Perché Beethoven lanciò lo stufato (anteprima)

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Indice

Introduzione

Pag.

Johann Sebastian Bach

11

Wolfgang Amadeus Mozart

37

Ludwig van Beethoven

70

Robert Schumann

95

Johannes Brahms

121

Igor Stravinskij

150

Glossario

185

Ringraziamenti

190

7

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Ludwig van Beethoven 1770-1827

S

e nel 1820 passeggiando per le strade di Vienna ti fosse capitato di imbatterti in Beethoven (si pronuncia “Bee-to-ven”) – ma, devo ammettere che la cosa è improbabile, perché all’epoca non eri ancora nato – avresti pensato che era un personaggio veramente strano. I suoi vestiti erano disordinati; i suoi capelli erano disordinati; il suo cappello era disordinato. In breve, era disordinato dalla testa ai piedi. Lo avresti visto passeggiare, tutto energico, borbottando e gesticolando verso se stesso, scoppiando qualche volta in una fragorosa risata, apparentemente per nessuna ragione, per poi fermarsi e cantare, grugnire o strillare alcune note, prelevare un taccuino dalla sua tasca, annotarci qualcosa, e riprendere a camminare a passi pesanti. Se poi lo avessi seguito nelle sue stanze, avresti pensato che era ancora più strano. Il luogo regnava nel caos: spartiti ovunque, un pianoforte con la maggior parte delle corde rotte e macchie di inchiostro al suo interno, mobili logorati Proprietà esclusiva per tutti i Paesi: EDIZIONI CURCI S.r.l. – Galleria del Corso, 4 – 20122 Milano © 2011 by EDIZIONI CURCI S.r.l. – Tutti i diritti sono riservati


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Ludwig van Beethoven

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dal tempo e piazzati a caso, resti di cibo sparsi ovunque; e, incredibile – bleah! – un vaso da notte non svuotato (per essere educati) e lasciato in bella vista. Davvero un bello spettacolo! Inoltre, tornando a casa accaldato, dopo tutte quelle passeggiate energetiche, lo avresti visto prendere una tazza di acqua fredda e versarsela sulla testa, naturalmente rovesciandola sul pavimento e sul soffitto dell’appartamento sottostante – Beethoven non deve essere stato un buon vicino di casa! O, forse, avrebbe deciso di farsi un bagno, a quel punto sarebbe stato lì per ore, strofinandosi, cantando e grugnendo come un orso soddisfatto. Subito dopo, avrebbe potuto concludere con una rasatura, avrebbe sparso del sapone su tutto il viso, fino agli occhi, perché era fin lì che cresceva la sua barba e, per concludere, non avrebbe potuto fare a meno di procurarsi un taglio – era così maldestro! Se all’improvviso si fosse accorto della tua presenza e ne fosse rimasto compiaciuto, ti saresti ritrovato coperto di sapone, perché, probabilmente, ti sarebbe venuto incontro, abbracciandoti e dimenticando dove fosse, cosa stesse facendo e, senza dubbio, rovesciando tutti i tavoli e le sedie che avrebbe trovato lungo il percorso. Poi, per una forma di cortesia, avrebbe stretto la tua mano, trattenendola nella sua zampa irsuta, con una presa così amichevole da farti lacrimare gli occhi!

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Oppure, avrebbe potuto non notarti affatto, mentre lo seguivi per strada e nelle sue stanze, perché, povero Beethoven, era sordo! Puoi immaginare quanto sia stato terribile per un compositore eccellente perdere l’udito, non poter ascoltare più una nota? Prova ad accendere il televisore e a eliminare l’audio; ora, prova a immaginare quale sensazione proveresti se la situazione durasse per tutto il resto della tua vita! Semplicemente spaventoso, soprattutto per un musicista! Ecco perché, guardando con attenzione l’espressione del suo viso, avresti notato uno sguardo terribilmente triste. Ma, se avessi scritto qualcosa sul suo libro delle conversazioni – che molte persone ritenevano fosse il modo più semplice per comunicare con lui – ed egli l’avesse trovato divertente, avresti notato i suoi candidi denti smaglianti sciogliersi in un magnifico sorriso, seguito da un’enorme risata che avrebbe disteso tutta l’espressione del suo viso, compreso il suo naso a patata, come fosse una maschera di gomma. Spesso la gente era impaurita e non andava a fargli visita, perché si era sparsa la voce che non amasse avere persone fra i piedi. È vero, se era impegnato a scrivere un nuovo brano, si rifiutava di ricevere chiunque. Ma, quando incontrava qualcuno che gli stava simpatico, era molto gentile e accogliente. Poteva essere molto esigente, e poteva diventare molto sospettoso, persino verso i suoi amici più intimi, così come è vero che spesso si comportava decisamente male nei loro confronti; ma, quasi sempre, passato quel momento, provava dispiacere e riusciva a chiedere scusa in maniera così mortificata, che i suoi veri amici gli avrebbero perdonato qualsiasi cosa. (Una volta scrisse a un amico: «Non ti avvicinare mai più! Sei un perfido cane, e che il carnefice porti via tutti i cani infedeli». Il giorno seguente, però, gli riscrisse subito: «Sei una persona onesta e ora capisco che Proprietà esclusiva per tutti i Paesi: EDIZIONI CURCI S.r.l. – Galleria del Corso, 4 – 20122 Milano © 2011 by EDIZIONI CURCI S.r.l. – Tutti i diritti sono riservati


