La scuola del clarinetto (anteprima)

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Questo volume è corredato di contenuti digitali disponibili con accesso riservato, attraverso CurciCode. Le istruzioni su come accedere sono riportate in terza di copertina.

Si ringraziano: tutti i Maestri che hanno contribuito con i loro preziosi consigli e approfondimenti, in particolare il M° Antonio Fraioli per il supporto e il M° Piero Vincenti per l’incoraggiamento iniziale a questo progetto; la Prof.ssa Nadia Supino e Alessio Cosenza per le foto; il Prof. Vittorio Fiorillo per la rielaborazione dei file audio.

Direzione editoriale: Laura Moro Progetto grafico: Samuele Pellizzari Impaginazione: Paolo Mellini Artwork di copertina: Anna Cristofaro Immagine di copertina: Enzo Ciano Immagini ed esempi grafici di teoria musicale: Nadia Supino, Sergio Brusca​ Crediti fotografici: le fotografie sono tratte dall’archivio dell’autore, a eccezione di: p. 3 – Piero Vincenti, © Francesca Boccabella; p. 17 – Valeria Serangeli, © Riccardo Clerici; p. 25 – Calogero Palermo, © Caterina Matteoli; p. 28 – Paolo Beltramini, © Daniel Vass; p. 47 – Corrado Giuffredi, © Cristiano Bonassera; p. 135 – Claudio Cavallaro, © Riccardo Clerici; tutte per gentile concessione. L’editore, esperite le pratiche per acquisire i diritti di riproduzione delle immagini e dei brani prescelti, è a disposizione degli aventi diritto per eventuali lacune e omissioni.

Proprietà esclusiva per tutti i Paesi: Edizioni Curci S.r.l. – Galleria del Corso, 4 – 20122 Milano © 2021 by Edizioni Curci S.r.l. – Milano Tutti i diritti sono riservati EC 12282 / ISMN: 9790215919037 www.edizionicurci.it Prima stampa in Italia nel 2021 da Press Up S.r.l. – Roma

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prefazione La grande tradizione clarinettistica italiana da sempre è stata protagonista nel mondo internazionale del clarinetto. La storia del nostro strumento ci insegna la grandezza dei grandi Maestri degli ultimi due secoli. Basta ricordare F. Sebastiani, G. Adami, B. Carulli, E. Cavallini, G. Marasco, A. Magnani e molti altri per rendersene conto. L’Accademia Italiana del Clarinetto, da me fondata nel 1999, ha da subito posto tra i suoi obiettivi lo sviluppo e la valorizzazione di questa tradizione troppo spesso trascurata ed invece ammirata ed apprezzata all’estero. Nella mia ormai quarantennale esperienza didattica nei Conservatori italiani ho avvertito da sempre la necessità di un metodo efficace, indirizzato al percorso pre-accademico, che unisse alle basi della nostra tradizione gli aspetti musicali più moderni dell’insegnamento. La scuola del clarinetto di Sergio Brusca va a colmare il vuoto di questi ultimi decenni nella didattica di base del clarinetto in Italia ponendosi come un testo di assoluto riferimento e imprescindibile ovunque si inizi a studiare il nostro meraviglioso strumento: dalle scuole medie ad indirizzo musicale ai licei musicali, dalle bande alle scuole civiche e private. Un lavoro completo costruito in anni di esperienza a stretto contatto con i giovanissimi, competenza maturata ottenendo risultati concreti e sotto gli occhi di tutti. Il metodo propone circa 20 brani di musica d’insieme utilissimi per imparare da subito a suonare con gli altri, utilizzando anche delle basi musicali; tutti gli studi e gli esercizi hanno una tracklist con il clarinetto guida e il metronomo che scandisce la pulsazione regolare. La scuola del clarinetto è un lavoro fatto di profonda passione e amore legati ad una profonda preparazione musicale, che costituisce un immenso patrimonio messo a disposizione dei bambini e dei ragazzi che si avvicinano al clarinetto. Ringrazio Sergio Brusca per il suo prezioso contributo al mondo del clarinetto e invito tutti gli insegnanti di clarinetto ad utilizzare nella propria classe questo metodo; i loro giovani allievi ne avranno grande beneficio. W la grande tradizione clarinettistica italiana! Piero Vincenti Presidente Accademia Italiana del Clarinetto

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introduzione STRUTTURA DEL METODO

• Troverai una TRACCIA AUDIO per ogni esercizio, indicata con questo simbolo

Il metodo è suddiviso in 5 Unità per un totale di 135 studi, esercizi e brani di musica d’insieme, inseriti per difficoltà crescente. Segue un’appendice di approfondimento, per coloro che intendono proseguire gli studi nei licei musicali o nei corsi pre-accademici dei conservatori, che contiene: esercizi per i salti di ottava; 5 studi di difficoltà superiore per l’ampliamento delle conoscenze tecniche ed espressive; le scale e gli arpeggi delle tonalità con 4, 5 e 6 alterazioni costanti.

• Puoi studiare con i consigli didattici e alcuni approfondimenti dei GRANDI MAESTRI • Potrai suonare più facilmente con l’aiuto di indicazioni BREVI E FACILI • Imparerai in fretta la corretta RESPIRAZIONE • Avrai il controllo delle DINAMICHE e dell’INTONAZIONE • Sarai aiutato nella comprensione dei simboli musicali grazie a chiare INDICAZIONI TEORICHE. • Le DITEGGIATURE sono indicate in maniera semplice • Apprenderai facilmente un ottimo METODO DI STUDIO seguendo con attenzione le indicazioni

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• Per divertirti e migliorare la tua abilità strumentale, per alcuni brani sono disponibili anche delle BASI MUSICALI di accompagnamento, indicate con una A:

A

MUSICA D’INSIEME Oltre alla preparazione tecnica, è stato curato anche l’aspetto formativo della musica d’insieme. I brani originali e trascritti, utili anche per le prime esibizioni pubbliche, sono distribuiti nelle diverse Unità secondo il livello tecnico raggiunto.

Gli spartiti scaricabili, disponibili online (vedi p. 2), sono contrassegnati dal simbolo:

• Potrai suonare, con i tuoi amici di studio e con il maestro, i brani di seguito indicati: 3 Duetti e 3 trii facili. 6 Trii e 2 quartetti

• Con l’aiuto delle basi musicali potrai eseguire: 2 brani facili per clarinetto e pianoforte, con base e parte pianistica. 3 brani più complessi, per clarinetto e pianoforte, con base e parte pianistica.

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SCRITTURA MUSICALE Il sistema di scrittura, che consente la comprensione e la trasmissione del linguaggio musicale mediante segni convenzionali, è chiamato notazione.

Il pentagramma o rigo musicale è formato da cinque linee orizzontali, fra le quali risultano quattro spazi. Le linee e gli spazi si contano dal basso in alto.

1o SPAZIO

1a LINEA

Sul pentagramma si segnano gli elementi della scrittura musicale: chiavi, indicazioni del tempo, note, pause ecc.

Le note si segnano sul pentagramma e la loro posizione indica l’altezza dei suoni. Note sulle linee

&w

MI

w

w

w

w

SOL

SI

RE

FA

Note negli spazi

&w FA

w

w

w

LA

DO

MI

Le chiavi musicali sono dei segni che si mettono all’inizio del pentagramma e servono ad indicare la posizione delle note, che da esse prendono il nome.

Chiave di violino o di sol

&

La chiave più usata è quella di SOL o di Violino. Essa determina la posizione del Sol 2a linea.

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Le durate dei suoni e dei silenzi sono indicate dai valori musicali: figure e pause

NOME DELLE FIGURE SEMICROMA

w

VALORE 4/4

˙

MINIMA

PAUSA

Ó

2/4

SEMIMINIMA

œ

1/4

Œ

CROMA

œ J

1/8

1/16

FIGURA

œ R

SEMICROMA

TEMPO

4 &4

La battuta o misura è lo spazio compreso fra due linee verticali che dividono il rigo, chiamate stanghette.

