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Premessa / Introduction / Vorwort

Quest’ultima decina d’anni rispetto ad ora (inizio 2020) sono stati ricchi di avvenimenti per il bouldering in Valtellina e per l’evoluzione della guida che avete tra le mani. Fino al 2012, “Melloboulder” recensiva l’intera Valmasino ma anche tutte le altre aree della Valtellina. Tuttavia, gli anni di Melloblocco e il conseguente continuo sviluppo di nuovi settori hanno fatto aumentare notevolmente il numero di pagine, tanto che si è reso necessario dedicare un grosso volume alla sola zona della Valmasino, mentre la guida delle altre aree valtellinesi è rimasta ferma all’edizione congiunta del 2012. Dal 2018 le condizioni si sono ulteriormente modificate con la paradossale fine del Melloblocco e con il tentativo (2019) di rinnovarne lo spirito in Valgerola: Il ben riuscito raduno del GerolaSass ha infatti presentato una nuova area molto interessante (e qui riportata), a ricordare che la Valtellina ha molti gioielli da offrire rispetto alle più famose e sempre meravigliose Val Masino e Val di Mello. Quindi, è del tutto opportuno dedicare una guida a sé stante a ciò che Valchiavenna, Valmalenco, Bassa e Alta Valtellina presentano per il bouldering, sia riportando le aree della precedente edizione con i necessari aggiornamenti, che aggiungendovi alcune aree nuove sviluppate in questi ultimi anni (per l’appunto Gerola Alta ma anche Villa di Chiavenna, Valdone, Val di Togno, l’area dello Zoia, area del Sentiero Rusca e ancora). Questa guida è stata quindi preparata a partire dall’edizione del 2012 scritta da Andrea Pavan e da un’iniziale revisione effettuata da Isacco Saini. Nessuna delle singole aree qui presentate può uguagliare l’offerta di roccia e massi della Val Masino, ma molte di esse sono di grande valore nonostante le dimensioni più limitate: in alcune (ad esempio Cimaganda o alcuni massi isolati della Valmalenco) si può ritrovare il fascino della primordiale storia sassista, altre sono invece scoperte recenti ancora in fase di sviluppo, mentre sono ancora molte le potenzialità per ulteriori esplorazioni e vengono offerti molti suggerimenti su possibili zone che ancora aspettano boulderisti desiderosi di scovare le proprie linee. La varietà è sicuramente una delle parole chiave di quanto qui presentato: per quello che riguarda la roccia si spazia dallo gneiss, al serpentino, al calcare, al verrucano lombardo; si trovano poi linee per tutti gli stili e, come sempre, le proposte sono in grado di soddisfare arrampicatori di tutti i livelli. Per ogni area sono fornite mappe per l’accesso, mappe dettagliate dei settori e dei sentieri per muoversi tra i massi oltre alle solite fotografie di tutti i sassi recensiti, in cui sono indicate le diverse linee con partenze, altezze e dettagli del caso. Sono poi riportate schede specifiche che descrivono qualche passaggio particolarmente significativo e interviste ai personaggi che più hanno contribuito (o stanno contribuendo) allo sviluppo del bouldering in queste aree. Quando ci si trova a recensire aree nuove, o aree già datate ma che non hanno conosciuto una frequentazione massiccia, è inevitabile che possano essere presenti errori o imprecisioni, specialmente in relazione ai gradi di alcune linee. Di questo ci scusiamo. Come sempre, il feedback e il contributo della comunità arrampicatoria è fondamentale per migliorare l’accuratezza di una guida, specialmente quando si tratta di aree nuove o di aree meno frequentate. Questa guida non è indirizzata al sempre maggior numero di boulderisti “consumisti” alla sola ricerca della linea alla moda, “socialmente” riconosciuta e propensa ad attirare tanti like, ma è indirizzata a boulderisti maggiormente consapevoli, che sono alla ricerca di gioielli di alta qualità su qualunque difficoltà o a boulderisti esploratori, che amano la ricerca in aree tranquille e silenziose, dove concretizzare la propria creatività armati prima di tutto di spazzole e olio di gomito. Questo ci porta ad un’ultima osservazione: negli ultimi anni, l’arrampicata e il bouldering hanno conosciuto un’esplosione che li sta sempre più rendendo discipline “di massa”, specialmente

