il Giornale di Giarre settembre 2021

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PERIODICO DI INFORMAZIONE

giornali comunali

il giornale di

GIARRE

Anno 1 n°0 (1°Pubb.) Aut. Tribunale di Catania: in attesa di registrazione - Editore: Lime Edizioni srl Direttore responsabile: Rita Patanè Ordine dei Giornalisti di Sicilia n.156299 Realizzazione grafica e concessionaria esclusiva di pubblicità: Lime Edizioni srl - Via A. Capecelatro, 31 - 20148 Milano Tel. 02 36767660 - www.limedizioni.com - info@limedizioni.com - Tiratura: 13.000 copie

editoriale

chi Siamo? Il Giornale di Giarre edizione 0. E, come per ogni debutto, siamo in fibrillazione. Perché di testate ne esistono tante e noi non vogliamo essere una delle tante, anonima, in quella lista. Non un giornale di cui si leggono prevalentemente i titoli e poi all’articolo si dà, invece, una lettura veloce.

Dopo sei anni riapre il Pronto Soccorso Musumeci all’inaugurazione

Vorremmo essere canale per raccontare diversi punti di vista, spunto di riflessione, occasione di approfondimento sul territorio e su temi che già conosciamo ma che abbiamo masticato velocemente senza essere andati alla ricerca di tutti i sapori. Vogliamo, al contempo, essere un mensile piacevole da leggere, fresco, curioso e vivace proprio come dovrebbe essere ogni “giovane” ma vogliamo ritrovare il piacere della lettura di un cartaceo, il profumo dei fogli, il fascino dei segni, il valore del Tempo, della scrittura sul foglio. (a pag. 3)

Nei giorni scorsi si è tenuta la tanto attesa inaugurazione del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Giarre che sarà, a breve, operativo. Il ripristino di un servizio che i cittadini attendevano da sei anni è stato possibile grazie al reinserimento dell’Ospedale di Giarre nella rete ospedaliera regionale, come Presidio di base. Un impegno che il

Segreti in cucina Dadra pubblica le sue ricette

Mossa da una grande passione per la cucina e la pasticceria, insegna queste materie in importanti scuole di cucina private di Catania, compresa “SIciliA' cibo e cultura”, associazione culturale-gastronomica, da lei fondata, che offre corsi di cucina e pasticceria sia in chiave tradizionale che vegana, e, inoltre, anche e soprattutto cooking class per turisti e il servizio di chef a domicilio.

(articolo completo a pag.9)

Social Network Tutti giornalisti? L’uso dei social network è ormai diffuso a tutte le età. Dai più giovani a più anziani, postare fotografie, commenti, richieste, è diventata un’abitudine pressoché quotidiana. Qualche volta su questa piazza virtuale, le opinioni travalicano il buon gusto e diventano offese e insulti, che possono integrare il reato. (a pag. 7)

Presidente della Regione Siciliana, On. Nello Musumeci, si era assunto con le comunità dell’hinterland. Ed è stato proprio Musumeci ad inaugurare la rinnovata struttura, insieme all’Assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, ai vertici dell’Asp di Catania, agli esponenti delle Istituzioni locali, alle autorità civili e militari del territorio, ai

Pandemia E SETTORE DEL FOOD Da circa quattro mesi, precisamente a partire dal 24 maggio 2021, l’Italia è gradualmente passata dalla zona arancione e rossa alla zona gialla e, dal 28 Giugno, tutte le regioni della penisola sono passate in zona bianca, compresa la Sicilia, già in bianco dal 21

Giugno. Grazie a ciò bar, ristoranti, pizzerie, paninerie, pub e simili hanno potuto riaprire le proprie porte ai clienti, inizialmente offrendo loro il servizio ai tavoli esclusivamente all’aperto e...

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direttori generali delle Aziende Ospedaliere di Catania, ai rappresentanti dei sindacati e agli operatori. Il Presidente della Regione non considera, però, questa riapertura un traguardo ma solo la riparazione di errori del passato. Rita Patané

ARtICOLO A PAGINA 2

Etna, cenere e riciclo Dalla legge Semplificazioni del 2021, nello specifico l’art. 35, comma 1, lettera c : “Al fine di consentire la corretta gestione dei rifiuti e la migliore attuazione degli interventi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, anche al fine di promuovere l’attività di recupero nella gestione dei rifiuti in una visione di economia circolare”, vengono apportate modifiche, fra l’altro, per le ceneri vulcaniche “laddove riutilizzate in sostituzione di materie prime all’interno di cicli produttivi, mediante processi o metodi che non danneggiano l’ambiente né mettono in pericolo la salute umana”. (articolo completo a pag. 11)

CAMBIO AL VERTICE

INTERVISTE

INTERVISTA

Da un anno il capitano Rosati è alla guida della Compagnia Carabinieri

Par condicio: le interviste Daniele Orfila tedoforo ai candidati alla poltrona giarrese per una buona causa di sindaco di Giarre

Il Capitano Luca Leccese dopo quattro anni di servizio ha passato il testimone al Capitano Rosati... Da PAGINA 3

Elezioni del 10 e 11 ottobre: i cinque candidati sindaci di Giarre rispondono alle nostre domande... Da PAGINA 4

L’associazione RUN4HOPE ha organizzato una splendida corsa a sostegno delle cure delle malattie infantili... PAGINA 14


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OSPEDALE

Dopo sei anni il Pronto Soccorso riapre a Giarre. Ad inaugurare i locali è stato il Presidente della Regione Siciliana, On. Nello Musumeci  Nei giorni scorsi si è tenuta la tanto attesa inaugurazione del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Giarre che sarà, a breve, operativo. Il ripristino di un servizio che i cittadini attendevano da sei anni è stato possibile grazie al reinserimento dell’Ospedale di Giarre nella rete ospedaliera regionale, come Presidio di base. Un impegno che il Presidente della Regione Siciliana, On. Nello Musumeci, si era assunto con le comunità dell’hinterland. Ed è stato proprio Musumeci ad inaugurare la rinnovata struttura, insieme all’Assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, ai vertici dell’Asp di Catania, agli esponenti delle Istituzioni locali, alle autorità civili e militari del territorio, ai direttori generali delle Aziende Ospedaliere di Catania, ai rappresentanti dei sindacati e agli operatori. Il Presidente della Regione non considera,

però, questa riapertura un traguardo ma solo la riparazione di errori del passato. “Tutto è stato detto perché si sottolineasse l’importanza di questo evento che non ha nulla di trascendentale. – ha detto Nello Musumeci, presa la parola nel corso dell’evento inaugurale – In Sicilia le cose ordinarie sono diventate straordinarie, talmente ci hanno disabituato alla ordinarietà. Oggi siamo qui perché chi vi parla aveva assunto un impegno con la propria città di Giarre. Qualcuno ha detto – continua il Presidente – l’ha fatto perché è la sua città d’origine. Non è così. L’impegno non è stato mantenuto perché a Giarre riposano le ossa di mio padre e dei miei nonni o perché qui vivono i miei familiari. Certo c’è un legame affettivo alla città di Giarre ma c’è un dovere istituzionale che prescinde da ogni condizionamento di carattere emotivo. A Giarre era stato tolto il Pronto Soc-

corso e ridimensionato l’Ospedale da scelte che noi ritenevamo assolutamente illogiche e le ritenevamo tali quando ero all’opposizione. Ricorderà qualcuno che nel novembre 2014 ho fatto un sopralluogo da Presidente dell’Antimafia, qui, nell’ospedale di Giarre , quando già si ventilava la chiusura della struttura. Dopo, quando mi sono presentato al giudizio degli elettori, ho dichiarato: <<Se diventerò Presidente della Regione, questo ospedale avrà il suo pronto soccorso.>> Niente di miracolistico, ho soltanto mantenuto un impegno.” I lavori di riammodernamento dei locali del Pronto Soccorso, per un importo complessivo di 1 milione di euro circa, sono stati finanziati dalla Regione nell’ambito del programma di investimenti ex art. 20 ed hanno interessato un’area di oltre 700 mq. E’ stata realizzata una nuova zona triage con percorsi dedicati per i

codici colore (per emergenza-urgenza), per il codice rosa (vittime di violenza) e per la gestione dei pazienti Covid. Adeguati anche gli standard operativi del servizio con una sala per l’Osservazione breve intensiva (Obi) dotata di 4 posti letto, sale di attesa e locali di supporto. In fase di progettazione la nuova camera calda che verrà allocata negli spazi antistanti l’attuale ingresso del Pronto Soccorso. Gli interventi hanno, inoltre, previsto l’adeguamento statico dei solai e della dimensione dei giunti strutturali oltre all’adeguamento degli impianti elettrico, idrico, di climatizzazione e della rete antincendio. Ho chiesto al Presidente della Regione Siciliana, On. Nello Musumeci, un ulteriore commento sulla riapertura del Pronto Soccorso e lui ha ribadito: “Purtroppo chi ha chiuso il

Pronto Soccorso nel passato Governo non si era reso conto del danno che avrebbe provocato a questa comunità. Io ho mantenuto l’impegno. Adesso bisogna continuare a lavorare, ci sono ancora alcuni reparti che vanno sottoposti a manutenzione, abbiamo utilizzato il denaro della Regione perché, altrimenti, i lavori si sarebbero completati fra dieci anni. Confido nella collaborazione della medicina di base per evitare che ci si rechi al Pronto Soccorso per patologie che potrebbero esser curate dal medico di famiglia. Il Pronto Soccorso deve essere sempre libero per chi ha un codice importante non per chi, a volte, per superare la distrazione della medicina di base pensa di risolvere il problema ricorrendo al Pronto Soccorso. Ma, oggi, godiamoci questa giornata.” – ha concluso Musumeci.

Alcuni locali del Pronto Soccorso realizzati durante i lavori di ristrutturazione - Il Presidente della Regione siciliana, On. Nello Musumeci e l’Assessore regionale alla Salute Ruggero Razza, presenziano all’evento

MA ANDIAMO UN ATTIMO INDIETRO NEL TEMPO La struttura ospedaliera di via Forlanini vide la posa della prima pietra nel lontano 1969, il completamento dei lavori, invece, avvenne solo nel 2001 quando a settembre ci fu il fatidico taglio del nastro e l'apertura. Questo solo dopo il trasferimento di tutti i reparti, compreso il punto nascita dai locali di viale Don Minzoni. Da subito, però, si operò il depotenziamento dei vari reparti con la sottrazione di personale a favore, principalmente, della vicina struttura acese. E qui entra pesantemente il volere della politica che vede la sanità non come un servizio alla cittadinanza, come stabilito dall'articolo 32 della Costituzione, ma un vero e proprio business. E purtrop-

po anche i fatti di cronaca nazionale e locale lo confermano. La chiusura del Pronto Soccorso fu attuata nell’aprile del 2015 dall'allora Giunta regionale Crocetta ma il processo era già stato avviato dai precedenti Governi regionali. La sera del 23 maggio 2015 si costituisce spontaneamente un Comitato. Ciò avvenne quando la gente si riversò in piazza a protestare in seguito alla morte di Maria Mercurio, deceduta dopo aver accusato un malore nella sua abitazione e i ritardi nel soccorrerla. “I fatti portarono anche ad un processo, a seguito di un presunto blocco ferroviario, quella stessa sera, e che vede alcuni di noi del comitato sottoposti a processo. – racconta Angelo La Rosa, membro del

L’Ospedale di Giarre e a fianco Angelo La Rosa membro del Comitato Cittadino Giarre “Rivogliamo l’Ospedale”- il comitato durante una manifestazione a Roma

Comitato Cittadino Giarre “Rivogliamo l’Ospedale”. - Pochi mesi dopo ci costituimmo in maniera ufficiale e il nostro scopo è sempre stato la riapertura dell'Ospedale con il Pronto soccorso ma con una netta e totale distinzione dalla politica, tant'è che anche un articolo del nostro statuto prevede, appunto, la non partecipazione a competizioni elettorali da parte di noi componenti. È un principio semplice ma forte allo stesso tempo: la politica ci deve servire come cittadini e non servirsi di noi. Negli anni abbiamo incontrato ed affrontato senza alcuna remora e/o riverenza tantissimi esponenti politici, ministri, senatori , deputati, onorevoli, ecc. per esporre, a modo nostro, la problematica, così come abbiamo fatto con i media nazionali per portare a conoscenza di tutta l'Italia un problema più

unico che raro, la chiusura di un Pronto soccorso contro i parametri nazionali che ha portato, presumibilmente, alla morte di sedici nostri concittadini. Con l'avvento della presidenza della regione di Nello Musumeci , giarrese di adozione, - prosegue La Rosa - la nuova rete sanitaria regionale prevede la riapertura di Giarre come ospedale di base, come prevede il D.L. Balduzzi, ma la tempistica non ci convince più. Anche adesso che, certamente, accogliamo di buon grado l’inaugurazione del nuovo Pronto Soccorso, rimaniamo, tuttavia, diffidenti circa l’inizio della sua effettiva operatività, dato che si attende l’arrivo del personale medico per l’effettiva ripresa dei servizi. Perché, ci chiediamo, far precedere di giorni un’inaugurazione creando con-

fusione nei cittadini, molti dei quali, hanno erroneamente creduto che inaugurazione e ripresa dei servizi coincidesse? Quindi noi rimaniamo sempre vigili ed in attesa che, si spera presto, tutto possa tornare a funzionare normalmente. Le vittime di malasanità sono tante. E noi continueremo a non mollare per la difesa di quel Diritto alla Salute che la nostra Costituzione riconosce ma che dovrebbe più concretamente sancire.” – ha concluso il rappresentante del Comitato Cittadino Giarre “Rivogliamo l’Ospedale”, Angelo La Rosa.

Rita Patanè


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intErviStA

Da un anno il Capitano Fabrizio Rosati è alla guida della Compagnia Carabinieri di Giarre da poco più di un anno il capitano Fabrizio Rosati è il comandante della compagnia carabinieri di giarre.  Trent’anni, originario di Viterbo, Rosati, si è arruolato nell’Arma nel 2010 e fino al 2012 ha frequentato il 192° Corso “Carattere” all’Accademia Militare di Modena. Terminato l’iter formativo Ufficiali, ha conseguito la laurea magistrale in Giurisprudenza a pieni voti e, dal 2015 al 2018 è stato Comandante di Plotone presso il 13° Reggimento Carabinieri “Friuli Venezia Giulia”, a Gorizia. Nel 2016 – 2017 ha preso parte alla Missione NATO Resolute Support – Afghanistan e nel 2018 alla Missione bilaterale di assistenza e supporto in Libia. Dal 2018 sino allo scorso anno ha retto il comando del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Foggia ove ha diretto importanti indagini e task force. Il Capitano Fabrizio Rosati ha preso il posto del Capitano Luca Leccese, trentadue anni, di Chieti, oggi comandante della Compagnia Carabinieri di Napoli Vomero. Tante le indagini e le operazioni che dal 2016 al 2020 il Cap. Leccese ha messo a segno a Giarre. Solo per citarne

Il Capitano Fabrizio Rosati

Da poco più di un anno ha assunto il comando della Compagnia di Giarre ma, a causa di mesi che non hanno permesso cerimonie ufficiali, né momenti di condivisione e socialità, i giarresi non hanno ancora avuto modo di conoscerla. Questo spazio vuol essere anche un luogo di incontro ove poter venire a conoscenza e approfondire diverse realtà di Giarre. Inizio, quindi, col chiederle cosa si porta dentro dalle importanti Missioni all’estero cui ha preso parte da giovanissimo? È molto difficile spiegare il complesso di emozioni ed esperienze che si maturano in alcuni teatri operativi. Certamente sono sempre tornato professionalmente ed umanamente arricchito rispetto a quando ero partito. Già Comandante del NORM della Compagnia Carabinieri di Foggia, che realtà ha trovato nel capoluogo pugliese e quale, poi, ha lasciato? Foggia è una realtà molto particolare, sia per fluidità del contesto criminale sia per diffusione della criminalità comune. Posso certamente dire di aver trovato una realtà complessa, le cui sfide sono sempre state affrontate in piena sinergia con gli altri reparti dell’Arma sul Territorio e con le altre Forze di Polizia. Ciò che ho lasciato credo sia più opportuno chiederlo a chi mi ha succeduto.