La stanghetta può essere; semplice (divide il pentagramma in battute), doppia (in caso di variazioni importanti) finale o di chiusura (a conclusione del brano)

&

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PRIMA BATTUTA

∑ Stanghetta SEMPLICE

STANGHETTA

SECONDA BATTUTA

∑ Stanghetta DOPPIA

Stanghetta FINALE

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Ogni battuta deve contenere il numero di movimenti (o accenti) indicati dal tempo, la frazione posta dopo la chiave. Tempi semplici: ogni movimento ha un valore divisibile per due (suddivisione binaria) Nei tempi semplici: il numeratore indica il numero dei movimenti contenuti in una battuta il denominatore indica il valore di ogni movimento.

4 4

4

=

2 2

=

3 8

Q

Indica il numero delle pulsazioni per ogni battuta

2 H

Indica il numero delle pulsazioni per ogni battuta

E

Indica il numero delle pulsazioni per ogni battuta

Ogni pulsazione vale 1/2 = una Minima

3

=

q

Ogni pulsazione vale 1/4 = una Semiminima

Ogni pulsazione vale 1/8 = una Croma

h

e

Il ritmo è il movimento ordinato dei suoni. Esso si basa sugli accenti che si distinguono in forti e deboli. Dalle differenti successioni di accenti forti e deboli derivano due moduli ritmici fondamentali: il binario e il ternario. La marcia dei soldati è scandita da un ritmo binario o ritmo pari: Un - Due, Un - Due, ecc. L’accento forte cade sempre sul primo movimento.

2 >œ &4

œ

> 3 &4 œ 4 >œ &4

œ œ

binario: f - d

œ >

œ

>

accento forte

>

accento mezzo forte

TERNario: f - d - d

œ

QUATERNario: f - d - mf - d

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I tempi con accenti ritmici forti sono detti battere, quelli con accenti deboli sono detti levare. Il battere di una misura corrisponde sempre all’inizio della stessa, mentre il levare si trova nella misura precedente. Ogni movimento si suddivide, a sua volta, in battere e levare

3 &4 Ó

1

2

j . œ œœ œœ

˙

3

œœ

levare misura 4

4

œ œ œ

5

6

œ œ œœ œ œ œœ

battere misura 4

I tagli addizionali sono righi aggiuntivi e si utilizzano quando il pentagramma non è sufficiente a contenere i suoni.

w

w

taglio in testa

taglio in gola

&

Quando il taglio attraversa la nota si dice taglio in testa, quando non l’attraversa si dice taglio in gola

w w w w w w w w w w w & w w w w w w w w w w w Ecco sul pentagramma l’estensione del clarinetto che utilizzerai in questo metodo

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BREVE STORIA DEL CLARINETTO A P P R O FO N D I M E N TO A Il clarinetto è nato agli inizi del 1700 per opera di un bravo artigiano di Norimberga, J. C. Denner. Le sue origini provengono da uno struC U R A D E L M a e st r o mento denominato Chalumeau. Le sembianze dello chalumeau erano LUIGI MAGISTRELLI quelle di uno strumento vagamente collegate al flauto dolce, con due chiavi, un bocchino e un’ancia semplice che appoggiava sul labbro superiore. A differenza del clarinetto barocco, sempre con due chiavi, lo chalumeau aveva la chiave del portavoce parallela a quella del La, che comportava una estensione alquanto limitata (non più di un’ottava e mezzo). Il repertorio per chalumeau si sviluppò in tre distinte aree geografiche europee: in Germania con J. C. Graupner, in Italia con A. Vivaldi e a Vienna attraverso diversi compositori italiani che agirono in quella citta’: G. Bonno, G. Bononcini, A. Caldara e Camilla De Rossi. All’inizio del 1700 lo chalumeau ebbe il suo sviluppo naturale nel neonato clarinetto a due chiavi di C. Denner, che dopo qualche decennio divenne a tre chiavi attraverso l’apporto di Jacob Denner, uno dei due figli dell’artigiano di Norimberga. Il passo successivo avvenne nella seconda metà del XVIII secolo quando il clarinetto acquisì altre due chiavi. Il clarinetto classico ebbe così cinque e poi sei chiavi nel 1791 attraverso X. Lefèvre. Sia lo chalumeau che il clarinetto classico e romantico furono costruiti fino alla fine del 1800 in legno di bosso, materiale che dava una maggiore leggerezza e delicatezza nella sonorità e nel timbro.

Nel periodo classico W. A. Mozart fu colui che valorizzò appieno le qualità timbriche del clarinetto attraverso le sue ultime sinfonie, opere e diverse importanti composizioni cameristiche (Trio con la viola K 498, Quintetto con pianoforte e fiati K 452, Quintetto per clarinetto e archi K 581) e il celeberrimo Concerto in La maggiore K 622, considerato uno dei grandi capolavori della storia della musica nell’ambito della musica per strumento solista. Tutte queste composizioni vennero dedicate al clarinettista della corte di Vienna Anton Stadler. Prima di Mozart il repertorio clarinettistico ebbe dai primi decenni del 1700 in poi composizioni di Rathgeber, Pokorny, Molter, Stamitz padre e figlio e molti concerti del periodo classico di compositori minori. I. Mueller, intraprendente concertista di origine russa, nel 1812 concepì un clarinetto a 13 chiavi che poteva suonare in tutte le tonalità, facilitando dal punto di vista tecnico tutte le situazioni delicate e sempre più difficili che si presentavano. Questo fu il tipo di clarinetto che gettò, a partire dal 1838 le basi al sistema Boehm, tuttora in uso nella gran parte del mondo, attraverso la collaborazione del clarinettista francese H. E. Klosè e il costruttore parigino A. Buffet. Dal sistema Mueller si sviluppò di pari passo anche il sistema Baermann con 18 chiavi, collegabile ai capolavori di Brahms per clarinetto (Trio op 114, Quintetto op 115 e due Sonate op 120 scritte per Richard Muelfeld a partire dal 1891). Il sistema Baermann fu ulteriormente migliorato per diventare sistema O. Oehler o sistema tedesco con 23 chiavi, tuttora in uso solo in Germania, Austria e in pochissimi altri paesi del mondo. Dal primo decennio del 1800 il clarinetto acquisì composizioni importanti per opera di C. M. von Weber, attraverso la sua amicizia con il grande concertista Heinrich Baermann (padre di Carl, didatta, clarinettista e costruttore del sistema omonimo). Lo stesso fece Luis Spohr scrivendo pezzi di grande difficoltà per il virtuoso Simone Hermstedt. Nel XIX sec. il milanese Ernesto Cavallini, autore di 70 composizioni, fu il clarinettista più acclamato sia in Italia che in Europa. A Napoli F. Sebastiani e G. Labanchi appoggiarono le caratteristiche peculiari della scuola napoletana. D. Liverani a Bologna introdusse il sistema Boehm in Italia e verso fine Ottocento e i primi decenni del Novecento A. Magnani e G. Marasco produssero metodi e vari studi di grande spessore didattico. Nel Novecento il clarinetto ricevette importanti concerti solistici e composizioni da parte di I. Stravinsky, D. Milhaud, P. Hindemith, A. Copland, C. Nielsen, J. Francaix. Nell’epoca contemporanea tutti i più grandi compositori hanno dedicato pagine per il clarinetto: Stockhausen, Boulez, Berio e moltissimi altri ancora. © 2021 by EDIZIONI CURCI S.r.l. – Tutti i diritti sono riservati

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PRESENTAZIONE DEL CLARINETTO Il clarinetto si compone di cinque parti: • BOCCHINO (O BECCO) • BARILOTTO • PEZZO SUPERIORE • PEZZO INFERIORE • CAMPANA

BOCCHINO

BARILOTTO

PEZZO SUPERIORE

Vista posteriore

ANCIA

PORTAVOCE Viene utilizzato per ottenere i suoni più acuti

PEZZO INFERIORE

CAMPANA

Supporto per il pollice della mano destra

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• La campana è la parte inferiore del clarinetto, a forma di tronco di cono. • Il fusto inferiore è uno dei due pezzi con le chiavi ed è la parte più grande del clarinetto. Il pezzo inferiore ha un giunto di sughero e un anello di metallo intorno al giunto superiore, che segna il punto centrale dello strumento. • Il fusto superiore ha due giunti di sughero ed è leggermente più piccolo del fusto inferiore. Puoi verificare che i due fusti sono stati montati correttamente, verificando che gli anelli della parte superiore e inferiore siano allineati. • Il barilotto è la sezione che collega il fusto al bocchino. Su questo pezzo non vi sono chiavi, e spesso reca inciso il nome del fabbricante dello strumento. • Il bocchino o becco consiste nel pezzo che contiene l’ancia e la relativa fascetta o legatura. Il bocchino ha una sorta di custodia usata per proteggerlo quando si trova nell’astuccio del clarinetto.

