19 Studi e 4 brani per chitarra (anteprima)

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Maestri della chitarra Collana diretta da Filippo Michelangeli English text by Andrea Faini, Jed Jennings La biografia di Franco Margola (pagg. 6-7) è a cura di Ottavio de Carli Grafica musicale e impaginazione: Tommaso Ziliani Artwork di copertina: Giampaolo Zeccara Playlist online su Spotify: tracce 1-19 – Antonio D’Alessandro, chitarra; registrazione effettuata a Brescia, presso il Monolith Studio, nel mese di maggio 2023; tecnico del suono: Michele Marelli tracce 20-23 – Angela Centola, chitarra; registrazione effettuata a Verbania, presso il Digital Lake Studio, nel mese di settembre 2022; tecnico del suono: Alessandro Gallo Anno di pubblicazione e proprietà: 2023, by Edizioni Curci S.r.l. Proprietà esclusiva per tutti i Paesi: EDIZIONI CURCI S.r.l. – Galleria del Corso, 4 – 20122 Milano © 2023 by Edizioni Curci S.r.l. – Milano Tutti i diritti sono riservati EC 12422 / ISMN: 9790215921689 www.edizionicurci.it Stampato in Italia nel 2023 da Ingraf Industria Grafica S.r.l., Via Monte San Genesio, 7 – Milano


19 STUDI per chitarra 19 STUDIES for Guitar

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PREFAZIONE / PREFACE Nel Novecento musicale, secolo delle contraddizioni, definire Franco Margola un conservatore progressista non dovrebbe stupire. Solidamente legato alla tradizione, il compositore nato a Orzinuovi nel 1908 e morto a Nave, sempre in terra bresciana, nel 1992, non rinunciò mai a sperimentare nuove soluzioni e tecniche, compresa quella dodecafonica, senza tuttavia aderire a nessuna avanguardia. Proprio questa tensione tra passato e presente, tra il rispetto della lezione dei maestri e il desiderio di percorrere sentieri inesplorati, definisce l’identità di Margola come autore, ma anche come didatta, nel segno di una libertà conquistata non contro, ma attraverso le regole.

In the music of the twentieth century, a period of contradictions, it shouldn’t sound strange to define Franco Margola as a progressive conservative. Solidly tied to tradition, the composer born in Orzinuovi in 1908 and died in Nave, also in the Brescia province, in 1992, never gave up experimenting with new solutions and techniques, including the twelve-tone technique, without however following any avant-garde. Precisely this tension between past and present, between respect for the lessons of the masters and the desire to tackle unexplored paths, defines Margola’s identity as an author, but also as a teacher, in the sign of a freedom conquered not against, but through the rules.

La chitarra fu il perno dell’itinerario artistico di Margola, che le dedicò oltre cento brani, scritti specialmente a partire dalla piena maturità e negli ultimi anni di attività. Lo strumento, in questa approfondita esplorazione compositiva, non viene mai spinto ai limiti delle proprie possibilità tecniche, come pure accadeva nelle opere di autori coevi, ma valorizzato per la sua semplicità e schiettezza, così affini al linguaggio margoliano, raffinato ma diretto e immune da eccessi di cerebralismo.

The guitar was the center of the artistic itinerary of Margola, who dedicated over one hundred pieces to it, especially written from the full maturity since the last years of his activity. In this in-depth compositional exploration, the instrument is never pushed to the limits of its technical possibilities, as was also the case in the works of contemporary authors, but valued for its simplicity and frankness, so akin to Margola’s language, refined but direct and immune from cerebral excesses.

I brani raccolti in questo volume, frutto del lavoro di ricerca di Antonio D’Alessandro e Tommaso Ziliani, che hanno curato rispettivamente la diteggiatura e la revisione, costituiscono una testimonianza preziosa della sensibilità di Margola come didatta, con un’attenzione peculiare per l’armonia e il gioco contrappuntistico tra le voci che raramente si trova in brani dedicati agli allievi.

The pieces collected in this book, result of the research a work of Antonio D’Alessandro and Tommaso Ziliani, that curated the fingering and the revision respectively, are a valuable testimony of Margola’s sensitivity as a teacher, with a particular attention to the harmony and the contrapuntal play between the voices which is rarely found in pieces dedicated to students.

Le opere vengono pubblicate nella versione più aderente possibile all’originale, dopo attenta decifrazione dell’ostica grafia di Margola; le poche modifiche introdotte – inserimento delle pause e cancellazione delle alterazioni non necessarie – hanno il solo scopo di restituire con maggior chiarezza il pensiero musicale del compositore, facilitando la comprensione dell’allievo. A ragioni didattiche si deve l’unico intervento sostanziale rispetto al manoscritto: l’aggiunta del tempo in chiave.

