Il Giornale di Legnano dicembre 2021

Page 1

il giornale di

Legnano

PERIODICO DI INFORMAZIONE

giornali comunali

editoriale

Il cenone sI farà Ogni anno qualcosa – il jingle dura da un mese – si mangia le tredicesime. Da sempre. Più nello specifico, “si mangia il cenone”. Stesso titolo dal 1973, anno della crisi petrolifera. Quest’anno il piatto è ricco, quest’anno aumenta tutto, ma proprio tutto, grazie all’incremento del costo delle materie prime: giocattoli, addobbi, panettoni… Sì, i panettoni, poteva mancare il simbolo del nordico Natale? Perché non son spariti solo i microchip, ma anche la carta da forno, la farina costa come il tartufo d’Alba e non si trova più l’uvetta (l’uvetta???). Calma, ce la faremo anche quest’anno, i bambini (e anche qualche adulto, se ha fatto il buono) riceveranno i regali di rigore. Il food&beverage è salvo, perché gli aumenti medi vanno dal 2 al 10% e il cenone si farà. E poi la Ue ci ha detto che siamo la locomotiva d’Europa e il Pil crescerà del 6,8%, che ce ne importa degli aumenti? Ci ha detto anche bontà sua - che si può ancora dire “Buon Natale”. E allora, buon Natale e tutti. Santo, se la Ue permette. E anche se non lo fa.

Buona lettura. Massimo Vernacotola

Anno 1 n°3 (3°Pubb.) Aut. Tribunale di Milano: in attesa di autorizzazione - Editore: Lime Edizioni srl Direttore responsabile: Massimo Vernacotola Ordine Nazionale dei Giornalisti tessera n.136745 Realizzazione grafica e concessionaria esclusiva di pubblicità: Lime Edizioni srl - Via A. Capecelatro, 31 - 20148 Milano - Tel. 02 36767660 www.limedizioni.com - info@limedizioni.com - Tiratura: 28.000 copie

Un Natale

(per lo meno) “normale” Shopping, mercatini ed eventi musicali

Molta attenzione, senza compromessi, se vogliamo che sia un Natale per lo meno “normale”. I commercianti, che sanno bene come il virus abbia effetti tanto sulla salute dei cittadini quanto sul sistema economico, mettono in guardia la popolazione perché seguiti nei comportamenti virtuosi e sposano la decisione del Comune di una ztl con obbligo di mascherina anche all’aper-

URBANISTICA

to, durante i sabati e i festivi, fino al 6 gennaio. Qualche “no mask” si lamenterà, ma pazienza, ce ne faremo una ragione. Con il ricordo un po’ cupo dello scorso Natale, finalmente si torna a vivere la Città grazie alle numerose iniziative a cui ha dato vita l’Amministrazione, anche con il supporto dell’Unione Commercianti: dai mercatini agli eventi canori, al presepe vivente, fino alla pista di pattinaggio. Eventi che ci accompagneranno nelle feste con momenti di rinnovata serenità. Intanto si susseguono dati allarmanti sull’au-

PAGINA 3

La scuola si fa cià: il progeo per cambiare il volto di Legnano

INTeRvISTA

mento/penuria delle materie prime, con conseguente incremento dei prezzi all’origine e quindi di quelli al dettaglio. Ma i commercianti ce la stanno mettendo tutta per contenere gli aumenti entro il tasso di inflazione e offrire prodotti di qualità per tutte le tasche. Qualcuno, soprattutto nella grande distribuzione, un po’ ci marcia, e alcune nostre verifiche a campione hanno rivelato marcati aumenti di alcuni prodotti alimentari mascherati ad arte dallo sconto in etichetta. Basta avere un po’ d’occhio.

PAGINA 8

La Cultura a Legnano e il preciso dovere di renderla fruibile a tui

SPORT

PAGINA 10

Come il padel ha conquistato l’Italia e Legnano

Carlo Ringoli, dello Starpadel di Legnano, ci spiega perché questo sport abbia La scuola come base per ripensare una città. Paolo Scheriani illustra le linee guida dell’asses- conquistato tennisti e semplici appassionati Polivalente, aperta, sostenibile e interconnessa. sorato di cui è delegato. Ma l’Artista legnanese di tutto lo Stivale. A partire dalla giocatrice Un progetto ambizioso e multidisciplinare, ma nel fa anche il punto di un settore, quello musicale, numero uno d’Italia, Giulia Sussarello, che segno della sostenibilità e della collaborazione. di cui è da sempre protagonista. nel padel ha trovato una seconda vita.


2

La CIttà

«Ben venga ogni messaggio improntato all’attenzione e alle regole», esordisce Paolo Ferrè, presidente di Confcommercio Legnano. «Dopo un Natale con molte restrizioni come è stato quello del 2020, è proprio il rispetto di tali regole che ci consentirà di vivere la Città e le sue numerose manifestazioni –i mercatini, gli eventi musicali e canori, il Presepe Vivente…- durante le festività natalizie. La ripresa passa anche da questi momenti di serenità e allegria condivisi. Il mondo del commercio accoglie dunque positivamente ogni ordinanza per l’obbligatorietà della mascherina -compresa la decisione di una ztl “mascherata” fino al 6 gennaio - in ogni condizione di assembramento, così come negli scorsi mesi ha seguito alla lettera le regole, a partire dalla sanificazione dei luoghi di lavoro sino ai controlli sui dipendenti. E non potrebbe essere diversamente, visto che le imprese commerciali – a esclusione di quelle alimentari – sono quelle che hanno maggiormente sofferto gli effetti del lockdown e che i cosiddetti “ristori” sono Il saldo aperture chiusure delle aziende commerciali è decisamente negativo, una emorragia che dura ormai da anni. Non sarà anche che per lungo tempo si è pensato di potersi “inventare” ristoratore gestore di bar o venditore di abbigliamento senza avere alcuna esperienza specifica nel settore di riferimento?

Il commercio a Legnano tra pandemia e futuri scenari di Massimo Vernacotola

Paolo Ferrè dal suo osservatorio privilegiato di Confcommercio Legnano fa il punto su pandemia, attesa del Natale e mondo del commercio cittadino, oggi senza ricambio generazionale stati decisamente inadeguati al danno subito. Per chi avesse la memoria corta, ai commercianti fu chiesto di dotarsi di specifici dispositivi di sicurezza, per poi dirgli il giorno dopo che avrebbero dovuto chiudere. Per fortuna la Regione Lombardia (ma non sono state altrettanto fortunate altre regioni) ha provveduto a congrui risarcimenti a chi aveva investito in questa direzione». Ben lontano dal voler contribuire

a quella “infodemia” sul Covid a opera degli esperti da bar sport, ben convinto che si tratti di materia troppo delicata per essere trattata in modo inopportuno, Ferrè, parla delle conseguenze del Covid sul mondo del commercio seguendo le linee del pragmatismo e del buon senso. E dei numeri, che sono incontrovertibili. «Ogni parola in più può essere fuorviante, oltre che superata

Il punto di vista del Presidente

«Innanzi tutto non c’è più il ricambio generazionale, quindi molti esercizi commerciali sono divenuti multietnici, basti pensare gli ambulanti. E il motivo per cui i figli non seguitano nel percorso dei genitori è che molte attività non sono più redditizie come una volta. Si lavora spesso 12 ore al giorno, senza né sabati né domeniche, ma senza anche più avere un tornaconto che giustifichi i sacrifici. In secondo luogo molti guardando all’interno dei negozi pensano che non sarebbe male imitare i loro gestori: d’estate stanno al fresco e d’inverno al caldo, gli ambienti sono curati e confortevoli, in più si compra a 10 e si rivende a 100… Quindi, per esempio, alcuni utilizzano la liquidazione dall’azienda dove lavoravano (o quella dei propri genitori) e investono in un’attività commerciale pensando che sia facile inventarsi dettaglianti. E questo spesso si rivela un errore fatale: così come avviene per il mondo dell’artigianato, anche per gli ambiti commerciali è necessaria una formazione di base. Ma anche passione per il proprio settore merceologico e molta resilienza, capacità di sopportare le difficoltà legate all’avvio e le inevitabili oscillazioni della domanda». Milano è vicina, con la sua luccicante e multiforme offerta per lo shopping, la ristorazione, la tecnologia e i diver-

dagli eventi il giorno successivo, però alcuni concetti vorrei esprimerli chiaramente: se quello che verrà, come auspichiamo, sarà un Natale per lo meno “normale”, lo dobbiamo al fatto che la gran parte della popolazione legnanese si sia sottoposta a un ciclo di vaccinazione completo e che in questo territorio siano stati diffusamente messi in atto comportamenti corretti per la salvaguardia dal virus. A Legnano le condotte private

I Legnanesi hanno ricominciato a vivere e a riscoprire la Città, i suoi luoghi e i suoi esercizi di vicinato, dove trovano una offerta completa Paolo Ferré presidente di Confcommercio Legnano

timenti in genere. Quanto ne risentono i negozi di provincia?

Quali consigli si sente di offrire a chi volesse intraprendere una qualsivoglia attività commerciale?

«Qui vi è una sorpresa: la pandemia e lo smart working hanno generato una inversione di tendenza in molti settori, poiché coloro – soprattutto i pendolari – che si erano abituati a fare acquisti a Milano, magari durante la pausa pranzo, hanno ricominciato a vivere e riscoprire la Città, i suoi luoghi e i suoi esercizi di vicinato. E oggi seguitano a farlo.

«Innanzi tutto di scegliere con attenzione in quale zona della città aprirla, valutando anche i bisogni specifici dei quartieri, oltre che quelli del periodo storico contingente. In secondo luogo di diversificare almeno in parte l’offerta rispetto ad altre attività similari, così da attrarre, oltre alla massa eterogenea dei potenziali acquirenti, anche specifici target di consumatori. Infine consiglio a chi volesse intraprendere un percorso formativo di valutare le proposte del Capac-Politecnico del Commercio del Turismo e dei Servizi di Milano. Da 60anni il Capac rappresenta l’eccellenza regionale nell’ambito dei servizi formativi, orientativi e al lavoro personalizzati, dai corsi postdiploma alle abilitazioni professionali. Tornando a quanto avete scritto sullo scorso numero, il mercato

Non dimentichiamo che fra i legnanesi vi è da sempre la diffusa convinzione che in Città o nelle immediate vicinanze “c’è tutto”. E non si sbagliano: a Legnano si trova un’offerta completa e di qualità, dall’abbigliamento agli accessori e al calzaturiero, alla tecnologie, dall’alimentare ai pubblici esercizi…».

sono state e sono corrette, la popolazione è sostanzialmente molto ligia alle regole. Speriamo che basti, perché gli ultimi dati indicano che anche a Legnano il virus sta alzando la testa. Purtroppo per loro, invece, non sarà un bel Natale per austriaci, tedeschi, olandesi, che hanno scelto altre strade. È di alcuni giorni fa la dichiarazione della cancelliera uscente Angela Merkel , che con molta onestà intellettuale ha dichiarato che vorrebbe che la Germania, relativamente al virus, si trovasse nella nostra condizione. Non vi è altro da aggiungere. Anzi, una cosa vorrei aggiungerla (e qui Ferrè si fa scuro in volto): è incongruente che vengano ancora tollerate -piccole o grandi che siano –manifestazioni di contestatori, tutti senza dispositivi di protezione e senza distanziamento, che oltre a diffondere il virus danneggiano il periodo degli acquisti più importante dell’anno per il mondo del commercio. Le sanzioni per questi “manifestanti” dovrebbero essere più severe ed estese a chiunque vi prenda parte». è oggi altamente competitivo e richiede competenze adeguate, chi “non sa” o “non sa fare”(bene) non può più accedervi». È innegabile che il mondo del commercio da anni attraversi una fase di mutamento delle abitudini d’acquisto e che l’offerta non possa far altro che adeguarsi alla domanda. «È proprio così, un esempio è offerto dal settore della ristorazione, dove anche il mestiere del cuoco offre oggi nuove opportunità. Basti pensare al delivery, che consente ai cuochi orari più elastici, piuttosto che la cucina a domicilio: lo chef non è più un dipendente ma un libero professionista che si reca presso le abitazioni per servire piatti pronti o addirittura per cucinare sul posto. L’e-commerce ha registrato una crescita vertiginosa durante la pandemia, con il food a fare da traino, seguito da abbigliamento e accessori, dal beauty e dalla tecnologia. Inutile elencarne i motivi, tutti validi, ma mi sia consentito spezzare una lancia in favore dello shopping tradizionale: il piacere di una passeggiata per negozi, il rapporto diretto con il dettagliante, la possibilità di vedere direttamente e toccare la merce. Oltre alla possibilità di sostituire capi e oggetti in un batter d’occhio, compresi i cosiddetti “regali sbagliati”. Per quanto riguarda il settore dell’abbigliamento, gli acquisti online stanno trasformando i negozi di in camerini di prova per Amazon&Co, ma a anche qui vale ciò che ho detto prima. E attenzione ai falsi venduti per veri, di cui è inondata la Rete, prezzi troppo bassi in rapporto al brand dovrebbero far rizzare le antenne».


