20 Canti popolari italiani / 20 Italian Folk Songs

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Al mio caro amico Giulio Tampalini

Progetto ideato e diretto da Filippo Michelangeli

L’editore, esperite le pratiche per acquisire i diritti di riproduzione dei brani prescelti, è a disposizione degli aventi diritto per eventuali lacune e omissioni.

English text by Jed Jennings

Direzione editoriale: Laura Moro

Redazione: Samuele Pellizzari, Edoardo Clavenna

Progetto grafico di copertina: Dario Codognato

Immagine di copertina: Arlecchino con chitarra, di Juan Gris, 1919, Historic Collection / Alamy Foto Stock Grafica musicale e impaginazione: Paolo Mellini

Cd audio: Giulio Tampalini, chitarra

Registrazione effettuata presso il Bartók Studio di Bernareggio (MB) nel mese di febbraio 2024

Tecnico del suono: Raffaele Cacciola

Chitarra realizzata dal liutaio inglese Philip Woodfield

Anno di pubblicazione e proprietà: 2024, by Michelangeli Editore S.r.l.

Proprietà esclusiva per tutti i Paesi: EDIZIONI CURCI S.r.l. – Galleria del Corso, 4 – 20122 Milano © 2024 by Edizioni Curci S.r.l. – Milano

Tutti i diritti sono riservati

EC 12473 / ISMN: 9790215922556 www.edizionicurci.it

Stampato in Italia nel 2024 da Ingraf Industria Grafica S.r.l., Via Monte San Genesio, 7 – Milano

PREFAZIONE / PREFACE

In questa pubblicazione, 20 Canti popolari italiani, sono raccolte – in riuscite e originali versioni per chitarra sola – musiche tradizionali provenienti da diverse regioni d’Italia, nelle quali Daniele Fabio coniuga qualità tecniche e artistiche in un equilibrato connubio.

È l’esaltazione delle complesse potenzialità presenti, in nuce, nella semplicità: una sorta di “semplessità”, risvegliata dalle suggestioni della riscrittura di queste musiche. La tradizione orale e quella della musica scritta trovano allora, in queste rielaborazioni, un dialogo che suscita emozioni ed empatia in chi ascolta.

I brani selezionati affondano le loro radici nella tradizione più autentica e popolare; e proprio in virtù di tale caratteristica, essi evocano realtà e mondi artistici antropologicamente “altri”.

Ma questa è la magia dell’arte, della grande musica: essa è capace di sfumare le differenze; grazie alla sua forza comunicativa, la musica perviene a ridurre le distanze.

Nel caso di questa pubblicazione, trasmette un messaggio federatore e crea una profonda ed essenziale trasversalità fra due prospettive apparentemente lontane: la ricerca etnomusicologica e quella della musicologia più tradizionale, sistematica e storica.

I canti popolari italiani rappresentano l’eredità musicale di diverse culture del nostro Paese. E tale mondo popolare viene sottilmente recuperato.

Mi fa piacere pensare che questo lavoro venga pubblicato in prossimità del centenario della nascita di Luciano Berio, che celebreremo l’anno prossimo, nel 2025. Come non ricordare le sue Folk Songs, composte nel 1964! Un vero e proprio viaggio, un giro d’Italia attraverso le musiche e le varie, molteplici e intense espressività delle voci del nostro territorio.

Il progetto si completa di un album di Giulio Tampalini, uno dei chitarristi più ispirati della sua generazione, le cui abilità tecniche e interpretative sono universalmente riconosciute.

Dal punto di vista prettamente tecnico-esecutivo, si apprezzano l’articolazione, il gesto e il tocco, puntuali e sicuri, capaci di esprimere la complessità dei profili armonici e una densità polifonica.

Ma soprattutto, nell’interpretazione di Tampalini, tali brani acquistano ampiezza e sviluppo, in una dimensione nuova di vera e compiuta arte; Tampalini propone una lettura del testo musicale con una sensibilità colta, rivelando in tale, diffuso e notissimo repertorio, una forza intrinseca finora inespressa.

Giorgio Battistelli, compositore

In this publication, 20 Italian Folk Songs, a collection of traditional music from various regions of Italy is presented in artfully original versions for solo guitar by Daniele Fabio, who skillfully blends technical and artistic qualities in a wellbalanced fusion.

It is a celebration of the complex possibilities inherent in simplicity: a sort of “simplexity,” awakened by the evocative power of these musical transcriptions. Oral tradition and written music thus find a dialogue in these reworkings that evokes emotions and empathy in the listener.

The selected pieces are deeply rooted in the most authentic folk tradition, and precisely because of this characteristic, they conjure realities and artistic worlds that are anthropologically “other.”

