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Introduzione dell’autore
from FINALE Climbing
Il Finalese è un territorio magico e particolare: selvaggio, aspro e paesaggisticamente eccezionale. Queste bianche rocche di calcare che emergono da una vegetazione rigogliosa e verdissima sono uniche in tutto il territorio della Liguria di ponente. Il Finalese è un luogo da esplorare che offre ancora oggi, dopo più di trent’anni di salite ed escursioni, scorci insoliti per climber, trekker e biker… e per chiunque abbia voglia d’inoltrarsi nelle sue valli. La natura selvaggia di Val Cornei e Val di Nava, l’imponenza solitaria e maestosa di Monte Cucco, della parete nord di Perti e della Bastionata di Boragni, la bellezza, i colori e le vedute dalla Rocca di Corno, i muri verticali di Lacremà e il suo borgo antico, Noli e il mare increspato dalla tramontana, fanno di questo territorio un luogo unico. Per questi motivi il Finalese è frequentato da appassionati di natura e sport all’aria aperta di tutta Europa. I sentieri del Finalese sono percorsi, oltre che da arrampicatori, anche da escursionisti, biker, appassionati di bird-watching, archeologi e speleologi. Nel rispetto di queste diversità, ogni fruitore del territorio si deve avvicinare a esso con attenzione e cura. In questo rinnovato interesse per l’arrampicata, il 2011 ha già segnato un punto di svolta con l’assegnazione del premio “una vita per Finale” ad Alessandro Grillo, compiendo un dovuto, seppur tardivo, segno di ringraziamento nei confronti di un personaggio che ha legato la sua vita in maniera indissolubile alle rocce di Finale. In quest’ottica si inserisce anche il mio lavoro. Esso persegue due scopi molto importanti: innanzitutto quello di rendere accessibile a tutti queste splendide falesie per poter regalare ancora l’emozione di salite che vi faranno scoprire nuovi punti di vista sul territorio, ma non solo. Questa guida vuole essere soprattutto un ringraziamento e un riconoscimento rivolto sia a tutte quelle persone come Alessandro Grillo, Gianni Calcagno, Vittorio Simonetti, i fratelli Gian Luigi ed Eugenio Vaccari che, a partire dal lontano 1968 con ai piedi ancora gli scarponi da montagna, scoprirono Finale iniziandone la storia verticale, sia ai tanti giovani e meno giovani che ancora oggi chiodano, puliscono i sentieri e tengono vivo questo mito. Un tributo a tutti i chiodatori, tra vecchie glorie e nuove generazioni, senza i quali questo mio lavoro non potrebbe esistere.
Marco (Thomas) Tomassini (© Tommaso Longo)