Liriche per canto e pianoforte (anteprima)

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Questi volumi vengono pubblicati su iniziativa e grazie al contributo del Comune di Rovereto - Biblioteca Civica “G. Tartarotti”. L’edizione di questo testo è stata resa possibile anche grazie al contributo di Gianfranco Tonolli e Maria Grazia Bellandi, da sempre appassionati frequentatori della Biblioteca Civica “G. Tartarotti”.

L’editore, esperite le pratiche per acquisire tutti i diritti di riproduzione relative ai brani pubblicati, è a disposizione degli aventi diritto per eventuali lacune od omissioni. Grafica musicale: Giorgio Fasciolo Redazione: Francesca Centuori Artwork di copertina: Enrica Cavaletti Proprietà per tutti i Paesi: Edizioni Curci S.r.l. – Galleria del Corso, 4 – 20122 Milano © 2021 by Edizioni Curci S.r.l. – Milano Tutti i diritti sono riservati EC12299 / ISMN: 9790215919143 www.edizionicurci.it Prima stampa in Italia nel 2021 da INGRAF Industria Grafica S.r.l., Via Monte San Genesio, 7 – Milano.


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4

LASCIA CHE CHEIO IO SOGNI SOGNI LASCIA Versididi Versi Alfredo Pastore A. PASTORE

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CANTO

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Pianoforte

3

Musica Musica di di Riccardo Zandonai R. Zandonai

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23

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26

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7

NINNA-NANNA NINNA-NANNA Versi Versididi

Musica Musica di di R. Zandonai Riccardo Zandonai

E. LANNITA Edoardo Lannita

CANTO

Pianoforte

3

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la spe -


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L50 - RZ 76

LASCIA CHE IO SOGNI Versi di Alfredo Pastore150

Lascia ch’io sogni! Se dovrò col pianto pagar quest’ora che l’amor mi dona, maga gentile, non turbar l’incanto dolce che piove da la tua151 persona. Lascia ch’io sogni! Bastano a ’l poeta le rosee larve di un bel152 sogno d’oro: se un guizzo infiamma la sua fredda creta, geloso è troppo di quel suo tesoro. Farfalla e fiore, luce ed armonia, scintilla e vita, tutto sei per me... Lascia ch’io sogni ne la tua153 magia ne ’l dolce incanto che mi vien da te. Alfredo Pastore (?), Lascia che io sogni, testo poetico ricavato dal frontespizio e dalla Partitura. Del Poeta non è stato possibile reperire alcuna notizia certa se non che risulta l’autore dei versi della romanza Magia di F.P. Tosti, pubblicata da Ricordi nel 1891.

150

dalla tua d’un bel 153 nella tua 151 152

Data di composizione: 1900.01.06 (Pesaro 6 Dicembre Gennajo 1900) Autografo: Partitura vergata a penna su 3 pp. Denominazione della forma musicale: Melodia per Canto e Pianoforte Tonalità: La Osservazioni Bella copia con il testo poetico in frontespizio. L’armatura di chiave non viene riportata ad ogni nuovo rigo, e ciò probabilmente perché le liriche per C e Pf non erano più da sottoporre al giudizio di un insegnante. La parte del C presenta un insolito continuo fluire, che si interrompe solo una volta (a b.22, e con la breve pausa di un ottavo); apparentemente seguendo la medesima “sperimentazione”, la parte del Pf è caratterizzata da un continuo variare del numero delle voci impiegate (in stile orchestrale, come sembrano testimoniare alcune linee di collegamento tracciate da Z per evidenziare il proseguimento della melodia nelle singole parti). Sul foglio di carta da musica successivo si intravede l’abbozzo di un brano in Re maggiore in tempo di 6/8 che però non appartiene alle liriche (l’unica in quella tonalità risale al 1897). Note

• Nessuna indicazione di tempo iniziale. • Il variare del numero delle voci nella parte pianistica si accompagna all’assenza di pause che sarebbe stato necessario indicare quando le voci smettono o prima della loro entrata non sul battere della misura (come ad es. a b.2, passaggio ripetuto a b.18). 6 8 11 16 25 29

m.d. 4°t: inserito su si3 (come nella parte del C). Pf 4°t: inusuale il pp a fine misura in A ma, essendo un effetto che accompagna un pp subito del C nella seconda suddivisione del 4°t, è stato anticipato per coincidere perfettamente con esso; la prescrizione viene ripetuta identica a b.20, e anche qui il pp del Pf (scritto vicino alla stanghetta chiaramente solo per motivi di spazio) è stato anticipato di una suddivisione. m.s. 1°t: omesso di cortesia su re3. m.d. 1°t: omesso di cortesia su sol3. m.d. 2°t: poiché la direzione dei gambi è poco leggibile, si sono aggregati in un bicordo mi3 e la3. Pf: mentre alla m.s. c’è un accordo da due quarti e una pausa da due quarti, alla m.d. le note valgono solo un quarto, poi Z verga due pause da un quarto, e dunque il valore della battuta è insufficiente. Si è preferito dare lo stesso valore alle note finali delle due mani, privilegiando quella scritta correttamente. © 2021 by Edizioni Curci S.r.l. - Milano. Tutti i diritti sono riservati.


