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Intervista alla distribuzione Penny: private label ad alta sostenibilità

A FARE IL PUNTO CON PL MAGAZINE È MONICA DI MAGGIO, RESPONSABILE DEI MARCHI PRIVATI E SUSTAINABILITY COORDINATOR.

Penny: private label ad alta sostenibilità

La catena discount di Rewe Group conta oltre 400 punti vendita nel nostro Paese e un fatturato di poco inferiore a 1,3 miliardi. Le Mdd sono centrali, come avviene sempre nel canale. L’insegna punta, nelle proprie scelte, sulle variabili del rispetto ambientale e umano, dando forza alle nostre Pmi.

Scuola tedesca e cuore nazionale. Questo è in brevissimo Penny Italia, un big che chiude il 2021 con una rete davvero importante. Le Pl sono prevalenti. Ma quali sono le strategie? Ne abbiamo parlato con Monica Di Maggio, responsabile dei marchi privati e sustainability coordinator.

Partiamo dalla lotta allo spreco... La nostra adesione, il 12 dicembre, a Too Good To Go, la prima in Italia di un discounter, dimostra, una volta di più, la nostra attenzione al tema, già evidente nella lunga partnership con il Banco Alimentare e nella vendita a prezzo "politico" di prodotti vicini alla scadenza. Tutto questo ribadisce la nostra attenzione alla sostenibilità.

Marchi privati e sostenibilità: c’è un nesso? C’è e questo implica, per Penny, un percorso molto lungo, che inizia con la progettazione e termina con una serie di messaggi culturalmente positivi. Per esempio, il marchio My Bio Bellezze Naturali, parte della linea food My Bio, vuole cambiare i criteri di approccio al mondo ortofrutticolo, facendo capire che gli aspetti che veramente contano, al di là dell’estetica, sono la bontà e la salubrità.

E il packaging? Stiamo lavorando anche su questo e, come novità, posso dire che, all’inizio del 2022, porteremo sugli scaffali una linea di prodotti non alimentari green, sia nelle confezioni, sia nelle formulazioni. Fondamentale è poi la certificazione. Per "La buona pasticceria", dunque nel dolciario, garantiamo l’assenza di olio di palma e, quando, fra gli ingredienti, c’è il cioccolato, anche l’attestazione Rainforest Alliance. Poi c’è il riconoscimento Friend of the Sea, che copre la linea Gran Mare. Il nostro obiettivo è di arrivare ad avere il 100% dei nostri marchi certificato.

Linee a marchio privato:

Referenze a marchio privato: oltre 2.500

40

Dimensioni medie: da 300 a oltre

Fatturato 2020: 1.269mln

LA SCHEDA DI PENNY ITALIA

Regioni coperte: 18

Addetti:

1.000 mq

Aperture medie annue: 20/25

4.000

Totale rete 2021: 404

punti vendita di proprietà

Centri distributivi: 7

Altri elementi? Oggi più che mai è importante il controllo di filiera. Penso solo al brand Ortomio: formato da prodotti con base esclusivamente vegetale, e presente nel surgelato e nelle conserve vegetali in genere, oggi si avvale di un processo che prende in esame tutto l’iter del prodotto, non escluso l’impatto ambientale.

Che peso hanno le private label? I marchi privati sono decisamente strategici. La loro incidenza è molto elevata e, in certe categorie, come i freschi e freschissimi, raggiuge l’85%. Mi riferisco, per esempio, alla frutta e verdura, ai formaggi, ai panificati, ai salumi. Facendo una media si arriva sopra il 50%, per circa 40 brand e oltre 2.500 referenze. Alcuni marchi sono caratterizzati per reparto, come "Fior di pasta", nei primi piatti secchi e freschi, mentre altri sono cross category, come "Cour di terra", dedicato alle eccellenze alimentari italiane.

Quali sono i vostri bestseller? Per noi i più importanti, non solo per numerica delle referenze, ma anche per fatturato, sono sicuramente "Penny", che lavora su molteplici reparti e su tutto ciò che è di uso quotidiano, come pane, farine, zucchero, olio e aceto, "Sapor di cascina", per i freschissimi – salumi, yogurt, carne –, "Valbontà" per latte e formaggi, ottenuti interamente da latte italiano, e "Natura è", che opera su frutta e verdura tutta italiana, tracciabile e a ridotto contenuto di pesticidi. Di successo anche l’enoteca, con vari livelli di private label, fra le quali "Archetto" per i vini da tavola, D’Alleramo, per i vini di pregio, Roccamerlata, per gli spumanti. Qui è importante la varietà, ossia una proposta differenziata per livelli di prezzo. Molto interessante è anche "Vicino" marchio di frutta e verdura di stagione che, appunto, privilegia la vicinanza della produzione facendo un passo in più: non solo prodotto italiano, ma del territorio circostante al punto vendita.

Altri reparti chiave? Il dolciario e le eccellenze sono sempre rilevanti nella Gdo, e, in Penny, fanno leva su vari marchi. "Regali Bontà", per esempio: incentrato sul doppio concetto del regalo e della regalità, quest’anno si arricchisce con i prodotti integrali. Da citare anche "Selection", che alligna i sapori dal mondo. Il tutto è completato da "Cuor di Terra Le Specialità" che è un prodotto continuativo, e trasversale, con paste ripiene, salumi di alto livello e molto altro. Insomma, nel 2022 lavoreremo sempre di più sulla diversificazione della proposta e sulla qualità, per dare una risposta concreta a un cliente che ha sempre più bisogno di trovare il giusto equilibrio fra il prezzo e la validità dei prodotti.

Ultimi, ma non meno importanti, i fornitori. Come avviene la scelta? I criteri decisionali sono vari, ma rispettano sempre la nostra mission: offrire la migliore qualità al migliore prezzo. Importanti sono il possesso di certificazioni etiche, la provenienza italiana, che ha portato alla campagna "Abbracciamo l’impresa italiana", le dimensioni, privilegiando le Pmi, che, altrimenti, non avrebbero avuto accesso alla Gdo. Sono gestiti con attenzione i fornitori di lunga data, che lavorano con noi in un’ottica di vera partnership. Questo non significa che non si facciano gare e non si mettano mai in competizione i copacker, ma solo che ci sono logiche di fondo che devono ispirare la selezione.l Luca Salomone giornalista professionista specializzato in beni di consumo, distribuzione, centri commerciali e finanza

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