The pieces are published in the closest to the original version, after a careful decoding of Margola’s irksome handwriting; the few changes introduced – insertion of rests and deletion of unnecessary accidentals – have the sole purpose to show the composer’s musical thought with greater clarity, facilitating the student’s understanding. The only substantial change from the manuscript – the addition of the time signature – it is likewise due to didactic reasons.

I 4 Studi semplici DC 311, scritti per la scuola di musica del bresciano Virginio Cattaneo, sono prova della generosità del compositore nel realizzare pezzi “d’uso” anche per studenti alle prime armi; la raccolta risulta pubblicata nel 1982, ma grazie alle testimonianze di Federica Gorni e Leonarda De Ninis se ne può far risalire la scrittura alla metà degli anni Settanta.

The 4 Simple Studies DC 311, written for the music school of Virginio Cattaneo in Brescia, are proof of the composer’s generosity in creating Gebrauchsmusik even for novice students; the collection was published in 1982, but thanks to the testimonies of Federica Gorni and Leonarda De Ninis its writing can be traced back to the mid-seventies.

Di incerta datazione sono anche i 15 Pezzi senza titolo, qualificati dal loro anonimato come musica d’uso, nata per semplici esigenze didattiche. La destinazione e le probabili circostanze di composizione dei pezzi non devono però trarre in inganno: non si tratta di banali esercizi; in questi Studi – che come tali vengono presentati in questa raccolta – Margola condensa la sua sapienza di raffinato artigiano, la sua padronanza tecnica e la sua caratteristica, misurata estetica neoclassica.

Of uncertain dating are also the 15 Pieces without a title, qualified by their anonymity as Gebrauchsmusik, created for simple didactic needs. However, the destination and the probable circumstances of the composition of the pieces must not mislead: these are not trivial exercises; in these Studies – therefore presented as such in this collection – Margola condenses his wisdom as a refined craftsman, his technical mastery and his characteristic, measured neoclassical aesthetics.

Se in alcuni pezzi è possibile rilevare un’attenzione specifica per determinati aspetti della tecnica chitarristica, la preoccupazione

If in some pieces it is possible to detect specific attention to certain aspects of the guitar technique, the main concern of the composer

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5 principale del compositore appare quella di costruire brani compiuti tanto dal punto di vista strutturale quanto da quello espressivo, per evitare che lo studente si smarrisca nel dettaglio e non acquisisca la capacità di una visione musicale d’insieme.

appears to be to construct complete pieces both from a structural and an expressive point of view, to prevent the student from getting lost in the details and does not acquire the ability to understand the music as a whole.

Così, pur nell’essenzialità di una scrittura che non conosce alcun autocompiacimento, ogni brano possiede un proprio colore, una ben definita atmosfera. Chiarendo che, per Margola, l’apprendimento non può esaurirsi nell’acquisizione puntuale di singole nozioni, ma si costruisce abbracciando la complessità dell’esperienza musicale in tutte le sue varietà di espressione.

Thus, despite the essentiality of a writing that knows no selfsatisfaction, each piece has its own color, a well-defined atmosphere. Clarifying that, for Margola, learning cannot end with the punctual acquisition of single notions, but it is built by embracing the complexity of the musical experience in all its varieties of expression.

Andrea Faini

Andrea Faini

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FRANCO MARGOLA Franco Margola nasce a Orzinuovi (BS) il 30 ottobre 1908. Studia violino con Romano Romanini, e pianoforte complementare, armonia e contrappunto con Isidoro Capitanio all’Istituto Musicale “Venturi” di Brescia. Nel 1933 si diploma in composizione presso il Conservatorio Arrigo Boito di Parma sotto la guida di Achille Longo (1900-1954).

Franco Margola was born in Orzinuovi (BS) on 30 October 1908. He studied violin with Romano Romanini, and complementary piano, harmony, and counterpoint with Isidoro Capitanio at the Istituto Musicale Venturi in Brescia. In 1933 he graduated in composition from the Conservatorio Arrigo Boito in Parma under Achille Longo (1900-1954).

L’incontro con il compositore e direttore d’orchestra Alfredo Casella (1883-1947) è il primo dei tanti che connotano il suo percorso artistico. Casella, infatti, rimane così favorevolmente colpito dal primo lavoro propostogli – Preghiera di un Clefta – da incoraggiare Margola a proseguire nella carriera di compositore. Il successivo Trio in la viene dunque subito inserito nel repertorio del trio formato dallo stesso Casella insieme al violoncellista Arturo Bonucci (1894-1964) e al violinista Alberto Poltronieri (1892-1983). Da Casella, Margola assorbe lo stile e la linearità compositiva, che sviluppavano l’iniziale impostazione verdiana di Ildebrando Pizzetti (1880-1968) a cui il Quartetto per archi n. 3 del 1937, vincitore del Premio Scaligero di Verona, era chiaramente ispirato.

