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ITINERARI ESTIVI FRESHWATER & SALTWATER
n. 4 • AgOSTO-SETTEMBRE 2014 € 5,90
Nera Ledra Volturno Bassa Maremma Cadore in belly boat Cost ru z i on e : m u ggi n e
El ba S e r me nz a L agh i sardi Costa Viola Massaciuccoli L i p a r i e d Eo l i e Naviglio Pavese
C
ome annunciato da più parti, eccoci puntuali all’appuntamento in edicola con un nuovo numero monotematico – dopo quello apprezzatissimo di febbraio-marzo su artificiali e costruzione – dedicato a dodici itinerari estivi d’acqua dolce e salata. Gli articoli sono pensati per chi, in vacanza in località più o meno turistiche – con la famiglia o in varia compagnia – non voglia perdere l’occasione di farsi una pescata in acque che si trovano nelle vicinanze e che magari non ha mai frequentato prima. Tutti i contributi sono stati realizzati da nostri collaboratori che vivono nella zona o la frequentano abitualmente e che illustrano le varie opportunità offerte dalla location, ognuno naturalmente secondo la propria inclinazione e il proprio estro, senza conformarsi a uno schema preordinato. Si va dal nord al sud della penisola, senza trascurare le isole maggiori. Non è stata perseguita alcuna volontà di completezza, anche per evitare di riproporre argomenti già presentati sulla rivista nelle uscite dell’ultimo anno. Inutile dire che l’approccio dei vari autori è quello classico della rivista, ovvero molto specializzato, unendo quindi divugatività riguardo ai luoghi e approfondimento riguardo alle tecniche da impiegare. Due sono le eccezioni a questo schema: l’articolo sul Naviglio Pavese, dedicato evidentemente a chi rimane in città, e quello sull’imitazione del muggine, per non interrompere la nostra serie di costruzione, che sta volgendo alla conclusione in questa forma e per la quale stiamo organizzando alcune interessanti novità. Ma questo numero segna anche un cambiamento di rotta, o meglio un ritorno alla rotta consueta all’interno di un nuovo progetto editoriale. Dopo aver sperimentato il diffuso apprezzamento della versione digitale – la quantità di copie sfogliate sulla piattaforma dedicata o scaricate dal nostro sito ha superato ogni aspettativa –, ma aver registrato anche un numero davvero considerevole di richieste per un ritorno definitivo all’edicola, abbiamo deciso di riprendere la nostra consueta, periodica presenza su carta, affiancandole la contemporanea presenza digitale su app per dispositivi mobili. Il tutto fondato, ripetiamo, su un nuovo progetto editoriale, che prende avvio già da questo numero ma che si sostanzierà maggiormente a partire dal prossimo, e che prevede un restyling complessivo della nostra proposta digitale. Questo numero sarà dunque disponibile, dai primi di agosto, oltre che su carta anche in una nuova app, secondo le indicazioni che forniremo attraverso i nostri diversi canali web – sito, portali, pagina Facebook, canale YouTube ecc. –, per consentire a ognuno di scegliere la modalità di acquisizione preferita della rivista. Da settembre verrà poi inaugurata una nuova interazione tra periodico e web, che fornirà contenuti multimediali ulteriori e gratuitamente fruibili, seguendo in parte la via fin qui percorsa di filmati, gallerie fotografiche e articoli arretrati, in parte proponendo nuovi argomenti attraverso anticipazioni, tutorial, format di vario tipo. Ricordate che è sempre possibile chiedere approfondimenti e chiarimenti sugli argomenti degli articoli interagendo con la nostra pagina Facebook, che è nata proprio a questo scopo, o scrivendo direttamente alla mail dei nostri collaboratori. Buona lettura e buone vacanze. E chi le ha già fatte potrà forse trovare qui la scusa per concedersi, potendo, un piccolo supplemento.
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Direttore responsabile Eugenio Ortali Redazione Via Jacopo Della Quercia 88 • 50053 Empoli Tel. 0571/73.701 • Fax 0571/530.989 www.lapescamoscaespinning.it info@lapescamoscaespinning.it www.facebook.com/MoscaeSpinning http://twitter.com/lapescaMeS www.youtube.com/user/MoscaeSpinning www.flickr.com/photos/moscaespinning
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ISOLA D’ELBA
IN CADORE COL BELLY BOAT
di Francesco Paolini
di Angelo Piller
Nei porti di Rio Marina, Marciana Marina, Portoferraio è possibile ottenere anche in estate buone catture: a seconda dei luoghi serra, spigole, ricciolotte, barracuda, palamite, lecce amia. Per chi vuole tentare spot meno facili ci sono spiagge e scogliere, ma anche secche al largo, fra Rio Marina e Cavo.
Le Dolomiti d’estate sono prese d’assalto, ma basta gonfiare il proprio belly e dare qualche colpo di pinna per lasciarsi tutto alle spalle e scoprire le tante opportunità di pesca offerte da alcuni dei grandi laghi della zona, come i quattro invasi del Cadore presentati qui da Angelo.
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NERA
COSTA VIOLA
di Claudio Carrara
di Paolo Polimeni
«Un fiume dalle caratteristiche del tutto particolari, selvaggio, affascinante e decisamente impegnativo, soprattutto a causa della sua conformazione: una vera e propria ‘palestra’ per il pescatore a mosca, che può trarre dalla sua frequentazione un notevole apporto al proprio bagaglio tecnico».
Il mare calabro è uno dei più apprezzati per le vacanze, ma sarebbe un peccato non cogliere l’occasione per conoscerne anche le zone più produttive a spinning, sia sulla costa che nelle zone delle foci, da tentare con le tecniche classiche o con quelle più ‘moderne’: Scilla, Favazzina, Bagnara, Marinella.
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NAVIGLIO PAVESE
VOLTURNO
di Daniele Vinci
di Alessandro Sgrani
Pensato per chi resta in città, questo articolo costituisce un invito ad approfondire la conoscenza con un corso d’acqua che garantisce la possibilità di insidiare varie specie a chi voglia accostarsi all’entusiasmante pratica dello street fishing: cavedani, lucci, lucioperca, persici, bass, carpe, tinche, siluri...
Splendidi sono gli ambienti creati lungo il suo percorso – fra Abruzzo, Molise e Campania – dal Volturno. L’autore lo frequenta da molti anni e spiega come, a mosca, è possibile variare tutte le tecniche per avere ragione dei suoi difficili abitanti nei vari tratti che vi si susseguono.
Segretaria editing Graziella Curto Hanno collaborato a questo numero Claudio Carrara, Luca Dal Cer, Fabio Federighi, Francesco Li Bianchi, Franco Mancini, Ivano Mongatti, Giorgio Montagna, Francesco Paolini, Angelo Piller, Paolo Polimeni, Federico Renzi, Marco Sammicheli, Alessandro Sgrani, Emanuele Turato, Antonio Varcasia, Daniele Vinci
Pubblicità e abbonamenti Zona Franca Edizioni srl Via Novara 53 • 00198 Roma Responsabile pubblicità: Elena Dall’Armi Tel. 0571/73.701 • Fax 0571/530.989
Pubblicazione periodica Disponibile anche come App per iPad e dispositivi Android Registrazione presso il Tribunale di Vicenza n. 900 del 4 febbraio 1997 Tutti i diritti riservati LA PESCA MOSCA E SPINNING ZONA FRANCA EDIZIONI srl Direttore editoriale Giulio Fascetti Grafica e impaginazione: Petra srl Stampa: Arti grafiche Boccia spa, Salerno Distribuzione: Press Di, Distributore stampa e multimedia srl - 20134 Milano
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SARDEGNA. VACANZE E PASSIONE
IL LEDRA. IERI, OGGI, DOMANI
MASSACIUCCOLI
di Franco Mancini e Barbara Pellegrini
di Ivano Mongatti
di Luca Dal Cer
L’entroterra sardo è sempre più apprezzato per la sua solitaria bellezza e per la genuina ospitalità dei suoi abitanti. Una guida di eccezione illustra qui alcuni dei più noti invasi per la pesca soprattutto del bass, in un percorso che coniuga al meglio l’esigenza delle ferie con la passione alieutica.
Dopo un periodo difficile, che ha cancellato i bei ricordi del fiume di tanti pescatori che l’hanno frequentato fino ai primi anni del Duemila, il Ledra sta oggi rinascendo grazie all’entusiasmo e alla passione dei soci del club «Moscins e Moscions», che hanno saputo lottare contro inquinamento e altri guai.