nell’indoor. Inevitabilmente, i valori e lo spirito outdoor che hanno sempre costituito il fondamento dell’arrampicata sono invece sempre più trascurati o ignorati. Anzi si sta iniziando a vedere il processo opposto, in cui è l’approccio indoor ad essere esportato su roccia, con conseguenze spesso deleterie su molti fronti. Senza entrare nel dettaglio di un discorso molto ampio e complesso, un aspetto che ci riguarda è la constatazione di quanto sempre più frequentemente la maggior parte dei boulderisti vada a ricercare solo le linee note e conosciute dalla massa, senza impiegare tempo su linee altrettanto belle ma “fuori moda” (o per le quali magari non esiste il video con la “beta”…) né tantomeno impegnarsi a ripulire linee che si rimuschiano o sentieri che si richiudono. Un esempio di questo lo possiamo ritrovare ancora una volta in Val Masino: sono bastati due anni senza la sistematica pulizia degli addetti al Melloblocco e la natura ha già in parte ripreso possesso di una parte significativa di massi. Molti di essi sono tornati inaccessibili a causa di rovi e vegetazione, altri si sono ricoperti di muschio e, nonostante ogni weekend siano molti i climber in giro con i materassi sulle spalle, le linee smagnesate sono sempre le solite… In un contesto di questo tipo, è chiaro che aree meno frequentate e più di nicchia (come quelle qui riportate) possano rischiare di andare incontro ad uno stesso destino, anzi in molti casi è stato proprio così già da tempo. Per questo, per molte di esse è stato indicato come molti blocchi, ed eventualmente anche accessi, possano non essere più nelle stesse condizioni dei tempi dell’apertura e possano richiedere un’adeguata manutenzione e/o pulizia. Chiaramente, pur augurandomi che questa guida possa aiutare a riscoprire e riportare in auge le aree qui descritte, non è possibile prevedere quali potranno essere le condizioni nell’evolvere degli anni rispetto a quanto qui descritto. Ad ogni modo, ritengo fondamentale che questa guida descriva nel dettaglio aree che sono state sviluppate nel passato, anche qualora la natura le riporti completamente al loro stato primordiale e selvaggio. In un mondo come quello attuale, in cui basta una manciata di giorni per rendere “vecchia” e dimenticata qualunque cosa, penso che la conoscenza di quanto fatto nel passato sia fondamentale, nel tentativo di salvaguardare la doverosa memoria di fatti, persone e luoghi che hanno contribuito a scrivere la storia del bouldering in Valtellina. Senza la conoscenza del passato, non può esistere alcuna evoluzione che meriti di essere definita tale. In arrampicata come in qualunque altro contesto.

The last ten years or so compared to now (beginning of 2020) have been full of organized bouldering events in Valtellina and have contributed to the evolution of the guide book you are now holding. Up until 2012, “Melloboulder” reviewed the entire Valmasino area as well as all the other areas in Valtellina. However, the Melloblocco years and the continuous development of new sectors for the Melloblocco climbing event helped increase the number of pages, so much so that it was necessary to dedicate a large volume only to the Valmasino area, while the guide book describing the other areas in Valtellina no longer evolved and stopped with the 2012 edition. Since 2018 conditions have changed once again with the bizarre end of Melloblocco and with the attempt (2019) to renew its spirit in Valgerola: the successful GerolaSass meeting in fact introduced a very interesting, new area (described in here), this was a reminder that Valtellina has many jems to offer compared to the more famous and always marvellous Val Masino and Val di Mello. Therefore it has become appropriate to dedicate a guide in itself to what Valchiavenna, Valmalenco, the Lower and Upper Valtellina areas have to offer bouldering, both by describing the areas of the previous edition with the necessary updates, and adding a few new areas developed recently (Gerola Alta in fact as well as Villa di Chiavenna, Valdone, Val di Togno, the Zoia area and others). This guide book has thus been prepared since the 2012 edition written by Andrea Pavan and by an initial revision made by Isacco Saini.