3

NataLe

La scuola si fa città:

il progetto per cambiare il volto di Legnano La scuola come base per ripensare una città. Polivalente, aperta, sostenibile e interconnessa. ■ Un progetto ambizioso, che ha saputo convincere Regione Lombardia a destinare 15 milioni di euro di finanziamento, e capace di unire, alla presentazione dello scorso 27 novembre in Sala Ratti, politica, associazioni e, naturalmente, scuola. Una dichiarata unione d’intenti nel segno dello sviluppo sostenibile, in ogni possibile applicazione del termine. Il progetto del Comune di Legnano “La Scuola si fa città” parte da un ripensamento degli edifici scolastici, individuati come primo intervento nei quartieri Gorizia e Canazza, in chiave moderna. Non solo mediante l’utilizzo della tecnologia e un ripensamento degli spazi, interni ed esterni, ma anche attraverso nuove metodologie di apprendimento e di coinvolgimento degli studenti. Dagli orti botanici sino a percorsi in grado di stimolare i cinque sensi. Ma pensare agli studenti significa mettere a loro disposizione attività e spazi di aggregazione anche per il tempo extra-scolastico. Accanto all’edificio scolastico, perciò, vanno studiate l’area circostante, i collegamenti, il rapporto col resto della città. Buona scuola significa, inoltre, porre particolare attenzione a chi sia in condizione di difficoltà motoria, psichica o relazionale, riconducendo perciò al tema più ampio del sociale e dell’assistenza ai soggetti fragili di ogni età. Ecco, dunque, che la scuola si eleva a un concetto più ampio. Un presidio di educazione e apertura, nel senso più alto del termine, quale luogo atto a promuovere socialità e inclusione non solo per gli studenti, ma anche per anziani, associazioni, iniziative culturali, laboratori rivolti ai cittadini, eventi. E l’intervento sull’edificio scolastico non è che la base per un lavoro più ampio che coinvolga l’intera città e si leghi agli altri progetti dell’amministrazione. Biblioteca diffusa, mobilità verde, creazione di zone fruibili e che favoriscano le relazioni. Urbanistica, mobilità, sociale, ma anche sinergia con le associazioni sportive, di volontariato e tutti gli altri soggetti e luoghi atti a promuovere eguali scopi e valori nell’intero panorama cittadino e del territorio. Innovare, connettere e rigenerare, le linee guida alla base di un progetto di ampio respiro che vede coinvolta l’intera Giunta. Una sfida più che mai importante in un’epoca in cui, ha ricordato il sindaco Lorenzo Radice, la pandemia ha aggravato situazioni di fragilità e isolamento già sempre più diffusi nella società contemporanea. F.M.

Il Natale a Legnano si festeggia tra animazione e prevenzione. Eventi, musica e arte. Anche in periferia

di Francesco Moscarella

■ La volontà di “non spegnere le luci”, ponendo al contempo attenzione alla sicurezza. È su queste direttrici che viaggia #AtuttoNatale, programma di proposte ed eventi per il Natale legnanese. Il sindaco Lorenzo Radice e l’assessore alla Qualità della vita Guido Bragato hanno sottolineato, durante la presentazione del programma, la volontà di “estendere il centro”, offrendo iniziative anche nelle periferie. Grande attenzione, ovviamente, alla prevenzione. Sino al 6 gennaio, nei giorni di sabato, domenica e festivi dalle ore 10.00 alle 20.00, è in vigore l’ordinanza che obbliga a mantenere il distanziamento e indossare la mascherina nei luoghi a rischio assembramento. Pienamente in linea con le misure adottate Paolo Ferrè, presidente di Confcommercio Legnano, dettosi anche pronto ad affiancare il Comune nel sensibilizzare i cittadini all’importanza del vaccino. Un ritorno a numeri critici nei contagi, ha sottolineato, comporterebbe danni enormi anche alle attività commerciali. Non manca, nel programma di eventi natalizi, il coordinamento con gli enti locali.

Della mostra “Il Mondo in trasformazione”, promossa da Fondazione Ticino Olona, parliamo diffusamente a pagina 14 di questo giornale. Fabio Poretti, direttore della Scuola di Musica Niccolò Paganini protagonista di concerti in strada e, nel giorno dell’Epifania, al teatro Tirinnanzi, ha ringraziato l’amministrazione per l’opportu-

nità di poter tornare a far esibire i musicisti. Curiosa, infine, la genesi del “Christmas book party” in biblioteca. Un evento che promuove un Natale sostenibile, con scambio di libri e giocattoli, nato dalla proposta di un undicenne al Comune: lo Sbaracco dei bambini.

gLi aLBeri di nataLe L’albero di piazza S. Magno, un abete del Caucaso di 8 metri con circa 4.500 microluci a led e 400 palline, al termine delle festività sarà ripiantumato nel vivaio Zenone di Mezzomerico. Stessa sorte per i cinque alberi collocati nei giardini di via Girardi (Canazza), piazza Montegrappa (Legnarello), Ztl di via Venegoni (Oltrestazione), giardino all’angolo fra le vie dei Salici e delle Rose (Mazzafame) e nella nuova piazzetta della Ponzella.

Pista di Pattinaggio ice Park Allestita nel parcheggio tra le vie Gilardelli e Matteotti, è ormai una presenza immancabile. L’area esterna offre aree coperte da gazebi e riscaldate, per rendere più piacevole l’attesa all’esterno. La pista è aperta al pubblico tutti i giorni, fino a domenica 30 gennaio, con i seguenti orari minimi garantiti di apertura: dal lunedì al venerdì 15.30-19.30 e dalle 21.00 alle 23.00; sabato, domenica e per tutte le giornate festive 10.30-12.30, 15.00-19.30, 21.00-23.30.


MessaggIo ProMozIoNaLe

DA ERMITAGE PRATICHE PER L’IMMIGRAZIONE IN TEMPI BREVI

Un’Agenzia che si distingue per servizi non comuni, come l’accompagnamento negli uffici pubblici e il riconoscimento in Italia degli studi effettuati nel proprio paese di origine

[

I SERVIZI DI ERMITAGE • COMPILAZIONE KIT PER RINNOVO E AGGIORNAMENTO DEL PERMESSO DI SOGGIORNO; • RICONGIUNGIMENTO FAMIGLIARE; • PRATICHE DECRETO FLUSSI: STAGIONALI, NON STAGIONALI E LAVORO AUTONOMO; • CERTIFICATI STRANIERI TRADOTTI, LEGALIZZATI E APOSTILLATI PRESSO I CONSOLATI ITALIANI DI RUSSIA, UCRAINA, MOLDAVIA E BIELORUSSIA; • SERVIZI PRESSO IL CONSOLATO RUSSO E UCRAINO IN ITALIA; • RICONOSCIMENTO PROFESSIONALE (DI OGNI GENERE, DALL’ARCHITETTO ALL’INFERMIERA); • PROSEGUIMENTO STUDI IN ITALIA (ES. ISCRIZIONE UNIVERSITARIA); • ASSISTENZA LEGALE E NOTARIALE PRESSO STUDI DI FIDUCIA; • MUTUI E PRESTITI PRESSO BANCHE CONVENZIONATE; • VISTO SHENGEN PER L’ITALIA: TURISMO, CURE MEDICHE E STUDIO; • PRENOTAZIONE BIGLIETTI AEREI E FERROVIARI; • SERVIZIO BUSTE PAGA PER COLF E BADANTI.

■ Inutile nasconderlo, gli stranieri e gli extracomunitari che hanno necessità di supporto per il disbrigo delle pratiche per l’accesso, la permanenza e l’attività lavorativa sul suolo italiano hanno problematiche comuni da risolvere, ma le differenze culturali che esistono tra le diverse etnie necessitano l’adozione di approcci specifici. E di interlocutori che parlino il medesimo idioma. Non è una premessa banale quella di Alessia Ivantsova, titolare dell’Agenzia Ermitage di Legnano, in grado di offrire assistenza strategica in tempi brevi agli immigrati di ogni nazionalità e un servizio personalizzato per ciascun referente: dalle problematiche di tipo amministrativo e legale a quelle dell’assistenza sanitaria, dal semplice permesso di soggiorno al ricongiungimento famigliare (una domanda che oggi può esse-

re presentata solo online), fino alle sanatorie e l’assistenza al datore di lavoro, per esempio per colf e badanti. Una attività che distingue Ermitage da altre agenzie, oltre alla grande disponibilità di personale madrelingua - dall’albanese al moldavo, al russo, all’arabo, al rumeno… - è un servizio di “accompagnamento” tramite il quale gli stranieri vengono fisicamente affiancati da un assistente madrelingua dell’Agenzia presso gli uffici pubblici, in Prefettura o nella Questura di competenza. La nostra complessa burocrazia fa sì infatti che un fraintendimento o la semplice mancanza di un documento invalidino ogni procedura, con la successiva attesa di molti mesi prima che venga ripresa in esame la domanda. Un altro servizio che non tutte le agenzie effettuano è la richiesta di Dichiarazione di

Valore, un documento che attesta appunto il valore di un titolo di studio conseguito in un sistema di istruzione diverso da quello italiano. Molti immigrati, di cui un gran numero residente in Italia da oltre 10 anni, sono infatti in possesso di un diploma di scuola superiore o di laurea ottenuto nel proprio paese di origine. Noi, tramite i contatti con l’ambasciata o il consolato di riferimento, siamo in grado di farne riconoscere il valore legale, anche per coloro che intendono proseguire gli studi in Italia. Possono farne richiesta i cittadini di stati membri dell’Unione Europea, i cittadini degli stati aderenti all’Accordo sullo Spazio Economico Europeo, ii cittadini della Confederazione elvetica (Svizzera) e i titolari dello status di rifugiato o di protezione sussidiaria.

COS’È IL DECRETO Il decreto flussi è emanato ogni anno e prevede il numero di cittadini stranieri che possono fare ingresso in Italia per svolgere attività di lavoro subordinato non stagionale e lavoro autonomo. Per i lavoratori stagionali è previsto un apposito decreto flussi. La richiesta di nulla osta al lavoro subordinato deve essere presentata, nelle date previste dal decreto, dal datore di lavoro che inoltra apposita istanza – dal 2007 on line – specificando il tipo di offerta lavorativa e il futuro domicilio del lavoratore. Se la domanda è compilata correttamente – dopo le verifiche presso la questura e la Direzione provinciale del lavoro – le domande vengono accettate in ordine cronologico. Il datore di lavoro viene poi convocato

FLUSSI

[

4

presso lo Sportello unico per l’immigrazione per l’esibizione della documentazione in originale ed il ritiro del nulla osta che contestualmente verrà inviato alla rappresentanza diplomatica italiana del paese di residenza. A quel punto sarà il cittadino extracomunitario che potrà recarsi all’ambasciata per il ritiro del visto di ingresso per lavoro. Il visto di ingresso per lavoro è di tipo D – per soggiorni superiori a 90 giorni. Entro 8 giorni dalla data di ingresso il lavoratore si dovrà presentare allo sportello unico con il datore di lavoro per compilare i moduli di richiesta del permesso di soggiorno per lavoro subordinato da inviare tramite ufficio postale e sottoscrivere il contratto di soggiorno.


5

VIaBILItà

MOBILITÀ, COMMERCIO E ASCOLTO ATTIVO: due visioni I consiglieri Paolo Garavaglia e Francesco Toia ci offrono le loro riflessioni su un aspetto cruciale della gestione di una città. ■ Il mese scorso, il giornale di Legnano citava la discussione in Consiglio Comunale del 2 novembre sul previsto passaggio della bicipolitana in Via Volta quale esempio di filosofie e approcci diversi, da parte della politica, sulla mobilità e gli effetti della stessa sul commercio. Una mozione del centro-destra, respinta, chiedeva di rivedere il progetto come da richiesta di abitanti e commercianti della zona, temendo un impatto negativo sul commercio locale. Paolo Garavaglia (capogruppo riLegnano), spiegò che la letteratura di settore dimostri come la mobilità dolce non arrechi danno al piccolo commercio di prossimità, e ribattuto che fosse, piuttosto, la vicina Galleria Cantoni ad avere forse avuto un impatto negativo sul commercio al dettaglio. Francesco Toia (capogruppo Lista Toia Sindaco), replicò parlando di mancato ascolto, da parte dell’amministrazione, delle richieste dei cittadini e di accanimento nei confronti dei commercianti. Al di là dello scontro politico o della zona interessata, la tematica meritava a nostro giudizio un approfondimento. Interpellati dal giornale di Legnano, i due hanno rilasciato i seguenti commenti.

FRANCESCO TOIA

PAOLO GARAVAGLIA

«Capogruppo della lista Toia Sindaco»

«Capogruppo riLegnano delegato Bicipolitana»

«

La tesi dell’amministrazione è che sia la Galleria Cantoni ad aver arrecato danno al commercio locale in Via Volta. Non posso pensare di prendere in mano un progetto concluso vent’anni fa e che, nel bene o nel male, ha sviluppato un’area dismessa. La letteratura dice che la mobilità dolce può solo portare beneficio, mai danno, al commercio di prossimità? M’informerò sul tema. Tuttavia, vorrei chiedere al consigliere Garavaglia se esistano studi secondo i quali la riqualificazione di un’area abbia mai portato danno alla zona circostante. Per quanto mi riguarda, so che in economia si studia il moltiplicatore monetario. Ogni euro speso dalla pubblica amministrazione deve portare beneficio, ad esempio rendendo una zona attrattiva e di sviluppo commerciale, e constatare così che quell’euro speso ne abbia prodotti, in cambio, molti di più. Se un investimento, fin da subito, desta preoccupazione nei commercianti locali come in questo caso, forse gli effetti non sono sempre positivi. Occorre prestare ascolto alle richieste dei cittadini e la mozione presentata da mia sorella (Carolina Toia n.d.r.), poi respinta, partiva da questo. Ricordo, infine, un interessante webinar che abbiamo tenuto lo scorso anno con Camillo Piazza e Alessandro Rogora sulla mobilità sostenibile: ebbene, questa non sempre passa dalla bicicletta. Esistono tanti modi di sviluppare un territorio».

