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La parola che lega i racconti e le immagini del concorso è “menomazione”. I cambiamenti avviati sembrano irrimediabilmente destinati a toglierci qualcosa di fondamentale e in modo definitivo. I testi però non disegnano solo scenari inquietanti e, tra aspra cronaca ed elaborata ironia, ci portano a riconoscere almeno un punto fermo: noi sappiamo. Subito dopo ne arriva un altro: sapere non è abbastanza. È qui che la creatività trova uno spazio, come possibile strumento di rappresentazione del cambiamento, ma anche di strategia e interpretazione.
Tiratura fuori commercio ISBN 978-88-6627-121-5
9 788866 271215
Un progetto di Shylock Centro Universitario Teatrale
Cambiamenti climatici Cambiamenti climatici
I dieci racconti di questo volume sono stati selezionati nell’ambito del Concorso di scrittura e immagine Cambiamenti climatici – the grand challenge, organizzato da Shylock Centro Universitario Teatrale di Venezia, con il patrocinio di DESS Decennio Onu 2005-2014 per l’Educazione allo Sviluppo Sostenibile – Commissione Nazionale UNESCO, la collaborazione dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e di una serie di enti impegnati nella ricerca sui cambiamenti climatici e nel settore culturale. La giuria comprende più di venti professionisti della comunicazione, della ricerca e della scienza.
racconti 2013
Introduzione di Carlo Carraro Prefazione di Federico Rampini
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Un progetto di Shylock Centro Universitario Teatrale
Cambiamenti climatici racconti 2013
Introduzione di Carlo Carraro Prefazione di Federico Rampini
Un progetto di Shylock Centro Universitario Teatrale A cura di Bianca Nardon Cambiamenti climatici racconti 2013
Edizioni Ambiente srl www.edizioniambiente.it coordinamento redazionale: Diego Tavazzi progetto grafico: GrafCo3 Milano impaginazione: Roberto Gurdo immagine di copertina: © Paolo Pasetto © 2013, Edizioni Ambiente via Natale Battaglia 10, 20127 Milano tel. 02.45487277, fax 02.45487333 Tutti i diritti riservati. È consentito l’utilizzo dei testi per uso esclusivamente personale e a fini non commerciali. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo, elettronico o meccanico, comprese fotocopie, registrazioni o qualsiasi supporto senza il permesso scritto dell’Editore. Finito di stampare nel mese di novembre 2013 presso GECA S.p.a., Cesano Boscone (Mi) ISBN 978-88-6627-122-2 I siti di Edizioni Ambiente www.edizioniambiente.it www.nextville.it www.reteambiente.it www.freebook.edizioniambiente.it Seguici anche su: Facebook.com/EdizioniAmbiente Twitter.com/EdAmbiente Twitter.com/ReteAmbiente
SOMMARIO
introduzione di Carlo Carraro
7
Prefazione di Federico Rampini
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Il concorso di scrittura e immagine di Bianca Nardon
15
anno sotterraneo 387
19
vi aspetto presto!