Spot ideale per gli amanti della pesca a flipping e a pitching – ma non solo – nei suoi numerosi canneti e nei suoi canali, Massaciuccoli si trova a pochi chilometri da Viareggio e dalla Versilia. Artificiali e tecniche per un divertimento assicurato nelle acque tanto amate da Puccini.
RUBRICHE 004 104 110 111
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BASSA MAREMMA. A MOSCA IN MARE
LIPARI E LE EOLIE
di Marco Sammicheli Una descrizione molto accurata delle caratteristiche delle varie località presenti sulla costa della Maremma grossetana, territorio prediletto per le uscite di pesca dell’autore, con riferimenti a regolamenti e problemi ambientali.
Oltre a essere una delle autentiche perle del Mediterraneo, l’arcipelago delle Eolie costituisce l’ambiente ideale dove praticare alcune delle più recenti tecniche nate in seno allo spinning marino, senza allontanarsi dall’Italia. Qui l’autore si sofferma in particolare su light game e inchiku.
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LE FARIO DEL SERMENZA
MUGGINE
di Giorgio Montagna
di Federico Renzi
Affluente del Sesia, il Sermenza possiede un bel tratto gestito in regime di riserva dalla Società Valsesiana Pescatori Sportivi, dove è possibile insidiare delle spettacolari trote. Ma tutto il territorio curato dalla SVPS offre acque interessanti, da frequentare con particolare soddisfazione nel periodo estivo.
Non potevamo certo saltare l’appuntamento con la nostra serie di costruzione e il muggine sembra fatto apposta per questo numero, dal momento che, per il pescatore a mosca che si trova al mare, la sua imitazione è sinonimo di pesca da riva o sottocosta, alla ricerca di tutti i predatori di questi ambienti.
NOTIZIE SHOW ROOM RECENSIONI MERCATINO
di Francesco Li Bianchi
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Vista del golfo di Portoferrario dalla cima del Volterraio.
È
la più grande delle isole dell’arcipelago toscano, velocemente raggiungibile da Piombino: famosa nell’antichità per le sue miniere di ferro, l’isola d’Elba si è modernamente sviluppata nel settore turistico e, grazie alla posizione strategica, alla bellezza delle coste, ai profumi della natura rigogliosa, agli eccellenti vini, rappresenta oggi una delle mete più gettonate per le vacanze estive e non. Sono molto legato all’isola e soprattutto al paese di Rio Marina, dove sono nati i miei nonni paterni e dove ho trascorso i momenti più belli e spensierati della mia vita, ma prima di scrivere questo articolo ho voluto fare una full immersion, una maratona di pesca durata quattro giorni, con l’intento di ripulirmi dai preconcetti dovuti alla conoscenza del luogo, che avrebbero potuto condizionarmi nel consigliare approcci e strategie a chi, magari per la prima volta, appro-
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fittando della presenza vacanziera, volesse provare lo spinning in queste bellissime acque. In verità ho incontrato una situazione abbastanza difficile, con attività pressoché nulla, a causa dell’instabilità meteorologica del periodo, ma ho potuto comunque trovare conferma a potenzialità che già conoscevo e che in altre situazioni potranno sicuramente regalare buone soddisfazioni. Un itinerario marino, proprio per la variabilità di molti aspetti (periodo dell’anno, condizioni meteo e altro), vuole essere soprattutto una guida di massima e così dovete intendere questo articolo: come il consiglio dato all’amico che non è mai stato in un determinato posto e che ha bisogno di qualche dritta per non perdere troppo tempo e per pescare in spot che già hanno dato buoni risultati nel tempo. Il che non esclude naturalmente che si possono trovare altrettante e valide alternative anche altrove.
Isola d ’Elba FRANCESCO PAOLINI [ francesco@utopiatackle.com]
i porti La pesca nei porti non è certo affascinante e stimolante come quella esercitata negli ambienti naturali, ma occorre considerarne la praticità e le potenzialità di catture, per cui mi soffermerò in particolare sulla descrizione di questi ambienti. Sebbene la legislazione vigente vieti espressamente questa pratica nelle aree portuali, le capitanerie dell’isola d’Elba sono tolleranti nei confronti della pesca sportiva, sempre che avvenga nel rispetto delle regole relative al quantitativo massimo prelevabile e che non si rechi disturbo a persone, cose e imbarcazioni ormeggiate in banchina. Partiamo da Rio Marina: piccolo porto situato nella zona più a est dell’Isola, tra la fine degli anni Novanta e gli inizi del
Duemila fu completamente colonizzato dai famelici serra, che risalendo la costa occidentale della nostra penisola vi trovarono l’ambiente perfetto per le loro scorribande, tant’è che in quel periodo fecero praticamente fuori la concorrenza, diventando gli unici predatori insidiabili. È stata la mia palestra di spinning e ricordo ancora la soddisfazione e l’incredulità delle prime catture, con questi strani pesci che salivano con cattiveria sui wtd e si esibivano in salti spettacolari, finendo nella maggior parte dei casi per slamarsi. Negli anni la situazione è andata man mano stabilizzandosi e oggi, oltre al serra, si possono incontrare alcune belle spigole e, nel periodo estivo, piccole ricciole, chiamate dai locali limoncini, nonché, da metà agosto fino alle porte dell’autunno, lampughe. Gli amanti dell’ultralight possono divertirsi con sugarelli e occhiate, ma ho notato anche un’importante ripresa di orate, mormore e saraghi che, insieme ai sempre presenti pesci di 4/2014
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itinerario mosca
L’
ANGELO PILLER [ infoflyfishdolomiti@yahoo.it]
estate in montagna è una stagione splendida: giornate calde ma ventilate, sole, panorami mozzafiato e molti itinerari in cui andare a pescare. Forse l’unico aspetto negativo riguarda il numero di turisti e villeggianti che, abbandonate le città arse da caldo e afa, si riversano in alta quota, ma agosto, si sa, è tempo di ferie, e chi vuole praticare l’attività alieutica è spesso costretto a svolgere il suo hobby in compagnia di altri ‘colleghi’, o a condividere fiumi e torrenti con i tanto temuti villeggianti, che rendono quasi inutile qualsiasi tentativo di catturare trote e temoli. E allora cosa fare? La soluzione c’è, e si chiama ciambella, o belly boat. Fortunatamente i laghi in montagna non mancano e qui difficilmente si viene disturbati. Prendendo come punto di riferimento Pieve di Cadore, paese natale di Tiziano, prenderemo qui in considerazione i principali laghi del Cadore che si prestano a essere ‘navigati’ e pescati tramite belly.
Il lago di Centro Cadore.
Il lago di Centro Cadore Il lago di Centro Cadore è uno specchio d’acqua situato tra gli abitati di Pieve e di Lozzo, formatosi negli anni Cinquanta in seguito alla costruzione della diga di Pieve di Cadore, che sbarra il Piave all’altezza di Sottocastello. Al centro del bacino, di fronte a Calalzo, si sono creati alcuni isolotti che diventano penisole a seconda del livello dell’acqua, regolato artificialmente dall’Enel; nel caso di acqua alta, questa diventa una delle zone più pescose. Il lago è caratterizzato da una popolazione ittica molto varia: trote (fario, ibridi e marmorate), cavedani, carpe, persici, lucci e qualche temolo. Purtroppo il livello può variare molto a seconda della stagione, anche se di solito in estate rimane quasi sempre molto alto. Non è un lago a misura di belly boat, perché è tra i più estesi dell’intera provincia – sviluppandosi su tutta la lunghezza della vallata del Centro Cadore, per una superficie di 2,3 kmq e una profondità massima di 106 m – ed è costantemente alimenta-
Una bella cattura sul lago di Centro Cadore.
to dal Piave. La pesca in ciambella va quindi pianificata scegliendo una zona ben precisa in cui svolgerla. Se per esempio volete tentare i lucci o i persici, darete la preferenza alla parte centrale del lago, in prossimità degli isolotti o dei cespugli che qui emergono rigogliosi. Ottima anche la zona di Lagole e quella presso il lungo ponte di Vallesella. In estate le bollate dei cavedani e di qualche trota sono quasi una costante, soprattutto la mattina presto e poco dopo il tramonto, o quando il vento non increspa l’acqua. Per le trote è consigliabile la parte in cui il Piave sfocia nel lago, proprio perché la temperatura più fredda delle acque del fiume può fare la differenza. Vale lo stesso discorso per tutti i piccoli torrenti che sfociano nel bacino: il rio Molinà, il Cridola e il Talagona.