But this is the magic of art, of great music: it has the power to blur differences through its communicative power, closing distances and bridging gaps.

In this publication, it conveys a unifying message and creates a profound and essential cross-over between two seemingly distant perspectives: ethnomusicological research and the more systematic discipline of musicology.

Italian folk songs represent the musical heritage of different cultures within our country, thoughtfully revived in these arrangements.

I am pleased to note that this work is being published in close proximity to the centenary of Luciano Berio’s birth, which we will celebrate next year in 2025. How can we not recall his Folk Songs, composed in 1964? It is a true journey, a tour of Italy through the music and the diverse, multifaceted, and intense expressions of the voices from our region.

The project is complemented by an album featuring Giulio Tampalini, one of the most inspired guitarists of his generation, whose technical and interpretative skills are universally acclaimed.

From a technical perspective, Tampalini’s articulation, gesture, and touch are precise and confident, effectively expressing the complexity of the harmonic profiles and polyphonic depth.

But it is in Tampalini’s interpretation that these pieces truly expand and evolve, reaching a new level of true artistry. His approach to the musical text reveals a cultivated sensitivity, bringing out an intrinsic power in this familiar and widely known repertoire that had previously remained unexpressed.

Giorgio Battistelli, composer

Le musiche di tradizione orale hanno sempre suscitato in me grande fascino e attrazione, riconoscendo in esse la forza di resistere alle intemperie del tempo senza l’ausilio di una traccia scritta. Musiche tramandate di bocca in bocca, da donne e uomini che, attraverso il canto, la musica e la danza, hanno mantenuto vivo il fuoco della memoria. Musiche che affondano le proprie radici nelle profondità di vite vissute, pulsanti di una forza comunicativa ancestrale e senza tempo.

Così quando l'editore mi ha proposto di scrivere venti brani per chitarra sola riarmonizzando e rielaborando temi popolari italiani, l'ho accolta con grande e convinto entusiasmo.

Ho visto subito la coerenza di uno strumento, la chitarra, che da sempre abbraccia sia il mondo della musica colta occidentale sia quello delle musiche tradizionali. Il repertorio chitarristico, infatti, è ricco di brani d’ispirazione popolare, ma soltanto pochi di essi riguardano la nostra Penisola.

L’Italia è un paese dalle forti tradizioni musicali orali, eterogenee e di inestimabile bellezza, ad esse si intrecciano numerose canzoni popolaresche (per fare una distinzione alla Béla Bartók), ossia brani d’ispirazione popolare, composti da autori colti che hanno saputo raccogliere l’anima e la forza autentica della tradizione.

Nelle musiche popolari non esiste la dimensione del “concerto”, esse hanno tutte una funzione sociale, la performance è sempre funzionale a soddisfare l’esigenza che la comunità richiede in un determinato momento. Ciò accomuna su scala planetaria canti e danze estremamente differenti tra loro nella forma, ma simili nell’essenza.

In questo lavoro ho cercato di far convergere diversi intenti: comporre venti brani concertistici per chitarra sola, partendo da meravigliose melodie italiane, sfruttando il potenziale virtuosistico, espressivo e idiomatico delle sei corde e mantenendo intatto e riconoscibile il profilo melodico, così da salvaguardarne la memoria culturale.

Ho approfondito la storia, il contesto e la funzione di ogni brano, cercando di arrivare al nucleo culturale e musicale. Effettuando poi un’operazione di destrutturazione e ricomposizione, dove riarmonizzazioni, e contrappunti, nuovi elementi melodici e strutturali, convivono con le melodie originali.

Il tutto viene coronato dall’incisione dei 20 brani ad opera di Giulio Tampalini, che coglie a pieno il senso profondo dell’intero volume, e attraverso una straordinaria tecnica e capacità interpretativa, irradia ogni traccia della sua peculiare forza comunicativa e poetica.

The music of oral tradition has always fascinated and captivated me with its power to endure the test of time without written notation. These melodies, passed down orally from one generation to the next, have been kept alive by women and men who, through song, music, and dance, have maintained the flame of memory. These songs are deeply rooted in lived experiences, pulsating with an ancestral and timeless communicative force.

When the publisher proposed that I write twenty pieces for solo guitar by reharmonizing and reworking popular Italian themes, I embraced the idea with great enthusiasm.

I immediately saw the coherence of using the guitar, an instrument that has always bridged both the world of Western classical music and traditional music. The guitar repertoire is rich in pieces inspired by folk music, but only a few pertain to our peninsula.

Italy is a country with strong oral musical traditions, diverse and inestimably beautiful. Interwoven with these traditions are numerous folk-inspired songs (to make a distinction à la Béla Bartók), written by learned composers who have captured the authentic power and soul of the tradition.

