Weekend Premium - Dicembre 2019

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m u i m e r P

dicembre 2019

WEEKEND CON LA NEVE NAMIBIA IN 4X4 PER CONOSCERE LA VERA AFRICA

MADONNA DI CAMPIGLIO DOVE IL BIANCO DIVENTA GREEN

NUOVA SUBARU FORESTER e-BOXER



RESORT PREMIUM BORGOBRUFA

eekend wellness

LA SPA REGINA DELL’UMBRIA Al Borgobrufa Spa Resort di Torgiano (PG) coccole a cinque stelle

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inque nuove stelle splendono a Torgiano (PG), nel cuore verde dell’Umbria. Sono quelle del Borgobrufa Spa Resort, che ha aperto la stagione dopo un restyling durato sei mesi. Fiore all’occhiello, la Spa di 3000 mq, che conquista il primato di centro benessere più grande dell’Umbria e offre più di 60 trattamenti personalizzati, specifici per lei e per lui, uno staff di 19 persone altamente qualificate e un panorama mozzafiato sulle valli di Assisi e Perugia.

Relax tra benessere e natura

La nuovissima Spa si avvale di nuove aree relax, alcune delle quali si affacciano sulla piscina esterne e sulle valli. Potete scegliere tra i lettini singoli o di coppia, anche nella versione “sospesa”, dondolandovi tra giochi di luce e suoni rilassanti. Non perdetevi poi la Sauna panoramica con le sue grandi vetrate e una vista mozzafiato. Tra le novità c’è poi la Private Spa “Sorgente della natura”, con una vasca idromassaggio tonda dedicata alle coppie che vogliono regalarsi una vacanza tra relax, romanticismo e passione. Originalissima la nuova stanza “Cristalli di neve”, una capsule room rivestita di materiale bianco cangiante e con una vetrata centrale dove…nevica tutto l’anno! Per immergersi nel relax più completo, c’è poi il Vitarium, un ambiente caratterizzato da essenze naturali, musica meditativa e illuminazione policromatica. Nella Ae-

motio Spa, invece, si viene coccolati da una calda pioggia filiforme e dalla cromoterapia personalizzata. E c’è anche il Tempio del Sale, una “grotta” ad alta concentrazione salina.

Coccole gourmet

Ha aperto i battenti a gennaio 2020 il nuovo Ristorante Fine Dining, un ambiente raffinato e di charme per una cena intima e indimenticabile. Sono solo 12 infatti i coperti. Una vista mozzafiato e arredi che richiamano i toni della natura regalano un’esperienza culinaria e sensoriale unica. Il menù, affidato al giovane chef Andrea Impero poi, si compone di prodotti tipici locale e forniti da produttori umbri. E se qualche piatto vi ha incuriosito e deliziato al punto tale da volerne scoprire i segreti, tra le novità ci sono i corsi di cucina a cura dello chef Impero per imparare a preparare i piatti della tradizione umbra. Al Fine Dining si affianca il ristorante Quattro Sensi, elegante e luminoso, con una splendida vista su colline e vigneti. Per le occasioni speciali c’è il romantico Tempio del Gusto con il caminetto, particolarmente suggestivo la sera. Nell’Enoteca del Borgobrufa Spe Resort, nella quale si tengono anche degustazioni, si può scegliere tra oltre 150 etichette di pregio, tra vini del territorio, regionali, italiani e internazionali, da assaggiare e acquistare.

INFO: Borgobrufa Spa Resort, via del Colle 38, Torgiano (PG), tel 075/9883, www.borgobrufa.it

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eekend 2020 Val Sarentino

le tendenze di viaggio 2020 il 2019 volge ormai al termine: cominciamo a pensarealle mete ideali per il nuovo anno, in italia, in europa e nel resto del mondo, alla ricerca del bello e dello stile. Sempre senza dimenticare l’ecosostenibilità e il rispetto per i luoghi visitati, per la cultura, per i gusti e per le tradizioni

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l 2019 volge alla fine e noi, come oramai da tradizione, ci siamo chiesti quali saranno le mete più interessanti per l’anno entrante. Iniziamo dagli stili di viaggio, che si stanno rapidamente evolvendo. Sempre di più il turista cerca esperienze vere, all’insegna dell’ecostenibilità e della comprensione e del rispetto del territorio e delle popolazioni che lo abitano, delle quali si vogliono conoscere tradizioni, arte, cultura e sapori. Insomma si viaggia sempre di più ad occhi aperti e non ci si accontenta di proposte banali o troppo commerciali. Ed eccoci quindi alle mete, per tradurre queste riflessioni in realtà.

CADERZONE TERME

Parlando dell’ecososteniblità e partendo dall’Italia, ovviamente ci ricordiamo del Borgo Green 2019, Caderzone Terme, una piccola 4

perla a pochi chilometri da Madonna di Campiglio da noi premiato per aver saputo conservare la propria autenticità interagendo con la natura, anche con tanto di acque termali.

PARMA

Poi subito arriviamo a Parma, capitale italiana della cultura 2020. Una città della quale vale la pena scoprire i due volti, dal centro storico dei Farnese, dei Borboni e di Maria Luigia d’Austria, con le chiese e i palazzi del potere e l’eleganza delle botteghe storiche e le case e le osterie popolari e i monumenti meno conosciuti di Oltretorrente. Il quartiere degli Arditi del Popolo che nel 1922 fermarono i fascisti capeggiati da Italo Balbo, come ricorda la scritta in dialetto “Balbo t’è pasè l’Atlantic ma miga la Pèrma” (Balbo, hai attraversato l’oceano ma non il torrente Parma).


di Giuseppe Ortolano

1. Altopiano di Asiago (VI) 2. Bobbio (PC) 3. Caderzone Terme (TN) 4. Chamois (AO) 5. Costa dei Trabochhi (CH) 6. Isola di Levanzo (TP) 7. Isola di Ventotene (LT) 8. Martano, Città dell’Aloe (LE) 9. Sauris (UD) 10. Val Sarentino (BZ) Torino

TORINO

Nel 2020 Torino sarà invece Capitale del Cinema e festeggerà i 20 anni esatti di vita del Museo Nazionale del Cinema, ospitato all’interno della meravigliosa Mole Antonelliana. Una meta da non perdere, consigliata anche ai non cinefili, alla quale abbinare la non lontana Reggia della Venaria Reale che offre al visitatore un interessante excursus sulla storia italica ma soprattutto i sui giardini vincitori dell’ultima edizione del concorso “Il Parco più Bello d’Italia.

BOBBIO

Il piccolo centro abitato piacentino di Bobbio è il “Borgo dei borghi”d’Italia, avendo vinto la recente edizione del ‘talent’ omonimo su Rai Tre, una competizione dedicata ai centri più suggestivi della penisola. Bobbio, affacciato sul fiume Trebbia, è immerso nella verde e selvaggia Valtrebbia, ai piedi del Monte Penice, definita da Hemingway come la vallata più bella del mondo.

PARCO PANEVEGGIO

E ora un pensiero anche a chi ama la neve. Perché non abbandonare, anche solo per qualche giorno, le piste da discesa per scoprire luoghi dove la natura torna protagonista, per emozionarsi tra il silenzio dei

San Martino

Urbino

boschi e dell’alta montagna. Posti come il Parco di Paneveggio-Pale di San Martino dove è possibile passeggiare con le ciaspole lungo un facile e spettacolare percorso che arriva fino a Malga Bocche, ammirando le maestose Pale di San Martino e il vicino Lagorai, oppure in Val Venegia, spingendosi fin sotto il Cimòn de la Pala. Un’esperienza accessibile a tutti, anche ai non sciatori, che regala emozioni vere.

