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Quando Goldoni fu a Feltre
Il passato in cronaca di Laura Mansini
Quando GOLDONI fu a FELTRE
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“Due cose contribuirono alla mia intera soddisfazione in Feltre: la buona compagnia che ho sempre amato e desiderato ed un bellissimo Teatro” Così scriveva Carlo Goldoni ospite in una villa del Feltrino.
Correva l’anno 1729 quando Carlo Goldoni giunse a Feltre in qualità di Coadiutore della Cancelleria; aveva solo 22 anni e nelle sue “ Memorie” racconta dell’importanza di questa cittadina nella sua vita artistica. Seguendo il padre che lavorava a Belluno andò ad abitare nella Villa Bonsembiante, sita a Colvago di Santa Giustina, che apparteneva al dottor Gerolamo Gasperetti, amico di famiglia, essa si trova a 15 km da Feltre e circa a 15 da Belluno. La Cancelleria Criminale era sita nel Palazzo del Podestà, dove al primo piano vi era un delizioso teatro. Nelle “Memorie” egli racconta ,infatti, che a Feltre “trovò felicemente una compagnia diretta dal famoso Carlo Veronesi”. Fu un incontro quanto mai fortunato, che lo avvicinò alla commedia dell’Arte, imparando da lui le tecniche teatrali. Nel 1730 poi Goldoni mise in scena, con una compagnia di filodrammatici feltrini, due melodrammi di Metastasio e fu in quell’occasione che iniziò a scrivere , ma non riuscendo nel genere tragico, compose personalmente 2 intermezzi in versi “ Il buon vecchio”, ( che è andato perduto) e la “Cantatrice” . Nelle memorie afferma “ Due cose contribuirono alla mia intera soddisfazione in Feltre; la buona compagnia, che ho sempre amato e desiderato ed un Teatro, nel Palazzo medesimo del Podestà, di cui mi servo per poter esporre...e questa è la prima volta che io esposi qualche cosa del mio teatro. E fu proprio là che principiai a gustare il piacere dell’applauso e del pubblico aggradimento”. Il Teatro era il bel “Teatro Sociale”, ospitato al primo piano del Palazzo della Ragione, l’imponente edificio cinquecentesco dai grandi portici palladiani. Feltre gode di una storia antica. Il villaggio primitivo secondo Plinio il Vecchio sorse dalla cultura arcaica dei Reti, venne abitato più decisamente in epoca romana. Divenne molto popolosa nel Medio Evo e questo dovuto anche alla vicinanza con la via Claudia Augusta che partendo da Altino, sulla laguna veneta , attraversando il Trentino ed il Brennero giungeva fino ad Augusta Vindelicum ( Augusta di Baviera). Feltre ebbe una lunga storia artigianale, vi si produceva il famoso Feltro, una sorta di lana cotta molto rasata, era abbastanza ricca da attirare gli appetiti sia dei Venezia-
Il passato in cronaca
ni che degli Asburgo. Proprio l'imperatore Massimiliano primo d'Asburgo nel 1510 durante il conflitto con la Serenissima per conquistarla non trovò di meglio che raderla al suolo. Fu una grande tragedia e i Veneziani, alla fine della guerra, che vinsero, apportarono un imponente ricostruzione dando alla cittadina uno stile rinascimentale, che le donò la bellezza che troviamo ancora . Se si sale sul Castello di Alboino, posto sul Colle delle Capre, si può osservare la Piazza Maggiore, la più bella della città, nella quale si trova appunto il bellissimo loggiato sorretto da colonne col tradizionale Leone di San Marco. Campeggiano inoltre due grandi statue raffiguranti Vittorino da Feltre e Panfilo Castaldi , troviamo la fontana di Tullio Lombardi ed infine torniamo con lo sguardo al Palazzo della Ragione, che è stato la prima sede del Governo cittadino. Nel 1510, infatti l’edificio venne modificato dopo l’incendio che lo aveva distrutto e si presenta con l’imponente loggiato palladiano, mentre al centro del “portego” una scalinata conduce al grande salone centrale utilizzato per le riunioni dei 70 membri del “Maggior Consiglio”, ma vi era solamente un caminetto per riscaldare uno stanzone così grande e buio. Le riunioni furono quindi spostate nell’attuale sala del Consiglio. Nel 1600 la sala principale del palazzo divenne il ” Teatro de la Sena” con due ordini di palchi ed il palcoscenico dedicato alle rappresentazioni teatrali. Era il 1684 quando lo spazio ebbe crescente importanza anche sotto il profilo sociale; i nobili animavano i palchetti, si racconta che in questi spazi così privati mangiavano, tenevano incontri galanti, mentre il popolo, in piedi riempiva la platea. Fu un teatro molto apprezzato, infatti venivano compagnie della commedia dell’Arte, fra le quali appunto quella diretta dal famoso Pantalone Carlo Veronesi che ebbe il grande merito di capire le qualità del giovane Carlo Goldoni. Un autore capace di superare in pochi anni il maestro ed entrare tra gli immortali della commedia italiana.
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