COME MONTARE E PRENDERE IL CLARINETTO

Verifica che tutti i componenti del clarinetto all’interno della custodia siano in buone condizioni, puliti e pronti all’uso.

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Inizia dalla campana ad assemblare lo strumento. Prima di tutto, bisogna unire la campana al pezzo inferiore. Tieni saldamente in mano il fusto inferiore e spingi delicatamente la campana all’interno della sua estremità inferiore.

Se non riesci a montare i vari pezzi, cospargi del grasso sul sughero, ciò renderà più facile montare e smontare il clarinetto. Il grasso è reperibile sotto forma di tubetto (tipo burrocacao). Collega il giunto superiore a quello inferiore usando un movimento delicato con piccole oscillazioni laterali, prestando attenzione alle chiavi ponte. Al termine di questa operazione le chiavi del ponte dovranno essere perfettamente allineate. Tieni il giunto inferiore con la mano destra evitando di fare forza sulle chiavi. Sostieni la parte superiore con la mano sinistra nella parte alta vicino al giunto; ciò è necessario per montare correttamente i due pezzi.

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CHIAVE PONTE

Monta ora il barilotto in cima allo strumento. La parte inferiore, che va unita al giunto superiore, è leggermente più grande della parte superiore, che va unita al bocchino.

Prendi il bocchino e uniscilo al barilotto, spingi girandolo con delicatezza fino a quando sarà entrato completamente.

Spingi questo piccolo pezzo nel fusto del clarinetto, girandolo delicatamente, e assicurati che scorra fino in fondo e rimanga fermo.

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La punta è la parte superiore dell’ancia

Lo zoccolo è la parte inferiore dell’ancia

Ora posiziona l’ancia sopra alla parte piatta (piano) del bocchino.

Allinea verticalmente la punta dell’ancia con la punta del bocchino, tieni insieme l’ancia col dito e muovila poco a poco finché non hai trovato la giusta posizione.

Tieni ferma l’ancia con la fascetta (o legatura) al bocchino, facendo attenzione a non scheggiare l’ancia. Quindi devi sistemare la fascetta evitando di premere con le dita la punta dell’ancia. Stringi la fascetta sul bocchino all’altezza dello zoccolo dell’ancia.

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primi suggerimenti tecnici e didattici Per il primo approccio all’emissione è sufficiente utilizzare il bocchino e il barilotto, poiché l’impatto con lo strumento intero montato potrebbe crearti qualche difficoltà. Prima di emettere le prime vibrazioni, bisogna posizionare bene le labbra: il labbro inferiore deve coprire solo i denti, senza entrare troppo all’interno della bocca, mentre gli incisivi devono restare fermi sul bocchino.

L’angolo fra il mento e l’ancia deve essere di circa 45 gradi.

Dopo aver posizionato il bocchino fra le labbra, inspira dai lati della bocca, soffia e cerca la prima vibrazione dell’ancia. Quando riuscirai a produrre regolarmente un suono, potrai gradualmente passare all’alternanza fra suono e pausa (una battuta di suono e una di pausa). Solo quando sarai in grado di dosare correttamente la quantità di aria sufficiente per mettere in vibrazione l’ancia, potrai utilizzare l’attacco con la lingua. Ricorda che per iniziare un suono in modo puntuale e preciso è indispensabile utilizzare l’attacco con la lingua. È normale che all’inizio la muscolatura del labbro possa cedere dopo alcuni minuti di esercizio.

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Osserva la posizione dei pollici: quello della mano sinistra chiude il foro posteriore con la parte centrale del polpastrello; quello della mano destra, leggermente inclinato verso l’alto, sarà utilizzato per sostenere lo strumento.

I polpastrelli dovranno chiudere tutti i fori. L’inclinazione dei mignoli sarà diversa in base alla chiave da utilizzare.

Siediti nella parte anteriore della sedia, poggiando bene a terra la pianta del piede. Mantieni dritto il busto, evitando di inclinarlo. Fai attenzione a poggiare le dita sui fori o sugli anelli del clarinetto. Se l’ossicino fra falange e falangina si piega verso l’alto è evidente che si sta facendo troppa pressione sulla falangetta. Il polso non dovrà creare angoli con l’avambraccio.

A conclusione dell’esercizio quotidiano dovrai effettuare la pulizia e la corretta manutenzione dello strumento. Utilizza il fazzoletto per asciugare la parte interna e con un secondo fazzoletto dovrai pulire tutte le chiavi. In caso di condensa bisogna asciugare i cuscinetti con delle cartine.

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IMPOSTAZIONE ED EMISSIONE Una corretta impostazione è alla base di una corretta emissione e di conseguenza della produzione di un suono bello e pulito, che deve essere sempre il principale obiettivo di un clarinettista.

I CO N S I G L I D E L M a e st r o VALERIA SERANGELI

Il labbro inferiore deve coprire l’arcata dentale inferiore come se fosse un cuscinetto, perché deve ammortizzare la pressione esercitata dai denti sull’ancia per far sì che l’ancia abbia la possibilità di vibrare liberamente. Il morso non deve assolutamente essere stretto al punto di bloccare l’elasticità dell’ancia e quindi le vibrazioni. Il mento deve essere ben stirato verso il basso. Immaginiamo che il nostro labbro inferiore sia diviso a metà per il senso della lunghezza e che questa linea mediana immaginaria vada a coincidere con la linea dei denti. Una volta bloccata saldamente la posizione del bocchino tra i denti inferiori, ricoperti dal labbro, e quelli superiori, appoggiati sulla parte superiore del bocchino, iniziamo a soffiare aria nello strumento, immaginando di doverla proiettare molto oltre la campana del clarinetto. Questo ci aiuterà a non fossilizzare troppo l’attenzione sul bocchino ma sulla colonna d’aria vibrante all’interno del clarinetto stesso; la proiezione oltre la campana ci aiuterà a dare una direzione e al tempo stesso un sostegno alla colonna d’aria. Dovremo fare molta attenzione a non gonfiare le guance, ma a tenerle ben schiacciate vicino ai denti e ben chiuse intorno al bocchino, per non far uscire aria dai lati della bocca. L’aria inspirata prima di emettere la nota dovrà essere convogliata il più possibile nel basso ventre e non all’altezza del petto, in modo che il suono nasca dal diaframma e non solo dai polmoni; così facendo, l’emissione dell’aria durerà più a lungo e quindi il nostro fraseggio avrà maggiore durata e sarà più controllato. Dopo aver provato qualche attacco solo con l’aria, inizieremo a coinvolgere la lingua per articolare i suoni, come se dovessimo pronunciare la lettera “t”. La lingua deve essere subito appoggiata sull’ancia e rilasciata nel momento in cui l’aria viene liberata. L’aria si inspira sempre dai lati della bocca, mai dal naso. Dopo aver inspirato, possiamo pensare di trattenere un pochino l’aria prima di lasciarla andare, in modo da avere sempre un attacco pronto. L’importante è che il controllo dell’emissione venga dal diaframma, contraendo leggermente i muscoli addominali. Facciamo sempre bene attenzione che la posizione del labbro e dei denti sul bocchino abbia una tensione davvero minima e che, soprattutto inizialmente, la bocca sia prevalentemente rilassata a livello muscolare.

