le onde bagnano le conchiglie tenendo sempre viva la loro colorazione.
da “Come naturalmente” di Walt Whitman
Un cargo italiano con destinazione Sudafrica, durante una terribile tempesta negli anni Settanta, si spezzo in due finendo per insabbiarsi sulla costa dell’isola di Boa Vista, nell’arcipelago di Capo Verde. Trasportava merci e giornali, le cui pagine si possono ancora trovare fra le dune.
weekend con gusto
Tutti pazzi per il Mangiar di
Nei veri Weekend con Gusto non possono mancare i gusti dei cibi autentici del territorio, i “cibi di strada”, che ci permettono di conoscerne le origini e le tradizioni: anche loro fanno parte della storia e della cultura. Per ora parliamo dei più importanti, “guidati” da Giuseppe Calabrese, più noto come Peppone di Vittorina Fellin
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egli ultimi anni il tradizionale cibo di strada italiano sta andando incontro a una vera rivoluzione delle abitudini alimentari, stimolato dal dibattito culturale prodotto da globalizzazione, migrazioni, mescolanza delle tradizioni culinarie. La fotografia del settore della ristorazione ambulante scattata da Unioncamere-InfoCamere sulla base dei dati ufficiali del Registro Imprese evidenzia un fenomeno in forte espansione. Dal 2013 al 2018 le attività del settore sono passate da 1.717 unità alle attuali 2.729, un incremento in termini percentuali del 60%. Ma, come ogni fenomeno, si evolve e si trasforma di anno in anno, lasciando poche certezze e molti punti da indagare.
Una tradizione secolare
Ma va detto, prima di tutto, che non c’è nulla di nuovo sotto il cielo visto che quella che viene definita una nuova tendenza 18
alimentare in realtà esiste fin dall’antica Grecia e che, prima di diventare un genere imprenditoriale, era una consuetudine alimentare dei contadini che, tra il pranzo e la cena, necessitavano di rifocillarsi con una merenda sostanziosa fatta di cibi poveri. Una realtà presente in molti paesi del mondo, come i tacos spagnoli, le patate fritte belghe, ma anche preparazioni più particolari come i falafel (polpette di legumi) israeliani e i souvlaki greci (spiedini di carne o verdure). Ma attenzione lo street food è qualcosa di diverso dal cibo di strada inteso nel senso più strettamente artigianale e locale.
Una definizione possibile
L’autentico cibo di strada, patrimonio di vicoli e mercati, deve avere caratteristiche “genetiche” comuni come l’appartenenza alla tradizione, la qualità delle materie prime, siano esse frattaglie o
street food
strada PEPPONE In alto, da sinistra: Street Food Festival di Andria; Cous cous Festival; Cibo da strada; sotto: Bangkok Street Food; Falafel; Street Food a Palermo.
prodotti più nobili, la convenienza economica, la disponibilità immediata. Il suo godimento non implica la necessità di piatti e posate. ma semplicemente l’uso delle mani e la voglia di sporcarsi un po’ con la tradizione. Se questo è vero, allora è facile intuire che quello che vediamo nelle nostre città sono più che altro dei format gourmet che trasformano la cucina della tradizione in ricette di street food casual e innovativo. Se a questo aggiungiamo la formula del franchising, concept internazionali che intercettano le nuove tendenze del mercato (Oktoerfest, Festa di San Patrizio, ecc) e l’innovazione garantita da foodtruck super attrezzati, street lab farm, (piccoli laboratori ambulanti in cui si pratica anche la pastorizzazione) e soluzioni più green come bici cargo perfettamente attrezzate, il business è servito.
la star televisiva dell’italian food: “Ecco i cibi di strada che prediligo”
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er indagare il vero significato del “mangiar di strada” abbiamo interpellato Giuseppe Calabrese, in arte “Peppone”, gourmet potentino salito alla ribalta grazie a note trasmissioni televisive. Lui sa raccontare l’Italia come pochi, la sua arena sono mercati, sagre, vie del centro nelle quali carretti, banchi, furgoncini accolgono storie, profumi e sapori avvolti in un cartoccio. Da lui abbiamo appreso che il cibo di strada è la quintessenza della territorialità. Quali sono i luoghi e gli street food che più ti hanno appassionato in Italia? Lo street food è l’ultimo baluardo della cultura contadina. Si compone di piatti poveri, solo in rarissimi casi troviamo qualcosa di più complesso come in Puglia, per esempio, dove con il rustico leccese è abbinata la besciamella. Il cibo di strada ha un valore antropologico importantissimo che fonda la sua forza sul tema del ricordo. Ogni regione esprime il meglio della propria tradizione con questi prodotti che amo declinati in ogni forma. Ho una predilezione per quelli campani, come la pizza portafo19
weekend con gusto
November Porc, Parma
Pomaria, Val di Non (TN)
glio, il panzerotto, perché amo i lievitati e in particolare il grano, materia prima che ha subìto numerosi soprusi negli anni. Se ti chiediamo di associare un prodotto della tradizione ad un borgo o ad una città, cosa ti viene in mente? Ricordo con piacere il panino con la pampanella in Abruzzo, un formaggio fresco simile al cacioricotta prodotto con latte caprino, e la porchetta di Ariccia, ora assurto a piatto nazional popolare. La forza del turismo enogastronomico si fonda anche su questi prodotti. Cosa cerca il consumatore-viaggiatore? Il cibo è legato indissolubilmente al territorio, nei miei viaggi le due cose non possono essere slegate. La vera bellezza consiste nel capire perché in un determinato territorio vi sia quel prodotto o quel piatto. Per esempio a Reggio Calabria nel giorno della Festa di Madonna c’è un piatto che si chiama le frittole che altro non sono che il quinto quarto del maiale (il muso, la testa, ecc.) cotto nel suo lardo. La 20
tradizione prevede la cottura lenta delle frattaglie in enormi pentoloni durante la notte. La gente assiste al rito e al termine lunghe file di persone attendono pazientemente davanti alle macellerie per acquistarle. La particolarità è data dal fatto che stiamo parlando di un popolo stanziato sul mare che ama un prodotto legato alla terra. Un’altra preparazione che mi ha incuriosito molto è la pearà, una salsa tipica della cucina tradizionale di Verona accompagnata ai bolliti. Nel mio ristorante ormai è diventata un classico. Quale rapporto esiste tra il cibo di strada e la qualità? Il cibo di strada ha una qualità intrinseca. Immaginiamo un pane di grano mono cultivar fatto lievitare con una pasta madre accompagnato ad un caciocavallo podolico, il cui latte è prodotto da animali nutriti su un pascolo polifita (con diversi tipi di erba), o una salsiccia di suino nero allevato allo stato brado ricco di omega 3 e 6. La cosa importante è poter scegliere, come nel mondo del vino dove si è riusciti a
street food
l’italia a morsi i cibi da strada tricolori più famosi
Arancino (Sicilia. A Palermo si chiama arancina). Dalla forma di palla o di cono di riso impanato e fritto, farcito con ragù, piselli o caciocavallo, ma anche prosciutto cotto e mozzarella. Il nome deriva dalla forma e dal tipico colore dorato, che ricorda un’arancia.
Arrosticini (Abruzzo). I caratteristici “spiedini” di carne ovina tagliata in pezzi di piccole dimensioni, infilati sui bastoncini di legno e cotti alla brace.
marcare questa differenza: il prezzo cambia in funzione della qualità. Nel cibo invece questo non accade. Se un animale è alimentato ad erba fresca o insilati (foraggio conservato in silos) cambia la materia prima prodotta e così anche il prezzo. Chi fa un’attività di transumanza, per esempio, va remunerato il giusto in funzione del proprio lavoro e del valore che questo ha per il territorio e per le generazioni future. Quali sono i Weekend con gusto che consigli? Quelli in cui si può associare gastronomia e cultura. Come la Festa di Madonna a Reggio Calabria dove, oltre alle frittole, specialità di cui si è già parlato, si possono vedere i Bronzi di Riace e il magnifico lungomare. Oppure la Sagra della Strazzata (tipo di focaccia, che si strappa e non si taglia) ad Avigliano in Basilicata per scoprire anche bellezze quali i Castelli di Lagopesole e di Menfi, ma anche la Fiera del riso a Isola della Scala per riscoprire Verona e le sue romantiche vie.
Borlengo (Emilia, colline tra Bologna e Modena). È una crépe molto sottile e croccante che si ottiene da un impasto molto liquido, detto colla, a base di acqua, farina e sale. Il ripieno, detto cunza, consiste in un battuto di lardo, aglio e rosmarino con una spolverata di Parmigiano Reggiano. 21
weekend con gusto
Brezel con wurstel e crauti (Alto Adige). Il caratteristico “pane” dalla forma ad anello con le due stremità intrecciate. Si prepara con farina, malto, lievito di birra, acqua e bicarbonato di sodio. Sulla glassatura si spolvera sale o semi di sesamo.
Caddozzoni (Cagliari), classici panini venduti in origine nei chioschi della spiaggia del Poetto e poi diffusi in tutta la città. Dal classico panino con salsiccia o wurstel e cipolla si è passati alla specialità più richiesta, con carne di cavallo e melanzane grigliate.
Cuoppo napoletano, un cartoccio conico che si riempie di ogni sorta di fritto, da quello di pesce (con anelli di totani, alici, baccalà, calamari e moscardini) a quello di terra, con crocchette di patate, zeppoline di pasta, verdure pastellate e fiori di zucca, fino alla versione dolce, con mini zeppole ricoperte di zucchero o cioccolato.
Fügassa-focaccia (Genova), classica focaccia alta un centimetro, di colore ambrato. Richiede una lunga lievitazione e prima di essere infornata viene spennellata con una emulsione di olio extravergine di oliva e sale grosso. Le varianti più comuni sono con cipolle e olive.
Granita messinese (Messina), quella per eccellenza è la mezza con panna, cioè la granita al caffè che viene servita nel classico bicchiere di vetro, sormontata da abbondante panna e accompagnata da una calda brioscia, da inzuppare mischiando la panna al caffè.
Lampredotto e Covaccini (Firenze). Il primo è il classico “panino di strada” a base di una parte di stomaco di bovino, l’abomaso. Il nome “lampredotto” deriva da lampreda, un animale acquatico simile all’anguilla. Il covaccino è invece una schiacciata di farina e lievito molto sottile, che viene cotta nel forno a legna e condita con olio e sale, a volte anche rosmarino.
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l’italia a morsi
Murzeddhu calabrese (Calabria), piatto tipico della provincia di Catanzaro a base di organi e frattaglie di vitello, concentrato di pomodoro, peperoni piccanti, sale, origano e allora. Si consuma al piatto, oppure nella pitta “a ruota di carro”, un pane casereccio di forma circolare con un’ampia circonferenza, così che il pezzo tagliato risulti lungo e stretto.
Supplì (Roma), il nome deriva dall’italianizzazione del termine francese surprise (sorpresa). Consiste in un preparato dalla forma cilindrica a base di riso, bollito in acqua salata e condito con ragù e pecorino romano. L’impasto viene poi lasciato raffreddare e lavorato con uova crude, poi viene arrotolato su una stroscia di mozzarella, passato nel pane grattugiato e fritto nell’olio bollente.
