Elena Comelli
con Emilia Blanchetti
TOCCA A NOI Siamo stati il problema, possiamo essere la soluzione
Elena Comelli con Emilia Blanchetti Tocca a noi Siamo stati il problema, possiamo essere la soluzione Realizzazione editoriale Edizioni Ambiente © 2020, Elena Comelli con Emilia Blanchetti © 2020, ReteAmbiente Srl via privata Giovanni Bensi 12/5, 20152 Milano tel. 02.45487277, fax 02.45487333 Coordinamento editoriale: Marco Moro Redazione: Diego Tavazzi Progetto grafico: Mauro Panzeri Impaginazione: Roberto Gurdo
In copertina: mano da Illustrated Penny Tales (1894), British Library. @Rawpixel CC0 e mappamondo in stile vittoriano, British Library. @Rawpixel CC0
Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo, elettronico o meccanico, comprese fotocopie, registrazioni o qualsiasi supporto senza il permesso scritto dell’Editore. ISBN 978-88-6627-307-3 Finito di stampare nel mese di settembre 2020 presso GECA S.r.l., San Giuliano Milanese (Mi) Stampato in Italia – Printed in Italy Questo libro è stampato su carta certificata FSC®
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Siamo stati il problema, possiamo essere la soluzione
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Gli animali siamo noi Zhou Jinfeng
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Missione Terra Mariana Mazzucato
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Emissioni zero. Oggi è possibile Nicholas Stern
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Agire tocca a noi Laurence Tubiana
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Soluzioni per il presente Bertrand Piccard
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Riparare i danni Boyan Slat
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È il turno della politica Jeffrey Sachs
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Parola d’ordine: rigenerare! Ellen MacArthur
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L’economia è una ciambella Kate Raworth
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Salvare gli umani Johan Rockström
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Coltivare in verticale Dickson Despommier
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Quando la finanza è d’impatto Claudia Belli
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La rivoluzione positiva Jacques Attali
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Ripartire dalla terra Catia Bastioli
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Il futuro è donna Paul Hawken
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Dalla culla alla culla Michael Braungart
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Alla ricerca della prosperità Tim Jackson
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L’economia della fiducia Éloi Laurent
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Come on Ernst Ulrich von Weizsäcker
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Seminare buone idee Christian de Boisredon
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Un albero per la vita Felix Finkbeiner
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Un impegno circolare Joss Blériot
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Verde conviene Francesco La Camera
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Senza oro blu non si cresce Torgny Holmgren
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Il clima che vogliamo Connie Hedegaard
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Tornare al passato per guardare al futuro Sara Wingstrand
149 Fonti
“Se mi direte perché la palude appare insuperabile, allora vi dirò perché io credo di poterla passare se ci provo”. (Marianne Moore, Posso, potrei, devo)
“L’angelo della storia deve avere questo aspetto. Ha il viso rivolto al passato. Là dove davanti a noi appare una catena di avvenimenti, egli vede un’unica catastrofe, che ammassa incessantemente macerie su macerie e le scaraventa ai suoi piedi. Egli vorrebbe ben trattenersi, destare i morti e riconnettere i frantumi. Ma dal paradiso soffia una bufera, che si è impigliata nelle sue ali, ed è cosi forte che l’angelo non può più chiuderle. Questa bufera lo spinge inarrestabilmente nel futuro, a cui egli volge le spalle, mentre cresce verso il cielo il cumulo delle macerie davanti a lui. Ciò che noi chiamiamo il progresso, è questa bufera”. (Walter Benjamin, Sul concetto di storia, Tesi IX)
Siamo stati il problema, possiamo essere la soluzione