None of the single areas described here can match the boulders that Val Masino has to offer, but a lot of them are of great value in spite of the more limited dimensions: in some (as for example Cimaganda or some isolated boulders of the Valmalenco area) you can find the charm of the primordial bouldering history, others instead were recently discovered and are still being developed, while there is a great potential for further exploration and there are many suggestions on possible areas which still await boulderers yearning to discover their own lines. Variety is one of the key words in what is described here: as far as rock is concerned it ranges from gneiss, serpentine, limestone, to “Verrucano Lombardo”; there are lines of all styles and as always the offer can satisfy climbers of all levels. For each area maps are supplied to access the areas, detailed maps of the sectors and paths to move around between the boulders as well as the usual photos of boulders reviewed, on which the different lines with start, height and details are marked. There are also specific info sheets which describe a few significant moves as well as interviews to the people who contributed (or are contributing) to the development of bouldering in these areas, When you find yourself reviewing new areas, or dated areas which have experienced massive frequentation, it is inevitable that there can be some errors or inaccuracies, especially in terms of the grades on some of the lines. We apologize for this. As always, feedback and the contribution of the climbing community is fundamental to improve the accuracy of a guide book, especially when we are dealing with new areas or areas which are not so busy. This guide book does not aim to reach the audience of the ever increasing number of “consumer” boulderers who are only looking for the most fashionable line, “sociably” recognized and with a tendency to attract many “likes”, but it is addressed to boulderers who are increasingly aware, who are in search of high quality gems of varying difficulty, or to exploring boulderers who love to search for quiet and silent areas, where it is possible to put into action one’s creativity, armed, above all, with brushes and elbow grease. This brings us to a last observation: throughout the last few years, climbing and bouldering have experienced an explosion which is turning it increasingly into a “mass” activity, this is especially true with indoor activity. Inevitably, the values and outdoor spirit which have always made up the foundations of climbing are being increasingly ignored or neglected. In fact the opposite process is coming to the surface, in which the indoor approach is being exported onto rock, with often harmful consequences on many fronts. Without going into detail of this complex situation, an aspect which concerns us is the verification that the majority of boulderers increasingly looks for only ‘well known’ and popular lines among the mass, without spending time on lines which are just as beautiful but not as “fashionable” (or for which no video or beta exists…) without even making an effort to clean lines which get covered in moss or paths covered in vegetation. An example of this can be found once again in Val Masino: two years were enough to prove that without the systematic cleaning by the Melloblocco crew, nature has repossessed a significant part of the boulders. Many of them are back to being inaccessible due to thorns and the overgrowth of vegetation, others are covered with moss, and in spite of many climbers coming to climb with crash pads on their backs every weekend, the chalk covered lines are always the same ones… In such a context, it is clear that niche areas which are not so busy (as the ones described here) risk ending up all in the same way, in fact in a lot of cases this is exactly what has been happening for a long time. For this reason, a lot of the areas we have described, as well as many boulders, and eventually even accesses, might not be found in the same conditions as when they were opened and they might require maintenance and or some cleaning. Clearly, even if I hope that this guidebook can help rediscover and bring the areas described here back to their very best, it is not possible to predict what the conditions will be like in the next few years. In any case, it is fundamental that this guide book describes in detail areas which have been developed in the past, even if nature has brought them back to their primordial and wild state.

In this current world, in which a handful of days makes something “old” and forgotten, I believe that knowing what has been done in the past is fundamental, in the attempt to save the deserved memory of facts, people and places which have contributed to write the history of bouldering in Valtellina. Without the knowledge of the past, no evolution, which deserves being defined as such, can exist. In climbing as in any other context.

In den letzten zehn Jahren ist im Valtellina in Sachen Bouldern sehr viel passiert und das Ergebnis dieser Entwicklungen haltet ihr gerade in den Händen. Bis zum Jahr 2012 wurden in dem Boulderführer „Melloboulder“ auch die anderen Gegenden des Valtellina beschrieben. Das Melloblocco-Festival und die ständige Erweiterung und Neuentwicklung der Sektoren hat den Führer immer dicker werden lassen, so dass es am Ende nötig wurde, dem Valmasino einen eigenen Führer zu widmen, während die anderen Zonen im Buch von 2012 „stehenblieben“. 2018 änderten sich dann mit dem paradoxen Ende des MellobloccoFestivals und dem Versuch (2019), dem Bouldergebiet im Valgerola neues Leben einzuhauchen, erneut die Bedingungen: Mit dem gelungenen Event GerolaSass entstand ein neues, sehr interessantes (hier beschriebenes) Gebiet, das daran erinnert, dass es im Valtellina neben dem berühmten und fantastischen Val Masino und Val di Mello noch weitere tolle Boulder-Schmuckstücke gibt. Wir haben also beschlossen, den Bouldergebieten von Valchiavenna, Valmalenco, sowie unterem und oberem Valtellina einen eigenen Boulderführer zu widmen, in dem die Gebiete aus dem Buch von 2012 auf den neusten Stand gebracht wurden und die neu entstandenen Gebiete (Val Gerola, Villa di Chiavenna, Valdone, Val di Togno, Zoia und weitere) beschrieben werden. Ausgangspunkt waren bei dieser Arbeit der Führer von Andrea Pavan aus dem Jahr 2012 und eine erste Revision von Isacco Saini. Keines der hier beschriebenen Gebiete kann mit dem Felsangebot des Val Masino mithalten, viele sind jedoch ebenfalls von großer Qualität, auch wenn die Anzahl der Blöcke beschränkt ist. In einigen Zonen, wie beispielsweise Cimaganda oder auf den isolierten Blöcken des Valmalenco, stößt man auf die Faszination der ersten Schritte der Bouldergeschichte, andere wiederum sind noch in der Entwicklungsphase. Potential für Neues gibt es zu Hauf und es warten noch viele versteckte Felsblöcke darauf, von tatkräftigen Boulderern auf der Suche nach der eigenen Linie entdeckt zu werden. Abwechslungsreichtum ist mit Sicherheit das Schlüsselwort zu diesem Buch: bouldern kann man auf Gneis, Serpentin, Kalkstein und Verrucano Lombardo; es ist für jeden Stil etwas dabei und jeder, egal ob Anfänger oder Könner, wird hier die richtige Linie für sich finden. Für jedes Gebiet gibt es eine Karte für Anfahrt und Zustieg, detaillierte Karten zu den Sektoren und Pfaden und die üblichen Fotos aller beschriebenen Blöcke mit den einzelnen Linien, Startpunkten, Höhenangabe und weiteren Details. Zudem gibt es Beschreibungen zu besonders wichtigen Linien, sowie Interviews mit den Protagonisten der jeweiligen Zonen, die zu deren Entwicklung besonders viel beigetragen oder beigetragen haben. Wenn man sich daran macht, neue Gebiete, oder ältere Gebiete, die nie besonders stark frequentiert waren, zu beschrieben, können unweigerlich Fehler oder Ungenauigkeiten auftreten, vor allem was die Bewertung der Schwierigkeiten einiger Linien angeht. Dafür möchten wir uns schon vorab entschuldigen. Wie immer sind das Feedback und die Beiträge der Bouldergemeinschaft sehr wichtig, um die Details eines Führers zu verbessern, vor allem, wenn es sich um neue oder weniger stark frequentierte Gegenden handelt. Dieser Boulderführer richtet sich nicht an die immer größer werdende Anzahl an „Konsum-Boulderern“, die auf der such nach der neusten Trend-Linie und jede Menge Likes sind. Dieses Buch ist vielmehr für Boulderer mit größerem Bewusstsein für ihre Disziplin, die auf der Suche nach