LOCALI della tradizione D’ECCELLENZA Bolzano: Piazza Erbe (storico ambulante che vende panino con wurstel) Firenze: Amici di Ponte Vecchio, via de’ Bardi 49R, tel 055/285301. Specialità covaccino con stracchino e salsiccia
Pani ca’ Meusa, pane e panelle (mercati della Vucciria, il Capo, Ballarò, a Palermo). Il primo è tipico della zona di Palermo e consiste in un panino morbido con la superficie spolverata di sesamo, imbottito con frattaglie e interiora di vitello, che vengono prima bollite intere, poi tagliate a fettine sottili e soffritte nella sugna, o strutto.
Padova: La Folperia di Max e Barbara, Piazza della Frutta 1. Chioschetto dove si possono gustare bovoletti (lumachine) e masenette (granchi) lessi, polpette di gamberi, baccalà mentecato e altre specialità. Palermo: Nino U’Ballerino dal 1802, Corso Camillo Finocchiaro Aprile 76/78, tel 339/6950106, www.ninouballerino.it - Pani ca’ meusa, ma anche arancini, pane e panelle e cazzilli
TOUR GASTRONOMICI STORICI Aria di festa dal 21 al 24 giugno 2019 a San Daniele (UD). Storica manifestazione dedicata al Prosciutto di San Daniele. www.ariadisandaniele.it Sagra dei canederli, l’8 settembre 2019 a Vipiteno (BZ), dove si possono gustare settanta tipi diversi di canederli. www.sagradeicanederli-vipiteno.com Cous Cous Fest, dal 20 - 29 settembre a San Vito Lo Capo (TP). www.couscousfest.it Fiera del riso, in settembre/ottobre a Isola della Scala (VR). www.fieradelriso.it Rustici leccesi (Puglia). Tipico “cibo di strada” salentino, consiste in due dischi di pasta sfoglia ripieni di mozzarella, besciamella, pomodoro e spesso pepe e noce moscata, che vengono spennellati con uovo e cotti al forno.
Pomaria, in ottobre in Val di Non (TN), la leggendaria festa della mela. www.pomaria.org November Porc, in novembre in tre comuni del parmense (PR). Il maggior evento mondiale dedicato al maiale e ai suoi prodotti. www.novemberporc.it 23
SUL LAGO MAGGIORE
DOVE ANCHE LE ISOLE DIVENTANO FIORI
Isola Bella
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CON LA CITROËN C3 AIRCROSS
SE DALL’ESTERO I TURISTI ARRIVANO A FROTTE PER VISITARE I NOSTRI LAGHI, CI SARA’ UNA RAGIONE! E CI SARà ANCHE UNA RAGIONE SE QUESTO, DETTO ANCHE VERBANO, SI CHIAMA MAGGIORE. PER SCOPRIRLa, CI SIAMO ANDATI CON LA CITROËN C3 AIRCROSS CHE FRA I FIORI CHE INCORNICIANO IL LAGO SI TROVA BENE
di Raffaele d’Argenzio
Mergozzo Intra Verbania Stresa
Lesa Meina Candoglia
Arona
Angera
I
l nostro weekend alla scoperta dei segreti del lago Lago Maggiore comincia. Ci siamo già stati ma stavolta sarà diverso. Puntiamo alla sponda piemontese, a quella lombarda andremo un’altra volta. E forse un giorno anche a quella svizzera, lassù, in alto. Come compagna di viaggio abbiamo scelto la Citroen C3 Aircross, un SUV crossover compatto che fa di tutto per distinguersi in un segmento molto popolato. A prima vista è caratterizzato da un’indole off-road e presenta un’altezza media piú alta rispetto alle concorrenti. Esteticamente colpiscono le protezioni della carrozzeria e i fari anteriori su due livelli, i volumi sono importanti, ma il tutto appare leggero ed ispira simpatia. Salendo a bordo si scopre anche un’abitabilità sopra la media 25
SUL LAGO MAGGIORE Il Sancarlone
e interni funzionali e di design. Prendiamo l’Autostrada dei Laghi A8/26 per Gravellona Toce, usciamo ad Arona e seguiamo le indicazioni in giallo turistiche per raggiungere il colosso di S.Carlo Borromeo, che è nato proprio nella rocca di Arona. Di fronte, sulla riva lombarda, svetta la Rocca di Angera. La statua di bronzo, chiamata affettuosamente Sancarlone, compreso il suo piedistallo, è alta 35 metri e ha al suo interno una scala a chiocciola per visitarla.Terminata nel 1698, per due secoli è stata la statua visitabile più alta al mondo. Prima che nel 1886 la Statua della Libertà di New York le soffiasse il primato. Riscendiamo per riprendere la strada n°33 lungolago fino a Meina, con splendide ville e meravigliosi giardini colorati da decine di rododendri arborei, poi Lesa col suo piccolo porticciolo, e infine arriviamo a Stresa, con la strada principale che percorriamo all’ombra di giganteschi ed eleganti hotel di charme, fra cui primeggia il Vittoria.
Hotel Vittoria
Il lungolago verso Stresa
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CON LA CITROËN C3 AIRCROSS Lungolago di Stresa con l’Isola Bella
Lesa
Meina
Ponte di fronte a Villa Melzi verso Canonica d’Adda, provincia di Bergamo
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SUL LAGO MAGGIORE
LE ISOLE BORROMEE E IL SITO UNESCO “SACRO MONTE DI GHIFFA”
Immagini dal Sacro Monte di Ghiffa
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Verrebbe da fermarsi ad ogni metro, ma ci fermiamo sul lungolago di Stresa, per ammirare anche le tre isole isole Borromee, che dall’acqua sembrano spuntare come tre splendidi e giganteschi fiori. Le tre isole si raggiungono facilmente con barche sempre disponibili. Isola Bella, anticamente un grosso scoglio, poi trasformata in uno splendido giardino all’italiana, tra i più belli d’Italia, inondata di rododendri e azalee in fiore.L’ Isola dei Pescatori e più lontana l’Isola Madre. Proseguiamo sulla costa fino a Baveno, pittoresco borgo con sullo sfondo le impervie montagne del Parco della Valgrande, quello più selvaggio d’Italia. Ancora 5 chilometri sulla N°34 e arriviamo a Ghiffa, svoltiamo a sinistra proprio di fronte al comune, per seguire le indicazioni per SS. Trinità Sacro Monte di Ghiffa, tutelato dall’UNESCO, posto in alto a 400 metri sul lago e immerso in un ombroso bosco di castagni. E’ anche parco naturale, con numerosi sentieri ben segnalati. Purtroppo la trattoria posta accanto alle chiesette è chiusa e non possiamo goderci uno spuntino all’ombra delle cupole. Riscendiamo e mangiamo al ristorante Canfora di Ghiffa, con vista sul lago e su un gigantesco albero di canfora, accanto al quale si può anche parcheggiare.
CON LA CITROËN C3 AIRCROSS
Isola Bella
Isola Madre
Isola dei Pescatori
Foto © Archivio Distretto Turistico dEI Laghi
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SUL LAGO MAGGIORE
VILLA TARANTO
Villa Taranto
La C3 Aircross ti conquista, con le sue forme personali e simpatiche, le sue infinite possibilità di personalizzazione e quello spirito anticonformista tipico del marchio Citroen. Dietro a questa grande energia del suo design, si scopre però con il passare dei chilometri che C3 Aircross è un’auto estremamente razionale e “concreta”: insomma forma e sostanza. Riconosciamo che la C3 Aircross è l’auto ideale per i weekend: spazio, versatilità, simpatia e motorizzazioni di qualità. Seguiamo i cartelli ben visibili per Verbania, fino a quando appare il cartello per Villa Taranto, altro prezioso giardino da non perdere, anche questo tra i più belli d’Italia con le sue collezioni di tulipani e alberi monumentali. “Un bel giardino non ha bisogno di essere grande, ma deve essere la realizzazione del vostro sogno anche se è largo un paio di metri quadrati e si trova su un balcone”. Così spiegava il Capitano Neil Mc Eacharn a cui dobbiamo la nascita di questi meravigliosi giardini. Tra le piante presenti alcune delle quali uniche in Europa ed acclimatate dopo lungo lavoro, sono state disposte con senso d’arte in una cornice di bellezza, fra lago e monti. Nel lontano 1931, infatti, il Capitano Scozzese decise di acquistare la proprietà dalla Marchesa di Sant’Elia per trasformarla in giardino all’inglese, ubicato in un lembo d‘Italia che, pur con maggior morbidezza e ricchezza di toni, poteva ricordargli la nativa Scozia... che chiamò Villa Taranto, in memoria di un suo antenato, il Maresciallo McDonald, nominato Duca di Taranto da Napoleone, il Capitano volle che il significato dell’opera gentile e poderosa venisse proiettato nel tempo e donò la proprietà allo Stato Italiano esprimendo il desiderio che la sua opera avesse continuità nel futuro.” Villa TARANTO, Via Vittorio Veneto 111, Verbania-Pallanza , Tel.0323,556667
LA CAVA DEL DUOMO DI MILANO Villa Taranto
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Si torna indietro con la stessa strada ma a Verbania seguiamo per Mergozzo, pittoresco borgo posto sulle rive del piccolo lago omonimo, nel cui comune ci sono le celebri cave di marmo di Candoglia da dove è stato estratto, e si estrae, il marmo roseo con cui è stato costruito il Duomo di Milano, che veniva trasportato su chiatte lungo il corso del Ticino fino ad Abbiategrasso, dove si immettevano nel Naviglio Grande, per arrivare in città. Una coppia di turisti tedeschi spalancano gli occhi di meraviglia quando gli diciamo che da quella cava arrivava il marmo del Duomo, poi ritornano a guardare il lago con occhi ancora più pieni di meraviglia. Abbiamo scoperto perchè dall’estero vengono a frotte sul nostro lago, è una bellezza empatica che esplode ad ogni angolo e che ti entra dentro. Ma perchè questo lago si chiama Maggiore, anche se il più grande è il Garda, lo sanno anche i bambini: quando gli diedero il nome pensavano davvero lo fosse. Avevano sbagliato le misure, ma il nome è rimasto.
CON LA CITROËN C3 AIRCROSS Fra i fiori del Lago Maggiore
La cava di Mergozzo, da cui è stato estratto il marmo per il Duomo di Milano
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SUL LAGO MAGGIORE
dove mangiare Trattoria La Canfora Corso Belvedere 127, Ghiffa tel.032359402 MenĂš vario anche di mare.
