Architettura, città e territorio verso la Green Economy

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ARCHITETTURA, CITTÀ E TERRITORIO VERSO LA GREEN ECONOMY ARCHITECTURE, CITY, TERRITORY: TOWARDS A GREEN ECONOMY A cura di | Edited by Ernesto Antonini, Fabrizio Tucci Comitato scientifico Edo Ronchi, Maria Beatrice Andreucci, Ernesto Antonini, Francesco Asdrubali, Alessandra Battisti, Andrea Boeri, Roberto Bologna, Giovanni Cafiero, Andrea Campioli, Patrizia Colletta, Luciano Cupelloni, Valeria D’Ambrosio, Pietromaria Davoli, Maria Cristina Forlani, Giovanna Franco, Monica Lavagna, Mattia Leone, Mario Losasso, Maria Teresa Lucarelli, Adriano Magliocco, Sergio Malcevschi, Ilda Mannino, Martino Milardi, Elena Mussinelli, Federico Oliva, Elisabetta Palumbo, Davide Paterna, Gabriella Peretti, Maria Rita Pinto, Riccardo Pollo, Laura Ricci, Alessandro Rogora, Sergio Russo Ermolli, Marco Sala, Giovanna Segre, Andrea Tartaglia, Maria Chiara Torricelli, Fabrizio Tucci Realizzazione editoriale Edizioni Ambiente srl www.edizioniambiente.it Progetto grafico: Valeria Cecafosso, Fabrizio Tucci Impaginazione: Valeria Cecafosso Copertina: Daniele Boni, Cristina Fiore © 2017, Edizioni Ambiente via Natale Battaglia 10, 20127 Milano tel. 02.45487277, fax 02.45487333 Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo, elettronico o meccanico, comprese fotocopie, registrazioni o qualsiasi supporto senza il permesso scritto dell’Editore. ISBN 978-88-6627-216-8 Finito di stampare nel mese di marzo 2017 presso GECA S.r.l., San Giuliano Milanese (Mi) Stampato in Italia – Printed in Italy Questo libro è stampato su carta FSC amica delle foreste.

Il logo FSC identifica prodotti che contengono carta proveniente da foreste gestite secondo i rigorosi standard ambientali, economici e sociali definiti dal Forest Stewardship Council. I siti di edizioni ambiente www.edizioniambiente.it www.reteambiente.it www.rivistarifiuti.it www.materiarinnovabile.it www.nextville.it www.puntosostenibile.it www.freebookambiente.it

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A cura di | Edited by

Ernesto Antonini Fabrizio Tucci

ARCHITETTURA, CITTÀ E TERRITORIO VERSO LA ARCHITECTURE, CITY AND TERRITORY TOWARDS A

GREEN ECONOMY LA COSTRUZIONE DI UN MANIFESTO DELLA GREEN ECONOMY PER L’ARCHITETTURA E LA CITTÀ DEL FUTURO

BUILDING A MANIFESTO OF THE GREEN ECONOMY

FOR THE ARCHITECTURE AND THE CITY OF THE FUTURE

Presentazione di | Presentation by

Edo Ronchi

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INDEX Presentation Cities and the Green Economy Edo Ronchi

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Introduction For a Manifesto of the Green Economy towards the Architecture and Cities of the future Fabrizio Tucci SECTION 1 CAPITALS FOR A GREEN ECONOMY ARCHITECTURE AND URBAN PLANNING

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IN

1. Protecting natural Capital and environmental ecosystems

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Safeguard of the environment and agricultural soil, enhancement of the water capital and green infrastructures Sergio Malcevschi, Elena Mussinelli, Andrea Tartaglia, Maria Beatrice Andreucci

80

2. Safeguarding social Capital and incentivizing inclusion processes

97

Response to the social emergency, promotion of healthy living and participation Roberto Bologna, Alessandro Rogora, Giovanni Cafiero,

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3. Protecting cultural Capital and enhancing the quality of places

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Safeguard the cultural Capital, give the right value to the beauty, quality and identity of places Maria Cristina Forlani, Patrizia Colletta, Davide Paterna, Giovanna Segre

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with Mauro Annunziato

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INDICE 13

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Presentazione Città e Green Economy Edo Ronchi Introduzione Per un Manifesto della Green Economy verso l‘Architettura e la Città del futuro Fabrizio Tucci SEZIONE 1 CAPITALI PER UNA GREEN ECONOMY IN ARCHITETTURA E URBANISTICA

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1. Proteggere il Capitale naturale e gli ecosistemi ambientali

