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www.lapescamoscaespinning.it
n. 5 • OTTOBRE-NOVEMBRE 2014
€ 5,90
Scazzone L a m p u g he Strammarus Offset Mullet Nuova Zelanda Bass: due popper
BASS ZONE ON THE ROAD: SPAGNA
A n d a m an e B i g wo r m s S l ow j i g g i n g Trote e long jerk Bass Zone: Spagna Persici e cavedani del Maggiore
Direttore responsabile Eugenio Ortali Redazione Via Jacopo Della Quercia 88 50053 Empoli Tel. 0571/73.701 • Fax 0571/530.989 www.lapescamoscaespinning.it info@lapescamoscaespinning.it www.facebook.com/MoscaeSpinning http://twitter.com/lapescaMeS www.youtube.com/user/MoscaeSpinning www.flickr.com/photos/moscaespinning
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WALKING THE POPPER
SLOW JIGGING
di Ivano Mongatti e Nicola Picconi
di Paolo Polimeni
Quando Ivano e Nicola pescano assieme il bass, si sentono sull’acqua due suoni diversi: uno è quello degli stop and go dei popper corti e tozzi di Ivano, l’altro quello del fluido tintinnio continuo prodotto dai popper più allungati di Nicola, recuperati quasi walking the dog.
«Lo slow jigging è una variante tecnica del jigging il cui obiettivo è quello di manovrare l’artificiale tenendolo il più possibile sospeso nella zona di pesca, mediante richiami che generano movimenti lenti e ondulanti. Ciò dà la possibilità al pesce di aggredire l’esca con maggior facilità».
Segretaria editing Graziella Curto Hanno collaborato a questo numero Mauro Borselli, Luca Dal Cer, Fabio Federighi, Alessandro Massari, Ivano Mongatti, Giorgio Montagna, Max Mughini, Angelo Piller, Paolo Polimeni, Claudio Rampazzo, Marcello Remondi, Federico Renzi, Marco Sammicheli, Alessandro Sgrani, Igor Stancev, Nadica Stanceva, Emanuele Turato Pubblicità e abbonamenti Zona Franca Edizioni srl Via Veneto 169 • 00187 Roma info@lapescamoscaespinning.it Responsabili pubblicità Elena Dall’Armi • tel. 0571/73.701 Dario Gulli • tel. 06/321.02.42
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BASS ZONE ON THE ROAD SPAGNA
OFFSET B&W MULLET
di Max Mughini Nuova avventura per Max e la sua «Bass Zone». Questa volta la meta è l’Extremadura in Spagna, ricca di acque quantomai interessanti per l’insidia del bass. Max le visita in compagnia di due diverse guide, ma prima, sulla strada, c’è il Caspe...
La necessità di pescare la spigola in zone lagunari e di foce limitrofe al mare, con presenza di bassi fondali ricchi di vegetazione acquatica, ha portato Mauro all’elaborazione di un artificiale antialga basato su un amo offset artigianale e costruito con hackles, bucktail, pelo di cervo.
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STRAMMARUS
TROTE E LONG JERK
di Alessandro Sgrani
di Marcello Remondi
Streamer? Gammarus? Sulla Tail Water Sieve l’autore ha assistito a uno strano comportamento dei gamberi, che nuotando si allungavano completamente. Ha deciso dunque di costruire dei gammarus su amo dritto e di dar loro molta vitalità con del marabou o del coniglio.
In questo lungo articolo l’autore rivela il frutto di una ricerca durata diversi anni, che lo ha portato a constatare l’efficacia dell’impiego del long jerk nella pesca delle varie tipologie di trote, ma non solo. Dove e perché, modelli, attrezzature, tecniche, consigli.
di Mauro Borselli
Pubblicazione periodica Disponibile anche come App per iPad e dispositivi Android Registrazione presso il Tribunale di Vicenza n. 900 del 4 febbraio 1997 Tutti i diritti riservati LA PESCA MOSCA E SPINNING ZONA FRANCA EDIZIONI srl Direttore editoriale Giulio Fascetti Stampa: Arti grafiche Boccia spa, Salerno Distribuzione: Press Di, Distributore stampa e multimedia srl - 20134 Milano
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LAMPUGHE DELL’ALTO ADRIATICO
PERSICI E CAVEDANI DEL LAGO MAGGIORE
SCAZZONE
di Claudio Rampazzo
di Giorgio Montagna
Finita l’estate, ecco arrivare il momento delle lampughe. L’autore spiega come pescarle a mosca dalla barca in una zona che conosce bene, soffermandosi sulle abitudini del pesce, sull’approccio agli ostacoli, sugli artificiali più redditizi.
Giorgio torna a parlare delle acque che gli sono più care e che attirano sempre molti pescatori del Nord. Questa volta approfondisce il tema dei persici e dei cavedani di stagione, illustrando artificiali e tecniche per la loro insidia a diverse profondità.
Lo scazzone vive costantemente sul fondo, compiendo piccoli spostamenti, anche in verticale, per poi tornare a mimetizzarsi nella sabbia o fra i detriti. La sua imitazione, pertanto, deve curare molto l’appesantimento senza dimenticare un po’ di movimento.
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BIG WORMS
NUOVA ZELANDA
di Luca Dal Cer
di Angelo Piller
In anteprima, una delle ultime novità del bassfishing americano: l’impiego di vermoni XXL (fino a 16”). Luca, dopo aver ricordato le caratteristiche di questi artificiali e le modalità ‘nostrane’ per il loro utilizzo, illustra la tecnica americana, che qualche risultato ha già dato anche qui.
Mataura, Eglinton, Oreti, Mararoa: sono forse i più noti fiumi da pesca a mosca della Nuova Zelanda, da molti considerati un sogno irraggiungibile. Ma con un po’ di accortezza e seguendo i consigli di Angelo la cifra per raggiungerli può essere fortemente ridimensionata.
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RUBRICHE
UN TOPO PER IL LUCCIO
CACCIA GROSSA ALLE ANDAMANE
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di Nadica Stanceva e Igor Stancev Questa volta Nadica e Igor ci propongono l’imitazione di un topo d’acqua, caratterizzata da grande lanciabilità (nonostante la notevole massa di peli da cui è costituita) e da lunghe zampette in elastico a sezione rotonda, che conferiscono movimento all’artificiale.
di Alessandro Massari La corretta valutazione del periodo di pesca migliore, della temperatura dell’acqua e della fase lunare è di vitale importanza per la cattura a popping dei grandi GT di cui sono ricche le acque dell’arcipelago indiano delle Andamane.
di Federico Renzi
NOTIZIE SHOW ROOM RECENSIONI
Nel corso dell’estate è giunto un numero ridotto di inserzioni per il Mercatino, per cui rimandiamo la pubblicazione della rubrica al prossimo numero.