Piccolo Lago
Ristorante stellato Piccolo Lago Via Filippo Turati, 87Â - Verbania Tel. 0323.586792 - http://www.piccololago.it/menu/ Sul piccolo lago di Mergozzo, lo chef con due stelle Michelin Marco Sacco propone piatti del territorio rivisitati con alta classe. Lo chef Marco Sacco e due delle sue creazioni
Lago di Mergozzo
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CON LA CITROËN C3 AIRCROSS
Compagna di viaggio
C3 Aircross C3 Aircross è in grado di adattarsi ad ogni tipo di fondo stradale. Grazie al sistema Grip Control che viene impiegato al posto della trazione integrale la vettura si comporta abbastanza bene in salita. Questo sistema trasferisce la potenza necessaria alla ruota che ha più aderenza e permette di avere più trazione anche su fango e sabbia. In fuoristrada le morbide sospensione permettono l’assorbimento della buche e in discesa l’Hill Assist Descent permette di scendere in sicurezza. o spazio a bordo è abbondante sia per chi siede davanti che per i passeggeri posteriori e per i loro bagagli. I sedili sono comodissimi e non mancano vani portaoggetti pratici e funzionali. Alla guida si apprezza il grande comfort del suo assetto, merito anche delle sue esclusive sospensioni idrauliche. Affrontare ogni genere di percorso non rappresenta mai un problema o una fonte di stress. Insomma è la perfetta compagna per gli amanti dei viaggi e del tempo libero, ma anche perfetta per la città e la guida di tutti i giorni. Questa versione è una 1.6 BlueHDi 100 da 99 CV nel più completo allestimento Shine, ma la gamma comprende anche tre motorizzazioni PureTech a benzina da 82,110 e 130 CV ed una Blue HDi da 120 CV con cambio a 6 marce, da 99 CV, senza per questo andare ad incidere sui consumi. I prezzi di C3 Aircross sono compresi tra i 16.400 ed i 24.800 Euro. 33
milano e monza
se Leonardo fosse vivo, l’avrebbe disegnata cosÏ? Con la Bentley Cabrio dai grattacieli di Milano alla Villa Reale di Monza... con il vento fra i capelli
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CON bentley cabrio
U
na donna, una bella donna, come suo motto ha scelto “Voglio sentire il vento nei capelli”, e mi sono ricordato di lei, quando sono salito sulla Bentley Continental GTC, ho cancellato il tetto vedendo il cielo sopra di me ed ho dato vita al dodici cilindri. Il suo ruggito non eccede, il suo scatto è misurato, ti vibra dentro senza scuoterti. Urla chi non ha classe. E questa Bentley del centenario ne ha di classe! Fra le ali del logo riporta le sacre date 1919-2019. Bentley Continental GT Convertible è la gran turismo della casa di lusso inglese in versione cabrio. Disegnata, progettata e realizzata a mano in Gran Bretagna, incarnazione di tutto il sapere acquisito da Bentley nella sua longa storia su come creare le Granturismo più eleganti e raffinate al mondo, La GTC Convertible rappresenta l’essenza stessa del brand britannico. In questo 2019 è importante cominciare il nostro weekend da Milano, la città che oltre ad essere l’ombelico d’Italia, festeggiando il genio italico di Leonardo oggi lo diventa anche del mondo. I tre grattacieli di City Life lo testimoniano, a Milano si va avanti verso il futuro, ma senza dimenticare la natura, infatti nei piani comunali c’è il recupero di angoli verdi e la creazione di nuovi parchi. E la Bentley si trova suo agio in questa città che oggi è piena di eventi e lo è sempre di più dal 2 maggio, data della morte di Leonardo. Molti l’ammirano, si fermano a guardarla, chiedono informazioni, dettagli… Una domanda mi sorge spontanea: se Leonardo fosse vivo, avrebbe disegnato anche auto? E questa Bentley l’avrebbe disegnata così?
Stile senza tempo
Parlando di stile, gli esterni di Bentley GTC sono eleganti e si fondono in perfetta armonia con lo splendido abitacolo realizzato a mano e impreziosito dai materiali piú pregiati, con rivestimenti in cuoio di alta qualità e radiche da fonti sostenibili. Il meccanismo di apertura e chiusura della capote agisce in 19 secondi, anche in movimento, fino a una velocità di 50 km/h, mentre il tessuto del tetto sé disponibile in sette diverse tinte per l’esterno e otto finiture per l’interno. Per quanto riguarda i sedili anteriori, Bentley ha pensato di venire incontro ai suoi clienti che viaggiano con la capote abbassata anche d’inverno, installando delle bocchette del riscaldamento sui poggiatesta. La vettura
milano e monza
è personalizzabile con 70 colorazioni per gli esterni e 15 differenti sellature per gli interni.
Verso Monza con il vento tra i capelli
Ma a Milano è difficile sentire il vento nei capelli, allora puntiamo verso Monza. Appena vediamo in fondo al via la Villa di Monza. Schiacciamo un bottoncino ed ecco che il tetto scompare e sentiamo il vento nei capelli. Quindi dai grattacieli alla villa, proprio come la Bentley verso il futuro senza dimenticare la classe e la bellezza del passato. Acceleriamo e sentiamo il 12 cilindri modulare:lo stesso della sorella col tetto fisso: un 6.0 litri biturbo da 635 CV e 900 Nm abbinato a un cambio automatico doppia frizione a otto rapporti con trazione integrale attiva. Tra le tecnologie a bordo è presente un sistema di controllo del rollio da 48V e dello sterzo che permettono di rendere l’auto più sportiva sportiva o confortevole in base al settaggio che si desidera. Nel cruscotto passato e presente girano come per magia: dai manometri degli anni ’60 al display futuribile e poi passare alla linea pura quando si spegne il motore. La villa di Monza val bene una visita, e la Bentley si trova a suo agio anche qui, si pavoneggia e nel suo blu si riflette il cielo di Lombardia. Il sole è già forte, ma la Villa ci offre il suo immenso parco, dove le auto possono entrare e trovare frescura. Entrando dalla porta di Vedano (dove si arriva anche all’Autodromo) si incontra il San George Premiere, dove vale la pena fermarsi a bere qualcosa. Anche la 36
CON bentley cabrio
Bentley si riposa e noi le diamo un’ulteriore carezza con lo sguardo alla linea, alle finiture…ai suoi km di cuciture, al suono del dodici cilindri. Si riparte con il vento fra i capelli, stavolta dal fascino del passato della Villa di Monza verso la bellezza del futuro di Milano.
Compagna di viaggio
Bentley Continental GTC È lunga 4850 mm, larga 2187 mm e alta 1399 mm. Il passo è di 2851 mm. Il motore ha una potenza di 645 CV e una coppia di 900 Nm. . Le prestazioni dicono da 0 a 100 km/h in 3,8 secondi e 333 km/h di velocità massima. Consumo di carburante, mpg (l/100 km): ciclo combinato WLTP 20,2 (14). Emissioni CO2 su ciclo combinato WLTP 317 g/km. Consumo carburante mpg (l/100 km): ciclo combinato NEDC 22,8 (12,4); emissioni CO2 su ciclo combinato NEDC 284 g/km.
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cap corse
A CAP CORSE CON LA NUOVA PORSCHE 911
L’ultimissima Porsche Carrera “992”, cattiva e sicura come non mai, per un weekend esplorando Cap Corse, il “dito” settentrionale della Corsica, dove ai paesaggi coinvolgenti e selvaggi, si unisce il piacere di guida dinamica lungo i percorsi di un rally tra i più famosi Bastia
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CON PORSCHE 911
di Nicola D. Bonetti Foto Tibo - The Good Click
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i chiama sempre 911, ma per distinguere le generazioni, l’ottava è detta “992”: più potente, efficiente e sicura, incrementa anche il fascino con misure aggressive. Tutta nuova e tutta costruita in alluminio, è infatti più larga e cattiva, con la carrozzeria che evidenzia senza pudore le grandi forme, soprattutto in larghezza, con l’unificazione dimensionale tra S e 4S (la versione integrale). Nuova anche di meccanica, che approfondiremo più oltre, 992 è inedita negli interni per estetica e funzioni: linee tese sul cruscotto con piano strumenti incassato, dove – accanto al contagiri analogico centrale – due display senza cornice mostrano informazioni personalizzabili. Sulla plancia troneggia lo schermo principale da 10,9 pollici con responso tattile che ha permesso di ridurre i pulsanti fisici. Connettività permanente arricchita da nuove funzionalità e servizi, per il massimo aggiornamento.
IN LUNGO E IN LARGO
Due giorni a spasso – non sempre ad andatura turistica, lo riconosciamo – per il “dito” della Corsica, dove passare da un mare all’altro partendo da Bastia, dove arrivano traghetti da Vado Ligure (SV), Genova, Livorno e Portoferraio, e naturalmente da Nizza, Tolone e Marsiglia. Subito passiamo alla costa occidentale, spaziando dal Golfe de Saint-Florent per costeggiare verso Ogliastro, Minerbio, Pino, fino al limite settentrionale dell’isola di cap corse fronte alla Giraglia. Quindi ridiscendere la “east coast” da Macinaggio, Santa Severa, le “MariBastia ne” di Luri, Porticciolo, Pietracorbara e Sisco, poi Erbalunga, Lavasina e Pietranera per ritornare a Bastia. Non un semplice anello, ma diversi attraversamenti montani tra le colli e montagne che si Ajaccio ergono fino ai 1138 metri di Cap Corse e ai 1307 del Monte Stello. Non esistono zone pianeggianti, permettendo di guidare come si con-
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cap corse
Scorci di Bastia
viene a una Porsche. Specialmente questa, con la maneggevolezza indotta dalle quattro ruote sterzanti e l’erogazione che permette allunghi fulminei: scatta da 0 a 100 in tre secondi e mezzo. Frenando, all’occorrenza, da Porsche, meglio se con l’impianto ceramico-composito Brembo.
TECNICA E SICUREZZA
L’asse posteriore sterzante aumenta di pari misura sia la fruibilità nell’utilizzo quotidiano che le prestazioni: il sistema, già adottato da altri modelli Porsche, per la nuova 911 è stato ulteriormente affinato. Secondo la velocità, sterza le ruote posteriori fino a due gradi in direzione opposta (in manovra) o nella stessa rispetto all’angolo di sterzo dell’asse anteriore. La vettura diventa più agile in curva e manovrabile nel traffico e in montagna. A velocità maggiori beneficia di maggior stabilità di marcia, utile nei cambi di corsia. Fattore che si unisce alla “fisicità” della nuova 992: ben piazzata, per la prima volta, il diametro delle ruote è differenziato tra avan40
CON PORSCHE 911
treno (20”) e retrotreno (21”), lo sterzo è più diretto e i freni sono tarati per essere più reattivi. La sicurezza è amplificata da nuovi sistemi: assistente di avvertimento e frenata che calcola il rischio di collisioni con veicoli, pedoni e ciclisti, intervenendo in emergenza. Il sistema attivo di regolazione della velocità include la regolazione automatica della distanza con funzione stop-and-go. Se, stregati dal paesaggio, volessimo indugiare su qualche spiaggetta occidentale per goderci il tramonto, non è un problema rientrare di notte: eccellenti i fari Matrix a 84 led attivi singolarmente, e per la prima volta su 911 c’è la visione notturna con termocamera. Entrambi i sistemi sono utilissimi sia per la guida dinamica, sia per identificare la fauna, con i diffusissimi e temibili cinghiali.