URBINO

Poi viene Urbino che nel 2020 celebra i 500 anni dalla morte di Raffaello. Qui si visitano la Casa Raffaello, con oggetti dell’artista e un affresco di Madonna eseguito insieme da padre e figlio Sanzio; la mostra “Raffaello e gli amici di Urbino” che fino al 19 gennaio propone 19 capolavori del pittore in un allestimento delicato e antiscenografico e si può partire per un tour raffaellesco alla ricerca delle tipiche vedute collinari che ricordano lo sfondo di alcuni quadri del maestro rinascimentale.

VAL SARENTINO

Come la romantica e selvaggia Val Sarentino, in Alto Adige, è un piccolo paradiso per gli amanti della natura dove tra una passeggiata sulla neve e una degustazione dei piatti tipici della cucina sarentina si può assistere alla distillazione dell’olio di mugo. 5


eekend 2020 Salisburgo

Galway

Malaga

in europa GALWAY (Irlanda)

Uscendo dai confini italici, ma rimanendo nel vecchio continente, non si può non fare rotta verso Galway, forse la città più intrigante d’Irlanda, dichiarata Capitale Europea della Cultura 2020. L’evento culturale più importante e più complesso mai avvenuto sull’isola d’Irlanda inizierà il 1 febbraio con una settimana di celebrazioni nelle cittadine e nei villaggi della Contea e proseguirà per tutto l’anno con più di 1.900 eventi con spettacoli di strada, performance artistiche live e arte digitale, musica, teatro e danza.

GOTEBORG E MALAGA

Poi ci sono le due Capitali europee del turismo intelligente 2020: Göteborg in Svezia e Malaga in Spagna. L’iniziativa, lanciata dalla Commissione europea, vuole promuovere favorire lo sviluppo di un turismo smart, innovativo, sostenibile e inclusivo, nonché diffondere e incoraggiare la condivisione di pratiche esemplari. 6

MACEDONIA DEL NORD

Tra le nuove mete da sperimentare c’è la Macedonia del Nord che ha adottato questo nome dopo decenni di contese con la confinante Grecia. Rinomato per la gastronomia, le tradizioni e la natura, nel 2020 il paese offre al pubblico più sportivo il Lago Ohrid, patrimonio UNESCO, e il recente High Scardus Trail, un sentiero di 495 km che tocca le vette più spettacolari dei Balcani.

SALISBURGO

Chi cerca una meta più tradizionale può invece raggiungere, anche in treno, l’austriaca Salisburgo, che nel 2020 celebrerà i 100 anni del Festival di Salisburgo, tra le rassegne di opere liriche, concerti di musica classica e spettacoli teatrali più importanti del mondo. Un’occasione per scoprire il suo elegante centro storico e immergersi in un mondo di mostre ed eventi speciali.


in the world

Cina

Buthan Etiopia

1. Avoriaz - Francia 2. Bhutan 3. Etiopia 4. Göteborg - Svezia 5. Helsinki - Finlandia 6. Kruger Park - Sud Africa 7. Kufsteinerland - Austria 8. Monte Wuyi - Cina 9. Salar de Uyuni - Bolivia 10. Sass Fee - Svizzera

in the world ETIOPIA

Tutta da vedere l’Etiopia, il favoloso regno della regina di Saba, alla quale abbiamo assegnato il premio “Green in the World 2019” per aver conquistato un primato mondiale piantando 350 milioni di alberi in un solo giorno. Ma anche perchè è una nazione che cerca lo sviluppo nella pace, come testimonia il Nobel ricevuto dal suo primo ministro.

ITALIA E CINA: TURISMO E CULTURA

Il 2020 sarà l’anno della cultura e del turismo tra Italia e Cina, come deciso dai due governi. Perché allora non dedicare un viaggio, magari abbinandolo a una sosta nella sempre interessante Shanghai, alla scoperta della splendida area storico-naturalistica del Monte Wuyi, nei pressi della cittadina di Wuyishan, nella regione dello Fujian. È una fantastica versione zen del Machu Picchu, attraversata dal Fiume Yiu Qux delle Nove Anse, che incanta il visitatore con la sua natura ma anche con i segni lasciati nei secoli dall’uomo. Un bene Patrimonio mondiale culturale e naturale dell’Umanità che si visita percorrendo decine di sentieri, spesso arditamente scavati nella roccia e ora protetti da recinzioni in legno, che conducono a centinaia di antichi templi e monasteri taoisti o legati al neoconfucianesimo -qui sviluppatosi intorno all’anno Mille -, a gigantesche statue di Buddha scolpite nella montagna e a spettacolari punti panoramici.

SAMARCANDA

Percorrendo la Via della Seta si arriva in Uzbekistan, paese che sta sviluppando con cura il turismo a partire dalla leggendaria Samarcanda, anch’essa Patrimonio dell’Umanità Unesco.

BUTHAN

Chi è alla ricerca delle nuove frontiere del turismo può invece fare rotta sul Bhutan, la più accredidata vera Shangri-La himalayana che adotta una rigorosa politica volta a un turismo di “alto valore e basso impatto” che obbliga i viaggiatori a pagare un’elevata tariffa giornaliera solo per mettere piede tra i suoi monti profumati di pino e coronati da monasteri.

eSWATINI

Decisamente più accessibile l’eSwatini (ex Swaziland), una delle destinazioni più sottovalutate (e meno visitate) dell’Africa meridionale, anche se ricca di parchi e riserve dove sono ancora possibili incontri ravvicinati con i rinoceronti. Ora tocca a voi, buon viaggio alla ricerca dei luoghi più in sintonia con i vostri desideri, che a volte possono trovarsi anche a pochi chilometri da casa. Vale sempre la pena scoprire il territorio vicino a noi. 7


FOTO: Alvise guadagnino

eekend con lo chef

davide oldani L’

arte di diffondere la cucina pop in un ristorante stellato. E’ Davide Oldani che ha saputo raccontare la sua filosofia basata sulla semplicità e sull’utilizzo delle materie umili anche a quel pubblico abituato alle gran tables francesi, portando appassionati gourmand a San Pietro All’Olmo, frazione di Cornaredo, paesino alle porte di Milano nord. Ambassador per Expo 2015, tra i 50 chef ambasciatori della cucina italiana nel mondo, nel 2008 ha ricevuto l’ambito Ambrogino d’Oro dal Comune di Milano, ha partecipato al programma The Chef su La5 e Canale 5. Autore di numerosi libri di cucina, è uno dei Marchesi Boys, discepolo del Gran Maestro Gualtiero Marchesi, e oggi lo ascoltiamo su Radio24 nel programma “Mangia come parli”. Qual è il tuo primo ricordo in cucina? Quando pulivo i ricci da Gualtiero Marchesi, in via Bonvesin della Riva a 18 anni.

Rimanevo fuori dalla cucina, come si usava allora, entrare e stare ai fornelli era un premio che bisognava conquistarsi. Al massimo

completavo i piatti, assemblavo, mi occupavo delle preparazioni. E osservavo gli altri cucinare, sognando un giorno di trovarmi al loro posto.