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L51 - RZ 48

NINNA-NANNA

Versi di Edoardo Lannita154 O belli occhietti, pe ’l soffitto erranti, Chiudetevi per poco In questo caro loco. Discenderanno allor gli angeli santi Che recano con loro fiori e canti. Oh,155 belli occhietti miei, fate la nanna. Ninna–Nanna, Ninna ninna nanna, Ninna nanna.156 I fiori son fior de la speranza Ed hanno vaghi olezzi, I canti – ricchi vezzi[:] Racchiudono d’un cor pio la fragranza E d’un’anima buona l’esultanza. Oh, belli occhietti miei, fate la nanna. Ninna–Nanna, Ninna ninna nanna, Ninna nanna. Chiudetevi, chiudetevi. È già scesa La notte e molto oscura[,] Non abbiate paura. Angeli e fate qui si dan l’intesa Per esservi dagl’incubi difesa. Oh, belli occhietti miei, fate la nanna. Ninna–Nanna, Ninna ninna nanna, Ninna nanna. 154 Edoardo Lannita (?), Ninna-Nanna, testo poetico ricavato dalla Partitura. Il nome dell’Autore dei versi non è stato indicato da Z, ma compare per la prima volta nel 1969 (LP Ricordi CS2008), presumibilmente su indicazione della vedova del Maestro; di un poeta con questo nome non si sono trovati riscontri nei repertori consultati. 155 Due volte su tre senza virgola in A, ma la versione corretta parrebbe quella che distingue anche tra le due particelle interiettive (o / oh). 156 Nell’A il verso non è mai scritto allo stesso modo, né per punteggiatura né per alternanza di iniziali maiuscole e minuscole: si è scelta una delle soluzioni e la si è applicata a tutti e tre i ritornelli.

Data di composizione: [1900].02.14 (Pesaro 14 Febbrajo) Autografo: Partitura vergata a penna su 4 pp. Denominazione della forma musicale: Ninna nanna Tonalità: Si Osservazioni Bella copia completa, ma priva del frontespizio e mancante anche del nome dell’autore dei versi, con titolo vergato direttamente sopra il primo rigo della Partitura. Per la datazione, l’analisi stilistica (con le ubique legature per la linea del C, la presenza costante della pur ingombrante armatura di chiave, l’uso dell’espressione morendo, dismessa da Z alla fine del 1900, e l’introduzione di quella di rallentando, mai usata precedentemente ma che sostituirà rit.) permetterebbe di collocare la lirica non oltre il II° anno di Liceo, in cui l’allievo aveva ormai abbandonato gli “esercizi obbligatori” sulla lirica da camera per passare allo studio e alla creazione di altre forme più complesse di composizione. Note

• Nel trattamento del testo si riscontrano alcune imprecisioni nella sillabazione (sul battere del tempo si trovano sillabe che dovrebbero risultare prive di accento), che il giovane Z pare voler intendere come “levare lunghi”: 11 fa-te la nan-na (anche nelle

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283 riprese); ma soprattutto alle bb.43-44 per es-ser-vi da-gl’in-|cu-bi di-fe-sa [che, tuttavia, sembrerebbe proprio essere stato corretto da Z in un secondo momento, con quella che appare come un’anticipazione della stanghetta di battuta (vedi Nota alla b.43)]. • Sono presenti legature per la linea del C che coprono l’intera arcata del rigo, con evidente valore di “legatura continua” (e non di somma di legature “parziali”, il che porterebbe a risultati errati). 15 33 34 39