Questo libro nasce dal lavoro giornalistico di Elena Comelli, dalla sua incessante ricerca di buone idee per il domani. In particolare, dalle interviste che Elena ha condotto negli ultimi due anni in giro per il mondo, raccogliendo le testimonianze di giovani visionari e di economisti blasonati, di imprenditori e di accademici, e che sono state via via pubblicate sul Corriere della Sera. E nasce dal mio lavoro di osservazione, di analisi, di riflessione sul presente, che ho potuto svolgere da un punto di vista privilegiato, quello della comunicazione di imprese e istituzioni. Come esperta di comunicazione, soprattutto negli ambiti dell’energia, dell’ambiente, dell’innovazione e della salute, ho osservato nel corso degli anni un processo di avvicinamento concreto verso una visione sostenibile ed equilibrata: dal greenwashing di qualche anno fa, oggi finalmente assistiamo a un impegno sempre più efficace, mirato e misurabile verso la responsabilità sociale, la trasformazione sostenibile, l’inclusione e l’equità. Aziende e organizzazioni sembrano andare nella direzione dell’autentica trasformazione dei pro-
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pri modelli di business, dove sostenibilità e responsabilità non rappresentano più un costo ulteriore da sostenere ma diventano un elemento centrale di innovazione e competitività. Basti pensare al movimento delle B Corp o alla finanza green e d’impatto. La massimizzazione dell’impatto positivo verso i dipendenti, le comunità, gli stakeholder e l’ambiente inizia a essere perfettamente conciliabile con ricerca del profitto, vantaggio sulla concorrenza, accesso al credito, velocizzazione dei processi autorizzativi, credibilità e reputazione. Un nuovo paradigma di mercato adeguato al nostro tempo: flessibile, replicabile, riconoscibile e che crea valore. Sarà perché i consumatori e gli elettori lo richiedono? Sarà perché alla fine si è scoperto che la transizione green è anche vantaggiosa economicamente? Sarà perché siamo tutti (finalmente) spaventati dall’idea che l’accumulo di ricchezza senza prosperità ci porterà al baratro? Probabilmente tutti questi fattori insieme. La strada da percorrere, però, è ancora molto lunga, e tutt’altro che semplice. Con Elena abbiamo deciso di raccogliere le interviste più interessanti, gli spunti più originali, le esperienze che ci hanno maggiormente ispirate, e di metterle insieme, in una teoria di racconti del nostro tempo, con un filo conduttore: le soluzioni ci sono già, basta volerle applicare. L’editore ha creduto in questo progetto, e così è nato il libro che Edizioni Ambiente ha scelto di pubblicare: Tocca a noi. Questo credo sia il messaggio più importante. Tocca a noi, adesso. Non abbiamo più scuse: la complessità dell’oggi presenta sfide che mai l’umanità ha dovuto affrontare prima. Il nodo cruciale dell’equilibrio tra sopravvivenza degli umani e rispetto del pianeta che ci ospita mai è stato così fortemente
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sentito, così drammaticamente dentro alle nostre scelte quotidiane. Equilibrio. Di questo è il momento di parlare. Sviluppo sostenibile è una definizione che ha fatto il suo tempo. E che forse porta in sé tutta l’ambiguità in cui ci siamo cullati negli ultimi decenni. Non esiste lo sviluppo sostenibile. O almeno non esiste per come lo abbiamo inteso finora nel mondo occidentalizzato. Crescita a tutti i costi, fatturato, Pil, remunerazione, ricchezza. E poi, forse, anche, un contentino alla crisi climatica, alla necessità di salvaguardare la sicurezza ambientale, all’esigenza di pensare a come ridistribuire le risorse, all’urgenza di contenere e governare migrazioni e trasformazioni. In un gattopardesco e disperato tentativo di cambiare tutto per non cambiare nulla. Ecco, adesso abbiamo capito che così non funziona. Le interviste che abbiamo selezionato e raccolto in questo libro ci indicano la strada. Per la verità ci indicano molte strade, la soluzione non è una sola, naturalmente. I più giovani ci hanno avvisati: la nostra casa brucia. E non è soltanto una questione di crisi climatica. La nostra casa brucia perché non è più in grado di contenere e di governare i modelli di sviluppo che abbiamo immaginato e perseguito negli ultimi settant’anni. Quello che ci sfugge, di questo messaggio, è che dopo che la casa sarà bruciata, le fiamme si spegneranno, la natura farà il suo corso. Il nostro pianeta sopravviverà, più o meno per altri cinque miliardi di anni. E noi? Che parte vogliamo avere noi umani del XXI secolo nella storia? Come vogliamo affrontare una nuova era, fatta di trasformazioni tecnologiche, di intelligenza artificiale, di big data, di immersione in una dimensione iperconnessa e globale?