TOUR DE CORSE
La corsa automobilistica che si disputa sull’isola mediterranea dal 1956 è soprannominata “Rally delle 10.000 curve”: sembra infatti che da queste parti non siano stati ancora inventati i rettilinei. Montagna e saliscendi, passi e scogliere, tortuosità con pochi allunghi e improvvisi tornanti: configurazione che richiede capacità di guida e agilità impressionanti. Percorsi incredibili, dove occorre coraggio, tanto, per l’assenza di sicurezza, per i muretti di protezione alti anche solo una spanna. Ricordiamo che nella storia del Tour de Corse, la prima vittoria andò a una Renault Dauphine (ma la seconda toccò a una Giulietta), che solamente Darniche e Auriol hanno vinto sei volte, e che gli unici non francesi a vincere più di una gara sono stati i
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cap corse
Particolari dell’Hôtel Misíncu, interno (a sinistra) ed esterno
Particolari dell’Hotel del Gouverneurs
dove dormire Hôtel Misíncu Cap Corse ***** Lieu-dit Misíncu - F- 20228 Cagnano, Cap-Corse, Francia Tel. +33.(0)4.95.35.21.21 - www.hotel-misincu.fr
dove mangiare Hotel des Gouverneurs 3 bis, Rue des Turquines - F-20200 Bastia, Corse, Francia Tel. +33.(0).4.95.47.10.10 - www.hoteldesgouverneurs.fr
In posizione appena rilevata sul mare, che consente la vista sulla baia, dalla spiaggia all’orizzonte, questo nuovissimo albergo a cinque stelle sulla costa orientale del “dito” è abbarbicato sulle rocce, con verde e boschi che celano le varia costruzioni separate. Camere, suite e ville spaziose e curatissime, tutto con oggetti d’arredamento d’arte, per una raffinatezza diffusa. Meravigliosa la vista dalla terrazza, al di sopra della piscina, dove cenare o degustare una prima colazione d’assoluta eccellenza. Una piccola Spa si raggiunge con pochi passi nel bosco, per rilassarsi con piscina, sauna, bagno turco. Magari dopo aver utilizzato le biciclette a disposizione.
Sarebbe un albergo, ma per un pranzo, una cena, o anche un brunch a tema o addirittura solo una prima colazione, ha un fascino molto particolare. Nel centro storico attorno alla Cittadella di Bastia, tra viuzze e carruggi di costruzioni fortificate compreso lo storico U Palazzu Ghjenuvese, l’Hotel des Gouverneurs accoglie con una terrazza la cui vista domina la città e il porto da una posizione unica. Dove degustare specialità corse, semplici come si conviene alla gastronomia dell’isola e curate nella presentazione, come il servizio di eccellente livello. E una cantina di alta qualità per qualsiasi abbinamento.
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CON PORSCHE 911
funamboli Sandro Munari, Markku Alén e Colin McRae. E che il Rally di Corsica ha decretato, dopo i funesti incidenti del 1985 e ’86, la fine dell’epopea dei “mostri” del Gruppo B.
GUIDANDO SULL’ISOLA
Sembra che i nativi siano tutti piloti: mentre stiamo semplicemente andando a spasso, arrivano piccole vetture di oltre vent’anni e persino furgoni che consegnano merci nei paesini, i cui conducenti “tirano” in modo sorprendente, sembrano non frenare mai, osando perché conoscono le strade, e perché hanno imparato a guidare qui. Noi cerchiamo di prendere le misure (soprattutto in senso di larghezza) alla nuova 992 e guidiamo un po’ più circospetti: temendo soprattutto i micidiali dossi rallentatori che abbondando in ogni paesino. Ignorati dai conducenti dei furgoni, che ne approfittano per sorpassarci scorrettamente mentre dobbiamo quasi fermarci. Poi, al prima varco fuori dall’abitato, ci pensano l’acustica dello scarico sportivo che mostra il carattere del sei cilindri boxer sovralimentato, sinfonia di erogazione ed ululato, con cambiate rapidissime. E ciao furgoni, almeno fino al paese successivo.
Tra osservazione e guida anche molto spinta dove ci sia buona visibilità, una riflessione ci fa considerare che, nelle 62 edizioni del Tour de Corse, solo due sono state vinte da Porsche 911 (precisamente nel 1969 e nell’80), essendo favorite vetture più piccole e agili, mancando gli allunghi dove scatenare la potenza. Pensiamo ai piloti di quegli anni, che non avrebbero mai potuto immaginare la guidabilità, facile e impressionante, delle ultime generazioni. Soprattutto di questa splendida 992.
SENSAZIONI PORSCHE
Dibattuti tra il fascino del paesaggio e la voglia di guidare, ci tornano tentazioni di remote gite in moto: quando, da ragazzi, si tornava indietro e si ripercorreva nuovamente lo stesso percorso per goderlo meglio. Con la 992 troviamo un compromesso: dove possibile ci si ferma, si scende a si ammira lo spettacolo del Cap Corse.
Compagna di viaggio
LA NUOVA 911 CARRERA L’ottava generazione della sportiva unica al nata nel lontano 1963 e da allora oggetto di culto, si presenta, come abbiamo visto, con estetica ridisegnata, ma le innovazioni più importanti, sono meccaniche. Questa è la filosofia di Porsche 911: avanguardia tecnologica con brevetti e sistemi evoluti, per prestazioni possenti e, a tempo stesso efficienza energetica, utilizzabilità quotidiana e affidabilità duratura. Perché, lo ricordiamo, le 911 sono vetture in grado di durare venti, trenta, quarant’anni e più. Anche correndo. Il salto di generazione, per i motori a sei cilindri boxer turbo, ha comportato la maggior potenza di 22 kW-30 CV raggiungendo i 331-450 a 6.500 giri, l’aumento della coppia di 30 Nm: ora sono 530, disponibili da 2.300 a 5.000 per un’erogazione piena su un arco ampio, fino all’allungo. Per migliorare l’efficienza, gli intercooler sono stati spostati sotto la griglia del cofano posteriore, mentre i due filtri dell’aria sono nei parafanghi posteriori, dove prima si trovavano gli intercooler. La trasmissione ha cambio Pdk a doppia frizione con otto rapporti di nuova concezione, trazione posteriore oppure integrale con gestione elettronica, sterzo più diretto e freni tarati per essere più reattivi. Nuovi passi avanti anche per i sistemi di sicurezza: se diversi sono già apparsi su altri modelli, l’anteprima tocca a 992 per la funzione Wet, in grado di riconoscere la strada bagnata, oppure selezionabile manualmente, che agisce secondo i rilievi della telecamera e consente guida dinamica in sicurezza, senza quegli interventi dei controlli che tagliano drasticamente erogazione e piacere di guida al tempo stesso. www.porsche.it
Dimensioni: 451/185/130 cm Potenza: 331 kW-450 CV a 6.500 giri Coppia: 530 Nm da 2.300 giri Velocità massima: 308 km/h 0-100 km/h: 3,5 secondi Consumo medio: 8,9 l/100 km (11,2 km/l) Emissioni di CO2: 205 g/km Prezzi: da 123.999 euro
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WEEKEND IN AUTO A BELLARIA-IGEA MARINA
PER CONOSCERE L’ALTRA ROMAGNA È un buon punto di partenza perché da qui si raggiungono agevolmente Sogliano, Santarcangelo, Verucchio, Cervia… luoghi che custodiscono eccellenze e tesori da scoprire. Ma cominciamo a raggiungere i tesori di Bellaria-Igea Marina, FRA CUI LA TORRE SARACENA E LA SOPRANO GLAdYS ROSSI. E lo facciamo con la nuova Ford Mondeo Wagon Hybrid, per rispettare e non inquinare questi borghi romagnoli fermi nel tempo
G
ià dal nome si comincia bene: Bellaria evoca subito un’aria pulita ed Igea ricorda la dea della salute, da cui ha preso il nome l’igiene. Ma è importante non disattendere queste premesse, rispettarle e infatti Bellaria-Igea Marina continua ad essere bandiera blu, rassicurando e proteggendo i turisti che affollano le sue spiagge ogni estate. Come nostra compagna di viaggio stavolta abbiamo scelto la nuova Ford Mondeo Wagon Hybrid, per due ragioni: perché è una grande viaggiatrice e perché, essendo ibrida, può entrare nei borghi in versione elettrica senza inquinare né con il rumore né con la combustione. A prima vista Mondeo Hybrid ha un aspetto più sportivo rispetto al passato, grazie agli aggiornamenti este44
CON FORD MONDEO WAGON HYBRID
di Raffaele d’Argenzio
Bologna
Ravenna
BELLARIA Rimini Pesaro
La cantante soprano Gladys Rossi, nativa di Bellaria, dove terrà un concerto il prossimo 22 agosto
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WEEKEND IN AUTO A BELLARIA-IGEA MARINA
tici. Gruppi ottici rinnovati anche nel posteriore con portellone ad apertura elettrica. Completano il tutto i nuovi cerchi da 17, 18 o 19 pollici. Gli interni sono premium: I materiali sono pregevoli al tatto e alla vista, con sedili in pelle e superfici morbide.
Bandiera Blu con il sorriso
Quindi qui sventola la Bandiera Blu con mare pulito e sole assicurato. Con aggiunta della simpatia dei romagnoli che, come dice un loro sloga, ti accolgono sempre con un sorriso. Ed io dico invece che chissà perché appena arrivi in Romagna il sorriso ti arriva da solo, ti passa ogni incavolatura, forse perché inconsciamente sai che ogni problema i romagnoli sono pronti a risolverlo, non a crearlo.
Pesce, tagliatelle e passatelli
Un buon weekend, una buona vacanza dipende molto dal cibo: provate a vedere anche opere d’arte una dietro l’altra, ma se poi a cena non mangi bene, ti sparisce il sorriso. Ecco perchè anche il cibo ha la sua importanza, e qui in Romagna si ha sempre la sensazione di mangiare in casa di un’amica, di assaporare pasta fatta in casa e pesce grigliato sulla spiaggia. Bisogna dire anche che qui non si trova una grande varietà di piatti, ma chi se ne frega. I passateli in brodo sono sublimi, le tagliatelle sono gustose ed il pesce è fresco.
Al Porto Canale con la Mondeo
E per chi ha la casa, il pesce si compra lungo il porto canale, dove c’è sempre qualche signora sorridente che lo vende,che ti fa vedere la macchia gialla del cefalo d’altura o la sogliola che si muove ancora. L’orario migliore è alle sette, per scegliere i pesci migliori. In città la Mondeo Hybrid è maneggevole e facile da guidare nel traffico. Ma è in autostrada che la vettura dà il meglio di sé risultando comoda e silenziosa. I sistemi Lane Keeping Aid e Drive Allert sono disponibili di serie e ci permettono di viag-
Porto canale
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CON FORD MONDEO WAGON HYBRID
Bellaria è Bandiera Blu 2019
La famosa barca Teresina
Murales nella Borgata Antica
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oli con formaggio Cuori di Romagna, ravi nte di Fossa, dell’hotel Leva
giare sicuri: il primo fa vibrare il volante se si supera la linea di carreggiata, il secondo avvisa in caso di colpi di sonno.
Romagna non solo mare
Può essere un altro slogan per questa terra, ma è la verità. Così a Bellaria scoprirete la Torre Saracena, una delle poche rimaste in piedi, intatta, fra le tante costruite per difendersi dai pirati saraceni. Ora i pirati non ci sono più e invece di guardie la torre contiene una ricca collezione di conchiglie provenienti da tutto il mondo. Da vedere. Come da vedere è il museo “NOI. Museo della storia e della memoria”, con i reperti della storia di questa cittadina fra cui eccelle il mosaico di una villa romana del terzo secolo dopo Cristo. Altro luogo da visitare è il museo la Casa Rossa, residenza estiva dello scrittore Alfredo Panzini, che qui era nato, sita in un bel parco.