FOTO: beppe raso

Se tu fossi un piatto del tuo menu, saresti… Sicuramente un menu fatto da piatti che offrono contrasti ed equilibri, un esempio su tutti un mio piatto signature, la cipolla caramellata, con il suo tipico agrodolce. Un piatto che preferisci mangiar se cucinato da un’altra persona? Qualsiasi piatto, purchè deve essere stato preparato con passione. Certo posso sembrare anche un giudice severo, ma quando c’è qualcosa che spinge a migliorarsi sempre, non posso che partire dal 10 in su.

ristorante d’o

Piazza della Chiesa, 14 - San Pietro all’Olmo / Cornaredo (MI) - Tel. 02.9362209 8

Un weekend che ricordi L’ultimo weekend a Londra, ho rivissuto quando a 20 anni ho lavorato al tristellato Le


FOTO: Alvise guadagnino

cornaredo / Milano Gavroche. Sono ovviamente andato a cenare a quel ristorante e ho rivisto il mio chef. Il miglior weekend per te sarebbe …? Sicuramente in montagna insieme a tutta la famiglia, stando insieme vicino a un caminetto durante una nevicata. Cucinerei? Anche, ma amo anche visitare nuovi ristoranti che propongano sia cucina da fine dining che bistrot. Il tuo miglior un viaggio in Europa in cui hai imparato qualcosa per la tua cucina A Barcellona al Bar Brutal perché, anche se si tratta di un semplice bar, ha una vasta selezione di vini biodinamici su cui inizialmente ero un po’ scettico e una vasta selezione di prodotti del territorio con una forte attenzione alla stagionalità. Non mancava un tocco di italiano come un riso mantecato e una bella selezione di tapas in stile Ferran Adrià , il grande chef spagnolo che qui ha formato una generazione di cuochi contemporanei. Qualche input da un viaggio in Oriente? Prendo sempre spunti da ogni viaggio che faccio, mi ha affascinato in particolare il Barhein (Golfo Persico) dove ho conosciuto l’uso del limone nero essiccato. Sempre in Oriente ho sperimentato diverse erbe che vanno a comporre una particolare miscela che uso spesso nei miei piatti. Che auto usi? Ne uso due: una Mercedes classe G e una Toyota IQ elettrica: la prima per i viaggi lunghi, la seconda per il quotidiano. Come per la cucina, che oggi è assolutamente sostenibile e totalmente elettrica, sto cercando di spostarmi in modo ecologico e sostenibile.

Mercedes Classe G, il modello che Oldani usa per i suoi weekend.

CIPOLLA CARAMELLATA GRANA PADANO RISERVA CALDO E FREDDO per 4 persone Per il Grana Padano: • 500 g panna • 200 g Grana Padano riserva • 3 g gomma Xantana • 2 g sale • 2 g zucchero Per la cipolla: • 50 g cipolle bianche tagliate in piccoli pezzi • 20 g zucchero • 20 g burro Per il biscotto: • 250 g farina • 250 g burro • 100 g acqua • 10 g sale

Per la cipolla: far sciogliere il burro, unire lo zucchero e far caramellare poi aggiungere la cipolla sbianchita in acqua fredda e cuocere per circa 30 minuti. Tenere da parte. Per il biscotto: impastare tutti gli ingredienti assieme, stendere sottile e cuocere in forno a 180°C. togliere dal forno e frullare. Per la finitura: Disporre la crema calda di Grana, poi la cipolla, il biscotto ed infine il gelato.

Per il grana: portare a bollore il latte e la panna con sale e zucchero. Togliere dal fuoco ed unire il Grana Padano. Frullare e setacciare. Mantecare una metà nella gelatiera, l’altra parte unire la polvere di xantana e conservare al caldo in un sifone.

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eekend con lo chef

enrico crippa 3 STELLE (MICHELIN) SI POSANO SULL’INCANTO DELLE LANGHE Testo e foto di Cesare Zucca

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lba, Piemonte. Nell’incanto delle Langhe incontro Enrico Crippa, executive Chef del tristellato Ristorante Piazza Duomo. Nel suo piatto d’autore ‘merluzzo e zucca’, l’esaltazione della semplicità, la coerenza delle cotture e l’intuizione degli accoppiamenti confermano l’eccellenza. Tu sei paladino della ‘leggibilità’ in un piatto. Quali sono i segreti della tua crociata? Nessun segreto. Credo che quando assaggiamo un piatto dobbiamo trovare l’identità degli ingredienti e non dovremmo percepirne solo la tecnica. Diciamo che le tecniche utilizzate devono essere al servizio del piatto e non viceversa.

Lavoro permettendo, dove ti piace passare un weekend? Appena posso mi rifugio tra la Costa Azzurra e le Alpi, per trovare un po’ di relax ma anche per dedicarmi alla mia grande passione: il ciclismo. Mi parli del ‘tuo’ Olio di Nocciole? La tradizione di Langa ha sempre visto la

produzione di questo olio straordinario. In collaborazione con Re- Langhe abbiamo deciso di produrne uno che portasse il mio nome. Lo utilizziamo per finire il nostro piatto ‘Cardo e Cardo’. Un sogno nel cassetto? Sicuramente un ristorante aperto solo a pranzo, magari in campagna con tanto verde in-

ristorante piazza duomo

3 Stelle Michelin. Nel centro storico di Alma, al primo piano di un palazzo d’epoca. Sulle pareti, decorate da Francesco Clemente, spicca una gigantesca foglia d’uva che abbraccia cinque continenti. Atmosfera semplice, servizio cordiale in un’armoniosa sintonia con i respiri degli incomparabili paesaggi delle Langhe. Piazza Duomo Piazza Risorgimento 4 Alba, Cuneo Tel. 0173 366167 www.piazzaduomoalba.it 10


alba

torno: credo che assaporare una cucina con la luce diurna e la tranquillità di poter fare una passeggiata nella natura dopo pranzo sia un regalo impagabile da fare a noi stessi. Sei triplamente stellato. Michelin ti attribuisce una quarta stella. Cosa pensi? Una bella novità e un possibile nuovo traguardo da raggiungere!

merluzzo e zucca per 4 persone Per il merluzzo • 3 kg di filetto di merluzzo fresco con pelle • Qb sale fine Per la salsa di zucca • 1,5 kg di zucca • 600 gr di burro • 80 gr di farina • 1.5 l di acqua • vino bianco

Salare il merluzzo abbondantemente con il sale fino. Cospargere bene tutta la superfice e lasciarlo a salare per 35 minuti. Successivamente lavarlo, asciugarlo e lasciarlo riposare in frigo per 24 ore. Il giorno successivo tagliare dei bei tranci eliminando la pelle e dando una forma di parallelepipedo di 80 gr l’uno. Recuperare pelle e ritagli. Per la salsa di zucca Tagliare il burro a pezzi e lasciarlo spumeggiare in pentola. Aggiungere la zucca precedentemente pulita, tagliata e infarinata. lasciar cuocere e poi bagnare con l’acqua. Cuocere per 2 ore a fuoco basso. Terminata la cottura, filtrare il composto ottenuto. Per finire Adagiare il filetto di merluzzo tagliato a forma di parallelepido e decorarlo con la salsa di zucca.