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Walking the popper
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IVANO MONGATTI [ivanomongatti@libero.it] e NICOLA PICCONI lternativa? Per alcuni non lo è più. Il black bass, pesce prediletto di molti che pescano a spinning, sta diventando negli anni una delle ‘prede’ più divertenti e più ricercate anche dal pescatore a mosca. Piace sempre di più anche ai moschisti, infatti, avere la
possibilità di trovare un pesce selvaggio nel vero senso della parola. Nato e cresciuto in ambienti dove la mano dell’uomo ha difficilmente contribuito al suo sviluppo, il centrarchide si è diffuso, nella maggior parte dei casi, senza ‘aiuti’ successivi a quelli di casuali, sporadiche immissioni. Questo suo prendere possesso e colonizzare potentemente gli ambienti affascina il pescatore, che lancia le
sue esche verso ipotetiche tane, tronchi o strutture dove lo immagina sempre appostato, sempre in caccia. Ed è così: in fondo il bass è sempre in caccia, basta trovagli la medicina giusta, ovvero l’esca giusta, stimolarlo a dovere… e lui abbocca, o almeno dovrebbe. Se non fosse per la sua proverbiale vena lunatica, infatti (in alcuni momenti può davvero diventare irritante), questo pesce potrebbe considerarsi, nel nostro tipo di pesca, veramente semplice da catturare. Ma non lo è. Pesco il bass da tanto tempo a mosca; amando anche trota e mare, vado a momenti, ma non lo tralascio mai, insidiandolo ogni anno in estate e in autunno in Mariposa, o con una vecchia ciambella Safari di cui non intendo disfarmi. Mi piace pescare a galla (pur non disdegnando di scendere sotto la superficie quando occorre, specialmente nelle ore morte e calde del pomeriggio) e il popper è l’esca che prediligo, costruito corto, tozzo, perfetto per l’azione stop and go che produce sempre attrattivi ‘suoni’ e mai molesti rumori. Posseggo anche, dall’epoca in cui era davvero bello il lago di Bilancino (dieci anni fa), un popper diverso, allungato, nero e rossastro, con cui ho pescato tante volte e ho sempre catturato. È strano, si muove veloce, non è sicuramente progettato per lo stop and go, o almeno non soltanto. Lo ha fatto il mio amico nonché giornalista Nicola Picconi, compagno di svariate uscite e vero fissato della pesca a mosca del bass. Una volta ragionavamo su un tale che ci aveva detto «ma se vi piace il bass, perché non pescate a spinning?» e la sostanza della risposta fu «perché a noi piace prenderlo con la mosca, in quel modo, a tradimento, a galla, a vista, sulla bollata perfetta; il resto ci darebbe meno gusto». E poi non è detto che non sia un bel bass, un big, perché nei momenti giusti è facile incappare in quello grosso. Il popper di Nicola è pensato per lavorare in maniera totalmente diversa dai miei, che sono tozzi, corti, popperano (perdonate il verbo) ogni 10 cm, anche meno volendo, sono rigidi e vibrano. Quello di Nicola è allungato e se recuperato a strappetti continui lavora quasi walking the dog. Nei momenti di silenzio il mio popper è più discreto, richiama forse di più anche da fermo, ma quando c’è attività il giochino di Nicola è davvero funzionante. Il nostro recupero è totalmente diverso e quando peschiamo assieme, affiancati, in ciambella o in barca, suoniamo musiche diverse per i pesci. La mia esca percuote battiti ancestrali – tum… e silenzio, tum… e silenzio –, quella di Nicola tintinna fluidamente. Non so se ho reso l’idea, è difficile spiegare con le parole suoni e ritmi. Credo comunque che le nostre due pesche siano complementari e possano smuovere ognuna pesci che, stimolati con l’altra, in quel momento non abboccherebbero. Dopo l’ennesima pescata in cui ho constatato ancora una volta gli splendidi risultati del suo artificiale, ho pensato di proporgli di scrivere questo articolo assieme, chiedendogli, visto che lo fa di mestiere, di metter mano alla penna e di raccontarci della sua esca e della singolare tecnica che ha affinato per affrontare i bass. 5/2014
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tecnica bassfishing
Bass Zone on the road
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MAX MUGHINI [ indian.rec@libero.it]
vevo visto film e documentari sul sentiero de Santiago e avevo capito che rappresentava qualcosa di affascinante, dalla forte valenza mistica, ma mai avrei immaginato che costituisse una realtà così potente e ancora così sentita da gente di tutto il mondo. Così come mai avrei potuto immaginare che la zona possedesse laghi e fiumi talmente belli. Per il settimo anno di «Bass Zone» volevo fare qualcosa di diverso, di forte. Così, ai primi di giugno, agganciata la barca al pick-up, caricata family e attrezzatura, sono partito per un viaggio di oltre 4000 km. Inizia così la nuova serie
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«Bass Zone on the Road Spagna». L’intento era quello di vivere l’esperienza e di condividerla con tutti gli appassionati del canale Caccia e PESCA – oltre che di questa rivista, ovviamente –, ma soprattutto di farlo sotto forma di sfida personale. Il momento scelto per il viaggio, infatti, era il più difficile: sono febbraio-marzo e la fine stagione i periodi che in Spagna consentono di fare disastri di pesci, tutti di media molto alta. Secondo le guide locali non vale nemmeno la pena andare a bass in estate: meglio dedicarsi ad altri pesci. Ma è questo il divertente. Pescare in un periodo difficile su pesci difficili! Con un planning ben definito di tutto il tragitto, anche se l’incognita l’avrebbe fatta da protagonista.
Spa gna Avevo un ‘tarlo’ mentale, una vera e propria fissazione, per la regione più importante come quantità d’acqua di tutta Europa, l’Extremadura, un ambiente con oltre 150 laghi pescabili oltre a fiumi e piccole dighe. Ma l’Extremadura si trova a ovest della Spagna, al confine del Portogallo, per cui, guarda caso, lungo il percorso che mi ero prefissato si trovava uno dei laghi più ‘storici’ del bass fishing, il Caspe, a Saragoza. Se qualcuno dovesse mettermi sul piatto una pescata a Caspe e una… chessò a LakeFork, probabilmente la mia scelta cadrebbe proprio su Caspe, pertanto non vi dico l’emozione che mi ha accompagnato lungo il viaggio. Arrivato al lago, però, ho una strana sensazione. Sono al rinomato camping dove tutti i grandi bassmen alloggiano durante le gare, dove sono passati i più grandi nomi del professionismo, sia americani che
giapponesi. L’atmosfera è potente, ma anche enfatizzata dalla suggestione. Fatto sta che è strano… sono qui, di pomeriggio, dopo 1800 km, e non ho il solito ‘stimolo irrefrenabile’ di andare immediatamente a lanciare un’esca in acqua. Contro ogni volontà logica e ovvia me ne sto lì senza fare nulla, semplicemente a vivere il momento. Il permesso di pesca per questo lago si fa direttamente nella reception del camping. Si tratta di una licenza di pesca dal costo di pochi euro e che dura un intero anno. Per la navigazione non ci sono problemi: tutto compreso, purché si sia muniti di motore a quattro tempi e ovviamente di tutti i documenti in regola. Lo scivolo per calare la barca è perfetto, molto comodo. Primo giorno di pesca zero. La mia sfida personale sta prendendo una brutta piega e inizio a farmi mille domande. Mi chiedo se davvero sono in 5/2014
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tecnica spinning mare
Slow jigging
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PAOLO POLIMENI [ paoloenatalia@yahoo.it]
urante il mese di giugno, grazie alla visita a Marina di Ragusa di due dei maggiori esperti mondiali della tecnica dello slow jigging, Takeshi Numata e Yasushi Kawahara, ho avuto modo di approfondire questa nuova affascinante disciplina verticale. Lo slow jigging è una variante tecnica del jigging il cui obiettivo è quello di manovrare l’artificiale tenendolo il più possibile sospeso nella zona di pesca, mediante richiami che generano movimenti lenti e ondulanti. Ciò dà la possibilità al pesce di aggredire l’esca con maggior facilità, rendendo la tecnica indicata anche per prede che nuotano più lentamente rispetto a tunnidi e carangidi. È fondamentale ai fini della tecnica capire bene come muovere il jig in pesca, ovvero da un lato all’altro in maniera ampia, attirando il pesce con movimenti oscillatori. Durante il recupero l’azione della canna deve dunque creare un movimento di ‘sbalzi’ che facciano muovere l’artificiale lateralmente ed è proprio questo risultato che vi farà capire che state effettuando il giusto movimento. Gli elementi chiave sono il ritmo, il recupero e la presa (mano che sorregge la canna). Vediamo dunque come animare il jig. Il ritmo di base è quello del battito cardiaco. Recupe-
rando da uno a un quarto di giro di manovella a seconda delle condizioni e della velocità del mulinello, mantenendo ferma la mano che sorregge la canna, si ottiene un movimento ampio e circoscritto; se si accompagna al recupero anche una leggera jerkata, il movimento risulterà ancora più largo. Per creare l’azione giusta con l’artificiale occorre verificare sempre la corretta posizione della canna: se si creano angoli troppo acuti fra trecciato e canna, infatti, il jig effettuerà degli sbalzi veloci, dal momento che la punta della canna farà maggiori oscillazioni. Il jig infatti oscilla di meno quando la punta della canna è abbassata; la considerazione che ne consegue è che si può cambiare il movimento del jig tramite la posizione della canna. Il consiglio è quello di iniziare a slow jigging con la posizione della canna parallela al mare. Nelle prove iniziali e nei primi metri d’acqua è bene perdere due minuti per verificare se in prossimità della barca il movimento dell’esca è in linea con quanto detto finora. Ricordate che il movimento deve essere ampio e lento ondulante. Durante la pescata, potete cambiare il ritmo del recupero per ottenere lo strike. Due giri di mulinello in rapida successione rappresentano già una buona variante per un recupero meno lento e cadenzato, ma l’importante è il rilascio dell’artificiale: se si avrà la sensazione che il predatore
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tecnica spinning
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ono trascorsi più di tre anni da quando per la prima volta ho provato l’emozione di ingannare una trota con un long jerk. Con tutta la soddisfazione di aver conseguito il risultato grazie alle deduzioni che sono state il frutto di un lungo percorso, dell’evoluzione personale di oltre quindici anni di spinning in freshwater. Come la maggior parte di voi, anch’io ho intrapreso questo viaggio partendo dall’utilizzo di rotanti e di piccoli minnow di 5 cm, orientandomi però successivamente su misure via via più abbondanti. Ho sempre avuto un’innata voglia di uscire dagli schemi e dai luoghi comuni, un desiderio di sperimentare e di cercare quel qualcosa in più che, uscita dopo uscita, lancio dopo lancio, mi ha portato a sperimentare l’impiego di nuovi artificiali, utilizzati in precedenza solo in altre tipologie di spot e con altri predatori. Ogni pescatore che si rispetti ha qualche segreto, che gli permette di avere quella piccola marcia in più che riesce in certe situazioni a fare la differenza fra una bella uscita di pesca e un capotto. Nelle foto delle mie catture degli ultimi anni, così, ho sempre cercato di omettere l’artificiale, pur essendo consapevole del fatto che in un mondo caratterizzato dalla condivisione di catture ed esperienze, grazie ai social network in primis, certe ‘malizie’ sono impossibili da tener nascoste per periodi più o meno lunghi. Bene, per quanto mi riguarda è arrivato il momento di condividerle.