Il Capitano Luca Leccese

Fino ad ora qual è stata l’attività più dura che si è trovato a dover affrontare? Fortunatamente amo il lavoro che faccio, per cui non trovo particolarmente dure le attività che di volta in volta mi si pongono davanti. Il lockdown ha inciso anche sulla criminalità? Ci sono stati dei cambiamenti? Cambiamenti netti non direi. Certamente le criticità economiche connesse alle chiusure delle attività commerciali hanno aperto nuove prospettive anche per la

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alcune, quelle eseguite insieme al Reparto Operativo di Catania che hanno portato alla condanna in primo grado dei sospettati nell’omicidio Chiappone, fra cui Nino Marano, il killer delle carceri, bloccato armato in strada proprio dal Capitano Leccese, circa tre anni dopo il brutale assassinio. E poi, ancora, la lotta al traffico di droga (operazione “Bingo”) e alla criminalità organizzata, dapprima con il duro colpo al Clan Laudani inferto dall’operazione “Smack Forever” e, successivamente, al clan Brunetto-Santapaola con le operazioni “Jungo” e “Iddu”, quest’ultima eseguita dal suo successore. Non meno importante la lotta al fenomeno del racket mafioso agli imprenditori (tre estortori arrestati e poi condannati) e l’opera di sensibilizzazione alla legalità, svolta dal Capitano in conferenze a favore di studenti e commercianti. A fine agosto 2020 il Cap. Leccese ha passato il testimone al Cap. Fabrizio Rosati che, di recente, abbiamo intervistato.

criminalità del territorio, in questo senso, comunque, il monitoraggio è costante ed effettuato anche di concerto con le altre articolazioni investigative dell’Arma. Com’è stato arrivare a Giarre? Molto emozionante, come ogni nuovo inizio del resto. Quali scenari ha trovato? Ho trovato uno scenario complesso, periferico, molto diverso dalle altre realtà operative che avevo vissuto fino a quel momento. E quale territorio le ha consegnato il suo predecessore, il Cap. Luca Leccese, la cui intensa attività di indagine ha consentito operazioni importanti ed un cambiamento delle dinamiche a Giarre e nei nove paesi che fanno capo alla Compagnia di Giarre? Il Cap. Leccese ha svolto un intenso ed importante lavoro di contrasto alla criminalità in ogni sua forma. Tanto è stato fatto, tanto rimane sicuramente da fare ma godo di ottimi collaboratori e non dubito che i risultati arriveranno. Ha in programma di proseguire l’opera di informazione alla cultura della legalità, nelle scuole e con i commercianti, svolta in questi anni da chi l’ha preceduta? Certo, la formazione per la cultura della legalità è ormai da anni una priorità per l’Istituzione poiché è prevenendo le forme di illegalità, formando i giovanissimi che si può sperare, un domani, di dover reprimere meno reati. Prevede anche altre attività o l’attenzione ad altri aspetti, a suo avviso, non ancora considerati a dovere? Non credo ci siano aspetti non ancora considerati a dovere. Credo, piuttosto, che una realtà sempre più complessa ed in costante e continua evoluzione neces-

chi siamo

...Tutto questo senza esser presuntuosi. Insomma, saremo “vecchi giovani” che non vogliono la modernità a tutti i costi ma, piuttosto, vivere e parlare di questo Tempo. Questo Tempo cattivo, precario, sospeso, amaro ma anche più intenso, immediato, ferito, che chiede di esser vissuto adesso. Vorremmo essere…abbiamo tanti desideri e il condizionale è d’obbligo. Ma siamo un mensile che vuole accompagnarvi per trenta giorni donando ogni giorno qualcosa in più, fosse anche solo un punto di vista del tutto diverso o una conferma alle proprie idee che non devono, necessariamente, coincidere con quanto vi proRita Patanè porremo. Siamo territorio e vi apparteniamo da tutta la Direttore Editoriale vita. Da anni (oramai più di dieci nel caso di chi scrive) redazione.giarre@limedizioni.com raccontiamo quotidianamente Giarre e paesi limitrofi. E’ quello che continueremo a fare. Solo, ci siamo dati più Tempo. Più Tempo di pensare, di parlare, di non dire, di guardare, più tempo per voi di approfondire, più tempo per i lettori di esser d’accordo o dissentire. Noi “prenderemo” tutto, anche le nostre responsabilità. A tal proposito ospiteremo uno spazio che sarà scritto proprio da voi lettori. Una rubrica “Fatti in piazza” in cui daremo spazio, sì, alle vostre denunce ma, con maggiore entusiasmo, alle vostre proposte e idee per migliorare Giarre e il territorio in cui ricade, luoghi preziosi che vanno custoditi ed, ogni giorno, raccontati. Alfio Giuseppe Grasso Buona lettura, benvenuti e grazie. Giornalista Rita Patané

di Rita Patanè

siti di capacità di adattamento per comprendere tempestivamente le esigenze del territorio. Che idea si è fatto dei giarresi? Ho trovato nei giarresi una popolazione calorosa ed accogliente che mi ha fatto, da subito, sentire come a casa. Qual è il bilancio dell’attività estiva, anche a fronte dei controlli greenpass ed eventi che possono aver favorito assembramenti? L'attività estiva nel complesso è andata bene. L'intensificazione dei servizi di controllo del territorio nella fascia costiera, nei comuni da Riposto fino a Calatabiano, ha, sicuramente, permesso ai residenti ed ai turisti di fruire serenamente della costa. Sembrano moltiplicarsi spaventosamente i casi di violenza sulle donne e stalking. È una percezione reale? Quello della violenza di genere è sicuramente un problema grave e diffuso a livello nazionale, per il quale l'Arma dei Carabinieri, di pari passo con l'evoluzione normativa di settore, ha creato una rete di specialisti in grado di fornire supporto a tutti i militari delle Stazioni, anche in tempo reale. Come Compagnia di Giarre la nostra priorità è accogliere la vittima ed ascoltarla, procedendo, quindi, a metterla in sicurezza in attesa che si definisca la posizione dell'indagato. Eventualmente anche indirizzandola verso una struttura protetta, notiziando quanto prima l'Autorità Giudiziaria affinché adotti i provvedimenti del caso. Può tracciare un primo bilancio di questi mesi e come vede il futuro? Credo che sia ancora presto per valutare l’operato di pochi mesi, largamente caratterizzati dalle restrizioni per la pandemia; parlando del futuro vedo uno sforzo costante per garantire a tutta la popolazione del territorio affidatomi la vicinanza che l’Arma ha da sempre fornito ad ogni cittadino.

LA Compagnia Carabinieri GiArrE

La Compagnia Carabinieri Giarre, sita al civico 113 di Corso Sicilia, trova la sua sede nell’attuale edificio sin dagli anni ’70. Sono nove i paesi che vi afferiscono: Giarre, Calatabiano, Fiumefreddo di Sicilia, Mascali, Riposto, Sant’Alfio, Milo, Santa Venerina e Zafferana Etnea, per un territorio complessivo di circa 100.000 residenti e più di 250 chilometri quadrati, dai crateri dell’Etna al mare, dal fiume Alcantara fino al confine con l’acese. Otto sono le Stazioni Carabinieri dipendenti dalla Compagnia. Fra di esse, e nello specifico in seno alla stazione di Riposto, è presente il Valico marittimo, ove l’Arma svolge il servizio di Poli-

zia di frontiera. I Carabinieri nei nove comuni jonico - etnei rappresentano l’unica forza di polizia a competenza generale, impegnati in un ampio e complesso territorio, una zona sensibile sotto tanti punti di vista, anche sotto il profilo ambientale e geomorfologico e, ovviamente, mafioso. Difatti esso è infestato da articolazioni locali riconducibili ai clan mafiosi catanesi: Laudani (Mussi i ficurinia), Brunetto-Santapaola e i Cintorino nel comune di Calatabiano, legati al clan Cappello. Rita Patané


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AMMiniStrAtivE

Amministrative Giarre, corsa a cinque

tutte le interviste sono a cura di Rita Patanè

 Sono cinque i candidati a sindaco di Giarre che il 10 e l’11 ottobre prossimo, alle amministrative, si contenderanno la carica di primo cittadino. Sono, invece, quattordici in tutto le liste a sostegno dei candidati.

I candIdatI a sIndaco dI GIarre sono: •Leo Cantarella, sostenuto dalle liste: Il Quadrifoglio, Prima Giarre, Giarre Torna Città, Siamo Giarresi, Orgoglio Nuova Giarre, Conservatori e Riformisti. Gli assessori designati sono Claudio Raciti e Tania Spitaleri. •Angelo D’Anna, sostenuto dalla lista Città Viva 2026. Gli assessori designati sono Alfio Previtera e Dario Li Mura. •Patrizia Lionti, sostenuta dalla lista Impegno Comune – Lionti Sindaco. Gli assessori designati sono Maria Novelli e Salvatore Mauro.

•Leo Patanè, sostenuto dalle liste: Forza Italia per Patanè, Noi per Giarre, Democrazia Cristiana, #Progettiamo Giarre, Giarre Attiva. Gli assessori designati sono: Fabio Di Maria, Alfio Tomarchio e Francesco Pio Leotta. •Elia Torrisi, sostenuto dalla lista Giarre 2050. Gli assessori designati sono: Valentina Bazzarin, Claudio Melchiorre e Martino Pagano.

Li abbiamo intervistati per conoscere meglio loro, i programmi e la squadra. A tutti e cinque i candidati a sindaco abbiamo offerto il medesimo spazio per raccontarsi. L'ordine di apparizione della intervista é stato stabilito dalla ricezione dei files. Si tratta di pagine consecutive: la prima mail di risposta (comprensiva di tutti i files) occupe la prima posizione, e così via.

Intervista al Candidato Sindaco Angelo D’Anna Sono trascorsi 5 anni da quel 20 giugno 2016 in cui venne posto alla guida della città di Giarre, perché decise di mettersi al servizio di una cittadina così complessa?

ALCUNI DATI Classe 1963 Avvocato specializzato in Diritto del Lavoro LISTA Città Viva 2026

Nel 2013 mi candidai a Sindaco per la prima volta dopo un lungo percorso di impegno civile e sociale all’interno del mondo associativo e la costruzione di un programma per Giarre frutto della partecipazione attiva di tanti cittadini ed associazioni che vi contribuirono in numerosi momenti di incontro. Una visione innovativa della città, orientata ad uno sviluppo sostenibile, coerente con le vocazioni specifiche del territorio, che rompesse con un passato ancorato ad un modo anacronistico e clientelare di fare politica che ha assecondato il declino di Giarre. Ho avuto subito la consapevolezza dell’estrema difficoltà del compito affidatomi da tantissimi concittadini. Fotografammo un quadro finanziario e patrimoniale dell’Ente fortemente compromesso certificando la misura dell’indebitamento all’inizio del mandato in oltre 41 milioni di debiti, culminato nel dissesto (fallimento) maturato nel 2018 ma già in embrione da oltre un decennio. Ho provato con impegno quotidiano a riportare un clima di speranza e fiducia per un miglioramento della Città. Com’è cambiata Giarre? Quanto pensa abbia influito la sua azione amministrativa? L'inadeguatezza della macchina amministrativa e il fallimento finanziario hanno comportato un ritardo sui programmi e una revisione degli obiettivi, così come la pandemia ha stravolto alcune priorità che l’Amministrazione si era prefissata. Il nostro Comune non è mai stato a rischio "zona rossa" nonostante i tanti uffici pubblici e la diffusa presenza di scuole di ogni ordine e grado; si è garantito il controllo del territorio e il tasso di vaccinazione della popolazione è, oggi, superiore alla media in provincia. Da ultimo si è aggiunta l’emergenza cenere vulcanica. A Giarre abbiamo circa 50.000 tonnellate di materiale. In questi 5 anni sono state operate tante economie reali, risparmi su spese legali e costi di funzionamento dell’Ente, e su questa strada stiamo continuando a programmare. Innovazione - economie gestionali - sviluppo economico e sociale - senso di appartenenza e risveglio culturale, un eventuale secondo mandato consentirebbe la prosecuzione del percorso del quale si sono consolidate le fondamenta.

Può fare un bilancio a pochi giorni dalla fine del suo mandato? Abbiamo ottenuto importanti miglioramenti in diversi settori. Sul piano economico-finanziario non ricorriamo più dal 2018 alle anticipazioni di tesoreria con risparmi di oltre 200mila euro di interessi annui, non si sono contratti nuovi debiti sui servizi, sono stati rinegoziati i mutui con 260mila euro di risparmi nell'arco di 10 anni. Nel campo energetico, siamo usciti dal mercato di salvaguardia per i consumi elettrici (risparmio 400mila euro annui). Nel servizio idrico diversi interventi di miglioramento effettuati sulla rete per contenere perdite e sprechi di una risorsa sempre più preziosa. Dal 2018 si paga in base ai consumi effettivi. Tra le opere pubbliche, ricordo a titolo esemplificativo la ristrutturazione della scuola dell’infanzia “Collodi” con rinnovate tecnologie, e i lavori nelle scuole di Calvario Peri e Trepunti. I lavori nella Villa Garibaldi e pressoché completi i lavori di ristrutturazione dell'ex acquario in Piazza Mazzini. Il rifacimento del manto stradale in diverse vie. E’ stata ripristinata la fontana artistica di Villa S. Francesco. Il servizio di raccolta differenziata ha raggiunto una percentuale tra il 30-40%. Si è avviata la pratica del compostaggio domestico. Dopo circa 10 anni le utenze domestiche hanno avuto risparmi significativi. Non mancano i detrattori e le critiche alla sua amministrazione. Lei cosa rimprovera a se stesso ed al suo operato? E’ stata incessante un’opera di disinformazione a tutti i livelli, molti hanno impegnato il loro tempo a criticare senza approfondire, quando sarebbe stato apprezzato un contributo costruttivo su varie tematiche. Abbiamo avuto detrattori che avrebbero forse voluto ottenere qualcosa che da me non potevano di certo avere. Di errori ne ho commessi sicuramente ma ho agito sempre in buona fede, con onestà, trasparenza e cercando di fare gli interessi della comunità. Giarre più che paese viene considerata città, quali sono le criticità che non riescono a risolversi e sulle quali interverrà se riconfermato? Giarre è sede del distretto socio-sanitario cui fanno capo 10 Comuni, di tanti istituti scolastici con oltre 7500 studenti, è polo di numerose attività produttive, agricole, artigianali e commerciali, è sede del Centro per l’Impiego che serve 9 Comuni. Vi opera l’Agenzia delle

Entrate, l’Inps, il Giudice di Pace, con la mia amministrazione ricollocato nell’ex Tribunale. Giarre è sede dei servizi sanitari territoriali e di un rinnovato Ospedale di base con il Pronto Soccorso. Anticipiamo spesso le somme necessarie al buon funzionamento di tanti servizi e le infrastrutture viarie e logistiche risentono della necessità di servire migliaia di persone che vengono da tutto l’hinterland per fruirne. Spero possa aumentare la collaborazione con i comuni limitrofi ricercando comuni motivazioni e senso di appartenenza al territorio Fra i nodi atavici di Giarre c’è l’ospedale. Nell’era Covid19, che ha vissuto da sindaco, quanto sarebbe stato necessario? Sin dalla fine del 2008 con tanti amici ci siamo occupati del depauperamento dell’ospedale poi culminato con la chiusura del pronto soccorso. Da cittadino, da presidente di associazione appartenente alla Rete, da avvocato, da Sindaco mi sono sempre occupato del problema.Durante la pandemia avevamo dato disponibilità a fornire i servizi non erogati dall’ospedale acese riconvertito in struttura covid. Le autorità sanitarie non ritennero di procedere ma i lavori sono sempre continuati. La riapertura del 21 settembre è un traguardo importantissimo per la cittadinanza jonico-etnea. Tanti andrebbero ringraziati ma mi limito a fare un solo nome: Saro Pistorio, storico presidente del Tribunale per i Diritti del Malato, che tanto lottò per la sua apertura e poi a difesa dal progressivo smantellamento. Quali sono i punti fondamentali del suo programma, la sua squadra e quale valore aggiunto può dare a Giarre? Si agirà sempre più pianificando e programmando in ogni ambito. Negli ultimi anni si sono sviluppati progetti per poter accedere ai finanziamenti del Recovery Fund e del Pnrr e su questa strada intendiamo continuare con slancio. La nostra lista rappresenta la sintesi della determinazione di 8 donne e 8 uomini che vogliono una Giarre pulita, etica e responsabile, che non si lasci abbindolare da false promesse e ritorni al passato. La forza di un progetto amministrativo non si misura dalla quantità di liste a sostegno, quello che fa la differenza è la qualità e la competenza dei candidati al consiglio Comunale. Più di chiunque ho consapevolezza di quanto fatto e di quanto rimane da fare, conosco la situazione globale dell’Ente e posso dare continuità al lavoro avviato in tanti ambiti dell’attività amministrativa.