Eventi, dalle “vele al vento” alle note della soprano Glady Rossi
Bellaria è terra di eventi, per far vivere e gioire i suoi ospiti e gli stessi bellariesi. Fra i tanti c’è il 29 giugno, VELE AL VENTO, a cui parteciperà la Teresina, un bragozzo che rappresenta Bellaria-Igea Marina, con la sua magnifica vela. Altro evento importante e di grande spessore è il concerto Lirica sotto le stelle che si terrà il 22 agosto alla Borgata Vecchia, con la famosa soprano, qui nata, Gladys Rossi. INFO: www.bellariaigeamarina.org Frida, famosa “azdora” di Bellaria
DOVE DORMIRE Hotel Miramare, Via Cristoforo Colombo, 37, Bellaria RN www.hotelmiramarebellaria.it Hotel Levante Via Cristoforo Colombo, 1, Bellaria-Igea Marina RN www.hlevante.com DOVE mangiare Ristorante Primo Via Alfonso Pinzon, 120, Igea Marina RN Hotel Ermitage Via Ala, 11, 47814 Bellaria-Igea Marina RN www.hotelermitage.it
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CON FORD MONDEO WAGON HYBRID
Compagna di viaggio
FORD MONDEO WAGON HYBRID Mondeo Hybrid è dotata di una doppia alimentazione elettrica e benzina. Sotto il cofano si muove un motore 4 cilindri 2 litri, che unito a due motori elettrici eroga una potenza totale di 187 CV. È interessante come lavorano i due motori elettrici: il primo ha infatti una funzione propulsiva e trasferisce potenza alle ruote, mentre il secondo è utilizzato per la ricarica delle batterie agli ioni di litio. Può percorrere brevi distanze a zero emissioni, con il solo il motore elettrico, all’interno dei borghi, senza disturbare. E’ lunga 4.867 mm, è larga 1.852 mm e alta 1.501 mm. Il volume del vano bagagli è di 403 l e arriva a 1508 l abbattendo il divano posteriore. Il motore benzina 2,0 l a ciclo Atkinson e il motogeneratore elettrico erogano una potenza complessiva di 138 kW (187 CV). Il sistema di frenata rigenerativa recupera fino al 90% dell’energia in fase di decelerazione per alimentare una batteria agli ioni di litio da 1,4 kWh. Il consumo normalizzato della Mondeo Hybrid Station Wagon scende a soli 4,4 l/100 km corrispondenti a emissioni di CO2 di 101 g/km. La berlina 4 porte si accontenta persino di 4,2 l pari a 96 g/km. L’allestimento Titanium Business Hybrid parte da € 36.050 mentre il Top di gamma Vignale parte da € 42.350. 49
Anfiteatro romano
WEEKEND con gusto
LUCERA, IERI PALAZZI E FORTEZZE, OGGI RISTORANTI E CANTINE
Termoli
Vieste
È
chiamata “La Chiave di Puglia”, molto probabilmente Foggia perché è da questa città che si accedeva alle terre di Puglia. E fu per questo che intorno alle sue mura si sono combattute tante battaglie. Da qui sono passati i Dauni, i Sanniti, i Greci, ma le testimonianze più evidenti le hanno lasciate i Romani con il grande anfiteatro e i tanti mosaici che riaffiorano appena si scava. Tuttavia, oggi, Lucera non combatte più lo “straniero”, ma lo accoglie. Tanti borghi e piccole città oggi si svuotano, invece qui abbiamo visto una città viva, piena di giovani, il sabato sera è una festa e crediamo che poche città abbiano tanti ristoranti come Lucera. E certo una parte di merito va al sindaco Antonio Tutolo. Campobasso
lucera
IL MUSEO CIVICO “GIUSEPPE FIORELLI” E L’ANFITEATRO Si trova all’interno del palazzo De Nicastri-Cavalli. Nel 1905 è stato uno dei primi a raccogliere questi “pezzi” di storia. Vi si trova il periodo daunio, quello greco e quello romano con anche una Venere Pudica e un mosaico con le anticipazioni dei segni zodiacali. E poi, fra i tanti reperti, si può ammirare un elmo medievale, un presepe napoletano del ‘700 e alcuni bronzetti del Carrello di Lucera del VII secolo a.C. Ora una grande curiosità ci spinge all’anfiteatro romano. L’iscrizione nella porta ci ricorda che fu un privato a costruirlo in onore dell’imperatore Ottaviano Augusto, probabilmente per ingraziarselo. È senza dubbio una grande testimonianza romana, tra le più importanti della Puglia. Certo, nei Museo Civico
QUANDO IL B&B È UN PALAZZO NOBILIARE Ma iniziamo con ordine un percorso per conoscerla. La prima tappa può essere Palazzo Cavalli, in piazza Duomo, un antico palazzo nobiliare ampliato nel ‘700 su un nucleo preesistente. Ora una parte è diventata un B&B, ma per trovare posto è meglio prenotare per tempo. La proprietaria è molto gentile e vi farà visitare anche la biblioteca che conserva libri e documenti antichi.
COME ARRIVARE In auto: da nord, A14 Bologna-Bari, uscire al casello di Foggia, proseguire sulla SS 17 Foggia-Campobasso e immettersi poi sulla SS 17 per Lucera. Da Sud, A16 Napoli-Bari, uscire al casello di Foggia, poi prendere la superstrada Candela-Foggia e immettersi sulla tangenziale. Proseguire fino alla deviazione per la SS 17 Foggia-Campobasso e seguire per Lucera. 50
DOVE DORMIRE Hotel Residenza di Federico II*** Piazza del Popolo 25, tel 0881/201421, www.hotelfedericosecondolucera.it Grand Hotel Vigna Nocelli Resort & Spa*****, Strada Statale 17, Lucera, tel 0881/548109, www.grandhotelvignanocelli.com
DOVE MANGIARE Il Cortiletto, via De Nicastri 26, tel 347/1503403, www.ristoranteilcortiletto.it Prezzo medio a persona per menù alla carta € 30/35. Coquus, via Luigi Bianchi 19/21, tel 320/2846950, www.coquus-it.webnote.it
Duomo
La ricetta Coscia di agnello
al mosto cotto di fichi con mandorle tostate del ristorante “il cortiletto” Ingredienti • 8 fette di pane toscano • 300 gr di fagioli borlotti • ½ cavolo verza • 2 mazzetti di cavolo nero • 1 patata • 1 cipolla • 2 carote + 2 gambi di sedano • 1 pomodoro • 1 spicchio di aglio • Olio extravergine di oliva • Sale e pepe Disossare la coscia di agnello, farcirla e ricomporla con lo spago da cucina con prezzemolo, pecorino, pepe nero e un pizzico di sale e passarla in farina. In una padella versare l’olio d’oliva, la noce di burro e il soffritto finemente preparato, rosolare la carne per 5 minuti su tutti i lati e sfumare con il vino e poi aggiungere circa 200 cc. di brodo preparato con le ossa dell’agnello. Riporre l’agnello in una teglia a bordi alti, spennellarla con il mosto cotto di fichi e cospargere sopra una parte delle mandorle a fette, infornarla a 180 gradi per 30 minuti. Dopo la cottura prendere tutto il fondo di cottura, tritarlo ottenendo una salsa. Nel centro di ogni piatto adagiare una fetta di coscia di agnello, napparla con il suo fondo di cottura e completare con le altre mandorle a fette tostate. secoli è stato spogliato di quell’antico splendore e ora il verde del prato ha preso il posto dei gradini di pietra, ma tutto sommato rende l’idea della sua antica grandezza. Un vero “anfiteatro green”, insomma. La data di costruzione è attorno al I secolo d.C, mentre il ritrovamento è abbastanza recente, risale, infatti, al 1932. LA FORTEZZA SVEVA ANGIOINA Situata sul colle Albano, è un concentrato di archeologia, dal momento che vi sono state trovate tracce del periodo neolitico, daunio, romano, svevo e angioino. Quando Federico II di Svevia
Fortezza sveva angioina
puglia
arrivò a Lucera, la scelse per farvi costruire il suo palazzo, e portò qui anche una parte dei musulmani che aveva sconfitto in Sicilia. Essi lavoravano e combattevano per lui, e Federico consentì loro di costruire moschee e di vivere liberamente la loro vita. Tuttavia, quando arrivarono gli Angioini, la musica cambiò. Carlo D’Angiò sterminò i musulmani e fece arrivare a Lucera i cristiani provenienti da altri territori da lui dominati. E sul Monte Albano fece costruire una grande fortezza. Quando vi si entra, il colpo d’occhio è fantastico. Alla vista si apre uno spazio enorme circondato da alte mura, una vera e propria cittadella fortificata. All’interno, tuttavia, rimane davvero poco e sarebbe necessario creare un camminamento, un percorso per mostrare meglio quello che rimane dei vari periodi. La visita è comunque emozionante. LUCERA DI SERA: IL TEATRO E I RISTORANTI Lucera è una cittadina viva e di sera si anima ancora di più. Un’altra sorpresa è stato il Teatro Garibaldi, uno spazio che non ti aspetti. Il teatro è infatti ben tenuto, ben frequentato, con spettacoli di qualità e diretto da Fabrizio Gifuni, di origini lucerane, bravo attore e regista, nonché marito di Sonia Bergamasco, “compagna” televisiva del commissario Montalbano. E noi siamo capitati proprio nella sera in cui Davide Enia presentava il suo ABISSI, tratto dal suo romanzo “Appunti di un naufragio”, e abbiamo comprato il libro. Ma oltre al teatro e ai tanti giovani per strada, ci hanno stupito anche i tanti ristoranti, che in una piccola cittadina propongono una cucina tradizionale di base, ma rivisitata, tendente allo “stellato”. Ne abbiamo provati alcuni, come il Coquus del giovane chef Mirko Esposito, figlio di un ristoratore, che punta a una cucina nuova e diversa e che punta alla Stella Michelin. E poi c’è “Il Cortiletto”, il cui patron Paolo Giuseppe Laskavj, da manager di aziende agroalimentari, ha scelto una seconda vita come chef. La sua cucina è fatta di prodotti freschi, rigorosamente del territorio. Il menù propone piatti rivisitai, affinati, resi eleganti dalla sua mano esperta e il suo gusto inconfondibile. E con il dolce non sbaglia: si rifà infatti allo spumone napoletano. E, prima di andarcene, Paolo Giuseppe ci regala una delle sue celebri ricette. INFO: www.comune.lucera.fg.it 51
WEEKEND con gusto
Termoli, la perla che non ti aspetti Borgo antico Pescara
Vasto
termoli
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er la prima volta ci siamo capitati per caso, qualche anno Campobasso fa, durante un nostro weekend dedicato alla Foggia riscoperta della transumanza che dall’Abruzzo passava per il Molise. Sapevamo che Termoli era il porto da cui partivano i traghetti per le Isole Tremiti, ma finiva lì. Una tappa veloce di passaggio. Ma mi era rimasta nel tessuto della memoria questa cittadina che si tuffa nel mare come una sirena dalla classe riservata, pudica ma libera di farsi ammirare. Appare giovane e linda eppure è antica. Creata da qualche popolazione orientale, ha visto passare Greci, Etruschi, Sanniti, Romani, Longobardi, Carolingi, Normanni, Svevi…Ed è il Castello Svevo, che ci appare subito impotente come nume protettore del Borgo Antico. Purtroppo vediamo sulla cima non una bandiera, ma una blasfema casupola appollaiata, con irte antenne e parabole: e scopriamo che il castello Svevo è ancora una stazione meteorologica dell’Aeronautica Militare. Assurdo. Ma certo prima o poi troveranno altra più consona ubicazione. Speriamo che si verifichi prima del prossimo 15 agosto quando ci sarà l’incendio del castello, con fuochi d’artificio fra i più belli d’Italia, per rievocare l’assalto dei Turchi del 2 agosto del 1566. Un grande spettacolo.