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Tutela dell‘ambiente e del suolo agricolo, valorizzazione del capitale idrico e delle infrastrutture verdi Sergio Malcevschi, Elena Mussinelli, Andrea Tartaglia, Maria Beatrice Andreucci

97

2. Salvaguardare il Capitale sociale e incentivare i processi di inclusione

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Risposta alle emergenze sociali, promozione del benessere abitativo e della partecipazione Roberto Bologna, Alessandro Rogora, Giovanni Cafiero, con Mauro Annunziato

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3. Tutelare il Capitale culturale e valorizzare la qualità dei luoghi

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Tutela del Capitale culturale, valorizzazione della bellezza, qualità e identità dei luoghi Maria Cristina Forlani, Patrizia Colletta, Davide Paterna, Giovanna Segre

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SECTION 2 APPROACHES AND INSTRUMENTS OF THE GREEN ECONOMY FOR BUILDINGS, CITIES AND TERRITORIES 4. Systematically adopting sustainability assessment and analysis in decision-making processes

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Life cycle approach to sustainability in the construction and territorial development sector Andrea Campioli, Maria Chiara Torricelli, Ilda Mannino

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Operating objectives, methods and tools to assess environmental sustainability Monica Lavagna, Elisabetta Palumbo

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5. Improving the built environment’s capacity for resilience and climate mitigation

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Built environment and climate mitigation Mario Losasso, Pietromaria Davoli, Mattia Leone,

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Resilience and adaptation of built environment Maria Teresa Lucarelli, Valeria D‘Ambrosio, Martino Milardi

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6. Regenerating and requalifying the building stock

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Promoting urban regeneration and the requalification of built housing stock Federico Oliva, Laura Ricci

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Regeneration, requalification, recovery and maintenance of architectural heritage Luciano Cupelloni, Giovanna Franco, Maria Rita Pinto, Sergio Russo Ermolli

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with Arturo Lorenzoni

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SEZIONE 2 APPROCCI E STRUMENTI DELLA GREEN ECONOMY PER L‘EDILIZIA, LE CITTÀ, I TERRITORI 133

4. Adottare sistematicamente l‘analisi e la valutazione della sostenibilità nei processi decisionali

135

Approccio Ciclo di Vita per la sostenibilità nel settore delle costruzioni e nelle trasformazioni del territorio Andrea Campioli, Maria Chiara Torricelli, Ilda Mannino

153

Obiettivi, metodi e strumenti operativi per la valutazione della sostenibilità ambientale Monica Lavagna, Elisabetta Palumbo

169

5. Migliorare le capacità di resilienza e di mitigazione climatica dell’ambiente costruito

171

Ambiente costruito e mitigazione climatica Mario Losasso, Pietromaria Davoli, Mattia Leone, con Arturo Lorenzoni

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Resilienza e adattamento dell‘ambiente costruito Maria Teresa Lucarelli, Valeria D‘Ambrosio, Martino Milardi

203

6. Rigenerare e riqualificare il patrimonio costruito

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Promuovere la rigenerazione urbana e la riqualificazione del patrimonio costruito Federico Oliva, Laura Ricci

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Rigenerazione, riqualificazione, recupero e manutenzione del patrimonio esistente Luciano Cupelloni, Giovanna Franco, Maria Rita Pinto, Sergio Russo Ermolli

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7. Increasing effectiveness in the use of resources and the ecological quality of technological capital

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The design approach, energy efficiency, bioclimatic and renewable fuels in buildings, cities and territories Andrea Boeri, Alessandra Battisti, Francesco Asdrubali, Marco Sala

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Ecological quality: effective use of resources and recycling processes, reduction of environmental costs Gabriella Peretti, Adriano Magliocco, Riccardo Pollo

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Afterword Prospects of the Green Economy for Architecture and the City The lesson of the bicycle Ernesto Antonini Support apparatus Framework summarising the strategic Areas for the development of the Manifesto THE CITY OF THE FUTURE A Green Economy Manifesto for Architecture and Urban Planning

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7. Incrementare l’efficacia nell’uso delle risorse e la qualità ecologica del capitale tecnologico

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Approccio progettuale, efficienza energetica, bioclimatica e fonti rinnovabili negli edifici, nelle città, nei territori Andrea Boeri, Alessandra Battisti, Francesco Asdrubali, Marco Sala

255

Qualità ecologica: uso efficace delle risorse e dei processi di riciclo, riduzione dei costi ambientali Gabriella Peretti, Adriano Magliocco, Riccardo Pollo