MARCELLO REMONDI [ remondi.marcello@alice.it]
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itinerario mosca
Nuova Zelanda
Una bellissima fario catturata a secca nel cuore del Fiordland.
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ANGELO PILLER [ infoflyfishdolomiti@yahoo.it] o stereotipo Nuova Zelanda uguale a viaggio impossibile è ormai consolidato nella mente dei pescatori a mosca, ma non c’è niente di più sbagliato. Escludendo il prezzo del volo, può infatti risultare più costosa una vacanza di pesca in Austria o nella vicina Slovenia. Lo stesso volo, se prenotato in anticipo, costa una cifra ragionevole, intorno ai 1200 euro. Forse, allora, parafrasando il film Frankenstein Junior di Mel Brooks, un simile viaggio «si-può-fare!». Se volete diventare ‘padroni’ per un anno dei fiumi e laghi neozelandesi è infatti sufficiente pagare una licenza di soli 70 euro! Per il resto, noleggio dell’auto, motel e ristoranti costano più o meno come da noi in Italia. Il conto è presto fatto: con poco meno di 3000 euro è possibile pescare una decina di giorni in Nuova Zelanda. Ovviamente un simile viaggio, senza ‘l’uso’ della guida, richiede un minimo di strategia e quindi di organizzazione.
l’ultima sfida Tra i tanti fiumi che ho pescato in giro per il mondo, dal Montana all’Islanda, dal Canada all’Alsaka, non sono mai tornato più di due volte nello stesso posto. In questo momento, con meno di tre mesi dalla partenza, sto preparando il quarto viaggio verso la terra del Signore degli Anelli. Se penso ai fiumi neozelandesi mi viene in mente lo schema di certi videogiochi strutturati su vari livelli. L’ultimo è quello più difficile, quello in cui affronti il ‘mostro’ quasi imbattibile, la sfida finale, che nel nostro caso consiste nel catturare uno dei mitici ‘trotoni’ che vivono nei fiumi di questo paese. Spesso si parla di fiumi celebri come delle vere e proprie ‘università della pesca a mosca’. La Nuova Zelanda ne rappresenta il gradino superiore, ovvero è un vero e proprio Master. Ciò che rende affascinante la pesca in questo luogo, oltre ovviamente alla bellezza di certi contesti, è che le sue grosse trote sono pescabili a secca o a ninfa a vista, con la stessa attrezzatura che usiamo nei nostri fiumi italiani. Canna nove piedi coda cinque, finale dello 0,16, mosca in cul de canard o piccola ninfa in coda di fagiano, e via! Oltre a questo aspetto, bisogna aggiungere che spesso la pesca si trasforma in una sorta di ‘caccia’. Il pesce va cercato, trovato e quasi sempre è vietato sbagliare.
show room potenza in mare
SAGE SALT Per la pesca in mare e per tutte le condizioni estreme nelle quali sonno richieste potenza, precisione e distanza, la Salt Sage è la nuova canna di riferimento; costruita in Konnetic Tecnology, si carica velocemente per essere sempre pronti, anzi prontissimi, perché in mare succede tutto in fretta. Per lanciare finali in fluorocarbon sottilissimi nelle flat o grosse mosche nel vento, non c’è canna migliore. Disponibile dalla lenza 5 alla 16, nelle misure 9’ o 8’6” a seconda dei modelli. Ecco le caratteristiche: • costruzione in Konnetic Technology® • azione specifica per il mare: salt action • colore blu notte • legature nere con profili argento • passante di base Oversized Fuji Ceramic Stripper Guide • passanti e puntale a serpentine Oversized al cromo duro • portamulinello in alluminio anodizzato nero reverse lock • portamosca integrato nel portamulinello • serigrafia nel portamulinello identificativa, n. di coda • manico Full Wells • portacanna nero con logo blu elettrico e strip identificativa del modello • tubo in alluminio blu elettrico e tappi neri, con medaglione Sage Tutte le canne Salt sono coperte da garanzia a vita incondizionata su qualsiasi rottura, anche accidentale. Prezzo: 718 euro. Per ulteriori informazioni: Garue, via del Torchio 14, Milano, tel. 02/86453590, www.garue.it, info@garue.it.
