Panorama Bresciano Marzo 2012

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Anno 2 - MARZO 2012 nr 3

Magazine di Attualità Economia Finanza Cultura Storia Enogastronomia Territorio

MARZO 2012

€ 1,50

PANORAMA BRESCIANO CULTURA i 150 anni del Gambara LAVORO prospettive occupazionali

RESTAURO Renato Giangualano

MUSICA Serena Saloni

MOTORI agevolazioni auto storiche SCUOLA liceo per imprenditori

A CARTE SCOPERTE faccia a faccia tra Fabio Rolfi e Federico Manzoni sui temi più importanti per il futuro di Brescia

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PANORAMA BRESCIANO Magazine di Economia Finanza Attualità Cultura Storia Enogastronomia Territorio

SOMMARIO

Editoriale 07 Diamo un senso all’8 marzo di M.Annibale Marchina Attualità 10 Poker Face di P. Gregorio 16 Avvocati S.P.A. di P. Castriota Economia 34 Giovani, lavoro, imprenditoria di M. Biglia 36 A scuola d’impresa di M. Biglia Te r r i t o r i o 20 Cuore di bottega di C. Pasotti 24 Meravigliosa natura

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Il faccia a faccia tra Rolfi e Manzoni

Storia & Cultura 28 Le magnifiche donne del Gambara di M.Annibale Marchina Scienza 42 Il genio dei geni di L. Wesendorf 54 Conti in rosso, niente Marte Musica 44 Serena con brio di L. Fertonani 46 La voce potente delle bambole di cristallo di M. Bossanova

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Salute 55 Contro l’ossidazione 56 Magrissima Angelina Società 48

La storia dell’istituto Veronica Gambara

Donne in ufficio, meno tasse

Te c n o l o g i a 50 Memorie artificiali 52 Guardie e ladri in Rete 53 La mano dice chi siamo Motori 58 Il motore in testa di P. Castriota

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I giovani e le prospettive occupazionali

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Serena Saloni: un talento alla chitarra

IN COPERTINA Anno 2 - MARZO 2012 nr 3

Magazine di Attualità Economia Finanza Cultura Storia Enogastronomia Territorio

MARZO 2012

€ 1,50

PANORAMA BRESCIANO CULTURA i 150 anni del Gambara RESTAURO Renato Giangualano

LAVORO prospettive occupazionali

MOTORI agevolazioni auto storiche

MUSICA Serena Saloni

In copertina: Una foto di palazzo Loggia simbolo delle scelte di politica comunale

SCUOLA liceo per imprenditori

A CARTE SCOPERTE faccia a faccia tra Fabio Rolfi e Federico Manzoni sui temi più importanti per il futuro di Brescia

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Editoriale

DIAMO UN SENSO ALL’8 MARZO Mariella Annibale Marchina*

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ono già passati 36 anni da quando, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, il 16 dicembre 1976 propose la risoluzione n. 32/142, che sollecitava gli Stati membri, ciascuno nel rispetto e in base alle loro tradizioni storiche e della Pace internazionale ad agire in una direzione precisa: la sicurezza della pace e il pieno godimento dei diritti umani e delle libertà fondamentali hanno bisogno della partecipazione attiva, dell’uguaglianza e dello sviluppo delle donne. L’Unesco dopo pochi mesi proclamava l’8 marzo Giornata Internazionale della donna. La data 8 marzo fu scelta in ricordo delle 129 operaie tessili che lo stesso giorno del 1908 arsero vive, nell’incendio che divampò nella fabbrica in cui lavoravano: il Cottons di Chicago. Le operaie alcuni giorni prima avevano scioperato contro il proprietario, Mr. Johnsons, che le costringeva a lavorare in condizioni disumane. Si dice che l’incendio scoppiato fosse di origine dolosa e che le operaie, chiuse a chiave dentro i locali, non ebbero nessuna via di fuga. L’ 8 marzo dello stesso anno a New York sfilarono le lavoratrici delle sartorie e delle fabbriche sia per il diritto al voto, ma in modo particolare recriminavano affinché fossero migliorate le loro condizioni di vita lavorativa, e nello stesso tempo protestarono contro lo sfruttamento del lavoro minorile. Chiedevano una giornata lavorativa di 10 ore e un salario migliore. La protesta esercitata con scioperi e manifestazioni di piazza, fu repressa violentemente dalla polizia. Bisogna rammentare che un altro terribile incendio avvenne negli Stati Uniti, precisamente il 25 marzo 1911, in cui altre 146 donne perirono nel disastro che scioccò notevolmente l’opinione pubblica americana. L’incendio sprigionatosi negli ultimi piani della Triangle Shirtwaist Comapany a New York, non permise alle lavoratrici di fuggire, perché le porte erano state chiuse a chiave dall’esterno. La maggior parte delle vittime erano giovinette ebree e italiane, da poco emigrate negli Stati Uniti. Ai funerali, che si svolsero lungo la Broadway di New York, parteciparono centomila persone, tanto fu il cordoglio per la tragedia accaduta. La sciagura portò le autorità americane a far modificare la legislazione sul lavoro. La propaganda e la diffusione dei diritti sia sociali che politici delle donne erano stati già annunciati

nel Congresso di Parigi del 1889 dalla Seconda Internazionale, in cui fu accolto il principio del diritto delle donne al lavoro e alla retribuzione pari a quella degli uomini. La protesta delle donne americane sviluppatasi attraverso le organizzazioni femminili, in modo particolare dalle sindacaliste che nel 1848 avevano dato origine al movimento Women’s Trade Union Leange, iniziarono a scuotere la società industriale della seconda metà del XX secolo. Nel 1909 in Europa si sviluppò, in modo particolare in Inghilterra, il movimento delle Suffragette guidato da Emmeline Pankhurst che rivendicò il diritto al voto e sostenne la parità di diritti come gli uomini. Le manifestazioni in favore dei diritti delle donne, che erano sorte in America e in Inghilterra, man mano si estesero al resto d’Europa, sia per ottenere il voto politico, sia per avere parità nelle retribuzioni salariali, sia per proibire lo sfruttamento del lavoro minorile, ma soprattutto per aver la possibilità di lavorare in ambienti più salubri. Nella conferenza delle Donne della Internazionale Socialista del 1910, svoltasi a Copenaghen, in cui parteciparono 100 donne di 17 paesi, Clara Zetkin, laeder socialista tedesca e giornalista, propose che l’8 marzo fosse istituita la Giornata Internazionale delle Donne. Le donne iniziarono a far pesare lo loro presenza sia nella società degli Stati Uniti, che in quella dell’ Europa. Nel 1914 le donne russe di San Pietroburgo, si riunirono a manifestare contro la guerra. Le stesse che, protestando al grido Pane e pace, nel 1917 diedero le basi alla Rivoluzione di febbraio, che portò all’abdicazione dello zar Nicola II e che in seguito sfociò nella Rivoluzione d’ottobre. Il governo provvisorio bolscevico, sorto dopo la caduta dell’impero russo, concesse alle donne il diritto di voto. Di lì a pochi mesi, nel 1918, anche le donne inglesi lo ottennero, come pure le tedesche nel 1920, mentre le americane lo conquistarono nel 1922. Per le donne francesi il diritto al voto fu concesso nel 1945. Le donne italiane otterranno la parità di diritto al voto solo nel 1946. Si è voluto fare questo exursus per ricordare le tappe storiche dell’emancipazione femminile dal XX al XXI secolo che hanno portato all’ istituzione della festa della donna, visto che negli ultimi anni questa data sembra abbia perso il suo vero significato, diventando solo una festa commerciale per fioristi e ristoratori. Le donne, in modo particolare, dovrebbero conoscere le violenze, le lotte, i sacrifici, le rinunce che le nostre ave segue a pagina 33

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ISTANTE

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Sembra di essere in un bosco canadese e invece ci troviamo sul monte Ario in val Vaghezza ph Mauro Brunelli

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POKER Il futuro di Brescia passa dallo snodo della Piccola VelocitĂ di via Dalmazia, viaggia sulle carrozze del Metrobus, lancia uno sguardo al destino di A2A, senza dimenticare la nuova Imu e il modo in cui il Piano di governo territoriale cambierĂ il volto della nostra cittĂ . Abbiamo chiesto un faccia a faccia tra due giovani esponenti di correnti spesso contrapposte in Consiglio comunale: il vicesindaco della Lega Nord, Fabio Rolfi e il consigliere del Pd, Federico Manzoni di Paola Gregorio

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FACE

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Fabio Rolfi è vicesindaco di Brescia e segretario provinciale della Lega Nord. Con il numero due di Palazzo Loggia abbiamo affrontato temi che disegnano il presente e il futuro della nostra città: dal Metrobus al rilancio della Piccola Velocità di via Dalmazia, dal Piano del Governo del territorio alla questione A2A

fabio ROLFI Il Pgt, adottato dal Consiglio comunale, ha suscitato parecchie discussioni e polemiche. a cominciare dalle associazioni dei commercianti, che giudicano la previsione nuove volumetrie commerciali eccessiva. Il Pgt è una sfida complessa. Significa immaginare la città che verrà costruendola non su ideologie ma anche sulle istanze che arrivano dai cittadini. Per quanto riguarda le cinque nuove aree commerciali previste, ritengo siano ragionevoli, perchè hanno a che fare con zone industriali dismesse da ripensare. Probabilmente prese tutte assieme sono troppe, in una città che soffre per la crisi economica. Compito della politica è valutare ciò che la città può assorbire. Il dibattito è aperto. Si possono fare scelte di priorità. Ci sono ambiti di trasformazione che rispondono a richieste più urgenti, altri che magari potrebbero aspettare. Il 31 dicembre 2012 partirà il primo treno del Metrobus. La Giunta Paroli ha ereditato il progetto dall’Amministrazione Corsini. L’attuale maggioranza in Loggia imputa spesso agli ex amministratori il fatto di non aver lasciato nelle casse comunali le risorse per le opere complementari. La Lega Nord all’epoca era contraria a una metropolitana leggera che attraversasse solo la città. Per noi sarebbe stato opportuno pensare a un Metrobus provinciale. Sul fronte mobilità, il problema sono le migliaia di auto che ogni giorno si riversano in città dalla provincia. E poi sostenevamo che il piano finanziario dell’opera era troppo ottimistico. E abbiamo avuto ragione. Questo però è il passato e per la Lega è una storia chiusa. Ormai la metropolitana leggera è un patrimonio della città. E’ una sfida che va giocata nel modo migliore, sia dal punto di vista dell’opera in sé che dell’urbanizzazione. Però bisogna ragionare su come estendere la rete dei trasporti verso il territorio provinciale. Mi sono battuto per inserire nel Pgt la riclassificazione della linea Brescia - Edolo, almeno fino a Castegnato, come tram di superficie. Infine le opere complementari: le previsioni iniziali di bilancio erano am-

In una virtuale partita a poker, gli assi per battere l’avversario sono rappresentati dagli snodi fondamentali per la nostra città: A2A, Piccola Velocità, Metrobus e Pgt

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Federico Manzoni, classe 1982, avvocato, è consigliere del Partito Democratico in Loggia. Con l’esponente del Pd abbiamo approfondito tematiche indissolubilmente legate alla Brescia di oggi e di domani. Viste dai banchi dell’opposizione in Consiglio comunale

federico MANZONI Il Pd ha sostanzialmente bocciato il Pgt adottato dal Consiglio comunale. Il Prg vigente era già stato all’insegna dell’espansione delle volumetrie edificabili. Il nuovo Piano di Governo del territorio avrebbe dovuto tenere conto del fatto che il contesto è profondamente cambiato con la crisi economica e il mercato immobiliare fermo. Invece non lo ha fatto e procede nella direzione di un incremento ulteriore delle volumetrie, includendo anche cinque grandi aree commerciali. Noi bocciamo sostanzialmente in toto il Pgt. Quello che non ci trova concordi sono appunto i troppi metri quadrati destinati al commercio e al residenziale a libero mercato. In sede di adozione del Pgt, abbiamo presentato ottanta emendamenti con l’obiettivo di ridurre questi valori. Alla Giunta Paroli muoviamo un’altra critica: la cittadinanza non è stata sufficientemente informata su come il Pgt cambierà la città. Noi abbiamo fatto una nostra proposta di Pgt e organizzato incontri pubblici nei quartieri per far capire ai cittadini le ricadute del Piano. Il progetto del Metrobus, varato dalla Giunta Corsini ed ereditato dall’Amministrazione Paroli sarà inaugurato a fine anno. Il tema, anche per quanto riguarda le opere complementari, è stato oggetto di un serrato dibattito tra maggioranza e opposizione. Io sono sempre stato un fautore della metropolitana leggera e sono contento che il progetto stia giungendo a conclusione. Si tratta di un’opera talmente complessa che dovrebbe essere il più possibile affiancata da politiche coerenti. Questo non è stato fatto per diversi motivi. Il primo è che l’attuale maggioranza non ha mai creduto nel progetto. Per quanto riguarda le opere complementari, il piano finanziario per il Metrobus votato dal Consiglio comunale nel 2004 aveva quantificato l’onere per queste opere. Ai tempi effettivamente non erano state appostate le risorse ma si sapeva che sarebbero serviti 20 milioni di euro. Una cifra che è stata confermata. A partire dal 2008,

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piamente insufficienti per coprire progetti di design urbano di livello decoroso. Adesso cominceremo con opere minimali. L’idea è di investire negli anni per fare in modo che il Metrobus sia un elemento centrale della città. E che induca anche trasformazioni nel tessuto urbano. Nel bilancio comunale appena approvato ci sono tagli di un certo peso e nuove tasse, come l’Imu e l’Irpef. La prima è passata con il voto favorevole di Pdl, Udc e Pd. La Lega invece ha detto no a: «una nuova tassa sui cittadini per arricchire Roma ladrona» L’introduzione dell’addizionale Irpef è stata purtroppo inevitabile. E’ una tassa legata alla necessità di recuperare risorse per il finanziamento del Metrobus. Non avremmo mai introdotto l’Irpef se non ci fossero stati i problemi di indebitamento legati alla realizzazione della metropolitana leggera. Per quanto riguarda l’Imu, il voto contrario ha alla base una ragione politica. Noi avremmo voluto un’Imu federalista. Che consentisse entrate certe e soprattutto tassasse le seconde case. Il Governo Monti invece ha ribaltato l’Imu di Calderoli e tassa la prima casa, che non è fonte di reddito. Relegando i Comuni al ruolo di esattori per conto di Roma. Nel bilancio ci sono anche sforbiciate dolorose al sociale. Ero inevitabili viste le risorse in meno, di peso, nella parte corrente del bilancio. Il bilancio funziona in questo modo: se ci sono entrate minori nella parte corrente, i corrispettivi tagli li devi fare sempre lì. E oggi i problemi del Comune non sono nella parte del bilancio in conto capitale ma in quella corrente. Il progetto di riqualificazione della Piccola Velocità di via Dalmazia non sta vivendo momenti sereni. La Loggia ha “congelato” al momento il piano attuativo di Fs Logistica per tornare a quanto stabilito nel vecchio Piano regolatore generale. Il che significa, per ora niente più volumetrie aggiuntive sul sito di via Dalmazia. Siamo attesa di chiarimenti da Fs Logistica. Non vi è nulla di compromesso per sempre. Ma per il Comune ci sono due condizioni che devono essere rispettate. Da un lato deve andare in porto la ricollocazione dei lavoratori dell’Ideal Standard nel nuovo polo logistico progettato dalla società delle Ferrovie. Dall’altro che la previsione di circa 100 mila metri quadrati di capannoni sia all’interno di un progetto di intermodalità, di scambio ferro gomma. E dai progetti, allo stato attuale, non abbiamo sufficienti garanzie su questo fronte. Per A2A si è parlato di cessione di quote ed è emersa l’ipotesi di una multiutility del Nord. L’ipotesi di una multiutility del Nord potrei anche condividerla a livello ideale. Ma i tempi non sono maturi. E poi mi pare ci sia dietro un evidente interesse politico da parte delle Amministrazioni di centrosinistra. Non possiamo e non dobbiamo ripetere l’errore della fusione che ha fatto nascere A2A. Si potrebbe invece ragionare su aggregazioni con realtà del territorio, come ad esempio Cogeme. Come Lega abbiamo presentato una mozione che contiene indirizzi per i prossimi consiglieri di gestione. Il punto d’approdo, per noi è recuperare la centralità del ruolo di Brescia. Con la separazione tra business energetico, più legato alla dimensione internazionale e finanziaria, da lasciare ad A2A e la creazione di uno spin off, un ramo bresciano autonomo per la parte industriale e ambientale, più legata alla tradizione di Asm. In questo scenario, poi, ci può stare anche la cessione di quote.