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RESPIRAZIONE DIAFRAMMATICA Una respirazione tranquilla e corretta si effettua principalmente con il diaframma, che è il muscolo respiratorio più importante e si trova tra la parte superiore dell’addome e il torace.

I CO N S I G L I D E L M a e st r o ROCCO PARISI

Si parla di respirazione diaframmatico-addominale quando questa si basa sulla tensione dei muscoli addominali, evitando la tensione e l’irrigidimento delle spalle, del petto e della gola, in modo che l’aria vada a gonfiare direttamente l’addome. Come facciamo a sapere se la nostra respirazione è corretta? Un paio di semplici esercizi consentono di verificare la giusta realizzazione della tecnica di respirazione diaframmatica. Sdraiati sul letto a pancia in su, respira col naso e metti una mano sulla parte superiore dell’addome e una sulla parte inferiore del torace: la mano sull’addome si dovrà muovere molto perché è in corrispondenza del diaframma, mentre poco o niente si muoverà la mano sul torace (Figura 1). Oppure, siediti su una sedia, con le spalle appoggiate sullo schienale, o in piedi, con le spalle appoggiate al muro: in queste posizioni, se la respirazione è corretta, si muoverà solo l’addome. (Figura 2). Questo è segno di una respirazione corretta. Una volta imparato come si muove il diaframma, sarà semplice eseguire questo tipo di respirazione. La respirazione diaframmatica, inoltre, agisce sul cervello inibendo lo stress; un motivo in più per utilizzarla correttamente.

Figura 2

Figura 1

FASE DI INSPIRAZIONE Inspira lentamente dal naso e spingi l’aria verso la pancia. Il diaframma si contrae e l’addome si alzerà gradualmente. Prima della fase di espirazione trattieni l’aria per qualche secondo (breve fase di apnea)

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FASE DI ESPIRAZIONE Espira lentamente e lascia svuotare il diaframma La nuova fase di inspirazione sarà preceduta da un’altra breve apnea.

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Adesso suona la nota RE sotto il pentagramma, posizionando l’indice e il dito medio della mano sinistra ∑ ∑ Ó Ó e1il pollice & 44 sul foro posteriore.

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∑ ∑ Ó Ó &c w w ˙ ˙ œ œ œ œ w 4 ∑ ∑ Ó Ó 1 & 4 w w ˙ ˙ œ œ œ œ w Inizia a suonare alternando i suoni MI e RE. 4 Ó Ó ˙ Ó Ó œ œ Œ œ œ Ó 3 & 4 ˙ œ œ ˙ ˙ ˙ œ œ œ œ œ Ti consiglio di utilizzare le basi musicali sempre dopo aver effettuato la lettura ritmica e melodica di ogni esercizio. ∑ ∑ Ó Ó 2 & c 4 w w ˙ ˙ œ œ œ œ w ∑ ∑ Ó Ó 1 & 4 w w ˙ ˙ œ œ œ œ w ∑ ∑ Ó Ó 4 & c w w ˙ ˙ œ œ œ œ w 4 ∑Ó ∑Ó Ó Ó Œ 1 & 4 Ó Ó w ˙ ˙ œ œ œ œ œœ œœ ˙w Ó 3 & 4 w ˙ ˙ œ œ œ œ 3 ˙ ˙ œ œ œ c ∑ ∑ Ó Ó , A 2 & w w ˙ ˙ œ œ œ œ w 4 Ó Ó ˙ œ 5 & 4 ˙ ˙ ˙ œ ˙ ˙ œ œ w ˙ ˙ ˙ ˙ Posiziona l’indice, il medio, l’anulare della mano sinistra e il pollice sul foro posteriore per suonare la c sotto il pentagramma. ∑ ∑ Ó Ó 24 & nota DO w w ˙ ˙ œ œœ œœ œœ ww w w ˙ ˙ œ 4 Ó Ó Ó Œ Ó Ó , , 3 & 4 ˙ ˙ œ œ œ œ œ œ ˙ ˙ ˙ œ œ œ œ œ Ó 6 & c œ œ œ œ œ œ ˙ œ œ œ œ ˙ œ œ œ œ œ œ ˙ œ œ œ œ œ œ ˙ , 4 Ó Ó Ó Œ Ó Ó ˙ Ó œ œ˙ œ œ œ œ œ ˙ œ œ œ œ ˙ Ó 35 & 4 ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ œ ˙Ó ˙ œ œ w ˙ ˙ ˙ ˙ ∑ ∑ Ó 4 & c 4 w ˙ ˙ Ó œ œ œ œ w Ó 4w ∑ ∑ A 7 & 4 w w ˙ ˙ ˙ œ œ œ œ ˙ , , ∑ ∑ Ó Ó 46 & c & c4 wœ œ œ œ œ œ ˙ w œ œ œ œ ˙ Ó ˙ œ œ œ œ˙ œ œ ˙ œ , œ œ œ œœ œœ œw œ ˙ 5 & 4 ˙ Ó ˙ ˙ ˙ Ó ˙ œ œ ˙ ˙ ˙ œ œ w 5 ˙ ˙ ∑ ∑ A 8 & c w w ˙ ˙ ˙ Ó œ ,œ œ œ ˙ Ó 4 Ó , Ó 5 & 4 7 & 4 ˙ ˙ ˙∑ ˙ ∑˙ ˙ ˙˙ œ ˙ œ ˙Ó ˙ œ , œ ˙ œ œœ œ ˙ w Ó w w ˙ Ó 6 & c , , œ œ œ ˙ ˙ œ œ œ œ œ, œ ˙ œ œ œ œ , œ œ ˙ 6 œ œ œ œ œ œ œ 4 A 9 & 4 w w w w, w , w w w w Ó 6 & c ∑œ la˙ nota ∑ nel œ œ ˙ œÓ œ ˙ œ œ œœ œ œ œ ˙œ œ Ó˙ Ora sei cpronto per suonare FA, situata primo 8 & w w ˙ œspazio ˙ œ œ del ˙œ pentagramma. œ œ œ œ œ œ œ 4 ∑, foro˙posteriore. 7 & 4 solo Posiziona w il pollice ∑della w sinistra sul ˙ ,˙ Ó œ œ ,œ œ ˙ Ó , mano Ó 10 & c ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ,˙ ˙ ˙ ˙ ˙ , ˙ , 4 ∑ ∑ Ó, Ó 7 & 4 w w ˙ ˙ ˙ œ œ œ œ ˙ 79 & 4 w w w w w w ∑ w ∑ 8 & c w w ˙ ˙ ˙ Ó œ œ wœ œ ˙ w Ó 2 A

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Nel prossimo esercizio utilizzerai per la prima volta le pause di semiminime. Ricordati che il silenzio, indicato con la pausa musicale, ha il valore di un quarto.

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INTONAZIONE Per gran parte degli strumentisti il sistema usato è quello della scala naturale, dove l’intonazione di ogni singola nota è basata sulla stretta relazione tonale; ciò significa che un Si naturale avrà un’intonazione leggermente differente se viene considerato 3° grado della scala di Sol oppure 7° grado della scala di Do. Il temperamento equabile, cioè la suddivisione del tono in due parti equidistanti, è appropriato in uno strumento, come ad esempio il pianoforte, che per esigenze tecniche dovrà usufruire di un’accordatura “equabile”. Ne consegue che anche gli archi e i fiati dovranno adeguarsi a tale accordatura nel caso debbano suonare con un pianoforte. Nel giugno del 1970 a Toledo un gruppo di lavoro, incaricato dal Consiglio di Europa, giunse definitivamente alla risoluzione della questione centenaria dell’intonazione del La3, che fu fissata a livello internazionale a 440 Hz (oscillazioni al secondo). È noto che il clima influisce sull’accordatura. La temperatura e il grado di umidità dell’ambiente che ci circonda hanno una rilevanza notevole sull’altezza dei suoni, pertanto è consigliabile “riscaldare” per alcuni minuti il proprio strumento prima di intonarlo.

