Concerto n. 3 per violino e pianoforte op. 102 (anteprima)

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Edizioni Curci, in collaborazione con il Cidim, Comitato nazionale italiano musica, è orgogliosa di presentare la Mario Castelnuovo-Tedesco Collection, la prima collana editoriale dedicata al compositore fiorentino (1895-1968), diventato negli Stati Uniti il “maestro dei maestri”. Il curatore è Angelo Gilardino (1941), compositore e studioso che gode della piena fiducia degli eredi di Castelnuovo-Tedesco. La collana prevede la pubblicazione di tutte le composizioni ancora inedite conservate presso la Library of Congress di Washington, conformemente ai manoscritti originali. Ogni volume è redatto in italiano e inglese. Edizioni Curci, in association with Cidim, Comitato nazionale italiano musica (Italian National Music Committee), is proud to present The Mario Castelnuovo-Tedesco Collection, the first series ever published entirely dedicated to the composer from Florence (1895-1968) who settled in the United States, where he became known as “the Maestros’ Maestro”. The collection is edited by Angelo Gilardino, composer and scholar, who enjoys the full confidence of the Castelnuovo-Tedesco’s estate. The collection will present all of the musician’s as yet unpublished works, which are housed at the Library of Congress in Washington DC, according to the original manuscripts. Each volume has both Italian and English commentaries.

English text by Cecilia Rivers Grafica musicale e impaginazione: Angelo Gilardino; Paolo Mellini e Claudio Meroni - www.k361.com Revisione musica: Luigi Biscaldi; Davide Alogna, Emy Bernecoli (parte del violino); Alessandro Marangoni (parte del pianoforte) Artwork di copertina: Paolo Zeccara

Proprietà esclusiva per tutti i Paesi: Edizioni Curci S.r.l. – Galleria del Corso, 4 – 20122 Milano © 2017 by Edizioni Curci S.r.l. – Milano Tutti i diritti sono riservati / All rights reserved EC 11940 / ISMN: 9790215908963 www.edizionicurci.it Prima stampa in Italia nel 2017 da INGRAF Industria Grafica S.r.l., Via Monte San Genesio, 7 – Milano


PREFAZIONE

PREFACE

Il Concerto n. 3 per violino e pianoforte è strettamente connesso all’emigrazione di Castelnuovo-Tedesco dall’Italia verso gli Stati Uniti nel 1939. A causa delle sue origini ebree, il compositore fu oggetto di crescenti discriminazioni da parte del regime fascista di Mussolini; nel 1938, a seguito delle leggi razziali, la sua musica fu bandita dalla radio italiana. Grazie all’aiuto, tra gli altri, del violinista Jascha Heifetz, Castelnuovo-Tedesco immigrò negli Stati Uniti nel 1939 e divenne cittadino americano nel 1946. Il Concerto n. 3 per violino e pianoforte, commissionato da Heifetz, fu il primo lavoro che portò a termine negli Stati Uniti. Nondimeno, a causa di divergenze con Heifetz stesso, il concerto non fu pubblicato o eseguito mentre il compositore era in vita.

The work in this volume, Concerto n. 3 per violino e pianoforte, is closely tied to Castelnuovo-Tedesco’s emigration from Italy in 1939. As an Italian of Jewish descent, Castelnuovo-Tedesco was increasingly targeted by Mussolini’s fascist regime; following the racial laws, his music was banned from Italian radio in 1938. Partly with the help of violinist Jascha Heifetz, Castelnuovo-Tedesco immigrated to the United States in 1939, becoming a citizen in 1946. Concerto n. 3 per violino e pianoforte was the first piece he completed in the United States, and was commissioned by Heifetz. However, due to disagreements with Heifetz, the piece was never published or performed during the composer’s lifetime.

L’insolita strumentazione del concerto, per violino e pianoforte, ha dato adito a speculazioni riguardo alla completezza o meno della composizione. In ogni caso, la lettera di Heifetz del 25 maggio 1939 spiega che essa non era un abbozzo:

The concerto’s unusual instrumentation, for violin and piano, has led to confusion regarding its status as a finished work. However, it is clear from Heifetz’s letter (25th May 1939) commissioning the work that the piece is not a sketch:

Vorrei incaricarla di scrivere un concerto per violino e piano (non per orchestra) per me…

I wish to commission you to write a concerto for violin and piano (not for orchestra) for me…

Questa strumentazione riflette probabilmente le reali necessità di Heifetz, il quale nei suoi concerti suonava spesso con il solo accompagnamento del pianoforte.