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Team Daiwa Specialist Light Boat
CANNA TD SP B J622 XHBAI La sigla Team Daiwa Specialist Light Boat connota una serie di canne di alto livello comprendente sette modelli destinati agli estimatori del vertical jigging leggero – in particolare delle tecniche inchiku e kabura – in grado di manovrare artificiali tipo metal jig fino a 120 g. Il modello TD SP B J622 XHBAI rappresenta la canna con maggiore potenza (120 g appunto), destinata all’utilizzo con mulinello rotante per la pratica impugnatura a grilletto. Prodotta, come le consorelle più leggere, con grezzo in monopezzo inserito a innesto nel calcio rivestito in EVA, che garantisce un confortevole e comodo grip, appena impugnata dimostra subito la sua innata leggerezza, unita a un profilo sottile che in pesca è apparso possedere un’azione reattiva a ogni sollecitazione dell’artificiale. Nei primi test dello scorso agosto si è rivelata anche eccezionale sulla ferrata del predatore, probabilmente grazie alla particolare mescola di carbonio di cui è composta, esclusivo di Daiwa (multistrato SVF). La TD SP B J622 XHBAI misura complessivamente 190 cm, con un ingombro di trasporto di 130 cm; il portamulinello è in grafite con guance in alluminio. Tutta la serie di canne vanta il montaggio dei nuovi anelli Fuji K-Guides Alconite (10 in totale). Ho potuto constatare come si tratti di un attrezzo che consente di pescare per ore senza affaticare braccia e polsi, esaltando il piacere dell’uscita in barca; appare inoltre ideale quando scopo della battuta è la ricerca sul fondo, con richiamo lento, di predatori come dentici, pagri, ricciole, cernie brune ecc. Una volta iniziato il combattimento, la canna non teme sfide e la sua azione progressiva ammortizza a dovere le sfuriate del predatore di turno. Per ulteriori informazioni: Daiwa Italy, www.daiwaitaly.it, info@daiwaitaly.it. (Giorgio Montagna)
canne AC4 e mulinelli SLT
POZZOLINI PER IL SALTWATER La Pozzolini Fly Fishing ha messo in commercio una linea completa di prodotti per la pesca a mosca in mare, che comprende le canne AC4 e i mulinelli SLT. Le canne AC4 sono costruite con l’esclusiva tecnologia HDP (Hi-Density Process): sono incredibilmente leggere, potenti, performanti e robuste. Il fusto è protetto con una speciale vernice satinata antigraffio e anticorrosione, l’impugnatura è in sughero superquality con portamulinello in alluminio anodizzato con inserto in wooven graphite e interno in schiuma di carbonio per garantirne la rigidità durante i combattimenti più impegnativi. Fornite di serie di cimino di ricambio per far fronte a ogni imprevisto anche nelle località più sperdute, fodero in tela e tubo foderato in cordura con inserti in cuoio, sono garantite dieci anni contro ogni rottura. Due i modelli: AC4 989 - 9’ # 8-9, per la pesca di bonefish, baby tarpon, lecce, serra, tonnetti, lanzardi, sgombri ecc. 325 euro. AC4 91 - 9’ #11. Un mostro di potenza, in grado di lanciare anche shooting tapers del 12 e di aver ragione delle prede più impegnative. 335 euro. I mulinelli SLT sono progettati specificamente per la pesca in saltwater. Torniti interamente da barra di alluminio aeronautico, con alberino e parti meccaniche in acciaio inox, sono anodizzati per resistere alla salsedine e sono dotati di una potente frizione totalmente sigillata con dischi in carbonio autolubrificati: quanto di meglio si possa richiedere per affrontare impegnative battaglie con gli irriducibili avversari marini. Due i modelli disponibili: SLT 810 - #8-10, 240 euro SLT 1012 - #10-12, 260 euro Da abbinare a canne e mulinelli sono disponibili le code Pozzolini Easiline e Superline, tra le quali praticissime multitip con quattro punte intercambiabili per far fronte a ogni situazione. Tutti i prodotti possono essere richiesti a Pozzolini Fly Fishing by A. Pozzolini, via Trento 2a, 24014 Castenedolo, tel./fax 030/2131002, telefono mobile 334/6317910, www.pozzolinifly.com, info@pozzolinifly.com.
anteprima 2015, in arrivo in Italia a dicembre
QUANTUM SMOKE SPEED FREAK Ecco una delle novità che ha suscitato maggior interesse durante la scorsa edizione dell’ICAST Show di Orlando, frutto del progetto Exoskeletal design, lanciato dalla casa americana circa quattro anni fa, volto alla realizzazione di mulinelli estremamente resistenti ma incredibilmente leggeri. Degni esponenti di questa nuova concezione sono l’Exo, lo Smoke e lo Smoke Inshore, che già da qualche anno riscuotono un indiscusso successo mondiale. Con questo nuovo Smoke Speed Freak la Quantum ha voluto accontentare gli amanti dei mulinelli super veloci. Il rapporto di recupero 6.2:1 permette infatti di recuperare ben 87 cm di filo con un solo giro di manovella (nella taglia 25): un valore impressionante. Nel rispetto degli standard Exoskeletal design, il corpo è realizzato in solido alluminio alleggerito nei punti meno sollecitati, il rotore in lega ultraleggera C4LF brevettata Quantum, con inserti in carbonio rinforzanti. Il mulinello è inoltre dotato di 11 cuscinetti a sfera, frizioni multidisco CSC con dischi in ceramica, acciaio e carbonio, archetto in titanio indeformabile, antiritorno infinito, bobina in alluminio a doppia anodizzazione ultraleggera. Importato in esclusiva per l’Italia dalla Old Captain e disponibile in due taglie (25 e 30). Per ulteriori informazioni: Old Captain srl, via Varese 47, 21052 Busto Arsizio (VA), tel. 0331/382420, fax 0331/381063, www.oldcaptain.it, info@oldcaptain.it.
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show room pensata per le acque del Mediterraneo
G.LOOMIS NRX 803S XMR
nuovi mulinelli freshwater e saltwater
DAIWA INFINITY-Q A Eredi dei celebri Infinity-Q, i nuovi ‘Model A’ ne rappresentano l’evoluzione sotto il profilo tecnologico, mantenendo inalterate le caratteristiche di grande fluidità e affidabilità alle quali tutti gli appassionati erano abituati. Il corpo in alluminio (Hard Bodyz) racchiude al suo interno una meccanica da veri numeri uno (Digigear), mentre la tecnologia Mag Sealed permette di utilizzarli senza preoccupazioni nelle condizioni più estreme. Dedicati al mondo dello spinning freshwater e saltwater, gli Infinity-Q A sapranno farsi apprezzare dagli angler più esigenti. Queste le principali caratteristiche tecniche: • corpo in alluminio (Hard Bodyz); • rotore ‘Air Rotor’ ultraleggero; • tecnologia Digigear; • archetto tubolare Air Bail; • tecnologia Mag Sealed sul corpo; • frizione Ultimate Tournament Drag; • rullino guidafilo Twistbuster II; • 5 cuscinetti a sfera + 3 CRBB anti-corrosione; • imbobinamento a spire incrociate; • manovella monoblocco di alluminio; • bobina ABS di ultima generazione; • Infinite Anti-Reverse. modello capacità rapporto cuscinetti freno peso bobina di recupero a sfere (kg) (g) IFQ2500A 0,25 - 210m 4.8:1 (72cm) 5 + 3CRBB 7 250 IFQ3000A 0,28 - 220m 4.8:1 (81cm) 5 + 3CRBB 7 285 I mulinelli Infinity-Q A sono distribuiti in Italia da Daiwa Italy, www.daiwaitaly.it, info@daiwaitaly.it.
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MOSCA e SPINNING
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La serie Inshore di G.Loomis è stata probabilmente la linea di canne da pesca più attesa e desiderata del 2014 da parte degli spinner del Mediterraneo. L’intera linea è stata studiata e provata in acque nostrane per andare incontro alle esigenze dei pescatori e per poter affrontare praticamente qualsiasi predatore del sottocosta: da qui il termine ‘inshore’, che prevede un utilizzo da terra, anche se l’utilizzo dalla barca non comporta alcun problema. La Loomis NRX 803s XMR è considerata, tra tutte, una perfetta all-round, capace di gestire e animare artificiali di diverso target e peso. La prima caratteristica che si apprezza appena la si prende in mano è l’estrema leggerezza (105 g); ciò potrebbe far dubitare i più scettici circa le sue potenzialità in pesca, quando in realtà non teme nessun predatore del sottocosta se non grandi ricciole e tunnidi; va abbinata a un mulinello di taglia 4000 o 5000 tra i 250 e 300 g che consente di stare in pesca per diverse ore senza affaticare il pescatore e di non snaturare l’intero sistema pescante. L’NRX 803s XMR è una 10-20 lb (line rating) con una lunghezza di 6’8”, circa 207 cm, con azione extra-fast. La sua capacità di lancio è tarata per un massimo di 21 g, anche se in realtà ci si può spingere anche all’oncia (28 g), coprendo in questo modo un gran numero di artificiali comunemente utilizzati nello spinning costiero, compresi metal jig da 30 g da lanciare sulle mangianze di tunnidi minori e lampughe e piccole soft bait da 10 g per insidiare la spigola in foce durante le fredde giornate invernali. La canna presenta una cosmetica sobria ed elegante, con legature blu chiaro e fusto ‘exsposed’ lasciato al naturale, manico splittato in sughero con portamulinello Fuji con vite a scomparsa. La componentistica è al top, con portamulinello Fuji e 9 anelli in titanio, i primi tre più il cimino della serie K Fuji anti tangle e gli altri 5 recoil per rendere il sistema leggero. Il fusto è costituito dall’ultimissimo e più avanzato modulo NRX, che grazie alla lavorazione con le nanoresine è stato possibile utilizzare non solo in acqua dolce, ma anche in acqua salata. In pesca la canna si presenta piacevole da utilizzare e permette di lanciare e recuperare artificiali per molte ore senza stancarsi, molto sensibile con tutte le esche che rientrano nel suo range con un’ottima riserva di potenza. Per ulteriori informazioni: Shimano Italy Fishing, tel. 0331/742 711, www.shimano.com, www. shimanofishnetwork.it. (Antonio Varcasia e Dario Alicicco)
galleggiante, ad altissima sensibilità
nuovi siliconici di qualità distribuiti da Carson
RIO IN TOUCH PERCEPTION
TAMURA
La rivoluzionaria coda Rio Perception con tecnologia in-touch (inestensibile) è in grado di fornire un controllo e una sensibilità mai visti prima. Galleggiante, costruita con tecnologia Connect Core, è in grado di trasmettere una sensibilità eccezionale, oltre a garantire un migliore controllo nel lancio, una ferrata più sicura e ad aumentare la sensibilità nell’abboccata del pesce. Costruita in tre colori grazie al processo Rio Surefire, consente di capire con esattezza la lunghezza della coda che si sta utilizzando. Tutte le code, inoltre, sono taggate con il loro numero identificativo. La Rio In Touch Perception è disponibile dalla WF3F alla WF8F. Colori: Green/Camo/Tan o Camo/Tan/Gray. Il prezzo è di 78 euro. Disponibile da Garue, via del Torchio 14, Milano, tel. 02/86453590, www.garue.it, info@garue.it.