40 41 43

47 52 55

m.s. 3°t: inserito punto coronato. m.s.: le note contenute nella misura sono state parzialmente cancellate a matita e riscritte all’ottava inferiore. m.s. 2°t: inserito punto coronato. - m.d. 2°t: Z ha quasi completamente cancellato per abrasione un re4 ma non ha cancellato il che lo precedeva. È chiaro che la nota è stata sostituita da un la3 perché questo avviene contemporaneamente anche nella linea del C, ove si può osservare la cancellazione completa di due re4; - m.s.: si è provveduto ad integrare le pause mancanti. m.s.: inserita pausa per l’intera misura. C 1°t: inserito il su re4 come prescritto contemporaneamente alla stessa altezza per il Pf. - m.d. 1°t: omesso di cortesia su la4; - C: passaggio con diverse correzioni nella parte del C, che rendono difficoltosa la lettura. Z pare aver tracciato due stanghette di battuta: quella tracciata per prima porta ad una errata accentazione della parola ìncubo, che in italiano deve avere l’accento sulla prima sillaba, senza eccezioni “poetiche” ammissibili. La seconda stanghetta è stata anticipata di una nota rispetto alla prima: in questo caso, però, sarebbe necessario non considerare più valido il segno di terzina (che non è stato cancellato in A), e correggere il valore della seconda nota della nuova battuta (da ottavo a sedicesimo): questa seconda soluzione è stata giudicata di gran lunga preferibile in quanto corretta. C 1°t: omessa legatura di valore tra due note della stessa altezza ma con sillabe diverse. Pf: primo esempio di rallentando (ma unico caso di scrittura per esteso) in sostituzione del consueto rit. adottato da Z fino ad allora. m.d.: Z cancella per abrasione un fa da due quarti, proveniente da legatura di valore con punto coronato, per inserire a penna un fa da un quarto e un si da un quarto, facendo così concludere dolcemente la composizione nel registro acuto.

L52 - RZ 73

NEBBIE

Versi di Ada Negri157 Soffro. – Lontan lontano Le nebbie sonnolente Salgono dal tacente Piano. Alto gracchiando, i corvi, Fidati all’ali nere, Traversan le brughiere Torvi. Dell’aere ai morsi crudi Gli addolorati tronchi Offron, pregando, i bronchi Nudi. Come ho freddo! Son sola; Pel grigio ciel sospinto Un gemito d’estinto Vola;

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284

E mi ripete: Vieni, È buia la vallata. O triste, o disamata, Vieni!... 157

Ada Negri (1870 - 1945), Nebbie, in Fatalità, (Ia ed. 1892), Milano, Fratelli Treves, 18933, pp.33-34.

Data di composizione: 1900.02.24 (sul frontespizio: Pesaro 24 Febbraio 1900 – alla fine: 24/II 1900) Autografo: Partitura vergata a penna su 4 pp. Denominazione della forma musicale: Melodia per Canto e Piano Tonalità: [senza armatura di chiave ma] esatonale Osservazioni Composizione di tipo “sperimentale”: in essa Z impiega un sistema perfettamente esatonale, in cui l’ottava di dodici semitoni è divisa a metà in modo che i soli sei suoni risultanti si trovino tutti ad un tono – ovvero due semitoni – di distanza dal precedente. In quanto priva di centri di tensione e di riposo, la scala esatonale è particolarmente idonea a suggerire l’indeterminatezza della visione di un paesaggio ove la nebbia sale inesorabilmente; l’incombente presenza di una cappa di nebbia tra cielo e terra è resa, inoltre, da un ostinato di sestine all’acuto della m.d. con funzione di pedale armonico superiore (reso minaccioso dalla ripetizione, senza soluzione di continuità, dell'arpeggio di una triade eccedente), caratteristica che avvicina questa realizzazione di ostinato, in una sorta di pendant “meteorologico”, al ribattuto di mi che descrive la pioggia in Ariette (L93) su versi di Verlaine. Note

• Sul frontespizio, dove pure Z trascrive in bella calligrafia tutto il testo della poesia, manca il titolo: sicuramente una semplice dimenticanza del Compositore, per una poesia probabilmente molto amata e frequentata. La bella copia è di alto livello grafico, senza il ricorso a segni di abbreviazione per il moto perpetuo delle sestine (!). • Le scale esatonali possono essere soltanto due, e si trovano a distanza di un semitono una dall’altra, coprendo così tutti e dodici i suoni. Z impiega quella che per comodità di descrizione faremo iniziare dal fa: fa – sol – la – si – do –re – fa. Per motivi di opportunità il do può venire anche scritto re , così come il re può trovarsi con la grafia enarmonica di mi , e Z si avvale di questa possibilità per alludere a situazioni armoniche più “tradizionali”. Nella conduzione melodica tali scelte sono più facilmente riconoscibili: è dove il medesimo contenuto sia reso enarmonicamente (con note di medesima altezza ma dalla grafia diversa) che si stenta a capire la funzione del cambiamento in passaggi identici dal punto di vista sonoro: la ragione è forse solo quella di dimostrare l’intercambiabilità delle enarmonie, e quindi presentare lo stesso passaggio scritto nelle due varianti possibili. 1-4