31
l’involuzione della specie
37
chiamateli uomini
51
il genio di martino
67
controcorrente
81
voltare pagina
97
fenomeni in attenuazione dal pomeriggio
109
segreto rovente
125
insettopoli
137
note biografiche
145
Il concorso Cambiamenti climatici – the grand challenge è un progetto di Shylock Centro Universitario Teatrale di Venezia
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introduzione La pubblicazione di questa seconda raccolta di racconti legati al tema dei cambiamenti climatici vede la luce proprio in un periodo in cui il mutamento del clima torna a far parlare di sé sulla scena internazionale. È stato infatti recentemente divulgato il primo volume del quinto rapporto di valutazione dei cambiamenti climatici, pubblicato periodicamente dall’International Panel for Climate Change (IPCC). Questa prima parte del Rapporto IPCC, che attraverso l’analisi della più recente letteratura ci dà una visione d’insieme delle dinamiche scientifiche alla base del cambiamento climatico, sarà seguita nel 2014 da altri due volumi che ne valuteranno gli impatti e le azioni di mitigazione. Il messaggio chiave che la comunità scientifica internazionale ci lancia attraverso questo primo report è la conferma che i cambiamenti climatici sono un fenomeno reale, inequivocabile. La temperatura atmosferica sta aumentando, tanto che i trent’anni appena trascorsi sono stati i più caldi dal 1850 (cioè da quando disponiamo di misurazioni a livello globale), se non addirittura degli ultimi 1.400 anni. Complessivamente, gli scienziati stimano un aumento della temperatura media superficiale nel periodo 1880-2012 pari a 0,85 °C. Ma, dato ancora più importante, è ormai totale la certezza della responsabilità dell’uomo. Rispetto ai precedenti Rapporti, infatti, la probabilità che il surriscaldamento della temperatura media globale riscontrato a partire dagli anni Cinquanta abbia come causa principale l’attività antropogenica è salita al 95-100%. La stessa probabilità risultava al 50% nel 1995, anno di uscita del secondo Rapporto IPCC, al 66% nel 2001 e infine al 90% nella precedente valutazione del 2007. Siamo di fronte, quindi, a una crescente certezza scientifica ottenuta grazie a strumenti di valutazione sempre più avanzati e a una più ampia e precisa serie di osservazioni delle diverse componenti del sistema climatico, capaci di distinguere tutte le possibili influenze sui cambiamenti climatici, inclusa la stima del forzante radiativo (la perturbazione del bilancio energetico planetario). Alla luce di questi elementi, più della metà dell’aumento della tem7
peratura può essere chiaramente attribuita alla crescita delle emissioni di gas a effetto serra, in primis derivanti dalla combustione di combustibili fossili, dalla deforestazione e da altri cambiamenti nell’uso del suolo. Questo ha provocato il riscaldamento degli oceani, lo scioglimento dei ghiacci e la riduzione della copertura nevosa, l’innalzamento del livello medio del mare e sta portando alla modifica delle dinamiche di alcuni eventi meteorologici estremi. Inoltre, le attuali e continue emissioni di gas serra causeranno un ulteriore riscaldamento e cambiamenti in tutte le componenti del sistema climatico. Le proiezioni climatiche future, infatti, mostrano un’alta probabilità che l’aumento della temperatura superi la soglia dei 2 °C entro la fine di questo secolo. Durante gli ultimi due anni abbiamo già potuto toccare con mano quello che potrebbe riservarci il futuro in maniera sempre più frequente ed estesa, se le emissioni continueranno a crescere ai ritmi attuali. La straordinaria siccità registrata negli Stati Uniti e nel continente africano nel 2012, seguita poco dopo dai devastanti effetti del passaggio dell’uragano Sandy su New York, fino alle più vicine piogge torrenziali che hanno colpito la Liguria e la Toscana nel 2011, sono solo alcuni esempi. Per limitare l’entità di questi impatti le emissioni antropogeniche devono essere ridotte in maniera sostanziale. Questo è un messaggio molto importante per i policy maker di tutto il mondo. L’aumento della certezza scientifica, infatti, non è stato fino a ora accompagnato da una risoluta presa di coscienza da parte dei governi, le cui priorità politiche spesso non prendono in considerazione azioni adeguate di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici. A livello internazionale, il primo periodo di impegni di riduzione delle emissioni previsto dal Protocollo di Kyoto è giunto al termine alla fine del 2012, ma la comunità internazionale è ancora ben lontana dal raggiungere un accordo globale per la limitazione delle emissioni nel lungo termine. Ed è proprio questo che l’uomo descritto nel racconto vincitore della seconda edizione del Concorso (e in realtà in molti degli altri racconti 8