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Postfazione Prospettive della Green Economy per l’Architettura e la Città La lezione della bicicletta Ernesto Antonini Apparato di supporto Quadro di sintesi degli Ambiti strategici per lo sviluppo del Manifesto LA CITTÀ FUTURA Manifesto della Green Economy per l’Architettura e l’Urbanistica

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Presentation Presentazione

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Cities and the Green Economy

Edo Ronchi In late 2008, in response to the worsening of the climate crisis combined with a serious international financial and economic crisis, UNEP launched a Green Economy programme (www.unep.org./ greeneconomy) that will provide the basis for the Global Green New Deal report. This report proposes a new pact in order to deal in a concerted fashion with the economic and ecological/climatic crises by relaunching the economy, increasing employment, reducing greenhouse gas emissions and halting the damage to ecosystems. The crux of this new pact is, indeed, a Green Economy, understood to mean an economy that can produce greater well-being that is distributed more fairly, improving the quality of the environment and safeguarding natural capital. In order to have a clear idea of the principles that should guide a Green Economy, I would refer to those listed by the Green Economy Coalition (a coalition of NGOs, businesses and research institutes), presented in February 2012 at the 12th meeting of UNEP’s Governing Council (www. greeneconomycoalition.org): sustainability, fairness, quality of life, respect for the limits imposed by nature, inclusion and participation, responsibility, resilience, efficiency, renewability and solidarity towards future generations. The analysis, vision and orientation of policies and measures inspired by the Green Economy have invigorated traditional strategies for sustainable development and made them more incisive. The 17 SDGs (Sustainable Development Goals) and 169 targets of Agenda 2030 for Sustainable Development, adopted in September 2015 by the United Nations, are undoubtedly useful and far-reaching instruments that allows us to analyse and investigate the issue of sustainable development and set up reporting work, but their application when drafting policies is more complex. In contrast, the Green Economy outlines a more incisive approach that is better equipped to meet the urgent need to act in order to tackle the climate crisis and social/economic crisis, because it grasps the essential aspects of the relationship 12

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Città e Green Economy

Edo Ronchi L’UNEP, alla fine del 2008, in risposta all’aggravarsi della crisi climatica e in presenza di una grave crisi finanziaria ed economica internazionale, ha lanciato un Programma della Green Economy (www.unep.org./greeneconomy) che sarà la base del Rapporto “Global Green New Deal” che propone un nuovo patto per affrontare in modo congiunto la crisi economica e quella ecologica-climatica, rilanciando l’economia, aumentando l’occupazione, riducendo le emissioni di gas serra e fermando il degrado degli ecosistemi. Il perno di questo nuovo patto è, appunto, una Green Economy intesa come un’economia in grado di produrre un benessere di migliore qualità e più equamente esteso, migliorando la qualità dell’ambiente e salvaguardando il capitale naturale. Per avere un’idea dei principi che dovrebbero guidare la Green Economy cito quelli indicati dalla Green Economy Coalition (una coalizione di NGO, imprese e istituti di ricerca), presentati nel febbraio 2012, in occasione della XII sessione del Consiglio generale dell’UNEP (www.greeneconomycoalition.org): sostenibilità, equità, qualità della vita, rispetto di limiti posti dalla natura, inclusione e partecipazione, responsabilità, resilienza, efficienza e rinnovabilità, solidarietà verso le future generazioni. L’analisi, la visione, l’impostazione programmatica delle politiche e delle misure ispirate dalla Green Economy hanno dato nuovo slancio e maggiore incisività alle tradizionali strategie per uno sviluppo sostenibile. I 17 obiettivi (SDGs –Sustainable Development Goals) e i 169 target dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, adottati a settembre 2015 dalle Nazioni Unite, sono uno strumento utile e molto articolato per approfondire e analizzare la tematica dello sviluppo sostenibile, per impostare attività di reporting, ma di complessa applicazione per impostare politiche. La Green Economy, invece, delinea un approccio più incisivo – più rispondente alla necessità di agire con urgenza per affrontare la crisi climatica e quella economica-sociale – proprio perché coglie gli aspetti essenziali del rap13