In folk music, the concept of a "concert" does not exist, as this genre of music serves a social function whereby the performance is always meant to fulfill the needs of the community at a given moment. As such, it connects songs and dances from around the world which may differ greatly in form but share a similar essence.

In this work, I sought to achieve several goals: to compose twenty concert pieces for solo guitar, starting from beautiful Italian melodies, utilizing the virtuosic, expressive, and idiomatic potential of the six strings while keeping the melodic profile intact and recognizable, thus preserving their cultural memory.

I delved into the history, context, and function of each piece, aiming to reach their cultural and musical core. This process involved deconstruction and recomposition, where reharmonizations, counterpoints, and new melodic and structural elements coexist with the original melodies.

The project is brought to fruition with the recording of these twenty pieces by Giulio Tampalini, who fully captures the profound essence of the entire collection. Through his extraordinary technique and interpretive ability, he imbues each track with his unique communicative and poetic sensibility.

Una delle magie della chitarra è la sua capacità di esprimere generi musicali diversi, come la classica e il pop, senza tradire la propria voce e la propria anima. Il suono di una chitarra lo riconosci sempre, quando dialoga con virtuosismo accanto a un’orchestra sinfonica, quando è solista e quando accompagna il canto.

Per questo il suo suono ha ispirato nell’Ottocento e, soprattutto, nel Novecento una sterminata quantità di compositori di ogni nazionalità. La chitarra ha il dono di arrivare subito al cuore di chi la ascolta.

Strumento ideale per sostenere i canti popolari – una serenata, una tarantella, una barcarola – ma anche per mettersi il vestito da sera ed entrare in una sala da concerto, esibendo la nobiltà del suo canto e la sua capacità di diventare polifonica.

Daniele Fabio, un giovane e valente compositore cosentino, ha trovato una felice ispirazione nei Canti popolari italiani, ne ha scelti venti e ne ha offerto una nuova rielaborazione e armonizzazione, proseguendo la felice tradizione che prima di lui ha ispirato altri compositori.

Conoscendo a fondo la chitarra e avendo svolto regolari studi di composizione, egli ha saputo trovare una sintesi tra le possibilità espressive della chitarra e lo sfruttamento di un idioma che solo un professionista delle sei corde domina pienamente.

Tra i 20 Canti popolari italiani ci sono brani celebri, come Bella ciao, Maremma amara, la Pizzica, ma anche canzoni d’autore, come alcuni capolavori della tradizione napoletana. In ogni brano l’interprete ritroverà il piacere di portare al pubblico melodie immortali in una livrea chitarristica da concerto. E l’album che ha registrato da par suo il virtuoso bresciano Giulio Tampalini, d’accordo con Daniele Fabio, aiuterà ad avere una traccia concreta delle intenzioni dell’autore.

Auguro ogni bene a questa raccolta e sono sicuro che farà riscoprire nel nostro Paese e nel resto del mondo il più schietto e sincero orgoglio musicale italiano.

One of the magical qualities of the guitar is its ability to express diverse musical genres, such as classical and pop, without losing its unique voice and soul. You can always recognize the sound of a guitar, whether it’s performing with virtuosity alongside a symphony orchestra, playing solo, or accompanying a singer.

Its distinctive sound has inspired countless composers from various parts of the world, especially in the 19th and 20th centuries. The guitar has a way of immediately touching the hearts of its listeners.

It is the perfect instrument for folk songs – whether it’s a serenade, a tarantella, or a barcarolle – but it can also dress up for a concert hall, showcasing the nobility of its sound and its polyphonic possibilities.

Daniele Fabio, a talented young composer from Cosenza, has drawn rich inspiration from Italian Folk Songs. He has selected twenty of these songs and provided new arrangements and harmonizations, continuing a tradition that has inspired many composers before him.

With his deep understanding of the guitar and his formal training in composition, Fabio has skillfully blended the expressive capabilities of the guitar with an idiom that only a true six-string professional can fully master.

Among the Twenty Italian Folk Songs are well-known pieces like Bella ciao, Maremma amara, and the Pizzica, as well as properly composed songs, including some masterpieces from the neapolitan tradition. Each piece allows the performer to bring timeless melodies to the audience in a concert guitar setting. The album, recorded by the virtuoso from Brescia, Giulio Tampalini, in collaboration with Daniele Fabio, provides a tangible representation of the composer’s vision.

I wish this collection every success and am confident it will help people, both in our country and around the world, rediscover Italy’s genuine and heartfelt musical pride.

Filippo Michelangeli, journalist

Canto popolare, Piemonte

Versione di Daniele Fabio Diteggiatura di Giulio Tampalini

Amore mio non piangere

Versione di Daniele Fabio Diteggiatura di Giulio Tampalini

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