I CO N S I G L I D E L M a e st r o SAURO BERTI

Fino a qualche decennio fa per l’intonazione veniva utilizzato il diapason. Oggi si trovano in commercio, ma anche scaricabili dal web, accordatori di facile utilizzo, che ci aiutano a raggiungere un’accordatura di buona qualità. L’importante è imparare ad utilizzarlo con un auricolare per ascoltarne con attenzione il suono prodotto e riprodurre contemporaneamente con lo strumento lo stesso suono con estrema precisione, eliminando i battimenti che probabilmente si creeranno. I battimenti sono suoni fastidiosi all’orecchio (tipo un ronzio), che si creano naturalmente quando l’altezza di due suoni non è identica. Dopo aver preso familiarità con l’unisono si potrà procedere con l’ottava alta e la quinta, per poi affrontare con calma la terza maggiore e con estrema pazienza la terza minore. Nel clarinetto, ma anche in altri strumenti, i transitori di attacco sono sempre crescenti, quindi è preferibile far precedere il suono da intonare da almeno un’altra nota. Generalmente il primo suono che dovrà essere intonato è il La3. Quando la prevalenza degli esecutori è costituita da strumenti a fiato si può intonare anche con il Si b. In alcuni casi, quando non si hanno a disposizione strumenti professionali, è buona abitudine intonare suoni di altezze diverse. Nel clarinetto spesso i suoni più aperti dello chalumeau sono crescenti e trovare un compromesso è indispensabile. Una regola, che vale per tutti gli strumenti a fiato, è quella di allungare lo strumento se il suono è crescente; nel clarinetto verrà estratto il barilotto di qualche decimo di millimetro. L’autocorrezione è l’esercizio utile per cercare la giusta intonazione con un altro strumentista quando vengono a crearsi i battimenti.

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GLI ORGANICI: DALLA MUSICA DA CAMERA ALLE GRANDI FORMAZIONI La musica d’insieme è attività fondamentale per la crescita dello studente, sia per l’evoluzione tecnica ed interpretativa, sia per la conoscenza del repertorio. I clarinetti, già da soli, sono in grado di dar vita ad ensemble dalle notevoli risorse espressive. Possiamo mettere insieme quanti clarinetti vogliamo per apprezzare una vasta gamma di sonorità e composizioni. Si possono adoperare clarinetti uguali o, volendo assaporare le varietà timbriche della famiglia strumentale, differenti: il risultato sarà sempre magico! Abbiamo a disposizione un gran numero di duetti e trii di clarinetti, ma la formazione che ha ispirato molti compositori, specie a partire dal XX secolo, è il quartetto.

A P P R O FO N D I M E N TO A C U R A D E L M a e st r o ANTONIO FRAIOLI

Il quartetto di clarinetti può essere costituito da: 4 clarinetti soprani in si bemolle 3 clarinetti soprani in si bemolle e clarinetto basso clarinetto piccolo in mi bemolle, 2 clarinetti soprani in si bemolle e clarinetto basso e da altre combinazioni di strumenti… non ci sono limiti alla fantasia! Un altro ensemble di clarinetti, che è stato sempre più valorizzato negli ultimi decenni, è il clarinet-choir, gruppo nel quale tutti gli strumenti della famiglia, dai piccoli ai contrabbassi, possono essere inclusi. Si tratta di una vera e propria orchestra di clarinetti! Ma il clarinetto, grazie alle sue capacità di interagire in modo efficace con gli altri strumenti, è anche elemento fondamentale di numerosissime formazioni miste per le quali hanno scritto grandi compositori. Tra queste si segnalano: Ottetto di fiati (2 oboi, 2 clarinetti, 2 corni e 2 fagotti) Quintetto di fiati (flauto, oboe, clarinetto, corno e fagotto) Clarinetto e quartetto d’archi (clarinetto, 2 violini, viola e violoncello)

Sei pronto per iniziare a suonare per la prima volta con i tuoi compagni. I successivi duetti e il trio sintetizzano le conoscenze che hai acquisito e faciliteranno il tuo primo approccio con la musica d’insieme. Prima di iniziare devi fare attenzione a: • L’intonazione dello strumento • La conoscenza approfondita della propria parte • La chiarezza di ogni attacco • Il respiro o il movimento del clarinetto, che precede l’attacco iniziale, dovrà avere la durata della singola pulsazione. Nella musica d’insieme gli errori più frequenti, a cui prestare maggiore attenzione, sono: • Il rispetto delle durate • Il suono del singolo che non dovrà sovrastare quello degli altri, soprattutto quando una parte prevede note lunghe e l’altra procede con figure di durata più breve, come è chiaramente visibile nel primo duetto.

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L’accento iniziale del primo clarinetto nel Duetto n. 1 è definito acefalo, perché il frammento tematico comincia con una pausa in battere.

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Questo metodo ha numerosi allegati per la musica d’insieme, che potrai scaricare gratuitamente online. Gli allegati disponibili sono indicati con questo simbolo:

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i grandi solisti del passato Sapevi che due tra i brani più importanti del repertorio cameristico per clarinetto sono stati scritti in cambio di dolci? È proprio così! È successo nel 1832, quando il compositore Felix Mendelssohn-Bartholdy ospitò a casa sua, a Berlino, il clarinettista Heinrich Baermann e suo figlio Carl, che suonava un altro strumento della famiglia dei clarinetti: il corno di bassetto. I due, facendo leva sulla golosità di Mendelssohn, gli promisero che avrebbero preparato per lui dei prelibati dolci bavaresi in cambio di un pezzo per clarinetto, corno di bassetto e pianoforte da suonare insieme. Il compositore non solo accettò la proposta, ma ne compose ben due – sperando forse che la quantità di dolci sarebbe stata maggiore – oggi noti come Pezzi da concerto op. 113 e 114.

A P P R O FO N D I M E N TO A C U R A D E L M a e st r o CLAUDIO CAVALLARO

Molti dei brani più importanti del nostro repertorio li dobbiamo all’amicizia che legò alcuni dei più grandi compositori con altrettanto importanti clarinettisti. È il caso di Mozart e di Anton Stadler, virtuoso del corno di bassetto e del clarinetto, che lui stesso aveva contribuito a sviluppare, introducendo alcune chiavi per raggiungere suoni più gravi, dando così vita ad uno strumento ormai praticamente in disuso che si chiama clarinetto di bassetto. Mozart e Stadler erano accomunati dalla passione per il gioco del biliardo, tanto che uno dei brani mozartiani con la presenza del clarinetto, il cosiddetto Trio dei birilli K 498 (1786) per clarinetto, viola e pianoforte, nacque proprio durante una partita a biliardo, e dall’appartenenza alla Massoneria. Il compositore scrisse molta musica per le cerimonie che si svolgevano all'interno della Loggia a cui entrambi appartenevano, prevedendo molto spesso l’utilizzo del corno di bassetto, probabilmente suonato dallo stesso Stadler. Per lui e per il fratello Johann, anch’egli clarinettista, aggiunse i clarinetti in una seconda versione della celebre Sinfonia n. 40 in Sol minore, ma i brani che hanno consegnato alla storia il connubio tra il compositore e il clarinettista sono il Quintetto K 581 per clarinetto e archi (1789) e il Concerto K 622 per clarinetto e orchestra (1791), ultimo e insuperabile capolavoro strumentale realizzato dal genio di Salisburgo. Il già citato Heinrich Baermann ispirò anche il primo lavoro per clarinetto di Carl Maria von Weber: il Concertino op. 26 (1811). Baermann suonava nell’orchestra di corte di Monaco di Baviera, per la quale Weber fu invitato a scrivere alcuni brani. Sentendolo suonare, il compositore si innamorò della voce del clarinetto e gli chiese una consulenza “tecnica” per la composizione del Concertino, che poi gli dedicò. Da quel momento Weber tenne in grande considerazione sia il clarinetto che quell’interprete, che divenne un suo grande amico, per il quale scrisse i due famosissimi Concerti op. 73 e 74 (1811), il Quintetto op. 34 (1811-15) e il Gran Duo Concertante op. 48 (1815-16). Altra storia interessante è quella che unisce Johannes Brahms e il clarinettista Richard Mühlfeld. L’anziano compositore, dopo i grandi successi che avevano costellato la sua carriera, aveva dichiarato che il suo Quartetto per archi op. 111 del 1890 sarebbe stata la sua ultima composizione. Cambiò idea quando, per caso, sentì Mühlfeld suonare. Estasiato dal suono caldo e pieno di passione del clarinettista, Brahms strinse con lui un’intima amicizia e collaborazione.