I Tamura sono artificiali in gomma vinilica distribuiti in Italia dalla Carson con il marchio Heron. Tra i modelli che compongono la linea ho potuto provare due grub, uno di 5 cm con coda arricciata (swirltail, MF-3811) e uno di 4 cm con coda curva (MF-15). Entrambi vengono prodotti in diversi colori. Con i due grub ho pescato principalmente trote in torrenti e riali appenninici e collinari effettuando buone catture. Ottimo, nelle giornate particolarmente difficili, quello con la coda arricciata, il cui movimento è in grado di indurre all’attacco anche i salmonidi più svogliati. I due artificiali possono essere impiegati con successo anche nella pesca del persico reale e in quella del cavedano in corsi d’acqua mediopiccoli o piccoli e sono validi anche per essere utilizzati come trailer per i microjig da bass. Ottimi dovrebbero risultare anche per la pesca ultraleggera in mare. Un altro artificiale Tamura che ho potuto testare in acqua è un pesce con coda a timone lungo 6 cm (MF-36). L’ho impiegato, con ottimi risultati, nella pesca al bass nel periodo di inizio primavera, montandolo su una testa piombata di tipo football, recuperandolo molto lentamente e tenendolo sempre a stretto contatto con il fondo. Nelle acque interne ho effettuato buone catture con questo pesce di gomma anche pescando trote in grossi torrenti di fondovalle e in fiumi appenninici. È sicuramente valido anche per la pesca della spigola in tutti gli ambienti nei quali vive questo predatore. Ho potuto infine provare due mini soft jerkbait, da 4,5 (MF-67) e 5 cm (MF-66), pescandoci trote nelle correntine e nei fine buche di torrenti e riali sia collinari che appenninici. Le catture migliori le ho fatte innescandoli su piccole teste piombate da 1 a 3 g. Sono validi anche per la pesca del cavedano in corsi d’acqua mediopiccoli o piccoli, montandoli su testine piombate dello stesso peso citato per la trota. Un ulteriore campo di impiego valido per queste due esche è sicuramente la pesca ultraleggera in mare. Per ulteriori informazioni: Carson, tel. 011/4501668, www.strikepro.it, www.carson.it, info@carson.it (Fabrizio Cerboni)
in arrivo in Italia by Old Captain
TRECCIATI GOSEN Dal 1951 Gosen rappresenta uno dei maggiori leader mondiali nella produzione di fibre sintetiche per vari tipi di applicazione: l’industria automobilistica (cinture di sicurezza), l’abbigliamento, l’agricoltura, il tennis, la pesca. La qualità dei prodotti Gosen è riconosciuta in tutto il mondo, vantando centinaia di brevetti esclusivi. L’intero processo produttivo dei trecciati Gosen è realizzato nei laboratori giapponesi, dalla ricerca delle materie prime, alla lavorazione, estrusione, torsione, colorazione e rivestimento: un processo denominato ‘Total-Technology’, unico sul mercato mondiale delle fibre sintetiche. Ciò assicura la massima qualità e un controllo post produzione senza paragoni. La gamma prodotti Gosen per la pesca è infinita: trecciati, fili in nylon e fluorcarbon sono il fiore all’occhiello della produzione, completamente made in Japan. I trecciati in particolare, a 4 o 8 capi, sono realizzati impiegando i migliori standard produttivi e garantiscono pertanto il miglior rapporto diametro/carico di rottura. Per anni Gosen ha incrementato la propria produzione di trecciati per vari marchi leader di settore, ora l’azienda ha deciso di penetrare sul mercato globale direttamente con il proprio marchio di fabbrica a totale vantaggio dell’utente finale. L’accordo tra Gosen e Old Captain srl, siglato durante la scorsa edizione dell’Efftex, permetterà di l’inserimento sul mercato dei primi prodotti già da metà ottobre. Per ulteriori informazioni: Old Captain srl, via Varese 47, 21052 Busto Arsizio (VA), tel. 0331/382420, fax 0331/381063, www. oldcaptain.it, info@oldcaptain.it.
Stonfo propone un sistema che facilita la pesca con più mosche
DROPPER CLIPS Ecco un sistema semplice da utilizzare ogni qualvolta si voglia pescare con più di una mosca sommersa o in dropper (sommersasecca). In questi casi è necessario attaccare uno o più braccioli alla lenza madre e di norma lo si fa, in vari modi, intervenendo sul finale. L’utilizzo dei Dropper Clips di Stonfo (art. 623) rende tutto più semplice, oltre a consentire l’intercambio rapido del bracciolo
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show room la moda del momento, made in Japan
AREA FISHING BY SMITH senza intervenire sulla struttura del finale. Il bracciolo si collega infatti al finale appositamente predisposto con un micro aggancio-sgancio. Il vantaggio indiscusso, oltre alla semplicità di applicazione, è rappresentato dal fatto che il pescatore può tenere montata una serie di braccioli con varie mosche da intercambiare a seconda delle circostanze di pesca. Un migliore utilizzo si ottiene predisponendo il finale all’uopo, creando cioè degli spazi di aggancio sul finale utilizzando le microsferette con foro in dotazione. Il prodotto è realizzato con una tecnologia avanzata di microstampaggio; sia gli agganci-sganci che le sferette sono realizzati in policarbonato trasparente. Per ulteriori informazioni, rivolgersi a Stonfo, tel. 055/8739615, www.stonfo. com, stonfo@stonfo.com.
Pesca a spinning ultralight con piccoli ondulanti o hardbait a caccia di trote in acque ferme o reservoir. Mentre questa tecnica nel paese del Sol Levante tende a insidiare pesci di piccola taglia, il trend nei nostri laghi sembra prediligere prede di generose dimensioni, particolarmente combattive e pertanto estremamente piacevoli quando insidiate con attrezzatura leggera. La Old Captain importa ormai da svariati anni il marchio giapponese Smith, per molti associato alle tecniche in saltwater. Pochi sanno però che questo prestigioso marchio in Giappone vanta le proprie origini e la propria incontrastabile reputazione proprio nelle tecniche spinning in acqua dolce e in particolare nell’Area Game Fishing, per la quale offre una serie infinita di prodotti. Per la prossima stagione, in particolare, l’azienda di Busto Arsizio presenterà il top tra gli ondulanti Smith sviluppati per questa tecnica: • Pure: il grande classico dell’azienda nipponica, ideale per laghi e acque lente in generale, disponibile nelle grammature 2,7 g (30 mm), 3,5 g (35 mm), 5 g (40 mm), in varie colorazioni, tutti armati con amo singolo; • Heaven: dalla forma più affusolata, complementare al classico Pure, più adatto a sondare maggiori profondità. Disponibile nella versione 5 g (50 mm) con colorazioni estremamente accattivanti. Anche gli Heaven vengono forniti già armati con amo singolo. Per ulteriori informazioni: Old Captain srl, via Varese 47, 21052 Busto Arsizio (VA), tel. 0331/382420, fax 0331/381063, www.oldcaptain.it, info@oldcaptain.it. oppure pagina Facebook: SMITH Fishing Experience.
