Il GIORNALE DI ALBIGNASEGO, supplemento de “il Giornale di” Anno 2 n°9 (11°Pubb.) Aut. Tribunale di Padova n. 2509 Editore: Lime Edizioni srl - Direttore responsabile: Matteo Venturini ordine dei giornalisti della Regione Veneto n. 150011 Realizzazione grafica e concessionaria esclusiva di pubblicità: Lime Edizioni srl - Via A. Capecelatro, 31- 20148 Milano - Tel. 02 36767660 www.limedizioni.com - info@limedizioni.com - Tiratura: 13.000 copie
editoriale
Buone feste nel segno del pensiero positivo Siamo ad appena pochi giorni dal Natale, una festività che Albignasego negli anni ha sempre sentito e vissuto intensamente. Rispetto allo scorso anno sono sicuro che questa festività potrà essere assaporata in modo più sereno ed in contatto con i nostri familiari. “Il Giornale di” (Albignasego e Selvazzano) ha avuto un riscontro importante in questo ultimo anno soprattutto grazie alle “buone notizie”, mai negative, che abbiamo riportato all’interno delle nostre pagine. Proprio con lo stesso spirito positivo ho ottenuto la possibilità di condurre e portare in televisione un format per il quale ogni settimana vedrà un nuovo ospite che racconterà la sua “bella” storia e ci delizierà con interessanti aneddoti. La trasmissione si chiama “Positiva Mente – Talk Show” e sarà trasmessa su Cafè24 TV (canale 86 del digitale terrestre per il Veneto, su altri canali in tutto il Nord Italia o in streaming sul web) tutte le domeniche alle ore 20,30 a partire dalla metà di questo mese. Volevo condividere questa notizia per invitarvi a seguire il programma ma soprattutto per ringraziarVi per la fiducia accordata in questi ultimi 12 mesi, perché è anche grazie a Voi che questo si è potuto realizzare.
Un caloroso buon Natale e felice 2022 a tutti! Matteo Venturini
Con la ripresa degli eventi culturali anche un ricco calendario per il Natale Abbiamo avuto il piacere di dialogare con il nuovo Assessore alla Cultura Marco Mazzucato che in queste settimane sta preparando Albignasego ad una serie di iniziative ed eventi che occuperanno un ruolo centrale per il cittadino e le associazioni. E intanto è arrivato un ricco calendario di eventi natalizi coordinati dalla Pro Loco. (Segue a pagina 2) di Matteo Venturini
PERSONAGGI
VILLA ObIzzI
TERRITORIO
Il Door Gian Luca Maria Alati ci racconta una storia a lieto fine
L’evoluzione di Villa Obizzi Quel che rimane di durante gli interventi Villa Sgaravazzi, chiamata dell’ex Sindaco Luciano Moro anche Villa della Torre
Il medico anestesista rianimatore é stato primario all’ospedale di Camposampiero qualche anno fa PAGINA 6
L’ex Municipio ha subito diverse destinazioni durante gli ultimi 50 anni PAGINA 9
La grandiosa Villa, prima di subire diversi incendi é stata di proprietà di albignaseghesi PAGINA 13
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Giunta
Ho avuto il piacere di scambiare quattro piacevoli chiacchiere con il nuovo Assessore alla Cultura Marco Mazzucato, disponibilissimo a spiegarci i nuovi progetti a breve, medio e lungo termine a partire dalle iniziative di questo Natale. So che già ti stai occupando dei primissimi progetti a breve termine Proprio ieri mi sono sentito con Federica Camani, presidente della nostra Pro Loco cittadina. Ma cosa ha a che fare una associazione di questo tipo con il Comune di Albignasego? Forse non tutti sanno che all’interno dello Statuto della Pro Loco è previsto l’inserimento di tre consiglieri comunali, quindi uno stretto legame tra coloro che amministrano il Comune con questa importante realtà territoriale. La Pro Loco ha fatto un gran lavoro in questi ultimi anni e non si può che esserne soddisfatti. Proprio in tempi recenti si sta occupando finalmente di coordinare le associazioni che parteciperanno alle attività, gli eventi o ancora meglio il calendario del periodo natalizio. La Pro Loco ha fatto un grandissimo lavoro ed ha cercato di avvicinare tante associazioni o per lo meno le più possibili, anche perché nel nostro territorio siamo ricchissimi di realtà vive ed attive in diversi campi. E per quanto riguarda i progetti futuri? Ci sono progetti che sicuramente risulteranno di più facile organizzazione ed altri che invece richiederanno più tempo e dedizione. Stiamo già lavorando sulla nuova Banda della Città di Albignasego e di fatto ci sarebbe una associazione che potrebbe ricoprire questo ruolo; la Banda si unirà poi al già esistente Coro di Albignasego che è sempre impegnato nelle nostre principali manifestazioni. In realtà una “fase di test” di compartecipazione tra Banda e Coro si è già tenuta durante la manifestazione delle celebrazioni del 4 novembre (si sono svolte domenica 7 novembre n.d.r.), quindi in tempi brevi dovremo riuscire a formalizzare la costituzione ufficiale della nuova Banda. Abbiamo anche un progetto per l’istituzione di un nuovo Ufficio specifico per le manifestazioni che necessiterà di un investimento economico e quindi di maggiore programmazione temporale. Un altro punto a me molto caro è la volontà di aprire le nostre scule in orari extra scolastici per destinare nuovi spazi dedicati alla cultura. Già oggi questo accade occasionalmente ma solo per particolari situazioni. Ci piacerebbe poter istituire un vero e proprio calendario per concedere negli orari pomeridiani luoghi nei quali le associazioni possano svolgere le proprie attività. A proposito di associazioni tu oltre ad
Intervista a Marco Mazzucato, nuovo Assessore alla Cultura di Albignasego
“
Tante idee ed iniziative culturali per il futuro, molto spazio alle associazioni ed ai giovani
essere Assessore alla Cultura hai anche la delega per le Associazioni e per il Volontariato Non sembra vero ma ogni nuovo giorno da Assessore mi sta facendo scoprire realtà associative attive nel territorio, e devo ammettere che non si tratta semplicemente di un codice fiscale o un timbro ma di persone che lavorano nel silenzio, fanno del bene e portano avanti le loro attività di volontariato tutti i giorni. È per questo che gli spazi diventano fondamentali per poter far sì che queste persone possano por-
tare avanti il fine associativo.
”
Per un assessorato è importante poter coordinare gli eventi presenti sul territorio. È proprio uno degli obiettivi che ci siamo prefissati nel medio termine. La Città di Albignasego è ricca di realtà che in tempi di “normalità” organizza regolarmente decine di eventi e molto spesso è un peccato venirne a conoscenza solamente poche ore prima. Già come abbiamo detto prima la Pro Loco grazie all’enorme attività di coordinamento che sta portando avanti garantisce un importante
supporto mediatico agli eventi che verranno ulteriormente valorizzati attraverso una nuova piattaforma multimediale che verrà creata e messa a disposizione delle associazione e dei cittadini. Tutte le manifestazioni che vengono organizzate sul territorio hanno un dispendio umano e soprattutto economico e questo portale potrebbe aiutare queste realtà a trovare qualche azienda che possa sponsorizzare i singoli eventi. Un’altra risorsa del Comune è la Biblioteca La Biblioteca è un grosso patrimo-
Eventi Natalizi : il Programma Hobbisti in Villa (parco di Villa Obizzi) - 11 dicembre (15.00/19.00) - 12 dicembre (10.00/19.00) - 12 dicembre dalle 15.00 Primo concorso Creativo “Città di Albignasego” e Premio “Maria Paola Chemello” - 18 dicembre (15.00/19.00) - 19 dicembre (10.00/19.00) alle 15.00 arriva Babbo Natale Villaggio di Natale - Dal 4 al 24 dicembre Mercatino di Natale in Piazza del Donatore - Dal lunedì al giovedì (15.00/ 19.00) -Venerdì, sabato e domenica dalle 10.00 alle 19.00
Eventi di Natale -4 dicembre: Associazione Emmaus (9.00/18.00) mercatino dell’usato solidale Via Mascagni 35 -11-12-18 e 19 dicembre: Dance for Fun. Esibizioni in Villa Obizzi durante i Mercatini -12 dicembre ore 11.00: laboratorio per bambini sul riciclo Piazza del Donatore -14 dicembre: Associazione Ottave Parallele Ciara Stea presso quartiere San Tommaso -16 dicembre: Associazione Ottave Parallele Ciara Stea presso quartiere San Lorenzo -18 dicembre: Ass.ne Ottave Parallele dalle 21.00 Concerto di Natale
-19 dicembre: Ass.ne CEM e Mouqe, canzoni natalizie sotto l’albero Piazza del Donatore -18 e 19 dicembre: Ass.ne Genitori in Fuga, laboratori per bambini – Parco di Villa Obizzi - Dall’11 dicembre al 16 gennaio: Associazione Interno 7 “Quante volte da bambino ci chiedevano: cosa vuoi fare da grande?” presso piano terra Villa Obizzi
nio, una risorsa da scoprire per chi non la conosce e su cui continuare ad investire nel tempo. Valorizzare quello che è già esistente è un valore aggiunto per un Comune. Ogni anno noi stanziamo dei fondi per incrementare il patrimonio librario ed è mia intenzione dare particolare attenzione a questo luogo; tutte le settimane ci sono moltissime iniziative ed un ricco calendario per eventi che si svolgono in Biblioteca, la popolazione deve scorpire o riscoprire assolutamente il tesoro che è situato dentro a Villa Obizzi. Anche l’Emeroteca, contenuta in una stanza all’interno della Biblioteca, merita di essere valorizzata ancor di più. Un punto importante sarà sicuramente l’obiettivo di ampliare il più possibile gli orari per l’accesso a questo luogo che io definisco una eccellenza anche per il fatto che facciamo parte del Consorzio Biblioteche Padovane. Mi dicevi che l’Arte dovrà avere il suo giusto spazio Assolutamente! Ogni tipo di arte: poesia, scrittura, scultura, pittura e un particolare occhio di riguardo ai ragazzi darà un valore aggiunto al nostro Comune. Mi piacerebbe implementare l’offerta culturale diretta alla popolazione ed in particolare ai nostri giovani. A proposito di giovani, quali sono i vostri progetti? Vorrei dare maggior valore agli spazi dedicati alle aule studio. Sono dei posti e dei momenti all’interno dei quali i giovani si ritrovano, studiano e socializzano nei quali gli studenti sono riusciti ad utilizzarli, con le dovute precauzioni, anche durante questo difficile periodo pandemico. Dal 2019 oltre alle aule studio di Villa Obizzi è presente anche l’aula studio in Casa Calore a Sant’Agostino nata dall’esigenza della popolazione presentata nel Bilancio Partecipativo. Vogliamo creare nuovi spazi per i giovani e per la cultura, è però da tener presente che ricavare nuovi spazi è sempre un’impresa non indifferente, ecco perché i Bilanci Partecipativi diventano dei momenti ideali per poter pianificare nuove iniziative e richieste. So che ci tieni a fare qualche ringraziamento Vorrei ringraziare ad alcune persone: Federica Camani come Presidente della Pro Loco, l’Assessore alla Cultura Gregori Bottin che mi ha preceduto, il sindaco Filippo Giacinti per la fiducia e l’incarico che mi ha affidato, oltre a tutti gli uffici sempre disponibili ed a disposizione. Grazie Marco e buon lavoro Grazie a te Matteo e alla prossima Matteo Venturini
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ReGione
Regione Veneto Cultura, Lavoro ed Edilizia Residenziale: la Regione risponde con importanti investimenti
Francesco Calzavara
CULTURA “Nessuna riduzione di fondi per il mondo del teatro, dello spettacolo e della cultura, anzi. Confermiamo nella manovra di bilancio di previsione 2022 le stesse risorse stanziate lo scorso anno prevedendo ulteriori 230mila a favore della Veneto Film Commission, altri 150mila per la Fondazione Cini oltre ai 100mila a sostegno delle iniziative collegate al riconoscimento di Cittadella città Veneta della cultura”. Con queste parole l’assessore regionale al Bilancio e alla Programmazione, Francesco Calzavara fuga ogni dubbio in merito ad un possibile taglio del 15% sui capitoli della Cultura, presentando l’emendamento nel corso della prima commissione consiliare, approvato all’unanimità dalla maggioranza e dalla minoranza. “Come anticipato anche durante le audizioni in sesta commissione abbiamo dedicato le prime risorse disponibili a confermare ed aumentare, seppur di poco, lo stanziamento del 2021- specifica l’Assessore -, evitando così il taglio prudenziale del 15% che ha coinvolto tutti gli assessorati in maniera indistinta. Nel corso delle prossime settimane avremo modo di arrivare all’approvazione del bilancio di previsione Francesco Calzavaradi con un quadro definito, che ci permetterà rimpinguare in buona parte anche il resto degli assessorati”. Nello specifico, il totale della spesa per la cultura nel 2021 era stata di 9 milioni e
405mila euro, mentre le ipotesi per il 2022 sono di 9 milioni 935mila euro. “Grazie anche a questo emendamento credo appaia chiaro l’impegno della Giunta nel salvaguardare tutte le associazioni e le istituzioni della cultura, che con oltre 9milioni e 900mila euro nel 2022 potranno continuare a programmare iniziative per valorizzare il nostro patrimonio artistico e culturale – specifica l’Assessore -”. “Per la prima volta, grazie all’approvazione di questo emendamento, stanziamo dei fondi specifici per la legge quadro sulla cultura – conclude Calzavara -, guidati dalla consapevolezza della straordinarietà del patrimonio culturale regionale, fatto di tradizioni, istituzioni, ma anche di creatività e vivacità delle idee. Ricchezze che vanno custodite e valorizzate, grazie a un’efficace azione di governo capace di sostenere lo sviluppo della cultura in ogni sua forma e ambito, anche al fine di creare nuovo valore economico continuando a dare sostegno al comparto”.
LAVORO “È necessario oggi parlare di filiera corta come lo è ricostruire la filiera corta, a partire da ciò esiste e che abbiamo ancora nel territorio veneto. Un territorio fatto di PMI, di altissima capacità produttiva e di velocità nelle trasformazioni, di altissima qualità della capacità produttiva. La nostra materia prima in Veneto è il lavoro, è il capitale umano. E su questo metteremo tutte le risorse”. Così Elena Donazzan, Assessore regionale al lavoro, è intervenuta in collegamento al convegno “Filiere corte, reshoring e proposte di cambiamento secondo il PNRR – la visione per il bellunese” promosso da CIGL Belluno con Istituto di Ricerche Economiche e Sociali (IRES) Veneto.
“È opportuno parlarne adesso – ha proseguito -, forse è già troppo tardi rispetto al fatto che 20 anni fa eravamo leader in una serie di produzioni: dagli occhiali fino all’elettrodomestico e alla filiera del freddo. Ecco perché è inaccettabile e delittuoso permettere, ad esempio, che chiuda ACC, ultima azienda in Italia produttrice di compressori che dista 50 minuti di strada dal più grande stabilimento di produzione di frigoriferi del sud Europa, quello di Susegana”. L’assessore regionale al lavoro ha, poi, sottolineato l’importanza della manifestazione in piazza a Borgo Valbelluna di sabato scorso. “Si tratta di stabilire un patto del territorio – indica -. In piazza a Mel c’era
Elena Donazzan
quasi un intero consiglio di gestione del territorio e delle industrie. Va costruito un patto all’interno del PNRR, che ha misure specifiche per le politiche di filiera e, per il rafforzamento della filiera dell’industria, va difeso il made in Italy. Dobbiamo farlo se non vogliamo essere i nuovi metal-mezzadri. Questa volta non perché produciamo in piccoli laboratori, venendo da una cultura della terra, come accadeva negli anni 70, ma perché oggi diventiamo solamente non proprietari del nostro
lavoro, terzisti sfruttati senza far fruttare la catena del valore”.
EDILIZIA RESIDENZIALE La Giunta regionale del Veneto, su proposta dell’Assessore Cristiano Corazzari, ha approvato una delibera con la quale si dà via libera all’avviso pubblico per l’individuazione delle iniziative finanziabili che saranno realizzate dai Comuni e dalle Aziende Territoriali per l’Edilizia Residenziale (A.T.E.R.), finalizzate alla verifica, al miglioramento e all’adeguamento sismico, oltre che all’efficientamento energetico degli immobili e degli alloggi di edilizia residenziale pubblica (E.R.P.) e riqualificazione degli spazi pubblici. Il provvedimento rientra nell’ambito dell’iniziativa denominata “Sicuro verde e sociale: riqualificazione edilizia residenziale pubblica” inserito nel Fondo complementare al PNRR e prevede l’individuazione di un elenco di iniziative finanziabili sulla base di una serie di criteri relativi all’effettuazione degli interventi nelle zone sismiche 1 e 2, alla presenza contemporanea di interventi di miglioramento della classe sismica e dell’efficientamento energetico dell’immobile, al livello di progettazione degli interventi, privilegiando quelli di immediata cantierabilità. “Sono quasi 100 i milioni messi a disposizione di Comuni e ATER per l’adeguamento sismico e la riqualificazione energetica degli alloggi di edilizia residenziale pubblica. Si tratta di un importante finanziamento, proveniente dal Fondo Complementare al Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, che affluirà velocemente nell’economia veneta in base ad una stringente tabella di marcia dettata dal Ministero per le Infrastrutture e la Mobilità Sostenibile”, afferma l’Assessore Cristiano Corazzari, competente per materia.
Cristiano Corazzari
“Le priorità del bando sono la messa in sicurezza degli alloggi pubblici nelle aree a maggior rischio sismico e la lotta alla ‘povertà energetica’” - precisa l’Assessore. “Sarà possibile rimodernare migliaia di appartamenti, migliorando le condizioni di vita di molte famiglie a basso reddito. Contemporaneamente si ridurranno gli effetti del caro bollette, grazie ai minori consumi dei nuovi impianti di riscaldamento. E con le minori emissioni di Co2 in atmosfera, significative dato l’alto numero di interventi ipotizzabili, si contribuirà alla svolta ecologica imposta dalla programmazione europea”, conclude Corazzari. La Regione procederà all’erogazione del 15% delle somme assegnate ai soggetti attuatori entro 60 giorni dall’assegnazione dei fondi ministeriali. Le successive erogazioni avverranno sulla base dello stato di avanzamento dei lavori, nei limiti del trasferimento delle risorse da parte del Ministero. Le regole di invio sono consultabili al seguente indirizzo: www.regione.veneto.it/web/affarigenerali/pec-regione-veneto Dott. Emo Bruno
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Comune
Tante iniziative e buone notizie dal nostro Comune A pochi giorni dalle vacanze di Natale sono tante le iniziative e le buone notizie arrivate dal Comune di Albignasego. Buona lettura Partito il servizio di accompagnamento scuolabus
Ricordare le vittime di femminicidio con un posto occupato
Fino al 15 dicembre ancora disponibili i fondi d’aiuto per emergenza COVID
Dodici sedie o panchine di Albignasego sono da oggi “occupate” dal nome di altrettante donne venete vittime quest’anno di femminicidio: il Comune di Albignasego ha aderito alla rete provinciale delle Pari opportunità, che ha scelto quest’anno la campagna “posto occupato” per la sua prima iniziativa di sensibilizzazione in occasione del 25 novembre, la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. La rete è composta dal Centro Veneto Progetti Donna – Auser, dall’assessorato alle Politiche di genere e pari opportunità del Comune di Padova e dalle commissioni Pari opportunità di 11 Comuni, tra i quali appunto Albignasego. «La campagna Posto Occupato è nata nel 2013 per ricordare, simbolicamente, le donne che hanno perso la vita per mano di un uomo che le ha uccise per il fatto stesso di essere donne» illustra l’assessore alle Pari opportunità di Albignasego, Anna Fran-
Il Comune di Albignasego ha prorogato fino a 15 dicembre la possibilità di presentare le domande di assegnazione di buoni spesa, al fine di fronteggiare i bisogni alimentari e di beni di prima necessità, ai nuclei familiari in difficoltà economica a causa dell’emergenza derivante dall’epidemia Covid-19. Tra i requisiti per inoltrare la domanda vi sono la dimostrata riduzione del 20% delle entrate complessive del nucleo familiare, nel periodo compreso tra il primo gennaio e il 31 luglio 2021, una disponibilità economica non superiore ai 5 mila euro e un Isee complessivo familiare non superiore ai 50 mila euro. L’elenco completo dei requisiti è consultabile sul sito internet comunale. La domanda di assegnazione del Buono spesa emergenza Covid-19 potrà essere presentata utilizzando la piattaforma on-line collegandosi all’indirizzo internet https://solidali.welfarex.it/padova_solidali2_albignasego.Oltre a tutti i fondi erogati nel 2020, nell’anno in corso, da gennaio ad ottobre, sono stati erogati complessivamente 187.040 euro in buoni spesa a 173 nuclei familiari, con una media, per famiglia, di 1.081 euro per l’acquisto di alimenti e di beni di prima necessità. Grazie invece al bando "Albignasego per l’emergenza Covid 19 - anno 2021" sono stati erogati fino ad ottobre di quest’anno 107.326,56 euro a 92 nuclei familiari, con una media per nucleo familiare di 1.166,59 euro. I contributi sono stati assegnati come integrazione al reddito oppure per il pagamento di bollette, affitti, mutui, spese sanitarie e attività per i minori.
co. «Ciascuna di quelle donne occupava in vita spazi nei luoghi pubblici, sugli autobus, nella società. Riserviamo quindi a loro un posto, occupandolo con un drappo rosso, per non dimenticarle. Abbiamo aderito più che volentieri all’iniziativa e ciò che l’ha resa ancora più significativa e partecipata nel nostro Comune è stata l’adesione da parte di tutte le amministratrici donne, di maggioranza e minoranza, unite per ricordare le donne che non ci sono più, vittime della violenza di un uomo, che il più del volte è un uomo conosciuto, un compagno, un familiare». Una dozzina i luoghi in cui assessore e consigliere hanno allestito oggi un posto occupato, visibile dal drappo rosso che cinge la sedia o la panchina e dai cartelli che recano i nomi di dodici vittime di femminicidio uccise nella regione Veneto nel 2021.
È operativo dal 15 novembre il servizio di accompagnamento su tutti i pulmini in ognuno dei tragitti previsti nel territorio di Albignasego. Gli operatori saliranno insieme ai ragazzi, sorvegliandoli costantemente durante il percorso. Fino ad oggi esisteva, a carico della ditta che svolge il servizio di trasporto scolastico, un accompagnatore unico per tutte le corse, che ruotava cambiando
ogni giorno pulmino; ma visto il grande numero di corse quotidiane e di studenti che le utilizzano e che salgono sugli scuolabus, l’Amministrazione comunale ha ritenuto necessario estendere il servizio e renderlo costante in ogni corsa, affidandolo in gestione, a spese proprie, a una cooperativa. «In questo modo» annuncia il sindaco Filippo Giacinti «sarà garantito il rispetto delle misure antiCovid tra gli scolari, quanto mai opportuno in questo momento in cui assistiamo nelle scuole a un incremento dei contagi”.
Aperto lo spazio ascolto per i genitori dei bambini 2-6 anni Con l’inizio dell’anno scolastico è stato riavviato lo “Spazio ascolto” dedicato ai genitori di bambini di età compresa tra i 2 e i 6 anni. Uno sportello di consulenza psicopedagogica per mamme e papà promosso e sovvenzionato dal Comune di Albignasego e presente in tutti i centri e le scuole dell’infanzia del territorio.Al suo interno il genitore può liberamente parlare di sé, dei suoi bisogni e delle sue difficoltà, comprendere i comportamenti del bambino e, di fronte a eventuali difficoltà nel suo percorso di crescita, individuare soluzioni educative grazie all’aiuto e alla consulenza di due psicologhe. Il primo colloquio è gratuito, poi,
per eventuali successivi appuntamenti con le psicoterapeute, ai genitori è richiesto un contributo di 12 euro a colloquio. Per ottenere maggiori informazioni i genitori devono rivolgersi alle coordinatrici dei centri e delle scuole dell’infanzia di Albignasego. Nel corso dell’anno scolastico 2020/20201 le due psicoterapeute dell’Associazione Pettirosso hanno tenuto complessivamente 347 colloqui di consulenza a genitori e insegnanti: come supporto ai genitori i casi seguiti sono stati 54, per un totale di 227 colloqui, mentre 120 colloqui di consulenza sono stati svolti con le insegnanti. Matteo Venturini
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Comune
Una nUova piazzetta a Mandriola È stata inaugurata qualche settimana fa dal sindaco di Albignasego, Filippo Giacinti, con la benedizione di Paolo Bicciato, parroco della parrocchia di San Giacomo Apostolo, la piazzetta antistante il centro culturale Annalena Tonelli, a Mandriola. Un’opera che ridisegna e riqualifica l’area attorno al centro culturale e che dialogherà in modo visibile e percorribile con la nuova piazza che sta nascendo dall’“ex Fermach”, fino ad unirsi al resto del quartiere di Mandriola. Uno spazio che fungerà da centro di aggregazione e di socializzazione, pensata anche per ospitare eventi e mostre all’aperto. La storia di questo luogo ha origini molto lontane: intorno al 1200 vi eressero un ospizio per pellegrini intitolato a san Giacomo Maggiore, che divenne una chiesetta nel 1373, successivamente ampliata nel 1860 e sconsacrata nel
1960 quando venne edificata una chiesa più grande: la chiesetta fu, così, destinata ad officina meccanica. Grazie a un progetto di restauro finanziato dal comune e dalla Regione nei primi anni Duemila la chiesetta tornò a disposizione della cittadinanza, diventando un centro culturale dedicato ad Annalena Tonelli, carismatica e caritatevole figura di missionaria che ha operato fin da giovanissima in favore dei poveri del mondo, e poi uccisa a colpi d’arma da fuoco mentre tornava a casa dall’ospedale che aveva fondato a Borama. Grazie all’intervento di riqualificazione messo in atto dal Comune di Albignasego, l’area antistante al centro culturale, rimasta fino ad ora in terreno incolto, è stata pavimentata in continuazione con la piazza attualmente esistente
Lo scorso 21 ottobre si è tenuta a Carpanedo la presentazione del libro “L’arcobaleno delle anime” della giovane autrice Giulia Campana alla presenza di diversi ospiti, dell’editore e della dott.ssa Monica Dimonte. In occasione di questo evento ho avuto il piacere di moderare l’intera serata ed ho con l’occasione dialogato con Giulia.
L’autrice
L’arcobaleno di anime è la prima opera scritta dell’autrice, uscita nel febbraio del 2020 ed edita dalla Casa Editrice Il Torchio di Padova. Giulia Campana nata a Spoleto il 24 Agosto 1995, oggi “padovana di adozione”, dopo aver intrapreso il corso di studi in Medicina e Chirurgia per realizzare il sogno di diventare neurologa. Divisa tra la passione per l’odore irresistibile delle pagine stampate dei libri e l’irrefrenabile curiosità di viaggiare, camminare e scoprire il mondo, unifica nella sua prima opera queste due dimensioni, apparentemente distanti, della sua personalità.
Il Libro
Il suono martellante delle gocce di pioggia. Lo stridore prodotto dalle rotaie arrugginite. L’odore acre di un vagone gremito di misteriosi passeggeri. Sono questi i pochi elementi che guidano i pensieri di una comune viaggiatrice verso i mondi nascosti ma mai invisibili dei suoi compagni di avventura. Gli occhi fuggono rapidi da un volto all’altro e,
Giulia Campana, autrice di “L’arcobaleno di anime” catturati da un’inspiegabile attrazione magnetica, si focalizzano infine su quelle espressioni, movimenti, colori, che più di altri, sembrano alimentare la fiamma ardente dell’immaginazione. Rimanendo comodamente seduta sulla poltrona consumata di un treno, si immerge nella lettura complessa ma incredibilmente entusiasmante delle storie degli esseri umani: musicisti e scrittori, studiosi e avventurieri, giovani sognatori all’alba dell’inesperienza e adulti che apprezzano il tramonto con austera saggezza. Chi di noi non si è mai abbandonato a questa intrigante attività: curiosare silenziosamente nella vita degli altri con la deliziosa invadenza dell’immaginazione? Ecco quindi un rac-
conto di racconti, una serie di vicende che si materializzano dalla creatività astratta di un’appassionata lettrice-viaggiatrice che scopre la bellezza e l’imperfezione dell’uomo, l’amarezza e la meraviglia della vita, in quei pochi volti che potrebbero celare l’identità ciascuno di noi.
Curiosità
Nel testo, come si può già intuire sono state affrontate diverse tematiche attraverso il racconto di piccoli racconti che compongono l’intera opera. Il primo tema è chiaramente quello del viaggio che non solo consiste nello spostamento del treno da una località all’altra, ma soprattutto è rap-
e, in un futuro prossimo, con quella nuova che sorgerà: di proprietà della parrocchia di San Giacomo apostolo, nel gennaio del 2019 è stata concessa al Comune di Albignasego in diritto d’uso per realizzare l’intervento di riqualificazione che la rende ora non solo gradevole da un punto di vista estetico, ma anche più funzionale e usufruibile per le esigenze della comunità. Dal punto di vista tecnico la piazza è stata pavimentata in porfido e lastre di pietra locale, come la piazza principale già esistente, mettendo in risalto cromatismi di diversa dimensione e colore. Sono state eseguite opere a verde con la sistemazione dell’aiuola e il proseguimento della siepe, sono stati realizzati gli scarichi delle acque piovane e installate delle sedute. Albano Faggin presentato dal “viaggio mentale” dei protagonisti nel conoscere i loro compagni di viaggio, ed immedesimarsi. Scatta dunque il secondo tema, quello dell’immaginazione come esperienza che ci accompagna durante le nostre giornate, nel quotidiano e nelle abitudini. I personaggi dell’opera in realtà non sono molti, ma analizzandoli con minuzia è possibile scorgere diversi lati caratteriali ed è evidente che sono presenti molti elementi autobiografici che riconducono a Giulia Campana che spaziano dalle emozioni, alle attitudini lavorative e dai lati prettamente caratteriali. Anche il tema dell’empatia è da considerarsi elemento attivo all’interno delle pagine de “L’arcobaleno delle Anime”; in fin dei conti il termine stesso di “empatia” indica il mettersi nei panni della persona che si ha di fronte, ed in questo libro di questo si parla. Infine è centrale anche la tematica del “reagire alle situazioni” e quindi cercare il lato positivo sempre e comunque di una situazione ed è possibile riscontrarlo in più caratteristiche dei personaggi descritti. In uno dei racconti presenti all’interno del libro è presente anche il genere giallo-thriller uno degli stili ai quali l’autrice si è avvicinata alla lettura durante l’infanzia. Lei stessa ha ammesso che in futuro le piacerebbe poter scrivere un libro giallo e, perché no, toccare anche altri altri stili narrativi. Matteo Venturini
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PeRSonaGGi
Il dott. Gian Luca Maria Alati ci racconta una storia di generosità: “Quei meravigliosi occhi di mamma” Abbiamo avuto il piacere di incontrare il dott. Gian Luca Maria Alati anestesista rianimatore – oggi in pensione – storico cittadino di Albignasego da oltre quarant’anni. Già Primario ospedaliero di Anestesia-Rianimazione e Terapia del Dolore di Camposampiero, poi Responsabile Servizio Anestesia e Rianimazione e Terapia Antalgica di Euganea Medica, ha avuto modo diraccontarci una storia molto interessante successagli qualche anno fa. Il gentilissimo dottor Alati ci ha promesso che ci concederà un’intervista in esclusiva per uno delle prossime uscite del nostro periodico. Buona lettura “Era il 1992, ero Primario di Anestesia e Rianimazione con Servizio di Terapia del Dolore all'Ospedale di Camposampiero, a 20 km a nord di Padova, da nemmeno due anni. Avevo già accettato diverse sfide professionali e dirigenziali, in un momento di trasformazione legislativa del Servizio Sanitario Nazionale, con la dipendenza/vigilanza diretta dalla Direzione Generale degli Ospedali del Ministero della Sanità, che stava cedendo competenze sugli Ospedali pian piano alle Regioni. Il Direttore da Roma, d'accordo con la Presidenza di Amministrazione di Camposampiero, soddisfatto di come in poco tempo avessi fatto una nuova e moderna Rianimazione e Terapia Intensiva, mi aveva finanziato una piazzola di emergenza x atterraggio e decollo di elicottero sanitario, allora subito realizzata e situata proprio in prossimità della Rianimazione, perchè mi ero lamentato dello stato di allora delle strade di collegamento e del traffico per le Ambulanze e trasporto urgente degli ammalati ai Centri più specialistici come Padova (NCH, Cardiochirurgia, Chirugia Plastica e Centro Ustioni etc) da dove peraltro professionalmente provenivo. Era un Direttore Generale del Ministero proprio speciale, un uomo di intelligenza e visione prospettica e progettuale unica: mi ha subito detto.... “bene l'elicottero, ma ti sarà utile anche per donazioni multiorgano x trapianti, visto che a Padova lo facevi già, e sei un Sirchia-Boys” ... intendendo che ero uno degli Anestesisti formato e seguito dal Prof Sirchia, Direttore del Nord Ita-
“
...Le ho allora parlato a cuore aperto, Le ho spiegato tutto come papà, come medico, come uomo che comprendeva il dolore e la sofferenza di due mamme, anche l'altra, quella lontana ...
Dott. Gian Luca Maria Alati qualche anno fa in servizio lia Transplant, su organizzazione per trapianti terapeutici per l'Ospedale di Padova... solo che a Camposampiero ero arrivato da poco, nessuno dell'équipe sapeva le procedure e le norme, nessuna esperienza avevo ancora potuto condividere e trasmettere.... Ma mi aveva lanciato un segnale. Avevamo allora un protocollo tra Rianimazioni, funzionante via fax, per poter segnalare tra noi i posti liberi per le emergenze in un quadro del primo Servizio di Urgenza ed Emergenza Medica per i soccorsi territoriali e non. La lungimiranza del Pof Giron, cattedra-
tico di Anestesia e Rianimazione, ci ha chiesto di segnalare allora anche i pazienti possibili donatori di organi (e tessuti) in vista anche dell'attività emergente di trapiantologia (cuore, rene, fegato in primis). I nostri fax davano in codice queste informazioni che ahimè allora erano ancora poco produttive, sia perchè pochi erano i Colleghi già formati e circondati da alone di sospetto, indifferenza sia anche per un po' di ingiusta gelosia verso le specializzazioni più all'avanguardia. D'altra parte i giornali locali seguivano già allora con molta attenzione le notizie sanitarie. Facevamo, nostro mal-
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grado, “notizia”. Che non ci favoriva. Il martedi 31 marzo 1992 (se non ricordo male) arrivando in Ospedale non mi sarei mai aspettato di dover poi vivere delle giornate intense e “di fila”, sì di fila, senza mollare mai l'Ospedale.... infatti a metà mattina un'Ambulanza mi porta un giovane di 14 anni, Giulio (nome di fantasia ovviamente), da P. un paese del circondario, in coma, “svenuto” in classe tra i compagni.... anche mio figlio primogenito allora aveva proprio 14 anni, pensate a cosa può passare per la testa a un padre medico...
le manovre di rianimazione ci permettono subito almeno una stabilizzazione dei parametri “vitali” ma con necessità di supporto respiratorio, infusionale, monitoraggio e soprattutto diagnostico... che si rivela presto infausto... emorragia cerebrale (TAC) da probabile malformazione congenita... abbiamo cercato tutte le possibili cause, esami di tutti i tipi sangue urine cuore .... il problema era una devastazione cerebrale da massiva emorragia... avevo lavorato per molto tempo anche in Neurochirurgia a Padova, ho trasmesso subito i dati le immagini e la situazione clinica ma dai Colleghi è ovviamente stata dato giudizio di inoperabilità, ma ho insistito per una visita di Consulenza, è venuto anche da Padova il caro Prof. Scanarini, col quale avevamo fatto tante operazioni e anche diverse ricerche scientifiche... nulla, inoperabile.... diciamo che verso sera del mercoledì 1 Aprile il nostro Giulio, 14 anni, è stato inserito con una sigla nel famoso fax dal Rianimatore di turno come probabile (da confermare ovviamente) morte cerebrale con possibile donazione di organi. La parte più brutta nel frattempo era toccata a me, solo a me, e tutti i Colleghi me la lasciavano volentieri: parlare con i familiari. L'avevo vista arrivare in Sala d'aspetto, la Mamma; la signorina Carmela, donna di dolcezza unica, che era la nostra Caposala, la confortava da tempo. Per alcuni flash informativi alla Mamma avevo già parlato in diverse riprese, di corsa. Ma quella diagnosi, infausta, per un giovane della stessa età di mio figlio... dataLe con gli
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Mi ha guardato allora fisso con i suoi occhi, grandi, scuri, pieni di dolore e chiusa nella sofferenza, pensava al marito... il volto già solcato di rughe, ma dolce e contornato di capelli medio lunghi ancora belli neri pur se non più ben pettinati, con respiro profondo e invece di dire qualcosa... ha allungato la sua mano destra sul mio volto accarezzando la mia guancia sinistra ritraendosi di colpo e girandosi verso Carmela come dire “ora vado via ma torno”. Io sarò qui, ho ribadito. Ma Lei non ha parlato se non con lo sguardo.
E' tornata poi, presto, ogni mattina, non col marito ma con l'altro figlio, più grande. Me lo ha presentato. Ma le notizie cliniche continuavano ad essere negative e confermavano la diagnosi. Neurologi, Neurochirurgo. Ecografie addome, fegato, reni.... rx del torace, funzioni polmonari... Calata un'altra sera, sono sempre lì, casa e famiglia solo al telefono, mi sento inutile di fronte a tanti eventi.... squilla ancora il telefono nel mio studio, ma è Milano, è il Nord Italia Transplant, voci di conosciuti Colleghi che mi investono subito.... c'è una emergenza europea da Amburgo, EuroTransplant segnala ricerca immediata di un cuore sano per un ragazzo di una Cardiochirurgia europea, dal gruppo sanguigno raro.... hanno visto la sigla riferita al “nostro” (che io ho chiamato “Giulio”) e mi chiedono (sempre nell'anonimato assoluto reciproco) conferme di diagnosi, di esami e gruppo.... tutto combacia.... poteve essere la salvezza di quel piccolo lontano ragazzo dal gruppo raro... Appuntamenti telefonici a seguire.... controlli specifici da fare. Tutto l'Ospedale era meravigliosamente per “Giulio”, tutti collaboravano. Ospedale ormai senza confini.
Nel frattempo anche l'insegnate era arrivata a chiedere del suo alunno... anche per Lei era un figlio, un bravo ragazzo.... si era mosso tutta la solidarietà di un paese, il più lontano della zona... ho detto che poteva pure chiamarmi al telefono il loro Parroco.... avrei seguito Giulio come un padre. Ero lì. Le ore correvano, come i giorni, ma non me ne accorgevo; avevo sempre in mente quegli occhi di Mamma, chiusi nel dolore ma scuri e dolci nelle espressioni non verbali, pensavo a come aveva potuto comunicare al marito le notizie assolutamente non buone, a come avrebbe gestito la situazione. Soprattutto dopo il primo momento.
Ho passato la notte a fare controlli e a pensare come procedere... sarei stato aiutato ma avrei dovuto essere uno e trino per controllare ogni procedura sia di Legge che scientifica, protocolli e soprattutto organizzazione che non era mai stata messa lì in atto. Ho rispolverato carte, Leggi, regolamenti, preparato numeri di telefono di Prefettura, Aeroporto Venezia, Comandante Carabinieri di Camposampiero M.llo Villani (lo ricordo bene), Procura (dott Calogero), informative x Direzione Sanitaria (al dott Cosci da Padova erano per fortuna giunte rassicurazioni: Alati sa cosa fare)..... tutto per essere comunque pronto.... e da Milano mi hanno poi anche detto: “devi provvedere bene ai tempi e metodi, il
occhi umidi e sincera compartecipazione NO non era giusto! Ma dovevo. Gliel'ho detto: nulla da fare di utile per “Giulio”. Le ho detto tutto a cuore aperto, Le ho spiegato della inoperabilità, io – che ero uno che ci provava sempre – dovevo arrendermi alle evidenze, ho pregato che accettasse gli eventi. L'ho mandata a casa a parlare al suo Uomo, un marito che era tutto lavoro e casa, perchè gli spiegasse tutto. E Le ho detto che sarei rimasto giorno e notte anche quel giorno accanto al Suo Giulio. Tutti i giorni necessari.
cuore va ben lontano”.... ecco: l'elicottero! Quello per i “nostri” malati. L'essere al servizio del malato significa pensare a tutti i malati, non solo a quelli che lo Stato ci ha localmente affidato, ma a tutti quelli che potrebbero dal nostro lavoro e di tutti i Colleghi averne beneficio. Dare un servizio, sempre, comunque. Vivevamo nella Sanità infatti un momento magico, ove il fare bene cose nuove poteva produrre risultati sino allora solo sperati. La Medicina dell'azione, mossa dalla ricerca e dalle nuove esperienze. Soprattutto dall'entusiasmo dei nuovi traguardi possibili concreti. Cui peraltro eravamo già preparati e per questo erano stati fatti dal Ministero tanti investimenti in formazione. Al mattino del giovedì ho atteso con ansia la donna dagli occhi profondi, decisi, pieni di dolore ma con una espressione dolce. Le ho allora parlato a cuore aperto, Le ho spiegato tutto come papà, come medico, come uomo che comprendeva il dolore e la sofferenza di due mamme, anche l'altra, quella lontana (al momento non sapevo di dove), Le ho spiegato che da una vita spezzata si poteva dare vita.... ho parlato anche della coincidenza del gruppo sanguigno abbastanza raro. Lei ha capito con quella rara profonda saggezza delle nostre donne che sanno affrontare ogni asperità... avrebbe spiegato Lei a suo marito, ma acconsentiva. Decisa. E mi ha dato ancora una carezza consolatoria. Che mi ha spronato... avrei avuto davanti altre ore, tante, di lavoro e responsabilità assoluta e trasparente. Ore per l'osservazione e controlli medico-legali - Avevo poi la notte per agire, l'alba x i trasporti aerei. Volare... il 2 aprile ricorda S.Francesco di Paola, quello che ha volato sull'acqua col Suo mantello dello stretto di Messina... un ottimo segno. Lo sguardo, non posso più
dimenticare quegli occhi umidi, quello scrutarmi dentro sino a commozione, quella decisione positiva nel lampo di luce calda, che mi ha lasciato scolpito un ricordo indelebile. Una spinta indicibile. Duro spiegare che oltre a cuore probabilmente avrebbe donato fegato reni polmoni e magari tessuti... però Le ho assicurato che prima avrei fatto un esame in più, non previsto dai protocolli ma che avrebbe tranquillizzato Lei, me e tutti: lo studio del circolo cerebrale con una angiografia. Che ho fatto. Con esito che ha ovviamente confermato: assenza di circolo cerebrale. Il resto è storia, routine oramai, non per me con l'équipe di Camposampiero che allora per la prima volta localmente ha generosamente e in toto collaborato, ben oltre “l'orario di servizio”, per consentire che da un episodio di dolore e inutile morte ne derivasse vita, speranza, salvezza per altri esseri umani... inizio di episodi poi che sono diventati “normali”. La cosa ovviamente, come si sapeva, ha “fatto notizia”, ha scatenato anche poi le solite attese piccole sottili gelosie e invidie, però ha segnato la strada della generosa “donazione” a nord di Padova senza la quale la medicina dei trapianti non avrebbe potuto dare alla gente speranze concrete. E poi? La mamma di “Giulio” mi ha poi affidato l'altro figlio per accertamenti... ha visto volare alto l'elicottero che portava il cuore del suo “Giulio” lontano, assieme ai Chirurghi, e ha avuto come ricordo l'originale del fax qui in fotografia: ha salvato un coetaneo di Berlino, realizzando un legame di generosità e amicizia e soprattutto donato la VITA a un ragazzo d'Europa. Lontano ma vicino al cuore ferito di Mamma”. Matteo Venturini
fax originale di ringraziamento direttamente dalla Germania
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PeRSonaGGi
ALBIGNASEGO NELLA STORIA Intervista all’ex sindaco Luciano Moro, in carica dal 1975 al 1980 ci comunali, abbiamo subito pensato a Villa Obizzi: un edificio storico, prestigioso e centrale, raggiungibile da tutti.
Il Mandato: ‘75 – ‘80 Sono stato uno dei sindaci più giovani di Albignasego. Nel 1975, quando sono stato eletto, avevo poco più di ventiquattro anni e mi sono trovato fin da subito davanti a una realtà amministrativa molto complessa: in primis la realizzazione della rete fognaria, per la quale era stata erogata la spesa ma i lavori non erano ancora iniziati. In quello stesso periodo, altro argomento molto complicato, era l’approvazione del piano regolatore urbanistico generale. Ricordo le numerose riunioni tenute nelle varie frazioni per ascoltare le diverse esigenze della popolazione e i numerosi incontri in Regione per definire il progetto. Siamo stati uno dei primi comuni ad avere l’approvazione della Regione.
Com’era Albignasego in quel tempo? Si può dire che in quel periodo il paese era praticamente diviso in due: la parte sud, prevalentemente rurale, e la parte nord, a stretto contatto con la città, dove maggiormente si stava sviluppando l’aspetto abitativo. L’impegno della mia amministrazione è stato quello di incrementare le aree artigianali e residenziali; abbiamo completato le opere di urbanizzazione di alcune aree importanti come l’area “Salata” e tre piani per insediamenti residenziali Peep - per l’edilizia economica popolare – ottemperando anche alla loro costruzione: a Mandriola, Carpanedo e San Tommaso. Ricordo che si procedeva con l’approvazione delle commissioni consigliari, presiedute da me e composte da tutti i capi-gruppo dei partiti; in questo modo si aveva la possibilità di tessere un dialogo sia con i cittadini che con i vari gruppi politici e di giungere a decisioni condivise da tutti. Infine, un altro tema molto importante della mia amministrazione è stata la informatizzazione degli uffici comunali. Siamo stati uno dei primi comuni ad affrontare questo tema; un lavoro complesso e articolato che ha coinvolto gran parte del personale e ancora oggi voglio ringraziare, per il grande contributo apportato, l’allora giovanissimo architetto Bison. Credo che quelli siano stati anni fondamentali per lo sviluppo del paese: tra le tante cose, abbiamo
Ricordo che si è trattato di un lavoro piuttosto lungo? L’intervento riguardava il blocco centrale dell’edificio – la parte laterale è stata poi ristrutturata dalle successive amministrazioni. Senza dubbio è stato un lavoro lungo e complicato. Abbiamo dovuto conciliare le nostre esigenze tecnicoamministrative mantenendo indicazioni e prescrizioni della sovrintendenza alle belle arti, ma alla fine credo che il risultato sia stato davvero ottimo. Una volta visionato i progetti di intervento e di abbellimento, abbiamo voluto recuperare il sottotetto per adibirlo a biblioteca e adibire i locali del piano superiore ad uffici e sale di rappresentanza mentre il piano inferiore avrebbe accolto il Consiglio Comunale. Mi piace ancora una volta sottolineare la mia scelta personale di avere voluto il piano superiore, quello degli uffici, privo di porte chiuse ma con porte a vetri trasparenti, proprio per facilitare il contatto con la realtà. I lavori sono durati quattro anni, ma alla fine ho avuto la soddisfazione di esercitare l’ultimo anno del mio mandato, nel ’79, nel nuovo ufficio!
Luciano Moro durante le attività di Sindaco e dopo il mandato saputo dare concretezza anche alle necessità dei nuovi insediamenti, con la costruzione di asili nido e scuole materne.
Quale è la cosa che ricorda con più soddisfazione e orgoglio? Una delle cose che ricordo con più soddisfazione, e che ritengo il fulcro della mia amministrazione, è il recupero e la ristrutturazione di Villa Obizzi e la successiva destinazione a Municipio. Direi che rispecchia e simboleggia il mio personale modo di vedere e di intendere la carica politica. Ricordo che con l’ingegner Lazzarin, sono riuscito a trasformare le porte in vetri!
Ho voluto che l’ufficio del sindaco, il mio ufficio di allora, fosse collocato in una stanza che guardasse sia l’esterno della villa, sia l’interno… gli altri uffici, in modo da avere e da offrire la massima visibilità: un ufficio “trasparente” - così come ho sempre inteso il modo di fare politica e il punto fondamentale del mio modo di essere.
Come è nato il progetto della ristrutturazione? Negli anni settanta il vecchio municipio si trovava dalla parte opposta della strada, il paese era cresciuto - in quel tempo gli abitanti erano saliti a diciassettemila - e c’era la
necessità di ampliare gli uffici comunali per far fronte alle nuove necessità. Villa Obizzi in quel periodo era in grande degrado. Per molti anni era stata sede delle scuole elementari e poi negli anni ’60 e ’70 aveva ospitato le scuole medie, ma poi, dopo la costruzione della nuova scuola media Manara Valgimigli, l’antica villa era stata abbandonata. All’inizio del mio mandato, nel ’75, villa Obizzi versava in un stato di incuria molto grave. Il tetto in parte era crollato e le infiltrazioni iniziavano a creare pericolo per la stessa stabilità dell’edificio. Quando si è presentata la necessità di pensare ad una nuova sede per gli uffi-
Conclusioni Ho sempre pensato che la funzione del Sindaco sia quella di mediare. Quando il cittadino non riusciva ad avere risposte dagli uffici competenti, quando non riusciva ad avere chiarimenti a sufficienza ecco che si rivolgeva al Sindaco; allora il Sindaco con l’assessore - o con gli assessori -cercava di trovare la mediazione per risolvere il problema e trovare delle soluzioni. Era un sistema molto diverso da oggi: il Sindaco era il primo cittadino e personalmente ho cercato di svolgere questo incarico in questa doppia veste, sia come cittadino che come Sindaco, cercando sempre di comprendere le esigenze del cittadino. Di sicuro nel mio sistema, quello che ho cercato di fare è stato di cercare sempre una conciliazione, o delle soluzioni alternative, senza mai rivolgersi a un avvocato. E sono ancora convinto che questa sia la strada giusta. Adesso mi pare che le cose siano molto cambiate. Nicola Vegro
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ViLLa oBiZZi
A PROPOSITO DI VILLA OBIZZI… anche detto “EL PAEASSON” Le foto di Villa Obizzi sono state gentilmente fornite dalla collezione Jose Speggiorin
A differenza di quasi tutti i paesi del nostro territorio, Albignasego non ha mai avuto una vera e propria piazza. Il paese si sviluppava lungo via Roma, la strada che da Padova corre verso il sud della Provincia, e le vie laterali che la costeggiavano erano, fino alla metà degli anni ’60, buie e senza asfalto. Ad assumere la funzione di piazza, una volta l’anno, per sette giorni, era lo spiazzo davanti alla Chiesa di san Tommaso, che per l’occasione ospitava la sagra del patrono del paese con tanto di giostre, bancarelle e l’immancabile albero della cuccagna. Poi, finita la festa, la piazza ritornava ad essere il territorio del severo don Pircalli, per molti anni stimato parroco della nostra comunità, per sua inclinazione poco aduso a frizzi e lazzi. Pur non avendo una piazza però Albignasego non mancava di avere un “cuore”, situato proprio al centro del paese. Oggi, noi tutti conosciamo quel luogo come Villa Obizzi, ma è un nome che abbiamo imparato ad usare solo da poco tempo, e se trent’anni fa qualcuno l’avesse indicato così, di sicuro si sarebbe capito che era uno che veniva da fuori perché, per tutti noi, Villa Obizzi era semplicemente “ il Palazzone” - el Palasson, oppure, in modo ancor più generico, el Parco. Generazione dopo generazione, per il popolo di Albignasego, villa Obizzi è sempre stato un punto di riferimento a cui legare ricordi e avvenimenti e per molti anche parte della vita. Mia madre, Mamma Carina, ha vissuto in villa Obizzi per quasi cinque anni: dal ’49 al ’53. Erano i primi anni dopo la guerra del 1945 e molte case di Albignasego erano state danneggiate dai bombardamenti. Così, el Palasson, che durante il ventennio era stato sede della milizia
fascista, si trasformò in casa-ricovero per gli sfollati. I ricordi di mamma Carina sono molto lucidi e precisi, e carichi di un lontano affetto. La “casa” non era altro che una piccola cucina con letto, ma per lei sono stati anni molto belli. Uno alla volta elenca nomi lontani e riesce a nominare almeno undici famiglie che vivevano in quella realtà. “Il divertimento non mancava, e molte sere d’estate erano animate dal cinema! Alla proiezione ci pensavano Giacinto e Roberto, e tra le fronde degli alberi del parco echeggiavano le voci di Clark Gable o Amedeo Nazzari. L’unico disagio era che per undici famiglie c’era un solo, unico… bagno!”. Dice che il bagno era situato a metà scala, tra piano terra e il piano superiore, ma non ho bisogno di tante spiegazioni perché io quel posto me lo ricordo bene! Vent’anni dopo, in quello stesso posto, io andavo a prendere la legna, e nella stessa stanza dove viveva la piccola Carina, io ho frequentato la seconda media! Di quella scuola ho sempre avuto un ricordo molto affezionato. I miei compagni di classe: eravamo quasi trentacinque eppure, qualche notte, prima di addormentarmi li rivedo ai loro banchi e ripeto il loro nome a uno a uno, come fosse l’appello. D’inverno, il profumo della legna riempiva la classe, ma era un odore buono e non dava fastidio. La stufa in cotto rosso, modello parigina, a metà mattina doveva essere ricaricata e allora si faceva a gara per offrirsi volontario e andare a prendere la legna sul mezzanino, a metà scala, e rimanere un poco là a godersi quel piccolo momento di clandestina ricreazione. Il preside Franchin, le note sul registro, il tempo senza tempo, l’adorata ricreazione, i panini della Ines e i primi sguardi che facevano
avvampare il petto. A piano terra, nello stesso grande stanzone dove vent’anni prima, nelle sere d’inverno, proiettavano i film che vedeva mia mamma, noi facevamo ginnastica: il quadro svedese, gli anelli, le clavette per le ragazze, e il grido infuriato di Pittella - il prof. di educazione fisica - che scagliava a tutta forza una scarpa-proiettile sulla testa di qualche agitato. A fine mattina la campanella suonava, liberando sulla scala una mandria di gambe in fuga e… la mano del Preside spuntava dal nulla afferrando un orecchio a caso e piegando a terra il malcapitato ammoniva:“domani in Presidenza”. Si andava a casa… ma per poco. Fosse estate o inverno, non si vedeva l’ora di ritornare, ma non per la scuola: per il parco. El parco era il luogo dove si svolgevano i più accaniti tornei di calcio: sette contro sette, cinque contro cinque e se proprio non c’era nessuno andava bene anche un’ambrosiana con una porta sola! I possenti alberi secolari non davano fastidio, si scartavano anche loro, come fossero degli avversari. I fratelli Poggi, (al tempo Claudio, Marco e Paolo) non mancavano una sfida e fornivano il pallone… a immaginarlo ora sembra impossibile, ma ogni volta che il pallone oltrepassava la recinzione, finendo in mezzo alla strada, non succedeva niente: si usciva e si andava a raccoglierlo. Che cosa succederebbe oggi se un pallone finisse in mezzo a via Roma alle tre del pomeriggio? E’ proprio il caso di dirlo: altri tempi e altro traffico!
Nei numeri precedenti ho accennato al desiderio di dare forma a un videodocumento che raccolga la memoria di Albignasego sino ai giorni nostri. L’intervista al sindaco luciano Moro è estrapolata dal video in lavorazione. Tutti i sindaci di Albignasego che si sono succeduti, e li ringrazio anticipatamente, mi hanno dato la loro disponibilità per raccogliere la loro esperienza e la loro preziosa testimonianza. Dalle pagine di questo giornale vorrei però lanciare un appello: in questo lavoro di ricostruzione della nostra memoria collettiva, è molto difficile trovare immagini o filmati del passato. Sarebbe molto bello, e importante, che qualche immagine custodita nei vostri album di fotografie divenissero patrimonio di tutti. La moderna tecnologia ci permette di condividere facilmente questi materiali: basta fotografarli con il telefonino e poi inviarli con un semplice messaggio. Se i nonni non lo sanno fare, sarà un modo per “giocare” con i nipoti, farsi aiutare e insegnare loro qualcosa del passato. Anche i racconti sono importanti. Se avete qualcosa di particolare da raccontare scrivete due righe e poi verrò io a intervistarvi.
ChE nE DitE! Vi PiACE l’iDEA? Se dunque avete a disposizione foto e materiale storico non esitate a contattare il Direttore Matteo Venturini al suo indirizzo mail matteoventurini@gmail.com Nicola Vegro
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FiSCo
Ecco quali sono (e non sono) le responsabilità del Commercialista Pochissimi contribuenti sanno che “se il commercialista incaricato omette la dichiarazione dei redditi le sanzioni sono a carico del cliente”. La Corte di Cassazione ha chiarito con ordinanza nr. 11832 del 09 giugno 2016 che il contribuente è tenuto a controllare l’operato del commercialista anche in materia di adempimenti fiscali. Ora, secondo i Giudici di legittimità, gli obblighi tributari incombenti sul contribuente non possono considerarsi assolti con il mero affidamento delle scritture contabili in capo al professionista e con il conseguente incarico di trasmettere le dichiarazioni fiscali, essendo comunque richiesta un’attività di controllo e di vigilanza sulla loro effettiva esecuzione. E’ necessario, pertanto, il comportamento fraudolento del professionista (si pensi, ad esempio, alla predisposizione di una falsa ricevuta di trasmissione della dichiarazione annuale) per esonerare da responsabilità il contribuente (in tal caso, infatti, è ravvisabile la responsabilità esclusiva del consulente in luogo dell’autore della violazione, ex art. 10 del D. Lgs. nr. 472/1997). In sostanza, per la Suprema Corte, risponde della violazione dell’omissione solo il contribuente, essendo a lui ascrivibile un comportamento quanto meno negligente, per aver omesso ogni controllo sull’operato del professionista da lui incaricato. Come detto, il contribuente non deve pagare le sanzioni dell’Agenzia delle Entrate solo se
è in grado di dimostrare di aver vigilato sul commercialista e di aver sporto, nei suoi confronti, querela. In altre parole è necessaria la malafede del professionista (Cass. sen. 6790/2017 e sen. 6930/2017). Dunque, per chiamare in causa il commercialista per evitare l’applicazione delle sanzioni, il contribuente deve dimostrare: •di aver subito un danno effettivo: dunque che quelle sanzioni, se non ci fosse stata la dimenticanza o l’errore del commercialista, non sarebbero state pagate; •la prova dell’esistenza del rapporto professionale: quindi che la tenuta della contabilità o della delega all’invio della dichiarazione dei redditi era stata conferita al professionista; •l’errore del commercialista; •il rapporto di causa-effetto tra l’errore del commercialista e il danno. Alla luce quindi delle considerazioni sopra riportate è importante la scelta del professionista a cui affidate i Vostri obblighi fiscali, verificando che lo stesso sia iscritto all’Ordine dei dotttori commercialisti ed esperti contabili (vi sono alcuni abusivi nel territorio) e richiedendo a Vs garanzia copia dell’invio telematico delle dichiarazioni di redditi. A qusto punto è lecito farsi un a ulteriore domanda: “Chi sono i commercialisti abusivi?” Anche su questo argomento La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 51362 depositata il 01/12/2016, ha nuovamente stabilito che è punibile
chi esercita le attività riservate alla competenza specifica del commercialista, senza il possesso del titolo di studio ed abilitativo idoneo alla prestazioni offerte. E punibile di esercizio abusivo della professione, il compimento senza titolo di attività riservate ai soggetti iscritti all’Albo dei Dottori Commercialisti, quali la tenuta della contabilità aziendale, redazione delle dichiarazioni fiscali ed effettuazione dei relativi pagamenti – che, pur non rientrando singolarmente nella competenza esclusiva di una determinata professione liberale, siano comunque idonei a creare, in quanto svolti per continuatività, onerosità, organizzazione e retribuzione, in assenza di chiare indicazioni diverse, oggettive apparenze di un’attività professionale svolta da soggetto regolarmente abilitato. Per i Giudici, un soggetto che tiene la contabilità, registrando le fatture, predisponendo la dichiarazione dei redditi per una pluralità di società e persone fisiche senza la relativa abilitazione prevista dal D.lgs. n. 139 del 2005, istitutivo dell’Albo unificato dei dottori commercialisti e degli esperti contabilì è fuorilegge in quanto punibile per esercizio abusivo della libera professione. Morale anche in natura vi sono gli abusivi: bisogna saper riconoscere i funghi velenosi (abusivi) da quelli commestibili (commercialisti). Raniero Mazzucato Dottore commercialista
tutte Le AGEVOLAZIONI FISCALI 2021 Nel 2021 sono stati introdotti numerosi bonus e agevolazioni al fine di supportare aziende e cittadini in difficoltà per il prorogarsi dello stato di emergenza COVID19 o per favorire apparecchi più moderni o ecologici. Un labirinto di agevolazioni dentro il quale è facile perdersi, ognuno con i propri requisiti di accesso che variano di caso in caso ma che possono risultare vantaggiosi. NE RICAPITOLIAMO ALCUNI UTILI E INTERESSANTI: •BONUS ROTTAMAZIONE TV Il nuovo incentivo spetta una sola volta per l’acquisto di un unico apparecchio televisivo compatibili con i nuovi standard di trasmissione, usufruibile dal 23/08/2021 al 31/12/2022, e consiste in uno sconto del 20% sul prezzo d’acquisto della televisione, per un importo massimo di 100€. Per ottenerlo oltre a fare richiesta bisognerà far rottamare il proprio apparecchio, che deve essere stato acquistato prima del 22/12/2018, presso i rivenditori aderenti all’iniziativa ove si acquista la nuova TV o presso un’isola ecologica autorizzata ed essere in regola con il pagamento del canone RAI. Ma per chi ha solo bisogno di aggiornare la tecnologia della propria TV è previsto il BONUS TV/DECODER, che può essere richiesto dalle famiglie con ISEE fino a 20 mila euro e viene erogato sotto forma di sconto , fino a 30 euro, sul prezzo del decoder di ultima generazione acquistato fino al 31/12/2022 presentando richiesta al venditore. •BONUS TERME Il buono utilizzabile presso enti/istituti termali accreditati, fino ad un massimo di € 200,00, può essere usato una sola volta e in una sola struttura, anche se il servizio viene erogato in più sedute/giornate. La spesa dev’essere certificata tramite una fattura/documento fiscale e non è cedibile a terzi. Per poterne usufruire, il soggetto
interessato, dovrà far richiesta direttamente all’ente/istituto termale fra quelli accreditati. Dal 08/11/2021 si sono aperte le domande esaurite in 4ore ma che potrebbero riaprirsi in caso di cancellazione o rinunce. •ECOBONUS AUTO Lo Stato offre ai propri cittadini, senza distinzione di età o di ISEE, uno sconto per acquistare un’auto che varia dai 2.000 euro per l'usato ai 6.000 euro per un veicolo nuovo. Lo sconto sarà applicato direttamente dal venditore sul prezzo di acquisto. Lo scopo è quello di ridurre le emissioni di anidride carbonica dovute ai veicoli inquinanti e di offrire, un cospicuo contributo ai cittadini al fine di acquistare un’auto le cui emissioni siano contenute entro il limite di 135 g/km per il nuovo e 160 g/km per l'usato. •AGEVOLAZIONE “PRIMA CASA GIOVANI" UNDER 36 Per i giovani che nell’anno della stipula del rogito non hanno ancora compiuto 36 anni e con un valore ISEE non superiore a 40.000 euro annui, il Decreto Sostegni Bis ha previsto una serie di agevolazioni per l’acquisto della prima casa: l’esonero dal pagamento dell’imposta di registro, ipotecarie e catastali nonché l’esenzione dell’imposta sostitutiva per i finanziamenti erogati per l’acquisto/costruzione/ristrutturazione di immobili ad uso abitativo. Tale agevolazione si applica per gli atti stipulati nel periodo 26/05/2021 – 30/06/2022 ma ad alcune condizioni: No case di Lusso, No immobili nello stesso comune o quote di immobili nel territorio nazionale e residenza nello stesso Comune entro 18 mesi o dove svolge la proprio attività. Sono davvero tanti gli incentivi e le agevolazioni fiscali ancora disponibili pertanto è bene restare sempre aggiornati per non perdere l’opportunità! Giordano Candeo Dottore Commercialista
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teCnoLoGie
La “crisi” dei microprocessori: tecnologia e microchip un indissolubile binomio Il cordone ombelicale che unisce la comodità alla tecnologia è il microchip ed oggi, nella situazione particolare che stiamo attraversando, è sempre più a rischio questo legame. Partiamo col spiegare che cos’è un microchip e a cosa serve. Ormai nella vita di tutti i giorni, inconsapevolmente, veniamo a contatto con oggetti tecnologici nei quali è contenuto un microprocessore; e d’altronde non c’è di cui stupirsi sul significato del nome in quanto questi circuiti sono grandi - o per così dire piccoli - meno di una monetina da un centesimo. Smartphone, accessori in cucina, computer, tablet, televisori fino ad arrivare alle automobili sono forniti di uno o più microchip che si rendono necessari per il perfetto funzionamento di tutti questi apparecchi. La cosa più sorprendente è che questi micro francobolli sono composti da milioni di componenti ancor più piccoli tutti concentrati in uno spazio quasi insignificante. Ho avuto a che fare con la tecnologia informatica per la prima volta dalla prima metà degli anni Novanta, quando ancora si parlava poco di questi apparecchi e piuttosto si preferiva discutere dei chip meglio conosciuti come circuiti integrati. Il primissimo circuito integrato risale al 1949 attribuito al fisico tedesco Warner Jacobi che però aveva una dimensione “importante” (giusto per farsi un’idea un chip poteva essere grande un foglio di dimensioni A3 n.d.r.). Il primissimo microchip venne inventato alla fine degli anni Settanta da un italiano e più precisa-
del mercato del microchip hanno fatto a gara per accaparrarsi in prima possibile le forniture lasciando a bocca asciutta molte altre aziende internazionali. È così che i pochi beneficiari hanno potuto alzare le pretese di mercato impostando i prezzi alle stelle e garantendo solo “piccole dosi” di prodotto per una nicchia che oggi continua a produrre ed a fornire gli acquirenti, quest’ultimi costretti a sborsare cifre importanti per acquistare un qualsiasi apparecchio tecnologico di ultima generazione.
mente dal vicentino, naturalizzato poi americano, Federico Faggin che studiò tra l’altro anche all’Università degli Studi di Padova. L’utilizzo massivo del microchip del fisico vicentino risale però verso la fine degli anni Ottanta con una esplosione e larga diffusione dieci anni più tardi. Oggi si parla di crisi del microchip ed a pagarne le conseguenze sono in primis le case automobilistiche che in molte circostanze hanno dovuto riscrivere i loro programmi di produzione per la carenza di componentistiche. Per parlare ancora più semplicemente dobbiamo comparare un microchip al cervello di una persona: oggi questa tecnologia è in grado di gestire in perfetta autonomia un qualsiasi apparecchio tecnologico compresi computer, smartphone, frigoriferi, impianti casalinghi, forni e orologi sportivi e senza di
essa tutto risulterebbe molto complicato. Come un cervello ha necessità di avere neuroni per “funzionare” un microchip necessita di silicio, uno dei materiali utilizzati nel substrato dell’apparecchio che, lavorato in una certa maniera, permette di concentrare tantissime componentistiche in uno spazio davvero ridotto. Ma perché questa crisi? Tutto nasce da una scarsa produzione di questo indispensabile bene durante il primo ed il secondo lockdown dell’attuale periodo pandemico che ha creato una reazione a catena senza precedenti. L’estrazione del silicio, già costosa in generale, ha aumentato di molto il valore della manodopera facendo slittare il prezzo finale del componente finito. Con tutta questa carenza di produzione i produttori grandi colossi
Oltre all’automotive quali sono i settori più colpiti? Oltre la già citata informatica - che racchiude un’enormità di micro settori che stanno rischiando grosso - ci sono diverse realtà complementari sull’orlo del precipizio. In sostanza, tutta la tecnologia che prevede una certa “unità di calcolo” sopratutto per progetti che rientreranno in questa categoria, rischiano di non vedere mai luce. All’interno di questi microprocessori, oltre alle componentistiche “fisiche” insiste un software (un programma n.d.r.) che costituisce una memoria interna e una unità logico-matematica che effettua un definito numero di operazioni seguendo un certo ordine di istruzioni. La carenza dei microchip colpisce anche il settore delle telecomunicazioni; sono per gli smartphone ci sono due tipologie di microprocessore, il primo fa funzionare il sistema operativo alla base di tutto il programma e riguarda la “parte informatica”, ed il secondo si occupa di che invece permette di effettuare la
connessione in radiocomunicazione e che quindi permette di connettere un telefono ad un altro o, meglio, una connessione internet al Web attraverso - per esempio - la rete wi-fi. Lo stesso ricade per gli accessori telefonici come un auricolare bluetooth per il quale bisognerebbe dedicare solo un capitolo a parte. Altro settore in crisi è quello della produzione dei microcontrollori, apparecchi presenti in svariate categorie elettroniche: chiavette Usb, elettrodomestici generici, nelle automobili, nei programmi di cottura dei forni, nelle centraline di controllo della domotica domestica, ecc. A chiudere il cerchio delle categorie maggiormente colpite - e sarebbero davvero molte altre - rientra anche lo sviluppo di nuove tecnologie che stanno invadendo il mondo: l’intelligenza artificiale. Tecnologia costituita da microchip di ultima generazione sono in grado di fare in autonomia il riconoscimento di una immagine, di trasmetterla in tridimensione o far vivere un’esperienza visiva ad altissimo coinvolgimento emotivo… peccato che, ad oggi, tutto questo troverà poco spazio nel mercato a causa della carenza di componentistiche. Non voglio farne un dramma, ci mancherebbe, ed anzi sono certi che con la ripresa tutto si sistemerà e, piano piano, anche l’economia del microchip tornerà a prezzi per lo meno ragionevoli. Matteo Venturini
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SPoRt
Interessante intervista ad Andrea Pierobon, l’ex longevo portiere del Cittadella Andrea Pierobon di Cittadella, ex portiere di calcio, è stato uno dei giocatori in Italia più longevi, avendo chiuso la carriera a quasi 46 anni, il 22 maggio del 2015, dopo un triste Cittadella-Perugia 0-2, che determinò la retrocessione in serie C dei granata. Pierobon ha superato nei tabellini Marco Ballotta, anch’egli portiere, ritiratosi con la Lazio all'età di 44 anni. Oggigiorno, solo l’ex portierone della nazionale, il 43enne Gigi Buffon, attualmente in forza al Parma, può togliere a “Piero” lo scettro di portiere più longevo. Andrea, comunque, è rimasto legato al calcio, anzi è rimasto nel suo Cittadella in veste diversa, quella di preparatore dei portieri, ma ricorda ancora volentieri i suoi inizi Avevo 18 anni ed era l'ultima giornata della stagione 1987-88; il Cittadella era in Serie D, il più alto livello del calcio amatoriale. Giocavamo in trasferta a Schio e mi ricordo che feci una gran parata su un colpo di testa di un attaccante avversario. Te ne sei andato nel 1990 e hai cominciato un piccolo giro d'Italia che ti condusse a Treviso, Venezia, ad Andria e soprattutto a Ferrara, dove rimanesti otto anni. Ferrara è stata la mia seconda casa, ma il richiamo di Cittadella è sempre stato molto forte. Promisi all’allora presidente Angelo Gabrielli, che quanto prima sarei tornato a casa. All’epoca avevo 36 anni e avevamo già parlato di un futuro con un ruolo nello staff; poi, prima di appendere gli scarpini al chiodo, rimasi in rosa per un decennio.. Cittadella non è un club come tutti gli altri e dopo diversi anni di serie B, intervallati da una parentesi di un anno in C, nasconde a fatica l’ambizione di salire nella massima serie. Ne abbiamo fatta tanta di strada. Abbiamo sfiorato la promozione in Serie A già nel 2010, arrendendoci nelle semifinali dei play-off contro il Brescia. Sarebbe stato veramente straordinario conquistare la promozione e avrei potuto scoprire la Serie A all’età di 40 anni..La mia è stata una carriera soddisfacente, ma la massima serie rimarrà per me un piccolo rimpianto. Poi, ho purtroppo conosciuto la retrocessione in C, proprio nella mia ultima apparizione ufficiale in qualità di portiere nell’oramai tristemente famoso Cittadella-Perugia 0-2 del 23 maggio 2015: uscii dal campo in lacrime.. Hai sfiorato diverse volte la serie A anche in qualità di preparatore dei portieri: tornato subito in B con Venturato in panchina, il Cittadella ha inanellato sei partecipazioni consecutive ai playoff, sfiorando ben due volte la promozione in massima serie, nel 2019 in finale con il Verona, e l’anno scorso in finale con il Venezia.
CONTRIBUTI PER INCENTIVARE LO SPORT AD ALBIGNASEGO Per incentivare l’attività sportiva di bambini e ragazzi il Comune di Albignasego ha stanziato un fondo di 200.000 euro per l’erogazione di contributi dedicati alle famiglie, affinché li utilizzino per l’iscrizione e la frequenza dei loro figli ad un’attività sportiva. Nel corso della passata stagione sportiva, a causa delle prescrizioni sanitarie e delle restrizioni attivate per prevenire i contagi, le attività sportive erano state sospese e per tale motivo bambini e ragazzi sono stati privati parzialmente o totalmente della possibilità di svolgere regolarmente uno sport.
a sinistra Simone Francescon e a destra Andrea Pierobon Hai toccato due tasti dolentissimi perché, ovviamente, conquistare la massima serie, anche come preparatore dei portieri, mi darebbe una gioia immensa, considerando il fatto che sono nativo di Cittadella e che mi considero un ‘cittadellese doc’. Cittadella, rappresentativa di un comune di circa 20.000 abitanti, è già entrata nella storia conquistando la serie B, figuriamoci se realizzassimo il sogno di salire in A.. Il campionato di cadetteria attuale è contrassegnato da un buon equilibrio. Sono d’accordo con te: è un campionato abbastanza livellato, come, più o meno, tutti i tornei di serie B. Noi siamo pronti a inserirci nella lotta per i playoff, senza dimenticare che basta poco per essere coinvolti nella lotta per non retrocedere. Quest’anno abbiamo in panchina un tecnico all’esordio, ma bravo, come “Goro” Gorini e vogliano confermarci. Tornando al Pierobon calciatore, qual è stato il segreto di questa tua incredibile longevità? È molto semplice: ho sempre sognato di essere un giocatore professionista e ho fatto in modo di mantenermi in attività il più possibile. Le mie motivazioni sono sempre state tante. Non ho mai avuto gravi infortuni o grossi problemi muscolari. Ma bisogna aggiungere che mi sono sempre allenato assiduamente e con regolarità. In più di trent’anni di carriera ho saltato solamente cinque allenamenti.
Quale aneddoto ricordi con piacere di questa sua lunghissima carriera sui campi di calcio ? Non ho dimenticato la mattina del 18 maggio 2013, giorno in cui il Cittadella di Foscarini si giocò la permanenza in serie B affrontando al Tombolato, nell’ultima giornata, l’Ascoli. Io, quella partita, non avrei dovuto giocarla, visto che ero il secondo di Cordaz, attuale terzo portiere dell’Inter. Foscarini mi convocò e mi chiese di partire titolare, facendo leva sulla mia esperienza, e io risposi presente: fu una partita combattuta, vincemmo 1-0 con un goal di Baselli e in B scese proprio l’Ascoli. Poi, non posso non ricordare quando, nella sala stampa dello stadio Mazza, dopo uno Spal-Padova di C, tu mi invitasti a tornare a casa, nella mia Cittadella, e così avvenne..
È ormai accertato che lo svolgimento di un’attività sportiva rappresenti un'opportunità fondamentale nel quadro dello sviluppo armonico di bambini e adolescenti, pertanto l’Amministrazione comunale ha ritenuto di offrire un aiuto alle famiglie nel sostenere i costi per l’iscrizione e il mantenimento della frequenza ad attività sportive nella stagione in corso. Si tratta di un’opportunità che aiuta il recupero dell’aggregazione e socializzazione tra ragazzi, divenuti di particolare importanza a seguito delle limitazioni dovute per lungo tempo alla pandemia. La pratica di uno sport, inoltre, fortifica le difese immunitarie e facilita i genitori nella conciliazione dei tempi famiglia-lavoro. Le famiglie, in possesso dei requisiti ed entro i limiti di reddito stabiliti, potranno presentare domanda per ottenere il contributo (fino ad un massimo di 120 euro) a parziale ristoro della spesa sostenuta per l’iscrizione e la frequenza dell’attività sportiva nella stagione 2021/22 per ognuno dei figli.
Tre decenni e oltre sui campi da gioco, ma anche negli hotel, in pullman, in treno e in aereo: un ritmo di vita che alla lunga avrebbe potuto pesare su chi ti stava accanto. Non ci sono mai stati problemi, anzi, il contrario. È anche grazie alla mia famiglia se ho giocato così a lungo. Sono sposato da venticinque anni e ho due figli ormai grandi. Loro sono stati i primi a motivarmi, anche se spesso ero lontano. Anche questa serenità familiare è stata la mia forza. E, dopo tutto, adesso lavoro a cinquecento metri da casa."
Fino al 14 dicembre sarà possibile inoltrare la domanda in municipio (modulistica e requisiti sono reperibili sul sito internet comunale): le domande si raccolgono esclusivamente in modalità telematica mediante il modulo on-line al link https://servizi.comune.albignasego.pd.it/portal/ scegliendo la sezione “Concorsi ed istanze” e accedendo con Spid. Successivamente, dal 15 gennaio 2022, ai fini della liquidazione del contributo per le domande che saranno accolte, sarà possibile inviare telematicamente la copia del tesseramento e le ricevute rilasciate dalle società e dalle associazioni sportive relative alle spese di iscrizione e frequenza dei propri figli. Ogni informazione può essere richiesta via mail all’indirizzo frontoffice @comune.albignasego.pd.it o al recapito telefonico 049 8042213.
Simone Francescon
dott. Emo Bruno
Il Giornale di Albignasego supplemento de “il Giornale di” Anno 2 n°9 (11° Pubb.) Aut. Tribunale di Padova n. 2509
Direttore responsabile: Matteo Venturini Coordinamento editoriale: Nadia Musoni Raccolta pubblicitaria, impaginazione e grafica: Lime Edizioni Srl - Milano - t. 02 36767660 www.limedizioni.com
Redazione: matteoventurini@gmail.com Dott. Emo Bruno Giordano Candeo
Albano Faggin Simone Francescon Lorenzo Guaia
Ala Jucova Raniero Mazzucato Leonardo Stecca Nicola Vegro
Stampa: copie n. 13.000 Distribuzione gratuita alle famiglie e bar della città di Albignasego Chiuso in redazione il 30/11/2021
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teRRitoRio
villa SGaravatti, aDDio ! Proprio al confine comunale con Albignasego, subito dopo il Canale Battaglia è impossibile non notare Villa Sgaravatti Chiamata anche Villa della Torre, per via di quella strana torre che spicca per la sua forma e che serviva per l’osservazione delle stelle, o Villa Dondi, perchè tra gli altri ci abitò anche Jacopo Dondi, colui che costruì l’antico grande orologio che si affaccia su piazza dei Signori a Padova, stiamo parlando del complesso che si nota percorrendo la statale 16 che porta a Battaglia, sul lato destro del canale. E’ l’ex villa Sgaravatti, che pur essendo in territorio aponense è probabilmente conosciuta da tutti anche ad Albignasego, e non solo perchè dall’argine del canale Battaglia guarda proprio Albignasego, ma sicuramente per via del suo passato che ha coinvolto Albignasego e comuni vicini per decenni. Tutto il complesso è abbandonato e si trova inserito in una zona ricca di edifici abbandonati e fatiscenti, in una campagna che ancora non è stata sommersa dal moderno. La probabile costruzione o completamento della villa è probabilmente il 1552, data che appare anche su un’epigrafe in una facciata interna alla villa, e quasi certamente a realizzarla furono proprio i Dondi, famiglia che appare in zona già intorno al 1300. Più verosimilmente qualcosa doveva essere stato già costruito in data anteriore al 1552, forse da quel Gaspare Dondi che nel 1533 fa sposare la figlia a tal Bernardino da Urbino che sta a Giarre. In seguito i Dondi risultano proprietari di numerosi possedimenti tra Padova ed i Colli (gli stessi avevano in proprietà l’albergo Orologio in pieno centro di Abano, un complesso architettonicamente favoloso, ma anche questo semi-abbandonato). Nel 1846 dal catasto austriaco e austro-italiano, si evince che il proprietario è Scipione Dondi ma la villa è amministrata dal figlio Francesco. Dal mappale risulta l’edificazione della colombaia di stile neogotico veneziano, la casetta di fianco la villa e un altro edificio vicino alla colombaia che non
Quello che rimane di Villa Sgaravatti esiste più ma che si vede dalla foto storiche. Dal catasto italiano del 1900 risulta che la villa passa in proprietà a Maurizio Wollemburg (benefattore dell’ospedale civile di Padova, più volte deputato al Parlamento, consigliere comunale ad Abano e proprietario di molti terreni a Giarre) figlio di Giuseppe. Nel catasto appare di loro possesso la “casa di villeggiatura e oratorio privato”. Il 10 novembre del 1920 risulta atto di compravendita da parte di Vittorio Sgaravatti figlio di Antonio, che in seguito utilizzò parte del terreno antistante la villa come vivaio. Il complesso è formato da tre edifici disposti a formare una corte aperta verso la campagna: il
maggiore è il palazzo padronale, mentre gli altri due sono le barchesse. L'edificio residenziale, in avanzato stato di degrado e privo di copertura, è caratterizzato da due corpi accostati tra loro, a cui è unita la torre circolare. La barchessa rivolta verso la strada è pure priva di tetto. Al piano terra entrambi gli edifici sono caratterizzati dal portico ad arcate a tutto sesto su pilastri. Tra i corpi degli edifici in fronte al canale Battaglia, spicca quello centrale con la sua torretta; la parte contenente la scala termina con un cornicione che riproduce esattamente quello della edificazione settecentesca, mentre quella superiore per tipologia delle scale ester-
ne, le ringhiere ed il belvedere, la si può inquadrare nell’ottocento romanico. La facciata a nord è priva di intonaco perché è stata rimossa un’edera che in passato copriva completamente la muratura. La villa e gli edifici circostanti hanno la forma di ferro di cavallo con al centro del cortile un piccolo edificio che molti ritenevano un piccola cappella, ma in realtà era una piccionaia. Come si è detto, la villa è stata gestita dalla famiglia Sgaravatti, che con il suo grande vivaio dava lavoro a decine di famiglie in tutto il territorio: nel periodo di più intensa attività ci lavoravano ben più di 500 persone, dei quali 200 donne e 100 ragazzi dai dodici ai vent’anni. L’importanza della famiglia e la sua influenza erano tali che nel periodo del ventennio fascista il cav. Oreste Sgaravatti fu anche sindaco-podestà di Albignasego, e per ben 17 anni, fino al 1944: fu lui a far erigere nel 1927 il monumento a emiciclo colonnare che troneggia davanti Villa Obizzi, nel contesto del parco delle Rimembranze in pieno centro di Albignasego. L’ultimo passaggio di proprietà fu fatto negli anni 80, quando la villa fu venduta dal cav. Benedetto Sgaravatti, ma da allora è praticamente abbandonata a sè stessa, e in questi anni ha subito ben tre incendi sicuramente dolosi, che hanno distrutto quasi tutto l’aspetto decorativo interno., Si è salvato parzialmente uno stemma in materiale calcareo che è sull’ingresso, ma di difficile lettura. Gli ultimi due incendi nell’estate del 2011 e nel marzo del 2014 ne hanno compromesso definitivamente la statica, per cui l’edificio ora è veramente irrecuperabile. Poi anche l'indifferenza della politica ha fatto il resto. Oggi ne troviamo poche citazioni ad opera di Italia Nostra e del FAI, che non è riuscito a farlo apprezzare in un paio dei suoi censimenti. E purtroppo, questo abbandono non è un esempio isolato: altre ville storiche versano più o meno in analoghe condizioni. Ora in tutti i comuni si pensa solo a costruire, a lottizzare, a “riqualificare”, ma in realtà si distrugge quel poco che rimane dell'ambiente veneto, abbandonando le vestigia di una memoria storica considerata inutile. Ultima precisazione: contrariamente a quanto affermato in alcuni articoli stampa, poi ripresi anche nel mio video, la famiglia Sgaravatti non si è estinta, ma si è divisa in rami, e alcuni continuano l’attività florovivaistica. Lorenzo Guaia È possibile visionare il video al link : https://studio.youtube.com/video/-oFDVfcu_Zg/ oppure cercando il titolo “Villa Sgaravatti (Abano Terme) - L'abbandono e la rovina” nel canale Youtube “centrostudi55” che tra vari argomenti si occupa anche di ambiente e ricerche storiche.
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PRoVinCia
Melchiorre Cesarotti, ecco cosa ha lasciato all’umanità Una delle personalità più illustri che lasciò il segno nella nostra provincia, fu senza dubbio Melchiorre Cesarotti. Noto scrittore, traduttore e poeta, fu uno dei maggiori esponenti dell’Illuminismo italiano in campo letterario. Nacque a Padova nel I730 da famiglia agiata, studiò dapprima al seminario e in seguito presso l’università di Padova, dove venne nominato docente di greco ed ebraico nel 1768, per passare nel 1797 alla cattedra di eloquenza. Nel 1760 lascia la sua città per trasferirsi a Venezia per svolgere l’attività di precettore privato presso la famiglia Grimani, questa era una pratica molto diffusa, basti pensare al contemporaneo Giuseppe Parini (1729-I799) che dalla sua esperienza presso le famiglie milanesi, ne trasse il “Giovin signore” del poemetto satirico-didascalico “Il giorno” (1763). Il soggiorno veneziano consentirà a Cesarotti di conoscere personalità di spicco della sua epoca tra cui: Carlo Goldoni, Gasparo e Carlo Gozzi e A. Querini. Del 1763 è la sua traduzione più famosa ovvero “I canti di Ossian” dello scozzese J. Macpherson - che narra per l’appunto, le audaci imprese del bardo Ossian - seguita da una seconda del 1772 in versione definitiva
dava alle stampe le sue prime dieci tragedie, grande estimatore di Cesarotti, cercava consiglio su come avvicinarsi ad uno stile tragico.
