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La sfida della sostenibilità impone scelte rapide ed efficaci

Uno dei temi principali che tutte le aziende hanno dovuto affrontare in questi ultimi anni è la transizione ecologica. «È una sfida a cui occorre rispondere con velocità – racconta Etienne Le Labourier, amministratore delegato di Guillin Italia – perché le nuove leggi impongono scadenze a volte molto stringenti. La nostra strategia non è improntata all’adattamento, al contrario cerchiamo sempre di agire con tempestività e anticipare il mondo di domani. A tal proposito, la crescente domanda di packaging per delivery e take away nel 2020-21 ci ha permesso di penetrare nuovi mercati con tanti prodotti diversi rispetto al passato. Grazie alle acquisizioni da parte del Gruppo di aziende leader nel mondo della carta (Thiolat e Gault & Fremont), abbiamo inserito a catalogo una linea di articoli bio (circa 350 referenze), vero e proprio trend di mercato per l’Horeca. Siamo inoltre founding partner di Prevented Ocean Plastic e integriamo nei nostri packaging riciclabili un materiale riciclato di qualità, derivante dalla raccolta effettuata sulle coste dell’Indonesia, così più di 830 milioni di bottiglie di plastica non finiranno la loro vita nei fiumi e negli oceani».

Novità ibride per prestazioni di alto livello

Oltre alla creazione di una nuova linea bio, le novità in casa Guillin sono rappresentate dalle soluzioni di packaging ibrido, con un mix di carta e R-Pet/Pp. «Questo permette di ridurre la quantità di plastica in un packaging sfruttandone tutte le sue caratteristiche – spiega Etienne Le Labourier – come l’impermeabilità, la resistenza alle alte/basse temperature, l’ermeticità ecc., con il minimo impatto ambientale. Alcuni esempi sono Ecotripack, scatola in R-Pet e cartone senza colla o adesivi tra i due materiali, Luxifood, vaschetta in cartone con sottile film barriera, Luxipack, elegante scatola per pasticceria con fondo in cartone e coperchio in R-Pet».

I prezzi in rialzo dei materiali stimolano una visione più completa del pack

Secondo Matteo Colaone, business development manager Italy di Sealed Air, l’accelerazione dei costi e dei prezzi delle materie prime, accompagnata dalla scarsità di alcune di esse, in particolare quelle molto “tecniche”, ha stimolato una vivace riconsiderazione del mix di prodotti: «Ciò ha riportato al centro la sostenibilità ambientale, in un senso molto più olistico. Essa non è declinata unicamente nel momento di selezione di una certa categoria di plastica: l’utilizzatore, più correttamente, ha imparato a soppesare la sostenibilità anche in rapporto alla leggerezza del packaging, alla riduzione di spessori, a prestazioni di materiali e macchinari che, in ultima analisi, impattino positivamente sull’economia dell’intero processo produttivo, in particolare in termini di efficienza energetica. Parallelamente e similmente, la congiuntura ha messo il confezionatore in una condizione di maggiore attenzione alle politiche di scorte, di tendenza alla riduzione o azzeramento di scarti e sprechi. Per un’azienda come la nostra, che ha un chiaro impegno globale su tali fronti, queste tendenze sono trainanti».

Film termoretraibili pronti per il riciclo

Recentemente l’azienda ha lanciato film termoretraibili barriera pronti per il riciclo. «Si tratta della serie Cryovac Eco Bdf – spiega Matteo Colaone – che alla riduzione dell’utilizzo di plastica fino al 90% rispetto ai laminati spessi e termoformabili unisce la volontà di proporre materiali compatibili con il riciclo. Eco Bdf20M, ad esempio, è realizzato con materiali vergini al 100%, mentre Eco rBdf20M contiene il 30% di Resine Circolari Certificate (Ccr), entrambi possono essere riciclati in flussi di polietilene a bassa densità (Ldpe), secondo gradi che possono variare per ambito geografico e programmi di raccolta, smistamento e riciclo di film flessibili».

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