partecipanti) non è stato in grado in grado di fare. In una tensione emotiva sempre maggiore, il protagonista di Anno Sotterraneo 387 ci guida attraverso il futuro, alla riscoperta delle ragioni che hanno costretto l’uomo ad abbandonare la superficie della terra. Ed attraverso la lettura di queste righe, che parlano di una realtà a noi lontanissima, appaiono chiare le conseguenze della nostra attuale scarsa lungimiranza e del rifiuto di adeguare le nostre abitudini verso uno stile di vita più sostenibile. Il cambiamento climatico, infatti, non riguarda solo il futuro. Essere consapevoli oggi, come cittadini, dell’esistenza di un problema cruciale per la sopravvivenza del nostro pianeta e di esserne allo stesso tempo la causa e la soluzione è un fattore fondamentale. Per questo motivo, parlare, scrivere e leggere dei cambiamenti climatici, delle loro innumerevoli, a volte fantasiose, sfaccettature, al di fuori dell’ambiente scientifico, permette al tema di aprirsi ad un mondo più ampio, magari raggiungendo persone che altrimenti non avrebbero avuto modo di confrontarsi con una delle più importanti sfide del nostro tempo. Carlo Carraro Rettore, Università Ca’ Foscari Venezia Vice Presidente Gruppo III dell’IPCC
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prefazione Bisogna ripartire da Italo Calvino. Alla fine degli anni Cinquanta, in un’Italia che concentra le sue energie nella ricostruzione post-bellica e pone le fondamenta del miracolo economico, Calvino inizia a concepire una serie di romanzi brevi o racconti lunghi, alcuni dei quali vedranno la luce in forma definitiva all’inizio degli anni Sessanta. Si chiamano La speculazione edilizia, La nuvola di smog, e i racconti fiabeschi della serie di Marcovaldo. Rileggersi adesso La speculazione edilizia è un’esperienza che dà le vertigini. Senza alcuna enfasi, con uno stile che ex-post forse si sarebbe definito minimalista, Calvino traccia un affresco del clima di quegli anni, partendo dalla frenesia di costruzioni che sfigurano alcuni dei paesaggi della Riviera ligure. Quel che colpisce oggi? Anzitutto, la capacità di Calvino di intercettare un fenomeno agli albori, appena iniziato in quegli anni, e di anticipare una sensibilità sulla tutela del paesaggio che era ancora molto minoritaria, e si sarebbe diffusa solo più tardi. In secondo luogo, l’approccio scrupolosamente descrittivo, non moralistico, non didascalico, non predicatorio: anzi, il personaggio narrante spesso sembra identificarsi psicologicamente con i protagonisti e fautori della “febbre edificatrice”. In terzo luogo, la forza tranquilla di quella scrittura la rende davvero universale: le sue pagine oggi potrebbero servire a descrivere la psicologia di massa del ceto medio cinese, che si appropria con entusiasmo del sogno di una seconda casa per la villeggiatura. Anche quando questo sogno si realizza a poche decine di chilometri da Pechino, in una “finta” campagna anch’essa sotto una cappa di smog permanente, identica a quella che soffoca la capitale. Rileggere il Calvino di quegli anni ci ricorda qual è la sfida dello scrittore, quale deve essere il suo ruolo, e perché abbiamo tutti bisogno di lui (lei). Altri capolavori della letteratura del Novecento hanno afferrato il tema del nostro rapporto con il pianeta, trasfigurandolo in visioni originali. Uno dei più inquietanti, quasi profetico, è La nube purpurea di Matthew Shiel. Scritto nel 1901, è forse la più allucinante prefigurazione di un olocausto nucleare (oltre mezzo secolo prima di 11