COME ARRIVARE Da Nord e da Sud, prendere la A14 in direzione Pescara con uscita Termoli e proseguire lungo la SS87 Bifernina. Da Roma, prendere l’A24 Roma-L’Aquila, continuare sull’A25 per Pescara, poi sulla A14. Uscire a Termoli e proseguire sulla SS87 seguendo le indicazioni per Termoli. 52
Il Duomo dove si scoprono i santi Stavolta non ci siamo arrivati per caso, ma perché volevamo tornarci e scoprirne i tesori. Ed il Duomo si apre subito come uno scrigno, a cominciare dalla sua parte sotterranea in cui si può leggere la storia della città. E dove nel 1761 sono state trovate le reliquie di San Basso, oggi patrono della città, e nel 1945 le preziose reliquie di San Timoteo, discepolo prediletto di San Paolo. Forse se si scava ancora… La facciata ha un gran fascino specialmente di sera, peccato che un lato è rovinato dal palazzo vescovile costruito a ridosso, senza rispetto per i Santi, per i Fedeli e per il buon gusto italiano.
DOVE DORMIRE Residenza Sveva, Piazza Duomo 11, Termoli, tel 0875/706803 www.residenzasveva.com *Hotel Corona****, Corso Mario Milano 2N, Termoli, tel 0875/84041 www.hotelcoronatermoli.it Hotel Mistral****, via Cristoforo Colombo 50, Termoli, tel 0875/705246 www.hotelmistral.net
Il porto
DOVE MANGIARE Ristorante Svevia, via Giudicato Vecchio 24, Termoli, tel 0875/550284, www.svevia.it Trattoria l’Opera, via Adriatica 31, Termoli, tel 0875/808001, www.trattorialopera.com Il Binario dei Sapori, via XXIV Maggio 12, Termoli, tel 0875/705645
molise La spiaggia sotto il Castello Svevo
Museo leonardiano
La ricetta U’ Pappone È una ricetta tipica della cucina povera della costa Molisana. Nella tradizione era a base di pane raffermo e pesce poco pregiato. Costituiva il nutrimento principale delle famiglie di pescatori. Qui vi presentiamo la ricetta nella versione moderna rivisitata dallo chef Massimo Talia del ristorante “Svevia” Ingredienti 280 gr di pane di grano duro raffermo, 10 gr di cipolla, 20 gr di aglio, 80 gr di peperoni verdi a cornetto, 120 gr di olio extravergine di oliva di Larino, 400 gr di ali di razza spellata e pulita, 240 gr di seppioline, ½ bicchiere di vino bianco, peperoncino secco intero, prezzemolo, basilico, alloro, rosmarino fresco, sale fino q.b Per il fumetto leggero: 30 gr di cipolla, 30 gr di sedano, 30 gr di champignons, 10 gr di aglio, prezzemolo, lische di razza e carapaci di scampi, 1,5 l di acqua Per la salsa di pomodoro: 1 spicchio di aglio, 40 gr di olio extravergine di oliva, 1,2 kg di pomodori freschi maturi, Foglie di basilico fresco Per il fumetto di scampi: 40 gr di olio extravergine di oliva, 10 gr di aglio, 10 gr di peperone verde, 300 gr di salsa di pomodoro, 500 gr di fumetto leggero, ½ bicchiere di vino bianco secco, Basilico, prezzemolo e sale q.b. Cominciate dal fumetto leggero portando a ebollizione le lische della razza e i carapaci degli scampi, schiumate e aggiungete le verdure. Sobbollite per 20 minuti, fare riposare, poi filtrate. Preparate poi la salsa di pomodoro fresco. Sbianchite i pomodori, fateli raffreddare, poi spellateli, privateli dei semi e tagliateli a cubetti. Soffriggete uno spicchio di aglio con l’olio extravergine di oliva, poi aggiungete i pomodori a dadini, il basilico e fate cuocere per 20 minuti. Regolate di sale poi frullate con il mixer a immersione. Passate ora al fumetto di scampi. Fate saltare i gusci degli scampi in olio di oliva con l’aglio e il peperone, bagnate con il vino bianco e aggiungete un mestolino di salsa di pomodoro e due di fumetto leggero. Regolate di sale, profumate con basilico e prezzemolo e cuocete per 20 minuti. Infine, preparate il pappone. Il un tegame alto mettete a soffriggere la cipolla affettata, l’aglio e il peperone verde. Unite la fogliolina di allora, la seppiolina a julienne, gli scampi sgusciati e la razza. Fate rosolare il tutto e aggiungere la salsa di pomodoro e 600 gr di fumetto. Lasciate sobbollire per 20 minuti. A cottura ultimata mettete il pane raffermo tagliato a dadini, girate e lasciate che il composto di unisca nel pappone. Impiattamento: con l’aiuto di un cilindro formate e comprimete il pappone in un piatto fondo, sistemate a lato il fondo di scampi e molluschi. Guarnite con uno spiedino di seppia, completate con un peperone fritto e croccante e un goccio di olio extravergine.
Le spiagge più belle e il vicolo più stretto La bella Termoli antica, il Borgo Vecchio, è come polena che fende il mare e si lascia ai lati scie di sabbia dorata. Due splendide spiagge, per nove chilometri, da cui si ammirano le isole Tremiti che possono essere raggiunte in poco tempo: da un’ora a un’ora e 40. Da vedere anche nel Borgo Vecchio uno dei vicoli più stretti d’Europa. La lotta è aperta e siccome è una questione di millimetri, non si riesce a decidere quello più stretto. Nella “bellezza diffusa”, anche una residenza diffusa: la Residenza Sveva Termoli dà la sensazione di bellezza, pulizia e simpatia diffusa. Qui non si respira lusso, ma qualità ed empatia. Le strade, i vicoli sono tutti curati. È come se fosse la porta d’ingresso del Molise e i termolesi volessero far fare bella figura a tutta la loro regione. E pensare che non è neppure provincia. E qui vi è anche uno degli alberghi diffusi più belli d’Italia: la Residenza Sveva, cui si affianca anche il ristorante Svevia in un antico palazzo del 1700, con volte a botte, davvero bello e suggestivo, con un menù di classe a km zero con prodotti del territorio e del mare. La cucina è diretta dallo chef Massimo Talia.
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WEEKEND con gusto
La cattedrale e il ponte Hohenzollern (foto Francesco Carovillano)
di Cesare Zucca
COLONIA: LA CATTEDRALE, LA STORIA, LA GASTRONOMIA, TANTA BIRRA E... L’ACQUA Impossibile perdersi: grazie, Dom! l benvenuto a Colonia ce lo dà proprio il simbolo della città, l’imponente Cattedrale, il Dom, miracolosamente sopravvissuta al bombardameto del ’45 che ha rasato la città al suolo. Le sue guglie gemelle, visibili da ogni punto della città, fanno da bussola per il turista. Al’interno spiccano le splendide vetrate istoriate e il sarcofago dorato tempestato di gioielli in cui sono ospitate le reliquie dei Re Magi, portate da Federico Barbarossa e motivo di pellegrinaggio da secoli. E’ il cuore spirituale della città, parte tutto da lì: le line ferroviarie, la metropolitana, i bus rossi Hop on/off che vi consigio di prendere per un tour di un’ora e mezza che attraversa tutta la città. Esperienza un po’ turistica, ma utile e essenziale. La storia di Colonia è raccontata (anche in italiano) in auricolare e il bus a due piani vi porta nei luoghi più significativi dando la possibilità di scendere quando si arriva a un punto che desiderate vedere per poi risalire sul prossimo.
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PIù di 40 musei da visitare Tra tutti, ho scelto il meraviglioso Ludwig Museum, arte moderna e contemporanea, spazi larghi e suggestivi. Pop Art d’autore, tanto Dada, illustri esempi dell’ espressionismo tedesco (che adoro) e una strabiliante sala dedicata alla PopArt d’autore: da Andy Warhol a Roy Lichtenstein. Il museo ospita una delle più vaste collezioni di opere di Picasso, alcune poco viste, come le sculture, i patti di ceramica e un’improbabile nurse che spinge una carrozzina. 54
Wallraf-Richartz-Museum Nel centro di Colonia, l’ importante museo ospita capolavori della scuole tedesca, italiana, fiamminga e olandese illustra la dimensione europea della pittura religiosa dell’epoca. Grande spazio all’arte barocca, con Rubens, Ruysdael,Rembrandt, Murillo, Tiepolo, Lorrain. Una delle più importanti collezioni al mondo di dipinti medievali oltre a opere di Rubens, Rembrandt, Murillo di Boucher, pittura
Museo del Cioccolato
La famosa Acqua di Colonia
in the world: germania Estate a Termoli
L’ascensore dell’Hotel Pullmann Hotel 25 Hours
CON PROFUMO D’ITALIA tedesca da Caspar David Friedrich, Max Liebermann e la più ampia collezione di arte impressionista e neo-impressionista in Germania: Monet, Van Gogh, Cézanne e Edvard Munch. Corrente esibizione la suggestiva mostra Barock Lifestyle. Birra, birra, birra! Spillata al mattino, pomeriggio, sera e notte, insomma sempre. La birra di Colonia è la bionda Kölsch in ben 40 etichette, leggera e un po’ amara, servita nel tipico Kolsch Stange, un bicchierino alto e stretto che viene riempito non-stop dai camerieri, così la birra è sempre fresca. E un affarone...un bicchiere di Kölsch costa meno di 2 euro, decisamente più economica dell’acqua, visto che una bottiglietta costa 2 o 3 euro… Scoprire Ehrenfel Quartiere multietnico e multiculturale dall’ atmosfera bohémienne, popolato da creativi e artisti. Distretto eclettico, prediletto da gioTre cose che un turista non dovrebbe fare 1. Se raggiungete Colonia in auto, non pensate di posteggiarla in centro... non troverete posto e i parcheggi costano una fortuna. Meglio lasciarla in periferia, magari vicino a una stazione del metro. 2. Non lasciare il ristorante senza aver lasciato una mancia di almeno il 10% 3. Non nuotare nel Reno. E’ attraente ma pericoloso.