In Cadore
itinerario spinning mare
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PAOLO POLIMENI [ paoloenatalia@yahoo.it]
a Costa Viola è il territorio calabro che si estende per circa cinquanta chilometri da Scilla a Marinella di Palmi, attraversato da nord a sud in entrambe le direzioni dalla Strada Statale 18, che funge da punto di riferimento stradale per raggiungere comodamente in auto le varie località poste lungo tutto il tratto costiero. Per raggiungere queste zone è possibile utilizzare due aeroporti, quello di Reggio Calabria e quello internazionale di Lamezia, mentre in treno la stazione di riferimento è quella di Villa San Giovanni. Nella parte iniziale posta più a sud, quindi più vicina a Scilla, prevalgono brevi ‘spiagge ghiaiose’, dette cale, antistanti a grotte di alto interesse per via dell’esistenza al loro interno di polle d’acque dolci che, per la loro pressione, emergono sopra il livello marino, come per esempio la famosa Grotta delle Rondini; tali grotte sono costituite da rocce cristalline, che dal punto di vista geografico rappresentano il tipo di ‘costa a falesia’. L’intero territorio è attraversato da una numerosa serie di torrenti dalle caratteristiche particolari, brevi in lunghezza con letti stretti, percorsi fortemente accidentati e pendenza decrescente procedendo verso le basse quote fino alla foce nel Tirreno, in prossimità del rimescolamento delle acque dello Stretto di Messina.
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Scilla Scilla è una deliziosa cittadina ricca di storia e cultura marinara. Famosa per la pesca al pesce spada, che già dalla tarda primavera si effettua nello Stretto con le ‘passarelle’, meglio dette ‘feluche’, imbarcazioni eredi dei luntri adoperati per la cattura dei pesci spada con vedetta e arpione, secondo l’antico metodo dei Fenici. È da sempre un punto interessante per la ricerca dei predatori dal momento che nella zona del porto i fondali, per nulla regolari, offrono cambi di corrente importanti e ampi degradi di fondale anche a pochissimi metri dalla costa. Da settembre a dicembre il molo esterno viene frequentato assiduamente dai pescatori locali, che ‘gareggiano’ nella pesca ai calamari con totanare in seta. La località ha infatti spesso offerto spunti interessanti per prove tecniche e catture di rilievo nella tecnica dell’eging. Parlavamo di rocce ed è da qui che si inizia a conoscere meglio il territorio. Posto sopra la rocca di Scilla, il Castello Ruffo sovrasta a sud il quartiere di Marina Grande, o spiaggia delle sirene, e a nord il pittoresco borgo marinaro di Chianalea, con le case costruite sugli scogli che sembrano galleggiare sull’acqua, le barche tirate verso l’interno e scorci di pesca ve-
Chianalea di Scilla e il Castello Ruffo visti dalla feluca.
Ancora il Castello Ruffo, con la spiaggia antistante.
ramente suggestivi, soprattutto se praticati con i giusti accorgimenti e nel rispetto dei luoghi e delle norme di prudenza e sicurezza che devono sempre caratterizzare l’azione di pesca. I fondali di Chianalea sono ricchi di rocce e vegetazione e rappresentano una meta per gli amanti del turismo subacqueo. Nei due borghi esistono varie strutture ricettive e locali, ove non manca la possibilità di gustare i vari modi di cucinare il pesce o di rinfrescarsi le idee con un ottimo zibibbo. Dal Porto di Chianalea, le prede insidiabili sono quelle che caratterizzano i fondali alti e rocciosi. Partiamo dalle grosse occhiate, che qui amano restare in corrente, sferrando attacchi a pelo d’acqua a tutti gli avannotti che capitano a tiro. In configurazione LRF, quindi con canne dedicate fino a 5 g, fluorocarbon in bobina dello 0,16, testina piombata e piccoli shad siliconici, offrono garanzia di cattura. Anche i piccoli minnow floating funzionano benissimo e vengono attaccati fino a sotto le mura del porto. Una cattura effettuata al porto di Scilla.
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Volturno
Il no kill alto del tratto Colli a Volturno.
ALESSANDRO SGRANI [ alessandro.sgrani@gmail.com]
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ono tornato dopo una lunga assenza nel Volturno e gli ormai sbiaditi ricordi di bellissime pescate si sono fatti nuovamente vivi, confermati dall’ottimo stato in cui si trova ancora questo straordinario fiume. Il Volturno nasce nel versante del Monte Meticcia nell’Appennino abruzzese-molisano, tra i comuni di Rocchetta al Volturno e Castel San Vincenzo nella provincia di Isernia, per snodarsi poi attraverso il Molise occidentale e la Campania settentrionale; è lungo 175 km, dei quali 45 scorrono in Molise. Il fiume diventa ‘grande’ nei pressi di Colli al Volturno, dove, dopo la restituzione delle acque captate alla sorgente per scopi idroelettrici, si presenta con un’ottima portata e un letto ampio e spazioso. Il tratto che ci interessa scorre in provincia di Isernia, dalle sorgenti fino a Venafro: una ventina di chilometri circa molto variegati, sia nella conformazione che nella gestione delle acque, nei quali si possono trovare tratti molto torrentizi, tipicamente appenninici, con grandi massi che spezzano le correnti, abitati da bellissime trote scaltre e diffidenti. La spettacolarità di questa parte è data anche dai colori molto tenui, chiari, che rendono il fiume molto particolare. Scendendo, assume la tipica forma del fiume di fondovalle, con una grande quantità di acqua, quasi inaspettata, lunghe piane alternate a forti correnti e profonde buche. Gli insetti sono abbondanti, soprattutto effimere e tricotteri; in estate inoltrata sono famose le impressionanti schiuse di Oligoneuriella rhenana, spettacolo realmente incredibile. La grande quantità di insetti e le diverse situazioni danno l’opportunità di pescare a mosca con varie tecniche durante la stessa giornata: ninfa, sommersa e secca, tenendo conto della stagione, della giornata, dell’orario e della parte di fiume affrontata. Oltre a tratti ‘liberi’, si trovano zone gestite con no kill, tratti chiusi alla pesca e zone regolamentate per tutte le tecniche. Nella parte alta, nel comune di Colli a Volturno, l’Associazione Pescasportivi Colli a Volturno (www.apscolliavolturno.it) gestisce da molti anni questo bellissimo tratto. Più a valle è invece la Fipsas, sezione di Isernia, a gestire circa 8 km di fiume, con all’interno un no kill esclusivo per la pesca a mosca.
Colli a Volturno L’associazione ha intrapreso da tre anni un progetto di reintroduzione della trota autoctona avvalendosi della professionalità dell’ittiologo Pier Paolo Gibertoni e del suo staff. Sono stati catturati soggetti adulti rigorosamente puri dai quali si ottengono migliaia di avannotti, che tutti gli anni vengono immessi nel fiume. Dopo tre anni si vedono i primi frutti e su tutto il tratto capita di pescare stupende trote che stanno velocemente crescendo. La parte gestita si sviluppa a partire da un no kill per la pesca a mosca in prossimità di ‘Colli’, per passare a un tratto generico dove sono ammesse tutte le tecniche, quindi a un divieto assoluto di pesca, a un tratto ancora generico, per finire con un secondo tratto no kill che termina al Ponte Rosso. Nei pressi di Colli, il Volturno è un torrente con piane e brevi tratti di corrente con sassoni e occhi, il cui colore chiaro del fondo contrasta con lo scuro del muschio che si forma sui sassi sott’acqua, dando vita a un paesaggio davvero splendido e originale. Nel primo no kill, oltre alle fario di cui si è detto, si possono trovare iridee di buona taglia, che permettono di gestire la pressione di pesca senza il
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GIORGIO MONTAGNA [ jomontagna@tiscalinet.it ]
erso la metà dello scorso maggio, in compagnia dell’amico Andrea Roveda, ho effettuato un’uscita di pesca a spinning nelle cristalline acque del Sermenza, un torrente alpino che si snoda in una splendida valle a circa 1200 m di altitudine, circondato da prati nei quali pascolano caprioli e camosci. Si tratta di un affluente del fiume Sesia che nasce in alcuni rami sorgentizi che si uniscono a monte del comune di Rima San Giuseppe e che forma anche il laghetto di Rimasco, in provincia di Vercelli; il tratto oggetto dell’articolo è in regime di riserva e va dalla cascata del Buzzo fino a 200 metri a monte del ponte delle Quare, accanto alla strada che conduce a Rima. L’uscita è stata preceduta da un incontro con Savino Re, presidente della Società Valsesiana Pescatori Sportivi, che gestisce il torrente: particolarmente amante delle marmorate del Sesia ma anche dei tanti temoli ‘pinna blu’ della zona, Re ha promosso la pesca catch and release e introdotto norme più restrittive nel nuovo regolamento di pesca. Gentilissimo, ci ha illustrato la vastità di acque gestite dalla SVPS, accessibili da pescatori di svariate tecniche, con regolamenti e controlli peculiari a seconda dei tratti prescelti. Accanto al Sesia, ai suoi affluenti e ai laghi, quasi tutti molto noti, esistono riserve turistiche (Varallo, Scopello, Alta Valle Sesia) e riserve ‘soci sostenitori’ (Riserva delle Piode, Torrente
Egua e appunto Torrente Sermenza). La pesca ai salmonidi nei corsi d’acqua valsesiani è fruttuosa anche nei mesi estivi grazie alla temperatura fresca dell’acqua. Da inizio maggio a tutto settembre questi luoghi sono dunque un punto di sicuro riferimento per chi ama dilettarsi con le trote anche nei mesi caldi; i cambi di clima, come pure il susseguente passaggio di forti temporali, frequenti ad esempio a fine agosto, rivitalizzano ulteriormente le acque rendendo più attivo il pesce. Se giungerete sul luogo di pesca con acque velate, che hanno risentito di forti piogge, avrete quindi l’opportunità di fare l’incontro con una trota di svariati chili, finalmente uscita dalla sua tana in caccia di pesce foraggio. Oltre ad avere gambe allenate per camminare lungo il torrente, è bene avvalersi di uno zainetto con cambio del vestiario, una felpa o un pile e una giacca antipioggia, perché in queste zone i cambi di tempo repentini sono nella normalità. Pescando con gli stivali a coscia, ogni spostamento va effettuato in modo delicato, sia per non spaventare le trote, sia per la propria incolumità. Se intendete pianificare una serie di giornate di pesca nelle acque gestite dalla SVPS, consultate con cura il sito della società (www.valsesiapesca.it) per individuare le caratteristiche delle varie zone, i vari regolamenti e il costo dei permessi. Nella nostra giornata di pesca le trote della riserva sul Sermenza, fario dalla livrea stupefacente, hanno evidenziato un’ottima reazione in canna, dimostrandosi all’altezza dello 4/2014
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show room dalla Scozia
in evidenza i mulinelli Classic LLS
DAIWA LEXA FLY RODS
NOVITÀ POZZOLINI FLY FISHING
Daiwa Italy festeggia la propria nascita proponendo ai PaM italiani la serie di canne Lexa, prodotte in Scozia seguendo i più elevati standard qualitativi. La rapidità delle Lexa è frutto della lavorazione dei migliori tessuti di carbonio, a bassissimo contenuto di resina, rapidità che si trasmette lungo il blank creando precisione nel lancio e delicatezza estrema nella posa della coda. Sette i modelli disponibili, ciascuno studiato per offrire il meglio nei diversi stili di pesca a mosca. Le due River Special da nove piedi per coda 4 o 5 permettono grande precisione di posa sui lanci a corta e media distanza; l’azione rapida garantisce pronte ferrate sui pesci più scaltri. Le due Nymph Special, coda 3/4, sono dedicate alla pesca a ninfa con code sottili e sono costruite con una sezione aggiuntiva da 1 piede, il che consente di allungare all’occorrenza la canna da 8’ a 9’oppure da 9’ a 10’. Le due Stillwater 9’6’’ per coda 6 oppure 8 permettono un ottimo controllo della coda per lanci a distanza anche in presenza di vento; ciò le rende perfette per pescare le trote in lago e in fiume a streamer, oppure per insidiare bass e lucci dal belly boat. La Switch, infine, è ideale per coloro che desiderano insidiare grosse trote in fiume, oppure aspi e lucci lungo i canali con questa tecnica, oggi sempre più popolare e apprezzata. Caratteristiche tecniche • struttura in carbonio HVF a basso contenuto di resina; • impugnatura in sughero naturale di alta qualità; • portamulinello in alluminio anodizzato; • innesti Overcap ad alta tecnologia; • Stripper Guide Fuji Alconite; • anelli Stainless Steel; • fodero in tessuto e tubo rigido in cordura. modello stile lung. sez. # € LXRSF 904 AU River Special 9’ 4 4 349 LXRSF 905 AU River Special 9’ 4 5 349 LXNSF 08093 AU Nymph Special 8’ / 9’ 4+1 3 349 LXNSF 091034 AU Nymph Special 9’ / 10’ 4 + 1 3 / 4 369 LXSWF 966 AU Stillwater 9’6’’ 4 6 369 LXSWF 968 AU Stillwater 9’6’’ 4 8 369 LXSWF 11378 AU Switch 11’3’’ 4 7 / 8 449 Le canne della serie Lexa sono distribuite in Italia da Daiwa Italy: www.daiwaitaly.it, info@daiwaitaly.it.
I nuovi mulinelli Classic LLS (Light Line System) sono espressamente concepiti per la pesca con code leggere e leggerissime. Per molti anni i mulinelli sono stati costruiti con diametri ridotti, atti unicamente a contenere la coda che, un tempo, aveva una notevole memoria meccanica. In anni recenti sono stati invece concepiti i mulinelli large arbour, di grande diametro e gola larga: si tratta sicuramente di un grande progresso che, unito alla quasi totale assenza di memoria delle code moderne, ha eliminato totalmente la fastidiosa spiralatura della lenza. Tutto perfetto per code dalla 4 in su ma, paradossalmente, controproducente per le code leggere e leggerissime che, durante il riavvolgimento, a causa dell’ampiezza della gola, tendono a imbobinarsi a spire sovrapposte, con ovvi problemi sulla ripartenza del pesce e relativo rischio di rottura. I large arbour, inoltre, hanno un peso notevole e tendono a squilibrare le leggerissime canne destinate all’uso di queste code. I nuovi Classic LLS eliminano il problema: eleganti e leggeri, totalmente torniti da barra di alluminio aeronautico e anodizzati, hanno una classica frizione a cricchetto (Click Pawl). La gola ha ampiezza normale per ovviare alla sovrapposizione delle spire e viene fornita una striscia di foam autoadesivo per riempire l’eccesso di spazio, evitando la strozzatura della coda, che potrà essere girata agevolmente (DT) come in un large arbour ma senza i relativi inconvenienti. Due i modelli: CL35, per code dalla 3 alla 5 (basta variare il quantitativo di foam), CL 24, per code dalla 2 alla 4. Sono particolarmente indicati per le canne Pozzolini Fly Fishing ICT3 ma anche per tutti i pescatori esigenti che desiderano un mulinello leggero, funzionale ed elegante. Prezzo da 120 euro. Pozzolini Fly Fishing distribuisce il DVD «SIM Fly Casting Technique, The Italian Style», DVD didattico nel quale sono illustrati i lanci principali della tecnica italiana di lancio. Utilissimi, anzi indispensabili, per cavarsela nelle più disparate situazioni di pesca e per combattere i dragaggi. 25 anni di esperienza della SIM vengono messi a disposizione del pescatore a mosca che desidera migliorare e perfezionare la propria tecnica. I vari lanci – angolato, angolato rallentato, sottovetta, sovrapposto, rovescio, ribaltato in aria, svirgolato – vengono esaminati e illustrati nei dettagli con riprese da diverse angolazioni. Un supporto tecnico perfetto per utilizzare al meglio le canne ICT3 (Italian Casting Techique), concepite proprio per questa avanzata tecnica di pesca. Durata 63 minuti, lingua italiana e inglese, 9,90 euro Ricordiamo infine il nuovo Fly Patch, pratico portamosche da appendere al giubbino, in foam, di 10x7 cm: 3,00 euro. Tutti i nuovi prodotti potranno essere richiesti alla Pozzolini Fly Fishing by A. Pozzolini, via Trento 2a, 25014 Castenedolo, tel. 030/2131002, mobile 334/6317910, www.pozzolinifly.com, info@pozzolinifly.com.