Hiroshima), e al tempo stesso ha la forza di una rilettura delirante e assurda della Genesi biblica. In epoche più recenti, il cinema si è affiancato al romanzo o ha reinterpretato alcuni capolavori letterari, per offrire il suo contributo agli scenari ambientali. Blade Runner (1982), diretto da Ridley Scott e ispirato al racconto Il cacciatore di androidi di Philip Dick, è giustamente considerato un classico della fantascienza moderna e il precursore del filone cyberpunk. Tuttavia, accanto alla vicenda centrale, esso contiene una “storia parallela”: quella di una megalopoli post-moderna, dove il sole non si vede mai, la sua luce è oscurata da una spessa coltre di inquinamento, il clima è segnato da una specie di “pioggia acida” permanente. Il paesaggio urbano da incubo, dove gli strati inferiori dell’habitat pullulano di un sottoproletariato multietnico ispanoasiatico, vuole evocare la Los Angeles del 2019. Oggi rivedere quelle scene ha un effetto curioso, evoca la realtà contemporanea di molte città dei paesi emergenti: il cielo nero di Blade Runner io l’ho visto tale quale a Chongqing (30 milioni di abitanti), nel centro della Cina. Dopo Calvino o Shiel, dopo Blade Runner, è facile cedere alla tentazione del sovraccarico. Il cinema hollywoodiano continua a produrre in modo seriale sul filone delle catastrofi ambientali: investendo sugli effetti speciali, sulle tecnologie, in una sorta di meccanica gara al rialzo, a chi la spara più grossa. Il risultato è il contrario di quel che serve: è la banalizzazione. Non c’è nulla di male a raccontare per la millesima volta la fine del mondo attraverso gli tsunami che sommergono Manhattan, salvo il rischio che l’assuefazione a quelle scene trasformi tutto in un videogame virtuale e stucchevole. Quando il 29 ottobre 2012 l’uragano Sandy colpì New York, dopo avere seminato in molte altre zone dai Caraibi alla East Coast morte e distruzioni, fu soprattutto tra noi abitanti di Manhattan che si avvertì una sorta di corto-circuito tra la fiction e la realtà. Eravamo già saturi di elaborazioni immaginarie su un evento apocalittico. La realtà di Sandy fu al tempo stesso più modesta, e molto più terribile. Gli effetti speciali hollywoodiani sulle onde alte dieci metri che sommergono la Statua della Libertà ti appaiono improvvisamente in tutta la loro 12
stupidità, quando l’emergenza è l’evacuazione dei malati gravi da un policlinico dove si sono guastati di schianto i gruppi elettrogeni di ricambio. La sfida dell’arte è di essere al tempo stesso un passo più avanti della realtà, e di starci dentro, incollata addosso ai minimi dettagli del destino umano. Ne abbiamo bisogno, e per questo dobbiamo coltivarla con amore, rispetto, umiltà e determinazione. Federico Rampini New York, 7 novembre 2013
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Il concorso di scrittura e immagine I cambiamenti climatici provocano uno stato progressivo di crisi, basato su emergenze seriali. I racconti di questo volume ci traghettano però dalla parola “crisi”, che ci accompagna ormai da tempo in altri ambiti, verso un’altra parola: “menomazione”. La maggior parte dei testi e delle immagini del concorso Cambiamenti climatici – the grand challenge porta con sé una notizia che ha questa connotazione: distruzione di un habitat, mancanza di luce, di un certo clima fisico o emozionale, perdita di un colore, di una risorsa naturale, di un passato in cui si aprivano più strade percorribili e l’incombenza di uno stadio presente o futuro in cui qualcuna di queste si chiude senza possibilità di riaprirsi. I cambiamenti avviati sembrano irrimediabilmente destinati a toglierci qualcosa di fondamentale, in modo definitivo. Accanto a molte incertezze possiamo riconoscerci almeno in una considerazione: noi sappiamo. Subito dopo ne arriva però un’altra: sapere non è abbastanza. È a questo punto che la creatività si inserisce, come possibile strumento di rappresentazione del cambiamento, ma anche di strategia e interpretazione. Nell’ambito del concorso di scrittura e immagine organizzato da Shylock Centro Universitario Teatrale di Venezia sono stati selezionati dieci racconti che entrano a far parte di questa raccolta. Tre di questi ricevono una segnalazione particolare riservata agli autori under 30. Si tratta di Anno sotterraneo 387 di Filippo Franzoi, Chiamateli uomini di Andrea Franceschin e Voltare pagina di Enrico Riccardo Orlando. Il primo è anche il racconto vincitore della sezione scrittura, in base alle preferenze espresse dalla giuria. Per la sezione di immagine gli organizzatori segnalano l’opera Quinta stagione di Isabella Cacciabaudo, autrice under 30 e studentessa universitaria di Ca’ Foscari. Nell’ambito della sezione web gallery di immagini e brevi testi di 140 caratteri si sono classificati ai primi posti l’immagine Oceano o foresta? di Maria Emiliana Ricciardi e il testo Vento d’estate (“C’è aria 15