tre nuovi articoli importati da Majora ideale per la pesca in lago
PELICAN BOMBIX In Italia c’è una lunga tradizione di pesca con le esche artificiali in lago, dove la prima necessità per il pescatore era ed è tuttora quella di arrivare a lanciare l’esca là dove ci sono i pesci. Non tutti avevano e tuttora hanno la possibilità di utilizzare un’imbarcazione, tuttavia, per cui il genio italico negli anni ha creato numerosi artificiali dedicati al lago capaci di raggiungere meglio i pesci, che spesso sostano lontano dalla riva. Accanto a numerose realizzazioni più o meno artigianali e caratteristiche per ogni lago, sul mercato si sono imposti in passato principalmente due artificiali: il Cosacco e il Filibustiere. Pelican raccoglie e unisce queste due eredità con il Bombix, un artificiale lipless (senza paletta) realizzato in legno di balsa con armatura passante in acciaio inox, zavorra studiata ad hoc per garantire lunghi lanci, un marcato e adescante effetto wobbler in caduta e un movimento walking the dog in recupero, che mantiene Bombix adescante dal primo all’ultimo giro di manovella. Come tutti gli artificiali Pelican, Bombix monta ancorine VMC ed è colorato con i migliori prodotti sul mercato, disponibile al momento in undici varianti di colore, rifinito con vernice brillante e robusta, resistente anche a un uso marino. Per maggiori informazioni: Pelican snc, via Pasubio 34, 36034 Malo (VI), 0445/607518, mobile 328/1494293, 338/ 4083623, www.pelican-fishing.com.
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C&F DESIGN PER IL FLY TYING Majora Intelligent Fishing importa tre nuovi articoli di C&F Design per gli appassionati di costruzione. Il Rotary Tool Stand (art. CFT-175) è quanto di più pratico e funzionale esista per alloggiare gli attrezzi da costruzione. Il foam che contiene i vari fly tools e i tre portabobine è rotante per agevolare la scelta del necessario. L’estremità superiore accoglie temporaneamente gli artificiali costruiti o i materiali in uso al momento. Il Bobbin Holder Long (art. CFT61L) è un portabobina lungo, che permette maggiore visibilità dell’artificiale in costruzione. Ha un tubetto scorrifilo in zirco-ceramica, inserti per bobina in teflon per scorrimento uniforme, microslit in foam per una tensione costante del filo, infilatore in dotazione. Il Rosinante Fly Tying Vise, infine, è un morsetto con qualità e caratte-
le misure 2” e 4”, la più piccola con chiara vocazione per il lightgame. Lo shent al gambero, presente in tutte le misure, unitamente alla calibrazione della morbidezza del corpo, fanno sì che il predatore trattenga l’esca in bocca molto più a lungo, permettendo una ferrata più precisa. Per ulteriori informazioni: Utopia Tackle, tel. 070/844099, www.utopiatackle.com, www.seaspin.com.
ristiche superiori, corredato da una base dotata di portabobine e portaccessori in foam. Si tratta di un morsetto al top della funzionalità, che permette di concentrarsi esclusivamente sulla creatività della costruzione. Per ulteriori informazioni: Majora Intelligent Fishing, tel. 02/95364376, www.majorafishing.com.
disponibile da Errepi Udine
ANGELINA STREAMER un gamberetto poliedrico dalle caratteristiche innovative
SEASPIN SHRIMP-U Lo Shrimp-U è un piccolo gamberetto tecnologico che costituisce l’anello di congiunzione tra rappresentazione della natura e ricostruzione artificiale di ciò che più attira i predatori che se ne nutrono, quando riprodurre fedelmente la realtà non basta e si deve ricorrere appunto alla ricostruzione artificiale di movimento e vibrazioni per indurre all’attacco anche il predatore più apatico. Caratteristiche peculiari come il corpo ‘ring’ per facilitare l’innesco anti incaglio con ami offset senza impedire la fuoriuscita della punta sulla ferrata, la stilizzazione di sottili antenne che fluttuano e vibrano alla minima sollecitazione oltre a tenere assettato l’artificiale durante il recupero, la coda palmata che può essere sfrangiata asportando le sezioni preincise (effetto disponibile sui modelli da 3” e 4”) per aumentare velocità e frequenza della sua vibrazione: sono tutte caratteristiche che rendono lo Shrimp-U un artificiale poliedrico e utilizzabile nelle più svariate condizioni. Anche se riesce a esprimere le sue massime potenzialità innescato spiombato per sfruttare la sinuosità e le vibrazioni delle sue appendici, attivabili anche dalla più piccola turbolenza o anche solo dalla lenta caduta verso il fondo, questo artificiale può essere utilizzato con ottimi risultati shaky head, texas rig e drop shot. Studiato per la pesca alla spigola e ad altri predatori marini che si nutrono abitualmente di gamberetti, si è rivelato validissimo anche nell’utilizzo in acque dolci, soprattutto sui black bass e sui persici reali. Al momento è disponibile nella versione 3” in ben 11 colorazioni differenti per coprire le più disparate esigenze dello spinner italiano; prossimamente la gamma verrà completata con
L’Angelina Streamer presenta interessanti caratteristiche, che semplificano la costruzione di artificiali per acque salate e non. È un materiale molto simile al vecchio Angel hair, con una piccola ma grande differenza: da un lato è saldato a caldo, il che aiuta molto a velocizzare e semplificare la costruzione. Per realizzare velocemente un efficace streamer, per qualsiasi tipo di predatore, basta infatti fissare con pochi giri di filo una piccola sezione sull’amo, aggiungere due occhietti e coprire il tutto con colla UV Bug Bond. La particolare nastratura evita di perdere volume una volta fissato all’amo, cosa che succedeva sistematicamente usando il vecchio Angel hair. I colori sono tanti e ben selezionati per coprire ogni tipo di esigenza; due i tipi in distribuzione da parte di Errepi Udine: Single Color (10 colori) e Sandwich (11 colori abbinati in coppia). Molto interessanti i colori sandwich, che sono composti da due o tre colori abbinati fra loro, generalmente chiari sotto e scuri sopra, in modo che solo legando una piccola sezione sull’amo si ottiene già un pesciolino pronto per pescare. Per ulteriori informazioni: Errepi Udine, tel. 0432/699675, errepi@errepiudine.com, www.store.errepiudine.com.
da Stonfo un utile accessorio per appesantire le mosche e conferire loro particolari movimenti nel recupero
MINIPALETTE Siamo ormai abituati alle piccole e geniali invenzioni della Stonfo, ma a ogni novità c’è di che meravigliarsi per la genialità di ciò che esce fuori dal cilindro fantasioso di questa azienda, che si tratti sia di piccoli e semplici accessori, sia di attrezzi complessi, ad altissima tecnologia. Con questo articolo (n. 619) ci troviamo di fronte a un piccolo accessorio per i moschisti, utilissimo nella realizzazione di artificiali affondanti come streamer, artificiali da mare ecc. o galleggianti come popper, bug e simili. Si tratta di una piccola appendice a forma di ‘paletta’ realizzata in poli4/2014
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show room carbonato ad alta resistenza. Grazie a una piccola feritoia situata nella parte superiore, questa appendice può essere montata facilmente a ridosso dell’occhiello su ogni tipo di amo, consentendo, in fase di montaggio, una variazione dell’angolazione agendo con la semplice pressione delle dita prima di effettuarne il bloccaggio. Inoltre, dovendo realizzare artificiali sommersi, si può differenziare l’affondamento dell’artificiale grazie alla possibilità di incollare sulla stessa paletta – sulla quale è ricavata un’apposita sede semisferica – sferette di appesantimento di diversa grandezza e peso. L’applicazione della ‘paletta’ sull’artificiale, oltre a facilitarne l’affondamento quando necessario, nella fase di recupero fa acquistare movimenti oscillanti, creando adescanti turbolenze. Come di consueto, il sistema è stato ampiamente testato, ottenendo eccellenti risultati. Il prodotto è disponibile in tre diverse misure: S, M, L. Ogni confezione contiene dieci ‘mini palette’, corredate di sferette di diverso peso. Per ulteriori informazioni: Stonfo, tel. 055/8739615, www.stonfo.com, stonfo@stonfo.com.