(non a caso da il nome al passaggio che costeggia il giardino di Villa Cesarotti). Dopo aver ottenuto la cattedra all’università, gli vengono commissionate dai Riformatori dell’Ateneo, delle traduzioni di opere greche in particolare di Demostene, raggruppate poi in sei volumi ed editi tra il 1774 e il 1778. Verso gli anni ottanta del settecento, Cesarotti aveva una fama ormai a livello internazionale, principalmente grazie alle traduzioni. Nel 1783 incontra a Padova Vittorio Alfieri, che proprio in quell’anno
Tra i due “calò il silenzio” in seguito alla critica da parte di Cesarotti sulla tragedia “La congiura de’Pazzi”, letta dallo stesso Alfieri dinanzi a Cesarotti, opera assai lontana dallo stile e dal modello cesarottiano, incentrato sulla ragione. Rimasero in rapporti missivi, caratterizzati da un intenso sarcasmo. Fedele sostenitore delle idee Illuministe, all’arrivo Napoleone in Italia (1796), si schierò in suo favore, tanto da dedicarle un sonetto encomiastico. Napoleone dal canto suo gli dedicherà “La Pronea” duramente attaccata da U. Foscolo che scriverà: misera concezione, frasi grottesche, verseggiatura di dramma per musica, e per giunta gran lezzo di adulazione. Negli stessi anni entrò nella vita politica patavina, divenendo membro del Comitato della Pubblica Istruzione. Come già detto, Cesarotti è universalmente noto per le numerose traduzioni. Oltre a quelle già menzionate ricordiamo: quelle di Omero, Eschilo, Pindaro, Giovenale e altri autori greci, che furono poi riuniti in “Corso ragionato di letteratura greca”
(I78I-’84) e ancora Voltaire, SaintFoix, Thomas Gray. Tra i suoi scritti personali, ricordiamo le varie opere di “riflessione linguistica” tra cui il celebre Saggio sopra la lingua italiana, cambiato nell’edizione definitiva in Saggio sulla filosofia delle lingue applicato alla lingua italiana del 1800. Il trattato appare come una delle voci principali e autorevoli sul dibattito linguistico illuminista. Tema principale dell’opera è il prestito linguistico, in cui Cesarotti sostiene che possa portare ad un arricchimento della lingua, di conseguenza inserendosi nella diatriba tra i puristi e i cosiddetti rinnovatori, che auspicavano a liberare la lingua dai canoni dell’Accademia della Crusca. Intorno al 1792 il letterato diede vita a una trasformazione di Selvaggiano – in questo modo era da lui chiamata l’attuale Villa Cesarotti – databile fine del XVII secolo. Io mi vagheggio la costruzione d’un certo ritiro campestre che deve essere il pascolo della mia dolce tristezza, e ch’io chiamerò il sacrario del mio cuore. M. Cesarotti Ci vollero quasi dieci anni perché l’opera di rammodernamento giungesse al termine. Ne uscì una dimora sofisticata e cari-
ca di simbologie letterarie-filosofiche. All’interno venne abbellita con pitture ed iscrizioni, con una raccolta di reperti (fossili e minerali per la maggiore) che andavano a costituire il “Museo Selvaggianesco”. Il giardino fu sapientemente arredato dal poeta con tanto di tempietto lapideo al centro, boschetto funebre ed erme. Per lo scrittore, il giardino conservava innanzitutto il sentimento preromantico di sensibilità, come anche quello di erudizione e di significato enciclopedico, chiamato dallo stesso “Poema vegetabile”. In questa splendida cornice, furono ospitate numerose personalità tra cui: Ippolito Pindemonte (1753-1828) e la più nota Madame De Staël (17661817). Melchiorre Cesarotti si spense nella sua Villa di Selvazzano il quattro novembre 1808, alla veneranda età di settantotto anni. Ad oggi non rimane quasi più nulla di Selvaggiano, come la concepì il poeta, abbiamo testimonianze attendibili dagli scritti di Giuseppe Barbieri (suo allievo) e di altri letterati e amici che lo visitarono.
Leonardo Stecca
Concorso Diventiamo Cittadini Europei – scadenza maggio 2022 Concorso Diventiamo Cittadini Europei – scadenza maggio 2022 Anche quest'anno, il Movimento Federalista Europeo, in collaborazione con Enti pubblici e privati, bandisce il Concorso “Diventiamo cittadini europei”. Rivolto a tutti gli studenti del triennio delle scuole secondarie superiori del Veneto, il concorso ha lo scopo di stimolare la cittadinanza europea attiva e consapevole. Per partecipare al concorso i candidati dovranno effettuare, a scelta, una delle seguenti prove:
prova scritta (articolo, saggio breve, tema, relazione, tesina, etc.) su 1 dei 7 argomenti proposti prova grafica/multimediale (formato a scelta; permesse tutte le tecniche, comprese quelle multimediali) su 1 dei 4 argomenti proposti I vincitori verranno premiati con un soggiorno di vacanza e di formazione europeistica presso la Casa d'Europa di Neumarkt (Stiria - Austria) in luglio 2021.
Regole per le prove:
PROVE SCRITTE (articolo, saggio breve, tema, relazione, tesina, ecc.; massimo 4 facciate di foglio protocollo o 5 cartelle) 1. 1 Alla domanda “Come vede l’Unione europea nel 2050?” rivoltagli il 29 agosto 2021 da uno studente durante il Seminario di Ventotene, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha risposto così: «Non mi limito a credere, a pensare, ma sono convinto che nel 2050 l’Unione avrà raggiunto, avrà espresso pienamente quell’orizzonte di libertà che il Manifesto di Ventotene in- dica. Che al suo interno saranno scomparse diseguaglianze tra le persone, tra i territori, che sia aperta al mondo, non una fortezza chiusa, e che sia in grado cioè di esprimere, di coinvolgere, di trasmettere, collaborando con tutti, quei valori che la caratterizzano: la democrazia, la libertà, i diritti, la pace, la cooperazione internazionale.» (https://www.quirinale.it/elementi/5 9421).
Quale risposta daresti tu alla stessa domanda? 2. 2 Il nostro Paese è il primo beneficiario dei sussidi e dei prestiti del Next Generation Eu, con i quali dovrebbe non solo rilanciare l’economia rendendola più sostenibile, digitale e resiliente, ma an- che promuove l’istruzione e la ricerca, riformare la giustizia e la pubblica amministrazione, raffor- zare la prevenzione ed i servizi sanitari, favorire l’inclusione e la coesione sociale, ridurre i divari territoriali, generazionali e di genere (https://italiadomani.gov.it/it/home.html ). Ti sembrano obiettivi alla portata dell’Italia? 3. 3 La Conferenza sul futuro dell’Europa, che mette per la prima volta a confronto gruppi di cittadini con rappresentanti delle istituzioni nazionali ed europee, dovrebbe concludersi nella primavera del 2022 formulando proposte di riforma tanto delle istituzioni quanto delle politiche europee. Dopo esserti documentato sulle idee che trovi nella piattaforma della Conferenza stessa
(https:// futureu.europa.eu ), esprimi un tuo motivato parere su di esse. 4. 4 Il ritiro delle truppe dei Paesi della NATO dall’Afghanistan, assieme ad altri casi di crisi più vicine (Libia, Siria), ha riaperto il dibattito sulla mancanza di una politica estera e di difesa veramente europea. Facendo anche ricorso ai molti saggi ed articoli che trovi sull’argomento, cerca di formulare una tua posizione su questo capitolo non più affrontato dopo la caduta della CED (Co- munità Europea di Difesa) nel lontano 1954. 5. 5 A Milano, in occasione dello Youth4Climate che ha riunito 400 giovani di 186 Paesi, Greta Thunberg ha usato queste parole: «Vogliamo una giustizia climatica, ora! I cambiamenti sono un’op- portunità per tutti, non c’è un piano B, basta bla bla bla. Dai leader mondiali sentiamo solo parole, fanno solo finta di ascoltarci.» Ti sembra che la COP26 di Glasgow abbia finito per dar ragione a queste pesanti accuse o abbia dimostrato quella volontà di agire pretesa dai giovani? 6. 6 Nei primi mesi del 2021
l’UE era in grave ritardo nelle vaccinazioni anti-Covid rispetto agli USA e ad altri Paesi. Il 15 settembre la Presidente della Commissione ha invece potuto proclamare «Oggi, nonostante tutte le voci critiche, l’Europa è all’avanguardia a livello mondiale. Nell’UE, più del 70 % degli adulti ha ricevuto una vaccinazione completa. Siamo stati gli unici a condividere la metà della nostra produzione di vaccini con il resto del mondo. Abbiamo consegnato più di 700 milioni di dosi agli europei e più di 700 milioni di dosi al resto del mondo, in più di 130 paesi. Siamo l’unica regione al mondo ad aver raggiunto questo risultato.» ( https://ec.europa.eu/ commission/presscorner/detail/it/SPEECH_2 1_4701). Quali considerazioni puoi trarre da questa vicenda? 7. 7 Lo storico Walter Scheidel ha individuato nelle guerre, nelle rivoluzioni, nel fallimento degli Stati e nelle epidemie le “grandi livellatrici” del passato, vale a dire quei fenomeni che hanno provo- cato una diminuzione della disuguaglianza
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PRoVinCia tra gli uomini. Ritieni che anche la pandemia dovuta a COVID – 19 avrà effetti simili e perché?
PROVE GRAFICHE E MULTIMEDIALI (formato a scelta; permesse tutte le tecniche, comprese quelle multimediali) 1. 1 Attraverso un video o una locandina cerca di evidenziare le esigenze espresse dai giovani per risolvere la crisi climatica durante lo “Youth4Climate” di Milano. 2. 2 Servendoti di un video o di un manifesto, sottolinea l’importanza della Con-
ferenza sul futuro dell’Europa (https://futureu.europa.eu ). 3. 3 Le istituzioni europee hanno proclamato il 2021 “Anno europeo delle ferrovie”. Prova ad illustra- re con una locandina o con un video l’importanza di questo mezzo di trasporto per favorire la mobilità delle persone e delle merci e per garantire la salvaguardia dell’ambiente. 4. 4 Elabora graficamente lo slogan “Un futuro più sano per gli europei” che la Commissione ha pro- posto per giungere ad una Unione europea della salute.
SITI INTERNET DA CONSULTARE: http://ec.europa.eu/italia/index_it.htm http://www.europarl.it/view/it/index.html (siti dell’UE) http:///www.euobserver.com (sito euroscettico molto aggiornato) http://www.ecb.int/ecb/html/ index.it.html (Banca centrale europea) http://www.europa.eu.int/futurum/index_it.htm (sito che raccoglie contributi sull’avvenire dell’UE) http://www.iai.it/ (Istituto Affari internazionali) http:// www.ispinet.it/ (Istituto per gli Studi di Politica internazionale) http://www.tepsa.be/ (Consorzio di 15 istituti di ricerca europei) http://www.mfe.it - http://www.federaleurope.org/http://www.jef.eu http://www.eurobull.it (siti europeisti o federalisti) dott. Emo Bruno
SAPORI PADOVANI 2021 Anche quest'anno è partita l'iniziativa "A Natale compra padovano", ovvero l'acquisto come dono natalizio, di un buono del valore di 30 euro da spendere presso alcune delle migliori aziende agricole di Padova e del Veneto. Sono coinvolti i Sindaci della Provincia di Padova, le Associazioni di Categoria, Assindustria Veneto Centro, l'Ordine dei Commercialisti e Consulenti del lavoro, per promuovere un regalo consapevole, di valore, ma soprattutto che implementi una "buona" economia del territorio. Alle imprese ricordiamo che questi doni possono essere considerati dei benfit aziendali oppure possono essere inseriti nel Welfare aziendale, e pertanto godere delle agevolazioni fiscali previste dalla normativa vigente. Ai cittadini segnaliamo l'importanza di fare un acquisto di grande qualità che giova in primis per la salute e favorisce concretamente lo sviluppo di un'economia consapevole, locale e attenta al territorio.
Il buono è prenotabile dal sito https://www.saporipadovani.it/prodotto/buono-sapori-padovani-autunno-2021 Albano Faggin
il direttore risponde Come funzionano i Contributi per l’affitto? Buongiorno Direttore mi chiamo Michele e sono residente ad Albignasego da quasi vent’anni. Vivo nel quartiere di San Lorenzo non distante dalla chiesa parrocchiale, in affitto in un appartamento. Mi è giunta voce che è da pochi giorni stato attivato un contributo in aiuto per gli affitti visto il periodo di pandemia. Mi può aiutare a capire come funziona? Magari può tornare utile anche per altre persone nella mia stessa situazione. Sono molto felice che il vostro giornale mi continui ad arrivare ogni mese, è sempre ricco di notizie interessanti e storie che altrimenti verrebbero dimenticate. Grazie Michele Gentilissimo Michele, i contributi di cui sta parlando sono stati stanziati dal Comune tenendo in considerazione alcuni parametri che devono essere rispettati ed è possibile farne richiesta solo entro il 10 dicembre, quindi attenzione alla scadenza che è molto vicina! Riporto parte del testo del comunicato che è possibile reperire sul sito del Comune, sperando di fare cosa gradita:
Il provvedimento rientra nell’ambito delle misure finalizzate a fornire sostegno alle famiglie che hanno subito una riduzione della propria situazione reddituale a causa dell’emergenza covid tuttora in atto. Possono beneficiare del contributo sull’affitto le famiglie con diminuzione del reddito superiore al 30%, misurata in base agli Indicatori sella Situazione Reddituale (ISR) ricavati dalle dichiarazioniai fini ISEE ordinaria e corrente. Il contributo spettante varia da 300,00 a 800,00 euro in funzione della percentuale
di perdita del reddito. La raccolta delle domande, esclusivamente on-line, è iniziata il 19/11 e proseguirà fino al 10 dicembre p.v.. Successivamente, completata in tempi brevi la fase istruttoria, verrà redatta la graduatoria e liquidato il contributo spettante. Per ulteriori informazioni e presentazione della domanda di contributo, si rinvia al seguente indirizzo: https://veneto.welfaregov.it/landing_pages/ fsa_covid3/index.html
Per porre domande al nostro Direttore Responsabile inoltrare una mail a matteoventurini@gmail.com indicando nell’oggetto “il Giornale di Albignasego”