«

Ben venga la grande distribuzione. Crea occupazione e genera grande indotto economico. Non vedo dualismo tra essa e il commercio di prossimità: sono soluzioni diverse per esigenze diverse. Una galleria commerciale in centro città, per gli abitanti della zona, è una comodità, ma i negozi al dettaglio ne hanno sofferto. Inoltre, attrae cittadini dai comuni vicini, alimentando il traffico in una zona già critica. Le infrastrutture ciclopedonali, invece, favoriscono piccolo commercio e socialità: una passeggiata, due chiacchiere col panettiere, col pescivendolo e così via. Il nostro progetto “Rete verde e del commercio” prevede la creazione di aree ciclopedonali e luoghi di aggregazione per rilanciare il commercio locale. Sappiamo che questa è la via maestra per renderlo attrattivo, in un’epoca in cui soffre la concorrenza di grande distribuzione e e-commerce. L’aprile scorso, è stato pubblicato uno studio – “Economic impacts on local businesses of investments in bicycle and pedestrian infrastructure: a review of the evidence” Jamey M. B. Volker & Susan Handy – che raccoglie i risultati di diverse ricerche per ricavarne una sintesi.

“Gli amministratori locali, in Nord-America, spesso incontrano l’opposizione alla costruzione o all’ampliamento di percorsi ciclopedonali. L’opposizione più marcata viene solitamente da automobilisti o negozianti locali […] Considerati nell’insieme, gli studi indicano che creare o potenziare i percorsi attivi ha un impatto positivo o non significativo sul commercio al dettaglio e alimentare adiacente o posto a breve distanza, mentre le infrastrutture ciclabili possono avere impatto negativo sulle attività auto-centriche” Un estratto di: “Economic impacts on local businesses of investments in bicycle and pedestrian infrastructure: a review of the evidence”

La conclusione? La mobilità dolce ha impatto economico positivo sul commercio locale. Carolina Toia ha detto che non è interessata alla letteratura, ma all’ascolto dei cittadini. Anche per noi l’ascolto dei cittadini è fondamentale, ma nel prendere le nostre decisioni facciamo grande affidamento sulle evidenze scientifiche, poi adattate alle peculiarità del territorio. Un passaggio che richiede capacità di ascolto e mediazione. Per venire incontro alle richieste dei commercianti di Via Volta, stiamo rivedendo il progetto, per il quale individueremo altre zone, e la bicipolitana passerà probabilmente per Via Foscolo».

Toia: “La mobilità sostenibile non sempre passa dalla bicicletta” Garavaglia : “Non c’è dualismo tra grande distribuzione e piccolo commercio” F. M.


6

osPeDaLe Inaugurate le quattro docce speciali che aiuteranno le future mamme ospiti del reparto di Ostetricia

Umanità ed efficienza: il dono di Bianca ai nuovi nati di Legnano Bianca Ballabio

■ Ne avevamo già parlato a ottobre, ma il mese scorso si è completato un percorso che ha unito efficienza e umanità. Il 24 novembre, infatti, il reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale di Nuovo ha ufficialmente inaugurato le quattro docce speciali donate da Fondazione Bianca Ballabio in collaborazione con i Club Lions “Legnano Carroccio” e “Legnano Host” e Fondazione Quattro Ospedali. Strumenti moderni che consentono di attenuare i dolori del travaglio grazie all’azione dell’acqua e programmi quali musicoterapia e aromaterapia, contribuendo a creare un clima familiare attorno alla gestante. “Il Germoglio di Bianca”, questo il nome dell’iniziativa, ha uno straordinario valore simbolico. È l’ideale rinascita di Bianca Ballabio, talentuosa studentessa di medicina prematuramente scomparsa, nelle nuove vite dell’Ospedale. A ribadirlo, nella conferenza stampa online di presentazione, sono stati Michela Bonzi e Massimo Ballabio, genitori di Bianca e promotori dell’associazione, che hanno rivisto nel personale ospedaliero «lo stesso entusiasmo di nostra figlia».

Norberto Albertalli, presidente Fondazione Quattro Ospedali, ha ricordato come fosse una precisa volontà dei genitori promuovere un’iniziativa legata al mondo dei nosocomi. Per l’ex studentessa, anche una targa commemorativa offerta dall’Università di Sassari, ateneo presso cui Bianca Ballabio studiava. Il prorettore Andrea Piana ha sottolineato come pensare alle nuove nascite sia qualcosa di fondamentale in quest’epoca di pandemia, che nell’ultimo periodo sta registrando anche nel territorio legnanese un preoccupante incremento di positivi. Inoltre, ha spiegato il dottor Guido Stevenazzi, primario del reparto legnanese di Ostetricia e Ginecologia, i dati di quest’anno sulle nascite all’Ospedale Nuovo (872) mostrano, pur con una lieve stabilizzazione negli ultimi mesi, un decremento rispetto al periodo del primo lock-down, «come se le coppie desiderose di avere figli mostrassero maggiori timori». Nell’occasione il primario e il direttore sanitario Cesare Candela hanno anche sottolineato l’efficienza del reparto, che conta un nutrito staff multidisciplinare in grado di accompagnare le partorienti dalla gestazione – incluso il supporto psicologico, per individuare tempestivamente possibili casi di depressione postparto - sino ai primi mesi di vita, scegliendo a seconda dei casi gli strumenti d’intervento più idonei. Altro caposaldo del personale dedicato è attenuare il più possibile qualsiasi tipo di disagio per le future mamme, i bambini e i loro cari. In sintesi, ancora una volta, umanità. Parola di cui fare tesoro, oggi più che mai. F.M.

IL LENTO ED IMPERFETTO SENSO DELLA VISTA ■ Qualche tempo fa un mio caro paziente, insegnante presso l’Istituto Bernocchi di Legnano, mi chiese se potessi dare una spiegazione scientifica ai risultati di un esperimento che fece con alcuni suoi allievi. Un giorno volle provare a calcolare i diversi tempi di reazione dei ragazzi alla percezione di uno stimolo uditivo e di uno visivo. Diede loro un pulsante, quindi calcolò in quanto tempo ciascuno studente percepisse un suono proveniente da una cuffia e poi vedesse un’immagine proiettata su di un monitor. Sebbene in entrambi i casi i tempi di reazione fossero di frazioni di secondi, tutti i soggetti esaminati reagivano con tempi più lunghi allo stimolo visivo. Infatti i recettori acustici dell’orecchio, quando percepiscono un suono, generano un impulso elettrico (il cosiddetto potenziale d’azione) che viene immediatamente inviato al cervello. Un meccanismo simile si verifica anche per i sensi del gusto, tatto ed olfatto, ma nel caso del sistema visivo ciò non avviene. Sappiamo infatti che l’occhio umano è tutt’altro che un capolavoro dell’ingegneria perché mostra i segni imperfetti della sua evoluzione. Diverse specie animali hanno gli occhi ai lati della testa che permettono loro di avere un ampio campo visivo per scappare dai predatori. Grazie agli occhi in posizione frontale, l’uomo è invece in grado di valutare con estrema precisione la profondità, la distanza e la tridimensionalità anche se non possiede un cam-

po visivo a 360°, probabilmente perché non ne ha più bisogno! I nostri occhi, anche se non ce ne accorgiamo, effettuano costantemente piccoli movimenti rapidi detti “saccadi" per tenere l’oggetto a fuoco mentre contemporaneamente percepiamo l’ambiente circostante. Il nostro cervello riesce infatti a percepire più facilmente le figure in movimento o che variano di luminosità e di colore: è esperienza comune agitare le braccia o un fazzoletto colorato per richiamare l’attenzione di qualcuno. Attraverso un sofisticato complesso ottico (cornea, iride, cristallino), l’occhio cattura ed invia sulla retina le immagini del mondo esterno. La retina umana è però un elogio all’imperfezione. Infatti i nostri fotorecettori (coni e bastoncelli) sono rivolti in direzione opposta a quella della sorgente luminosa e ricevono in basso gli stimoli luminosi provenienti dal campo visivo superiore, a destra quelli provenienti da sinistra e viceversa. I fotorecettori trasformano la luce in segnali elettrochimici che però non generano potenziali d’azione e quindi non vengono subito inviati al cervel-

lo ma trasmessi ed elaborati da altri neuroni (cellule bipolari, orizzontali, amacrine, ganglionari). Come un pittore miscela i colori sulla tavolozza prima di stenderli sulla tela, così le cellule della retina regolano in frazioni di secondi oltre al colore, la luminosità, il contrasto, la tonalità, creando un’immagine invertita, imperfetta e leggermente diversa in un occhio rispetto al controlaterale. Le immagini elaborate dalle due retine prendono la via dei nervi ottici, si incrociano a livello del chiasma ottico e quindi arrivano alla corteccia visiva situata nella parte posteriore del cervello dove verranno rigirate, sovrapposte, rielaborate ed infine percepite come immagine singola tridimensionale. Ciò significa che noi “guardiamo” con la retina ma in realtà “vediamo” e soprattutto “capiamo” col cervello! Eppure, sebbene tra i cinque sensi quello della vista sia il più complesso, lento ed imperfetto, credo sia anche quello a cui nessun essere umano voglia rinunciarvi. Fabrizio Magonio

DAL LICHENE UN SANIFICANTE E VIROCIDA DI STRAORDINARIA EFFICACIA ■ Mentre le azioni si concentrano , comprensibilmente, sulla vaccinazione di massa per raggiungere l’agognata immunità di gruppo, ancora poco o nulla di dice e si fa sulla altrettanto necessaria sanificazione ed igienizzazione degli ambienti e delle superfici. Dimenticando tra l’altro che, soprattutto ospedali ed ambulatori, così come spesso pertinenze di sale mediche ed operatorie, sono causa di sempre maggiori infezioni batteriche e virali. Così come potenziali veicolo costituiscono le superfici di mezzi di

trasporto, banchi, mobili e pareti, o addirittura pavimenti delle scuole. È giusto allora che si sappia che una azienda multinazionale, ma che ha la propria sede operativa nella vicina Gallarate, ha da tempo enucleato un lichene naturale dallo straordinario effetto virocida e battericida che, inserito in un prodotto brevettato, è in grado di eliminare la presenza batterica e virale al 99 per cento, garantendo la continuazione dell’effetto per almeno tre anni dalla posa. E tale opera, certificata e monitorata costantemente da università e laboratori accreditati è stata già positivamente sperimentata proprio nella nostra zona, in alcuni ambulatori del nostro ospedale, sale di accesso ad ambienti medici ed istituti scolastici. Vestatis, segnatevi questo nome, è l’azienda che ha iniziato quest’attività così ricca di ritorno fondamentale per la salute pubblica. Ne sentirete presto parlare, e noi torneremo presto sopra.


(prima parte)

I dati delle Asl confermano una crescita dell’uso abituale di droghe leggere tra gli adolescenti e non solo, fenomeno che la pandemia ha contribuito ad acuire e che spesso le famiglie tendono a minimizzare. Con conseguenze spesso molto gravi sulla salute e risvolti penali da non sottovalutare. ■ Prima di argomentare sulla normativa penale che regolamenta l’uso di stupefacenti, occorre fare chiarezza sugli effetti delle droghe leggere, considerato che il consumo frequente di marijuana è diventato, soprattutto per molti ragazzi adolescenti, un’abitudine di vita. Purtroppo i consumatori assidui (ma anche quelli saltuari) sembrano ignorare i danni alla salute che derivano dall’uso di doghe leggere, in special modo della marijuana. L’Università di Pittsburgh e l’Università dello Stato dell’Arizona hanno preso sotto esame mille ragazzi maschi dai 13 ai 18 anni che facevano un uso regolare di marijuana. La scoperta più incisiva è che anche dopo un anno di abbandono della cannabis, facilmente,

Consiglio di approfondire molto la problematica dei figli, di cercare anzitutto d’individuare il disagio

i giovani continuassero a vivere esperienze subcliniche di paranoia ed episodi di allucinazioni, alla pari di quelle osservate nei soggetti che ne facevano un uso continuato.

È anche noto che i soggetti che fanno uso frequente di marijuana e hashish corrono iL rischio di incorrere in fenomeni Psicotici e neLLa schizofrenia Il rischio riguarda soprattutto gli adolescenti, in quell’età in cui si completa la maturazione del cervello e cresce l’efficienza delle reti neurali.

Fabio Manfré, avvocato del Foro di Milano con studio anche in Legnano.