The instrumentation of the piece probably reflects the reality of Heifetz’s concert tours, in which he often performed concertos with piano accompaniment.

Il concerto è suddiviso nei tre tradizionali movimenti. Nelle sue memorie, Castelnuovo-Tedesco lo descrive come un pezzo dai contenuti autobiografici:1

The concerto is divided into the traditional three movements. In his memoirs, written many years later, CastelnuovoTedesco described the concerto as containing autobiographical content:1

Quello che tentavo di esprimere in questa composizione erano le mie esperienze recenti: nel primo tempo (violento e drammatico) lo strappo dal paese natìo, il colpo improvviso che si era abbattuto sulla mia vita; nel secondo un tenero e malinconico “addio ai cipressi”, e in genere alla campagna toscana...; nel terzo, infine, l’arrivo a New York...: la mattina nebbiosa, l’apparizione dei grattacieli, l’improvviso scaturire (alla radio) delle musichette liete e leggere, e infine (in una contemplativa cadenza) la suora orante e solitaria a poppa della nave.

I hoped to express my recent experiences in this composition: in the first movement (violent and dramatic), being torn from one’s native land, the sudden blow that had overthrown my life; in the second, a tender and sad “farewell to the cypresses,” and in general to the Tuscan countryside…; the third, finally, the arrival at New York…: the misty morning, the appearance of the skyscrapers, the sudden burst of cheerful and light music on the radio, and finally, in a contemplative cadenza, the praying nun alone on the poop deck of the ship.

Mario Castelnuovo-Tedesco, Una vita di musica, Edizioni Cadmo, Firenze, 2005, pag. 323.

¹ Mario CASTELNUOVO-TEDESCO, Una vita di musica, Edizioni Cadmo, Firenze, 2005, pag. 323.

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Analogamente, in un’intervista rilasciata nel New York Sun poco tempo dopo aver finito la prima versione del lavoro, dichiarò:

Similarly, he gave a similar account of the concerto in an interview in the New York Sun (30 Sept 1939) shortly after finishing the piece:

In esso [questo concerto] penso di aver colto il dolore che ho sentito nel lasciare la mia vecchia casa, e [d’aver descritto] qualcosa della speranza per la mia vita nella nuova.

In it [this concerto], I think, I have caught the pain I felt at leaving my old home, and something of my hope for a life in the new one.

Esistono tre versioni di questa composizione, tutte conservate nelle collezioni di Castelnuovo-Tedesco e Heifetz presso la Biblioteca del Congresso (Library of Congress) a Washington, D.C. La prima versione fu finita nel settembre 1939 ma, secondo Castelnuovo-Tedesco, Heifetz ritenne che la parte per violino fosse troppo semplice per un virtuoso. Nella seconda versione (probabilmente completata nel 1940), Castelnuovo-Tedesco rese più complessa la parte del violino ma Heifetz fu ugualmente insoddisfatto di questa versione. Castelnuovo-Tedesco compose la terza e definitiva versione, sulla quale questa edizione è fondata, intorno ai primi anni Quaranta, quando però Heifetz aveva perso il suo interesse per l’opera. Malgrado le divergenze sul Concerto n. 3, Heifetz e Castelnuovo-Tedesco rimasero in rapporti amichevoli e continuarono a collaborare.

There are three extant versions of the piece, all preserved in the Castelnuovo-Tedesco and Heifetz collections in the Library of Congress. The first version was finished by September 1939; however, by Castelnuovo-Tedesco’s account, Heifetz found the violin part too simple for a virtuoso concerto. A second version was apparently completed in 1940, in which Castelnuovo-Tedesco made the solo part more elaborate; this version also failed to please Heifetz. Castelnuovo-Tedesco created the final, definitive version, on which this edition is based, after Heifetz lost interest in the work in the early 1940s. This final version combines elements of the first two versions. Regardless of Castelnuovo-Tedesco’s disagreement with Heifetz regarding Concerto n. 3, the two men remained on friendly terms and continued to work together.

Matthew Franke

Matthew Franke

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