Il GIORNALE DI ALBIGNASEGO, supplemento de “il Giornale di” Anno 2 n°6 (8°Pubb.) Aut. Tribunale di Padova n. 2509 Editore: Lime Edizioni srl - Direttore responsabile: Matteo Venturini ordine dei giornalisti della Regione Veneto n. 150011 Realizzazione grafica e concessionaria esclusiva di pubblicità: Lime Edizioni srl - Via A. Capecelatro, 31- 20148 Milano - Tel. 02 36767660 www.limedizioni.com - info@limedizioni.com - Tiratura: 13.000 copie
editoriale
Un caro augurio per una buona estate È finalmente giusta l’estate e possiamo beneficiare delle riaperture dopo un periodo di “reclusione” o semi-reclusione” dovuto al periodo pandemico. Non mi piace fare previsioni affrettate ma il gran lavoro della sanità e della Regione con la messa a disposizione di vaccini e tamponi ci mette in una condizione di maggior tranquillità e ci garantirà un’estate – ed eventuali vacanze per chi potrà – all’insegna del divertimento e della serenità. Si parla già di varianti, ma il Giornale di Albignasego, come ho più volte sottolineato, vuole parlare di cose belle e positive, il resto lo lasciamo agli altri. Finalmente anche nel nostro Comune sono tornati gli eventi, cosa che non succedeva da un bel po’ di tempo. Già nello scorso numero abbiamo dedicato una pagina intera alla lista di tutti gli eventi estivi previsti nel nostro Comune, quindi in questo numero abbiamo pensato di regalarvi più d’una interessante intervista che ci auguriamo potrete apprezzare. Non mi resta che ringraziarvi per la stima e vi invito a scrivermi seguendo le indicazioni riportate in ultima pagina nella sezione “Il Direttore Risponde”. Intanto ci prendiamo la pausa estiva e… arrivederci a settembre! Buona lettura! Matteo Venturini
Albignasego festeggia Erica, campionessa veneta di equitazione Celebrare una vittoria sportiva non vuol dire solamente far salire sul podio una persona ma anche ricordare il sacrificio, le scelte difficili e soprattutto l’impegno a lungo termine che un atleta ha speso per arrivare al successo.Oggi parliamo di Emma Nicetto, neocampionessa regionale per la categoria Brevetti Criterium (H100) del grande in interessante mondo dell’equitazione. Ad accompagnarci in questo percorso è Erica, la mamma di Emma
di Matteo Venturini
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INTERVISTA Al DOTTOR GOTTI
INCONTRIAMO DAMIANO lONGHI storico
VISITA VIRTuAlE Al MuSEO, nella sala
specialista in Medicina dello Sport
capitano del Calcio Padova
storica degli Alpini di Albignasego, oggi parliamo di armi e munizioni
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eQuitaZione
Emma NicEtto campioNEssa rEgioNalE di EquitazioNE: sport, sacrificio e tanta umanità sono la giusta ricetta per raggiungere i migliori risultati agonistici
Lo sport non solo come risultato raggiunto ma anche come percorso lungo e tortuoso, ricco di sacrifici e di scelte. Decisioni spesso prese anche grazie alle scelte dei genitori che si spendono per il benessere e la disciplina per i propri figli. Oggi abbiamo il piacere di parlare con Erica, la mamma di Emma, neocampionessa veneta di equitazione. Ma non togliamo prezioso spazio a questa interessante intervista. Buona lettura! Grazie Erica per averci concesso questa chiacchierata. Raccontaci come è nata questa passione e cosa ha spinto Emma ad intraprendere questa strada nello sport Emma ha una gran passione per i cavalli sin da quand’era molto piccola, così quando ha avuto 5 anni abbiamo iniziato a capire quale associazione sportiva potesse accoglierla per unire questa passione alla disciplina sportiva; per il salto ostacoli però era ancora troppo piccola e così la prima messa in sella l’abbiamo fatta allo Sperone d’Oro di Albignasego (oggi Il Cuore Oltre l’Oastacolo n.d.r.), che accoglieva bambini di tutte le età per i primi principi sull’equitazione: passo e trotto e cura del cavallo. A 8 anni, avendo l’età giusta per poter iniziare il salto ostacoli, è passata al Centro Equestre Villa Vanna di Salboro ed è qui che ha iniziato il suo percorso agonistico con l’istruttrice Giorgia Consuelo Piazza, con cui si è instaurato un sodalizio fortissimo che dura a tutt’oggi, seguendola attraverso altri tre circoli equestri (InBloom quando aveva sede a Maserà, Circolo Ippico I Salici a Vigonza e l’attuale Centro Ippico Al Bosco di Pianiga): in questo sport abbiamo imparato che non è tanto il circolo, ma l’istruttore che è fondamentale, imparare e crescere con questa figura che a sua volta impara a conoscere l’atleta e a scegliere il meglio per quest’ultimo, noi l’abbiamo trovato in Consuelo, una persona con una competenza e un’umanità straordinaria, di cui noi abbiamo immensa stima e su cui riponiamo piena fiducia. La scelta ed il rapporto con il cavallo è davvero speciale Per circa 3 anni Emma ha fatto molta gavetta con i cavalli della scuola di Consuelo, uno su tutti un doppio pony grigio, Gadget II, con cui ha fatto anche le prime gare, fino a quando ho deciso per l’acquisto di un cavallo nostro (in questo sport se si vuole proseguire a livello agonistico, il cavallo di proprietà diventa una scelta un po' obbligata) e dopo varie prove è arrivata Rita Des Islots, sella francese, figlia e nipote di due dei più grandi stalloni performer nel mondo. Da questo momento l’impegno per questo sport è stato totale: avere un cavallo tuo implica un impegno giornaliero di circa tre ore, tra allenamento e cura del cavallo.
Ma adesso parliamo di gare, ed Emma non si è lasciata per nulla intimorire a giudicare dal recente risultato La prima gara con Rita è stata a ottobre del 2019, un mese dopo il suo arrivo e già si era visto l’affiatamento, in seguito altre gare e a inizio 2020 l’esame e il conseguimento del Brevetto e da lì si è creata l’ascesa di questo binomio. Nell’equitazione il binomio cavalierecavallo è tutto, non tutti i cavalli sono per tutti i cavalieri e viceversa e noi fortunatamente siamo riusciti a creare quello perfetto: entrambe si capiscono alla perfezione e ottengono l’una dall’altra ciò che chiedono. Nel 2020, nonostante 2 mesi di stop forzato causa Covid, sono arrivate le prime gare importanti e primi successi importanti. Ha partecipato al Progetto Sport Col. Nava, una sorta di campionato per tappe regionali che determinano una classifica dai punti ottenuti per ogni singola gara, fino alla finale Regionale che determina le qualifiche per la finale Nazionale che a sua volta determina i qualificati per il Best Rider che si svolge a FieraCavalli: Emma l’anno scorso dopo essere partita un po' cauta nelle prime gare, ha migliorato ad ogni tappa fino ad ottenere il gradino più alto del podio nella finale regionale del Livello Base (H90) allo Sporting Club Paradiso Horse & Pony di Sommacampagna e qualificarsi per la finale nazionale al prestigioso Horse Resort di Cattolica. Alla finale Nazionale nell’ultima gara ha ottenuto il decimo posto su 88 partenti da tutta
Italia e nonostante questo più che soddisfacente risultato, purtroppo ha avuto la cocente delusione di non qualificarsi per Fiera Cavalli di Verona per soli 0,02” di scarto di tempo. Subito dopo ha partecipato ai Campionati Regionali Individuali Cavalli 2020 qualificandosi al quarto posto. In seguito, aspettando gli impegni più importanti di quest’anno, ha vinto qualche concorso di categoria A e B (le lettere determinano la durata dei concorsi, A tre giorni di gare, B due giorni e la difficoltà, A con percorsi più tecnici e B un po' più semplici), nelle categorie B100 e B110, fino a riprendere anche quest’anno l’esperienza del Progetto Sport nel Livello 2 (H110): ha già preso parte a 4 tappe e attualmente è seconda in classifica su 37, il 7 e 8 agosto ha un’altra tappa e il 18 e 19 settembre ha la finale Regionale allo Sporting Club Paradiso Horse & Pony di Sommacampagna. E poi è arrivata la consacrazione vera e propria Tra una tappa e l’altra ai primi di maggio ha preso parte anche al campionato Regionale a squadre a Casale Sul Sile, dove una bruttissima caduta all’ultima manche determinate il risultato finale ha destabilizzato un po’ sia Emma che Rita: purtroppo una distanza presa male su un ostacolo data dalla foga di vincere ha causato la caduta di entrambe, fortunatamente fisicamente a parte qualche brutta botta, non ci sono state conseguenze, ma psicologicamente è
stato difficile superarlo perché per tutte e due nelle gare successive si è aggiunto anche il sentimento della paura. Quindi dopo quest’episodio dovevano riprendere in mano la situazione e dopo le prime gare in cui era importante uscire con la gara finita, sono tornate a fidarsi e ad avere quella grinta e determinazione che le hanno sempre contraddistinte, ottenendo di nuovo buoni risultati. Ed ecco che il 4, 5 e 6 giugno scorsi, sempre allo Sporting Club Paradiso Horse & Pony di Sommacampagna, Emma e Rita sono state proclamate campionesse regionali del Veneto per la categoria Brevetti Criterium (H100): dopo la gara del primo giorno erano quarte in classifica, per raggiungere il primo posto nella seconda giornata, posizione che non hanno più lasciato nella terza giornata fino alla manche finale in cui hanno ottenuto la medaglia d’oro con tanto di giro d’onore come i grandi campioni. Questa vittoria ha determinato anche la tanto ambita qualifica per Fiera Cavalli Verona (una delle piazze più prestigiose a livello mondiale, insieme a Piazza di Siena, un po' il Santo Graal dell’equitazione) dove prenderà parte a novembre al Master Mariuccia Grandinetti: 3 giorni di gare che determineranno il vincitore del Master. E quali saranno gli obiettivi futuri dopo il successo appena portato a casa? Il 9, 10, 11 e 12 settembre parteciperà inoltre ai Campionati Italiani ad Arezzo e in caso di qualifica alla finale Nazionale del Progetto Sport torneremo a Cattolica l’1,2 e 3 ottobre a cui seguirà sempre in caso di qualifica il Best Rider a Fiera Cavalli Verona. Un altro obiettivo importante su cui sta lavorando è l’ottenimento del Primo Grado, patente che le permetterà il passaggio alle gare “più alte”, che si ottiene con risultati sul campo (qualifiche e punti su gare di più discipline: salto ostacoli, stile, dressage, cross) e un esame finale. Non so dirle ora, a 13 anni, cosa si aspetta di fare o diventare rispetto a questo sport, di certo non credo lo abbandonerà, tra i vari pensieri c’è anche quello di diventare un “militare sportivo” come molti dei nostri campioni italiani e come il suo idolo Alberto Zorzi, campione della Nazionale Italiana (di Padova tra l’altro), ma c’è tem-
po, ci vogliono anni per raggiungere certi risultati, è uno sport impegnativo, in cui più si sale di categoria più quest’impegno cresce, nonché crescono i rischi ad esso legati (non neghiamocelo è uno sport purtroppo anche pericoloso) ed è giusto che si faccia tutto con il giusto percorso e bagaglio di esperienza. Se la sente di consigliare questo sport a genitori che non si sono ancora approcciati a questa disciplina? Purtroppo l’equitazione troppo spesso è vista come un hobby e non come uno sport e sento molti genitori approcciarsi a questo mondo in questo senso: non è così, in realtà le sue discipline non solo sono riconosciute dal CONI, ma sono anche discipline olimpiche. L’equitazione è uno sport e molto di più, perché viene chiesto non solo di imparare una tecnica e una disciplina sportiva, ma anche di relazionarsi con un essere vivente del quale ci si deve prendere cura e con il quale, inevitabilmente, si è chiamati a costruire un rapporto e che richiede responsabilità. E’ quindi uno sport formativo e con una forte componente educativa sotto tutti i punti di vista, non solo quello atletico. Oltre ad un allenamento totalbody valido per qualsiasi età, l’equitazione è allo stesso tempo disciplina e libertà, tra cavallo e cavaliere si instaura un rapporto di empatia e fiducia che ha una forte valenza anche psicologica: vale il vecchio detto “Pago al mio terapeuta mangime e fieno e lui mi ascolta ogni giorno”. A chi dice che a livello economico l’equitazione è uno sport per pochi dico dipende. E’ innegabile che se intrapreso a livello agonistico con cavallo di proprietà implica uno sforzo economico importante per l’acquisto del cavallo, il suo mantenimento e la partecipazione ai concorsi, ma non è certo una scelta obbligata questa. Se fatto con la scuola dei circoli, con i cavalli della scuola è assolutamente alla portata di molti con altrettanti benefici e soddisfazioni. Grazie Erica per averci raccontato la storia sportiva ed umana di Emma e Rita, e grazie per aver speso il tuo tempo con noi. Grazie a voi e a presto Matteo Venturini
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regione
Scuole in Veneto: il Calendario Scolastico per le scuole Primarie e Secondarie al via dal 13 Settembre La Giunta della Regione Veneto ha confermato questa scelta durante la seduta di luglio modificando le precedenti scelte del 16 giugno scorso É stato finalmente deciso il calendario scolastico 2021-22
Le scuole in Veneto, dalle primarie fino alle secondarie di secondo grado, avranno inizio il 13 settembre. Questa la decisione della Giunta regionale che il Presidente della Regione Luca Zaia ha ufficializzato oggi, nel corso del punto stampa tenutosi nella sede della Protezione Civile a Marghera.
Se il calendario originario approvato il 16 giugno scorso dalla giunta regionale prevedeva un avvio differenziato (il 13 settembre per le primarie e le secondarie di primo grado, il 16 settembre per le secondarie di secondo grado), l’aggiornamento prevede come data unica di apertura delle scuole il 13 settembre con possibilità per i servizi per l’infanzia di iniziare il 1 settembre. “La scelta è stata quella di allineare
l’inizio del nuovo anno scolastico al 13 settembre – spiega l’Assessore regionale all’istruzione Elena Donazzan -. Gli istituti di ogni ordine e grado avranno inizio in quella data. Fanno eccezione le scuole dell’infanzia, servizi che poggiano largamente sui servizi alle famiglie e in Veneto sulle scuole paritarie, che potranno iniziare già dal 1 settembre”. La scelta, che modifica in parte la delibera che fissava un avvio differenziato delle scuole superiori, è frutto di una riflessione nata da una serie di indicazioni e segnalazioni giunte da più parti. “La decisione – precisa ancora Donazzan - è frutto di un approfondimento e anche di un confronto in seno alla X Commissione della Conferenza Stato Regioni (Commis-
sione Istruzione, Università e Ricerca) per poter dare, in un momento particolare, dopo un lungo periodo pandemico, la massima serenità e uniformità alla scuola su base nazionale. Nel frattempo sono giunte in Regione anche alcune istanze dal mondo del turismo e legate al tema delle vaccinazioni degli adolescenti”. La Regione ha, infine, deciso, condividendo la scelta con l’Ufficio Scolastico Regionale, che la migliore soluzione fosse un avvio unificato il 13 settembre per le scuole tutte, di ogni ordine e grado, escluse quelle d’infanzia. “Vogliamo che i ragazzi tornino a scuola al più presto – continua l’Assessore - socializzino e vivano la dimensione scolastica nelle migliori condizioni possibili, in una normalità a cui tendere.
Crediamo di avere fatto un buon servizio alle famiglie che non avrebbero avuto alternative, soprattutto quelle che hanno figli piccoli”. Per quanto concerne le istanze del mondo del turismo, il calendario conferma la possibilità di vacanze natalizie prolungate (dal 24 dicembre al 10 gennaio) e la chiusura del prossimo anno scolastico fissata all’8 giugno 2022. “La nostra attenzione verso il mondo dell’economia del turismo continua ad essere massima – conclude Elena Donazzan -. Le vacanze prolungate nel periodo natalizio offriranno un’occasione in più al sistema turistico montano che da due stagioni è in sofferenza, mentre aver fissato la chiusura delle scuole all’8 giugno significa dare occasione alle famiglie di programmare e prenotare le vacanze già dal mese di giugno”. Albano Faggin
L’ANCIMP, ASSOCIAZIONE NAZIONALE CONSULENTI D’IMPRESA, UNA REALTÀ PRESENTE NEL TERRITORIO Da poco eletto per il Triveneto Guglielmo Destro è accompagnato alla vicepresidenza dall’Avvocato Roberto Moneta anche Presidente di Albignasego e di Padova ANCIMP ITALIA è un'associazione professionale multidisciplinare senza scopo di lucro. L’obiettivo dell'associazione è quello di tutelare e valorizzare le professioni legate al mondo della consulenza d'impresa e la sua multidisciplinarietà le permette di avere una visione globale di tutte le problematiche legate alla consulenza d'impresa e soprattutto permette una interazione culturale e professionale preziosissima. Tanti sono i vantaggi per chi si associa ad ANCIM: formazione continua gratuita, tutela professionale, opportunità di business, eventi e meeting, convenzioni e molto altro ancora. Di recente si sono tenute per il Triveneto le elezioni degli organi direttivi e sono stati nominati nell’ordine Presidente Dott. Guglielmo Destro e vicepresidente – oltre a responsabile per Padova ed Albignasego – l’Avv. Roberto Moneta e segretario Dott. Franco Caglot. “L’associazione è nata a inizio 2020 subito prima della pandemia, siamo quindi di fatto appena nati – ci ha riferito il presidente del Triveneto Guglielmo Destro In Veneto ci sono attualmente cento iscritti circa ma in rapida crescita. Ci stiamo molto impegnando e puntiamo ai cinquecento entro la fine del 2021. Stiamo cominciando a organizzare eventi e, soprattutto, stiamo cercando di creare una rete di valore tra i soci”.
E per quanto riguarda i progetti futuri Destro prosegue:” Con l’inizio del 2022 cominceremo il dialogo con le varie associazioni di categoria offrendo momenti di incontro tra aziende e consulenti di valore. Il 16 luglio si è tenuta una conferenza stampa a Palazzo Moroni a Padova in cui abbiamo ufficializzato le votazioni del consiglio direttivo triveneto. Personalmente mi occupo di internazionalizzazione e per questo sarò molto proattivo nell’organizzazione di eventi in tal senso, sia informativi che veri e concreti momenti di incontro tra professionisti ed aziende estere”. L’associazione edita anche la rivista gratuita “Consulenti & Impresa”. Dott. Emo Bruno
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Dal comune
Attivo il servizio di sostegno psicologico gestito dall’Associazione Solifer Ogni giovedì pomeriggio sarà possibile usufruire del servizio all’interno della sede municiapale in via Milano
Appuntamento a settembre per il Gruppo di lettura Young Lib(e)ri tutti
Lo psicologo psicoterapeuta incontrerà il giovedì pomeriggio le persone con specifici bisogni derivanti da situazioni di ansia, stress, isolamento e solitudine conseguenti alla pandemia, per evitare la cronicizzazione di eventuali disturbi e promuovere, così, il benessere psicofisico e sociale. Si chiama “Reti di solidarietà ai tempi della pandemia: le sentinelle del territorio per i nuovi bisogni di salute dei cittadini e contro le disuguaglianze sociali” il progetto realizzato dall’associazione di volontariato Solifer di Padova e finanziato dalla Regione Veneto con risorse statali del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. Un’iniziativa volta a rispondere ai bisogni emergenti di prevenzione e intervento sul disagio psicosociale derivanti dall’emergenza sanitaria da Covid-19 ancora in corso. Un nuovo spazio di ascolto gratuito è statoattivato anche ad Albignasego, ogni giovedì pomeriggio, al piano terra del municipio di via Milano. Il servizio sarà interamente gestito dall’associazione Solifer, in uno spazio concesso dal Comune.Il nuovo servizio sarà in stretta relazione con i medici di famiglia della Medicina di gruppo, che segnaleranno all’associazione Solifer i casi che necessitano di un supporto. Anche i privati cittadini possono contattare direttamente il servizio, telefonando al numero verde 800210929.