9

27

L’introduzione strumentale di quattro battute (Lento) ha il compito di far suonare tutte le note che verranno impiegate. Alle quattro battute finali (32-35 Lento, nuovamente) Z affida il compito di ricapitolare l’assunto programmatico iniziale. Qui il Compositore ha però dimenticato un’alterazione in fase di stesura della bella copia: a b.33, alla m.s. sul secondo tempo il do2 manca del necessario (correttamente presente a b.2); rispetto all’introduzione, Z introduce due varianti enarmoniche, sostituendo nella misura precedente il re con un do , e in quella successiva il re con un mi , allo scopo di terminare il brano impiegando solo una “versione” per ciascuno dei due suoni alterati (do e mi ). La composizione è rigorosissima poiché utilizza solo due note estranee e solo per un motivo espressivo. Al C, come all’inizio per il Pf, Z affida il compito di presentarsi con una frase che contenga tutti i gradi della scala esatonale: salendo fa-sol-la-si-do -re, per poi discendere la-fa-mi -do . Come si vede, la chiave di volta della frase è un re naturale, nota estranea alla scala adottata, che allude fortemente ad una scala tradizionale (una minore melodica, per l’esattezza): per sottolineare l’eccezionalità del passaggio, sotto al re naturale del C viene inserito un si alla m.s. (in luogo del si naturale in gamma). La stessa situazione viene ripetuta a b.14, e costituisce l’unica eccezione ad un sistema esatonale altrimenti perfetto: la ragione espressiva è potentemente evidente, e va dato merito al giovane Compositore di non essersi reso succube di un mero esercizio di stile. Pf 2°t: al punto coronato del C sempre (in Z) dovrebbe corrispondere un col canto per il Pf.

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368

INDICE DELLE LIRICHE DEL VOLUME SECONDO NUMERO LIRICA

L50. . L51 . . L52 . . L53 . . L54 . . L55 . . L56 . . L57 . . L58 . . L59 . . L60 . . L61 . . L62 . . L63 . . L64 . . L65 . . L66 . . L67 . . L68 . . L69 . . L70 . . L71 . . L72 . . L73 . . L74 . . L75 . . L76 . . L77 . . L78 . . L79 . . L80 . . L81 . . L82 . . L83 . . L84 . . L85 . . L86 . . L87 . . L88 . . L89 . . L90 . . L91 . . L92 . . L93 . . L94 . . L95 . . L96 . . L97 . . L98 . . L99 . .

TITOLO

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L100 . . L101 . . L102 . . L103 . . L104 . . L105 . . L106 . .