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Possiamo dire che quell’incontro casuale sia stato una benedizione per tutti quanti, sia perché Brahms non smise di comporre, sia perché ha regalato al clarinetto alcune tra le pagine più belle della sua letteratura: il Trio per clarinetto, violoncello e pianoforte op. 114 (1891), il Quintetto per clarinetto e archi op. 115 (1891) e le due meravigliose Sonate op. 120 per clarinetto e pianoforte (1894). Facendo un salto nel Novecento ti sembrerà curioso sapere che alcuni capolavori del repertorio classico per clarinetto siano nati grazie a colui che viene considerato il più grande clarinettista jazz di tutti i tempi: Benny Goodman. Il musicista di Chicago, noto anche per avere un ego smisurato, all’apice della sua carriera volle dimostrare di non essere solo il più grande clarinettista jazz, ma di essere il più grande clarinettista punto e basta. In effetti diede prova delle sue doti non soltanto suonando e incidendo il Quintetto e il Concerto di Mozart, ma commissionando nuova musica per il suo strumento ad alcuni importanti compositori: i Contrasti per violino, clarinetto e pianoforte di Béla Bartók (1938), il Concerto di Aaron Copland (1947-49) e la Sonata per clarinetto e pianoforte di Francis Poulenc (1962). È incredibile ancora oggi pensare che molti dei capolavori per il nostro amato strumento siano nati per gola, per gioco, per amicizia, per caso o… per merito di un jazzista che voleva suonare la musica classica!

Tutte le misure, che non rientrano nella classificazione di misure semplici o composte, vengono definite IRREGOLARI e hanno come numeratore il 5-7-10-11-13 etc… Le misure irregolari risultano formate dall’unione di movimenti con suddivisione binaria e ternaria. Il compositore, nei brani strutturati con le misure irregolari, utilizza una scansione metrica ben definita, che presenterà dei movimenti zoppi, cioè di durata inferiore. Nell’esempio ti vengono rappresentati i tempi irregolari più utilizzati.

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Nel prossimo brano per quattro clarinetti, intitolato “Batti il 5”, la scansione metrica delle suddivisioni ternarie e binarie della misura 5/8 non viene proposta con la stessa accentuazione. È abbastanza semplice individuare le diverse pulsazioni osservando la scrittura delle crome, le quali a volte vengono raggruppate in 3 + 2 o diversamente in 2 + 3.

Sergio Brusca Batti il 5

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Il Finale è il quarto movimento del Trio op. 87, per due oboi e corno inglese, di Ludwig Van Beethoven.

Ludwig Van Beethoven Finale dal Trio op. 87

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IL CLARINETTO NELLA BANDA MUSICALE Ringrazio Sergio per avermi invitato a scrivere, all’interno del Suo lavoro, due parole sull’impiego e presenza del Clarinetto nella Banda Musicale: lo ringrazio per questo invito e mi metto all’opera. Si diceva un tempo il clarinetto in banda è come il violino in orchestra.

A P P R O FO N D I M E N TO A C U R A D E L M a e st r o FULVIO CREUX

Frase vecchia, superata? Direi assolutamente di no, che non è superata, ma è pienamente veritiera. Semplicemente va completata con questa: il violino in orchestra è come il clarinetto in banda. Dico questo per due motivi: il primo è che non si deve intendere il paragone come un rapporto di superiorità/inferiorità tra i due complessi; il secondo vuole evidenziare che non si tratta di una questione di imitazione (intendendo, come tradizionalmente si intendeva, che i clarinetti “imitano” i violini). L’affermazione giusta è dunque la seguente: il Clarinetto, in Banda, ha una funzione simile a quella che ha il Violino in Orchestra.

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In una partitura sinfonica classica, la gran parte del contenuto musicale è affidato alla sezione degli Archi, sezione nella quale primeggiano i violini. Ora, i principi che regolano la costruzione di un brano musicale sono, generalmente, gli stessi in qualsiasi formazione: ne consegue che i Clarinetti, la cui estensione ed agilità prevalente è simile a quella dei Violini, agiranno, come si diceva, con “funzioni simili”. Abbiamo sinora parlato di Clarinetti, dando quasi per scontato che i lettori intendessero i “soprani” in Sib: considerato che in una banda non figurano solo questi, ma l’intera famiglia, è ovvio che il parallelo funzionale Clarinetto/Violino Violino/Clarinetto va esteso anche agli altri membri della stessa (quindi Clarinetto/Viola/Violoncello/Contrabbasso). La differenza tra gli uni e gli altri è da riscontrarsi soprattutto nelle proporzioni: se i Clarinetti soprani sono una vera e propria sezione, i Piccoli, i Contralti e i Bassi sono affidati in generale a un solo esecutore, per cui – ai fini di ottenere uno spontaneo equilibrio sonoro – necessitano, più dei Soprani, del raddoppio di altri strumenti (Saxofoni Baritoni per esempio). Una cosa bisogna dire, forse non nota a tutti: nei moderni organici orchestrali di Fiati (Banda/Orchestra di Fiati – Fanfara – Brass Band) i clarinetti sono presenti solamente nell’organico bandistico, dove – facendo riferimento alla partitura – sono così distribuiti:

Clarinetto

Bande Italiane Ministeriali

Sopracuto in Lab

*

Piccolo in Mib

*

Soprano

*

Note

Bande Sinfoniche Internazionali

Note

*

Non sempre presente, ma più frequente dell’Alto

*

Divisi in 1° 2° 3° Denominato “Alto”; non è sempre presente ma è più frequente del Piccolo in Lab

Sempre più raro

Divisi in 1° (A e B) 2° (A e B)

Contralto

*

*

Basso

*

*

Contrabbasso in Mib

*

Raramente in partitura

*

Denominato “Contralto”; raro

Contrabbasso in Sib

*

Raramente in partitura

*

Denominato “Contrabbasso”; raro

Il Clarinetto è poi presente, in Banda, con altre due funzioni: • Clarinetto solo che esegue nelle trascrizioni gli “a Solo” del Clarinetto d’Orchestra e, nella musica originale, i Solo pensati per questo strumento; • Solista, in Concerti che possono essere trascrizioni o brani originali.

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I GRANDI MAESTRI ADRIANO AMORE, diplomatosi in clarinetto al Conservatorio di Musica di Benevento con il massimo dei voti, si è perfezionato con Gervase De Peyer e Dieter Klöcker. È autore di vari articoli, pubblicati su diverse riviste internazionali, e di ben 10 monografie sulla storia e letteratura del clarinetto in Italia.

VINIBALDO BACCARI, docente Miur di clarinetto e diplomato in jazz. Ha inciso diversi CD con le case discografiche Tactus, Duchesse, Egea Music, Musica viva e ha tenuto concerti in Italia, Portogallo, Belgio, Spagna, Germania, Stati Uniti e Canada.

FRANCESCO BELLI, Clarinettista, Direttore d’orchestra e docente presso il Conservatorio “O. Respighi” di Latina. Vincitore di diversi premi internazionali, svolge un’intensa attività artistica nelle maggiori Istituzioni musicali del mondo. Goffredo Petrassi scrisse: «… ritengo Francesco Belli un musicista di valore assoluto». Attualmente è il Direttore Onorario dell’Orchestra Sinfonica Nazionale di Cuba.

PAOLO BELTRAMINI, solista, concertista, clarinetto solista dell’Orchestra della Svizzera Italiana di Lugano (OSI). Docente di clarinetto al Conservatorio Nicolini di Piacenza e alla Hochschule di Luzern.

SAURO BERTI, clarinetto basso del Teatro dell’Opera di Roma, ha collaborato con le più prestigiose orchestre italiane e i più famosi direttori. Ha pubblicato Venti Studi e Tuning per Suvini Zerboni e inciso diversi CD solistici. È regolarmente invitato in Giappone ed Americhe per concerti e Masterclasses.