«Uno dei risvolti che non va sottovalutato» sottolinea il sindaco Filippo Giacinti «e che è strettamente connesso alla crisi sanitaria è l’impatto emotivo che questa ha avuto sulla gente. Ci sono persone preoccupate per la privazione del lavoro o fortemente provate per la perdita di un loro caro. E non dobbiamo dimenticare i giovanissimi, tra i più penalizzati in quanto sono stati maggiormente isolati dai coetanei e dalle loro attività scolastiche, sportive e culturali». Per il bisogno sempre maggiore di un supporto psicologico che ha per protagonisti i minori, il Comune attiverà in proprio, in autunno, un progetto di sostegno psicologico, individuando uno o più professionisti con il compito di ascoltare e aiutare bambini e ragazzi in difficoltà, segnalati ai Servizi sociali. Un progetto finanziato con uno stanziamento di 20 mila euro.«Si tratta di ulteriori aiuti concreti, in supporto ai nostri cittadini, presenti all’interno del territorio comunale» dichiara l’assessore al Sociale, Roberta Basana. dott. Emo Bruno
Riceviamo dalla Biblioteca di Albignasego e pubblichiamo con piacere questa notizia che vede coinvolti un affiatato gruppo di giovani lettori. La Redazione
Ultimo scatto per i ragazzi del GDL young Lib(e)ri tutti prima della pausa estiva, a conclusione di un anno intenso e pieno di sorprese, incarichi importanti, premi letterari, chiacchiere, riflessioni e consigli. Al centro della foto il libro che i ragazzi hanno scelto come vincitore dell'anno Da quando ho incontrato Jessica di Andrew Norriss.
DA QUANDO HO INCONTRATO Jessica (abstract della rete bibliotecaria di Padova): Quando Francis e Jessica si incontrano, è amicizia a prima vista. Francis non ha paura di mostrarle i suoi segreti, e a Jessica non sembra vero di avere finalmente un compagno di avventure. C'è solo un piccolo particolare: Jessica è un fantasma. Ma è davvero così importante? Be', forse non lo è, ma di sicuro è divertente. Perfino l'ora di matematica passa più in fretta se la tua migliore amica invisibile ti passa le risposte. Presto però si scopre che Francis non è il solo a vedere Jessica, e altri amici si uniscono a lui, dando vita a un trio - o meglio, a un quartetto - tanto unito quanto improbabile. Perché proprio loro? Che cos'hanno in comune? E perché Jessica non ricorda nulla della sua morte? Età di lettura: da 12 anni. Gloria e Niccolò hanno raccontato la loro recente esperienza al Festival Mare di Libri di Rimini. Ognuno di loro ha portato con sè un libro da consigliare agli altri per l’estate. E ora appuntamento a settembre con il libro Chaos di Patrick Ness di cui è appena uscito il film Chaos Walking. Per informazioni e per far parte del gruppo: 049 8042229 - biblioteca@comune.albignasego.pd.it
Albignasego nella storia
Il lavoro di “recupero crediti” dell’esattore Cav. Mion Angelo Come già accennato nelle passate edizioni Albignasego nei primi anni del Novecento passò un periodo terribilmente nero per quanto riguarda le risorse finanziare a disposizione delle casse comunali. In diversi documenti reperibili dagli archivi è possibile denotare che le entrate furono nettamente inferiori alle uscite soprattutto a partire dal 1903 e per oltre un decennio a venire. È così che l’Amministrazione si trovò davanti ad un bivio al quale nessun Comune vorrebbe mai voluto trovarsi: riuscire a pagare l’ordinaria amministrazione arrancando oppure recuperare denari da persone che, in effetti, avevano fino a quel momento “evaso”? La risposta arrivò attraverso l’applicazione di una politica fiscale molto rigorosa con la riscossione di denaro a tutte le persone che avevano evaso negli anni precedenti. Incaricato per questo delicato ruolo fu un esattore di imposte dirette del primo distretto di Padova, il Cavalier Mion Angelo che si mise in gioco per ottenere l’appalto decennale con il Comune di Albignasego offrendo in cauzione più d’una sua proprietà terriera situata sia in provincia di Padova che di Venezia. Le direttive che venivano giornalmente lanciate dagli esattori – ed anche dal “nostro” Cav. Mion – si possono leggere nella rivista del 1922 “Il Popolo Veneto” e recitavano più o meno queste parole: “Ove i contribuenti in quel giorno non pagassero o pagassero solo in parte la rata rispettiva di debito, e che l’integrale pagamento non facessero negli otto giorni successivi alla scadenza, alla sede principale dell’Esattoria, posta in Padova via dei Zabarella, al Civ. n. 20, saranno assoggettati alla multa di cent. 4 per ogni lira di somma non pagata, a termini dell’articolo 27 della Legge 23 giugno 1897, sulla riscossione delle Imposte Dirette”.
Siamo dunque certi che più di qualche bisnonno ci avrà riempito la testa con questo nome: Cavalier Angelo Mion, esattore del paese di Albignasego! Albano Faggin
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eventi
Direttamente Da albignasego gaia pulliEro eD il suo cortometraggio canDiDato alla 78° mostra iNtErNazioNalE d’artE ciNEmatografica di VENEzia
Gaia, ventenne, ha curato da produttrice, casting director e scenografa il cortometraggio no profit “The Line of Life” che ha coinvolto anche il prof. Andrea Crisanti ed altri personaggi noti dello spettacolo pediatrica. Il progetto coinvolge la produzione del cortometraggio stesso e di un sito ad esso inerente, visitabile all'indirizzo www.thelineoflife.it. Il 100% dei proventi derivanti da eventi, donazioni online ed eventuali vincite a festival andranno a favore della Fondazione Città della Speranza Onlus che ha sostenuto attivamente la nostra iniziativa e che si occupa di ricerca oncoematologica pediatrica.
Siamo stati contattati dalla bravissima Gaia Pulliero, ventenne di Albignasego, attiva nel settore cinematografico veneto, alla quale non ci siamo trattenuti dal porle qualche domanda.
Carissima Gaia, parlaci del tuo ultimo progetto: “The Line of Life”
The Line of Life è l’ultimo progetto al quale ho preso parte in qualità di produttrice, casting director e scenografa. Si tratta di un cortometraggio no-profit candidato alla 78^ Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia che affronta il tema delle malattie oncoematologiche in età
Sicuramente questo progetto ha coinvolto molte persone, sia sulla scena che fuori la scena La troupe del progetto è formata in totale da 10 giovani studenti e lavoratori del territorio veneto con età compresa fra i 17 e i 25 anni. Il regista è Andrea Corazza (20), mentre i produttori siamo io e Niccolò Mariconda (21). L'attrice protagonista è Noemi Caneva (19). Il Prof. Andrea Crisanti ci ha supportato fin dall'inizio permettendoci di iniziare le riprese in sicurezza e gli
enti patrocinanti sono Regione del Veneto, Comitato di Padova della Croce Rossa Italiana, Comuni di Padova e Noale, Università degli Studi di Padova, Dipartimenti di Medicina Molecolare e dei Beni Culturali dell'Università degli Studi di Padova e Conservatorio Statale di Musica "Cesare Pollini”. Per sostenerci ed aiutarci hanno dato il loro prezioso contributo anche Red Canzian, Gunther Celli, Madame, Simone Tarca e Oliviero Toscani in qualità di testimonial. La loro call to action è infatti visibile a conclusione del Documentario di Backstage presente sul nostro sito (https://www.thelineoflife.it/il-film), backstage ideato con lo scopo di sensibilizzare la cittadinanza e raccontare come 10 ragazzi siano riusciti ad evadere dal clima claustrofobico della pandemia grazie ad un grande sogno comune: il cinema. Inoltre, grazie al Comune di Padova, l’opera è stata inclusa nel progetto
Enrico Tosato ha presentato “Lov is in di eir… reuaind” il 19 giugno a Parco di Villa Obizzi
la copertina del libro di Enrico Tosato
Tra le tante iniziative promosse dal Comune è emersa la presentazione organizzata dalla Pro Loco di Albignasego e più precisamente la presentazione del libro di Enrico Tosato “Lov is in di eir… reuaind” che si è tenuta sabato 19 giugno a Parco di Villa Obizzi. Enrico Tosato nasce a Padova nel 1962, ed è un imprenditore nel settore dell’impiantistica tecnologica. In età matura scopre la voglia di scrivere - a dir la verità qualcosa si sospettava già da tempo, vista la prolissità delle mail con le quali inte-
ragisce in ambito lavorativo… (come ci suggerisce Federica Camani presidente della Pro Loco n.d.r.) -, ma soprattutto di scrivere in lingua veneta, e inizia componendo due sceneggiature per il teatro amatoriale, una delle quali è già stata messa in scena nel 2019. Con “Lov is in di eir…reuaind”, l’Autore vuole presentare una storia d’amore ricca di accattivante umorismo tradizionalmente Veneto, ma che rispecchia l’attuale contesto temporale Italiano. Particolarità della storia di questa
coinvolgente coppia veneta, è che la narrazione inizia nei giorni nostri e si riavvolge verso il passato, fino al giorno del loro toccante primo incontro: da qui il titolo. Un estratto di “Lov is in di eir… reuaind” ha vinto il primo premio del Concorso di poesie e racconti brevi in lingua Veneta “Elvi Longhin” promosso dal Comune di Campagna Lupia – Assessorato alla Cultura, all’interno della rassegna “Parfin dolse” parole e musica in lingua veneta. M.V.
CittàSane, promosso dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). In quali principali location avete avuto il piacere di girare le scene più belle del corto? Anche Albignasego ha avuto il piacere di essere tra le località protagonista delle vostre riprese Tra le location del set compaiono Villa dei Vescovi, dichiarata monumento nazionale di proprietà del FAI dal 2005, e di Villa Almerico Capra la Rotonda che dal 1994 è entrata a far parte del patrimonio dell'UNESCO. Inoltre, ad Albignasego (Mandriola) è stata girata la maggior parte delle scene previste in interni. Grazie Gaia per averci parlato di questa bellissima iniziativa ed in bocca al lupo per tutto. Grazie a te Matteo per la disponibilità e la professionalità Matteo Venturini
Torna il merCaTino Sabato 4 Settembre si dei ragazzi terrà la 4° edizione del
mercatino dei Ragazzi ovvero una mostra/scambio baratto e vendita di giochi usati nato con la volontà di creare aggregazione tra ragazzi e responsabilizzarli capendo il giusto valore dei loro oggetti.
I banchetti saranno gestiti da ragazzi di età compresa tra i 6 ed i 14 anni con la supervisione di un adulto. Per info 348 6021523 •comitatocreativa@gmail.com
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speciale
esclusiva: Interessante IntervIsta al dott. daNiElE zotti Ho avuto il piacere di incontrare il dott. Daniele Zotti, albignaseghese, medico, specialista in discipline chirurgiche ed in Medicina dello Sport. Provieniente da una famiglia con padre istriano e madre napoletana ha avuto un iter educativo eclettico che univa la robustezza e la tenacia nordica di quella gente dura ed aspra alla passionalità ed alla delicatezza dei sentimenti meridionali. comboniano che ebbi la fortuna di seguire da vicino negli anni successivi.
Buongiorno dottore, è un piacere poterla introdurre all’interno delle nostre pagine. Ci racconti come si è affacciato al mondo medico e quali scelte ha fatto all’inizio della sua carriera. La scelta del ramo medico fece seguito ad una serie curiosa di circostanze, non ultima la frequentazione – ai tempi della 5° liceo – del reparto di Clinica Medica Universitaria, seguii un amico panamense laureato che mi fece entrare di soppiatto al cospetto del grande Prof. Patrassi.
Mi avviai verso le specialità chirurgiche e, dopo la laurea, frequentai la Clinica Chirurgica dell’Università patavina dove mi ritagliai un preciso iter di ricerca, studio e sala operatoria nel campo delle patologie delle ghiandole tiroidi, paratiroidi e del surrene. Fu un periodo breve ma intensissimo, coronato da numerose pubblicazioni e monografie che mi fecero conoscere a livello locale ed italiano, culminato con uno (se non il primo in Italia) trapianto di ghiandole paratiroidi eseguito su un frate missionario
E poi come è proseguita la carriera? Accettai successivamente di concorrere al posto di Primario del Pronto Soccorso degli ospedali di Este e Montagnana e, una vota nominato, portai con me lo spirito del ricercatore, producendo una notevole serie di pubblicazioni, convegni, attività che toccavano numerosi argomenti medici – come avevo appreso dal grande Primario che mi aveva preceduto - il Dr. F. Blotta n.d.r.-. Con l’aiuto di una formidabile équipe medica ed infermieristica di elevato valore strutturai l’emergenza sul territorio ai tempi gloriosi dell’inizio del servizio 1.1.8. e avviai tra i 4 presidi ospedalieri un corso ACLS-ATLS (Corsi avanzati di rianimazione cardiaca e del trauma) che accoglieva discenti da tutta Italia. Fui tra i primi sei che in Italia iniziarono ad impostare la computerizzazione dei Pronto Soccorso ed assieme ai colleghi/amici di Bologna, Brindisi, Lodi, Perugia e Sassari fondai le basi del programma informatico ed una Società scientifica. E negli ultimi anni di cosa si è specificatamente occupato? Gli ultimi anni della carriera mi videro quale Responsabile della Medicina dello Sport sempre nella
medesima Azienda Sanitaria ed anche in questa veste mi produssi in una serie di attività scientifiche e sociali rivolte ai primi soccorsi nei campi sportivi (Commissione regionale/nazionale per la nuova legge sulle piscine), agli anziani delle RSA, al tema della fuga dallo sport nei giovani, ai portatori di disabilità, alla lotta alla sedentarietà (Commissione regionale), all’inserimento nei protocolli del Sistema di Qualità applicato alla sanità. Interessante il tema sociale, noi de Il Giornale di Albignasego ci teniamo sempre a sottolinerarlo e, personalmente, lo ritengo sempre un argomento di altissimo interesse… L’idea di applicare le nozioni di medicina dello sport ai problemi sociali non era certamente nuova, ma la applicai sul territorio in maniera estesa. L’attività verso gli anziani delle RSA era incentrata sulla assoluta necessità di rendere più autonomi questi soggetti così fragili, ricorrendo ad esercizi fisici ed alla rieducazione al movimento che permettesse loro di riuscire ad adoperare - ad esempio - le posate senza ricorrere all’aiuto degli assistenti. Grazie alla stretta collaborazione degli ottimi fisioterapisti delle RSA vennero approntate una serie di gestualità articolari (misurate rigorosamente con un goniometro) che venivano controllate a distanza di mesi per
valutarne la efficacia. Le “gare di velocità” erano studiate su percorsi semplicissimi a tipo gimkana o riproponendo l’antico programma televisivo Il Musichiere con musica e campanella. Il convegno organizzato per presentare gli ottimi risultati ottenuti fu un successo che vide una partecipazione elevatissima di specialisti ed addetti ai lavori. E per quanto riguarda la disabilità? Mi diceva che ha diversi aneddoti interessanti Una novità nel mio percorso medico fu l’approccio con il mondo della disabilità che volle affrontare tramite la stretta collaborazione con la équipe di Neuropsichiatria infantile dell’Azienda Sanitaria: tentai di formare una squadra mista di pallanuoto che avrebbe dovuto competere con altre formazioni simili, ma una serie imprevista di infortuni degli atleti ne impedì il completamento; rimase tuttavia l’impegno con i gestori delle piscine di permettere l’accesso quasi gratuito dei disabili in acqua con un istruttore dedicato. Divertente ma amaro fu il tentativo di inserire un disabile motorio nelle gare di Go-Kart: quel ragazzino era dotato di un talento naturale su una macchinetta costruita dal padre; si rese indispensabile fare un test e, soprattutto, trovare una pista che lo facesse correre in maniera gratuita. Il viaggio fino al confine con
la Slovenia fu a dir poco avventuroso, sotto una pioggia implacabile, ma con una determinazione che destò l’ammirazione dei corridori che erano sul luogo. Purtroppo non fu possibile aiutare in maniera fattiva il ragazzo per la indisponibilità di campioni della velocità che tentò più volte ed inutilmente di contattare. L’abbandono dell’attività sportiva è un tema di attualità che non tramonterà mai… Un altro impegno fu una ricerca effettuata con la proficua collaborazione del Dipartimento di Psicologia Generale dell’Università di Padova (Prof. N. De Carlo e Dr.ssa A. Falco – Laboratorio Qualità&Marketing e Risorse Umane) sulle motivazioni che inducono i giovani all’abbandono dell’attività sportiva. Il tutto iniziò con l’impostazione del significato da attribuire allo sport ed ai fattori che influiscono sulla continuità ovvero sull’abbandono della pratica. Venne impostato un questionario distribuito a molte scuole superiori con un totale di oltre 1.600 schede elaborate successivamente dagli psicologi. I risultati furono presentati in una serie di convegni sia a livello locale che esportati dal Prof. De Carlo in sede europea. Il quadro che risultava non lasciava dubbi: oltre il 50% degli intervistati abbandonava lo sport. L’analisi dei dati dimostrava un quadro positivo
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intervista per quanto riguardava lo sport come attività di divertimento, di salute, di svago ed opportunità di stare in gruppo; per contro lo sport veniva vissuto come un impegno e fatica dai ragazzi più anziani. Importante era notare come la scelta veniva attribuita ai genitori ed agli amici (“permette di crescere come persona” – “consente di stare con i coetanei”). Una nota negativa era la percezione dell’insufficienza delle ore dedicate a scuola e delle strutture sia scolastiche che sul territorio; seguita dalle motivazioni che avevano portato all’abbandono: “portava via troppo tempo allo studio” – “sono nati altri interessi” – “gli orari degli impianti erano scomodi” – “non mi divertivo più”…. ed erano le ragazze che formavano la quota più elevata. Il ritiro dalla sanità pubblica non fu molto traumatico anche perché aveva da tempo sospeso ogni attività clinica e solo raramente si rendeva disponibile per brevi sostituzioni di colleghi e per conferenze a scopo educativo/informativo. Ed ora passiamo ad un argomento molto interessante: l’amore per l’arte, la musica e l’immagine Fin dai tempi giovanili ho dimostrato una spiccata tendenza all’amore del mondo dell’arte e dell’immagine. Durante il corso di laurea mi sono inserito in un paio di rock band, suonando alle tastiere da perfetto autodidatta, partecipando ad eventi musicali anche come supporter di complessi famosi New Dada e Rokes n.d.r. - e a festival locali. Nello stesso periodo sono stato chiamato a recitare in una piccola compagnia teatrale padovana con un paio di rappresentazioni pirandelliane e di Vittorio Calvino; successivamente, sotto la guida del maestro Xicato, imparavo i primi rudimenti di dizione con immediata esclusione dai brani in dialetto (“me dispiase fìo ma el dialèto no xe par ti”) ed inserimento in opere in lingua italiana (un atto unico di Ibsen).
Una decisione importante la presi allorquando venni selezionato con altri attori per un provino presso il teatro universitario di Brescia, al quale non partecipai, preferendo la prosecuzione degli studi di medicina. Noto anche una recente Laurea in Archeologia A completamento del mio percorso nell’arte ripresi con passione l’antico amore per l’antichità ed i suoi monumenti. Il tutto maturò con l’iscrizione e la successiva laurea in Archeologia presso l’università di Padova nel 2015, corredata da campagne di scavo in Veneto ed in Sardegna al seguito dei proff.ri De Guio e Bonetto. La grande scuola padovana di archeologia permette da sempre una profonda ed estesa preparazione degli allievi ed i riconoscimenti italiani ed esteri sono un fiore all’occhiello dei suoi docenti. Purtroppo il sopravvenire di un paio di malattia invalidanti ha smorzato sul nascere la possibilità di proseguire l’attività sul campo, lasciando solamente un continuo aggiornamento bibliografico che oggi è centrato sulla civiltà nuragica e sulle connessioni tra questo popolo, i fenici, i greci, gli etruschi. Mi diceva poi che la Fotografia è una passione che porta avanti da diverso tempo Nel 1969 mio padre mi regalò una piccola macchina fotografica Kodak, con la quale riprendevo di tutto e di più assieme ad un piccolo gruppo di amici/appassionati: il passaggio al sistema reflex fu una evoluzione naturale, alla ricerca di soggetti, ambienti, panorami ma soprattutto nel continuo tentativo di inserire le immagini in un contesto tematico e metodologico che andò maturando negli anni. A quel tempo era essenziale procedere di persona allo sviluppo dei negativi in bianco e nero ed alla successiva stampa su carta baritata, per cui, assieme al fratello minore, ave-
va attrezzato una completa camera oscura. V’è da dire che, malgrado l’assidua frequentazione di un grande amico – stampatore eccezionale – i suoi insegnamenti non produssero che miserevoli risultati ed il ricorso a laboratori di buon livello si rese indispensabile. Purtroppo l’attività lavorativa ospedaliera ed universitaria frenetiche e l’impegno nella formazione della famiglia lo allontanarono dal mondo delle immagini monocromatiche. Rimanevano le foto dei viaggi, i monumenti, i panorami, la fotografia dei fiori e la passione per l’ornitologia che mi portava a frequentare le paludi del Veneto, dell’Emilia e della Toscana. La ripresa dello sviluppo dei negativi in bianco e nero avvenne pochi anni dopo il ritiro dall’attività lavorativa e l’acquisto di un corredo formato da macchine Leica, Nikon ed Hasselblad. Naturalmente nel mio piccolo appartamento non vi era spazio per una camera oscura degna di questo nome, per cui gli sviluppi avvenivano nel bagnetto di casa tra la lavatrice, gli stipetti delle scarpe e dei detersivi. Si andava anche perfezionando la selezione dei soggetti da ritrarre, il che permise un inquadramento tematico (ad esempio la serie dei mestieri) che portarono a produrre alcuni fotolibri: “Gli Zotti in Istria” (che diventerà un filmato per la scuola del nipote in Inghilterra n.d.r.), “Il laboratorio di restauro di Luigi e Marta”, Il culto di San Francesco da Paola a Milazzo” – “Un’anima nel vetro” (dedicato all’amico vetraio scomparso n.d.r.), “L’antico frantoio di Capo Milazzo” (edito con l’aiuto di una società culturale del luogo n.d.r.), “Foglie, fiori… e versi”. Questa spinta alla pubblicazione nasceva dall’esigenza di voler consolidare un’esperienza maturata negli anni e di lasciare qualcosa di consistente ad amici e, soprattutto ai nipotini, come una memoria da preservare negli anni futuri.
la sua grande passione per la fotografia...
...e anche per le auto sportive Quindi sicuramente ha avuto modo di mostrare questa forma d’arte a più di qualcuno Nel 2017, con l’aiuto di un caro amico – prematuramente scomparso – allestii a Padova una mostra fotografica retrospettiva dove raccolsi una serie di immagini suddivise per temi: i Mestieri – Fotografie di strada – Ritratti – Le sabbie. Un’altra idea fu quella di associare le fotografie ad alcuni brani di versi scritti fin dal lontano passato. In effetti questo autore si era sempre classificato come “poeta per caso” e si era divertito a tentare la difficile via della scrittura in versi sciolti, considerando le poesie come una proiezione dei sentimenti in risposta agli eventi personali e del mondo circostante. Il risultato fu la stampa di tre
libretti, dei quali il primo era addirittura stato scritto d’impulso in età giovanissima, con tutti i limiti legati all’inesperienza ed alla ingenuità narrativa che la focosità intellettuale del tempo dominava. La ringrazio per il tempo che ci ha dedicato, più avanti avremo modo per approfondire in maniera più dettagliata gli aspetti artistici che la contraddistinguono La ringrazio per l’opportunità Matteo Venturini
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intervista
Intervista esclusiva: Damiano Longhi, storico capitano del Calcio Padova che ha anche giocato e allenato l’Albignasego Calcio Non ho potuto lasciarmi scappare la possibilità di intervistare in via esclusiva Damiano Longhi visto il suo importante trascorso da capitano del Calcio Padova ai tempi della serie A. Damiano si è dimostrato molto disponibile e ha confermato di essere una persona molto cortese e umana.
Hai avuto una lunga carriera da giocatore, nato a Faenza e vissuto a Ravenna, hai mosso i pimi passi “importanti” al Modena fino alla tua consacrazione al Padova – se si escude una picccola parentesi al Pescara. Cosa ricondi in modo particolare di quegli anni? A quindici anni, terminati gli studi e iniziata la professione di pasticcere, di notte lavoravo in laboratorio di pasticceria, e di giorno prendevo il treno per raggiungere a 30 km di distanza Russi, squadra con la quale mi allenavo. A fine anno sono andato a fare un provino con il Bologna e con il Modena. Nel 1982 iniziava così la “carriera” vera e propria da giocatore anche grazie alla concessione dei miei genitori – che ringrazierò per tutta la vita – che mi lasciarono partire in questa nuova ed inedita avventura. A Modena ci sono rimasto per ben cinque anni, i primi due come settore giovanile, gli altri tre a livello professionistico in prima squadra con il mio esordio nel 1985. Arriva poi il Padova nel 1987, a parte una stagione in prestito al Pescara. In realtà del Padova e della città mi ero già innamorato sin dal 1985 quando ho avuto l’onore di giocare contro i biancoscudati al mitico Appiani. È stato amore a prima vista, mi è rimasto così impresso nonostante la sconfitta di 4 a 0. Uno stadio decisamente differente rispetto ad altri che avevo visitato in precedenza. Col Padova sono riuscito a coronare il mio sogno in assoluto, quello di
Il Calcio Padova nelle stagioni della Serie A durante un incontro casalingo esordire in serie A. E dopo qualche stagione da quinto e/o sesto posto in classifica nonostante le varie occasioni di trasferimento. Sono felice di aver raggiunto questo risultato proprio con il Padova nonostante l’attesa di sei anni.
che si era creata negli anni, ci ha regalato la serie A. Con la conquista della serie A sentivo di aver raggiunto il massimo della mia aspettativa, a maggior ragione indossando la maglia del Padova e la fascia di capitano.
Ad un certo punto hai ottenuto la fascia di capitano. Eri cosciente della grossa responsabilità che ti era stata attribuita? Fino ad allora il capitano del Padova era Claudio Ottoni, ma durante Venezia-Padova ha rimediato la rottura della tibia e perone. Da quel momento sono diventato ufficialmente e di conseguenza capitano e lo stesso anno abbiamo vinto lo spareggio a Cremona che ci ha portati in serie A. Oltre ad una grossa responsabilità posso dire di aver avuto una grandissima soddisfazione dopo anni di fedeltà e costanza al club che, a sua volta ed insieme alla bella squadra
Hai poi avuto una piccola esperienza in Spagna all’Hercules, non ti sei fatto mancare nulla, persino il “miracolo” nel piccolo borgo di Castel di Sangro Parto prima col parlare del Castel di Sangro, perché c’è un aneddoto molto interessante. Erano circa due anni che non giocavo a Padova e la prima partita di campionato con il Castel di Sangro indicata nel calendario era proprio la sfida contro il mio Calcio Padova all’Euganeo. In quella occasione abbiamo vinto noi 1 a 0 (il Castel di Sangro n.d.r.) ed è stata la prima ed unica volta che ho giocato a Padova contro il Padova.
Lo storico capitano del Castel di Sangro Alberti, per l’occasione speciale, mi ha ceduto la fascia di capitano. Sono sceso in campo tra gli applausi del pubblico di Padova nonostante la differente casacca. Questo ha significato molto per me perché ero e sono rimasto nel cuore anche dopo aver lasciato la società patavina. Per quanto riguarda l’esperienza all’Hercules, ho un altro aneddoto al quale tengo: sono stato il primo italiano ad aver giocato in Spagna… non è mica poco. Nella mia carriera da calciatore ho cercato sempre di fare qualcosa che mi doveva portare ad appassionarmi. Anche in Spagna sarei dovuto rimanere due anni – come per il Castel di Sangro – ma ho scelto, pur perdendo dei soldi, di approdare in altre realtà. Nel 2006 la prima esperienza da allenatore è proprio all’Albignasego Calcio. Cosa ti è rimasto impresso di quegli anni? Ho allenato gli Allievi Regionali dell’Albignasego Calcio per 4 o 5 mesi. Era un mondo tutto nuovo per me ed una attività che davvero mi piaceva. Non ho fatto altro che seguire la mia passione e fare qualcosa che apprezzavo e facevo volentieri. Sempre ad Albignasego ho anche concluso la mia carriera da calciatore calcando i campi di Prima Categoria e dopo due anni sono tornato per allenare la prima squadra di categoria Eccellenza oltre alla squadra Esordienti. In quell’anno con gli Esordienti credo di aver segnato un bellissimo record: non abbiamo mai perso. E per mai intendo che nei tre tempi da venti minuti che si giocava, in nessuno di
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questi tre tempi, non abbiamo mai perso una partita. Le uniche partite perse, ma non della regolar season, furono quelle della Danone Cup a Milano; in quella occasione il piazzamento finale per l’Albignasego Calcio fu la quinta posizione. Ho avuto la fortuna di calcare i campi di Albignasego nel momento più interessante della società sportiva, proprio quando stava crescendo e consolidando le posizioni in categorie di tutto rispetto. È arrivato poi il ritorno al Calcio Padova come coordinatore delle gemellate e hai incontrato nuovamente il tuo collega Carlo Sabatini (oggi reponsabile del Settore Giovanile n.d.r.) Il mio sogno era sempre rimasto quello di poter tornare “a casa mia” perché il Calcio Padova ha rappresentato una delle fasi più importanti della mia vita professionale. Padova mi ha adottato e sarò sempre molto riconoscente alla città ed ai padovani. Per diversi motivi in tutti questi anni non sono mai entrato in questa grande famiglia fino a questa ultima possibilità. Ovviamente non ci ho pensato nemmeno due volte, perché il progetto portato avanti da Carlo Sabatini è serio e organizzato con professionalità e rispetto. Posso dire di essere davvero tornato a casa, e ne sono davvero felice. Grazie Damiano per il tempo che mi hai dedicato, spero di rivederti presto tra le pagine del nostro giornale. Grazie a te Matteo, in bocca al lupo ed alla prossima Matteo Venturini
Il giornale di Albignasego viene consegnato a tutte le famiglie residenti
Chi non dovesse ricevere il giornale, può ritirarlo presso il seguente esercizio
L’ARTE DELLA PASTICCERIA Via Roma, 76 - Albignasego Il giornale è visibile e sfogliabile on line dal seguente link www.limedizioni.com/tuttigiornalicomunali/. Per segnalazioni di mancata consegna scrivere a: info@limedizioni.com oppure telefonare a 02 36767660
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letteratura
“Antonio segreto” e… Sant’Antonio ritorna tra noi Incredibile il seguito che ha creato il libro, e soprattutto il suo autore, in questi ultimi mesi. Abbiamo parlato di Nicola Vegro nell’ottobre del 2020 e, ad oggi, continua a riscuotere un enorme successo. Il libro “Antonio Segreto” di Nicola Vegro ha iniziato a conquistare il pubblico tanto che la casa editrice “Il Messaggero di Padova”, sta preparando la ristampa che oggi, oltre alle normali librerie si può trovare nei supermercati AlìPer e InterSpar Albignasego, Camposampiero, Conselve, Ronchi, Casalserugo, Maserà, Due Carrare. In questi giorni dedicati a s. Antonio di Padova, si scopre la vita “segreta” del nostro grande santo. Mercoledì 9 Giugno, nella chiesa di san Tommaso di Albignasego, sant’Antonio ha riguadagnato il suo posto preferito: è tornato tra la gente! Il parroco, don Sandro, ha voluto spostare la statua di sant’Antonio e collocarla a terra… vicino alle persone! Sicuramente il posto più amato dal nostro grande Santo! Un gesto di forte valore simbolico che vuole testimoniare un aspetto inedito del Santo dei Miracoli: il grande impegno di sant’ Antonio per il sociale. La presentazione del libro “Antonio segreto” scritto da Nicola Vegro è stato il motivo che ha accompagnato l’incontro e che ha svelato molti aspetti inediti del grande Santo; “una santità che puzza di sudore, di lavoro e di fatica; un uomo che si è consumato a fianco dei più deboli e indifesi.” Edito dal Messaggero di Padova, il romanzo si basa su fonti e documenti storici ed è garantito dalla supervisione di padre Luciano Bertazzo. L’umanità e la modernità del Santo dei Miracoli conquistano una nuova e ancora più intensa devozione. Gruppi religiosi e associazioni laiche vogliono scoprire questo nuovo volto. “Antonio segreto” incontra la sua gente. Una serie di incontri organizzati da parrocchie, sindaci e biblioteche delle varie località che moltiplica gli appuntamenti di chi vuole scoprire la storia di un uomo infaticabile, straordinario e… santo! Il libro
è stato anche protagonista di un evento a dir poco eccezionale. Ad attestarne il suo valore storico e devozionale, per la festa del Santo, il 13 di Giugno scorso, in occasione della Messa Solenne, fra Roberto Brandinelli, Ministro Provinciale dei frati minori, ha pronunciato la sua omelia basandosi su alcune pagine del libro. Un grande riconoscimento che ha suscitato nell’autore un forte sentimento di commozione e gratitudine. 1221 – 2021. Questo è un anno importante. Ricorrono infatti gli 800 anni dall’arrivo di s. Antonio in Italia e dall’inizio della sua grande “missione” che lo porterà, negli ultimi anni della sua vita a Padova. Non sappiamo perché Antonio decise di stabilirsi nella nostra città. Un fatto è certo però: da quel momento Padova e sant’Antonio si riflettono uno nell’altro. Ancora in vita, frate Antonio è indicato come “il Santo”. Il suo lavoro è incessante. Sempre a fianco dei più bisognosi, frate Antonio da vita ad un’assistenza concreta, organizzata, che sarà chiamata “un pane per i poveri”, grazie alla quale ogni giorno centinaia di persone possono alleviare i morsi della fame. Dotato di grande intelligenza e di una cultura che spazia dall’Astronomia alla Zoologia, e sempre ispirato da un grande senso morale e civico, Antonio è a fianco dei più deboli anche nelle ingiustizie sociali del suo tempo. Egli è capace di cogliere l’ingiustizia e di elaborare e proporre nuove soluzioni che mettano sempre il rispetto dell’Uomo al primo posto. Pochi mesi prima di morire, Antonio si schiera a fianco dei debitori insolventi,
cioè di coloro che avendo ricevuto un prestito di denaro non riescono a ritornare il dovuto e per questo sono condannati alla prigione perenne. Antonio allora dà vita ad una battaglia che non ha precedenti. Durante la quaresima del 1231, ogni giorno, per quaranta giorni, la sua voce tuona contro lo strapotere del denaro e degli usurai. Tutti vogliono ascoltarlo e le chiese si riempiono a tal punto che è necessario celebrare messa in luoghi all’aperto. Sono parole cariche di un nuovo senso di giustizia e di umanità che una volta entrare nel cuore di chi ascolta sono in grado di indicare un nuovo modo di “vedere il mondo”. Antonio vince la sua battaglia. Il giorno dopo Pasqua, il Podestà annuncia che “su istanza di frate Antonio” la legge sui debitori insolventi è cambiata e che tale legge non potrà mai più essere modificata. I debitori vengono liberati. Una grande conquista sociale che sarà da esempio a tante altre città. Ma viene da pensare che la presenza di Antonio, l’amore per il prossimo e lo spirito di assistenza da lui promosso, sia stata una fonte di ispirazione allargata a molti ambiti e discipline. Il 2020 ha visto la città di Padova “Capitale Europea del Volontariato” e in una città così prodiga di umanità e di senso civico, l’accostamento alla figura del Santo viene naturale. Viene da pensare che anche l’università di Padova abbia in qualche modo beneficiato della vicinanza di frate Antonio. L’anno prossimo. L’Università Patavina festeggerà gli 800 anni dalla sua fondazione. Gran parte degli studenti e dei professori provenivano da
LeGGe 3/2012 – legge che estingue i Debiti (EsdEbitazioNE dEl dEbitorE) La Legge 3/2012 è una disciplina innovativa che si pone l’obiettivo di porre rimedio alle situazioni di Sovraindebitamento, come definito all’art. 6, comma 2, lett. a) come: “la situazione di perdurante squilibrio tra le obbligazioni assunte e il patrimonio prontamente liquidabile per farvi fronte, che determina la rilevante difficoltà di adempiere le proprie obbligazioni, ovvero la definitiva incapacità di adempierle regolarmente“. In altre parole, il Sovraindebitamento non è altro che la difficile condizione di coloro che non riescono a ripagare i propri debiti con le loro disponibilità economiche, sia a causa di imprevisti, ma anche semplicemente perché i debiti sono diventati troppi. Possono beneficiare delle procedure previste dalla legge 3/2012I soggetti che non rientrano nelle disposizioni della legge fallimentare, cioè persone fisiche (tutte, lavoratori, disoccupati pensionati,ecc) aziende agricole , piccoli imprenditori non fallibili (fatturato inferiore ad euro 200.000,00), professionisti, enti del terzo settore. La legge prevede la possibilità di •Sospendere le azioni esecutive (pignoramenti, aste immobiliari etc) •Bloccare le cessioni del quinto dello stipendio •Pagare parzialmente i debiti chirografari (ovvero i debiti non garantiti)
Bologna, la città dove frate Antonio insegnava Teologia. Tra le varie discipline di eccellenza che l’Università di Padova nel tempo ha saputo forgiare forse la facoltà più rinomata è quella di Medicina e Chirurgia. Prendersi cura del prossimo, in special modo dei deboli e degli ammalati è sempre stata la missione di frate Antonio. A meno di un anno dalla morte, battendo ogni record nella velocità di
La legge coinvolge soggetti diversi e ha previsto quindi procedure differenti in particolare: Piano del Consumatore: può accedere solo il privato e non l’azienda. Il Tribunale verifica la solvibilità del debitore e definisce quanto può essere pagato, salvaguardando una somma sufficiente a garantire il sostentamento del nucleo famigliare del privato in stato di Sovraindebitamento. Accordo con i creditori: di norma utilizzato dalle imprese. Semplificando, può essere definito un “piccolo concordato” in cui si propone ai creditori un piano sostenibile che diventerà effettivo se approvato da almeno il 60% dell’ammontare del debito. Liquidazione dei Beni: nelle situazioni debitorie più difficili è possibile chiedere al Tribunale di pagare il debito con la Liquidazione del proprio patrimonio, ottenendo, se sussistono le condizioni, l’esdebitazione di quanto non pagato. La ratio della legge è il contrasto all’usura, infatti con l’esdebitazione o “fresh start” il debitore liberato può infatti riacquistare un ruolo attivo nell’economia, e contribuire all’espansione della domanda i beni e servizi. Raniero Mazzucato Dottore Commercialista
canonizzazione, frate Antonio è stato proclamato Santo, divenendo poi nel tempo “Il Santo dei Miracoli”. L’Università di Padova nel tempo ha saputo formare menti eccellenti che nel campo della Medicina hanno contribuito alla salute delle persone nel mondo e in molti casi, forse con l’aiuto di sant’Antonio, sono stati capaci di compiere veri e propri miracoli! dott. Emo Bruno
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storia e storie
ESCLUSIVA: terza parte della visita virtuale completa del Museo all’interno della Sala Storica degli Alpini di Albignasego seZIOne arMI BIanCHe
È tempo per il terzo appuntamento e visita virtuale al museo Sala Storica degli Alpini ad Albignasego. Oggi abbiamo il piacere di visitare quattro categorie: armi bianche, fucili, pistole e bombe. Per non togliere attenzione alle immagini vi auguro una buona visione Baionetta mod 1938 per mitra Mab per parà Seconda Guerra Mondiale (sopra), Baionetta mod. 1891 modificata corta Regio Esercito 1° G.M. (centro), Baionetta per fucile Vetterli 1870 (sotto)
Pugnale assaltatori austriaci Sturmtruppen 1° Guerra Mondiale (sopra), Pugnale da assaltatori Regio Esercito Italiano 1° Guerra Mondialer (sotto)
Due Baionette austriache per fucile Steyr 1° Guerra Mondiale (sopra e centro), Baionetta austriaca da sottufficiale per fucile Steyr 1° Guerra Mondiale (sotto)
Sciabola piemontese da furiere (sopra) e sciabola da Ufficiale di Marina Italiana (sotto) Due sciabole baionetta austriaca per fucile Werndl 1870
Due sciabole Italia modello 1888
Stiletto per difesa personale (primi ‘800)
seZIOne fucili
Sciabola baionetta inglese Enfield modello 1907 Prima Guerra Mondiale (sopra) e Sciabolotto da Carabiniere modello 1814 (sotto)
Due mazze ferrate austriache per truppe d’assalto Prima Guerra Mondiale
Mitragliatrice leggera Bren 1937 – Cecoslovacchia e Regno Unito 2° G.M.
Fucile mitragliatore Breda mod. 30 2° Guerra Mondiale
Mortaio americano da 60 2° Guerra Mondiale
seZIOne fucili Mitra MP mod. 1940 Germania 2° Guerra Mondiale
Mitra Thompson in dotazione esercito U.S.A. 2° Guerra Mondiale
seZIOne PIstOLe
Fucile Regio Esercito mod. 1891 (con data 1917)
Fucile Steyr corto mod. 1895 per truppe alpine Austria 1° G.M. (sinistra), Moschetto mod. 91 TS Italia 2° G.M. (centro), Fucile 91/38 con baionetta (destra)
In ordine da sinistra: Fucile Mauser 98K Germania 1° G.M., Fucile Garand M1 Stati Uniti 2° G.M., Fucile Steyr lungo mod. 1895 Austria 1° G.M., Fucile Mosin-Nagant U.R.S.S. 2° G.M.
Pistola mitragliatrice Shpagin 1941 P.P.Sh. 41 Russia 2° G.M.
seZIOne BOMBe e MUnIZIOnI 20
20) Leuchtpistole Hebel mod. 1917 (lanciarazzi tedesca) 1° Guerra Mondiale 21) Pistola lanciarazzi tedesca 2° Guerra Mondiale 22) Pistola lanciarazzi americana 2° Guerra Mondiale
Mitra Sten Inghilterra 2° Guerra Mondiale
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24) Valigetta didattica utilizzata nelle scuole per informare i giovani negli anni Cinquanta 25) Bombe e granate della Prima Guerra Mondiale 26) Porta granate a mano americano Prima Guerra Mondiale 27) Bicchieri di granata italiani e austriaci (con differente e voluta lamellatura per evitare che il nemico potesse utilizzare le munizioni sulle proprie armi una volta catturate) 28) Bossoli di carica in ottone (1° e 2° Guerra Mondiale) 29) Mitragliatrice russa mod. 1910 Maxim, bottino di guerra dell’esercito austriaco usata anche nel fronte italiano durante la 1° G.M.
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23) Partendo dall’alto: Pistola a spillo militare mod 1858 Guerra l’Indipendenza, Pistola austriaca Gasser mod. 1870, Pistola Bodeo 1889 Italia, Pistola austriaca Steyr M12 1912 1° G.M., Pistola Tettoni Italia 1° G.M., Pistola Frommer Austria 1° G.M., Pistola a spillo Guerra d’Indipendenza, Pistola personale da Ufficiale 1° G.M., Pistola russa Tokarev TT-33 2° G.M.
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salute
L’arte del fisioterapista do l’anima e il cuore.” Un grazie cordiale al fisioterapista Francesco Saccuman e complimenti per il risultato delle sue terapie e della sua gentilezza. Alla mia domanda riguardo i costi e le preoccupazioni maggiori,- gentile Francesco mi ha risposto: “I disturbi muscolo scheletrici rappresentano da decenni il gruppo di problematiche non letali, e che comportano i costi e le preoccupazioni maggiori. Le più importanti malattie osteoarticolari, problemi al collo, alla schiena, del bacino, disturbi articolari, l’osteoporosi, i traumi, i reumatismi ,..ecc.”
La fisioterapia oggi copre tanti ambiti e spesso ci rivolgiamo al fisioterapista per i classici problemi, come una contrattazione muscolare, uno stiramento, la riabilitazione post intervento – proprio così pensavo anch’io, finché non mi sono riscontrata personalmente. Quindi, con certezza, posso esprimere gratitudine e riconoscenza, soprattutto perché il lavoro del fisioterapista oltre ad essere una professionale competenza, è un’arte meravigliosa.
La fisioterapia è una medicina riabilitativa e tende a rendere possibile il recupero delle funzioni delle persone colpiti da traumi, lesioni e tensioni, spesso anche invalidanti. I trattamenti possono essere anche sull’impiego di mezzi fisici: cinesiterapia- basata su ginnastica e massaggio; elettroterapia- utilizzando dei impulsi elettrici per stimolare nervi e muscoli; termoterapia- mezzo terapeutico con l’azione diretta del calore, impacchi, ultrasuoni, raggi, luce laser, forni speciali, fanghi, ecc. Ammetto di essermi ritrovata per la prima volta nella vita in uno studio di fisioterapia, anzi, mi reputo anche fortunata a non aver avuto problemi fino ad ora. Mi sono riscontrata con una realtà del tutto nuova per me e di conseguenza, da giornalista, non sono riuscita a resistere a non condividere con i lettori la mia esperienza e l’arte della fisioterapia, cogliendo il dono di scrivere per poter essere d’aiuto al prossimo che è in difficoltà. In questo periodo ormai drammatico e inaspettatamente prolungato per la pandemia, una situazione impreparata per qualsiasi ambito, ho riscontrato in un centro medico specializzato, oltre l’innovazione e la professionalità, anche un’acco-
la fisioterapia oggi é entrata a pieno regime nella medicina riabilitativa glienza gentile, igienizzata e umanamente calorosa. Le sfide della vita non smettono di stupirci, la tensione e la solitudine non sono di aiuto per nessuno. Nonostante la crisi e la pandemia, i fisioterapisti hanno sempre continuato a svolgere la loro attività, anche durante le più drastiche restrizioni, ovviamente con le dovute normative sanitarie di precauzione e rigidi regolamenti. “Le persone in difficoltà e con diversi problemi sono aumentate” - da come racconta il fisioterapista Francesco Saccuman: - “ovviamente è diventato più impegnativo svolgere il nostro lavoro, soprattutto nelle condizioni restrittive, con il distanziamento, indossando
le mascherine tutto il giorno e con un’ adeguato abbigliamento igienizzato e regolamentato. Nonostante tutto, siamo lieti di lavorare e di essere d’aiuto ai nostri pazienti. Ogni persona che si rivolge dal fisioterapista, porta con se anche il suo corpo e affida a noi il suo problema che presenta, sia di origine somatica o psicosomatica, con un passato alle spalle, ma anche delle necessita, dei desideri, delle passioni, e diventa una soddisfazione svolgere il nostro lavoro vedendo la felicità e gratitudine nei sguardi dei nostri pazienti.” Poter curare attraverso le proprie mani è una vera arte. Solo una personalità di grande benevolenza e passione può svolgere questo lavo-
ro. Solo con la fiducia reciproca e dedizione si possono ottenere ottimi risultati, come è riuscito anche il fisioterapista Francesco assieme a tutto il personale del centro diagnostico. Mentre aspettavo in sala d’attesa, ho parlato con Giorgia, una paziente che esprime quanto sia importante la fisioterapia e il modo impeccabile del fisioterapista. Francesco Saccuman evidenzia: “Il mio piacere di essere gentile e disponibile, organizzati con tutte le norme di precauzione e distanziamento adottati in questo periodo. Sempre pronti a dare consigli, lavorando con perseveranza, tenacia, volontà e dedizione ad ogni terapia, in maniera seria e piacevole, metten-
Da sottolineare, che l’accesso all’ambulatorio fisioterapico può avvenire su prescrizione medica oppure mediante acceso diretto del paziente presso l’ambulatorio fisioterapico. Andando a cercare secondo quanto è riportato da alcuni studi sanitari, circa l’80 per cento della popolazione adulta ha lamentato durante l’anno precedente disturbi legati al sistema muscolo-scheletrico e oltre 50 per cento della popolazione ha sofferto di mal di schiena. Inoltre, il 30 per cento soffre dei problemi persistenti al collo. Purtroppo, l’artropatia degenerativa e l’osteoporosi sono le cause prevalenti di malattia cronica. Si stima che circa 20 per cento dei disturbi ricorrenti e di lunga durata rappresenti intorno all’80 per cento dei costo complessivi superando anche altri settori come cardiovascolari, i tumori e i disturbi mentali. Ringrazio tutti i dottori e il personale per il loro importante lavoro che stanno svolgendo. Non smetterò di evidenziare anche l’importanza sanitaria, soprattutto in questo periodo di pandemia e di crisi. Ala Jucova
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salute
Ascoltiamo le nostre emozioni e affrontiamo insieme l’ansia, la depressione di chi ne soffre l’attività motoria, svalutazione della persona e sfiducia nelle capacità, perdita di interessi, difficoltà di svolgere le abituali attività, tendenza al pianto, ansia. Tra gli aspetti somatici si possono rilevare disturbi dell’appetito, della digestione. Frequenti i disturbi del sonno. In sostanza si tratta di una situazione dominata da sentimenti spiacevoli e negativi riguardanti sé stessi e il mondo, con difficoltà di programmare il futuro.
Le emozioni non sono solo il sale dell’esistenza, ma anche la sua essenza. Tutto sta nell’imparare a conoscerle, a riconoscerle, ad accettarle e a viverle. Le emozioni arricchiscono, dando la possibilità di amare gli altri, ma anche per essere in grado di rimanere se stessi con la capacità di essere Felici! “La vita non è un lungo fiume tranquillo” - citava la scrittrice Isabelle Filliozat - “Ma possiamo sempre imparare a essere felici e trasmettere la felicità.” Non è sempre facile affrontare le difficoltà della vita, le tensioni, i dolori , le perdite, eppure dobbiamo aiutarci, rispettarci, ascoltarci e trovare il nostro cammino con coraggio, saggezza e quell’intelligenza emotiva che ci permette di amare, accogliendo se stessi e il nostro prossimo. E per capire meglio cosa sia l’ansia e la depressione abbiamo incontrato ad Albignasego la dottoressa Sara Zancaner, la gentile sostituta del dottore Gustavo Siviero, mentre il dottore in questo giorno si dedicava alle priorità dell’emergenza, che in questo periodo spesso accade, viste le grandi difficoltà sanitarie con la pandemia. Ma riguardo al discorso dell’ emergenza e della pandemia lasciamo affrontare ad altri esperti. Intanto chiediamo alla dottoressa Sara Zancaner:
QUALI SONO I SINTOMI E LE PROBLEMATICHE EMOTIVE IN QUESTO PERIODO? -- In questo periodo della pandemia sempre più persone si rivolgono al dottore di famiglia per problemi come stress, insonnia, ansia e sintomi depressivi. Lo stato depressivo si evidenzia sempre di più in queste condizioni, indipendentemente dalla causa e origine. Lo stato depressivo è molto complesso e ne deriva una condizione di sofferenza e dolore che si manifesta con tristezza, pessimismo, rallentamento dell’ideazione e del-
Il Giornale di Albignasego supplemento de “il Giornale di” Anno 2 n°6 (8 °Pubb.) Aut. Tribunale di Padova n. 2509
Direttore responsabile: Matteo Venturini Coordinamento editoriale: Nadia Musoni
Redazione: matteoventurini@gmail.com Dott. Emo Bruno Albano Faggin Ala Jucova Raniero Mazzucato Nicola Vegro Raccolta pubblicitaria, impaginazione e grafica: Lime Edizioni Srl - Milano t. 02 36767660 www.limedizioni.com
QUALI SONO LE DIVERSE FORME DEPRESSIVE? - La depressione può manifestarsi con diversi livelli di gravità in relazione all’età, la personalità, le cause. Nelle forme più gravi è notevole il coinvolgimento a livello psichico e motorio fino allo “ stupore malinconico” con mutismo e immobilità. Il gruppo della depressione endogene, anche se scatenate occasionalmente da fattori esterni, è connessa a cause organiche ( riduzione della serotonina e noradrenalina, sostanze che permettono la trasmissione degli impulsi nervosi). L’altro gruppo delle depressioni esogeni dipendenti da eventi psichici, fisici e morali dolorosi. Di norma guariscono con le interruzioni della causa scatenante e reagiscono positivamente alla psicoterapia. Nel terzo gruppo di depressione sono presenti componenti sia endogene sia esogene ( come la depressione post - partum, arteriosclerotica e quella senile). QUALE SONO LE TERAPIE E SOSTEGNI CHE SI POSSA ATTUARE? -Riguardo alla terapia, in caso di necessità farmacolo-
Stampa: copie n. 13.000 Distribuzione gratuita alle famiglie e bar della città di Albignasego Chiuso in redazione il 19/07/2021
gica, con antidepressivi, associata alla psicoterapia con le azioni mirate. Purtroppo in questo periodo abbiamo prescritto più farmaci ansiolitici, e abbiamo riscontrato molte più persone con le difficoltà di gestire le emozioni per la perdita di lavoro, loro cari, gestire i bambini tra le mura, soprattutto nell’età infantile, problemi sociali, distanziamento, isolamento, titoli allarmistici nei giornali e la gestione dei tamponi e della vaccinazione,- tutto ha indotto a peggiorare chi era già in difficoltà e che tuttora hanno difficoltà a tornare alla normalità. Qualsiasi problema che si possa riscontrare è sempre importante mantenere la fiducia e un continuo rapporto con il medico con cui ci si scambiano opinioni, e si comunica per prevenire e risolvere il problema non acuto come stress, ansia , insonnia, ecc. Se i disturbi diventano più gravi e continui è importante rivolgersi ad uno specialista ed essere affiancati in un percorso di psicoterapia o psichiatra. Intanto ringraziamo la dottoressa Sara Zancaner, e non smetterò di ringraziare abbastanza tutti i dottori e i servizi sanitari per la loro professionalità e dedizione, l’organizzazione e gentilezza in questo fragile periodo. E come in tante altre difficoltà, anche queste si affrontano meglio con l’affetto della famiglia e dei propri cari, con la sensibilità , accoglienza e comprensione. Insieme restiamo sempre più resistenti, coraggiosi e uniti. Ala Jucova
il direttore risponde Buongiorno Direttore, sul "Giornale" di Maggio abbiamo apprezzato le foto dei capitelli dedicati alla Madonna esistenti in Albignasego. Non per "errata corrige", ma per completare il vostro archivio sull'argomento vi alleghiamo una foto del capitello costruito da alcuni volontari della parrocchia a S. Agostino. Si tratta di una struttura in acciaio che sostiene la statua di una bella immagine della Madonna di Lourdes, dapprima relegata in deposito, ora visibile nel cortile sul lato sinistro della chiesa. Vi auguriamo buon lavoro. Artemio Pajaro, volontario della parrocchia di S. Agostino.
Gentile Artemio, la ringrazio per avermi inviato questa mail ed è mio grande piacere poter pubblicare anche la foto che mi ha allegato. In tutta onestà questo bellissima immagina dedicata alla Madonna di Lourdes mi sfuggiva come certamente altre immagini non sono state individuate dal resto della redazione. Altri capitelli, più piccoli e nelle contrade, sono stati volontariamente “esclusi” dalla nostra selezione non tanto per la minore importanza, quanto per motivi prettamente di spazio a disposizione per il reparto grafico e di impaginazione. A risentirci Matteo Venturini
Per porre domande al nostro Direttore Responsabile inoltrare una mail a matteoventurini@gmail.com indicando nell’oggetto “il Giornale di Albignasego”