Qualität sind, egal in welchem Schwierigkeitsgrad, und die Lust auf Neues haben, auf entspannte und ruhige Boulderspots, wo man mit der Bürste in der Hand der eigenen Kreativität noch freien Lauf lassen kann. Wir mussten feststellen, dass Klettern und Bouldern in den letzten Jahren immer beliebter und „massentauglicher“ wurden, vor allem als Hallensport. Dabei ist es unvermeidbar, dass der eigentliche Grundpfeiler dieses Sports, die Naturverbundenheit, immer mehr in den Hintergrund rückt. Es sieht vielmehr danach aus, als würde der Indoor-Ansatz immer mehr draußen Anwendung finden, und das mit negativen Folgen. Das Thema ist sehr komplex und wir möchten nicht zu sehr ins Detail gehen, aber ein Aspekt, der uns betrifft, ist die Tatsache, dass immer mehr Boulderer nur die Linien anpeilen, die gerade „in“ sind und ebenso schöne, aber weniger bekannte Linien (oder für die es kein Video gibt... ) dabei völlig außer Acht lassen und sich genauso wenig um die Instandhaltung von Blöcken und Wegen bemühen. Als gutes Beispiel dafür kann hier wieder einmal das Val Masino genannt werden: zwei Jahre ohne die Putzarbeiten der Mitarbeiter des Melloblocco-Festivals haben gereicht und die Natur hat sich bereits viele Felsböcke zurückgeholt. Viele Blöcke sind aufgrund von Dornen und Vegetation nicht mehr zugänglich oder von Moos bedeckt, und das obwohl hier am Wochenende jede Menge Boulderer unterwegs sind. Die Chalkspuren sind immer die gleichen... In diesem Kontext ist es klar, dass weniger bekannte oder frequentierte Gebiete wie die hier beschriebenen ein ähnliches Schicksal riskieren oder bereits seit Jahren in einem solchen Zustand ausgeharrt haben. Aus diesem Grund kann es sein, dass der Zustieg oder der Zustand eines Blocks nicht mehr der Gleiche ist wie zur Zeit der Erschließung und dass eine entsprechende Instandsetzung und/oder Putzaktion notwendig ist. Auch wenn ich mir wünsche, dass dieses Buch dazu beiträgt, diese Gegenden bekannter zu machen, ist es klarerweise nicht möglich vorauszusehen, in welche Richtung die Entwicklung der hier beschriebenen Gegenden in den nächsten Jahren gehen wird. Wie auch immer, ich halte es für sehr wichtig, dass dieser Führer auch die älteren Boulderspots detailgenau beschreibt, egal ob die Natur sie sich eines Tages zurückholt oder nicht. In der heutigen Zeit reichen schon 20 Tage, um etwas „alt“ aussehen zu lassen, und es ist meiner Meinung nach besonders wichtig, über die Vergangenheit Bescheid zu wissen, auch um die Erinnerung an Taten, Personen und Orten, die an der Geschichte des Boulderns im Valtellina beteiligt waren, aufrecht zu erhalten. Ohne das Wissen um die Vergangenheit ist keine Evolution, die diesen Namen verdient hätte, möglich. Beim Bouldern und in jedem anderen Kontext des Lebens.

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