ROCCO PARISI, virtuoso di clarinetto basso, è invitato a tenere concerti e masterclass in tutto il mondo. Innovatore della tecnica strumentale del suo strumento è impegnato nello sviluppo del repertorio del clarinetto basso. Compositori come Luciano Berio, Ennio Morricone, Arthur Gottschalk, Arturo Marquez gli hanno scritto e dedicato brani. È docente di clarinetto presso il Conservatorio A. Vivaldi di Alessandria.

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DIEGO CASADEI, diplomato in clarinetto nel 1991. Ha vinto alcuni concorsi musicali e ha frequentato corsi di perfezionamento come clarinettista. Ha poi intrapreso una carriera da ricercatore in fisica e astrofisica delle alte energie, iniziata in Italia con laurea nel 1998 e dottorato nel 2003, e proseguita in campo internazionale dal 2007 fino al 2018. Attualmente è il direttore di Cosylab Switzerland.

CLAUDIO CAVALLARO, clarinettista, laureato in D.A.M.S. e docente Miur. Ha suonato come solista e camerista in prestigiosi contesti in Norvegia, Germania, Slovenia, Spagna, Sri Lanka e Pakistan. Critico musicale per riviste e siti specializzati, ha collaborato con la Radio Vaticana come autore e conduttore di programmi di approfondimento musicale.

JOHN CIPOLLA, è stato il Presidente dell’International Clarinet Association. È docente di musica presso la Western Kentucky University ed è membro di commissione in concorsi musicali nelle Americhe e in Europa. Ha registrato per Sony, ECM New Series, Centaur, Nonesuch, Dance Vision Records, televisione NBC. Ha collaborato con la Radio City Music Hall Orchestra e per vari spettacoli di Broadway a New York City.

FULVIO CREUX, docente di direzione presso varie Accademie, ha diretto dal 1982 al 1992 la Banda della Guardia di Finanza e dal 1998 al 2012 quella dell’Esercito, con oltre 800 concerti all’attivo, a cui si aggiungono gli innumerevoli concerti con le più importanti formazioni di fiati. Ha tenuto Corsi nelle Università degli USA ed è stato invitato a dirigere la Banda Pershing’s Own di Washington.

ANTONIO FRAIOLI, clarinettista e compositore. Titolare della cattedra di Musica d’insieme per strumenti a fiato presso il Conservatorio di Salerno, ha tenuto concerti, masterclass e conferenze in Italia, U.S.A., Canada, Germania, Austria, Spagna, Portogallo, Belgio, Olanda, Svezia, Estonia, Slovacchia e Polonia. Le sue composizioni sono state eseguite in più di 25 Paesi.

CORRADO GIUFFREDI, concertista e Primo clarinetto solista dell’Orchestra della Svizzera italiana. Con l’Orchestra Filarmonica della Scala ha partecipato a numerosi concerti nei festival internazionali più prestigiosi sotto la direzione di Riccardo Muti e Daniel Baremboim. Ha registrato numerose composizioni del repertorio clarinettistico per Emi, Decca, Brilliant, Arts, Aura, Tactus, Foné e RaiTrade.

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LUIGI MAGISTRELLI, clarinettista milanese e docente del Conservatorio di Milano. Ha collaborato con molte orchestre fra cui la Filarmonica della Scala con Muti direttore. Ha suonato e ha tenuto master class e seminari sulla storia del clarinetto in Europa, Usa, Giappone, Cina, Corea del Sud. Ha registrato 60 Cd. Possiede una collezione personale di 250 clarinetti.

GABRIELE MIRABASSI, clarinettista che si muove da sempre in ambiti musicali differenti, dopo gli studi in conservatorio affianca la carriera di musicista classico con quella di jazzista che per anni diventa quella principale. Adesso gira il mondo suonando con molti dei suoi musicisti preferiti, fra loro cameristi, jazzisti, musicisti popolari, Sudamericani, cantautori, ma anche danzatori, attori e scrittori.

CALOGERO PALERMO, Primo clarinetto presso la prestigiosa Royal Concertgebouw Orchestra di Amsterdam. Giovanissimo ricopriva già tale ruolo nell’Orchestra del Teatro V. Bellini di Catania, successivamente nell’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma e nell’Orchestre National de France. Come didatta ha tenuto numerose Masterclasses (Paris, Lyon, Tokyo, Bangkok, New York, Helsinki, ecc…)

VALERIA SERANGELI, Primo clarinetto solista nell’Orchestra del Teatro Carlo Felice di Genova. Vincitrice di numerosi concorsi nazionali e borse di studio, ha collaborato con grandi orchestre sia in veste di Primo Clarinetto che come Clarinetto Piccolo. Tiene regolarmente corsi di perfezionamento e masterclass per le maggiori istituzioni musicali italiane ed internazionali.

PIERO VINCENTI, fondatore e Presidente dell’Accademia Italiana del Clarinetto e docente di Clarinetto presso il Conservatorio Statale di Musica B. Maderna di Cesena. Formatosi alla scuola di Ciro Scarponi, è attivo artisticamente in Europa, USA, Sud America e Asia. Significative le sue collaborazioni con compositori del calibro di L. Berio, S. Bussotti, F. Donatoni, J. Francaix, G. Petrassi, S. Sciarrino.

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indice DEI BRANI Gli studi e gli esercizi presenti nel metodo sono corredati da tracce audio disponibili come contenuti digitali con accesso riservato (CurciCode, vedi p. 2). Ciascuna traccia inizia con due battute vuote di metronomo. Per alcuni brani sono disponibili basi musicali con accompagnamento, indicate con questo simbolo A

Le diverse parti dei brani di musica d’insieme, disponibili per il download in formato PDF (sempre tramite CurciCode), sono indicate con il simbolo

N. Titolo brano p. Metodo A

1 2 3 4 5 6 13 14 15 22 33 40 44 59 65 71 72 73 74 75 103 104 105 129 130 131 132 133 134 135 Appendice Appendice Appendice

Nota Mi √ Nota Re √ Alternanza dei suoni Mi e Re √ Nota Do √ I suoni Do, Re e Mi √ Esercizio con i 3 suoni √ Canone con ritornello √ Studietto con 5 suoni √ Jingle Bells √ Oh Susanna! √ Il canone del gallo √ Tema e improvvisazioni √ Trio n. 1 √ Trio n. 2 √ Trio n. 3 √ Andante per clarinetto e pianoforte √ √ La Primavera di A. Vivaldi √ Te Deum di M. A. Charpentier √ Tema sincopato per clarinetto e pianoforte √ √ Giorno di festa di S. Brusca √ Allegro dal Trio n.4 di W. A. Mozart √ Preludio e Danza per 3 clarinetti di S. Brusca √ Lucky dream per clarinetto e pianoforte √ √ Valzer brillante di G. Verdi per clarinetto e pianoforte √ √ Allegro dal Trio n. 3 di W. A. Mozart √ Allegro dalla Sonata n° 3 di J. X. Lefèvre per clarinetto e pianoforte √ √ Rondeau di J. J. Mouret per quartetto di clarinetti √ Menuetto dal Trio op. 87 di L.Van Beethoven √ Batti il 5 di S. Brusca per quattro clarinetti √ Finale dal Trio op. 87 di L. Van Beethoven √ Esercizi con salti di ottava e varianti √ Scale e arpeggi da 4 a 6 alterazioni √ Spatters & Lullaby per 3 clarinetti √

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INDICE N. Argomento/Titolo brano

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N. Argomento/Titolo brano

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Prefazione M° Piero Vincenti

3

UNITÀ 2 I suoni naturali senza portavoce

26

Introduzione

4

Teoria: punto di valore

26

Teoria: scrittura musicale

5

16 Nota La (secondo spazio)

26

Breve storia del clarinetto M° Luigi Magistrelli

9

Presentazione del clarinetto

10

Come montare e prendere il clarinetto

11

Primi suggerimenti tecnici e didattici

15

Impostazione ed emissione M° Valeria Serangeli

17

Respirazione M° Rocco Parisi

18

Posizione delle dita

19

UNITÀ 1 I suoni dal Do al Sol (mano sinistra)