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quando si è insediata l’attuale Giunta, c’è stato il tempo per appostare i soldi che servivano. E ricordo, che l’Amministrazione Paroli, nel 2008, ha trovato nelle casse comunali metà del dividendo di A2A dell’epoca. Che hanno preferito utilizzare, tra le altre cose, per Brixia Sviluppo. Il bilancio comunale recentemente approvato introduce l’Imu e l’Irpef. Nel primo caso il Pd ha votato a favore parlando di “misura difficile ma necessaria”. L’Irpef ad aliquota fissa invece non vi ha trovato concordi. L’Imu era già stata prevista dal Governo Berlusconi e confermata da Monti. Il Comune non poteva far altro che prenderne atto. L’Irpef invece è un’addizionale che il Comune aveva facoltà di introdurre. L’operazione avrebbe potuto essere condotta in termini di maggiore responsabilità. E’ stata presentata dalla maggioranza come necessaria per coprire le spese del Metrobus. Ma una parte dei dividendi di A2A avrebbe certamente potuto essere utilizzata per pagare quei costi. Non siamo d’accordo con l’aliquota unica anche se è stata introdotta una fascia di esenzione. Per quanto ci riguarda sarebbe stata più equa un’aliquota modulata per fasce di reddito in modo da non penalizzare le fasce medio – basse. Nel bilancio ci sono anche tagli ai servizi sociali. Gli enti locali negli ultimi anni sono stati trattati in maniera molto dura. Era irrealistico pensare di poter evitare i tagli. Ma nella scelta delle priorità si poteva ragionare diversamente. Mantenere 2 milioni di euro a bilancio per le mostre e poi tagliare sul sociale non è certo un atteggiamento condivisibile. In più la Giunta afferma di aver agito nell’ottica di una razionalizzazione delle spese. Voglio ricordare che in questo mandato la spesa per i dirigenti si è alzata. Il progetto per la riqualificazione della Piccola Velocità di via Dalmazia vive un momento di stasi. Il Comune al momento ha messo in stand by il piano attuativo di Fs Logistica. Questo ultimo atteggiamento del Comune lo riteniamo una nostra vittoria politica. Uno dei nostri emendamenti bruciati in fase di adozione del Pgt andava in questa direzione. Ovvero, visto che le Ferrovie non si mostrate tutt’altro che attente allo sviluppo dello scalo intermodale, chiedevamo appunto di stralciare le volumetrie aggiuntive edificabili sul sito di via Dalmazia. Si tratta di un’area che per posizione e vicinanza alle arterie stradali sarebbe ottimale per lo sviluppo di uno scalo intermodale. Ma le Ferrovie hanno addirittura scoraggiato gli operatori che lavoravano nell’area. Faccio una proposta provocatoria: se le Ferrovie, per motivi dell’azienda, non vogliono più investire sul trasporto merci, che il Comune si faccia promotore della ricerca di altri operatori ferroviari. Tra i temi in discussione in questi mesi c’è anche il futuro di A2A. Come Pd abbiamo preparato una mozione sulla questione A2A. Partiamo da una valutazione negativa sul come è stata gestita la società: i milanesi sono sostanzialmente venuti a spiegarci che la gestione finanziaria era preponderante rispetto a quella industriale. Va invertita la rotta. E per il momento, di dismissioni di quote azionarie è bene non parlarne. La norma dice che i Comuni non possono essere azionisti al di sopra di una certa quota se affidano i servizi in modo diretto. Per essere competitiva e rimanere sul mercato, a questo punto ad A2A si impone non l’affidamento diretto ma con processo di appalto. Questo permetterebbe ai Comuni di rimanere soci di maggioranza. Poi va ripensata la struttura societaria, non nell’ottica di arrivare a una scissione ma piuttosto di lavorare nella direzione di un minore accentramento.

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giustizia

AVVOCATI S.P.A. Indipendenza e autonomia contro efficienza e concorrenza. Sembra un match di doppio tennistico e invece si tratta di una partita ben piÚ importante. In campo ci sono gli avvocati penalisti che, Costituzione alla mano, hanno manifestato il proprio dissenso contro le riforme del governo Monti. Tanti i punti che infuocano l’arena: studi associati trasformati in società di capitali, abolizione dei minimi e dei massimi tariffari, preventivi e velocizzazione della pratica forense di Paola Castriota

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DELIBERA GIUNTA DELL’UNIONE CAMERE PENALI ITALIANE del Gennaio 2012

i può comprare un chilo di pane, una lattina di birra, un etto di crudo, la manovalanza di un muratore, un tubo in acciaio, ma la professione legale no, quella non si compra.

Non è merce, non è oggetto di scambio e non può essere proprietà di un padrone. L’hanno dichiarato a chiare lettere. Chi? Gli avvocati penalisti d’Italia ribadendo un concetto preciso: loro non ci stanno alla mercificazione del legale. L’hanno anche dimostrato deponendo per due giornate (il 23 e il 24 febbraio) la toga, sospendendo così l’attività forense e proclamando l’astensione nazionale per manifestare il proprio dissenso contro le riforme introdotte dal governo tecnico montiano. Ma i penalisti sgomberano subito il terreno da dubbi e maldicenze: la loro protesta nulla ha da spartire con la tutela di interessi economico-corporativi. «Non protestiamo per un discorso di tariffe» precisa il pres-

«I provvedimenti normativi che si succedono intervengono sulla materia della profesione forense in maneira tale da indebolirte fortemente, nono solo l’autonomia e l’indipendenza, ma anche la figura sociale dell’avvocato, equiparando a una merce la tutela dei diritti e negando, a differenza di quanto giustamente avvenuto per la professione sanitaria, la specificità del ruolo in rapporto ai beni costituzionali che lo stesso garantisce all’interno della giurisdizione

idente delle Camere penali di Brescia, avv. Alessandro Magoni. «Lo facciamo per tutelare l’autonomia e l’indipendenza del difensore penale». Proprio il tema dell’indipendenza dei penalisti si intreccia pericolosamente con «L’apertura a società di capitali la riforma che vornell’ambito delle società tra profesrebbe trasformare sionisti, soprattutto se prive di alcuna gli studi associati in limitazione quanto al controllo socisocietà di capitali etario e all’amministrazione, pone con partecipazioni di a gravissimo rischio, con la perdita soggetti estranei alla della effettiva indipendenza ed autoprofessione forense. nomia del singolo professionista, le Un’apertura che ha garanzie del cittadino coinvolto in un procedimento penale» sollevato molte perplessità. «I soci di maggioranza che mettono i capitali esigono che vengano rispettate logiche di mercato» spiega l’avv. Eustacchio Porreca, consigliere distrettuale. Tutto questo trasformerebbe gli avvocati in dipendenti, togliendo loro l’autonomia necessaria per tutelare gli interessi del cliente». Sì perché prima di tutto vengono Costituzione e deontologia forense, fari illuminanti che indicano la rotta ai penalisti, e baluardi a tutela delle garanzie fornite al cittadino che si trova alle prese con problemi di giustizia, soprattutto in ambito penale dove il bene da salvaguardare è la libertà dell’individuo. Inoltre, come viene ricordato dalle

LETTERA AL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA Le assicuro che il Ccbe è consapevole del particolare momento di difficoltà che gli Stati membri, compresa l’italia, stanno affrontando, e anche dell’urgente necessità di riforme economiche e finanziarie. Il Ccbe ha tuttavia difficoltà a capire il legame che i governi, ivi compreso quello italiano, sembrano voler creare tra la professione di avvocato e la crisi economica nei rispettivi paesi. Gli avvocati infatti sono colpiti da misure che si inseriscono nel contesto di più ampie riforme finanziarie ed economiche, sebbene non siano responsabili della situazione economica del loro paese e del debito pubblico. Inoltre molte delle riforme che interessano la professione – comprese quelle recentemente approvate in Italia – sono basate su un approccio puramente economico che, da un lato, non tiene conto del ruolo degli avvocati nella società e nella amministrazione della giustizia – che è essenziale in ogni società democratica – e dall’altro, non è accompagnato da un’analisi approfondita dell’impatto potenziale di tali riforme sull’amministrazione della giustizia. (…) In particolare, le preoccupazioni del Ccbe si riferiscono alle nuove disposizioni che riguardano le alternative business strustures (modelli alternativi di business). E’ nostro intendimento che queste norme, che introducono nell’ordinamento italiano le società di capitali tra professionisti, consentono il controllo di maggioranza anche a soggetti estranei alla professione. La legge, tuttavia, non sembra prevedere alcuna misura di salvaguardia nei confronti dei valori fondamentali della professione legale (indipendenza, assenza di conflitti di interesse, segreto professionale (...)

Marcella Prunbauer-Glaser Presidente Ccbe (Consiglio ordini forensi europei)

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Camere penali di Brescia, in un paese come l’Italia, dove corruzione e mafia costituiscono un enorme problema strutturale e culturale, la costituzione di società di capitali a partecipazione mista potrebbe aprire le porte degli studi legali a capitali di provenienza illecita, dando il via a meccanismi poco trasparenti. Sul banco degli imputati è finita anche la questione delle specializzazioni, non affrontata dal governo Monti, ma assolutamente necessaria secondo l’avvocatura nazionale. «All’alba del Terzo millennio» prosegue Porreca «non c’è ancora un ordinamento che preveda la specializzazione degli avvocati. Abbiamo un corpo di norme sterminato e riti diversissimi tra di loro, ma nessuna specializzazione. Solo la medicina lo prevede in Italia. Vi fareste curare una frattura da un oculista?». L’abolizione delle tariffe minime, secondo Magoni, scatenerà inoltre la guerra al ribasso, mentre la cancellazione del tetto massimo per le prestazioni forensi potrebbe dar luogo ai soliti scandali all’italiana: studi legali che forniscono consulenze a prezzi gon-

fiatissimi verso amministrazioni pubbliche in un già visto giro di giostra tra bustarelle e favori. La riduzione del periodo di praticantato senza attuare una organica modifica dell’insegnamento universitario completa il panorama delle modifiche, a detta dei penalisti, poco efficaci e difficilmente comprensibili. Il governo Monti ha inoltre introdotto la regola del preventivo: qualora il cliente lo richieda, l’avvocato è tenuto a consegnarne copia scritta. «Per un penalista è davvero difficile redigere un preventivo» ha spiegato Porreca «poiché l’attività giudiziaria non dipende da lui ma dal pubblico ministero, mentre per un civilista è già più facile poiché molte attività sono standardizzate. Da noi invece il ballo è condotto dalla Procura». «Non si capisce» si chiede infine lo stesso Porreca «come questi provvedimenti adottati dal governo possano contribuire alla crescita del Paese. Servirebbe una riforma organica dell’avvocatura».

Stupro: la sentenza della discordia Un mese fa la Cassazione ha emesso una sentenza che ha sollevato un putiferio mediatico. Ma bisogna fare chiarezza su alcuni punti per evitare facili strumentalizzazioni e mala informazione

No al carcere per lo stupro di gruppo. Vergogna, orrore, schifo. Con queste parole si è manifestato il tam tam mediatico scoppiato come una bufera un mese fa quando la Corte di cassazione ha emesso una sentenza (n.4377/2012) richiamandosi a una precedente sentenza della Corte costituzionale (265/2010), in cui si stabiliva che per il reato di stupro, in pendenza di giudizio, ossia prima della decisione del giudice, non era obbligatorio disporre la misura cautelare dell’arresto in carcere poiché tale obbligatorietà scatta solo nel caso in cui si proceda per reati di mafia (come ratificato anche dalla Corte dei diritti dell’uomo vista la peculiarità del tipo di reato). In sostanza la Cassazione non ha fatto altro che applicare quanto già previsto dalla legge italiana: per tutti i reati, esclusi quelli di stampo mafioso, non è obbligatoria la carcerazione preventiva, ossia prima della sentenza, ma a discrezione del giudice che valuta caso per caso. La Cassazione, ricordando che la nostra Costituzione stabilisce due principi fondamentali - l’inviolabilità della libertà personale (art. 13) e la presunzione di non colpevolezza sino a condanna definitiva (art. 27 secondo comma) come paletti a ogni restrizione della libertà personale – ha sottolineato che «le restrizione della libertà personale dell’indagato o dell’imputato nel corso del procedimento debbono assumere connotazioni nitidamente differenziate da quelle della pena, irrogabile solo dopo l’accertamento definitivo della responsabilità». Un accusato del resto non è colpevole solo perché lo dice il suo accusatore e la storia racconta di casi in cui imputati sono rimasti in carcere per oltre un mese e poi a sentenza sono stati ritenuti innocenti. Dunque, tutte le misure cautelari (come la custodia preventiva in carcere), non sono mai anticipazioni della pena, ma eventuali misure - appunto preventive - disposte dal giudice per evitare la reiterazione del reato, il pericolo di fuga dell’indagato/imputato o l’inquinamento delle prove. Ciò vuol dire che sarà il giudice, valutando caso per caso, a stabilire la carcerazione preventiva degli imputati o degli indagati di violenza sessuale qualora tale misura cautelare sia ritenuta necessaria. Questo vale per i reati in genere, per quelli di stupro e per quelli di stupro di gruppo. Quello che invece è passato sui canali mediatici, per bocca dei politici e amplificato da associazioni varie, è stato un altro messaggio dall’evidente valore sensazionalistico: per i reati di stupro di gruppo non scatta il carcere, confondendo così - malamente e pericolosamente - pena e misura cautelare. l.Wesendorf

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Ivana e Renato Giangualano nella bottega di via Delle Battaglie

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territorio

CUORE DI BOTTEGA I

di Claretta Pasotti

Mani consumate dal tempo e che proprio all’erosione compiuta dal tempo vogliono strappare tele dipinte, cornici, statue, colonne, crocifissi e tutti quegli oggetti che appartengono al patrimonio artistico pubblico e privato. Mani che negli anni hanno saputo imparare tutte le tecniche di restauro per far tornare all’antico splendore oggetti appartenenti all’intimità domestica, alla tradizione di famiglia o alla vita collettiva. Due mani, un mestiere e un cuore: quello da restauratore

l fascino dell’antico rivive nel cuore di Brescia. E’ qui, nello splendido ed eterogeneo quartiere Carmine, che Renato Giangualano e sua figlia Ivana espongono affreschi, scagliole, gessi, stucchi policromi, laccature giapponesi, in poche parole tutte le antiche arti della decorazione che si possono utilizzare per il recupero del patrimonio esistente ma che rappresentano anche uno strumento di creatività per l’arredo degli interni.

