4 minute read

Ringraziamenti

Un grazie speciale all’amico Marco Cardullo, con cui ho condiviso tutti i giorni passati sugli sci in questi ultimi anni. Instancabile compagno di numerose gite e di tutte le traversate che hanno fornito lo spunto e il materiale per la nascita di questo volume che avete tra le mani. L’altro amico a cui sono riconoscente è l’inarrestabile Daniele Natali. È arrampicando, correndo e sciando insieme che siamo diventati ingordi a tal punto che la voglia di andare oltre ci fa dimenticare ogni fatica e, per tornare al punto di partenza, un poco di energie si trovano sempre. Grazie anche ad Alberto Valtellina che in un lontano I° maggio del 1984 “creò il mostro”. Io gestivo a malapena un improbabile spazzaneve, ma accettai l’invito, forse perché un poco annebbiato dall’alcol. Lui mi mise un paio di sci sullo zaino e un paio di scarponi ai piedi. Eravamo a Valbondione e mi portò sino in vetta al Monte Gleno. La salita fu lunga e in merito alla discesa mi avvalgo della facoltà di non rispondere, quei 2000 metri di dislivello furono l’imprinting, la forma d’apprendimento che segnò da allora il mio modo di andare per monti in inverno. A Verena Jäggin, inossidabile amica d’oltralpe, dedico molto più di un grazie. Nei primi anni ‘90 fu la preziosa compagna d’avventura con cui condivisi le mie prime traversate. Di quelle esperienze conservo ancora oggi vivide immagini e indelebili ricordi. Viaggi epici in Corsica, sui Pirenei e in Marocco. Un grazie particolare a Lisa, al secolo Elisabetta Oprandi. Con scrupolo e cura si è riletta ogni scheda, ogni descrizione, ogni didascalia apportando le sue correzioni ed integrazioni, appuntando i suoi consigli. Grazie a Davide Vagheggi e Tommaso Bacciocchi per la professionalità ed il sapiente lavoro grafico che hanno portato a questa bella edizione dedicata alle mie candide montagne. Grazie a Cristina Paruta, mia moglie, che mi sopporta tutti i giorni e, quando scrivo, è sempre pronta a spronarmi e sostenermi, aiutandomi a dare forma a quel fiume di emozioni che mi scorre dentro dopo un giorno passato tra i monti. Grazie per la sua pazienza e per il suo senso critico, che ogni volta mi riporta con i piedi per terra. E poi ci sono Leonardo e Giulia a cui ho trasmesso la passione e l’amore per la neve. Grazie a tutte le amiche e gli amici con cui ho condiviso anche solo una breve traccia ed una manciata di attimi vissuti sulla neve.

Maurizio Panseri

Sulla vedretta di Redorta

C - FATTORE UMANO

FATTORI DI VALUTAZIONE

B - TERRENO

A - CONDIZIONI NIVEO-METEO

LIVELLO DECISIONALE

• Valutare la composizione del gruppo di gitanti in relazione ad esperienza, capacità tecniche, preparazione fisica e condizione psicologica • Valutare attentamente gli itinerari scelti sulla base delle capacità del soggetto meno preparato tecnicamente/fisicamente • Individuare i soggetti di maggiore esperienza per condividere le scelte e le responsabilità

• Documentarsi con guide sulla scelta di itinerari da valutare, sulla base della stagione e dell’innevamento del periodo • Consultare cartine topografiche 1:25.000 o 1:50.000 • Tracciare uno schizzo di rotta • Valutare le pendenze dell’itinerario in relazio - ne a pericolo valanghe e alle difficoltà tecniche • Individuare le gite alternative

• Consultazione dei bollettini nivo-meteorologici e valutazione di previsione meteorologica, situazione di innevamento e pericolo di valanghe • Completano il quadro le informazioni di esperti locali quali guide alpine, ufficio turismo, rifugisti, ecc, e quelle dedotte dal web (con spirito critico!)

1 - Regionale

Pianificazione della gita a tavolino, valutazione delle alternative • Controllare l’effettiva composizione del gruppo alla partenza, e l’eventuale presenza di altri gruppi • Controllare l’equipaggiamento individuale e di gruppo, con particolare attenzione al materiale utile all’autosoccorso • Effettuare la prova ARTVA • Formazione di piccoli gruppi autonomi con proprio “capogita” • Controllare durante la gita i tempi di marcia verificando il rispetto della tabella di marcia

• Orientarsi rispetto alla carta topografica di riferimento ed allo schizzo di rotta, condividendo l’informazione con gli altri • Individuare la “macrotraccia” sul posto valutando le condizioni generali di innevamento e pericolo lungo il percorso scelto • Individuare le zone di potenziale distacco valanghe quali canaloni, pendii sottocresta, cornici, pendii aperti, radure, ecc. • Individuare le fonti di altri eventuali pericoli quali salti di rocce, cascate di ghiaccio, seraccate, zone crepacciate, ecc.

• Valutare le reali condizioni meteorologiche, anche in relazione alla previsione letta a tavolino • Valutazione dell’effettiva quantità di neve al suolo, della neve fresca, e delle condizioni ge - nerali di pericolo valanghe nella zona della gita • Raccolta di ulteriori informazioni da persone locali e gitanti di rientro

2 - Zonale

Valutazione dettagliata sul posto del rischio valanghe e delle condizioni ambientali; eventualmente cambio di destinazione per la gita • Assicurarsi che il gruppo mantenga le regole base di autodisciplina, soprattutto in presenza di situazioni di pericolo • Valutare a intervalli regolari le condizioni fisiche e psichiche dei partecipanti durante la gita, soprattutto in seguito a situazioni di stress • In caso di pericolo, in discesa mantenere le distanze di sicurezza, sciare in corridoi prestabiliti e arrestarsi a monte dei compagni che precedono in zone di sicurezza

• Valutare nel dettaglio l’inclinazione di pendii ripidi con il metodo del bastoncino o con inclinometro (inclinazione critica 25-30°) • Valutare l’esposizione dei pendii rispetto ai venti prevalenti dei giorni precedenti e all’irraggiamento solare pregresso • In vista della discesa valutare attentamente

• Valutare durante il percorso, ad intervalli regolari le condizioni di visibilità, vento e temperatura • Valutare lo spessore della neve fresca (altezza critica 20-30cm) e le caratteristiche del manto nevoso (neve con coesione, assestamenti con “woom”, strati di scorrimento o deboli) itinerari di variante, in relazione all’irraggia mento futuro ed al pericolo valanghe

• Eventualmente se si avverte una situazione di possibile pericolo , valutare la stabilità del manto effettuando prove rapide quali bastoncino o pala

3 - Locale

Valutazione del singolo pendio durante lo svolgersi della gita, ed eventualmente adozione di misure atte a prevenire rischi per il gruppo

This article is from: