Il Giornale di Legnano marzo 2022

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il giornale di

Legnano

PERIODICO DI INFORMAZIONE

giornali comunali

editoriale

Che anno Che fa L’imprevedibilità del Covid, l’escalation del conflitto in Ucraina, il caro energia e l’interruzione della catena di approvvigionamento, la cosiddetta supply chain. Del “pacchetto” fa parte anche il catastrofismo climatico. Così gli umori oscillano tra creative visioni apocalittiche, l’egoismo soddisfatto dei sopravvissuti e l’autismo emozionale di chi accoglie ormai tutto con uno sbadiglio in attesa della notizia successiva. Intanto è bene dire che, per quanto riguarda le bollette, non potremo abituarci a questi livelli di prezzo: se i costi non scendono ci si dovrà abituare solo alla cassa integrazione, perché la grande industria non può sostenere costi così elevati. Per il resto… Quando ci fu il terribile terremoto del Friuli, nel 1976, crollarono, tra gli altri edifici, anche le splendide cattedrali di Gemona e Venzone. Con amore tenace le pietre sparse furono numerate e oggi quei capolavori dell’arte sono di nuovo in piedi. Ha da passà ‘a nuttata, scriveva Eduardo De Filippo nel 1945 in Napoli Milionaria, tra le rovine di una guerra perduta. Così conta che sia lì, ancora in piedi, chi sa ricostruire, raccogliere e numerare i detriti: non si tratta di ciò che abbiamo perso, ma di ciò che abbiamo conservato e di come mantenerlo.

Massimo Vernacotola

Anno 2 n°1 (4°Pubb.) Aut. Tribunale di Milano: in attesa di autorizzazione - Editore: Lime Edizioni srl Direttore responsabile: Massimo Vernacotola Ordine Nazionale dei Giornalisti tessera n.136745 Realizzazione grafica e concessionaria esclusiva di pubblicità: Lime Edizioni srl - Via A. Capecelatro, 31 - 20148 Milano - Tel. 02 36767660 www.limedizioni.com - info@limedizioni.com - Tiratura: 28.000 copie

Il mese della donna a Legnano Non una festa, non una celebrazione, non una singola giornata

Quest’anno, Legnano dedica l’intero mese di marzo alle donne. Intitolazioni, mostre, eventi, per riflettere, partendo dalla figura femminile, e condurci a ragionamenti al tempo stesso storici e di attualità. Ripartendo dall’origine stessa della Giornata Internazionale della Donna, da quell’8 marzo 1917 che vide le donne di San Pietroburgo manifestare in strada, chiedendo la fine della guerra. Donne, Russia, conflitti e richieste di pace. Un passato che drammaticamente ritorna.

SANITÀ

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Una guerra spietata, in Ucraina, che sta colpendo soprattutto – non è retorica, ma i freddi numeri della cronaca - donne e bambini, in fuga anche nel nostro territorio, che sta dando una straordinaria risposta di accoglienza da parte sia dei cittadini, sia della politica bipartisan. Intanto, proprio una donna, Maria Pia Gravaglia, per la prima volta si rivolge alla cittadinanza da presidente della neo-nata Fondazione Palio: «Il Palio è dei legnanesi. È un prodotto della dignità e dell’identità di Legnano». Restituirlo ai cittadini, riportarlo ai fasti pre Covid, è il primo obiettivo, da perseguire partendo da un riconsolidamento delle basi finanziare, logistiche e organizzative dell’evento legnanese per eccellenza. Rientrare a Legnano, prima di allargarne i confini. e la “febbre da Palio”, con la prima corsa d’addestramento tenutasi il 13 marzo, già torna a salire.

INNOVAZIONE

PAGINe 2 e 13 PAGINA 6

Case di comunità e Infermiere di Fono-logopedia, una nuova famiglia: l’ospedale dal domicilio frontiera terapeutica Gabriella Monolo, Direttrice Socio-Sanitaria dell’ASST Ovest Milanese, ci aiuta a definire i confini della medicina territoriale. Dalle novità introdotte dal PNRR alle nuove strutture e figure atte a favorire una sanità diffusa. La sfida più grande? Abituare il cittadino a una sanità non ospedalocentrica.

Primo in Italia e frutto di una intuizione affascinante, a cui sono seguiti studi e specifici test, il Centro Sperimentale Fono-Logopedico apre i battenti presso il Centro Sociale Pertini per unire l’innovazione di una nuova disciplina, la fonopedia, all’esperienza consolidata della logopedia.


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8 marzo

Il mese della donna: eventi e iniziative per andare oltre l’8 marzo L’intero mese di marzo, a Legnano, è ricco d’incontri e riflessioni sulla figura femminile e sull’attualità. Ricordando gli esempi del passato, per capire il nostro presente. Una manifestazione per la fine della guerra, a San Pietroburgo. La storia sa essere buona maestra, se sappiamo ascoltarla. Era l’8 marzo 1917 e protagoniste di quella marcia furono donne, come oggi donne russe chiedono la fine di un conflitto che, quali che siano le idee sulle cause, sta colpendo soprattutto donne e bambini. Nelle scorse settimane, i primi profughi sono arrivati in Italia. Anche nel nostro territorio. «Giocate con quei bambini», forse la forma d’integrazione più pura e spontanea, è la richiesta che il sindaco Lorenzo Radice ha rivolto ai giovanissimi alunni presenti, l’8 marzo di quest’anno, all’inaugurazione della nuova targa nell’area verde antistante le Scuole Collodi. Targa dedicata proprio a tale data, l’8 marzo. A tutte le donne, non solo a coloro che hanno saputo distinguersi nella storia e che, hanno sottolineato le rappresentanti del Centro Italiano Femminile, a Legnano meriterebbero qualche citazione in più.

a sinistra e in basso: alcuni momenti dell’inaugurazione della Targa 8 marzo

a destra: la panchina antiviolenza del Giardino 8 marzo

Occasione non di celebrazione, ma di riflessione. Come ha ricordato Ilaria Maffesi, assessora (ha sottolineato la -a finale) alle Pari Opportunità, l’intero mese di marzo vede iniziative e incontri dedicati alla figura femminile. Pur non strettamente legato agli eventi in programma, al Castello è di scena, sino al 27 marzo, “Ho un appuntamento con il mio destino”. Una mostra che si ricollega comunque alla figura femminile, sia perché mette in scena opere dell’artista di fama internazionale Michela Pastori, nativa di Busto Arsizio, ma legnanese da tempo, sia perché

Il 22 marzo, il giardino tra via Monte Cervino e via Anna Frank sarà intitolato alla poetessa Alda Merini e presto anche la partigiana Piera Pattani avrà una targa a omaggiarla. Ma l’intento del Comune è andare oltre la toponomastica, oltre l’8 marzo, estirpato dal concetto improprio di festa e reinserito nella corretta collocazione di giornata internazionale.

Sempre al Castello, il 17 marzo, “La miglior cosa che abbia prodotto al mondo la bella Madre Natura”: letture a quattro voci per un viaggio nel teatro al femminile da Aristofane a Stefano Benni. Il 20 marzo, visite gratuite organizzate dalla Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori tra via Luini e P.zza San Magno. Domenica 27 marzo, sempre a cura di Lilt, si terrà la terza edizione della Camminata per la vita nel Parco Altomilanese. Da ricordare, infine, il murale “8 marzo” alla Casa del Volontariato e del

Terzo Settore, che abbiamo scelto come immagine di prima pagina di questo numero del giornale di Legnano, e una nota sul manifesto ufficiale degli eventi di quest’anno. A realizzarlo, gli studenti del Liceo Artistico Carlo Dell’Acqua di Legnano, coordinati dal professor Gaetano Salvatore Drago, e frutto di una selezione fra più elaborati. Autori del lavoro sono Iris Andretta, Matteo Edoardo Dal Molin, Sara Mereghetti e Filippo Tozzo. Nel manifesto compaiono cinque figure femminili iconiche: Frida Kahlo (pittrice messicana), Chimamanda Ngozi Adichie (economista e politica e funzionaria nigeriana), Malala Yousafzai (attivista e blogger pakistana), Valentina Tereshkova (astronauta russa e politica) e Temple Grandin (professoressa americana con disturbi dello spettro autistico). Perché i buoni esempi, così come le sofferenze, non hanno confini temporali, né geografici. di Francesco Moscarella

Il Commercialista di fiducia La tradizione e l’esempio dello Studio Parotti: la fiducia alla base di un servizio migliore

Era il 1959, quando il ragionier Antonio Parotti prese la coraggiosa decisione di lasciare il suo sicuro lavoro da impiegato bancario, per aprire uno Studio di Commercialista. Dapprima in Piazza IV Novembre e poi in Via Verga n.53 a Legnarello. L’inizio di una tradizione proseguita con il figlio, Piero Luigi, ragioniere Commercialista e Revisore ufficiale dei conti, e la nipote Sara, dottoressa abilitata anch’essa alla professione che già collabora nell’ufficio di famiglia, pronta a raccogliere il testimone. L’aspetto più suggestivo della loro storia è che anche molti dei loro clienti, a loro volta, si affidano da generazioni allo studio Parotti. La posizione strategica certo aiuta, a metà tra le due uscite dell’autostrada, ma è il clima di fiducia instaurato con i clienti ad aver

favorito tale continuità. La filosofia “di famiglia” è andare incontro alle esigenze di quanti si rivolgano allo studio. Se necessario, andando oltre i propri compiti specifici. Ad esempio, facendo da trait d’union con figure professionali complementari. Il punto, giova ribadirlo, è che per un servizio ottimale serve prima un grado minimo di colloquialità. Le generazioni cambiano, come cambiano i tempi. Il periodo pandemico, in particolare, ha accelerato una certa tendenza ai rapporti virtuali in campo professionale. Il problema è che, anziché accelerare i tempi tecnici, una comunicazione di questo tipo, in campo commercialista, rischia di complicare le cose e proprio per questo motivo è utile mantenere una complementarietà; se da un lato la tecnologia velocizza le

comunicazioni e le pratiche burocratiche dall’altro il fine dello Studio Parotti è quello di instaurare un rapporto personale di fiducia con la propria clientela. L’obiettivo che lo Studio si prefigge è di liberare i clienti da incombenze di routine fornendo supporti indispensabili sia di consulenza che di attuazione per una gestione ottimale della propria attività imprenditoriale. Le normative possono cambiare anche nel breve tempo per cui periodicamente vengono effettuati aggiornamenti e corsi di formazione anche del personale dipendente per dare un’accurata informazione ai propri clienti. La disponibilità al servizio della fiducia. La fiducia alla base di un servizio migliore.

I servizi offerti dallo Studio Parotti: • Consulenza

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il climax di tale esposizione è costituito da una serie di volti di giovani ragazze. Diversi gli aspetti suggestivi delle opere. Dagli sguardi dei volti esposti, spesso rivolti oltre l’osservatore, alla caratteristica work in progress della mostra: ogni sala potrebbe essere rivoluzionata di giorno in giorno, o persino nell’arco della stessa giornata, sull’onda di un’ispirazione.

e attuazione per la Creazione di un’impresa di tipo individuale e/o soCietario

• • • • • • •

predisposizione e analisi di bilanCi periodiCi predisposizione e deposito pratiChe C.C.ia.a Gestione d’impresa, Contabilità e adempimenti fisCali e Consulenza elaborazione buste paGa e Consulenza in materia di lavoro durC imu adempimenti fisCali uniCo pf/uniCo sp/uniCo sC/uniCo enC

• assistenza

e predisposizione di Contratti di loCazione

• predisposizione • apposizione • pratiChe

e presentazione della

diChiarazione

di

suCCessione

del visto di Conformità sui diChiarativi

bonus edilizi Con visto di Conformità

Via Verga, 53 - Legnano piero.parotti@parotti-mi.191.it


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La Città

La burocrazia spaventa,

ma anche l’imprenditore faccia sistema A tu per tu con il consigliere Francesco Toia. Un primo bilancio sul “Punto Europa” e una riflessione sul mondo dell’imprenditoria. di Francesco Moscarella

■ Un anno di Punto Europa. Sito in Via San Michele del Carso, è uno sportello di ascolto e informazione, nato da un’iniziativa della Lista Toia, rivolto anzitutto agli imprenditori interessati a bandi e finanziamenti europei. Abbiamo incontrato Francesco Toia, capogruppo dell’omonima lista in Consiglio Comunale, che cura il progetto in prima persona. Consigliere, che caratteristiche ha il vostro sportello d’informazione? È sicuramente qualcosa di nuovo e che mancava. Esistevano già esempi simili sul territorio lombardo, ma, a mio parere, non strutturati come il nostro. Soprattutto, noi forniamo informazioni gratuitamente. Ascoltiamo l’imprenditore, capiamo che tipo di progetto abbia in mente e valutiamo quali competenze i nostri tecnici possano mettere in campo per consigliarlo nel modo migliore. Capita mai che una società o un ente si rivolga a voi, ma poi si spaventi di fronte al proseguimento del percorso? Spesso, purtroppo. A volte arrivano persone già parzialmente informate, perché hanno letto o sentito di bandi aperti, ma che tentennano quando spieghiamo loro nel dettaglio l’iter da seguire. Noi consigliamo sempre di provarci, di andare fino in fondo. Mal che vada, avranno comunque acquisito maggiori conoscenze e una presentazione già pronta ad essere proposta per altri canali di finanziamento. C’è, forse, anche poca cultura sul tema in Italia? Direi che c’è, più che altro, un eccessivo consumo di energie per l’ordinaria amministrazione. Prendo a prestito le parole di Bernardo Caprotti, quando diceva che se riesci ad avere successo in Italia, puoi farcela ovunque. Devo dire, però, che rispetto al passato molti giovani nella pubblica amministrazione s’impegnano per provare a sveltire la burocrazia.

Va anche detto che maggiori vincoli significano maggiori controlli. È certamente un tema complesso. Da una parte, lo stereotipo italiano vede l’imprenditore, come pure altre categorie, sempre come “brutto e cattivo”. Dall’altra, abbiamo oggettivamente avuto anche esempi poco edificanti. Benedetto Croce diceva che il politico onesto è quello capace. Io credo che l’imprenditore che riesca a dare qualcosa alla collettività, che sviluppa sul territorio, sia capace. E, probabilmente, anche onesto. Io vedo in altri Paesi, come Francia o Germania, una maggiore capacità di fare sistema rispetto a noi. Aziende diverse, politica, territorio, che lavorano in sinergia per uno sviluppo comune. In Italia vedo una maggiore abitudine a ragionare ognuno per sé. Anche negli imprenditori che riescono a creare welfare, c’è la tendenza a riservarlo alla loro azienda e ai loro dipendenti, piuttosto che a una diffusione sul territorio. Tornando al Punto Europa, si rivolgono a voi non solo imprenditori, ma anche semplici cittadini per segnalazioni e richieste di ordine quotidiano. È vero, anche se nei primi mesi di attività avveniva più spesso. Del resto, per le segnalazioni utilizziamo anche canali diretti come telefono o i social, che in questo caso si dimostrano uno strumento utilissimo. Restiamo comunque un soggetto poliedrico, aperto a tutti. Punto Europa, ma al tempo stesso Lista Toia. Avete in mente nuove iniziative per quest’anno? Vorremmo organizzare dei punti di raccolta per tappi di plastica. Io stesso, da anni, uso solo bottiglie di vetro, ma i tappi devono comunque essere smaltiti. L’intento è raccoglierne il più possibile, per donarli ad associazioni benefiche che possano ricavare fondi dalla loro vendita. È un piccolo gesto, mi rendo conto, ma che spesso possa sensibilizzare i cittadini al tema ambientale.

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Ictus: un mostro da riconoscere di Massimo Vernacotola

per limitarne i danni

Ospitata dalla Lista Toia, grazie alla volontà del Consigliere Francesco Toia, l’Associazione ALICE racconta la sua battaglia quotidiana contro l’ictus, supportata da medici e volontari e da un reparto di Neurologia votato tra i migliori d’Italia ■ Relatori d’eccellenza a Palazzo Leone da Perego, per spingere alla prevenzione di un evento invalidante, l’ictus cerebrale, che nel decennio 20002020 ha visto 500mila ospedalizzazioni nella sola Regione Lombardia: Vittoria Calloni, già direttrice della Stroke Unit dell’ospedale di Legnano e membro del Comitato scientifico di ALICE Lombardia (Associazione di volontari per la Lotta all’Ictus Cerebrale); Alessandro Brelle, direttore a Legnano dell’Unità operativa di Neurologia; Giacomo Falzi, presidente di Alice Legnano. Abbiamo voluto questo incontro – anticipa Francesco Toia – perché l’Ictus rappresenta oggi un vero e proprio problema sociale, un fulmine a ciel sereno in grado di stravolgere la vita di intere famiglie. Visti i numeri impressionanti (anche soggetti giovani), si rendono necessarie adeguate politiche sociali e di sostegno alle famiglie colpite. Prevenire, riconoscere tempestivamente i sintomi e accedere rapidamente alle cure. È questo l’unico modo per combattere efficacemente un “mostro” che in Italia rappresenta la terza causa di morte dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie, ma anche la prima causa di disabilità. Un evento che si palesa all’improvviso, non conseguenza di traumi o incidenti e i cui effetti, spesso devastanti, possono essere limitati – su questo insistono tutti i relatori – da una sola cosa: il rapido riconoscimento dei sintomi e la velocità di intervento. Che significa chiamare subito i soccorsi, sapendo che l’ictus è stato “promosso” a codice rosso, equiparandolo all’infarto. I sintomi (vedi riquadro),

sono ben precisi e non possono essere sottovalutati e accompagnati dal classico “vai a letto che domani ti è passato tutto”. Un altro errore da evitare – sottolinea l’Associazione – è quello di pensare di andare da soli al pronto soccorso, “perché così ci mettiamo di meno”. Un errore, questo, che può essere pagato per tutta la vita. Innanzi tutto perché i soccorritori sono in grado di riconoscere l’ictus (e in quale forma si sia manifestato), in secondo luogo perché durante soccorso viene allertata la Stroke Unit più vicina (non tutti gli ospedali ne dispongono), che differentemente non sarebbe già pronta a intervenire.

a legnano una stroke unit all’avanguardia La Stroke Unit, o l’Unità Operativa di Neurologia d’Urgenza, si occupa principalmente delle problematiche relative all’ictus ischemico o emorragico in fase acuta e vede il lavoro coordinato di un’équipe multiprofessionale comprendente, oltre ai neurologi, personale infermieristico, terapisti della riabilitazione, cardiologi, logopedisti. La Stroke Unit rappresenta il modello più avanzato ed efficace di trattamento dei disturbi cerebrovascolari acuti e l’unica in grado di ridurre significativamente mortalità e disabilità legati alla malattia. «L’Ospedale di Legnano – ci dice Alessandro Brelle, direttore dell’Unità operativa di Neurologia del nostro nosocomio - fa parte di un distretto che comprende anche Cuggiono, Magenta e Abbiategrasso, ma solo Legnano dispone di una Stroke Unit e di una “guardia attiva neurologica” disponibile h.24, in possesso di alte competenze specifiche. Il nostro ospedale, grazie a un dipartimento di Neuroscienze molto avanzato, è stato scelto dalla Regione Lombardia durante la prima drammatica fase del Covid come un presidio i cui reparti Stroke dovessero restare aperti e non convertiti alla cura del Virus. Legnano, dunque, anche grazie a lavoro pregresso

della d.ssa Calloni (ancora “sul campo”, nonostante sia in pensione!), è assolutamente autonoma anche per effettuare trobectomie e un neuroradiologo interventista è sempre disponibile, pronto a occuparsi del paziente a qualunque ora del giorno e della notte. Completa il quadro una sala operatoria che non ho difficoltà a definire “stratosferica”, forse la migliore d’Italia».

COME RICONOSCERE L’ICTUS: I SINTOMI DI ALLARME •Perdita di forza o di sensibilità (a un braccio, una gamba, metà corpo, alla faccia, anche con deviazione della bocca…); •difficoltà nel mantenere l’equilibrio; •confusione o disturbo della parola (difficoltà a capire e ad esprimersi); •difficoltà nel vedere (annebbiamento, perdita della vista, anche parziale) •cefalea violenta (non il classico “mal di testa”, ma qualcosa di insopportabile) M. V.


Un’Agenzia che si distingue per servizi non comuni, come l’accompagnamento negli uffici pubblici e il riconoscimento in Italia degli studi effettuati nel proprio paese di origine

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I SERVIZI DI ERMITAGE • Compilazione Kit per rinnovo e aggiornamento del permesso di soggiorno; • riCongiungimento famigliare; • pratiChe deCreto flussi: stagionali, non stagionali e lavoro autonomo; • CertifiCati stranieri tradotti, legalizzati e apostillati presso i Consolati italiani di russia, uCraina, moldavia e Bielorussia; • servizi presso il Consolato russo e uCraino in italia; • riConosCimento professionale (di ogni genere, dall’arChitetto all’infermiera); • proseguimento studi in italia (es. isCrizione universitaria); • assistenza legale e notariale presso studi di fiduCia; • mutui e prestiti presso BanChe Convenzionate; • visto shengen per l’italia: turismo, Cure mediChe e studio; • prenotazione Biglietti aerei e ferroviari; • servizio Buste paga per Colf e Badanti.

■ Inutile nasconderlo, gli stranieri e gli extracomunitari che hanno necessità di supporto per il disbrigo delle pratiche per l’accesso, la permanenza e l’attività lavorativa sul suolo italiano hanno problematiche comuni da risolvere, ma le differenze culturali che esistono tra le diverse etnie necessitano l’adozione di approcci specifici. E di interlocutori che parlino il medesimo idioma. Non è una premessa banale quella di Alessia Ivantsova, titolare dell’Agenzia Ermitage di Legnano, in grado di offrire assistenza strategica in tempi brevi agli immigrati di ogni nazionalità e un servizio personalizzato per ciascun referente: dalle problematiche di tipo amministrativo e legale a quelle dell’assistenza sanitaria, dal semplice permesso di soggiorno al ricongiungimento famigliare (una domanda che oggi può esse-

re presentata solo online), fino alle sanatorie e l’assistenza al datore di lavoro, per esempio per colf e badanti. Una attività che distingue Ermitage da altre agenzie, oltre alla grande disponibilità di personale madrelingua - dall’albanese al moldavo, al russo, all’arabo, al rumeno… - è un servizio di “accompagnamento” tramite il quale gli stranieri vengono fisicamente affiancati da un assistente madrelingua dell’Agenzia presso gli uffici pubblici, in Prefettura o nella Questura di competenza. La nostra complessa burocrazia fa sì infatti che un fraintendimento o la semplice mancanza di un documento invalidino ogni procedura, con la successiva attesa di molti mesi prima che venga ripresa in esame la domanda. Un altro servizio che non tutte le agenzie effettuano è la richiesta di Dichiarazione di

Valore, un documento che attesta appunto il valore di un titolo di studio conseguito in un sistema di istruzione diverso da quello italiano. Molti immigrati, di cui un gran numero residente in Italia da oltre 10 anni, sono infatti in possesso di un diploma di scuola superiore o di laurea ottenuto nel proprio paese di origine. Noi, tramite i contatti con l’ambasciata o il consolato di riferimento, siamo in grado di farne riconoscere il valore legale, anche per coloro che intendono proseguire gli studi in Italia. Possono farne richiesta i cittadini di stati membri dell’Unione Europea, i cittadini degli stati aderenti all’Accordo sullo Spazio Economico Europeo, ii cittadini della Confederazione elvetica (Svizzera) e i titolari dello status di rifugiato o di protezione sussidiaria.

COS’È IL DECRETO Il decreto flussi è emanato ogni anno e prevede il numero di cittadini stranieri che possono fare ingresso in Italia per svolgere attività di lavoro subordinato non stagionale e lavoro autonomo. Per i lavoratori stagionali è previsto un apposito decreto flussi. La richiesta di nulla osta al lavoro subordinato deve essere presentata, nelle date previste dal decreto, dal datore di lavoro che inoltra apposita istanza – dal 2007 on line – specificando il tipo di offerta lavorativa e il futuro domicilio del lavoratore. Se la domanda è compilata correttamente – dopo le verifiche presso la questura e la Direzione provinciale del lavoro – le domande vengono accettate in ordine cronologico. Il datore di lavoro viene poi convocato

FLUSSI

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DA ERMITAGE PRATICHE PER L’IMMIGRAZIONE IN TEMPI BREVI

presso lo Sportello unico per l’immigrazione per l’esibizione della documentazione in originale ed il ritiro del nulla osta che contestualmente verrà inviato alla rappresentanza diplomatica italiana del paese di residenza. A quel punto sarà il cittadino extracomunitario che potrà recarsi all’ambasciata per il ritiro del visto di ingresso per lavoro. Il visto di ingresso per lavoro è di tipo D – per soggiorni superiori a 90 giorni. Entro 8 giorni dalla data di ingresso il lavoratore si dovrà presentare allo sportello unico con il datore di lavoro per compilare i moduli di richiesta del permesso di soggiorno per lavoro subordinato da inviare tramite ufficio postale e sottoscrivere il contratto di soggiorno.


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Sanità 5 GABRIELLA MONOLO

L’OSPEDALE INIZIA DALLA CASA Gabriella Monolo, Direttrice Socio-Sanitaria dell’ASST Ovest Milanese, ci aiuta a definire i confini della medicina territoriale. La sfida più grande? Abituare il cittadino a una sanità diffusa e non ospedalocentrica. ■ Non si può più pensare che l’intero carico del fabbisogno sanitario sia sostenuto dai soli ospedali, dalle RSA, e dalle altre strutture tradizionali, come la pandemia ha drammaticamente evidenziato. È già dal domicilio, dalla prevenzione e individuazione precoce di eventuali problematiche, che inizia la cura del cittadino, attraverso strutture di prossimità che possano fornire un’assistenza puntuale e lavorino in sinergia con le associazioni, le cooperative, e gli altri enti erogatori di servizi sociali o sociosanitari del territorio. A Legnano, questo in gran parte già avviene. L’Ospedale Vecchio di Via Candiani garantisce diversi servizi per il territorio e il cittadino: guardia medica, protesica, nucleo operativo alcologia, valutazione per assistenza domiciliare e misure a supporto delle fragilità gravissime o delle disabilità, scelta e revoca del medico di famiglia, follow-up, ossia il monitoraggio della ripresa di una vecchia malattia o di effetti ad essa legati… e la gestione della domanda dell’utenza passa dal Punto Unico di Accesso. di Francesco Moscarella

Una vera riforma della medicina territoriale

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Le novità in materia sanitaria previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, tuttavia, consentono ora di sperare in «una vera e propria riforma della medicina territoriale», spiega al giornale di Legnano la dottoressa Gabriella Monolo. Un aspetto della sanità i cui confini in Italia sono rimasti sinora piuttosto fumosi, ammette la Direttrice Socio-Sanitaria dell’ASST Ovest Milanese. Già con la legge 22 del 14 dicembre 2021, si configura meglio il polo territoriale, riprendendo l’organizzazione per distretti e ricollocando il collegamento con la medicina generale e le funzioni di prevenzione. «Anche il rapporto con i sindaci viene ricollocato in ASST, recuperando così una relazione più diretta, e non meramente istituzionale, con le istituzioni, col territorio e, quindi, anche con i cittadini». L’aspetto della riforma che riguarda strettamente il PNRR, e vede sin dall’estate scorsa una stretta collaborazione tra Azienda Socio-Sanitaria Territoriale e le Agenzie di Tutela della Salute, è quella riguardante il piano di sviluppo di Ospedali di Comunità, che garantiscono una risposta assistenziale di tipo residenziale indirizzata a pazienti affetti da patologie croniche, e delle Case di Comunità. Strutture polivalenti, con approccio multidisciplinare, le cui funzioni spazieranno dall’assistenza continuativa, in particolare per

patologie croniche, alla prevenzione e alle attività sociali. Soprattutto, saranno un punto di riferimento per la comunità e di raccordo tra essa e il sistema sanitario, considerato nella sua accezione più ampia. I servizi saranno direttamente gestiti da ASST, attraverso le Direzioni Distrettuali. Le Case di tipo hub saranno il cuore di ogni distretto, in grado sia di fornire più servizi, sia di supportare un numero superiore di abitanti. Collegate ad esso saranno le Case di tipo spoke, di dimensioni e funzioni minori rispetto alle hub, ma in grado di garantire una copertura capillare. Nel nostro territorio sono già state individuate diverse sedi. A Legnano, da quest’anno l’Ospedale Vecchio ospiterà una Casa di tipo hub (la relativa segnaletica è già stata posizionata) e un Ospedale di Comunità. Come visto in precedenza, la struttura è già molto avanti nel garantire servizi al territorio. Sarà ulteriormente coltivata la relazione con la medicina generale e sarà riorganizzata la collocazione delle attività nelle diverse strutture. Liberando spazio, da una parte, per attività infermieristiche, medicina generale e Ospedale di Comunità; dall’altra, per attività proprie della Casa di Comunità quali Commissione Invalidi, Attività Sociali e, probabilmente, il Consultorio per l’assistenza a tutto tondo alle famiglie. «Il dialogo e il coordinamento con i Comuni e le relative aziende consortili per i servizi sociali, l’azienda So.LE nel caso di Legnano, è già da tempo attivo. Verrà, ora, perfezionato per avere fisicamente tali aziende nelle Case di Comunità». Naturalmente, per favorire questo tipo di coordinamento saranno anche digitalizzati i servizi. F. M.

L’INFERMIERE DI FAMIGLIA E DI COMUNITÀ

e la formazione del cittadino

«

Se le Case e gli Ospedali di Comunità saranno le strutture-fulcro di questa nuova visione, l’Infermiere di Famiglia e Comunità ne sarà la figura di riferimento. «Definirà una nuova dimensione del professionista infermieristico. Lavorando direttamente sul territorio, e in autonomia, potrà rilevare tempestivamente i bisogni dei cittadini ed effettuare una diagnostica». Soprattutto, la sua presenza aiuterà a far sentire il servizio sanitario più vicino al cittadino. Motivo per cui, in parallelo alla formazione di questo tipo di professionisti, andrà fatto un lungo lavoro d’informazione per i cittadini. Rendere facilmente individuabili e accessibili le Case di Comunità, e chiarire quali tipi di servizi vi si potranno trovare, non è che il primo passo. Il vero obiettivo, da questo punto di vista, è far uscire il cittadino da una logica ospedalocentrica, renderlo consapevole della presenza di una rete di più soggetti diffusi sul territorio in grado di potergli fornire risposte adeguate, riducendo così il rischio di un sovraccarico del sistema. Ci si potrebbe chiedere se per tutto questo ci sarà sufficiente personale sanitario, la cui carenza è, purtroppo, un problema storico cui AGENAS, l’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, intende far fronte negli anni a venire, «Ma già dalla scorsa estate abbiamo iniziato a reclutare infermieri di famiglia e comunità, al momento impegnati nelle attività di tamponi e vaccinazioni, e aumenteremo il loro numero». In parallelo, saranno incrementante anche le attività di formazione in medicina generale, per le quali Regione Lombardia ha investito risorse proprie e si stanno definendo anche nuovi accordi contrattuali.

F. M.


Primo in Italia e frutto di una intuizione affascinante, a cui sono seguiti studi e specifici test, il Centro Sperimentale Fono-Logopedico apre i battenti presso il Centro Sociale Pertini per unire l’innovazione di una nuova disciplina, la fonopedia, all’esperienza consolidata della logopedia. ■ Il know how di un musicista, musicologo e direttore d’orchestra si fonde con la logopedia, dando vita a un metodo rivoluzionario, la Fono-Logopedia, in grado di ridurre i tempi di miglioramento per tutti i “parlatori tardivi”, per chi ha difficoltà di comprensione, organizzazione e articolazione dalla parola, piuttosto che per coloro che patiscono problemi di attenzione e comprensione di scrittura e lettura. L’offerta prevede l’impiego di due specialisti contemporaneamente: Paolo Colombo, ideatore della Fonopedia e Daniela de Servi, nota logopedista. Due ambiti congruenti e complementari che, con il supporto dei genitori, hanno già dato risultati confortanti rispetto all’utilizzo della metodologia tradizionale per il trattamento dei disturbi specifici del linguaggio (DSL) e dei i disturbi specifici dell’apprendimento (DSA). I prezzi, garantisce Emilia Calini, responsabile del Centro Pertini, saranno più bassi rispetto ad altre realtà di supporto, confermando la funzione sociale che il Centro esercita sul territorio cittadino e sul quartiere Mazzafame.

All’origine vi è il suono

Non era nota fino ad oggi alcuna disciplina legata al suono della voce. La parola, infatti, prevede una propria articolazione ma anche più intonazioni e timbri

quando la si pronuncia, i quali possono modificarne (o annullarne) il significato semantico: posso pronunciare la parola “bravo”, ma anche “bravo!!!”, oppure “braaaavo!. La stessa cosa avviene per i suoni che, sia a livello filogenetico (i nostri progenitori ominidi) che ontogenetico (i neonati), anticipano la parola. Si inizia infatti a comunicare con l’intonazione, non con le parole e l’esempio è proprio quello fornito dai neonati i cui suoni emessi non sono da noi cognitivamente compresi ma hanno dei precisi significati. «Il nostro fine è quello di portare i bambini al logos, alla parola, ma prima dobbiamo comprendere la semantica dei suoni che emettono in sostituzione di un linguaggio articolato. Il primo presidio, dunque, nei casi di ritardo del linguaggio (parlatori tardivi) non può essere la sola logopedia, perché non è in grado di valutare l’intonazione del linguaggio e la sua “psicomotoria”, funzione che non va considerata solo dal collo in giù: l’occhio forse non si muove? Nel disturbo del linguaggio (DSA) – aggiunge Daniela De Servi – il bambino parla male e necessita del congruente aiuto della fonopedia: è inutile che io con il bambino che non parla mi esprima in modo eccellente, perché non sarebbe in grado di seguirmi, pur capendomi. Non si tratta infatti di incapacità cognitiva, solo che per comprenderlo devo scendere al suo livello in ambito fonetico».

Per informazioni e prenotazioni: 393 9914770 centro.fonologopedico.pertini@gmail.com

Paolo Colombo, ideatore della fonopedia e Daniela De Servi, esperta logopedista

Centro sperimentale Fono-logopedico: la nuova frontiera della logopedia Risultati in metà tempo grazie a musica e ritmica

Dopo aver compreso il linguaggio dei suoi suoni, il secondo passo è quello di portare il bambino alla parola e i test effettuati ci dicono che ci si può arrivare in metà tempo grazie alla musica e alla ritmica. La fonopedia, infatti, ha una matrice musicale, così il metodo fono-logopedico si sviluppa calibrando musica e ritmo sulle necessità specifiche di ogni singolo soggetto. Vediamo come. Posto che sia cosa riconosciuta che il nostro cervello funzioni in modalità ritmico musicale e che il passaggio dal pensiero all’azione avvenga attraverso tre fasi successive (previsione, organizzazione e sincronizzazione del movimento), la frequenza ritmica – aumentata o diminuita- determina la nostra capacità o meno di compiere un’azione. Provate per esempio a tagliare una zucchina con la velocità, la cadenza e la precisione di uno chef, difficilmente ci riuscirete. La frequenza ritmica, scandita da un metronomo, diviene così il ritmo del lavoro e degli esercizi proposti al bambino, in grado di fornirgli i tempi corretti per i ragionamenti necessari e che ne misura le possibilità attuali e i progressi compiuti. Questo con l’ausilio di basi musicali

creati ad hoc da Paolo Colombo – rock, swing, bossa nova…- caratterizzate da velocità diverse. Così si potrà comprendere non solo quali correzioni debbano essere apportate dal punto di vista formale, cioè della qualità del lavoro svolto dal bambino, ma anche temporale, affinché questi riesca a sincronizzarsi in modo non soltanto da poter compiere un azione ma da poterla svolgere anche con i tempi corretti.

La domanda che sorge spontanea è: “ma funziona?” «Abbiamo visto – ci dicono Colombo e De Servi - cominciare a parlare un soggetto diciottenne che non proferiva parola dalla nascita. E i margini per affinare il Metodo sono ancora enormi. Per esempio - continua Colombo - ho scoperto recentemente che, siccome molti bambini sanno cosa fare ma hanno paura a iniziare, questi necessitano di uno stimolo esterno che dia loro “il via”. Così utilizzo la bacchetta con la quale il direttore d’orchestra “invita” gli orchestrali a una determinata azione per invitare il bambino a iniziare un esercizio. E con l’ausilio della ritmica musicale…funziona!». di Massimo Vernacotola

eMeRGenZa PRofUGhI UCRaIna: L’offeRTa SanITaRIa DeLL’aSST oVeST MILaneSe Tra le tante iniziative messe in campo dal nostro territorio a supporto di quanti stanno cercando rifugio dalla guerra in Ucraina, segnaliamo che l’Azienda Socio-Sanitaria Territoriale Ovest Milanese ha predisposto due Punti di Accoglienza Sanitaria per ricevere i profughi, I due siti sono: •Vecchio Ospedale di Legnano (NOL): via Candiani, 2 - Punto Unico di Accoglienza (PUA) TEL. 0331-1776746 sportellounico.legnano@asst-ovestmi.it lun.-mer.-ven. dalle h. 9.00 alle h.12.30 •Ospedale “G. Fornaroli” di Magenta: Via Al Donatore di Sangue, 50 - Punto Unico di Accoglienza (PUA) , Palazzina L TEL. 02 97963134 sportellounico.magenta@asst-ovestmi.it

lunedì-mercoledì-venerdì dalle h. 9.00 alle h.12.30. I Punti Unico di Accesso garantiscono la seguente offerta sanitaria: • Rilascio di codice STP (Straniero Temporaneamente Presente) • Tampone antigenico rapido • Vaccinazione anti-Covid•Vaccinazioni anti difterite/tetano/pertosse/polio • Compilazione della scheda di primo screening sanitario (visita medica) • Eventuale rinvio ad altre prestazioni specialistiche.


Fisioterapia domiciliare in età avanzata. Un servizio fondamentale per i nostri anziani.

Dottor Paolo Tripodi Fisioterapia in età avanzata ■ Abbiamo incontrato il Dott. Paolo Tripodi, fisioterapista privato domiciliare che opera in Legnano e nei comuni limitrofi. Ha ideato da alcuni anni un servizio totalmente privato per le persone anziane che hanno necessità di riabilitazione al proprio domicilio.

Servizio davvero utile. Ha anche uno studio dove riceve? La mia attività si svolge esclusivamente e direttamente presso le abitazioni dei pazienti. In questo modo posso gestire ogni seduta in maniera autonoma, dedicando il giusto tempo ad ogni esigenza di riabilitazione.

Buongiorno Dottore, grazie per averci ricevuto. Grazie a voi dell’opportunità. Sono molto contento di poter spiegare di cosa mi occupo.

Chissà quante situazioni diverse ha avuto modo di riscontrare con i suoi pazienti. Davvero molte, ogni persona ha un suo vissuto e una storia clinica unica. Per questo dedico molta attenzione alla raccolta dei dati clinici. L’anamnesi, ossia la raccolta dei dati sanitari, è molto importante ed è la base del primo incontro. Ogni dettaglio è fondamentale per capire bene il percorso riabilitativo da intraprendere.

Benissimo, iniziamo con il definire il suo lavoro e le sue competenze. Sono un fisioterapista e mi reco direttamente a casa del paziente. Mi occupo esclusivamente di persone dai 65 anni in su. Ho pensato che andare direttamente dalla persona da riabilitare sia un servizio molto utile; in questo modo riesco a portare la fisioterapia nelle case di persone che, il più delle volte, non riescono a spostarsi in maniera autonoma.

Di quali patologie si occupa principalmente? Quello che può capitare all’anziano è davvero vario. Mi occupo sia di

casi ortopedici che neurologici. Alcuni esempi ortopedici sono protesi dell’anca o ginocchio, fratture, esiti di interventi chirurgici. Esempi neurologici sono invece casi di Parkinson o Alzheimer, come anche persone con esiti di Ictus. Spesso, invece, i miei pazienti non hanno patologie in acuto, ma hanno come obiettivo il mantenimento motorio. Molti anziani tendono, con l’età, a muoversi sempre meno, anche a causa anche di ricoveri ospedalieri e allettamento. Quali tecniche usa per la riabilitazione? Una volta stabilita la via da seguire, la fisioterapia si concentra direttamente sulle problematiche riscontrate con l’anamnesi. Si può lavorare, ad esempio, sulla coordinazione motoria in caso di Parkinson oppure sul rinforzo muscolare per chi si muove con difficoltà. Per chi è completamente allettato si effettua ad esempio una mobilizzazione passiva, per evitare dolori e difficoltà nell’assistenza quotidiana causati dall’immobilità delle articolazioni. Abbiamo letto sul suo sito che si occupa anche di formazione dei familiari. Sì, il paziente anziano che vive a casa necessita di assistenza quotidiana qualificata da parte del Caregiver, che è la persona che si occupa del proprio caro. Supporto ed aiuto i caregiver in modo che possano fornire la migliore assistenza all’interno delle mura domestiche. In termini pratici do consigli per la scelta, ad esempio, del deambulatore più adatto, della sedia a rotelle, del materasso anti-decubito. Oppure insegno come effettuare la corretta igiene a letto, il trasferimento alla carrozzina e tutto

ciò che serve per la gestione quotidiana di un paziente con difficoltà motorie. E che tipo di formazione deve avere un fisioterapista? Innanzitutto il requisito fondamentale è la laurea in fisioterapia. Il percorso universitario è di 3 anni e consta anche di un tirocinio formativo all’interno di strutture ospedaliere. Io mi sono laureato ormai 14 anni fa presso l’Università statale di Milano. Un consiglio è quello di verificare sempre il titolo di studio e l’iscrizione obbligatoria all’albo dei fisioterapisti sul sito www.tsrm.org. Purtroppo, ci sono troppe persone che, pur non avendo una formazione universitaria, si propongono come fisioterapisti. L’unica figura competente che può effettuare riabilitazione è il Fisioterapista. Cosa ci racconta della sua storia professionale? Ho lavorato sempre a stretto contatto con le persone in età avanzata. Ho coordinato una struttura per anziani e ho seguito in prima persona la creazione e la crescita di uno studio fisioterapico di successo nel legnanese.

Sono stato inoltre volontario della Croce Rossa per 14 anni con diversi ruoli, da soccorritore ed autista in ambulanza a coordinatore dei volontari e organizzatore dei corsi di formazione. Questa esperienza è stata determinante per decidere il mio futuro percorso di dedizione all’assistenza sanitaria. Grazie del tempo concessoci. Lasciamoci con un augurio per questo 2022. Confido nell’aumento e nel miglioramento dei servizi per l’anziano. Spero di aver sensibilizzato i lettori, non solo i più anziani sull’importanza della fisioterapia per il benessere futuro dei propri familiari, genitori e nonni. Potete contattare il Dott. Paolo Tripodi sul suo sito: www.paolotripodi.it, sulla sua pagina Facebook oppure al numero 3515814154.


Ambientha: carte da parati e decorazioni, dal mondo per il mondo Superfici che paiono dipinte o intarsiate, invece sono “soltanto” rivestite grazie alla fusione tra tecnologia, arte e alta artigianalità: da un’azienda di Cerro Maggiore, che offre i propri servizi in Italia e nel mondo, la possibilità di creare ambienti suggestivi e sensoriali nella propria casa, grazie all’applicazione di rivestimenti materici su pareti, vetrate, mobili e arredi. Da una costola di CIP srl, società che opera nella decorazione grafica di showroom, punti vendita, fiere e congressi fin dagli anni ’60 nasce Ambientha, una eccellenza del nostro territorio rivolta all’interior design. «Siamo fornitori da anni – ci dice Maurizio Nazzari, co-fondatore di Ambientha -

dei contesti allestitivi grafici di Fiera di Milano e stiamo decorando i punti vendita di importanti brand della moda in tutto il mondo, ma abbiamo curato anche gli allestimenti grafici per il Fico di Bologna (il Parco del Cibo Italiano), oltre a numerose aree museali, di cui due in Medio Oriente: dal

UNA BELLEZZA CHE NON NASCE PER CASO

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entriamo invece nel contesto residenziale privato e degli studi di architettura con carte da parati artistiche, in grado di donare originalità e unicità all’ambiente che si deve arredare e con un servizio capace di connettersi con l’immaginario del cliente committente».

“Vuoi caratterizzare con il tuo design una stanza, uno showroom, il ristorante o l’albergo?”

Le carte da parati Ambientha sono vere e proprie creazioni artistiche, la cui realizzazione segue un percorso in cui l’artigianalità si fonde con le visioni e il talento di creativi e designer di tutto il mondo. Ed è proprio questa apertura al mondo intero che consente all’azienda di trarre ispirazioni infinite e multiformi, da condividere con i propri clienti. Come nascono le suggestioni che prendono vita grazie agli artisti? A monte vi è un accurato lavoro di ricerca dal punto di vista stilistico e cromatico, che coinvolge anche il mondo della moda, per individuare i trend del momento. Da qui traiamo delle linee guida, degli stili, che vengono intrecciati con tematiche di attualità. Queste variano ogni anno (uno dei temi di quest’anno è la donna) e prendono spunto da tutto il mondo che ci circonda, con un ampio focus sulle tematiche ambientali e legate alla natura, agli animali, all’infanzia, ma anche alle arti visive classiche e moderne. Questa esplorazione dà vita ogni anno a un “ispiration book”, che consegniamo agli artisti che collaborano con noi in modo che ognuno di loro le interpreti secondo la propria visione e il proprio stile, in grado di rendere spesso occulta la tematica stessa, percepibile a volte in modo quasi subliminale come avviene di frequente in ambito pittorico e grafico.

decoro dei cristalli, fino alla carta da parati, ai pannelli, alle scritte in rilievo e alla segnaletica. In pratica traduciamo le idee dei clienti in materiali grafici e di comunicazione efficaci e coerenti. Un’attività che comprende anche il montaggio e l’installazione. Con Ambientha, nata tre anni fa,

“Raccontaci cos’hai in mente e ti disegneremo una decorazione unica, solo per te”

COME AVVIENE LA PERSONALIZZAZIONE? Avviene concordando i temi e i colori in base all’arredamento, alla luce e al luogo della posa. È possibile modificare i colori, impaginare i soggetti diversamente o ridimensionarli, ma anche inserire parole, nomi o disegni. Hai una splendida foto che vorresti trasformare in carta da parati? Scegli la finitura della carta e Ambientha la stampa per te.

COS’È IL “WELCOME KIT” CHE OFFRITE AI CLIENTI? TUTTO SU MISURA, MA ANCHE “FAI DA TE” Con i teli di Ambientha, tagliati su misura, si può decorare ogni tipo di parete e ogni superficie, magari usurata dal tempo, compresi mobili e complementi d’arredo, scegliendo non solo fra innumerevoli temi ma anche tra diversi effetti cromatici, lucidi od opachi, piuttosto che su finiture lisce o goffrate, o con “effetto tessuto”. Il risultato è quello di pareti, divisori, mobili, vetrate e oggetti che paiono dipinti o frutto di incisioni. Merito anche di materiali (ecosostenibili e atossici) e tecnologie di stampa e rivestimento innovativi, applicabili e (e rimuovibili) anche da soli. Un’operazione, quella della posa, che richiede una certa esperienza manuale ma che diviene più agevole seguendo le chiare linee guida presenti sul sito aziendale, e consegnate all’interno della confezione, che accompagnano il cliente passo dopo passo. In caso di scarsa propensione al fai da te, provvedono i tecnici di Ambientha alla posa corretta.

E’ possibile per il cliente, dopo aver visionato online la scheda dei nostri prodotti, scegliere sia il soggetto sia il tipo di carta (sei le tipologie disponibili di quest’ultima) e ricevere a casa fino a cinque campioni diversi, al solo costo di spedizione, così da poter avere una idea di massima degli accostamenti e dell’effetto scenico complessivo. Quindi si può visualizzare il foto inserimento dei decori sulla parete che si intende arredare: basta inviare ad Ambientha una fotografia della stanza che si vuole decorare e l’azienda provvede al montaggio grafico dei decori, così da poterne verificare il reale effetto visivo.

di Massimo Vernacotola


il giornale di

Legnano

aziEnDE

all’interno dell’azienda, si è passati dall’idea all’azione, così oggi il capannone è abbellito da riproduzioni in formato gigante (e arricchite da interventi manuali degli artisti) delle opere d’arte di pittori del calibro di Letizia Fornasieri, che ha introdotto un pezzo di natura con una forza stranamente pacificante, Elisabetta Necchio, che reinterpreta le persone fotografate durante i sopraluoghi attraverso figure archetipe come l’argonauta, che manovra la nave per tenere fissa la meta, il direttore d’orchestra che scrive un concerto per pulsanti e pistoni, l’angelo che senza esser notato tiene pulito il mondo... Viene poi Francesco Zavatta, che attraverso i colori del logo della Rimoldi propone energiche macchie di colore che fanno rialzare la testa.

« Quando si parla di sostenibilità

aziendale ci si riferisce a una rinnovata concezione dell’attività imprenditoriale, secondo la quale il fine ultimo dell’attività d’impresa non può consistere nella sola massimizzazione del profitto (obiettivo tipicamente di breve periodo), ma va esteso alla creazione di valore nel lungo periodo » ■ La definizione di sostenibilità aziendale offerta dal prof. Matteo Pedrini, Ordinario di corporate Strategy presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore e Responsabile dell’area ricerca di ALTIS (Alta Impresa Scuola e Società), trova un caso di eccellenza nel nostro territorio: si tratta della Vito Rimoldi Spa, azienda storica legnanese nata nel 1940 e specializzata nella produzione di guarnizioni e pezzi meccanici di altissima precisione. Nella concezione imprenditoriale dell’Azienda la creazione di valore nel lungo periodo non si limita a minimizzare l’impatto ambien- La Vito Rimoldi di Legnano tale delle sue attività, ma si estende al sociale e - perché arreda la propria azienda con no? - all’arte. Sì, perché la opere d’arte, realizzate Vito Rimoldi, dopo aver creato una partnership com- appositamente per loro, al fine merciale con la cooperativa di offrire ai propri dipendenti un sociale di tipo B Solidarietà e Servizi e aver integrato i suoi ambiente in cui la bellezza lavoratori nei propri proces- accompagni il lavoro si produttivi, si è lanciata in un altro progetto tanto quotidiano. coraggioso quanto originale: arredare il luminoso, ampio e pulito capannone di 5.000 metri quadri e inizia la sua giornata lavorativa e ha voluto in cui i propri collaboratori affrontano il creare un ambiente di lavoro in cui sia piacevole lavoro quotidiano con delle opere di arte operare. contemporanea realizzate appositamente Nasce così la collaborazione con La Compagnia per l’azienda. dell’Arte, un gruppo di amici – prevalentemente La direzione di Rimoldi ha preso sul serio artisti – che da alcuni anni si frequenta per aiul’innata esigenza di bellezza che anima tarsi a penetrare l’inesauribile significato del Belle giornate di chiunque al mattino si alza lo e nello sviluppo di una produzione artistica

IL “BELLO” DELLA SOSTENIBILITA’ AZIENDALE

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RIMOLDI UN ESEMpIO DA SEgUIRE

Nei prossimi mesi si prevedono ulteriori interventi a firma di Francesco Santosuosso e Francesco Fornasieri, che ritraggono volti e mani delle persone, come a voler eternare e infondere la massima dignità al gesto dell’uomo che con il suo lavoro contribuisce alla realizzazione di sé e collabora alla costruzione di una società migliore. Il valore di questa iniziativa è stato confermato anche dal responsabile dell’ente di certificazione della qualità TÜV NORD. Raccontano i responsabili di Rimoldi: «Nel recente audit di certificazione sulla sicurezza ISO45001, abbiamo illustrato il progetto opere d'arte e ci è stato risposto con entusiasmo: è dimostrato che un ambiente bello aumenti la sicurezza. Quando la persona sente di essere in un luogo confortevole e curato -ha continuato l’auditor- il rischio di incidenti diminuisce»”.

che a questo tenda e questo realizzi. Perno della compagnia di amici è la Galleria Rubin di Milano con i suoi soci James Rubin e Paolo Galli, che ha raccolto l’invito della Vito Rimoldi e si è occupata di tutti gli aspetti amministrativi e organizzativi. Nell’arco di circa 12 mesi, riempiti da un intenso dialogo tra gli artisti e tutti coloro che operano

Quindi, se è vero che la sostenibilità aziendale consiste nel creare valore per la società nel rispetto dell’ambiente, il caso della Vito Rimoldi SpA è sicuramente un esempio da guardare nella speranza che una simile concezione d’impresa si diffonda in maniera capillare. Silvia Persi (ALTIS – Alta Scuola Impresa e Società – Università Cattolica del Sacro Cuore)

di Massimo Vernacotola


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Emporio Carni Bombari, due generazioni all’insegna della qualità Storico punto vendita per l’acquisto di carni di qualità, l’Emporio Carni Bombari è da tempo divenuto un vero proprio supermercato, ma senza perdere le consolidate caratteristiche di un negozio di vicinato, grazie a una gestione famigliare fatta di accoglienza e grande attenzione alla clientela Non è difficile trovare persone a Legnano che alla domanda “dove compri la carne?” rispondano “io vado dal Bombari”. L’emporio Carni Bombari di Busto Garolfo, infatti, da decenni rappresenta un punto di riferimento sul Territorio per l’acquisto soprattutto di carni, ma anche salumi e formaggi di qualità, offerti a buon prezzo. Da una decina d’anni, con l’ampliamento del negozio diventato Supermercato Emporio Carni, l’offerta alimentare è divenuta completa, comprensiva di scatolame, bevande, prodotti da forno e un’ampia scelta di frutta e verdura fresche. UNA STORIA LUNGA CINQUANT’ANNI Quella del macellaio è una professione molto dura, molto complessa e soprattutto difficile nella trasmissione dei saperi. Un mestiere che si impara solo in bottega, come nel caso di Angelo Bombari, che nel 1971 trova impiego nella macelleria di Pierino Tunice dove impara a macellare, disossare e tagliare le carni. È questo il primo gradino di un percorso che lo porta con grande fatica, ma spinto dalla volontà di costruirsi il proprio futuro, ad aprire un piccolo negozietto in via Cadorna, dove vendere la carne: «Furono anni di immane fatica, senza neppure il riposo domenicale perché dovevo andare a scegliere il bestiame da macellare il giorno seguente».

Quali sono i presupposti per lavorare in macelleria? «Lavorare in macelleria – ci dice Stefano Bombari - significa oggi conoscere a fondo le caratteristiche della materia prima che si vende, la sua tracciabilità, le normative igienicosanitarie per mantenere la qualità ottimale ed evitare processi di deterioramento, infine il rispetto del benessere animale. Per nostro storico retaggio, continuiamo a spiegare ai nostri clienti le differenze tra i diversi tagli e i modi migliori di consumare la carne. E in macelleria diventa sempre più frequente trovare piatti già pronti da cuocere, realizzati anche con procedimenti complessi».

Una offerta alimentare completa, comprensiva di scatolami, bevande, prodotti da forno e un’ampia scelta di frutta e verdura fresche Angelo non si ferma qui, coinvolge i suoi due fratelli, Eugenio e Giorgio, con i quali affitta un altro punto vendita, sempre a Busto Garolfo, in piazza Cavour. Nei dieci anni successivi, macellando sempre in proprio, affinano le abilità e le conoscenze e cominciano a crearsi una clientela affezionata. Il successivo passo è quello di comprare un negozio tutto loro e l’occasione arriva con l’acquisto dell’ex trattoria “Il Cascin”, in via Cadorna, dove ha inizio la vita dell’Emporio Carni Snc di Bombari E.A.G. Da questo momento il loro nome comincia a circolare davvero ovunque: la clientela aumenta e si fidelizza non solo grazie alla qualità e genuinità dei prodotti e all’ottimo rapporto qualità-prezzo, ma anche per merito dell’accoglienza dei tre fratelli (e delle loro consorti, anch’esse impegnate nell’at

tività di famiglia), che non si sottraggono mai al rapporto umano, confidenziale, tipico degli storici e ormai in via di scomparsa esercizi di vicinato, dove si chiamava ognuno per nome. Anche oggi che l’Emporio è divenuto un supermercato, si respira ancora un’aria “da bottega” e la versatilità commerciale dei fratelli Bombari e dei loro figli non ne ha limitato l’empatia e la dialettica. Oggi il negozio è affidato alla direzione di Stefano (supportato sempre dal resto della famiglia), figlio di Angelo e Laura, che ne ha ereditato i saperi e che non smette di aggiornarsi e sforzarsi di accontentare la clientela, che per esempio gli ha chiesto di mantenere attivo il servizio di consegna gratuita a domicilio, istituito durante il lockdown. E così è stato.

Dove acquistate la vostra carne? «Anche se i processi sono sicuramente cambiati (oggi non macelliamo più in proprio, perché i volumi richiesti non ce lo consentono), possiamo ancora scegliere quali siano i produttori con cui vogliamo lavorare e soprattutto ci sforziamo di avere un rapporto diretto con loro. Agnelli e capretti giungono per la maggior parte dalla Sardegna, il pollame e la carne bianca dal Piemonte, così come quella suina. La carne di manzo ci arriva invece dalla Danimarca, mentre quella di vitello giunge dall’Olanda, il maggior esportatore mondiale».

di Massimo Vernacotola


Una mano che lavora, accoglie e accarezza” Una mano le cui cinque dita rappresentano altrettante attività, che danno vita a laboratori dalle peculiarità uniche in grado di offrire un’occupazione soprattutto a chi è affetto da disabilità e non trova collocamento nelle aziende del Territorio. ■ «Dobbiamo creare e documentare la creazione di occupazione anche e soprattutto per chi è affetto da disabilità, offrendo loro posti di lavoro e autonomia. Molte capacità residue, infatti, debitamente sollecitate, possono produrre ottimi risultati. Nostro compito è poi quello di collocare ognuno nel settore a lui più confacente». Esordisce così Amabilia Capocasa, presidente e anima della cooperativa sociale La Mano, attiva a Legnano dal 1985 e che con i suoi laboratori professionali offre un ambiente di lavoro organizzato e al contempo rassicurante soprattutto per le persone più svantaggiate. Vale la pena analizzare uno per uno i cinque laboratori, perché la funzione sociale di questa Onlus non preclude la grande professionalità e la cura con cui ogni prodotto viene realizzato, manufatti di alta qualità alcuni dei quali davvero particolari. Una fucina dove la solidarietà e l’accoglienza si fondono con la creatività, la competenza e la dedizione del personale e dei volontari coinvolti

Il pOLLICE rappresenta la tipografia e la legatoria: è il laboratorio attorno al quale ruotano molte attività della Cooperativa. Grazie all’uso di macchine che permettono sia la stampa digitale che quella in offset è possibile richiedere numerose lavorazioni: dai biglietti da visita agli inviti, dalle locandine ai depliant, e ancora cataloghi, partecipazioni, carte intestate, agende e calendari personalizzati… Il centro stampa si completa con strumenti specializzati per la rifinitura, il taglio e l’impacchettamento. Inoltre, è possibile anche richiedere lavorazioni quali la plastificazione sia in lucido che opaco con effetto soft touch, oltre alla nobilitazione in oro e argento. «La legatoria, invece, è uno dei nostri fiori all’occhiello, soprattutto perché si tratta di una attività in via di estinzione, molto delicata e senza la quale non si può completare il restauro di libri antichi. Una competenza, questa, che non può andare perduta e che consente ai libri di conservarsi integri per centinaia di anni. Qui ogni prodotto in carta o cartone viene confezionato manualmente. Oltre al restauro, la rilegatura di libri e di testi su pelle, stoffa, carta con incisioni in oro, in argento, in lucido e confezionati su misura volume per volume sono la caratteristica principale delle nostre lavorazioni. Inoltre, artigianalmente, realizziamo prodotti in cartoncino o cartone con il massimo livello di personalizzazione anche per la singola copia».

L’INDICE è la nuova casa editrice. Il mercato editoriale è in netto recupero. Il libro, così, è tornato ad avere una sua centralità nel panorama culturale. In questo quadro generale La Mano Edizioni si propone di offrire una propria visione di offerta culturale; una visione che si snoda sulle linee della mano: la linea del cuore, la linea della vita, linea del sole e la linea della fortuna. Ognuna percorrerà un filone specifico e l'insieme delle linee formerà il piano editoriale. IL MEDIO è il confezionamento e l’assemblaggio. «Questo lo consideriamo il cuore della nostra Cooperativa, perché è qui che vengono inserite persone anche con elevato grado di disabilità che, in un ambiente protetto, grazie al lavoro dei nostri volontari possono aumentare il proprio grado di emancipazione e indipendenza. Grazie ai tutor e ai responsabili di laboratorio, le attività di assemblaggio, etichettatura, imbustamento e altro portano al raggiungimento di standard qualitativi elevati e ogni commessa affidataci ha sempre riscontrato il gradimento finale dei nostri clienti. Ma la soddisfazione più grande è quella di osservare i miglioramenti che queste attività apportano alle persone disabili attraverso lo sviluppo motorio, la capacità di calcolo e non ultima la condivisione del lavoro e degli spazi con le altre persone».

IL MIgNOLO è la sartoria etica “Rami e Radi-

gna”. «Lo diciamo senza tema di smentita: i prodotti che vende la Bottega – a detta di chiunque li abbia consumati – sono davvero prelibati, oltre che estremamente sani. Frutto di un gemellaggio con il territorio marchigiano dei Monti Sibillini, fortemente colpito dal terremoto del 2016, a cui vanno parte dei proventi delle vendite, hanno permesso per esempio il restauro della scalinata del Santuario della Madonna dell’Ambro di Montefortino che il terremoto aveva danneggiato. I prodotti giungono da piccole aziende agricole che operano secondo standard qualitativi di antica memoria».

ci”. Vero e proprio esempio di economia circolare, la sartoria, sotto la direzione della stilista Cetti Cavaleri, realizza capi di abbigliamento e accessori a partire da materiali di riciclo (ma di grande pregio), che altrimenti finirebbero in discarica. Prodotti esclusivi e capi unici, realizzati interamente a mano con la massima cura, fra cui anche borse e accessori per la casa. Una attività che si avvale di personale specializzato, oltre a coinvolgere giovani stilisti diplomati nelle scuole di moda del territorio.

Dalle Marche ci arrivano così vini, salumi, marmellate, conserve, formaggi e pasta realizzati con materie prime di alta qualità e con metodi artigianali. La pasta, in particolare (il produttore coltiva in proprio il grano, lo macina e realizza il prodotto finito), è prodotta con grani antichi, non raffinati (originari della Siria), che consentono un risultato di qualità eccelsa, dal sapore unico e a bassissimo tenore di glutine. Si può mangiarla tutti i giorni perché non provoca picchi glicemici ed è facilmente digeribile. Anche qui i ragazzi e le ragazze con disabilità che seguono percorsi di inserimento al lavoro sono impiegati con il compito di realizzare cesti e pacchi alimentari.

Tra gli obiettivi della Cooperativa, inoltre, c’è la volontà di offrire borse lavoro attraverso tirocini formativi a coloro che provengono da situazioni di svantaggio e che qui possono imparare un mestiere. Così come presto inizieranno corsi e workshop perché anche le persone con fragilità possano apprendere come riparare maglioni, attaccare bottoni e creare piccoli manufatti a partire dagli scarti tessili.

Verticali 1. D come... 3. Mammifero dell’Alaska 4. Il pezzo più potente negli scacchi 5. Sofia campionessa di sci 8. Squadra di calcio di Liverpool

Ariete: potresti avere il desiderio di andare un po’ contro le regole. Anche se essere un po’ trasgressivi, a volte, fa bene, devi stare attento a quali regole infrangerai, perché potrebbe essere pericoloso. Toro: hai voglia di stare all'aria aperta perché le camminate saranno di grande ispirazione per te in questo periodo; il tuo spirito creativo ne trarrà giovamento. Gemelli: la tua relazione potrebbe iniziare a essere un po’ sbilanciata; potresti chiederti se tu sia diventato schiavo di questo amore. Se invece fossi single, la tua abitudine di aver bisogno di qualcuno potrebbe trasformarti in uno schiavo, attenzione... Cancro: potresti sentirti abulico. Devi però analizzare la tua vita e chiederti che cosa ti stia facendo sentire così. È stress? È ansia? È la fatica? Potresti avere bisogno di un momento di stop.

Orizzontali 2. Famoso castello di... 5. Raggio potente 7. Antico ominide 9. Stefy del tennis 10. Lo é il rugby a 15 giocatori

di Massimo Vernacotola

L’OROSCOPO DI LOUÌS

GIOCO Cruciverba

L’ANULARE è la bottega solidale “La Cucca-

Leone: periodo nel quale le tue capacità fisiche sembreranno quasi amplificate. Fai attenzione a non esagerare… Vergine: potrebbe venirti voglia di fare qualche pazzia senza doverci pensare due volte. Se questa attitudine ti dovesse portare a fare cose che normalmente non avresti fatto, fai attenzione, perchè potresti finire nei pasticci.

Bilancia: vorresti che fosse il mese perfetto e capitasse tutto quello che ti serve. Comunque questo non succederà se non farai uno sforzo di comunicare i tuoi desideri a chi ti sta intorno. Quindi, non aver paura di parlare. Scorpione: marzo è il mese di inizio primavera e così ti sentirai a posto con il corpo e con il look. Comunque, invece di vantarti e raccontare a tutti quanto sei bravo, potresti tentare di far emergere le qualità altrui. Sagittario: ti ricorderai spesso di una persona che ti era molto vicina con la quale però i rapporti nel tempo si sono affievoliti. Prova a contattarla di nuovo: chissà... Capricorno: potresti incontrare qualcuno dal quale rimarrai folgorato, una new entry o qualcuno che conoscevi già. Starà poi e te decidere se sarà un’esperienza una tantum o duratura. Acquario: sentirai di poter fare la differenza, ma ricorda che tutte le grandi cose partono con un primo piccolo passo ed è con le persone che stanno vicino a te che puoi cominciare. Pesci: è un periodo nel quale ti vuoi divertire e ciò ti darà un surplus di energia che potresti trasmettere a chi ti sta vicino, ma non fermarti e contagia anche gli altri.


GrEEn

Proliferazione di animali selvatici, una questione di biodiversità ■ Tori e cinghiali a Roma (ma si comincia a vederne anche da queste parti), orsi nei paesi della Russia, scoiattoli grigi a Legnano e, soprattutto, minilepri al Parco Alto milanese. Quello della proliferazione di alcune specie di animali, e della loro tendenza a entrare nei centri abitati, è ormai un tema politico di stretta attualità. In certi casi, come quello dell’ormai noto scoiattolo grigio nordamericano o del gambero rosso della Louisiana, presente nel Lago di Varese, si aggiungono ulteriori interrogativi su come e perché tali specie alloctone siano giunte in Italia.

A prescindere dal tipo di animale, mettere a punto soluzioni richiede sempre un’attenta pianificazione. «Il punto non è la specie in sé, ma in che contesto si trovi», spiega Davide Turri, «Quale fauna è presente in una specifica area? Superano i parametri nazionali? Quante sono le tane e dove sono situate? Soprattutto, esistono nella stessa area specie antagoniste? In che numero?». Dati che, naturalmente, possono mutare nel tempo o essere influenzati da eventi straordinari, «Qualche mese fa, un esemplare raro di Ibis Eremita, in viaggio verso Sud dalla Svizzera, ha sostato nel parco per una quindicina di giorni. Qualcosa di finora impensabile». Concluso il censimento faunistico che abbiamo avviato nel Parco, si potrà avere un quadro più preciso su cui basarsi per eventuali interventi. Nel caso del PAM, il presidente assicura che l’opzione della caccia ai fini del controllo di una specie non è neppure tenuta in considerazione. «Esistono altre soluzioni mirate al controllo e diversificazione della fauna che valuteremo. In passato sono stati fatti prelievi e spostamenti di una specie in una zona con una biodiversità tale da impedirne una nuova proliferazione». Cosa spinge, tuttavia, tali specie ad avventurarsi sempre più spesso nei centri abitati? Il cambiamento climatico è certamente una prima risposta, ma si possono fare ulteriori considerazioni. «Prendiamo l’esempio dei cinghiali. Per anni hanno proliferato nelle valli, anche perché ai cacciatori giovava incrementarne la presenza», spiega il consigliere Carlo Bianchi, «Il loro numero si è talmente inflazionato che ora, come già avviene a Roma, iniziano a spingersi nei centri abitati alla ricerca di cibo».

Faccio un tour al Central PAM

di Francesco Moscarella

Davide Turri, presidente dell’ente Parco Alto Milanese, ci spiega come un’area verde possa rivelarsi uno straordinario polo culturale. ■ Polmone verde, riserva naturale, area picnic. Momento relax, oasi di pace o chiassoso ritrovo per amici. Sfondo per un selfie, domenica romantica, arena a cielo aperto per una corsa a piedi o in bicicletta. Sono queste, solitamente, le immagini che associamo a un parco cittadino. Ma se vi dicessero che quello stesso parco può essere, contemporaneamente, anche un museo, una biblioteca, un’aula scolastica? Probabilmente inorridireste, perché a quei luoghi spesso associamo un’idea di vecchie e polverose strutture. Soprattutto, un’idea di chiuso. «Ma un museo può tranquillamente essere a cielo aperto», spiega un sorridente Davide Turri, architetto e presidente del PAM - Parco Alto Milanese, «Non bisogna aver paura di “valorizzare” questo tesoro naturale, integrando le attività consuete con iniziative di carattere culturale». La vasta area verde incastonata tra Busto Arsizio, Legnano e Castellanza, infatti, è quello che si può definire un esempio di “archeologia naturale”, perché ha mantenuto pressoché intatte le caratteristiche dell’epoca preindustriale. «Io la chiamo “scheggia di paesaggio”, perché è scampata alla vasta opera d’industrializzazione che ha cambiato il resto del territorio. Questa è una terra brulla, povera d’acqua, mentre agli stabilimenti

ne serviva molta. Per questo furono costruiti soprattutto lungo i corsi d’acqua». Di conseguenza, non solo sono state preservate la campagna agricola e le aree boschive dell’area, ma anche i “casotti”, strutture dove i contadini si fermavano a dormire dopo una giornata passata interamente sui campi, o i “roccoli” di caccia. «Si tratta di filari di alberi che i cacciatori usavano per appendere le reti. Quando le persone oggi ci passano davanti, vedono quei filari e magari non sanno che storia ci sia dietro. Ecco, il mio intento è di promuovere questo tipo di conoscenza culturale». Obiettivo per il quale la celebre Casci-

netta, quartier generale del Consorzio, risulta ovviamente centrale, proponendosi a sua volta come museo agricolo, biblioteca ed emeroteca per libri e riviste di settore. «Da molti anni mancano pubblicazioni sul parco». Perché conoscere meglio un parco e la sua storia, aiuta a darne il giusto valore. E spinge a dare il proprio contributo per preservarlo: «Vigiliamo costantemente per tutelare il decoro del parco, anche con iniziative aperte ai cittadini come “Puliamo il mondo!” o la possibilità d’inviare segnalazioni direttamente alla Protezione Civile tramite un qr code apposto sulle nostre bacheche».

Nordic Walking: sport, ambiente e cultura ■ Se c’è una cosa che accomuna chi sia cresciuto in luoghi di mare o di montagna, è quel senso di malinconia che li coglie quando ripensano a quei paesaggi. Una saudade all’italiana, qualcosa che rimane loro dentro per sempre. Non è da meno Roberto Stevanin, legnanese di origini trentine. «Ho bisogno di natura, di laghi, di acqua», ammette al giornale di Legnano. Una visione di habitat che trasmette anche agli altri, attraverso lo sport che ama: il nordic walking. L’ASD Polisportiva WalkinGo viene fondata nel 2018, da un gruppo d’istruttori provenienti da altre associazioni che hanno in comune una visione dello sport, e del cammino, «sovversiva. Vogliamo, cioè, ribaltare la visione della vittoria a tutti i costi, in favore di un’attività alla portata di tutti, adatta ad ogni contesto e che sia inclusiva». Un monito spesso lanciato da medici dello sport e preparatori atletici è che camminare non basta a definirsi allenamento. «La camminata nordica, tuttavia, non va confusa con una semplice passeggiata», sottolinea Stevanin. «Camminare è uno dei movimenti più naturali per

l’essere umano», pertanto, è difficile che comporti uno sforzo sostanziale, «se poi cammini con le braccia ferme e la testa bassa, non stai facendo attività fisica, ma ti stati trascinando dal punto A al punto B». Il nordic walking ha un approccio totalmente diverso, perché introduce un attrezzo, i bastoncini. «Essendo agganciati alle mani attraverso un guantino, diventano un “prolungamento delle zampe anteriori». Ne consegue un movimento profondamento diverso da una semplice camminata, quasi da quadrupede. In modo simile

alla marcia, il nordic walking è uno sport riconosciuto dal CONI e prevede movimenti precisi, codificati e ritmati che si affinano col tempo e la pratica. «Testa alta, spalle aperte… attraverso la biomeccanica posteriore si utilizza oltre il 70% dei muscoli. I bastoncini impongono una postura precisa, aiutando a correggerla». Gli allenamenti sono suddivisi su tre livelli d’intensità contraddistinti da tre colori. Intensivo - un allenamento energetico rivolto chi ricerchi un approccio pienamente sportivo. Allenante, con approccio di media intensità e adatto a tutti. Lento, indicato per chi preferisce un passo dolce. Come per altri sport praticati all’aria aperta, ulteriori benefici vanno dalla respirazione all’umore. Ma l’essenza della camminata nordica promossa dalla Polisportiva WalkinGo va oltre la sola attività fisica, «introducendo anche il “benessere” psicofisico e mentale. Una sorta di terapia di gruppo socializzante».

Il Nordic Walking come cultura e antidoto all’isolamento Roberto Stevanin, presidente di Polisportiva WalkinGo, spiega perché la camminata nordica non sia una semplice passeggiata, ma uno sport autentico. Dalle mille sfumature. ■ Partendo dalla sede societaria di Canegrate, il terreno privilegiato per le attività della WalkinGo è, naturalmente, costituito dalle aree verdi dell’Alto Milanese come il PAM – il presidente, Davide Turri, è socio onorario della polisportiva - o il Parco del Roccolo.

Ma siamo comunque riusciti a organizzare molte attività anche nel 2021 e ringraziamo le istituzioni per esserci sempre state vicine». Per le sue caratteristiche intrinseche, la filosofia di questo sport si dimostra più attuale che mai. «La camminata nordica nasce formalmente in Finlandia, come mezzo di aggregazione e socializzazione in un Paese dove, a un territorio fatto spesso di comunità distanti tra loro, si accompagnano i noti problemi di depressione da scarsità di luce». Isolamento sociale, disagio, chiusura. Fenomeni ai quali ci siamo, purtroppo, abituati in questo periodo di pandemia e contro i quali un’attività fisica esterna e di gruppo può rivelarsi un buon antidoto. «Pur essendo uno sport praticabile individualmente, fare nordic walking in gruppo dà motivazione, fa stare bene, aiuta a dimenticare lo stress quotidiano. Quando ci spostiamo per allenamenti itineranti fuori porta, ci muoviamo in car pooling. Incentiviamo la voglia di darci una mano a vicenda».

Ma l’associazione si spinge fino al Parco del Lura, verso Saronno, a Garbagnate Milanese o persino alla Val Seriana, nella Bergamasca. Il nordic walking diventa, così, un modo per scoprire il territorio e valorizzarlo. «Riusciamo anche ad abbinare alcuni itinerari a iniziative ed eventi socio-culturali, non solo nel week-end», sottolinea Stevanin. Luoghi d’interesse storico come il Belvedere di Tornavento. Angoli letterari immersi nel verde, come usavano una volta scrittori e appassionati. Iniziative suggestive come le “lucciolate” in orario serale. O, perché no, visite enogastronomiche. Sono solo alcune delle possibilità offerte da questo sport, sempre nel rispetto del protocollo Coni in ambito Covid. «L’associazione aderisce anche ai pellegrinaggi sportivi, promuovendo percorsi storici come la Via Francigena». Persino per una disciplina immersa nel verde, il biennio appena trascorso non è stato facile. «Il Covid ha avuto un forte impatto sulla visione sportiva e sociale, c’è più diffidenza.

Una delle attività della polisportiva Nordic Walking www.walkingo.it

Per maggiori informazioni, visitare il sito www.walkingo.it oppure le pagine social di Facebook e Instagram @walkingoNW


il giornale di

Legnano

CULtUra 13

Fondazione Palio si presenta: ridiamo slancio alla manifestazione Il nuovo ente che governerà il Palio fissa gli obiettivi iniziali. Riconsolidando la base già esistente.

Conoscere, vivere e “imparare” il Teatro

■ Ore 18.00, orario inusuale per una conferenza stampa. La prima, ufficiale, del Consiglio d’Amministrazione di Fondazione Palio. Ranghi quasi completi, mancano ancora due figure da individuare nell’arco delle prossime settimane – l’identikit suggerito dal sindaco Lorenzo Radice corre sul binario parità di genere/competenza in campo culturale e di eventi – e prima riunione di Consiglio appena conclusa. C’è, soprattutto, determinazione nelle parole dei relatori. Partendo dalla realtà, dall’ultimo Palio che, ammette il sindaco e supremo magistrato, si è retto in piedi su di un puro atto di volontà. Occorrerà, anzitutto, riconsolidare la base esistente, a partire dagli investitori, dalla logistica e dalla comunicazione, prima di puntare a quel progetto di espansione extra legnanese che sta tra le ragioni alla base della nascita di Fondazione Palio. Rientrare a Legnano, per dirla con le parole dell’assessore Guido Bragato, prima di andare oltre i confini del nostro territorio. «Il Palio è dei legnanesi», ha ricordato, decisa, Maria Pia Garavaglia, primo presidente dell’ente, «è un prodotto della dignità e dell’identità di Legnano». Riconsolidare la base, significa anche ripartire da ciò che sino a oggi è stato il Palio. Dalle contrade, la cui autonomia, rassicurano in coro Garavaglia e Bragato, è tutelata dallo statuto della Fondazione. E da chi, il mondo Palio, lo conosce bene. Massimiliano Roveda, consigliere scelto dal Collegio dei Capitani, che a quello statuto ha lavorato a

lungo e lo reputa il giusto strumento per governare il Palio, ampliandolo, ma rispettandone al contempo la tradizione. Alberto Romanò, S. Ambrogio come Roveda, quota Famiglia Legnanese, ben sei anni fa partecipò al primo tavolo dei lavori per la costituzione della Fondazione. Testimonianza di come la storia del nuovo ente, ufficialmente appena iniziata, abbia in realtà radici antiche. E il cavaliere del Carroccio, Riccardo Ciapparelli, che per due volte dichiara: «Il tempo delle chiacchiere è finito». E assicura che la Fondazione rafforzerà il collegamento tra l’Ufficio Palio del Comune e l’evento stesso. Non sono mancati timori, dubbi o critiche nei mesi passati. A domanda diretta del giornale di Legnano, Maria Pia Garavaglia ha risposto a chi, nella sua nomina, non abbia visto altro che una mera scelta politica. «Ricordo loro che non faccio politica da anni», ha replicato, rivendicando la sua scelta quale frutto della sua esperienza civile, non di quella politica, e del suo legame con Legnano, E accettando con orgoglio il ruolo assegnatole. «Vogliamo ridare slancio al Palio», ha concluso, col sindaco a farle eco: «Dopo gli ultimi due anni, è quello di cui c’è bisogno». I tempi sono strettissimi, il giorno fissato è il 29 maggio, data canonica della battaglia – in caso di eventuale concomitanza con comizi elettorali e referendum, slitterà al 2 giugno – ma gli obiettivi sono chiari. La sfida della Fondazione è lanciata.

Spettacoli di attori famosi e momenti formativi tenuti da rinomati maestri d’arte avvicinano il mondo del teatro alla Città e a chi vuole accostarsi a questo mondo affascinante

■ Mentre continuano presso il Centro Pertini – I Salici le sue lezioni del Corso di “Teatro, Arti e Mestieri che entro tre anni vogliono dar vita a una nuova compagnia teatrale (una “vera”!), il noto attore e docente legnanese Luciano Mastellari seguita a declinare la sua alta visione di questa arte e le sue competenze con

di Francesco Moscarella

appuntamenti ed eventi aperti a tutti alla scoperta del Teatro e con la partecipazione di attori di primo livello della scena nazionale. Così – segnatevi questa data – il 15 aprile vi sarà il prossimo incontro con “Il venerdì della prosa”, una serie di pièces teatrali che ogni messe vengono messe in scena presso il Pertini da professionisti del palcoscenico, eventi sempre preceduti da una cena conviviale e dopo i quali è sempre previsto un dibattito con gli attori. “Mens sana in corpore… sazio”, ci dice sorridendo Mastellari, convinto che a stomaco pieno il pubblico sia più ricettivo di fronte a ciò che proviene dal palco. Gli attori, è bene sottolinearlo, sono artisti che calcano le scene dei più importanti teatri italiani e che vengono al Pertini grazie all’intercessione proprio di Mastellari (spesso si tratta di suoi ex allievi), riducendosi il cachet. Non si tratta, dunque, del “teatrino della parrocchia”, ma di rappresentazioni che hanno ottenuto grande successo di critica e di pubblico. Ad aprile, come anticipato, andrà in scena “Love is in the hair” (di e con Laura Ponzone), un monologo divertente ambientato in un parrucchiere per signora, che scandaglia l’universo femminile e mostra un ritratto ironico delle nostre abitudini e dei nostri pregiudizi. Prenotazione obbligatoria: 0331 458949 - 345 9276046. Ma le occasioni di incontro per chi ama il teatro non si fermano qui: sempre al Centro Pertini ,una serie di “stage” aperti a tutti scandaglierà i segreti delle tematiche topiche del mondo teatrale. Dopo l’incontro sul tema della “seduzione nei personaggi storici del teatro”, nelle giornate del 2 e 3 aprile vi sarà un corso sulla realizzazione di costumi teatrali tenuto dal maestro d’arte Marco Raiola, punto di riferimento storico – tanto per intenderci – del Carnevale di Venezia. A seguire, nel mese di maggio, si comprenderanno le modalità di realizzazione delle maschere teatrali.

M.V


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artE

Marzo fuori porta: la Chiesa di San Bernardino, una “nicchia” di fresca quiete e agreste semplicità ■ Non è imponente e non è sfarzosa, non è trionfante e nemmeno altezzosa. La piccola chiesa di San Bernardino se ne sta sola soletta al di fuori del centro urbano, sfugge dal confusionario fermento cittadino, dai ritmi frenetici e da un tempo irreparabile che mai si arresta. Il luogo in cui è situata la chiesetta sembra essere uno spazio sospeso, una minuscola realtà quasi bucolica che, lungi da tutto e da tutti, dà un nuovo respiro all’uomo. Ci troviamo avvolti da una dolce serenità e dall’aria frizzantina di un marzo che apre le porte a una vicina primavera: la natura si risveglia e prende vita. Si intravedono le primissime gemme spuntare sui rami degli alberi, l’erba tenera cresce facendosi forza sotto al fogliame, le margherite e gli occhi di Madonna, intrepidi, hanno fretta di colorare i prati, i passeri cinguettano lieti, il cielo si tinge d’azzurro e il sole riscalda i nostri animi con le sue ampie braccia. È una sorta di “idillio campestre”, ma non siamo in aperta campagna e nemmeno immersi nella totale, incontaminata natura. In questo piccolo angolo di tranquillità si può però dimenticare il caos della quotidianità e, per brevi istanti, fermare il tempo che ci insegue travolgente. Sembrerebbe il luogo adatto per ambientare un nuovo Decameron, quello del XXI secolo però! Se i giovani protagonisti di Boccaccio sfuggivano alla peste che imperversava nelle città di Firenze rifugiandosi nella natura, noi, forse, in questo luogo, potremmo provare ad allontanare dalla nostra mente quello che è, sperando di poter presto dire “è stato”, il Coronavirus. Proprio con questa atmosfera si presenta la Chiesa di San Bernardino, una delle più piccole di Legnano, risalente al 1444. Questo edificio religioso nasce come piccolissimo oratorio dedicato a San Bernardino da Siena, ai tempi Bernardino degli Albizzeschi, ed è stato edificato in ricordo delle prediche effettuate dal Santo presso il convento di Sant’Angelo

Un itinerario mese per mese tra le chiese di Legnano a Legnano. Di quell’oratorio, oggi, rimangono solo la struttura architettonica di ridotte dimensioni, alcuni ciottoli visibili sulla muratura esterna e l’ubicazione isolata. Al di fuori la chiesa è caratterizzata da una grande semplicità estetica e costruttiva, tipica delle chiese di campagna e, in effetti, ai secoli lo era: intorno ad essa c’erano solo cascine, casolari e campi coltivati. Le linee di questo sacro edificio sono essenziali, il colorito è piatto e il tetto è ricoperto da classiche tegole in cotto; alcuni elementi richiamano il romanico lombardo come la facciata a capanna arricchita da un frontone con cornice in mattoni, la pianta ad aula unica con una piccola sagrestia sul lato sinistro e un presbiterio costituito da un’abside semicircolare.

Pasolini Cent’anni

Nel 1580 la chiesa viene consacrata su volere di Carlo Borromeo, che, come narra la leggenda, decise di compiere un gesto di riconoscenza nei confronti della cascina S. Bernardino, nella quale una balia della nobile famiglia Lampugnani, allora proprietaria di quelle terre, aveva allattato per tre mesi Federico Borromeo, nipote del cardinale. Successivamente viene realizzata una torricella campanaria con cupola in rame, nella cui parete è inserita una formella tonda in cotto raffigurante il bassorilievo con il sole a dodici raggi e il trigramma latino “IHS”, cioè Iesus Hominum Salvator. Gesù Salvatore degli uomini irradia dunque luce e calore attraverso l’opera dei dodici apostoli. L’interno della chiesa, purtroppo, non

è spesso visitabile, in quanto è necessaria una ristrutturazione prima che l’edificio rimanga aperto al pubblico. Ciononostante, sappiamo che al suo interno si trova un importante affresco di Francesco Lampugnani ritraente la Madonna col Bambino, San Francesco e San Carlo, e una Via Crucis raffigurata su spesse formelle in terracotta appese alle pareti. Inoltre, vi si trova una preziosa formella originale del 1444 raffigurante proprio San Bernardino. Il breve viale alberato fa da cornice a questo “quadretto di arte e natura” e nonostante la chiesina sia un po’ consunta dal tempo, lo spazio in cui è inserita rimane unico a Legnano. Spero che la posizione, distante dal centro città, e il deserto lasciato dall’esodo

«Prevedo la spoliticizzazione completa dell’Italia. […] La strada maestra, fatta di qualunquismo e di alienante egoismo, è già tracciata». Parole di Pasolini, in un’intervista a Stampa Sera del 9 gennaio 1975, che oggi potrebbero essere lette come una sconfortante previsione. «È vero, certi aspetti della vita sociale e associativa si sono persi», ammette l’as-

di Rebecca Magonio

di Francesco Moscarella

Nel centenario della nascita dell’intellettuale, una rassegna di eventi frutto della collaborazione tra Comune e associazioni in continua evoluzione. In puro stile pasoliniano ■ «Quanti uomini è stato Pier Paolo Pasolini?», si chiede giustamente Paolo Scheriani, consigliere incaricato alla Valorizzazione dei luoghi della cultura. La forza di PPP è stata proprio saper dividere, far discutere con domande scomode, persino sgradevoli, su di noi, sul nostro intimo, sulla nostra società. Chi, tra gli intellettuali contemporanei, si spinga a tanto, è l’altra domanda che il consigliere pone e si pone. Inutile riportare la desolante risposta. Per questo, mai come in quest’epoca e nel centenario della sua nascita, Pasolini merita una rassegna di eventi a lui dedicati. Per spingerci nuovamente, se necessario anche in disaccordo col poeta, scrittore e regista, a porci domande su noi stessi e la realtà che ci circonda.

rurale, non trasformino tra alcuni anni questa realtà, piccolo locus amoenus quale è, in locus horridus, come direbbero i latini, abbandonato a se stesso, trascurato e vittima di accampamenti abusivi, come già accade per molte chiese campestri italiane. È l’ingenuità di questa chiesa a determinare la sua religiosità, umile e genuina, legata alla terra, ed è il suo aspetto campestre a trasferirle una serena rusticità. Il suo ruolo non è quindi solo religioso, ma anche sociale e storico, e ad essa si associa una memoria che viene perpetrata nel tempo e che rende la Chiesa di San Bernardino un luogo immortale della comunità.

sessore alla Cultura Guido Bragato, a domanda diretta del giornale di Legnano, «e tuttavia, restano tesori che vanno riscoperti e valorizzati». E questa stessa rassegna ne è un esempio, frutto della collaborazione con le associazioni del territorio. Un brainstorming d’input e idee che ha dato vita a modi innovativi di leggere l’intellettuale bolognese. “È un brusio la vita”, la performance che sarà messa in scena dall’associazione Radice Timbrica Teatro avrà, ad esempio, come oggetto principale il corpo di Pasolini. Uno dei suoi tanti mezzi espressivi, immagine potente fino alla fine, quando fu martoriato a morte. “Pronto Pasolini?”, una delle iniziative a cura di Luciano Mastellari e del Centro Sociale Pertini, permette invece di ascoltare, attraverso un numero telefonico composto ad hoc, la voce dell’autore. Da sottolineare, infine, l’aspetto “mobile” della rassegna che, proprio perché coinvolge diversi soggetti messi a rete, potrebbe arricchirsi in corso d’opera di ulteriori eventi fuori calendario ufficiale. Una continua evoluzione, in puro stile pasoliniano.

NEL TEMpO DELL’INgANNO UNIvERSALE, DIRE LA vERITà è UN ATTO RIvOLUZIONARIO

PaSoLInI CenT’annI: iL manifESto DEGLi EvEnti Oltre alla diffusione a mezzo stampa e ai social network, gli eventi in programma sono riassunti in manifesti dotati di QR code che, inquadrato tramite smartphone, fornisce informazioni dettagliate.  I reading di apertura e chiusura sono curati da Luciano Mastellari. Il 12 marzo, alle 17.00 al Centro Sociale Pertini, “Santo Pasolini”: lettura di estratti da racconti, romanzi e sceneggiature. Il 2 aprile, sempre alle 17.00, allo Spazio incontro in Canazza, “Artista armato”: sarà dato spazio ai testi poetici più significativi e agli interventi più sferzanti dell’intellettuale e polemista. Saranno sempre alcune delle poesie della produzione pasoliniana, il 15 e 16 marzo dalle 18.00 alle 19.00, a essere declamate in “Pronto Pasolini?”, lettura di versi a chiamata (334 1007980) sempre da parte di Mastellari.  Il 17 marzo alle 21.00, al Teatro Tirinnanzi, sarà la volta dell’unica proposta non propriamente pasoliniana della rassegna, “Feltrinelli, una storia contro”, monologo di e con Mauro Monni che restituisce la temperie di un’epoca, dal dopoguerra ai primi anni ‘70, ricca di fermenti e tensioni; la stessa epoca in cui vive e opera Pasolini. Nel lavoro si dipana la vicenda di un editore, Giangiacomo, e della sua casa con le pubblicazioni che ne hanno fatto il successo e la storia, dal Dottor Zivago a Il Gattopardo, per inoltrarsi negli anni bui delle stragi di Stato e degli anni di piombo. Lo spettacolo incontra ininterrottamente successo sui palchi italiani e internazionali da 16 anni a questa parte.

 Il 18 marzo, sempre alle 21.00, al Leone da Perego, è in programma la conferenza del professor Gianni Vacchelli su “La poesia fatta di passione e ideologia”.  Il 19 marzo alle 16.00, e il 22 e 29 marzo alle 21.00, sono in programma le proiezioni alla sala Ratti, a cura di Cooperativa Cineproposta, di tre fra le pellicole più note dirette da Pasolini: “Accattone”, “Teorema” e “Il Fiore delle Mille e una notte”.  Il 26 e 27 marzo, alle 18.00, nel Teatrino Fontana di via Volturno, Radice Timbrica Teatro inscenerà “È un brusio la vita”, una performance che parte dal luogo della morte del poeta per risalire attraverso azioni fisiche e tableau vivant ispirati a “Petrolio” e a “Ragazzi di Vita” alla sua vita e al suo mondo poetico. A queste situazioni si alterneranno gli atti del processo e la poesia delle “Ceneri di Gramsci”, in un susseguirsi di parole, corpi e partite di pallone. Gli spettatori potranno percorre la scena, entrare in qualsiasi momento e sostare a piacimento, spostarsi tra le figure che animano la performance con la sensazione di entrare in una scena del crimine. L’ingresso a tutti gli eventi è gratuito; agli spettatori della performance “È un brusio la vita” sarà chiesto di sottoscrivere all’ingresso la tessera annuale 2022 con un contributo di 5 euro. Sarà sempre richiesto il green pass e di tenere indossata la mascherina per tutta la durata degli eventi.


il giornale di

Legnano

traDizioni 15

Zafferano, l’oro rosso

Ricetta per 4 persone

Tanto prezioso che la sua vendita fu regolamentata da un regio decreto emanato nel 1936, che vieta tutt’ora in Italia di confezionare con la denominazione zafferano qualcosa di diverso dalla parte apicale dello zafferano stesso. Acquistare marche note garantisce che queste rispettino rigorosamente il contenuto del decreto.

Preparare il risotto è una specie di rito e questo piatto va considerato, in qualsiasi modo lo si voglia cucinare, decisamente non da principianti. Anche la preparazione del “risotto giallo”, apparentemente semplice, non sfugge ad alcune regole ferree se si vuole ottenere un ottimo risultato. Gli accorgimenti,

collega dello sposo, incaricato di sorvegliare la cottura del riso al burro, urtò per caso un sacchetto contenente lo zafferano che Mastro Valerio aveva scordato in cucina. Spaventato continuò a mescolare energicamente e poi assaggiò: gli parve buonissimo, quindi fu servito e tutti ne furono entusiasti. Intanto dal primo risotto giallo l’uso dello zafferano si allargò a tutto il repertorio, tanto che oggi vi sono alcuni grandi cuochi che con l’aiuto dello zafferano sono riusciti a lanciare alcuni loro piatti che gli hanno dato fama e successo. Già nel 1450 Martino de Rossi, celebre cuoco del suo tempo, imbandiva le tavole degli Sforza utilizzando massicciamente lo zafferano in circa 70 ricette tra primi, secondi, contorni e dolci. Come spiegò nel suo famoso “Libro di Cucina”, lo zafferano veniva largamente utilizzato per il suo bel colore giallo intenso, il colore dell’oro, per rendere le vivande più stuzzicanti e per le

proprietà digestive. Solo qualche decennio più tardi, nel 1500, come racconta una leggenda, lo zafferano fu utilizzato per caso nella preparazione del riso, da cui il famoso risotto giallo alla milanese. Se ne serviva, infatti, Mastro Valerio da Profondovalle per colorare le vetrate del Duomo di Milano. La sua bella figlia sposò uno dei suoi lavoranti e durante il suo matrimonio un

quelli che fanno la differenza, ce li offre Claudio Sadler, uno dei più noti chef italiani. Per quanto riguarda la ricetta, vi proponiamo quella tradizionale di Artusi e del Cucchiaio D’Argento ma ne esistono infinite varianti, da chi come Carlo Cracco aggiunge il midollo in cubetti solo al momento della

Oltre che donare sapore ,lo zafferano ha ottime proprietà digestive, è un efficace riattivatore del metabolismo ma soprattutto è l’alimento in assoluto più ricco di carotenoidi, potenti antiossidanti: nello zafferano (ma solo in quello di maggiore qualità) il contenuto di carotenoidi oscilla intorno all’8% contro lo 0,008 della carota, ossia 1000 volte di più!

Risot to alla mila nese

Ricetta per 4 persone La zuppa di cipolle è un piatto conosciuto ovunque, ma è tipicamente originario del milanese. Se temete gli “effetti collaterali” della cipolla, sappiate che la lunga cottura ne elimina ogni postumo e l’alito non ne risente. “Piatto povero” per eccellenza, consente di utilizzare avanzi di formaggio (consigliato l’Em-

menthal, ma si possono usare anche altri formaggi a pasta semi dura) e di pane. Qui è proposta in veste ricercata, ma anche senza l’utilizzo di liquore e zafferano il risultato sarà soddisfacente e con pochi ingredienti potrete consumare un pasto ricco di vitamine e molto gustoso.

Preparazione Sbucciate le cipolle e affettatele molto sottilmente; fatele cuocere a fuoco molto basso con il burro per circa 10 minuti, facendo attenzione che non prendano colore. Cospargetele quindi con la farina e versate il brodo; aggiungete lo zafferano e lasciate sobbollire per altri 10 minuti. Tostate le fette di pane e sistematele in 4 pirofile individuali; tagliate l’Emmenthal a fettine molto sottili, che trasferirete sul pane. Versate il liquore sulle cipolle, salate e pepate; cospargete di grana quindi passate in forno a 200 º per 15 minuti. Servitela ben calda.

Volete mandare a Il giornale di Legnano segnaLazIonI dI eVentI o curIosItà, probLematIche o ecceLLenze, tradIzIonI o noVItà, riguardanti il nostro territorio? scrivete al direttore, massimo Vernacotola, all’indirizzo e-mail: dir.ilgiornaledilegnano@limedizioni.com

mantecatura (o sul riso impiattato) dopo averlo scottato sulla piastra a chi dopo aver soffritto la cipolla la toglie dal grasso di cottura. C’è poi chi fa il soffritto (come Sadler) con olio e usa il burro solo per mantecare, chi aggiunge lo zafferano all’inizio e chi alla fine…

• Riso Vialone Nano (o Carnaroli)320g • Burro 70g • Midollo di bue 40/50g • Sale • Una cipolla piccola (o uno scalogno) • Vino bianco di buona qualità (non aromatizzato)1 bicchiere • Un ottimo brodo di carne 1/2l • Bustine di zafferano 2 o pistilli di zafferano 15 • Cipolla piccola o scalogno 1 • Grana padano o grana lodigiano 60g

Zuppa di cipolle allo zafferano • Cipolle gialle o bianche 1Kg • Burro 70g • Pane casereccio 4 fette • Farina 1 cucchiaio • Brodo di carne 1l • Emmenthal 200g • Grana gratuggiato 100g • Cognac o Porto 1 bicchierino • Zafferano 1 o 2 bustine • Sale e pepe qb

di Massimo Vernacotola

Preparazione In una larga casseruola (meglio se di rame o alluminio) lasciate fondere 30 grammi di burro con il midollo, aggiungete la cipolla tritata finemente e, a fiamma bassissima, fatela diventare trasparente. Unite il riso, mescolando in continuazione per evitare che si attacchi o bruci, finché i chicchi non diventino traslucidi. A questo punto alzate un poco la fiamma e versate il vino tutto insieme, attendete qualche secondo quindi mescolate per amalgamare i residui del vino e aggiungete un pizzico di sale. Quindi potete iniziare a versare il brodo bollente, un mestolino alla volta, aggiungendone altro solo quando il precedente è stato assorbito. É importante mescolare regolarmente, così si aiuta il riso a tirar fuori il proprio amido. A metà cottura (8/9min.) potete unire lo zafferano, se in pistilli (quello in polvere lo aggiungerete invece vero la fine), sciolto in due/tre cucchiai di brodo tiepido e portate a cottura aggiungendo, come sempre, un mestolo di brodo alla volta. Il risotto deve rimanere "all’onda", quindi fate attenzione all’ultima quantità di brodo che aggiungete. Non salate più, è importante che il brodo lo sia sufficientemente. Togliete il tegame dal fuoco, aggiungete il burro rimasto ben freddo e il formaggio; mantecate, mescolando, rendendolo morbido e cremoso. Fatelo riposare un minuto con il coperchio, quindi servitelo.

I segreti di Claudio Sadler •Il risotto più buono è quello preparato in una pentola di rame. «In questi recipienti, infatti, il calore si diffonde rapidamente e uniformemente. Ma il segreto è tostare bene il riso. Questo procedimento, infatti, “sigilla” il chicco e fa sì che il riso ceda lentamente l’amido, conservi la giusta consistenza e si crei una cremina migliore». Come capire quando è il momento di aggiungere il vino? •«Bisogna ascoltare il rumore che fa la spatola di legno mentre si mescola il riso. Se produce un rumore simile a uno scricchiolio vuol dire che il riso è tostato a sufficienza. Ma attenzione al vino, che nel risotto deve “fumare”, evaporare velocemente. Prima di aggiungerlo, tutto in una volta, bisogna verificare che il riso sia davvero ben caldo. Come esserne certi? Basta toccarlo, deve quasi scottare».



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