Perché è innegabile come il dipinto, il mobile o il palazzo d’altri tempi godano ancora oggi, per ciascuno di noi, di indiscutibile attrattiva. Restauratore da ormai cinquant’anni, Renato è entrato in bottega all’età di quindici, si è diplomato (tra i primi) all’Enaip - Ente nazionale Acli istruzione professionale - per poi aprire negli anni Settanta una bottega di restauro in proprio. Al suo fianco è arrivata con il passare degli anni la figlia Ivana, immancabilmente appassionata della materia fin dall’adolescenza, laureatasi come storico d’arte e oggi titolare dell’attività in una sorta di passaggio generazionale. Bresciani

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Renato Giangualuano nel suo laboratorio di via Orientale. Utensili vari, colori, e opere restaurate: un Cristo, un tabernacolo, un dipinto e cornici.

profondamente legati alla propria città, i Giangualano possono vantare del resto curricula internazionali: Renato ha insegnato in Francia, Spagna, negli Stati Uniti ed è titolare dal 1983 della cattedra di Tecnica dell’affresco, dei colori e delle pitture murali al Centro europeo per i mestieri della conservazione del patrimonio architettonico, trasferitosi recentemente da Venezia a Thiene. Ivana ha lavorato a Los Angeles e Londra. Tuttavia il loro regno è, dal 2007, lo studio tecnico di restauro in via delle Battaglie 15, edificio comunale del 1903 ed ex lavatoio della città, concesso in comodato d’uso grazie alla vincita del bando promosso due anni prima dall’Ufficio Centro Storico. Un’iniziativa «per rivalutare il cuore della città attraverso le persone, diversificare l’offerta delle attività che vi hanno sede e offrire un servizio ai cit-

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tadini» spiega Renato. «Questo spazio, per il risanamento del quale abbiamo investito 80mila euro, è studio di consulenza e laboratorio per il restauro e ci offre la possibilità di mettere in vetrina quanto sappiamo fare, è un po’ la sintesi del nostro variegato lavoro. Il restauro è un mestiere artigianale un po’ dimenticato e oggi legato alla cultura dei salotti ma in realtà è ancora attuale e richiesto. Ci sono molti giovani capaci, manca forse più che altro la sensibilità delle figure con le quali ci si interfaccia quando si vuole operare un intervento di questo tipo». Perché amare il mestiere? Per Renato il suo lavoro «è vita, è la curiosità di scoprire a cosa ci si dedicherà il giorno seguente». Per Ivana l’aspetto più bello è «la possibilità di spaziare, di arricchirsi costantemente di nuove conoscenze, attraverso l’aggiornamento e il confronto con al-


tri operatori del settore. Dall’oggetto antico si può imparare» spiega «ogni nuovo materiale pone quesiti nuovi, per progettare interventi di restauro si deve saper spaziare dalla storia dell’arte alla chimica e alla fisica». Restaurare beni storici significa anche conservare il territorio. «Il restauro è nato a Firenze nel ‘500 ma ci sono state poi diverse correnti e la mia formazione è legata al restauro bergamasco dell’800» sottolinea Renato. «Si mira appunto a conservare l’esistente, intervenendo quindi senza lasciare segni». E’ il caso dell’ultimo ciclo del Romanino, restaurato a Bienno lo scorso anno, oppure di quello del Tiepolo in San Faustino, che risale a tre anni fa. «Ma, nel privato, si possono anche creare oggetti nuovi con tecniche antiche per decorare spazi moderni oppure apportare interventi di abbellimento» aggiunge Ivana. Per chi volesse scoprire con i propri occhi come è possibile recuperare o decorare un ambiente arricchendolo di un sapore d’altri tempi…bhè, non resta che fare due passi in via delle Battaglie o perlomeno dare un’occhiata al sito www. giangualano.it.

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fuori brescia

meravigliosa

NATURA

«Sono arrivato ad Århus a fine luglio 2011 in una giornata calda e soleggiata, pieno di speranze ed aspettative ma ancora ignaro di come mi sarei inserito bene in questa nuova realtà. L’idea iniziale prevedeva una permanenza di pochi mesi per collaborare con la Århus School of Business nell’ambito del mio dottorato di ricerca. Successivamente pero’, le interessanti ricerche in cui sono stato coinvolto e la piacevolezza dell’esperienza mi hanno spinto a prolungare il mio soggiorno danese, certamente fino all’estate e poi...» Inizia così il racconto di Pietro Lanzini, bresciano emigrato in Danimarca, ma ancora “in prestito” nella penisola dello Jutland, almeno fino alla prossima estate

«

Århus è una città universitaria molto giovane, dinamica e deliziosa. Il centro, con la zona del quartiere latino ed il canale costeggiato da bar e ristoranti, è l’ideale per fare due passi rilassanti e incontrarsi con gli amici.

Basta poi allontanarsi due chilometri e ci si trova immersi in una natura pressoche’ incontaminata, con foreste attraversate da piccoli sentieri che portano sino alle spiagge deserte. Appena riesco a ritagliarmi del tempo libero, inforco la bici e vado a fare lunghe escursioni nel verde della campagna danese, fermandomi magari a visitare qualche laghetto o un angolo di litorale che ancora mi era sfuggito. In Università mi occupo di due ricerche sulla psicologia del consumatore legate al tema della Sostenibilità. Inoltre, insegno al corso (in inglese, per fortuna!) di Marketing Management e faccio assistenza in altri corsi, dando una mano ai miei colleghi nelle esercitazioni, o qualora abbiano bisogno di un sostituto per una specifica lezione. Mi piace poi essere coinvolto in attività organizzative del Dipartimento, e sono ad esempio nel Comitato Organizzativo della Summer School 2012. Difficile descrivere la mia giornata-tipo, essendo il mio lavoro per sua natura flessibile. Eccezion fatta per lezioni, incontri con gli studenti o seminari, posso gestire il mio tempo in grande libertà, e questo è un aspetto del mio lavoro che

reputo impagabile. I danesi hanno dei ritmi lavorativi e di vita abbastanza rilassati, quindi capita spesso di vedere pochi colleghi al lavoro prima delle 9, o dopo le 5 del pomeriggio. Terminata la giornata in Dipartimento, mi dedico ai miei hobbies. Gli amici innanzitutto. Ho avuto la fortuna di trovare un gruppo di persone veramente in gamba, simpatiche ed accoglienti. Organizziamo spesso uscite collettive infrasettimanali (oltre ovviamente ai weekend), e l’aperitivo del giovedì sera e’ un appuntamento ormai fisso in cui ci troviamo in centro dopo cena, alternando serate nei nostri locali “di fiducia” ad altre in cui sperimentiamo invece posti nuovi. Lo sport poi... lunghe escursioni in bici se la stagione lo consente (alla scoperta di angoli di paradiso sui fiordi della costa ovest, di spiagge cristalline ad est o della natura selvaggia del nord), sfruttando anche il sistema ferroviario efficiente e organizzato per il trasporto bici. Poi la palestra, comoda perchè a due passi dall’Università e frequentata da colleghi e amici, ed ovviamente il calcio su erba nella stagione calda, indoor in inverno. Molti mi chiedono cosa mi abbia fatto innamorare di questo Paese. Non saprei rispondere con una risposta secca e precisa. Si tratta di un insieme di piccole e grandi cose che rendono la quotidianeità estremamente piacevole. Un Paese a misura d’uomo, immerso in una natura meravigliosa, la gente tranquilla e disponibile, l’efficienza dei servizi e perchè no, anche la bellezza delle ragazze locali (che non guasta mai). Ovviamente nessun Paese è perfetto e l’ho sperimentato sulla mia pelle quando hanno tentato di rubarmi la bicicletta (fortunatamente, senza riuscirci). Ma sebbene abbia avuto la fortuna di vivere in diversi Paesi (a parte l’Italia, Stati Uniti ed

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In queste pagine alcuni affascinanti scorci della Danimarca visti attraverso gli occhi di Pietro. Sue infatti le suggestive immagini che fanno da cornice al racconto dell’esperienza danese

Inghilterra dove mi son sempre trovato molto bene, credo di aver trovato in Danimarca la mia dimensione ideale, e mi sto seriamente organizzando per trasferirmi permanentemente nello Jutland centrale. Århus è molto diversa da Brescia. Direi che le uniche cose che le accomuna sono la dimensione (Århus è leggermente più grande, ma a differenza di Brescia è completamente immersa nella natura, e ha preservato un sapore rustico di villaggio) ed il fatto che entrambe le città siano sedi universitarie. Impossibile fare quindi un confronto e cercare parallelismi risulterebbe sinceramente una forzatura. Similitudini possono semmai essere rintracciate nel modo in cui io vivo le due città. Come a Brescia adoro rilassarmi facendo due passi in Castello, così qui mi lascio andare a lunghe passeggiate sulla spiaggia e nel bosco. A Brescia mi piace uscire la sera a bere un pirlo in centro, qui mi ritrovo coi miei colleghi per una danske øl lungo il canale che attraversa la città. Dell’Italia mi mancano soprattutto i miei affetti, gli amici anche se oggi grazie ad internet le distanze si sono molto

ridotte e si riesce a restare sempre in contatto. E poi la cucina, che qui in Danimarca (con pochi piatti squisiti che rappresentano però l’eccezione) lascia abbastanza a desiderare. Mi mancano anche tante piccole cose della vita quotidiana in Italia, come una sciata in compagnia o una bella chiacchierata sulla domenica calcistica; fortunatamente, grazie ad internet riesco quantomeno a seguire il campionato e le partite della mia squadra del cuore: la Juventus! I Danesi sono un popolo sportivo ed amante della vita all’aria aperta. Tra gli sport tradizionali più seguiti, ci sono certamente il calcio e il ciclismo (a maggio il Giro d’Italia partirà proprio qui, con le prime tre tappe in territorio danese). Ma i danesi impazziscono pure per la pallamano (come ho potuto notare quando hanno di recente vinto gli Europei), e non è raro trovare appassionati di nuoto estremo, che consiste nel fare un bagno nelle gelide acque invernali del Baltico (con la temperatura esterna sottozero) alternandolo a sessioni di sauna. Un giorno proverò anche io, ma quel giorno non e’ ancora arrivato..

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Se dovessi consigliare un itinerario ad un turista Italiano, gli direi di andare oltre le tappe da cartolina e di esplorare luoghi meno famosi ma sicuramente più suggestivi di questa Nazione. Copenaghen è una città indubbiamente bella, ma non merita a mio parere più di uno o due giorni di visita. Molto meglio (sempre che uno sia interessato agli ambienti naturali) farsi rapire dal fascino dell’estremo nord, ove i mari Skagerrak e Kattegat si incontrano (Grenen) o dove il vento ha creato nei secoli dune di sabbia alte 30 metri (Rabjerg Mile). O ancora la regione dei laghi con l’incantevole villaggio dei puffi (Boes) e lo skymountain vetta più alta della Danimarca che dai suoi 147 metri offre una panoramica sui laghetti circostanti. O ancora, il fiordo di Ringkøbing a ovest, l’isola di Fyn con i paesini di pescatori di Nyborg e Kerteminde, i vicoli in ciottolato di Ebeltoft e le case in graticcio di Odense, e Århus ovviamente: la città più bella della Danimarca. Insomma la lista è lunga, ma il mio consiglio è: passate un giorno a Copenaghen e

poi noleggiate un’auto e viaggiate, assaporate quello che la provincia danese sa offrire, fermatevi in un kro a mangiare una porzione di sild, sorseggiando un bicchiere di grogg, approfittando magari della stagione estiva per godere al meglio delle giornate lunghissime e calde ma non afose. Ho sempre sentito dire che il danese fosse la lingua più difficile, fra quelle europee, e ora lo posso confermare! Suoni completamente diversi dai nostri, e per noi quasi impronunciabili, rendono difficile comprendere i danesi quando parlano (e non aiuta il fatto che si mangino spesso e volentieri le ultime sillabe di ogni parola, durante una conversazione). Ma sto studiando e un po’ alla volta comincio a sapermela cavare anche senza far ricorso all’inglese anche grazie ai miei amici cui chiedo ogni tanto di aiutarmi per fare un po’ di pratica. Insomma det er svært, men jeg elsker at tale dansk!!

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cultura

LE MAGNIFICHE DONNE DEL GAMBARA

Fatta l’Italia, fu necessario fare gli italiani. Servivano scuole per formare insegnanti destinati a istruire fanciulli e fanciulle: leggere, scrivere, far di conto erano le fondamenta su cui creare buoni e leali cittadini. Questa è la storia dell’istituto Gambara che formò centinaia di giovani insegnanti

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el 1859, dopo dieci anni di segreti preparativi, ebbe inizio la Seconda guerra d’Indipendenza. Questa volta il Regno di Sardegna e i patrioti italiani ebbero la meglio sullo straniero. L’aiuto apportato da Napoleone III fu determinante.

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In alto: Anni Venti, alunni del Giardino d’Infanzia con le pedagogiste Rosa e Carolina Agazzi. A fianco: Le autorità austriache emanarono un comunicato in cui rimarcarono la mancata frequenza dei fanciulli nelle scuole (1852)


Dopo le sanguinose battaglie di Solferino e San Martino, concluse in favore dei piemontesi, la guerra cessò. Nel 1860, la Lombardia, insieme ad altre regioni, ormai liberate dal dominio austriaco, iniziò ad assaporare l’agognata libertà, diventando poi, nel marzo 1861, parte integranti del nuovo Regno d’Italia. Con l’Unità si pose il problema di riallargare l’istruzione pubblica a tutta la popolazione, di conseguenza fu estesa la legge Casati, già promulgata nel 1858, dal Regno di Sardegna in tutte le regioni. Servivano scuole per formare insegnanti destinati a istruire fanciulli e fanciulle: leggere, scrivere, far di conto erano le fondamenta su cui creare buoni e leali cittadini. Il 23 aprile 1860 il Regio Ispettore Scolastico per le scuole primarie della provincia di Brescia, il signor Lepora, annunciava al Sindaco l’imminente apertura di una Scuola Normale femminile per allieve maestre, con annesso convitto. La direzione dell’istituto fu assegnata al professor Carlo Cocchetti, mentre il convitto in un primo momento fu affidato alla maestra nobile Ottavia Arici Rinaldini, poi nei mesi successivi (1861), fu nominata Egelinda Joli vedova Rottini. In fretta fu scelto l’ex convento San Paolo, tra vicolo Cittadella Vecchia, vicolo delle Galline e vicolo San Paolo, per insediare il primo istituto destinato alle allieve maestre. Attualmente l’edificio fa parte dell’istituto Casa d’Industria. Vi rimarrà fino al 1878, quando la Municipalità decise di adibire l’ex convento di Santo Spirito, lasciato libero dell’istituto delle Pericolanti, come seconda sede della Scuola Normale. Nel 1892 la denominazione, alla poetessa Veronica Gambara, riservata solo al convitto, fu estesa anche alla scuola. Con lo scoppio della I Guerra Mondiale, l’edificio fu requisito per divenire la Scuola Mitraglieri Fiat del Regio Esercito, tra gli aspiranti ufficiali vi fu il giovane Sandro Pertini, socialista, antifascista e Presidente amatissimo. Nell’anno scolastico 1915/16 la popoIn queste fotografie dall’alto: Le maestre diplomate nel 1917. Planimetria dell’ex convento San Paolo insediamento della scuola Normale e convitto, eseguita nel 1861 dall’arch. A. Taeri. Anno scolastico 1970-71: il professor Micarelli, docente di latino e storia ritratto mentre cammina nei corridoi. In primo piano sulla destra si intravede Carla Bisleri, assessore all’Istruzione con la Giunta Corsini. Subito dietro sorride Laila Bellini (ph. C.Bossini) Qui a fianco: Sandro Pertini in divisa militare. Durante la Seconda guerra mondiale la sede del Gambara venne adibita a Scuola Mitraglieri Fiat di cui fece parte anche Pertini, in seguito presidente della Repubblica

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A lato: Allieve della specialità del fioretto immortalate negli scatti dello studio fotografico Cesare Allegri. Non compare alcuna data ma si presume che siano state scattate in occasione del 70esimo della fondazione o della visita di Benito Mussolini per inaugurare piazza Vittoria.

lazione scolastica del Gambara ammontava a 1200 allieve suddivise in 32 classi. Tra il 1915 e il 1925 l’istituto subì 11 traslochi, per questo motivo tantissime carte d’archivio andarono smarrite. Con la riforma Gentile del 1923, la Scuola Normale divenne Istituto Magistrale, solo dopo le sperimentazioni del Primo decennio del 2000 e le varie riforme ministeriali, l’istituto divenne liceo e per la precisione Licei Linguistico-Liceo Musicale-Liceo delle Scienze Umane. La sperimentazione e il passaggio avvenne sotto la gestione del dirigente scolastico professor Graziano Melzani. Attualmente il timone è retto dal professor Giovanni Spinelli che ha curato le varie manifestazioni, supportato da uno splendido ed efficiente staff.

Sotto: Un momento della presentazione del volume Occhi lucenti e belli dedicato ai 150 anni del Gambara. Da sinistra Mariella Annibale Marchina dell’Archivio di Stato di Brescia, Tonino Zana giornalista del Giornale di Brescia e Giovanni Spinelli autore del volume (Ph Paola Bonfadini)

Certificati vari, tra cui quelli riguardanti Pietro Heida, figlio del fondatore della prima Scuolaguida di Brescia Sotto: Anno scolastico 2009/10 allieve e allievi dello stage con la prof.ssa Comincini e la dott. Annibale dell’Archivio di Stato di Brescia

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In questa immagine curiosa la dieta proposta dalla Direttrice.Fu suguita solo per 15 giorni: l’Amministrazione comunale la bocciò perchè troppo onerosa. Documento degli Archivi di Stato di Brescia del 6 febbraio 1899.

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Editoriale

segue da pagina 7

(...) hanno dovuto subire per ottenere ciò di cui noi oggi godiamo. Non ci rammentiamo che fino a pochi secoli fa una donna per poter convolare a nozze o entrare in convento doveva avere una dote. Le donne non avevano diritto di disporre dei propri beni senza il consenso del marito. Le donne, anche quelle di origine nobile, dovevano subire in silenzio i prodotti adulterini del consorte, accettando sotto lo stesso tetto i figli naturali. Si dovrebbero ricordare anche le figure delle giovani domestiche che in silenzio sopportavano le violenze del padrone. Bisognerebbe ricordare le varie pie associazioni che attraverso l‘apostolato di umili donne hanno alleviato le sofferenze di altre sfortunate giovani, di molte di loro si sono spesso perse le tracce. Donne spesso costrette a sposare uomini molto più vecchi di loro, senza aver la possibilità di opporsi, donne costrette a matrimoni riparatori, dopo aver subito lo stupro di un pretendente rifiutato. Ha fatto scuola la ricusazione della signorina Viola, che rifiutò di sposare il suo violentatore, come era ancora costume nella società siciliana degli anni del 1970. Le donne europee, dalla fine della Seconda Guerra, dopo aver ottenuto il voto politico, avevano combattuto per migliorare le condizioni lavorative ed ottenere il diritto ad una maternità tutelata in tutti i suoi aspetti, attraverso leggi che garantissero il rispetto e la dignità della madre. Ora le donne, pur avendo raggiunto i loro diritti politici e sociali, continuano a subire violenze e torture psicologiche sia in famiglia, che sul luogo di lavoro, oppure per la strada. Sembra che i bruti non siano sufficientemente ostacolati, visto che le violenze continuano ad accadere. Molto spesso le subite aggressioni, non vengono denunciate, rimangono nell’indeterminatezza. Spesso se ne viene a conoscenza solo quando diventano tragedie. Questo è ciò che accade tutt’oggi nell’anno 2012. Ora tutte le donne, sia quelle europee che quelle americane dovrebbero unirsi in un’unica associazi-

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one umanitaria, affinché riescano a prestare aiuto, in modo concreto, alle donne africane, asiatiche, americane del Sud, affinché siano sottrarre alle torture e alle privazioni, che tuttora devono subire. Un esempio sono le donne Afgane a cui non è permesso di istruirsi, di curarsi, di circolare nelle strade liberamente senza il burqa, o i più vili abusi e discriminazioni che le donne iraniane subiscono da trent’anni. I responsabili della Repubblica Islamica dovrebbero essere giudicati per i crimini commessi contro l’umanità. Dovrebbero essere aboliti: l’obbligo di portare il velo o qualsiasi abbigliamento forzato, le leggi misogine e discriminatorie contro le donne e dovrebbe essere promossa l’uguaglianza globale tra i sessi in tutti i campi da quello economico a quello politico, da quello culturale a quello socio-familiare. L’abrogazione delle leggi che permettono la lapidazione, la tortura e la pena di morte. In alcune popolazioni africane, alle bambine di fede musulmana, viene praticata tuttora l’assurda asportazione di parte dell’organo femminile. Operazione, brutalmente eseguita da altre donne, che provoca infezioni e sofferenze disumane. Fino a pochi decenni fa in Cina e in India le autorità avevano imposto alle donne di limitare il numero delle nascite. In Cina inoltre, fino al secolo XX, non meravigliava l’abbandono di figlie femmine. Oltre a ciò dovremmo ricordare lo squallido commercio di giovanissime prostitute che avviene nei paesi del Sud-Est asiatico o dei paesi Caraibici. Quando tutte le donne di questi paesi riusciranno ad emanciparsi, a raggiungere il rispetto ed una dignità, come noi abbiano avuto l’opportunità di fare, pur attraverso scioperi e lunghe lotte, allora sì che potremmo festeggiare con orgoglio l’8 marzo come Festa Internazionale della donna. Mariella Annibale Marchina * Archivio di Stato di Brescia


economia

GIOVANI LAVORO MERCATO di Magda Biglia

E

ppure una ricerca effettuata da Excelsior per Unioncamere mette in evidenza che a Brescia, nei primi tre mesi del 2012, le assunzioni dovrebbero superare quelle dei primi tre mesi del 2011, 3900 con un tasso del 12.8 per mille. E a queste vanno aggiunte altre opportunità per circa tremila unità, fra interinali, collaboratori a progetto, free lance.

Il 65% delle assunzioni sarà concentrato nei servizi e il 67% nelle imprese con meno di 50 addetti. Ma solo un contratto su quattro, secondo le aziende testate, sarà a tempo indeterminato e per il 64% si richiederà una precedente esperienza, il che di fatto esclude chi si affaccia per la prima volta. I due settori che più apriranno le porte sono da un lato il commercio, dall’altro le industrie metalmeccaniche ed elettroniche. Seguono il turismo e la ristorazione, la cura delle persona. Tra le prime cinque figure cercate nel trimestre compaiono i cuochi, i commessi, i tecnici amministrativi, gli operai metalmeccanici ed elettromeccanici, il personale di segreteria. Manodopera femminile viene prediletta nella sanità, nell’assistenza e nei punti vendita.

POCHI GIOVANI, TANTE FUGHE DI CERVELLI, DISOCCUPAZIONE, CASSA INTEGRAZIONE. IL QUADRO SUL MERCATO DEL LAVORO NELLA NOSTRA PROVINCIA, EMERSO DAGLI STUDI PRESENTATI ALLA CAMERA DI COMMERCIO, ALL’INTERNO DELLE NUMEROSE INIZIATIVE PER LA FESTA DEI PATRONI ORGANIZZATE DALLA CONFRATERNITA DEI SANTI FAUSTINO E GIOVITA, NON È CONFORTANTE 34


La quota di immigrati programmata varia dall’8 al 12% a società, e l’accompagnamento formativo pre e post l’avvio seconda degli ambiti, percentuale che appare inferiore sia della start up. I corsi preparatori si tengono in febbraio e alla media regionale che a quella nazionale. I servizi opera- marzo. Il Comune eroga contributi per imprenditori under tivi, l’industria e i trasporti sono i maggiormente propensi 30 che partano o consolidino una ditta. Sessatamila euro sono messi a disposizione, fifty-fifty, dagli assessorati alle all’utilizzo degli immigrati. Per quanto riguarda soprattutto le nuove generazioni in in- Politiche giovanili di Diego Ambrosi e del Commercio e Marketing di Maurizio Margaroli. L’anno scorso le domangresso, un dato appare importante de sono state ventidue. L’Informagiovani si è ristrutturato e in evoluzione rispetto agli anni ponendo al centro le tematiche del lavopassati. Escludendo le assunzioro. «Oggi i ragazzi non hanno tanto neni stagionali, sui restanti 3400 il Oggi i ragazzi non 58% deve avere un diploma o una hanno tanto necessità cessità di notizie, sanno usare internet da soli; serve invece un aiuto a progettarsi la laurea, meglio però se triennale. di notizie, sanno usare vita» sostiene il dirigente Antonio Moro Questo il panorama dell’offerta «uno stimolo a combattere di lavoro. Ma alla Cdc sono stati presentati i internet da soli; serve tutti quei fattori culturali progetti di sostegno per chi non ha ancora o invece un aiuto a proche sono di freno all’aperha perso il posto. Aristide Peli, assessore alla gettarsi la vita Pubblica istruzione della Provincia, ha illutura verso le opportunità, strato i voucher destinati agli over 55 licenziaseppur poche, che sono di ti, alle donne, ai tirocinanti, ai disoccupati, agli apprendisti, freno, ad esempio, al fare ai lavoratori in mobilità, all’autoimprenditorialità, per un da sé, a impiantare una prototale di 10mila euro. Alcuni bandi sono esauriti, altri in pria attività che valorizzi talenti e competenze». Esiste poi la Rete di azioni per i giovani, coordinata da Marvigore. Si possono reperire sul sito dell’ente. La Camera di commercio ha in corso il progetto Start che co Menni. Al coordinamento partecipano molte associaziocomprende due tipi di appoggio, un finanziamento di 5500 ni, gli oratori. «Il problema» dice Menni- «è che, quando si euro per una nuova intrapresa individuale, 10mila per una parla di giovani, i grandi assenti sono proprio loro».

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In questa foto da sx Marco Menni presidente Confcooperative, Aristide Peli assessore provinciale all’Istruzione, Massimo Ziletti dirigente della Camera di Commercio di Brescia

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economia

A SCUOLA D’IMPRESA Dal 1 settembre partirà il primo anno di insegnamento del nuovo liceo Guido Carli fortemente voluto da Aib per formare la classe dirigente del futuro. La selezione degli studenti è già iniziata. Le parole d’ordine sono polivalenza culturale, spirito critico, capacità di soluzioni innovative, leadership positiva. Previste borse di studio messe a disposizioone dagli imprenditori bresciani

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a retta costa ottomila euro, ma alcuni imprenditori si sono già resi disponibili ad erogare borse di studio. Il liceo internazionale Guido Carli, voluto da Aib, è una realtà e ha avviato la selezione degli iscritti. Una selezione dura, basata su un buon curriculum scolastico, una prova scritta, un colloquio orale.

Serve la conoscenza dell’inglese a livello B1, servono appropriate competenze linguistiche, logico-matematiche, Ict. La presentazione alla città è avvenuta a Santa Giulia, con il presidente dell’Associazione industriale Giancarlo Dallera pienamente soddisfatto di essere riuscito a fondare la scuola per la classe dirigente, almeno quella economica. Una scuola che aprirà le porte di tutte le università del mondo, sperando però che quei talenti non rimangano alla fine altrove. Al suo fianco c’erano il vice per l’Education, Franco Gussalli Beretta, e la preside Barbara Ongaro che ha spiegato alla folta platea le caratteristiche del liceo con i suoi tre indirizzi, tecnico-scientifico, economicogiuridico, umanistico. L’elemento più importante è l’articolazione in due bienni,

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In questa foto Giuseppe Colosio direttore generale dell’Ufficio scolastico della Lombardia

più un quinto anno, con la possibilità, dopo quattro anni e in caso di otto in tutte le materie, di anticipare la maturità e il conseguimento dell’International Baccalaureate, previo esame. L’anno dura dal 1 settembre al 30 giugno, con settimana corta, «ma aule sempre spalancate anche al pomeriggio e al sabato» nelle parole della preside. Oltre ai docenti, gli studenti incontreranno visiting professor, esperti, testimoni, in un continuo contatto con il mondo imprenditoriale del territorio, e non, «a cui necessitano le professioni più attuali e addirittura quelle che verranno», sempre per usare le espressioni della professoressa Ongaro. Laboratori, stages, teatro, sport, arte completeranno la formazione. Un tutor la seguirà passo, passo. «Obiettivi: polivalenza culturale, spirito critico, capacità di soluzioni innovative, leadership positiva». L’informatica la farà da padrona. Ad ogni ragazzo verrà affidata una cartella digitale, per continuare il lavoro didattico a distanza. Le lingue, utilizzate anche per le lezioni, saranno europee nel primo biennio, extraeuropee nel secondo, ma non mancheranno il latino e il greco, a seconda degli indirizzi. Per ora è tutto pronto l’impianto didattico. Proba-

bilmente, in attesa di una verifica sull’appeal e sulla consistenza dei cervelli bresciani, non si è pensato alle sede. Le lezioni si terranno presso Isfor, in via Nenni 32. A questo proposito un suggerimento è giunto dall’Associazione Brescia città grande. «Ci pare determinante un dialogo fra questo liceo e il Museo dell’Industria e del lavoro, centro di eventi legati da un lato alla nostra storia manifatturiera, dall’altro alla tecnologia del presente e del futuro» dichiara un esponente dell’associazione, l’imprenditore Sandro Belli. Il quale si spinge oltre ipotizzando la collocazione della scuola dentro o accanto al Museo, «per una sinergia di intenti e un evidente risparmio dei costi di gestione». Apprezzamento per il nuovo tassello dell’istruzione privata a Brescia è stato espresso dal rettore dell’Università degli Studi Sergio Pecorelli che ha insistito in particolare sulla premialità del valore che si collega al progetto che l’ateneo sta realizzando del Collegio del merito dove dal prossimo anno avranno posto i meritevoli, indipendentemente dalle loro possibilità economiche. M.B.

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Le termocamere sono strumenti eccezionali per determinare dove e quando sia necessaria la manutenzione, La Termografia a infrarossi è divenuta il più valido poiché le installazioni elettriche e meccaniche mostrano strumento diagnostico per la manutenzione predittiva. innalzamento della temperatura primaPRIMA di subire PREVENIRE E’ MEGLIOspesso CHE un CURARE: sCOPRI IL PRObLEMA CHE dIVENtI UN GUAstO Rilevando anomalie solitamente invisibili ad occhio nudo, un guasto. questi punti caldi con una termocamera EFFE EMME COstRUzIONI s.R.L., CONScoprire IL sUO PERsONALE ALtAMENtE qUALIFICAtO OFFRE UN sUPPORtO INdIsPENsAbILE ALLE AzIENdE PERla LA RIsOLUzIONE dEI PRObLEMI INstALLAzIONE, GEstIONE, MANUtENzIONE E termografia infrarossi permette didIintraprendere rende possibile ad intraprendere azioni preventive. Questo CONdUzIONE dI UtILItIEs INdUstRIALI COMPLEssI azioni correttive prima che verifichinoEo,costosi ai IMMObILIARI può evitare costosi fermi di siproduzione ancoraguasti peggio, sistemi. eccezionalisenza per incendi. Le Unatermocamere termocamerasono è un strumenti affidabile strumento determinare dove ediquando contatto in grado rilevaresiae necessaria visualizzarelalamanutenzione, distribuzione La a di infrarossi è edivenuta più validoe poiché le installazioni elettriche meccaniche mostrano dellaTermografia temperatura intere superfici di ilmacchinari diagnostico per rapido la manutenzione predittiva. spesso innalzamento della temperatura primaPRIMA di subire dispositivi elettrici, in modo e preciso. PREVENIRE E’ MEGLIOstrumento CHE un CURARE: sCOPRI IL PRObLEMA CHE dIVENtI UN GUAstO Rilevando anomalie solitamente invisibili ad occhio nudo, EFFE EMME COstRUzIONI s.R.L., CON IL sUO PERsONALE ALtAMENtE qUALIFICAtO OFFRE UN sUPPORtO un guasto. Scoprire questi punti caldi con una termocamera Cosa è la termografia termografia ad infrarossi permette di intraprendere INdIsPENsAbILE ALLE AzIENdE PERla LA RIsOLUzIONE dEI PRObLEMI dI INstALLAzIONE, GEstIONE, MANUtENzIONE E rende possibile intraprendere azionielettromagnetica preventive. Questo Ogni corpo emette una radiazione che CONdUzIONE dI UtILItIEs INdUstRIALI Eo,costosi COMPLEssI azioni correttive prima che verifichino ai IMMObILIARI può evitare costosi fermi di siproduzione ancoraguasti peggio, dipende dalla propria temperatura; misurando questa sistemi. Le termocamere sono strumenti eccezionali per incendi. Una termocamera è un affidabile strumento senza radiazione tramite le termocamere può essere così ricavata determinare dovedel ediquando necessaria manutenzione, contatto in grado rilevare e visualizzare distribuzione la temperatura corpo siasenza alcunlala contatto fisico. La Termografia a infrarossi è divenuta il più valido poiché le installazioni elettriche e meccaniche della temperatura di intere di macchinari La termografia è quindi unasuperfici metodologia di mostrano indaginee diagnostico per la manutenzione predittiva. PREVENIRE E’ MEGLIOstrumento CHE un CURARE: sCOPRI IL PRObLEMA CHE dIVENtI UN GUAstO spesso innalzamento della temperatura primaPRIMA di subire dispositivi elettrici, in modo rapido e preciso. assolutamente non invasiva. EFFE EMME COstRUzIONI s.R.L., CONScoprire IL sUO PERsONALE ALtAMENtE qUALIFICAtO OFFRE UN sUPPORtO Rilevando anomalie solitamente invisibili ad occhio nudo, un guasto. questi punti caldi con una termocamera Cosa è la termografia Sicurezza INdIsPENsAbILE ALLE AzIENdE PERla LA RIsOLUzIONE dEI PRObLEMI INstALLAzIONE, GEstIONE, MANUtENzIONE E termografia ad infrarossi permette didIintraprendere rende possibile intraprendere azioni preventive. Questo Ogni corpo emette una elettromagnetica che IMMObILIARI Prevenire guasto in unradiazione quadro elettrico significa anche CONdUzIONE dI un UtILItIEs INdUstRIALI COMPLEssI azioni correttive prima verifichinoEo,costosi ai può evitare costosi fermiche di sieproduzione ancoraguasti peggio, dipende dalla propria temperatura; questa evitare incendi, folgorazioni danni allemisurando persone. Servizi Innovativi sistemi. Tecnologici Le termocamere sono strumenti eccezionali per incendi. Una termocamera è un affidabile strumento senza radiazione tramite le termocamere può essere così ricavata Vantaggio economico determinare dove ediquando siae necessaria lalamanutenzione, contatto in grado rilevare visualizzare la temperatura corpounsenza alcun contatto fisico. possibilità di del valutare processo produttivo La Termografia a infrarossi è divenuta ildistribuzione più durante valido poiché le installazioni e meccaniche mostranoe della temperatura di elettriche intere dipreventivamente macchinari La termografia è quindi unalasuperfici metodologia dipredittiva. indagine il suo funzionamento individuando strumento diagnostico per manutenzione innalzamento dellarapido temperatura primaPRIMA di subire PREVENIRE E’ MEGLIOspesso CHE un CURARE: sCOPRI IL PRObLEMA CHE dIVENtI UN GUAstO dispositivi elettrici, insolitamente modo e preciso. assolutamente non invasiva. possibili anomalie, garantisce all’utente un notevole Rilevando anomalie invisibili ad occhio nudo, EFFE EMME COstRUzIONI s.R.L., CON IL sUO PERsONALE ALtAMENtE qUALIFICAtO OFFRE UN sUPPORtO un guasto. Scoprire questi punti caldi con una termocamera Cosa è la termografia Sicurezza vantaggio che siad traduce termini Capita la infrarossi permetteeconomici. didIintraprendere INdIsPENsAbILE ALLE AzIENdE PERrende LAtermografia RIsOLUzIONE dEIinPRObLEMI INstALLAzIONE, GEstIONE, MANUtENzIONE E possibile intraprendere azioni preventive. Questo Ogni emette una radiazione elettromagnetica che Prevenire guasto in un quadro elettrico significa anche spessocorpo di un trovare grazie alla un componente azioni correttive prima che sitermografia verifichino guasti ai IMMObILIARI CONdUzIONE dI UtILItIEs INdUstRIALI E costosi COMPLEssI può evitare costosi fermitemperatura; di produzionemisurando o, ancora peggio, dipende propria questa evitare folgorazioni e danni elettricoincendi, odalla meccanico difettoso chealle puòpersone. essere sostituito Servizi Innovativi incendi. Tecnologici sistemi. Le termocamere sono strumenti eccezionali per Una termocamera è un affidabile strumento senza radiazione tramite termocamere può essere così ricavata Dall’alto in basso: Vantaggio economico o riparato con meno di 100sia €. necessaria Se l’elemento difettoso non determinare dove e le quando la manutenzione, Analisi di un quadro a bassa tensione con contatto in gradodel di rilevare e visualizzare la distribuzione la temperatura corpo senza contatto fisico. possibilità di valutare un processo produttivo durante fosse individuato, costo degli danni provocati La Termografia ail infrarossi è eventuali divenuta il più valido poiché le installazioni elettriche e alcun meccaniche mostrano anomalia termica della temperatura di intere superfici di macchinari e La termografia è quindi una metodologia di indagine Analisi di una spina di derivazione su ildallo suostesso funzionamento individuando preventivamente ai macchinari potrebbe raggiungere anche diagnostico per la manutenzione spesso un innalzamento della temperatura primapredittiva. di subire PREVENIRE E’ MEGLIOstrumento CHE CURARE: sCOPRI IL PRObLEMA blindosbarra con anomalia dispositivi elettrici, in modo rapido e preciso. 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Questo Ogni corpo emette una radiazione elettromagnetica che IMMObILIARI CONdUzIONE dI UtILItIEs INdUstRIALI Eo,costosi COMPLEssI Prevenire guasto in un elettrico significa anche spesso di un trovare grazie alla termografia un componente azioni correttive prima che siproduzione verifichino guasti ai può evitare costosi fermi diquadro ancora peggio, dipende dalla folgorazioni propria temperatura; misurando questa evitare incendi, danni Servizi Innovativi sistemi. Tecnologici elettrico o meccanico difettoso chealle puòpersone. essere sostituito Le termocamere sono strumenti eccezionali per incendi. Una termocamera è eun affidabile strumento senza radiazione tramite le termocamere può essere così ricavata Vantaggio economico Dall’alto in basso: o riparatoincon meno di 100sia €. Se l’elemento difettoso non determinare dove ediquando lalamanutenzione, contatto grado rilevare e necessaria visualizzare distribuzione Analisi di un quadro a bassa tensione con la temperatura corpounsenza alcun contatto fisico. La Termografia ail infrarossi è eventuali il più valido possibilità di del valutare processo produttivo durante fosse individuato, costo degli provocati poiché le installazioni elettriche edivenuta meccaniche mostrano anomalia termica della temperatura di intere superfici didanni macchinari e La termografia è quindi unala metodologia dipredittiva. indagine strumento diagnostico per manutenzione Analisi di una spina PREVENIRE di derivazione su il suo funzionamento individuando preventivamente ® modo E’ MEGLIOspesso CHEstesso CURARE: sCOPRI IL PRObLEMA CHE dIVENtI UN GUAstO dallo ai macchinari potrebbe raggiungere anche un innalzamento della temperatura primaPRIMA di subire dispositivi elettrici, in rapido e preciso. blindosbarra con anomalia assolutamente invasiva. Rilevando anomalie solitamente invisibili ad occhio nudo, possibili anomalie, garantisce all’utente un notevole EMME COstRUzIONI s.R.L., CON ILnon sUO PERsONALE ALtAMENtE qUALIFICAtO OFFRE UN sUPPORtO decine diquesti Euro. Analisi di EFFE trasformatori e collegamenti un guasto. Scoprire punti caldi con una termocamera Cosa è di la migliaia termografia INdIsPENsAbILE ALLE AzIENdE PERla LA RIsOLUzIONE dEIinPRObLEMI INstALLAzIONE, GEstIONE, MANUtENzIONE E Sicurezza termografia infrarossi permette didIintraprendere vantaggio che siad traduce termini economici. Capita rende possibile intraprendere azionielettromagnetica preventive. Questo Ogni corpo emette una radiazione che IMMObILIARI CONdUzIONE dI UtILItIEs E costosi COMPLEssI Prevenire un guasto in INdUstRIALI unalla quadro elettrico significa anche azioni correttive prima verifichino guasti ai spesso di dalla trovare grazie termografia componente può evitare costosi fermiche di siproduzione o,un ancora peggio, dipende propria temperatura; misurando questa evitare incendi, folgorazioni e danni alle persone. Servizi Innovativi sistemi. Tecnologici termocamere sono eccezionali per elettricoLe o tramite meccanico difettoso chepuò può essere incendi. Una termocamera è un strumenti affidabile strumento senza radiazione le termocamere essere cosìsostituito ricavata Dall’alto in basso: Vantaggio economico determinare dove e quando necessaria la manutenzione, o riparato meno di 100sia €. Se l’elemento difettosofisico. non contatto incon grado rilevare e visualizzare la temperatura del corpo senza alcun la contatto Analisi di un quadro a bassa tensione con La Termografia adi infrarossi è eventuali ildistribuzione più valido La possibilità di valutare un processo produttivo durante poiché le installazioni elettriche edivenuta meccaniche mostrano fosse individuato, ilquindi costo degli danni provocati anomalia termica della temperatura di intere superfici di macchinari e La termografia è una metodologia di indagine strumento diagnostico per latemperatura manutenzione Analisi di una spina di derivazione su ildallo suostesso individuando preventivamente spesso unfunzionamento innalzamento della primapredittiva. di subire ainon macchinari potrebbe raggiungere anche ® modo dispositivi elettrici, in rapido e preciso. blindosbarra con anomalia assolutamente invasiva. Rilevando anomalie solitamente invisibili ad un occhio nudo, possibili anomalie, garantisce all’utente notevole un guasto. Scoprire questi punti caldi con una termocamera decine di migliaia di Euro. Analisi di trasformatori e collegamenti Cosa è la termografia Sicurezza la termografia infrarossi permette di intraprendere vantaggio che siad traduce in termini economici. Capita rende possibile intraprendere azionielettromagnetica preventive. Questo Ogni corpo unaunradiazione che Prevenire un emette guasto in quadro elettricocostosi significa anche azioni correttive prima verifichino guasti ai spesso di trovare grazie alla termografia componente può evitare costosi fermiche di siproduzione o,unancora peggio, dipende dalla propria temperatura; questa evitare incendi, folgorazioni e danni allemisurando persone. Servizi Innovativi sistemi. 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La temperatura possibilità di del valutare unsenza processo produttivo durante poiché le installazioni elettriche e alcun meccaniche mostrano fosse individuato, il dicosto deglisuperfici eventuali provocatie anomalia termica della temperatura intere didanni macchinari La termografia è quindi unatemperatura metodologia di di indagine il suo individuando preventivamente Analisi di una spina di derivazione su spesso unfunzionamento innalzamento della prima subire ® modo dallo stesso ai macchinari potrebbe raggiungere anche dispositivi elettrici, in rapido e preciso. blindosbarra con anomalia assolutamente non invasiva. possibili anomalie, garantisce all’utente un notevole un guasto. Scoprirediquesti decine Euro.punti caldi con una termocamera Analisi di trasformatori e collegamenti Cosa è di la migliaia termografia Sicurezza vantaggio che siintraprendere traduce in termini economici. Questo Capita rende possibile azionielettromagnetica preventive. 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L’INFRAROSSO AL SERVIZIO DELLE AZIENDE PREVENIRE E’ MEGLIO CHE CURARE scopri il problema prima che diventi un guasto. Global Service, con il suo personale altamente qualificato secondo le normative UNI EN 473 e ISO 9712 offre un supporto indispensabile alle Aziende per la risoluzione dei problemi di installazione, gestione, manutenzione e conduzione di utilities industriali e complessi immobiliari. La Termografia a infrarossi è divenuta il più vali- dallo stesso ai macchinari potrebbe raggiungere do strumento diagnostico per la manutenzione anche decine di migliaia di Euro. predittiva. Rilevando anomalie solitamente in- Ecco un esempio sui vantaggi economici che si visibili ad occhio nudo, la termografia ad infra- posso trarre dall’uso di questa tecnologia. Breve rossi permette di intraprendere azioni correttive estratto dall’articolo “Troubleshooting Paper Maprima che si verifichino costosi guasti ai sistemi. chine Problems Through Thermal Imaging”, Robin J. Le termocamere sono strumenti eccezionali per Thon, Albany International Corp.: determinare dove e quando sia necessaria la “Le indagini sulle macchine per la produzione manutenzione, poiché le installazioni elettriche della carta sono parte della routine per il nostro e meccaniche mostrano spesso un innalzamen- servizio clienti. Queste sono destinate a docuto della temperatura prima di subire un guasto. mentare la buona prestazione e ad analizzare i Scoprire questi punti caldi con una termocamera problemi noti. Utilizzando la termocamera ad inrende possibile intraprendere azioni preventive. frarossi, siamo in grado di “vedere” cose che non Questo può evitare costosi fermi di produzione sono visibili ad occhio nudo. Abbiamo notato o, ancora peggio, incendi. Una termocamera è parecchie perdite di vapore su alcune bobine un affidabile strumento senza contatto in grado dell’essicatore. Attraverso il nostro pre-incontro un motore di rilevaredierelä visualizzare la distribuzione dellaAnalisi tem- termica condiquesto cliente, avevamo appreso Ispezione di una sheda elettronica Immagine in bassa tensione Incendio che di un la quadro elettrico in funzione peratura di intere superfici di macchinari e dis- macchina per la carta si fermava spesso senza positivi elettrici, in modo rapido e preciso. motivo. Le bobine difettose sono state disatRISPARMIO ANNUO RAGGIUNTO GRAZIE ALLA TERMOGRAFIA Cosa è la termografia tivate, quelle rimanenti fornivano comunque abOgni corpo emette una radiazione elettromag- bastanza caldo in attesa della riparazione di netica che dipende dalla propria temperatura; quelle difettose. I fermi macchina al giorno sono misurando questa radiazione tramite le termo- stati ampiamente ridotti. Ciò si traduce in un incamere può essere così ricavata la temperatura cremento della produzione quantificabile in 200 del corpo senza alcun contatto fisico. La ter- mila dollari in aumento.”(www.maintenanceworld. mografia è quindi una metodologia di indagine com) assolutamente non invasiva. .000 E’ importante inoltre ricordare che alcune com469.000 Vantaggio economico pagnie d’assicurazione effettuano importanti Capita spesso di trovare grazie alla termografia riduzioni dei premi delle polizze qualora venga un componente elettrico o meccanico difettoso dimostrata l’applicazione programmata della terche può essere sostituito o riparato con meno mografia. Dall’alto in basso: Analisi di un quadro a bassa tensione con di 100 €. Se l’elemento difettoso non fosse indianomalia termica viduato, il costo degli eventuali danni provocati Analisi di una spina di derivazione su

prima dell’introduzione della termografia

dopo l’introduzione della termografia

blindosbarra con anomalia Analisi di trasformatori e collegamenti

67

7$

0$

12

7. $

14.300

n° di rotture annue

000

costi a rottura

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98.300

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370.000

costo di manutenzione costi totali risparmio dopo la analisi annuo termografica Nella tabella è riportato il calcolo del notevole vantaggio economico che la termografia ha apportato all’azienda UPS, leader mondiale nel trasporto espresso merci.