His meeting with composer and conductor Alfredo Casella (18831947) was the first of many that influenced his artistic career. Casella was so favorably impressed by the first work submitted to him – Preghiera di un Clefta – that he encouraged Margola to pursue a career as a composer. The subsequent Trio in A was thus immediately included in the repertoire of the trio formed by Casella, cellist Arturo Bonucci (1894-1964), and violinist Alberto Poltronieri (1892-1983). From Casella, Margola absorbed the compositional style and linearity that characterized the early Verdian approach of Ildebrando Pizzetti (1880-1968), by which the 1937 Quartetto per archi No. 3, winner of the Premio Scaligero di Verona, was clearly inspired.

Dal 1936 al 1940 Margola insegna storia della musica all’Istituto Musicale “Venturi” di Brescia e in quegli anni forma un’orchestra d’archi con i musicisti attivi sul territorio. Amico di Arturo Benedetti Michelangeli, dedica alcune composizioni all’allora esordiente pianista bresciano, e più tardi, nel 1944, il più ambizioso Concerto per pianoforte e orchestra.

From 1936 to 1940, Margola taught music history at the Istituto Musicale Venturi in Brescia, during which time he formed a string orchestra with musicians from the area. To his friend Arturo Benedetti Michelangeli, then a fledgling pianist, he dedicated a number of compositions and later, in 1944, the more ambitious Concerto per pianoforte e orchestra.

Fra i numerosi lavori composti durante gli anni di guerra si ricordano Il Mito di Caino e Il Titone, quest’ultima andata perduta. Nel 1944 durante il rastrellamento a Brescia dei tedeschi, Margola è deportato per alcuni mesi in un campo di lavoro nella cittadina di Mühldorf, in Baviera. Al termine del conflitto riprende la sua attività compositiva, riscuotendo successi come con il Trio per archi del 1947. Ma, finita l’epoca dei grandi ideali nazionalistici di una musica “italiana” degna della propria gloriosa tradizione, si rende conto che il proprio mondo espressivo non coincideva più con il fronte della più avanzata cultura musicale contemporanea. Era sopraggiunto un nuovo momento storico caratterizzato dalla ricerca di nuove soluzioni linguistiche; in particolare la dodecafonia si affermava in Italia come uno dei linguaggi più esplorati dai compositori d’avanguardia. Margola non sentiva proprio questo orientamento, e dopo alcuni tentativi ritorna a un’attività compositiva più libera e tradizionale, di impostazione quasi “artigianale”, soprattutto condizionata dall’intensa attività didattica allora svolta. Docente e anche direttore nei Conservatori di varie città italiane (Messina, Cagliari, Bologna, Milano, Roma, Parma), ha una schiera infinita di allievi, tra i quali Giancarlo Facchinetti (1936-2017), Niccolò Castiglioni (1932-1996) e Camillo Togni (1922-1993). È soprattutto questa intensa attività didattica e il carattere disponibile e cordiale, unitamente a una vena creativa facile e inesauribile, a stimolare la vasta produzione musicale margoliana di quegli anni. In questo contesto si manifesta un interesse sempre più spiccato per la chitarra: è inizialmente Renzo Cabassi, docente al

Among the many works composed during the war years are Il Mito di Caino and Il Titone, the latter of which has been lost. In 1944 during the German roundups in Brescia, Margola was deported for several months to a labor camp in the small town of Mühldorf, Bavaria. At war’s end, he resumed his compositional pursuits, enjoying success with works such as the 1947 Trio per archi. But as the era of the great nationalistic ideal of a consummately “Italian” music worthy of its glorious tradition came to an end, he realized that his own expressive ethos no longer coincided with the most advanced contemporary musical culture. A new historical era had dawned, marked by the quest for new linguistic solutions. Notably, dodecaphony was gaining ground in Italy as one of the languages most explored by avant-garde composers. However, Margola did not feel aligned with this direction, and after a few attempts, he returned to a freer and more traditional approach to composition, characterized by an almost “artisanal” spirit, a shift that was conditioned above all by his intense teaching activity at the time. As an educator and conductor at conservatories in various Italian cities (Messina, Cagliari, Bologna, Milan, Rome, Parma), he had an endless array of students, including Giancarlo Facchinetti (1936-2017), Niccolò Castiglioni (1932-1996), and Camillo Togni (1922-1993). Above all, it was his intensive teaching commitments and his friendly and supportive nature that, along with his effortless and boundless creativity, fueled Margola’s prolific musical output during those years. Within this context, his interest in the guitar began to grow. Initially, it was Renzo Cabassi, a teacher at the Parma Conservatory during Margola’s tenure as director, who

