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Prefazione

Prefazione

Ciao a tutti. Mi chiamo Romano Artioli, in arte “Giulien El Tratur”. Vi chiederete il perché... Beh, allora vi spiego un paio di cose.

Quando venni ad abitare nella provincia di Brescia, nel 2003, coltivavo già la passione per la Mountain Bike. La squadra ufficiale con la quale iniziai a girare sulle nostre montagne fu la Magri Gomme di Carpenedolo (Bs). Fu durante un’uscita sulle colline Moreniche in quel di Esenta che li incontrai per la prima volta. Come saprete, quando avvengono incontri del genere, al di là delle emozioni che ne possono scaturire, nasce subito un concetto di “mettimi alla prova” per giudicare scherzosamente che tipo di biker sei. Quindi mi portarono ai piedi di una salita che chiamavamo “Scacciaparenti”: molto ripida e smossa, con poco grip, da lì partì la scommessa: “se la fai sei dei nostri”. Ebbene non so cosa mi successe in quel momento, ma so solamente che le mie gambe diventarono due potenti pistoni dandomi la spinta propulsiva per superarla tutta in sella. Fui l’unico del gruppo a finirla e da quel momento il grande Macho (Massimo Ruggenenti) mi affidò il nome di “Tratur” (trattore). Nello stesso tempo, in quel periodo, ero un estimatore di un atleta francese che gareggiava nel cross country ai massimi livelli mondiali: Julien Absalon. Coniugando queste due situazioni, mi diedero il soprannome di Giulien (con la G per italianizzarlo un po’) El Tratur e da allora sui blog, sui forum e sui social ho mantenuto questo nick name. È quindi grazie a Macho se mi posso vantare di questo nome. Massimo, classe ’61, inizia con la moto nell’Enduro Rally. Nel 1987 incomincia a fare sul serio, gareggiando per sei anni nel campionato italiano. Nel 1990-91 con la Mc Lonato centra il secondo posto finale nel Rally Enduro Italiano. Corre in tutta Italia con una 350 cc Suzuki. Nel 1992 scende dalla moto e sale in sella alla sua prima Mtb con la Magri Gomme. Conosceva parecchi percorsi e trails perché allenandosi in moto, li faceva passare davvero tutti. Questo è sempre stato un aspetto che mi ha legato a lui. Già dalle sue prime pedalate, nonostante non fosse un amante della salita e si concedesse qualche sigaretta durante l’uscita, uscirono immediatamente le sue innate doti discesistiche. Ingaggiava scommesse con i soci bikers, affrontando situazioni impossibili pur rimanendo in sella alla sua mtb. La prima di queste fu sul fiume Chiese, dove in località Mezzane nacque la scommessa dei “Tre salti” ovvero lanciarsi in questo tratto “impossibile” e superarlo senza cadere. Lui fu l’unico a riuscirci. Divenne immediatamente l’uomo da seguire in discesa e visto che bazzicava spesso nella zona del Lago di Garda, condusse il gruppo alla scoperta di trails spettacolari. Oggi il grande Macho gira ancora e mi ha confidato di avere un grande sogno nel cassetto: scalare l’Etna in Sicilia e buttarsi giù a capofitto nella mitica discesa “vulcanica”. Per quanto riguarda invece Julien Absalon, che ho avuto l’onore di conoscere personalmente, direi che il suo nome, per noi bikers, è un riferimento indiscutibile. Classe 1980, originario di Raon-aux-Bois, nel dipartimento francese dei Vosgi, iniziò a praticare la mountain bike nel 1995 e dopo soli due mesi di attività finì quarto al campionato nazionale cadetti. Il titolo mondiale juniores vinto nel 1998 a Mont-SainteAnne, poche settimane dopo il titolo europeo di categoria, gli aprì le porte alla carriera da ciclista. E’ una leggenda vivente della mtb, essendo stato autore di una carriera inimitabile in 20 anni di Cross-Country grazie a duelli “epici” con grandi campioni come Thomas Frischknecht, Christoph Sauser, Marco Bui, José Antonio Hermida e in tempi recenti Jaroslav Kuhlavy e Nino Schurter. Absalon ha conquistato 33 vittorie in prove di coppa del mondo XCO, 5 titoli di campione del mondo Elite e due ori olimpici ad Atene e Pechino. Scott, Bianchi, Orbea, BMC sono i marchi e team di mountainbike che da lui hanno ricevuto lustro beneficiando della sua immagine di atleta vincente.

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