dieci i modelli
con la paletta in coda
SKIRMJAN SALTWATER
MARIA FLA-PEN
Sono finalmente disponibili le canne Skirmjan da mare: dopo gli ultimi test e le ultime modifiche arriva ai negozi la serie completa, che comprende 10 modelli in grado di coprire le esigenze del pescatore del Mediterraneo e di coloro che cercano pesci di taglia in giro per il mondo. La serie, in due pezzi, comprende quattro modelli da spinning: una canna da Light Game (MSK-SW-702M) che lancia fino a 10 g, due modelli classici da 7’7” fino a 30 g (MSK-SW-772L) per le spigole e fino a 60 g (MSK-SW-772M) per i serra, un indispensabile canna da eging
Questa volta i giapponesi della Maria hanno creato un’esca che non ha nulla a che vedere con quanto fino ad oggi abbiamo visto e provato. Si chiama Fla-Pen, pesa 15 g, è lunga 85 mm ed è affondante, ma soprattutto è il primo artificiale con paletta in coda. Sì: avete capito bene, la paletta si trova sulla parte terminale dell’artificiale, proprio a precedere l’ancorotto di coda. Viene commercializzata in dodici colorazioni, che passano dal classico testa rossa alle più incisive Glow e Keimura. Novità nella novità, la particolarità del colore 25D, bifacciale: da un lato rosa, dall’altro giallo, il tutto su base di squame a specchio disposte su tutto il corpo per esaltare i bagliori nella fase di recupero. Come tutti gli artificiali Maria di ultima generazione, una parte importante è poi dedicata alla verniciatura con la tecnica dello Strong Paint, per resistere ai graffi. Ottime ancorine Owner Saltwater completano questo artificiale made in Japan. Ho testato il Fla-Pen durante gli ultimi giorni del mese di aprile, che hanno permesso di sfruttare al meglio la ricerca delle spigole, dal momento che le abbondanti piogge e le successive mareggiate hanno consentito di pescare a lungo con ottimi risultati. La bassa pressione persistente e l’ultima fase di luna calante hanno fatto il resto, facendomi optare per scogliere e spiagge adiacenti a foci, alternando sessioni di spinning dalla scogliera e dalla spiaggia. Ho approcciato lo spot con i classici artificiali da spigola e dopo poco ho ottenuto i primi risultati su Amnis 1 e Fake Baits 110 Floating prima di montare un Fla-Pen col. 10H. Finita la prova da scogliera, è in spiaggia che metto a dura prova la mia attrezzatura, in quanto il mare formato e il vento in faccia rendono praticamente impossibile la pescata. Ho con me la Palms Shore Gun da 8’6” e cerco di sfruttare questo fattore. Con un drop cortissimo e caricando al massimo la canna, noto con stupore che l’artificiale vola lontano, molto più di quanto potessi minimamente immaginare. Non a caso nelle note tecniche del Fla-Pen è evidenziato come si sia lavorato molto per rendere l’artificiale catturante e performante nelle condizioni meteomarine più svariate, anche le più avverse. La paletta, durante la fase di lancio, tende a chiudersi sulla pancia per poi riaprirsi una volta toccata l’acqua e fermarsi a battuta su un rilievo che serve da deriva e separatore per i flussi d’acqua generati dalle vibrazioni emesse dalla paletta stessa: un lavoro di altissima ingegneria idrodinamica. Ma veniamo al nuoto, il vero punto saliente di questo artificiale. Recuperato in maniera lineare, il Fla-Pen inizia a muoversi sul proprio asse spanciando ed emettendo bagliori molto intensi. Essendo vincolato in testa dal moschettone, tende a mantenere questo movimento con l’aggiunta del movimento veloce della coda, dimostrandosi molto simile al nuoto di una swimming bait, che sappiamo essere esca molto amata dalla spigola. Lo studio dei flussi ha evidenziato come il movimento della coda e della paletta generino vibrazioni molto simili a quelle dei pesci esca. Questa particolarità ha permesso di fare la differenza: a quattro lanci ‘mirati’ sono arrivati quattro attacchi a buon fine. Recu-
(MSK-SW-802E) per egi fino a 3.5. Interessante l’inclusione di un modello specifico da casting in mare (MSK-SW-C68MH) con una potenza di 3/4 oz, dedicato ai pescatori di spigole che cacciano le regine con la gomma, piccoli jerkbait e in top water. Esiste anche un modello, in versione sia casting sia spinning, dedicato a light jigging e inchiku (MSK-SW-C63LJ/4 e MSK-SW-S63LJ/4), con un range di 60-150 g e azione Regular. Ottima sensibilità in punta e un grezzo con un manico molto potente che permette di gestire grandi predatori. La serie Travel include tre modelli in tre pezzi con un range di potenza che permette di gestire dai pesci del Mediterraneo ai grandi predoni tropicali. La MSK-SWT-773M è una canna da 2 oz che può gestire perfettamente un serra e allo stesso tempo un tarpon o una grande lampuga del Pacifico. Per un light tuna game abbiamo la MSK-SWT773MH, con 100 g di potenza e che sopporta una frizione di 7 kg: un modello con il quale è possibile affrontare grosse lecce, ricciole e tonni di media taglia. La più potente è la MSK-SWT-763P, un attrezzo da popping tropicale senza compromessi disegnato per affrontare GT, dogtooth e cubere con 150 di potenza di lancio e 10 kg di frizione. Le canne sono distribuite da Pro Tackles, tel. 051/887919, www.molixfishing.com.
show room perato a canna alta, l’artificiale tende a mantenere il dorso poco sotto il pelo dell’acqua, generando bollate molto simili a quelle dei cefalotti. Tale tipo di assetto permette di restare in pesca fino a pochi centimetri da riva, fattore non poco determinante per questa tipologia di artificiale, che ricordiamo essere di tipo affondante. Per ulteriori informazioni: Blue Springs, tel. 0422/ 634083, www.bluesprings.it, info@bluesprings.it.
una jig head rivoluzionaria in casa Seaspin
GEKO JIG Immaginate una jig head che vi permetta di entrare all’interno delle cover senza incagliarsi. Immaginate di poter scegliere il trailer della forma e delle dimensioni che preferite senza dover sottostare alle limitazioni dell’amo in dotazione. Immaginate se dopo aver agganciato il pesce foste liberi di godervi il combattimento senza preoccuparvi che la vostra cattura si possa liberare all’ultimo istante... Non dovete più immaginare nulla, perché adesso esiste il Geko Jig, una jig head armata con amo texas rig che vi permette di innescare il vostro trailer preferito, avendo la funzione di evitare ogni tipo di incaglio senza ridurre il potere ferrante. Essendo privo di ‘guard’, il Geko Jig viene trat-
(spheric head), per situazioni con fondali rocciosi e pietrisco di varie dimensioni, perfetta per essere lavorata lentamente seguendo le depressioni del fondale, oppure nel classico recupero a mezz’acqua ‘swimming jig’. La seconda forma è quella a proiettile (bullet head), per facilitare l’ingresso tra le cover e le situazioni dove è necessaria una maggior penetrazione: ottima per insidiare i predatori all’interno di fitti canneti oppure nei grovigli dei rami rivieraschi. Entrambe le versioni sono disponibili in ben 11 colorazioni per affrontare tutte le tipologie di acque in cui decidiate di insidiare la vostra preda, permettendovi così di abbinarli in perfetta sintonia con le colorazioni più disparate dei trailer che deciderete di accoppiare. Il Geko Jig rappresenta la nuova generazione delle jig head; deriva dall’esperienza di molte ore passate a pesca, ma sopratutto dalla volontà di trovare soluzioni alle nostre reali necessità. Finalmente non dovrete più raccontare come avete perso il pesce della vita, perché potrete mostrarlo in fotografia dopo averlo catturato con estrema sicurezza. Per ulteriori informazioni contattate Utopia Tackle, tel. 070/844099, www.utopiatackle.com, www.seaspin.com.
introdotta una modifica nel noto artificiale da luccio
HERON MANTIDE
tenuto nella bocca del pesce molto più a lungo di una normale jig head. In dotazione si trovano due tipologie di ami, un classico offset 4/0 e una versione wide gap di misura 3/0, adatta a ogni tipo di trailer vogliate utilizzare in combinazione con la vostra jig head. Ma la vera rivoluzione consiste nello snodo di connessione, formato da una girella in fusione con la testina connessa tramite un solid ring e un successivo split ring che, oltre a garantire una naturalezza nel movimento mai vista prima d’ora, consente di annullare la tensione sul filo, ruotando liberamente a 360°. Questa soluzione riduce al massimo le possibilità che la preda si stacchi durante il combattimento. Quando il pesce salta fuori dall’acqua scuote la testa in modo talmente veloce da sfruttare il peso della testina piombata per far fuoriuscire l’amo dal punto di aggancio; nel caso del Geko Jig tale movimento risulta inutile, perché lo snodo va a neutralizzare il suo movimento; inoltre, quando la preda viene portata a voi con troppa foga spesso il pesce ha ancora bisogno di essere gestito: sfruttando la girella potrete cambiare la vostra direzione di recupero tutte le volte che sarà necessario, senza offrire al pesce una possibilità per togliersi l’amo dal punto d’aggancio, in quanto sarà la girella interna a seguire il vostro movimento lasciando l’amo nel medesimo punto. La ferrata sarà sempre sicura e ben riposta, l’amo sarà sempre nella posizione ottimale per assicurarvi di agganciare il pesce in bocca nella posizione ottimale. Il Geko Jig è disponibile in due tipologie di forma, ciascuna in due misure, 3/8 oz e 1/2 oz. La prima tipologia è quella della testina sferica
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Da più di sessant’anni, il produttore italiano Carson è in prima linea nella progettazione di attrezzatura da pesca e nella lungimirante importazione di marchi leader in Europa, immettendo sul mercato numerose innovazioni, per ogni tipo e stile di pesca. Per quanto mi riguarda, Carson ha l’enorme merito di aver dato vita a uno degli artificiali più catturanti che abbia mai utilizzato, l’Heron Mantide, un’esca progettata per i grandi predatori, avendo in mente in particolare il luccio. Questo piccoli capolavori, nel tempo, hanno ottenuto l’indiscussa fiducia dei pescatori e costituiscono oggi un ‘classico’, a mio avviso un must per la pesca dell’esocide nelle shallow water. Si tratta di un tandem spinner in line, che ha la peculiarità di mandare in rotazione le proprie pale anche in fase di riposo: durante la sua leggiadra caduta verso il fondo, infatti, grazie alla fluidità dei cavalieri impiegati, le pale, seppur molto lentamente, roteano catturanti sull’asse del cucchiaio. Oggi, grazie alla nuova acuminata ancoretta dressata, munita di una catturantissima coda siliconica trailer, aumentano esponenzialmente le potenzialità balistiche. Qualora poi se ne dovesse avvertire l’esigenza, grazie allo storico sgancio rapido si avrà la possibilità di sostituire la stessa con un amo offset con grub trailer montato Texas, in modo da impiegare l’artificiale anche in tutte le situazioni più intricate, connotate da alta probabilità di incaglio. Per ulteriori informazioni: Carson, tel. 011/4501668, www.carson.it, info@carson.it (Patrizio Fasciani)
in anteprima!
RAPALA SALTWATER 2014-2015 Subito dopo l’Efftex, iniziano a trapelare le prime indiscrezioni circa le novità che le aziende proporranno per la nuova stagione e fra quelle che riscuotono più curiosità ci sono senza dubbio quelle provenienti da Rapala. Quest’anno abbiamo avuto occasione non solo di vedere ma anche di provare in anteprima i prodotti della casa finlandese e per questo siamo orgogliosi di proporvi con estremo anticipo questo piccolo report. Fra le news più interessanti per il SW spicca una nuova serie in tre misure (9, 12, 14 cm) chiamata XXX-Rap, che è un’evoluzione dell’omonima blasonata esca, disegnata con cura estrema per
quattro i nuovi modelli disponibili da Pelican
PINKY, SUPER PINKY, SKIPPER E BOMBER La nuova linea Pelican, rivista sia esteticamente che strutturalmente, comprende per ora quattro modelli: il classico Pinky nelle versioni che vanno dal 3 al 13 cm, galleggiante, affondante e superaffondante; l’ormai famoso Super Pinky nelle versioni da 9 (new), 11 e 13 cm, solo superaffondante ma con la versione da 13 cm anche galleggiante; lo Skipper nelle versioni da 5 e 7 cm, anch’esso nelle tre grammature; il Bombix, lipless che permette lanci senza paragoni. Il corpo, interamente realizzato in balsa, viene attraversato da un’armatura passante in acciaio inox, inglobata in una piombatura progettata ad hoc per consentire utilizzi molteplici, sia in lago che in acqua corrente. Il tutto viene rivestito con un leggero strato di resina, colorato in 11 tonalità con le migliori vernici presenti sul mercato e rivestito con una finitura trasparente che rende gli artificiali resistenti alle forti sollecitazioni meccaniche alle quali sono sottoposti. Risultano adescanti dalle turbinose acque dei grandi fiumi del nord passando per tutti i torrenti della penisola fino ai laghi, siano essi naturali o cave artificiali (laghetti a pagamento ecc.), recuperati in modo lineare o in caduta oppure jerkati per catturare l’attenzione dei predatori più apatici. Data la robustezza della struttura si adattano splendidamente anche alla pesca in mare da riva: porti, spiagge e scogliere sono luoghi dove impiegarli con fiducia, dal momento che i test effettuati sui modelli sopra descritti hanno dimostrato l’efficacia su molte delle nuove specie di predatori che da qualche anno visitano le nostre coste. I nuovi titolari dell’azienda sono quindi pienamente soddisfatti del lavoro fatto e, da appassionati pescatori, consigliano caldamente i rinnovati artificiali Pelican per qualche ora all’insegna della tranquillità e del divertimento. Per maggiori informazioni: Pelican snc, via Pasubio 34, 36034 Malo (VI), 0445/607518, mobile 328/1494293, 338/ 4083623, www.pelican-fishing.com.
insidiare predatori di taglia, con tanto di anima passante, split ring robusti e ami singoli della VMC con occhiello in asse. La novità non si limita all’armatura, ai dettagli 3D e alle nuovissime colorazioni, ma riguarda anche (per le misure da 12 e 14 cm) una rivisitazione del sistema di spostamento dei pesi interni e soprattutto della grammatura (36 e 54 g rispettivamente), che porta questi artificiali a essere delle vere e proprie ‘saette’, pronti non solo per le mangianze ma anche per lo spinning inshore. Dotati di un’azione di rolling e wobbling come i cugini ‘normali’, sono sinking e hanno un movimento di fluttuazione naturale quando sono lasciati affondare (che simula il nuoto di un pesce in fase di caduta). L’XXX-Rap cast si è reso subito protagonista delle nostre uscite di test, regalandoci un tonno rosso di branco (15 kg) che ci ha consentito di mettere alla prova l’esca e le sue capacità di tenuta in trazione. Una novità interessante dal punto di vista costruttivo è invece il BX Waking minnow, che porta avanti la serie (BX) nella quale Rapala spo-
sa la sua filosofia di costruire in balsa, per dare un’azione unica alle esche, con un rivestimento in copolimero di resina che garantisce una livrea più accattivante e una durata maggiore nel tempo. Il BX Waking (13 cm per 22 g) sembra a prima vista un minnow – diciamo anche non molto trendy perché ricorda i ‘palettoni’ d’altri tempi – ma la sopresa arriva quando lo si va a recuperare: la paletta, posta a 90° rispetto l’asse del corpo, conferisce all’esca un’azione di superficie molto adescante: con un recupero lineare lento si fa nuotare l’esca appena sotto la superficie, ma se si accelera o si dà una jerkata, la conformazione della paletta crea un’azione molto simile a quella di un popper. Un artificiale senza dubbio fuori dagli schemi, non solo nostri ma anche dei pesci, che ci ha regalato subito belle soddisfazioni con le spigole. Un’altra novità assoluta, che si è guadagnata il primo premio all’Efftex come migliore hardbait, è il Weedless shad (8 cm per 16 g), esca nata inizialmente per il FW ma che ci è sembrato brutto lasciare a casa e