vani artisti e stilisti che qui hanno aperto spazi d’arte, boutique di moda e di gioielleria. Qui troverete arredi, oggettistica, barbieri hipster, parrucchieri tendenza, negozi di musica e vinili a prezzi davvero interessanti. Vi consiglio di scendere alla stazione del metro UBan Venloer e di avventurarvi nelle stradine laterali dove scoprirete grande creatività: piccoli bar giovani e accoglienti, miniboutiques dove i capi sono realizzati sul posto e su misura e spettacolari graffiti che tappezzano muri, case, finestre.Ho fatto una sosta da Sehnsucht, un piccolo bar con giardino, caffè e deliziose torte. Qua e là troverete negozi vintage, bric-à-brac, oggetti per la casa, perfino una caffetteria dove il contenitore lo portate voi. Tanta moda insolita e esclusiva , visto che a produrla, sul posto, sono gli stessi stilisti, pronti a adattare le loro creazioni alle vostre misure . Tra le boutiques più trendy, la minuscola Kleidsam, tutto fatto a mano. La cucina kolsch A tavola l’orgoglio locale è il pane. Pare ce ne siano di 200 tipi, venduti nei classici panettieri o nei baracchini per strada. In accoppiata una valanga di croissants, pane dolce e altissime e farcitissime torte. Flönz, una salsiccia di sangue da mangiare fredda, accompagnata da soffritto con cipolle o in versione gourmet, abbinata all’ Himmel un Ääd, purè di patate e mele. Sauerbraten, uno stufato di carne marinato in un mix di vino, acqua, erbe, spezie e altri condimenti e servito con un sughetto agrodolce a base di uva. Uno dei ristoranti più tipici (e affollati) di Colona è Frueh Am Dom Lì ho gustato un enorme e succulento hämmchen, stinco di maiale bollito servito con krauti e purè di patate. 55
WEEKEND con gusto
Quartiere Ehrenfel
Un quartiere non turististico? Chlodwig Platz. Se chiedi a un abitante di Colonia ‘chi sei?, ti risponderà ‘sono un patriota’ e se vuoi sapere quale zona ama bazzicare, ti indirizzerà verso ‘il quartiere Chlodwig,dove purtroppo,aggiungerà, gli affitti sono saliti alle stelle…’ Anch’io ho zigzagato per le viuzze del quartiere e ho trovato tutto ciò che si può trovare in un tipico villaggio, dal salumiere, al fruttivendolo, al calzolaio. Gente super cortese e sorridente. ‘Ci chiamamo i meridionali della Germania, aggiunge la mia guida, perchè siamo affabili, allegri e solari… Un’imperdibile escursione fuori città Nella vicina e graziosa Brühl (20 minui di treno) vi aspetta il maestoso Castello Augustusburg, un gioiello barocco dichiarato patrimonio Unesco. Le visite sono necessariamente guidate, ma aiutate da audioguida anche in italiano. Tra le bellezze spicca la monumentale scalinata e la cupola dall’impressionante trompe-l’oeil, un vero capolavoro di prospettiva. Lasciamo il barocco, per tuffarci nella straordinaria creatività e nel mondo surreale di Max Ernst a cui è dedicato il museo. Moltissime opera dell’eclettico artista pittore, scultore e fotografo. Fino a Agosto, il museo ospita una strabiliante mostra di Joana Vasconcelos, stravagante (a dir poco) artista portoghese, che non mancherà di stupirvi con le sue sorprendenti creazioni e insolite creature che vanno da un maxicuore luminoso che danza al ritmo del fado a una gigantesca scarpa realizzata con più di 200 pentole e coperchi. Vedere per credere!
Dirsi ‘ti amo’ sul ponte Succede sul Ponte Hohenzollern, diventato uno dei luoghi preferiti dagli innamorati che dal 2008 hanno iniziato a tappezzarne le ringhiere con i lucchetti dell’amore. Un must ‘romantico’ per chi si vuole bene. Fare una passeggiata lungo il Reno Il parco che si affaccia sul Reno nella sponda opposta alla cattedrale, il Rheinpark, è un’immensa area verde , oasi di tranquillità che in estate regala una zona quasi-mare con una quasi-spiaggia che piace molto ai locali. Cioccolatiamo? Sprofondatevi nel profumo del Schokoladenmuseum, il museo del cioccolato sponsorizzato dalla Lindt, piuttosto sovrappopolato e rumoroso… mi sono bastati 5 minuti: un brevissimo stop al bar per acquistare… un cioccolatino. Una meta perfetta per i bambini, ottime torte ma troppo chiasso. Acqua superstar La famosa “Acqua di Colonia” fu inventata dall’italiano Johan Maria Farina e l’essenza originale porta il suo nome in un’etichetta rossa. E’ nata proprio a Colonia nel 1700 e ha ‘sedotto’ personaggi celebri come Voltaire, Goethe, la Regina Vittoria e perfino Napoleone Bonaparte che pare ne consumasse 60 flaconi al mese. La potete trovare all’interno del negozio-museo Farina Oben-
SCELTI E PROVATI PER VOI Colonia Centro è di dimensioni piuttosto limitate. Meglio quindi puntare su un hotel centrale, vicino a una fermata del metro, che è efficace e, manco a dirlo, estremamente puntuale. Ecco quattro strutture alberghiere, diverse tra loro, ma tutte raccomandabili.
popolata da mini shops di biciclette, gadgets, musica e vinili, barbiere, eccetera. Le sorprese continuano nelle camere super confort, dal pupazzetto tra i cuscini, ai quadri pop, al telefono vintage. Alcune camere con terrazzino e vista della cattedrale e per rilassarvi, una splendida SPA tra piante tropicali.
Hotel 25 Hours the Circle Giovane, moderno e sorprendente... fin dall’ingresso, ovviamente circolare, una specie di piazza futuristica
Boutique Hotel Chelsea Artistic, hipster, trendy... avete capito il genere? Questo boutique hotel si diverte a essere senza dubbio
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Salsiccia al sangue
unico e originale. Nella sua minimalistica essenzialità (anche dei prezzi) riserva piacevoli sorprese, dall’ascensore con la parete effetto cinema, alle camere ricche di vetrate, anche nel soffitto. Hotel Steigenberger Classe, servizio e comfort. Questa gemma della prestigiosa catena Steigenberger offre eleganti camere con vista sulla Cattedrale, dotate di letti super confortevoli, un angolo tè e caffè e un minibar, tutto
in the world: colonia
Brasserie
marspforten 21, dove si possono seguire tour guidati da attori abbigliati da damerini del ‘700 che vi porteranno attraverso le cantine e le distillerie (ovviamente ricostruite) per illustrarvi la storia della leggendaria acqua profumata e farvi indovinare diverse essenze. A chi azzecca (e a chi non) viene regalato un mini profumo. ovviamente Farina. Solo Farina 1709 è la vera Acqua di Colonia, attenzione alle imitazioni, come la ‘4711’, venduta in molti negozi, alcuni dei quali piuttosto chic. In quello della Glockengasse, per esempio, troverete una fontanella dal cui rubinetto sgorga… acqua di Colonia. Pronti per un viaggio nel tempo? Per un tuffo (virtuale) nella Colonia di ieri, niente di meglio che un’esperienza TimeRide a bordo di un tram d’epoca per infilarsi gli occhialoni e avventurarsi virtualmente in un tour attraverso la città, com’era all’inizio del ‘900, popolata dai personaggi che animavano il centro di Colonia: signori con bombetta e bastoncino, eleganti signore dai cappellini piumati, venditori ambulanti, bottegai e persino un ladruncolo. A TAVOLA Colonia offre un’immensa diversità multi-etnica. Ben 182 nazioni sono presenti in città e potrete scegliere tra 3000 posti di ‘ristoro’ che vanno dalla birreria tipica, al ristorante stellato, allo street food, dove, visto il grande numero della popolazione turca, imperano i kebab, compreso l’affollatissimo Mangal Döner, aperto da Lukas Podolski,
curatissimo e un servizio ineccepibile. In serata, gli ospiti possono ritrovarsi al lounge bar per sorseggiare un drink, godersi la vista e un’ atmosfera davvero magica. Hotel Pullman Nel cuore di Colonia, un ‘4 stars superior’ firmato dalla prestigiosa catena Accor e mirato soprattutto a viaggiatori cosmopoliti, un gioiello, a cominciare dall’ ascensore trasparente con una vista talmente
Quartiere Ehrenfel
ex attaccante dell’Inter. Pare sia il migliore della città, preparatavi a fare la fila... Dal 31 agosto all’8 settembre la città si trasformenrà in una Mecca in occasione di Fine Food Days Cologne con la partecipazione di una grande brigata di top chef dell città che prepareranno i loro piatti più famosi. Ho scelto per voi due ristoranti molto diversi ma, secondo me, ugualmente interessanti. Neo Biota - Alternativo-tendenza, piatti freschi, sani e comunque ricercati. Tra poco festeggiarà il primo anno di attività e pensare che a soli 6 mesi dall’ apertura si è guadagnato una stella Michelin. Al bancone a vista operano Sonja Baumann e Erik Scheffler chef-amici-soci del piccolo ristorante che offre un menu semplice e schietto, con molte verdure, pesce e che imperiosamente proclama: ‘Il brunch è morto’ optando per un variopinto breakfast non-stop dalla mattina al pomeriggio. Mi sono affidato ai consigli degli chef : salmone, asparagi bianchi, 7 erbe e aceto di uova servito su una tartina di pane integrale e accompagnato dal ‘drink del giorno’: anguria, pelmo, ginger, cetriolo, pepe, paprika e chissà cos’altro... deliziosi tutti e due. Brasserie E.L.F. - Cambiamo atmosfera. Al pianterreno dell’hotel Pullman, Ho trovato un locale elegante e nello stesso tempo piuttosto sobrio con un menu che punta sul prodotto locale e sulla tradizione della cucina del Reno. Era una serata speciale dedicata ai dolcissimi, tenerissimi e irresistibili asparagi bianchi della zona di Bornheimer accoppiati alla classica wienerschnitzel, quasi una cotoletta alla milanese, e irrorati da una ‘peccaminosa’ salsa olandese. Cucina top.
spettacolare che da solo vale il soggiorno (facevo su e giù almeno 10 volte, sia di giorno che di notte)... Il breakfast? Indescrivibilmente ricco e abbondante: dalle specialità locali, dolci salumi, formaggi, salmone e anguille, verdure cucinate in mille modi, una parata di succhi di frutta e verdure appena spremuti, di pane e dolci, per non parlare delle uova, cucinate da uno Chef specializzato, al momento e come le preferite.
Pronti a prenotare il vostro weekend a Colonia? RyanAir, EasyJet e Wizzair vi portano low-cost verso una meta ospitale, ricca di storia, arte, gastronomia e... tanta birra! INFO Per informazioni turistiche www.koelntourismus.de 57
CITY BREAK
di Cesare Zucca
STORIA, ARTE, ELEGANZA, BUON CIBO E... AMBRA, LA PIETRA DELLA SALUTE Napoleone l’ha definita “La chiave di tutto”. Dal florido commercio medioevale all’occupazione nazista, alla nascita di Solidarnosc, oggi Danzica è meta di visitatori che amano l’arte, la storia, l’eleganza, il buon cibo e... l’ambra. Ecco un weekend in 7 mosse
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onsieur Bonaparte aveva ragione: questa città, affacciata sul Mar Baltico, era un punto strategico per chiunque avesse ambizioni di dominio sull’Europa centro-orientale. Nel corso dei secoli Danzica è diventata uno dei luoghi più cruciali della storia del mondo. Dallo scoppio della seconda guerra mondiale alla nascita di Solidarnosc che ha dato inizio, con effetto domino, al crollo dei regimi comunisti. Non solo storia, però. Danzica è per tradizione dedita al commercio e al turismo. Molti i visitatori polacchi e stranieri, amanti della natura che si manifesta nelle dolci colline della Casciubia, coperte di laghetti e boschi di betulle
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Le porte e i murales Partite dalla Porta Verde e percorrete la Via Reale (Ulica Dluga) fino a Dlugi Targ, centro pieno di ristoranti, bar, saltimbanchi, attori in costume e palazzi importanti: ilMunicipio con la torre più alta di Danzica che ora ospita il Museo storico della città, la Casa d’Oro e l’iconica Fontana di Nettuno, dove un selfie è d’obbligo. Superata la Porta Superiore, vedrete apparire la Casa delle Torture, la Torre di Prigionia, la Chiesa di S.Maria, ritenuta la più grande chiesa in mattoni al mondo e la pittoresca strada Ulica Mariacka. Se amate i murales d’autore, dirigetevi verso il quartiere Zaspa, case pastello e spettacolari murales. Gli abitanti della zona organizzano tour gratuiti.