Alcuni esempi di applicazione della termografia in campo industriale Sistemi elettrici ad alta e media tensione Tra gli esempi di guasti che sono rilevabili con le termocamere nelle installazioni ad alta e media tensione vi sono: Ossidazione di interruttori ad alta e media tensione Surriscaldamento dei collegamenti Fissaggio imperfetto dei collegamenti Guasto di isolatori Sistemi elettrici a bassa tensione Tra gli esempi di guasti che sono

rilevabili con le termocamere nei dispositivi a bassa tensione vi sono: Collegamenti ad alta resistenza Corrosioni dei collegamenti Danneggiamenti del fusibile interno Guasti interni agli interruttori automatici Collegamenti inefficienti e danni interni Installazioni meccaniche Tra gli esempi di guasti meccanici che sono rilevabili con le termocamere vi sono: Problemi di lubrificazione

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Disallineamenti Motori surriscaldati Rulli a temperature sospette Sovraccarico delle pompe Assali dei motori surriscaldati Cuscinetti caldi Condutture Tra gli esempi di guasti in tubazioni che sono rilevabili con le termocamere vi sono: Perdite in pompe, tubi e valvole Decadimenti di isolamento Otturazione di tubi


scienza

IL GENIO DEI GENI di Leonardo Wesendorf

I

l mondo ha perso uno scienziato straordinario, una mente eccelsa e un gentiluomo. L’Italia l’aveva già perso molti anni fa. Prima a causa delle leggi razziali e poi per la propria, endemica, genetica incapacità di trattenere in patria i propri cervelli più geniali.

e Salvador Luria. Renato si laurea a soli vent’anni e durante la Seconda guerra mondiale viene chiamato come ufficiale medico sul fronte francese e russo. Proprio in Russia viene ferito e sul treno di ritorno vede a Varsavia un gruppo di uomini in tuta che lavorano sulla ferrovia. Portano cucita addosso una stella gialla. Renato chiede chi sono. «Ebrei che dopo aver finito il lavoro verranno uccisi» gli viene risposto. Come ricorderà anni dopo, quello è il punto di svolta, di non ritorno. Rientrato in Italia, decide di militare nella Resistenza quando crolla il regime fascista e di far parte del Comitato di liberazione nazionale di Torino. Nel frattempo il collega Luria, fuggito dall’Italia per colpa delle leggi razziali, trova rifugio come molti altri scienziati negli Stati Uniti. Nel 1947 Dulbecco decide di partire per raggiungerlo. Il destino gli riserva una bella sorpresa: sulla nave che lo sta traghettando verso la nazione della libertà incontra l’ex compagna di studi: Rita Levi Montalcini. Il 1960 è un anno indimenticabile. Al California Institute of Technology Dulbecco osserva che i tumori

Renato mostra i primi sintomi della sua eccezionalità a sedici anni quando si iscrive alla facoltà di medicina dell’università di Torino dove segue i corsi dell’anatomista Giuseppe Levi insieme a due colleghi che successivamente, come lui, avrebbero ricevuto il massimo riconoscimento nella medicina: i Nobel, Rita Levi Montalcini

Biologo e genetista, nato a Catanzaro nel 1914 ma cittadino americano dal 1953, Renato Dulbecco non c’è più. Si è spento in California poco prima di compiere 98 anni. Anche lui, come altre menti illuminate, ci ha lasciato un’eredità importantissima

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Renato Dulbecco, premio Nobel nel 1975 per la scoperta dei meccanismi tumorali

sono indotti da una famiglia di virus in seguito chiamati oncogeni. Questa scoperta gli spalanca le porte del Nobel, assegnatogli dal Karolinska Institut nel 1975 per la scoperta del meccanismo d’azione dei virus tumorali nelle cellule animali: il Dna del virus diventa parte integrante del Dna della cellula ospite. Se oggi sappiamo che per combattere i tumori bisogna aggredire il loro Dna il merito è proprio di Dulbecco. «Dobbiamo aggredire le cellule tumorali come un pirata della strada che impatta e scappa via» spiega con parole semplici e immediate Dulbecco che ama farsi capire, trasmettere la conoscenza e condividerla con tutti. Dall’università di Yale riceve la laurea honoris causa in scienze, ed entra in prestigiose associazioni di menti illuminate: l’Accademia dei Lincei, l’Accademia nazionale delle scienze americane e la Royal Society inglese. I legami con l’Italia non si spezzano del tutto. Renato prosegue le sue ricerche sulla mappa del Dna condotte

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presso l’Istituto di tecnologie biomediche del Cnr a Milano. Nel 1999 accetta l’invito a condurre il Festival di Sanremo su richiesta di Fabio Fazio che lo vuole assolutamente. Dulbecco devolve il compenso a favore del rientro in Italia degli scienziati emigrati all’estero. Un’iniziativa simbolica che ancora oggi Telethon porta avanti attraverso il Progetto carriere Dulbecco. «Aveva capito oltre 25 anni fa che la strada per combattere il cancro è quella della medicina personalizzata”, dice Giuseppe Novelli, preside della facoltà di medicina e chirurgia e direttore dell’Istituto di genetica umana dell’Università degli studi di Roma Tor Vergata. «Era un punto di riferimento, a cui dobbiamo moltissimo». Quel giorno di passaggio a Varsavia non sarai riuscito a salvare quegli uomini con la stella gialla cucita addosso, ma ne hai salvati tanti, tantissimi altri negli anni a seguire.


musica

SERENA

CON BRIO di Luigi Fertonani

É

nata il 4 agosto 1997 a Pisogne, a conti fatti non ha ancora quindici anni: eppure affronta programmi da concerto di tutto rispetto.

dimostrazione che anche nel nostro territorio giovani e giovanissimi non solo s’impegnano con passione nello studio della musica, ma possiedono anche quella marcia in più che permette loro di raggiungere grandi traguardi e riconoscimenti già durante gli anni di studio. Al di là della bravura di questa musicista quattordicenne, abbiamo trovato molto significativo che Serena Saloni, pur impegnata in un’attività da grandi non sembra aver perso un grammo della sua adolescenziale spontaneità. «Veramente non ho iniziato con la chitarra» ci spiega «ma col pianoforte che ho studiato per due anni. Ma poi ho capito che quello non era il mio strumento e, visto che mia madre quand’era giovane suonava la chitarra ho deciso di provare: in quinta elementare ho superato l’esame d’ammissione al Conservatorio ed eccomi arrivata al

Stiamo parlando di Serena Saloni, una chitarrista che si rivela un vero e proprio talento in uno strumento che ha iniziato a studiare con Girolamo Cocchi e che da quattro anni è stata ammessa nella classe del maestro Bruno Giuffredi, nella sezione di Darfo Boario Terme del nostro Conservatorio Luca Marenzio. L’ennesima, vincente

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sesto corso, col maestro Giuffredi». Ti sarai resa conto molto presto che studiare seriamente uno strumento musicale non è una passeggiata… Eh sì, è un impegno forte, devo suonare tutti i giorni. Le tue compagne, le tue amiche che ne pensano? Molte mie amiche frequentano il Conservatorio e quindi hanno praticamente gli stessi miei impegni: ci capiamo, ci troviamo bene insieme. E le mie amiche che non suonano sono contente di ascoltarmi. Ho visto che hai un repertorio piuttosto ampio. C’è per caso una composizione che non hai ancora affrontato e che ti piacerebbe suonare? A me piacciono praticamente tutti i pezzi che ho studiato. Naturalmente ho anch’io le mie preferenze e mi piacciono in particolare i pezzi brillanti, veloci, virtuosistici. Ti piace correre, insomma. E, visto che hai un fisico atletico, non è che sei anche un’appassionata sportiva? Attualmente faccio solamente Pilates ma sì, in passato ho praticato molti sport: ad esempio mi piace sciare, pattinare e ballare. Quali altri interessi, al di fuori della musica? La fotografia. Fotografo di tutto, dalle persone ai paesaggi e adesso voglio acquistare una macchina ancora più bella e tecnologica di quella che sto usando. Tornando alla chitarra. La consideri solo una tappa, anche se importante, oppure un’avventura che potrebbe durare tutta la tua vita? Per adesso la mia preoccupazione è quella di finire gli studi in Conservatorio, poi si vedrà, in fondo mancano ancora vari anni e ho tempo per pensarci. E poi ci sono anche gli altri studi, visto che frequento l’indirizzo di Scienze Applicate al Liceo Scientifico.

Serena Saloni ha già un curriculum musicale di tutto rispetto: nel 2008 ha vinto il Concorso europeo di chitarra classica Città di Gorizia, al Concorso nazionale Giulio Rospigliosi di Lamporecchio, il Rovere d’oro di San Bartolomeo Mare. Il Conservatorio Luca Marenzio due anni fa l’ha premiata come miglior allieva sia della sede di Brescia che di quella di Darfo Boario Terme. Ha recentemente registrato per Brescia Punto Tv una puntata della trasmissione La Camera della Musica al Salone Da Cemmo e Rai 1 l’ha invitata a partecipare a una trasmissione televisiva come nuova promessa del mondo chitarristico.

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In queste immagini Serena Saloni, classe ‘97, nuova promessa del mondo chitarristico


musica

LA VOCE POTENTE DELLE BAMBOLE DI CRISTALLO Ha ragione Mina quando dice che loro “se ne vanno, vogliono andarsene”. E’ successo un’altra volta purtroppo e il mondo della musica, a pochi mesi dalla scomparsa di Amy Winehouse e a tre anni da quella di Michael Jackson, piange la morte di un altro talento immenso. L’11 febbraio il mondo si è fermato per salutare the Queen of pop alias Whitney Houston. Se n’è andata anche lei, tragicamente, lasciando un grande vuoto, sensi di colpa e molti punti interrogativi di Marta Bossanova

N

on le puoi convincere, non le puoi trattenere. A un certo punto decidono che è ora di andare, come se qualcuno le chiamasse da lontano, come se qualcuno dicesse loro che lo spettacolo è finito e il pubblico è ormai uscito. E’ come se a un certo punto queste creature mettessero le ali e spiccassero il volo.

E non c’è niente da fare per fermarle, per convincerle che sono ancora in tempo a cambiare tutto, a rimanere qui, sulla Terra. Che non è mai troppo tardi e in fondo questo posto che chiamiamo mondo può essere anche meraviglioso. No, mettono le ali e vanno via e importa, ma fino a un certo punto, cosa hanno fatto prima e cosa avremmo potuto fare tutti noi per aiutarle. Poco importa perché loro hanno messo le ali e hanno spiccato il volo. E quando senti la loro voce lo pensi davvero che siano angeli, creature collocate a metà tra cielo e terra, esseri che godono di un dono divino ma allo stesso tempo pagano caro questo privilegio, rarissimo e potente. Perché così è la loro voce: rara e potente, capace di far vibrare le corde dell’anima raggiungendo note molto alte, molto vicine al mistero più grande. Forse la questione sta tutta lì, come in una sorta di purgatorio anticipato sulla terra. Tu sei portatrice di una voce che è più

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grande di tutti noi e di te di qualsiasi corpo umano che non può contenerla tutta senza cadere in un abisso di tormento. Anche il bene, quando è straripante, può far male. Oppure è accaduto qualcos’altro, molto più semplice, molto più banale: il successo, la fama, la ricchezza amplificano il disagio, minando la stabilità di chi è più fragile e si trova a dover gestire situazioni grandi, troppo pesanti da sostenere. E così questi angeli dalla voce splendente prendono le vesti di paradossi tristi e inevitabili: voci potentissime in bamboline di cristallo. Che prima o poi si rompono, vanno in frantumi, in migliaia di piccoli e irriconoscibili pezzettini al suono della loro stessa voce. Chi era Whitney Houston? Una donna Nessuno mi fa fare qualcosa che non voglio di colore bellissima, con una voce strepitosa, figlia fare. È una mia decisione. Quindi il mio più d’arte (sua madre Cissy era una famosa cantante gospel), cugina di Dionne Warwick (altra grandisgrande diavolo sono io. Sono il mio miglior sima della musica) e che come madrina aveva avuto amico o il mio peggior nemico Aretha Franklin (un mito vivente). Il gospel è la sua origine e il suo fine e proprio nelle chiese inizia a cantare. E’ già scritto che il suo destino sia quello di cantare la voce di Dio, o forse, con la voce di Dio. Una responsabilità troppo grande per una persona così fragile. Il successo comincia negli anni ’80 e in sequenza arrivano i singoli più amati: come Who will I know e I wanna dance with somebody (who loves me) e I will always love you inserita nel film The Bodyguard: quella colonna sonora diventa la più venduta di sempre con 42 milioni di copie. Whitney nel frattempo è già una star planetaria. Purtroppo sulla sua strada capita la persona sbagliata, l’uomo sbagliato, Bobby Brown, all’epoca cantante affermato. I due si sposano, ma passano la metà del tempo a litigare, drogarsi e picchiarsi, hanno una figlia e poi si separano e poi di nuovo litigano, si picchiano e infine divorziano ma ormai la loro vita è segnata, soprattutto quella di Whitney divenuta dipendente da alcol, droghe e farmaci.Il suo è il volto di una statua perfetta in apparenza e piena di crepe all’interno. La carriera musicale prosegue e due anni fa viene pubblicato il suo ultimo singolo. Ma lei, quando appare in pubblico, è sempre più distrutta. E’ un angelo distrutto da un demone che fa a cazzotti con quella voce divina, pazzesca. L’11 febbraio viene trovata nella vasca da bagno del Beverly Hilton, priva di conoscenza. Poco dopo si sparge la notizia che lei, la regina del pop, è morta. Ha messo le ali ed è volata via. Beffardo il momento in cui succede: Whitney era in quell’albergo perché avrebbe dovuto presenziare come ospite alla festa che anticipava la cerimonia di consegna dei Grammy, il più prestigioso premio musicale. E per favore, che tacciano coloro che giudicano senza capire e senza nemmeno provare a capire che non c’è successo o ricchezza in grado di guarire dal male di vivere, lo stesso che alberga così nel cuore dei mortali come in quello degli angeli fragili che cantano a noi, per noi, ma con una voce troppo grande anche per loro.