Le droghe leggere e le ipotesi di reato: facciamo il punto

Conseguenze e risvolti legali ■ Venendo alla questione prettamente legale, occorre dire che per l’uso personale di marijuana sono previste solo sanzioni amministrative disposte dal Prefetto del luogo di residenza del consumatore. Per esservi uso personale il principio attivo non deve (all’incirca) superare 1 g /1,5 g di THC. Quindi per l’hashish e la marijuana la quantità di sostanza posseduta dovrà essere più o meno pari a 10-15 g con una percentuale di principio attivo intorno al 10%. Tuttavia, bisogna dire che il dato è soggetto ad una valutazione del Giudice che deve tenere conto dei vari elementi di cui sopra. Quando è contestata la detenzione per uso personale si riceve una convocazione per un colloquio presso la Prefettura di residenza. Se si è minorenni sono convocati anche i genitori. Al colloquio possono verificarsi le seguenti situazioni: a) non succede niente e si ha

solo un ammonimento a non fare più uso delle sostanze; b) viene sospeso e ritirato un documento (patente, passaporto, porto d’armi, permesso di soggiorno di turismo per stranieri) per un periodo che va da uno a tre mesi. Teoricamente, oltre al procedimento presso la Prefettura, il consumatore riceverà anche una convocazione dal Ser.d per un incontro informativo. Questo colloquio è facoltativo ma, se viene intrapreso un programma educativo (per le cosiddette droghe leggere) o un trattamento terapeutico (per le cosiddette droghe pesanti), e tale percorso ha esito positivo, si avrà la revoca delle sanzioni. Nella prassi, tuttavia, la convocazione del Ser.d avviene quando si sono già scontate le sanzioni, per cui la revoca rimane un provvedimento solo formale senza conseguenze positive per l’interessato. Molta attenzione deve essere posta

anche riguardo le conseguenze che si subiscono dalla scoperta di un soggetto in possesso anche di modiche quantità di marijuana. Le forze dell’ordine possono procedere a controlli, perquisizioni e ispezioni personali se valutano ci sia fondata possibilità di trovare sostanze stupefacenti su persone o luoghi. In questo caso gli agenti non hanno l’obbligo di una preventiva autorizzazione del Magistrato, ma possono procedere in via autonoma. Qualora ritrovino le sostanze,

devono redigere un verbale di sequestro e chiederne la convalida al Pubblico Ministero entro 48 ore. In questi casi il consumatore deve da subito dichiarare che la sostanza rinvenuta è destinata esclusivamente al proprio uso personale e che si è consumatori di sostanze stupefacenti. Qualora il consumatore detenga un quantitativo elevato deve dichiarare che lo stesso costituisce una ragionevole scorta per il proprio consumo. Discorso diverso deve essere fatto per il traffico di stupefacenti.

«Il Thc disturba questo processo e nel caso che uno porti in sé una predisposizione biologica alla malattia (che potrebbe anche restare per sempre non manifesta) o abbia esperienze ‘psychotic-like’, gli esiti possono essere appunto quello di sviluppare la malattia completa, o comunque una psicosi cronica simile alla schizofrenia». Bisogna anche chiarire che l’uso frequente di marijuana crea una dipendenza psicologica, aspetto definito nella quinta revisione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5), come per esempio l'incapacità o la non volontà di interrompere l'uso continuato dello stupefacente, nonostante la consapevolezza di andare incontro alla compromissione (clinicamente significativa) dello stato di salute. Un’ ultima considerazione che mi sento di fare in merito alla problematica sociale è quella della reazione dei genitori di fronte al problema dei figli sorpresi a fare uso di droghe leggere. Riscontro, in generale, due modi di reagire: a) sottovalutare la problematica, b) la sfuriata momentanea con punizioni temporanee per poi dimenticarsi del problema. Consiglio, invece, di approfondire molto la problematica dei figli, di cercare anzitutto di individuare il disagio, di prestare moltissima attenzione all’ambiente che frequentano e intraprendere un percorso condiviso al fine di non farli sentire soli.

La distinzione tra consumo e traffico non è operata nettamente dalla legge. Il discrimine legislativo si basa su diversi elementi: la quantità di sostanza detenuta e del relativo principio attivo (THC), la presenza di coltelli o arnesi da taglio, di bilancini di precisione, materiali da confezionamento (domopak, pellicole), quantità di denaro in contante non giustificabili da reddito o patrimonio personale. Il dato quantitativo non è quindi di per sé idoneo a integrare lo spaccio.Un aspetto a cui bisogna fare molta attenzione è l’acquisto di stupefacenti da parte di un singolo per poi farne uso di gruppo. Sul punto le Sezioni Unite della Corte di Cassazione (25401/2013) osservando che il c.d. consumo di gruppo di sostanze stupefacenti, sia nell’ipotesi di acquisto congiunto, che in quella di mandato all’acquisto collettivo ad uno dei consumatori, non è penalmente rilevante, ma integra l’illecito amministrativo sanzionato dall’art. 75, stesso D.P.R., a condizione che:

a. l’acquirente sia uno degli assuntori; b. l’acquisto avvenga sin dall’inizio per conto degli altri componenti del gruppo; c. sia certa sin dall’inizio l’identità dei mandanti e la loro manifesta volontà di procurarsi la sostanza per mezzo di uno dei compartecipi, contribuendo anche finanziariamente all’acquisto. (segue sul prossimo numero)


8

MUsICa

■ Se volessimo raccontare nei dettagli la carriera artistica di Paolo Scheriani non basterebbe tutta questa pubblicazione. Paolo è un artista nel senso più totale e totalizzante del termine, più inclusivo: cantautore, attore (di teatro e di cinema), mimo, drammaturgo, sceneggiatore e regista teatrale. Non uno qualunque: Diplomato all’Accademia d’Arte Drammatica de “I Filodrammatici” di Milano (la più antica e rinomata accademia teatrale italiana), nel 1984 entra a far parte della scuderia di artisti della casa discografica DDD insieme a Eros Ramazzotti, Mia Martini, Fiorella Mannoia, Enzo Jannacci e molti altri. Pubblica numerosi dischi e nel 1987 partecipa al Festival di Sanremo vincendo il Premio Poesia nella Canzone con il brano “L’esteta”. Durante la collaborazione con il Teatro Out Off di Milano, spazia dai classici del teatro greco alla nouvelle vague. Dal 1997 al 2007 è stato attore, autore e regista di allestimenti teatrali presso il Teatro Litta di Milano. Come drammaturgo, sempre al Teatro Litta, mette in scena “La Salomè” di cui è anche regista e che vede la collaborazione del maestro Guido Crepax. Riceve numerosi premi, in Italia e all’estero, su tutti ricordiamo quello per la sceneggiatura del film “Subliminal – il codice dell’amore”, premio come miglior film straniero al “Colorado Film Festival” di Denver. Nel 2000 Scrive soggetto e sceneggiatura della fiction “Cacciatori di storie” andata in onda su Rai3 con la regia di Ettore Pasculli. Sempre con Pasculli nel 2000 è protagonista del film “La fabbrica del vapore” e dalla produzione del film viene proposto al David di Donatello nella sezione Miglior Attore protagonista. Cultura per tutti non significa banalizzare i messaggi Scheriani è oggi consigliere comunale a Legnano e ce n’è abbastanza per intuire che l’attuale incarico di “delegato alla cultura e valorizzazione dei luoghi deputati alla cultura” sia tagliato su sua precisa misura: «La cultura deve essere trasversale, fruibile a tutti, dunque il più possibile gratuita. Qui si può

La cultura a Legnano e uno sguardo sulla produzione musicale Artista a tutto tondo, Paolo Scheriani ci spiega il suo concetto di cultura e come intenda cooperare per renderla fruibile alla Città. Ma ci offre anche una disanima riguardo i limiti dell’attuale produzione musicale generare un equivoco: cultura per tutti non fa rima con messaggi semplicistici, basici, non mina la profondità del messaggio. Significa che anche tematiche di nicchia o autori ritenuti ostici possono e devono essere declinati in una veste il più possibile comprensibile a tutti, rendendone fruibile il contenuto e l’essenza. Il “saper raccontare” e non il semplice “mostrare” diviene così la prima condizione per una comunicazione efficace della Cultura. Ogni luogo della Città - continua Scheriani - per le sue specifiche peculiarità può divenire spazio culturale, dunque il mio campo d’azione diviene praticamente infinito. Vogliamo coinvolgere pubblico e privato nelle nostre attività, oltre a ogni realtà associativa legnanese, che grazie al proprio radicamento nel tessuto sociale rappresenta la vera anima di Legnano: ogni ambito ha qualcosa da offrire, spunti creativi e singolarità nascoste.

Una sorta di “crogiolo” le cui componenti hanno tutte voce in capitolo e unite danno vita a quell’interconnessione sociale in grado di produrre messaggi culturali utili alla crescita della comunità e all’ascolto dei suoi bisogni. La cultura, intesa come spettacoli dal vivo, musica, teatro, letteratura e arti figurative ha sì una funzione di intrattenimento, ma deve offrire anche possibilità di confronto e spunti di riflessione sull’esistenza. Inoltre ha una importante funzione aggregativa, di incontro, di fuga dai contatti umani “in remoto”. Legnano può e deve diventare polo di attrazione per il Territorio, allargando il proprio bacino di utenza e rafforzando la propria immagine». Con i suoi spettacoli (che riprenderanno a Gennaio), di cui cura anche la regia, insieme alla compagna e artista Nicoletta Mandelli Scheriani ha saputo valorizzare la musica leggera d’autore

- da De Andrè a Gaber a Battisti - offrendole dignità artistica e poetica aderenza al mondo. Inevitabili dunque un paio di domande sull’attuale produzione musicale. La musica è peggiorata nel tempo perché le nuove generazioni ci capiscono sempre di meno o perché c'é sempre meno talento negli artisti? «Dagli anni ’90 a oggi il livello generale si è decisamente abbassato. Dal Duemila, poi, si è andati in caduta libera… perché non si ascolta, non si studia, non c'è umiltà e non si ricorda che la musica è un’arte. Ma quello di cui c'è più bisogno è di far salire il livello del pubblico, invece la musica di qualità è stata prima anestetizzata dai reality show e dalle piattaforme di condivisione gratuita, quindi uccisa dai social network. Bisogna recuperare in fretta il lavoro vero, lo studio (anche degli strumenti musicali), la gavetta unita alla conoscenza di

ciò che si sta facendo. Oggi la musica, soprattutto quella “ pop” è realizzata con una base prodotta in studio coi sintetizzatori, la melodia è creata per fare da sfondo ai reel di tik tok e non per comunicare un messaggio. A mio avviso è molto facile capire che oggi "pubblicare" musica è alla portata economica di tutti, dunque chiunque si improvvisa musicista, a prescindere dalle proprie capacità, tanto che la produzione è molto più vasta di prima ma, ovviamente, si distribuisce più facilmente verso il basso». Non sarà che siamo noi a essere invecchiati e ci rifiutiamo di comprendere il nuovo che avanza? Certo è che un fenomeno come quello dei Maneskin tra gli anni ’80 e gli anni ’90 sarebbe passato sotto traccia. «È vero, invecchiando si è sempre meno propensi ad accettare le novità. È altrettanto vero, però, che ogni generazione ha dovuto far pace con la precedente, ma dalla precedente ha saputo trarre qualcosa di buono. Quest’ultima invece ha provveduto, in ambito musicale, a fare tabula rasa. Questo, però, molto soggettivo, spiega solo in parte questa sensazione che non necessariamente la fa corrispondere al vero o al falso. Un motivo oggettivo, invece, è che i contenuti sono sempre più generati da chi detiene i mezzi di distribuzione. Mi spiego meglio: prima c'erano molte etichette discografiche, che utilizzavano tecnici, ingegneri del suono e tante professionalità per arrivare ad avere un prodotto estremamente valido dal punto di vista qualitativo. A questo livello di qualità tecnica doveva corrispondere anche una qualità artistica notevole e gli artisti c'erano e venivano pagati bene, anche perché un disco (vinile, CD, musicassetta) aveva il suo bel costo. Adesso con un abbonamento da pochi soldi al mese puoi ascoltare ciò che vuoi. Quanto arriva nelle tasche dell'artista e della casa discografica? Pochissimo. Quindi si taglia. Sui tecnici, sugli strumenti, sugli ingegneri del suono. E di conseguenza sugli artisti. Tra un po' i brani saranno prodotti direttamente dai software di intelligenza artificiale di colossi come Tidal, Spotify & co, così non dovranno più riconoscere nulla agli artisti. L'arte richiede sacrifici e impegno e andrebbe pagata bene, proprio per evitare questo declino».

Massimo Vernacotola


Tutela e amministrazione di sostegno, a chi si applica e con quali differenze Cos’è l’amministrazione di sostegno? L’amministrazione di sostegno è una procedura di volontaria giurisdizione entrata a far parte del nostro ordinamento in tempi relativamente recenti, con la L. 9 gennaio 2004 n° 6, ed ha presto assunto un ruolo cardine in materia di protezione e tutela dei soggetti più deboli della nostra società.Le principali caratteristiche a cui si deve la fortuna dell’istituto sono la sua elasticità contenutistica e la sua duttilità strutturale, peculiarità grazie alle quali è possibile affiancare il beneficiario c.d. “amministrato” con interventi ad personam appositamente studiati per le sue esigenze specifiche e concrete.

Cos’è l’amministrazione di sostegno e qual è la differenza tra amministratore di sostegno e tutore? Gli Avvocati dello Studio Colombetti fanno chiarezza sugli strumenti necessari a provvedere agli interessi delle persone più deboli e fragili.

...la scelta dell’amministratore di sostegno deve avvenire con esclusivo riguardo alle cure e agli interessi del beneficiario...

I soggetti nei confronti dei quali si può richiedere l’amministrazione di sostegno sono tutti coloro che vivono una condizione di limitata autonomia dovuta tanto a ragioni di ordine fisico, come disabilità e infermità psico-fisica parziale, quanto a motivazioni inerenti alla sfera eminentemente psichica, come demenza senile, dipendenza da gioco e/o sostanze.

Quale differenza intercorre tra amministrazione di sostegno e tutela? Lo scopo dell’introduzione normativa di questa figura è quello di far sì che l’amministratore possa assistere il beneficiario nelle operazioni di vita quotidiana senza tuttavia privarlo completamente dell’autonomia che gli residua e cercando di limitare il meno possibile la sua capacità di agire. È proprio in quest’ultimo aspetto che risiede la principale differenza tra l’amministrazione di sostegno e la tutela: mentre la tutela, infatti, presuppone una limitazione pressoché totale dell’autonomia dell’interdetto, l’amministrazione di sostegno coadiuva un soggetto beneficiario che non è del tutto privo della propria capacità di intendere e, di conseguenza, le decisioni che prende nell’esercizio della sua funzione devono interpretare e tradurre in azione quelle che presumibilmente sarebbero state le scelte e le determinazioni del beneficiario, qualora questo avesse potuto compiere autonomamente l’atto in oggetto senza amministratore. Quale fra i due strumenti viene maggiormente utilizzato?

Il testo dei nuovi articoli 406 e 417 c.c., nella formulazione frutto della riforma del 2004, stabilisce infatti che il ricorso per l’istituzione dell’amministrazione

Fermi gli obiettivi primari di cura della persona e del suo patrimonio, la duttilità dell’azione dell’amministratore è senza dubbio la carta vincente di questa misura di protezione che, dai tempi della sua introduzione, non ha mai smesso di guadagnare terreno e consensi in termini di efficacia e adeguatezza. Come avviene la tutela dei minori?

L’Avvocato Stefano Colombetti - diritto civile, penale ed amministrativo

può essere proposto dallo stesso soggetto beneficiario e da tutti i soggetti già titolari di legittimazione alla proposta di interdizione e inabilitazione: coniuge, persona stabilmente convivente, parenti entro il quarto grado, affini entro il secondo grado, tutore, curatore e pubblico ministero. È inoltre previsto che i responsabili dei servizi sanitari e locali, ove

a conoscenza di circostanze tali da rendere opportuna l’apertura del procedimento, possano proporre ricorso per la nomina di un amministratore al Giudice Tutelare competente. Sulla richiesta di amministrazione decide il Giudice Tutelare con decreto, nel quale devono essere altresì indicati gli atti per i quali è richiesta l’assistenza dell’amministratore.

Come avviene la scelta dell’amministratore di sostegno? Un ulteriore aspetto in cui dipana i suoi effetti l’elasticità dell’istituto è la scelta dell’amministratore. Tale scelta deve avvenire con esclusivo riguardo alla cura e agli interessi del beneficiario, il quale può ex ante designare il proprio amministratore in previsione di una propria eventuale futura inca-

Il podio del crimine in Italia Milano sul gradino più alto Dopo il forzato stop dovuto al lockdown, torna a salire l’indice di criminalità, che colloca l’Italia nelle prime posizioni in Europa per numero di reati e crimini compiuti in rapporto alla popolazione.

L’amministrazione di sostegno, abbreviata per semplicità in ADS, ha ormai soppiantato in larga parte l’istituto della tutela e dell’interdizione, coprendone quasi interamente l’ambito applicativo e lasciandola residuare ai soli casi di limitazione totale della capacità di intendere e di volere o di perdita della capacità di agire. Il principio di discrezionalità e diffusione dell’istituto non emerge solo dal contenuto degli atti e delle misure di sostegno attuabili dall’amministratore, che solo in caso di straordinaria amministrazione chiede relativa autorizzazione al Giudice Tutelare, ma si evince anche dall’ampiezza del novero dei soggetti legittimati a richiedere la nomina di un ADS.

pacità. Ove ciò non avvenga, il decreto motivato di nomina emesso dal Giudice Tutelare tende generalmente a preferire, nella scelta, il coniuge non legalmente separato, la persona stabilmente convivente, il genitore, il figlio, il fratello o la sorella, il parente entro il quarto grado o il soggetto diverso nominato con atto pubblico o scrittura privata autenticata, primo tra tutti l’avvocato. In linea generale, si osserva facilmente che la disciplina dell’istituto non è fondata su presupposti e regolamentazioni rigide, ma risulta piuttosto informata ad un generalizzato principio di opportunità che consente di far sì che ogni singola amministrazione di sostegno disposta possa atteggiarsi, nella maniera di volta in volta più idonea, alla tutela degli interessi e dei bisogni concreti del beneficiario.

Secondo i dati del dipartimento di Pubblica Sicurezza del ministero dell’Interno, Milano conserva la maglia nera di “capitale delle denunce”, soprattutto per quanto riguarda i furti con destrezza, in appartamento e nelle auto in sosta. Se calano, ma non ancora abbastanza, gli omicidi e le rapine in banca, a Milano e provincia sono in preoccupante aumento gli atti criminosi e le frodi informatiche: phishing, truffe, furti d’identità…In questo ambito crescono i reati connessi alla pedo-pornogra-

fia online e al cyberstalking, oltre alla clonazione di carte di credito e falsificazione di denaro. Sul secondo gradino del podio c’è Rimini, dove i borseggi sono in notevole aumento, mentre continuano a crescere i furti nelle abitazioni, destando preoccupazione e paura. Rimini si distingue anche per i reati di violenza sessuale, riguardo ai quali, sempre in percentuale al numero di abitanti, detiene il primato in Italia. Elevata anche l’evasione fiscale accertata. Al terzo posto si colloca

Bologna dove, se si registrano i più bassi livelli di omicidi degli ultimi tre decenni, aumentano a dismisura il numero dei furti, delle rapine e degli scippi, superando i dati dell’ultimo decennio. Il predominio dei borseggi fa riflettere sulle ragioni dei furti, principalmente economiche, che soprattutto in questa città rendono molto pericolose le uscite per strada e le visite nei luoghi pubblici e di aggregazione, quali piazze, locali e stazioni, in centro come anche in periferia. M.V.

La responsabilità genitoriale è il potere/dovere attribuito ai genitori di proteggere, educare e istruire i figli minorenni in armonia con le loro necessità e i loro interessi. Atteso che il minore è privo della capacità di agire, in sua vece agisce il genitore, in qualità di rappresentante legale, e a tale responsabilità vengono sottoposti i figli minori non emancipati, senza distinzione tra coloro che sono nati nel matrimonio e coloro che sono nati fuori dal matrimonio. Questa disciplina si estende anche ai figli adottivi, nel caso in cui i genitori, a seguito dell’adozione legittimante, acquistino con ogni effetto la responsabilità genitoriale. Le principali facoltà che la legge attribuisce direttamente in capo ai genitori hanno riguardo sia a bisogni di natura personale, sia di natura patrimoniale. In particolare, questi hanno il dovere di custodire e allevare i figli, destinando il loro domicilio al minore e fornendo tutto il necessario per la sopravvivenza. I genitori devono, altresì, provvedere all’educazione e all’istruzione dei minori, secondo la diligenza del buon padre di famiglia e in armonia con la cultura, i costumi e gli usi del luogo. Dal punto di vista patrimoniale, i genitori amministrano e usufruiscono dei beni dei figli, conservandone la sostanza, senza alterare la destinazione d’uso. Infine, i genitori godono di un potere di rappresentanza, vale dire hanno facoltà di compiere negozi giuridici al posto dei minori, ad esempio, al compimento degli obblighi scolastici, possono stipulare il contratto lavorativo di apprendistato. Tuttavia, sovente si presentano casi in cui i genitori sono assenti, o per una sopravvenuta morte o perché decaduti dalla responsabilità genitoriale. In tali condizioni, viene nominato un tutore, che provvede alle necessità della persona del minore e ne amministra i beni.


10

sPort

di Francesco Moscarella

■ Il padel non è più una novità o una scoperta, ma un movimento consolidato e in crescita. «Nell’ultimo anno, la nazionale italiana è balzata dal 7° al 5° posto ai mondiali nel settore maschile e dal 4° al 3° in quello femminile. I praticanti a livello nazionale sono raddoppiati, toccando ora quota due milioni», ci spiega Carlo Ringoli, l’imprenditore che ha portato a Legnano questo sport, al centro sportivo StarPadel di Via Monte Rosa, «ma consideriamo che siamo ancora la metà del movimento spagnolo, che conta quattro milioni di praticanti». La forte attrattiva del padel sta nella sua semplicità. Dopo un’ora di lezione, assicura Ringoli, si è perfettamente in grado di giocare con persone del proprio livello. La socialità è un altro punto di forza di questo sport, sia perché si gioca a coppie, sia per la possibilità di formarle con doppisti di genere e/o età diversa. «Io stesso, ormai, gioco quasi sempre con mio figlio o con mio padre. Tre generazioni unite da questo sport». Guardando a Legnano, il Carlo Ringoli, dello StarPadel di target si conferma decisa- Legnano, ci spiega perché questo mente eterogeneo, andando dai dodici ai settant’anni, sport abbia conquistato tennisti con un rapporto uominie semplici appassionati di tutta donne del 60-40% circa. Il legame col tennis è un Italia altro punto da sottolineare. L’affiliazione con la Federazione Italiana Tennis inizialmente ha forse portato qualche purista a tori ben preparati e presto diventeranstorcere il naso e vedere il padel come no nove. Vogliamo entrare nella menuna moda passeggera, ma ormai la mag- talità dei ragazzi». gioranza dei tennisti guarda con interesse Con tanta quantità, tuttavia, ora il a questo sport. movimento chiede anche qualità. «Meno tecnico, defatigante, ma comunque L’implementazione di corsi istrutallenante, ha avuto gioco facile nell’attirare i tori regolamentati e con paletti pretennisti». cisi che favoriscano una formazioPiuttosto, sottolinea Ringoli, è nei più gio- ne tecnica di livello. In parallelo, vani che solo ora il padel sta iniziando a il sogno resta vedere il padel alle scalfire il fascino di calcio, basket o dello Olimpiadi. stesso tennis. Se ne discute da tempo. «Qui a Legnano, puntiamo molto sull’acade- Intanto, il movimento attende. my per i più giovani. Abbiamo già sette istrut- E cresce.

Passione PadeL

giuLia, La numero uno itaLiana

Una seconda vita sportiva. Ex tennista, Giulia Sussarello s’innamorò del padel quando, nel 2017, la portarono per la prima volta a giocare. Un inizio quasi per caso, che sancì l’inizio di un vero amore sportivo. Una storia che l’accomuna a molti padelisti d’Italia, una passione cha la comasca ha presto iniziato a coltivare con dedizione e serietà, riscuotendo subito successi. «Mi ha ridato la voglia di giocare e partecipare ai tornei», racconta, «e quello stesso anno sono diventata campionessa italiana». Non si è più fermata, confermando il titolo in tutti gli anni successivi, 2021 com-

preso, anche dopo aver cambiato compagna di doppio, da Chiara Pappacena a Carolina Orsi. A fine febbraio ricomincerà il World Padel Tour, il circuito internazionale, ed è forse qui che si vedono le maggiori differenze col tennis. «I premi sono ancora bassi, soprattutto a livello femminile. A trovare sponsor sono, per lo più, le prime coppie al mondo. Io sono intorno alla 60° posizione nel ranking internazionale e in questi casi dobbiamo spesso finanziarci da soli». Necessità che per Giulia, tuttavia, ha costituito un’ulteriore opportunità. Dal 2020, infatti, è istruttrice allo StarPadel di Legnano, trovando così in questo sport non solo una nuova passione, ma anche un percorso professionale serio e gratificante. Una seconda vita, non solo sportiva.

Oscar Brevi: le plusvalenze non sono soluzioni per i bilanci ■ II calcio come la fabbrica, la fabbrica come il calcio. Un parallelo tra il rapporto di un allenatore con la sua squadra e la gestione delle risorse umane in un’azienda, sul modello della Toyota denominato Kaizen: miglioramento continuo, attraverso un coinvolgimento stimolante dei dipendenti e un rapporto diretto tra di essi e i dirigenti. Questo, in sintesi, il tema del decimo convegno organizzato da Lean Club all’Università Liuc di Castellanza il 25 novembre scorso. Ospite d’onore Oscar Brevi, ex capitano di quel Torino che nel 2005 compì un’impresa, qualificandosi inaspettatamente in Serie A. Molti i punti in comune tra i due mondi. Dall’apporto della tecnologia, che fornisce al coach/dirigente dati oggettivi da sottoporre alla squadra/azienda, e rendersi così maggiormente credibile, sino alla conoscenza delle specificità di ogni giocatore/dipendente, per valorizzarlo nel modo più idoneo. Ma Brevi avvisa: rispetto al mondo aziendale, il calcio ha troppe variabili in grado di sconvolgere anche le programmazioni migliori. A latere del convegno, il tecnico ha parlato al giornale di Legnano della gestione finanziaria nelle società di calcio. Non era ancora scoppiato il polverone plusvalenze fittizie, ma, al di là di eventuali situazioni sanzionabili, il vero tema è l’apparente incapacità del calcio italiano di trovare formule economicamente più sostenibili. «Le plusvalenze sono pezze temporanee che rimandano il problema dei bilanci, ma che poi, a conti fatti, non fanno altro che portare ulteriore debito». Soprattutto, sottolinea Brevi, «soffriamo di un grave ritardo impiantistico non solo rispetto a Germania, Inghilterra o Spagna, ma anche alla Svizzera. Anche per questo le società hanno difficoltà finanziarie. La crisi, però, per me è anche tecnica». Senza scordare lo strapotere dei superprocuratori, «spesso, contano più degli stessi direttori sportivi e generali, perché spostano gli equilibri di una squadra».


Dante spiegato ai bambini fra creatività, gioco ed emozione Dopo la conclusione delle mostre “Nel nome di Dante”, iniziate a settembre, si avvia all’epilogo il progetto per le scuole elementari per avvicinare il Sommo Poeta ai più piccoli, con una serie di iniziative divertenti, creative e coinvolgenti a loro dedicate.