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Glowne Miasto e Solidarność Il centro città ricostruito com’era circa 400 anni fa, con edifici gotici in mattoni rossi e casette strette che tradiscono l’influenza olandese. Qui potete fare shopping (e magari qualche buon affare) nelle botteghe artigiane, negozi d’antiquariato, wine-bar e boutiques di moda. Le strutture che onorano Solidarność, il movimento che
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nel 1980 sconfisse il regime comunista. si possono visitare a bordo di un pulmino d’epoca attraverso l’area portuale di Gdynia, con tappa nell’officina dove lavorò Lech Walesa, fondatore del movimento. Oggi gli ex-spazi industriali ospitano mostre d’ arte contemporanea. European Solidarity Center, nuovo museo dedicato alla solidarietà, al movimento anticomunista e al dialogo con il mondo attuale. Molte dei cupi spazi industriali sono diventati strutture design e un winter garden in piazza Bartoszewsk. Fuori dal museo spicca il grande Monumento ai Portuali Caduti che commemora gli operai uccisi durante la rivolta del 1970.
WEEKEND A DANZICA
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Fame? Come alternativa al ristorante classico, ecco (purtroppo in via di estinzione) i MILK BAR , bar mleczny, modesti e economici self-service, retaggio dell’era comunista. Cucina casalinga e… limitata. I piatti sono scritti, rigorosamente in polacco, su una lavagna mentre la burbera signora tuttofare (cuoca, manager, cameriera) li cancella mano a mano che vengono esauriti. Meglio andarci presto… e diffidare dalle ‘nuove versioni’ con banconi ricchi di cibo, musica, servizio organizzato e wi-fi e (ahimè) il sito web… Qualche nome? Neptun, Syrena, Turystyczny, il Mleczny, purtroppo tutti un po’ ‘modernizzati’. Il più autentico l’ ho trovato per caso, di fronte al maestoso Castello Malbork (che vale la pena di visitare) appena fuori Danzica. Anonimo, nessuna insegna e una strepitosa zuppa zurek (la mia preferita) Voglia di street food? Nel mercato Hala Targowa troverete la più genuina gastronomia locale: carne e insaccati affumicati, pesce essiccato, dolci ai semi di papavero, tanta frutta e verdura (le prugne sono squisite) e il meraviglioso pane nero
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Due musei Hewelanium Center, immerso nel verde con spettacolare vista sul porto, è un museo interattivo dedicato alla scoperta dalla scienza e dei fenomeni naturali. Si va dalla fisica dell’energia alla sperimentazione dei fenomeni luminosi. Museo della II guerra mondiale, uno dei musei più innovativi d’Europa, e nuova icona cittadina. La sghemba costruzione su 5 piani commemora gli eventi bellici e racconta com’era la vita della gente comune durante quei terribili anni. A causa dell’argomento e delle immagini dure, il museo ha creato anche un itinerario più ‘leggero’ dedicato ai bambini.
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Ambra! La portentosa pietra portafortuna e protettrice. Tipica della zona, questa pietra millenaria dalle proprietà benefiche, al contatto con la pelle, è in grado di rilasciare acido succinico che funziona come agente antinfiammatorio, analgesico e antitossico. Combatte, dicono, artrosi e reumatismi, dolori alla schiena, sciatica,
tendiniti, e i disturbi di stomaco. Favorisce la guarigione di ematomi e piccole ferite, combatte lo stress, procura calma e buon sonno. E’ considerata un infallibile portafortuna. Prima di comprarla. vi consiglio una visita al Museo dell’Ambra per conoscere l’affascinante storia di questa millenaria pietra ( resina fossile) portafortuna dalle proprietà benefiche. Scoprirete gioielli d’epoca, oggetti artigianali, scatole preziose, quadranti di orologio e pettini. E poi… tuffatevi da Bursztynowe o setacciate la Mariacka, strada popolata da negozi, bancarelle e venditori della pietra dai mille toni di giallo. L’ambra più preziosa? Quella con le sfumature blu.
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Una tappa chic a Sopot Vicina stazione balneare dove da oltre un secolo benessere e cura del corpo si coniugano a una vivace vita mondana. Troneggia il Grand Hotel, che ha ospitato politici illustri e stars, tra cui Marlene Dietrich, Greta Garbo, Annie Lennox. Nella relax room viene servito champagne e caviale mentre vengono proiettati vecchi film francesi in bianco e nero. Che chic!
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Per una notte da sogno Radisson Blu Hotel, nella storica via del Mercato Lungo. Deluxe rooms, 9 suites, tra cui la presidenziale con vista spettacolare. Hotel allergic-friendly, attento a chi soffre di allergie. Lenzuola anti-acaro, toiletterie per pelli sensibili e aspirapolveri dai filtri antiallergici. Nel ricco buffet-colazione troverete muesli senza noci, latte senza lattosio e prodotti senza glutine. Comfort, servizio e accoglienza 5 stelle. Hotel Gdansk nel 1700 era un granaio, oggi ospita una clientela internazionale. Elegante e sobrio, camere stile yacht, attrezzatissima Spa e un ottimo ristorante di cucina polacca. Lasciatevi tentare dal trittico di sardine e dagli immancabili pierogi, tradizionali ravioli polacchi, serviti con finferli e cavolo. Nel suo pub Brovarnia troverete il meglio delle birre artigianali, compresa la superlativa Schwarzbier nera. INFO: Visit Gdansk https://visitgdansk.com/en/ • www.polonia.travel/it 59
CITY BREAK
L’IMPREVEDIBILE CAPITALE DELLA LITUANIA
Incontrare l’ultima dinastia dei Tartari, visitare un quartiere che si proclama Repubblica indipendente, comprare le uova decorate a mano della nonna, gustare un cepelinai, bere l’acqua di betulla, fidanzarsi in mongolfiera, fare trekking nella palude e ancora...
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LAGO TRAKAI: CUCINA KARAIMA E PALUDI Poco lontano dalla città, intorno al tranquillissimo lago Trakai, vivono circa 300 kairaiti, popolo di ceppo tartaro e lingua turca. Abitano in case con solo tre finestre: una per Dio, una per la famiglia e una per il granduca Vytautas. E’ gente cordiale e ospitale, felice di accogliervi nel ristorante Kybynlar dove scoprirete il kibinai, squisito fagottino alla carne di’agnello in crosta servito in una tazzona di terracotta. Se avete la passione per l’avventura e avete piu’ di 16 anni, potete fare swamp hiking un trekking attraverso paludi e terme naturali nelle vicinanze del lago e nel quartiere Semeliskiu a circa 50 km da Vilnius.
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L’ANELLO IN MONGOLFIERA Vilnius è una delle poche capitali che permettono alle mongolfiere di sorvolare la città. Futuri sposi, questa è davvero una situazione magica per dichiarsi e sfoderare il fatidico anello di fidanzamento, il tutto inaffiato da champagne.I colorati palloni volano tutto l’anno ma sono richiestissimi nel periodo di San Valentino. Il tour si chiama Machmaking in the Sky e la vista sulla città è davvero mozzafiato. Vi assicuro che, viste dall’alto, la Città Vecchia, la maestosa Università, le cupole gotiche e barocche sono davvero un’emozione indimenticabile.
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INDIPENDENTEMENTE TRENDY Al di là del fiume Vilnia sorge la Repubblica Indipendente di UZupis. Cosi’ si autodefinisce il quartiere piu’ trendy della citta’ che vanta una propria costituzione, scritta sui muri della Via Paupio. Tra il serio e l’ironico, viene decretato che “ L’uomo ha diritto di essere uomo e il cane di essere cane” oppure “La gente ha il diritto di 60
vivere vicino al fiume e il fiume di scorrere vicino alla gente”. Costituzione a parte, UZupis è il nuovo ritrovo di artisti e avanguardisti. Tutto da scoprire.
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MANGIAR BENE, ASSAGGIARE BENDATI E CIOCCOLARSI... Per mangiare alla lituana, assaggiate le cepelinai, gnocconi di patate a forma di Zeppelin ripieni di carne. I più popolari da Forto Dvaras I piu’ raffinati al pesce e zafferano daTelegrafas. Il kibinai, fagottino d’agnello in crosta, servito in tazzona di terracotta
WEEKEND A vilnius
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SHOPPING: LA NONNA E IL MASSAGGIO AMBRATO Old Crafts Workshops qui troverete negozi souvenir e prodotti artigianali tra cui raffinate lenzuola, meravigliose tavoglie, tessuti in lino per abbigliamento e le uova della nonna, minuziosamente decorate a mano. Se amate l’ambra, soprannominata l’oro della Lituania, potrete seguire un tour che racconta la storia della pietra e insegna a creare il vostro gioiello amuleto. Al termine dello shopping vi aspetta un lungo massaggio all’ambra, olio e pietre.
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LET’S PARTY! Pronti per la serata? Vilnius ama fare festa e far tardi. Una valanga di discoteche, capeggiate dalla popolarissima MojoLounge Il sito vilniusbynight.lt/en informa su orari e aperture di enoteche, bar, lounges e sexy stripper club concentrati nei distretti di Vokieciu e Islandijos.
7 Pane e dolci fatti in casa sono un classico della gastronomia lituana. Non perdetevi la saltibarsciai, zuppa di barbabietole. uovo e crema acida di yougurt da bere con berzù,delicata acqua di betulla. Non mancano dei tour gastronomici piuttosto insoliti come Tasty Vilnius che organizza degustazioni gastronomiche in giro per la citta’. Assaggiarete la cucina tradizionale lituana e verrete bendati per indovinare un dolce. Per cena vi consiglio 14 Horses dove lo Chef Andrius Kubilius propone una cucina ispirata alla natura, alla storia e allo stile di vita della Lituania e del Baltico. Dimenticate la dieta e tuffatevi nelle pasticcerie Dolci Kepyklele e Pinavija. Da Kepejai vi sembrerà d essere nel set del flm Chocolat. D’accordo manca Johnny Deep, ma le pasticcere vi sedurranno con loro delizie.
DOVE ALLOGGIARE: IL LUSSO E LA BARONESSA Kempinski - Un’ avventura 5 stelle. A cominciare dall’ingresso decorato da cascate di fiori, alle eleganti suites con balcone che danno sulla spettacolare piazza della Cattedrale, Atmosfera da Vienna imperiale, SPA e piscina da sogno azzurro. Servizio impeccabile, breakfast da capogiro e il ristorante che propone i tesori della cucina lituana. Grotthus boutique-hotel - 4 stelle, residenza della Baronessa Von Grotthus. Camere accoglienti, tutte diverse, arredate con pezzi antichi dall’aria nobile di un tempo. Vilnius è raggiungibile con voli low cost Ryan e Wizzair e il sito Lithuania.travel sarà utilissimo per documentarvi sul vostro prossimo viaggio alla scoperta della Lituania. INFO: Lithuania Travel http://vilnius-tourism.lt/en/ https://www.lithuania.travel/en/ info.lituania@aigo.it 61