17 Studietto con le semiminime

26

18 Le crome e il metronomo

27

Teoria: legatura di valore

27

19 Esercizio con la legatura di valore

27

Legato M° Paolo Beltramini

28

20 Esercizio con legature di portamento

28

21 Semiminima con il punto

29

Teoria: accenti iniziali

29

22 Oh Susanna!

29

20

23 Nota Si sotto il pentagramma

30

1 Nota Mi

20

24 Esercizio tecnico

31

2 Nota Re

21

25 Studio melodico in Fa maggiore

31

21

26 Note La e Sol gravi

3 Alternanza dei suoni Mi e Re

31

4 Nota Do

21

27 Esercizio sui suoni gravi

31

5 I suoni Do, Re e Mi

21

28 Esercizio con arpeggio

32

6 Esercizio con i tre suoni

21

29 Esercizio in La minore

32

7 Nota Fa

21

30 Esercizio tecnico

32

8 Nota Sol

22

31 Studietto in La minore

33

9 Semibrevi per gradi congiunti

22

32 Studietto progressivo

33

10 Minime da Do a Sol

22

33 Il canone del gallo

33

11 Note e pause di semiminime

22

34 Nota Fa grave

34

12 Alternanza minime - semiminime

22

35 Studietto con pause di crome

34

36 Nota Mi grave

35

37 Esercizio progressivo sui suoni gravi

35

38 Studietto riassuntivo

35

Intonazione M° Sauro Berti

23

13 Canone con ritornello

24

14 Studietto con 5 suoni

24

15 Jingle Bells

24

Metodo di studio M° Calogero Palermo

158

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25

Teoria: la scala pentatonica 39 I suoni della scala pentatonica Improvvisazione M° Gabriele Mirabassi

36 36 36

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40 Tema e improvvisazioni

37

41 Esercizio tecnico progressivo

37

62 Esercizio in Fa maggiore

61

42 Esercizio tecnico modulante

37

63 Esercizio con note di volta

62

Teoria: tonalità con i diesis

63

64 Esercizio in Sol maggiore

63

Il clarinetto e la sua famiglia M° Francesco Belli

64

65 Trio n.3

65

66 La scala armonizzata di Do maggiore

67

67 La scala armonizzata di Sol maggiore

67

68 Studio sul tema di “American Patrol”

68

Gli organici: dalla musica da camera alle grandi formazioni M° Antonio Fraioli

38

43 Duetto n. 1

39

44 Trio n. 1

40

45 Duetto n. 2

42

Teoria: tonalità maggiori con i bemolli

61

Acustica: gli aspetti fisici del clarinetto M°Diego Casadei

43

UNITÀ 3 Dal Mi grave al Mi 4° spazio

44

69 La scala armonizzata di Fa maggiore

68

Teoria: l’intervallo

44

70 Scale progressive di Sol, Do, Fa

69

46 Suoni fondamentali e portavoce

45

47 Passaggio fra La e Si

45

71 Andante per clarinetto e pianoforte

70

48 Studietto per il passaggio di registro

45

72 La primavera di A. Vivaldi

71

49 Studietto

46

73 Te Deum di M. A. Charpentier

71

Teoria: articolazioni

46

Teoria: controtempo

72

Staccato M° Corrado Giuffredi

47

74 Tema sincopato per clarinetto e pf.

72

50 Esercizio sul legato e sullo staccato

48

51 Esercizio sugli intervalli di terza

48

52 Esercizio con scale progressive

49

53 Esercizio sugli intervalli di quarta 54 Esercizio sugli intervalli di quinta

Teoria: sincope

Teoria: dinamica 75 Giorno di festa di S. Brusca

70

73 73

49

UNITÀ 4 Dal Mi grave al Do acuto 76 Note Fa, Fa# e Sol

74

50

Dinamica - M° John Cipolla

75

51

77 Studio

76

55 Studietto in Sol maggiore

52

78 Studio in 3/4

76

Teoria: suoni omofoni

52

79 Ampliamento dell’estensione

77

Teoria: semitono e tono

52

80 L’ottava Do 3° spazio – Do acuto

78

56 Alcune posizioni cromatiche

53

81 Preparazione alla scala cromatica

78

Teoria: scala musicale

53

Teoria: scala cromatica

79

57 Studio

54

82 Scala cromatica con figure differenti

79

58 Studio

55

83 Scala e arpeggi di Do maggiore

81

Teoria: arpeggio

55

Teoria: misure composte

82

59 Trio n. 2

56

84 Studio in Do maggiore

82

60 Duetto n. 3

58

Teoria: scale minori

83

61 Studietto modulante

60

85 Scala e arpeggi in La minore

84

Teoria: tonalità maggiori

60

86 Studio in La minore

84

Teoria: alterazioni

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87 Scala e arpeggi in Fa maggiore

85

117 Studio con figurazione sincopata

108

88 Studio in Fa maggiore

85

118 Scala e arpeggi in La maggiore

109

Teoria: indicazioni agogiche

86

110

89 Scala e arpeggi in Re minore

87

119 Studio in La maggiore 120 Scala e arpeggi in Fa# minore

90 Studio in Re minore

87

121 Studio in Fa# minore

91 Scala e arpeggi in Sol maggiore

88

122 Studietto in 6/8

112

92 Studio in Sol maggiore

89

123 Studio in 9/8

112

93 Scala e arpeggi in Mi minore

89

124 Studio in 12/8

113

94 Studio in Mi minore

90

Teoria: gruppi irregolari - la terzina

113

90

125 Esercizio con le terzine

114

91

126 Studio in Do maggiore con terzine

114

91

127 Studio in La minore con terzine

116

98 Studio in Sol minore

92

128 Tecnica giornaliera

117

99 Scala e arpeggi in Re maggiore

93

129 Valzer brillante di G. Verdi per clarinetto e pianoforte

131

130 Allegro dal Trio n. 3 di W. A. Mozart

132

131 Allegro dalla Sonata n. 3 di J.X. Lefèvre per clarinetto e pianoforte

133

95 Scala e arpeggi in Si b maggiore 96 Studio in Si b maggiore

97 Scala e arpeggi in Sol minore

100 Studio in Re maggiore

94

101 Scala e arpeggi in Si minore

94

102 Studio in Si minore

95

Autori e compositori del repertorio clarinettistico – M° Adriano Amore

96

103 Allegro dal Trio n. 4 di W. A. Mozart

97

104 Preludio e Danza di S. Brusca per 3 clarinetti

98

105 Lucky dream per clarinetto e pf.

99

UNITÀ 5 Dal Mi grave al Mi acuto

132 Rondeau di J. J. Mouret per quartetto

110 111

134

133 Menuetto dal Trio op.87 di Beethoven

134

I grandi solisti del passato M° Claudio Cavallaro

135

Teoria: Misure irregolari

136

134 Batti il 5 di S. Brusca per 4 clarinetti

137

100

135 Finale dal Trio op.87 di Beethoven

138

Produzione dei suoni sul registro acuto M° Vinibaldo Baccari 106 Note acute Do #, Re, Re #, Mi

100

Il clarinetto nella banda musicale M° Fulvio Creux

138

101

APPENDICE

140

107 Esercizio tecnico

101

Esercizi per i salti di ottava e varianti

140

108 Scala cromatica con note di volta

102

5 Studi di approfondimento

141

109 Studietto con le semicrome

102

Scale e arpeggio da 4 a 6 alterazioni

150

103

Spatters & Lullaby per 3 clarinetti

151

104

Tavola delle posizioni

152

112 Scala e arpeggi in Do minore

105

I grandi Maestri

154

113 Studio in Do minore

105

Indice dei brani

157

114 Esercizio croma – punto – semicroma

106

115 Studio con ritmo puntato

107

116 Esercizio con figurazione sincopata

107

110 Scala e arpeggi in Mi b maggiore 111 Studio in Mi b maggiore

160

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