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Abbiamo davanti a noi molte alternative, per sciogliere i nodi che stanno venendo al pettine. La crisi climatica, la crisi sanitaria, le migrazioni alla ricerca di un luogo vivibile, non sono fattori collaterali del 2020. Sono fattori stabili di cui tenere conto nel futuro, nei prossimi decenni. Inutile chiudersi dentro i propri confini e mettere la testa nella sabbia. Non saranno le tentazioni sovraniste e l’assistenzialismo statalista a indicarci la via. Quanto la crisi sanitaria del 2020 ha contribuito ad accelerare i processi? E in che direzione? Ecco, su questo non sarei tanto ottimista. Tipicamente le grandi crisi globali (finanziarie, economiche, sociali) hanno portato ad atteggiamenti reazionari, conservatori, populisti e miopi. Questa emergenza pandemica mondiale non sembra essere differente. Il rischio concreto è di distogliere l’attenzione dallo sguardo verso un futuro a lungo termine per concentrarci sul qui e ora, in un’ottica assistenzialista e conservatrice. Dobbiamo evitare a tutti i costi l’idea del tirare a campare con gli aiuti di Stato o comunitari. L’occasione dovrebbe essere quella di immettere risorse fresche per ripartire con rinnovato slancio verso strade innovative, con una visione a lungo e lunghissimo termine. Trasformare una crisi in un’opportunità non significa accaparrarsi facilitazioni e sostegni immediati per riempire i buchi. Significa apprendere dagli errori, riparare i danni, lavorare per evitare situazioni simili nel futuro, approfittare di benefici economici, legislativi, finanziari, fiscali per ricostruire fiducia, impegno, solidarietà, benessere, diritti. Nel libro troviamo spunti interessantissimi per guardare a un futuro diverso, inclusivo, responsabile, che non condanna affatto la crescita e il benessere, anzi, li mette al centro della visione. Un progetto
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umano capace di conciliare davvero prosperità e armonia, risorse ed equità, ricchezza e simmetria. Utopia? No, equilibrio. L’unica strada possibile per farcela davvero, come specie umana, come collettività senziente. L’unico modo per garantire un futuro a un’umanità che conterà dieci miliardi di individui nei prossimi quarant’anni. Responsabilismo, e balanced future. Qui sta la chiave delle risposte. Che può aprire l’accesso a luoghi diversi a seconda dei percorsi. Le interviste che abbiamo raccolto ne indicano alcuni: nuove visioni economiche, basate anche su differenti misurazioni del benessere, innovazioni tecnologiche, nuovi modelli di produzione e di consumo, rigenerazione, circolarità, sharing economy, riparazione dei danni, riforestazione, recupero della biodiversità, investimenti mirati e a lungo termine, sperimentazione. Ogni giorno possiamo trovare una soluzione nuova, intravedere una nuova possibilità. Ma resta un punto fermo, che attraversa tutti i contributi che abbiamo raccolto e quelli che potremo raccogliere nel tempo: le soluzioni ci sono già, è ora di adottarle. Le testimonianze selezionate in questo volume non vengono da ingenui sognatori, sono il risultato di studi, di esperienze e di attività d’impresa, di ricerca e di governo di altissimo profilo, a livello internazionale. Magari vale la pena di comprenderne la portata. Proviamo a immaginare sistemi diversi per misurare il benessere, che vadano al di là del Pil, che siano in grado di valorizzare la qualità della vita delle persone come elemento distintivo di una società in crescita: ne parlano guru come Jeffrey Sachs, Paul Hawken, Éloi Laurent. Pezzi da novanta come Mariana Mazzucato, Nicholas Stern, Laurence Tubiana, Johan Rockström,