Fondazione Palio, il Gran Maestro Bonito: “noi fiduciosi, abbiamo fatto le cose per bene ”

«Il Palio è unione d’intenti» ■ È la frase-manifesto di Raffaele Bonito, pronunciata durante la cerimonia d’investitura a nuovo Gran Maestro del Collegio dei Capitani delle Contrade, lo scorso 20 novembre in Basilica San Magno. Una sintesi degli intenti del suo mandato, in un periodo doppiamente delicato, sia per le complicazioni causate dal Covid-19, sia per la transizione verso la creazione di Fondazione Palio approvata anche in Consiglio Comunale. A tal proposito, abbiamo chiesto al Gran Maestro come abbiano vissuto, nell’ambiente Palio, le discussioni e i dubbi sollevati in sede politica su statuto e fondamenti della Fondazione. «Non entro, ovviamente, nel merito del dibattito politico, che è sacrosanto», sottolinea Bonito, «da parte nostra, possiamo dire di non avvertire problematiche. Abbiamo fatto le nostre valutazioni e dalle consultazioni è emerso, all’unanimità tra le Contrade e a stragrande maggioranza tra i soci, come lo statuto sia ritenuto valido. Idem dicasi per Famiglia Legnanese». Il clima dalle parti del Castello è, insomma, di serenità e ottimismo. Al punto che il Gran Maestro si conferma fiducioso nel poter avere la Fondazione a regime già al prossimo Palio. «Non ho la sfera di cristallo, ma penso ci si possa arrivare. Riteniamo di aver fatto le cose per bene». Sul pia-

no politico, i maggiori dubbi erano stati espressi dai consiglieri Daniela Laffusa (Lega Salvini Premier) e Franco Brumana (Movimento dei Cittadini) nel Consiglio Comunale dello scorso 30 novembre, preoccupati che il Comune perda un ruolo centrale nell’organizzazione del Palio, mettendo così a rischio sia trasparenza, erogazione fondi e regolarità nella transizione. Una settimana dopo, il centro-destra ha votato a favore dello statuto della Fondazione, accusando, però, l’Amministrazione di “svicolarsi” dall’organizzazione del Palio e criticando la mancanza di un manager dedicato. Quale che sarà la fonte dei finanziamenti, per Bonito «non vedo perché dovrebbero mancare. Sono più di sessant’anni che facciamo Palio, è la manifestazione d’élite di Legnano e non ci sono i presupposti per pensare che in futuro manchino fondi. Sono tranquillo e anche dalle riunioni che hanno preceduto l’iter per costituire la fondazione, non sono mai emersi dubbi di questo tipo». Come sarà, insomma, il prossimo Palio? «Per gli addetti ai lavori, come ho detto nel discorso d’investitura, sarà un Palio di unione, che porta sempre benefici. L’epoca che viviamo non consente voli pindarici, ma vogliamo tornare a farlo rivivere, il più possibile, com’era prima della pandemia».

Francesco Moscarella

■ È molto nutrito il pool che, con dedizione e un concetto evoluto della didattica, ha consentito di dar vita, oltre alle mostre “Nel Nome di Dante”, a un percorso di coinvolgimento degli alunni delle scuole primarie (“Apri le Porte a Dante”) in attività creative e divertenti per stimolarne la fantasia e suscitare le emozioni che il viaggio dantesco, da 700 anni, crea nell’immaginario universale. Innanzi tutto l’Associazione Liceali Sempre: Ornella Ferrario, Pietro Bonzi e Paola Zacchi (curatori dell’iniziativa), quindi il Comune di Legnano , l’assessora all’Istruzione Ilaria Maffei, l’architetta Elena Sala del laboratorio NONè, gli insegnanti delle scuole coinvolte e non ultimi gli sponsor.

caccia a dante neL centro di Legnano

Una “caccia al tesoro”, che si sviluppa nel centro della città di Legnano, dove sono “nascoste” 9 porte in miniatura, realizzate a mano dall’ architetta Elena Sala, che celano immagini di personaggi della Divina Commedia illustrate da Serena Lotto. Gli alunni della scuola primaria, accompagnati dai loro insegnanti, devono fotografare il soggetto “scoperto” nelle vetrine, per poi realizzare a scuola una sintesi della loro ricerca. I partecipanti riceveranno un gadget “dantesco” ed è previsto un premio per il miglior elaborato, destinato alla scuola di appartenenza: il Thesaurus, dizionario Treccani della lingua italiana. La caccia al tesoro continuerà fino al giorno di Natale e la data di scadenza degli elaborati è

slittata al 15 gennaio 2022, cosi come la premiazione, che sarà sempre in gennaio, con la volontà di abbinare a quest’ultima uno spettacolo speciale per rendere ancora più memorabile la giornata. La giuria sarà composta dalla Banca BCC, sponsor del progetto, dall’architetta Elena Sala , artista delle porticine, Paola Zacchi per l’Associazione Liceali Sempre, la professoressa Ornella Ferrario e Pietro Bonzi . Da ricordare anche due forme di creatività laboratoriale, che nei giorni scorsi hanno coinvolto le scuole primarie: “Scrivo in versi” e “Illustro la Divina”: I bambini , affiancati da esperti in materia, hanno potuto cimentarsi nella scrittura in versi, anche in terzine e in rima, e provare ad essere piccoli illustratori della Divina Commedia, rappresentando quei personaggi che più li hanno colpiti durante le visite guidate alle esposizioni.

iL PLauso agLi organizzatori L’idea di portare Dante e la sua Commedia ai piccoli della scuola primaria (in queste forme, poi!) è a parer nostro così meritoria che gli organizzatori meritano un plauso speciale. Instillati fin dalla più tenera età, infatti, i semi della poesia, della musicalità della parola, dell’evocazione, della narrazione sono spesso un preludio alla nascita di future passioni e del piacere della lettura. La Commedia – soprattutto l’Inferno – con i suoi incontri inaspettati, demoni brontoloni e scenari mozzafiato ha il sapore di una “avventura” in grado di coinvolgere appieno i bimbi, stimolandone la creatività e la riflessione. A partire dal contrappasso dantesco (ogni dannato subisce una punizione che richiama la colpa commessa), un messaggio di grande impatto suoi più piccoli. Ma anche i temi dell’amore incondizionato per Beatrice (!) e dell’anelare al “bene”, al “giusto”, correttamente declinati per l’infanzia rappresentano un unicum che solo le terzine del Poeta possono donare. Futura spinta propulsiva a “seguir virtute e conoscenza”. Massimo Vernacotola


12

ChIese

Dicembre vede come protagonista la Chiesa del Santissimo Redentore a Legnanello. Perfetta simbiosi fra arte, religione e cultura che si attraggono e si rivelano reciprocamente ■ Austera e possente è la Chiesa del Santissimo Redentore, una fortezza della fede che in stile romanico lombardo domina la piazza e trionfa di severa bellezza. Capita spesso di attraversare Corso Sempione e in prossimità di Via Dante, proprio quando questo piccolo affluente si getta nel suo corso principale, lì, rimaniamo sospesi nello stupore: l’imponente “mattone rosso” che appare in lontananza fa vibrare il cuore. Il colore caldo del mattone a vista, la pietra di serizzo e gli spioventi laterali tipici della facciata a salienti trasformano la chiesa in una creatura terrena e materna. Eccola, pronta ad accoglierci a braccia aperte, ma allo stesso tempo vigile e attenta osservatrice. La torre campanaria che si eleva fiera alla sinistra del sacro edificio e il profondo rintocco delle campane diventano un memento che ci richiama al dovere e alle nostre responsabilità. Che incanto quando l’arte, silenziosa e immobile diventa fonte di intensi sentimenti e riflessioni morali! Ma quando nasce questa realtà? È il 1901 l’anno che vede l’edificazione della Chiesa del SS. Redentore proprio perché a quei tempi la comunità di Legnanello era sprovvista di una chiesa e si serviva dell’oratorio della Purificazione in Via Sempione come centro della vita parrocchiale. La nuova chiesa sorge su un ampio sagrato e i tre ingressi principali, sormontati da lunette decorate con mosaici policromi simboleggianti la figura del Cristo Pantocratore, ci invitano ad entrare in un creato “tutto da ammirare”. Sostare all’interno della Chiesa del Redentore è come contemplare il quadro di un artista in cui ogni elemento è realizzato per parlarci di Dio. Un universo pittorico che ricalca lo stile delle basiliche bizantine si estende fra le tre navate intervallate da colonne in granito bianco, ma è la navata principale

Un itinerario mese per mese tra le chiese di Legnano a condurci per un percorso veramente sacro: i dodici apostoli e i quattro evangelisti affrescati nelle pareti interne della navata centrale ci seguono con lo sguardo, arcata dopo arcata, fino al transetto. L’oro delle loro aureole contrasta con lo sfondo turchese delle circonferenze perfette in cui sono inscritti i santi creando un leggero alone di luce, un’aura santa, che raggiunge il massimo splendore nell’abside. Quest’ultimo è una distesa di puro oro su cui è dipinta la figura di Gesù risorto, che avvolto da candide vesti irradia luce immensa. Siamo di fronte all’Empireo, il cielo più alto, sede dei beati e di Dio, che emana grazia divina, quella “luce intelletual piena d’amore” come Dante la chiama nel Paradiso. Angeli, Arcangeli, Sera-

fini e Cherubini in coro ai lati dell’altare sembrano diffondere una musicalità celeste e la nostra anima, che vola trasportata da tanta bellezza tocca terra, approdando sul presbiterio. In questo spazio il marmo bianco scolpisce l’altare, l’ambone, la sedia e il grande ciborio che accoglie la statua del Redentore, e la luce che trapassa le molteplici vetrate colorate abbraccia la purezza marmorea infondendo energia e vitalità. Voltiamo ora le spalle e incamminiamoci verso l’uscita, sulla destra un pulpito novecentesco con intagli ispirati ad elementi orientali, una Via Crucis con formelle in bronzo e un breve corridoio che conduce al battistero. Quest’ultimo è un edificio ottagonale, le cui pareti affrescate con le

storie della Genesi mostrano la prevalenza del colore azzurro, che simboleggia l’acqua e la vita che nasce. L’intensità del colore aumenta fino alla volta dipinta con un blu intenso e arricchita da una miriade di stelle dorate. Nel mezzo, a creare un equilibrio cosmico, un sole con l’acronimo XP che sta a significare Cristo, inizio e fine dell’universo. Giunti al termine di questa affascinante visita che riecheggia di provvidenza, non ci resta che levare gli occhi al cielo … sopra di noi un alto soffitto a capriate in legno che “dall’ultimo orizzonte il guardo esclude”, crea un effetto discordante con la dimensione divina ed eterna presente nella chiesa. Così ogni volta che alzeremo lo sguardo all’interno di questo spazio sacro

Cittadino Berti Dall’avventura politica con i 5Stelle alla preservazione della memoria di Legnano, l’occhio di un cittadino curioso, ma anche arrabbiato

■ Sotto il velo amaro dell’esperienza, che spesso sfoga sul suo noto blog, Daniele Berti sa ancora regalarsi momenti di ottimismo. Non concordiamo su alcune cose, ma sorride e mi dice che non è un problema e, anzi, vorrebbe avere più occasioni di confrontarsi con un contraddittorio. Come direbbero gli americani: concordiamo sul non concordare. E concordiamo che, almeno oggi, nessuno dei due ha voglia di discutere di Covid o carte verdi. Al massimo, di foto in bianco e nero o schede bianche, quelle che una volta lui tingeva di giallo.

È il 2008, quando Daniele Berti si avvicina al Movimento 5 Stelle: «L’agenzia delle entrate aveva sanzionato il mio negozio per irregolarità non dimostrate. Ero arrabbiato e volevo sfogare la mia rabbia in quella che vedevo come una rivoluzione popolare». L’interesse per il Blog di Grillo, i primi incontri virtuali con altre persone, la graduale costruzione di una linea politica. Tre anni dopo, è il 2011, Berti segue l’esempio e apre anch’esso un blog, quando dà il via alla sua candidatura a sindaco di Legnano con i 5Stelle. Si muove su quel binario che, tra mondo reale e virtuale, all’epoca costituiva la vera forza del Movimento: fare rete. «Iniziammo a coordinarci con altri gruppi spontanei della città. In poco tempo ero diventato, ahimè, un punto

di Francesco Moscarella

di riferimento», racconta, non senza auto-ironia, «come esperienza politica eravamo un po’ degli “scappati di casa”. Ma alla fine riuscimmo a completare la squadra e arrivammo al 13.7%, risultato pazzesco».

” i Partiti aLmeno hanno una struttura, una gerarchia che aiuta a far sì che Le decisioni non siano semPLicemente caLate daLL’aLto.