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Presentation

between economy and environment, it links social quality to the quality of well-being and inclusion and attributes value (in the widest sense of the term, including economic worth) to natural capital and ecosystemic services. That is why the Green Economy has, in recent years, become a driver relaunching our commitment to the sustainable development of cities. The Green Cities Programme, for example, launched by the OECD in 2010, led to the publication of an in-depth report entitled Green Growth in Cities in 2013, seen as a key to economic development encouraged by activities that reduce environmental impacts (such as air pollution and Co2 emissions), reduce the consumption of natural resources (such as water, energy and greenfield sites) and ensure the protection of ecosystemic services. Urban green growth is an opportunity to create jobs, attract firms and investment, improve the quality of cities and is an enormously important factor in the general review of our development in order to tackle the challenge of climate change. The guiding principles of the UN-Habitat programme’s New Urban Agenda (published in the 2016 World Cities Report) state that this new urban agenda can guide change by linking environment, town planning and governance to a focus on land and resources, on energy consumption, on the connections between urban and rural territory, the circulation of materials and climate change. It also reiterates that it is necessary to include green growth considerations in urban policies, disassociating urban growth from the use of resources and environmental impacts and including environmental strategies in long-term town planning and city administration. In order to support cities’ commitment to improving their urban living standards, environment and economy, the European Union has launched a number of tools, such as the Reference Framework for Sustainable European Cities (RFSC); the Thematic Strategy on Urban Environment; URBACT; the Smart Cities and Communities European Innovation Partnership and EU Cities Adapt, to name a few. In 2013, the European Commission focused on cities in its Seventh Environment Action Programme with the aim of protecting natural capital, promoting a more efficient use of resources and speeding up the transition towards a low-carbon economy. Cities play a crucial role in the Seventh Programme, as drivers of the economy, places of connection, creativity and innovation and as centres offering services for surrounding areas and, thanks to their density, they offer enormous potential in terms of energy savings and in our progress towards a carbon-neutral economy. 14

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Presentazione

porto economia e ambiente, lega la qualità sociale alla qualità del benessere e alla inclusione, e valorizza (nel senso più ampio della attribuzione di un valore anche economico) il capitale naturale e i servizi eco-sistemici. Per queste ragioni la Green Economy, negli ultimi anni, sta diventando un driver per rilanciare anche l’impegno per lo sviluppo sostenibile delle città. Il ”Green Cities Programme”, per esempio, avviato dall’OCSE nel 2010, ha portato nel 2013 alla pubblicazione di un ampio rapporto sulla ”Green growth in Cities”, quale chiave per uno sviluppo economico alimentato da attività che riducano gli impatti ambientali (come l’inquinamento dell’aria e le emissioni di Co2), riducano il consumo di risorse naturali (come acqua, energia e suolo non urbanizzato) e assicurino la protezione di servizi eco-sistemici. Una urban green growth è un’opportunità per creare lavoro, attrarre imprese e investimenti, migliorare la qualità delle città, oltre ad essere un fattore di grande importanza per un generale cambiamento del nostro sviluppo e per affrontare la sfida del cambiamento climatico. Nei principi guida per una New Urban Agenda del programma delle Nazioni Unite UN-Habitat (pubblicato in “World Cities Report“ 2016) si legge che tale Nuova Agenda urbana può guidare il cambiamento collegando ambiente, pianificazione urbana e governance con attenzione all’uso del suolo e delle risorse, al consumo di energia, alle connessioni fra territorio urbano e rurale, ai flussi di materiali e al cambiamento climatico. Ribadisce anche che sia necessario integrare nelle politiche urbane le considerazioni della green growth, disaccoppiando la crescita urbana dall’uso delle risorse e dagli impatti ambientali e inserendo le strategie ambientali nella pianificazione urbana di lungo termine e nella gestione delle città. Per supportare l’impegno delle città a migliorare l’ambiente, l’economia e la qualità della vita urbana, l’Unione Europea ha attivato diversi strumenti: il Reference Framework for Sustainable European Cities (RFSC); Thematic Strategy on Urban Environment; URBACT; Smart Cities and Communities European Innovation Partnership e EU Cities Adapt, per citarne solo alcuni. Nel 2013 la Commissione Europea nel 7° Programma d’Azione per l’Ambiente ha posto grande attenzione alle città per la protezione del capitale naturale, per promuovere un uso più efficiente delle risorse e accelerare la transizione verso una low-carbon economy. Nel 7° programmma le città giocano un ruolo cruciale come motore dell’economia, come luoghi di connessione, creatività e innovazione e come centri di servizi per le aree circostanti che, per la loro densità, offrono alti potenziali per il risparmio energetico e per avviare una economia carbon-neutral. 15