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eekend con lo chef

MASSIMILIANO ALAJMO

5 STELLE MICHELIN, PASSIONI, CONTRASTI E LA SUA RICETTA DEDICATA A MARIAPIA

di Cesare Zucca Foto: Alajmo

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envenuti nell’ impero Alajmo: Le Calandre, 3 stelle, il Calandrino, il negozio In.Gredienti, La Montecchia, 1 stella, il bistrot ABC Montecchia. A Parigi, il Caffè Stern di fianco all’Opera, mentre nel cuore di piazza San Marco a Venezia il leggendario Gran Caffè Quadri, Quadrino e Ristorante Quadri, 1 stella, oltre a Amo, aperto dalla famiglia Alajmo al Fontego

Come è diventato chef? Aggirandomi sin da piccolo nella cucina del ristorante, divertendomi nel toccare, manipolare il cibo come ad esempio l’impasto dei biscotti. Qualche appassionato di cucina nella sua famiglia? Mia madre, Rita Chimetto, chef del Risto-

rante Aurora, il precedente nome de Le Calandre. Come descrive la cucina de Le Calandre? Fluida, leggera, profonda e aggiungerei ironica. Dai suoi viaggi passati, ha avuto qualche ispirazione dal cibo locale?

Nel 2015 sono stato invitato in Brasile dall’amico e fotografo Sergio Coimbra. Lì è nato un percorso di ricerca dei sapori localie poi il libro ‘178 ore in Brasile’ Quale posto le piacerebbe visitare che non ha ancora visitato? Perù, Messico e Israele, ma certamente tornerei volentieri in Giappone, una delle mete

ristorante le calandre

3 Stelle Michelin. Sala minuta, Illuminazione spot sui pochi tavoli, meno di dieci. Tutto, dai tavoli di legno intagliati a mano, ai bicchieri, ai profumi delle stanze, è stato progettato dai fratelli Alajmo e prodotto da maestri artigiani italiani. Potrete scegliere tra i menu dello Chef (250 euro) ‘classico’, ‘max’, ‘raf’ oppure piatti à la carte. Le Calandre Via Liguria 1 Sarmeola di Rubano, Padova Tel. 049 630303 www.alajmo.it 12


padova

che mi ha ispirato maggiormente nel mio lavoro. La sua ricetta: perché ha scelto questo piatto? Perché racconta luce, mistero, diversità ma anche i punti di contatto. La radice e il fiore, rappresentati dalla liquirizia e dallo zafferano, congiungono le parti più estreme della pianta; l’una bassa, profonda e nascosta; l’altra alta, seducente e luminosa. Descrizione appassionata… È forse un piatto dedicato a qualcuno? Si, a Mariapia, mia moglie, e alla sua terra, la Calabria.

RISOTTO ALLO ZAFFERANO E POLVERE DI LIQUIRIZIA per 4 persone Per il ristretto di zafferano • 190 gr. di brodo di gallina • 4 gr. di polvere di zafferano • Sciogliere lo zafferano nel brodo di gallina caldo. • Fare sobbollire sino a quando si restringe di un terzo Per il risotto • 1,2 lt. di brodo di gallina • 320 gr. di riso Carnaroli • 80 gr. di parmigiano grattugiato

• 70 gr. di vino bianco secco • 60 gr. di burro • 50 gr. di ristretto di zafferano • 15 gr. di cipolla bianca tritata • 12 gr. di olio extravergine di oliva • 5 gr. di succo di limone • 2 gr. di polvere di liquirizia scura • 1 gr. di pistilli di zafferano • un pizzico di sale • una percezione di zucchero

Tostare il riso in un fondo di cipolla e olio, sfumare con il vino bianco, aggiungere il sale e i pistilli di zafferano, unire gradualmente il Brodo di gallina bollente e 30 gr. di ristretto. Portare a cottura, togliere dal fuoco e mantecare con il burro, il parmigiano e il succo di limone. Emulsionare con un goccino di brodo bollente e allargare il risotto su un piatto piano. Cospargere la superficie con la polvere di liquirizia e guarnire con qualche schizzo e pennellata di ristretto allo zafferano. Accorgimenti: le quantità di zafferano e di liquirizia impiegate sono soggette a variazione a seconda della loro intensità. Note di estrazione: in sostituzione alla polvere di liquirizia, si può cospargere il risotto (mantecato con l’aggiunta di scorze di arancia grattugiata e prezzemolo) con gocce di ristretto di arancia sanguinella.

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eekend in auto

madonna di campiglio DOVE LA STAGIONE BIANCA È ANCHE GREEN

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CON L’AUDI A6 ALLROAD quattro

Incastonata a 1550 metri di altitudine, tra i campanili rocciosi delle Dolomiti del Brenta, Patrimonio dell’Umanità UNESCO, e le distese di ghiaccio dell’Adamello-Presanella, Madonna di Campiglio, già alla fine dell’Ottocento, è stata scelta come meta per le vacanze invernali dall’imperatore d’Austria Francesco Giuseppe e dalla sua consorte, l’imperatrice Elisabetta di Baviera, più nota come Sissi.

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eekend in auto Vedute di Madonna di Campiglio

Carnevale asburgico

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ai tempi di Sissi, la vocazione turistica non è mai venuta meno, passando dall’atmosfera aristocratica del passato a quella raffinata e internazionale dei nostri giorni. Con tanta attenzione all’ambiente. Infatti, a circa 15 km da Madonna di Campiglio, si trova Caderzone Terme, eletto da Weekend Premium “Borgo green 2019” per la sua aria pulita, l’energia rinnovabile e le coltivazioni biologiche, ma anche perché proprio il verde, in tutte le sue sfumature e declinazioni è il colore dominante. Nel territorio si trovano poi gli splendidi laghi di San Giuliano e Garzoné, e le malghe di San Giuliano e di Campo. Senza dimenticare la vocazione di Caderzone a “cittadina termale”, che le è valso l’appellativo di “borgo del benessere”, grazie alla fonte di Sant’Antonio, che sgorga appena sopra il paese.

LA COMPAGNA DI VIAGGIO

Abbiamo scelto come compagna di viaggio una vettura elegante come solo le Audi sanno essere, ma anche attenta all’ambiente. Si tratta dell’Audi A6 allroad quattro 55, è un’auto particolarmente potente ma al contempo è dotata di un sofisticato sistema ibrido a 48 Volt che non solo contribuisce a ridurre consumi ed emissioni attraverso l’apporto elettrico per la propulsione, ma utilizza anche la corrente elettrica per azionare alcuni componenti del motore come la piccola turbina di sovralimentazione, che consente di rendere più immediata la risposta all’acceleratore rendendo più efficienti le accelerazioni come le partenze da fermo. La maggiore altezza da terra regolabile attraverso le sospensioni pneumatiche e la tradizionale trazione integrale “quattro” rendono la vettura particolarmente efficace anche nell’impiego fuoristradistico, dove si rivela molto più a suo agio di tanti SUV più alla moda. Lungo il nostro percorso ha dimostrato la qualità di ogni dettaglio e la sicurezza non tanto e non solo della trazione integrale in condizioni di scarsa aderenza come spesso capita sulle strade di montagna, ma anche attraverso i più moderni dispositivi di aiuto alla guida.