di cambiamento, ma non possiamo permetterci di cambiare aria”) di Marco Zanetti, altro autore under 30. Il patrocinio DESS Decennio Onu per l’Educazione allo Sviluppo Sostenibile 2005-2014 della Commissione Nazionale Unesco costituisce per il progetto un riconoscimento fondamentale. L’obiettivo del concorso non è solo stimolare una partecipazione allargata, ma anche imbastire tra ambiti culturali diversi una sottile cucitura. Stare dietro le quinte e accostare gli stati d’animo suscitati nei diversi professionisti impegnati nella lettura permette la gestione di un osservatorio privilegiato. Ringraziamo i componenti della giuria che hanno aderito con interesse e grande disponibilità e gli enti che hanno supportato la realizzazione dell’iniziativa, soprattutto l’Università Ca’ Foscari, l’ICCG – International Center for Climate Governance ed Edizioni Ambiente che ha reso possibile questa pubblicazione. Una riconoscenza particolare a Carlo Carraro e Federico Rampini per i contributi scritti che ci confermano da una parte la dura e crescente consistenza delle analisi più recenti e ci scuotono dall’altra con la lucida esperienza diretta di uno dei fenomeni più eloquenti degli ultimi anni, l’uragano Sandy a Manhattan. Non potevamo infine non chiudere questo percorso il 2 dicembre 2013 a Venezia con l’analisi di Luca Mercalli, in prima linea nella comunicazione sul tema dei cambiamenti climatici e nella coniugazione personale di uno stile di vita sostenibile. Bianca Nardon Presidente Shylock Centro Universitario Teatrale di Venezia
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giuria
Sezioni di scrittura e immagine Luca Mercalli, presidente Società Meteorologica Italiana Antonio Navarra, presidente CMCC Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici Guglielmo Pepe, National Geographic Italia Maria Torresani, Commissione Nazionale Italiana Unesco Carlo Barbante, direttore IDPA-CNR, Università Ca’ Foscari Chiara Mio, delegata alla sostenibilità Università Ca’ Foscari Martina Marian, segretario generale SISC Società Italiana per le Scienze del Clima Silvia Bertolin, ICCG International Center for Climate Governance Marco Moro, direttore Edizioni Ambiente Syusy Blady, Turisti per caso Sveva Sagramola, Geo & Geo Francesca Folda, direttrice Focus Paolo Virtuani, corriere.it scienza e ambiente Franco Foresta Martin, corriere.it Geo & Geo Jacopo De Michelis, Marsilio Editori Marco Martuzzi, Programme Manager World Health Organization European Centre for Environment and Health Gaetano Capizzi, direttore Cinemambiente Torino Serenella Iovino, Università di Torino, EASLCE European Association for the Study of Literature, Culture and Environment Anna Re, IULM, autrice di Americana Verde, Edizioni Ambiente Mariagrazia Midulla, WWF Italia Luigi Lazzaro, Legambiente Roberto Romizi, presidente ISDE Italia – Medici per l’Ambiente Maria Teresa Puliti, ISDE Italia – Medici per l’Ambiente Ivana Faccioli, Radio RTL 102.5
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I dieci racconti di questo volume sono stati selezionati nell’ambito del Concorso di scrittura e immagine Cambiamenti climatici – the grand challenge, organizzato da Shylock Centro Universitario Teatrale di Venezia, con il patrocinio di DESS Decennio Onu 2005-2014 per l’Educazione allo Sviluppo Sostenibile – Commissione Nazionale UNESCO, la collaborazione dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e di una serie di enti impegnati nella ricerca sui cambiamenti climatici e nel settore culturale. La giuria comprende più di venti professionisti della comunicazione, della ricerca e della scienza. La parola che lega i racconti e le immagini del concorso è “menomazione”. I cambiamenti avviati sembrano irrimediabilmente destinati a toglierci qualcosa di fondamentale e in modo definitivo. I testi però non disegnano solo scenari inquietanti e, tra aspra cronaca ed elaborata ironia, ci portano a riconoscere almeno un punto fermo: noi sappiamo. Subito dopo ne arriva un altro: sapere non è abbastanza. È qui che la creatività trova uno spazio, come possibile strumento di rappresentazione del cambiamento, ma anche di strategia e interpretazione.
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