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Presentation

In November 2015, the European Commission published a report where it succinctly presented ‘Indicators for Sustainable Cities’: an up-to-date report listing the urban sustainability indicators used all over the world. Attesting to the enormous variety and vigour of this sector, this report presents a survey of no less than 12 indicator sets currently in use: the China Urban Sustainability Index (Urban China Initiative); City Blueprint Waternet Amsterdam (KWR Water Cycle Research Institute); the European Green Capital Award (European Commission); the European Green City Index (the Economist Intelligence Unit, Siemens); the Global City Indicators Programme (Global City Indicators Facility); Indicators for Sustainability (Sustainable Cities International); the Reference Framework for Sustainable Cities (RFSC); the STAR Community Rating System (Sustainability Tools for Assessing and Rating Communities); Cities Statistics (Urban Audit Eurostat); Urban Ecosystem Europe (the International Council for Local Environmental Initiatives or ICLEI, Ambiente Italia); the Urban Metabolism Framework (the European Environmental Agency); and Urban Sustainability Indicators (the European Foundation for the Improvement of Living and Working Conditions). These are joined by another list of nine indicator sets that are more difficult to apply but are equally interesting: BREEAM Communities (the Building Research Establishment Environmental Assessment Methodology); the Climate+ Development Program (the Clinton Foundation, the US Green Building Council); the Eco2 Cities Initiative (World Bank); Eurostat Sustainable Development Indicators (Eurostat); the Green Cities Programme (OECD); Green Star (the Green Building Council of Australia); LEED for Neighbourhood Development (LEED-ND); Leadership in Energy and Environmental Design (LEED); SynCity (Imperial College London); and Urban Indicators Guidelines (UN Human Settlements Programme). Each of these many indicator sets illustrates an approach to urban sustainability, listing a number of pressure factors that have been analysed, goals that have been identified, tools that have been assessed and policies proposed but that possess a certain number of common or generally prevalent traits, as the European Commission stated when it presented this report. These common traits have a great deal to do with the Green Economy: from the importance attributed to natural capital and ecosystemic services for the sustainability of cities to the mitigation of, and adaptation to, climate change and the quality of well-being. This orientation is made even more evident by the fact that the reiteration of traditional factors of sustainability (such as social, economic, environmental 16

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Presentazione

Nel novembre 2015 la Commissione Europea ha pubblicato il rapporto “Indicators for sustainable Cities“: una rassegna aggiornata degli indicatori di sostenibilità urbana utilizzati al mondo. A conferma della grande varietà e vivacità dell’elaborazione in materia, questo rapporto presenta una ricognizione di ben 12 set di indicatori: China Urban Sustainability (Index Urban China Initiative); City Blueprint Waternet Amsterdam (KWR Water Cycle Research Institute); European Green Capital Award (European Commission); European Green City Index (Economist Intelligence Unit, Siemens); Global City Indicators Programme (Global City Indicators Facility); Indicators for Sustainability (Sustainable Cities International); Reference framwork for Sustainable Cities (RFSC); STAR Community Rating System (Sustainability Tools for Assessing and Rating Communities – STAR); Cities Statistics (Urban Audit Eurostat); Urban Ecosystem Europe (International Council for Local Environmental Initiatives – ICLEI, Ambiente Italia), Urban Metabolism Framework (European Environmental Agency); Urban Sustainability Indicators (European Foundation for the Improvement of Living and Working Conditions). A questi si aggiunge un’altra lista di 9 set di indicatori di maggiore difficoltà applicativa, ma ugualmente interessanti: BREEAM Communities Building (Research Establishment Environmental Assessment Methodology -BREEAM); Climate+Development Program (Clinton Foundation, US Green Building Council); Eco Cities Initiative (World Bank); Eurostat Sustainable Development Indicators (Eurostat); Green Cities Programme (OECD); Green Star (Green Building Council of Australia); LEED for Neighbourhood Development (LEED-ND); Leadership in Energy and Environmental Design (LEED); SynCity (Imperial College London); Urban Indicators Guidelines (UN Human Settlements Programme). Ciascuno di questi numerosi set di indicatori descrive un approccio alla sostenibilità urbana con una articolazione di fattori di pressione analizzati, di obiettivi indicati, di strumenti verificati, di politiche proposte, ma con alcuni tratti comuni o largamente prevalenti, come osserva la Commissione Europea presentando questo studio. Questi tratti comuni hanno molto a che vedere con la Green Economy: dal peso attribuito, per la sostenibilità delle città, al capitale naturale e ai servizi ecosistemici, così come alla mitigazione e all’adattamento al cambiamento climatico e alla qualità del benessere. Tale impostazione è evidenziata inoltre dal fatto che il richiamo ai tradizionali fattori della sostenibilità (sociali, economici, ambientali e della governance), viene poi seguito con l’indicazione di target tipici della Green Economy, ricorrenti nei diversi set di indicatori: riciclo dei rifiuti e consumo di risorse, efficienza energetica e rin17