La graduale comprensione di quel mondo, però, procede di pari passo con la consapevolezza che non tutto ciò che Berti apprende gli piaccia. Conosce di persona Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, ma non si riconosce più nel loro progetto politico. Capisce che l’inesperienza politica di molti pentastellati neo-eletti, lui compreso, comporti il rischio di strumentalizzazioni. «I partiti almeno hanno una struttura, una gerarchia che aiuta a far sì che le decisioni non siano semplicemente calate dall’alto. Non rimpiango la Prima Repubblica, ma le scuole di partito, che aiutavano a formare e preparare i militanti». Alla rottura con i 5 Stelle, seguono l’ingresso nel gruppo misto e le dimissioni.

non rimPiango La Prima rePuBBLica, ma Le scuoLe di Partito, che aiutavano a formare e PreParare i miLitanti Daniele Berti ex candidato sindaco di Legnano

ci accorgeremo di quel limite invalicabile che ci ricorda quanto siamo infinitamente piccoli davanti al Creato e per quanto l’uomo provi a raggiungere la grandezza di Dio potrà solo continuare ad ammirarla. Il grande portone in legno massiccio si chiude dietro di noi, ma il tesoro del Redentore non finisce qui: sulla piazza giochi di forme e materia, la terra salda ai nostri piedi, l’aere fresco sopra il nostro capo, l’acqua zampillante della fontana in foggia medievale e l’infuocato sole che risplende sulle pietre recitano lo spettacolo della creazione, dando vita ad uno straordinario microcosmo in cui l’uomo è inconsapevolmente protagonista. Rebecca Magonio

Nel 2017, Daniele Berti si ricandida con una lista civica che, insieme a quella di Ornella Ferrario, arriva al 14% e lo porta in Consiglio per quella che, con tutta probabilità, è stata la sua ultima avventura in politica. «Ogni tanto mi sento col sindaco e alcuni assessori. Ma ormai sono un semplice cittadino, mi limito a fare segnalazioni». Guarda con favore alla presenza di volti nuovi in Consiglio Comunale, ma la vena critica non si è esaurita: «Sull’ex inceneritore Accam, per dire, la penso come Brumana». Per la prima volta, però, non vede più una forza politica in cui riconoscersi. Si è arreso alla scheda bianca, a quell’esercito di astenuti che a ogni elezione fa sentire il suo silenzio assordante. Un tema su cui politica e società, col nuovo anno, faranno bene a riflettere. Se la verve per la politica attiva si è spenta, continua l’attività di Daniele Berti sia sul blog, sia sul gruppo Facebook “Legnano in bianco e nero”. Una miniera di preziose immagini storiche che aiutano a fissare nella memoria, o mostrare per la prima volta ai più giovani, la Legnano che fu.

«Quando giro per Legnano, quando mi fermo in qualche punto particolare, visualizzo la città di una volta: la demolizione dello Stabilimento De AngeliFrua, per esempio. Vedo ciò che c’è e ciò che c’era. Andare in bici o a piedi, in questo, è meglio che in auto. Aiuta a notare i dettagli».


13

CULtUra

Il Capitale al tempo del Covid ■ Il capitalismo non è un sistema solamente economico, ma anche filosofico e antropologico. Ne è convinto lo scrittore e saggista Gianni Vacchelli, che torna ospite de il giornale di Legnano per una riflessione sulla nostra epoca «Il capitalismo è una corsa infinita che procede per accumuli successivi. È, sostanzialmente, potere». Il potere di per sé non è negativo,

In che fase del capitalismo ci troviamo? Direi bio-securitaria. Riprende, e amplifica, alcuni aspetti del “capitalismo della sorveglianza” denunciato dall’accademica Shoshana Zuboff, dopo l’11 settembre. Paradossalmente, il modello di riferimento è cinese, più che americano, perché vede una saldatura tra potere economico e Stato. Si tratta insomma di una sorta di capitalismo comunista, per dirla con Agamben, bio-securitario, ipertecnocratico, che ha fatto della vita stessa il suo feticcio. È anche il capitalismo più capace di condizionare ed erodere il libero arbitrio, di sempre. Non è solo digitale, è cellulare. Quali sono le caratteristiche del capitalismo della sorveglianza? Accumulo d’informazioni e una presenza marcata dello Stato nelle vite dei cittadini, giustificata dalla sicurezza nazionale. La Zuboff ricorda come, dopo l’attentato alle Torri Gemelle, fu approvato il patriot act, che consentiva all’FBI di risalire ai libri letti dai cittadini nelle biblioteche pubbliche e, basandosi su di essi, valutare se fossero potenziali terroristi. Una

ta, né con capisaldi della civiltà come il diritto a guadagnarsi da vivere o a possedere proprietà private. Il tema della riflessione verte, piuttosto, sull’attuale sistema – che, non a caso, riceve critiche bipartisan anche dal mondo della politica – solitamente chiamato neoliberista. Definizione forse non sufficiente a delinearne caratteristiche ed effetti.

ma, per sua natura, tende a farsi sempre più onnipresente. «Nelle sue fasi più recenti, tende anche a generalizzare uno stato di emergenza. Se anche questo sia intrinseco del potere, è tema di dibattito tra i politologi». Prima di spiegare cosa s’intenda per fasi del capitalismo, occorre chiarire che ciò di cui parla lo scrittore non va confuso con lo spirito imprenditoriale o l’iniziativa priva-

I manifestanti reggono cartelli al di fuori della Federal Hall durante una manifestazione contro il procuratore generale degli Stati Uniti John Ashcroft il 9 settembre 2003 a new York City. Il procuratore generale era a New York City come par te di un tour di sedici città in cui ha parlato dei progressi che l'America ha fatto nella guerra al terrorismo attraverso l'applicazione della legge e l'attuazione del Patriot Act degli Stati Uniti. Getty images file

giustizia algoritmica, probabilistica. La svolta del 2001, ricorda il giurista Ugo Mattei, fu il passaggio da un diritto ex post crimine a una prevenzione dello stesso su base statistica. Il ‘cavallo di Troia’ fu la creazione e strutturazione del nemico, in quel caso il terrorista, quale intrinsecamente malvagio. Un’opera resa possibile dalla tecnologia. Sia perché persino superiore ai mezzi di comunicazione a disposizione dei regimi totalitari del ‘900, sia perché la tecnologia viene tendenzialmente considerata neutra, senza bandiera o colore politico. In tempo di globalizzazione, il patriot act non può essere considerato un’eccezione

americana. L’anno scorso, il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio si disse favorevole all’istituzione di un patriot act europeo (n.d.r.). Quali sono i tratti in comune con la fase attuale, che lei definisce biosecuritaria? L’epidemia è indiscutibilmente un fatto reale. Mi chiedo, tuttavia, se alcune conseguenze dello stato d’eccezione verranno prolungate nel tempo, in modo simile a quanto avvenuto con la lotta al terrorismo. Stavolta, in nome della salvaguardia della salute, bio-sicurezza appunto, in una perenne emergenzialità. Non è complottismo, non parlo di complotti. Semplicemente, osservo

di Francesco Moscarella Gianni Vacchelli, scrittore e saggista, nel libro “L'inconscio è il mondo là fuori. Dieci tesi sul capitalocene: pratiche di liberazione” riflette sulle origini antiche del capitalismo e sui suoi aspetti antropoligici.

come la gestione dell’emergenza non sia passata da alcun reale dibattito. Non è stata affrontata a seguito di una normale discussione in sede parlamentare, ma attraverso decreti calati dall’alto. L’europarlamentare Manon Aubry ha chiesto chiarezza alla Commissione Europea sui contratti firmati con le case farmaceutiche produttrici dei vaccini antiCovid, ricevendo in risposta un documento pieno di omissis. In tema greenpass non faccio riferimento a quanto dica qualche blogger o capopopolo di piazza, ma ai dubbi sollevati in sede di Commissione Affari Costituzionali del Senato da professori universitari, medici, filosofi, giuristi costituzionali. Rifiuto definizioni come pro o no greenpass, perché di una povertà sconcertante. Forse Dante, che nella Divina Commedia critica il maledetto fiore, si può definire semplicemente un no fiorino? Se guarda al futuro, che capitalismo si aspetta? Robotico. L’intelligenza artificiale è agli inizi, ma ha già applicazioni commerciali. Temo che sarà anche bio-ingegnerizzato, genetico. Sarà, e potrebbe sorprendere, ecologico. Non mi riferisco all’economia green,

ma al problema dei cambiamenti climatici. Il capitale cavalcherà il tema e dirà: tutto deve cambiare, tranne me che l’ho provocato. Perché il capitalismo si appropria anche dei temi sociali, così come del linguaggio. Non mi riferisco solo all’abuso di anglicismi, ma anche al dualismo, alla mancanza di sfumature sottolineata in precedenza. Quali alternative ci sono, a suo avviso? Penso che l’unica vera alternativa sia capire che non c’è scampo, se non si esce dall’attuale configurazione mentale. Ribadisco, una buona imprenditoria esiste, Mattei od Olivetti ne sono l’esempio. Ed è lecito voler fare profitto. Ma se il profitto diventa l’unico valore per tutti, in che futuro si può sperare? Soprattutto: perché sembra impossibile seguire un modello di vita diverso, ad esempio “non connesso”? Si dirà che i cambiamenti sono dolorosi, che cambiare sistema economico e sociale può portare a perdere posti di lavoro. Ma non avviene forse già oggi? Forse non vediamo una società sempre più divisa e bellicosa?

CAPITALOCENE e fasi precedenti al 2001 Gianni Vacchelli sposa la tesi di filosofi (Roberto Mancini) e storici (Jason W. Moore) secondo cui il capitalismo vada considerato un eone, legato al concetto di modernità, iniziato ben prima della rivoluzione industriale. Per questo, lo scrittore preferisce il termine “Capitalocene”, al quale ha dedicato lo scorso anno il saggio “L’inconscio è il mondo là fuori. Dieci tesi sul Capitalocene: pratiche di liberazione”. Alcuni autori retrodatano l’inizio della modernità, come passaggio da una vita legata ai normali cicli naturali a una nuova società, fino al Neolitico. Senza spingersi così indietro, Vacchelli fissa come inizio del Capita-

locene un periodo e un luogo che conosce bene, la Firenze di Dante Alighieri. Da quel momento, il capitalismo procede per accumulazioni successive, accompagnate da improvvisi e netti cambiamenti nella società. •Protocapitalismo. Prima fase di accumulo, di merci e denaro, osservata e denunciata da Dante nella nuova economia mercantile fiorentina. Vacchelli sottolinea come persino il feudalesimo, sistema tutt’altro che perfetto, non ponesse il profitto quale ragion d’essere. •Una seconda fase inizia con la conquista dell’America, un pro-

gressivo accaparramento di terre e risorse naturali che caratterizzerà l’intera epoca colonialista. •Le rivoluzioni industriali sono tradizionalmente considerate il momento della nascita del capitalismo. Esso acquisisce, in tale fase, alcune delle caratteristiche contemporanee. Da un concetto di tecnica, semplice ausilio per il lavoro dell’uomo come la ruota o l’aratro, si passa ad uno tecno-logico: la meccanizzazione come condizione dominante nella vita umana. Il capitalismo, sottolinea Vacchelli, assume anche aspetti filosofici e antropologici. Smette di essere “idolo”, prodotto del lavoro, e si fa

“dio”, ossia è considerato creatore del lavoro. •Su tale base filosofica, a fine anni anni ’70 del ‘900 trionfa l’idea del mercato libero e totale. Gli economisti della Scuola di Chicago hanno la meglio su Keynes. Il mercato è l’idea alla base di ogni cosa, quell’utopia propria del liberismo criticata (al pari di quella socialista) dallo storico Karl Polanyi nell’opera La Grande trasformazione. Contemporaneamente, da tecnologico il capitalismo si fa anche informatico e digitale, della sorveglian- La nascita della società capitalista si za, della biosicurezza, del condi- fa tradizionalmente coincidere con la zionamento e del controllo della Prima rivoluzione industriale natura umana stessa. Requisiti per far parte della Consulta sono un’età fra i 16 e i 30 anni e non rivestire cariche amministrative o essere dipendenti del Comune di Legnano.

Aperte fino al 3 gennaio le adesioni alla Consulta Giovani Sono aperti sino al 3 gennaio i termini per la presentazione delle domande di partecipazione alla Consulta Giovani, organismo permanente di “incontro, dialogo e reciproco confronto”. «La Consulta sarà fondamentale a livello di politiche giovanili, perché potrà proporre iniziative e progetti, ma anche dare opinioni su quello che l’amministrazione fa per i giovani», dice Luca Benetti, consigliere incaricato alle Consulte e aggregazioni giovanili, «Questo in funzione di tirare fuori le energie giovanili presenti nella nostra città e costruire insieme con l’amministrazione una città davvero a misura di giovani».

Tra le le finalità che si propone la Consulta: promuovere la partecipazione dei giovani alla vita sociale, politica e culturale del territorio; favorire la loro libera espressione su tutte le questioni cittadine, con particolare attenzione a quelle di interesse giovanile; promuovere le politiche giovanili nei campi della cultura, dell'arte, dello sport, del lavoro, della valorizzazione del territorio, del senso civico e di cittadinanza, della difesa e della valorizzazione dell'ambiente, dell'educazione alla pace, della solidarietà e dell'integrazione interculturale, del volontariato, della promozione della salute, della prevenzione del disagio sociale e delle dipendenze.

ALLA CONSULTA PUÒ CANDIDARSI: •ogni giovane residente a Legnano o portatore di interesse in città che presenti richiesta sottoscritta da almeno 10 giovani •un rappresentante di istituto per ogni istituto secondario di secondo grado di Legnano

Le domande dovranno essere inviate al Comune di Legnano Piazza San Magno 6 – Legnano o all’indirizzo pec comune.legnano@cer t.legalmail.it Per inForMAzioni: Servizio Cultura e Turismo tel. 334 1007987, email: buia.selene@legnano.org

•un referente per ogni associazione, con sede o attività a Legnano, portatrice di interesse in ambito giovanile. Sono escluse le associazioni con una chiara vocazione partitica •un membro per ognuna delle otto Contrade •un membro per ogni oratorio legnanese


14

arte

Il mondo in trasformazione:

LETTURE

osservare il passato per capire il nostro tempo

Piccolo manuale della liberta’

Una mostra sui cambiamenti sociali della rivoluzione industriale, per aiutarci a interpretare i mutamenti di oggi. ■ Un uomo accostato a una donna che, appoggiata al muro, abbozza un sorriso incerto. Non sono due innamorati, ammonisce Elena Lissoni, curatrice della mostra Il Mondo in trasformazione: da Previati a Sironi. La realtà parla di un uomo di ceto elevato che sfoggia il suo peso sociale approcciando una donna meno abbiente mentre, nell’indifferenza generale, li osserva una “piscinella”, una delle bambine che percorrevano le strade della Milano di fine ‘800 portando pesanti carichi di vestiti delle donne più facoltose.