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che ha infatti riscosso notevole successo anche in laguna e sulle praterie di poseidonia alla ricerca di predatori in agguato. Il Weedless è sempre un jig con sistema antialga, che tuttavia è stato lavorato sulla coda in modo da avere un timone che possa conferirgli non solo un’azione erratica, ma un vero e proprio nuoto. Senz’altro da provare. Notevole poi il restyling di alcuni artificiali storici, come Xrap e Skitter Pop, che si presentano con nuove colorazioni davvero accattivanti, in particolare per quella ‘bluefin tuna like’ dell’Xrap da 20 e 30. Nuovi colori, in particolare il classico ‘sardina’ e tre di fantasia (rainbow, pink, bianco/arancio) che rinverdiscono la gamma dei long jerk Rapala. Per chi pesca nel torbido, magari in acque tropicali, ecco poi una novità da portare con sé nei grandi fiumi e nelle lagune alla ricerca di tarpon di taglia: il nuovo Shad Rap Magnum (12 cm per 40 g), che unisce il movimento unico di quest’esca in abachi con un lip in metallo, già brevettato per il Rapala Magnum, che conferisce all’esca non solo maggiore resistenza, ma anche maggiore capacità attrattiva. Continuando il discorso sui pesci di taglia, ecco la versione da 180 cm (90 g) del Popper Pro della Williamson, già presentato lo scorso anno nella misura 130, armato di single hook e che ben si è comportato con i tonni rossi, che si sposa bene con il nuovo Surface Pro (130 e 180 per 45 e 100 g), lipless affondante e con un minnow da caccia grossa, il Casting Pro (110 mm per 40 g), tutti armati con ami singoli e destinati alla caccia grossa. Rimpolpata anche la sezione casting jig, con i nuovi Koika, a sezione asimmetrica, che vanno ad affiancare i Gomame (nuova taglia). Per questo motivo, lo stesso marchio ha sviluppato un interessante Harness, destinato alla pesca in stand up con canne sia a bobina rotante che fissa (con apposito raccordo per mulinello), insieme a guanti da combattimento e a una comoda cintura da viaggio. Infine le novità Storm, dove a parte il lancio della serie Arashi per il bass, che ha spopolato in USA (ne riparleremo), spiccano un minnow disegnato per la spigola, il So Run minnow, e un altro lipless affondante, il So Run sinking pencil, destinato alla pesca da terra e alle man-
Sator 5,8”, Lover Buzz SS, SWD Swimming Dragonfly, RA Shad 6”
NEWS MOLIX Dopo l’uscita del Sator da 5” è adesso disponibile il già annunciato pezzo grosso da 5,8” che dotato anch’esso della sfera con camera d’aria in coda, che garantisce l’azione dell’artificiale anche quando rimane posato sul fondo. Importante novità top water creata in collaborazione con Mike ‘Ike’ Iaconelli, il Lover Buzz SS (dove SS sta per Super Squeaky; squeaky vuol dire ‘stridente’, ‘cigolante’) ha un disegno speciale dalla pala, che è più grande del normale ma soprattutto più rumorosa, una scelta ben precisa del professionista americano che desiderava un’esca che si facesse sentire in modo fragoroso. Il Lover Buzz SS pesa 3/8 oz, 10,5 g e ha l’amo snodato. Finalmente nel mercato l’attesa SWD Swimming Dragonfly, imitazione di larva di libellula galleggiante. Le alette laterali del corpo hanno una grande mobilità e scatenano l’aggressività dei predatori. Tra l’altro, la SWD è in realtà due esche in una: si può infatti tagliare la parte superiore del corpo e usarla come un insetto, mentre la posteriore è un ottimo trailer per i jig. Questa nuova esca è disponibile sia in 3,5” sia in 5”. La già annunciata RA Shad da 6”, un siliconico di grande taglia per lucci e predatori marini, arriva finalmente agli scaffali dei negozi. Per l’occasione la One More Than the Devil, marca della Protackles specializzata nella fabbricazione di ami e testine piombate in tungsteno, ha creato la misura 7/0 dell’amo OMTD OH1500 T-Swimbait e un 7/0 dell’amo OH1900 Classic Wide Gap. Per ulteriori informazioni, potete contattare Pro Tackles, tel. 051/ 887919, www.molixfishing.com.
un nuovo punto vendita per la pesca a mosca in provincia di Arezzo
HYDROSFERA gianze, che ha fatto davvero un’ottima impressione. Per rincarare la dose e supplire all’assenza di un wtd in casa Rapala, ecco il nuovo ZStick, prodotto in due misure (9,5 cm per 14 g e 11,5 cm per 24 g), che si presenta con un look aggressivo e un’ottima lanciabilità. Terminiamo (anche se abbiamo omesso per brevità i capitoli fili e accessori) con la miniserie Gomoku, che ha fatto diventare pazzi gli angler asiatici prima di arrivare da noi, con diversi modelli (minnow, popper, spinjig, bottom, tutti compresi fra i 2 e i 10 g), sia per la pesca finesse e light rockfishing, sia per quella su piccole mangianze, con artificiali molto curati e innovativi. Non ci resta che metterli al lavoro. Da Shimano Italia promettono che a settembre li troverete in negozio con un DVD tutorial a corredo, in maniera da partire con la marcia giusta. Per rimanere sempre aggiornati sulle novità, visitate la pagina Facebook di Rapala https:// www.facebook.com/rapalaitaly e il blog http://shimanofishnetwork.it (Antonio Varcasia)
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Hydrosfera, il negozio di Federico Renzi specializzato in acquariologia di acqua dolce e marina, ha da poco inaugurato un corner dedicato alla pesca a mosca. «La pesca con la mosca è la mia vita», dice Federico, storico collaboratore di questa rivista; così, appena ne ha avuto l’occasione, si è tuffato con entusiasmo in questa nuova avventura. L’unica cosa che manca da Hydrosfera sono le mosche: sembra assurdo ma è proprio così, perché le sole mosche che Federico vuole vendere solo quelle realizzate da lui. Ogni cliente ha la possibilità di scegliere tra diversi modelli o di portare il campione di un proprio dressing per poter ritirare le mosche in un tempo ragionevole, costruite alla perfezione sugli ami che avrà scelto e con i migliori materiali possibili. Da Hydrosfera, inoltre, un morsetto è sempre pronto per chi vuole vedere come si costruisce una particolare mosca o per chi ha bisogno di delucidazioni su qualche passaggio che non gli è ben chiaro. Hydrosfera si trova a Levanella, nel comune di Montevarchi, a pochi chilometri dall’uscita Valdarno dell’A1. Per ulteriori informazioni: tel. 055/9788055.
Black Flagg fonde efficienza americana ed eccellenza stilistica italiana
BACKDROP SPINNERBAIT Backdrop Spinnerbait di Black Flagg rappresenta l’anello di congiunzione tra l’efficienza americana e l’eccellenza stilistica italiana. Con questo artificiale BF ha infatti elevato il ‘tuning’ del classico Wedge Spinnerbait di Lonnie Stanley avvalendosi dell’esperienza costruttiva di ILBA: il connubio ha consentito di ottenere la massima efficienza e compattezza dello spinnerbait, unendo sapientemente arm cortissimo, Backdrop Blades (heavyweight), componentistica di prim’ordine e le nuove T.O.W. Qwikk Skirtz. Queste le caratteristiche: • size: 17 g - 21 g • head: Pure Lead “Snake” Head with 3D Eyes • arm: Superstainless Tapered R-Bend • blades: Double BF BackDrop Blades • skirt: T.O.W. Qwickk Skirtz • hook: Mustad 4/0 UltraPoint • swivels: Ball Bearing stainless steel Quattro i colori disponibili: Baby Bass, Silver Shad, Real Shad, Sexy Shad. Per maggiori informazioni: T2distribution, via Capinera 2, 44010 Boccaleone (FE), Fax 0532/800555, info@t2distribution.com.
prodotte dalla ditta Stonfo
PINZE PER DUBBING Nella gamma degli attrezzi prodotti dalla ditta Stonfo non potevano mancare le pinze per dubbing. Ormai da tempo l’utilizzo di queste pinze per la realizzazione di corpi e hackles in fibre di piuma e di peli animali col metodo del ‘dubbing in asola’ è divenuto un elemento di distinzione qualificata nel montaggio delle mosche artificiali. Il mercato attuale offre una variegata gamma di queste pinze, fra le quali alcune degne di nota e funzionali, altre di qualità molto scadente. Il modello realizzato da Stonfo (art. 634) rappresenta un salto di qualità sia per quanto riguarda il disegno, studiato con criteri di funzionalità e semplicità d’impiego, sia per quanto riguarda la cura tecnico-produttiva del prodotto, ottenuto con materiale plastico trasparente ad alta resistenza e stabilità. Le superfici delle ‘labbra’ di chiusura sono perfetta-
mente aderenti e hanno una superficie trattata che consente la solida tenuta delle fibre; la molla biconica in acciaio inox consente di utilizzare l’intera corsa di apertura delle pinze. Le pinze sono prodotte in due diverse misure: la più piccola con un’apertura di serraggio di 27 mm, la media con un’apertura di 49 mm. La pinza piccola è studiata espressamente per l’utilizzo del cul de canard e di piccole piume generiche, la media si presta egregiamente per l’utilizzo di hackles in genere e di peli animali di varia natura. Ogni confezione contiene due pinze della stessa misura che consentono tutte le operazioni necessarie a predisporre piume e peli per il dubbing in asola. Per ulteriori informazioni, potete rivolgervi a Stonfo, tel. 055/8739615, www.stonfo.com, stonfo@stonfo.com.