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La musica La gente spesso pensa che la musica di Beethoven sia cupa, ma, nonostante sia incredibilmente vigorosa e possa apparire tenebrosa o persino demoniaca, allo stesso tempo presenta aspetti spensierati, gioiosi e dolci. Molti brani riflettono il suo amore per la natura (per esempio, l’incantevole sinfonia Pastorale); la maggior parte della sua musica è come se fosse stata scritta all’aria aperta. C’è anche molto humour: Beethoven, infatti, amava scherzare nella musica come nella vita. A differenza di Bach e Mozart, che sembra abbiano concepito i loro brani a mente e scritto (per lo più) direttamente in bella copia, Beethoven affrontava una vera battaglia con pressoché tutto ciò che scriveva. Quando gli veniva in mente una melodia – spesso mentre era fuori a passeggio – la annotava sul suo taccuino (o qualsiasi cosa gli capitasse fra le mani; e se quando era a casa, non trovava fogli di carta, era capace di scrivere sugli scuri delle finestre!). Dopodiché, avrebbe elaborato l’idea, cambiandola, Proprietà esclusiva per tutti i Paesi: EDIZIONI CURCI S.r.l. – Galleria del Corso, 4 – 20122 Milano © 2011 by EDIZIONI CURCI S.r.l. – Tutti i diritti sono riservati


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Ludwig van Beethoven

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Episodi biografici 1 Beethoven nacque a Bonn nel 1770, in una famiglia di musicisti. Era il maggiore tra i figli sopravvissuti di Johann e Maria van Beethoven. I due fratelli più piccoli, Kaspar Anton Karl e Nikolaus Johann, nacquero rispettivamente nel 1774 e nel 1776. Beethoven prese il nome dal nonno – e padrino – chiamato appunto Ludwig (si pronuncia “Ludvig”) van Beethoven, un musicista molto rispettato alla corte di Bonn. Sebbene fosse morto quando Beethoven aveva appena tre anni, il piccolo Ludwig conservò sempre un affezionato ricordo. Beethoven amò molto sua madre Maria; era tranquilla e gentile, al contrario del padre Johann, che sembra sia stato un po’ scellerato. Johann, anch’egli musicista, ebbe meno successo del padre e desiderava che il piccolo Ludwig diventasse un prodigio come Mozart, per guadagnare molto denaro. Johann si ubriacava spesso ed esigeva che il figlio si alzasse nel pieno della notte per esercitarsi – Sono sorpreso che Ludwig non si sia allontanato dalla musica per sempre! Nessuno sa veramente… Nessuno conosce di preciso la data del compleanno di Beethoven. La sua nascita fu registrata il 17 dicembre, il che significa che probabilmente nacque il 16; ma, Proprietà esclusiva per tutti i Paesi: EDIZIONI CURCI S.r.l. – Galleria del Corso, 4 – 20122 Milano © 2011 by EDIZIONI CURCI S.r.l. – Tutti i diritti sono riservati


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potrebbe essere nato tranquillamente il 17 e, invece, avere l’abitudine di festeggiarlo il 15! Per anni, nemmeno lui fu certo della sua età, anche perché suo padre, per renderlo ancora più prodigioso, dichiarava che fosse nato nel 1772. Fu solo quando raggiunse i quarant’anni che Beethoven chiese a un amico di procurarsi un certificato di nascita, e fu allora che scoprì la sua vera età (beh, ci mise comunque due giorni). 2 Nonostante non fosse un bambino prodigio, il talento di Beethoven si sviluppò notevolmente quando raggiunse i sedici anni; era già un pianista e un organista affermato e aveva già composto alcuni brani. In seguito sentì l’esigenza di ampliare la sua cultura musicale, e fu così che raggiunse la città di Vienna. Era lì da circa due settimane, quando ricevette la notizia che sua madre era seriamente ammalata, così tornò subito a Bonn. L’incontro con Mozart… Probabilmente l’avvenimento più memorabile del suo breve soggiorno a Vienna fu l’incontro con Mozart che, al culmine della sua fama, ascoltò Beethoven suonare un brano al pianoforte, sembra, senza rimanerne particolarmente colpito. Di sicuro questo atteggiamento infastidì molto Beethoven, che si diceva si esibisse in raffinate improvvisazioni (ossia inventava al momento e direttamente sullo strumento), sia quando era di buonumore Proprietà esclusiva per tutti i Paesi: EDIZIONI CURCI S.r.l. – Galleria del Corso, 4 – 20122 Milano © 2011 by EDIZIONI CURCI S.r.l. – Tutti i diritti sono riservati


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