MADONNA DI CAMPIGLIO, FASCINO SENZA TEMPO

La stagione sciistica a Madonna di Campiglio è cominciata alla grande. Anche sceglie la “perla delle Dolomiti” per gli sport invernali, tuttavia, può alternare le discese sulle piste alla scoperta 16


CON L’AUDI A6 ALLROAD quattro

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eekend in auto Lefay Resort

Gallo Cedrone

Panorama di Caderzone

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CON L’AUDI A6 ALLROAD quattro della città, tra arte, storia, benessere e sapori gourmet. Si può per esempio approfittare di una pausa per visitare Campiglio, dove passato, presente e futuro si incontrano in quelli che possono essere considerati i punti cardini dell’identità campigliana. Tra questi c’è il Salotto Hofer con la sua architettura mitteleuropea e i suoi dipinti liberty, la chiesa di Santa Maria Antica, testimonianza della presenza degli Asburgo, il Museo delle Guide e delle Genti di Campiglio, dedicato sui miti dell’alpinismo e alle personalità illustri della “perla delle Dolomiti”. Fulcro della vocazione turistica è anche la centrale Piazza Righi, rimasto immutato, o quasi, dagli anni Sessanta a oggi.

Rifugio Chalet Fiat

L’OSPITALITÀ È TUTTA GREEN

Lusso e sostenibilità. È questo il binomio che caratterizza l’offerta alberghiera di qualità del comprensorio Madonna di Campiglio-Pinzolo- Val Rendena. Le nuove realizzazione alberghiere e le ristrutturazioni, infatti, sono state tutte fatte all’insegna della sostenibilità e della bio-edilizia, valorizzando i materiali locali, come legno e pietra. Il concetto di lusso, poi, è stato rivoluzionato e inteso come declinazione del tempo per se stessi, spazio per rigenerarsi, responsabilità verso l’ambiente, bellezza della natura, buon cibo ed esperienze. Gran parte delle strutture include infatti un centro benessere con piscina, spa con trattamenti di bellezza naturali e innovativi, palestre e zone relax. Si può scegliere tra 31 hotel a 4 stelle, cinque hotel 4 stelle superior e tre hotel a 5 stelle, tra cui il nuovo “Lefay Resort & SPA Dolomiti”, 5 stelle lusso inaugurato il 1° agosto 2019, ispirato alla sostenibilità, al benessere globale, con i suoi 5000 mq di area wellness con piscina indoor e outdoor, e allo stile italiano. Ben 14 strutture, poi, sono state insignite del marchio “Qualità Parco”, una certificazione rilasciata dal Parco Naturale Adamello Brenta alle strutture che dimostrano di aver intrapreso una riduzione dell’impatto ambientale.

Rifugio Graffer

DESTINAZIONE GOURMET

Una vera a propria “rivoluzione food” quella che ha caratterizzato Madonna di Campiglio negli ultimi dieci anni. Ben tre ristoranti sono stati insigniti da 1 stella Michelin, confermata anche per quest’anno. Si tratta del Gallo Cedrone dell’Hotel Bertelli, capitanato dallo chef Sabino Fortunato, del Dolomieu (chef Davide Rangoni) dell’Hotel DV Chalet Boutique Hotel e della Stube Hermitage (chef Giovanni D’Alitta) del Bio Hotel Hermitage, già primo ristorante “stellato” di Madonna di Campiglio tra il 2008 e il 2014. Oltre agli “stellati”, poi, si può contare sui ristoranti gourmet che propongono menù di alta cucina. Tra questi ci sono il Convivio e i Due Pini, dello chef Stefano Righetti, ospitati rispettivamente all’Hotel Alpen Suite e allo Chalet del Sogno. Merita una sosta golosa anche La Parzif, presso il Dolomeet Boutique Hotel di Pinzolo, e il Mildas, in Val Rendena, che vanta una lunga tradizione di buona cucina. Non dimentichiamo, poi, i rifugi in quota, che offrono menù legati a specialità locali e a km zero, mentre, la sera, propongono cene tipiche, immersi nella calda e avvolgente atmosfera della montagna invernale. E, per raggiungerli, vi aspetta un romantico viaggio a bordo di un “gatto delle nevi” o in telecabine. Non mancano

come arrivare In auto: A22, prendere l’uscita Trento Sud, poi seguire le indicazioni per Trento centro e imboccare lo svincolo SS45 bis in direzione di Riva del Garda/Val Rendena. Arrivati a Sarche, prendere lo svincolo per Madonna di Campiglio. Per Caderzone Terme continuare sulla SS 239 fino a destinazione. Presi dal piacere di guida della nostra Audi A6 allroad, decidiamo di allungare il percorso percorrendo più strade di montagna. Costeggiamo così il lago d’Iseo, salendo a Edolo, Ponte di Legno per salire al Passo del Tonale. Scesi a Dimaro riprendiamo a salire in direzione Sud per raggiungere Folgarida, Campo Carlo Magno e giungere alla splendida Madonna di Campiglio.

INFO www.campigliodolomiti.it www.audi.it 19


eekend in auto nemmeno enoteche e wine bar, dove apprezzare le etichette più raffinate, mentre i golosi potranno soddisfare il palato nelle numerose pasticcerie e cioccolaterie.

UNA SKIAREA DI 156 KM

La fiaccolata di Campiglio

Con i suoi 156 km di piste, la Skiarea Campiglio Dolomiti di Brenta Val di Sole Val Rendena è la più ampia del Trentino e vanta discese per tutti i gusti, e impianti di risalita hi-tech, tra 850 e 2500 metri di altitudine, tra cui la nuovissima seggiovia Nube d’Oro, che scendono fino al centro di Madonna di Campiglio, la “perla delle Dolomiti”, a pochi passi dagli hotel. La pista più famosa è il Canalone Miramonti, sede della storica e prestigiosa tappa di Coppa del mondo di sci alpino, che la notte si illumina per discese mozzafiato anche sotto le stelle. I 156 km di piste, poi, sono connessi tra loro “sci ai piedi”, e distribuiti sui tre comprensori di Madonna di Campiglio, Pinzolo e Folgarida-Marilleva. Le prime due località sono collegate, in soli 16 minuti, dalla moderna telecabina panoramica Pinzolo-Campiglio Express, che durante il tragitto regala emozioni grazie alla spettacolare vista sui paesaggi più belli e suggestivi del Parco Naturale Adamello Brenta. Dal Doss del Sabion a Pinzolo, la telecabina porta poi a Madonna di Campiglio, in località Cinque Laghi, pochi a nord del Canalone Miramonti. La telecabina compie un percorso di circa 5 km, per un dislivello di 1100 m ed è articolata in quattro stazioni, due in partenza/arrivo e due intermedie. La neve, poi, è assicurata, grazie all’innevamento programmato, che copre il 95% dei tracciati. Gli sciatori potranno quindi scegliere tra 100 piste, tra cui 43 blu, 37 rosse e 21 nere, e 4 snowpark, incluso l’Ursus Snow park del Grosté, annoverato tra i migliori cinque di tutte le Alpi. Il tutto con uno skipass unico per tutta la Skiarea.