un’attenzione speciale nella costruzione di un’esca robusta che resista ai morsi feroci dalle creature tropicali, un oggetto feticcio capace di soddisfare le esigenze dei pescatori tropicali più estremi. Il team Jack Fin da qualche mese si sta prendendo cura di alcuni dei colori speciali sviluppati dalla Molix per la sua attuale gamma di esche e ha creato modelli unici che si distinguono dalla maggior parte delle livree in commercio, ma il progetto T-Popper è il primo di una collaborazione più intensa che coinvolge due società che condividono la stessa passione e infinita ricerca della perfezione nel design, nelle forme e nei colori. Il TPopper pesa 100 g ed è lungo 18 cm; inutile dire che si lancia come un proiettile e spruzza come una fontana. Per ulteriori informazioni: Pro Tackles, tel. 051/887919, www. molixfishing.com.
dalla collaborazione fra Molix e Jack Fin
T-POPPER C’è un nuovo arrivo piuttosto eccitante per l’autunno. Molix apre una finestra al mercato tropicale e lo fa in un modo molto speciale, come ai vecchi tempi: 100% a mano. Grazie alla collaborazione con i ragazzi della Jack Fin, una coppia di artisti toscani con un talento incredibile per creare, progettare, sviluppare e dipingere a mano esche incredibili, il T-Popper – questo è il nome dell’esca – vedrà la luce in autunno con l’inizio della stagione tropicale. I popper sono stati prodotti uno a uno passando per un faticoso e meticoloso processo. Dopo i test sui campioni in legno, Lorenzo e Simone – le due menti dietro alla Jack Fin – hanno creato lo stampo in cui si inietta una resina speciale con un peso specifico studiato su misura per ottenere la galleggiabilità desiderata. I pesi e l’armatura in acciaio sono affogati nella resina prima che questa si solidifichi, quindi l’artificiale viene rifinito e pulito. A questo punto si procede alla verniciatura e alla finitura esterna, il tutto sempre nel laboratorio della Jack Fin. I ragazzi sono ovviamente gelosi del processo globale, ma confermano che è stata posta
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due utili accessori distribuiti da Flyfishdolomiti
NET HOLSTER E ROD CLIP Rod Clip: ecco un accessorio che per molti moschisti è diventato indispensabile e che ha persino vinto il premio come miglior accessorio presso l’International Fly Tackle Dealer Show. Consente di appendervi le canna e avere le mani libere per fare nodi, rilasciare il pesce, attraversare un corso d’acqua rimanendo più in equilibrio, farsi fare una foto con il trofeo senza abbandonare la canna che non rischia più di venire calpestata... e cento altri utilizzi diversi! Una piccola idea per un grande risultato. Prezzo: 21,90 euro.
Chi meglio dei neozelandesi è in grado di inventare un accessorio utile a salpare i pesci? Basta con le cinghie attaccate dietro la schiena, con le calamite posizionate vicino alla testa e con le reti dei guadini che si attaccano ai rami in continuazione! Il Net Holster è perfetto anche per chi fa a meno del giubbino da pesca. Si adatta a qualsiasi cintura ed è in grado di contenere qualsiasi tipo di guadino. Comodo e veloce da usare, l’uovo di Colombo nel mondo dei guadini! Costa 36,90 euro. Entrambi gli accessori sono acquistabili online presso www.flyfishdolomiti.com.
co, che in questo caso riguarda la finitura in alluminio avvolto e inciso manualmente da Andrea Pedaci di Aplures, alleato fondamentale di Black Flagg in questa avventura. Tutte le fasi di lavorazione sono effettuate rigorosamente a mano, a partire dalle mascherine utilizzate per ottenere particolari come branchie e pinne. L’artificiale viene successivamente colorato ad aerografo e rivestito con una resina epossidica di ottima qualità che fissa il colore e rende l’esca particolarmente resistente. In ultimo viene applicato un bi componente trasparente anti UV. In pesca, il Jigg Minnow si è rivelato ottimo alleato anche nella pesca da riva, soprattutto nelle zone nelle quali si creano forti correnti e onde. È ottimo anche recuperato in modo allegro, alternandolo a leggere jerkate: si sono così ottenute buone catture anche di barracuda, serra, lecce, lampughe e ricciole di branco. L’artificiale viene venduto sprovvisto di ami o ancorette per dar modo al pescatore di utilizzare la misura e la tipologia che più gli aggrada, anche se ne è consigliato l’uso con ami singoli, sia per una questione di rispetto verso la preda, sia perché l’esca così montata accentua leggermente il proprio movimento, consentendo di rallentare il recupero, il che, in certi casi, fa la differenza, sopratutto da riva. Per ulteriori informazioni: T2 distribution srl, tel. 0532/800555, info@t2distribution.com.
tre action camera dallo straordinario rapporto qualità/prezzo
WASP l’esordio di Black Flagg sul mercato SW, ancora in collaborazione con Real Winner
BLACK FLAGG JIGG MINNOW Black Flagg Raw Fishing Attitude, in collaborazione con Real Winner, esordisce nel mercato del SW con un’esca del tutto ibrida, dall’estetica classica ma dalle tecnologie costruttive all’avanguardia: RW X BF Jigg Minnow, in due misure: 10 cm (40 g) e 12 cm (60 g). Il Jigg Minnow non è una novità assoluta per Real Winner, che lo produce in quantità estremamente limitate per uso interno (sono avidi pescatori…) e di qualche amico. Nato nel 2010 dall’esigenza di avere esche pesanti da lanciare molto lontano ma che non affondassero come un metal jig, quindi in grado di mantenere un recupero di superficie ideale per insidiare predatori pelagici come il tonno, il tombarello, la lampuga, ma anche il pesce serra e la leccia amia. Le due misure da 10 e 12 cm sono indirizzate alle loro prede abituali, come sarde, alacce e acciughe e ben si prestano, anzi danno il meglio di sé, sulle mangianze. La costruzione del BF X RW Jigg Minnow è del tutto unica, in quanto rappresenta la versione minnow di un metal jig o viceversa. Partendo dal corpo, il materiale costruttivo è il classico di Real Winner, cioè resina poliuretanica ad alta densità iniettata a elevata pressione su zavorra fissa anticappottamento disegnata e fusa ad hoc, il tutto con un anima interna saldata in acciaio inox AISI 304 a fondi catalizzati con elevata elasticità strutturale. I test dinamometrici su questo tipo di acciaio per l’armatura interna hanno dato una tenuta di ben 38 kg, uno dei più resistenti della categoria. Le livree sono particolarmente curate, sia sotto il profilo della robustezza, sia naturalmente dal punto di vista dell’impatto esteti-
C’è un’importante novità nel settore delle action camera e riguarda l’introduzione sul nostro mercato del marchio Wasp da parte della Blue Springs di Treviso. Le Wasp Action Sports Camera vengono commercializzate in tre differenti modelli e si distinguono dalla concorrenza per le prestazioni elevate, il prezzo vantaggioso, i numerosi accessori di serie compresi nel prezzo, con una serie di innovazioni pratiche che potranno sicuramente apportare migliorie nella realizzazione di video di azione. Una di queste è la batteria agli ioni di litio, che nella modalità video 1080HD consente di effettuare fino a tre ore di registrazione continua (mod. Jakd in ripresa diurna continua senza led), ma molto interessante è anche la vasta gamma di accessori, che renderanno più facile ogni tipo di adattamento a rollbar, passamani, manubri o qualsiasi cosa a cui si possa fissare un’action camera. Ecco le caratteristiche distintive dei tre modelli. Jakd 9903. È il modello più versatile ed è adatto a tutti i livelli di abilità, dotato di display a cristalli liquidi touch screen da due pollici che permette l’immediata visualizzazione di ciò che si sta filmando. I comandi sono situati in tre punti della camera. Sulla parte superiore si trova il tasto di selezione per le varie modalità operative (foto/video/sport camera), sul lato destro il tasto di selezione per le varie scene di luce (giorno/sera/2 modalità di illuminazione), sul display posto sul retro della camera stessa i vari modi di selezione scena, data e ora, menù interno. Registra filmati con qualità 1080HD, scatta foto da 5 Mp e ha uno zoom digitale 4x. La memoria è espandibile tramite scheda memoria microSD. È corredata da tutti gli accessori che ne consentono l’uso in molteplici situazioni e viene distribuita in una custodia rigida impermeabile a lente piatta, che le consente di essere operativa fino a 30 metri di profondità. Una delle caratteristiche distintive della Jakd è che sembra nata principalmente per favorire le scene con poca o scarsa illuminazione. È dotata infatti di due potenti led bianchi e di quattro sensori a infrarossi che consentono l’utilizzo anche in scene notturne. Prezzo consigliato di vendita: 188.00 euro. 4/2014
