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IRON PEOPLE D’ UCRAINA
SONO I FERROVIERI, SIMBOLO DELLA
RESILIENZA CIVILE DOPO OLTRE UN ANNO DI CONFLITTO. IN PRIMIS IL
LORO PRESIDENTE, OLEKSANDR
KAMYSHIN, A CAPO DI UNA
RETE CHE HA CONSENTITO DI
EVACUARE QUATTRO MILIONI DI ABITANTI E TRASPORTARE
325MILA TONNELLATE DI AIUTI
UMANITARI
Era stato assunto da pochi mesi Oleksandr Kamyshin, presidente delle Ferrovie ucraine, quando iniziò l’invasione russa, il 24 febbraio 2022. Visse una notte di estrema incertezza nella sua casa al centro di Kiev ma con la consapevolezza che bisognava essere saldi, in grado di gestire una situazione di emergenza che solo fino a pochi mesi prima ben pochi avevano previsto. Il giorno dopo Kamyshin, 38enne, scelse una squadra di sei manager che conoscessero palmo a palmo la mappa delle ferrovie e trasformò l’azienda nella spina dorsale del Paese: fondamentale per lo sforzo bellico, decisiva per trasportare persone, armi, merci e rifornimenti, cruciale per mantenere viva la diplomazia attraverso un treno dedicato e per esportare derrate alimentari bloccate per mesi nei porti.
A più di un anno dall’inizio delle ostilità, si aspettava di diventare una delle figure più riconosciute a livello internazionale in questo conflitto?
La figura chiave in questa guerra di indipendenza, in realtà, è il cittadino ucraino. Sono le persone comuni che combattono sul campo di battaglia, i volontari, i lavoratori che continuano a gestire l'economia, i medici e gli insegnanti in lotta per il futuro del Paese. Le Ferrovie sono il più grande datore di lavoro in Ucraina e abbiamo dimostrato di essere operativi ed efficaci fin dai primi giorni, garantendo il processo di evacuazione, ristabilendo le rotte merci e fornendo aiuti umanitari. La nostra disciplina ha fatto sì che gli iron people (uomini di ferro), come chiamiamo i ferrovieri in questi giorni, siano diventati un simbolo della resilienza civile.
Qual è la vita di un presidente delle ferrovie in tempo di guerra?
Dobbiamo essere flessibili. Non esiste un libro di testo o un Master in
Business and Administration che insegni a gestire le ferrovie durante il più grande conflitto dalla Seconda guerra mondiale. Dobbiamo stare attenti a come continuare a far funzionare il sistema ferroviario nonostante gli attacchi missilistici perché la Russia prende deliberatamente di mira le infrastrutture civili, le stazioni affollate dalle persone e le sottostazioni elettriche. Poi dobbiamo essere veloci: alcune decisioni durante la guerra vengono prese in minuti o ore anziché in settimane. Non c'è tempo per la burocrazia. Dopo il blocco dei porti marittimi da parte della Russia, volto a provocare la fame nel mondo, abbiamo aumentato di tre volte il trasporto di grano per garantire le capacità di esportazione. Infine, dobbiamo essere affidabili. Le ferrovie ucraine sono la spina dorsale dell’economia del Paese e andare avanti, in qualsiasi circostanza, consente di mantenere posti di lavoro e riportare a casa i rifugiati ucraini.
Qualche spunto per capire meglio
Una parte del ponte ferroviario a Irpin’ come il vasto sistema ferroviario abbia aiutato il Paese a resistere a un'invasione?
Prima di tutto, abbiamo evacuato con successo quattro milioni di ucraini, tra cui un milione di bambini, dalle regioni sotto attacco. E 120mila animali domestici sono stati messi in salvo senza conseguenze. Dopodiché abbiamo fatto del nostro meglio per far funzionare il trasporto merci, inventando da zero alcune catene logistiche. Certo, nei primi giorni dell’invasione le merci si sono bloccate ma siamo riusciti ad aumentare le esportazioni del 71%, da marzo a dicembre 2022, mantenendo in piedi l’economia. Quest’inverno abbiamo trasformato 92 stazioni ferroviarie in fortezze invincibili dopo gli attacchi russi alle infrastrutture energetiche. In caso di blackout o guasto al sistema di riscaldamento cittadino causato da attacchi missilistici, le persone possono andare nelle stazioni per riscaldarsi, ricaricare i dispositivi e collegarsi alla rete. E forniamo anche il trasporto per la diplomazia. Come è evidente tutti i voli sono bloccati e i primi ministri stranieri, i presidenti e altri politici di alto rango viaggiano con lo speciale treno diplomatico. Abbiamo ospitato 227 delegazioni e organizzato un viaggio memorabile a Kiev per l’ex primo ministro italiano Mario Draghi a giugno e, il 21 febbraio scorso, per l’attuale premier Giorgia Meloni.
Abbiamo letto l'hashtag #ironpeople associato ai ferrovieri ucraini. Come hanno affrontato la pressione di essere bombardati durante il lavoro? Queste circostanze straordinarie hanno favorito l'unità e la determinazione? Quante vite sono state perse finora?
Durante la guerra sono morti 319 ferrovieri, 703 sono rimasti feriti e 123 hanno perso la casa. È un lavoro pericoloso di questi tempi. Eppure, per quasi un anno, non ho ricevuto un solo rapporto su qualcuno che si è rifiutato di entrare nei turni. L’azienda è un luogo di professionisti dove la disciplina è rispettata come una virtù fondamentale. È per questo che hanno cominciato a chiamarci iron people. È così che combattiamo per il Paese. Ci darebbe qualche dato sugli aiuti umanitari trasportati?
Fin dall'inizio della guerra abbiamo portato aiuti umanitari in ogni città, compresa Kharkiv, che era sotto un pesante attacco. I nostri treni hanno fornito cibo, medicine e prodotti per l’igiene necessari a coloro che ne avevano più bisogno. Siamo grati per questo aiuto agli alleati della Ue e sappiamo quanti sforzi hanno fatto l’Italia e i cittadini italiani per aiutare l'Ucraina. Per ora, abbiamo calcolato che sono state inviate 325mila tonnellate di aiuti umanitari attraverso i treni merci e 11mila tonnellate su treni passeggeri. L'infrastruttura energetica dell’Ucraina ha subito ingenti danni a causa dei bombardamenti. Come state gestendo questa situazione?
È difficile mantenere il traffico in orario quando il tuo Paese ha subito negli ultimi mesi 12 massicce ondate di attacchi missilistici contro le infrastrutture energetiche. Le sottostazioni ferroviarie sono state attaccate fin dalla scorsa primavera: i russi hanno cercato di interrompere il trasporto di merci e passeggeri molto prima degli attacchi di ottobre alle infrastrutture energetiche.
I passeggeri hanno subito alcuni ritardi, ma il nostro sistema è altamente resiliente: abbiamo backup e protocolli per affrontare gli incidenti. Nessuna linea ferroviaria è stata sospesa, anzi abbiamo aggiunto nuove rotte e destinazioni. Non ci fermeranno.
I treni ucraini in orario sono un simbolo di questa guerra?
Questa è la mia massima priorità, la seconda dopo la sicurezza: dobbiamo arrivare in orario.
Controllo quotidianamente questo aspetto e oggi, mentre parliamo, il 97% dei treni è partito puntuale e il 96% è arrivato in orario. Il risultato medio dell'ultimo anno è dell'85%. Date le circostanze è un buon risultato. Ma vogliamo fare ancora meglio.