Skiarea Campiglio Dolomiti

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CON L’AUDI A6 ALLROAD quattro

A Madonna di Campiglio, l’Audi è di casa

Scheda tecnica

AUDI A6 ALLROAD quattro Motore: V6 Diesel doppio compressore: Turbo + EAV 2967 cm3; 349 Cv (257 kW) a 3850 giri/min; 700 Nm da 2500 a 3100 giri/min Trazione: integrale permanente “quattro” cambio a 8 rapporti tiptronic Dimensioni: lungheza/larghezza/altezza 4951/1902/1514 mm; Passo 2925 mm Bagagliaio: 565-1680 litri Velocità massima: 250 km/h Accelerazione 0/100 km/h: 5,2 secondi Consumi: combinato 7,5 – 8,1 (WLTP) l/100 Km; CO2 197-211 (WLTP) g/km Prezzo: da 75.500 € Prezzo della versione venduta in Italia: da € 40.000 a €46.000. 21


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NAMIBIA IN 4X4 PER SCOPRIRE LA VERA AFRICA

Donna Himba

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Veduta di Windhoek, capitale della Namibia


auto&donna

di Francesca Sirignani

LA NAMIBIA È L’AFRICA AUTENTICA DI CUI ORMAI PARLANO TUTTI E DI CUI ABBIAMO GIà PARLATO ANCHE NOI, MA STAVOLTA È “AUTO&DONNA” A RACCONTARVELA IN UNA MERAViGLIOSA AVVENTURA IN 4x4

L

Segnali sulle dune

a magia di un paesaggio unico al mondo, le emozioni della scoperta, gli occhi pieni della bellezza di una natura selvaggia che lascia senza parole: dai principali parchi nazionali alle città con architetture coloniali e alle dune del Namib. Ciò che veramente rende la Namibia differente da tanti altri Paesi è il suo spazio: uno spazio ricco di panorami epici e di una bellezza spettacolare a perdita d’occhio che la rendono una delle realtà predilette dai turisti. La Namibia è un’esplosione di colori e di emozioni in grado di provocare il famoso “Mal d’Africa”. Il mio viaggio a bordo di una Nissan Patrol (non è più in commercio, ma è un ottimo fuoristrada) in Namibia è stato puro divertimento, scoperta e avventura. Un itinerario avvincente e selvaggio con un grado di difficoltà media che ha previsto una lunghezza complessiva di 2.295 KM (di cui 800 km in Off Road e 1495 km su strada), tra asfalto, piste veloci, dure o insabbiate, pietraie, savana e dune di sabbia con alcuni tratti impegnativi e con la possibile presenza di animali selvaggi. La dilagante moda dei SUV ha negli anni imborghesito sempre più le vetture 4x4 da cui derivano. I SUV moderni, oramai, sono vetture sofisticate che, malgrado alcune mantengano ancora notevoli doti fuoristradistiche, non si prestano certo ai duri impieghi africani. Lo sanno bene le guide di queste parti che utilizzano ancora vetture 4x4 progettate il secolo scorso e principalmente prodotte in Giappone. Come il glorioso Nissan Patrol, protagonista del nostro viaggio, con tanti chilometri sulle spalle, ma privo di tutto ciò che può rompersi. Il Patrol ha caratteristiche heavy duty perfette per rompersi il meno possibile. La Namibia è la destinazione giusta per chi non si accontenta della solita vacanza organizzata, poiché sa regalare numerose occasioni di scoperta e di avventura: dai deserti, il Namib e le dune del Kalahari, che si tuffano verso l’Atlantico, alla savana con colonie di leoni, zebre, antilopi, elefanti e giraffe. E poi il suo canyon, l’alba sulla Duna di sabbia 45, con i suoi 390 metri di altezza (la più alta del mondo), il surf sulle dune 23


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al kayak nelle lagune, un volo in mongolfiera sul deserto e percorsi divertenti a bordo di un 4x4. Un viaggio che, almeno una volta nella vita, auguriamo di fare a tutti.

SI PARTE PER LA CAPITALE 1 ° e 2° giorno: Roma - Windhoek Ci troviamo all’aeroporto di Roma Fiumicino e partenza per Windhoek con voli Qatar, facendo uno scalo a Doha, per una durata complessiva del viaggio di 15 ore circa. Arrivati in Namibia, il giorno dopo iniziamo il nostro tour a bordo di un Nissan Patrol, da Windhoek, per poi arrivare a Okahandja, fino al nostro alloggio a Otjiwarongo. Un tour in questo affascinante Paese, generalmente, inizia proprio con la visita della sua capitale Windhoek: moderna ed europea nel centro e nelle zone residenziali dei bianchi, povera e africana nei sobborghi dei neri. Poco per volta fortunatamente la rigida separazione tra bianco e nero si sta allentando, infatti il panorama delle vie della città ormai è dominato dalla gente di colore. Windhoek non è solo la capitale bensì anche l’unica grande città della Namibia: sede del governo, importante nodo stradale e centro economico e culturale. Vi si trova l’unica università della Namibia e, alle porte della città, si trova l’unico aeroporto internazionale. Windhoek è a circa 1.600 metri sopra il livello del mare: d’estate non fa molto caldo mentre d’inverno, talvolta, fa sensibilmente freddo. Per gli standard africani, la Namibia dispone di una rete stradale ben sviluppata. Il 90% delle strade, tuttavia è costituito da piste di ghiaia (pads) che vengono regolarmente curate con imponenti pialle. Inoltre bisogna ricordare che qui si guida sul lato sinistro quindi il volante è sempre a destra. Sulle strade asfaltate di grande comunicazione il limite di velocità è pari a 120 km/h, sulle strade in ghiaia a 100 km/h. Nei centri abitati il limite si abbassa a 60 km/h.

GUIDARE IN FUORISTRADA Attenzione: anche in Africa i radar di controllo, ma guidare un fuoristrada non ha niente a che vedere con la velocità, sui terreni difficili contano molto di più la sicurezza e l’obiettivo di non bloccarsi. Per riuscirci ci vogliono prudenza e soprattutto esperienza. 24


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Nel deserto del Namib

Fondamentale è tracciare una traiettoria ideale ed essere pronti a sterzare in tempo alle infinite buche e cercare, quindi, di risparmiare botte troppe decise e sassi taglienti, ricordandoci che il più semplice guasto può provocare ritardi e problemi enormi. Non bisogna neanche farsi indurre dagli autisti locali a sfrecciare a gran velocità perché loro hanno anni di esperienza su queste piste. Non si devono, inoltre, ignorare i cartelli di pericolo, ad esempio curva o dosso, e non bisognerebbe mai guidare sulle piste di notte. Carretti non illuminati, trainati da asini e dissesti della strada sono pressoché invisibili e si deve mettere in conto di trovarsi degli animali sul percorso. Inoltre è bene sfruttare ogni possibilità di fare il pieno: talvolta la stazione di servizio a cui si puntava è chiusa o è rimasta a secco. Un viaggio in fuoristrada in Namibia è anche divertimento, scoperta, avventura, fra paesaggi mozzafiato. Non occorre una particolare preparazione ma è indispensabile avere spirito di adattamento, godersi ogni momento del viaggio inclusi gli imprevisti, che ne danno un valore aggiunto! 3 ° e 4°giorno: all’Etosha National Park Dopo una colazione, partiamo con il nostro fuoristrada verso il parco nazionale di Etosha. La guida del Nissan Patrol continua ad essere molto piacevole, seppur diversa da molte moderne vetture: il cambio e lo