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and governance-based factors) is followed by recommendations regarding targets typical of the Green Economy, targets that recur in a number of indicator sets: the recycling of waste and consumption of resources, energy efficiency and renewable fuels, parks and green buildings, sustainable mobility and public transport, employment in green manufacturing, land consumption, the reuse, reclamation and salvaging of existing spaces and constructions, well-being and environmental quality. Apart from isolated Smart Cities initiatives (designed to promote the use and development of IT technologies with a view to aiding sustainability), here in Italy – following a flurry of local Agenda 21 projects that, after the UN Conference of 1992, involved a number of Italian cities, and following the Kyoto Protocol, with the membership of the Covenant of Mayors, launched by the European Commission in 2008 in order to commit cities to implementing initiatives for reducing greenhouse gas emissions – we experienced a period of stalemate and saw limited initiatives in Italian cities (apart from some rare exceptions), which seem unmoved by the green fervour typical of other European cities and even many cities worldwide. In 2016, an attempt was made to reverse this situation when the fifth edition of the Italian States General for the Green Economy asked a working group to produce a Green Economy manifesto for architecture and town planning, entitled La Città Futura. It was felt that the time had come in Italy, as elsewhere, to propose reflections on the possible fruitful relationship between Green Economy principles and content and architecture and town planning in the hope of tracing a path for change towards cities of the future that will be better and more desirable, an idea that has a vast body of European and international thought behind it. The dialogue between the Green Economy and architecture and town planning could contribute, firstly, to the enrichment of the culture, vision, choices and orientation of urban architectural design and town planning and, secondly, expand and promote Green Economy innovation in cities with the know how and techniques possessed by architecture and town planning. I would now like to put forward a brief survey of what seem to me to be the main recommendations of this manifesto in the light of corresponding Green Economy guidelines. The challenge of climate change plays a strategic role in the Green Economy and is therefore the first issue we should tackle when regenerating cities both with mitigation policies (with a drastic cut in greenhouse gas emissions) and adaptation policies. Given that 18

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Presentazione

novabili, spazi verdi e edifici verdi, mobilità sostenibile e trasporti pubblici, occupazione in produzioni verdi, consumo del suolo, riuso, risanamento e recupero di spazi e costruzioni esistenti, benessere e qualità ambientale. In Italia, dopo una certa vivacità con il movimento delle Agende 21 locali che, dopo la Conferenza ONU del 1992, aveva coinvolto diverse città italiane, dopo il Protocollo di Kyoto, con l’adesione di numerose città italiane al Movimento The Covenant of Mayors, lanciato dalla Commissione Europea nel 2008, per impegnare le città nella implementazione di iniziative per riduzione delle emissioni di gas serra, se si trascura qualche iniziativa per le Smart Cities (tesa a valorizzare in chiave di sostenibilità soprattutto l’utilizzo e lo sviluppo delle tecnologie informatiche), abbiamo avuto un periodo di stallo e di scarsa – salvo rare eccezione – iniziativa delle città italiane che sembrano poco coinvolte nel fervore green che invece caratterizza la scena delle città europee e anche di molte città a livello internazionale. Per contribuire a smuovere questa situazione, nel 2016 la V edizione degli Stati Generali della Green Economy ha dedicato un gruppo di lavoro alla elaborazione di un manifesto della Green Economy per l’architettura e l’urbanistica: ”La città futura”. L’idea era quella che fosse giunto il momento di proporre anche in Italia una riflessione sul possibile fecondo rapporto fra i principi, i contenuti qualificanti della Green Economy con l’architettura e l’urbanistica al fine di disegnare un percorso di cambiamento verso una città futura, migliore e desiderabile: idea che ha alle spalle un’ampia elaborazione europea e internazionale. L’interlocuzione della Green Economy con l’architettura e con l’urbanistica potrebbe, infatti, contribuire, da una parte, ad arricchire la cultura, la vision, le scelte e l’impostazione della progettazione architettonica e della pianificazione urbanistica nelle città e, dall’altra, ad articolare e promuovere, con le conoscenze e le tecniche dell’architettura e dell’urbanistica, gli sviluppi della Green Economy nelle città. Vorrei ora proporre una sintetica ricognizione di quelli che mi sembrano le principali indicazioni di questo manifesto alla luce dei corrispondenti indirizzi della Green Economy. La sfida climatica ha un ruolo strategico per la Green Economy ed è quindi il primo tema affrontato dal Manifesto per la riqualificazione delle città sia con le politiche di mitigazione, con un taglio drastico delle emissioni di gas di serra, sia con quelle di adattamento. Poiché gli effetti del cambiamento climatico ci sono e continueranno per un lungo periodo, sarà necessario massimizzare l’impiego 19