Whitney Houston, una delle voci più belle della musica, l’11 febbraio è stata trovata morta nella vasca da bagno della sua camera al Beverly Hilton

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società

DONNE IN UFFICIO, MENO TASSE

S

iamo tutti d’accordo: sul merito non si discute e ovviamente ogni posto di lavoro dovrebbe essere ricoperto perché si è meritevoli e non per altro motivo, tuttavia in un Paese, come l’Italia, dove esistono ancora oggi barriere culturali che impediscono l’accesso o mettono a repentaglio il posto di lavoro, è necessario agire tramite quote riservate o incentivi. Il governo tecnico del professor Mario Monti ha deciso di optare per la seconda ipotesi introducendo sgravi

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Tra le tante novità apportate dalla politica economica del governo Monti ne spicca una che si occupa – finalmente – di agevolazioni e incentivi a favore dell’occupazione al femminile

fiscali per le aziende che vogliono investire sulle donne. Del resto i numeri parlano chiaro: in Italia l’occupazione in rosa si ferma al 46 per cento della popolazione femminile mentre in Germania, Francia e Spagna arriva al 60 per cento. Nei paesi scandinavi si sfonda addirittura quota 80 per cento ma là è tutto un altro mondo rispetto al nostro Belpaese. In base alle nuove norme sul lavoro stabilite dal governo Monti, alle aziende che assumono donne, persone di età inferiore ai 35 anni o che trasformano in indeterminato un contratto a tempo determinato viene riconosciuto un beneficio fiscali di 10.600 euro (15.200 per il Sud) in termini di riduzione Irap. Sono escluse le aziende che lavorano in concessione, quelle dei trasporti, dell’energia,


delle telecomunicazioni e delle poste. Ma il governo Monti vorrebbe spingersi un po’ più in là come preannunciato nel discorso programmatico alle Camere dove ha indicato la necessità di “studiare l’opportunità di una tassazione preferenziale per le donne” su modello di quanto indicato nel 2007 dagli economisti Andrea Ichino (università di Bologna) e Alberto Alesina (università di Harvard) . La teoria è contenuta nel loro libro L’Italia fatta in casa. I due economisti sostengono che si potrebbero abbassare le tasse sul lavoro femminile, compensandole con un lieve incremento della pressione fiscale sul reddito degli uomini. «L’obiettivo è quello di rendere conveniente dal punto di vista economico il riequilibrio del lavoro in casa tra uomini e donne». Ma questa riforma potrebbe essere incostituzionale in base all’art. 3 della Costituzione? Quello che sancisce l’eguaglianza tra le persone davanti alla legge. «No, basta leggere il secondo comma dello stesso articolo» risponde l’economista. «E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli che limitano l’eguaglianza. E poi le disparità dal punto di vista della tassazione esistono già.

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Faccio un esempio: io ho quattro figli e per questo pago imposte più basse, mentre un single ne paga di più alte». La riforma in chiave di incentivazione del lavoro in rosa in uno Stato, come quello italiano, a forte trazione maschilista, è seguita dalle novità in tema di pensioni: dal 2012 l’età pensionabile delle donne verrà elevata a 62 anni per le dipendenti del settore privato, per salire progressivamente fino a 66 anni nel 2018, stessa soglia pensionabile degli uomini. Per le lavoratrici autonome si passa direttamente a 63 anni e mezzo dal 1 gennaio 2013. Lo spostamento va di pari passo con l’aumento dell’aspettativa di vita e ci porta in linea con gli altri Paesi europei. In Germania l’età pensionabile è parificata tra uomini e donne a 65 anni così come in Spagna mentre in Francia è di 62 ma con innalzamenti progressivi iniziati lo scorso luglio. In Italia molti si sono opposti all’innalzamento dell’età pensionabile femminile perché, dicono, le donne svolgerebbero un lavoro sociale non riconosciuto: la cura dei figli e degli anziani che verrebbe compensata proprio con un’età pensionabile più bassa.


tecnologia

MEMORIE ARTIFICIALI

I

l laser non si stanca mai. Il suo impiego è ormai parte integranti di qualsiasi tipo di tecnologia e tra qualche tempo sostituirà anche le più tradizionali testine su campo elettromagnetico raggiungendo una velocità di scrittura impressionante.

sponde a un miliardo di byte, un terabyte mille miliardi. Dal punto di vista del funzionamento, il laser lancia il suo impulso in un decimillesimo di miliardesimo di secondo – riuscite a calcolarlo? – usando una frazione dell’energia necessaria alle moderne testine che scrivono le informazioni attraverso l’impiego di un campo elettromagnetico. «Piuttosto che usare un campo magnetico per registrare le informazioni su un supporto magnetico», hanno spiegato gli scienziati, «abbiamo fatto leva su forze interne molto più potenti, registrando le informazioni usando solo il calore». Ma la testina laser non basta: questa innovativa tecnologia necessita di un supporto magnetico a composizione chimica di gadolinio e ferro. Elementi necessari per ottenere questa straordinaria velocità di scrittura. Che i fanatici di tecnologia non perdano il sonno: per ora non è previsto un lancio sul mercato in tempi brevi. Prima bisognerà superare alcuni ostacoli preliminari legato ai costi di produzione e alla reattività del mercato aziendale. Nel frattempo, i drive a stato solido (SSD) rappresentano un’ottima, anche se costosa, alternativa alle tecnologie di memorizzazioni tradizionali.

Una ricerca pubblicata su Nature Communications ha presentato una nuova tecnologia applicabile agli hard disk che prevede l’uso di un laser precisissimo e ad alta velocità. L’orizzonte futuristico – ma neanche troppo - è presto delineato: grazie all’impiego del raggio di luce, la velocità di scrittura dei dati potrebbe raggiungere i gigabyte se non i terabyte al secondo. Per quelli che masticano meno le unità di misura della logica digitale, un gigabyte corri-

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LA PASSWORD DEL CUORE

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tufi di sistemi di protezioni basati sulla lettura delle impronte digitali e retine? Non preoccupatevi, la tecnologia ha già una soluzione per voi. La password del futuro sarà il battito cardiaco.

Nel tempo abbiamo imparato a conoscere i più sofisticati sistemi di protezione di dati riservati o di porte che celavano verità proibite. L’abbiamo imparato guardando i film di fantascienza e leggendo le invenzioni di scienziati applicati alla tecnologia. In ordine sparso: sistemi di riconoscimento facciale, scansione delle vene della mano, scanner che legge l’iride o le impronte digitali. Ma la nuova variante elaborata dai ricercatori dell’università statale Chung Hsing di Taiwan è andata oltre. Il battito del cuore sarebbe talmente unico da non ripetersi mai nello stesso identico modo. «Attraverso la misurazione del lavoro svolto dal cuore con la lettura dell’elettrocardiogramma è possibile determinare un modello individuale da integrare successivamente in un sistema crittografico» ha chiarito lo studioso Chun-Liang Lin sulla rivista Information Sciences. Come riferisce New Scientist, basterà poggiare i polpastrelli sul dispositivo, in modo che possa leggere il ritmo cardiaco, per effettuare l’accesso o uscire da un sistema operativo. Secondo indiscrezioni anche la Apple starebbe lavorando a un sistema simile con un apposito brevetto depositato già nel 2010.

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tecnologia

GUARDIE LADRI IN RETE

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C

omputerworld.com e l’agenzia di stampa Associated Press ne sono certi e lanciano la notizia: l’FBI, la famosa intelligence statunitense, starebbe lavorando allo sviluppo di un software in grado di sondare i social network per reperire informazioni utili alla tutela della sicurezza nazionale.

Parole, movimenti d’opinione, messaggi, fotografie che potrebbero essere riconducibili a minacce terroristiche o altri potenziali pericoli per gli Stati Uniti. Il tutto grazie a una applicazione capace di individuare queste informazioni nel mare magnum della Rete. Il software dovrebbe segnalare su una mappa il luogo di provenienza della minaccia consentendo così agli analisti umani di approfondire la questione. Del resto negli ultimi anni le piazze virtuali sono diventati luogo di incontro di molti criminali o fanatici. Ma non solo: spesso al contrario il fine è stato più che legittimo come nel caso della Primavera Araba. Per questo, già da tempo, gli esperti dei servizi di intelligence di mezzo mondo passano

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Tutto si trasforma anche la guerra tra guardie e ladri. Nel 21esimo secolo le forze dell’ordine preferiscono appostarsi nelle piazze virtuali per monitorare movimenti illeciti. La Fbi ad esempio sta progettando un Grande Fratello capace di surfare sulle onde del mare virtuale dei social network per scovare i criminali. In Italia si cercano gli evasori 2.0

gran parte del loro tempo su Netlog, Twitter, Orkut e Zynga a caccia di materiale sospetto. «Il sistema si limiterà a controllare le informazioni disponibili pubblicamente e non si focalizzerà su singole persone o gruppi» spiega all’ Associated Press un portavoce dell’Fbi. Ma a non essere d’accordo sono in molti, primi fra tutti i responsabili dell’Epic - Electronic Privacy Information Center. Nelle scorse settimane il Centro che tutela la privacy ha ottenuto dei documenti dai quali risulterebbe un coinvolgimento dello US Department of Homeland Security – Dipartimento per la Sicurezza Interna – in attività di controllo dei social network molto simili a quelle progettate dai colleghi dell’FBI. La paura è insomma quella che l’utilizzo di queste tecnologie possa andare oltre la tutela della sicurezza nazionale e sconfinare nella violazione della privacy o, peggio, nel controllo del dissenso politico. In Italia i social network non sono sotto controllo. Almeno per ora. Ma la situazione potrebbe presto cambiare: nel marzo del 2011 Attilio Befera, Direttore dell’agenzia per le entrate, aveva dichiarato che era allo studio un progetto che prevede l’utilizzo dei social network come strumento di controllo del tenore di vita e quindi di lotta all’evasione.
Attenzione italici furbetti: se sul vostro profilo Facebook o su Twitter pubblicate le foto di vacanze abituali all’estero oppure capodanni tropicali dichiarando solo poche migliaia di euro l’anno, potreste destare – ragionevoli – dubbi.


L A MANO DICE CHI SIAMO

Non si tratta certamente di cartomanzia ma le mani c’entrano eccome. Uno studio scientifico ha rivelato che la dominanza destra-sinistra della nostra mano influenza tutta una serie di campi che determinano il nostro modo di agire quotidiano

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l corpo influenza il nostro cervello? Sì. E quanto contano, ad esempio le mani e la dominanza della destra o della sinistra nel nostro modo di pensare, comportarci, parlare, valutare? Tanto.

Una nuova ricerca apparsa sulla rivista Current Directions in Psychological Science, organo dell’Association for Psychological Science, ha indagato sul modo in cui la nostra percezione degli oggetti nell’ambiente circostante e le nostre decisioni possano essere influenzate dal semplice fatto di essere destrimani o mancini. In generale, le persone tendono a preferire le cose che incontrano sul lato della loro mano dominante. Quando si chiedeva ai volontari coinvolti nello studio quale tra due prodotti avrebbero voluto acquistare, quale tra due candidati avrebbero voluto assumere o quale tra due crea-

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ture aliene ritenevano più affidabili, i destrimani sceglievano di preferenza prodotti, persone e creature che vedevano nella parte destra della pagina, mentre per i mancini era il contrario. Inoltre, queste preferenze sono state riscontrate nei soggetti fin dall’età di cinque anni. Ma perché la preferenza della mano è correlata a valutazioni così astratte? Secondo Daniel Casasanto della The New School for Social Research, «le persone preferiscono gli oggetti che riescono più facilmente a percepire e con cui riescono meglio a interagire: i destrimani interagiscono con l’ambiente più facilmente con la destra che con la sinistra, per cui sono portati ad associare il ‘buono’ al lato destro e il ‘cattivo’ alla sinistra». Ma tale preferenza non è stabilita una volta per tutte. I destrimani che per esempio subiscono un handicap fisico permanente alla mano destra trasferiscono l’associazione del buono alla sinistra. E un fenomeno simile si osserva in laboratorio quando si impedisce ai soggetti di usare la mano preferita. «Dopo pochi minuti con la mano destra bloccata, questi soggetti iniziano a pensare come i mancini: cambiando l’interazione fisica delle persone con l’ambiente si riesce a trasformare anche la loro mente», ha spiegato Casasanto.


scienza

CONTI IN ROSSO, NIENTE MARTE

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l presidente statunitense Obama ha presentato il budget per l’agenzia spaziale americana e a farne le spese è il Pianeta Rosso.

terreno in grado di prelevare campioni fino a due metri di profondità e di riportarli sulla Terra - doveva essere finanziata con 1,4 miliardi di dollari da parte statunitense e 1,2 da parte europea, ma ora tutti i progetti marziani della Nasa sono stati tagliati del 40 per cento. E Obama vuole ridurre di 309 milioni di dollari anche lo studio degli altri pianeti del sistema solare, con nuovi tagli nei prossimi anni. Il nuovo budget, di circa 17,7 miliardi di dollari che dovrà ora essere approvato dal Congresso - privilegia le missioni umane, con 3 miliardi di dollari stanziati per la Stazione Spaziale Internazionale e 3,9 miliardi di dollari per lo sviluppo di un nuovo veicolo spaziale destinato a rimpiazzare gli Shuttle ormai in pensione. E’ stato confermato anche l’impegno per il successore di Hubble - il James Webb Telescope - cui sono destinati 600 milioni di dollari. Il restante - 1,8 miliardi - sarà destinato a progetti che riguardano la Terra. Nelle intenzioni del presidente c’è anche quella di raddoppiare i contributi alle aziende private interessate a sviluppare le proprie navicelle spaziali che in futuro potrebbero funzionare come taxi spaziali per portare gli astronauti alla Stazione spaziale internazionale. In modo da ridurre la dipendenza degli Usa dalla Russia per i passaggi in orbita.

Accantonata per ora la missione congiunta Usa-Ue che prevedeva una serie di viaggi nel quadriennio 2016 e 2018. Le priorità, secondo la Casa Bianca sono altre: i viaggi spaziali umani e la tecnologia. Scelte strategiche o forse il fascino del pianeta rosso è un po’ in declino. «Non proseguiremo più nei progetti delle missioni Exomars nel 2016 e nel 2018 insieme all’Esa», ha ammesso in conferenza stampa il direttore della Nasa Charles Bolden. La spiegazione fornita è che il taglio «è stato deciso sulla base del lancio nel 2011 della sonda Mars Science Laboratory e della conclusione vicina del progetto Mars Atmosphere and Volatile Evolution Mission, una sonda per studiare l’atmosfera marziana che sarà lanciata nel 2013». La missione Exomars, che prevede il lancio di due sonde su Marte - una orbitante e una sul

Di rosso la Nasa ha visto solo il proprio budget. Dopo i tagli imposti dal governo Obama, il centro aerospaziale con sede in Florida dovrà rinunciare alle esplorazioni su Marte

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bellezza

Contro l’ossidazione

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uesto procedimento infatti provoca danni al dna che si ripercuotono nel resto dell’organismo. Gli antiossidanti si dividono in preventivi e interruttori della catena.

Al primo gruppo appartengono le superossidodismutasi, le catalasi che sono dei sistemi enzimatici presenti nelle nostre cellule e composti non enzimatici quali l’acido ascorbico, il glutatione e il beta carotene. Al secondo gruppo appartengono i beta-caroteni e i tocoferoli, cioè in pratica la vitamina E. Inoltre le interazioni tra vitamina C e vitamina E fanno sì che il sistema antiossidante abbia la capacità di autorigenerarsi. E’ importante sgomberare il campo dai dubbi e dai falsi miti: la semplice integrazione alimentare si è rivelata insufficiente rispetto agli effetti ottenibili con una dieta ricca e corretta. Dunque è necessario informarsi sul contenuto degli alimenti. Per quanto riguarda le fonti di vitamina C sappiamo che al primo posto, di gran lunga distanziati dagli altri, ci sono i peperoncini piccanti. Al secondo un gruppo costituito da peperoni, prezzemolo, rucola e broccoletti; al terzo un gruppo costituito da cavolo, broccolo, spinaci e cavolfiore. Al quarto posto troviamo le fave e i piselli freschi, al quinto il radicchio,

i pomodori, l’indivia, le patate novelle, la lattuga. Le verdure più povere di vitamina C sono le cipolle, l’aglio, le carote e i funghi. Tra la frutta il primo posto spetta al ribes seguito dal kiwi, un gruppo formato da fragole, agrumi, melone e un gruppo formato da lamponi, more, mirtilli, ananas, banane. I frutti più poveri di vitamina c sono i fichi, le mele, l’uva, le prugne, le pere e le nespole. Fra gli altri alimenti, gli unici che contengono quantità discrete di vitamina C sono, tra le frattaglie, la milza e il fegato. Quali sono invece le fonti di betacarotene? Tra i vegetali e la frutta gialloarancione: agrumi, albicocche, carote, mango, nespole, pomodori, zucca gialla, papaia. Tra i vegetali verdi: cicoria, cavolo riccio, spinaci, lattuga, prezzemolo, peperone verde. L’alfa carotene si trova invece nelle carote, in tutti i tipi di peperoni, nei fagiolini e nei piselli. Il licopene nei pomodori, e, in quantità ancora più elevata, nel melone e nella papaia. Certamente la assunzione di questi alimenti non è sufficiente per evitare i danni cellulari responsabili dell’invecchiamento tuttavia è senza dubbio la migliore partenza per curare tutto il nostro organismo.