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AMMiniStrAtivE

Intervista alla Candidata Sindaco Patrizia Lionti Unica donna candidata a sindaco, perché e quando ha deciso di scendere in campo? E’ consapevole di volersi mettere al servizio di una città complessa?

ALCUNI DATI Classe 1985 Avvocato qualificato in materia penalista LISTA Impegno Comune – Lionti Sindaco

Si, unica donna; fa riflettere che nel 2021 una candidatura femminile possa destare sorpresa ma il sentire comune degli “addetti ai lavori”, a dispetto delle ostentate posizioni sulla parità di genere, posiziona le donne in ruoli subalterni negli ambiti locali, mentre invece nel resto del mondo evoluto non ci si meraviglia più di una Merkel o di una Van der Leyen. Spero che la mia candidatura possa sdoganare sul territorio nuovi modelli valutativi, basati sulle capacità e sul merito anziché sul genere. La mia decisione di scendere in campo è dell’anno scorso; delusa dall’inazione della precedente amministrazione, alla quale ho dato generosamente il mio apporto per anni, ho avvertito che la direzione era quella sbagliata ma, soprattutto, i cittadini a me vicini me ne hanno più volte segnalato l’urgenza. La stagnazione amministrativa – seppur attuata da persone perbene – non produce altro che immobilismo e degrado e non potevo più avallare un modus operandi asfittico, bisogna reagire! So benissimo che i problemi della città sono molto complessi. Al contrario di tanti altri che millantano di avere conoscenza della macchina amministrativa, io me ne sono occupata come vicesindaco ed ho acquisito molto. Proprio per questo, pur non rinnegando il mio percorso, ho deciso di fare da sola, con consapevolezza e passione.

musei, la festa dello sport, che ha riunito tutti gli sport praticati in città, l’impegno antiracket sul campo e nei tribunali, gli ultimi interventi natalizi (alcuni dei quali, come la famigerata illuminazione dell’araucaria di villa Garibaldi, attesi da 25 anni!) con cui ho cercato, nonostante la mancanza di fondi e sostegni, di ricreare a Giarre un’atmosfera che non si respirava da tempo. E’ stata a fianco di Angelo D’Anna, poi, c’è stato un cambio di rotta perché ? Non basta essere persone oneste per strappare una città al degrado civile e politico, ci vogliono scelte coraggiose e anche impopolari perché la politica non può continuare ad essere schiacciata dai sondaggi di gradimento o dai particolarismi delle solite consorterie, bisogna dare un’impronta forte e decisa. Purtroppo, specie nella seconda fase della passata amministrazione, non ho avuto modo di riconoscere nell’azione politica ed amministrativa queste caratteristiche ed anzi, mi sono più volte crucciata nel vedere inazione al posto di quello scatto di fierezza che mi sarei aspettata. Ho cercato in numerose occasioni di far presente che si doveva cambiare rotta e i miei suggerimenti non sono stati presi in considerazione. Alla fine, però, i risultati sono sotto gli occhi di tutti e le urne non potranno che sancire questo fatto conclamato. Personalmente, anziché star li a dire “avevo ragione io” ho preferito scendere in campo ed assumermi le mie responsabilità nei confronti dei cittadini.

Com’è cambiata Giarre in questi anni? Negli ultimi 15 anni la città ha subito un palese declino; vani sono stati i tentativi di arginare questa decadenza. Le difficoltà finanziarie causate da decenni di dissennata gestione clientelare e disorganizzazione amministrativa hanno bloccato Giarre in un una morsa debitoria cui gli amministratori hanno reagito con una navigazione “a vista”, priva di obiettivi concreti e adagiata nella sciatteria, ormai divenuta costume. Le azioni negative della passata esperienza derivano principalmente dall’immobilismo politico. Non abbiamo visto, per 5 anni, un’azione nitida e concreta con un decisivo cambio di rotta che, con entusiasmo, era stato richiesto dai giarresi. La guida politica di una città importante non può essere scandita soltanto dai “no”, dalla comfort zone del non fare. Tra le (troppe) poche cose che ho potuto realizzare, ricordo la manifestazione “Frammenti di bellezza”coi palazzi illuminati dal videomapping, la musica classica dai balconi e gli acrobati danzanti, il palazzo della cultura riempito dalle associazioni e dai

UN PO’ DI STORIA

Giarre si trova sulla costa orientale della Sicilia, incastonata fra l'Etna e il mar Ionio, ad un'altitudine di 81 metri s.l.m. Pare che sull'odierno territorio di Giarre, in epoca antichissima sorgesse Kallipolis, fondata dai calcidesi nel VII secolo a.C. e distrutta nel 403 a.C. ad opera di Dionisio I. Ad oggi, anche se non esistono fonti certe della corrispondenza tra Kallipolis e la cittadina jonica, sono state rinvenute tracce di una fattoria romana, di manufatti e monete di epoca greco-siceliota e romana. Diventa Comune nel 1815, mentre prima apparteneva alla Contea di Mascali. Come borgo agricolo, Giarre, sorge nella seconda metà del 1400 con poche case rurali per poi registrare, negli anni, un incremento demografico che la portò anche a reclamare una propria chiesa, eretta nel 1860 con titolo di S.Agata e S.Isidoro. Il Comune, delimitato nei suoi confini nel 1823, fu amministrato in

Cos’ha imparato negli anni della sua formazione politica? Ho cominciato nel 2008 come consigliere comunale e in tredici anni di attività ho ricoperto i ruoli di assessore e vicesindaco; un’esperienza importante per comprendere i meccanismi amministrativi, le logiche politiche comunali ed extracomunali da cui ho tratto una conclusione: bisogna necessariamente ripartire dal territorio e dal valore degli individui se vogliamo rialzare la testa e, come obiettivo minimo, metterci in pari con le realtà vicine più virtuose. Senza compiere questa “rivoluzione” interna saremo sempre più “periferia dell’impero”, sporca e derelitta. Una lista civica a sostegno, qual è il suo programma? Ho scelto di sostenere il mio progetto politico con una lista civica “vera” e non con le solite civiche composte da pezzi di partiti politici che vanno a spalmarsi ovunque, denominatori

epoca borbonica dal Sindaco, 30 Decurioni, dal Primo e Secondo Eletto e da 2 Deputati Collaboratori, tutti di nomina regia, dunque l’attività politico – amministrativa era esercitata da pochi. Il secondo cinquantennio di vita del Comune coincise con l’unificazione italiana. Giarre iniziò, allora, un decollo dal punto di vista economico, sociale, culturale, urbanistico che migliorò la vita degli abitanti. Venne completato il prospetto della Chiesa Madre, potenziato il quantitativo d’acqua erogata e la pubblica illuminazione, realizzata piazza Duomo e livellato il centro storico. In periodo unitario il Comune fu amministrato dal Sindaco, di nomina regia, trenta consiglieri eletti attraverso elezioni e sei assessori. L’economia era prevalentemente agricola ma moltissimi erano gli artigiani. Per pochi anni, durante il periodo fascista, si fonde con la limitrofa

comuni di tanti candidati così da poterne controllare l’azione amministrativa. Il mio programma è semplice: riprendiamo il controllo della città partendo dal suo decoro e dal rispetto delle regole, valorizziamo le professionalità ma col coraggio di saper dire di no a chi, consapevolmente o meno, fa del male a Giarre. Quali sono le criticità che non riescono a risolversi e su cui bisogna intervenire? I primi interventi dovranno riguardare decoro cittadino e sicurezza, non possiamo andare avanti così, siamo caduti troppo in basso. I provvedimenti a lungo termine, invece, riguarderanno la pianificazione finanziaria e la corretta ricerca di risorse economiche, mettendo in campo una squadra che progetti un modo nuovo di fare amministrazione a Giarre. La sua squadra? Cittadini e amici che spontaneamente hanno deciso di scommettersi; ecco la mia squadra! E’ composta sia da candidati con esperienza politica ed amministrativa sia da candidati provenienti dalla società civile: operai, giovani, professionisti, appartenenti al mondo produttivo. L’aspetto più bello del gruppo è l’entusiasmo e la serenità, non ci sono “prime donne” e ci si confronta serenamente su cosa è più opportuno fare per rilanciare la nostra città. Sono convinta che i consiglieri eletti nella lista “Impegno comune” sapranno egregiamente rappresentarci in seno al consiglio comunale e anche i non eletti continueranno a spendersi. Anche gli assessori non sono “politici” ma esponenti della società civile di grande esperienza. Pensa che una donna possa avere una sensibilità diversa rispetto a certe tematiche e al contempo maggiori ostacoli? Cosa può dare in più a Giarre? Penso che una donna abbia la stessa sensibilità di un uomo se quell’uomo ha a cuore i destini della propria comunità. La mia candidatura non vuole certo strizzare l’occhio ad una visione legata agli stereotipi di un femminismo di facciata; sono qui come cittadino. Per servire. Giarre vuole un sindaco libero da vincoli, non ricattabile e pronto a rinunciare a tutto per un cambiamento vero e queste caratteristiche, unitamente all’esperienza acquisita ed alle mie competenze personali e professionali, sono quella marcia in più che manca da troppo tempo in via Callipoli 81.

Riposto prendendo il nome di "Jonia" ma nel settembre del 1945, con decreto luogotenenziale, Giarre e Riposto vennero dichiarate nuovamente divise. La posizione centrale all'interno del distretto ed il graduale aumento delle attività commerciali, oggi meno fiorente,

ha reso Giarre centro dell’area jonico – etnea. Rita Patanè Fonte: Gaetano Papa, 2015, “Compendio essenziale della storia di Giarre. Dalla Contea al XXI secolo”, Internet


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Intervista al Candidato Sindaco Leo Patanè Tanti anni di esperienza politica, perché ha deciso di scendere in campo adesso?

ALCUNI DATI Classe 1977 Avvocato con Master in Management della PA LISTA Forza Italia per Patanè, Noi per Giarre, Democrazia Cristiana, #Progettiamo Giarre, Giarre Attivaco

Ritengo di aver maturato le adeguate competenze e professionalità da mettere a disposizione della mia Comunità. Infatti, dopo aver conseguito la laurea in legge ed un successivo master in Management della PA, ho conseguito l’abilitazione come Avvocato ed ho maturato diverse esperienze come Legale e consulente di Enti Pubblici ed Istituzioni Regionali e nazionali. Il mio settore di specializzazione è proprio la Pubblica Amministrazione. Inoltre ho completato due consiliature nei banchi dell’opposizione dove ritengo di aver meglio compreso il funzionamento della macchina burocratica e amministrativa del Comune di Giarre. Cinque liste e dei partiti a sostegno della sua candidatura, pensa che questo possa essere un punto di forza? Abbiamo iniziato con un gruppo civico ma, strada facendo, il nostro programma e’ stato condiviso anche da Forza Italia e dalla Democrazia Cristiana. La nostra forza sono i cittadini che continuano a guardare con simpatia e interesse il nostro progetto politico di rilancio. Un progetto che mira ad un cambio generazionale ed un cambio di marcia serio che possa riportare Giarre ai fasti di molti anni fa. Quanto, pensa, sia cambiata Giarre negli anni e di cosa ha bisogno oggi? Giarre purtroppo e’ cambiata in peggio. Da Comune capofila a Comune, ormai, privo di tanti servizi. Giarre ha bisogno di essere seriamente amministrata con competenza e professionalità per tornare ad essere un Comune guida. Serve una guida autorevole, seria e competente che operi in maniera trasparente e decisa al servizio della collettività. Quali sono i punti fondamentali del suo programma? Il mio programma si basa su ben 22 punti che reputiamo necessari per il rilancio del territorio. Ovviamente, alla base vi sono il risanamento dell’ente e la riorganizzazione degli uffici. Punti indispensabili per ridare decoro

e fornire servizi adeguati ad una città ormai ridotta ai minimi termini con strade colabrodo, parchi, ville e cimiteri abbandonati, tributi alle stelle e servizi da terzo mondo. E’ necessario procedere ad un rifacimento globale del manto stradale utilizzando materiali di ultima generazione. Quanto ai parchi e alle ville abbandonate, occorre procedere ad una partnership tra pubblico e privato consentendo ai privati di esercitare delle attività imprenditoriali con ritorni economici per gli stessi e servizi resi alla collettività in modo da sollevare il comune dai costi di gestione. Quanto ai tributi, è necessario applicare il principio “pagare meno per pagare tutti” perché, mantenendo tributi così elevati, i cittadini sono indotti a non pagare nulla mentre con tributi più bassi sarebbero incentivati a pagare tutti con la conseguenza che si avrebbe un aumento delle entrate nelle casse comunali.

all’ospedale che, nei mesi di pandemia, ha fatto sentire tutto il suo peso. Pensa che le azioni intraprese per l’imminente riapertura del Pronto Soccorso siano state le uniche possibili. O pensa non sia stato fatto abbastanza? L’Ospedale ha rappresentato l’ennesimo furto subito dal nostro Territorio e, finalmente, dopo anni di battaglie, pare, sia arrivato il momento che migliaia di cittadini aspettano da troppo tempo. Ovviamente si poteva e doveva fare molto di più! Sarebbe stato necessario esercitare una maggiore pressione sulle Istituzioni regionali al fine di ottenere una tempestiva apertura. L’ospedale di Giarre serve una popolazione molto vasta ed è incomprensibile una sua soppressione. Finalmente ci sarà la sua riapertura. Che valore aggiunto sente di poter dare a Giarre? Perché i cittadini dovrebbero darle fiducia?

Quali sono le ferite insanabili di Giarre? Personalmente, ritengo che con impegno, dedizione, competenza e professionalità non esistono ferite insanabili e Giarre, adeguatamente amministrata, potrà tornare ad essere la Giarre splendida degli anni passati. Il territorio offre buone potenzialità che, però, rimangono spesso inattuate. Immagino una Giarre diversa e se i Giarresi mi daranno l’onore e l’onere di amministrare farò di tutto per non deludere i miei concittadini. Ci parli della sua squadra. La mia squadra di assessori designati, in prima battuta, e’ composta da professionisti quali il Dott. Fabio Di Maria (dottore in giurisprudenza), l’Avv. Francesco Pio Leotta (avvocato penalista) ed il Prof. Alfio Tomarchio (Docente all’Istituto Alberghiero). Professionisti, da tempo, impegnati nel sociale ed in politica e che hanno a cuore le sorti di Giarre. Ovviamente, oltre i predetti, esistono tante altre persone della società civile impegnate nel nostro progetto di rilancio. Insieme, da mesi, lavoriamo senza sosta per offrire ai Giarresi un programma serio e realizzabile oltre a far risorgere in loro la dignità e l’orgoglio di essere Giarresi. Fra le problematiche di Giarre c’è quella legata

A Giarre darò il mio impegno, le mie competenze e professionalità maturate, sia come avvocato, che come consulente delle Istituzioni regionali e nazionali. Metterò in campo la rete di relazioni istituzionali creata negli anni per rilanciare il territorio e far tornare a Giarre risorse economiche extracomunali e finanziamenti europei. Chiedo la fiducia dei cittadini perché, fino ad oggi, sono stato sempre con coerenza all’opposizione ed ora è arrivato il momento di mettermi in gioco per amministrare ed assumermi le necessarie responsabilità di governo. Auspico che i cittadini mi diano fiducia votando il vero cambiamento che deve passare anche da un ricambio generazionale, buttandosi alle spalle personaggi del passato che hanno contribuito alla situazione di dissesto in cui oggi ci troviamo. Non è più il tempo di tagliare nastri, né di dispensare sorrisi. Oggi è il tempo di lavorare duramente con rigore e competenza per fermare il degrado in cui versa Giarre. Io e la mia squadra di consiglieri e assessori siamo pronti a dare ai giarresi un’Amministrazione che possa contribuire ad un vero rilancio del territorio, consentendo a Giarre di ritornare il vero Comune Capofila.