L’autore del quadro, Luigi Rossi, non giudica, ma si limita a osservare, come si evince dal titolo neutro dell’opera: Una via di Milano. È il quadro-manifesto della mostra, promossa da Comune e Fondazione Ticino-Olona, e patrocinata da Fondazione Cariplo, in scena a Palazzo Leone da Perego fino al 27 marzo. Un percorso espositivo che racconta i cambiamenti sociali della Prima Rivoluzione Industriale. Il tema, tuttavia, non è monolitico. Non si trovano solo le classiche immagini “da Belle Epoque”, con le invenzioni, il progresso, le luci sfarzose delle prime illuminazioni elettriche. Si può vedere anche chi non riuscì a stare al passo con quei mutamenti, come l’esercito di affamati che affolla il refettorio del Pio Albergo Trivulzio immortalato da Angelo Morbelli. La società agricola rappresentata in modo idealistico, come ne La Primavera di Eugenio Spreafico, dove ai colori vivaci si lega una comunicazione ancora interpersonale, al punto che un altro nome dell’opera è La Voce. O il tramonto di quel mondo, come nei toni scuri scelti da Arrigo Renato Marzola ne Fine di giornata, quasi ad ammonire su di un cupo futuro in arrivo. C’è chi, di contro, sembra omaggiare il cambiamento, come Gaetano Previati nel suo Primvaera, simbolo per eccellenza di rinascita e trasformazione. A latere, si potranno scoprire i “Candidi”, artisti legnanesi degli anni ’30 del ‘900 che, pur dilettanti, costituirono un fondamentale legame con l’ambiente culturale della Milano dell’epoca. Insomma, ogni visitatore potrà immedesimarsi in almeno uno dei protagonisti della mostra. Rivivendo, in essi, i mutamenti che la società odierna sta, a sua volta, portando. Francesco Moscarella

A LATo

Vito Foschi, autore del libro “Piccolo manuale della libertà”, Sapere Aude edizioni.

■ "“Piccolo manuale della libertà” è l’opera prima del legnanese Vito Foschi, che apre le pubblicazioni della casa editrice SAE - Sapere Aude Edizioni.

INGRESSO GRATUITO. Aperto da giovedì a domenica e festivi. ORARIO: 10.00-12.30 e 15.00-19.00. Lunedì chiuso martedì e mercoledì solo gruppi su prenotazione. CHIUSO il 25 e 31 dicembre e l’1 gennaio. SoPRA

Locandina con Una via di Milano, di Luigi rossi.

A LATo

La voce o Primavera. eugenio Spreafico

La traduzione di sapere aude è “osa conoscere, osa cercare la saggezza”. C’è bisogno di essere saggi al giorno d’oggi? Di accrescere la propria cultura personale e ampliare la comprensione del mondo? La risposta non può che essere affermativa e gli strumenti più adatti per fare ciò – afferma l’Autore - sono i testi “liberali” che stimolano all’uso del ragionamento e arricchiscono il sapere individuale. Infatti questo libro è un esempio di divulgazione che riesce a tenere insieme approfondimento, rigore, semplicità e concretezza. Foschi non si tira indietro, da una parte, rispetto a tematiche economiche, etiche, sociali e storiche complesse, usando dall’altra sempre esempi quotidiani, concreti, comprensibili a tutti, in molti casi anche estremamen-

te divertenti e leggeri. L’opera risponde alla volontà di dare ai lettori che per la prima volta si approcciano alle tematiche liberali una lettura breve, di facile comprensione ma che in modo efficace e preciso fornisca alcune nozioni culturali e logiche, utili nella vita di tutti giorni. Il libro è acquistabile dal sito dell'Editore (http://grupposae.it/) o in qualsiasi store online. M.V


Le ricette della tradizione

Ricetta per 4 persone

Le ricette del Territorio come le realizzavano e le realizzano tutt’ora le nonne e le mamme nelle nostre case, anche se ormai con qualche modifica imposta dalla raggiunta conoscenza dell’apporto calorico dei cibi e della necessità di limitare il consumo di grassi. È diventato abbastanza difficile trovare l’autentica cucina del nostro territorio, quella di una volta, soprattutto perché la giusta attenzione agli stili alimentari ha messo all’indice il burro, il lardo, la panna, il mascarpone, i formaggi grassi e molli tipici della zona…Quello che ci si dimentica è che molti di questi piatti erano cucinati per il pranzo della domenica, non certo consumati tutti giorni, altri addirittura solo in determinate ricorrenze o festività. Oppure ancora soltanto quando era disponibile la materia prima, che una volta era rigorosamente legata alla sua stagionalità. Fino agli anni ’70 del Novecento era possibile trovare numerose trattorie che, a prezzi estrema-

mente modici, offrivano i piatti tipici milanesi, una cucina influenzata nelle sue basi, (che accomunano in buona parte tutta la Pianura Padana) dalle numerose dominazioni passate, austriache, spagnole e francesi: polenta al posto del pane, riso al posto della pasta e burro al posto dell’olio. A tal proposito, gli storici dell’alimentazione concordano sul fatto che furono i meridionali che venivano a lavorare nelle grandi fabbriche a portare al nord la pasta e l’olio extravergine d’oliva. Staremo attenti (ma non troppo) a indicarvi preparazioni che non facciano inorridire i dietologi, aiutati dalle ricerche, anche specifiche sull’Alto Milanese, della giornalista Laura Rangoni,

Zucca pulita 350g 1 cipolla - Burro 50g 1 cucchiano di zucchero 1/2 l di brodo di carne Panna 125 g sale e pepe nero Amaretti 100g

esperta di storia del cibo, di folklore e tradizioni alimentari e autrice di numerosi volumi fra cui “La Cucina Milanese”.

Trippa (chiappa, foiolo e cuffia)750 g 2 o 3 spicchi d’aglio Buon brodo di carne 1 l Fagioli bianchi di Spagna lessati 300 g 2 gambi di sedano Grana Padano grattuggiato 100g Passata di pomodoro (o pelati) 100 g

Partiamo dunque con una delle regine della tradizione, la trippa, che da noi si chiama “busecca”, un piatto che non poteva mancare sulle tavole dei nostri nonni il giorno della vigilia di Natale, con buona pace del fatto che la Vigilia per tradizione si mangia “di magro”. Ognuno qui la prepara a suo gusto, ma noi ve la proponiamo nella veste originale. Data la vicinanza a Legnano della città di Saronno, non deve stupirvi l’uso degli amaretti in cucina, con la zucca ma non solo.

Crema di zucca con gli amaretti Ricetta per 4 persone Tagliate la zucca a dadini. In una casseruola fate appassire la cipolla nella metà del burro a fuoco mediobasso. Unite la zucca e fatela asciugare. Aggiungete quindi il brodo caldo e cuocete fino a quando la zucca non risulterà morbida. Frullate con il mixer a immersione versando poi la crema in un’altra casseruola. Incorporate la panna, lo zucchero, un pizzico di sale e di pepe nero e portate a ebollizione. Aggiungete il resto del burro e mescolate con cura. Servite la crema cospargendola con gli amaretti sbriciolati.

2 carote Burro 30 g 1 cipolla bicchiere di vino rosso 2 gambi di sedano Sale e pepe Pancetta tesa 120 g Salvia 4 foglie

Tripp a alla mila nese

Taglia in piccoli cubetti la cipolla, le carote e il sedano; trita l’aglio e la salvia. Taglia a striscioline o in cubetti la pancetta, eliminando la cotenna (che può essere inserita in cottura per dare più sapore). Metti in un tegame il burro e la pancetta, che farai leggermente soffriggere; poi unisci il trito di verdure, l’aglio e la salvia e fai rosolare qualche minuto, quindi aggiungi la trippa, precedentemente lavata e tagliata a listerelle, fai insaporire qualche istante quindi versa la passata e metà del brodo. Lascia cuocere per un’ora a tegame coperto aggiungendo progressivamente il vino rosso, quindi aggiungi i fagioli, sale e pepe e cuoci ancora per circa mezz’ora. Il brodo rimasto può essere utilizzato se la trippa si asciuga troppo e comunque, a seconda dei propri gusti, se si preferisce una preparazione più asciutta o meno. Dopo aver impiattato, cospargi di parmigiano grattuggiato.

1) Il burro può essere sostituito con 4 cucchiai d’olio o con un mix di olio e burro; 2) Il brodo di carne può essere sostituito con brodo vegetale;3) Molti aggiungono ai fagioli anche due patate tagliate a cubetti, che si sposano perfettamente con i sapori e la consistenza del piatto. M. V.

PRO COGIT Pensieri per un Kit di Sopravvivenza 1 Chiediti sempre: Cosa è giusto fare in questo contesto? Come farlo al meglio? Ma soprattutto chiediti: Perché?

Roberto Provana (Il logo Cogit 19 è stato elaborato dal fotografo, artista e grafico car Bruscheri).

2 Cerca la verità con la lampada del dubbio, ma non fare del dubbio la tua verità. 3 Nessuno è necessario al mondo, nemmeno il mondo lo è per sé stesso. Tutti però possono essere utili o dannosi.

4 Se non riesci a dedicare almeno un’ora al giorno per coltivare te stesso, evidentemente ritieni di non valere neppure un soldo bucato su cui investire. 5 La specie umana non è necessaria alla Natura, piuttosto è vero il contrario, quindi fai un patto con la Natura se vuoi vivere a lungo.

6 Non dare le perle ai porci, però ogni tanto prova a lanciare qualche perla o accendere qualche lampadina a chi non ha mai visto la luce. Può darsi che gli nasca la voglia di assaggiare quel che non aveva mai gustato, intravisto o conosciuto. Se sei generoso con gli altri è probabile che un giorno gli altri lo siano con te.

7 Se vuoi avere successo, dì agli altri ciò che vogliono sentirsi dire, ma non mentire a te stesso. Cerca compagni o compagne capaci di fare lo stesso: la verità va rivelata solo a chi è in grado di sopportarla. 8 Espandi il vizio di pensare con la tua testa. Ascolta tutte le campane, ma poi impara a comporre la tua musica e trovare il tuo ritmo.

9 Non esistono pensatori che abbiano o posseggano idee. È vero il contrario: sono le intuizioni che scelgono il loro portavoce. Sono i pensatori che appartengono al mondo delle idee. 10 I pensieri sono armi, di pace o di guerra. Occorre imparare a confezionarli con prudenza, per non esserne travolti. Allo stesso tempo occorre imparare a disinnescare gli ordigni altrui.

Il Direttore risponde In merito all'articolo da lei scritto sul caso dei "cuochi mancanti"le vorrei rispondere dato che l'articolo mi riguarda indirettamente. Mi presento mi chiamo Martina e sono una pasticcera diplomata in una scuola alberghiera e impegnata nel settore ristorativo da 12 anni, io abito a Parabiago e ho sempre lavorato a Milano in posti di prestigio. Nel 2019 mi sono trovata a voler cercare una soluzione (sempre nel mio campo), che mi permettesse di vivere una vita normale, (attenzione io per 12 anni ho lavorato dalle 12/15 ore al giorno) e che mi permettesse di vivere una vita dignitosa dato che io come stipendio per la quantità di ore sopra menzionate percepivo 1.200€ (ovviamente lo straordinario non è proprio percepito,i contratti sono forfait). Ora le dico mi trovo d'accordo con lei sul fatto di "venirci incontro" tra datore e dipendente su contratti e salari...ma non mi stà bene che lei scriva (riferito ai lavoratori) "Che la terra è bassa". Non accetto questa frase perchè lei non lo fa di mestiere e non sa cosa vuol dire lavorare in una cucina, quindi prima di parlare provi a lavorare un mese in un ristorante poi ne riparleremo. I dipendenti vanno pagati per quante ore e giorni lavorano non sottopagati e sfruttati e in alcuni casi insultati. Cordiali saluti Astolfi Martina

Cara Martina, innanzi tutto mi scuso sinceramente se l’ho offesa col mio dire, non era mia intenzione. Quel motto, “la terra è bassa”, per le passate generazioni era uno sprone, mutuato dal mondo contadino, che si riservava trasversalmente allo studente indolente piuttosto che a chiunque accampasse scuse per rimandare o delegare una azione faticosa. Un dire serio e faceto al tempo stesso, ma significativo del modo sbrigativo con cui nel milanese si archivia qualunque ostacolo non insormontabile, qualunque presunta scusa. Nello specifico, gentile Lettrice, un errore che ho commesso è stato quello di considerare la professione del cuoco, anzi dello chef come si dice ora, come un’arte generata dalla passione, una scelta consapevole anche dei pro e contro (una

vita in cucina). Probabilmente non è più così, e comunque a ogni artista va riconosciuto un compenso adeguato. E questo, come ho già scritto, non avviene proprio. O per lo meno non avviene più. Però, me lo consenta, ogni tanto penso a un amico (e non è il solo), che ogni giorno va in auto a lavorare a Cormano e che trascorre, tra andata e ritorno, tre ore in coda. Anche a lui nessuno paga gli straordinari. E neanche la benzina. Oppure a Corrado, che fa il lattoniere sui tetti a quasi 60anni e da quando ne aveva 14: da -5° in inverno a + 36° d’estate. Col riverbero. A volte il pane diventa davvero duro. E la terra molto, ma molto bassa. Ogni bene, Massimo Vernacotola

Per porre domande al nostro Direttore Responsabile inoltrare una mail a grafica@limedizioni.com indicando nell’oggetto “il Giornale di Legnano”



Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.