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7 Conservatorio di Parma negli anni in cui Margola era direttore, a indirizzare il compositore verso questo strumento. Altri chitarristi, come Enrico Tagliavini, Angelo Gilardino, Guido Margaria, Francesco Gorio, Pier Luigi Cimma, Lorenzo Zanotelli, Mario Gangi e Francesco Rizzoli svolgono in seguito la stessa funzione stimolatrice, convinti dell’efficacia, anche e soprattutto sul piano didattico, del linguaggio margoliano, moderno ma fluido, fresco e di facile comunicativa. Proprio a scopo didattico Margola compone i 4 Studi semplici per chitarra qui pubblicati, dedicati agli allievi dei corsi musicali che si tenevano nella sede del Museo degli Strumenti Musicali di Brescia diretta da Virginio Cattaneo (1939–2019), dove l’anziano musicista fu insegnante dal 1979 al 1985. Franco Margola muore a Nave (BS) il 9 marzo 1992.

introduced the composer to this instrument. Later, other guitarists, including Enrico Tagliavini, Angelo Gilardino, Guido Margaria, Francesco Gorio, Pier Luigi Cimma, Lorenzo Zanotelli, Mario Gangi, and Francesco Rizzoli, continued to nurture this interest. They were convinced of the effectiveness, particularly at the didactic level, of Margola’s language, which is modern yet fluid, fresh, and communicative. It was precisely for educational purposes that he composed the 4 Simple Studies for Guitar published here, dedicated to the students of the courses held at the Brescia Museum of Musical Instruments directed by Virginio Cattaneo (1939-2019), where the elderly Margola was a teacher from 1979 to 1985. Franco Margola passed away in Nave (BS) on 9 March 1992.

L’anno seguente, il 1993, Ottavio de Carli (Bologna, 1961) pubblica a Brescia il catalogo delle opere di Franco Margola, raccogliendo 814 lavori. A seguito dei recenti ritrovamenti, il catalogo è oggetto di revisione ed è in fase di aggiornamento. Tutti i manoscritti sono oggi conservati nella biblioteca del conservatorio di Brescia, catalogati dal compositore Tommaso Ziliani (Brescia, 1956). A partire dal 2009 e fino al 2017 l’Orchestra da Camera di Brescia ha organizzato il Festival Franco Margola.

The following year, 1993, Ottavio de Carli (Bologna, 1961) published a catalog of Franco Margola’s corpus in Brescia, collecting 814 works. Following recent finds, the catalog is being revised and updated. All manuscripts are now kept in the Brescia Conservatory library, catalogued by composer Tommaso Ziliani (Brescia, 1956). From 2009 until 2017, the Brescia Chamber Orchestra organized the Franco Margola Festival.

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4 Studi

Revisione e diteggiatura di Antonio D’Alessandro e Tommaso Ziliani

FRANCO MARGOLA (1908 - 1992)

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Grave, ma non troppo (qq = 92) 0

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1 - Introduzione

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INDICE Pag. 19 STUDI

Track list (vedi pag. 2)

19 STUDIES Prefazione / Preface, di Andrea Faini .......................................... 4

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Biografia di Margola / Margola’s Biography................................ 6

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4 Studi ....................................................................................... 8 1 - Introduzione .................................................................. 8

1

2 - Andante ......................................................................... 9

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3 - Allegretto ..................................................................... 10

3

4 - Scorrevole..................................................................... 11

4

Studio n. 1 ............................................................................... 12

5

Studio n. 2................................................................................ 14

6

Studio n. 3................................................................................ 17

7

Studio n. 4................................................................................ 20

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Studio n. 5................................................................................ 22

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Studio n. 6................................................................................ 24

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Studio n. 7................................................................................ 27

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Studio n. 8................................................................................ 30

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Studio n. 10.............................................................................. 37

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Studio n. 11.............................................................................. 42

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Studio n. 12.............................................................................. 44

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Studio n. 13.............................................................................. 46

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Studio n. 14.............................................................................. 48

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Studio n. 15.............................................................................. 51

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4 BRANI 4 PIECES Prefazione / Preface, di Guido Margaria, Angela Centola.......... 54

---

Omaggio a Guido Margaria...................................................... 56

20

Offerta musicale a Bach per chitarra, dedicata a Guido Margaria.... 58

21

Esordio, da Omaggio a Guido Margaria................................... 60

22

Finale, da Omaggio a Guido Margaria...................................... 62

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