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the effects of climate change are already with us and will continue to be so for some time, we need to maximise our use of bioclimatic natural ventilation, passive cooling and solar shading systems. In order to reduce the consumption of fossil fuels for energy, we need to do much more to reduce the energy requirements of all buildings in their entirety. Smart home automation and building management systems offer a satisfactory level of energy savings, innovating the architectural energy model, from the growing use of passive bioclimatic systems, active systems and energy-efficient lighting to the reduction of the amount of energy used in technological systems, materials and components. We need to move on from the nearly zero energy building model to the net zero energy building model until we achieve a positive energy building model, and in order to do so the integrated role of architecture in renewable energy sources is strategic. The protection of natural capital and ecosystemic services is a driver of the Green Economy and key to relaunching architecture and town planning. Investment in natural capital, the protection and restoration of ecological networks, the promotion of green infrastructure, the revival of agriculture in peri-urban areas, the safeguarding of water supplies, a more efficient use of resources, these are all Green Economy choices that offer enormous benefits to the ecological quality of cities. Good ideas and best practices are also derived from a circular economic model, an essential condition for the creation of a Green Economy, which minimises the level to which we draw on natural resources, implements selective demolition programmes, focuses on the salvaging, recycling and reuse of materials, shortens production chains and makes them more efficient, eliminates the use of dangerous substances and components and expands our use of ecological materials. The Green Economy also encourages a more sustainable form of mobility: an issue that the construction industry and town planning have underestimated for too long. As we have seen, the Green Economy focuses on a higher quality of well-being: the cultural capital, quality and beauty of cities are essential aspects that ensure their liveability and better living standards for their residents. Improvements made to existing built heritage must be based on town planning and architectural regeneration programmes. We need to tackle the demand for homes and services without allowing it to become an instrument for speculative development such as that which has led to large, ugly and badly-constructed buildings. 20

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dei sistemi bioclimatici di ventilazione naturale, di raffrescamento passivo e di protezione solare. Per ridurre i consumi di energia fossile occorrerà fare molto di più per la riduzione dei fabbisogni energetici di tutti gli edifici nella loro interezza. Buone possibilità di risparmio energetico e di innovazione del modello energetico in architettura sono offerte dai sistemi di controllo intelligente domotico-telematico e di building management, dalla diffusione dell’impiego dei sistemi bioclimatici passivi, dall’uso dei sistemi attivi e di illuminazione ad alta efficienza, dalla riduzione dell’incidenza dell’energia nell’impiego di materiali, componenti e sistemi tecnologici. Occorre passare dal modello di edificio ad energia quasi zero (nearly zero energy building), a quello di energia zero (net zero energy building), a quello di energia positiva (positive energy building), per i quali è strategico il ruolo integrato nell’architettura delle fonti energetiche rinnovabili. La tutela del capitale naturale e dei servizi eco-sistemici è un driver della Green Economy e una chiave per il rilancio dell’architettura e dell’urbanistica. Investire nel capitale naturale, tutelare e ripristinare le reti ecologiche, promuovere le infrastrutture verdi, rigenerare la produzione agricola nei contesti periurbani, salvaguardare le risorse idriche, aumentare l’efficacia dell’uso delle risorse, sono tutte scelte di una Green Economy riprese in questo Manifesto che possono portare grandi benefici alla qualità ecologica delle città. Buone idee e buone pratiche possono provenire anche da un modello circolare di economia, condizione essenziale per una Green Economy, che minimizza il prelievo di risorse naturali, attua demolizioni selettive, punta sul recupero, il riciclo e il riuso dei materiali, accorcia e rende più efficienti le filiere produttive, elimina l’impiego di componenti e sostanze pericolose e sviluppa l’utilizzo di materiali ecologici. La Green Economy sollecita inoltre una mobilità più sostenibile: un tema che, troppo a lungo, lo sviluppo edilizio e la pianificazione urbanistica hanno sottovalutato. La Green Economy, come abbiamo visto, punta su un benessere di migliore qualità: il capitale culturale, la qualità e la bellezza delle città sono aspetti fondamentali per la loro vivibilità e per la nostra qualità della vita. Gli interventi sul patrimonio edilizio esistente devono essere basati su programmi di riqualificazione urbanistica e architettonica. Occorre far fronte al fabbisogno di abitazioni e di servizi senza farlo diventare strumento per sviluppi speculativi, come quelli che hanno portato all’edificazione di grandi volumetrie, brutte e di pessima fattura. 21