AUTORE TESTO POETICO

PAGINA SPARTITO

. Lascia che io sogni . . . . . . . . . . . . . (A. Pastore) . . . . . . . . . . . . . . . 4 . . Ninna-Nanna . . . . . . . . . . . . . . . . (E. Lannita) . . . . . . . . . . . . . . . 7 . . Nebbie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (A. Negri) . . . . . . . . . . . . . . . 12 . . Visione invernale . . . . . . . . . . . . . . (G. Pagliara) . . . . . . . . . . . . . 16 . . Che vuoi da me? . . . . . . . . . . . . . . (E. Panzacchi) . . . . . . . . . . . . 21 . . Triste ritorno . . . . . . . . . . . . . . . . . (E. Panzacchi) . . . . . . . . . . . . 27 . . E te lo voglio dire.. . . . . . . . . . . . . (E. Panzacchi) . . . . . . . . . . . . 32 . . Povero vergognoso . . . . . . . . . . . . . (—) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34 . . Il sorriso della madre . . . . . . . . . . . (G.A. Marcati) . . . . . . . . . . . . 37 . . Fine di Settembre.. . . . . . . . . . . . . (G. Marradi) . . . . . . . . . . . . . 41 . . Preludio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (R. Quaglino) . . . . . . . . . . . . 46 . . L’assiuolo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (G. Pascoli) . . . . . . . . . . . . . . 51 . . Il rosicchiolo . . . . . . . . . . . . . . . . . (G. Pascoli) . . . . . . . . . . . . . . 56 . . Ho sessant’anni, e sento tuttavia . . . (—) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 59 . . Spandono le campane.. . . . . . . . . . (G. D’Annunzio) . . . . . . . . . . 62 . . Portami via!.. . . . . . . . . . . . . . . . . (A. Negri) . . . . . . . . . . . . . . . 69 . . Attimo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (A. Negri) . . . . . . . . . . . . . . . 75 . . Ballade de Miss Hobhouse . . . . . . . (E. Rostand) . . . . . . . . . . . . . 80 . . Che spera?.. . . . . . . . . . . . . . . . . . (F. Gualdo) . . . . . . . . . . . . . . 86 . . Il suono del corno . . . . . . . . . . . . . (A. Tennyson) . . . . . . . . . . . . 89 . . Te solo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (A. Negri) . . . . . . . . . . . . . . . 96 . . Dialogo notturno a2 . . . . . . (E. Panzacchi) . . . . . . . . . . . 100 . . Similitudine . . . . . . . . . . . . . . . . . (E. Panzacchi) . . . . . . . . . . . 106 . . Sotto il ciel . . . . . . . . . . . . . . . . . . (V. Aganoor) . . . . . . . . . . . . 109 . . La serenata . . . . . . . . . . . . . . . . . . (V. Aganoor) . . . . . . . . . . . . 113 . . Risplende l’amor mio ne la funesta .. (H. Heine) . . . . . . . . . . . . . 117 . . Notte di neve . . . . . . . . . . . . . . . . (G. Pascoli).. . . . . . . . . . . . . 122 . . Con li angioli . . . . . . . . . . . . . . . . (G. Pascoli) . . . . . . . . . . . . . 124 . . La serenata veneziana . . . . . . . . . . . (F. Gualdo) . . . . . . . . . . . . . 127 . . Serenata . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (G. Deledda) . . . . . . . . . . . . 134 . . I due tarli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (H. Mildmay) . . . . . . . . . . . 139 . . Mistica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (A. Negri) . . . . . . . . . . . . . . 144 . . Ella cantava . . . . . . . . . . . . . . . . . . (F. Cimmino).. . . . . . . . . . . 152 . . Alba d’Aprile . . . . . . . . . . . . . . . . . (A. Orvieto). . . . . . . . . . . . . 160 . . Mistero.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (G. Pascoli) . . . . . . . . . . . . . 165 . . Madrigale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (G. Antona-Traversi).. . . . . . 169 . . Ultima rosa . . . . . . . . . . . . . . . . . . (A. Fogazzaro) . . . . . . . . . . . 173 . . Silenzio.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (A. Fogazzaro) . . . . . . . . . . . 177 . . O dolce notte . . . . . . . . . . . . . . . . (V. Aganoor) . . . . . . . . . . . . 182 . . Lontana . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (G. Pascoli) . . . . . . . . . . . . . 186 . . Idillio cosacco a2 . . . . . . (A. Fogazzaro) . . . . . . . . . . . 189 . . Un organetto suona per la via . . . . . (L. Stecchetti). . . . . . . . . . . . 195 . . Soror Dolorosa . . . . . . . . . . . . . . . (C. Mendès). . . . . . . . . . . . . 198 . . Ariette . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (P. Verlaine) . . . . . . . . . . . . . 203 . . Coucher de Soleil à Kérazur . . . . . . (L. Tiercelin) . . . . . . . . . . . . 206 . . Notti d’Agosto.. . . . . . . . . . . . . . . (C. Giachetti) . . . . . . . . . . . 211 . . Campane! . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (A. Pizzagalli) .. . . . . . . . . . . 217 . . La mia sorella giovinetta è sposa.. . . (M. Tibaldi-Chiesa) . . . . . . . 224 . . La Cinquecento e Nove . . . . . . . . . (G. Adami) . . . . . . . . . . . . . 227 . . Margherita di Savoja . . . . . . . . . . . (G. Marazzi Roero) .. . . . . . . 232 . I. La veglia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 232 II. L’ultimo viaggio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 236 III. A Roma . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 240 . Domani . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (A. Rossato) . . . . . . . . . . . . . 247 . . Nera Nerella, il cuore è un bambolino .(C. Ravasio) . . . . . . . . . . . . 250 . . Ti chiamo Nera per la chioma nera . . . (C. Ravasio).. . . . . . . . . . . . 256 . . L’amore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (C. Ravasio).. . . . . . . . . . . . 262 . . Terra di sogni . . . . . . . . . . . . . . . . (G. Bertacchi) . . . . . . . . . . . 267 . . Dormi, mia bella, dormi . . . . . . . . . (Anonimo) . . . . . . . . . . . . . 270 . . Casa lontana . . . . . . . . . . . . . . . . . (A. Rossato) . . . . . . . . . . . . . 274 . © 2021 by Edizioni Curci S.r.l. - Milano. Tutti i diritti sono riservati.

PAGINA NOTE CRITICHE

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