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recensioni Il modello WASPCam 9900 è destinato a chi cerca la comodità di avere, oltre a una camera resistente e professionale, anche un comando a polso WiFi che ne permette l’utilizzo a distanza fino a 15 metri. Questo tipo di connettività consente, tramite App per Apple e Android, di sfruttare come monitor video il display del proprio smartphone o tablet, a tutto vantaggio delle scene da riprendere e della comodità d’uso nell’utilizzo. Anche questa cam registra video a 1080HD e scatta foto con qualità fotografica da 3Mp e 5Mp. È presente l’autoscatto e la particolarità di consentire simultaneamente l’acquisizione di foto e video. Il modello può ospitare una scheda memoria microSD e ha la predisposizione per l’ingresso audio esterno. Utilissima l’uscita HDMI, che consente la riproduzione immediata su Tv e monitor. Viene distribuita in una custodia rigida impermeabile a lente curva, che la rende operativa fino a 60 metri di profondità. Accessori e agganci sono compatibili con la GoPro. Prezzo consigliato di vendita: 269,00 euro. Infine il modello più prestigioso, il Gideon 9902, che si differenzia dalla concorrenza come unica action cam, con orologio/monitor incluso nel prezzo, che permette riprese in HD avendo la possibilità di selezionarne il formato delle foto a 16Mp, 12Mp, 8Mp, 5Mp. La caratteristica dell’orologio è che si può sfruttare il display dello stesso come monitor della camera. Oltre a questo, è possibile gestire simultaneamente fino a 6 camere, rendendo più avvincente la scena, fino a 15 metri di distanza. Anche in questo caso, tramite applicazione l’utente ha la possibilità di gestire come monitor il proprio smartphone o tablet. Non mancano l’utilissima uscita HDMI e l’ingresso stereo per il collegamento di un microfono esterno, oltre all’uscita microUSB per lo scambio dati e la ricarica e alla predisposizione per la microSD. Il case è composto da un materiale resistente agli urti e impermeabile a lente piatta, che rende operativa la Gideon 9902 fino a 60 metri di profondità. Un prodotto dalle altissime prestazioni e performance a un prezzo molto vantaggioso: 369,00 euro. Per ulteriori informazioni: Blue Springs, tel. 0422/634083, www.bluesprings.it, info@bluesprings.it.
Pescare a spinning nelle acque interne italiane, a cura dello Spinning Club Italia, Editrice La Mandragora, collana FIPSAS per la Pesca Sportiva, 16x16 cm, 262 pp., 22,00 euro. Erano anni che si sentiva la mancanza di un moderno manuale di pesca a spinning e questo volume, che pure limita la sua trattazione alle acque interne, colma la lacuna nel modo migliore. I suoi meriti sono infatti molti. Anzitutto quello di aver affidato la compilazione dei vari argomenti ad alcuni dei migliori specialisti italia-
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MOSCA e SPINNING
• 5/2014
ni (ben venticinque), scelti in base a una competenza specifica corroborata da anni di esperienza: ne è nata un’eccellente opera collettiva, la cui omogeneità è garantita, oltre che da un impeccabile lavoro editoriale, dalla comune appartenenza allo Spinning Club Italia, l’associazione che dal 1980 si adopera per la diffusione dello spinning e per la tutela degli ecosistemi acquatici. Ciò fa sì che al di là della sicura qualità e dell’esaustività dell’informazione – nei limiti dello spazio e delle possibilità di approfondimento concessi da un manuale – sia percepibile un ‘sentimento’ comune per la materia trattata, un afflato e una passione disciplinati dalla condivisione di un modo unitario e consapevole di vedere lo spinning e di concepirne le finalità. Un altro merito sta naturalmente nell’aggiornamento delle varie tematiche rispetto a opere precedenti (assai poche, in verità), di modo che per esempio i capitoli sul bass fishing e sulle esche siliconiche godono della sedimentazione delle conoscenze e dell’acquisizione delle più recenti tecniche. E anche qui la forza dell’associazione si sente in maniera forte nel modo in cui argomenti come il catch and release, il modo di trattare correttamente il pesce dopo la cattura, la tutela ambientale non sono solo doverosi capitoli da compilare, ma costituiscono una parte importante e fortemente sentita del lavoro. L’ultimo tema in particolare è trattato all’interno di un discorso complessivo sull’associazionismo che rende conto delle più recenti campagne cui lo Spinning Club Italia ha partecipato o che ha promosso e degli effettivi risultati di volta in volta raggiunti. «Si tratta di esperienze esemplari e concrete che dimostrano quanto possa essere efficace l’unione fattiva di chi pesca anche nell’affronto di problemi complessi e difficili e di quanto l’associazionismo possa valorizzare la disponibilità di ciascuno». Il volume si presenta come lo strumento ideale per tutti coloro che si sono avvicinati da poco o si stanno avvicinando alla pesca a spinning e in particolare per tutti i giovani, che vi troveranno condensato – in un linguaggio chiaro e ispirato alla praticità più che alla inutile teorizzazione – più o meno tutto quel che è necessario sapere per cominciare la meravigliosa avventura della pesca a spinning in acque dolci, dal lancio al reupero, dall’attrezzatura agli artificiali, dalle schede sui pesci alle minuziosa descrizione degli ambienti nei quali insidiarli, senza che nessun argomento sia trascurato e con l’ausilio di un prezioso glossario nonché di altrettanto utili tabelle di conversione di pesi e misure. La serietà dell’impostazione e della trattazione risulta poi quanto più opportuna, perché il volume costituirà la base di un corso nazionale di avviamento che lo Spinning Club Italia intende realizzare insieme a Fipsas avvalendosi della recente nomina di cinquanta ‘istruttori federali per lo spinning’ distribuiti sul territorio nazionale, che nell’idea del presidente Mario Narducci e di Maurizio Lozzi dovranno garantire una formazione unitaria e moderna dei discenti, orientata al miglioramento delle loro capacità tecniche ma anche della loro coscienza ambientale. L’elenco di tali istruttori è presente in questo stesso numero nella rubrica delle news. Pescare a spinning nelle acque interne italiane rappresenta dunque l’attuale approdo dell’evoluzione più matura dello spinning moderno, nella visione dei suoi interpreti più autorevoli e consapevoli. Molto interessante in tal senso il capitolo dedicato alla storia di questa tecnica in Italia, dagli albori negli anni Trenta del secolo scorso alle ultimissime evoluzioni, attraverso personaggi, riviste, volumi, siti Internet che hanno segnato importanti punti di svolta. Spiace soltanto la mancata citazione di questa testata, che in ventiquattro anni di attività continua, pur occupandosi anche di pesca a mosca, ha contribuito in maniera decisiva – crediamo – alla divulgazione della pesca a spinning in Italia, con un’informazione sempre di qualità, affidata a esperti di sicuro riferimento. Il volume, il cui acquisto è caldamente raccomandato a tutti coloro che vogliono avere una panoramica completa di questa disciplina, nonché uno strumento cui ricorrere con fiducia per trovare una risposta puntuale ai più diversi dubbi, è ottenibile attraverso Fipsas, attraverso il sito dello SCI (www.spinningclubitalia.it) e nelle librerie che su tale sito saranno prossimamente indicate. Per ulteriori informazioni: info@spinningclubitalia.it.