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Presentation

The Green Economy promotes the ecological conversion of manufacturing and consumption. The ecological conversion of cities occurs thanks to urban regeneration, systematic maintenance and the salvaging, renovation, reuse and recycling of existing heritage, of peripheral areas, of disused industrial estates and the many run-down areas found in cities. Improvements in such areas and buildings can become the basis of a system of integrated urban regeneration projects that offer an alternative to the low-quality model of urban expansion, blocking greenfield construction whilst meeting the need for new homes with the reuse of brownfield sites and existing buildings. The Green Economy urges public policy to play an active role and it particularly demands that the public sector set a good example. Apart from their intrinsic value, the upgrading of the enormous quantity of public buildings in terms of their ecological, bioclimatic and energy profile would significantly boost the development of techniques, investment and qualified, specialised firms, significantly benefiting employment. Schools and university buildings should be paid particular attention, with a focus on their educational and didactic prestige as well and on the testing of flexible, pioneering solutions in the design and use of space. The Green Economy prioritises social inclusion. Our cities must become more inclusive. Open spaces and parks, squares and meeting places in general should be increased in number and maintained to a greater degree, with street furniture, facilities, environmental comfort and management processes that encourage their beneficial use, social value, cohesion and inclusion, not just in historic centres but in peripheral areas as well. The presence of a high proportion of immigrants of different religions and cultures is a significant factor that should be taken into account when considering the future of our cities. It is a question that should be planned for and managed realistically and in a spirit of hospitality, whilst making efforts to avoid the formation of pockets of illegality and alienation. The involvement of immigrants in the regeneration, renovation and reuse of run-down buildings and spaces must contribute to preventing housing emergencies, not only for the immigrants themselves but for low-income families as well.

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Presentazione

La Green Economy promuove una conversione ecologica delle produzioni e dei consumi. La conversione ecologica delle città, proposta dal Manifesto, passa da una rigenerazione urbana, da una sistematica manutenzione, dal recupero, la riqualificazione, il riuso e il riciclo del patrimonio esistente, delle aree periferiche, delle aree deindustrializzate, delle molteplici aree dismesse presenti nelle città. Gli interventi in tali aree e costruzioni possono diventare la base di un sistema di progetti integrati di rigenerazione urbana, alternativo ad un modello espansivo di bassa qualità, consentendo il blocco del consumo di nuovo suolo non urbanizzato con il soddisfacimento di nuova domanda abitativa con il riutilizzo di aree già urbanizzate e di edifici esistenti. La Green Economy sollecita un ruolo attivo delle politiche pubbliche, richiede, in particolare, che il settore pubblico dia il buon esempio. La riqualificazione energetica, ecologica e bioclimatica del vasto patrimonio di edifici pubblici, oltre che di rilevante valore in sé, costituirebbe un formidabile volàno per lo sviluppo di tecniche, di investimenti e di imprese qualificate e specializzate, con importanti ricadute occupazionali. Particolare attenzione andrebbe dedicata agli edifici pubblici scolastici e universitari, puntando sul loro rilievo anche formativo e didattico e sulla sperimentazione di soluzioni avanzate e flessibili nella progettazione e nell’uso degli spazi. La Green Economy punta sull’inclusione sociale. Le nostre città devono diventare più inclusive. Il Manifesto propone che siano aumentati e gestiti con maggiore cura gli spazi aperti e verdi, le piazze e in genere i luoghi di incontro e di aggregazione, con arredi, servizi, comfort ambientale, con modalità di gestione che favoriscano benessere fruitivo, socialità, coesione e inclusione, non solo nei centri storici, ma anche nelle zone periferiche. La presenza di una quota significativa di popolazione immigrata, con diverse religioni e culture, è un dato rilevante per il futuro delle città: va pianificata e gestita con realismo e spirito di accoglienza, puntando ad evitare che si formino sacche di emarginazione e di illegalità. Il coinvolgimento dei migranti nella riqualificazione, nel recupero e nel riuso di immobili e di spazi degradati, deve contribuire a prevenire situazioni di emergenza abitativa non solo per i migranti ma anche per la parte delle comunità locali a più basso reddito.

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