LE PALAZZINE DELLA DISCORDIA: ROVETTAZZO, ANNO UNO. O QUASI. dal crollo nella contrada giarrese sono passati quasi 9 mesi, la situazione popolare, ben sei per un totale di 21 persone tra cui 2 disabili, sono state immediatamente fatte evacuare in toto. Famiglie che non hanno giustamente perso tempo nel sottolineare come questa tragedia sfiorata fosse tranquillamente evitabile con la giusta manutenzione.

 Nove mesi. O poco meno. Era il 28 novembre dell'anno scorso quando, a seguito di ore e ore di forte pioggia, il balcone di una palazzina in via Strada 18 è crollato di netto. La struttura, al secondo piano, si è prima piegata su sé stessa e poi si è spezzata, cadendo al piano inferiore. Fortunatamente le stesse condizioni atmosferiche che hanno provocato il crollo hanno anche impedito la tragedia, visto che per la forte pioggia entrambi i balconi erano

vuoti. Sul posto sono ovviamente subito intervenuti Carabinieri, Polizia e Vigili del Fuoco che hanno prontamente fatto evacuare l’abitazione del balcone crollato. Una più attenta e completa analisi ha però trovato danneggiato in maniera importante e quindi pericolosa un pilastro portante all’esterno dell’edificio, rendendo di fatto inagibile l’intero immobile. Le famiglie residenti nell’alloggio

Una manutenzione che nei mesi successivi ha fatto scontrare Comune giarrese e IACP catanese, per capire di chi fossero le colpe passate e soprattutto gli obblighi di sistemazione future. Tanto degli immobili quanto delle persone sfollate. Da usare il plurale anche per le case perché, come scoperto dai carotaggi e dagli studi effettuati nei mesi successivi, esistono gravi carenze strutturali figlie addirittura dell’impiego di calcestruzzo depotenziato. Carenze condivise con molta probabilità da tutte le tre palazzine del gruppo abitativo ancora momentaneamente piene. Perché ovviamente il sindaco uscen-

te Angelo D'Anna si è dovuto prontamente muovere, in primis per tutela legale verso l'Ente che ha rappresentato per cinque anni, per disporre lo sgombero di tutto il complesso in oggetto. Sia la palazzina crollata che le palazzine (esternamente) integre. C'è chi ha trovato abitazione in maniera autonoma, chi ha dovuto farsi ospitare dai parenti, chi è ancora "costretto" a stare con mille difficoltà in sedi messe in campo dal Comune. Una di queste, in un certo senso, potrebbe essere l'IPAB "Marano" ma i tempi sono tremendamente burocratici. E le palazzine? Le tempistiche presentate dallo IACP parlano di lavori stimati per l’inizio dell’anno 2022 con durata 12 mesi e che prevedono la demolizione e ricostruzione della palazzina “C” e lavori di consolidamento per le palazzine “A” e “B, tutto usufruendo dell’agevolazione Ecobonus 110%. Un processo di ristrutturazione che però toccherebbe anche all'IPAB "Marano", qualora

fosse davvero quella la destinazione di chi non avrà possibilità di trovare sistemazione personalmente. Un ultimo tavolo tecnico si è tenuto in piena estate, a seguito di una assemblea pubblica organizzata dal SUNIA nel complesso al centro della vicenda. Presenti negli uffici D'Anna, l'assessore Alfio Previtera, la dottoressa Giusy Milazzo e l'avvocato Elena Pulvirenti come rappresentanti del SUNIA, la portavoce degli inquilini sfollati Martina Parisi, l’IACP di Catania - Ente proprietario degli immobili - nelle vesti dell' Ing. Valeria Vadalà e dell'Avv. Giacomo Cascio, i rappresentanti dell’IPAB “L. Marano” Rosario Di Rao, ingegnere e il dott. Sebastiano Russo. Difficilmente la cosa si sistemerà del tutto prima delle imminenti elezioni comunali. E Rovettazzo rischia di essere una grossa patata bollente. Di chiunque siano le mani abbottonate nel Salone degli Specchi. Alfio Giuseppe Grasso


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Intervista al Candidato Sindaco Elia Torrisi Giovanissimo decide di candidarsi, perché ? È consapevole delle tante criticità di Giarre?

ALCUNI DATI Classe 1994 Laurea Magistrale in Politiche Europee ed Internazionali Consulente del Lavoro LISTA Giarre 2050

Non sono giovanissimo, ho 27 anni e sono un libero professionista. La mia è un’età in cui si può diventare Sindaco di un Comune di 28mila abitanti ma non solo, anche ricoprire diversi ruoli sia nel settore privato che in quello pubblico. Altrove ci si stupirebbe del contrario. È la nostra visione delle cose che deve cambiare. Mi candido proprio perché questo scetticismo, che non ha niente a che fare con l’esperienza - sacrosanta -, sta soffocando qualunque nostra prospettiva di futuro. Si dice dei giovani che siano “sdraiati”, ma nello specifico in politica si utilizzano spesso i giovani solo come portatori di voti. Sono consapevole delle criticità e anche delle responsabilità di chi ha amministrato negli ultimi venticinque anni e lo sono tanto più in funzione dei miei studi e della mia professione. Ho studiato economia politica alla Bocconi, mi sono specializzato in Politiche europee ed internazionali alla Cattolica e sono un consulente del lavoro. Le mie relazioni personali, che metto al servizio di Giarre, vanno oltre i confini nazionali. È questa consapevolezza a motivarmi. Giarre deve spiccare il volo, la nostra storia non finisce qui. Quanto del passato crede sia giusto mantenere e quanto cambiare? Giarre può vantare una storia davvero importante. Nella politica, nel giornalismo, nel mondo accademico, nella musica e nello sport. Nel corso del tempo la nostra vocazione economica agraria è stata sostituita da una più definita vocazione commerciale. Oggi Giarre è, purtroppo, una cittadina in declino ma possiamo invertire la rotta valorizzando la naturale predisposizione del centro storico e anche dell’area di Corso Messina. Tuttavia, oggi Giarre ha smesso di generare nuove idee e di rappresentare quel polo attrattivo che un territorio come il nostro, nel quale si trovano quasi tutti gli istituti scolastici, può e deve rappresentare. Di cosa hanno bisogno le giovani generazioni? I giovani hanno bisogno di fiducia e di esempi autorevoli da seguire. È necessario riconoscere loro autonomia di pensiero e di azione, assicurando a tutti gli strumenti per essere liberi di pensare e di agire. La diversità tra generazioni è ricchezza. Se temessi di essere considerato troppo giovane o troppo diverso rispetto alla politica tradizionale, non farei politica.

L’aVVocaTo Risponde Per porre domande all’Avvocato Colombo inoltrare una mail a grafica@limedizioni.com

Ho paura soltanto di chi, a qualunque età, pensa di essere già arrivato. Non si finisce mai di imparare. È dal confronto di tesi e antitesi che nasce il cambiamento. Qual è il suo programma? Il programma che abbiamo presentato ai giarresi si articola su tre assi fondamentali: il risanamento amministrativo, la rifondazione socioculturale e, di conseguenza, lo sviluppo economico. Bisogna fare essenzialmente due cose, l’una non esclude l’altra: ripristinare i servizi essenziali da una parte - l’ordinaria amministrazione - e dall’altra accendere un faro sulle risorse e sulla varietà della nostra comunità. Nel mio programma abbiamo inserito elementi di innovazione quali: la transizione ecologica, la cittadinanza digitale, la centralità della progettazione europea per attrarre risorse aggiuntive di importanza strategica fondamentale.

finanziarie, nonché il patrimonio a disposizione per definire come possano essere messi in valore. I risparmi di costo non si ottengono da tagli lineari che creano solo ulteriori disservizi, oltre che incidenti istituzionali di cui si sarebbe dovuto fare a meno, come nel caso della soppressione dell’archivio notarile mandamentale. La carenza di personale può essere colmata mettendo in comune alcuni servizi con altri gli enti e attraverso il coinvolgimento dei privati e del terzo settore. La carenza di risorse finanziarie può essere colmata mediante l’approvvigionamento di risorse aggiuntive che, sotto forma di cofinanziamento, possono arrivare dalla partecipazione a bandi europei ed ai numerosi ulteriori strumenti di finanza agevolata da cui gli enti locali possono attingere. Giarre ha bisogno di un piano di manutenzione ordinaria delle strade, del sistema idrico e di tutti i servizi pubblici di interesse primario. È il metodo che fa la differenza. Bisogna saper programmare, delegare e valutare.

Ci parli della sua squadra. Sedici candidate e candidati di tutte le età, espressione delle professioni, del volontariato e della società civile. La mia squadra per il governo di Giarre è composta da tre assessori designati che assommano competenze tecniche largamente riconosciute a visione politica coerente. Valentina Bazzarin, ricercatrice indipendente, esperta esterna della Commissione Europea, docente universitaria a contratto a Bologna, esperta di open data e trasparenza, che vive in Sicilia da anni e conosce bene le criticità della nostra dimensione, Claudio Melchiorre, romano di nascita ma etneo da quasi trent’anni, esperto di relazioni industriali e difesa dei consumatori, che ha lavorato in organizzazioni importanti nel campo della tutela dei diritti, sia a Roma che a Bruxelles, e che oggi è tra i fondatori, nonché Vicepresidente, delle Aerolinee Siciliane, e Martino Pagano, ragioniere commercialista e revisore legale, nonché profondo conoscitore del panorama agricolo del territorio. È una squadra di tecnici liberi ma formati per affrontare e risolvere i problemi di Giarre con una visione coerente. Siamo progressisti anche nei fatti. Quali sono le criticità che non riescono a risanarsi, secondo lei, e sulle quali interverrà immediatamente qualora eletto? Fin da subito è mancata un’analisi puntuale e completa delle risorse umane e finanziarie a disposizione del Comune. In primo luogo bisogna fare questo, conoscere il personale e analizzare una per una le risorse umane e

Quanto è importante la cooperazione, fare rete con gli altri Comuni e progetti che possano fare di Giarre un comune europeo? Collaborare. La stessa idea di sviluppo economico che caratterizza la nostra visione non può prescindere dall’hinterland. La carenza delle risorse umane e finanziarie è strutturale, indipendentemente dal dissesto. Giarre può diventare un hub per la progettazione in sinergia con una notevole numerosità di partner istituzionali per tutte le caratteristiche che connotano il territorio e la nostra comunità, nonché un riferimento per le imprese e per le professioni. A Giarre possono nascere uno spazio per il coworking ed un incubatore. Dobbiamo integrare i mestieri, l’artigianato e l’agricoltura con le nuove competenze, anche digitali, da cui non si può prescindere per fare impresa e quindi per generare sviluppo e benessere per tutti. Cosa sente di poter dare in più a Giarre, quale valore aggiunto? La prospettiva di intere generazioni, non solo della mia, che sono state escluse dal governo di Giarre e dal dibattito pubblico per troppo tempo, una visione del mondo e delle cose aperta alla diversità e all’innovazione, una rete di relazioni in Italia e all’Estero che accenda un faro sulla nostra meravigliosa cittadina. La mia generazione sa bene, l’ha imparato a proprie spese, che per essere non possiamo mai smettere di imparare e di migliorarci.

Con i social network tutti giornalisti? Attenzione al rischio diffamazione a mezzo stampa L’uso dei social network è ormai diffuso a tutte le età. Dai più giovani a più anziani, postare fotografie, commenti, richieste, è diventata un’abitudine pressoché quotidiana. Qualche volta su questa piazza virtuale, le opinioni travalicano il buon gusto e diventano offese e insulti, che possono integrare il reato. Non bisogna, infatti, dimenticare che negli ultimi anni, i nostri giudici hanno sanzionato l’uso inopportuno e offensivo di questi nuovi strumenti. In termini generali, la nostra Costituzione tutela la libertà di espressione. Ma tale libertà non può diventare uno strumento per offendere l’amico, il vicino di casa o l’ex coniuge. Infatti, bisogna sapere che secondo la Cassazione, un commento offensivo sulla bacheca di un amico o su un gruppo può

integrare il reato di diffamazione. Dare all’ex moglie della “mantenuta” o all’ex marito dell’ “intrallazzatore” sulle rispettive pagine Facebook integra il reato di diffamazione. E la diffamazione a mezzo social è equiparata a quella con il mezzo della stampa, perché si rivolge a un numero indistinto di lettori: quindi le pene sono aumentate. E come la diffamazione sui giornali non è necessario fare nomi e cognomi: basta che i soggetti diffamati siano identificabili dal lettore medio. Fare i leoni da tastiera comporta così il rischio di subire un processo penale, con pene tutt’altro che lievi. Ma attenzione: chi si sente diffamato può agire anche in sede civile e chiedere direttamente il risarcimento dei danni, senza attendere il giudizio penale e i suoi tempi, spesso lunghi.

Quindi si rischia di finire in tribunale e pagare migliaia di euro per “ristorare” l’immagine lesa, magari con leggerezza. In sintesi, allora bisogna tenere sempre presente che lo strumento social deve essere usato con attenzione e cautela. Quando si scrive sulla propria pagina non si è a fare quattro chiacchiere al bar o al telefono con un amico, ma si mette “in rete” il proprio messaggio: e quindi lo si rende leggibile a un numero indistinto di soggetti. Non solo, ma si lascia una “traccia” nel web che difficilmente sarà cancellabile. Per non correre problemi, però, non è necessario rivolgersi preventivamente a un avvocato: il rispetto e la buona educazione quando “postiamo”, sono sufficienti per non farci correre rischi. Studio Legale Colombo Avvocato – Giornalista pubblicista


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Intervista al Candidato Sindaco Leo Cantarella

ALCUNI DATI Classe 1963 Medico di medicina Generale LISTA Il Quadrifoglio, Prima Giarre, Giarre Torna Città, Siamo Giarresi, Orgoglio Nuova Giarre, Conservatori e Riformisti

Classe ’63, sposato e padre di tre figli, medico di medicina generale, è figlio del compianto Nello Cantarella, che fu sindaco del comune ionico. Il progetto di Leo Cantarella, lontano da quasi dieci anni dalla scena politica, presenta una forte connotazione civica, ma non è frutto di una demonizzazione dei partiti, bensì della volontà di riannodare un legame diretto e di fiducia con la cittadinanza.

per accorgersi di quanto degrado ed incuria siano cresciuti rispetto agli anni scorsi. La spazzatura fa il palio con le botteghe sfitte e con una crescente disaffezione da parte della gente nei confronti della nostra città. Bisogna invertire la rotta ed in fretta!

Perché ha deciso di scendere in campo? Di scommettersi per mettersi al servizio di una cittadina tanto complessa?

Il nostro programma è un programma “anomalo” non promette grandi cose, non include una moltitudine di punti dalla difficile realizzazione. È un programma semplice, snello che punta a restituire la normalità del quotidiano alla nostra città. Dobbiamo ripartire dall’ordinaria amministrazione che viene puntualmente disattesa da troppo tempo.

Prima di accettare di candidarmi alla carica di Sindaco ci ho pensato molto e molte volte sono stato tentato di trovare "una via d'uscita", una scusa per "passare la mano". Ma io sono fatto così e non intendo cambiare. Sono consapevole dei miei limiti ma anche fiero dei miei successi personali, politici e professionali, della stima e dell'amicizia dei tanti cittadini che mi hanno ringraziato per aver scelto di dedicare alcuni anni delle mia vita a questa città che amo e che voglio di nuovo bella, attrattiva, grande e rispettata. Candidato con il maggiore numero di liste a sostegno, pensa che questo possa essere un indiscutibile punto di forza? Il consistente numero di liste a mio sostegno rappresenta un po' la cartina tornasole della nostra azione politica. Abbiamo cercato di includere il meglio di ogni area politica nel solo e unico, vero interesse della nostra città. Amministrare é una cosa seria e non si possono avere pregiudizi ideologici. Su questo penso che possiamo essere tutti d'accordo. Quanto pensa sia cambiata Giarre negli anni e di cosa ha bisogno oggi? Giarre, ahinoi, é cambiata moltissimo negli ultimi tempi e basta girare per le nostre vie

Quali sono i punti fondamentali del suo programma?

Quali sono le ferite insanabili di Giarre e su quali interverrà subito se venisse eletto? Ritengo che Giarre non abbia ferite insanabili sennò non staremo qui a parlare. Bisogna dare sempre spazio alla speranza, bisogna sempre guardare al futuro anche se, siamo realisti, le ferite sono tante. Alcune gravi, gravissime. Si dovrà agire, principalmente, sulla macchina amministrativa snellendo la burocrazia, effettuando una ricognizione seria e puntuale sui debiti dell’ente. Crediamo nella libertà d’impresa, nella reciproca solidarietà e nel bene comune, come priorità anteposta al bene personale. Serve chiarezza e trasparenza, serve un piano articolato e serio che possa tirare fuori Giarre dalle sabbie mobili. Ci parli della sua squadra. Chi sono le persone che si sono messe in gioco insieme a lei sostenendola? Come anticipato poc’anzi, la nostra squadra è variegata ed è composta da diverse “anime”. Abbiamo scelto le migliori espressioni delle forze politiche giarresi per poter dare un futuro

alla nostra città. Dinnanzi al degrado, dinnanzi alla decadenza della nostra comunità non c’è destra o sinistra che tenga. C’è un’emergenza di fronte alla quale tutti gli uomini e le donne di buona volontà devono unirsi per dare un contributo ideale, valoriale e politico. Serve l’esperienza e la capacità di tutti. Dei migliori. Fra le problematiche ataviche di Giarre c’è quella legata all’ospedale inaugurato nel 2002, dal 2009 inizia il suo lento declino con la dismissione di vari reparti che culminerà il 27 aprile 2015 con la chiusura del Pronto soccorso. Quest’assenza, nei mesi di pandemia, ha fatto sentire ancora di più il suo peso. Pensa che le azioni intraprese per l’imminente riapertura del pronto soccorso siano state le uniche possibili. O pensa non sia stato fatto abbastanza per la riapertura dell’ospedale? Sull’ospedale, che purtroppo vanta una storia triste e travagliata, mi riservo di rispondere dopo la “riapertura” valutando, prima da professionista e poi da politico, la situazione del nosocomio e il servizio offerto ai cittadini. Certo è che non faremo sconti. A nessuno. Quale valore aggiunto darà a Giarre? Perché i cittadini dovrebbero darle fiducia? Umilmente, penso e spero di poter rappresentare tutti i Giarresi onesti e perbene, molti dei quali mi hanno visto crescere, molti dei quali nei mesi scorsi sono venuti a trovarmi chiedendomi di tornare in campo. Sono in campo e ci sono con il cuore per poter guardare nuovamente con speranza al futuro. Per poter lasciare ai nostri figli una città migliore rispetto a come l’abbiamo ereditata. Noi ci siamo, col cuore!


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CuCinA ED EvEnti

I SEGRETI DELLA CUCINA DI DADRA Daniela Greco, in arte Dadra, ha cominciato a pubblicare ricette tantissimi anni fa.  Mossa da una grande passione per la cucina e la pasticceria, insegna queste materie in importanti scuole di cucina private di Catania, compresa “SIciliA' cibo e cultura”, associazione culturale-gastronomica, da lei fondata, che offre corsi di cucina e pasticceria sia in chiave tradizionale che vegana, e, inoltre, anche e soprattutto cooking class per turisti e il servizio di chef a domicilio. E' stata responsabile di cucina in splendide location della Sicilia che si occupano, principalmente, di eventi. Ha partecipato ad alcune trasmissioni Rai, compresa “La Prova del cuoco”. Annoverata fra le eccellenze siciliane, Daniela Greco, ha tenuto vari show cooking ed è di frequente chiamata, in veste di esperta di cucina, in alcuni Istituti Alberghieri del Territorio Etneo. A noi donerà, in pillole, qualche ricetta e qualche segreto della sua cucina. L’estate è calda, molto calda...e non è ancora giunta al termine. Da noi si pro-

MOUSSE DI YOGURT CON CREMA DI PISTACCHIO.

lunga spesso sino all’autunno. “Mi fa piacere suggerirvi una merenda, ma va benissimo anche come colazione o spuntino fresco, leggero, privo di alimenti di origine animale e, quindi, anche senza lattosio, perfetta per intolleranti e per chi vuole mantenersi leggero ma senza rinunciare al gusto. – ci ha detto Dadra - Usate sempre frutta di stagione e, se possibile, locale. Questa dose vi permetterà di ottenere una mousse per una persona.

Dalla viva voce di Dadra: Prima di tutto, preparo la mia crema al pistacchio: frullo pistacchi (circa 500 g) non tostati e non salati con un food processor, sino ad ottenere una pasta pura di pistacchio. Ci vorrà circa un quarto d’ora. Con questa quantità ne otterrete molto più del necessario ma conservata in frigo, in un barattolo di vetro ben pulito, durerà per qualche giorno e potrete “declinarla” come più vi piace, anche per condire un primo piatto. Torniamo alla nostra merenda in bicchiere. Mescoliamo 150 g circa di yogurt (io uso Alpro alla soia naturale) con 1-2 cucchiaini di crema di pistacchio. Assaggiate per regolare la dolcezza. Potete usare dolcificanti

Cine Teatro Garibaldi, "La Bella e la Bestia" gratuita per beneficenza L'associazione "A un Passo dal Sogno" di nuovo in favore della LIFC

 Nelle scorse settimane il Cine Teatro "Garibaldi", storico luogo di svago e cultura giarrese, ha ospitato una nuova serata in onore e in supporto della Lega Italiana Fibrosi Cistica. Non è infatti la prima volta che il Garibaldi accoglie e sostiene tali iniziative. Una serata, patrocinata

dall'ARS e organizzata da Salvo Di Mauro, che ha visto protagonisti le ragazze e i ragazzi dell'Accademia del musical e dell’Arte dello Spettacolo "A un Passo dal Sogno" di Giuseppe Privitera, come sempre, affiancato dalla "Feel Dance" di Paola Gravagna e dalla vocal coach Giusy Finocchiaro. Ha registrato un bel successo la messa in scena del musical "La Bella e la Bestia e la Rosa Incantata", che ha portato pubblico a teatro dopo tutto questo tempo e anche qualche offerta nelle casse della ricerca. E questo soprattutto, scopo della serata di beneficienza, non può che essere una vittoria.

acalorici naturali o di sintesi o sciroppo d’acero o scegliere di non dolcificare. Io mi trovo benissimo con l’eritritolo. Prendiamo una pesca tabacchiera, affettiamola e poniamo le fettine in una ciotolina, irroriamo con poche gocce di succo limone bio. Componiamo il nostro bicchiere: le fette di pesca tabacchiera vanno alternate allo yogurt condito col pistacchio. A volte unisco anche un biscotto digestive sbriciolato, facendone 2 strati. Fate riposare almeno 10 minuti in frigo e gustate! Rita Patanè

EvEnti, un'estate di ritorno ALLA nOrMALità In questa seconda stagione pandemica si ritorna piano piano alla normalità, parola a un addetto ai lavori

Alfio Giuseppe Grasso

 Tra le normalità, quotidianità, che il COVID19 ci ha tolto c'è sicuramente il ritrovarsi per unacerimonia, un'occasione speciale, un evento. Un settore intero, quello degli eventi pubblici e privati, che ha immobilizzato ristoratori, fiorai, sarti e ovviamente organizzatori di eventi. Una delle agenzie più rinomate a Giarre è sicuramente "I Soliti" di Matteo Marino. Matteo si è fatto da solo, arrivando a creare una realtà imprenditoriale seria direttamente da unapassione giovanile, con resilienza e grinta. In estate si è riaperto uno spiraglio, abbiamo voluto tastare il polso di un rappresentante diquesta martoriata categoria. Matteo, sei il titolare di un'agenzia d'animazione ed eventi. Uno dei tantissimi settori travolti dal biennio 2020/21. Com'è stato? E' stato a dir poco drammatico. Purtroppo questo settore ha avuto un blocco non parziale, ma totale. Più di altri settori. Altri settori in qualche maniera, infatti, hanno potuto reinventarsi e proporre qualche servizio, di certo comunque non paragonabile ad un'attività che possa supportare l'economia di una famiglia. Ma quantomeno per tenere l'umore un po più alto. Noi purtroppo abbiamo subito, subito e subito da tutti i fronti. Ti aspettavi più vicinanza dalle istituzioni? Cosa si poteva pensare? Le istituzioni in un primo momento hanno cercato di far fronte alla problematica economica delle chiusure. Ma come ogni

cosa che non si conosce, affrontarla rappresenta sempre una scommessa. Una scommessa sicuramente non vinta e forse nemmeno pareggiata. Non posso e non voglio criticare chi ha dovuto prendere le decisioni, posso solo aggiungere, a qualunque pensiero legittimo e critico rispetto alla gestione complessiva, che i lavoratori autonomi sono stati i più danneggiati. In estate però si è potuto ripartire, cosa ti aspettavi? L'anno scorso siamo ripartiti sulla carta, eravamo ben distanti dai numeri della stagione estiva pre-covid. Numeri che non abbiamo fatto in tempo neanche ad immaginare, studiare e poi trasformare in lavoro che le chiusure hanno fatto nuovamente capolino. Se dobbiamo parlare di aspettative quest'anno, agli inizi dell'estate avrei detto "prendo tutto ciò che viene". E in effetti così è stato, con eventi privati sicuramente meno numerosi degli scorsi anni quando l'estate faceva esplodere la mia agenda. Hai avuto mai paura di essere costretto a ridimensionare la creatura che hai fatto nascere? Di certo il ridimensionamento fa purtroppo parte del modus operandi che molte aziende, dopo la pandemia, hanno dovuto mettere in campo. L'importante è anche la modalità con cui lo si effettua, cercando di non perdere i princìpi su cui si è fondata la propria azienda. E soprattutto cercando di avere ugualmente una visione positiva del prossimo futuro, senza di quella non siamo portati a far nulla. Alla fine è stata un'estate aperta, potenzialmente efficace per il settore. E in questo senso le Notti Magiche fatte vivere dalla Nazionale Italiana di calcio hanno dato una bella accelerata. Ma come si evince dalle ultime parole dell'intervistato si deve stare attenti ai minimi movimenti. C'era infatti inevitabilmente - e volendo ancora aleggia nell'aere - la paura di una fotocopia dell'estate scorsa: relativo liberi tutti, poi la chiusura di inizio autunno. E buonanotte a tutti, si va a letto senza cena. Anche se in quattro per tavolo e congiunti. Alfio Giuseppe Grasso


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EvEnti

Il settore del Food nell’epoca della pandemia, il dramma dei ristoratori dell’area jonico – etnea che fanno sicuramente ben sperare, soprattutto per le attività commerciali e imprenditoriali legate strettamente al turismo. In estate la pandemia sembra quasi addormentarsi per poi ritornare, anche più forte di prima, nei freddi mesi autunnali e invernali. Anche la tendenza registrata in questo 2021 sembra la medesima, soprattutto per la dilaniante presa dell’aggressiva variante Delta che ha ormai soppresso la vecchia forma del virus.

 Da circa quattro mesi, precisamente a partire dal 24 maggio 2021, l’Italia è gradualmente passata dalla zona arancione e rossa alla zona gialla e, dal 28 Giugno, tutte le regioni della penisola sono passate in zona bianca, compresa la Sicilia, già in bianco dal 21 Giugno.

Grazie a ciò bar, ristoranti, pizzerie, paninerie, pub e simili hanno potuto riaprire le proprie porte ai clienti, inizialmente offrendo loro il servizio ai tavoli esclusivamente all’aperto e rispettando gli orari del coprifuoco, che dal 21 giugno è stato definitivamente abolito, e, successivamente, anche al chiuso, con l’obbligo di rispettare il dovuto distanziamento tra i tavoli e tutte le norme di sicurezza per prevenire il contagio dal virus SARS-CoV-2. Una boccata d’aria fresca per un settore, quello del food, pesantemente colpito dalle restrizioni dei mesi precedenti. Un importante comparto commerciale completamente bloccato dallo scorso Novembre 2020 e che, salvo qualche raro passaggio delle regioni in zona gialla, non ha potuto svolgere la sua consueta attività al pubblico. A Giarre, in provincia di Catania, il grido di protesta del settore food è partito dall’organismo Confcommercio – settore food. I membri, guidati dal presidente, Attilio Lo Po', e dai membri del direttivo, fra i quali Davide Pappalardo, referente FIPE per Confcommercio Giarre, hanno dato voce al malcontento generale in cui versava il settore food giarrese, cercando di far arrivare il loro messaggio al governo centrale, ottenendo, tuttavia, scarsissimi risultati. Ma Confcommercio non è stato l’unico organismo attivo negli ultimi mesi per dar voce alla disperata protesta dei ristoratori. Si sono formati anche altri gruppi e associazioni che hanno contribuito ad alimentare le proteste nel settore, giungendo sino a Roma, sotto la sede del Parlamento italiano.

I casi giornalieri sono quindi aumentati a partire da inizio agosto e, a differenza dei mesi precedenti, si è registrata un’inversione di tendenza fra nord e sud, in particolare in Sicilia, dove si è registrato un boom di casi che ha costretto l’amministrazione regionale Musumeci a dover dichiarare il passaggio in zona gialla a partire dal 30 agosto 2021.

“Abbiamo mantenuto la promessa, siamo arrivati fino a Roma per protestare. Il nostro grido si chiama Diritto al lavoro!”

Con i vaccini è stato di conseguenza introdotto il “Green – Pass”, una certificazione verde personale, che viene rilasciata a tutti coloro che hanno ricevuto il vaccino e a chi è risultato negativo ad un tampone (anche rapido) nelle ultime 48 ore.

Ne è un esempio l’Associazione Jonica Ristoratori, nata con l’intento di “dare visibilità e valore a chi crede nella propria terra creando al contempo un indotto economico e turistico di grande interesse”, come si legge dalla descrizione della loro pagina Facebook ufficiale. Ne sono entrati a far parte moltissimi ristoratori dell’area jonico etnea, che comprende i comuni di Giarre, Riposto, Mascali, Fiumefreddo e molti altri ancora. Il Presidente, Gianluca Emanuele, insieme ad una delegazione di ristoratori giarresi, si è recato a Roma, lo scorso 12 Aprile, per partecipare alla protesta del movimento #ioapro, tenutasi nelle più importanti piazze della Capitale.

Con la risalita dei contagi, lo Stato ha dovuto prendere ulteriori provvedimenti per contenere la nuova ondata e questi si sono tradotti nel possesso obbligatorio del green pass per l’accesso ai luoghi chiusi come: musei, pub, ristoranti, pizzerie, mostre ecc... Un’altra brutta scossa subita dal mondo della ristorazione che ha visto diminuire notevolmente gli ingressi nei locali, potendo offrire il servizio ai tavoli esclusivamente all’aperto per tutti coloro non in possesso della certificazione verde.

“Abbiamo mantenuto la promessa, siamo arrivati fino a Roma per protestare. Il nostro grido si chiama Diritto al lavoro!” Così affermava Gianluca Emanuele, in un’intervista rilasciata ai nostri microfoni durante la protesta romana. Questa e molte altre proteste si sono susseguite nelle piazze e nelle vie di tutto il Belpaese, fino all’agognata riapertura di tutte le attività di ristorazione, avvenuta in Sicilia lo scorso 17 maggio. Non è stato semplice riaprire al pubblico, anche perché molte restrizioni hanno continuato a valere per lungo tempo, sino a giugno inoltrato. A Giarre, ad esempio, l’amministrazione comunale è venuta incontro alle esigenze dei ristoratori, offrendo la possibilità di dare inizio alla stagione dei “Cafè concerto” qualche settimana prima rispetto alla consueta data. Da metà maggio circa, il servizio ai tavoli

Uno scenario già visto per molti imprenditori locali, che hanno dovuto nuovamente rimodulare la loro organizzazione interna, ad esempio predisponendo tavoli per un massimo di 4 persone per volta all’interno. Fortunatamente, il 21 giugno 2021, il coprifuoco è stato definitivamente abolito dal governo centrale; pertanto, nemmeno in zona gialla ci sono limitazioni di orario per la chiusura delle attività di ristorazione nelle ore serali. Un compromesso relativamente accettabile per i ristoratori dell’hinterland giarrese, che di certo nei mesi primaverili di marzo e aprile avevano ben più grossi problemi cui pensare. Ma il nuovo anno ha portato con sé anche la grande novità dei vaccini contro il Covid. Vaccini che sono stati accolti dalla popolazione con una forte discrepanza di opinioni ma che, ad oggi, sono stati somministrati a circa il 70% della popolazione, considerando tutti i soggetti a cui hanno somministrato le due dosi, cioè con vaccinazione completa.

Nelle due foto la piazza dove si svolge la manifestazione di “Cafè Concerto” e il logo dell’Associazione Jonica Ristoratori si è potuto tenere all’esterno, sfruttando le strade e le piazze della città, chiuse al traffico nella fascia oraria dalle 20:00 a mezzanotte. Il motivo di tale anticipo- ha dichiarato il sindaco di Giarre Angelo D’Anna- “è stato dovuto alla necessità per ristoranti, pub, pizzerie di offrire il servizio ai tavoli esclusivamente nelle aree all’aperto. Abbia-

mo cercato di venire incontro ai nostri imprenditori locali, per favorire un’attività commerciale d’eccellenza da troppo tempo martoriata ed emarginata”. I mesi di luglio e agosto sono passati molto velocemente e la calda estate siciliana ha visto approdare un considerevole numero di turisti sull’isola. Numeri che non sono neanche lontanamente paragonabili a quelli pre-pandemia ma

Perdite notevoli certo ma quando il caldo estivo finirà e sarà necessario mangiare al chiuso per proteggersi da pioggia, freddo e altre intemperie, potranno davvero le attività di ristorazione continuare a ricavare il necessario utile con degli ingressi così in calo? La consistente fetta di popolazione non ancora in possesso del green pass cambierà idea e accetterà la somministrazione del vaccino? Forse è diventata una questione più morale che etica ma solo il tempo potrà dare delle risposte alle nostre domande.

articolo a cura di Salvo Faro


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EtnA

etNa: StESSA CEnErE vuLCAniCA, StESSO PrObLEMA MA Previtera raSSicura L'assessore: «Ora almeno potrebbe diventare una risorsa» ma è comunque emergenza  Una conosciutissima canzone recita "stessa spiaggia, stesso mare". E la spiaggia, da noi e nell'immaginario collettivo, è fatta di sabbia. Ma si sarebbe mai potuto immaginare, il buon Piero Focaccia, che noi avremmo avuto la spiaggia di sabbia…vulcanica? È ormai quasi un anno che la nostra Etna ci tiene compagnia, a cadenze irregolari, con parossismi, boati, fontane di lava e nubi di cenere. Cenere che, una volta finito il viaggio aereo, coccolata dalla spinta eruttiva, precipita sul territorio circostante. Una situazione che, pur nella sua magari poetica attrazione, ha causato e continua a causare danni, problemi e pensieri a tutta l'area ionico-etnea. Capofila di questi territori è il Comune di Giarre e il proprio assessore uscente al ramo, Alfio Previtera, si è concesso ai nostri taccuini.

Salve, assessore. In che situazione si è trovato il comune di Giarre dopo la pioggia di cenere vulcanica peggiore degli ultimi decenni? Certamente in grande difficoltà e con una grande emergenza sotto il profilo sanitario, logistico e viario. Il traffico inevitabilmente modificato, un panorama poi spettrale che inevitabilmente ha coinvolto i settori commerciali ed agricoli mettendoli in ginocchio. Inoltre i privati hanno dovuto, come del resto l’ente pubblico, pulire strade, tetti e quant’altro. Per più volte, visti i ripetuti fenomeni parossistici. Con investimenti considerevoli che non hanno avuto nessun riscontro, o quasi, in termini di provvidenze, pagamenti,se non in maniera tardiva e insufficiente. Nulla anche per i privati,

La situazione attuale? Adesso stiamo attraversando una grande situazione di incertezza. Dobbiamo capire come liberare la città da una quantità di sabbia spropositata. Parliamo di circa 23.000 tonnellate, tutto stoccato nella zona di stoccaggio e nelle varie zone indicate di stoccaggio temporaneo. Ma parliamo del dove senza sapere il quanto: la sabbia ancora da conferire forma una quantità imprecisata. Ancora oggi non abbiamo notizie chiare

Nelle foto un parossismo dell’Etna e cumuli di cenere vulcanica nei luoghi di raccolta, per le strade e nelle piazze

foto di Salvo Faro

Quanto sarà importante nello smaltimento delle cenere vulcanica la modifica della sua catalogazione da rifiuto speciale a rifiuto ordinario? Sarà di fondamentale importanza. Ci consentirà di farla diventare una grande risorsa e non più un rifiuto, qualcosa da utilizzare, ove possibile, nell’agricoltura e nell'edilizia. A corollario di questa intervista aggiungiamo che la sabbia vulcanica raccolta, nel frattempo, ha raggiunto le 40 mila tonnellate. Uno sproposito. Per farvi capire, è come se mille capodogli si fossero dati appuntamento sull'Etna. Capodogli di pura cenere vulcanica adagiato sulle nostre vite. Giusto un tantino pesante. nemmeno in termini di sgravi fiscali richiesti ma non presi in considerazione. Aggiungiamo anche il diniego alla dichiarazione dello stato di emergenza: è stato sì dichiarato lo stato di mobilitazione che però è consistito, ad oggi, solo dell’in-

tervento della Protezione Civile che ha contrattualizzato due ditte a proprie spese. A fronte comunque di un consistente affidamento dell’ente locale in somma urgenza, con relativi debiti fuori bilancio ancora da approvare.

La Cenere vulcanica dell’Etna non più Rifiuto ma Risorsa  Dallo scorso maggio, a seguito della proposta del Senatore giarrese, Cristiano Anastasi, la cenere vulcanica non è più un rifiuto speciale qualora venga riutilizzata in cicli produttivi. Lo stabilisce una modifica alla normativa introdotta nel decreto legge Semplificazioni del 2021, nello specifico l’art. 35, comma 1, lettera c), in materia di “Misure di semplificazione per la promozione dell’economia circolare” ove è riportato: “Al fine di consentire la corretta gestione dei rifiuti e la migliore attuazione degli interventi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, anche al fine di promuovere l’attività di recupero nella gestione

Ha ragione il sindaco D'Anna e tanti come lui a pensare il classico "Fosse successo al nord"? Che non ci sia consapevolezza del problema a livello istituzionale? Il sindaco ha certamente ragione. Al nord sarebbero intervenuti celermente. Noi come sempre siamo trattatati male, con il governo centrale che non ha nessuna consapevolezza del nostro problema. Non lo vive, quindi non lo capisce e non produce quindi gli atti necessari. I nostri politici non riescono ad essere incisivi, non ci rappresentano poi così tanto.

dei rifiuti in una visione di economia circolare”, vengono apportate modifiche, fra l’altro, per le ceneri vulcaniche “laddove riutilizzate in sostituzione di materie prime all’interno di cicli produttivi, mediante processi o metodi che non danneggiano l’ambiente né mettono in pericolo la salute umana”. Un grande risultato, questo, che consentirà notevoli risparmi, non solo per i Comuni, che non dovranno portarla in discarica con costi esorbitanti di smaltimento, 140 euro circa a tonnellata, se catalogata come rifiuto solido urbano, circa 20 euro a tonnellata, se considerata terre e rocce da scavo, ma anche per

tutti gli Enti coinvolti nell’iter di smaltimento. Ma il Senatore Anastasi non si è fermato dopo la conversione del decreto legge in normativa, sta continuando a lavorare per andare avanti in tale direzione e riuscire a garantire l’attivazione di filiere per il recupero della cenere. In quest’ottica, il Senatore del Movimento 5 Stelle, è al lavoro per individuare il giusto percorso e sta collaborando con le Facoltà di Ingegneria ed Agraria dell’Università degli Studi di Catania ed, al contempo, con la Prefettura, per stabilire normative e pratiche che possano favorire economia e creare posti di lavoro e far sì che la cenere vulcanica da

problema possa diventare risorsa. Sono numerosi i progetti di riutilizzo della cenere vulcanica, dall’edilizia, all’agricoltura ad usi artistici. E chissà che non se ne possano trovare altri. Allo stato attuale, infatti, benché la normativa sia vigente non si sa, ancora, come trattarla. Temporaneamente i Comuni possono stoccare la sabbia in attesa che vengano attivate, appunto, tali filiere produttive. Resta, comunque, un traguardo importante, finalmente, diventato reale. Rita Patanè

Alfio Giuseppe Grasso


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CuLturA

VIAGGIO SULL’ETNA: MITOLOGIA E SIMBOLOGIA DEL VULCANO MERITEVOLE DEL GRAN TOUR L’Etna é mia madre e io abito in un bell’antro tra le concave pietre (Idyllia 9,15)  I Greci conoscevano l’Etna come Aitna (da aitho cioè bruciare) e i Romani come Aetna, ma anche l’origine sicana la identifica come Aith-na, ardente. Entrambe provengono dalla medesima radice ai-dh cioè fuoco, bruciare. Gli arabi la definirono “montagna di fuoco”, Jabal an-Nàr, poi latinizzato in Mons Gibel, successivamente volgarizzato in Mongibello o mungibeddu. Tale definizione però incontra anche l’origine in Mulciber (qui ignem mulcet – che placa il fuoco), nome con cui veniva identificato il dio Vulcano. In tempi recenti il nome Mongibello è rimasto a indicare la sola parte sommitale dell'Etna, ovvero l'area dei due crateri centrali e dei crateri sud-est e nord-est.

Aci e Galatea – Villa Belvedere, Acireale

Jean Pierre Houel, Isole dei Ciclopi nella baia di Acitrezza, Vista generale

Nell’antichità classica l’interessamento dei Greci per l’Etna è stato tale che Euripide considera il vulcano posto in territorio ellenico: Ulisse, infatti, si rivolge al Ciclope con queste parole: “Abiti i recessi dell’Ellade, sotto l’Etna, il monte che erutta fuoco”. Tucidide nel rievocare la distruzione della terra dei Catanesi, ricorda che “essi abitano ai piedi del monte Etna, che è il più alto monte della Sicilia”. Teocrito fa dire al pastore Menalca: “L’Etna è mia madre ed io abito in un bell’antro tra le concave pietre”. (Idyllia 9, 15) L’Etna ha sempre destato paura per le eruzioni e stupore per la mole e la bellezza. Pindaro chiama l’Etna “colonna del cielo” e descrivendone un’eruzione (del 475 o 479 a.c.) la definisce: “mirabile prodigio a vedere, meraviglia anche a udire”. Il retore Longino (I sec. d.c.), descrivendo i fenomeni celesti che spesso sbalordiscono e ottembrano la mente (per la paura), ritiene che nessuna cosa sia più degna di ammirazione dei crateri dell’Etna dalla cui profondità, durante le eruzioni, vengono espulse pietre (De sublimitate 35,4,6). Il vulcano ha dato luogo ad un ricco fiorire di miti negli autori antichi greci, miti che poi ebbero una grande fortuna presso alcuni autori latini antichi, tardo-antichi e medievali. È opportuno procedere ad una panoramica dei principali personaggi mitologici collegati con l’Etna, ricordando che Demetrio di Callia riferisce che i figli di Briarco, uno dei Ciclopi, erano Sicano ed Etna, da cui il nome.

Jean Pierre Houel - Acitrezza

Jean Pierre Houel - Monte Rosso

Tifone, secondo Pindaro, era un mostro dalle cento teste, inviso dagli deii, un tempo nutrito nel famoso antro di Cilicia, poi giacente nell’orrido Tartaro; successivamente i campi sopra Cuma, bagnati dai flutti, e la Sicilia ne premono l’irsuto petto; e una colonna del cielo, l’Etna nevosa, lo incatena. Etna è anche il nome di una ninfa, la figlia di Gea e di Urano cioè la Terra ed il Cielo, proprio a significare la fusione che la vetta, con le effusioni delle lave provenienti dal centro della terra, compie nei nostri cieli. La ninfa Etna con il suo amante Efesto, dio del fuoco, generò due gemelli, i dei Palici, protettori dei naviganti. Al fine di portare a termine la gravidanza, la ninfa Etna si nascose sotto il vulcano dando così per due volte alla luce i gemelli, sia quando partorì che quando uscirono dal ventre della montagna; la leggenda della ninfa Etna si intreccia con quella di Tifone. Circa il mito di Tifone, il geografo Strabone riferisce che il gigante è sepolto nell’isola; quando si volta, sprizzano fiamme e acqua e talvolta persino isolette che contengono acqua bollente. Antonio Liberale (II sec. d.c.), pur riprendendo il mito di Tifone seppellito sotto l’Etna, aggiunge che Zeus gli pone come custode Efesto, sulla cima della montagna; “questi, appoggiate le incudini sul collo di lui, lavora il ferro rovente” (Metamorphoseon

synagoge 28,4,2). Il sofista Flavio Filostrato afferma di aver sentito dire che i Catanesi credono che Tifone sia legato là (sull’Etna) e che da lui scaturisca il fuoco (Vita Apollonii 5,14,1). La lotta di Tifeo, o Tifone, con Zeus generò appunto la leggenda, narrata anche da Esiodo nella sua Teogonia, di questo “Colapesce terreno” che, scaraventato dentro l’Etna da Zeus, fu condannato a sorreggere la Sicilia mantenendo i piedi sotto Lilibeo, l’attuale Marsala, il braccio destro sotto Capo Peloro (Messina) ed il braccio sinistro sotto Pachino (Siracusa) e trovandosi quindi con la testa sotto l’Etna. Proprio quando Tifeo si sveglia dal suo sonno tentando di muoversi e urlare infuriato, si producono terremoti ed eruzioni generati dal suo movimen-

to e dalle sue fauci. Intorno all’agrigentino Empedocle (490-430 a.c.), convinto di essere “dio immortale, non uomo” - come si autodefinisce ne Le purificazioni – dato il suo multiforme ingegno (fu politico, medico, filosofo, profeta e taumaturgo), fioriscono le più strane leggende; secondo quella più nota egli si lanciò nei crateri dell’Etna; mentre studiava un’eruzione. Nei Testimonia 1,135 di Empedocle, Ippoboto descrive come avvenne la morte del filosofo: allontanatosi da una festa con ottanta invitati si diresse sull’Etna e giunto ai crateri di fuoco vi si lanciò dentro e fu distrutto, volendo essere riconosciuto come un dio. Luciano fa parlare Empedocle nello Icaromenippus 13,16: questi si autodefinisce fisico e racconta

che, gettatosi in uno dei crateri dell’Etna, il fumo del vulcano lo avrebbe portato in alto e lo avrebbe condotto sulla luna e andando a spasso per l’aria si sarebbe nutrito di rugiada. Nei Dialogi Mortuorum il sofista, rivolgendosi a Menippo, definisce Empedocle “mezzo cotto dall’Etna”. Tertulliano in Ad Martyras elencando i personaggi famosi che si erano buttati nel fuoco, ricorda fra le donne Didone e la moglie di Asdrubale e fra i filosofi Eraclito ed Empedocle. Lo scrittore riferisce che il filosofo saltò giù nei fuochi del monte Etna; in De anima 32, invece, sottolinea la follia di Empedocle che dichiarava di essere un dio e non disdegnava che qualcuno lo ricordasse come eroe; in seguito Empedocle, per non putrefarsi in fondo a qualche sepolcro, preferì essere arrostito come un pesce, gettandosi giù nella bocca del cratere (Scholia mythologica). Nelle varie grotte, e sono tante che si formano e si distruggono durante le eruzioni, vi è una leggenda costante, della “truvatura”: vi sarebbe cioè un immenso tesoro, custodito e protetto da svariati “mostri” o “spiriti”, che non permettono di sciogliere l’incantesimo al quale il tesoro è sottoposto. Sulla costa lavica etnea vi era una grotta, sempre formata da colate dell’Etna, la grotta delle Palombe che fa da scenario alla leggenda raccontata anche da Ovidio nella sua Metamorfosi, la triste storia di Aci e Galatea. Galatea era una bellissima ninfa amata e ricambiata dal pastorello Aci. Ma Polifemo amava Galatea ed un giorno, furioso di gelosia, scaraventò un masso su Aci, uccidendolo. Furono le inarrestabili lacrime di Galatea a convincere gli Dei a mutare in fiume il corpo del povero Aci, dove finalmente Galatea poteva immergersi per ricongiungersi idealmente con il suo amato. Gli umani, commossi da tanto amore, decisero di affidare il nome di Aci a tutte le zone adiacenti al fiume, in memoria del povero pastore. Oggi, a causa di violente mareggiate, la grotta delle Palombe non esiste più ma rimane nella memoria grazie ad incisioni di artisti che accompagnavano i viaggiatori del gran tour. Il Polifemo che uccise Aci è lo stesso raccontato da Omero nell'Odissea ed è conosciuto in tutto il mondo. Ulisse, ritornando da Troia, sbarcò in Sicilia sulle coste dell’acese ove fu catturato da Polifemo, un mostruoso e gigantesco ciclope con un solo occhio. Per riuscire a fuggire dalla grotta in cui Polifemo lo aveva segregato, Ulisse accecò l’unico occhio del ciclope con un palo appuntito e, nascondendosi sotto il ventre dei montoni del gregge di Polifemo, riuscì a fuggire. Ma l’ira di Polifemo si manifestò con la violenta abitudine di lanciare massi, che stavolta non colpirono Ulisse ma generarono i faraglioni che oggi ammiriamo ad Acitrezza.

del castagno che, con la sua vastità, riuscì a riparare addirittura tutti i cavalieri. Anche Jean Houel descrisse tale leggenda nel suo “Voyage de Sicile” ritraendo il luogo e narrandone la leggenda. L’Etna è sempre stata raffigurata in modo estremamente pittoresco; con le scoperte archeologiche di Pompei ed Ercolano, l’alta borghesia europea si trovò a rivedere i confini del Grand Tour sin allora tanto di moda, includendo così sia la Campania che, per le meraviglie della magna Grecia ancora esistenti, la Sicilia. Tale usanza generò quindi una lunga lista di visitatori in Sicilia, i quali furono catturati dal fascino che l’Etna emanava. Incuriositi ed intimoriti, i viaggiatori si prodigavano quindi all’ascesa del vulcano, ammirandone i contrasti che la brulla lava o i filari di vigneti offrivano. Jean-Pierre Houel restò incantato dalla nostra terra e produsse oltre 200 tavole il quale raccolse nei 4 volumi del suo “Viaggio pittoresco nelle isole di Sicilia, Malta e Lipari”. La prima opera monografica sull’Etna viene scritta solo in età umanistica da Pietro Bembo (1470-1547), che nel 1496 pubblica a Venezia l’opuscolo De Aetna. Nel testo, strutturato in forma di dialogo con il padre, egli racconta l’esperienza del viaggio e dell’ascensione all’Etna, compiuti durante il soggiorno a Messina presso il maestro di greco Costantino Lascaris. Sin dal Medioevo l’immagine letteraria del locus horridus trasferisce i suoi elementi costitutivi all’iconografia artistica: la pioggia di fuoco, le grotte, le selve e i gironi infernali, vengono rappresentati nelle illustrazioni a testi biblici, omerici e soprattutto alla Commedia di Dante. Anche le prime immagini dell’Etna, prodotte e diffuse a scopo illustrativo attraverso le incisioni, importano questo modello semantico, ripetendosi con poche varianti fino alle soglie del XVIII secolo. In questa xilografia del XVI secolo, tratta da una delle numerose edizioni della Cosmographia universalis di Sebastian Munster (1488-1552); l’Etna fiammeggiante e terribile incombe sulla città di Catania, espressione della potenza della natura e del suo sopravvento sull’uomo. Il tratto netto della tecnica xilografica si presta ad una rappresentazione semplificata in cui prevale l’interesse simbolico: la potenziale e venerabile distruzione che l’Etna ha in sé.

Rimanendo nell'ambito delle leggende, nel territorio etneo di Sant’Alfio vi è ancora vivo e vegeto un castagno plurimillenario, il più antico e grande d’Italia, che ne custodisce una. Si narra che una regina (Giovanna d’Aragona o Isabella d’Inghilterra) con al seguito la sua corte di cavalieri e dame, durante una escursione sul vulcano Etna fu sorpresa da un violento temporale. La regina ed i suoi accompagnatori trovarono quindi rifugio sotto le fronde

testo a cura di Serena Pagano


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SPOrt

La società di Nirelli fa felice un intero territorio, stravincendo l'eccellenza e conquistando la promozione  Che stagione incredibile quella passata dal Giarre e dai suoi tifosi. Una cavalcata cominciata, e mai finita, sul selciato di una categoria come l'Eccellenza che forse più di altre ha patito le complicazioni del COVID19. Cinque mesi lontano dai campi potevano stroncare chiunque, ma non hanno minimamente scalfito le armature bardate di giallo e di blu. Armature scintillanti anche sotto i colpi di nemici sulla carta equivalenti come Siracusa, Enna, Aci Sant'Antonio, Igea, Jonica. Poi però il campionato comincia e i proverbiali conti arrivano all'oste.

D COME GIARRE

unA StAGiOnE... ECCELLENTE!

Partenza a fine settembre in casa del San Pio X, ex squadra del vincente mister Gaspare Cacciola, con una vittoria per 2-1 (Leotta, Cocimano). Turno immediato di riposo e pile ricaricate per lo scontro diretto con l'Aci Sant'Antonio, vinto ottimamente per 3-1 con una impensabile doppietta di Zappalà dopo l'iniziale vantaggio di Agudiak. E la carica non sembra finita perché contro il Carlentini arriva la prima dimostrazione seria di forza: Iraci, Concialdi, ancora Iraci, Agudiak e Cocimano calano un pokerissimo da primato in classifica. Proprio nel momento di massimo entusiasmo arriva la doccia, anzi, l'acqua fredda di Acquedolci: una neopromossa che batte una lanciatissima concorrente al titolo, a punteggio pieno dopo cinque giornate. La storia sembrerà poi sottolineare questa sconfitta, che rimarrà sì l'unica della stagione ma verrà annullata per il ritiro post pausa dell'Acquedolci. Perché sì, arriva subito dopo una pausa di qualche mese a causa della situazione pandemica dello stivale. Un vero peccato, visto che il Giarre aveva appena battuto con un

secco 4-0 pure l'Igea; gol di Concialdi, doppietta di Leotta, ma la partita verrà ricordata per il gran destro al volo di Orazio Urso. Passano allora cinque mesi prima di ricominciare a parlare, solo parlare, di calcio giocato. Il mercato riporta in gialloblù Colonna - signor "dodicesimo" dietro Barbagallo - e regala ai tifosi colpi grossi quali Sandro Baglione, Charlie Famà, Luca Savasta. Che uniti a Ivan Agudiak, Salvo Cocimano, Benny Iraci, Piero Concialdi, Mattia Leotta, Alfonso Sessa, Santo Privitera, Marco Trovato, Davide Pettinato rendevano Giarre la squadra da battere. Peccato che nessuno ci sia riuscito. Manco a dirlo e l'undici di Gaspare Cacciola riparte con un 4-1 rifilato al Ragusa: due volte Concialdi a cavallo dei due tempi, in mezzo alle reti di Cocimano (su punizione perfetta) e Leotta. Sarà l'ultima partita per qualche mese di Cocimano, toccato duro in campo e ritrovatosi con una frattura a una costola. Leotta invece c'è, gioca magari poco ma segna ancora il turno successivo contro l'Ispica; lui segna il tris, a far passare in vantaggio i gialloblù ci pensa Sessa, a raddoppiare pensa Savasta con il primo gol giarrese e a calare infine il poker arriva Iraci con una volee spettacolare. Il derby/scontro diretto con il Siracusa si avvicina, se ne sente l'odore, ma prima l'Atletico Catania. L'elefantino sbatte sulle lance giarresi e si arrende alle reti di Baglione, Cacciola e Agudiak. Arriva allora la partitona contro il Siracusa, fondamentale per continuare la corsa alla vittoria di un girone solo d'andata. La partita finirà 1-1 (Concialdi su rigore), ma è servita come il pane per far capire, insegnare, ai giocatori quanto e come non avrebbero ricevuto nulla gratis. Anzi, avrebbero dovuto dare sempre il 100%.

Siamo all'11a giornata e la squadra sembra aver imparato la lezione: è niente l'Acicatena, comunque ottimo per un'ora di gioco, battuto per 3-0 con il gol di Agudiak in mezzo alla doppietta d'autore (recuperate il secondo gol) firmata Charlie Famà. In regular season l'ultimo scoglio serio al primato rimane a quel punto l’Enna, ma viene battuta anche lei dalla coppia Iraci - Agudiak e altri tre punti. Stessa spiaggia, stesso mare e stesso risultato contro la Jonica: stavolta segnano Cacciola, Savasta e Zappalà su rigore. A questo punto il primato è sicuro e si potrebbe rallentare, ma così non si formerebbe una mentalità vincente. Quindi vittoria anche contro il Palazzolo per 4-2 ( Famà, Baglione, Iraci, Zappalà R) e passiamo alla fase a gironi della Poule A. Ovvero degli spareggi per decidere la vincitrice del Girone corrispondente. Giarre, da prima in classifica, affronta Enna, Igea e Atletico Catania. Con gli elefantini finisce 4-2 in rimonta (Savasta, Baglione, Savasta, Cocimano), con l’Enna arriva la clamorosa sconfitta per 1-0 e con i messinesi in una partita da vincere - finisce 31 grazie a un rigore di Concialdi e a una doppietta di Savasta. Nella semifinale del Gruppo 1 c'è la rivincita con l’Enna e difficilmente il Giarre di quest'anno sbaglia la stessa partita: Urso e Cocimano regalano la finale contro il Siracusa. E che finale. Passa in vantaggio il Siracusa, poi pareggia Savasta e sorpassa Baglione, il Siracusa preme, a quel punto meritato gol per Agudiak, accorcio fine a sé stesso di Abate. La partita perfetta per salutare una stagione perfetta. Anzi, Eccellente. Alfio Giuseppe Grasso

Basket Giarre, stavolta la C…c'è!

dopo una stagione saltata per pandemia, il roster giarrese ritorna sul parquet. il punto del coach simone d'Urso arrivando ai playoff contro Ragusa e sfiorando l'impresa in entrambe le gare. Voglio credere che questa stagione non possa che essere meglio. Anzi, ne sono convinto.

 Il cambio dirigenza, altissime aspettative tra piani fuori e dentro il campo, poi la pandemia. Questo il triste anno 2020 del Basket Giarre, storica e per questo famosissima società cittadina di pallacanestro. Anno Domini cominciato, come accennato, da un cambio societario radicale che ha passato le redini a un gruppo che aveva grandi idee e progetti per la squadra. Una delle naturali figure rimaste anche dopo questo cambio ai vertici è il coach della squadra, Simone D'Urso

Coach D'Urso, si trova già al quarto anno di coaching. Che Basket Giarre stai vedendo in questo 2020 "allargato"? Bravo Alfio, hai detto bene: "2020 allargato". Penso siamo un po' in credito con quest'anno, maledetto da questa catastrofe pandemica, e abbiamo tutta la voglia del mondo di riprenderci due stagioni in una. Questo sì, formalmente è il quarto anno consecutivo alla guida della prima squadra ma in realtà, data l'interruzione di due anni fa e la mancata partecipazione alla scorsa, voglio interpretarla a tutti gli effetti come la seconda personale stagione, quella in cui migliorare il già bellissimo risultato ottenuto

Parlando delle stagioni 2020 e 2021, come hai affrontato la decisione della neo-dirigenza di non partecipare all'ultima C Silver (giocata comunque in piene situazioni gialle e arancioni, ndr)? Due anni fa la stagione è stata interrotta dal boom pandemico in un momento cruciale, con le cose che non stavano andando benissimo per noi. Per cui è pesato di meno, anche se al contempo ci sono stati momenti terribili per il nostro paese e il mondo. La stagione scorsa invece emotivamente mi è pesata di più: c'era tanta voglia di mettersi in gioco con tante

Il coach Simone D’Urso

novità, dirigenza in primis. Ma la scelta di non partecipare credo sia stata tanto giusta quanto dovuta. Si era paventata la possibilità, in questa estate, di una Serie C Gold tra Sicilia e Calabria, con il Basket Giarre tra le candidate. Quanto di vero ma soprattutto quanto di possibile? Quanto ci sia di vero non mi è dato saperlo, sono voci o progetti a livelli più alti. Ma che fosse possibile assolutamente sì, perché credo che Giarre sportivamente ed extracampo sia una società che potrebbe tranquillamente stare nella maggior serie regionale dell'organigramma FIP. Forse non è compito di un allenatore dirlo, ma hai citato vicende extracampo e la domanda viene da sé. La grande progettualità, tra campo e fuoi, che si è vista in questi anni cozza terribilmente con le problematiche sociali e strutturali del Pala Cannavò. Quanto è fastidioso? Tanto. È fastidioso in quanto sportivo, in quanto giovane e in quanto un po' visionario. Ma nel senso più positivo che si possa trovare. Parlo più da cittadino che da coach: se vogliamo salvare questa terra c'è bisogno di qualcosa in più, a Giarre come nel Sud in generale. Si scommette troppo poco sullo sport, dimenticandosi che è un diritto ma anche potentissimo strumento sociale. Tante volte si è dimostrato un'áncora, un punto fermo, per alcuni e una leva per altri. Siete in piena preparazione precampionato. Dovessi presentare la stagione che verrà del Basket Giarre? Ci divertiremo e faremo divertire i nostri sostenitori. Ne sono certo, gli ingredienti ci sono tutti. E la tavola è già imbandita. Alfio Giuseppe Grasso


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SPOrt E SOLiDAriEtà

Daniele Orfila, tedoforo giarrese per buona causa Il corridore amatoriale e la staffetta di beneficienza Run4Hope: «Sensibilizziamo e stiamo in salute» Lo scorso maggio si è tenuta su tutto il territorio nazionale una splendida corsa per la vita. per la vita infantile, peraltro. a crearla, volerla, è l'a ssociazione RUn4hope.  Run4Hope è il primo grande Giro d'Italia podistico a staffetta, con l'esclusivo scopo di raccogliere fondi a sostegno di AIRC e AIL, importantissime associazioni per la lotta a malattie maledette. Nell’edizione di quest'anno si è corso in ogni regione d’Italia, sostenendo per la precisione AIRC nella cura dei tumori infantili. Tra queste regioni anche la Sicilia, con un tratto che ha visto protagonista la nostra cittadina. A portare il testimone, dal Duomo di Giarre a Fiumefreddo di Sicilia, è stato Daniele Orfila. Orfila, conosciutissimo appassionato di corsa, ha aderito con gioia all'iniziativa.

Daniele. Sei un grande appassionato di corsa ma c'è sicuramente altro nel tuo aver voluto partecipare a Run4Hope «La voglia di essere testimone, appunto, di un evento nato per sensibilizzare l'opinione pubblica su una cosa come il contribuire alla ricerca contro i tumori. Specie i timori infantili che spesso rendono quasi impossibile la vita del bambino colpito e dei genitori» E lo dici soprattutto da padre, immagino.. «Assolutamente sì. Quando hai figli ti rendi conto ancora di più della grandezza di un dono come la vita e come la salute» Una buona salute che passa anche dall'attività fisica, dalla "tua" corsa «Ovviamente. Passa un duplice messaggio. Intanto quello della corsa come benessere, poi quello di una staffetta di beneficienza che punta a

sensibilizzare più comunità civiche possibili. Basti pensare al mio contributo: ho preso il testimone da runner di Acireale e l'ho passato a colleghi di Fiumefreddo» Parlando di comunità, la situazione a Giarre e dintorni per chi - a qualunque livello - volesse correre? «(ride,ndr) Ma nell'aria jonica non c'è nulla per chi volesse praticare questo sport! L'altro giorno sono stato alla pista di atletica e il degrado è imbarazzante: sporcizia e sabbia dovunque, cani e gatti liberi anche e soprattutto di lasciare bisogni, tutto. E se consideriamo l'estate cancelliamo anche il lungomare Torre Fiumefreddo, impraticabile. Riposto, Mascali, la stessa Fiumefreddo, non hanno campi di atletica. Il più vicino sarebbe quello di Piedimonte, stessa Daniele durante i momenti del percorso podistico storia giarrese. Quindi un amatore e mentre passa il testimone ad un compagno si rifugia altrove, percorre altre strade. Magari quelli sull'Etna» «Tu avresti una soluzione?» «Non esiste una soluzione immediata, solo di prospettiva. Mascali, ad esempio, potrebbe riscoprire e rivalutare il campo di Nunziata. Meglio ancora potrebbe fare Giarre, rendendo umano e fruibile ciò che c'è già. Il lungomare poi meriterebbe spazio sia nel ciclabile che nel pedonale. E tante tante multe salate a chi non rispetta le piste»

Alfio Giuseppe Grasso

GIRO DI SICILIA, PArtE DA AvOLA

L'EDiziOnE 2021 PEr POi finirE A MASCALi

Vincenzo Nibali (Messina, 14 novembre 1984) corre per il team trek-Segafredo. Professionista dal 2005, ha caratteristiche di passista-scalatore, si difende bene a cronometro ed è un forte discesista. Considerato uno dei campioni più forti e completi della sua generazione

 Ripresa l'edizione dell'anno scorso saltata per pandemia, toccata anche Giarre Il Giro di Sicilia riparte fortunatamente ancora una volta grazie all’intesa tra la la Regione Sicilia e RCS Sport. Una edizione 2021 che riprende a piene mani quella "pandemica" del 2020 allungandola di 18 km e che si preannuncia spettacolare sia per i percorsi sia per il periodo dell’anno in cui si svolge, a cavallo tra settembre e ottobre. Si parte giorno 28 da Avola, in provincia di Siracusa, per arrivare fino a Licata (Agrigento). Il giorno dopo la tappa Selinunte - Palermo, con arrivo precisamente sul lungomare di Mondello. Giovedì si partirà da Termini Imerese e si arriverà a Caronia. La chiusura, la tappa numero 4, partirà da Sant'Agata di Militello

per arrivare appunto a Mascali. Gli atleti a due ruote riusciranno a passare da Giarre, precisamente intorno al chilometro 148. Altri comuni interessati Piedimonte Etneo, Linguaglossa e Fiumefreddo. Venti le squadre - formate da 7 corridori ciascuna - pronte al via per questa competizione valevole per l'UCI Europe Tour 2021 e per la Ciclismo Cup 2021. Squadre suddivise tra 5 UCI WorldTeams, 8 UCI ProTeams e 7 UCI Continental Teams; tra queste le forti UAE Team Emirates di Tadej Pogačar, la spagnola Movistar e l'americana TrekSegafredo del nostro Vincenzo

Nibali (e di altri italiani). Lo Squalo dello Stretto, come è soprannominato Nibali, è un vero e proprio simbolo dello sport siciliano. Ha trionfato quasi in tutte le competizioni che negli anni ha affrontato, arrivando a essere anche nell'Olimpo dei 7 (finora) ciclisti capaci di vincere almeno una volta tutti e tre i maggiori Giri: Italia (2013 e 2016), Vuelta spagnola (2010) e Tour francese (2014). Anche per questo viene considerato uno dei migliori biker della sua generazione. Alfio Giuseppe Grasso


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inCEntivi E SOGni

SuperbonuS 110 % tuttE le ultime Novità e... attenzione alle Scadenze  Dopo una partenza titubante e numerose correzioni, il “Superbonus 110%” sta riscontrando notevole successo tra le famiglie del nostro territorio: molti, infatti, stanno avviando l’iter per sfruttare questa agevolazione in quella che potrebbe essere l’ultima occasione per beneficiarne; basti pensare che a livello nazionale lo scorso agosto è stata superata quota 32.000 lavori in un mese. RIEPILOGHIAMO: COS’È IL SUPERBONUS? Il Superbonus è un’agevolazione prevista dal Decreto Rilancio 2021 che eleva al 110% l’aliquota di detrazione delle spese sostenute dal 1° luglio 2020 al 30 giugno 2022 per specifici interventi in ambito di efficienza energetica, antisismici, installazione di impianti fotovoltaici o di colonnine per la ricarica di veicoli elettrici. Ulteriori 6 mesi di tempo (31 dicembre 2022) per le spese sostenute per lavori condominiali o realizzati sulle parti comuni di edifici composti da 2 a 4 unità immobiliari distintamente accatastate, posseduti da un unico proprietario o in comproprietà da più persone fisiche se, al 30 giugno 2022, è stato realizzato almeno il 60% dell’intervento complessivo. Le nuove misure si aggiungono alle detrazioni previste per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio (Bonus Casa), compresi quelli per la

riduzione del rischio sismico (SuperSismabonus) e di riqualificazione energetica degli edifici (SuperEcobonus). COME UTILIZZARE IL SUPERBONUS 110%? TRE SCELTE POSSIBILI Per quanto riguarda la modalità di utilizzo del Superbonus 110% ci sono 3 diverse opzioni: detrazione IRPEF in 5 anni; sconto in fattura; cessione del credito. Chi sceglie la detrazione IRPEF in 5 anni dovrà pagare di tasca propria l’intero costo dei lavori e poi avrà una detrazione dalle tasse, cioè uno sconto, per 5 anni e pari al 110% dei costi. Lo sconto in fattura è esattamente l’opposto: il proprietario dell’abitazione non pagherà nulla, ma l’impresa si farà carico dei costi per intero e ne chiederà allo Stato la restituzione con credito d'imposta. Entrambi i soggetti, cioè proprietario dell’immobile e ditta che esegue i lavori, hanno la facoltà di cedere il credito che lo Stato ha verso di loro per il Superbonus 110% a un istituto di credito, realizzando così la cessione del credito. NOVITÀ Sono tempi di grandissimi cambiamenti per il Superbonus 110% che tra maggio e giugno ha subito un vero e proprio stravolgimento della normativa, così da ampliare la platea dei beneficiari e semplificare questa

Voli pindarici… In questa prima edizione pubblichiamo una poesia di un giovane poeta di Giarre, Luigi Taibbi. Dopo aver conseguito la Maturità scientifica, si iscrive al corso di filosofia della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Catania. Luigi Taibbi è anche un musicista. Suona, infatti, la chitarra, sia classica che acustica, compone musiche e testi. Da sempre scrive poesie e “Accanto a me…nel diluvio” è il suo libro d’esordio. È, inoltre, fra i collaboratori del periodico etneo “L’Estroverso” diretto da Grazia Calanna.

Sopra le nuvole

Sui carri di gomma un cielo stellato affisso sul fianco che annichilirà le voci di quanti scorreranno sulle strade per fame per rabbia per paura di non rivedere mai più la propria libertà. E dalle bocche di liquirizia delle canne di un fiume il fiume compatto dell’ordine nuovo voleranno basse lingue acide di ruggine e fuochi con intenti antichi. Li vedo i corpi planare al suolo formare uno stuolo d’api immobili vestite di colori carnevaleschi in una parata d’addio al cielo sopra le nuvole. Luigi Taibbi

complessa agevolazione. Le ultime novità, introdotte col Decreto Semplificazioni dello scorso 31 maggio, riguardano: • agevolazioni “prima casa”: chi acquista una prima casa oggetto di interventi di ristrutturazione relativi al Superbonus 110% ha 30 mesi di tempo, e non 18, per spostare la residenza; •cappotto termico: come intervento trainante va in deroga alle distanze minime tra fabbricati; • estensione a nuove categorie catastali: vengono ammesse all’agevolazione le categorie B/1, B/2 e D/4, prima escluse; • interventi di eliminazione delle barriere architettoniche; • semplificazione modulistica: introdotta la nuova CILAS (Comunicazione Inizio Lavori Asseverata Superbonus) che va a sostituirsi alla certificazione dello stato legittimo dell’immobile. ADDIO STATO LEGITTIMO DELL’IMMOBILE! PER IL SUPERBONUS 110% BASTA LA CILAS La prima importante modifica normativa riguarda la modulistica da consegnare: la complessa certificazione dello stato legittimo dell’immobile è stata sostituita della nuova “CILA Superbonus”. La CILAS, introdotta dal “Decreto Lavoro e Imprese” e più semplice rispetto alla CILA classica, è stata

introdotta lo scorso 5 agosto e consiste in un modulo esclusivo per questa agevolazione in cui si dovrà prima di tutto specificare la tipologia di intervento trainante per il quale si sta utilizzando il Superbonus 110%, ovvero se si tratta di opere di riqualificazione energetica o di adeguamento sismico. Qualora ci fosse una difformità dei lavori eseguiti rispetto ai lavori dichiarati, sempre nel rispetto di quanto stabilisce la normativa del Superbonus 110%, la documentazione potrà essere integrata alla fine degli interventi edilizi. SCADENZE Le scadenze formali del Superbonus 110% sono fissate al: •30 giugno 2022, per tutti gli edifici unifamiliari; •31 dicembre 2022, per gli edifici condominiali; •30 giugno 2023, per gli IACP, oppure fino al 31 dicembre 2023 (qualora al 30 giugno 2023 venga raggiunto almeno il 60% dello stato avanzamento lavori). IPOTESI FUTURE Se queste sono le modifiche alla normativa è anche vero che esse potrebbero non avere vita lunga, perché il 2022 potrebbe essere l’ultimo anno di vita del Superbonus 110%. I piani del Governo, però, non sono ancora noti. Bisognerà attendere fine anno con la Finanziaria 2022 per

capire se verranno concesse sospirate proroghe o verrà introdotta, dal 2023, la cosiddetta “aliquota unica” (75%?) per le agevolazioni edilizie e di efficientamento energetico. Diciamo che da un punto di vista politico le intenzioni di allungare la vita del Superbonus 110% ci sarebbero anche tutte, questo anche perché il Superbonus è uno strumento che permette di effettuare gli interventi di riqualificazione energetica a costo prossimo allo zero. Se guardiamo al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) vediamo che tra gli obiettivi a lungo termine dell’Italia vi è proprio la riqualificazione energetica del 50% di tutti gli edifici da effettuarsi non più tardi del 2025.

COME INIZIARE? Visti i tempi ristretti e la complessità della materia, è fondamentale affidarsi ad un professionista in grado di effettuare, come primo passo, un’Analisi Preliminare per capire se ci sono le condizioni per intraprendere il percorso. Successivamente, va individuata la modalità operativo-finanziaria per eseguire i lavori (tramite General Contractor o “prestito ponte”). A lavori ultimati, l’immobile sarà meno energivoro, più ecologico e ne aumenterà il valore. Fabio Casetto

Serena Pagano, un’artista vulcanica  La nostra rubrica d’Arte è curata da Serena Pagano ed anche la sua arte subisce ed esercita l’attrazione magnetica d’ “A’ Muntagna”, come gli etnei chiamano Donna Etna. Serena Pagano nasce ad Acireale nell’Agosto del 1993. A soli quattordici anni inizia la sua passione per il disegno frequentando il Liceo Artistico "Filippo Brunelleschi" di Acireale e diplomandosi in Architettura. Consegue, poi, la laurea in Pittura di I° e di II° livello presso l’Accademia di Belle Arti di Catania. Dal 2020 è cultore della materia "Grafica d'arte" presso la stessa Accademia. Nelle sue opere, ispirate all'Espressionismo e al loro più grande esponente, Van Gogh, si assiste alla continua ricerca di un mondo quasi onirico, dove Realtà e Sogno convivono continuamente. Il suo punto di partenza è il Colore, che è Luce e Magia, presente in tutte le cose che esistono già attorno a noi. Protagonista indiscusso delle sue tele è il Rosso, scintilla passionale di Vita e Amore. Non mancano, tuttavia, intense sfumature di azzurro e di giallo nel Naturalismo marcato che accomuna tutte le sue opere, figlie di una tecnica pittorica tradizionale. Serena vive alle pendici dell'Etna. Deriverà, forse, da questo l’attrazione, quasi mistica, che la lega alla forza del Vulcano, che ritrae, spesso, in ogni supporto e con ogni tecnica pittorica possibile. Ha partecipato a diverse mostre collettive locali, riscontrando grande successo di critica e pubblico.

NE RICORDIAMO SOLO QUALCUNA FRA LE PIÙ IMPORTANTI: •la Collettiva presso Palazzo Duchi di Santo Stefano, a Taormina, nel 2020 •la Collettiva pittorica presso Palazzo della Cultura, a Catania, nel 2015

e, poi, risale alla scorsa estate il Premio Castelbuono 2021, conferitole presso Castelbuono grazie all'opera "Nel Ventre dell'Etna", olio su tela, 80x80cm. L’opera rappresenta anime ardenti che fremono, mormorano e si agitano nel ventre del vulcano, creano folgori celesti che solo Efesto sa domare. Empedocle si sarebbe gettato nel cratere per diventare immortale ma, si narra, che l’Etna ne restituì soltanto un sandalo. Serena ci mostra il Premio Castelbuono 2021, la sua opera “Il Ventre dell’Etna” e la recente opera “Etna Innevata”

La quinta edizione del concorso internazionale d’arte pittorica “Castelbuono Cuore d’Artista” si è tenuta presso la sala espositiva Centro Sud in via Umberto I a Castelbuono, in provincia di Palermo. L’evento, ideato dal Maestro Francesco Licciardi e organizzato dall’associazione “Pittamu” con il patrocinio del Comune di Castelbuono, ha visto esposte le opere di quaranta Artisti provenienti da diverse regioni del territorio nazionale, e alcune anche dall’estero, che sono state valutate da una giuria di esperti, tra i quali il critico d’arte Sabrina Falzone, della galleria Falzone di Milano, l’editore Roberto Sparaci di Roma e il maestro Nino Parrucca. La giovane artista di Acireale ha vinto il premio del Comune di Castelbuono, un'opera del maestro Parrucca e una valigia di colori Maimeri. Ancora, di recente, l’opera "Etna Innevata", acrilico su tela 60x80cm è stata segnalata per qualità artistiche nell’ambito della 5° edizione di “Summer Art”, tenutasi presso Palazzo Vigo, a Riposto. L’arte di Serena Pagano è sempre alla ricerca di nuovi stimoli, curiosità che la porta a sperimentare nuove tecniche nelle sue tele, senza però dimenticare il fuoco che le arde dentro. Rita Patanè


dicembreduemiladiciotto


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