sterzo sono precisi, ma un po’ duri per una donna. La frenata, garantita da 4 dischi, è ottima. Solidità e affidabilità sono verificate. Sia davanti che dietro, possono sedersi comodamente anche i più alti e robusti. Il baule poi è veramente ampio con un accesso comodo grazie al doppio portellone posteriore, largo, alto, profondo e di forma regolare con ganci per fermare il carico. Entriamo nel cuore della Namibia, arrivando all’Etosha National Park: il più grande parco del Paese e anche uno dei più famosi in Africa. Situato a nord, non lontano dal confine con l’Angola, ha una superficie di circa 22.000 chilometri quadrati e ospita una gran varietà di animali. Gli “inquilini” più illustri in cui ci si imbatte sono elefanti, rinoceronti, zebre, giraffe, struzzi, antilopi e, soprattutto, i leoni. Qui è possibile avvistare un gran numero di animali nello stesso luogo, grazie al numero esiguo di pozze d’acqua durante la stagione secca (la nostra estate) che costringe così gli animali a concentrarsi insieme per bere. Il parco si può percorrere con auto in lungo e in largo nelle aree riservate al pubblico rispettando i limiti di velocità (60 km/h) e il divieto assoluto di scendere dal veicolo: qui infatti è l’uomo a essere ingabbiato. I momenti migliori per avvistare gli animali sono solitamente le prime luci dell’alba e il tardo pomeriggio. All’interno del parco si trovano tre campi ottimamente gestiti dove è possibile mangiare, pernottare in 25


eekend outdoor confortevoli “bungalow”, acquistare generi alimentari, benzina, usufruire di ufficio postale e un centro di informazioni. L’Etosha National Park, però, è molto di più. Quasi in nessun altro luogo si incontrano mandrie così grandi. Ecco perché i safari nell’Etosha National Park sono fra le esperienze più forti di un viaggio in Namibia. La sua estensione è pari a quella di metà della Svizzera e l’altitudine media è di circa 1.100 metri. Su questo ampio paesaggio non soffia alcuna brezza rinfrescante. Il sole brucia incandescente e a l’aria sembra provenire da un phon.

INCONTRO CON GLI HIMBA 5 ° giorno: da Etosha Sud a Sesfontein Dopo colazione lasciamo l’Etosha Park e guidiamo, via Kamanjab, verso un villaggio Himba. La visita a questa straordinaria tribù sarà un punto culminante del nostro viaggio. Nessuna fotografia o parola sono in grado di catturare la dignità e l’orgoglio con cui questa popolazione vive in armonia con la natura. Gli Himba sono semi-nomadi e sono uno dei gruppi etnici più fotografati della Namibia, grazie al loro aspetto unico. Le donne Himba dedicano molte ore alla loro cura di bellezza ogni mattina, sfregandosi con una crema a base di grasso e polvere di ocra che dà al corpo una sfumatura rossastra. E’ un miscuglio fantastico che protegge la pelle dal sole e persino dal freddo della notte. Cosa inimmaginabile per gli europei, visto il caldo: presso gli Himba lavarsi è vietato, una consuetudine che si spiega con la cronica mancanza di acqua. Ci sono circa da 20.000 a 50.000 Himba che vivono nel nord della Namibia, nella regione del Kunene. Parlano la stessa lingua degli Herero e allevano prevalentemente bovini e capre. Per loro abiti, acconciature e gioielli sono di grande importanza. Gli Himba sono il popolo africano che ha saputo preservare al meglio le proprie tradizioni e i suoi riti. Se le donne di questo popolo di pastori sono in gran parte diventate stanziali, gli uomini si spostano ancora con le loro greggi per le savane.

DALLE INCISIONI RUPESTRI AD UNA CITTA’ “TEDESCA” Sopra, ragazzi Himba; sotto, alcuni boscimani

6 ° giorno: da Sesfontein a Twyfelfontein Dopo aver gustato una deliziosa colazione al lodge, si parte per Damaraland dove visitiamo le incisioni rupestri a Twyfelfontein. Situato nella regione del Kunene, nel nord-ovest della Namibia, Twylfelfontein è una zona spettacolare, con una delle più importanti concentrazioni di arte rupestre in Africa. Il nome “Twyfelfontein” si riferisce alla primavera perenne situata nell’imponente valle Huab. È stata questa primavera ad attirare i cacciatori dell’Età della Pietra, oltre seimila anni fa, ed è stato durante questo periodo che è stato prodotto l’ampio gruppo di incisioni rupestri. Qui ho guidato sulle strade di ghiaia ( pads), si guidi una 4x4 o un’auto normale sui pads è bene non viaggiare mai a più di 80 km/h. Il loro ottimo stato, a prima vista, invoglierebbe a sfruttare completamente i 100 km/h consentiti, ma il terreno è scivoloso e offre molta meno aderenza dell’asfalto. 7° giorno: da Twyfelfontein a Swakopmund Situata lungo la spettacolare costa della Namibia, la città balneare di Swakopmund è nota per i suoi viali ampi, l’architettura coloniale ed è circondata da un terreno desertico. Fondata nel 1892 dai tedeschi come porto principale, Swakopmund è spesso descritta come più tedesca della Germania. Infatti dal 1884 al 1914, la Namibia è stata colonia tede-

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Graffiti rupestri

sca con il nome di Africa tedesca del sud ovest. Oggi Swakopmund è una città balneare, capoluogo della zona turistica di Skeleton Coast e ha molto da offrire ai visitatori. Il mix eccentrico di influenze tedesche e namibiane, le opzioni di avventura, l’atmosfera rilassata e la fresca brezza marina rendono la destinazione namibiana molto popolare. Una parte della pista, che in realtà non è presente ed è priva di segnaletica, corre lungo la costa attraverso la sabbia profonda. L’unico orientamento è costituito dalle tracce di chi è passato prima. Se possibile, sarebbe meglio andarci quando c’è la bassa marea. Questo tratto è uno dei tour in fuoristrada più impegnativo della Namibia. 8° giorno: Swakopmund Dopo la colazione andiamo a Walvis Bay, per una crociera in barca di 3 ore nella laguna di Walvis Bay, che ci porta in un altro mondo. Alcuni pellicani e fenicotteri notturni vengono avvistati e, regolarmente, delfini e otarie nuotano a fianco della barca, con la possibilità che uno o due otarie saltino sulla barca per essere nutrite. La natura è sempre meravigliosa e il contrasto fra le dolci dune e l’acqua della laguna regala foto bellissime. Grazie alla fonte di acqua dolce, che un tempo alimentava anche dei piccoli laghetti, Sandwich Bay era un punto di attracco assai frequentato da cacciatori di balene, contrabbandieri e pirati.

Finalmente le dune più alte del mondo 9° giorno: deserto del Namib Eccoci finalmente al deserto del Namib, patrimonio UNESCO, che dà il nome a questo Paese. Si scopre la maestosità e la mistica del “deserto vivente”, con le sue famosissime che si tingono delle sfumature dal rosa al rosso, quando il sole tramonta. La sua estensione, che da sud a nord è di circa 2000 km (va da Port Nolloth in Sudafrica fino al territorio angolano), ne fa uno dei più grandi deserti del mondo e anche uno dei più aridi: per anni in vaste regioni non piova per nulla. Le sue enormi dune si formano e si modificano costantemente modellate dal vento. Quelle nel Sossusvlei sono fra le più alte del mondo (350 metri circa, con la più alta di 390). L’aridità del deserto del Namib, le dune color rosso fuoco, le pianure ondulate, gli altopiani, le spettacolari formazioni geologiche, le splendide riserve, che arrivano alle coste disabitate tuffandosi sull’Oceano Atlantico, sono un puzzle di colori ed emozioni in grado di lasciare il segno, nel cuore e nella memoria di ogni viaggiatore.