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Vuoi curare la tua pelle? Inizia a curare la tua alimentazione. Il primo passo per avere una pelle sana è partire da una corretta gestione degli organi interni e del corpo in generale. Mangiare bene aiuta a mantenere alto il nostro grado di soddisfazione, ma ci difende anche dall’ossidazione, termine entrato ormai a far parte del dizionario di tutti i salutisti


bellezza

MAGRISSI Magra, magrissima ma sempre bella, anzi bellissima. Angelina Jolie è apparsa in pubblico destando un vespaio di polemiche sulle proprie condizioni di salute. I chicchieroni sostengono si tratti di una particolare dieta a base di 600 calorie al giorno

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LO SPUNTINO IN UFFICIO DIVENTA CICCIA Secondo un sondaggio di MyVoucherCodes.co.uk su quasi 2mila impiegate a tempo pieno, un terzo del fabbisogno calorico giornaliero consumato in ufficio, andrebbe tutto in snack. Gli spuntini preferiti sono al cioccolato

IMA ANGELINA

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a solita fonte anonima della rivista Grazia UK ha spifferato le abitudini alimentari dell’attrice che, nel caso in cui fossero confermate, sarebbero davvero preoccupanti e poco salutari.

Il peggior nemico delle donne al lavoro non è il capoufficio nevrotico ma la noia male accompagnata ossia accompagnata da biscotti, cioccolato o patatine nascosti nel cassetto della scrivania. MyVoucherCodes.co.uk ha lanciato un sondaggio: su quasi 2mila impiegate a tempo pieno ha messo in luce una pericolosa verità. Un terzo del fabbisogno calorico giornaliero consumato in ufficio si butta su snack e schifezze varie, prese magari dai distributori automatici. Questo ha ammesso l’87 per cento del campione. E se alla richiesta di elencare esattamente i singoli cibi assunti durante una giornata media di lavoro il 51 per cento delle donne intervistate ha riportato un conto calorico totale che oscillava fra le 650 e le 750 calorie extra, il 2 per cento è arrivato addirittura fra le 850 e le 950, mentre solo il 9 per cento ha fatto registrare un consumo di snack limitato fra le 150 e le 250 calorie. Quanto alle ragioni che spingono a compiere queste antisalutari scelte (il 64 per cento delle partecipanti alla ricerca pubblicata dal Daily Mail ha ammesso di fare regolarmente uno spuntino in ufficio anziché a casa), è emerso che la fame c’entra poco, visto che le impiegate tendono a buttarsi sul cibo sbagliato perlopiù per colpa della noia (il 49 per cento) o per socializzare con le altre colleghe (l’11per cento), mentre fra gli snack preferiti per dare il colpo di grazia alla bilancia stravince il cioccolato (divorato dal 41 per cento delle donne), seguito dalla frutta (36 per cento) e dalle classiche patatine (31per cento).

A lanciare l’allarme alcune immagini che la ritraggono durante uno dei consueti viaggi in Vietnam: il prendisole rosso che avvolge il suo corpo mette in evidenza spalle e schiena scheletriche. Le braccia sembrano grissini. «Angelina è solita iniziare la giornata con poco più di un cucchiaio di olio di cocco e una manciata di cereali» ha detto lo spione «ma a causa dei troppi impegni, salta spesso il pranzo o prende al massimo qualche mandorla, un orsetto gommoso o un frullato proteico anziché fare un pasto più sostanzioso, mentre a cena se la cava con una fettina di carne magra e un bicchiere di vino rosso». Un menù da poco più di 600 calorie, insomma, che però, unito alla vita frenetica che conduce con sei figli da gestire, un compagno come Brad Pitt da seguire e la sua carriera di attrice da mandare avanti, spiegherebbe il motivo del peso-piuma. I bene informati dicono si aggiri intorno ai 44 chili per 1,72 centimetri di altezza). «Angelina è quel genere di persona che perde l’appetito quando è sotto stress» ha continuato la gola profonda «e che riesce a sopravvivere senza praticamente mangiare nulla. Ma in molti cominciano ad essere preoccupati dal fatto che abbia spinto la cosa un po’ troppo oltre e che se non metterà presto qualche chilo, non sarà più in grado di seguire tutti i suoi impegni. Per questo la pregano di mangiare di più e anche lei stessa sta cercando di non dimagrire ulteriormente, ma sfortunatamente non sembra in grado di ingrassare». Già nel 2007 la Jolie venne accusata di essere troppo magra: all’epoca, l’attrice si difese spiegando di aver perso tanto peso dopo la morte dell’adorata mamma Marcheline e non già perché spinta «dal desiderio di infilarmi in un paio di jeans superaderenti» come invece insinuavano i suoi critici.

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motori

IL MOTORE IN TESTA

A

questo punto entra in gioco la sua creatività: la crisi economica gli fa scoprire di avere un talento innato per la risoluzione - nel rispetto delle norme di legge - dei problemi correnti. Si guarda attorno, vede cosa ha a disposizione: internet.

Perfetto. Va su un sito di motori e cerca auto usate. Gli scappa l’occhio e trova alcuni modelli vecchi a un prezzo molto vantaggioso. Ne spunta alcuni: una Volvo giallo canarino, una Audi grigio metallizzato, una Citroen azzurro

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ciano. L’offerta migliore è la tedesca: 1300 euro, 1800 di cilindrata, impianto Gpl montato. Battista tira su il telefono – quello per fortuna non glielo hanno ancora staccato – chiama, si accorda con il proprietario per approfondire la questione. L’auto è un’Audi 80, classe 1991, ha quattro cristalli elettrici e il tettuccio apribile. Il proprietario è un veneziano doc, classe 1915, sopravvissuto a due guerre mondiali – dalla Prima è stato tenuto a battesimo – e di cose su come gira il mondo ne sa a bizzeffe. «Ma lo sa che le auto, trascorsi vent’anni dalla prima immatricolazione, possono essere iscritte al registro auto storiche?» dice il veneziano mettendo bestemmie al posto di virgole e punti. Niente di blasfemo, che il lettore comprenda la provenienza territoriale.


Prendi la crisi. Prendi il caro benzina. Prendi il bollo auto che non si capisce perché se la macchina è tua, l’hai pagata fior di soldi e sudore, ci hai già pagato sopra l’Iva, ogni anno devi comunque sborsare dai sessanta euro in su, a favore della Regione. Prendi l’assoluta necessità di avere un’auto per gli spostamenti quotidiani (mettiamo che tu faccia il rappresentante e in tempi di magra semini tanto e raccogli poco anzi pochissimo). Prendi il portafoglio, aprilo e nota che prima della fine del mese i soldi sono già finiti. Prendi un italiano medio. Prendi un bresciano medio, uno qualunque che si trova in difficoltà ma non ha la minima intenzione di darsi all’illegalità. Dagli un nome: Battista* «No, non lo sapevo» risponde titubante Battista chiedendosi cosa c’entri questa precisazione e temendo uno di quei sermoni che partono dalla prima rivoluzione industriale e finiscono all’altro ieri. «Allora glielo dico io e le dico anche che se lei compra la mia macchina e la iscrive al registro auto storiche, pagherà 30 euro di bollo all’anno e potrà avere altre agevolazioni con la compagnia assicurativa. Si informi al Club auto storiche più vicino a casa sua». Il giorno successivo Battista corre a informarsi e scopre un universo parallelo che non pensava potesse esistere. La panacea a tutti i suoi mali. Quelli del club auto storiche gli spiegano tutte le tappe. Iscrizione al registro auto storiche: euro 40 da pagare una sola volta e poi basta; iscrizione a un club di auto storiche (euro 140 annuali); bollo auto (euro 30 annuali); assicurazione convenzionata (euro 60 annuali con massimale Rca fino a 10 mln). Per un’eventuale seconda auto registrata l’assicurazione è di euro 20 annuali. Battista fa due calcoli: 230 euro all’anno oltre ai 40 da pagare solo all’iscrizione. Battista alza la testa dalla calcolatrice. Battista sorride. Battista è felice perché ha trovato una soluzione

In queste immagini alcuni particolari della Audi 80 protagonista del nostro articolo

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geniale a un problema assillante. Tira su il telefono, chiama il vecchietto veneziano e il giorno dopo è da lui con i soldi in mano per comprare la Audi grigio metallizzato che, come tutte le auto appartenute a uomini nati prima del consumismo sfrenato, è in condizioni perfette, anzi, perfettissime, nelle sue parti più essenziali. Il proprietario si è anche premurato di andare dallo sfasciacarrozze per prendere un cambio usato, ma in condizioni migliori del suo che ha la pelle un po’ consumata. Ha preso anche uno stemmino Audi nuovo da sostituire a quello attuale, consumato anche lui dal tempo che è passato per tutti. Battista è quasi commosso nel vedere tanta gentilezza in un mondo che è divenuto così brutale nei rapporti umani. Gli dispiace quasi portare via la macchina a quel gentile vecchietto. Chissà quanti ricordi legano lei a lui. Vista l’empasse è lo stesso vecchietto che taglia corto e saluta con un intercalare bestemmiante. Battista parte con la sua Audi nuova – in senso lato – e si mette sulla strada di casa. Il motore è in ottime condizioni, nessuna vibrazione, l’autoradio – installata dal nipotastro del vecchietto – prende tutti i canali tranne radio Vaticana:


BAR TABACCHI La Coccinella Alle Porte Franche di Erbusco un locale per soddisfare i tuoi desideri Ad accogliervi c’è il sorriso e la freschezza del personale in una piccola oasi ricca di servizi in un atmosfera calda e rilassante. Siamo nel Bar-Tabacchi La Coccinella all’interno del Centro Commerciale Le Porte Franche, una tappa obbligatoria che vi stupirà per la quantità di servizi che riesce ad offrire. Si incomincia la mattina alle 8 con la colazione, un sorriso e tanta gentilezza per rendere piacevole il risveglio e affrontare con serenità tutta la giornata. Seguono le proposte aperitivo e caffetteria in genere per soddisfare i vari break che alleggeriscono la giornata dai tanti impegni che solitamente ci sommergono. Tutto questo è possibile fino alle 22 in un elegante e tranquillo spazio esclusivo del locale, comodamente affacciato sulla scenografica architettura del Centro Commerciale. Nell’arco della giornata, al piacere di una pausa ristoratrice, La Coccinella, mette a disposizione una rosa completa di prestazioni veramente utili che si possono effettuare tranquillamente tra un caffè e uno spuntino. In diretta quindi il pagamento delle bollette postali, Mav, Rav, Freccia Rossa, Voucher Inps, Bollo Auto, Canone Rai, Sky, Mediaset Premium, Telecom Italia, Wind, Infostrada, Ricariche Poste Pay e tutte le ricariche telefoniche italiane ed estere. E non finisce qui. Per tutti gli appassionati di giochi e per chi ama tentare la fortuna, La Coccinella (anche il nome è un augurio) offre una vasta gamma di possibilità: Lotto, 10 e Lotto, Superenalotto, Win for Life, Gratta e Vinci e biglietti Lotteria di tutti i tipi. Basta quindi scegliere la giocata preferita, incrociare le dita e il gioco è fatto! Ma in questa sciccosa manciata di metri quadrati, studiati alla perfezione per rendere la sosta agevole e rilassante, non mancano alcune chicche per palati raffinati: in bella mostra un’importante collezione di Wisky Macallan completa di tutte le annate a partire dal 1936 e per gli appassionati fumatori, oltre ai tabacchi tradizionali ed ai Trinciati, sono disponibili i migliori sigari cubani conservati sapientemente in una vetrina climatizzata per mantenere intatto il loro aroma e le loro caratteristiche. Detto questo, dopo qualche ora di shopping, un pit stop presso La Coccinella è d’obbligo per rilassarsi e sbrigare in pochi minuti tutte quelle piccole cose pratiche senza doversi spostare da un posto all’altro. E se per caso avete usato i servizi pubblici non preoccupatevi per il ritorno, La Coccinella offre anche il servizio di biglietteria per pullman!

La Coccinella è aperta tutti i giorni dalle 8.00 alle 22.00 tel. 030. 7704448


poco male, pensa Battista. D’improvviso gli sorge un dubbio atroce quando si accende la spia del Gpl: non ha chiesto quanto costa un pieno. Si ferma al primo autogrill, si affianca alla colonnina del rifornimento e aspetta il benzinaio che si avvicina di gran passo. Cosa faccio, si domanda Battista. Lo dico o non lo dico? Rischio o non rischio? Si guarda nel portafoglio: ha solo cinquanta euro. Ok rischio. «Mi fa il pieno, grazie?». Poi attende. Inesorabile e pungente attesa. Il benzinaio stacca il tubo, si avvicina al finestrino: «Sono v e n t i c i n q u e euro, signore». Battista tira su la testa dal portafoglio. Battista sorride. Battista è felice perché con quei venticinque euro che gli sono avanzati quella sera può portare fuori la sua fidanzata per festeggiare, che sono mesi che non escono a mangiarsi una pizza. E possono anche fermarsi in collina, aprire il tettuccio e guardare le stelle, quella sera. Driin. «Pronto?» dice Battista. «Mi sono scordato di dirle» dice il vecchietto ormai ex proprietario dell’auto «che un pieno costa venticinque euro e ci fa più o meno 330 chilometri. La saluto». Battista, se possibile, è sempre più felice anche perché sulla strada del ritorno pensa a tutti i soldi che risparmierà in un anno e alla fine, chi l’ha detto che l’auto deve essere nuova e fiammeggiante, da copertina patinata? Quella Audi 80 del 1991 è bella perché ha una storia, è in ottime condizioni, ha quattro ruote che lo portano in giro e all’anno gli costa molto poco. Cosa gli serve di più? pCas *Tratto da una storia vera di un vero bresciano

direttore Edoardo Beccalossi redazione Paola Castriota, Claretta Pasotti, Paola Gregorio, Magda Biglia, Luigi Fertonani, Leonardo Wesendorf, Claudia Salfa, Marta Bossanova contributi speciali Mariella Annibale Marchina fotografia Edophoto, Mauro Brunelli, Paola Bonfadini, Cesare Allegri, Censi Bossini impaginazione Francesca Vezzoli

pubblicità info@panoramabresciano.it 030.2191305 / 334.3575976 segreteria info@panoramabresciano.it stampa Pressup via La Spezia 118/c Ladispoli (VT) Chiuso in redazione il 28-02-2012 alle 18,00 Autorizzazione del Tribunale di Brescia Edizioni Le Amazzoni via Genova 8 Brescia www.panoramabresciano.it info@panoramabresciano.it Ogni riproduzione realizzata sia con mezzi meccanici che elettronici è vietata senza autorizzazione scritta dell’editore




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