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Jacques Attali, Ernst Ulrich von Weizsäcker ci dicono di smetterla di scaricare le nostre responsabilità su qualcun altro: noi possiamo davvero governare il nostro futuro, influenzando politica, economia e società, basta volerlo. Esistono già modelli economici e soluzioni tecnologiche in grado di sostenere crescita e benessere e al tempo stesso di risparmiare risorse, riutilizzare gli scarti, eliminare gli sprechi, rimuovendo o riducendo al minimo emissioni ed esternalità e al tempo stesso creando ricchezza e profittabilità: è quello che ci raccontano Bertrand Piccard, Ellen MacArthur, Kate Raworth, Dickson Despommier, Catia Bastioli, Michael Braungart, Joss Blériot, Francesco La Camera, Sara Wingstrand. Zhou Jinfeng, Boyan Slat e Felix Finkbeiner ci spiegano che le risorse naturali non vanno solo risparmiate, vanno protette, vanno risanate, vanno rigenerate e rese nuovamente attive all’interno dell’ecosistema globale. Ne va in primis della nostra salute. Claudia Belli e Christian de Boisredon infine testimoniano che le buone idee, le iniziative di sostegno allo sviluppo solidale, gli aiuti alle economie e ai paesi del terzo mondo non sono l’utopia gentile di una parte benpensante dei ricchi, sono lo strumento che abbiamo per rivoluzionare le cose, per riequilibrare il sistema, per contenere, contrastare e governare flussi migratori incontrollati. Sono uno strumento per lavorare alla pace e alla sicurezza. Dunque, qual è il problema? Dov’è l’intoppo? Ecco, sta nella volontà collettiva, politica, sociale, universale. La retorica dei piccoli sforzi individuali non basta più. Fantastico usare la bicicletta invece dell’auto, riciclare le bottiglie di plastica, acquistare prodotti con packaging ecologico, spegnere le luci quando si esce
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dalla stanza, non sprecare cibo e via così. Ma oltre a tacitare le nostre coscienze serve qualcosa in più. Serve uno sforzo collettivo, uno sprone alla politica e all’industria, una dimostrazione democratica, ampia, globale di volontà di cambiamento permanente. Questi ruggenti anni Venti del XXI secolo devono poter produrre un’inversione di rotta epocale. Se spenderemo ancora solo un minuto a chiederci se effettivamente il surriscaldamento globale sia un problema, e se sia causato dall’uomo, se sia davvero giusto condividere le risorse in maniera più equa, se abbia senso costruire impianti per il recupero e la valorizzazione dei rifiuti, se per caso non sia sbagliato fare ricerca sui vaccini e sulle telecomunicazioni, se forse non dovremmo respingere i migranti perché in fondo ci stanno rubando posti di lavoro, beh, ecco, allora saremo già morti. Le rivoluzioni che hanno cambiato il mondo non sono state il frutto delle dimostrazioni di uno sparuto gruppo di attivisti. Sono state il risultato di un cambiamento radicale nella coscienza sociale, di una trasformazione collettiva e irreversibile, della volontà condivisa di superare un problema, di raggiungere un risultato, di eliminare un ostacolo. Che si trattasse della conquista dello spazio, della detronizzazione di un tiranno, o della conquista di diritti civili. Nessuno si salva da solo. Oltre a essere il titolo di un bel libro, e il monito che papa Francesco ha voluto darci nei giorni più bui della pandemia, è la semplice, pura, incontrovertibile risposta delle risposte. Tocca a noi. Siamo stati il problema, possiamo essere la soluzione. Emilia Blanchetti