un nuovo wader da Aquaz
WADERTEK 5 CHEST WADER Il nuovo wader della Aquaz, il Wadertek 5, è stato sviluppato con un innovativo tessuto introdotto da Aqualex: Aquatek, una rivoluzionaria microfibra composta da filamenti di nylon e poliestere che garantisce una vestibilità morbida e liscia. La particolare struttura permette elevate prestazioni di assorbimento dell’umidità e asciugatura rapida. Con questa nuova tecnologia, il Wadertek 5 offre grande confort, morbidezza e un tessuto esterno estremamente durevole. La parte superiore è costituita da tre strati di Aquatek per garantire leggerezza e comodità; la parte inferiore, dalla vita in giù, offre cinque strati di Aquatek per la massima protezione dalle spiacevoli forature che spesso rovinano le uscite di pesca. Il calzerotto in neoprene ha uno speciale rivestimento in jersey sulla suola per proteggere i piedi da batteri e germi e per prevenire gli odori sgradevoli. Altre caratteristiche: • cintura elastica con fibbia; • ghette elastiche in neoprene antighiaia; • calzerotto anatomico in neoprene da 4 mm ad alta densità; • tasca interna con zip con due tasche a rete; • kit di riparazione. Il nuovo wader è distribuito in Italia da Errepi Udine Group srl, tel. 0432/699675, www.store.errepiudine.com.
da Stonfo un altro accessorio di alta precisione per il fly tyer
THREAD SPLITTER Ecco un altro geniale accessorio ideato dalla Stonfo nell’ambito della costruzione delle mosche artificiali. Com’è noto, i filati di montaggio sempre più sottili e resistenti consentono oggi di realizzare artificiali di ogni tipo e dimensione senza grossi problemi. Ma non ci sono limiti alla genialità inventiva: è il caso del dubbing in asola, che divide (splitta) il filo di montaggio, anche il più sottile, anziché raddoppiarlo come è consueto fare. L’operazione, che viene effettuata utilizzando uno spillo dalla punta acuminata, è piuttosto complessa e presuppone, oltre a una buona vista, anche una discreta dose di pazienza. Per venire incontro a questa esigenza la Stonfo ha progettato il Thread Splitter (art. 635), che rende l’operazione alla portata di tutti. Con questo piccolo attrezzo, oltre a dividere con facilità i filati di montaggio multifibra fino a una misura minima di 70 den, si possono dividere anche i nor-
recensioni mali filati (ad esclusione dei ritorti) fino a una misura minima di 8-10/0. Con i normali fili di montaggio (ma è consigliabile farlo con tutti) basterà avere l’accortezza di stirare la porzione di filato interessata, passandola sull’unghia o direttamente nella traccia del Thread Splitter per togliere l’appretto stabilizzante del filato e liberare le fibre. Ciò fatto, sarà sufficiente inserire il filato nell’apposita traccia posta all’estremità del Thread Splitter e premere sull’impugnatura. Se l’operazione sarà eseguita correttamente, il filato si aprirà. Potrà essere necessario all’inizio eseguire più operazioni prima di prendere confidenza con l’attrezzo, ma si prenderà pratica in breve e il tutto risulterà assai rapido. Il Thread Splitter è studiato per essere impugnato facilmente; la parte che divide è realizzata in modo che una volta diviso il filato, mantenendo la pressione e ruotando lo strumento l’asola si allarghi in maniera sufficiente per l’impiego. La realizzazione di questo accessorio, come accade per la maggior parte dei prodotti Stonfo, è stata resa possibile da uno studio accurato e dall’utilizzo di macchine di altissima precisione. Per ulteriori informazioni: Stonfo, tel. 055/8739615, www.stonfo.com, stonfo@stonfo.com.
una novità firmata C&F
FLY PATCH FOR CAP Da C&F, garante di qualità e design, ecco un grosso ‘bottone’ – fornito di clip per aggancio al cappellino o al gilet – che grazie a otto potenti magneti permette di fare asciugare in tutta tranquillità le mosche all’aria dopo l’impiego. L’importazione del prodotto è curata da Majora Intelligent Fishing, tel. 02/95364376, fax 02/87181418, www.majorafishing.com, www.majoraspinning.com, https:// www.facebook.com/majoraintelligentfishing.
motore e stand per la verniciatura delle canne e l’essiccazione delle legature
FUJI FMM2 Prodotto da Fuji, importato da Majora, ecco quanto di più pratico ed economicamente conveniente si può trovare sul mercato per la verniciatura delle canne e l’essiccazione delle legature. Molto apprezzato nel settore del rodbuilding per la capacità di reggere stabilmente la canna senza lasciare segni, può essere utilizzata per la finitura sia con vernice bicomponente che con vernice UV: in entrambi i casi si otterrà una finitura superficiale perfettamente liscia e omogenea. Il punto di forza è rappresentato dal pratico e ingegnoso mandrino a molla, che accoglie qualsiasi diametro di canna. L'utilizzo di due attrezzature permette di alternare l’operazione di verniciatura a quella di essiccazione, eliminando i tempi morti. FMM2 è dotato di un motore molto silenzioso, funziona a 220V e si presta anche per effettuare legature di anelli a canne da spinning e da mosca. Per maggiori informazioni: Majora Intelligent Fishing, tel. 02/95364376, fax 02/87181418, www.majorafishing.com, www.majoraspinning.com, https:// www.facebook.com/majoraintelligentfishing.
Moreno Bartoli, Manuale del costruttore di esche artificiali. Metodi autocostruttivi e tecniche di montaggio per gli artificiali da spinning e traina, Lucca 2014, 220 pp., 30 €. La prima edizione di questo volume, che costituisce l’unico testo di autocostruzione esistente in lingua italiana, era stata pubblicata dall’Editoriale Olimpia nel 2004 ed era andata piuttosto velocemente esaurita. Sollecitato da più parti per una nuova versione, l’autore, ripresisi i diritti sull’opera, ne ha curato personalmente una nuova edizione. Il risultato che abbiamo oggi tra le mani è un volume di 220 pagine con oltre 500 immagini a colori che prende in esame tutti gli aspetti dell’autocostruzione e ne illustra con linguaggio semplice e accattivante le varie possibilità. Moreno Bartoli è un collaboratore di questa rivista e si occupa di autocostruzione da quasi quarant’anni; ha creato gli artificiali del marchio Exact Lures, fra i quali i notissimi Sibilla, Geppetto, Saltapicchio, Jumperocchio. È dunque un pioniere di questa disciplina in Italia, conosciuto e rispettato da tutti gli appassionati del settore, per cui non ci soffermeremo a tesserne gli elogi. Il grande merito del suo volume è quello di rivolgersi con il giusto tono e fornendo le corrette nozioni a coloro che si avvicinano per la prima volta al mondo dell’autocostruzione, guidandoli dapprima all’apprendimento dei concetti essenziali per poi presentare loro una vasta serie di ricette per la realizzazione di decine di artificiali, oltre che delle loro parti interne ed esterne, e di vari accessori. Il tutto con una strumentazione di base fatta di pinze, seghetti, collanti e colori, che non prevede l’acquisto di costosi macchinari. L’unico difetto di questo volume risiede nella sua veste editoriale, che è ‘essenziale’, priva di vezzi e rifiniture. Ma le foto sono tutte estremamente pertinenti, di buona qualità e di grandezza adeguata alle esigenze della consultazione, i testi sono chiari e razionali, come ci si aspetta da un buon manuale, il tutto è ben stampato e rilegato. Lo scopo dichiarato è quello di far evolvere il ‘sistema spinning’ a un livello più alto, di far acquisire anche agli spinner italiani quella superiore consapevolezza della cattura che nel mondo della mosca viene in gran parte proprio dalla costruzione dei propri artificiali. Perché la soddisfazione di catturare un pesce dopo averlo ingannato con un artificiale che non solo si è stati capaci di lanciare e recuperare nel modo migliore, ma si è anche costruito, adattandone misure, peso, colore, caratteristiche di nuoto al corso d’acqua frequentato e alla preda insidiata, è fonte di una gioia unica, che non si può raccontare. Il libro può essere richiesto direttamente all’autore tramite la mail spliche@ alice.it o il n. cell. 328/0937272.