Guidare un 4x4 sulle dune

Per prima cosa, è sempre meglio affrontare la duna non perpendicolarmente ma aggirarla, dato che il 4x4 in salita perde subito velocità per 27


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l’elevato attrito con la sabbia e il peso dell’auto, etc. Da tener sempre presente che l’eventuale slargo che ci si trova davanti prima di superare una duna, spesso non è altro che “una pozzanghera di sabbia mollissima” (comunemente nota come fesh fesh), formata da granelli leggerissimi trasportati dal vento, anche se appare come una bella spianata dove prendere un’ottima rincorsa! Importante è vedere da quale parte tira il vento, generalmente. Perché il versante della duna battuto dal vento ha sicuramente la sabbia più compatta. Se il tratto sabbioso diventa lungo diventa categorico infilarsi dentro solchi lasciati dagli automezzi precedenti in modo da sfruttarne “l’effetto binario”. A me è successo di rimanere con il fuoristrada bloccato in un mare di sabbia. È bene ricordare che è necessario staccare subito il gas! Il momento in cui si sente il veicolo bloccato vuol dire che, avendo perso la velocità di galleggiamento, si sta già scavando nella sabbia e se non si toglie al più presto il gas, anche il telaio del 4x4 rimarrà incastrato nella sabbia, con conseguente maggior bagno di sudore per uscirne fuori! Se ci si blocca nella sabbia: una volta bloccati nella sabbia, l’unica manovra da tentare è quella d’innestare la marcia indietro e tornare dolcemente sulle proprie tracce, sfruttando i binari scavati precedentemente, fino a raggiungere un tratto di sabbia più compatto. Da lì si riparte, sempre dosando il gas dolcemente, cercando di sfruttare il motore per poter galleggiare, oppure cercando un’altra traiettoria. Anche la partenza da fermo sulla sabbia ha i suoi piccoli segreti: è ben accetta una 2° o 3° ridotta, rilasciando velocemente la frizione e lavorando con il gas, molto dolcemente, aumentando i giri del motore piano piano. Cena, pernottamento e colazione al Desert Hills Lodge.

DALLE DUNE AI BOSCIMANI 10° giorno: Sossusvlei, Il Sossusvlei ha le dune che circondano un’enorme padella prosciugata. Le dune si estendono a perdita d’occhio e le loro tinte variano da albicocca pallida a rossi vividi e arancioni. Durante la stagione delle piogge, il fiume Tsauchab scorre nella padella e crea un paradiso per gli uccelli 28


namibia Deserto del Namib

acquatici. Anche durante la stagione secca, Oryx, springbok e struzzi possono essere visti nutrirsi della vegetazione lungo il corso d’acqua. All’ingresso di Sossusvlei si trova il Canyon Sesriem, dove secoli di erosione hanno inciso una stretta gola lunga circa 1 km. Ai piedi della gola, profonda da 30 a 40 metri, ci sono profonde pozze d’acqua che si riempiono dopo le piogge. 11 ° giorno: da Sossusvlei a Mariental Il viaggio di oggi ci porta nel cuore del deserto del Kalahari, che è relativamente pianeggiante, fatto di sabbia, steppa e savana, caratterizzato soprattutto da dune rosse. Il deserto del Kalahari forma gran parte del lato orientale della Namibia. A causa dell’elevata evaporazione in quest’area, il suo terreno è caratterizzato come deserto, ma in realtà è una natura selvaggia e sulle pianure erbose si vedono enormi mandrie di antilopi e altri animali al pascolo. 12° e 13°giorno: da Mariental a Windhoek Spuntino veloce e partenza al mattino presto per un tour a piedi nella riserva Intu Afrika Kalahari, con una guida locale che ci mostrerà gli usi e le usanze dei Boscimani e le loro tecniche di caccia. Il termine Bo-

scimano, ora indicato come il popolo San, si riferisce ai cacciatori-raccoglitori nomadi di quest’area, che conoscono il deserto del Kalahari meglio di qualsiasi altro, dove sono sopravvissuti per generazioni. Sanno dove trovare cibo e acqua, cacciano con archi e frecce, intrappolano piccoli animali e mangiano radici e bacche commestibili. E lo dimostrano con entusiasmo agli ospiti. Cena, pernottamento e colazione al Safari Court Hotel

Dalla capitale Windhoek all’Italia

Situata nella Namibia centrale, la città cosmopolita di Windhoek è la capitale del paese. È sede di un aeroporto internazionale e di una pletora di ristoranti, negozi, luoghi di intrattenimento e alloggi. La città è pulita, sicura e ben organizzata, con un’eredità coloniale che si riflette nei suoi numerosi ristoranti e negozi tedeschi e l’uso diffuso della lingua tedesca. Windhoek ha un interessante mix di architettura storica ed edifici moderni, molti dei quali meritano una visita, tra cui l’Alte Feste un vecchio forte, la Christuskirche Christ Church del 1896 e la Corte Suprema più contemporanea. Prima colazione e trasferimento in tempo utile al vicino aeroporto internazionale di Hosea per il volo di ritorno in Italia. 29


eekend outdoor In conclusione...

Se si sta progettando un safari di questo tipo in Namibia, bisognerà tenere conto della stagione delle piogge (da dicembre a marzo), nel corso della quale alcune piste vengono completamente allagate e guidare diventa estremamente pericoloso. La guida su un fuoristrada, soprattutto in Namibia, deve essere prudente, avendo sempre le cinture allacciate, fari accesi anche di giorno, rimanendo se possibile sotto i limiti indicati e non affrettandosi per fare foto a determinate ore dell’alba o del tramonto rischiando di stancarsi e guidare con scarsa visibilità. I paesaggi della Namibia sono meravigliosi in qualsiasi orario! La propria sicurezza viene, inutile dirlo, sempre prima di tutto! I tramonti in Namibia, inoltre, sono un vero e proprio spettacolo, ma anche la notte riserva molte sorprese affascinati. Non è infatti necessario essere un fanatico delle stelle o un appassionato di astronomia per poter godere di questa meraviglia. L’altitudine e il minimo inquinamento atmosferico garantiscono una perfetta visione del cielo stellato. La Via Lattea sembra così vicina da poterla quasi toccare… Un viaggio da non perdere: emozioni bellissime, natura selvaggia e libera, paesaggi che tolgono il fiato e popoli affascinanti che vivono con niente ma che sono intimamente ricchi. Un viaggio in Namibia è un’esperienza unica e ci sarebbe ancora molto da scrivere, ma l’importante è che si possa partire per trovare meraviglie ogni volta che siamo disposti a scovarle.

Windhoek

Compagna di viaggio

NISSAN PATROL Y61 Il Nissan Patrol della serie Y61 è nata nel 1997, ha ricevuto un significativo restyling a cavallo tra il 2011 e il 2012, proprio quando ne è stata fermata l’esportazione in Italia. Fedele, solido e inarrestabile, non ha mai manifestato incertezze sia sulla sabbia sia sulle dure piste della Namibia. La meccanica e la struttura sono solide, meno sofisticate della versione Y62 in produzione dal 2010, che si è piegata alla moda dei SUV con allestimenti e dotazioni molto più ricche ma altrettanto inutili nell’impiego heavy duty nel deserto africano. L’abitacolo è grande e ampio il vano di carico agevolato nell’accesso dalla presenza delle due porte al posto dello scomodo portellone dei SUV moderni. Rattrista un po’ l’idea di non poterlo avere anche in Italia, così spartano e quasi essenziale, ma estremamente robusto e funzionale. Prezzo della versione che era venduta in Italia: da € 40.000 a €46.000. 30


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